XVII Legislatura

II Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 12 di Mercoledì 12 ottobre 2016

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Ferranti Donatella , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SULL'ATTUAZIONE DELLA LEGISLAZIONE IN MATERIA DI ADOZIONI ED AFFIDO

Audizione di Silvia Della Monica, Vice Presidente della Commissione per le adozioni internazionali.
Ferranti Donatella , Presidente ... 3 
Della Monica Silvia , Vice Presidente della Commissione per le adozioni internazionali ... 3 
Ferranti Donatella , Presidente ... 3 
Della Monica Silvia , Vice Presidente della Commissione per le adozioni internazionali ... 3 
Bonafede Alfonso (M5S)  ... 10 
Della Monica Silvia , Vice Presidente della Commissione per le adozioni internazionali ... 11 
Ferranti Donatella , Presidente ... 11 
Della Monica Silvia , Vice Presidente della Commissione per le adozioni internazionali ... 11 
Ferranti Donatella , Presidente ... 11 
Della Monica Silvia , Vice Presidente della Commissione per le adozioni internazionali ... 11 
Ferranti Donatella , Presidente ... 11 
Della Monica Silvia , Vice Presidente della Commissione per le adozioni internazionali ... 11 
Ferranti Donatella , Presidente ... 14 
Scagliusi Emanuele (M5S)  ... 14 
Bonafede Alfonso (M5S)  ... 15 
Della Monica Silvia , Vice Presidente della Commissione per le adozioni internazionali ... 15 
Scagliusi Emanuele (M5S)  ... 16 
Della Monica Silvia , Vice Presidente della Commissione per le adozioni internazionali ... 16 
Scagliusi Emanuele (M5S)  ... 16 
Della Monica Silvia , Vice Presidente della Commissione per le adozioni internazionali ... 16 
Ferranti Donatella , Presidente ... 17 
Della Monica Silvia , Vice Presidente della Commissione per le adozioni internazionali ... 17 
Ferranti Donatella , Presidente ... 17 
Della Monica Silvia , Vice Presidente della Commissione per le adozioni internazionali ... 17 
Ferranti Donatella , Presidente ... 17 
Della Monica Silvia , Vice Presidente della Commissione per le adozioni internazionali ... 17 
Ferranti Donatella , Presidente ... 17 
Della Monica Silvia , Vice Presidente della Commissione per le adozioni internazionali ... 17 
Ferranti Donatella , Presidente ... 17 
Della Monica Silvia , Vice Presidente della Commissione per le adozioni internazionali ... 17 
Pagano Alessandro (AP)  ... 17 
Ferranti Donatella , Presidente ... 17 
Della Monica Silvia , Vice Presidente della Commissione per le adozioni internazionali ... 17 
Ferranti Donatella , Presidente ... 17 
Della Monica Silvia , Vice Presidente della Commissione per le adozioni internazionali ... 17 
Ferranti Donatella , Presidente ... 17 
Della Monica Silvia , Vice Presidente della Commissione per le adozioni internazionali ... 17 
Scagliusi Emanuele (M5S)  ... 18 
Della Monica Silvia , Vice Presidente della Commissione per le adozioni internazionali ... 18 
Ferranti Donatella , Presidente ... 18 
Della Monica Silvia , Vice Presidente della Commissione per le adozioni internazionali ... 18 
Ferranti Donatella , Presidente ... 18 
Della Monica Silvia , Vice Presidente della Commissione per le adozioni internazionali ... 18 
Ferranti Donatella , Presidente ... 18 
Della Monica Silvia , Vice Presidente della Commissione per le adozioni internazionali ... 18 
Ferranti Donatella , Presidente ... 18 
Della Monica Silvia , Vice Presidente della Commissione per le adozioni internazionali ... 18 
Ferranti Donatella , Presidente ... 18 
Della Monica Silvia , Vice Presidente della Commissione per le adozioni internazionali ... 18 
Ferranti Donatella , Presidente ... 18 
Della Monica Silvia , Vice Presidente della Commissione per le adozioni internazionali ... 18 
Ferranti Donatella , Presidente ... 19 
Della Monica Silvia , Vice Presidente della Commissione per le adozioni internazionali ... 19 
Pagano Alessandro (AP)  ... 19 
Della Monica Silvia , Vice Presidente della Commissione per le adozioni internazionali ... 19 
Pagano Alessandro (AP)  ... 19 
Della Monica Silvia , Vice Presidente della Commissione per le adozioni internazionali ... 19 
Pagano Alessandro (AP)  ... 19 
Della Monica Silvia , Vice Presidente della Commissione per le adozioni internazionali ... 19 
Pagano Alessandro (AP)  ... 19 
Ferranti Donatella , Presidente ... 19 
Pagano Alessandro (AP)  ... 19 
Della Monica Silvia , Vice Presidente della Commissione per le adozioni internazionali ... 20 
Pagano Alessandro (AP)  ... 20 
Della Monica Silvia , Vice Presidente della Commissione per le adozioni internazionali ... 20 
Pagano Alessandro (AP)  ... 20 
Della Monica Silvia , Vice Presidente della Commissione per le adozioni internazionali ... 20 
Pagano Alessandro (AP)  ... 20 
Della Monica Silvia , Vice Presidente della Commissione per le adozioni internazionali ... 21 
Pagano Alessandro (AP)  ... 21 
Della Monica Silvia , Vice Presidente della Commissione per le adozioni internazionali ... 21 
Ferranti Donatella , Presidente ... 21 
Pagano Alessandro (AP)  ... 21 
Ferranti Donatella , Presidente ... 21 
Pagano Alessandro (AP)  ... 21 
Ferranti Donatella , Presidente ... 21 
Pagano Alessandro (AP)  ... 21 
Ferranti Donatella , Presidente ... 21 
Pagano Alessandro (AP)  ... 21 
Ferranti Donatella , Presidente ... 21 
Pagano Alessandro (AP)  ... 21 
Ferranti Donatella , Presidente ... 21 
Pagano Alessandro (AP)  ... 21 
Ferranti Donatella , Presidente ... 21 
Pagano Alessandro (AP)  ... 21 
Ferranti Donatella , Presidente ... 21 
Pagano Alessandro (AP)  ... 21 
Ferranti Donatella , Presidente ... 22 
Pagano Alessandro (AP)  ... 22 
Ferranti Donatella , Presidente ... 22 
Pagano Alessandro (AP)  ... 22 
Ferranti Donatella , Presidente ... 22 
Pagano Alessandro (AP)  ... 22 
Ferranti Donatella , Presidente ... 22 
Pagano Alessandro (AP)  ... 22 
Ferranti Donatella , Presidente ... 22 
Pinna Paola (PD)  ... 22 
Ferranti Donatella , Presidente ... 23 
Della Monica Silvia , Vice Presidente della Commissione per le adozioni internazionali ... 23 
Iori Vanna (PD)  ... 23 
Della Monica Silvia , Vice Presidente della Commissione per le adozioni internazionali ... 24 
Iori Vanna (PD)  ... 24 
Patriarca Edoardo (PD)  ... 24 
Scagliusi Emanuele (M5S)  ... 24 
Ferranti Donatella , Presidente ... 24 
Della Monica Silvia , Vice Presidente della Commissione per le adozioni internazionali ... 24 
Pagano Alessandro (AP)  ... 25 
Della Monica Silvia , Vice Presidente della Commissione per le adozioni internazionali ... 25 
Pagano Alessandro (AP)  ... 25 
Della Monica Silvia , Vice Presidente della Commissione per le adozioni internazionali ... 25 
Pagano Alessandro (AP)  ... 26 
Della Monica Silvia , Vice Presidente della Commissione per le adozioni internazionali ... 26 
Pagano Alessandro (AP)  ... 26 
Della Monica Silvia , Vice Presidente della Commissione per le adozioni internazionali ... 26 
Pagano Alessandro (AP)  ... 27 
Della Monica Silvia , Vice Presidente della Commissione per le adozioni internazionali ... 28 
Pagano Alessandro (AP)  ... 28 
Della Monica Silvia , Vice Presidente della Commissione per le adozioni internazionali ... 28 
Pagano Alessandro (AP)  ... 28 
Della Monica Silvia , Vice Presidente della Commissione per le adozioni internazionali ... 28 
Pagano Alessandro (AP)  ... 28 
Della Monica Silvia , Vice Presidente della Commissione per le adozioni internazionali ... 28 
Pagano Alessandro (AP)  ... 28 
Della Monica Silvia , Vice Presidente della Commissione per le adozioni internazionali ... 28 
Pagano Alessandro (AP)  ... 28 
Della Monica Silvia , Vice Presidente della Commissione per le adozioni internazionali ... 28 
Pagano Alessandro (AP)  ... 28 
Della Monica Silvia , Vice Presidente della Commissione per le adozioni internazionali ... 28 
Ferranti Donatella , Presidente ... 28 
Della Monica Silvia , Vice Presidente della Commissione per le adozioni internazionali ... 29 
Ferranti Donatella , Presidente ... 29

Sigle dei gruppi parlamentari:
Partito Democratico: PD;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Il Popolo della Libertà- Berlusconi Presidente: (FI-PdL);
Area Popolare (NCD-UDC): (AP);
Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà: SI-SEL;
Scelta Civica per l'Italia: (SCpI);
Lega Nord e Autonomie - Lega dei Popoli - Noi con Salvini: (LNA);
Democrazia Solidale-Centro Democratico: (DeS-CD);
Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale: (FdI-AN);
Misto: Misto;
Misto-Alleanza Liberalpopolare Autonomie ALA-MAIE-Movimento Associativo italiani all'Estero: Misto-ALA-MAIE;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) - Liberali per l'Italia (PLI): Misto-PSI-PLI;
Misto-Alternativa Libera-Possibile: Misto-AL-P;
Misto-Conservatori e Riformisti: Misto-CR;
Misto-USEI-IDEA (Unione Sudamericana Emigrati Italiani): Misto-USEI-IDEA;
Misto-FARE! - Pri: Misto-FARE! - Pri;
Misto-Movimento PPA-Moderati: Misto-M.PPA-Mod.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE
DONATELLA FERRANTI

  La seduta comincia alle 15.05.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione di Silvia Della Monica, Vice Presidente della Commissione per le adozioni internazionali.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sull'attuazione della legislazione in materia di adozioni ed affido, della senatrice Silvia Della Monica, Vice Presidente della Commissione per le adozioni internazionali.
  Questa è l'ultima audizione dell'indagine conoscitiva che abbiamo aperto sulla questione riguardante la disciplina delle adozioni.
  Ricordo che è già stata sentita sul punto la Ministra Boschi, presidente della Commissione per le adozioni internazionali (CAI). L'audizione di oggi verterà, su richiesta anche dei gruppi parlamentari, sul periodo precedente alla presidenza della Ministra Boschi e servirà anche ad acquisire eventuali proposte della senatrice Della Monica sulla normativa vigente in materia di adozioni.

  SILVIA DELLA MONICA, Vice Presidente della Commissione per le adozioni internazionali. Posso chiedere, presidente, quanto tempo ho a disposizione, per potermi regolare.

  PRESIDENTE. Noi abbiamo dedicato all'audizione un'ora. Ha sicuramente mezz'ora, poi credo che ci saranno delle domande. Fortunatamente, oggi abbiamo dei tempi agevoli, in quanto le votazioni inizieranno verso le 17.00, quindi abbiamo anche un po’ più di un'ora. Le darei adesso mezz'ora per consentire ai colleghi di rivolgerle delle domande.

  SILVIA DELLA MONICA, Vice Presidente della Commissione per le adozioni internazionali. Certo. Mi perdoneranno se sforerò di qualche minuto, ma cercherò di contenermi al massimo possibile, dovendo affrontare una serie di problematiche che riguardano ben due anni di attività.
  Innanzitutto, vorrei ringraziare la presidente Ferranti e loro tutti della Commissione, anche coloro che sono qui a sentire per partecipare a questo lavoro, che mi sembra molto importante. È una materia che riguarda i diritti fondamentali dei minori e come tale deve essere affrontata. Ci consente, sotto questo profilo, alcune valutazioni e alcuni interventi anche dal punto di vista propositivo della Commissione per le adozioni internazionali, che spero siano utili poi per i lavori successivi della Commissione giustizia.
  Ringrazio la presidente, innanzitutto, per avermi offerto una preziosa occasione per dare un contributo all'indagine conoscitiva della Commissione giustizia. In questo modo, credo che sarà possibile fare chiarezza su una serie di notizie e di affermazioni non corrette, che sono state veicolate in più sedi, anche autorevoli, come quella parlamentare di cui io ho grandissimo rispetto, in maniera strumentale e, da parte di alcuni, Pag. 4 con un esclusivo obiettivo di delegittimare l'azione della Commissione per le adozioni internazionali, anche per distogliere l'attenzione da fatti gravi e per contrastare una decisiva azione di legalità intrapresa in questi due anni, che ha prodotto, direi, un cambio di passo della Commissione adozioni internazionali, fortemente apprezzato, a partire dalle sedi internazionali, anche dalla stragrande maggioranza degli enti autorizzati e, soprattutto, dalle famiglie interessate all'adozione.
  Desidero far presente che io ritengo che la Commissione per le adozioni internazionali eserciti un'azione molto importante a carattere pubblico. La CAI deve esercitare una pienezza di funzioni a presidio pubblico a tutela dei diritti dei minori.
  Ho letto con molta attenzione le audizioni che sono state svolte. Ringrazio anche la presidente di avermele fatte avere. Naturalmente, con moltissimi sono in totale accordo. Mi riferisco, per esempio, alle audizioni del mondo dell'avvocatura in particolare. Ci sono proposte, che ho potuto leggere anche sul sito delle singole associazioni, come CamMiNo, per le camere minorili, che condivido pienamente, anche se non ritengo esaustive, poi magari potremo esaminarle. Penso, infatti, che ci siano anche alcuni aspetti di carattere penale che dovrebbero essere rivisti e rivisitati in una materia così delicata.
  Per quanto riguarda poi alcuni enti autorizzati, naturalmente, dispiace anche a me che si sia avuta una diversa presa di posizione da parte degli enti autorizzati. D'altra parte, la partenza della Commissione è stata proprio da un ente autorizzato sottoposto a un'indagine da parte della Commissione stessa e che ha colto l'occasione per portare avanti anche in questa sede una sistematica campagna di denigrazione e diffamazione della CAI.
  Vorrei chiarire una volta per tutte, perché è una cosa che sta creando varie problematiche, che io non ho nulla di personale nei confronti di nessun ente autorizzato e di nessun presidente di ente autorizzato. Io ho semplicemente da svolgere un lavoro istituzionale, rispetto al quale mi debbo porre in totale posizione di terzietà.
  Non sono io che ho determinato un'aggressione nei confronti dell'ente, ma sistematicamente, da due anni, subisco un'attenzione particolare, un'aggressione, che fino a questo momento ho tollerato da parte di enti e di altri non perché non volessi far rispettare la Commissione per le adozioni internazionali – tocca innanzitutto la CAI e il Governo, quest'opera di delegittimazione – ma perché avevo un compito molto importante da portare avanti, ed era quello di risolvere il problema delle adozioni nella Repubblica Democratica del Congo (RDC).
  Rispetto a questa posizione, ho ritenuto che il riserbo in questi casi fosse la risposta migliore da portare sul piatto della bilancia, soprattutto perché avevo da trattare nelle sedi internazionali e credo che fosse importante che l'autorità centrale mantenesse una sua posizione assolutamente terza.
  Desidero anche dire, però, che non si può andare avanti in questo modo e, perché la Commissione giustizia ne sia informata, vorrei far sapere che ho già depositato delle querele nelle sedi opportune e che ho dato mandato agli avvocati affinché sul buon nome della CAI e di chi ne è stato protagonista per averla presieduta per delega di funzioni, non per delega politica – la Ministra Boschi ha una delega totalmente diversa dalla mia, chiaramente – sia fatta chiarezza in relazione a questi casi, perché ci sono situazioni letteralmente inaccettabili.
  Mi chiedo davvero se sia la CAI, che ha cercato di portare avanti un'azione di totale chiarezza, trasparenza e, soprattutto, di sviluppo dell'azione internazionale, a essere in condizioni di essere accusata di non voler portare avanti la politica delle adozioni internazionali o se, invece, chi delegittima costantemente il Governo e le adozioni internazionali senza ragione, creando spesso delle situazioni del tutto false, non stia creando un gravissimo danno alle adozioni internazionali.
  Noi possiamo dire con un certo orgoglio che almeno fino al 2015, rispetto al panorama di tutti gli altri Paesi, siamo non soltanto il secondo Paese al mondo dopo gli Stati Uniti per numero di adozioni internazionali, ma soprattutto il Paese che ha Pag. 5subìto la diminuzione minore rispetto a tutti gli altri Paesi.
  La tutela dei diritti umani dei minori è il compito fondamentale a cui è preposta la Commissione, ed è stata perciò l'unica bussola dell'attività e dell'impegno fondamentale di questi due anni di lavoro attraverso cui si è qualificata l'azione della Commissione. Lo si è fatto perseguendo e garantendo in un campo così delicato la massima trasparenza, la massima legalità a ogni costo, esercitando tutti i poteri conferiti dalla legge: prima di tutto, il potere di vigilanza e controllo sistematico in Italia e all'estero sugli enti autorizzati, che in qualità di associazioni private autorizzate dallo Stato a operare nelle procedure adottive, espongono l'onorabilità e l'affidamento dello Stato italiano non solo nei confronti dei cittadini italiani che conferiscono loro l'incarico, ma, soprattutto, nei confronti dei Paesi stranieri, dei Paesi di origine in cui operano.
  Questa decisa presa di posizione ha consentito di far crescere la credibilità dell'Italia con le autorità straniere in materia di adozioni internazionali. L'operatività della Commissione è stata intensissima negli ultimi due anni, è stata pienamente garantita ed è tuttora in atto. Le procedure adottive sono pienamente operative, tutti i provvedimenti attesi vengono emessi ogni qualvolta se ne riscontra la legittimità, tutte le attività di competenza della Commissione sono state portate e vengono portate avanti strettamente secondo le procedure di legge.
  Visto che la presidente mi ha chiesto di fare un bilancio di questi due anni di lavoro, credo che si debba dire che in questo periodo si sono raggiunti dei risultati importantissimi. Tra questi, voglio citare innanzitutto il Congo e la Bielorussia.
  Prima di tutto, mi dedico alla risoluzione della crisi del Congo. Ricordo in estrema sintesi che la Repubblica Democratica del Congo, nel settembre 2013 ha sospeso il rilascio dei permessi di uscita dei minori adottati da famiglie straniere pur senza sospendere le procedure di adozione internazionale. La moratoria ha riguardato otto Paesi: Francia, Stati Uniti, Germania, Belgio, Gran Bretagna, Canada, Olanda e Italia. Noi avevamo una situazione molto complessa da affrontare, che concerneva oltre 1.500 procedure adottive, non solo quelle italiane, che erano circa 150.
  Non dimenticando l'arrivo a maggio 2014 dei primi 31 bambini, che avevano già conosciuto le famiglie, che si erano recate nell'RDC negli ultimi mesi del 2013, come conseguenza dello sblocco ottenuto grazie a una decisione umanitaria del Presidente Kabila, a seguito dell'intervento diretto del Presidente del Consiglio Renzi, determinante anche per gli altri Paesi, desidero far presente che l'Italia, unica tra tutti i Paesi interessanti, ha ottenuto il via libera dalla RDC per tutti i suoi bambini e li ha portati a casa prima di tutti gli altri Paesi.
  Questo risultato è stato possibile grazie a un lavoro senza sosta, portato avanti dalla CAI con le autorità congolesi, naturalmente non portato avanti in solitudine. Intendo dire che non voglio appropriarmi di un risultato anche politico e che imputo direttamente innanzitutto al Presidente del Consiglio dei ministri e, fino a che è stato Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, al Sottosegretario Delrio, perché tutte le decisioni sono state assunte in piena concordanza con l'autorità politica.
  Ho portato avanti il lavoro anche con il sostegno pieno della maggioranza degli enti operanti in RDC, a cui va un particolare ringraziamento, soprattutto a quegli enti che hanno dato una mano alla Commissione a portare a compimento, per la parte amministrativa che era residuale, 44 procedure adottive di un ente autorizzato, a cui per ragioni di carattere internazionale la Commissione ha ritenuto di dover limitare l'attività, prendendo in carico direttamente le procedure adottive.
  Tutto questo non è stato fatto in solitudine. Le famiglie interessate avevano revocato all'ente il mandato e lo avevano anche diffidato dall'interferire nelle loro attività in Congo relative ai minori. Naturalmente, il sostegno e la spinta delle famiglie sono stati di particolare importanza. Tutte le famiglie hanno dimostrato una capacità genitoriale straordinaria.
  Desidero ricordare che l'Italia ha avuto un ruolo determinante rispetto alle autorità Pag. 6 dell'RDC di costituire una commissione interministeriale, presieduta dal Ministro dell'interno, poiché al Ministro dell'interno faceva e fa tuttora capo, appunto, la Direzione generale della migrazione (DGM), e quindi delle frontiere, che ha emesso il provvedimento, che avrebbe dovuto durare un anno, di blocco del rilascio dei permessi di uscita per i bambini stranieri.
  Questa nostra attività ha consentito non solo la costituzione di una Commissione interministeriale, ma anche l'esame di oltre 1.500 pratiche adottive, ripeto di ben otto Paesi coinvolti, e tra il 22 novembre 2015 e il 10 giugno 2016 la CAI ha portato in Italia 151 bambini, di cui 17 tra il 22 novembre 2015 e il 10 gennaio 2016 e 134 tra l'11 aprile e il 10 giugno 2016.
  Trovandomi in questa sede, desidero ringraziare anche la Polizia di Stato per l'intervento determinante che ha dato con una straordinaria competenza, professionalità e sensibilità nel momento dell'arrivo dei bambini in Italia, che è stato voluto dalle autorità del Congo secondo tempi e modalità che noi abbiamo dovuto rispettare per portare a casa tutti i bambini.
  Intendo dire che non è stata una scelta dell'Italia portarli in un determinato modo e in un determinato numero, ma è quello che ci ha chiesto di fare l'autorità del Congo e noi l'abbiamo fatto perché questo serviva a portare a casa i nostri bambini nel pieno rispetto di tutte le regole. I bambini sono arrivati, quindi, in Italia con una serie di accompagnatori congolesi in larga parte, i quali facevano capo alle associazioni che hanno provveduto a seguire le pratiche di adozione o che sono stati indicati direttamente a sicurezza dei viaggi dei minori dalle stesse autorità congolesi.
  Tutto questo corrisponde perfettamente alla Convenzione dell'Aja. Non è assolutamente vero che la Convenzione dell'Aja imponga necessariamente alle famiglie di andare a prendere i loro bambini nei Paesi di origine. Sicuramente, in una condizione normale è quanto di più auspicabile si possa volere, perché i genitori hanno la possibilità di conoscere meglio non solo i loro figli, ma il Paese in cui i loro figli hanno avuto le origini, e probabilmente anche rispettarlo, che è una cosa molto importante. Noi ci poniamo il problema delle origini dei bambini e dobbiamo porci anche quello di prestare attenzione al diritto dei bambini stranieri alle loro origini e al rispetto del loro Paese.
  Tutto questo sarebbe andato benissimo, ma non era possibile perché le autorità del Congo ci hanno fatto sapere che la giudicavano un'attività molto rischiosa in considerazione del fatto che non soltanto dovevano venire in Italia i nostri 151 bambini, ma complessivamente avrebbero dovuto arrivare oltre 1.500 bambini di tutti i Paesi, e quindi la presenza di tutte le famiglie nella Repubblica Democratica del Congo avrebbe creato un problema non indifferente. In quel momento, peraltro, anche questa scelta di sbloccare le adozioni internazionali attraverso la Commissione che avevamo auspicato veniva contestata da una parte politica, e quindi creava dei problemi anche interni al Congo, che mi pare che ne abbia abbastanza.
  Non vorrei dimenticare quanto siano gravi le condizioni del Congo e, in particolare, di quella parte del Congo che è il Nord Kivu, da cui venivano tanti bambini che sono stati adottati da famiglie italiane e che, per ragioni che sono oggetto di un'indagine approfondita da parte della Commissione e che sono state sottoposte anche alle autorità competenti nelle sedi penali, sono stati illecitamente – lo dico – trattenuti, a danno del loro superiore interesse e contro la volontà delle loro famiglie.
  Con grande soddisfazione voglio, poi, ricordare il grande risultato della riapertura sistematica delle adozioni con la Bielorussia. Di particolare importanza, infatti, è il rapporto instaurato con tale Paesi a partire dall'ottobre 2014. La Commissione, dopo una determinante negoziazione con le autorità bielorusse, è riuscita a ristabilire eccellenti relazioni e a ottenere che potessero riprendere sistematicamente le adozioni dei minori bielorussi, auspicate da tante famiglie italiane, che li ricevono nei cosiddetti soggiorni di risanamento, su nuove e solide basi.
  È già pienamente operativa una lista di 130 minori bielorussi, di cui sono stati Pag. 7verificati rigorosamente da parte delle autorità bielorusse i requisiti di adottabilità. Alcuni minori stanno già facendo ingresso in Italia e a breve saranno cittadini del nostro Paese. È stato costituito un gruppo di lavoro misto tra l'Italia e la Bielorussia di livello estremamente qualificato. Naturalmente, la Commissione adozioni internazionali ne fa parte a pieno titolo, insieme alle autorità bielorusse rappresentate in Italia dall'ambasciatore plenipotenziario e dal consolato di Bielorussia.
  I rinsaldati rapporti di cui desidero dare atto, rivolgendo un particolare ringraziamento alle autorità bielorusse, hanno consentito finalmente la risoluzione di alcuni casi critici d'intesa tra i due Paesi.
  Anche qui, però, come già durante la vertenza Congo, malgrado la soluzione fosse veramente alla portata della nostra autorità centrale, la Commissione per le adozioni internazionali, che mandava con comunicati messaggi rassicuranti e smentite di fatti infondati, non riesco a capire perché nei momenti di alcuni passaggi più significativi il presidente di un ente italiano che opera in Bielorussia si sia fatto portatore di informazioni prive di qualsiasi fondamento, veicolando il falso messaggio che la CAI e il Governo non si stavano occupando delle adozioni in Bielorussia e che gli accordi non avevano condotto ad alcun risultato.
  Questa situazione ha determinato una forte e formale reazioni di sdegno della Bielorussia, preoccupazioni e proteste degli altri enti che si occupano di adozioni in tale Paese e di tante famiglie italiane interessate, che temevano le reazioni della Bielorussia, la quale, come ricorderete, nel 2008 non esitò un minuto a chiudere le relazioni con l'Italia quando una famiglia italiana si rifiutava di restituire una minore che era in soggiorno di risanamento e che doveva fare rientro in Bielorussia perché aveva la sua famiglia di origine. Nacque un problema che ha bloccato per anni le adozioni in Bielorussia.
  In effetti, voglio dirvi che le autorità bielorusse si dichiarano sbalordite dell'arroganza di enti italiani, che considerano soggetti privati sottoposti al controllo del Governo italiano, che si permettevano di mettere in discussione l'affidabilità delle relazioni tra l'Italia e la Bielorussia, gli accordi raggiunti e l'autorevolezza degli interlocutori italiani e bielorussi. Solo le ottime e serie relazioni instaurate dalla Bielorussia con la CAI hanno consentito di scongiurare un nuovo blocco delle adozioni e la vanificazione dell'importantissimo risultato.
  Voglio dire che abbiamo proteste formali scritte delle autorità bielorusse, come proteste formali abbiamo ricevuto dalle autorità della Repubblica Democratica del Congo, il che è costato la necessità di fare lunghe negoziazioni per far comprendere che l'autorità centrale italiana era ben consapevole dell'importanza del lavoro che gli stessi Paesi di origine stavano svolgendo, lavoro finalizzato a evitare che si svolgessero traffici di minori. Voglio capire come sia possibile pensare che si potesse mettere in discussione l'autorevolezza di una decisione di questo tipo.
  Abbiamo in questo momento in corso 130 adozioni in Bielorussia. Ho ricevuto prima di venire qui la telefonata di una famiglia che è in Bielorussia e sta adottando tre minori. Le sentenze sono in corso. Vorrei, quindi, che si spezzasse finalmente questo cerchio magico per cui, malgrado i successi dell'Italia e dell'autorità centrale italiana, si debba dire che in realtà l'Italia nel settore delle adozioni internazionali ha dei problemi molto seri con le autorità degli altri Paesi e le adozioni non marciano.
  Voglio inserire in questo stesso filone un'ultima boutade. Consentitemi di dirlo così, perché davvero non so che cosa fare.
  Un'associazione familiare ha deciso che le adozioni in Perù erano state sospese e ha chiesto ripetutamente informazioni alla Ministra Boschi e a me per sapere per quali motivi le adozioni in Perù erano state sospese.
  Ora, io posso smentire notizie che abbiano un minimo di fondamento, ma quando la fondatezza non esiste e noi dobbiamo inventarci che sono state sospese le adozioni in Perù quando non è affatto avvenuto... Semplicemente, l'autorità del Perù Pag. 8sta ristrutturando la propria autorità centrale e non ha formalizzato nessuna richiesta alle autorità degli altri Paesi di sospensione o interruzione delle procedure internazionali.
  Si aggiunge anche che l'Italia sarebbe stata messa sotto accusa perché avrebbe fallito in alcune post-adozioni! Noi abbiamo le note scritte da parte dell'autorità del Perù, che ringrazia l'Italia per la maniera con cui viene seguìto il post-adozione delle famiglie che hanno adottato minori peruviani, con complimenti e rallegramenti per l'attività svolta.
  Lo dico perché, di fronte a una macchina di questo tipo che finisce con il risolversi in una macchina del fango, io non riesco davvero a capire come sia possibile ristabilire la verità e, soprattutto, evitare che tante famiglie italiane entrino in agitazione per fatti assolutamente inesistenti.
  Per quanto riguarda le autorità centrali e i rapporti internazionali, vorrei dire che in questi due anni abbiamo stipulato quattro nuovi accordi bilaterali e ne abbiamo rinnovato uno molto importante con la Federazione Russa.
  Dico che è molto importante quello con la Federazione Russa, perché anche in questo caso è stata diffusa la falsa notizia che la Federazione Russa intendeva chiudere i rapporti internazionali con l'Italia a causa di un episodio molto grave, ma che non ha in realtà avuto alcuna ripercussione nei rapporti tra l'Italia e la Federazione Russa.
  Un papà adottivo, come saprete, purtroppo ha ucciso il figlio adottivo dopo due anni e mezzo di permanenza in Italia, quindi un bambino bielorusso, ma anche un cittadino italiano, come ho avuto modo di spiegare, e ha tentato di uccidere anche la moglie. È stato un episodio incredibile. C'è stata un'attività oggetto di un'inchiesta della magistratura, che ha evidenziato come una malattia mentale del papà adottivo fosse stata non soltanto taciuta, ma addirittura simulata, ingannando gli stessi servizi sociali e il tribunale dei minori che ha rilasciato il decreto di idoneità.
  Sotto questo profilo, quindi, posso assicurare che, dopo due incontri molto importanti con la Federazione Russa e di cui ho dato contezza attraverso comunicati ufficiali sul sito, i rapporti sono ottimi e la Federazione Russa non ha nessuna intenzione di chiudere i rapporti con l'Italia. Al contrario, posso dire che siamo l'unico Paese con cui ancora conserva rapporti, avendo chiuso definitivamente per esempio i rapporti con gli Stati Uniti d'America per ragioni attinenti ai requisiti di idoneità degli aspiranti genitori adottivi.
  Non credo che sia mio compito entrare nel merito, e in questo momento non farò altro che tener conto delle leggi che il Parlamento approverà, ma sicuramente mi rendo perfettamente conto che oggi il concetto di famiglia è ben diverso, che c'è una famiglia di fatto. Ho letto moltissimi interventi in questo senso.
  Vorrei, però, ricordare a tutti che noi possiamo e dobbiamo fare tutte le aperture che riteniamo necessarie nella sede legislativa rispetto a un contesto sociale mutato, ma ricordiamoci anche – lo dico perché poi non si strilli per il fatto che le adozioni internazionali diminuiscono – che alcuni Paesi richiedono determinati requisiti, in mancanza dei quali le adozioni internazionali si chiudono. Con questo esprimo semplicemente una constatazione, ma mi guardo bene dal fare valutazioni di qualsiasi tipo.
  Particolare cura, ripeto, è stata dedicata ai rapporti internazionali. Si è lavorato intensamente in quest'ambito, con esiti molto importanti. La Commissione ha invitato e ricevuto molte delegazioni per importanti sessioni di lavoro, in particolare la Repubblica del Burundi, con cui è stato stipulato un accordo molto importante, peraltro sottoposto al vaglio di tre Governi che si sono succeduti nel Burundi. Quando non riusciamo a renderli operativi, quindi, dobbiamo renderci conto che probabilmente ci sono anche delle condizioni che riguardano i Paesi di origine che noi dobbiamo rispettare.
  Anche con il Regno di Cambogia abbiamo stipulato un accordo, che peraltro prevede il riconoscimento di un certo numero di enti che si devono occupare di adozioni internazionali. La Cambogia, come sapete, ha aderito alla Convenzione dell'Aja. Pag. 9 Tuttavia, non emette i decreti attuativi nella propria legislazione. Tutto questo ha determinato una presa di posizione della comunità internazionale di cui noi non possiamo non tenere conto.
  Se il segretariato dell'Aja ritiene che, in mancanza dei decreti attuativi, i Paesi sono sconsigliati dal continuare le attività che avevano pure iniziato nell'ambito di accordi internazionali per procedere alle adozioni, o decidiamo di uscire dalla comunità internazionale o ci adeguiamo, perché tutti dobbiamo assolutamente rispettare i princìpi della Convenzione Aja.
  Per quanto io sia stata anche invitata a portarmi in Cambogia per ricambiare la visita, mi trovo in questa situazione di difficoltà, perché ripeto che mancano i decreti attuativi e non c'è nessun Paese che, dopo la chiusura della Cambogia per ragioni connesse alla chiusura delle adozioni per traffici internazionali, abbia riaperto le adozioni con la Cambogia.
  Della Repubblica di Bielorussia abbiamo già parlato.
  Abbiamo ricevuto per ben due volte la delegazione della Repubblica Popolare Cinese e abbiamo siglato un importantissimo accordo, che ci ha consentito di risolvere moltissimi problemi e mantenere uno standard molto elevato nelle adozioni.
  Ci sono poi la Repubblica di Mongolia e il Cile, con cui abbiamo siglato un accordo. Ci sono Benin e Nigeria. Sono stati riavviati molti rapporti e sono stati proposti anche accordi bilaterali con invito alle delegazioni. In alcuni casi, sono già in corso trattative per la formalizzazione di accordi con altri Paesi. Cito per tutti: India, Colombia, Messico, Lituania, Bolivia, Haiti.
  Vorrei far presente, però, che anche in questo caso nell'ambito del segretariato dell'Aja c'è una posizione che spinge i Governi sì a sottoscrivere accordi bilaterali, ma non a incentivarli con Paesi di origine che non hanno aderito alla Convenzione Aja. Ritengono, infatti, che si renda un pessimo servizio alla comunità internazionale, perché i Paesi in questione vengono dissuasi dall'aderire alla Convenzione Aja e dal rendere operativi con una legislazione adeguata al loro interno tutti i princìpi fondamentali della Convenzione stessa.
  Soprattutto, mi preme evidenziare che nei rapporti internazionali si sono ristabilite le giuste coordinate, quelle per cui i rapporti tra le autorità centrali attengono all'esclusiva competenza dell'istituzione pubblica, ristabilendosi così i corretti reciproci ruoli tra Commissione ed enti nei rapporti con i Paesi stranieri.
  Devo dire che abbiamo ricevuto formali proteste e spiacevoli impasse perché, a seguito della cattiva abitudine degli enti di porsi come intermediari rispetto all'autorità centrale italiana, assumendosi anche le spese delle delegazioni straniere, molte autorità straniere ci hanno rappresentato di non condividere questo percorso. Si ritengono tirati dalla giacchetta non dall'autorità centrale, che è il proprio omologo nel Paese in cui i minori devono portarsi, e quindi nei Paesi di provenienza, bensì da associazioni private sottoposte a controllo e vigilanza dell'autorità italiana in Italia e nel Paese di origine da parte della stessa autorità centrale.
  Tutto questo è stato frutto di un lungo lavoro che abbiamo svolto anche al segretariato dell'Aja, in cui ci siamo impegnati a ripristinare la giustezza delle relazioni e lo stiamo facendo. Di questo il Governo ha dato atto anche nella risposta che ha reso nel marzo del 2015, rispondendo a un'interpellanza parlamentare.
  Io credo che debba essere chiaro che attraverso quest'impegno delle autorità centrali si vengono a determinare dei rapporti che finiscono con l'incidere positivamente sull'attività degli enti autorizzati. Di fatti, gli stessi enti autorizzati sono assolutamente convinti di questo, anche perché vengono coinvolti in una fase preparatoria dei rapporti grazie ai quali vengono a interfacciarsi autorità italiane e autorità di altri Paesi, di cui beneficiano a seguito degli accordi raggiunti, poiché le autorità centrali dei Paesi di origine vogliono essere assolutamente rassicurati sulla correttezza, sulla trasparenza, sulla pulizia delle adozioni internazionali.
  Vengo adesso alla questione dei dati. In primis ribadisco anche in questa sede che Pag. 10non c'è un obbligo per la Commissione di fornire i dati sui numeri delle adozioni realizzate. La pubblicazione dei dati attiene a valutazioni di opportunità e risponde a una prassi di scambio di informazioni in sede internazionale finalizzata a profili di studio che nulla hanno a che fare con inadempienze o carenza di trasparenza.
  Ciò è per dire che anche questa polemica è del tutto gratuita e strumentale ed è costruita attorno a un falso problema. La conoscenza dei dati non serve, come qualcuno si è arditamente spinto a dire, per capire verso quale Paese indirizzare la politica imprenditoriale degli enti. Ciò sarebbe gravissimo, perché gli enti non sono e non possono essere delle imprese. Né serve per fare pubblicità impropria, in positivo o negativo che sia, agli enti. Anche questo sarebbe gravissimo. Né tale pubblicazione è connessa alla trasparenza dell'azione della Commissione, tanto più che si tratta appunto di dati sensibili, protetti dalla massima riservatezza e che possono essere forniti solo in forme aggregate.
  Direi che, poi, il Garante della privacy è intervenuto più volte in Italia facendo presente di stare particolarmente attenti ai dati che vengono pubblicati. Un numero di adozioni limitato, inferiori a 5, per esempio, non può essere oggetto di un'esposizione, perché consentirebbe l'individuazione dei soggetti che sono stati protagonisti delle procedure adottive.
  Ritengo anche di dover sottolineare che, avendo noi richiesto l'apporto scientifico del Consiglio nazionale forense e dell'Unione forense per i diritti umani, abbiamo anche affrontato dei problemi molto importanti, che riguardano la possibilità che, attraverso i rapporti che la Commissione produce o produrrà, si eviti di introdurre elementi a carattere discriminatorio. Noi non possiamo farne a meno, tenendo conto che dobbiamo rispettare le condizioni sia del minore sia delle famiglie.
  Ciò detto, la Commissione nel maggio 2016 ha pubblicato dati sul proprio sito, ritenendo tra l'altro di dover produrre un rapporto almeno a carattere biennale per uno studio approfondito. Diversamente, la comparazione non serve nemmeno agli scopi per cui potrebbe essere utile, come quello di orientare le politiche della Commissione rispetto alle attività della Commissione stessa.
  Con specifico riferimento ai numeri che sono stati elaborati dalla Commissione e dal segretariato dell'Aja, rinvio alla tabella pubblicata a maggio 2016, facendo presente che è pubblicata sul sito del segretariato dell'Aja. Mi riesce difficile comprendere come si possa mettere in discussione la validità di dati che hanno questa portata, cioè sono certificati dalla sede del segretariato dell'Aja, che ci dimostra tranquillamente come l'Italia, nel 2014 e nel 2015, rispetto agli altri Paesi, è in controtendenza, addirittura con un leggero aumento nel 2015.
  Io non credo che noi possiamo pensare che questo possa andare avanti all'infinito, ma dobbiamo prendere atto di un risultato estremamente positivo, che indubbiamente è frutto anche delle politiche che sono state poste in essere, e soprattutto dei rapporti che sono stati instaurati con le autorità degli altri Paesi.
  Ho letto in un'audizione, e mi dispiace molto perché si tratta di una collega che stimo, che non so sulla base di che cosa – basterebbe leggere i comunicati che la Commissione mette sul suo sito – si dice che la Commissione non avrebbe svolto attività di carattere internazionale in due anni. Siccome è stato lo scopo prevalente ed è stata una scelta politica che abbiamo individuato in sede di Presidenza del Consiglio dei ministri, ritengo che si tratti di un'affermazione del tutto apodittica, smentita dai fatti. I risultati che abbiamo ottenuto ne sono palesemente la prova.
  Vorrei poi dire che non possiamo...

  ALFONSO BONAFEDE. Mi scusi, presidente. La vice presidente ha fatto più riferimenti a cose che sono state dette o fatte in Commissione. Per permetterci di svolgere meglio il nostro lavoro, se fa riferimento a qualcosa che ha detto una sua collega qui in Commissione, le chiedo di fare nome e cognome, così come se si riferisce a un ente, altrimenti per noi è Pag. 11difficile comprendere, poiché le audizioni sono state tante.

  SILVIA DELLA MONICA, Vice Presidente della Commissione per le adozioni internazionali. Lei capisce che mi mette particolarmente in difficoltà. Io immagino che le audizioni siano di facilissima lettura per tutti. Dispiace, ripeto, perché non è una polemica personale, ma mi dispiace...

  PRESIDENTE. No, su questo la tranquillizzo. Qui gli enti o altri auditi, quando hanno rappresentato la propria posizione sono stati chiari, hanno fatto nomi e cognomi. Forse è meglio, perché consente a noi... Non è una questione di accuse. Qui anche di magistrati ne sono passati tanti. La senatrice ha fatto riferimento al collega, credo, come magistrato.

  SILVIA DELLA MONICA, Vice Presidente della Commissione per le adozioni internazionali. Come magistrato, sì.

  PRESIDENTE. Anch'io ho difficoltà a capire.

  SILVIA DELLA MONICA, Vice Presidente della Commissione per le adozioni internazionali. Visto che me lo chiedete, ma ripeto che non c'è nessuno spunto polemico, mi riferisco alle dichiarazioni di Melita Cavallo, che dice che c'è stato un crollo delle adozioni internazionali.

  PRESIDENTE. È il presidente del tribunale per i minorenni di Roma.

  SILVIA DELLA MONICA, Vice Presidente della Commissione per le adozioni internazionali. È stata anche presidente della Commissione per le adozioni internazionali, quando però la Commissione aveva una presidenza tecnica.
  La Cavallo dice che c'è stato un crollo delle adozioni internazionali in Italia e i dati dimostrano esattamente il contrario, che l'Italia invece è l'unico Paese in controtendenza. C'è stata una fortissima attività della Commissione sotto il profilo delle relazioni internazionali, molto apprezzata. Questo è il punto a cui mi riferisco.
  Colgo poi l'occasione di intervenire sulla questione della riunione della Commissione. Colgo l'occasione per spendere qualche parola che spero ponga fine a una volta per tutte a quello che in tante sedi è stato definito un interessato mantra della Commissione, che non si riunisce da due anni, e l'assenza di collegialità.
  Lo faccio riallacciandomi a quanto già ha chiarito il Governo in sede di risposta a interpellanze parlamentari al Senato il 5 marzo dello scorso anno, laddove fu chiarito che la Commissione esprime la sua azione attraverso decisioni sia collegiali sia monocratiche, in particolare con l'azione quotidiana del vice presidente, che ha compiti specifici attribuiti dal regolamento, come le autorizzazioni all'ingresso dei minori adottati che vengono emesse quotidianamente. La cadenza con cui è convocata la Commissione – disse il Governo – non può quindi onorare una prassi, ma deve rispondere a esigenze effettive.
  Ciò richiamato, devo però anche ribadire con forza e chiarezza quello che ho già fatto pubblicamente presente, sia pure non ripetutamente – credo di essere stata uno dei presidenti o vice presidenti più silenti per le ragioni che ho esposto – e cioè la questione delicatissima della presenza di conflitti d'interesse in un organo di vigilanza e controllo. Non a caso, il Presidente del Consiglio dei ministri ha emanato, il 13 marzo 2015, un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri molto importante, che tutti ci saremmo aspettati fosse salutato con grandi espressioni di condivisione, da parte soprattutto delle associazioni familiari.
  Ora, il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri colpisce proprio un'associazione familiare che per legge dovrebbe far parte della Commissione, ma naturalmente la legge prevede, innanzitutto, che gli enti non possano esservi rappresentati. Il fatto che per legge si preveda che il Forum delle associazioni familiari faccia parte della Commissione non autorizza a superare il principio fondamentale che le associazioni familiari non possono surrettiziamente Pag. 12 esprimere anche gli enti autorizzati. Diversamente, nella Commissione siedono controllori e controllati.
  Questo fatto, che ha colpito in particolare questa vicenda del Forum, di cui sono molto dispiaciuta – ho tentato in tutti i modi di far rientrare quest'ipotesi di conflitto d'interesse in più sedi – è stato ripreso anche da un'altra associazione di carattere familiare, al punto che molti enti autorizzati hanno sottoposto alla Commissione alcuni aspetti di cui non posso fare a meno di dare conto in questa sede.
  La presenza, nell'ambito della Commissione, di coloro che surrettiziamente rappresentano gli enti perché espressi nel direttivo del Forum, perché nell'ambito delle associazioni familiari che devono essere rappresentate in Commissione, finisce col creare un problema di legittimità delle delibere, e come tale è stato posto il problema alla Commissione per le adozioni internazionali, chiedendosi, addirittura, di riesaminare le delibere emesse in precedenza, in quanto comportano attività che sono andate a impattare direttamente su altri enti autorizzati non rappresentati, e giustamente non lo dovrebbe essere nessuno in Commissione.
  Mi riferisco, in particolare, a una richiesta di revisione di tutte le attività che riguardano i cosiddetti progetti di sussidiarietà in relazione al fatto che ne sono stati approvati soltanto alcuni e non altri, soltanto alcuni riguardanti determinati enti, di cui uno rappresentato direttamente nell'ambito della Commissione e rispetto al quale non c'è nessun controllo né da parte di una commissione esterna alla stessa Commissione per le adozioni internazionali, come si fa normalmente quando si parla di un bando che deve distribuire dei soldi pubblici, né con una successiva attività di accertamento dell'avvenuta regolare esecuzione in sede del Paese estero delle attività compiute, finanziate quindi con soldi pubblici.
  Voi comprendete che io non ho fatto parte di questa commissione, non posso attestare cose di cui non sono a conoscenza e, naturalmente, tutto questo ha prodotto un'indagine seria per capire quanto fosse fondata la richiesta degli enti di rivalutare quest'attività così delicata, che ripeto comporta anche una spesa di danaro pubblico.
  Detto questo, devo dire che la non riunione della Commissione in una situazione di conclamato conflitto d'interesse è stato il più significativo atto di rispetto della piena legittimità di azioni di tale organo, tanto più che nella prima riunione che ho tentato della Commissione, in cui si doveva discutere proprio della legittimità della costituzione della Commissione, da parte di quegli stessi soggetti che in maniera conclamata avevano un conflitto d'interesse – non è un fatto personale, ma un fatto che la legge delimita entro determinati confini astratti, che vanno rispettati – si assumeva di non avere conflitti d'interesse e si firmava un documento nell'ambito del quale si asseriva qualcosa che non è assolutamente vero.
  Voglio concludere sulla RDC, perché è stato uno dei problemi maggiori e si ricollega anche alla riunione della Commissione.
  Sin dal maggio 2014, proprio in piena crisi della RDC, mentre arrivavano i primi 31 bambini dal Congo e si intensificavano le relazioni con tale Paese per addivenire alla soluzione della moratoria, ci siamo trovati di fronte alla denunzia da parte di famiglie interessate di fatti che si sono delineati a breve come gravissimi e hanno posto la Commissione di fronte alla necessità non solo di portare avanti con decisione e fermezza l'attività di indagine su tali gravi fatti e di tutelare le famiglie e i minori coinvolti, ma anche di porre in essere ogni cautela per evitare che tale situazione si riverberasse negativamente sulla soluzione della crisi in Congo, rischiando di travolgere non solo la posizione dell'Italia, cioè i 181 minori adottati dalle famiglie italiane, ma anche quelli degli altri Paesi coinvolti, cioè oltre 1.500 minori adottati da famiglie di altri sette Paesi.
  Voi potete immaginare quale sarebbe stato il riflesso in sede internazionale. Innanzitutto, i bambini non sarebbero più arrivati. In secondo luogo, avremmo dovuto parlare in Commissione di questo con la presenza del controllore controllato, poiché Pag. 13 – giusto per non fare nomi, visto che mi è stato chiesto – l'ente AIBI (Associazione amici dei bambini) esprimeva direttamente in Commissione un proprio rappresentante. Facendo parte, infatti, del Forum delle associazioni familiari e del direttivo del Forum delle associazioni familiari, avrebbe dovuto essere presente in un momento in cui erano in corso un'indagine di carattere amministrativo e una di carattere penale.
  La Commissione ha preso in carico 50 procedure adottive in RDC, 6 delle quali con genitori disperati per non avere più i propri figli. Tutte le famiglie hanno revocato l'incarico all'ente e hanno chiesto di essere tutelate dal Governo italiano. Tutte hanno diffidato l'ente AIBI, che hanno revocato dall'interferire nelle loro procedure adottive.
  Mentre la Commissione lavorava per risolvere questa delicatissima situazione, la complessiva situazione delle adozioni in RDC, altri hanno lavorato per impedire invece una felice soluzione, utilizzando a tal fine qualsiasi mezzo, a cominciare da una sistematica campagna mediatica di delegittimazione della Commissione e degli enti che in quel momento stavano aiutando la Commissione a portare a compimento queste procedure adottive così delicate.
  Vorrei ricordare che un sacerdote, tra l'altro molto stimato in RDC, è stato accusato di rapimento inesistente di bambini. Noi abbiamo avuto un'azione sistematica nei confronti di questa persona, mentre le loro famiglie, disperate, dicevano: «Nessuno ha rapito i nostri bambini».
  Altrettanto è accaduto per quanto riguarda un altro ente, accusato di aver commesso traffici inesistenti di minori, sostenendosi addirittura che questi bambini erano stati trasferiti irregolarmente in Italia, in piena moratoria da parte dell'RDC. Voglio assicurarvi che i bambini si trovano, purtroppo, regolarmente – lo dico per loro, perché hanno una vita difficile davanti – in Congo, non sono mai stati spostati dall'RDC. Sono regolarmente nell'orfanotrofio. Questo, però, ha consentito di bloccare il trasferimento dei bambini di Goma, con grave disperazione delle loro famiglie.
  L'inchiesta di Fabrizio Gatti pubblicata su l'Espresso riporta fatti gravissimi, di cui la Commissione è pienamente consapevole. Il tentativo di banalizzazione o anche un atteggiamento negazionista – non ho sentito spendere nemmeno una parola nei confronti delle famiglie vittime dei gravi fatti raccontati, che si sono rivolte direttamente alla Commissione, allo Stato italiano, al Governo, per essere tutelate – non rispondono alla prioritaria esigenza di chiarezza e di sostegno e all'ineludibile azione di pulizia che deve essere necessariamente portata fino in fondo e che io intendo portare fino in fondo in ragione dei miei doveri di ufficio, della mia storia professionale, della mia storia personale, ma, soprattutto, in ragione della tutela del Governo italiano.
  Colgo quest'occasione per ringraziare il Presidente del Consiglio dei ministri per aver condiviso con me delle decisioni molto difficili, per ringraziare il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Graziano Delrio per aver condiviso con me momenti difficili, per ringraziare la Ministra per le riforme costituzionali ed i rapporti con il Parlamento Maria Elena Boschi per aver condiviso con me quell'unico cammino a cui siamo legati tutti, il cammino della legalità.
  Se non si affermano queste precondizioni, difficilmente potremo portare avanti nelle sedi internazionali dei rapporti seri. Questo nostro atteggiamento, la serietà con cui ci poniamo nel rispetto dei diritti dei minori ci consentono di poter essere apprezzati nelle sedi internazionali e considerati come l'autorità in grado di saper fare pulizia anche al proprio interno. E la pulizia si fa non soltanto nelle sedi penali.
  Scusatemi, ma ho anche fatto parte del Parlamento, e penso che nessuno di noi possa condividere l'idea che si possa delegare solo alla sede penale l'accertamento di determinati fatti. La Commissione per le adozioni internazionali esiste anche perché ha il compito di autorizzare, vigilare, controllare e sanzionare enti che non rispondono ai requisiti richiesti dall'articolo 39-ter, che cioè non hanno più quei requisiti di trasparenza, pulizia e correttezza, e, soprattutto, Pag. 14 non rispecchiano l'unico interesse fondamentale: l'interesse superiore del minore.
  Ricordiamoci che le adozioni internazionali nascono per questo, intorno a un minore, non per una genitorialità, che pure rispettiamo, ma per il diritto fondamentale del minore ad avere una famiglia, ma anche a non essere strappato dal suo Paese di origine e ad avere la possibilità di ricostruire le proprie origini, esattamente come un minore adottato in Italia.

  PRESIDENTE. Sono andata ben oltre il tempo che avevo concesso all'inizio. Abbiamo fatto quasi un'ora di audizione. D'altro lato, però, questa è stata un'audizione molto richiesta.
  Considerato che il tempo c'è, perché l'Aula inizierà alle 17.00, passiamo subito alle domande. Do, quindi, la parola agli onorevoli colleghi che intendano intervenire per porre quesiti e formulare osservazioni.

  EMANUELE SCAGLIUSI. Ringrazio la senatrice per la relazione approfondita, molto completa sul lavoro svolto nei due anni di presidenza della CAI. Mi chiedo, però, perché la senatrice si sia negata prima a richieste di incontri che ho rivolto personalmente, proprio per collaborare sul tema dell'adozione, sia ad altre richieste che le sono pervenute tramite stampa o anche associazioni di genitori o enti, che purtroppo non riuscivano a reperire informazioni sull’iter delle adozioni bloccati in questi due anni di gestione.
  Lei ha parlato dei numeri delle adozioni, ma andando a guardarli si parla di 4.130 adozioni nel 2010, diventate 2.200 nel 2014. Non penso sia un aumento. La matematica mi dice che è un calo delle adozioni internazionali. È vero che concorre un po’ la situazione geopolitica, il cambiamento della situazione in alcuni Stati. Lei ha citato la Russia. Anche la latitanza, la mancanza della Commissione adozioni internazionali, però, ha provocato degli stalli che hanno sicuramente scoraggiato molte famiglie italiane che intendevano adottare minori dall'estero, famiglie che hanno inviato segnalazioni a noi come parlamentari, ma anche ai diversi organi di stampa. Vengo, però, al punto.
  Lei ha parlato della mancata convocazione dalla CAI. Ha detto che all'interno della CAI c'è un conflitto d'interesse, per cui non l'ha riunita collegialmente, ma l'ha fatta funzionare come un organo monocratico. Proprio relativamente al metodo, lei ha utilizzato la CAI in modo monocratico, poi le scelte possono essere state giuste o sbagliate, discutibili, a seconda dei casi, ma non ha convocato il collegio della Commissione.
  Se c'era il caso di conflitto d'interesse, a chi toccava risolverlo per far sì che la Commissione venisse convocata? Prima dell'estate, la Ministra Boschi ha confermato di voler convocare la CAI per settembre. Siamo a ottobre e non è ancora stata convocata. Le ragioni vere di questa mancata convocazione quali sono? Bisogna rimuovere prima le persone in conflitto d'interesse? Perché questo non viene fatto?
  Ce lo dica, anche perché siamo in quest'audizione proprio per apportare delle modifiche alla normativa attuale. Se lei riscontra un problema di tipo legislativo, ce lo può dire e faremo in modo che questo problema venga risolto, se legislativo. Se è, invece, un problema di rapporti con i vari enti o con le varie associazioni di genitori, sarebbe utile conoscere queste motivazioni in modo dettagliato e approfondito.
  Un'altra questione che non ha citato è quella dei mancati rimborsi per quanto riguarda alcune famiglie che hanno concluso gli iter adottivi dal 2011, nonostante nell'ultima legge di stabilità sia stato creato un fondo da 15 milioni di euro anche per rimborsare le famiglie, oltre che per il normale funzionamento della CAI. Non abbiamo notizie sull’iter di questi rimborsi. Molte delle famiglie sono preoccupate. Naturalmente, anche questo incide nella diminuzione del numero di adozioni. Le famiglie vengono sempre più scoraggiate, anziché incoraggiate a seguire l’iter.
  Infine, purtroppo bisogna riferirsi anche a rumors di stampa. Dal sito istituzionale della CAI sono poche le informazioni aggiornate. C'è qualche comunicato, ma ad Pag. 15esempio l'ultimo è fermo a giugno. La stessa composizione della CAI sul sito non è aggiornata. C'è ancora la dottoressa Filomena Albani, che nel frattempo è diventata Garante per l'infanzia, ma risulta ancora un componente della CAI. Lei stessa mi ha detto che si è dimessa nell'unica seduta della CAI. Non dovrebbe più farne parte, ma il sito non è ancora aggiornato.
  Questo è un esempio della mancata comunicazione, che, purtroppo, scoraggia le famiglie. Quando si verificano problemi, di cui lei ha parlato anche prima, con i vari Paesi, la Bielorussia, il Congo, sarebbe auspicabile tenere informate le famiglie sia tramite sito Web sia tramite le comunicazioni. Purtroppo, questo non è successo.
  Dicevo che dalla stampa negli ultimi giorni si leggeva anche che i rapporti tra lei e il nuovo presidente della CAI, la Ministra Boschi, non sono proprio quelli auspicabili. La Ministra avrebbe detto alla stampa di averla convocata, ma senza successo. Ha da dirci qualcosa nello specifico?

  ALFONSO BONAFEDE. Sull'ordine dei lavori, presidente. Pensando che l'audizione finisse alle 16.00, il Movimento 5 Stelle aveva programmato un impegno di gruppo, almeno per me e la collega Agostinelli. Possiamo chiedere ai colleghi la cortesia di far rispondere a queste domande la vice presidente? Chiedo questa cortesia, perché purtroppo dobbiamo necessariamente andare via.

  SILVIA DELLA MONICA, Vice Presidente della Commissione per le adozioni internazionali. Onorevole Scagliusi, la ringrazio molto, ma credo di essere stata molto chiara sia nell'audizione, sia nell'unica intervista che mi sono concessa di dare e che mi ha provocato un'interpellanza parlamentare. Vorrei sapere se ho diritto anch'io a esprimere le mie opinioni ai sensi dell'articolo 21 della Costituzione o non posso fare nemmeno più quello. Mi pare che siamo arrivati oltre ogni limite.
  L'interpellanza parlamentare riguarda l'intervista a la Repubblica, l'unica. Penso di aver chiarito in quella sede... No, certamente non l'ha presentata lei. Mi è arrivata da qualche giorno la richiesta di rispondere al perché io avessi rilasciato quell'intervista. Dovremmo, innanzitutto, metterci un po’ d'accordo se il vice presidente possa parlare, non parlare, che cosa debba dire e fare. Io credo di essere stata molto chiara nell'ambito di quest'intervista.
  Per quanto riguarda la Commissione, ha un'attività collegiale soltanto in alcuni punti. Tra l'altro, si dice falsamente che sarebbero stati emessi dei provvedimenti di autorizzazione o di revoca delle autorizzazioni che non sono stati mai emessi. Io ho emesso pochissimi provvedimenti monocratici, che riguardano esclusivamente alcuni casi gravissimi, come quello di un intervento d'urgenza per il Congo o in un altro caso di adozioni bloccate, ma senza mai privare nessun ente dell'autorizzazione o estendere ad altri enti.
  Non sopporto che si dica questa cosa, perché strumentalmente tra l'altro è stato detto da alcuni – per questo mi sono querelata nelle sedi penali – che quest'atteggiamento avrebbe favorito alcuni enti piuttosto che altri addirittura economicamente. Due volte mi sono querelata per questo, perché non accetto una cosa di questo genere, che è inammissibile.
  Nel secondo caso, qualcuno aveva detto che durante la notte in cui lavoravamo, essendoci il periodo di Mafia capitale, la Commissione chissà che faceva e bisognava stare attenti per Mafia capitale. Per notizia, vi vorrei dire che io sono l'unico pubblico ministero italiano che è riuscito ad arrestare e a far condannare Carminati, che conosco da lungo tempo, quindi sono particolarmente sensibile su questo e non accetto che si possa pensare una cosa di questo genere.
  Le famiglie non sono affatto scoraggiate. Voi avete sicuramente delle lettere di alcune famiglie, ma io ho centinaia di lettere di altre famiglie. Lei deve capire che tantissime famiglie le abbiamo tenute ferme per evitare che proprio scatenassero tra loro una polemica e venissero a fare delle contromanifestazioni rispetto a quelle che sono state estremamente pericolose durante il periodo del Congo. Pag. 16
  Il sito sarà sicuramente fermo al 10 giugno, e me ne scuso, ma stiamo operando – noi diamo molta valenza al sito – perché l'attività tecnica ci consenta di poterlo aggiornare senza perdere i dati che ci sono e che in qualche maniera comunicano anche con tutta l'attività della banca dati che abbiamo, e che è l'unica banca dati seria italiana. Abbiamo, infatti, davvero una quantità di dati importante da salvaguardare, soprattutto dati di carattere sensibile.
  Non mi risulta che la dottoressa Filomena Albano si sia dimessa. In realtà, è stato nominato un altro rappresentante. La dottoressa Albano aveva lasciato il Ministero della giustizia per entrare a far parte della giurisdizione ordinaria. Questo determina, con il sistema attuale della normativa, su cui vorrei dire due parole...
  Mentre il precedente decreto del Presidente della Repubblica che ha regolato l'attività della Commissione consentiva alla Commissione per le adozioni internazionali di avere nel proprio seno una serie di rappresentanti espressi anche dai Ministeri, anche esperti non necessariamente facenti parte del Ministero, il nuovo decreto del Presidente della Repubblica ha determinato un disastro. Mi sia consentito dirlo, non perché io non abbia stima di coloro che fanno parte dei singoli Ministeri.
  Durante la Commissione presieduta proprio dalla dottoressa Cavallo, quando era vigente il precedente decreto di regolamentazione, il Ministero degli affari esteri aveva espresso, ad esempio, come proprio rappresentante niente di meno che il professor Bianca. Voi vi rendete conto di che cosa significhi un apporto di esperti di questo tipo alla Commissione? Oltretutto, la composizione della Commissione è assolutamente... Sì, c'è un divieto.
  È stato posto un divieto: si è detto che i componenti della Commissione devono essere espressione diretta del Ministero. Questo ha comportato anche che un rappresentante espresso dal Ministro Lorenzin – ho letto l'intervista – rappresentante di elevata capacità scientifica e la cui presenza sarebbe stata molto importante in Commissione, sia stato nominato, ma che il decreto non sia stato registrato per questa ragione.

  EMANUELE SCAGLIUSI. Ed in merito alla mancata convocazione?

  SILVIA DELLA MONICA, Vice Presidente della Commissione per le adozioni internazionali. Della mancata convocazione credo di aver parlato in tutti i modi possibili. Se abbiamo, nell'ambito di una commissione, che oltretutto ha la bellezza di 22 o 23 – non ricordo con esattezza il numero – commissari, dei conflitti d'interesse conclamati, per cui non è possibile che si prendano decisioni in presenza di quei conflitti d'interesse, perché sarebbero illegittime, ed essendo anche in corso delle indagini di carattere amministrativo e penale, ben conosciute anche a tutti coloro che siedono all'interno di quella Commissione, non è che coloro che si riuniscono possono commettere a loro volta eventualmente delle illegittimità o dei reati.
  Abbiamo tentato di rimuoverle in tutti i modi. Posso dirle di più. Malgrado il decreto del Presidente del Consiglio, con invito a rimuovere il conflitto d'interesse, il Forum delle associazioni familiari ha nominato un nuovo direttivo e ci ha rimesso un altro rappresentante dello stesso ente AIBI, ripercorrendo nuovamente la posizione di conflitto d'interesse.

  EMANUELE SCAGLIUSI. Non è possibile, quindi, rimuoverlo.

  SILVIA DELLA MONICA, Vice Presidente della Commissione per le adozioni internazionali. È possibile rimuoverlo, ma dovranno essere prese delle decisioni. Non credo che possa prenderle io o la stessa Commissione che esprime il conflitto d'interesse.
  Non è vero che le famiglie sono scoraggiate. Posso dire che le famiglie sono scoraggiate da questo sistema assurdo, in cui viene delegittimata continuamente l'attività dell'autorità centrale italiana, che invece porta a casa molti risultati, e in cui viene delegittimata la stessa funzione delle adozioni internazionali. Se ripeti come un mantra Pag. 17 che le adozioni non funzionano e non è vero...
  Se lei guarda comparativamente i dati pubblicati sulla sede dell'AJa...

  PRESIDENTE. Presidente, diamo delle risposte, altrimenti non ce la facciamo con gli altri.

  SILVIA DELLA MONICA, Vice Presidente della Commissione per le adozioni internazionali Voglio dirle che sono diminuiti i dati... molto di più dell'80 per cento.

  PRESIDENTE. Vorrei inserirmi un attimo. Forse è chiarissima alla vice presidente, in quanto vive la situazione, ma forse per me è meno chiara. Vorrei sintetizzare per vedere se ho capito.
  Questa Commissione non è stata riunita, perché sostanzialmente c'erano delle situazioni di conflitto d'interesse che potevano minare, o, comunque, avete ritenuto che alcune situazioni avessero minato la legittimità delle delibere. Ma la situazione di conflitto d'interesse riguarda alcuni enti.

  SILVIA DELLA MONICA, Vice Presidente della Commissione per le adozioni internazionali. Alcuni enti e alcuni componenti.

  PRESIDENTE. Siamo un po’ più chiari. Io vorrei un po’ capire: riguarda a chi e perché? Non so se ho capito. Siccome non conosciamo i retroscena, tutti ci guardiamo un po’ in faccia. Vorremmo capire. Sono in corso inchieste penali?

  SILVIA DELLA MONICA, Vice Presidente della Commissione per le adozioni internazionali. Ci sono inchieste penali.

  PRESIDENTE. Che riguardano alcuni soggetti.

  SILVIA DELLA MONICA, Vice Presidente della Commissione per le adozioni internazionali. Che riguardano alcuni enti. Tra l'altro, credo che lo abbia detto la stessa Ministra Boschi, quando è venuta qui in Commissione, dicendo che c'era una denuncia nelle sedi penali.

  PRESIDENTE. Ho capito, ma riguardo alcuni enti i cui rappresentanti sono lì, sono componenti?

  SILVIA DELLA MONICA, Vice Presidente della Commissione per le adozioni internazionali. Che si sono espressi surrettiziamente nell'ambito della Commissione.

  ALESSANDRO PAGANO. Un conto sono gli enti, però, e un altro i rappresentanti.

  PRESIDENTE. Che cosa significa? Ha detto «surrettiziamente»: rimangono attraverso i rappresentanti? Anche senza fare nomi, possiamo essere più chiari su questo punto? O non funziona la Commissione, nel senso che bisogna modificarla dal punto di vista legislativo, e ho capito che lei ci dà un suggerimento dicendo che andava meglio prima, quando i Ministeri potevano esprimere anche persone non direttamente facenti parte della struttura ministeriale, ma esperti esterni...

  SILVIA DELLA MONICA, Vice Presidente della Commissione per le adozioni internazionali. Esatto.

  PRESIDENTE. Avrebbero garantito anche un'indipendenza. Questo riguarda i Ministeri.
  Qui parliamo sostanzialmente della rappresentanza...

  SILVIA DELLA MONICA, Vice Presidente della Commissione per le adozioni internazionali. Delle associazioni familiari.

  PRESIDENTE. Di alcune delle quali fanno parte delle persone fisiche – uso una formula semplicistica, senza fare nomi, perché ha ragione la presidente che possono essere in corso indagini coperte da segreto – che hanno delle inchieste in corso. Ve le siete riviste lì?

  SILVIA DELLA MONICA, Vice Presidente della Commissione per le adozioni Pag. 18internazionali. Chiedo scusa, la legge innanzitutto, ma anche se non l'avesse espresso è palese, prevede che non possono sedere allo stesso tavolo controllori e controllati. Gli enti che sono controllati dalla Commissione, quindi, non possono esprimere rappresentanti nell'ambito della Commissione.
  Io ho fatto un nome chiaro, l'ho detto chiaramente. Parliamo di uno, almeno, il Forum delle associazioni familiari, che secondo la legge dovrebbe far parte, comunque, della composizione della Commissione. Il Forum ha nella propria compagine associativa enti che si occupano di adozioni internazionali, quindi non esprime soltanto associazioni familiari, ma enti che si occupano di adozioni internazionali. Uno di questi enti, in particolare, fa parte del direttivo del Forum delle associazioni familiari.
  Nel momento in cui la Commissione si riunisce ed è presente questo componente, esprime surrettiziamente la presenza dell'ente e anche degli altri enti...

  EMANUELE SCAGLIUSI. Non si può impedire?

  SILVIA DELLA MONICA, Vice Presidente della Commissione per le adozioni internazionali. Appunto per questo ci stiamo provando, ci abbiamo provato. È stato addirittura necessario emettere un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri.

  PRESIDENTE. Recente?

  SILVIA DELLA MONICA, Vice Presidente della Commissione per le adozioni internazionali. Sì. Tutti avrebbero dovuto dire: faccio un passo indietro. Nel momento in cui si emette addirittura una norma secondaria, ma importante e che richiama una serie di norme primarie, esprime un concetto importantissimo e si rinnova il direttivo dell'ente e si ripropone lo stesso conflitto d'interesse, capisce bene che questo ha creato, almeno per me un gravissimo...

  PRESIDENTE. Basta inserire una norma...

  SILVIA DELLA MONICA, Vice Presidente della Commissione per le adozioni internazionali. Le associazioni familiari non possono avere nel loro seno, nel direttivo, o comunque nella compagine – posso lasciarvi il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri emesso dalla Presidenza del Consiglio dei ministri – delle cointeressenze così forti con gli enti che si occupano di adozioni internazionali. Diversamente, finiscono con l'esprimere non le posizioni delle famiglie, ma quelle degli enti autorizzati.

  PRESIDENTE. Ho capito.

  SILVIA DELLA MONICA, Vice Presidente della Commissione per le adozioni internazionali. Questo è il punto critico.

  PRESIDENTE. Questo è un punto critico della normativa che avete evidenziato. Il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri non è, quindi, del tutto soddisfattivo. C'è un lavoro in corso?

  SILVIA DELLA MONICA, Vice Presidente della Commissione per le adozioni internazionali. Sì.

  PRESIDENTE. Il presidente del CAI è Matteo Renzi, cioè il Governo. Anche se ha dato delle deleghe di funzioni, prima a lei poi alla Ministra Boschi, ma il presidente, come abbiamo verificato anche nella delega, rimane il Presidente del Consiglio dei ministri.

  SILVIA DELLA MONICA, Vice Presidente della Commissione per le adozioni internazionali. Certo.

  PRESIDENTE. Quello che ci chiediamo a livello di Commissione è questo: come questa situazione di stallo a distanza di tempo non si riesce a superare. Io credo che sia necessario – mi dica se dico bene o male – riunire la Commissione.

  SILVIA DELLA MONICA, Vice Presidente della Commissione per le adozioni internazionali. La Commissione deve essere Pag. 19riunita, come dicono giustamente però gli altri enti autorizzati, in una posizione di parità di tutti e superando i conflitti d'interesse.
  L'altra proposta è che la Commissione giustizia valuti se, effettivamente, sia necessaria la presenza di un numero così rilevante di persone. Una collegialità di 22 persone, infatti, è veramente assurda.

  PRESIDENTE. Benissimo. Lo esprimeremo.

  SILVIA DELLA MONICA, Vice Presidente della Commissione per le adozioni internazionali. Tra l'altro, non era così nemmeno nella prima formulazione della costituzione della Commissione.

  ALESSANDRO PAGANO. Su quest'ultimo punto potremmo anche trovarci d'accordo. Gentile vice presidente, non possiamo però sindacare sul futuro. In atto, la Commissione è questa. Siccome è questa, o la convoca o non la convoca.

  SILVIA DELLA MONICA, Vice Presidente della Commissione per le adozioni internazionali. Io non posso convocarla...

  ALESSANDRO PAGANO. È stata, però, un fiume in piena ed è anche andata oltre rispetto alle domande fatte. C'erano delle domande, poi ci siamo ritrovati su temi completamente diversi. La pregherei – lo dico con grande rispetto – di essere molto precisa sulle risposte che le stiamo chiedendo, altrimenti il rischio è che si parli della luna, che può risultare un bell'argomento, affascinante, ma che non c'entra niente con quello che chiediamo.
  Anzitutto, presidente, serve una precisazione. Qui stiamo parlando di delegittimazione dell'ente, di legalità. È stato ripetuto almeno tre o quattro volte. Io penso che non sia bello, anche in considerazione del passato. Io ho fatto parte della Bicamerale infanzia e adolescenza nella passata legislatura e, francamente, vedevo un lavoro fatto con criterio, rigore. Non mi pare che in quella Commissione, non presieduta da me, ma da un esponente del suo partito, autorevolissimo, abbiamo mai colto elementi che andassero nella direzione in cui dice la vice presidente.
  Al contrario, devo dire che è oggi che colgo queste disfunzioni e queste asimmetrie. Gliene elenco qualcuna? Nel sito ufficiale risulta ancora lei come presidente, e mi pare che questo non sia...

  SILVIA DELLA MONICA, Vice Presidente della Commissione per le adozioni internazionali. Ho detto che è bloccato, credo, onorevole, altrimenti...

  ALESSANDRO PAGANO. ... ce ne sono più alcuni e continuano a esserci. I dati qualitativi sono indispensabili – ricordo che quando facevamo le audizioni era questo il nostro ragionamento – e sono completamente spariti.

  SILVIA DELLA MONICA, Vice Presidente della Commissione per le adozioni internazionali. Che cosa intende per dati qualitativi?

  ALESSANDRO PAGANO. Quelli che voi chiamate...

  PRESIDENTE. Faccia la domanda.

  ALESSANDRO PAGANO. Faccio la domanda. Lei ha fornito una serie di statistiche, tutte di ordine quantitativo, che adesso discuteremo e vedremo, ma ci sono altre cose, fondamentali, indispensabili per comprendere realmente il fenomeno.
  Da quante regioni sono stati accolti quanti bambini, quanti neonati, quanti grandi, provenienti da quali Paesi, sono tutti dati che servono alla preparazione e alla post-adozione, perché stiamo parlando di servizi. Serve soprattutto a evitare quelle disfunzioni cui lei ha accennato, compreso quell'omicidio a cui ha accennato.
  Tutti questi dati, che in gergo non tecnico si chiamano «tracciabilità», rendendo l'idea, secondo il mio modesto parere sono indispensabili. Da quando c'è questa gestione, la sua gestione, sono completamente spariti. Io penso che si debba sanare questa situazione. Bisogna che siano forniti, secondo Pag. 20 una storicità, che ringraziando Dio c'è e che, quindi, è facile evincere. Non dobbiamo inventarcela. Fino al 2013 c'erano: come mai sono spariti?

  SILVIA DELLA MONICA, Vice Presidente della Commissione per le adozioni internazionali. Fino al 2014.

  ALESSANDRO PAGANO. Detto questo, vorrei capire un'altra cosa e vorrei riallacciarmi al discorso della convocazione.
  Non è un fatto banale che debbano essere convocati. Sono decisioni che hanno un valore pubblico. Signora vice presidente, pubblico significa che, quando viene dato un bambino, è evidente che ci sono delle attenzioni ampie. Nel momento stesso in cui le decisioni sono tutte sue... Mi dica se non è vero che sono tutte sue. Lei ha detto che è successo solo per il Congo. Allora, presidente, a questo punto chiedo ufficialmente in questo momento che vengano auditi gli altri componenti della Commissione, che non vengono mai convocati. Sono 21 componenti? Sentiamo per vedere se è vero che è soltanto una tantum, come lei dice, o se è come dicono, che non vengono mai convocati. Delle due, l'una, non si scappa.
  Siccome lei sostiene una tesi e non abbiamo verbali, a questo punto chiedo ufficialmente, anche a margine, anche il sabato pomeriggio, che siano convocate queste persone, perché abbiamo bisogno di sentire anche la controparte. A sentire un fiume in piena e tutte le cose più belle e più affascinanti di questo mondo, ma che comunque non coincidono esattamente con i dati a nostra disposizione, abbiamo bisogno evidentemente di chiarire tutto.
  Non mi pare che neanche le statistiche quantitative vadano in questa direzione. Il collega del Movimento 5 Stelle ha citato un numero ben preciso, e lei dice che va in controtendenza. Non mi pare così.
  Sempre a proposito del ragionamento che stiamo facendo, c'è un articolo di Vita, che mi pare che sia su quest'argomento una testata giornalistica che si occupa pressoché esclusivamente di questo...

  SILVIA DELLA MONICA, Vice Presidente della Commissione per le adozioni internazionali. Pare che sia ampiamente partecipata dagli enti.

  ALESSANDRO PAGANO. Non so che cosa sia. Lei continua a fare allusioni. Io non c'entro niente. Io ho bisogno soltanto di capire. Se lei lo dice apertamente, faccia anche delle denunce se sono ben precise...

  SILVIA DELLA MONICA, Vice Presidente della Commissione per le adozioni internazionali. Le sto facendo...

  ALESSANDRO PAGANO. Fino a quando, però, le denunzie non arrivano al capolinea, è giusto che da questo punto di vista lei tenga conto di questi «stakeholder», di queste persone interessate. Se lei mi dice che il mio compagno di banco non va bene, perché non è adeguato agli argomenti che stiamo trattando, fino a questa persona non lo dice in maniera palese e chiara o non ci saranno un giudice o un organo politico che lo escludano, lei deve tenerlo dentro. Diversamente, a consuntivo si scoprirà che aveva ragione, ma nel frattempo non è stato tenuto in considerazione nei due, tre, quattro anni di decisione. Per me, non è un fatto banale questo, è una cosa fondamentale.
  D'altra parte, non la obbliga nessuno a fare la vice presidente. Se lo fa, evidentemente tiene conto di tutti quelli che esistono come partecipanti. Le piace o non le piace, ne deve tenere conto. Avrà il suo metodo, dovrà cambiarlo, ma non si può non tenere conto di questo.
  Vita, che da questo punto di vista non mi pare che sia l'ultima rivista di questo mondo, ha fatto dei censimenti ben precisi e ha dato anche delle statistiche. Guarda caso, queste statistiche sono state fatte il 15 maggio 2015, e soltanto dal giorno dopo questi dati sono stati presi da lei, non dalla Commissione, nel senso che sono stati pubblicati. È evidente che sono tutti aspetti che riguardano l'argomento trasparenza e che, secondo il nostro parere, non solo il mio... Vedo che il Movimento 5 Stelle, che ha una posizione Pag. 21diversa dalla mia dal punto di vista politico, ha informazioni analoghe.
  Penso che sia giusto che venga chiarito tutto questo. Presidente, vado al sodo perché mi interessano le risposte. Ho qua un mare di altre cose. Essendo stata molto ampia la discussione, ho preso tanti appunti. No so se lei mi darà la possibilità di poter fare altre domande, ma mi basterebbe ricevere risposte ben precise su questo. Secondo me, tutto quello che ho appena detto attiene a una sola cosa: quest'ente non è trasparente, lei non è trasparente.

  SILVIA DELLA MONICA, Vice Presidente della Commissione per le adozioni internazionali. Questo non glielo consento. Non glielo consento, onorevole. Onorevole, la prego.

  ALESSANDRO PAGANO. Mi perdoni, vice presidente.

  SILVIA DELLA MONICA, Vice Presidente della Commissione per le adozioni internazionali. Non ci possiamo... Quando sono stata parlamentare non ho mai fatto queste cose.

  PRESIDENTE. Quest'espressione ...

  ALESSANDRO PAGANO. Mi perdoni, presidente, le chiedo scusa, faccio marcia indietro, ma adesso guardo la mia presidente e dico che da un'intera ora non sento altro che ripetere che tutta la gestione precedente non era trasparente e che la legalità l'abbiamo ritrovata adesso. Questo è verbalizzato. A questo punto, ho bisogno di capire come stanno le cose.

  PRESIDENTE. Noi non siamo una Commissione d'inchiesta.

  ALESSANDRO PAGANO. Se lei usa questo linguaggio, io sono costretto a dire che io percepisco il contrario. Se lei usa un altro linguaggio, anch'io sarò morbido, anch'io sarò diplomatico. Guardi, però, che è lei che ha cominciato, non mi può richiamare. Non glielo consento io.

  PRESIDENTE. Onorevole, non ha richiamato nessuno, ha detto solo: questa cosa non me la prendo.

  ALESSANDRO PAGANO. Ha detto per quattro volte che la gestione precedente non era trasparente e che, invece, quella di adesso è una cosa... Non mi convince la cosa.

  PRESIDENTE. Su questo punto...

  ALESSANDRO PAGANO. Se rimette a posto le cose...

  PRESIDENTE. Mi pare che il dibattito fosse molto tranquillo. La vice presidente ha dato...

  ALESSANDRO PAGANO. Era tranquillo, ma non è che...

  PRESIDENTE. Ho capito, ma la vice presidente ha relazionato, peraltro su quello che le avevamo chiesto.

  ALESSANDRO PAGANO. Ha detto, però, cose pesanti, presidente.

  PRESIDENTE. Evidentemente, se ci sono delle inchieste in corso, qualche accertamento ci sarà.
  Ora, lei non ha fatto accuse precise. Ha detto che c'è una situazione che reputa non particolarmente tranquilla, e quindi su questo si è determinata...

  ALESSANDRO PAGANO. E non convoca la Commissione...

  PRESIDENTE. Sulla decisione finale possiamo anche non essere d'accordo, ma la vice presidente non ha rappresentato giudizi particolari. Ha rappresentato alcune situazioni che non le consentono, a suo avviso, di far funzionare al meglio l'organo...

  ALESSANDRO PAGANO. Ma non è un organo monocratico...

Pag. 22

  PRESIDENTE. Non addebitiamo, però, condotte di non trasparenza, perché francamente anche il suo percorso... Ma non ha leso nessuna parte della sua persona né il suo ruolo, onorevole. Qui non siamo pari.

  ALESSANDRO PAGANO. Tengo a intervenire per chiarire, anche calmando gli animi.

  PRESIDENTE. Non si è permessa di...

  ALESSANDRO PAGANO. Siccome queste informazioni qualcuno me le ha date, anzi più di uno, delle due, l'una: o sono stato io depistato, e quindi sono arrabbiato con chi mi ha dato queste informazioni...

  PRESIDENTE. Dopo verificheremo.

  ALESSANDRO PAGANO. O c'è qualcosa che non va nella vice presidente. Non ci sono terze cose, o l'una o l'altra. Io ho bisogno di chiarirle e di capirle.

  PRESIDENTE. Questo non è il nostro ruolo.

  ALESSANDRO PAGANO. Ecco perché sto chiedendo di audire anche gli altri.

  PRESIDENTE. Vediamo. Il nostro ruolo è sulla normativa, sull'applicazione della normativa delle adozioni. Io non ho una Commissione d'inchiesta sul CAI. Quella è un'altra cosa, altrimenti veramente andiamo fuori. Io avrei chiuso le audizioni dopo la Ministra Boschi. C'è stata una richiesta insistente, soprattutto delle opposizioni, di poter avere la vice presidente perché la Ministra Boschi si è limitata al suo periodo, e abbiamo chiesto la disponibilità, che lei ci ha dato. Vorrei concludere, poi faremo le valutazioni.
  Farei porre una domanda anche all'onorevole Pinna, così poi diamo la possibilità di rispondere. Eventualmente, potremo poi porre altre domande. Alle 17.00 dobbiamo essere in Aula.

  PAOLA PINNA. Ringrazio la presidente per aver esposto le risultanze del suo lavoro in questi due anni. Vorrei, poi, porre delle domande specifiche relative alla legislazione, visto che il compito di questa Commissione è apportare le modifiche che si rendessero necessarie alla normativa, anche alla luce dei conflitti che si stanno manifestando, nell'interpretazione sia della legge sia del ruolo della Commissione, ma anche degli enti, nel rapporto reciproco.
  Innanzitutto, vorrei capire dalla presidente quali sono gli atti monocratici della CAI e quali, invece, quelli che devono essere presi a livello collegiale. Non è specificato forse dalla normativa e non so se sarebbe meglio farlo viste le polemiche che questa lacuna ha provocato, e anche per l'evoluzione delle situazioni che hanno messo in luce la carenza della normativa e della regolamentazione dell'organo.
  Inoltre, vorrei mettere in evidenza quello che è a mio avviso un conflitto nelle funzioni della CAI così come sono state concepite prima dalla legge del 1983 e poi nelle successive norme. L'ultima è, appunto, il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri di cui parlava la vice presidente, quello del 2015.
  Inizialmente, i membri erano 11. Siamo passati, nel corso di tutti questi anni, a 21, anche membri che non hanno una competenza specifica nel settore delle adozioni internazionali, come abbiamo visto. Da ultimo, si è allargata la composizione della Commissione a rappresentanti della famiglia. Sembra, per come è stato concepito, un organo più di natura consultiva, ma con anche le funzioni di vigilanza.
  Sarebbe il caso forse di distinguere queste due funzioni e prevederne anche la composizione in funzione di quello che poi si va a fare? Riunire la Commissione periodicamente può avere un senso se si tratta di funzione consultiva. Quando c'è quella di vigilanza, sarebbe il caso forse che non tutti i membri fossero presenti, visti anche i conflitti d'interesse messi in evidenza. Probabilmente, questi conflitti si risolverebbero semplicemente distinguendo le due funzioni e la composizione della Commissione a seconda della funzione che Pag. 23deve svolgere, quella appunto di vigilanza e quella consultiva.
  Questo conflitto è messo in evidenza nel decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 13 marzo 2015, che all'articolo 1, comma 3, lettera a), dice che i soggetti designati dalle associazioni familiari non possono essere nominati o permanere nell'incarico se alle associazioni familiari a carattere nazionale che li esprimono partecipano o aderiscono enti autorizzati dalla Commissione. Questo è il caso del Forum delle famiglie, in cui sappiamo ci sono enti autorizzati, che però nella legge del 1983, poi modificata, è presente nella composizione della CAI. C'è, quindi, un conflitto tra due normative diverse. Sarebbe il caso di risolverlo o a livello normativo o, come dicevo, separando le due funzioni.
  Vorrei porre un'altra domanda alla presidente: come mai, viste le denunce di alcune famiglie e le notizie riportate nell'inchiesta di l'Espresso, non ci sono stati provvedimenti di sospensione o revoca da parte della Commissione? Soltanto perché in attesa della risoluzione dei problemi che ci sono stati in RDC o per altri motivi non sono stati presi questi provvedimenti? Si aspetta l'esito dell'indagine penale? Perché la Commissione formalmente non ha emanato nessun atto? È anche questo dovuto alla composizione dell'ente, quindi ai conflitti d'interesse all'interno della Commissione?
  Infine, quali azioni la vice presidente ritiene necessarie al fine di migliorare l'efficacia, la trasparenza e la qualità degli enti, cosa che le famiglie chiedono? Anch'io ricevo, come gli altri colleghi, delle sollecitazioni da parte di famiglie. Secondo me, hanno diritto a una risposta.
  Può essere, il coordinamento e la fusione degli enti, una soluzione a questa problematica, come recita anche la legge in un punto che non so quanto possa essere collegato anche logicamente? All'articolo 6, comma 1, lettera d), del decreto del Presidente della Repubblica n. 108 del 2007 si dice che la Commissione favorisce il coordinamento nonché la fusione degli enti al fine di ridurne complessivamente il numero e migliorare l'efficacia e la qualità.

  PRESIDENTE. Siccome sono domande abbastanza complesse, che comunque richiedono ulteriori approfondimenti, vedrà la presidente. Noi gliele mandiamo tutte in stenografico e lei ci manda una risposta scritta, se crede...

  SILVIA DELLA MONICA, Vice Presidente della Commissione per le adozioni internazionali. Nel momento in cui posso darvi delle risposte immediate... Per altre che, purtroppo, non sono riuscita a percepire, volentieri.

  VANNA IORI. Io sarò brevissima.
  A mia volta, sono interprete di tante famiglie che anche a livello territoriale, come a tutti i colleghi, si rivolgono per conoscere lo stato delle loro richieste di adozione, alle quali stanno aspettando legittimamente una risposta, ma anche di associazioni che chiedono, appunto, la convocazione.
  La mia richiesta è la seguente: se c'è un soggetto, un membro della CAI tra gli enti che è in una posizione di potenziale conflitto, non è possibile convocare gli altri e trovare, comunque, una soluzione perché non debba, questo ente in posizione di conflitto, penalizzare la posizione di tutti gli altri, che hanno, a mio parere, legittimamente diritto a essere convocati? È un nodo che probabilmente si tira dietro tanti malintesi, che poi nuocciono a tutti. Le famiglie sono un po’ smarrite, non capiscono più bene neanche quale sia l'ente più idoneo – non sto parlando, ovviamente, della legalità, ma dell'efficienza – a chi rivolgersi, chi può aiutarle. Io credo che vadano create le condizioni perché gli enti che non presentano problemi, né per lei, né per la Ministra Boschi né per il Presidente del Consiglio, siano ascoltati, convocati.
  Mi rendo conto della varietà di situazioni che la CAI incontra, varietà che hanno a che fare con i Paesi diversi, con le legislazioni diverse dei Paesi, con il mutare anche politico delle diverse situazioni nei Pag. 24diversi Paesi. Lei citava la Cambogia, la Bielorussia. Faccio queste osservazioni volendo chiarire che sono ben consapevole che stiamo parlando di una situazione molto complessa, che ovviamente non riguarda solo il nostro Paese e le adozioni nazionali, ma che riguardando le adozioni internazionali deve tener conto di una pluralità di variabili.
  Nello stesso tempo, però, prendo atto con piacere delle affermazioni che ha fatto in apertura, quando ha detto che siamo il secondo Paese dopo gli Stati Uniti per numero di adozioni e che c'è una diminuzione delle adozioni minore che in altri Paesi. Questo mi sembra un dato positivo e lo sottolineo.

  SILVIA DELLA MONICA, Vice Presidente della Commissione per le adozioni internazionali. Se volete, vi lascio la tabella del sito Aja.

  VANNA IORI. Lo sottolineo positivamente. Proprio per questo, però, se ci sono queste positività, credo che a maggior ragione occorra trovare il modo per sciogliere questo nodo.

  EDOARDO PATRIARCA. Anch'io sarò brevissimo.
  Presidente, vorrei sapere – vi accennava già la collega Iori – quante sono le organizzazioni con il potenziale conflitto d'interesse. Mi sembra che la sigla più evocata sia stata quella di Ai.Bi.: oltre a quella di Ai.Bi., abbiamo altre situazioni? Vorremmo capire che questo passaggio può essere risolto per evitare che questa situazione di stallo, di ambiguità o di non chiarezza continui nel tempo.
  In secondo luogo, ha parlato – capisco che è una domanda un po’ delicata e che forse richiederebbe molto tempo per la risposta – nella prima parte della sua illustrazione, parlando del Congo, forse anche facendo riferimento ad alcuni articoli di giornale, di traffico di minori: è una nota giornalistica, evocata da altri giornalisti, o, senza voler entrare troppo nel merito, CAI dispone di elementi relativi a situazioni in cui sono state coinvolte nostre associazioni italiane che possono evocare traffici o eventi simili?
  Ancora – la collega Pinna vi faceva riferimento – lei sa che abbiamo approvato una legge delega sul terzo settore, in cui si fa riferimento costantemente a quest'urgenza da parte del terzo settore di trasparenza, vigilanza e monitoraggio. È un tema che credo stia a cuore a molti di noi. Questi sono tutti enti di terzo settore, che dovranno fare riferimento a quella normativa, che spero presto il Ministero del lavoro metterà in campo con un decreto legislativo.
  La CAI, o, comunque, gli organismi sono in contatto con il Ministero del lavoro perché questo decreto, che riguarderà vigilanza, controllo, monitoraggio e trasparenza, tenga anche conto di queste vicende, per cui quindi auspicabilmente venga sostenuto un percorso chiaro ed efficace di serenità sul tema delicatissimo che riguarda non soltanto opere di solidarietà, ma in questo caso bambini e famiglie?

  EMANUELE SCAGLIUSI. Avevo chiesto della situazione dei rimborsi alle famiglie che hanno adottato dal 2011 in relazione al fondo messo in stabilita l'anno scorso. Qual è la situazione?

  PRESIDENTE. Do la parola alla vice presidente Della Monica per la replica.

  SILVIA DELLA MONICA, Vice Presidente della Commissione per le adozioni internazionali. Mi riservo davvero di farvi avere tutte le risposte scritte, anche perché mi dovete scusare, ma avete fatto tante domande, ed è giusto che abbiate tutte le risposte alle questioni che avete posto.
  Parto, innanzitutto, dai rimborsi, rimasti sospesi da prima. Il problema dei rimborsi 2011 – l'ho spiegato più volte – è esclusivamente questo. La Commissione non è centro di spesa – vorrei ricordarlo a tutti – quindi non dipende dalla Commissione, bensì da un'autorità che gestisce la spesa e l'effettiva erogazione. Noi abbiamo istruito tutte le pratiche. Pag. 25
  Il problema serio è questo. Davvero sono stati stanziati dei fondi, che ho richiesto io stessa, sia nella legge finanziaria 2014 per il 2015 sia nella legge finanziaria 2015 per il 2016, ma attenzione: abbiamo un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, quello che si riferiva ai rimborsi entro l'anno 2011, sprovvisto di copertura economica.
  Negli anni a seguire, sono stati dirottati verso questo decreto del Presidente del Consiglio dei ministri i fondi arrivati alla Commissione. Questa gestione non è apparsa, sotto alcuni punti di vista, contabilmente accettabile, perché i fondi vengono erogati per gli anni successivi, cioè fondi 2014 per il 2015 e fondi 2015 per il 2016. Bisogna risolvere questo problema e chiedersi se nel frattempo, come avevamo già sottolineato nello scorso anno, non sia necessario, invece, coprire questo buco che si è venuto a creare tra il 2011 e il 2015. Diversamente, non si fa altro che spostare verso un decreto precedente. Io ho anche un esperto che fa parte della magistratura contabile, che ha delle perplessità molto serie che questo possa accadere. Ripeto che, peraltro, la Commissione non ha spesa contabile, è un organo d'indirizzo politico-amministrativo, quindi non dipende dalla Commissione.
  C'è stato anche un passaggio da noi auspicato dei fondi messi a disposizione dalla Commissione dal Dipartimento per le politiche della famiglia al segretariato generale della Presidenza del Consiglio dei ministri. Pur trattandosi di una cosa estremamente positiva, ha creato però altri canali per quanto riguarda la spesa che deve essere deliberata. Spero di averle dato almeno un'indicazione per farle capire. Per quanto riguarda la Commissione, ripeto che le attività sono tutte istruite.
  Personalmente, ritengo che il sistema dei rimborsi debba essere superato. Noi abbiamo una deducibilità del 50 per cento, il resto è autocertificato, anzi è certificato dall'ente, e gli stessi enti ci pongono dei problemi dicendo che loro non si sentono di fare questa certificazione. Oltretutto, tolti i tetti massimi nel 2011 – prima, la rimborsabilità era comunque in ragione del reddito e di un tetto massimo di 4.000 o di 6.000 euro – lei capisce che si rimborsano 20.000, 15.000 euro e quanto significa questo?
  Forse bisogna andare – l'ha detto anche la Ministra Boschi quando è venuta qua, ne abbiamo parlato più volte – verso un sistema più solidale, che tenga conto dei redditi e che magari abbia una diversa possibilità.
  Lo scorso anno, sia alla Camera sia al Senato, sono stati presentati degli emendamenti, che avevamo concordato anche con gli enti, perché ci fosse un rimborso, un «bonus», ma ancorandolo al reddito ISEE, cui una famiglia potesse fare sicuramente affidamento, un tot di spese rimborsabili perché anche un'altra famiglia italiana, con una maternità o una paternità biologica, si vede rimborsata per l'erogazione di servizi non pagati. Dobbiamo fare, quindi, una valutazione complessiva. Spetterà al Parlamento farlo. Sono convinta che verrà riproposto quest'anno.
  Torno un attimo alle questioni poste dall'onorevole Pagano, perché qualche risposta gliela vorrei dare. Onorevole, non mi sono nemmeno permessa di sindacare l'opinione di un parlamentare. Avendolo fatto, so benissimo che le opinioni non sono sindacabili. Sinceramente, mi vedo sindacata io, ma rispetto a una contropartita che non c'è stata.

  ALESSANDRO PAGANO. Diciamo che non ci siamo capiti, mettiamola così.

  SILVIA DELLA MONICA, Vice Presidente della Commissione per le adozioni internazionali. Abbiamo, quindi, risolto il problema. Diciamo che abbiamo risolto il problema.

  ALESSANDRO PAGANO. Abbiamo risolto il problema, equivoco risolto.

  SILVIA DELLA MONICA, Vice Presidente della Commissione per le adozioni internazionali. Va bene.
  Detto questo, le voglio dire che, per quanto io rispetti i settimanali, i giornali, per me Vita non è il Vangelo. Non lo è Pag. 26nessun giornale, e i dati che abbiamo pubblicato sono dati ufficiali della Commissione elaborati con le competenze tecniche di cui la Commissione si avvale e si deve avvalere per fare questo. Oltretutto, sono certificati dal segretariato dell'Aja, e dimostrano inequivocabilmente questo, che può anche non piacere, anche se non capisco perché.
  L'ho lasciato questo, che è sul sito della Commissione. L'ho pubblicato, perché dopo l'intervento del Ministro Orlando si era determinata una specie di confusione tra quello che era il numero dei decreti di idoneità emessi e il numero delle adozioni internazionali. A questo punto, abbiamo deciso di dare un momento di chiarezza, tanto più che i dati li avevamo versati nelle sedi internazionali, ed eccoli.
  L'Italia, indubbiamente, in questo calo complessivo, dovuto a tantissime cose... Non dimentichiamo che abbiamo Paesi di origine che hanno una serie di caratteristiche, alcune di carattere positivo, per la politica che stanno affrontando, che è a favore dell'infanzia, altre di carattere negativo, perché hanno problemi veramente di carattere politico vari. Le adozioni internazionali non dipendono soltanto dall'Italia, ma da una serie di fattori. Poi ci sono delle condizioni italiane, che hanno visto d'altra parte un calo demografico delle nascite. Non possiamo fare a meno di tener presente anche questa situazione. Se ci sono altre cose che ho dimenticato, me ne scuso, ma sicuramente le farò avere anche sul punto una relazione.
  Questa non è una Commissione d'inchiesta...

  ALESSANDRO PAGANO. Più che una relazione, se il presidente me lo consente, delle risposte a delle domande che le scriverò, tutte puntuali.

  SILVIA DELLA MONICA, Vice Presidente della Commissione per le adozioni internazionali. Tutte puntuali, per carità.
  Mi sembra doveroso rispondere immediatamente all'onorevole Pinna, che ha posto il problema di fondo, quali sono gli atti monocratici e quali quelli collegiali.
  Vorrei dire che il vice presidente della Commissione è l'unico membro della Commissione che vi siede perennemente. Gli altri membri non fanno parte stabilmente della Commissione – cominciamo a chiarirci – fanno parte dei loro Ministeri, dove svolgono la loro attività, vengono convocati una tantum e così via. C'è, quindi, un braccio operativo della Commissione, che chiaramente è delineato anche dall'articolo 4 del decreto del Presidente della Repubblica n. 108 del 2007. Ed è al vice presidente che compete una serie di atti.
  Quando sento dire che le adozioni sono ferme, io resto senza parole. I decreti di autorizzazione all'ingresso, come tutto quello che è preparatorio al decreto di autorizzazione all'ingresso, è atto tipico del vice presidente e non c'entra assolutamente niente la Commissione. E non capisco come le famiglie possano essere smarrite rispetto a questa situazione. Capisco che le famiglie siano smarrite di fronte a un fatto: hanno subìto da parte di alcuni enti, di un ente in particolare, sotto inchiesta della Commissione e sotto inchiesta anche di carattere penale per fatti molto seri, dei fatti gravissimi. Vi prego di prendere atto di questa situazione.
  Ognuno può fare le valutazioni che crede, ma credo che l'inchiesta giornalistica di l'Espresso, che non mi riguarda, abbia, comunque, messo in luce dei fatti molto gravi. Forse mi interrogherei anche su altro: se questi fatti sono veri e io le sto dicendo che la Commissione ha preso atto di fatti gravissimi, è giusto che si possa andare avanti in un sistema di questo tipo? Quali sono, allora, gli strumenti che possiamo utilizzare?
  Innanzitutto, io cambierei il discorso della durata dell'autorizzazione...

  ALESSANDRO PAGANO. Questa è un'altra storia.

  SILVIA DELLA MONICA, Vice Presidente della Commissione per le adozioni internazionali. Questa non è un'altra storia, è la storia vera della Commissione, in cui non si accetta che si facciano traffici sui Pag. 27minori, in cui non è possibile pensare che intorno ai minori si possa fare... Ci sono stati, ci sono stati. Purtroppo, ci sono stati, e le famiglie sono disperate, e si rivolgono a noi chiedendo al Governo di essere aiutate... Mi faccia finire, per favore.
  Ci sono stati e, naturalmente, noi dobbiamo evitare che questo si ripeta. Per quello che sa la Commissione, per quello che è stato denunziato dalle famiglie, per quello che è stato accertato, sono venute fuori situazioni molto serie, rispetto alle quali noi dobbiamo assumere dei provvedimenti. In questa situazione, dobbiamo anche dare un riconoscimento a queste famiglie, che sono state così attente, così brave, da riuscire a comprendere anche che la loro posizione sarebbe di giustizia. Loro chiedono giustizia per loro stessi e per evitare che altre famiglie possano subire le stesse situazioni, ma che questo potesse avvenire dopo che si era risolta la vicenda del Congo.
  Non stiamo parlando solo di Congo, ma anche di fatti molto gravi successi in altri Paesi. Recentemente, la Corte europea per i diritti dell'uomo è intervenuta per la situazione della Bulgaria, in cui si parla di abusi da parte di pedofili. Non c'ero io in Commissione. Era la Commissione precedente. Noi abbiamo fatto quello che potevamo, tra cui dare quello che si potrebbe definire un avviso d'inchiesta agli enti interessati. L'ha detto anche il Governo, pubblicamente, non lo sto dicendo io. L'ha detto il Governo, assumendosi una responsabilità, dando una risposta a interpellanze parlamentari già nel marzo dell'anno 2015. Dovremo fare, quindi, questo.
  Che dobbiamo fare normativamente? Dobbiamo consentire una maggiore incisività dei controlli e una maggiore rapidità. Attenzione, qui non era possibile perché sarebbero saltate le adozioni in Congo, non solo quelle dell'Italia, ma quelle degli altri Paesi, ma ne abbiamo preso atto. Gli enti, però, non possono avere un'autorizzazione perenne! Non è possibile che l'autorizzazione duri – ecco un altro aspetto normativo – fino a verifica, fino alla revoca.
  Questo significa aspettare un intero procedimento amministrativo, giustamente garantito, ma che comporta la possibilità di una sospensiva di una durata indefinita e così via. Significa che gli enti devono avere un'autorizzazione che deve avere una durata di due o tre anni – si stabilisca. Sicuramente, però, tutto questo metterebbe anche in una diversa ottica tutti gli enti: l'autorizzazione non verrà rinnovata in ogni caso, e non potranno andare avanti, perché non revocabili, finché non si sia arrivati alla fine di un procedimento amministrativo, che comunque richiede una serie di garanzie, giuste nei confronti dell'ente, ma che non sono giuste nei confronti delle famiglie. Su questo siamo pienamente d'accordo.

  ALESSANDRO PAGANO. Nel ritrovato clima di serenità – mi pare che siamo più tranquilli – adesso le racconto un'esperienza, che penso sia utile anche a lei.
  Conosco molto bene la realtà dell'Istituto Mediterraneo per i Trapianti e Terapie ad Alta Specializzazione (ISMETT) di Palermo, che non è un centro qualsiasi, ma un top five al mondo, tra i primi cinque certificati al mondo. Lì c'è un problema, come in tutti i centri trapianti del mondo, legato agli organi da donare, e c'è un'attenzione spasmodica da parte di ciascuno di questi pazienti, questi malati in liste d'attesa, perché comprenderà bene che nessuno potrebbe mai accettare di essere «anticipato» nella sua attesa, che ovviamente rappresenta non solo la qualità della vita, ma anche la propria vita.
  Lei sa che non succede mai nulla di tutto questo in nessuna parte del mondo? Non esiste nessun pathos, nessun tipo di dramma. Tutti sono tranquilli, sereni, aspettano, perché c'è una condivisione di informazioni e una trasparenza di elementi conoscitivi che rende tutti tranquilli e sereni... Mi perdoni, non voglio fare nessuna allusione, altrimenti si rende vano il mio intervento.
  Che cosa voglio dire? Non so se ha notato che il fil rouge che ci lega tutti, e penso che abbiamo informazioni diverse, enti diversi che ci hanno informato, è quello che ognuna di queste famiglie che non è Pag. 28informata, che non ha certezza ha un problema esattamente opposto a quello che dice lei.

  SILVIA DELLA MONICA, Vice Presidente della Commissione per le adozioni internazionali. Ma esattamente non è vero.

  ALESSANDRO PAGANO. Lo vede che abbiamo due punti di vista diversi? Lei continua a decidere da sola e gli altri...

  SILVIA DELLA MONICA, Vice Presidente della Commissione per le adozioni internazionali. Guardi che non è così. Lei attribuisce alla collegialità della Commissione delle informazioni alle famiglie, cosa che non è, non fa parte degli atti collegiali!

  ALESSANDRO PAGANO. Lei continua a insistere che, siccome c'è un problema...

  SILVIA DELLA MONICA, Vice Presidente della Commissione per le adozioni internazionali. Stiamo dicendo una cosa diversa. Lei dice che non ci sono informazioni alle famiglie e che questo dipende dalla non collegialità, dalla non convalidazione. Questo non dipende assolutamente... La Commissione nella sua collegialità non ha questi compiti!
  Tra l'altro, le sarei molto grata se fino almeno al 10 giugno 2016, che stiamo cercando di rimettere in corsa, mi facesse il favore di andarsi a leggere i comunicati della Commissione. Forse si renderebbe conto di quante comunicazioni sono state date, per di più di quante comunicazioni sono state date agli enti e di quante comunicazioni direttamente alle famiglie sono state date sia con lettere scritte sia con telefonate, e di come 120 famiglie si siano assolutamente opposte a un modo di procedere di alcune famiglie che hanno messo veramente in crisi la possibilità che il Congo potesse essere risolto.
  Faccio una denunzia in questa sede. Quattro famiglie...

  ALESSANDRO PAGANO. A me risulta esattamente il contrario, vice presidente.

  SILVIA DELLA MONICA, Vice Presidente della Commissione per le adozioni internazionali. Lo so, e che debbo fare?

  ALESSANDRO PAGANO. E-mail inviate e non ricevute.

  SILVIA DELLA MONICA, Vice Presidente della Commissione per le adozioni internazionali. Non è un dibattito tra me e lei. Di quante famiglie, scusi, si fa portavoce? Io mi faccio portavoce e garante per lo meno di 120 famiglie.

  ALESSANDRO PAGANO. A me, però, risultano e-mail che non hanno mai ricevuto risposta, e non sono una o due, ma decine e decine, come telefonate al numero verde che non risponde.

  SILVIA DELLA MONICA, Vice Presidente della Commissione per le adozioni internazionali. Io, innanzitutto, non ho obbligo di rispondere ai giornalisti, e quindi finiamola una volta per tutte. In secondo luogo, proprio stamattina mi ha telefonato una famiglia addirittura dalla Bielorussia. Noi abbiamo informazioni completamente diverse. Lei avrà sicuramente informazioni di alcune famiglie, ma la prego di riflettere che lei ha delle informazioni, rispetto a quelle che ho io, completamente parziali. Io ho una totalità di 2.000 famiglie che, invece, hanno una situazione di totale...

  ALESSANDRO PAGANO. Non abbiamo una visione personale...

  SILVIA DELLA MONICA, Vice Presidente della Commissione per le adozioni internazionali. Nessuna visione. Sto semplicemente fornendole un dato che non è questo.

  PRESIDENTE. Signori, non è mai successo. Adesso si conclude quest'audizione. Il discorso è questo. Non possiamo qui risolvere il problema della gestione della CAI. Abbiamo oggi delle problematiche grosse. Lei ci ha fornito degli elementi di valutazioni. Alcuni riguardano la parte normativa Pag. 29 e valuteremo; altri riguardano prassi; altri problematiche che saranno in corso. Non possiamo risolvere oggi, altrimenti diventa un convegno.
  Penso che la vice presidente abbia risposto un po’ a tutto. Peraltro, dobbiamo andare in Aula dove si sta esaminando il documento di economia e finanza.

  SILVIA DELLA MONICA, Vice Presidente della Commissione per le adozioni internazionali. Ripeto, se la presidente lo ritiene, mi faccia avere pure tranquillamente le domande.
  Mi perdoni, dovete anche con comprendere la mia posizione. Come ha detto giustamente la presidente Ferranti, questa non è una Commissione d'inchiesta, ma una Commissione che sta svolgendo una indagine conoscitiva sulla normativa. Attraverso elementi di valutazione che io posso fornire, nei limiti in cui li posso fornire, essendo vincolata all'attività della Commissione e alla necessità di non esporre dati che non posso esporre in questa sede, in cui non è neanche possibile la segretazione degli atti – sto cercando di dirvi che il sistema ha delle disfunzioni, che nascono anche dalla legislazione, che a mio avviso si devono colmare.
  Questa è l'occasione buona per farlo. Credo che si debba mantenere la giurisdizionalizzazione del sistema, perché si parla di diritti fondamentali. Non credo che si debba togliere alla Presidenza del Consiglio dei ministri, e quindi, al Presidente del Consiglio, la politica in materia di adozioni internazionali, perché è una politica complessa. Mi permetto di dire che ritengo che, per quanto riguarda l'Agenzia nazionale, sarebbe una sovrapposizione della Commissione, e non riesco a capire, sinceramente: o c'è l'una o c'è l'altra.
  Bisogna anche decidere una cosa: se si vuole dare spazio al privato sociale, e quindi portare avanti le politiche degli enti, naturalmente decise dal Governo, nell'ambito delle adozioni internazionali e consentire loro di operare, o privilegiare assolutamente il pubblico. La linea di mezzo è stata scelta dalla legge sulle adozioni internazionali. Si è previsto che ogni regione potesse avere un proprio servizio pubblico. Anche su questo punto vi invito alla riflessione.
  Ho, infatti, da parte di moltissimi enti alcune prese di posizione che riguardano le attività del servizio pubblico, che per carità vi spiego nei termini più asettici possibili: sulle spese del servizio pubblico, ad esempio, sul fatto che abbia le stesse caratteristiche di un ente privato, e quindi, comunque, sia soggetto alla disciplina delle autorizzazioni, del controllo, da parte della Commissione, e se sia possibile che il servizio pubblico di un territorio possa avere delle intese con altre regioni, in maniera che queste deneghino ai propri compiti e non facciano un servizio proprio né delle politiche loro, e, quindi, non potenzino degli aiuti che riguardano le famiglie, i servizi sociali sul territorio, che vanno potenziati.
  Queste problematiche sono di grossissimo rilievo d'impatto. Naturalmente, credo che, nel momento in cui saranno affrontati tutti i disegni di legge che sono stati presentati, dovranno essere tenute in considerazione. Potrete sentire chi riterrete. Io sono sempre pronta, nei limiti in cui mi occuperò di questa materia. Come dice giustamente l'onorevole, non me l'ha prescritto il dottore, io ho una mia professione nella vita, che è quella di magistrato, e vorrei che fosse chiaro anche questo. Lo farò, però, fino in fondo.
  Finché, però, sarò lì, l'unica cosa che voglio garantire è che ci siano, contrariamente a quello che assumono alcuni, soprattutto coloro che sono controllati e sottoposti a un'azione di vigilanza della Commissione, trasparenza e serietà e che sui bambini – sui bambini dobbiamo incentrare – non ci sia traffico di alcun tipo, non ci sia speculazione di alcun tipo.

  PRESIDENTE. La ringrazio molto anche di questa disponibilità di quasi due ore di audizione. Chiedo, anche data la disponibilità della vice presidente, di mandarci una nota scritta in risposta sia alle domande che trascriveremo, alla luce dello stenografico, sia eventualmente ad altre domande. Nel frattempo, proprio perché lo scopo di quest'audizione è di proporre all'Aula la nostra risoluzione con le modifiche Pag. 30 legislative, se la presidente, dato che le sta vivendo, ci vuole anche segnalare alcune modifiche legislative, avremo in questo modo sia le risposte, laddove possibile, sia le soluzioni normative, che potremo portare all'attenzione dell'Aula.
  Mi ha molto colpito quello che diceva la collega Pinna, che non sapevo, che si è passati da un numero di 11 componenti, via via crescendo, a una rappresentanza sempre più ampia e quasi ingestibile. Credo che la politica su questo punto debba fare una razionalizzazione.
  Ringrazio molto i colleghi e la vice presidente per la disponibilità.
  Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 17.10.