XVII Legislatura

III Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 8 di Martedì 8 aprile 2014

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Marazziti Mario , Presidente ... 2 

Audizione del presidente del Comitato interministeriale per i diritti umani, Ministro plenipotenziario Gian Ludovico de Martino (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento):
Marazziti Mario , Presidente ... 2 
De Martino Gian Ludovico , Presidente del Comitato interministeriale per i diritti umani ... 2 
Marazziti Mario , Presidente ... 3 
De Martino Gian Ludovico , Presidente del Comitato interministeriale per i diritti umani ... 3 
Marazziti Mario , Presidente ... 4 
Locatelli Pia Elda (Misto-PSI-PLI)  ... 4 
Marazziti Mario , Presidente ... 5 
Kyenge Cécile (PD)  ... 5 
Marazziti Mario , Presidente ... 6 
De Martino Gian Ludovico , Presidente del Comitato interministeriale per i diritti umani ... 6 
Marazziti Mario , Presidente ... 6 
De Martino Gian Ludovico , Presidente del Comitato interministeriale per i diritti umani ... 6 
Marazziti Mario , Presidente ... 7 
De Martino Gian Ludovico , Presidente del Comitato interministeriale per i diritti umani ... 7 
Locatelli Pia Elda (Misto-PSI-PLI)  ... 7 
Marazziti Mario , Presidente ... 8 
De Martino Gian Ludovico , Presidente del Comitato interministeriale per i diritti umani ... 8 
Marazziti Mario , Presidente ... 8

Sigle dei gruppi parlamentari:
Partito Democratico: PD;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Il Popolo della Libertà - Berlusconi Presidente: FI-PdL;
Scelta Civica per l'Italia: SCpI;
Sinistra Ecologia Libertà: SEL;
Nuovo Centro-destra: NCD;
Lega Nord e Autonomie: LNA;
Per l'Italia (PI);
Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale: (FdI-AN);
Misto: Misto;
Misto-MAIE-Movimento Associativo italiani all'estero-Alleanza per l'Italia: Misto-MAIE-ApI;
Misto-Centro Democratico: Misto-CD;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) - Liberali per l'Italia (PLI): Misto-PSI-PLI.

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE MARIO MARAZZITI

  La seduta comincia alle 10.20.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione del presidente del Comitato interministeriale per i diritti umani, Ministro plenipotenziario Gian Ludovico de Martino.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del presidente del Comitato interministeriale per i diritti umani (CIDU), il ministro plenipotenziario Gian Ludovico de Martino, che saluto e ringrazio per la sua partecipazione ai lavori di questo Comitato.
  Il ministro è accompagnato dalla dottoressa Stefania Dall'Oglio, segretario generale del CIDU, dal consigliere d'ambasciata Pierfrancesco De Cerchio, dal consigliere Luca Zilioli, dalla professoressa Cristina Carletti, dall'avvocato Maja Bova e dall'avvocato Silvia Dodero.
  Prima di dare la parola al nostro ospite, sottolineo che con questa audizione il nostro Comitato riprende il consueto e assiduo rapporto con il Comitato interministeriale, dopo la sua ricostituzione. Ricordo, infatti, che nel corso della passata legislatura sono stati auditi per ben quattro volte i predecessori del ministro de Martino, Valentino Simonetti e Diego Brasioli.
  Ricordo altresì che, come già segnalato nella precedente comunicazione sulle missioni svolte, è in corso la preparazione della Revisione periodica universale che interessa il nostro Paese e che, pertanto, vorremmo avere al riguardo informazioni dal ministro De Martino, in particolare sul ruolo che può avere il Parlamento in tale processo, oltre che nel fare il passo decisivo per avviare la Commissione nazionale indipendente sui diritti umani.
  Do la parola al ministro de Martino, per lo svolgimento della sua relazione.

  GIAN LUDOVICO DE MARTINO, Presidente del Comitato interministeriale per i diritti umani. La ringrazio, presidente. Spero che questo sia il primo di più incontri che avremo prima della definizione del nostro rapporto nazionale per l’Universal Periodical Review (UPR) secondo ciclo.
  Innanzitutto, vorrei brevemente illustrare il lavoro che è stato svolto finora da parte del Comitato. Il 15 luglio abbiamo la scadenza per la presentazione del rapporto nazionale. In vista di questa scadenza, già dallo scorso anno, anche prima della ricostituzione formale del Comitato, che era stato soppresso nel 2012 e poi ricostituito nel settembre dell'anno scorso, si è lavorato a livello di gruppo di lavoro per preparare una prima stesura di bozza del rapporto nazionale.
  L'abbiamo fatto prendendo in considerazione il complesso delle raccomandazioni a suo tempo formulate in sede di UPR primo ciclo e accettate dall'Italia, e quindi facendo una verifica con tutte le amministrazioni e gli enti interessati sugli adempimenti intervenuti in questi quasi quattro anni, in espletamento degli impegni che in quella sede l'Italia aveva assunto.Pag. 3
  Abbiamo previsto una consultazione con la società civile. Il primo incontro sarà il 17 aprile. Nella stessa data dovremmo avere anche un'audizione al Senato, la seconda su questo tema. Una volta che avremo un testo quasi perfezionato (probabilmente questo avverrà entro la prima metà di maggio), lo metteremo anche on line sul sito del CIDU, con la possibilità, per i cittadini, per le ONG e per i rappresentanti della società civile che lo volessero, di presentare loro osservazioni e commenti sul rapporto.
  Bisogna tenere conto che il rapporto deve rispondere a criteri molto stringenti. Ad esempio, non può superare le 20 pagine, il che naturalmente comporta uno sforzo di sintesi notevole, se si considera che le raccomandazioni alle quali dobbiamo rispondere sono più di 90, comprese alcune che vennero a suo tempo respinte, ma alle quali abbiamo comunque dato corso in questi ultimi tempi.

  PRESIDENTE. Ministro, ha pensato di scriverlo in corpo 6, anziché in corpo 12 ?

  GIAN LUDOVICO DE MARTINO, Presidente del Comitato interministeriale per i diritti umani. Abbiamo provato in tutti i modi. Credo che siamo al corpo 10 adesso, ma credo che oltre quello occorra la lente di ingrandimento.
  In questa fase abbiamo quasi ultimato l'acquisizione da parte delle varie amministrazioni dei loro commenti. Il 7 e 8 maggio è inoltre prevista una mia missione a Ginevra, dove incontrerò i rappresentanti dei Paesi della trojka che sarà incaricata del nostro esame: Irlanda, Etiopia ed ex Repubblica jugoslava di Macedonia. Incontrerò anche il Vice Alto Commissario per i diritti umani, funzionari dell'ufficio dell'Alto commissario e ONG attive nel processo, per sentire qual è il loro orientamento e per cercare di evidenziare altre criticità che dovessero manifestarsi in sede di esame.
  Come lavoro preliminare, abbiamo effettuato un'analisi di come altri Paesi hanno condotto l'esercizio in questo ciclo, per vedere in che modo hanno strutturato il loro rapporto.
  Per quanto riguarda il rapporto, noi abbiamo mandato elettronicamente una copia di questa bozza, che, come avrete notato, è in parte in inglese e in parte in italiano, perché una parte dei contributi sono arrivati direttamente in inglese e altri in italiano. Ovviamente noi provvederemo a tradurre il tutto sia in italiano che in inglese, anche perché lo metteremo on line innanzitutto in italiano, per acquisire i commenti e i suggerimenti della società civile.
  Nelle parti 1 e 2 del rapporto, che sono ancora embrionali nella loro redazione, quello che vorremmo mettere in evidenza sono soprattutto le risorse che l'Italia in questi anni ha dedicato specificatamente all'attuazione di impegni assunti in tema di diritti umani, in termini finanziari, in termini di risorse umane impiegate nel settore e, innanzitutto, in termini di numero di beneficiari.
  Questo è un esercizio che speriamo di concludere prossimamente, ricevendo dalle amministrazioni che abbiamo interpellato tutti i dati in loro possesso.
  Abbiamo inoltre avviato un'analisi dei rapporti-ombra che sono stati già predisposti da più organizzazioni non governative, per vedere in che modo questi rapporti si possono raffrontare alle nostre considerazioni. Questo è un lavoro abbastanza complesso, che speriamo di completare entro il mese di maggio.
  Per darvi un'idea della sintesi già effettuata, dico solo che il materiale che ci è pervenuto dagli enti interpellati supera le 150 pagine e che l'analisi sinottica comprende circa 160 pagine di materiale. In questo momento stiamo lavorando per individuare fili conduttori ed eventuali criticità, sulle quali dobbiamo essere in grado, da un lato, di avere elementi di risposta e, dall'altro, di esercitare una funzione di stimolo, per quanto possibile, affinché, in previsione di scadenze che riguardano il nostro adempimento a impegni sui diritti umani, vengano presi i provvedimenti. Mi riferisco sia ai provvedimenti attuativi di disposizioni che hanno Pag. 4già preso forma di provvedimenti legislativi sia all'attuazione normativa, sulla quale siamo ancora carenti.
  Rispetto al primo ciclo, durante il quale noi accettammo 78 raccomandazioni, ne accettammo parzialmente due e ne respingemmo dodici, da una prima analisi che abbiamo effettuato emerge un «tasso di attuazione» che si avvicina al 90 per cento. Tra queste, abbiamo anche delle raccomandazioni che vennero respinte, ma che poi in effetti sono state attuate o sono in corso di attuazione. Lo si vede da questo elenco tematico, dove in colore lilla sono segnate le raccomandazioni respinte ma attuate. Abbiamo ancora un certo numero di raccomandazioni sulle quali siamo in attesa di elementi.
  Abbiamo diviso le raccomandazioni per argomenti tematici: immigranti, asilo, rom e minoranze, razzismo e xenofobia, minori, tratta, ratifiche di convenzioni, istituzione di una Commissione nazionale indipendente, giustizia, libertà di espressione, discriminazioni di genere, formazione in materia di diritti umani, rafforzamento dell'Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali (UNAR), libertà di religione, minoranza slovena, aiuti allo sviluppo, coinvolgimento della società civile, piano nazionale sui diritti umani, documenti di identità e inquinamento.
  Questi sono i temi che erano stati oggetto di raccomandazioni nella UPR primo ciclo. Come dicevo, abbiamo quasi completato l'opera di acquisizione di elementi sul seguito dato a queste raccomandazioni.
  Invece, per quanto riguarda la bozza di rapporto nazionale, abbiamo già acquisito una parte delle informazioni relative all'impegno finanziario, ma su questo speriamo di ricevere presto altri elementi e anche una descrizione più dettagliata di alcune delle iniziative che sono state condotte.
  Per quanto riguarda questo rapporto, ovviamente saremo molto grati al Comitato permanente per tutti i suggerimenti e i commenti che riceveremo. Ci sono soprattutto due temi sui quali saremmo molto lieti di ricevere indicazioni. È intervenuto un certo numero di ratifiche, come si può vedere al punto 2 della bozza di rapporto. Per noi sarebbe molto importante conoscere il vostro avviso su quali sono stati, tra queste ratifiche, i provvedimenti di legge più importanti afferenti i diritti umani approvati dal Parlamento.
  Riguardo al punto 6, recante «Progetti per migliorare la situazione dei diritti umani in Italia», vorremmo sapere quali sono, a vostro avviso, i più significativi provvedimenti di legge che sono attualmente all'esame del Parlamento, per darci una prospettiva futura, anche da menzionare nel nostro rapporto nazionale. Questi sarebbero due temi sui quali vorrei attirare in particolare l'attenzione.
  Siamo a disposizione per ulteriori richieste.

  PRESIDENTE. Grazie, ministro de Martino. Se qualcuno della vostra nutrita delegazione volesse aggiungere qualcosa, può farlo.
  Do la parola ai colleghi che intendono intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  PIA ELDA LOCATELLI. Grazie per il lavoro che state facendo.
  Quando lo Stato italiano ha predisposto il rapporto per il Committee on the elimination of discrimination against women (CEDAW), come donne ci siamo organizzati e abbiamo fatto un solo shadow report, seppure immenso. Ci eravamo coordinate fra di noi, guidate dalla giurista Barbara Spinelli e da un gruppo di giuriste, e avevamo cercato di fare questo lavoro che forse voi state facendo con tante fonti diverse.
  Siccome lei ha parlato di vari rapporti-ombra, vorrei avere notizia di questa pluralità di attori che scrivono questi rapporti-ombra, forse senza fare un lavoro di raccordo fra di loro.
  Per quanto riguarda invece la sua richiesta di suggerimento sul punto 2 e sul punto 6, io non vedo qui indicata la ratifica della Convenzione di Istanbul, che si riferisce al tema della violenza sulle Pag. 5donne con un approccio olistico, che prevede la punizione ma anche la prevenzione e la protezione dei diritti delle donne. Magari l'avete messo e io non l'ho visto. Se c’è, ne sono ben contenta, anche perché, protocollo opzionale del CEDAW a parte, siamo stati i quinti ad approvare la Convenzione di Istanbul, che deve essere ancora approvata da tanti Paesi che fanno parte del Consiglio di Europa.
  In riferimento al punto 6, io credo che forse il maggior problema che noi abbiamo in tema di non rispetto dei diritti umani in Italia è la situazione carceraria. Forse è il maggior problema, ma magari ce ne sono altri che io conosco meno. Si è fatta un po’ di attività legislativa in Parlamento, magari sotto forma di decreti, per cercare di trovare soluzioni per alleggerire la situazione carceraria, anche attraverso pene alternative al carcere.
  C’è stato poi il bellissimo messaggio del nostro Presidente alle Camere su questo tema. Io darei questa indicazione.

  PRESIDENTE. Io vorrei aggiungere a quanto detto dalla collega Locatelli che, dal momento che i rapporti-ombra esistono e vengono presi in considerazione con serietà, a questo punto mi chiedo se non converrebbe addirittura ribaltare la cosa e fare voi una griglia, in modo che gli stessi soggetti possano fornire materiale in base a una serie di domande. Le risposte sarebbero in questo modo più omogenee e quindi più utili a tutti. Magari si potrebbe lasciare uno spazio per una considerazione specifica che il soggetto vuole esprimere.
  Sulla parte dei diritti, a titolo informativo, vi informo che ci sono delle proposte di legge e c’è la richiesta dell'istituzione di una Commissione parlamentare di indagine su tutti i centri di accoglienza per gli immigrati, che non sappiamo se verrà calendarizzata. Noi stiamo chiedendo di calendarizzarla, e la richiesta è lì dal 4 ottobre. È un elemento che tocca uno dei punti forse più sofferenti, assieme al discorso del carcere che citava la collega.
  In terzo luogo, penso che l'Italia sia molto in ritardo nell'attuazione di pratiche positive rispetto all'integrazione dei rom. La rete proattiva (non solo contenitiva) del problema è abbastanza debole. Questo, secondo me, è un terreno che potrebbe essere messo a fuoco.
  Noi abbiamo bisogno di suggerimenti molto concreti e pratici da parte vostra, come CIDU, per la costituzione dell'autorità indipendente. Pensiamo che dovremmo riuscire a non entrare nel semestre europeo, o perlomeno a non uscirne, senza averla costituita, e a non passare l'esame periodico sull'Italia senza questo.
  Sul problema della commissione nazionale noi abbiamo qualche idea. Bisogna pensare a qualcosa di molto leggero, che possa permetterci di partire subito. Potremmo vedere, anche in maniera informale, i vecchi progetti esistenti, e con un pettine fitto scremarli di quello che riteniamo non verosimile nelle circostanze attuali, per arrivare a una proposta condivisa che come Governo e come Parlamento potremmo rapidamente spingere, per fare il minimo ma efficace passo nella direzione giusta.
  Vi chiedo, inoltre, se avete un elenco di ratifiche ancora non adempiute da parte del Parlamento che, secondo voi, tra le tante che ci arrivano, avrebbero un carattere prioritario.

  CÉCILE KYENGE. Vorrei solo segnalare un documento che potrebbe essere utile. Mi riferisco alla proposta di legge sull'abrogazione di tutte le norme discriminatorie nel nostro ordinamento. Credo che questo possa essere un materiale utile per voi, che potreste sostenere questa proposta.
  È un lavoro che era stato fatto durante il mio mandato al Governo. Attualmente è stato presentato come proposta di legge e comprende tutte le norme discriminatorie che sono all'interno del nostro ordinamento.
  Questo è uno degli obiettivi principali, se noi vogliamo combattere le discriminazioni. Questa proposta dovrebbe essere sostenuta. Vi possiamo mandare il materiale. È stato presentato un mese fa e contiene veramente tutte le norme in tutti Pag. 6i settori che possono discriminare le persone. Lo dico a titolo informativo. Noi ve lo possiamo far avere.

  PRESIDENTE. È un bellissimo lavoro avviato dalla struttura allora guidata dall'onorevole Kyenge. Io credo che possa diventare un elemento in più di grande qualità.

  GIAN LUDOVICO DE MARTINO, Presidente del Comitato interministeriale per i diritti umani. Comincio dall'intervento dell'onorevole Kyenge. Saremmo molto grati di ricevere questa proposta e tutto il materiale.
  Per quanto riguarda la questione degli accordi non ratificati, vi possiamo fare avere una lista. Uno degli esercizi che abbiamo avviato nel quadro della revisione periodica è proprio una ricognizione, con tutte le amministrazioni competenti, di provvedimenti di cui erano a conoscenza che ancora non erano stati da noi ratificati. Questo è un lavoro che stiamo per completare. Spero di potervi mandare una copia, con un'indicazione di quelle che sono...

  PRESIDENTE. Ponderata ?

  GIAN LUDOVICO DE MARTINO, Presidente del Comitato interministeriale per i diritti umani. Ponderata in funzione delle raccomandazioni che abbiamo accettato nel 2010.
  Per quanto riguarda i rapporti-ombra, noi stiamo facendo una griglia, superando anche alcune difficoltà tecniche. Invece di numerare le raccomandazioni secondo la numerazione che viene adottata in sede di UPR, la griglia cui si attengono le organizzazioni non governative, fornita dall'Alto Commissario, segue un'altra numerazione. È una cosa che farò presente a Ginevra, anche per semplificarci la vita.
  Abbiamo fatto un lavoro di formattazione secondo l'originale di tutto questo. Stiamo compattando tutte le osservazioni che sono state formulate nei rapporti-ombra in funzione delle varie raccomandazioni e speriamo di concludere questo lavoro tra un paio di settimane. È un lavoro abbastanza complicato. Una volta che l'avremo, lo renderemo disponibile.
  Tra l'altro, i rapporti-ombra si attengono a uno schema fisso, anche se alcuni, invece di seguire lo schema fisso, che sarebbe un formato Excel abbastanza facile da rielaborare, hanno pensato di seguire altri sistemi. Abbiamo un ulteriore problema redazionale. A prescindere da questo, ci stiamo lavorando.
  Per quanto riguarda la questione del trattamento dei rom, è un argomento sul quale stiamo acquisendo ulteriori informazioni. Nei prossimi mesi, prima della consegna del nostro rapporto, che deve avvenire entro il 15 luglio, nel quadro della UPR di cui siamo oggetto e in considerazione del semestre di presidenza dell'Unione europea, per temi sui quali ci sia una particolare criticità, ci proponiamo, come Comitato, di attirare, anche formalmente, l'attenzione dei competenti organi sull'opportunità di prendere, per quanto possibile, gli opportuni provvedimenti, per attuare impegni o sanare situazioni.
  Anche su questo tema, vi terremo informati. Stiamo preparando una lista di argomenti sui quali riteniamo sia realistico pensare di arrivare a soluzioni in tempi brevi.
  Per quanto riguarda la Commissione nazionale indipendente, sulla quale siamo inadempienti da molti anni, nel calcolo statistico che abbiamo fatto emerge che la maggior parte delle raccomandazioni si riferiscono proprio alla Commissione nazionale indipendente. Su questo tema saremmo ben lieti di avere un successivo incontro, per avere uno scambio di idee e vedere in che direzione si può andare, anche sulla base di una documentazione che stiamo raccogliendo sull'argomento.
  Rispondendo all'onorevole Locatelli, segnalo che la ratifica della Convenzione di Istanbul è stata inserita nella bozza. Quando incontreremo le ONG il 17 aprile, faremo loro presente questo problema relativo al format che stanno utilizzando e attireremo l'attenzione sull'utilità che avrebbe l'adozione dello stesso format, in Pag. 7modo che si possano confrontare più agevolmente le loro considerazioni rispetto alle nostre.
  Una delle ONG, il Comitato per la promozione e la protezione dei diritti umani, ha presentato un rapporto che raccoglie le osservazioni di una settantina di ONG. Abbiamo ricevuto quattro risposte individualmente e ne aspettiamo altre due di cui siamo a conoscenza. Anche questo è un tema che affronteremo il 17 aprile, proprio per evidenziare come per noi, se arrivano osservazioni che sono già state in qualche modo raccolte, è più facile continuare l'esercizio con speditezza.

  PRESIDENTE. Grazie, ministro. Vorrei aggiungere qualcosa. In primo luogo, vorrei capire se voi recepite l'osservazione dell'onorevole Locatelli sulla Convenzione di Istanbul capendo la passionalità con cui noi vi diciamo di provare a metterla più in evidenza. È stato il primo atto del Parlamento e della Camera dei deputati, approvato all'unanimità in un momento di grande fluidità del panorama politico italiano. In questo senso, penso che sia qualificante farla salire nell'evidenza.
  Aggiungo una piccola osservazione. Noi non siamo sotto indagine o sotto accusa su nulla rispetto agli anziani, ma io credo che, a livello internazionale e a livello nazionale, questo sia un tema estremamente significativo. Ormai siamo a casi molto diffusi di desistenza terapeutica e di problema culturale. Secondo me, prima tra noi mentalmente e poi come agenda di lavoro, dovremmo proporci di aiutare la nostra società a considerare che questo è un nuovo diritto umano disatteso. È un diritto di massa e non c’è percezione culturale. Peraltro, prima o poi in Italia si aprirà una stagione di dibattito sul problema del fine vita.
  Secondo me, non c’è una vasta percezione del problema, neanche in altra direzione. Al di là di casi clamorosi, che, come ha ricordato il Presidente Napolitano, pongono il problema di una maggiore attenzione al tema del fine vita, a livello di massa c’è un fenomeno di diritti disattesi, di case prese, di impossibilità a rimanere a casa propria da anziani quando si ha un problema, di cure non garantite e così via. Penso che si tratti di grandi numeri.
  Concludo sul problema della costituzione dell'autorità indipendente. Forse voi potete aiutare il nostro e il vostro lavoro analizzando quali modelli stranieri sono stati attuati, anche magari in forma non perfetta, ovvero che tipo di esperienze sono state accettate come valide, magari in itinere, in modo che possiamo attuare un modello iniziale, che poi possa evolversi e perfezionarsi nel tempo.

  GIAN LUDOVICO DE MARTINO, Presidente del Comitato interministeriale per i diritti umani. Senz'altro nel materiale che predisporremo sulla commissione nazionale indipendente, su cui stiamo raccogliendo elementi da tempo, avremo anche una sezione dedicata all'esperienza straniera.
  Vi vorrei menzionare un altro tema sul quale il Comitato ha lavorato negli ultimi mesi: il Piano donne, pace e sicurezza, in applicazione della risoluzione 1325. Il piano è stato completato; ora ne è in corso la traduzione in lingua inglese, perché dovrà essere inviato al Segretario generale delle Nazioni Unite, e sarà disponibile quanto prima. Possiamo già inviarne una copia elettronica in lingua italiana al Comitato, prima che ne venga completata la traduzione. Il piano sarà anche oggetto di un'iniziativa di presentazione che stiamo organizzando per l'autunno.

  PIA ELDA LOCATELLI. Sono molto contenta che abbia toccato questo tema, perché non molti Paesi hanno predisposto il piano inerente la risoluzione 1325 del Consiglio di sicurezza. Noi l'avevamo fatto. C'era soprattutto un aspetto importantissimo che veniva affrontato: la violenza nei conflitti. Questo va benissimo, però, siccome purtroppo la violenza c’è nei conflitti e fuori dai conflitti, continuo a pensare che il nostro piano debba includere il tema della violenza ma debba anche andare oltre. Infatti, il ruolo delle donne Pag. 8nella prevenzione, gestione e risoluzione dei conflitti va bene al di là del tema della violenza.
  Sono curiosissima di vedere questo nuovo piano e spero che l'ambito di intervento si sia allargato. Anche qui in Commissione abbiamo incontrato donne che ci hanno dato suggerimenti su questo tema. Spero che questi suggerimenti siano stati considerati anche in altre sedi e che il piano abbia una maggiore completezza. Con tutto il rispetto e la preoccupazione per il tema della violenza, ci sono tante altre possibilità che le donne hanno per contribuire a questi argomenti. Sono quindi curiosissima di vederlo.

  PRESIDENTE. Avviandoci alla conclusione del nostro incontro, vorrei mettere a parte il CIDU che questo Comitato e la Commissione esteri hanno un'azione piuttosto incisiva, non in chiave difensiva sui diritti umani in Italia, ma propositiva e proattiva su tutto il tema della pena di morte a livello internazionale e della lotta alla pena di morte, che è un tratto caratteristico dell'azione italiana in senso complessivo.
  Noi qui stiamo lavorando e favorendo amicizie interparlamentari e la nascita di gruppi parlamentari all'estero. Stiamo cercando di introdurre una nuova dimensione dentro la campagna mondiale contro la pena di morte, su cui gli italiani sono tra i soggetti più attivi a livello mondiale. Non ho idea della struttura del rapporto, ma è un dato qualificante l'azione italiana.
  In secondo luogo, noi siamo attivi anche sul tema delle persecuzioni religiose a livello planetario. Dentro questo tema, c’è un diritto umano che purtroppo in vari punti del mondo è fortemente disatteso. Non è parte della persecuzione religiosa, ma è parte della terribile guerra in Siria, è di adesso la notizia che è stato assassinato Frans Van der Lugt, un gesuita di 75 anni, che era l'ultimo prete rimasto ad Homs. È voluto rimanere a Homs per non lasciare gli ultimi 50 cristiani dei circa 90.000-100.000 che vivevano nella città vecchia di Homs fino a due anni fa. Per evitare che rimanesse l'ultimo argine possibile contro la scomparsa della presenza cristiana in quella città, Frans Van der Lugt è stato preso in casa sua e giustiziato. Questo ci ricorda quanto questi problemi siano forti.
  Ho citato questi due ultimi aspetti per sottolineare che un'azione del nostro Comitato ovviamente rientra nell'azione dell'Italia.

  GIAN LUDOVICO DE MARTINO, Presidente del Comitato interministeriale per i diritti umani. La ringrazio, presidente. Senz'altro evidenzieremo questi aspetti anche nella parte introduttiva del rapporto nazionale, per analizzare l'impegno dell'Italia nel suo complesso, andando oltre gli adempimenti e le raccomandazioni che a suo tempo ci vennero formulate.

  PRESIDENTE. Ringrazio tutti gli intervenuti e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 11.