XVII Legislatura

Commissioni Riunite (XI e XIII)

Resoconto stenografico



Seduta n. 2 di Mercoledì 28 ottobre 2015

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Damiano Cesare , Presidente ... 3 

Audizione del Presidente dell'INPS, Tito Boeri, nell'ambito della discussione congiunta delle risoluzioni 7-00769  Capozzolo, 7-00800  Zaccagnini, 7-00806  Rizzetto, 7-00807  Labriola, 7-00815  Simonetti e 7-00826  Massimiliano Bernini in materia di interventi per la prevenzione e il contrasto del lavoro irregolare e del caporalato in agricoltura (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento):
Damiano Cesare , Presidente ... 3 
Boeri Tito , Presidente dell'INPS ... 3 
Damiano Cesare , Presidente ... 7 
Mongiello Colomba (PD)  ... 7 
Damiano Cesare , Presidente ... 8 
Boccuzzi Antonio (PD)  ... 8 
Damiano Cesare , Presidente ... 9 
Bernini Massimiliano (M5S)  ... 9 
Damiano Cesare , Presidente ... 9 
Zaccagnini Adriano (SEL)  ... 9 
Damiano Cesare , Presidente ... 10 
Tripiedi Davide (M5S)  ... 10 
Damiano Cesare , Presidente ... 10 
Russo Paolo (FI-PdL)  ... 10 
Damiano Cesare , Presidente ... 10 
Benedetti Silvia (M5S)  ... 10 
Damiano Cesare , Presidente ... 10 
Sani Luca (PD) , Presidente della XIII Commissione ... 10 
Damiano Cesare , Presidente ... 10 
Boeri Tito , Presidente dell'INPS ... 10 
Damiano Cesare , Presidente ... 11 
Di Michele Gabriella , Direttore della Direzione centrale Entrate dell'INPS ... 11 
Damiano Cesare , Presidente ... 12 
Cassiano Maria Giovanna , Dirigente la Direzione centrale Vigilanza, prevenzione e contrasto dell'economia sommersa dell'INPS ... 12 
Damiano Cesare , Presidente ... 13 
Boeri Tito , Presidente dell'INPS ... 13 
Damiano Cesare , Presidente ... 13 

Audizione del direttore generale dell'INAIL, Giuseppe Lucibello, nell'ambito della discussione congiunta delle risoluzioni 2-00769  Capozzolo, 7-00800  Zaccagnini, 7-00806  Rizzetto, 7-00807  Labriola, 7-00815  Simonetti e 7-00826  Massimiliano Bernini in materia di interventi per la prevenzione e il contrasto del lavoro irregolare e del caporalato in agricoltura (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento):
Damiano Cesare , Presidente ... 13 
Lucibello Giuseppe , Direttore generale dell'INAIL ... 14 
Damiano Cesare , Presidente ... 14 
Cariola Agatino  ... 14 
Damiano Cesare , Presidente ... 15 
Gnecchi Marialuisa (PD)  ... 15 
Damiano Cesare , Presidente ... 15 
Zaccagnini Adriano (SEL)  ... 15 
Damiano Cesare , Presidente ... 15 
Mongiello Colomba (PD)  ... 15 
Damiano Cesare , Presidente ... 15 
Oliverio Nicodemo Nazzareno (PD)  ... 15 
Damiano Cesare , Presidente ... 16 
Boccuzzi Antonio (PD)  ... 16 
Damiano Cesare , Presidente ... 16 
Lucibello Giuseppe , Direttore generale dell'INAIL ... 16 
Cariola Agatino  ... 18 
Damiano Cesare , Presidente ... 18

Sigle dei gruppi parlamentari:
Partito Democratico: PD;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Il Popolo della Libertà - Berlusconi Presidente: (FI-PdL);
Area Popolare (NCD-UDC): (AP);
Scelta Civica per l'Italia: (SCpI);
Sinistra Ecologia Libertà: SEL;
Lega Nord e Autonomie - Lega dei Popoli - Noi con Salvini: LNA;
Per l'Italia-Centro Democratico: (PI-CD);
Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale: (FdI-AN);
Misto: Misto;
Misto-Alleanza Liberalpopolare Autonomie ALA-MAIE-Movimento Associativo italiani all'Estero: Misto-ALA-MAIE;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) - Liberali per l'Italia (PLI): Misto-PSI-PLI;
Misto-Alternativa Libera: Misto-AL.

Testo del resoconto stenografico
Pag. 3

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DELLA XI COMMISSIONE CESARE DAMIANO

  La seduta comincia alle 14.05.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satele la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione di rappresentanti dell'INPS, nell'ambito della discussione congiunta delle risoluzioni 7-00769 Capozzolo, 7-00800 Zaccagnini, 7-00806 Rizzetto, 7-00807 Labriola, 7-00815 Simonetti e 7-00826 Massimiliano Bernini in materia di interventi per la prevenzione e il contrasto del lavoro irregolare e del caporalato in agricoltura.

  PRESIDENTE. Ringraziamo della presenza il presidente della XIII Commissione, Luca Sani.
  L'ordine del giorno reca l'audizione dei rappresentanti dell'INPS nell'ambito della discussione congiunta delle risoluzioni 7-00769 Capozzolo, 7-00800 Zaccagnini, 7-00806 Rizzetto, 7-00807 Labriola, 7-00815 Simonetti e 7-00826 Massimiliano Bernini, in materia di interventi per la prevenzione del contrasto del lavoro irregolare del caporalato in agricoltura.
  Ringrazio i nostri ospiti per la loro cortese partecipazione. Segnalo che sono presenti il presidente dell'INPS, professor Tito Boeri, il direttore della Direzione centrale delle entrate, dottoressa Gabriella Di Michele, il direttore dell'Ufficio di segreteria del presidente, dottor Luciano Busacca, e la dottoressa, Maria Giovanna Cassiano, dirigente presso la Direzione centrale Vigilanza, prevenzione e contrasto dell'economia sommersa.
  Avverto che per lo svolgimento dell'audizione la Commissione ha a disposizione circa trentacinque minuti di tempo. La relazione potrà avere, quindi, una durata orientativa massima di venti minuti, in modo da lasciar spazio per eventuali quesiti dei deputati.
  Ringrazio nuovamente i nostri ospiti per la loro presenza e do la parola al presidente Boeri.

  TITO BOERI, Presidente dell'INPS. Ringrazio i presidenti delle Commissioni riunite. Vi ringrazio di quest'opportunità di parlare di un fenomeno che riteniamo molto rilevante e a cui stiamo dedicando molte energie.
  Vorrei partire da alcune considerazioni generali sull'agricoltura italiana, soprattutto nel Mezzogiorno, caratterizzata da vaste aree di illegalità, di cui gli eventi criminosi assurti agli oneri della cronaca negli ultimi mesi, richiamati nelle risoluzioni alla base di quest'audizione, rappresentano forse solo le manifestazioni più estreme, più evidenti. L'illegalità in agricoltura si unisce a distorsioni indotte da un intervento pubblico, che sussidia in modo assai poco trasparente il settore. Proprio la concomitanza di illegalità diffusa e di opacità nel sostegno pubblico spiega come possano coesistere in agricoltura Pag. 4due fenomeni apparentemente opposti: da una parte, il lavoro nero; dall'altra, il lavoro fittizio.
  Il lavoro nero è effettivamente svolto, ma non dichiarato, per sfuggire alle norme di legge, soprattutto al pagamento dei contributi sociali e al prelievo fiscale. Quello fittizio è, invece, un lavoro che non è mai stato svolto, ma che è dichiarato per beneficiare dei sussidi e di trasferimenti pubblici di varia natura. Soprattutto nel Mezzogiorno, i due fenomeni illeciti si intersecano tra loro. Da un lato, infatti, si assiste allo sfruttamento della manodopera, ingaggiata in totale violazione delle norme di legge, da persone fisiche o da imprese che, di fatto, svolgono un'attività di intermediazione illecita di manodopera, assicurando alle imprese utilizzatrici «pacchetti» di lavoratori sottopagati e sfruttati, per i quali gli intermediari provvedono poi anche al trasporto e alla sistemazione logistica.
  Le imprese intermediatrici, in molti casi costituite in forma di cooperativa, hanno le caratteristiche di essere «senza terra»: esse, cioè, non svolgono un'attività agricola, né, a maggior ragione, un'attività connessa a quella agricola, e neppure sono coinvolte, di fatto, nel ciclo biologico o in una o più fasi del ciclo medesimo. Tali cooperative, pur non possedendo, nei fatti, alcun requisito per essere inquadrate tra le imprese operanti nell'ambito agricolo, assumono lavoratori per svolgere attività agricola, inviando la propria manodopera, in genere, a raccogliere il frutto pendente sui fondi dei diversi committenti.
  Guardando all'altra faccia della medaglia, le imprese «senza terra» sono utilizzate per la costituzione di rapporti fittizi di lavoro agricolo. Tali imprese procurano in molti casi, dietro versamento di una somma di denaro, l'iscrizione negli elenchi agricoli a un gran numero di soggetti che, nei fatti, non esercitano l'attività di bracciante agricolo, ma che, grazie alle denunce presentate all'INPS, alla quasi totalità delle quali non corrisponde poi il versamento dei contributi, risultano titolati a richiedere e a percepire prestazioni a sostegno del reddito di varia natura: malattia, maternità, trattamento di disoccupazione. Non va, inoltre, trascurato che i falsi braccianti, oltre all'indebita percezione delle indennità, usufruiscono del regolare incremento del conto assicurativo, con la reale prospettiva di avere, al raggiungimento dei requisiti di legge, il relativo trattamento pensionistico a carico della competente gestione previdenziale.
  Dagli accertamenti ispettivi che abbiamo svolto è emersa chiaramente una correlazione molto forte tra lavoro nero e lavoro fittizio in agricoltura, tra forme irregolari di somministrazione di lavoro, che implicano i fenomeni di sfruttamento del lavoro e di concorrenza sleale noti a tutti, e di instaurazione di rapporti fittizi di lavoro, a tutto vantaggio dei soggetti gestori delle imprese, di queste cooperative «senza terra», capaci di trarre utilità sia nell'uno sia nell'altro caso. Il caporalato di cui parliamo è proprio la manifestazione di questo fenomeno.
  In questa filiera dell'illegalità hanno tutti da guadagnare, tranne il prestatore effettivo di lavoro. Il somministratore ha un vantaggio nel profitto che ottiene per il solo fatto di somministrare forza lavoro e, semmai, vendere giornate del lavoratore fittizio per l'ottenimento delle prestazioni previdenziali indebite. L'impresa utilizzatrice della manodopera beneficia del minor costo del lavoro. Quanto ai vantaggi conseguiti dalle imprese utilizzatrici, oltre al minor costo della manodopera, esse hanno anche il vantaggio indiretto di percepire le premialità AGEA, senza il rischio che i contributi non pagati possano essere recuperati sulle erogazioni dell'AGEA medesima, dal momento che i carichi contributivi e le conseguenze dell'insolvenza ricadono sulle imprese somministratrici della manodopera.
  L'attività ispettiva svolta dall'INPS ha consentito di appurare che, dietro le imprese «senza terra», sono costantemente all'opera alcuni esponenti di patronato e taluni professionisti poco avvezzi alla Pag. 5deontologia professionale, spesso legati alle organizzazioni criminali di stampo mafioso, tutti alla ricerca della disposizione che possa aggirare i controlli messi in campo dall'Istituto o rendere vano il sistema sanzionatorio previsto dalle norme.
  Tra le specificità rilevate in sede di verifiche ispettive a carico di cooperative «senza terra», vi è il gran numero di lavoratori assunti e la breve durata della vita dell'impresa. Infatti, con un sistema «a matrioska» le cooperative nascono e muoiono molto rapidamente dopo pochi anni, per lasciare il posto a cooperative di nuova costituzione, che, in una vera e propria logica di transumanza, assorbono i lavoratori di quelle cessate per iniziare un nuovo percorso, finalizzato alle indebite percezioni di benefici e all'attività a queste connessa. A tale proposito, è significativo quanto emerso dalle verifiche svolte: gli amministratori dichiarati dalle cooperative di nuova costituzione sono, molte volte, giovani provenienti dall'Est europeo, spesso inconsapevoli del ruolo loro assegnato.
  In sintesi, le attività ispettive svolte hanno svelato una serie di accorgimenti messi in atto al solo fine di condurre azioni illecite per produrre indebite utilità di vario genere, con presumibili interessi reali della criminalità organizzata, danni cospicui per le casse dell'Istituto e crepe importanti per l'economia regolare, in un momento in cui, certamente, non se ne sente il bisogno.
  In questo quadro di illegalità diffusa, il solo «bollino di qualità» rilasciato dalla cabina di regia sul lavoro agricolo, per quanto importante, rischia di rivelarsi un'arma spuntata. Sono 446 le imprese che hanno sin qui aderito, un numero ridotto: di queste, 53 sono state sin qui ammesse a tutti gli effetti e 179 con riserva, su una popolazione complessiva di più di 180.000 imprese. Si tratta, quindi, di un numero davvero molto piccolo, se rapportato alla popolazione potenziale.
  Né crediamo possa bastare il solo approccio «muscolare», quello dell'introduzione di fattispecie di reati sempre più gravi. D'altra parte, è dal 2011 che esiste il reato di intermediazione illecita, e questa previsione non ha potuto, come sappiamo, impedire i fenomeni di caporalato denunciati nel corso dell'ultima estate. Adesso, l'inasprimento ulteriore della sanzione penale per questo reato probabilmente avrà qualche effetto, ma difficilmente potrà portare a risultati davvero importanti sul piano della lotta al caporalato.
  Occorre, invece, una strategia su più fronti. Da una parte, bisogna rafforzare la capacità e l'efficienza ispettiva; dall'altra, bisogna cambiare le modalità con cui vengono dichiarati i rapporti di lavoro col passaggio al sistema Uniemens, l'unico, a nostro giudizio, in grado di garantire la trasparenza e la velocità dell'informazione sui rapporti di lavoro. È importante riformare gli ammortizzatori sociali per i lavoratori agricoli. È importante definire minimi retributivi realistici e noti a tutti i potenziali prestatori di lavoro. Nella giungla dei regimi contrattuali che differiscono per provincia, infatti, è difficilissimo per il lavoratore acquisire nozione dei propri diritti retributivi.
  È importante introdurre incentivi alla stabilizzazione dei rapporti di lavoro caratterizzati da forte stagionalità, proponendo di estendere anche al lavoro agricolo gli sgravi per le assunzioni a tempo indeterminato previsti per gli altri settori. Questo deve valere anche per il lavoro part time verticale, che avrebbe modo di attecchire in agricoltura.
  Infine, è fondamentale assicurare un'opportunità di regolarizzazione agli immigrati impiegati nel lavoro nei campi. Spesso si concedono migliaia di nulla osta per lavoratori stagionali e, invece, pochissimi permessi di soggiorno, il che vuol dire lasciare migliaia di immigrati in condizioni di illegalità, e quindi potenziali vittime dello sfruttamento, dato il loro bassissimo potere contrattuale.Pag. 6
  Se si agisse solo su un fronte trascurando tutti gli altri, si rischierebbe solo di cambiare la natura del problema, senza risolverlo. Ad esempio, una preventiva rendicontazione dei rapporti di lavoro può ridurre fortemente, se non prosciugare, il lavoro fittizio. Senza, però, rafforzare al contempo l'attività ispettiva e intervenire sulla trasparenza del mercato del lavoro e sui minimi salariali, c’è il rischio di gonfiare ulteriormente il lavoro nero.
  Soprattutto nel Mezzogiorno, i datori di lavoro hanno di fronte a loro un'offerta di lavoro potenzialmente illimitata, fatta per lo più, appunto, degli immigrati in attesa di regolarizzazione cui mi riferivo, disposti a lavorare a paghe orarie nettamente inferiori a quelle definite dagli accordi collettivi. Analogamente, l'inasprimento dei requisiti contributivi per accedere agli ammortizzatori sociali richiede necessariamente di essere accompagnato da una diversa rendicontazione dei rapporti di lavoro.
  Per queste ragioni, le proposte che l'INPS ha formulato alla cabina di regia sono inevitabilmente «multidimensionali», anche se siamo consapevoli del fatto che i tempi della loro attuazione saranno diversi. Abbiamo cominciato ad aggredire alcune di queste dimensioni con maggiore enfasi di altre. La dottoressa Di Michele potrà fornire ulteriori elementi sul ruolo che l'INPS ha acquisito in quanto presidente della cabina di regia.
  Infine, se mi è consentito, vorrei rilasciare alcune dichiarazioni sulle indagini in corso da parte della procura della Repubblica di Nocera Inferiore, che riguardano anche attività ispettive svolte dall'Istituto.
  Da alcuni giorni, l'Istituto è stato messo a conoscenza dell'esistenza di un'indagine della procura della Repubblica di Nocera sull'erogazione di premi di produttività nel biennio 2012-2013. Da quanto si apprende dalle agenzie di stampa, l'ipotesi investigativa è che gli incentivi di produttività sarebbero stati concessi sulla base di registrazioni volutamente «gonfiate» dei risultati delle ispezioni.
  Nello spirito di massima trasparenza sull'operato dell'Istituto che guida il nostro lavoro, ci sembra opportuno chiarire quanto segue. In primo luogo, il sistema di incentivazione del personale non dirigente dell'INPS non prevede modalità di remunerazione diversa per gli ispettori di vigilanza rispetto a quelle previste per la generalità dei lavoratori. In secondo luogo, l'incentivazione al personale è basata sulla ponderazione di indicatori di produttività e qualità. Quelli relativi all'attività di vigilanza non includono il numero delle visite ispettive e dei rapporti di lavoro annullati, ma sono basati su coefficienti di accertamento per ispezione e per ispettore. Gli indicatori relativi all'attività di vigilanza utilizzati per la quantificazione del premio di risultato concorrono alla determinazione del premio per un valore pari allo 0,38 per cento del premio.
  Per quanto riguarda specificamente i 489 dirigenti dell'Istituto, i cui obiettivi di risultato sono legati, chiaramente, alle funzioni specifiche svolte nelle aree manageriali che dirigono, gli indicatori collegati all'attività di vigilanza concorrono a determinare la retribuzione di risultato per un peso maggiore, attorno al 3,50 per cento, quindi per un peso pur sempre contenuto. L'accertato lordo, in particolare, cui molte agenzie di stampa si riferivano, ha un peso pari al 2,45 per cento del premio complessivo.
  Infine, dei 489 dirigenti dell'Istituto, 26 sono responsabili delle aree manageriali della vigilanza, concentrati nelle direzioni regionali e nelle aree metropolitane. Per loro, com’è ovvio, l'obiettivo di risultato è determinato sulla base di parametri specifici dell'area che dirigono, quindi legati all'attività ispettiva. In particolare, per il 40,10 per cento il premio è legato ai valori di accertamento conseguenti alle attività ispettive; per il 17,19 per cento a indicatori che misurano la produttività, data a sua Pag. 7volta dal rapporto tra verbali ispettivi e unità di ispettori presenti nel territorio.
  Con riferimento, invece, all'ammontare delle somme erogate nel biennio 2012-2013 a titolo di premio di produzione, la cifra di circa 400 milioni di euro citata più volte dalla stampa rappresenta l'importo complessivamente erogato dall'INPS ai suoi trentamila dipendenti a titolo di retribuzione di risultato, legata alla produttività e alla qualità del servizio, secondo i criteri definiti nei contratti collettivi nazionali di lavoro e nei contratti collettivi integrativi vigenti. Di questa somma, l'importo erogato ai 26 dirigenti nelle aree ispettive cui facevo riferimento è per il biennio pari a circa 3,4 milioni di euro. Alla luce di quanto sopra esposto, sembra possibile ritenere che, ove si rivelasse fondata l'ipotesi investigativa, il fenomeno oggetto dell'indagine sia numericamente circoscritto.
  Infine, con riferimento al fenomeno dei disallineamenti tra le banche dati INPS evidenziato dagli organi di stampa, occorre rimarcare che dal singolo verbale possono essere rilevati rapporti di lavoro fittizi suscettibili di produrre effetti anche per un numero di anni superiore a quello rilevato nel verbale. Questo dato emerge dalla banca dati gestionale VG00, ma potrebbe non emergere dal singolo verbale. Inoltre, i verbali si riferiscono ai singoli lavoratori, mentre la banca dati gestionale si riferisce ai rapporti di lavoro. Come documentato dalle statistiche dell'INPS, i flussi di rapporto di lavoro sono circa il 40 per cento più alti dei flussi di lavoratori.
  L'Istituto, come ha fatto nei suoi centodieci anni di storia, continuerà a offrire la massima collaborazione alle autorità inquirenti affinché le eventuali responsabilità siano prontamente chiarite, a tutela della sua immagine e della reputazione dei trentamila dipendenti che quotidianamente svolgono il loro lavoro con orgoglio e spirito di servizio.

  PRESIDENTE. Do ora la parola agli onorevoli colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  COLOMBA MONGIELLO. Presidente, quella del presidente Boeri è stata una relazione dettagliata e, come nel suo stile, senza peli sulla lingua. Ha fornito una serie di dati, andando oltre il testo delle risoluzioni, delineando un quadro preciso sulle imprese «senza terra», sulle cooperative false, fenomeno del momento, al di là della presenza di imprese agricole regolari che utilizzano il lavoro nero. Mi sembra che questi siano i due filoni all'attenzione dell'INPS.
  Il dato che, ovviamente, salta agli occhi è il numero delle iscrizioni alla «Rete del lavoro agricolo di qualità», per la quale ci siamo battuti tanto, e che doveva essere il fiore all'occhiello della capacità dello Stato di eliminare, di fatto, l'intermediazione del caporale. La Rete avrebbe dovuto fungere, quindi, da luogo fisico per intermediare domanda e offerta. Questo doveva essere il fine. Mi sembra che l'iscrizione alla Rete di solo 480 imprese su 180.000 sia preoccupante. Forse sarebbe il caso di sollecitare da parte di tutti il mondo imprenditoriale perché, attraverso la white list, possa emergere da una serie di fenomeni che intaccano la capacità di impresa e creano concorrenza sleale, dovuta a un made in Italy «taroccato», falso e falsato proprio dal lavoro nero, che molto spesso va ad arricchire il portfolio delle agromafie.
  Non ho molto tempo, per cui andrò per flash. Due cose mi sembrano preoccupanti. Alle imprese «senza terra» forse sarebbe anche il caso – lo dico anche al presidente Damiano – di dedicare maggiore attenzione, essendo il fenomeno del momento, come anche al fenomeno dell'assunzione attraverso le agenzie interinali. Paola Clemente, che è morta nei campi pugliesi, era stata assunta da un'agenzia interinale, con un regolare contratto, non un contratto di piazza, come avviene spesso per il caporale. Questo significa che anche questo è uno strumento illegale o causa di quel lavoro grigio che dovremmo far emergere.
  Inoltre, io vengo da una terra sensibile, Foggia. L'INPS di Foggia è stata molto spesso oggetto di attenzione. Presidente, Pag. 8faccio parte anche della Commissione parlamentare di controllo sull'attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale, per cui parliamo di fenomeni che conosco bene. Mi sono recata negli enti territoriali a verificare e ci siamo battuti perché l'INPS facesse emergere una serie di illegalità e anche di qualche connivenza, di cui anche lei ha parlato e che deve essere resa nota, senza inficiare il lavoro di colleghi che lavorano tutti i giorni sul campo.
  Il «bollino di qualità», come giustamente lei teme, non è sufficiente se non creiamo una rete di supporto. Le 480 imprese che fanno parte della white list saranno oggetto di verifica nel corso del tempo per accertare se siano ancora in possesso dei requisiti ? Si tratta di una domanda importante.
  Un'altra questione che le pongo è relativa agli elenchi nominativi. Noi stiamo parlando di lavoro agricolo, stagionale, di numero di giornate lavorative e di un intero mondo legato a questo. Ci siamo battuti negli anni passati per gli elenchi nominativi annuali. So che l'INPS vuole mettere in discussione quest'aspetto. Voglio, però, dire che, in base agli elenchi, riconosciamo il diritto agli ammortizzatori sociali ai lavoratori agricoli. Sento che l'INPS vuole rimodellare questo sistema, non più basandolo su elenchi mensili. Forse lo vuole fare perché l'Istituto non riesce a tenere aggiornati tali elenchi ?
  L'ultima questione riguarda un eventuale intervento legislativo. Sono d'accordo con lei: legalizzare deve convenire a tutti. Non dobbiamo nascondere la testa sotto la sabbia. L'illegalità è un fenomeno diffuso. Come ho detto già ieri alla presenza del ministro, lasciamo stare la figura del caporale, da cui siamo partiti, ma c’è comunque un problema di illegalità, di lavoro grigio, nero, sommerso, che configura un fenomeno complesso, soprattutto in alcuni territori, dove la presenza del lavoro agricolo è molto più massiccia ed è legata ad alcune colture particolari, diffuse soprattutto nel Mezzogiorno.
  Per la raccolta del pomodoro servono, teoricamente, ventiquattro giorni: tuttavia, in realtà, sono più alti i numeri relativi alla manodopera e alle giornate lavorative impiegate. In quei luoghi, il fenomeno della manodopera illegale è molto spesso legato a quello dell'immigrazione clandestina. Lei ha fatto riferimento a questo. Io sono d'accordo con lei. Dobbiamo pensare a sistemi di premialità per le imprese che emergono, ma anche per chi denuncia. Finora nessuno denuncia perché viene rispedito a casa. Con una norma di legge, come ho scritto, dobbiamo prevedere, per esempio, anche la concessione di un permesso provvisorio in cambio della denuncia di questo fenomeno e, soprattutto, della denuncia del caporale. Questo è il tema che lei ha sollevato.
  Concludo soffermandomi sulla sua importante dichiarazione alla fine del suo intervento. Stamattina, il presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell'INPS ha reso una dichiarazione molto preoccupante, da cui risulta che nei prossimi dieci anni l'Istituto avrà un deficit di bilancio di circa 10 miliardi di euro. È una dichiarazione grave, resa nel corso di un'audizione presso la Commissione parlamentare di controllo sull'attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale, e penso che il presidente dell'INPS non possa sottrarsi a una risposta.

  PRESIDENTE. Ringrazio la collega. Do ora la parola all'onorevole Boccuzzi.

  ANTONIO BOCCUZZI. Ringrazio i nostri ospiti per il contributo offerto con la relazione fatta dal presidente Boeri.
  Condivido l'impostazione e i suggerimenti che il presidente ha dato nella sua relazione: non un confronto «muscolare», ma un percorso che possa unire capacità Pag. 9ed efficienza ispettiva, così come condivido il suggerimento di uniformare gli ammortizzatori sociali riconosciuti ai lavoratori agricoli e di estendere gli sgravi contributivi previsti nella legge di stabilità per le nuove assunzioni di lavoratori a tempo indeterminato al settore dell'agricoltura. Non ho sentito un accenno all'utilizzo dei voucher. Tale strumento è usato abitualmente in questo settore, ma presenta a mio avviso maglie eccessivamente larghe, che permettono un'evasione tacita di dimensioni notevoli.
  Presidente, di recente è intervenuto sul tema dell'utilizzo dei voucher in generale e sui suoi limiti: quali possono essere le misure adottabili per migliorarne l'utilizzo, arginare l'evasione ed evitare che i buoni siano utilizzati estemporaneamente per coprire fenomeni di lavoro nero ?

  PRESIDENTE. Ringrazio il collega e do la parola all'onorevole Massimiliano Bernini.

  MASSIMILIANO BERNINI. Intervengo molto telegraficamente, riallacciandomi un po’ all'intervento del collega Boccuzzi.
  Sappiamo che lo strumento dei voucher nasce anche per arginare il fenomeno del lavoro sommerso e del lavoro nero. Ora, la domanda che anch'io le pongo è questa: è uno strumento che si sta rivelando efficace per fronteggiare il lavoro sommerso nell'ambito del settore primario, dell'agricoltura, o intendete proporre modifiche per renderlo più congruente alle peculiarità del mondo agricolo ? C’è possibilità, sostanzialmente, di migliorarlo ? Secondo le stime elaborate da alcune sigle sindacali, lo strumento del voucher in agricoltura sembrerebbe – prendo atto di quello che hanno detto – aver fallito nel suo intento. Poiché, però, è uno strumento a cui si riconoscono delle potenzialità, diteci in che modo può essere reso più efficace. Questa è la prima considerazione.
  La seconda è la seguente. Ravvisiamo, soprattutto tra i lavoratori non italiani, una mancanza di informazioni. Ad esempio, molti stranieri non sono a conoscenza del fatto che dopo cinquantuno giornate lavorative si può percepire l'assegno di disoccupazione. Per colmare questo gap, questa mancanza di informazione, l'INPS ha in mente delle azioni, ad esempio volantini o altre azioni promozionali, magari tradotte nelle lingue delle varie etnie, per rendere edotti i cittadini dei diritti di cui potrebbero e dovrebbero godere ?

  PRESIDENTE. Ringrazio il collega.
  Purtroppo, sono costretto, avendo ancora quattro richieste di intervento, a meno che non se ne aggiungano altre, a chiedervi di essere sintetici, perché abbiamo solo pochi minuti a disposizione e mancano ancora le repliche.
  Do la parola all'onorevole Zaccagnini.

  ADRIANO ZACCAGNINI. Credo sia centrale individuare forme di intermediazione pubblica. In relazione alle convenzioni con i centri per l'impiego attivate dalla Rete, avete un'idea di come renderle funzionali, di come colmare il vuoto normativo dell'articolo 30 del disegno di legge Atto Camera n. 3119 (cosiddetto «collegato agricolo») e di come dovremmo disciplinare queste convenzioni per renderle operative ed efficaci nei territori ?
  L'altra questione è quella della Rete. Ben venga una white list, ben venga un sistema di premialità. Crediamo, però, che il regime dei controlli debba essere semplificato solo in seguito a un biennio o a un anno di applicazione, in cui i controlli vengono approfonditi, per poi giungere a un regime semplificatorio: non credete che questa strada possa essere percorsa ? In caso contrario, perché no ?
  Anche noi crediamo che chi denuncia, soprattutto tra i migranti, debba avere un permesso di soggiorno temporaneo; in parallelo, dovrebbe essere previsto il reinserimento lavorativo per i lavoratori comunitari. Si perde il lavoro in seguito alla denuncia, perché nel proprio territorio il caporale gestisce il lavoro e, se lo si denuncia, non fa più lavorare. Come attivare Pag. 10un percorso di reinserimento lavorativo ? È possibile reinserire le persone attraverso le aziende iscritte alla Rete ? Possiamo pensare ad altre modalità di reinserimento lavorativo all'interno di un raggio sostenibile, 70-150 chilometri, in quanto le colture sono diversificate a seconda delle zone ?
  Infine, relativamente all'incrocio dei dati, campo nel quale l'INPS ha sicuramente un ruolo centrale, quale strada possiamo percorrere ? Se è già stato spiegato – sono entrato in ritardo – mi rifarò ai documenti e al materiale che rimarranno agli atti.

  PRESIDENTE. Ringrazio il collega e do la parola all'onorevole Tripiedi.

  DAVIDE TRIPIEDI. Vorrei restare sul tema dei voucher, anche se i colleghi ne hanno colto pienamente la centralità. Voglio dire solamente che durante l'esame parlamentare della legge n. 183 del 2014 (il cosiddetto «Jobs Act») avevamo sottolineato che l'aumento del ricorso ai voucher avrebbe causato grossi problemi, proprio perché avrebbe nascosto quel lavoro nero, che oggi è regolare grazie al loro utilizzo, secondo me sproporzionato.
  Presidente Boeri, secondo lei, come si potrebbe porre un freno all'utilizzo dei voucher ? Come si potrebbe arginare questo problema ? Secondo lei, tornare indietro e mettere un tetto massimo, come era prima, di 5.000 euro, sarebbe opportuno o il problema continuerebbe a esistere ?

  PRESIDENTE. Ringrazio il collega e do la parola all'onorevole Russo.

  PAOLO RUSSO. Intervengo telegraficamente.
  L'azione del Governo si snoda non da oggi, ma, in chiave strategica, per i prossimi anni, su tre binari: la «Rete del lavoro agricolo di qualità», che doveva rappresentare una straordinaria novità risolutoria, ma per la quale mi pare che quest'oggi apprendiamo che ci sono condizioni di grande criticità, se non di imbarazzo; i voucher, che rischiano di essere non la soluzione, ma la copertura del problema; l'inasprimento dell'impianto sanzionatorio, su cui lei ha detto con tanto garbo che sembra sempre essere la soluzione di ogni problema, ma in realtà non lo è.
  Ci dice, visto che questi tre binari non ci portano velocemente – se comprendo bene – da nessuna parte, quale potrebbe essere invece una soluzione con la quale muoverci ?

  PRESIDENTE. Ringrazio il collega e do la parola all'onorevole Benedetti.

  SILVIA BENEDETTI. La mia domanda verte sulla questione dei falsi braccianti, che sono stati nominati nel dibattito: eventualmente, si profilano già una soluzione alla questione o azioni da intraprendere per migliorare il contrasto al fenomeno ?

  PRESIDENTE. Do ora la parola al presidente della Commissione agricoltura, Luca Sani.

  LUCA SANI, Presidente della XIII Commissione. Anch'io intervengo molto rapidamente con una domanda sui falsi braccianti e le cooperative «senza terra». Nella sua relazione ha richiamato il ruolo di AGEA: relativamente all'incrocio delle informazioni, dei dati, c’è un rapporto tra INPS e AGEA ?
  Mi rivolgo ora alle Commissioni. Forse alla luce della relazione del presidente Boeri, che ringrazio, credo che nei nostri lavori andrà inserita anche l'audizione di AGEA, a questo punto, su questo tema specifico.

  PRESIDENTE. Ringrazio il presidente Sani.
  Do ora la parola al presidente Boeri per la replica.

  TITO BOERI, Presidente dell'INPS. Sono tutte domande molto importanti e Pag. 11utili per far avanzare la discussione. Ho preso diligentemente nota di tutte. Spero che non me ne sia sfuggita alcuna. Darei, però, a questo punto e con il permesso del presidente, la parola alla dottoressa Di Michele, poi alla dottoressa Cassiano, che affronteranno specificamente i quesiti, anche in virtù dei loro ruoli. Se qualche domanda rimarrà senza risposta, cercherò io di colmare il vuoto.

  PRESIDENTE. Abbiamo sostanzialmente esaurito il tempo a nostra disposizione. Naturalmente, non siamo così sciocchi da non consentire le repliche, ma vi pregherei di sintetizzare molto. Non credo che ci sia spazio per tre repliche perché dovremo svolgere un'altra audizione.

  GABRIELLA DI MICHELE, Direttore della Direzione centrale Entrate dell'INPS. Cercherò di essere sintetica, anche se la materia è veramente ampia.
  Credo che, nelle intenzioni, la «Rete per il lavoro agricolo di qualità» sia stata concepita come uno strumento con ottime potenzialità. Tuttavia, la fonte normativa che la istituisce indubbiamente le riconosce soltanto la competenza di attribuire una specie di «bollino di qualità». Qui non è ben chiaro che cosa debba seguire in termini di premialità. Sicuramente, la Rete non ha nessuna competenza a intermediare i rapporti di lavoro e la collocazione del lavoro in agricoltura. Se così fosse, non basterebbero solo le risorse dell'INPS, ma si tratterebbe di un discorso molto più ampio, da allargare sul territorio.
  Credo che l'esiguità dei numeri non sia un elemento negativo, atteso che la Rete è partita soltanto dal 1o settembre e c’è un po’ di paura da parte delle aziende a esporsi. Probabilmente, le imprese temono il controllo serrato, e forse preferiscono stare a guardare, per vedere che cosa succede. Sono circa 500 fino ad ora, e la stragrande maggioranza è regolare. Questo dovrebbe essere, secondo me, già un dato positivo.
  Proprio avendo osservato tutti questi elementi di criticità della Rete, la cabina di regia si sta facendo carico di formulare proposte di integrazione della competenza della Rete stessa, che le attribuiscono – se vogliono, i signori deputati possono conoscerle, ma il tempo è poco – ulteriori compiti e, soprattutto, introducono elementi di maggior certezza sulla eticità delle aziende. Il DURC (Documento Unico di Regolarità Contributiva), per l'agricoltura – mi riaggancio al discorso sull'Uniemens – fotografa la situazione a distanza di un anno e verifica soltanto la regolarità contributiva: in questo modo, un'azienda che ha acquisito tutto «in nero» potrebbe essere teoricamente regolare. Esso non può quindi costituire il solo elemento che permette l'acquisizione di un bollino a cui far seguire una premialità.
  Pertanto, la stessa cabina ha pensato di prendere in considerazione ulteriori reati quali parametri di verifica dell'eticità dell'azienda certificata e, soprattutto, ha pensato di introdurre indici di coerenza. Anche qui mi riaggancio al discorso di AGEA: l'azienda che si interfaccia con la pubblica amministrazione deve essere coerente con tutte le amministrazioni con cui parla, e cioè AGEA, per chiedere le sovvenzioni, e INPS, per pagare i contributi. Questo è un elemento particolarmente importante, perché garantirebbe sicuramente la correttezza del comportamento aziendale.
  Quanto a Uniemens, la stessa legge istitutiva della cabina di regia attribuisce all'INPS il compito del monitoraggio e del controllo, che, con gli strumenti attuali (elenchi nominativi che fotografano una situazione di manodopera vecchia un anno), non può essere garantito. Non possiamo controllare e incrociare i dati di AGEA e, in generale, certificare che un'azienda è corretta non solo da un punto di vista contributivo, se abbiamo dati con una discrasia temporale di più di un anno. Questa è la situazione degli elenchi. Anche la cabina di regia sta addivenendo a questa conclusione. Come INPS, ritengo che l'introduzione del sistema Pag. 12Uniemens, come quello utilizzato per tutto il resto del mondo produttivo, sia di importanza fondamentale per la trasparenza del mondo del lavoro agricolo.
  Detto questo, vorrei parlare della premialità. Introdurre incentivi per stabilizzare il rapporto di lavoro, così come è stato fatto, secondo me coerentemente, dal Governo, per tutto il mondo produttivo, anche nel settore agricolo, probabilmente per il Paese sarebbe a costo zero. Il rapporto di lavoro a tempo indeterminato, infatti, eliminerebbe il ricorso alle prestazioni a sostegno del reddito. In termini di peso economico, quindi, il risultato sarebbe quasi equivalente e toglierebbe acqua al terreno di coltura del caporalato.
  Quanto ai voucher, credo che debba essere chiaro che il fenomeno della loro espansione è frutto di una precisa scelta legislativa, che ha eliminato il requisito dell'occasionalità del rapporto di lavoro e previsto soltanto quello dell'accessorietà, stabilendo, peraltro, limiti di reddito molto stringenti ed efficaci. Mi permetto di dire che il fenomeno per l'agricoltura è meno esteso, tanto che il numero dei voucher agricoli è decisamente inferiore a quello degli altri settori, proprio perché i limiti normativi sono più stringenti.
  Proprio i limiti normativi (lavoratori sotto i 25 anni, pensionati, reddito fino a 7.000 euro per le aziende piccolo-coltivatrici) non hanno fatto esplodere il fenomeno in agricoltura. La contribuzione del voucher per l'agricoltura affluisce nella gestione separata INPS, quindi non dà luogo al pagamento delle prestazioni a sostegno del reddito. Non è, quindi, uno strumento particolarmente appetibile. Ricordo quello che ha detto il professor Boeri: c’è sempre il tema dei rapporti tra prestazioni fittizie, lavoro «nero» assoluto e assenza di contribuzioni. Questa è la ragione alla base dell'introduzione di uno sgravio «tombale» che elimini tutte le altre tipologie di sgravio non particolarmente trasparenti. Uniemens diventerebbe, quindi, uno strumento fondamentale di trasparenza del rapporto di lavoro.
  Si è detto che gli stranieri «in nero» non conoscono i requisiti per l'accesso alle prestazioni, ma non accederanno mai alle prestazioni, perché sono quasi tutti, per definizione, «in nero». Quelli che, invece, accedono alle prestazioni conoscono benissimo i requisiti previsti dalla legge, le 51 giornate lavorative, fino a 180, non più di 182. Se si vuole sapere di più, siamo a disposizione.
  Quanto all'incrocio dei dati con AGEA, siamo in fase di sottoscrizione della convenzione per lo scambio dei dati. La Rete sta proponendo l'introduzione di un fascicolo unico in possesso di INPS, AGEA e di tutte le amministrazioni che si interfacciano con il mondo del lavoro e con le imprese agricole.
  Mi pare di essere stata abbastanza sintetica.

  PRESIDENTE. Abbiamo ancora solo due minuti, perché siamo già abbondantemente fuori tempo. Do la parola alla dottoressa Cassiano.

  MARIA GIOVANNA CASSIANO, Dirigente la Direzione centrale Vigilanza, prevenzione e contrasto dell'economia sommersa dell'INPS. Intervengo velocemente sulla questione dei braccianti e delle azioni che l'Istituto ha intrapreso. Da anni, oltre a una campagna di controlli ordinari sulle aziende agricole, l'Istituto svolge attività di controllo straordinario, soprattutto sulle aziende che, sulla base dell'incrocio dei dati e dell'utilizzo di particolari indicatori, in particolare nelle regioni del Meridione (Campania, Calabria, Puglia e Sicilia) hanno evidenziato il fenomeno, che il presidente ha poc'anzi illustrato, della specularità di lavoro sommerso e di lavoro fittizio. Lo hanno evidenziato non solo le nostre attività ispettive, ma anche l'indagine penale, nelle cronache dei giornali quasi ogni giorno, che dalla nostra attività è scaturita. Comunque, applicando parametri di qualità, si è arrivati a una riduzione delle prestazioni erogate. Certamente, è ben poca cosa, ma è un primo passaggio.Pag. 13
  Vorrei anche segnalare un altro elemento. Risultano iscritti nel 2014 come operai a tempo determinato (OTD) circa 909.000 soggetti, di cui la maggior parte, soprattutto nelle regioni a rischio, è italiana. Per questo si parla di specularità. La componente di lavoratori comunitari è molto esigua. Notiamo una differenza: in Sicilia, l'80 per cento dei lavoratori è italiano, in Trentino-Alto Adige, invece, si registra un'alta percentuale di lavoratori comunitari ed extracomunitari impiegati in agricoltura come OTD e una bassa percentuale di italiani. Così si misura come i diversi territori affrontano il fenomeno e come anche l'azione ispettiva che ne consegue debba essere poi differenziata.
  Da ultimo, è in atto una campagna di ispezioni in Piemonte, dove si è affermato un caporalato bulgaro e macedone. Abbiamo intrapreso già un'azione ispettiva.

  PRESIDENTE. Do la parola per un flash al presidente Boeri.

  TITO BOERI, Presidente dell'INPS. Le colleghe hanno già risposto a tutto, quindi sarò velocissimo.
  Alla domanda sulla sufficienza di una soluzione solo sanzionatoria, la risposta è: certamente, no. Abbiamo formulato una serie di proposte molto articolate alla cabina di regia. Lasceremo agli atti non solo il testo dell'intervento nell'audizione, ma anche le proposte che ad agosto l'INPS ha formulato alla cabina di regia. Vedrete che sono tante proposte articolate.
  Le imprese col «bollino» verranno verificate e, chiaramente, continueranno i controlli. È forse anche questa una ragione per cui non c’è stata un'adesione in massa alla Rete, che comunque speriamo ci sia in futuro. Se, infatti, non si supera una massa critica, il valore di sanzione sociale per chi non prende il «bollino» non ci sarà.
  Quanto ai voucher, voglio soltanto farvi notare la differenza nel profilo territoriale dei voucher all'esterno e all'interno del settore agricolo: i dati sono esattamente opposti. Credo che questo dica moltissimo.
  Infine, sulla questione dei bilanci dell'INPS, credo che dovremmo dedicarle una specifica seduta della Commissione parlamentare di controllo sull'attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale, ma non c’è nessun allarmismo da fare al riguardo. C’è una differenza strutturale tra i contributi versati all'INPS e le prestazioni versate. Deriva da tanti fattori: prestazioni assistenziali, decontribuzioni, che devono essere finanziate in altro modo, questione dei lavoratori del settore pubblico, per i quali per anni stati versati contributi solo virtualmente, e così via. Non c’è ragione di allarmismo, ma, se volete, faremo un'analisi approfondita dei bilanci dell'INPS con grande piacere.

  PRESIDENTE. Ringraziamo i rappresentanti dell'INPS per la loro audizione.
  Ricordo che il presidente della XIII Commissione, Luca Sani, ha proposto anche l'audizione di rappresentanti di AGEA, quindi dovremo valutare questa proposta. Dichiaro quindi conclusa l'audizione dei rappresentanti dell'INPS.

  La seduta, sospesa alle 14.50, è ripresa alle 14.55.

Audizione di rappresentanti dell'INAIL, nell'ambito della discussione congiunta delle risoluzioni 7-00769 Capozzolo, 7-00800 Zaccagnini, 7-00806 Rizzetto, 7-00807 Labriola, 7-00815 Simonetti e 7-00826 Massimiliano Bernini in materia di interventi per la prevenzione e il contrasto del lavoro irregolare e del caporalato in agricoltura.

  PRESIDENTE. Proseguiamo con l'audizione di rappresentanti dell'INAIL sempre nell'ambito della discussione congiunta delle risoluzioni 7-00769 Capozzolo, 7-00800 Zaccagnini, 7-00806 Rizzetto, 7-00807 Labriola, 7-00815 Simonetti e Pag. 147-00826 Massimiliano Bernini, in materia di interventi per la prevenzione e il contrasto del lavoro irregolare e del caporalato in agricoltura, cui si è congiunta anche la risoluzione dell'onorevole Polverini 7-00813.
  Ringrazio i nostri ospiti, il direttore generale dell'INAIL, dottor Giuseppe Lucibello, e il direttore della Direzione centrale Rischi, dottor Agatino Cariola.
  Avverto che per lo svolgimento dell'audizione abbiamo a disposizione circa 25-30 minuti, per cui la relazione potrà avere una durata orientativa di 15 minuti, per lasciare spazio a eventuali quesiti.
  Ringrazio ancora i nostri ospiti e do la parola al dottor Lucibello.

  GIUSEPPE LUCIBELLO, Direttore generale dell'INAIL. In relazione alla problematica in esame, quello dell'Istituto è un ruolo soprattutto di supporto per quanto concerne l'alimentazione della «Rete del lavoro agricolo di qualità», di cui al decreto-legge n. 91 del 2014, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 116 del 2014. Per il resto, oltre agli elementi informativi scaturiti all'esito delle ispezioni effettuate nel settore, soprattutto con riguardo agli sviluppi applicativi della normativa generale su salute e sicurezza dei lavoratori, riteniamo di poter fornire un utile contributo, che sarà sempre più preciso in relazione alle sollecitazioni che potranno giungere dal dibattito.
  Disponiamo di informazioni dettagliate, alimentate anche dal nostro sistema di open data, e riteniamo anche di poter rappresentare un punto di riferimento interessante per l'adozione delle misure di prevenzione e di sostegno del settore, che ha tanto bisogno di risorse finanziare, ma soprattutto di iniziative di informazione, formazione, assistenza e consulenza, che renderanno sempre più possibile l'adozione di mirate iniziative di interventi di sostegno.
  Se il presidente concorda, cederei la parola al dottor Cariola che potrà aggiungere qualche elemento sul piano tecnico.

  PRESIDENTE. Do la parola al dottor Cariola.

  AGATINO CARIOLA. Direttore della Direzione centrale Rischi dell'INAIL. Io potrei fornire un'informazione di carattere preliminare per precisare il ruolo dell'Istituto in materia di agricoltura, e quindi la conseguente attività di vigilanza espletata dal personale ispettivo dell'INAIL.
  Ricordo che oggi la gestione dei contributi e dei premi in agricoltura è organizzata con una modalità particolare: un contributo unificato che affonda le sue origini parecchio indietro nel tempo. Conseguentemente, nel settore la riscossione, così come la vigilanza, viene esercitata dall'INPS direttamente. Noi siamo destinatari della rendicontazione della riscossione dei contributi, e quindi anche dell'attività di vigilanza. Ciò non esclude, comunque, che l'Istituto, dal punto di vista delle attività di controllo, non abbia a che fare con le imprese agricole.
  A fronte degli infortuni, specie mortali, l'Istituto generalmente interviene con verifiche ispettive sui luoghi di lavoro, quindi nelle imprese. In queste situazioni siamo in grado di verificare ed elevare, eventualmente, verbali nei casi in cui si riscontrano lavorazioni «in nero». Questo serve a inquadrare bene l'attività dell'ente. Certamente, vi sono settori agricoli gestiti direttamente dall'Istituto, specialmente le imprese dell'agroindustria, le imprese agricole che si occupano anche di trasformazione di prodotti agricoli, inquadrate all'interno della gestione industria: nei riguardi di queste imprese svolgiamo normalmente l'attività di vigilanza.
  A livello informativo, nel 2014 sono state ispezionate in questo settore 213 aziende, di cui 156 sono risultate irregolari. In queste 213 aziende abbiamo rilevato la presenza di 52 lavoratori «in nero», sia italiani sia comunitari sia extracomunitari. Relativamente alla concentrazione del lavoro «in nero», mediamente nel settore dell'agroindustria più bassa rispetto agli altri settori sul territorio nazionale, nel Meridione gli indici Pag. 15raddoppiano rispetto alla media nazionale. Questo è il quadro delle attività di controllo dell'Istituto.
  Naturalmente, la nostra missione è fondamentalmente orientata alla materia della salute e della sicurezza, quindi la verifica che effettuiamo è legata al rischio lavorativo e delle imprese che avviene, molte volte a seguito di infortuni e incidenti, purtroppo anche mortali.

  PRESIDENTE. Do ora la parola agli onorevoli colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  MARIALUISA GNECCHI. La mia domanda è relativa al decreto legislativo n. 149 del 2015 che istituisce un'Agenzia unica per le ispezioni del lavoro: pensate che possa essere utile per il vostro lavoro ? Ovviamente, sappiamo anche che gli ispettori sia dell'INPS sia dell'INAIL non ne sono stati proprio entusiasti, tanto meno dell'obbligo di opzione, entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore del decreto, per il passaggio al ruolo amministrativo. Ci interessa capire come, in termini generali, pensate di gestire questa situazione e che utilità possa avere, in termini di maggiore o minore efficacia della vostra attività.

  PRESIDENTE. Do la parola all'onorevole Zaccagnini.

  ADRIANO ZACCAGNINI. Mi soffermerò sulla questione dell'intermediazione tra domanda e offerta: hanno idea gli auditi del modo in cui possiamo dare concretezza alle convenzioni con i centri per l'impiego ? In che modo possiamo trovare soluzioni di intermediazione pubblica convenzionata, che sostituisca il servizio irregolare e illecito di reperimento di manodopera ?

  PRESIDENTE. Ringrazio il collega e do la parola all'onorevole Mongiello.

  COLOMBA MONGIELLO. Vorrei porre al presidente una domanda sul numero delle aziende che sono state oggetto di ispezioni. Se non ho capito male, avete ispezionato 213 aziende, trovando 52 lavoratori in nero. Il presidente Boeri parlava di 180.000 imprese. Questo è il tessuto imprenditoriale agricolo italiano. Come riuscite a effettuare ispezioni con gli strumenti a vostra disposizione ?
  Capiamo che, se c’è lavoro nero, voi non potete ispezionare nulla, perché è completamente «in nero», quindi non esiste nessun tipo di riconoscimento giuridico, da quanto mi sembra di capire. Paradossalmente, esiste solo grazie ai voucher. Enuncio un paradosso: c’è un «pezzettino» dei voucher che riuscite a controllare come lavoro agricolo, nella parte corrispondente alle competenze dell'INAIL.
  Non ritenete, però, che forse, grazie alla Rete e al nuovo sistema di comunicazione, cui ha fatto riferimento il presidente Boeri nella sua audizione, un registro unico di controlli, possiate essere anche d'ausilio per un controllo maggiore sul territorio ?

  PRESIDENTE. Ringrazio la collega e do la parola all'onorevole Oliverio.

  NICODEMO NAZZARENO OLIVERIO. Signor presidente, intervengo proprio telegraficamente per ringraziare in modo particolare il direttore generale dell'INAIL per il suo impegno perché nel disegno di legge di stabilità 2016 fossero previste risorse destinate al rinnovo del parco macchine agricole, un obiettivo importante, che apprezziamo e che per tanto tempo abbiamo auspicato fosse inserito in una norma destinata al settore agricolo.
  L'altro punto che vorrei sottolineare è che oggi siamo giunti alla conclusione dell'Expo, che ha portato tantissimo lavoro. Si è lavorato 24 ore su 24 e non c’è stata nessuna segnalazione di incidente grave o che, comunque, potesse mettere a rischio la buona riuscita dell'evento. Vorrei proprio ringraziare per questi due punti fondamentali.

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  PRESIDENTE. Ringrazio il collega e do la parola all'onorevole Boccuzzi.

  ANTONIO BOCCUZZI. Sarò telegrafico.
  Mi unisco alla richiesta della collega Gnecchi. Oggi l'Agenzia unica per le ispezioni del lavoro è, tutto sommato, ormai una realtà, dopo l'approvazione dei decreti attuativi del «Jobs Act». Chiedo a voi suggerimenti e modifiche da inserire nella normativa secondaria per migliorare quanto approvato nel decreto legislativo n. 149 del 2015 sull'Agenzia unica, onde evitare che ritorni indietro il boomerang di un'iniziativa non condivisa da INAIL e INPS, come è emerso in maniera evidente anche nel corso delle audizioni tenute nel corso dell’iter per l'espressione del parere sugli schemi di decreto, ma che oggi è ormai realtà.

  PRESIDENTE. Do la parola al dottor Lucibello per la replica.

  GIUSEPPE LUCIBELLO, Direttore generale dell'INAIL. I funzionari dirigenti dell'INAIL appartengono a quella categoria di persone che applicano una legge, non la criticano. Durante l’iter di approvazione del decreto legislativo n. 149 del 2015 certamente non sono mancati i nostri suggerimenti, le nostre critiche, non abbiamo mancato di esprimere tutti i nostri dubbi su un impianto che non ci piaceva assolutamente nella sua forma iniziale, in cui non veniva in alcun modo previsto il coinvolgimento degli enti. C'era una sorta di calderone unico in cui far confluire personale appartenente a comparti e realtà caratterizzati da diritti e istituti e fattispecie normative di sostegno diversi. Non ci piace molto neanche l'attuale testo finale, molto compromissorio, molto rischioso e, nello stesso tempo, caratterizzato da una fase di gestazione e di attuazione molto complessa, ma tant’è, la legge c’è e dobbiamo rispettarla.
  L'onorevole Gnecchi chiedeva giustamente come stiamo gestendo l'opzione. L'abbiamo richiesta noi all'inizio, ma con riferimento a una realtà di personale che, all'epoca, non aveva il ruolo di ispettore. Volevamo semplicemente tutelare soggetti che erano già fuori dall'attività ispettiva e che venivano utilizzati in attività amministrative. A tale riguardo, era stato richiesto di prevedere l'opzione per il passaggio al ruolo amministrativo. Oggi, chiaramente, un po’ per l'incertezza dell'attuazione del decreto, un po’ per i dubbi che solo l'attuazione concreta potrà chiarire, c’è stato questo manifestarsi di malcontenti, di dubbi, di preoccupazioni. Effettivamente, le sollevazioni sindacali hanno dato il senso di queste incertezze. Direi che stiamo governando la situazione con grande tranquillità. Stiamo raccogliendo le richieste dei nostri ispettori. Proprio oggi penso che abbiamo ricevuto le richieste di 21-22 ispettori, rispetto a una forza lavoro più o meno di 350, pochissimi.
  Rispondo anche alla domanda sull'ispezione soltanto di 200-250 aziende: è ovvio che, se pensassimo di assolvere a tutte le esigenze ispettive dell'INAIL con solo 350 persone – faccio presente che nel centro-sud ci sono solamente 80 ispettori – non avremmo risposte efficaci, se non ricorrendo a un lavoro di intelligence e a una mappatura informatica, in base alla quale il campione di aziende selezionato rappresenta un'indicazione statisticamente e ponderatamente efficace e affidabile del mondo che vogliamo osservare. Di 350 ispettori, quindi, una ventina ha esercitato l'opzione per il trasferimento nei ruoli amministrativi, ma si tratta sostanzialmente di percentuali fisiologiche. Ci aspettavamo dieci richieste, ne sono arrivate circa venti, ma, tutto sommato, non riteniamo che sia un problema enorme.
  Che cosa chiediamo per quest'agenzia ispettiva ? Innanzitutto, non riusciamo a comprendere il silenzio su questa fase, quando era previsto l'avvio di una cabina di regia con i due enti per la messa a punto del piano operativo dell'Agenzia, soprattutto nella prima fase. Ebbene, di tutto questo non sappiamo nulla. Sappiamo che stanno lavorando, ma non sappiamo Pag. 17assolutamente nulla. Se ci arrivasse un prodotto confezionato, anche se il decreto legislativo, invece, prevedeva il nostro contributo, a quel punto scriveremmo formalmente e rappresenteremmo la necessità di un cambio di rotta. Siamo dentro l'agenzia, vogliamo contare come gli altri e non vogliamo contribuire ad alimentare questo quadro di contestazioni, dubbi e perplessità. Di perplessità ce ne sono tante.
  Ero tra coloro che avevano sempre censurato l'attivazione di un sistema di coordinamento sulla base della precedente normativa. Il precedente coordinamento dell'attività ispettiva si sostanziava in due riunioni annuali, in cui si celebravano i risultati raggiunti dai singoli componenti, ma tutto quello che serviva al coordinamento non è stato mai minimamente affrontato: una banca dati ispettiva, la condivisione delle informazioni da parte di tutti gli enti del settore. Ogni ente si avvaleva delle collaborazioni che riteneva opportune. L'accordo di INAIL con INPS e con l'Agenzia delle entrate era diverso da quello che INPS realizzava con gli altri soggetti. In sostanza, c'era una congerie di accordi, di collaborazioni, di scambi di dati, di integrazioni che, alla fine, non si coordinavano. Non era, quindi, vero coordinamento, ma una sovrapposizione di fonti informative e di strumenti.
  Noi ritenevamo che un vero coordinamento potesse essere sufficiente. Si è scelta la costituzione di un'agenzia, bene. Allora, si faccia effettivamente tutto quello che serve per il suo decollo, ma lo si faccia con i soggetti che la compongono e che condividono obiettivi e, ovviamente, preoccupazioni. È evidente che, se perdiamo altro tempo, la mancata attivazione delle ispezioni sul fronte INAIL comprometterà inevitabilmente l'attuale fase di riscrittura del sistema tariffario e, ovviamente, anche una buona fetta delle entrate dell'Istituto per premi e contributi assicurativi. Il ruolo degli ispettori, infatti, è formidabilmente importante per la classificazione del rischio, l'attività di corretta classificazione tariffaria e il riconoscimento di prestazioni economiche e sanitarie.
  Quanto ai centri dell'impiego, la questione non tocca molto da vicino le competenze dell'Istituto, ma, chiaramente, si devono attivare. Esprimerei le stesse preoccupazioni anche per l'altra agenzia, l'ANPAL (Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro): se non farà da pivot nell'attivazione dei centri per l'impiego, tutte le auspicabili e opportune aspettative che il decreto legislativo n. 150 del 2015 assegna a queste istituzioni verranno consegnate al libro dei sogni. Anche noi attendiamo molto da una rete vera di centri per l'impiego, che possa effettivamente dare sostanza a un mercato dell'offerta e della domanda di lavoro regolato, sicuro e governabile.
  Apprezzo e ringrazio a mia volta per i ringraziamenti. Alla scrittura della norma relativa al rinnovo del parco macchine agricole abbiamo lavorato con grande serietà. Potremo assegnare i 45 milioni di euro previsti anche al di fuori del regime de minimis. È questo l'aspetto interessante. Abbiamo rilevato che il sistema di incentivi a fondo perduto per le imprese che investono in sicurezza è stato molto efficace per tutti gli altri settori. Ricordo che INAIL ha stanziato più di un miliardo di euro dal 2010. Effettivamente, con grande soddisfazione registro che nell'ultimo rapporto Cresme riferito al terzo trimestre 2015, che certifica l'incremento degli acquisti di macchinari da cantiere, il +46 per cento è in gran parte dovuto all'efficacia degli incentivi INAIL, che quindi, per la prima volta, vengono ritenuti efficaci dal sistema produttivo ancor più della cosiddetta «legge Sabatini».
  In agricoltura tutto questo non era stato particolarmente incisivo, sia per il limite del regime de minimis sia perché, in effetti, quello agricolo è un sistema particolarmente difficile da governare: 45 milioni di euro inseriti in un piano organico, anche ampliando le opportunità di investimento, possono effettivamente dare una Pag. 18scossa al settore. Sono 45 milioni di euro nel 2016, e saranno 35 milioni di euro a regime, ma siamo pronti a verificare come funzionerà questo sistema e anche, eventualmente, a rimpinguare gli interventi negli anni a venire.

  AGATINO CARIOLA. Direttore della Direzione centrale Rischi dell'INAIL. Vorrei precisare che sono 340 le unità di personale ispettivo. Sono 213 le aziende ispezionate nel settore dell'agroindustria. Ma con 340 ispettori, l'Istituto ha ispezionato oltre 23.000 aziende. Ovviamente, in alcuni casi queste ispezioni seguivano al verificarsi di infortuni sul lavoro.
  Cito un esempio banale. Molte delle risoluzioni in discussione hanno preso spunto dai casi mortali che si sono verificati in agosto. Quei casi sono stati occasione di controllo anche da parte degli ispettori dell'Istituto: in un paio di casi, su cinque, si trattava di lavoratori irregolari, per i quali non era stata fatta la comunicazione preventiva dell'avvio al lavoro. Se anche il settore è monitorato dall'INPS, gli aspetti infortunistici ci permettono comunque di verificare concretamente il lavoro in nero, e quindi eventualmente di sanzionarlo.
  A questo aspetto è legato l'aiuto e il supporto che può dare l'Istituto nel costruire una banca dati sicura. Lo stiamo già facendo con la «Rete del lavoro agricolo di qualità» fornendo le informazioni sulle eventuali inosservanze delle norme del decreto legislativo n. 81 del 2008 in materia di denunce e infortuni e così via.
  Certo, per un'ulteriore salto di qualità, rimarrebbe da estendere il controllo anche al sistema sanitario. Ovviamente, infatti, avere la possibilità di controllare e di disporre dei dati sulle situazioni mediche dei lavoratori arricchirebbe la base dati, non solo ai fini dei controlli, ma anche dell'attribuzione all'impresa della certificazione di qualità, riconosciuta a seguito dell'attività istruttoria.

  PRESIDENTE. Ringraziamo i rappresentanti dell'INAIL per l'audizione.
  Ringraziamo i commissari della Commissione agricoltura, il presidente Luca Sani e tutti i presenti.
  Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 15.20.