XVII Legislatura

IV Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 4 di Giovedì 27 marzo 2014

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Vito Elio , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA IN MATERIA DI SERVITÙ MILITARI

Audizione del sindaco del comune di Decimomannu.
Vito Elio , Presidente ... 3 
Trudu Leopoldo , Assessore ai lavori pubblici, urbanistica e servizi tecnologici del comune di Decimomannu ... 3 
Vito Elio , Presidente ... 5 
Piras Michele (SEL)  ... 5 
Vito Elio , Presidente ... 6 
Trudu Leopoldo , Assessore ai lavori pubblici, all'urbanistica e ai servizi tecnologici del comune di Decimomannu ... 6 
Basilio Tatiana (M5S)  ... 7 
Marcolin Marco (LNA)  ... 8 
Vito Elio , Presidente ... 8 
Trudu Leopoldo , Assessore ai lavori pubblici, urbanistica e servizi tecnologici del comune di Decimomannu ... 8 
Vito Elio , Presidente ... 8 
Trudu Leopoldo , Assessore ai lavori pubblici, urbanistica e servizi tecnologici del comune di Decimomannu ... 8 
Vito Elio , Presidente ... 10

Sigle dei gruppi parlamentari:
Partito Democratico: PD;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Il Popolo della Libertà - Berlusconi Presidente: FI-PdL;
Scelta Civica per l'Italia: SCpI;
Sinistra Ecologia Libertà: SEL;
Nuovo Centro-destra: NCD;
Lega Nord e Autonomie: LNA;
Per l'Italia (PI);
Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale: (FdI-AN);
Misto: Misto;
Misto-MAIE-Movimento Associativo italiani all'estero-Alleanza per l'Italia: Misto-MAIE-ApI;
Misto-Centro Democratico: Misto-CD;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) - Liberali per l'Italia (PLI): Misto-PSI-PLI.

Testo del resoconto stenografico
Pag. 3

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ELIO VITO

  La seduta comincia alle 9.05.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso, la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione del sindaco del comune di Decimomannu.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva in materia di servitù militari, l'audizione del sindaco di Decimomannu.
  La dottoressa Anna Paola Marongiu, sindaco del comune di Decimomannu, ci ha comunicato di essere impossibilitata a partecipare alla nostra audizione e ha delegato in sua vece – di questo la ringrazio – il dottor Leopoldo Trudu, assessore ai lavori pubblici, urbanistica e servizi tecnologici del comune, al quale rivolgo il benvenuto e un ringraziamento, anche a nome dei colleghi, per essersi reso disponibile.
  Ricordo ai colleghi che la Commissione, in materia di indagine conoscitiva sulle servitù militari, ha già svolto l'audizione dei sindaci dei comuni situati presso il Poligono sperimentale di addestramento interforze di Salto di Quirra, in Ogliastra, presso la struttura addestrativa di Teulada, nonché del comune di La Maddalena.
  Do ora la parola all'assessore Trudu perché svolga la sua relazione.

  LEOPOLDO TRUDU, Assessore ai lavori pubblici, urbanistica e servizi tecnologici del comune di Decimomannu. Buongiorno presidente e onorevoli deputati. Vi porto i saluti del sindaco, dottoressa Marongiu, che mi ha delegato a partecipare all'incontro.
  È la seconda volta che vengo in Commissione. Infatti, nella precedente legislatura – se non sbaglio allora era presidente l'attuale Ministro Pinotti – ho ricoperto il ruolo di sindaco del mio paese e, in quell'occasione, partecipavano all'audizione tanti sindaci dei territori gravati da servitù militari in Sardegna.
  Decimomannu è un paese di 8.000 anime sul quale grava, assieme ad altri quattro comuni, la base aerea chiamata di Decimomannu. Sono circa 540 gli ettari di territorio occupati, suddivisi tra i comuni di Decimomannu, Villasor, San Sperate e Decimoputzu. Gran parte del territorio appartiene a Villasor, mentre una parte importante è di Decimomannu. San Sperate e Decimoputzu sono interessati in maniera residuale.
  I terreni che il nostro comune ha perso, risarciti dopo la guerra ai proprietari, erano all'inizio territori nobili perché utilizzati per l'agricoltura. Ormai però non si può più dire che Decimomannu e i comuni limitrofi abbiano perduto dei territori nobili, come nel caso di Teulada o Arbus con Capo Frasca o Quirra con il poligono di Villaputzu, perché purtroppo l'abbandono delle campagne ha liberato molti territori lì attorno.
  Il nostro paese vive e convive con i militari ormai da anni. Tantissimi hanno Pag. 4messo su famiglia, sposando ragazze del posto, vivono in paese e si sono completamente integrati. Decimomannu non ha, quindi, mai avuto un atteggiamento negativo nei confronti della base.
  Quando ero sindaco qualche anno fa, preoccupato da una crescente mortalità dovuta alla malattia del secolo, avevo fatto fare un'indagine conoscitiva per capire se tale fenomeno fosse in aumento rispetto alle medie regionali e nazionali. Sotto questo punto di vista abbiamo avuto dati confortanti e abbiamo eliminato la paura che la presenza della base aerea di Decimomannu potesse creare questo tipo di problematiche. Pensiamo, perciò, di aver sgombrato anche questo campo.
  Chiediamo che ci sia maggiore attenzione all'ambiente perché spesso avvengono sversamenti di idrocarburi. Purtroppo è successo anche nell'ultimo anno e sono state colpite alcune coltivazioni. Soprattutto è stata danneggiata l'azienda Meloni, un'importante azienda vinicola che produce uve molto pregiate. Il comando della base ha ammesso assolutamente le proprie responsabilità e si sta adoperando per le opere di bonifica e l'eventuale risarcimento.
  A Decimomannu si svolge un'attività prettamente di supporto logistico. Decollano aerei che vanno ad addestrarsi verso Teulada, Capo Frasca e Quirra. Da noi, quindi, c’è un sorvolo, sia in partenza sia in arrivo, sicuramente molto fastidioso. Sebbene noi decimesi siamo abituati, non è una cosa positiva. Tuttavia, non può essere questa una lamentela da mettere in atto.
  La base svolge anche attività a servizio del territorio locale e non solo. Svolge, ad esempio, attività di integrazione, mettendo spesso a disposizione gli impianti sportivi e le strutture interne, anche se i ridotti i finanziamenti degli ultimi anni hanno costretto il comando a non poterli più gestire e a chiedere un intervento, talvolta economico, agli enti o alle associazioni sportive che li utilizzano. C’è il servizio meteo, che penso sia il più importante del sud della Sardegna. C’è un servizio di soccorso aereo di protezione civile, quindi, anche a favore delle popolazioni civili, che ha avuto delle integrazioni.
  Per quanto riguarda l'aspetto economico, i soldi che lo Stato versa alla Regione Sardegna vengono suddivisi tra i comuni in base ai metri di territorio occupati. Parlare di un aumento è fin troppo facile e nemmeno lo faccio perché, qualora ci fosse qualche risorsa in più, per un ente locale sarebbe manna. Premetto che i fondi che ci vengono destinati possono essere utilizzati esclusivamente nel sociale – per almeno il 60 per cento – e per la parte restante nelle opere pubbliche. Non possono avere altra destinazione. Il nostro comune storicamente li impiega per quasi il 95 per cento per il sociale, soprattutto adesso.
  Siccome questi fondi vengono versati ogni cinque anni, noi chiediamo invece che ci vengano dati annualmente per una migliore imputazione nei bilanci contabili dell'ente e anche per evitare nell'anno in cui arrivano, un forte aggravio per il patto di stabilità.
  È una pesantezza insopportabile, soprattutto per un ente come il nostro che riceve 540.000 euro una volta ogni cinque anni e si trova quasi a non poterli spendere. Diverso sarebbe ricevere circa 107.000 euro ogni anno perché l'allocazione nel bilancio sarebbe più comoda. Io ho provato a insistere per spalmare questi soldi nei cinque anni con l'impegno in anticipo, ma gli uffici competenti, non avendo un trasferimento certo, non lo fanno.
  Per noi sarebbe davvero importante. Chiedo quindi che la Commissione difesa possa intervenire presso il Ministro affinché, quando questi fondi vengono inviati alla Regione Sardegna e questa provveda a suddividerli tra gli enti locali interessati ogni anno e non ogni cinque anni, creando i problemi che vi ho detto poc'anzi.
  Mi sembra di aver inquadrato quale sia la posizione della base all'interno del nostro paese e la posizione non negativa che Decimomannu e gli altri comuni che la ospitano – ve lo confermeranno quando verranno – mantengono. Il rapporto con il Pag. 5comando militare è positivo e non di sopportazione fastidiosa, anche perché il tipo di attività svolta non ha mai creato particolari danni, se non in qualche occasione per la caduta di aerei o per gli sversamenti. Su questo chiediamo la massima attenzione, soprattutto dal punto di vista ambientale.
  Io avrei finito. Resto a disposizione per rispondere alle vostre domande.

  PRESIDENTE. Grazie, signor assessore.
  Avverto i colleghi che l'Ufficio di presidenza ha chiesto alla Presidenza della Camera di poter prorogare il termine dell'indagine conoscitiva, che altrimenti si sarebbe dovuta concludere il 31 marzo. Poiché abbiamo deciso di ampliare la platea dei soggetti da audire, abbiamo chiesto questo slittamento del termine e ci è stato concesso. La settimana prossima la Commissione lo delibererà formalmente e così potremo procedere con maggiore serenità.
  Do ora la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  MICHELE PIRAS. Mi corre l'obbligo di intervenire, essendo l'unico sardo presente oggi in Commissione. Anch'io ringrazio l'assessore per la disponibilità. Premetto che sarebbe utile – non so se sia già previsto – che venisse audito anche il sindaco di Villasor perché, come ha detto l'assessore Trudu, su quel comune ricade la gran parte del territorio occupato dalla base di Decimomannu. Ho fatto questa precisazione perché, al di là della denominazione della base, si tratta di una base NATO che ha la maggior parte dei terreni nel comune di Villasor.
  Non ho domande da fare perché l'assessore ha già detto molto e ci ha riferito ciò che in parte già sappiamo, ossia che il fastidio deriva in particolare dal sorvolo. In qualche occasione, soprattutto sulla Costa Verde e ad Arbus, c’è stato anche l’«incidentale» – così ci ha detto il Ministro – superamento della velocità del suono da parte degli aerei supersonici. A volte, quindi, c’è qualche boato che ha creato problemi e un po’ di paura tra la popolazione locale e tra i bagnanti.
  A differenza di Decimomannu, che è un comune dell'entroterra, ad Arbus ci sono oltre 40 chilometri di costa per lo più sottoutilizzata dal punto di vista turistico e che anche laddove si svolgono attività turistiche, è danneggiata dalla copiosa attività militare che si svolge nel poligono di Capo Frasca.
  Vorrei che restasse agli atti della Commissione, qualora non fosse risaputo, che le due cose non sono disgiunte. Non parlo a caso di Arbus e Capo Frasca in presenza dell'assessore di Decimomannu perché il poligono di Capo Frasca, il terzo poligono per ordine di grandezza della Sardegna, d'Italia e dell'Europa – i tre maggiori poligoni europei sono in Sardegna – è di pertinenza della base aerea di Decimomannu. È il luogo di addestramento e sperimentazione dell'Aeronautica militare, in particolare di quella tedesca ma non solo, e lì si svolgono esercitazioni di tiro a fuoco aria-terra e mare-terra.
  Essendo una pertinenza di quella base, il futuro del poligono di Capo Frasca non è irrilevante – ne parlavo prima informalmente con l'assessore – per quello della base di Decimomannu. Si è riaperto in questi giorni il dibattito sui poligoni in Sardegna e sulle servitù militari e la posizione del partito di maggioranza relativa in questo momento è la stessa di quella di qualche anno fa, esplicitata nelle conclusioni della Commissione d'inchiesta sull'uranio impoverito che ipotizzava la chiusura di due poligoni su tre in Sardegna, fra cui quello di Capo Frasca. Ciò non sarebbe irrilevante per il funzionamento della base di Decimomannu e, quindi, non sarà irrilevante confrontarsi con le comunità locali nel momento in cui la chiusura del poligono di Capo Frasca dovesse diventare operativa.
  Mi dispiace che non ci sia il sindaco di Arbus. So che ha lasciato un contributo scritto, che non ho ancora avuto modo di leggere. Mi corre però l'obbligo di lasciare agli atti anche le testimonianze raccolte su Pag. 6ciò che accade a Capo Frasca. Si parla di esercitazioni mare-terra e aria-terra ma, se si vanno a indagare anche i punti e le virgole di quanto nei decenni è accaduto all'interno di quel poligono, si scopre la ragione per la quale fra i dipendenti militari e civili incidono tassi di forme tumorali elevatissimi.
  Neppure le norme minime della legge n. 626 del 1994, che valgono per tutti, vengono rispettate all'interno del poligono. Il personale civile e militare ha spesso operato la prima bonifica, raccogliendo i frammenti di materiale esploso dalle esercitazioni, a mani nude. Su questo abbiamo testimonianze molto importanti di personale, anche graduato, che si è ammalato di varie forme tumorali. Sono cose che vanno messe agli atti, dal momento che chi ha gestito quei poligoni e chi comanda quelle operazioni non ha curato neanche la sicurezza del personale che ci lavora.
  Sono aree nelle quali non è stata mai operata una bonifica e, pertanto, sono aree a fortissima contaminazione. Anche da questo punto di vista va aperto un ragionamento. Sulla mia posizione politica, sia essa pubblica o riportata a verbale in discussione, credo che non vi sia dubbio. Io sono convinto che in Sardegna sia necessario un ridimensionamento della presenza militare e delle servitù militari, attraverso non solo la chiusura, ma anche la riperimetrazione di alcuni poligoni e una riqualificazione dell'esistente.
  Va detto però che, così come in altre occasioni è capitato – penso ad esempio a La Maddalena –, non si può pensare che questi cinquant'anni di asservimento esclusivo agli interessi della difesa, dello Stato e delle nazioni alleate non vengano indennizzati nel momento in cui quell'esperienza si chiude. La bonifica va operata e servono tantissimi soldi che non possono essere negati a una terra che potrebbe tranquillamente campare di altro.
  I danni prodotti dalla presenza militare sono molto consistenti. Se parliamo di Capo Frasca, parliamo di Decimomannu, ma anche di Sant'Antonio di Santadi, una specie di villaggio fantasma che si è spopolato in seguito all'insediamento di questo poligono e alle condizioni di invivibilità sostanziale di quel territorio dal punto di vista della sottrazione di terreni, dal punto di vista dell'impatto acustico delle operazioni, dal punto di vista del transito di materiale bellico e quant'altro. Lo stesso è accaduto a Quirra, di cui abbiamo parlato qualche tempo fa.
  Cominciare a pensare a un'operazione possente di risarcimento e di investimento su quel territorio è il minimo dovuto a una terra che ha subito in questi cinquant'anni privazioni piuttosto consistenti per l'attività militare e per l'interesse della difesa.
  La mia domanda, dunque, non è tanto specifica quanto di politica generale. Vorrei sapere, infatti, qual è l'opinione dell'amministrazione di Decimomannu in questo momento.

  PRESIDENTE. Do la parola all'assessore Trudu per la replica.

  LEOPOLDO TRUDU, Assessore ai lavori pubblici, all'urbanistica e ai servizi tecnologici del comune di Decimomannu. Grazie. L'opinione della nostra amministrazione l'ho già spiegata. In termini generali è molto vicina a quella enunciata poc'anzi dall'onorevole Piras. Siamo convinti che sia necessario rivedere il riequilibrio delle servitù militari in Italia. La Sardegna è stata colpita in questi ultimi cinquant'anni da servitù pesanti, da fatti certi e denunciati di imbarbarimento «bellico». Alcuni casi li ha citati Michele Piras, ma potremmo stare qui a parlarne per ore. La chiusura di parte delle strutture militari in Sardegna crediamo sia a questo punto necessaria.
  Poiché facciamo politica, oltre che amministrare, in Sardegna è tornata a prevalere una posizione politica differente rispetto a quella degli ultimi cinque anni, più vicina a quella della presidenza Soru, che aveva iniziato a ragionare di dismissione delle servitù militari. È noto che la Regione Sardegna voglia con forza riprendere certi ragionamenti con il Ministero e Pag. 7mi risulta che anche il nuovo Ministro abbia intenzione di riequilibrare le servitù militari, diversamente dalla posizione tenuta fino al Governo Letta dal Ministro precedente, che puntava a lasciare le cose così come stanno.
  Quello che mi dicono i militari del comando di Decimomannu – ovviamente non sono loro a decidere, ma il Ministero – è che la base aerea serve finché in Sardegna esistono dei poligoni di esercitazione, altrimenti la sua presenza non avrebbe senso. Noi non possiamo fare altro che prendere atto di questo. Ho dimenticato di dire, ma lo ha accennato l'onorevole Piras poc'anzi, che alla base aerea sono di istanza fissa italiani e tedeschi. Il comando tedesco, pur avendo solo il 20 per cento degli uomini, contribuisce – sono dati che potete avere sicuramente con più precisione dal Ministero – al 50 per cento del costo logistico della base.
  Inoltre, la base viene utilizzata dalla gran parte delle aviazioni del mondo NATO, con affitti temporanei. Vengono israeliani, olandesi, americani. Gli americani ci sono stati anche di istanza fissa fino a quindici anni fa, adesso non più. C’è, quindi, un affitto periodico della base da parte di nazioni straniere alleate, che vengono a fare esercitazioni a Decimomannu.
  Tutto questo, a sentire i militari, ha senso se restano i poligoni esistenti in Sardegna. Venendo a mancare questi, non verrebbero più a esercitarsi da noi. Ve lo sto dicendo come dato di cronaca, non come mia posizione personale. La nostra pozione in termini generali è per un'attenzione differente e per un ridimensionamento delle servitù militari in Sardegna, pur ritenendo che la presenza della base a Decimomannu non rechi grande fastidio.
  Il sorvolo dei centri abitati, che di norma dovrebbe essere vietato nei corridoi che hanno a disposizione – così ci dicono i militari –, è praticato soprattutto quando ci sono esercitazioni di altre nazioni straniere. Con la presenza ordinaria di italiani e tedeschi c’è un rispetto maggiore delle regole per il sorvolo dei nostri centri. Quando vengono gli israeliani, che sono più «garibaldini», o altre nazioni, senz'altro Decimomannu e gli altri paesi vivono giornate di boati continui con lamentele dei cittadini al comune, che non fa altro che telefonare.
  Il comando italiano prova a intervenire sui comandi stranieri, ma questi non sempre si adeguano.

  TATIANA BASILIO. Grazie e buongiorno a tutti. Vi porto le scuse della mia collega Emanuela Corda, che essendo di Cagliari teneva molto a essere presente, ma purtroppo si è sentita male. Sarò la sua portavoce.
  Dopo queste audizioni, la presenza di così tanti poligoni in Sardegna per cinquant'anni appare sicuramente un problema sia per le problematiche ambientali che essi provocano sia per il disagio creato ai turisti. Io stessa mi reco in Sardegna due o tre volte all'anno e dalla spiaggia vedo spettacoli che per un turista non sono piacevoli né per gli occhi, né per le orecchie. Si vedono aerei sfrecciare molto bassi. Mi trovavo nella zona di Piscinas e pensavo di trovarmi in uno scenario di guerra. Non so se fossero aerei italiani, americani o israeliani. Immagino però il disagio dei sardi che vivono lì trecentosessantacinque giorni all'anno e per tutta la vita. Non vorrei sinceramente essere al loro posto.
  In Commissione questo problema è emerso e credo che occorra cominciare ad affrontarlo in questo stesso anno. I poligoni andrebbero redistribuiti in tutta Italia perché c’è troppa discrepanza, essendo la Sardegna una regione ad altissima concentrazione. Ci sono voci provenienti da più settori, incluso quello militare, che riferiscono di consistenti sversamenti di carburante, circa 70.000 litri, nel sedime aeroportuale di Decimomannu, dovuti a problemi di contenimento della rete HRS (High Refueling System) dichiarati dall'amministrazione nel periodo 2003-2007. Ci risulta che questi sversamenti avvengano sin da tempi assai lontani, addirittura risalenti al periodo del secondo conflitto Pag. 8mondiale. Si dice che gli americani per consolidare la pista buttarono dell'olio motore bruciato, ossia idrocarburi, nel suolo. Le piste erano sei, una a fianco all'altra.
  Io Le voglio chiedere se ci sia stata la contaminazione delle falde dei pozzi circostanti, da cui ora si preleva l'acqua per uso agricolo, e se è a conoscenza di un'incidenza di tumori nell'area di sua competenza negli ultimi dieci anni. Le voglio anche chiedere se non Le sembra che le attività militari provochino rischi ambientali, riguardanti direttamente o indirettamente anche la cittadinanza che vive nei dintorni della base. Inoltre vorrei sapere come si pone la sua amministrazione nei confronti della difesa in riferimento a questi temi. Avete già avuto degli scambi ? Ci sono informazioni che circolano tra di voi e qualcuno ha già pensato di risolvere queste problematiche, se esistono ?
  Considerato che all'interno del sedime lavorano anche i militari che risiedono nel comune stesso, Le chiedo se non sia preoccupato della loro salute con riferimento alla consumazione di acqua all'interno dell'aeroporto, perché risulta che ci siano pozzi artesiani.
  Infine, avete disposto, tramite l'autorità sanitaria, analisi chimiche od organolettiche delle acque interne all'aeroporto ?

  MARCO MARCOLIN. Sarò molto breve. Abbiamo audito parecchi sindaci e ringrazio l'assessore per la sua disponibilità e per la sua relazione. Anch'io vivo un po’ la Sardegna e mi sono accorto che, quando è stata smantellata, ad esempio, la base di La Maddalena, l'economia della zona non ha sorriso, tutt'altro. Ho anzi notato che gli abitanti di quei posti si sono piuttosto rammaricati del fatto che non ci fosse più quell'indotto.
  Attualmente in Sardegna ci sono molti poligoni e non è certo un bene. Sicuramente il popolo sardo potrebbe vivere autonomamente. Il turismo è predominante, ma nell'arco di un mese e mezzo si consuma. Per gli altri dieci mesi e mezzo il popolo sardo deve vivere e non credo che un paio di mesi di lavoro siano sufficienti. Volevo chiederLe se per la vostra economia la base sia utile o se sia sostituibile.
  La scelta di ridurre determinate servitù è una scelta del Ministero basata su ciò che ci serve. Se vogliamo avere un esercito, servono i poligoni. Se vogliamo avere un esercito efficiente, servono le esercitazioni e quant'altro. La messa in sicurezza è forse il tema principale. Creare altri siti inquinati per bonificare quelli che già esistono non mi sembra la strada giusta. Parlo in virtù del fatto che una Regione come il Friuli Venezia Giulia ha servitù militari e poligoni, come le ha il Veneto. Non dobbiamo per forza toglierne.
  Quello che mi interessa capire è se l'indotto di queste basi serva all'economia oppure no.

  PRESIDENTE. Do nuovamente la parola all'assessore Trudu perché possa replicare.

  LEOPOLDO TRUDU, Assessore ai lavori pubblici, urbanistica e servizi tecnologici del comune di Decimomannu. Cercherò di essere veloce. Provo a rispondere alle domande che ha posto l'onorevole Basilio, contraccambiando i saluti dell'onorevole Corda. Anche io avrei avuto piacere se fosse stato presente qualche deputato sardo in più, ma quelli che ci sono vanno bene.

  PRESIDENTE. Oggi, peraltro, vi è anche la concomitanza della messa del Papa, con centinaia di parlamentari presenti.

  LEOPOLDO TRUDU, Assessore ai lavori pubblici, urbanistica e servizi tecnologici del comune di Decimomannu. Di sversamenti, onorevole Basilio, ce ne sono stati. Non so se nel periodo che ha richiamato Lei, ma ce ne sono stati anche di recente. Era stata interdetta alla coltivazione una zona, come ho detto nella mia introduzione – non so se Lei fosse già presente –, in cui si trova un vigneto molto importante, che produce uve per un vino di Pag. 9qualità. In una parte di tale vigneto, a seguito delle analisi che sono state svolte dalla ASL, era stata interdetta la produzione di vino. Se non sbaglio, proprio in questi giorni la zona è stata sbloccata e si può nuovamente produrre perché le analisi hanno dato esito negativo.
  Le analisi, invece, non avrebbero rilevato – uso il condizionale, ma potrei evitarlo perché, essendo analisi effettuate da istituzioni pubbliche, dovremmo esserne convinti – sostanze inquinanti nelle falde acquifere, né in quelle esterne né in quelle interne alla base aerea. Per quanto riguarda le falde interne, però, dovreste porre la domanda al sindaco di Villasor perché, sebbene la base si chiami di Decimomannu, fa capo al comune di Villasor. Un'eventuale ordinanza di chiusura delle falde acquifere o di intervento della ASL compete non alla nostra amministrazione, ma a quella di Villasor. L'amministrazione ha comunque ammesso lo sversamento e si è adoperata per la bonifica. Le analisi successive hanno eliminato ogni dubbio.
  Sulla mortalità ho detto prima che quando ero sindaco del mio paese, preoccupato in un certo periodo per una mortalità crescente, con i cittadini che a turno additavano la presenza della base, abbiamo fatto delle indagini conoscitive e posso dire con certezza che i numeri di quelle morti rientravano nei parametri nazionali e regionali. Non ci sentiamo di poter escludere niente, ma neanche di poter dire che la mortalità dovuta a tumori è superiore a quella di altre zone della Sardegna.
  La nostra amministrazione richiama però con forza l'attenzione sul rispetto dell'ambiente e dei nostri territori. Abbiamo un territorio purtroppo in gran parte abbandonato dall'agricoltura, ma ci sono anche colture importanti. Nella zona intorno a Decimomannu si coltivano carciofi tra i più pregiati di tutta la Sardegna e d'Italia, viti, pesche e quant'altro. Non si tratta di un'agricoltura estensiva, ma ci sono coltivazioni importanti e per questo chiediamo da sempre al comando la massima attenzione. Per quanto sappiamo, i problemi sono stati superati.
  L'onorevole Marcolin ha posto il problema dell'indotto, citando l'esempio di La Maddalena, chiusa dalla giunta regionale nel 2008. Non vorrei entrare nel merito perché, è vero che siamo in Sardegna, ma Palau si trova a 330 chilometri di distanza da Decimomannu. Se fossimo sul continente, parleremmo di due regioni diverse. È il nostro nord-est. Io ho le notizie che hanno tutti dalla stampa.
  A parte i militari, un migliaio di italiani e duecento tedeschi, la popolazione civile – nel suo complesso e non solo quella del mio comune – occupata dentro la base non è molta. Una settantina di civili lavora con i tedeschi e una settantina con gli italiani. Purtroppo per ogni licenziamento o pensionamento non si fanno nuove assunzioni perché ormai tutti i servizi sono affidati all'esterno – è un altro punto dolente – attraverso appalti al minor ribasso. Le aziende appaltatrici devono fare contratti di solidarietà e diminuire le ore delle persone che lavorano. Spesso su questo siamo chiamati a fare consigli comunali aperti e a fare battaglie.
  Poiché il Ministero fa gare al minor ribasso, le aziende si aggiudicano, ad esempio, i lavori di pulizia o il servizio mensa con ribassi che arrivano anche al 60 per cento, trovandosi poi costrette a fare contratti di poche ore. La maggior parte dei civili che lavorano per la base è impiegata per tre o quattro ore al giorno, con stipendi che si aggirano intorno ai 400, 500 euro al mese. Questo è uno dei problemi che secondo noi esistono. Occorre che la popolazione civile che lavora alla base venga guardata con occhio differente dal Ministero.
  Un'eventuale chiusura della base di Decimomannu causerebbe una perdita di lavoro. Ci sarebbe, inoltre, una diminuzione o probabilmente il venir meno di quel migliaio di militari che vivono il territorio circostante, il mio paese, gli altri comuni e la città di Cagliari, che dista 17 chilometri. Andrebbero evidentemente a vivere dove lavorano. Non c’è altro tipo di Pag. 10indotto se non questo. Diverso era l'indotto che gli americani creavano, vivendo all'esterno e arrivando da fuori, nelle località di La Maddalena e Palau, citate poc'anzi dall'onorevole Marcolin.
  Mi pare di aver detto tutto, presidente.

  PRESIDENTE. È stato molto gentile ed esaustivo. La ringrazio di nuovo, signor assessore, e le chiedo di ringraziare anche il sindaco di Decimomannu.
  Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 9.50.