XVII Legislatura

IV Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 1 di Mercoledì 15 gennaio 2014

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Vito Elio , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA IN MATERIA DI SERVITÙ MILITARI

Audizione del sindaco del comune di Teulada, Daniele Serra, e del sindaco del comune di Sant'Anna Arresi, Paolo Dessì.
Vito Elio , Presidente ... 3 
Serra Daniele , Sindaco del comune di Teulada ... 3 
Vito Elio , Presidente ... 5 
Serra Daniele , Sindaco del comune di Teulada ... 5 
Vito Elio , Presidente ... 7 
Dessì Paolo , Sindaco del comune di Sant'Anna Arresi ... 7 
Vito Elio , Presidente ... 10 
Corda Emanuela (M5S)  ... 10 
Scanu Gian Piero (PD)  ... 11 
Cicu Salvatore (FI-PdL)  ... 12 
Piras Michele (SEL)  ... 13 
Scanu Gian Piero (PD)  ... 14 
Piras Michele (SEL)  ... 14 
Rossi Domenico (PI)  ... 15 
Vito Elio , Presidente ... 16 
Cinus Andrea , Assessore alle attività produttive del comune di Teulada ... 16 
Marica Luciano , Consigliere del comune di Sant'Anna Arresi ... 16 
Serra Daniele , Sindaco del comune di Teulada ... 17 
Dessì Paolo , Sindaco del comune di Sant'Anna Arresi ... 17 
Scanu Gian Piero (PD)  ... 18 
Dessì Paolo , Sindaco del Comune di Sant'Anna Arresi ... 18 
Scanu Gian Piero (PD)  ... 18 
Dessì Paolo , Sindaco del Comune di Sant'Anna Arresi ... 18 
Vito Elio , Presidente ... 19

Sigle dei gruppi parlamentari:
Partito Democratico: PD;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Il Popolo della Libertà - Berlusconi Presidente: FI-PdL;
Scelta Civica per l'Italia: SCpI;
Sinistra Ecologia Libertà: SEL;
Nuovo Centro-destra: NCD;
Lega Nord e Autonomie: LNA;
Per l'Italia (PI);
Fratelli d'Italia: FdI;
Misto: Misto;
Misto-MAIE-Movimento Associativo italiani all'estero-Alleanza per l'Italia: Misto-MAIE-ApI;
Misto-Centro Democratico: Misto-CD;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) - Liberali per l'Italia (PLI): Misto-PSI-PLI.

Testo del resoconto stenografico
Pag. 3

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ELIO VITO

  La seduta comincia alle 14.10.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata, oltre che attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso, anche mediante la trasmissione sul canale satellitare della Camera dei deputati e la diretta televisiva sulla web-TV del sito Internet della Camera dei deputati.

Audizione del sindaco del comune di Teulada, Daniele Serra, e del sindaco del comune di Sant'Anna Arresi, Paolo Dessì.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva in materia di servitù militari, l'audizione del sindaco del comune di Teulada, Daniele Serra, e del sindaco del comune di Sant'Anna Arresi, Paolo Dessì.
  Do il benvenuto anche alle persone che accompagnano i due sindaci, il dottor Stefano Piras, presidente dell'Associazione degli operatori economici di Teulada, il dottor Andrea Cinus, assessore alle attività produttive del comune di Teulada, il vicesindaco del comune di Sant'Anna Arresi, dottoressa Teresa Pintus, e il dottor Luciano Marica, consigliere.
  Informo i sindaci e i nostri gentili ospiti che la Commissione ha convenuto – su proposta degli onorevoli Cicu, Scanu, Corda, ma in modo condiviso da tutti – di iniziare il ciclo di audizioni, contrariamente a quanto in genere accade nelle indagini conoscitive, ascoltando prima la base, ossia, in questo caso, i rappresentanti dei territori interessati dalle servitù militari. Ci è parso un segnale di vicinanza, di disponibilità e di attenzione ai problemi del territorio. Naturalmente, nel corso delle audizioni saranno sentiti, e il ciclo si concluderà con loro, anche i rappresentanti degli alti vertici militari.
  Invito, dunque, i nostri ospiti a svolgere una breve illustrazione. Naturalmente, se hanno del materiale da allegare, esso sarà acquisito agli atti della Commissione e messo a disposizione di tutti i commissari. Successivamente, i colleghi rappresentanti dei gruppi avranno la possibilità di chiedere chiarimenti e di svolgere domande. A queste domande potranno conclusivamente replicare i due sindaci.
  Se non ci sono obiezioni, do la parola al dottor Serra, sindaco del comune di Teulada, rinnovandogli il benvenuto.

  DANIELE SERRA, Sindaco del comune di Teulada. Grazie per l'occasione che ci è stata offerta di poter incontrare gli onorevoli che ci rappresentano. Per me è anche un'emozione, devo essere sincero, perché sono sindaco da pochi mesi, ma mi trovo ad affrontare tematiche che sono certamente importanti per la mia comunità.
  Per chi non lo conosca o lo conosca poco, ricordo che Teulada è un paese del sud della Sardegna che conta oggi 3.700 abitanti. Ne contava quasi 6.000 nel 1961. C’è stato, quindi, un crollo demografico importante. Si tratta di una comunità che ha un territorio molto vasto. Tra mare e montagna abbiamo 24.000 ettari di territorio, di cui 7.200 interessati dalla base di Capo Teulada. Si tratta esattamente di un terzo del territorio. Chi conosce il poligono Pag. 4sa che comprende le zone costiere, di pianura, forse le migliori che abbiamo come dotazione di madre natura, per capirci.
  Tuttavia, la nostra è una comunità che sta soffrendo moltissimo. Tenete conto che vi è un cinquanta per cento buono di disoccupati al suo interno. Soffre un periodo di crisi generalizzata – non è, infatti, solo di Teulada – ma che a Teulada è più accentuata.
  Se faccio un paragone con paesi simili per tipologia e vocazione, osservo che Teulada ha subìto un crollo demografico. Altri paesi vicini, come Pula, Villasimius o Stintino, invece, hanno avuto un incremento. C’è una situazione di difficoltà, che è oggettiva ed è sotto gli occhi di tutti. La si può leggere dalle statistiche. Non lo dico io, che non sono un esperto di statistica, ma è così. Viviamo una situazione di grossa difficoltà.
  Teulada, però, sta dando tanto allo Stato da sessant'anni, perché ospita la base di Capo Teulada dai primi anni Cinquanta. Bisogna riconoscerlo.
  Mi permetto di aprire un inciso perché voglio giocarmi la possibilità di incontrare gli onorevoli alla Camera per rappresentare il forte momento di difficoltà non solo economica, ma anche sociale, che può essere legata – non sta a me decidere in che termini e in che proporzioni – anche a una presenza di questo tipo.
  In più, paghiamo uno scotto importante. Voi forse saprete, e se non è così ve lo rappresento adesso, che nei territori limitrofi al nostro, nel Sulcis, sta partendo, anzi è già partita, una zona di fiscalità agevolata. Noi siamo nel Sulcis da sempre, lo siamo sempre stati, ma siamo esclusi da tale zona. Ce ne dispiace parecchio, perché a causa di ciò abbiamo grosse difficoltà in termini di spiazzamento del mercato.
  Le imprese e i comuni vicini hanno combattuto una battaglia, bisogna darne loro atto. Ci sono comuni e operatori che hanno combattuto e vinto una battaglia, la quale, però, provoca un effetto di spiazzamento che noi non potremo reggere. Io ho portato con me il presidente di un'associazione, un giovane che ha un'attività commerciale storica a Teulada che non potrà reggere tale effetto.
  Badate che non sto parlando di una questione che non c'entra niente con la tematica dell'indagine conoscitiva. C'entra benissimo, perché le situazioni non sono slegate. Teulada ha dato moltissimo e continua a dare a testa bassa, in maniera caparbia, ma non riceve altrettanto.
  Teulada ha dato tanto anche al Sulcis. Faccio un esempio. Molte imprese che lavorano all'interno della base vengono gestite da altre imprese di paesi più o meno lontani. La base militare, quindi, offre qualcosa anche al Sulcis.
  Prendiamo i pescatori, per esempio. Voi sapete che i pescatori ricevono un indennizzo. Ci sono pescatori anche di paesi molto lontani dal nostro che magari non vengono neanche a pescare. La base offre qualcosa al Sulcis, mentre, quando si tratta di ricevere, siamo in forti difficoltà.
  Volevo rappresentarvi questo. Vi chiedo scusa se porto via qualche minuto, ma è così. Già da mesi ho denunciato questa difficoltà e questa criticità. Teulada vive giorni di fermento. L'altro giorno abbiamo svolto una riunione del Consiglio comunale proprio per affrontare la tematica e mi sono state restituite simbolicamente, ma neanche tanto, circa 140 chiavi di altrettante attività che rischiano la chiusura.
  Insieme a queste alcuni cittadini, con uno sciopero del voto, mi stanno restituendo anche 1.200 schede elettorali. È un gesto estremo, evidentemente, un gesto simbolico, ma molto forte, che rappresenta il disagio di una comunità che non vuole morire, ma sopravvivere. Si è costituita un'associazione di imprenditori che stanno lottando per ottenere questi risultati. Oggi stesso sono in riunione a Teulada in parallelo, per organizzarsi e manifestare anche in altre modalità questo disagio che ci ha colpito.
  Chiedo una particolare attenzione da parte vostra, un'attenzione trasversale. Non credo sia un tema di destra o di sinistra. Stiamo parlando di una comunità che ha il diritto di sopravvivere e che Pag. 5merita di farlo. I miei concittadini sono molto preoccupati, ve lo ricordo. Sono allarmati e pronti a mettere in piazza altre iniziative e attività e io non posso che essere con loro. Io sono con loro perché sento il dovere di primo cittadino di affiancarli e di portare dove posso queste istanze con forza, con dignità e certamente con determinazione. Chiedo, quindi, un impegno da parte vostra affinché la tematica non cada nel vuoto e anzi venga risolta.
  Voi sapete che in Sardegna tra poco ci saranno le elezioni regionali. Il 16 febbraio ci sarà una tornata elettorale. Noi chiediamo una risposta quanto prima, perché, diversamente, lo sciopero del voto si tramuterà in una realtà. Lo ripeto: i miei concittadini sono seriamente preoccupati, in difficoltà e io devo essere perfettamente in linea con loro. Lo sono con la mente, ma anche con le azioni.
  A questo proposito, devo ringraziare pubblicamente l'onorevole Rossi, che, peraltro, ha un legame affettivo col territorio, perché l'ha vissuto. Infatti, qualche anno fa è stato comandante della base militare di Capo Teulada e ha avuto una sensibilità nei dialoghi che ci sono stati in questi mesi verso l'argomento. So che ha fatto un passo importante. So che ha chiesto e ottenuto l'approvazione di un ordine del giorno che tratta questa tematica. Auspico che sia cura del Governo trattarla quanto prima.
  A questo punto, chiedo un appoggio allargato affinché l'argomento venga trattato quanto prima e risolto, perché noi siamo in forte difficoltà. Non voglio fare drammi, ma non vogliamo veramente scomparire. Ringrazio, quindi, pubblicamente l'onorevole Rossi e spero nelle prossime settimane di avere ancora la possibilità di avere un'interlocuzione con lui e magari di allargarla anche ad altri. Non è certamente una questione chiusa, anzi, quanto più è condivisa, tanto più sarà semplice, io spero, risolvere la situazione. Noi abbiamo bisogno, però, di tempi certi e, quindi, vi chiedo un impegno affinché possa dire qualcosa ai miei concittadini per quanto riguarda questo aspetto.
  Lascerò poi agli atti un documento che ha presentato l'associazione degli imprenditori di Teulada, che si è costituita, proprio per questa preoccupazione.
  Vi chiedo scusa, dunque, se mi sono permesso di rubarvi qualche minuto. Torniamo all'argomento direttamente legato alle servitù militari.

  PRESIDENTE. Sì, anche perché, come dicevo, alle 15.30 dobbiamo concludere i nostri lavori.

  DANIELE SERRA, Sindaco del comune di Teulada. Questo è un argomento importante e certamente vitale per la nostra comunità. Noi ci siamo incontrati con i sindaci vicini, in particolare con il dottor Dessì, con cui condividiamo la maggior parte, anzi quasi tutte le istanze che stiamo portando avanti.
  Consentitemi di dire che prima di parlare di qualsiasi altra questione a noi sembra importante affrontare l'aspetto legato alla sicurezza ambientale e della salute. Non voglio fare processi alle intenzioni, ma sappiamo che c’è la necessità assoluta di attivare quanto prima misure che ci garantiscano e che ci dicano esattamente quali siano, se ce ne sono, i rischi.
  Io non sono un biologo, né un chimico, né un medico. Lascio fare il lavoro a chi lo sa e lo può fare, ma noi abbiamo bisogno di certezze, perché, questa campagna anche mediatica che spesso appare sulla stampa, fondata su dati più o meno certi, certificati o non certificati, per noi rappresenta un danno, quantomeno un danno di immagine qualora da una ricerca approfondita non dovessero emergere altri problemi.
  Chiediamo questo con forza da anni, certamente da prima che diventassi sindaco io. È necessario fare chiarezza una volta per tutte della realtà. Se c’è un problema, è necessario che ce lo dicano nelle proporzioni e nei termini corretti, affinché la popolazione sia tranquillizzata. Oppure, se ci sono altre questioni da verificare, è necessario che si attivino quanto prima, perché l'incertezza uccide. È giusto, dunque, che noi possiamo ricevere Pag. 6una tutela da questo punto di vista, perché la salute è il bene primario.
  Ci tenevo a dire questo So che, peraltro, c’è un'indagine della magistratura in corso, che sta andando avanti, ragion per cui non entro nel merito, ma la questione va assolutamente vista.
  Noi ci siamo permessi di fare alcune proposte perché molto spesso ci viene detto che siamo pro o contro, ma che difficilmente mettiamo sul piatto proposte concrete. Noi, invece, lo stiamo facendo. In una riunione del Consiglio comunale, per esempio, all'unanimità abbiamo deliberato su che cosa potrebbe servire a Teulada affinché la famosa armonizzazione prevista o auspicata abbia un senso o possa averlo. Abbiamo avanzato alcune proposte. Ne illustro qualcuna e poi passo la parola al mio collega, che rafforzerà o aggiungerà qualcosa alle mie istanze.
  Certamente per territori vocati al turismo, quale riteniamo e rivendichiamo che sia il nostro, è importante che i nostri operatori possano avere più tempo per la pratica dell'attività turistica. Noi chiediamo da anni, e lo ribadiamo ora, un periodo addestrativo ridotto rispetto a quello attuale. Se dobbiamo far fronte ad alcune pretese, ad alcune velleità turistiche, chiediamo che ciò possa essere fatto in tempi giusti, altrimenti gli operatori sono spiazzati da questa difficoltà. Chiediamo periodi addestrativi ridotti, perché sono necessari.
  Chiediamo anche che i fondi destinati dalla legge n. 104 del 1990 siano distribuiti su base annuale. Attualmente avviene su base quinquennale e il denaro ci arriva in blocco tutto insieme. Sapete, però, anche che sono bloccati dal Patto di stabilità. Avere dei fondi che di fatto non riusciamo a gestire perché sono fermi e non li possiamo toccare ci mette in difficoltà, perché non riusciamo a programmare il nostro territorio e, quindi, a creare opportunità di lavoro. Di questo si tratta. Come sapete, la citata legge n. 104 prevede fondi destinati o ai servizi sociali o alle opere pubbliche. Questa potrebbe essere, quindi, un'occasione per mettere in moto delle risorse.
  Chiediamo, inoltre, che le nostre imprese siano messe in condizioni di partecipare attivamente alle commesse interne alla base. Molto spesso accade che le commesse, per motivi di mercato – non voglio pensare che ce ne siano altri – vadano altrove e, quindi, che si riversino altrove i capitali e che poco resti alle nostre piccole e medie imprese. Questa è un'altra questione cui teniamo.
  Chiediamo anche che i giovani del luogo, se possibile, vengano coinvolti e messi in condizione di avere qualcosa in più da questa presenza ingombrante. Lo dico, perché è così: i nostri giovani stanno scappando e non hanno la possibilità di stare sul territorio.
  Un'altra questione molto importante, che sottolineo con forza, è che ci sono delle aree del poligono che non sono utilizzate per finalità militari. C’è lo stabilimento balneare di Porto Tramatzu, uno stabilimento balneare che si trova di fianco alla spiaggia principale di Teulada. Analogamente, c’è il complesso delle sabbie bianche, che offre un panorama spettacolare. Per chi non lo conoscesse, è veramente un compendio di dune di incommensurabile valenza naturalistica. Noi chiediamo con forza che queste aree vengano messe a disposizione della popolazione, ma non per farci palazzi, perché non ci piacciono i palazzi sulla sabbia. Vanno messe a disposizione affinché anche da queste si possa iniziare un discorso di tutela ambientale e di valorizzazione anche in chiave turistica. Si tratta di posti di lavoro per biologi, accompagnatori, guide. Questo è molto importante.
  Dopodiché, abbiamo anche altre idee concrete e specifiche. Vi lascio il documento e, quindi, non vi annoio oltre. Ne abbiamo ancora da mettere in campo. Abbiamo squadre di ingegneri pronte a lavorare per proporre altre idee e iniziative concrete, non tanto rivendicazioni propagandistiche, che non ci interessano. Siamo più pratici.
  Abbiamo chiesto un tavolo aperto con il ministero affinché le istanze della popolazione arrivino puntualmente laddove le decisioni vengono prese e le scelte Pag. 7vengono compiute. Sono scelte che, lo ricordo, determinano comunque l'evoluzione o l'involuzione di una comunità quale la nostra. Teulada vuole sopravvivere, ha il diritto di sopravvivere, ragion per cui ha il diritto di mettere in fila una serie di iniziative che insieme al resto del territorio possano portare a un processo che inverta la tendenza. Diversamente, è una comunità destinata a scomparire.
  Io mi sto prendendo in carico una grande responsabilità. Da qualche mese sono sindaco. Ho deciso di restare in provincia e di non andare altrove anche quando altre opportunità, magari più semplici, potevano permetterlo. L'ho fatto perché ci credo e perché penso che ci siano le possibilità, per carità, con tutti i distinguo e i tempi che ci vorranno. Se si trova un canale privilegiato o anche un canale istituzionale, oltre a quello classico, ci sono gli estremi per invertire la tendenza.
  Diversamente, lo ripeto, siamo praticamente spacciati e non vogliamo esserlo. Lo dico con molta fermezza e determinazione. Porremo in essere tutte le iniziative che riteniamo opportune in qualità di ente locale, sulla base di ciò che la legge ci consente, per innescare il processo o comunque per avere un qualcosa in più che al momento oggettivamente ci pare limitato rispetto al «sacrificio» che la nostra comunità ha compiuto per le finalità nazionali.
  Per il momento ho concluso. Sono naturalmente pronto a rispondere alle vostre domande.

  PRESIDENTE. Grazie, signor sindaco. Do ora la parola al dottor Dessì, sindaco del comune di Sant'Anna Arresi.

  PAOLO DESSÌ, Sindaco del comune di Sant'Anna Arresi. Grazie, presidente. Grazie a tutti gli onorevoli commissari che ci hanno offerto la possibilità oggi di interloquire con loro in un momento molto particolare e – direi – anche storico per i nostri territori. Si tratta di un momento storico anche per voi commissari.
  A differenza del mio collega, che è giovane – non gli voglio togliere la speranza del percorso che sta intraprendendo, lo voglio anzi incoraggiare e avrà tutto il mio sostegno per continuare a lottare – il sottoscritto fra qualche mese sarà da quattordici anni sindaco del suo territorio. Sono vent'anni che faccio il consigliere nel mio comune e sono esattamente a conoscenza della macchina amministrativa di quel territorio che si interfaccia con la pubblica amministrazione rispetto alla problematica delle servitù militari.
  Conosco a menadito le questioni su cui non vi tedierò. Voglio andare sul concreto. Alcuni degli onorevoli presenti hanno combattuto in modo particolare con me per alcune rivendicazioni importanti, alcuni con il ruolo di sottosegretario, altri come membri di Commissione in Senato, altri ancora facenti parte del Ministero della difesa, con ruoli importanti, come l'onorevole Rossi, che è stato comandante di Teulada e poi generale dello stato maggiore, rivestendo incarichi di prestigio. Con loro abbiamo lavorato in questi tredici anni per portare a casa risultati importanti.
  Oggi il poligono di Capo Teulada riveste per il territorio un aspetto determinante per poter mantenere la grande fatica che abbiamo fatto in questi territori e per promuoverli dal punto di vista naturalistico. Sicuramente la preoccupazione delle nostre genti oggi è quella che il poligono possa essere pericoloso per la salute pubblica. Questo ci preoccupa ed è una delle problematiche che vanno risolte immediatamente, senza «se» e senza «ma». Sia per le popolazioni che ci vivono, sia per chi ci lavora questa deve essere una priorità assoluta rispetto a qualsiasi altro tipo di ragionamento che deve essere fatto. Non se ne può prescindere, perché quello che la stampa riporta in questi giorni è inquietante.
  Noi non vogliamo rivivere situazioni che sono state già vissute in Sardegna. Mi riferisco alla Maddalena, a Quirra e a vicende che gridano davvero vendetta. Per questo motivo dico che il vostro ruolo è importante. Non dobbiamo ripetere nessuno di quegli errori che sono stati fatti, Pag. 8né permettere che non si intervenga, se veramente esiste una situazione pericolosa, né che qualcuno speculi per qualsiasi altra ragione sulle vicende di quel poligono. Ci saranno ripercussioni importanti nei confronti dei nostri territori.
  Attorno a quel poligono ruotano attività economiche che hanno un diretto contatto con quei territori. Mi riferisco a un couso di pascolo e in modo particolare ai pescatori che praticano la loro attività in quei mari. Sapere che oggi ci possono essere difficoltà a poter commercializzare i loro prodotti ci dà davvero preoccupazione e tristezza, così come sapere che la prossima stagione estiva è già in un momento difficile.
  La provincia di Iglesias, lo sapete benissimo perché ne parlano tutte le cronache nazionali, è la più povera in Italia. Ha una potenzialità enorme per quanto riguarda lo sviluppo turistico di territori che, per fortuna, nella nostra parte sud-occidentale sono ancora vergini e, quindi, possono sfruttare la carta dell'ambiente per essere promotori di un'industria del turismo ambientale seria. Oggi si devono per forza trovare soluzioni che si inneschino nei processi che il poligono deve mettere in campo. O si tiene fede alla risoluzione che ha fatto il Senato e si inizia la dismissione, o si offrono le garanzie al territorio che tutte le attività che lì vengono svolte debbano essere in piena sinergia con i territori che rappresentiamo, dalla prima all'ultima.
  Lo diceva il sindaco di Teulada, lo rafforzo io e lo sto rafforzando da anni: quel territorio ha già dato, ha dato molto e non ha ricevuto nulla di concreto e soprattutto di dignitoso. Io non reputo che gli indennizzi costituiscano grandi conquiste né per i pescatori, né per gli allevatori e neanche per i territori. Gli indennizzi non sono strumenti che danno dignità al lavoratore. Sono mezzi che devono far recuperare il gap di ritardo rispetto ad altri territori.
  Oggi siamo in presenza di attenzioni particolari nei confronti di quel poligono da parte del Ministero della difesa. Il poligono sarà centrale rispetto a una serie di iniziative che si stanno ponendo in atto e che sicuramente miglioreranno la qualità della vita dei territori, così come ci viene rappresentata, perché diminuiranno le esercitazioni a fuoco.
  È anche vero, però, che rispetto a queste iniziative noi abbiamo la necessità di capire quali sono effettivamente le opportunità, se è vero che il poligono non può essere dismesso e che l'Italia non può prescindere dal suo utilizzo. Personalmente – passatemi il termine – non me ne «frega» nulla. Mi interessa capire quali opportunità posso offrire ai miei figli per crescere in quel territorio, quali opportunità di lavoro posso dare loro, come si possono commisurare con gli altri loro coetanei nel mondo del lavoro e come vi si possono inserire. Se oggi quel territorio non ha la possibilità di sviluppare e di trovare sinergie per quanto riguarda la valorizzazione dal punto di vista ambientale, credo che non avremo grandi opportunità.
  Il poligono ha la necessità di chiudere con i territori accordi importanti e certi. Faccio semplicemente un riferimento, che può essere banale, ma che rende il senso. Parlo di accordi con la filiera agroalimentare del territorio che è al collasso, non funziona più e non è più competitiva perché mancano le infrastrutture. L'insularità è l'insularità e solo chi la vive sa che cosa vuol dire. Se noi non chiudiamo accordi con il sistema produttivo agroalimentare, probabilmente non creiamo opportunità di servizio.
  Cito il sistema agroalimentare perché in quel poligono oggi mangiano mediamente mille persone al giorno, che consumano prodotti e servizi, ma la ricaduta sul territorio è praticamente pari a zero. Le buste paga dei lavoratori del poligono creano movimento di denaro, ma le ricadute sul territorio sono pari a zero. Paradossalmente, c'erano più ricadute quando c'era la leva rispetto ad oggi che le Forze armate sono formate da professionisti, perché i professionisti escono dal poligono e rientrano nelle proprie abitazioni, che sono magari a Cagliari, fuori dal circondario. Le ricadute che prima si avevano Pag. 9nel territorio, anche economiche, per le attività commerciali non esistono più.
  Al contrario di Teulada, il mio piccolo comune ha forse un terzo della superficie. Sono 36 chilometri quadrati. Non sono geometra o ingegnere e non riesco a fare i calcoli. So solo che è piccolissimo. Paradossalmente, in tredici anni siamo cresciuti improntando tutte le nostre potenzialità di sviluppo sul turismo. Oggi abbiamo un tappo. Erano venuti alberghi e da cento posti letto siamo arrivati a circa un migliaio nei primi quattro o cinque anni del mio mandato.
  Oggi, però, non investe più nessuno perché fare una stagione di due mesi non ripaga. In quel territorio che potenzialmente ha una stagione che va dai sei agli otto mesi all'anno – chi fa turismo deve ragionare su queste basi – oggi noi lavoriamo per due mesi. La finestra esentata dalle esercitazioni di cui parlava il sindaco di Teulada deve essere per forza allargata. I territori che non vengono utilizzati, soprattutto nei periodi di stallo, devono essere fruibili.
  Nel partecipare a bandi europei, come Natura 2000, dove siamo ai primi posti per ambiente, abbiamo un handicap importante, rappresentato dalla base militare, anche dal punto di vista del recupero di risorse finanziarie. Le Sabbie Bianche – le cito, poi magari vi invito a visitare i siti dei nostri territori per vedere di che cosa stiamo parlando – fanno parte di un sito di interesse comunitario (SIC). Io sono capofila del SIC che comprende le aree umide e tutto il contesto che arriva anche dentro il poligono. Ma questo è monco se ci manca la fruibilità di quelle sabbie bianche, che sono come la Piazza dei Miracoli di Pisa. Stiamo parlando di aria fritta.
  Queste sono riflessioni importanti. Sono segnali importanti con cui le comunità potrebbero accettare in maniera meno invasiva e traumatica la ripercussione delle potenzialità negative del poligono.
  Occorre togliere la cappa alla questione della salute. È imprescindibile. L'osservatorio ambientale va fatto. Guardate le istanze che sono state avanzate sulla questione del poligono, non nei miei vent'anni di consigliere comunale, ma da prima. Mettere le centraline che possano tranquillizzare tutti sul fatto che all'interno del poligono non vengano usate sostanze dannose alla salute pubblica è fondamentale non solo per noi, non solo per i cittadini, ma anche per la Difesa. Paradossalmente, la Difesa che viene sul posto e offre queste certezze crea meno impatto rispetto alle sue attività. I suoi rappresentanti sono anche più sereni.
  Noi chiudiamo i protocolli con le nostre aziende in quei territori, perché tali territori non hanno possibilità di crescita. Stiamo creando occupazione, ma non abbiamo il panificio che può attrezzarsi per fornire il pane. I nostri panifici non possono partecipare a quelle gare perché non sono competitivi. Non c’è da inventarsi nulla. Esistono già in norma gli strumenti. Basta affinarli, né più né meno come il Piano Sulcis.
  Potrei elencare tante questioni. Sono qui anche con la determinazione a dare una mano al mio collega sindaco di Teulada per capire qual è la necessità di lottare su queste tematiche.
  Voi avete un ruolo importante, perché oggi la difesa italiana può sì realizzare economie rispetto ai costi usando quel poligono, ma ci deve anche mettere in condizione di armonizzare la nostra vita rispetto al poligono stesso. Qualsiasi attività turistica e ambientale è limitata a due mesi. La finestra è fondamentale. Capisco che ci sono dinamiche, ragionamenti e impegni internazionali per far usufruire quel territorio le varie truppe che devono affrontare scenari internazionali. Capiamo tutto, non sto neanche qui a rafforzare e a ripetere queste cose, penso che le conosciate tutti, ma oggi, in questo momento, noi abbiamo necessità di risposte.
  C’è la fiscalità di vantaggio. Fermi restando i motivi che hanno creato il territorio geografico, la provincia di Carbonia-Iglesias, Teulada fa parte dell'anfiteatro del Sulcis. È esattamente all'interno di quel circuito economico. Se noi facciamo la fiscalità di vantaggio, a Teulada abbiamo Pag. 10detto: «Morite». Dall'altra parte, infatti, ci sono 70 chilometri per andare ai mercati. La gente da Teulada viene a Sant'Anna Arresi a fare l'investimento. Stiamo chiudendo. È una zona importante, contigua, che non ha nessuna ragione di rimanere fuori da quella contiguità.
  Questo è un lavoro che dovete fare voi e che non ha schieramenti. Questo è un lavoro vostro. Ve lo sto dicendo in maniera determinata e anche con passione. Questo è un ruolo a cui voi non potete abdicare, né, dopo quest'audizione, dovete lasciare, nella dignità dei vostri ruoli, che gli atti deliberati da questa Camera possano diventare carta straccia, come è avvenuto per quelli del Senato.
  Non ci si può dire un anno che il poligono viene dismesso e l'anno dopo che viene ampliato. Stiamo al paradosso. La relazione del Senato faceva intendere che si dovesse procedere alla dismissione. Sono chiamato a ragionare, invece, sull'implementazione di quel poligono.
  È ora di chiudere accordi, leggi, protocolli d'intesa che diano tranquillità anche a chi viene dopo di me. Fra un anno e mezzo scade il mio mandato; non posso accettare che chi verrà al posto mio debba ricominciare da capo un percorso e magari stravolgere tutto quello che è stato fatto in questi anni. Non si può rimanere a parole, mentre il territorio sta morendo.
  Mi appello a questa Commissione affinché si riappropri del suo ruolo e affinché capiate che da voi può partire un segnale importante per la crescita di questo territorio.

  PRESIDENTE. Ringrazio il sindaco di Sant'Anna Arresi per il suo intervento.
  Do la parola ai deputati che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  EMANUELA CORDA. Ringrazio i sindaci per essere presenti oggi.
  Io sono molto felice che quest'incontro abbia aperto il ciclo delle audizioni, perché ritengo che sia fondamentale ascoltare prima i diretti interessati dall'esistenza del poligono, che è, come l'hanno indicato anche i sindaci, non un valore aggiunto, ma un sostegno alla comunità dal punto di vista economico. Come diceva il sindaco di Teulada, infatti, in ogni caso c’è un'interazione tra queste basi militari e il territorio.
  D'altro canto, ci sono anche alcune criticità che derivano proprio dalle attività che vengono svolte all'interno dei poligoni e che stanno pregiudicando la vocazione della Sardegna nei riguardi dell'attività turistica. La Sardegna dovrebbe vivere di turismo, ma non riusciamo a farlo.
  Questi sindaci oggi hanno manifestato tutte le loro perplessità, ma soprattutto le loro difficoltà nel dover sostenere una situazione delicata dinanzi alle loro comunità. Gli amministratori locali sono anche gli interlocutori diretti dei cittadini. Io ritengo che il mestiere del sindaco sia il più difficile in assoluto, perché è proprio al sindaco che ci si rivolge in modo diretto per denunciare le criticità e anche per presentare richieste e istanze che possano migliorare la vita dei cittadini.
  Io volevo porre una domanda al sindaco di Sant'Anna Arresi, che ha parlato di speculazioni. Forse si riferiva ai media e a tutto ciò che è circolato intorno alle inchieste che ci sono state e alle indagini della procura di Cagliari sul discorso dell'incidenza delle patologie tumorali riscontrata nei vostri territori. Credo si riferisse a questo. Le denunce e il chiasso fatto potrebbero aver creato anche un certo allarmismo nei cittadini, i quali si sentono minacciati da questa presenza militare, soprattutto pensando al futuro che dovranno affrontare le nuove generazioni e i loro figli.
  Quello che volevo capire è se il sindaco ha la sensazione che il problema della salute esista e che sia concreto e reale, in base anche alle informazioni che avete acquisito in questi anni, oppure se sia non dico esaltato, ma un po’ enfatizzato dai media locali.
  Al sindaco di Teulada, che peraltro ho incontrato di recente insieme anche ad altri colleghi, volevo manifestare solidarietà. È evidente che per un comune che Pag. 11offre la disponibilità di un terzo del proprio territorio a una base militare non poter usufruire delle agevolazioni fiscali, così come accadrà ai comuni del Sulcis, è un problema piuttosto serio. È evidente che ciò creerà uno squilibrio nelle condizioni di concorrenza tra le imprese teuladine e quelle sulcitane che potrebbe provocare per le prime un collasso economico, in una situazione già piuttosto critica.
  Col sindaco avevamo parlato, nel citato incontro, di alcuni accordi che il comune stava prendendo con il comandante stesso della base per riuscire a trovare in alcuni momenti una sorta di convivenza non dico civile – perché credo che quella già ci sia, nonostante i problemi – ma un modo per poter sfruttare il territorio nei periodi di bassa stagione, quando le attività del poligono non sono in pieno svolgimento. Ci parlava, per esempio, della concessione di porzioni del territorio del poligono in alcuni periodi. Non si tratta di chiudere un occhio, ma di stipulare accordi scritti, da quello che ho capito. Magari mi correggerà, se sbaglio.
  Inoltre, volevo capire, ipotizzando una dismissione della base, come immaginate il vostro territorio. Pensate che ci saranno ricadute positive o negative ? Pensate di essere in grado di rilanciare il territorio anche dal punto di vista turistico, qualora dovesse essere chiusa la base militare ? Il sindaco ci ha parlato anche di progetti importanti. Se ce ne potesse accennare uno, gliene sarei grata.

  GIAN PIERO SCANU. Non è la prima volta che mi occupo di queste questioni e ciò, piuttosto che costituire per me un elemento di soddisfazione, per alcuni versi rappresenta un elemento di imbarazzo. Nella scorsa legislatura, infatti, nonostante abbia cercato di fornire un contributo a una Commissione d'inchiesta che, per ragioni legate alla salute, si occupava dei poligoni di tiro, è stato prodotto un lavoro al quale non è stato dato corso. Questo è il rischio che si corre quando, me compreso, gli attori della politica non sono all'altezza della situazione e non sono in grado di dare concretezza alle decisioni che assumono.
  Io vorrei porre una domanda al sindaco di Teulada. Ho letto con interesse il testo della deliberazione del Consiglio comunale, che trovo estremamente importante e ben predisposto, dal mio modesto punto di vista. Vorrei, però, attribuire a questo tipo di proposte – in ogni caso la domanda riguarda la mia interpretazione – una valenza di tipo tattico. Intendo dire che le richieste avanzate dovrebbero venire applicate immediatamente e per un periodo che sia il più breve possibile.
  Infatti, avendo assunto alcune decisioni anche col suo predecessore, del quale mi piace ricordare la memoria, io ero e rimango convinto del fatto che la Sardegna debba subire una drastica modificazione in ordine all'utilizzo delle servitù militari. Per quanto mi dolga del fatto che non siano state portate avanti le determinazioni assunte all'unanimità nella passata legislatura, ciò non comporta che io cambi idea. Tutt'altro. Io sono convinto che ci debba essere una riconversione del poligono di Quirra e che, come concordato con i comuni, debba avvenire la chiusura dei poligoni di Capo Teulada e di Capo Frasca.
  Signor sindaco, passo alla domanda. Lei, naturalmente, insieme al Consiglio e alla Giunta, deve gestire il presente, la quotidianità. Sappiamo quanto sia difficile fare questo. Avanzare questo tipo di proposta significa che la vostra prospettiva si ferma a quella che voi definite un'armonizzazione tra permanenza delle servitù militari e sviluppo socio-economico del territorio, per cui voi chiedete di addolcire il disagio che c’è accettando che il poligono rimanga a casa vostra ? Oppure, come aspirazione di fondo, definibile in un ambito strategico temporale, confermate quanto già detto dall'amministrazione che vi ha preceduto e intendete un accompagnamento svolto all'insegna dell'intelligenza e del concetto di risarcimento, di cui con dispiacere non ho sentito parlare ? Io credo che le vostre comunità debbano Pag. 12essere risarcite per il tipo di servizio che hanno reso allo Stato e, quindi, a tutti gli italiani.
  Fermo restando, quindi, il concetto di risarcimento, che io considero fondamentale, e un accompagnamento che deve procedere insieme all'accoglimento di queste condizioni, voi, signori sindaci, continuate a essere del parere che il vostro territorio vada liberato dalle servitù e che, quindi, il poligono di tiro di Capo Teulada vada chiuso, così come quello di Capo Frasca ? Ritenete che la famosa «penisoletta», di cui ci fu detto «Lasciatela perdere, perché ormai è definitivamente persa», debba restare persa ? Avete bisogno di sollecitazioni pietose e patetiche e di pacche sulle spalle, o chiedete a questa Commissione un impegno politico forte perché ci sia la dismissione dei poligoni ?
  Voi siete in audizione. A noi compete fare domande e a voi, con la cortesia che certamente avrete dimostrato e che dimostrerete, tocca rispondere. Io vorrei pregarvi di fornirci questo tipo di risposta.

  SALVATORE CICU. Come premessa, io mi sono occupato per cinque anni, come sottosegretario di Stato alla difesa con delega alle servitù militari, di questo tema. In quei cinque anni ho vissuto la realtà concreta di una possibile declinazione: equilibrio, riequilibrio, possibilità di realizzare la condizione che il confronto anche allora attivato poneva.
  Ricordo con particolare specificità l'accordo che attribuì proprio alle marinerie di Teulada il doppio di quanto sino ad allora avessero ricevuto rispetto alle altre marinerie. Lo feci sapendo bene che non era quello il risultato. Lo feci sapendo bene che il risultato doveva puntare in alto, alzare l'asticella e puntare a realizzare la condizione che lo Stato, il Governo, capissero che un territorio non può essere devastato, impoverito, occupato e asservito, se non con la capacità di comprendere quello che oggi voi sindaci avete rappresentato in nome delle vostre comunità e che io mi permetto di rappresentare a nome di una più grande comunità, quella della Sardegna.
  Io ho vissuto la dismissione della Maddalena, ma ne ho vissuto anche il declino successivo. Ho vissuto le difficoltà della gestione delle servitù militari alla Maddalena, ma anche la povertà conseguente a quella dismissione, povertà che noi continuiamo a vivere.
  Si potrebbe alzare il tiro anche raccogliendo quest'urlo e cercando di fare a gara a chi offre di più. Io non offro nulla se non il mio impegno concreto, che è stato quello di attivare questa indagine conoscitiva a nome del mio gruppo e mio personale, anche se in modo condiviso sicuramente da tutti gli altri colleghi. È stata mia la proposta di iniziare le audizioni dai sindaci per poi ascoltare anche i capi di stato maggiore e il Ministro, proposta condivisa dagli altri colleghi.
  Quello che vi chiedo è innanzitutto, al di là delle considerazioni, delle valutazioni e delle richieste che ho letto e che sono state rappresentate, di capire che questa è un'indagine conoscitiva. Noi siamo qui ad ascoltarvi per poi trarre elementi e tradurli, qualora qualcuno prenda l'iniziativa – io spero che lo faccia tutta la Commissione – in altri atti, che possono essere una risoluzione, una mozione o altro.
  Quando il sindaco di Sant'Anna Arresi in maniera particolare ci richiama a un ruolo che io credo tutti noi conosciamo bene – ma ci fa piacere che anche lui ce lo ricordi – deve anche capire e sapere questo: noi non siamo nella condizione di decidere. Siamo nella condizione di ascoltare, per poi assumere alcune iniziative che la Commissione può proporre. Lo dico per essere chiari e per non illuderci poi rispetto a situazioni che portino altrove.
  Io credo che il punto fondamentale sia quello di valutare e verificare se c’è una data volontà. In merito concordo con il collega Scanu. Voi ci dovete dire se ritenete che, attraverso le condizioni, le modalità che i consigli comunali hanno già rappresentato e attraverso una puntualità rigorosa, una disponibilità a ridurre le aree, nonché il discorso delle bonifiche – tutti gli elementi che conosciamo a memoria – queste servitù debbano e possano restare nei vostri comuni, o se, invece, Pag. 13ritenete il contrario, ossia che sia arrivato il momento che il peso aggravato nella storia della vostra comunità oggi vada rimosso e destinato altrove.
  Questo è un elemento di valutazione e di verifica che rientra nella nostra indagine e che ci aiuterà. Dopo di voi noi sentiremo i capi di stato maggiore e il Ministro. Anche attraverso la vostra risposta noi potremo capire e sapere come indirizzare le altre domande e gli altri approfondimenti.
  È inutile aggiungere che conosco bene la situazione che vivono le nostre piccole e medie imprese, i nostri allevatori e i nostri pescatori, già devastati da una crisi specifica, che non è quella globale, perché noi già eravamo in crisi. La crisi è arrivata e si è inserita in una crisi che già esisteva. Su questo punto dobbiamo dire la verità: noi non siamo in crisi per la crisi globale, siamo in crisi perché già lo eravamo. La crisi è stata rafforzata da una situazione che ha devastato drammaticamente la nostra economia.
  È evidente che anche su questo tema e su questa materia ci deve essere una riflessione immediata, che attivi un processo di determinazione decisionale e realizzi una nuova condizione. Io mi aspetto, innanzitutto, che gli accordi che sono stati raggiunti si onorino e che gli adempimenti che devono essere realizzati siano effettivamente attuati. Il problema vero è che siamo in ritardo anche col pagamento degli indennizzi, con il pagamento, cioè, di cose già definite e su cui c’è un accordo totale. Questo non si può più tollerare.
  Sicuramente l'opera svolta dal collega Rossi, a cui rivolgo anch'io il mio plauso, perché tempestivamente è intervenuto per fare inserire Teulada nel contesto della fiscalità di vantaggio, è fondamentale. Si tratta di un altro passaggio che realizza la possibilità di sostegno, di sensibilità o comunque di speranza e di attivazione.
  Concludo il mio intervento – scusate se mi sono dilungato – aggiungendo un'altra domanda a quella se ritenete che le servitù vadano rimosse. Vorrei, infatti, sapere anche se avete progetti alternativi nell'immediato che possano consentirvi su quei territori di pensare a come determinare un processo di sviluppo.

  MICHELE PIRAS. Anch'io saluto e ringrazio i sindaci. Ringrazio anche l'onorevole Cicu perché gli riconosco il merito di aver avviato questa iniziativa che penso possa essere importante. Cionondimeno, auspicherei che quello che parte oggi e che proseguirà per un po’ di tempo non si trasformi in un momento rituale di consultazione sostanzialmente sterile. Come ha ricordato il collega Scanu in precedenza, ci sono stati alcuni atti importanti, ci sono state alcune relazioni votate all'unanimità dal Senato della Repubblica, alle quali, però, non è stato dato alcun seguito, quasi che effettivamente in questo Paese lo sport nazionale fosse quello di parlare e non quello di arrivare ad atti concludenti.
  Mi dispiace essere duro su questo terreno, ma ovviamente siamo in un ambito che io avverto come molto importante, come questa Commissione ben sa. È certamente importante per la mia terra sia per la quantità di terreno che sottrae all'uso civile, sia per la quantità di mare che interdice alla navigazione e all'attività economica civile, nonché per la quantità di spazio aereo sottratto al traffico civile.
  Io penso che verrà sentito, e credo che non possa essere altrimenti, anche il sindaco di Villaputzu, Fernando Codonesu. Lo cito perché è autore di un libro, che, a mio avviso, andrebbe acquisito agli atti di questa Commissione d'indagine, sulle servitù militari. È il libro di più recente pubblicazione e, ho ragione di ritenere, anche il più informato, concreto e scientificamente fondato sulla questione della presenza militare nell'isola.
  Precisamente in quel libro si adottano due indicatori sociali molto semplici: quello della dimensione demografica e quello del reddito delle popolazioni locali presso cui risiedono i poligoni. Ricordo che i tre poligoni più grandi d'Italia, ma anche d'Europa, sono in terra di Sardegna: Capo Teulada, Capo Frasca e Salto di Quirra. Il libro mette in luce come, se si Pag. 14fa eccezione per il centro abitato di Perdasdefogu, in tutti i paesi che orbitano nell'area dei poligoni si sia prodotto negli ultimi 50-60 anni un fortissimo decremento demografico e si registrino livelli di reddito pro capite mediamente inferiori rispetto al resto del territorio.
  È vero che la Sardegna è una terra particolare, che vive una violenta crisi che precede quella finanziaria globale, ma che è stata precipitata anche nel corso della crisi finanziaria globale. Essa vive problemi specifici che derivano dalla specificità di quella terra, specificità culturale e socio-economica, come l'isolamento, anche se la verità è che non in tutte le isole necessariamente si vive una condizione di arretratezza economica. C’è, dunque, una specificità anche nel contesto nazionale.
  I due indicatori cui ho accennato segnalano, però, che un problema in questi anni c’è stato. Il problema non è l'interazione fra i poligoni militari, le basi e le comunità locali, perché quella c’è sempre e comunque, almeno in negativo. Probabilmente il problema che pongono i sindaci è quello di una qualità e di una quantità di quell'interazione che si è ridotta negli ultimi anni, col mutare delle condizioni e degli interessi anche della Difesa.
  Al saldo di questo, io vi chiederei, in base almeno a ciò che voi vivete come percezione, quale ritenete sia il ruolo che il poligono di Capo Teulada ha avuto sul territorio. Chiedo, cioè, se siete in grado, almeno sulla base di indicatori di conoscenza diretta del territorio, di riferire a questa Commissione se in questi oltre cinquant'anni – anch'io con i calcoli non sono bravissimo – dal 1956 a oggi si possa tracciare un bilancio fra ciò che quel poligono ha portato in beneficio al territorio e ciò che gli ha sottratto in termini di sovranità, di mancata realizzazione di attività economiche di carattere civile, a partire da quelle turistiche, ma anche da quelle di carattere agroalimentare.
  Chiedo questo per comprendere meglio la posizione da portare nell'impegno che il Ministro Mauro ha assunto di svolgere nel 2014 – io mi auguro che non venga disatteso – la seconda Conferenza nazionale sulle servitù militari. Ricordo alla Commissione che questa Conferenza avverrebbe a trent'anni di distanza da quella che si tenne negli anni Ottanta, quando era presidente della regione Melis e Ministro della difesa, se non erro, Giovanni Spadolini. Questo rende anche il senso di quanta acqua sia passata sotto i ponti mentre in Sardegna insiste il 61 percento delle servitù militari presenti sul territorio nazionale.
  Credo che vada fatto un riequilibrio drastico. Non è possibile che gli atti solenni della Repubblica e delle sue istituzioni vengano accantonati come se non si fosse discusso in questi anni, a partire da ciò che è successo al Senato. Io ritengo che la Sardegna abbia già dato troppo in questi sessant'anni e chiedo a gran voce non solo un risarcimento, ma anche che lo Stato mantenga i patti.
  Noi tutti, che vorremmo la liberazione da questa presenza militare così ingombrante, abbiamo di fronte agli occhi la vicenda della Maddalena. Si tratta di una vicenda che spaventa tutti e soprattutto quei sindaci che ancora hanno a che fare con le servitù militari e hanno la paura probabilmente di vedere, dopo l'occupazione e la sottrazione del territorio, il deserto.
  Su questo terreno lo Stato non può tradire la fiducia dei cittadini, non può tradire un patto che ha con i cittadini.

  GIAN PIERO SCANU. Andrebbe approfondito questo discorso sulla vicenda della Maddalena.

  MICHELE PIRAS. Quantomeno potremmo ritenere che c’è qualcuno che si è sentito preso in giro rispetto agli impegni che erano stati assunti sul terreno delle bonifiche, per citarne uno, o su quello della riconversione, per citarne un altro. Questo vale giustamente come una rivendicazione che, a mio avviso, deve essere forte da parte delle comunità locali.
  È giusto chiedere, comunque sia – vorrei che questo venisse lasciato agli atti, perché è stato oggetto anche di una mia Pag. 15interrogazione in Commissione difesa – che intanto le indagini che si sono svolte e di cui abbiamo notizia vengano rese pubbliche. Nel 2007, con tempi di consegna che furono garantiti in sei mesi, il Ministero della difesa affidò al NATO Undersea Research Centre (NURC) di La Spezia un'indagine su cinque chilometri di fondale a est del poligono di Capo Teulada, molto accurata, realizzata con i mezzi migliori a disposizione in quella fase, che costò una cifra abbastanza rilevante di risorse pubbliche, ma forse mai troppo per indagini di questo tipo. A sei mesi di distanza non si ebbe nulla. A sei anni e oltre di distanza non si sa ancora niente.
  Mi è stato risposto che quell'indagine è in questo momento oggetto di acquisizione da parte della magistratura e che comunque non sarebbe nella nostra disponibilità perché realizzata da un'agenzia legata alla NATO. Mi sfugge la ragione per cui io dovrei sentirmi dire che il Ministero della difesa di questo Stato ha commissionato e pagato quell'indagine, dopo di che non si hanno le risultanze sui fondali, almeno per quella porzione di cinque chilometri quadrati su sessantatré dell'area marina di Capo Teulada.
  Da questo punto di vista credo che questa indagine abbia il dovere etico e non solamente politico nei confronti dei sardi e della Sardegna di concludersi con un documento forte, che quanto meno abbia la capacità di ripercorrere le indicazioni di ciò che è stato fatto al Senato qualche anno fa.

  DOMENICO ROSSI. Sarò brevissimo. Penso che i sindaci avranno notato che quasi in ogni gruppo c’è un esponente sardo. Tra noi militari si dice che quando vai in Friuli piangi due volte: una quando arrivi e l'altra quando parti. Io feci mio questo motto a settembre del 1996 quando lasciai il reggimento a Capo Teulada. Oltre che «A si biri», dissi che la Sardegna per me era come il Friuli: avevo pianto quando mi era stato detto di andare a Capo Teulada e ho pianto quando l'ho lasciato. Anche nel gruppo Per l'Italia, quindi, c’è un sardo d'adozione.
  Vorrei fare una premessa che mi sembra doverosa rispetto alle domande che sono state fatte. È evidente, almeno per come l'intendo io, che questa indagine conoscitiva, nel momento in cui viene estesa all'intero territorio italiano, dovrà contemperare le esigenze addestrative della difesa e di sicurezza nazionali con le servitù militari presenti sul territorio.
  Può darsi che mi sbagli, ma credo che rivolgendo agli altri sindaci che ascolteremo le stesse domande poste oggi otterremmo risposte similari. A monte, invece, la Commissione dovrebbe valutare cosa e dove ridurre sul territorio nazionale senza togliere alle nostre Forze armate la possibilità di addestrarsi. Personalmente ritengo che la chiusura di alcuni poligoni, da Capo Teulada a Cellina Meduna in Friuli, debba dipendere in primis da questa valutazione preliminare di carattere globale.
  Detto questo, io non ho le conoscenze per poter stabilire se un poligono debba chiudere o no. Ribadisco che a mio avviso vi sono due aspetti amministrativi e legislativi che emergono nella loro importanza e a cui la Commissione potrebbe dare un seguito, anche se non immediato, a latere dell'indagine conoscitiva.
  I primi riguardano l'interlocuzione fra le autorità locali e il Governo o il Ministero della difesa. Su questi la Commissione potrebbe fare proprie tutte o in parte le richieste dei sindaci, approfondendole indipendentemente dall'indagine conoscitiva e magari offrendo soluzioni che fin da ora, a prescindere dall'accompagnamento o dal risarcimento, possano venire incontro alle esigenze della popolazione.
  A me che ho comandato sembra un'evoluzione naturale – qualcuno dirà che sbaglio – che avendo Forze armate di centocinquanta mila uomini, nel momento in cui i processi di simulazione saranno ancora più spinti si allarghi la finestra di chiusura rispetto al periodo addestrativo. Non so in che termini di tempo, ma Pag. 16sicuramente sarebbe positivo. Mi impegnerò dunque affinché si possa avviare un percorso di analisi di quello che i sindaci stanno chiedendo indipendentemente dall'indagine conoscitiva.
  Per quanto riguarda gli interventi legislativi, io ho presentato un ordine del giorno sulla zona franca. Come sanno bene persone che del Parlamento sono più esperte di me, un ordine del giorno o una mozione non si nega a nessuno. Per tale ragione chiedo fin d'ora il supporto di tutte le componenti politiche affinché condividano tale iniziativa e rendano possibile tradurla in un'azione sul Governo tempestiva e concreta, in maniera tale da allargare questa zona franca. Tenuto conto, per altro, dell'evoluzione, parziale, totale o rallentata che sia, che dovrebbe portare all'abolizione delle province, mi sembra che questo rientri in un contesto in cui la delimitazione geografica attuale non abbia in prospettiva più senso di esistere.
  Il secondo intervento legislativo che ritengo possa essere preso in esame anche dalla Commissione riguarda la questione delle imprese. Non so se sia possibile fare qualcosa di più vista la delimitazione che proviene dalle numerose normative, ma il fatto di stabilire che nelle zone soggette a servitù militari particolarmente restrittive i comandi militari debbano rivolgersi per prima cosa a ditte locali è un punto essenziale. Ve lo dice chi per comprare il pane faceva una gara che veniva vinta evidentemente da Carbonia anziché da Sant'Anna Arresi o da Teulada.
  Come ripeto, non so quanto sia possibile intervenire a normativa vigente, ma ritengo che su questo punto si giochi una grossa partita poiché, indipendentemente dalla chiusura del poligono, le comunità locali potrebbero rivedere le proprie modulazioni di impresa e di espressione sulla base della tipologia di lavori o servizi che si effettuano all'interno della base.
  Concludo dicendo di aver trovato interessante quanto è stato detto. Infine, non voglio fare pubblicità a nessuno per cui non citerò né il paese né la cantina, ma esiste un ottimo vino in quella zona che ha tre tipologie: Buio, Buio Buio e Buio Buio Buio.
  Speriamo che dopo questa audizione ci sia la luce.

  PRESIDENTE. Ringrazio l'onorevole Artini e gli altri colleghi che hanno rinunciato a svolgere i propri interventi per consentire ai sindaci di poter rispondere ai quesiti posti.
  Do ora la parola ai nostri ospiti per la replica.

  ANDREA CINUS, Assessore alle attività produttive del comune di Teulada. Buonasera a tutti. Ringrazio la Commissione. Io porto alla vostra attenzione la grande preoccupazione degli allevatori in couso all'interno della base militare per via dell'indagine in corso. Queste aziende stanno morendo due volte. Oltre alla crisi, la diffusione delle notizie relative all'inchiesta le sta privando del mercato.
  Vorrei che ci fosse chiarezza perché altrimenti aggiungiamo fame alla fame. Il messaggio di quelle imprese è chiaro. Il territorio ha già subito, non serve ripeterlo. Se alla fame si aggiungerà altra fame, tali aziende saranno disposte a tutto e non abbasseranno la guardia. Io sono del parere che non bisognerebbe dare alcun riconoscimento, ma che lo Stato dovrebbe riconoscere lo stipendio a tutti quelli che hanno ancora il coraggio di abitare a Teulada.

  LUCIANO MARICA, Consigliere del comune di Sant'Anna Arresi. Io vengo dal mondo della pesca e rappresento i pescatori del Sulcis-Iglesiente. Da quando si è diffusa la notizia dell'inchiesta i nostri pesci non vengono più venduti. Per questo vi pregherei di fare immediatamente analisi marine e dire alla stampa se c’è qualcosa o se non c’è niente. Così staremo più tranquilli.
  Vorrei dire un'altra cosa a proposito del poligono di Capo Teulada. Io sono l'unico su 1.300 pescatori a volerlo chiudere. Per gli altri rappresenta un posto di lavoro. Solo io su 1.300 voglio che chiuda. Pag. 17Volevo precisarlo di fronte a tutti. È per via degli indennizzi; siamo disoccupati, non c’è niente. Nel Sulcis c’è la fame. Torno a ripetere che io vorrei che si facessero le analisi marine per verificare se il pesce si può vendere. Visto che però dal 2012 non vengono pagati gli indennizzi, oggi vorrei portare a casa un risultato, se possibile. Quando arriveranno ?
  Ho stretto la mano al generale Tozzi e ho promesso che aspetterò fino al 28 febbraio. Il primo marzo, però, saremo in campo e non lasceremo fare nemmeno una esercitazione. L'onorevole Cicu e il generale lo sanno. Quello che dico faccio.

  DANIELE SERRA, Sindaco del comune di Teulada. Cercherò di essere velocissimo, pur provando a rispondere almeno alle domande principali.
  Per quanto riguarda la volontà di Teulada circa il poligono, a noi dispiace molto, onorevole Scanu, che quella relazione sia rimasta lettera morta perché indicava una strada. Mi chiedo però come possa una relazione del Senato votata all'unanimità venire poi abbandonata a se stessa. Noi abbiamo difficoltà a intervenire. Vogliamo sapere cosa dobbiamo fare. E se il Ministro decidesse che la base non deve essere dismessa ? Vogliamo sapere esattamente quale sarà il nostro futuro.
  Noi abbiamo un'idea di come vorremmo quella zona tra trent'anni, ma sono convinto, purtroppo, che domani mattina la base militare ci sarà ancora. Vorrei poter dire ai miei concittadini che quell'area darà ricchezza, anche e soprattutto con attività civili legate, ad esempio, all'ambiente o al turismo. Io ho questa prospettiva. Ma con gli strumenti che abbiamo a disposizione oggi dobbiamo affrontare le emergenze e dare risposte immediate ai nostri concittadini. È chiaro che vorrei vedere esplodere l'area dal punto di vista turistico, ma è altrettanto vero che c’è un vincolo che non lo consente.
  L'onorevole Piras mi chiedeva un bilancio. Ebbene, il bilancio è negativo nel senso che si tratta di una zona che non ha reso quanto aree libere dal poligono come Villasimius o Pula. Me ne rendo conto, ma devo fronteggiare l'emergenza. Quando so che ci sono solo ventotto operai civili in quella base, penso che avrebbero potuto essere di più perché devo dare delle risposte. Per questo nel documento che presento chiedo alcune cose nell'immediato.
  Possiamo anche fare ragionamenti differenti, ma mi dispiace che la risoluzione sia rimasta lettera morta. Progetti ne abbiamo e siamo in condizione di metterli in campo. Un esempio per tutti è la valorizzazione dell'ambiente.
  Vogliamo realizzare dei musei del Mediterraneo affinché siano salvaguardate le nostre valenze turistiche.

  PAOLO DESSÌ, Sindaco del comune di Sant'Anna Arresi. Grazie. Vorrei scusarmi per avervi richiamato al vostro ruolo, onorevole Cicu. Non intendevo riferirmi alla Commissione perché conosco bene la procedura. Ha centrato il punto l'onorevole Rossi. Volevo intendere il ruolo che avete per portare a casa degli strumenti.
  Rispondo subito all'onorevole Corda sulla questione dei media. Concordo con quanto ha detto il pescatore poco fa. I media sono importanti non per un rituale politico. Qui si gioca sulla pelle delle persone. Se c’è un'indagine dobbiamo averne pienamente coscienza. Non si scherza né con la vita né con la possibilità di distruggere un territorio già martoriato. Questo era il significato delle mie parole, e mi fermo qui solo per ragioni di tempo.
  Passo alla domanda sull'opportunità o meno della dismissione. Onorevole Scanu, me lo dica lei. La Commissione di inchiesta indica la strada della dismissione e invece siamo ancora lì. Il ruolo del legislatore non è quello del sindaco. Io faccio il sindaco. Siete voi a dovermi dire se quel poligono deve rimanere oppure no. Ha detto bene l'onorevole Rossi. È il Ministero della difesa, è l'Italia a dover dire se quel poligono resta o se ne va. Non permettetevi più di dire ai sindaci che cosa vogliono Pag. 18per quel territorio ! Io quel territorio lo voglio gestire nella certezza e non nella precarietà.
  Ministri di destra e di sinistra sono venuti e hanno sottoscritto. Sono quattordici anni che vengo in pellegrinaggio a Roma pagandomi il biglietto per andare da un ministro che è stato eletto prospettando la dismissione delle servitù a Teulada, ma che poi quando incontra il sindaco di Sant'Anna Arresi o di Teulada dice che non si può parlare di dismissione e che servono accordi per andare avanti.
  Quando in questo Parlamento arrivano persone che cambiano idea ogni giorno, noi sindaci siamo in campo per difendere il nostro territorio e non permetto a nessuno, né di destra né di sinistra, di farmi queste domande.

  GIAN PIERO SCANU. Non si permetta Lei !

  PAOLO DESSÌ, Sindaco del Comune di Sant'Anna Arresi. Non chiamatemi in audizione allora.

  GIAN PIERO SCANU. No. Non venga in audizione !

  PAOLO DESSÌ, Sindaco del Comune di Sant'Anna Arresi. Non può pormi una domanda secca in quei termini. Non Glielo permetto. Io ho la miseria da gestire. La Sua domanda non mi piace. Se il sindaco di Teulada sta ragionando con un documento su come interagire con quel poligono è perché sa benissimo che non è nella sua disponibilità la dismissione. Non potete giocare sulla pelle delle persone.
  Chiedo scusa, presidente.
  Dovete dirci in maniera concreta cosa fare. Abbiamo portato alcune testimonianze significative sul nostro territorio e non permetto a nessuno di dire che non ha prospettive. A differenza della Maddalena quella è un'area vergine. Se avrete la pazienza di leggere i progetti del mio comune – ma sono sicuro che ne ha anche Teulada –, vi renderete conto della valenza di quel territorio dal punto di vista ambientale e di quali sono le proposte per i siti di interesse comunitario e tutti gli altri percorsi naturalistici di fruizione del territorio.
  L'altra questione importante che a me interessa in questo momento è avere risposte. La dignità di chi lavora non è l'indennizzo. Se c’è una legge va rispettata. Il comune di Sant'Anna Arresi non ha un solo chilometro all'interno del poligono; secondo la legge deve essere risarcito per un chilometro e mezzo mentre la sua popolazione subisce il 99 per cento del carico delle esercitazioni e del transito dei mezzi in entrata e uscita dal poligono, ma non è stata spesa una lira per le infrastrutture.
  I nostri figli vanno a scuola a Carbonia e fanno quaranta chilometri dietro le colonne dei militari. Le nostre strade sono martoriate, ma io non ho una risorsa per sistemare la viabilità o un marciapiede e tutelare la qualità della vita nel mio territorio. La questione non è se voglio o non voglio il poligono. Sono altre le risposte che voglio avere d'ora in poi per quanto mi rimane da gestire riguardo la questione delle servitù militari. Se il poligono andrà via, abbiamo i progetti da insediare.
  Con riguardo alle bonifiche, devo dare atto all'onorevole Cicu che erano partite e che erano state spese delle risorse. Io non so chi e perché le ha fermate, ma vanno continuate perché quando i militari andranno via lo Stato dovrà risarcirci il gap e il ritardo nello sviluppo del territorio. Non si tratta di un indennizzo, ma di un gap vero e proprio perché una generazione ha perso lo sviluppo di quel territorio per via del poligono.
  Teulada ha ventiquattro operai in quel poligono, io nemmeno uno. Nel mio territorio dal 1950 a oggi la popolazione è quasi raddoppiata e il poligono non c'entra niente. C'entra l'aver sfruttato tutte le opportunità di valenza turistica e non c’è una che dipenda dalla presenza della base. Ecco la sinergia. Io non voglio la base. Ci ha già provato Soru a farmi questa domanda e gli è andata male.Pag. 19
  Chiedo scusa al presidente e ai commissari, ma non tollero che su questi argomenti si metta in discussione il mio pensiero.

  PRESIDENTE. Accettiamo le scuse che sono dovute per il rispetto che la Commissione ha per i soggetti auditi, rispetto che naturalmente la Commissione pretende, per il suo ruolo, dalle persone che partecipano con le sue regole allo svolgimento dell'attività ricognitiva.
  Ringrazio gli intervenuti e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 15.35.