XIII Commissione

Agricoltura

Agricoltura (XIII)

Commissione XIII (Agricoltura)

Comm. XIII

Agricoltura (XIII)
SOMMARIO
Mercoledì 17 settembre 2014

SEDE CONSULTIVA:

Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell'uso eccessivo di risorse naturali (collegato alla legge di stabilità 2014). Nuovo testo C. 2093 Governo (Parere alla VIII Commissione) (Esame e conclusione – Parere favorevole con condizioni) ... 144

ALLEGATO 1 (Proposta di parare del Relatore approvata dalla Commissione) ... 149

ALLEGATO 2 (Proposta di parare del gruppo MoVimento 5 Stelle) ... 152

ALLEGATO 3 (Proposta di parare del gruppo FI-PdL) ... 154

COMITATO RISTRETTO:

Norme per la valorizzazione dei prodotti agricoli e alimentari provenienti da filiera corta a chilometro zero e di qualità. C. 77 Realacci, C. 1052 Caon e C. 1223 Gallinella ... 145

Disposizioni per la tutela e la valorizzazione della biodiversità agraria e alimentare. C. 348 Cenni e C. 1162 Verini ... 145

SEDE CONSULTIVA:

Modifiche al codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285. Nuovo testo unificato C. 1512 Meta, C. 73 Realacci, C. 111 Bratti, C. 423 Caparini, C. 608 Decaro, C. 871 Molteni, C. 1085 Grimoldi, C. 1126 Molteni, C. 1177 Garofalo, C. 1263 Nastri, C. 1386 Caparini, C. 1537 Dell'Orco, C. 1616 Nastri, C. 1632 Gebhard, C. 1711 Buonanno, C. 1719 Grimoldi e C. 2063 Gandolfi (Parere alla IX Commissione) (Esame e rinvio) ... 145

INTERROGAZIONI:

Sulla pubblicità dei lavori ... 146

5-03540 Franco Bordo: Sulle iniziative per contrastare l'aumento delle importazioni di riso ... 146

ALLEGATO 4 (Testo della risposta) ... 156

5-01613 Rigoni: Sulla tutela dei prodotti agroalimentari italiani con particolare riferimento alle carni suine.
5-01625 Caon: Sulla tutela della produzione agroalimentare italiana ... 146

ALLEGATO 5 (Testo della risposta) ... 157

RISOLUZIONI:

Sulla pubblicità dei lavori ... 146

7-00148 L'Abbate e 7-00210 Zaccagnini: Interventi per la salvaguardia degli uliveti colpiti dal batterio Xylella fastidiosa.
7-00461 Mongiello: Interventi per la salvaguardia degli uliveti colpiti dal batterio Xylella fastidiosa (Seguito della discussione congiunta e rinvio) ... 147

ALLEGATO 6 (Nuova formulazione della Risoluzione n. 7-00210) ... 161

ALLEGATO 7 (Nuova formulazione della Risoluzione n. 7-00461) ... 165

7-00268 Bernini: Interventi in materia di danni all'agricoltura provocati dalla proliferazione dei cinghiali (Seguito della discussione e rinvio) ... 148

7-00249 Cenni: Sui danni causati all'agricoltura e alla zootecnia da alcune specie di fauna selvatica o inselvatichita (Discussione e rinvio) ... 148

XIII Commissione - Resoconto di mercoledì 17 settembre 2014

TESTO AGGIORNATO AL 18 SETTEMBRE 2014

SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 17 settembre 2014. — Presidenza del presidente Luca SANI. — Interviene il sottosegretario di Stato per le politiche agricole alimentari e forestali, Giuseppe Castiglione.

  La seduta comincia alle 9.15.

Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell'uso eccessivo di risorse naturali (collegato alla legge di stabilità 2014).
Nuovo testo C. 2093 Governo.
(Parere alla VIII Commissione).
(Esame e conclusione – Parere favorevole con condizioni).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in oggetto, rinviato nella seduta di ieri.

  Luca SANI, presidente, comunica che il gruppo M5S ha chiesto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sia assicurata anche mediante trasmissione con impianto audiovisivo a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.
  Ricordo inoltre che nella seduta di ieri il relatore, on. Taricco, ha preannunciato una proposta di parere ulteriore rispetto a quella già trasmessa. Tale proposta di parere è stata già inviata ai componenti della Commissione. Ricorda altresì che nella seduta di ieri è stata presentata una proposta di parere del gruppo Movimento 5 Stelle.

  Mino TARICCO (PD), relatore, dà conto delle modifiche apportate al parere precedentemente proposto (vedi allegato 1).

  Paolo PARENTELA (M5S) fa presente che, nonostante le modifiche introdotte dal relatore al testo originario, che ringraziano per il lavoro svolto, il suo gruppo mantiene la sua proposta di parere presentata nella seduta di ieri (vedi allegato 2) e pertanto preannuncia l'espressione di un voto contrario sulla proposta di parere del relatore.

  Paolo RUSSO (FI-PdL), a nome del suo gruppo, presenta e illustra una ulteriore proposta di parere (vedi allegato 3) e preannuncia pertanto l'espressione del voto contrario sulla proposta di parere del relatore.

  Franco BORDO (SEL) fa presente che dopo le modifiche apportate in Commissione la valutazione del suo gruppo è complessivamente positiva, anche se non si giudica positivamente l'esclusione del digestato e il rinvio a successiva normazione. D'altro canto, per quanto riguarda gli impianti a biomasse e biogas, lamenta la mancanza di pianificazione per la realizzazione di tali strutture e soprattutto una diffusione disomogenea e incontrollata che reca effetti distorsivi sulla produzione agroalimentare. Con tali riserve preannuncia l'espressione di un voto comunque favorevole sulla proposta di parere del relatore che ringrazia per il lavoro svolto.

  Nicodemo Nazzareno OLIVERIO (PD), nel rivolgere a nome del suo un pensiero grato al relatore per il lavoro svolto e anche per lo sforzo di ricondurre ad unità la proposta di parere, deve purtroppo rilevare con rammarico come in tale occasione siano talvolta prevalsi atteggiamenti ideologici. Preannuncia pertanto l'espressione del voto favorevole del suo gruppo sottolineando gli aspetti positivi del parere e quelli presenti nel provvedimento relativamente alla filiera corta, alla semplificazione e all'accesso al credito, tanto attesi dagli operatori del settore.

  Il sottosegretario Giuseppe CASTIGLIONE esprime parere favorevole alla proposta formulata dal relatore.

  Luca SANI, presidente, che porrà in votazione la proposta di parere del relatore (vedi allegato 1) e che, in caso di sua approvazione, risulteranno precluse le proposte alternative di parere del gruppo M5S (vedi allegato 2) e FI-PdL (vedi allegato 3).
  La Commissione approva infine la proposta di parere favorevole con condizioni del relatore (vedi allegato 1), risultando precluse precluse le proposte alternative di parere del gruppo M5S (vedi allegato 2) e FI-PdL (vedi allegato 3).
  La Commissione approva la proposta di parere del relatore (vedi allegato 1).

  La seduta termina alle 9.30.

COMITATO RISTRETTO

  Mercoledì 17 settembre 2014.

Norme per la valorizzazione dei prodotti agricoli e alimentari provenienti da filiera corta a chilometro zero e di qualità.
C. 77 Realacci, C. 1052 Caon e C. 1223 Gallinella.

  Il Comitato ristretto si è riunito dalle 14 alle 14.05.

Disposizioni per la tutela e la valorizzazione della biodiversità agraria e alimentare.
C. 348 Cenni e C. 1162 Verini.

  Il Comitato ristretto si è riunito dalle 14.05 alle 14.10.

SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 17 settembre 2014. — Presidenza del presidente Luca SANI. — Interviene il sottosegretario di Stato per le politiche agricole alimentari e forestali, Giuseppe Castiglione.

  La seduta comincia alle 14.15.

Modifiche al codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285.
Nuovo testo unificato C. 1512 Meta, C. 73 Realacci, C. 111 Bratti, C. 423 Caparini, C. 608 Decaro, C. 871 Molteni, C. 1085 Grimoldi, C. 1126 Molteni, C. 1177 Garofalo, C. 1263 Nastri, C. 1386 Caparini, C. 1537 Dell'Orco, C. 1616 Nastri, C. 1632 Gebhard, C. 1711 Buonanno, C. 1719 Grimoldi e C. 2063 Gandolfi.

(Parere alla IX Commissione).
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del nuovo testo unificato dei progetti di legge in oggetto, trasmesso dalla Commissione di merito.

  Luca SANI, presidente, comunica che il gruppo M5S ha chiesto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sia assicurata anche mediante trasmissione con impianto audiovisivo a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.

  Laura VENITTELLI (PD), relatore, chiede di rinviare l'inizio dell'esame per compiere un approfondimento sulla materia.

  Luca SANI, presidente, rinvia ad altra seduta il seguito dell'esame.

  La seduta termina alle 14.20.

INTERROGAZIONI

  Mercoledì 17 settembre 2014. — Presidenza del vicepresidente Luca SANI. — Interviene il sottosegretario di Stato per le politiche agricole alimentari e forestali, Giuseppe Castiglione.

  La seduta comincia alle 15.

Sulla pubblicità dei lavori.

  Luca SANI, presidente, comunica che il gruppo M5S ha chiesto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sia assicurata anche mediante trasmissione con impianto audiovisivo a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.

5-03540 Franco Bordo: Sulle iniziative per contrastare l'aumento delle importazioni di riso.

  Il sottosegretario Giuseppe CASTIGLIONE risponde alle interrogazioni in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 4).

  Franco BORDO (SEL), replicando, si dichiara sostanzialmente soddisfatto con riferimento ai contenuti della risposta, in particolare per la notifica già effettuata dal Ministero lo scorso 31 luglio, della richiesta di attivazione di una clausola di salvaguardia nei confronti dell’import nell'Unione europea di riso ed invita a vigilare per il buon esito di tale richiesta. Auspica che il semestre italiano di Presidenza europea possa agevolare tale percorso, stante anche la estrema rilevanza del settore del riso italiano, il più importante a livello europeo. Valuta quindi positivamente le intenzioni manifestate dal Governo per quanto riguarda l'etichettatura, l'informazione ai consumatori e l'attenzione prestata alla sicurezza alimentare.

5-01613 Rigoni: Sulla tutela dei prodotti agroalimentari italiani con particolare riferimento alle carni suine.
5-01625 Caon: Sulla tutela della produzione agroalimentare italiana.

  Luca SANI, presidente, comunica che le interrogazioni n. 5-01613 Rigoni e 5-01625 Caon, se non vi sono obiezioni, saranno svolte congiuntamente, vertendo tutte sullo stesso argomento.
  (Così rimane stabilito).

  Il sottosegretario Giuseppe CASTIGLIONE risponde alle interrogazioni in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 5).

  Andrea RIGONI (PD), replicando, si dichiara soddisfatto per la risposta del Governo, che ha dato giustamente al settore agroalimentare italiano l'importanza che gli è dovuta, producendo il 17 per cento del PIL. In particolare, manifesta apprezzamento per l'azione del Governo svolta a favore del settore suinicolo, di particolare rilevanza con i suoi 105 mila addetti ed oltre 26 mila allevatori.

  Roberto CAON (LNA), replicando, ritiene che il Governo non abbia risposto in maniera precisa ai quesiti posti nell'interrogazione. In particolar modo, ritiene che le normative predisposte per la tutela del made in Italy agroalimentare potrebbero rimanere lettera morta qualora non fosse posta la massima attenzione nell'esecuzione dei controlli. Auspica pertanto che il Governo stimoli le forze dell'ordine ad agire in maniera più precisa e puntuale.

  Luca SANI, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

  La seduta termina alle 15.20.

RISOLUZIONI

  Mercoledì 17 settembre 2014. — Presidenza del presidente Luca SANI. — Interviene il sottosegretario di Stato per le politiche agricole alimentari e forestali, Giuseppe Castiglione.

  La seduta comincia alle 15.20.

Sulla pubblicità dei lavori.

  Luca SANI, presidente, comunica che il gruppo M5S ha chiesto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sia assicurata anche mediante trasmissione con impianto audiovisivo a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.

7-00148 L'Abbate e 7-00210 Zaccagnini: Interventi per la salvaguardia degli uliveti colpiti dal batterio Xylella fastidiosa.
7-00461 Mongiello: Interventi per la salvaguardia degli uliveti colpiti dal batterio Xylella fastidiosa.
(Seguito della discussione congiunta e rinvio).

  La Commissione prosegue la discussione congiunta delle risoluzioni, rinviata nella seduta del 10 settembre.

  Luca SANI, presidente, avverte che le risoluzioni all'ordine del giorno vertono sul medesimo oggetto e pertanto, se non vi sono obiezioni, saranno trattate congiuntamente.
  Avverte che il deputato Zaccagnini ha presentato una nuova formulazione della sua risoluzione, che è già stata trasmessa ed è in distribuzione (vedi allegato 6).
  Avverte altresì che sul medesimo argomento è stata presentata la risoluzione 7-00461 Mongiello. Pertanto, se non vi sono obiezioni, le risoluzioni saranno trattate congiuntamente.

  La Commissione concorda.

  Colomba MONGIELLO (PD), nell'illustrare la sua risoluzione, fa presente che alla formulazione originaria ritiene di dover aggiungere alcune modifiche puntuali.
  Osserva che il problema della fitopatologia si è accresciuto e non riguarda più solo pochi ettari e, pur riconoscendo che gli studi del fenomeno sono stati molto complessi e hanno richiesto un'analisi molto dettagliata, esprime rammarico per il fatto che nella fase iniziale non siano stati effettuati i necessari approfondimenti.
  A tale riguardo ritiene che la previsione di un commissario ad hoc possa evitare scollature sia a livello centrale che periferico, al fine di non perdere più tempo. Fa presente inoltre di aver inserito un punto specifico riguardante l'obbligatorietà dell'applicazione di linee-guida al fine di evitare una discrezionalità negli interventi. Rivolge particolare apprezzamento alle imprese olivicole del Salento che hanno cooperato in ogni sede al fine di trovare soluzioni al problema e dare inizio ad una nuova e sana fase dell'olivicoltura salentina.
  Sottolinea infine che si tratta di una malattia grave che non può essere fronteggiata con blandi rimedi inappropriati. Presenta quindi una riformulazione della sua risoluzione (vedi allegato 7).

  Adriano ZACCAGNINI (Misto) manifesta contrarietà al nuovo testo presentato dal deputato Mongiello, per l'introduzione tra gli impegni rivolti al Governo della previsione di un commissario ad acta per l'emergenza Xylella ed esprime rammarico per la linea d'azione finora seguita nella regione Puglia. Ritiene infatti che un commissario sarebbe più esposto a pressioni da parte della Coldiretti, che gli risulta essere stata quella che ha più spinto in tale direzione. Viceversa, ritiene che, come affermato dal Governo, bisognerebbe puntare sul comitato scientifico di esperti per approfondire la ricerca sulla fitopatologia, essendo il batterio della Xylella di per sé non patogeno, tanto che la ricerca potrebbe dimostrare esattamente il contrario di quello che è stato affermato finora. Osserva peraltro che la risoluzione della collega Mongiello presenta insanabili aspetti contraddittori.
  Ritiene infine che la fretta di concludere sia dettata più che altro dall'intento di perseguire una politica di indennizzi, come auspicato dalla Coldiretti, che offre ulteriori opportunità alle burocrazie del settore.

  Giuseppe L'ABBATE (M5S), esprime apprezzamento per l'istituzione del Comitato tecnico-scientifico, che ritiene di alto spessore, e per l'attività del Ministero delle politiche agricole che ha dimostrato finalmente che la regione Puglia ha perso un anno di tempo nel cercare di affrontare l'emergenza. Manifesta infine disponibilità a ricercare una formulazione unitaria della risoluzione con quello spirito di condivisione che da sempre ha contraddistinto l'attività della Commissione agricoltura. Chiede da ultimo di rinviare la discussione delle risoluzioni in oggetto, per poter approfondire le riformulazioni presentate dai colleghi.

  Nicodemo Nazzareno OLIVERIO (PD) concorda sulla proposta di rinvio data la brevità del tempo a disposizione dei colleghi per l'esame delle modifiche introdotte nei testi originari. Ritiene peraltro che la discussione potrebbe essere utilmente rinviata alla giornata di domani.
  Osserva peraltro, viste anche le numerose polemiche suscitate a livello regionale, che sarebbe opportuno che su questa vicenda si giungesse a votare gli atti in maniera indipendente ferma restando la disponibilità del suo gruppo a valutare ulteriori proposte.

  Giuseppe L'ABBATE (M5S), ribadisce la richiesta di procedere ad un testo unificato.

  Luca SANI, presidente, fa presente che il collega Oliverio ha sollevato una questione di carattere prettamente politico, mentre ha convenuto sull'esigenza di un rinvio.

  Giuseppe L'ABBATE (M5S) ritiene in ogni caso incomprensibile che, contravvenendo ad una linea d'azione fin qui seguita, il gruppo PD non voglia procedere in questa occasione con spirito di condivisione.

  Luca SANI, presidente, rinvia il seguito della discussione ad altra seduta.

7-00268 Bernini: Interventi in materia di danni all'agricoltura provocati dalla proliferazione dei cinghiali.
(Seguito della discussione e rinvio).

7-00249 Cenni: Sui danni causati all'agricoltura e alla zootecnia da alcune specie di fauna selvatica o inselvatichita.
(Discussione e rinvio).

  Luca SANI, presidente, ricorda che la Commissione ha iniziato la discussione della risoluzione n. 7-00268 nella seduta del 6 agosto scorso e che si è deciso di procedere ad un ciclo di audizioni informali.
  Successivamente, essendo stata sollecitata la discussione anche della risoluzione n. 7-00249 propone, se non vi sono obiezioni, che siano trattate congiuntamente, vertendo su materia analoga.

  Massimiliano BERNINI (M5S) concorda in linea di massima, ma ritiene preferibile, prima di assumere questa decisione, che si concluda il ciclo di audizioni al fine di assumere maggiori elementi di valutazione, anche al fine di valutare se sia possibile addivenire alla predisposizione di un testo unitario.

  Luca SANI, presidente, rinvia il seguito della discussione ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.45.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 15.45 alle 16.

AVVERTENZA

  Il seguente punto all'ordine del giorno non è stato trattato:

SEDE REFERENTE

Disposizioni per la tutela e la valorizzazione della biodiversità agraria e alimentare.
Nuovo testo C. 348 Cenni e C. 1162 Verini.

Disciplina organica della coltivazione della vite e della produzione e del commercio del vino.
C. 2236 Sani.

XIII Commissione - mercoledì 17 settembre 2014

ALLEGATO 1

Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell'uso eccessivo di risorse naturali (collegato alla legge di stabilità 2014). (Nuovo testo C. 2093 Governo).

PROPOSTA DI PARERE DEL RELATORE APPROVATA DALLA COMMISSIONE

  La XIII Commissione Agricoltura,
   esaminato il nuovo testo del disegno di legge C. 2093, recante «Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell'uso eccessivo di risorse naturali (collegato alla legge di stabilità 2014)» come risultante dagli emendamenti approvati dalla competente Commissione di merito;
   preso atto che il testo è stato sostanzialmente modificato nel corso dell'esame presso la Commissione di merito in conseguenza dell'aggiunta di nuovi articoli, della riscrittura di articoli esistenti, nonché della soppressione di alcune disposizioni, alcune delle quali di contenuto identico o analogo a norme del decreto-legge n. 91 del 2014;
   considerato che molte osservazioni espresse dalla XIII Commissione sul testo iniziale non sono state recepite, in quanto connesse ad articoli soppressi, altre sono state oggetto di una riformulazione, altre ancora, pur oggetto di discussione approfondita, sono state accantonate in vista di una riforma complessiva della materia d'interesse;
   in particolare, preso atto che l'esclusione del digestato dalla categoria dei rifiuti sarà, come assicurato dal Governo nel corso dell'esame presso la Commissione di merito, oggetto di un intervento normativo prossimo all'approvazione;
   considerato, al riguardo, particolarmente importante che oltre ad escludere il digestato dalla nozione di rifiuto siano inclusi nella categoria dei sottoprodotti i diversi riutilizzi dello stesso digestato, anche se diversi dallo spandimento a fini agronomici e anche se finalizzati alla produzione di concimi e ammendanti o altre finalizzazioni equivalenti;
   preso atto che alcuni articoli contengono disposizioni aventi un'incidenza diretta o indiretta sul comparto agricolo. In particolare il riferimento è:
    all'articolo 8-ter, che inserisce anche i sottoprodotti della trasformazione degli zuccheri tramite fermentazione nell'elenco dei sottoprodotti utilizzabili negli impianti a biomasse e biogas ai fini dell'accesso ai meccanismi incentivanti della produzione di energia elettrica da impianti a fonti rinnovabili diversi dai fotovoltaici;
    all'articolo 12-bis, che fa rientrare tra i sottoprodotti della lavorazione del legno, ai fini dell'elenco dei sottoprodotti utilizzabili negli impianti a biomasse per l'accesso ai meccanismi incentivanti, solo quelli relativi legno non trattato;
    all'articolo 15-bis, che disciplina la facoltà per i produttori e gli utilizzatori, che sono imprenditori agricoli di partecipazione al CONAI, tramite le proprie confederazioni agricole, le associazioni di categoria o le centrali cooperative di appartenenza;
    all'articolo 24 che istituisce, a decorrere dal 2014, presso la Cassa conguaglio per il settore elettrico, un Fondo di
garanzia per gli interventi finalizzati al potenziamento delle infrastrutture idriche in tutto il territorio nazionale;

   all'articolo 28, in materia di assimilazione alle acque reflue domestiche, ai fini dello scarico in pubblica fognatura, delle acque reflue di vegetazione dei frantoi oleari;

   ritenuto importante inserire tra i criteri di qualificazione ambientale dei prodotti di cui all'articolo 10-ter quelli che specificamente possono interessare i prodotti agricoli, quali la provenienza degli stessi prodotti da un circuito di filiera corta calcolato in relazione alla distanza tra luogo di produzione e luogo di consumo nonché l'indicazione di standard di produzione sostenibili dal punto di vista ambientale;
   considerato altresì che l'articolo 15-ter dovrebbe essere riformulato in modo da: esentare dal disposto gli imprenditori agricoli che non utilizzano in modo professionale gli imballaggi; escludere la responsabilità delle organizzazioni di categorie in caso di mancato rispetto degli obblighi di raccolta gravanti sugli imprenditori agricoli; prevedere, in considerazione della nuova facoltà di adesione al CONAI disposta dall'articolo in esame, la sospensione per un periodo di dodici mesi delle sanzioni disposte per coloro che non adempiano agli obblighi di raccolta o non adottino, in alternativa sistemi gestionali conformi al decreto legislativo n. 156 del 2006;
   ritenuto di particolare rilievo che non siano considerati rifiuti gli sfalci e le potature derivanti dalla manutenzione del verde pubblico, anche al fine di poter utilizzare gli stessi prodotti per la produzione di energia da fonte rinnovabile;
   considerato che l'utilizzo del correttivo chiamato «gesso da defecazione» previsto nella categoria dei fertilizzanti dovrebbe essere assoggettato, qualora prodotto con fanghi di depurazione, alla categoria dei rifiuti facendo valere le regole ed i limiti previsti dal decreto legislativo n. 99 del 1992 che regolamenta l'utilizzo dei fanghi in agricoltura,
   esprime

PARERE FAVOREVOLE

  con le seguenti condizioni:
   1. al comma 3 dell'articolo 10-ter, dopo la lettera b), sia inserito la seguente:
   «b-bis) rafforzare la qualificazione ambientale dei prodotti agricoli, attraverso l'indicazione della provenienza degli stessi da filiere corte, calcolate in relazione alla distanza tra luogo di produzione e consumo, e la definizione di standard di produzione sostenibili dal punto di vista ambientale»;

   2. l'articolo 15-bis sia sostituito dal seguente:

Art. 15-bis.
(Iscrizione ai consorzi e ai sistemi per la raccolta dei rifiuti previsti dal decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152).

  1. All'articolo 224, comma 1, del decreto legislativo n. 152 del 2006, è aggiunto, in fine, il seguente periodo: «I produttori e gli utilizzatori che sono imprenditori agricoli ai sensi dell'articolo 2135 del codice civile possono partecipare al CONAI tramite le proprie confederazioni agricole, le associazioni di categoria o le centrali cooperative di appartenenza; a tali fini il CONAI adegua il proprio statuto per prevedere modalità di attribuzione delle relative quote di partecipazione. Per gli imprenditori agricoli di cui all'articolo 2135 del codice civile che si iscrivono al CONAI o che regolarizzano la propria posizione presso il CONAI e per i relativi Consorzi di filiera sono sospese per un periodo di 12 mesi dall'entrata in vigore della legge le sanzioni di cui all'articolo 261, comma 1. Sono esclusi dagli obblighi relativi alla raccolta e degli adempimenti di cui all'articolo 221 del decreto legislativo n. 152 del 2006 i produttori e gli utilizzatori che sono imprenditori agricoli e che non utilizzano gli imballaggi in modo professionale secondo le modalità definite con provvedimento emanato dal Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, di concerto con il Ministro dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare».;

   3. dopo l'articolo 15-bis siano inseriti i seguenti:

Art. 15-ter.

  1. All'articolo 184, comma 2, del decreto legislativo 3 aprile 2006 n. 152, alla lettera e) sono aggiunte in fine le seguenti parole: ad eccezione degli sfalci e delle potature destinate alla produzione di energia attraverso processi e metodi che non costituiscono pericolo per l'ambiente né danno per la salute che sono escluse dal campo di applicazione della presente parte IV ai sensi dell'articolo 185, comma 1 lettera f).

Art. 15-quater.

  1. L'utilizzazione agronomica dei correttivi di cui al decreto legislativo n. 75 del 2010, e in particolare dei gessi di defecazione e dei carbonati di calcio di defecazione, così come descritti all'allegato 3 del medesimo decreto, qualora ottenuti da processi che prevedono l'utilizzo di materiali biologici classificati come rifiuti, deve sottostare ai criteri ed alle prescrizioni previste ai sensi del decreto legislativo n. 99 del 1992.

ALLEGATO 2

Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell'uso eccessivo di risorse naturali (collegato alla legge di stabilità 2014). (Nuovo testo C. 2093 Governo).

PROPOSTA DI PARERE DEL GRUPPO MOVIMENTO 5 STELLE

  La XIII Commissione,
   esaminato il disegno di legge recante «Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell'uso eccessivo di risorse naturali (collegato alla legge di stabilità 2014)», così come modificato dalla VIII Commissione Ambiente della Camera dei Deputati;
   posto che il provvedimento reca diverse norme tese, in buona parte, a novellare la normativa vigente e, in particolare, il decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152;
   valutate le parti di propria competenza e in particolare l'articolo 28 che affronta il tema delle acque reflue di vegetazione dei frantoi oleari assimilandole alle acque reflue domestiche e prevedendone quindi lo smaltimento in pubbliche fognature;
   valutata come apprezzabile e senz'altro migliorativa la modifica introdotta all'articolo suddetto dalla VIII Commissione Ambiente, che ammette lo smaltimento in fogna unicamente previo idoneo trattamento e a condizione che i sindaci non ravvisino criticità negli impianti di depurazione della zona, nonché limitando l'uso degli impianti di depurazione ai soli frantoi che insistono sul territorio regionale e ad aziende agricole i cui terreni si trovano in aree scoscese o terrazzate ove i metodi di smaltimento tramite fertirrigazione non siano agevolmente praticabili;
   valutata, in ogni caso, azzardata una tale possibilità sia considerando che abbattere gli inquinanti delle acque di vegetazione sotto le soglie consentite per lo scarico sarebbe impossibile, poiché non si tratta di acque di lavaggio ma di sottoprodotti di processi industriali; sia valutando l'altissima concentrazione di fenoli e BOD che dovrebbe far pensare almeno a impianti di pre-trattamento, ed infine considerando le non ideali condizioni di moltissimi impianti di depurazione del Paese;
   valutata la possibilità, dopo un'opportuna e approfondita indagine, di trovare delle alternative, oltre all'utilizzazione agronomica (fertirrigazione), valide allo smaltimento in fogna delle acque di vegetazione provenienti da frantoi oleari quali ad esempio la trasformazione in sostanza organica stabilizzata (compost);
   considerato che all'articolo 34 si promuove l'istituzione delle «oil free zone», quali aree territoriali nelle quali si prevede la progressiva sostituzione del petrolio e dei suoi derivati con energie da fonti rinnovabili, demandando a Comuni e Regioni l'individuazione e l'organizzazione di tali aree, nonché le modalità di finanziamento dei progetti che insisteranno su queste zone;
   considerato che l'articolo 8 interviene in materia di produzione di energie rinnovabili, inserendo gli scarti i sottoprodotti della trasformazione degli zuccheri tramite fermentazione tra i sottoprodotti utili ad alimentare gli impianti di energia a biomasse e biogas;
   ritenuta meritevole di un approfondimento maggiore una tale, ampi, tematica,
legata a quella della riconversione degli zuccherifici in impianti per la produzione di energia rinnovabile;
   esprime

PARERE FAVOREVOLE

  con le seguenti osservazioni:
   valuti la Commissione di merito di
    1. sospendere l'intervento previsto dall'articolo 28 del disegno di legge in parola, rimandando l'adozione di provvedimenti normativi in materia all'esito di una indagine conoscitiva, che preveda anche una serie di audizioni, in ordine alla alternative allo scarico in fogna;
    2. considerare la possibilità di specificare meglio le caratteristiche delle «oil free zone» promosse dall'articolo 34 al fine di evitare possibili speculazioni sul territorio;
    3. rimandare ad un provvedimento di portata più specifica l'intervento previsto dall'articolo 8-ter in materia di produzione di energia a biomasse e biogas.

ALLEGATO 3

Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell'uso eccessivo di risorse naturali (collegato alla legge di stabilità 2014). (Nuovo testo C. 2093 Governo).

PROPOSTA DI PARERE DEL GRUPPO FI-PdL

  La XIII Commissione,
   esaminato il nuovo testo del disegno di legge recante «Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell'uso eccessivo di risorse naturali» (collegato alla legge di stabilità 2014) (C. 2093),
   premesso che:
    con riferimento alle disposizioni che riguardano il settore agricolo, il disegno di legge, per quanto condivisibile, se riferito ad una nuova visione del sistema economico fondata sulla maggiore partecipazione, che passa necessariamente attraverso la sostenibilità dello sviluppo, nuove tecnologie e il rinnovamento dei modelli produttivi, contiene nel complesso misure insufficienti e generiche, che destano perplessità se valutate nel loro insieme;
    in particolare, risulta evidente che, per il pacchetto di proposte per una agricoltura di qualità, sono attribuite risorse finanziarie decisamente esigue o addirittura inesistenti. Più specificamente, l'istituzione (presso la Cassa conguaglio per il settore elettrico) del previsto Fondo di garanzia per gli interventi finalizzati al potenziamento delle infrastrutture idriche in tutto il territorio nazionale (la cui rete di distribuzione, specie nel Mezzogiorno, risulta da decenni notoriamente carente ed estremamente frammentata) avrebbe meritato delle risorse certe e di immediata disponibilità. Viceversa, la decisione di alimentare tale Fondo attraverso una specifica componente della tariffa del servizio idrico integrato, determinata dall'Autorità per l'energia elettrica, il gas ed il sistema idrico, risulta non condivisibile e con ogni probabilità comporterà che l'onere del finanziamento sarà come di consueto scaricato sulla bolletta degli utenti;
    inoltre, le disposizioni d'interesse del comparto agricolo – alcune delle quali appaiono meramente descrittive, come ad esempio l'istituzione delle «oil free zone», le cui modalità di organizzazione sono rimesse alla legislazione regionale, con le lungaggini e le complessità delle procedure legislative note – nel loro insieme avrebbero meritato maggiore attenzione:
     a) risolvendo il problema di accesso al credito, perché non è possibile fare green economy, ovvero un cambiamento tecnologico e di modernità, senza eliminare i continui ostacoli nella gestione della concessione di liquidità finanziaria alle imprese agricole;
     b) intervenendo attraverso misure di semplificazione e di alleggerimento della fiscalità agricola, di deburocratizzazione in favore del mondo della piccola impresa agricola, ad esempio nella gestione degli scarti in agricoltura e del loro riutilizzo sia a fini energetici, che in altro modo. Il riciclo degli scarti e la produzione del biogas rappresenta una priorità energetica del settore agricolo, a differenza del fotovoltaico a terra, che sottrae terreni;
     c) nel complesso manca una forte governance che indirizzi e incoraggi gli
imprenditori agricoli ad investire nel quadro della green economy, che tuttavia può rappresentare un'importante occasione per contrastare la crisi e dare rilancio all'economia;
    infine, un ulteriore elemento critico che occorre segnalare è rivolto alla confusione procedurale con cui è stato portato avanti l'esame del provvedimento, con la decisione di sopprimere una serie di norme, per le quali era già stato avviato l'esame e che sono state successivamente inserite nel decreto-legge n. 91 (cosiddetto competitività), convertito di recente, o nel disegno di legge europea bis, già approvato dalla Camera in prima lettura. Si tratta di un metodo, di mancanza di coordinamento delle norme, diventato oramai consuetudine del Governo e della maggioranza nel portare avanti i lavori parlamentari in questa legislatura, che occorre stigmatizzare anche in questa sede;
   anche per questo motivo, unitamente alle osservazioni critiche in precedenza illustrate,
   esprime

PARERE CONTRARIO

ALLEGATO 4

Interrogazione 5-03540 Franco Bordo: Sulle iniziative per contrastare l'aumento delle importazioni di riso.

TESTO DELLA RISPOSTA

  L'interrogazione cui mi accingo a rispondere concerne la situazione riscontrata nell'Unione europea in Italia a seguito del notevole incremento delle importazioni di riso dai Paesi meno avanzati e, in particolare, alle importazioni provenienti dalla Cambogia.
  A tale riguardo, informo l'interrogante che lo scorso 31 luglio, di concerto con il Ministero dello sviluppo economico, abbiamo già provveduto a notificare, ai sensi dell'articolo 22 del Regolamento n. 978 del 2012, ai competenti servizi dell'Unione europea, la richiesta di attivazione di una clausola di salvaguardia nei confronti dell’import nell'Unione europea di riso, tipo indica, dai summenzionati Paesi.
  Tengo inoltre a far presente che il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, costantemente impegnato per favorire l'obbligatorietà dell'indicazione di origine sulle etichette dei prodotti alimentari, intende dare seguito agli impegni assunti, compatibilmente con la normativa europea, anche in considerazione del Regolamento n. 1169 del 2011, che si applica dal 13 dicembre prossimo, relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori, con particolare riferimento all'articolo 7 sulle pratiche leali di informazione.
  Peraltro, sta per essere varato un piano di comunicazione e di promozione che gestisce specifiche risorse del «Piano di settore per la filiera del riso», documento programmatico approvato in sede di Conferenza Stato-regioni e contenente l'indicazione degli orientamenti strategici di indirizzo generale.
  Inoltre, nell'ambito del Piano di Settore, è stata avviata, ed è prossima alla conclusione, la revisione dei listini del prodotto «riso» a livello nazionale per arrivare ad una uniformità di riferimento di mercato ed a questo scopo potrebbe anche essere valutata l'ipotesi di costituzione di un'unica borsa merci nazionale.
  È da tener presente poi che si potrebbe approfondire l'idea di implementare, un sistema di qualità alimentare con il quale sarebbe possibile valorizzare le caratteristiche specifiche del prodotto nazionale.

ALLEGATO 5

Interrogazione 5-01613 Rigoni: Sulla tutela dei prodotti agroalimentari italiani con particolare riferimento alle carni suine.
Interrogazione 5-01625 Caon: Sulla tutela della produzione agroalimentare italiana.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Le interrogazioni di cui si chiede conto recano analoghi quesiti sull'indicazione del Paese di origine o provenienza dei prodotti agroalimentari; ho ritenuto pertanto conveniente fornire al riguardo una risposta congiunta.
  La conoscenza del Paese di origine o del luogo di provenienza di un prodotto agroalimentare rappresenta un requisito imprescindibile per l'orientamento all'acquisto dei consumatori, a garanzia del diritto all'informazione e della possibilità di compiere scelte consapevoli.
  In aggiunta, soprattutto per il nostro Paese, si pone come fattore strategico per la tutela della nostra eccellenza produttiva, alla luce di una diffusa pratica contraffattiva e imitativa, che rappresenta un danno noto e ingente al potenziale economico, culturale e sociale del settore agroalimentare.
  Tenendo ben presenti tali considerazioni, il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali ha sempre fortemente sostenuto, in sede europea, l'indicazione obbligatoria del Paese d'origine o del luogo di provenienza dei prodotti, concertando la posizione negoziale con il Dicastero della salute, al fine di difendere l'identità la competitività della produzione italiana sui mercati internazionali ed esteri e il diritto dei consumatori alla trasparenza delle informazioni sulla tracciabilità.
  Infatti, anche grazie all'impegno e al sostegno del nostro Paese, il 13 dicembre 2013 è stato emanato il Regolamento di esecuzione della Commissione n. 1337 del 2013 che, oltre a stabilire i criteri di etichettatura per gli operatori del settore alimentare delle carni fresche, refrigerate o congelate di suino, ovino, caprino e di volatili, destinate alla commercializzazione, introduce la prescrizione relativa all'indicazione del Paese d'origine o luogo di provenienza ove gli animali sono stati allevati e macellati.
  In seguito, il Parlamento europeo, con Risoluzione del 6 febbraio 2014, ha invitato la Commissione a ritirare il predetto Regolamento di esecuzione e a redigerne una versione riveduta che preveda l'indicazione obbligatoria, sull'etichetta, del luogo di nascita nonché dei luoghi di allevamento e di macellazione dell'animale per le carni non trasformate di animali della specie suina, ovina, caprina e di volatili, in conformità della legislazione vigente in materia di etichettatura di origine delle carni bovine (Regolamento CE n. 1760 del 2000 – Titolo II).
  In ogni caso, la modifica al quadro normativo europeo di riferimento rappresenta un eccellente risultato per i consumatori, cui garantisce una maggiore conoscibilità dei prodotti attraverso le informazioni in etichetta, ma anche un importante passo avanti in favore delle più efficaci azioni che possono essere attuate a tutela del made in Italy.
  Invero, le variazioni apportate al testo originario proposto dalla Commissione (tra le quali il raddoppio del periodo minimo di allevamento per poter indicare
in etichetta il Paese di allevamento dell'animale) hanno consentito di fare maggiore chiarezza sulle procedure da seguire per l'apposizione delle diciture in etichetta (anche per la carne suina, nelle varie fasi di commercializzazione) e di fornire al consumatore valide informazioni circa la realtà produttiva.
  Il predetto Regolamento di esecuzione (che si applicherà dal 1o aprile 2015), oltre a concedere di integrare, su base volontaria e nel rispetto degli articoli 36 e 37 del Regolamento n. 1169 del 2011, le informazioni sull'origine con ulteriori informazioni relative alla provenienza della carne (tra cui, un livello geografico più dettagliato), consente di utilizzare il termine «origine» solo nel caso di animali nati, allevati e macellati nello stesso Paese e dispone che l'indicazione del luogo di provenienza delle carni avvenga nel seguente modo:
   per tutte le specie: l'indicazione «ORIGINE ITALIA» può essere utilizzata solo se l'animale è nato, allevato e macellato in Italia;
   per gli ovini e i caprini: l'indicazione «ALLEVATO IN ITALIA» può essere utilizzata solo se l'animale ha trascorso almeno gli ultimi 6 mesi in Italia ovvero viene macellato sotto i 6 mesi ed ha trascorso l'intero periodo di allevamento in Italia;
   per il pollame: l'indicazione «ALLEVATO IN ITALIA» può essere utilizzata solo se l'animale ha trascorso almeno l'ultimo mese in Italia, ovvero viene macellato sotto 1 mese di età ed ha trascorso l'intero periodo di ingrasso in Italia;
   per i suini: l'indicazione «ALLEVATO IN ITALIA» può essere utilizzata solo se l'animale viene macellato sopra i 6 mesi e ha trascorso almeno gli ultimi 4 mesi in Italia; se è entrato in Italia ad un peso inferiore ai 30 chilogrammi e macellato ad un peso superiore agli 80 chilogrammi e, infine, se l'animale viene macellato ad un peso inferiore agli 80 chilogrammi e ha trascorso l'intero periodo di allevamento in Italia.

  È bene tuttavia ricordare che, a livello nazionale, oltre il 70 per cento dell'intera produzione suinicola italiana già produce carne nel rispetto delle disposizioni dei disciplinari delle denominazioni di origine protetta (DOP) e delle indicazioni geografiche protette (IGP).
  In particolare, i disciplinari dei prodotti della salumeria DOP e IGP italiani, approvati a livello europeo, impongono che i suini appartengano a determinate razze appositamente selezionate, vengano allevati in condizioni di benessere e secondo un programma alimentare studiato per le diverse fasi di allevamento. Peraltro, gli allevatori e i macelli aderenti ai circuiti delle produzioni DOP ed IGP sono controllati da istituti, pubblici o privati, designati dal Ministero, che monitorano la certificazione dei capi suini destinati alla trasformazione in prodotti DOP e IGP, le movimentazioni degli animali verso altri allevamenti e/o macelli nonché le fasi di macellazione, trasformazione ed eventuale confezionamento.
  Peraltro, il circuito di questi prodotti di qualità include un insieme di operatori iscritti ad un sistema organizzato e controllato della produzione. In pratica, la provenienza della materia prima utilizzata viene tracciata seguendo il seguente percorso: allevamento in cui è nato il suino; allevamento che lo ha avviato al macello; macello; laboratorio di sezionamento e trasformazione.
  Nel dettaglio, l'allevamento di nascita appone sulla coscia dell'animale (entro il 30o giorno di vita) un timbro indelebile (tatuaggio) recante il proprio codice e il mese di nascita dell'animale. Successivamente, l'allevamento da cui i suini partono per il macello certifica, tramite la certificazione unificata di conformità (CUC), gli animali della partita avviata alla macellazione, indicando i tatuaggi relativi all'allevamento di nascita dei suini, della partita nonché il tipo genetico prevalente. Detta certificazione è accompagnata da eventuali certificati relativi agli spostamenti dei suini in allevamenti diversi da quello di nascita. Il macello, tramite timbro indelebile impresso sulla cotenna, appone poi il proprio codice
di identificazione su ogni coscia, dopo aver accertato i requisiti previsti dal disciplinare di produzione. Lo stagionatore, infine, identifica e registra l'inizio del processo di stagionatura. Nel caso dei prosciutti DOP di Parma e di San Daniele viene apposto sulle cosce un sigillo metallico prenumerato.
  Peraltro, presso gli stabilimenti di macellazione e lavorazione delle carni suine vengono garantiti i controlli ufficiali dei servizi veterinari delle ASL che, nella verifica dell'applicazione dei Regolamenti europei afferenti al Pacchetto igiene (Regolamenti n. 178 del 2002 e nn. 852, 853, 854 e 882 del 2004), esaminano anche gli aspetti relativi alla rintracciabilità dei prodotti così come disposto dall'articolo 18 del Regolamento 178 del 2002.
  In ogni caso, è certo che la sicurezza e la qualità degli alimenti possono essere maggiormente garantite attraverso un elevato livello di collaborazione e coordinamento tra diverse Amministrazioni. Tale principio è ben consolidato e su di esso si fonda la normativa europea vigente in materia. In particolare, il Regolamento n. 882 del 2004 prevede che ciascun Paese membro predisponga un Piano di controllo nazionale che assicuri un approccio multidisciplinare per la pianificazione, lo svolgimento e la rendicontazione dei controlli ufficiali.
  A tal fine, il Ministero della salute è il punto di raccordo nazionale per il Piano nazionale integrato (PNI) che nasce dall'intensa e proficua collaborazione con il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, il Ministero dell'ambiente, l'Agenzia delle dogane e dei monopoli, i Nuclei del Comando dei Carabinieri (NAS, NAC e NOE), le Capitanerie di porto, il Corpo forestale dello Stato e la Guardia di finanza. Sia il PNI 2011-2014 che le Relazioni annuali (ove sono raccolti i dati delle attività svolte dalle citate amministrazioni), sono pubblicati sul portale del Ministero della salute.
  Ricordo, inoltre, che l'articolo 8, comma 4, del decreto-legge 18 giugno 1986, n. 282 convertito, con modificazioni, dalla legge n. 462 del 1986 stabilisce che presso il Ministero della sanità è istituito l'elenco pubblico delle ditte commerciali e dei produttori che abbiano riportato condanne con sentenza passata in giudicato per reati di frode e di sofisticazione alimentare. Il Ministro della sanità ne cura annualmente la pubblicazione, con riferimento alle condanne intervenute nell'anno precedente, nella Gazzetta Ufficiale e in almeno due quotidiani a diffusione nazionale.
  A tal riguardo, mi preme sottolineare l'intensa attività di controllo espletata dal Corpo forestale dello Stato sul territorio nazionale, finalizzata al contrasto del fenomeno del falso made in Italy e del cosiddetto italian sounding, ossia l'utilizzo fuorviante, sull'imballaggio dei prodotti agroalimentari, di etichette o simboli che esaltino l'italianità dei luoghi d'origine della materia prima, della ricetta e del marchio.
  L'obiettivo è quello di rendere conoscibili le filiere e la tracciabilità degli alimenti per il consumatore, basandosi sulla considerazione che i valori alimentari, territoriali, ambientali, culturali e di agro biodiversità rappresentano un bene collettivo dell'Italia come anche dell'Unione europea da individuare, pubblicizzare, valorizzare e difendere in modo differente e specifico rispetto agli altri settori manifatturieri, in ragione che l'alimento riguarda i valori di tutela per l'uomo.
  Nel corso del 2013, in particolare, il Corpo forestale dello Stato ha posto in essere un'attività sanzionatoria contro il falso made in Italy a tutela sia dei consumatori, che dei produttori onesti, penalizzati da una concorrenza sleale nel libero scambio delle proprie merci all'interno dall'Unione. I controlli eseguiti, oltre a costituire un efficace monitoraggio del made in Italy agroalimentare, hanno consentito il sequestro di circa 600 tonnellate di prodotti e la comunicazione di oltre 170 notizie di reato alla procura della Repubblica italiana, assicurando la repressione di tutte quelle condotte penalmente rilevanti che si siano poste in evidente contrasto con il leale svolgimento degli scambi commerciali e con la trasparenza informativa nei riguardi del consumatore.

  Vorrei poi ricordare che la recente legge 11 agosto 2014, n. 116, che ha convertito in legge il decreto-legge 24 giugno 2014, n. 91, nell'intento di fornire, tra l'altro, maggiore tutela all'identità territoriale dei prodotti alimentari, all'articolo 3 (Interventi per il sostegno del made in Italy) prevede che il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali svolga una consultazione pubblica tra i consumatori per valutare in quale misura, nelle informazioni relative ai prodotti alimentari, venga percepita come significativa l'indicazione relativa al luogo di origine o di provenienza dei prodotti alimentari e della materia prima agricola utilizzata nella preparazione o nella produzione degli stessi e quando l'omissione delle medesime indicazioni sia ritenuta ingannevole. I risultati delle consultazioni effettuate saranno resi pubblici e trasmessi alla Commissione europea.
  Al riguardo, evidenzio l'esigenza di fare distinzione tra i concetti di «provenienza» e di «origine» dei prodotti agroalimentari, nonché la necessità di garantire la trasparenza informativa in merito all'effettiva origine delle materie prime agricole prevalenti impiegate nella fabbricazione dei prodotti stessi in linea, del resto, con quanto previsto dall'articolo 39 del Regolamento n. 1169 del 2011. La conoscenza dell'origine degli alimenti, infatti, rappresenta un fattore di cruciale importanza sia ai fini della prevenzione delle frodi sia, soprattutto, ai fini della protezione dei consumatori latu sensu, poiché il criterio attualmente adottato dal Codice doganale comunitario per la definizione di «origine» (ossia quello del Paese in cui è avvenuta l'ultima trasformazione o lavorazione sostanziale) lascia, di fatto, un ampio margine di indeterminatezza.

ALLEGATO 6

Risoluzioni 7-00148 L'Abbate, 7-00210 Zaccagnini e 7-00461 Mongiello: Interventi per la salvaguardia degli uliveti colpiti dal batterio Xylella fastidiosa.

NUOVA FORMULAZIONE DELLA RISOLUZIONE N. 7-00210

  La XIII Commissione,
   premesso che:
    nella parte sud-occidentale della provincia di Lecce e principalmente nelle campagne della costa ionica (comuni interessati Parabita, Tavignano, Racale, Urgento, Melissano, Gallipoli, ma anche Casarano, Galatina, Nardò) è stato rilevato il fenomeno chiamato «Complesso del disseccamento rapido dell'olivo» (CDRO) che presenta la bruciatura delle foglie su alcuni rami delle piante di ulivo;
    le analisi sulla sintomatologia del disseccamento di alcuni rami degli ulivi in una zona limitata del Salento, sud-ovest, particolarmente osservata a macchia di leopardo nel corso della scorsa estate 2013, a detta di alcuni tecnici avrebbe permesso, in seguito ad analisi svolte, anche il rilevamento della presenza di un batterio appartenente ad un ceppo della specie Xylella, di cui si è data comunicazione nei convegni in cui sono state elencate le differenti varie presenze di patogeni riscontrati sugli ulivi più colpiti, tra questi funghi muffe e l'insetto rodilegno giallo;
    nonostante il complesso del disseccamento rapido dell'olivo sia stato imputato a tale batterio vi sono numerosi studi nazionali ed internazionali che esprimono dubbi in relazione a questa eziologia;
    nella specie può essere citato, per quanto riguarda la patogenicità della Xylella, R. Krugner dell'Università della California che, nel 2010 ha pubblicato uno studio in cui si afferma come l'inoculazione della Xylella fastidiosa in piante di olivo sane non ha portato a riscontrare gli stessi sintomi del disseccamento; in senso dubitativo rispetto alla patogenicità della Xylella fastidiosa si è espresso anche il professor Alexander Sandy Purcell dell'Università California e il professor Giovanni Martelli dell'università di Bari è arrivato ad affermare «non vi sono al momento elementi per ritenere la Xylella l'agente primario del disseccamento dell'ulivo»;
    sebbene ancora non sia certa la natura e l'entità del fenomeno ed il livello di diffusione, sono state avanzate le più disparate ipotesi e risoluzioni radicali senza che gli studi scientifici necessari siano stati del tutto terminati;
    sulla diffusione del fenomeno diversi soggetti istituzionali stanno svolgendo ed hanno svolto delle indagini che però non hanno ancora dato esiti certi considerato che il «saggio di patogenicità» determinante per capire la reale incidenza della Xylella sul CDRO o disseccamento rapido, è un percorso di analisi che richiede almeno 2-3 anni;
    gli stessi esperti dell'EFSA, interpellati ad hoc dal Commissario alla salute UE, hanno evidenziato che la Xylella nell'Unione europea ha una vasta gamma di piante ospiti note, sia di produzione agricola, che selvatiche autoctone, ad ulteriore sostegno della potenziale endemicità del microrganismo;
    ad avviso del firmatario della presente risoluzione non andrebbe escluso
che il complesso del disseccamento rapido dell'olivo possa avere un'origine più complessa in cui sono coinvolte le pratiche agronomiche e l'uso eccessivo di pesticidi, i quali hanno annientato la microbiologia dei suoli salentini; pareri di consulenti ed esperti di agricoltura sostenibile e agroecologia, già da diverso tempo specificano come gli olivi (anche monumentali) della Puglia, circa 6 milioni, sono arrivati ai nostri giorni grazie a secoli di continua cura e adeguata concimazione da parte dei loro «custodi»;
    dopo la pubblicazione delle linee guida, in data 17 luglio 2014, per il contenimento della diffusione della Xylella fastidiosa (o forse sarebbe più corretto citare solo «Complesso del disseccamento rapido dell'olivo») da parte della regione Puglia giunge da parte della Comunità europea una «Decisione di esecuzione» redatta il 23 luglio 2014 e pubblicata il 25 luglio 2014, relativa alle misure per impedire l'introduzione e la diffusione nell'Unione europea della Xylella fastidiosa (Well e Raju) (notificata con il numero C (2014) 5082) (2014/497/UE). Grazie alle linee guida della regione Puglia e al contributo istituzionale comunitario dettato dalla «Decisione di esecuzione» pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale delle comunità europee il 25 luglio 2014, si potrà cercare di risolvere l'affare della Xylella fastidiosa che sta arrecando seri danni a tutto il comparto olivicolo salentino;
    nell'opinione pubblica è cresciuto il dubbio del possibile coinvolgimento di interessi delle multinazionali dei pesticidi, da quando si è tentato di affermare l'inevitabilità di interventi massicci di chimicizzazione a tappeto, non escludendo addirittura l'uso degli aerei per irrorare i pesticidi;
    interventi presentati come fito-sanitari, e coinvolgenti l'irrorazione di quintali e quintali di diserbanti-disseccanti e di pesticidi che provocherebbero la distruzione, anche con l'uso del fuoco (con lancia fiamme), praticamente di ogni forma di vita vegetale (domestica e selvatica) e del microcosmo animale nei 10.000 ettari e più di territorio salentino;
    in data 27 agosto 2014 il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali comunica che è stata svolta al Palazzo dell'Agricoltura la riunione convocata dal Ministro per affrontare l'emergenza dell'organismo nocivo Xylella fastidiosa che ha colpito la provincia di Lecce. Le indagini genetiche, condotte in collaborazione con i maggiori esperti mondiali di Xylella, hanno confermato che il ceppo identificato a Lecce è da ritenersi una variante atipica della sub-specie pauca, il cui areale di origine è stato individuato in Centro America. Per quanto concerne la gamma delle piante a rischio, sono state riscontrate infezioni, oltre che su olivo, a carico di oleandro, mandorlo, vinca, e più recentemente, ciliegio, mentre non sono risultate suscettibili vite e agrumi. La riunione ha preso in esame gli adempimenti conseguenti alla Decisione della Commissione europea del 23 luglio 2014, che chiedeva di identificare le «zone infette» e le zone circostanti denominate «zone cuscinetto»;
    nelle zone così identificate, si devono adottare adeguate misure fitosanitarie. A tale riguardo, sulla base degli ulteriori rilevamenti, la regione Puglia ha indicato la gran parte della provincia di Lecce «zona infetta»; in tale zona proseguiranno le azioni di monitoraggio e di contenimento della diffusione del batterio ad esclusione dell'eradicazione delle piante di olivo;
    inoltre, la regione ha proposto un cordone sanitario (barriera lunga dallo Ionio all'Adriatico) per impedire la diffusione a Nord del Salento, costituita da una zona «cuscinetto» nella quale procedere ad incisive azioni di lotta al batterio ed ai vettori;
    i lavori del Comitato scientifico saranno sottoposti all'approvazione del Comitato fitosanitario nazionale, già convocato per il 15 settembre 2014 e rappresenteranno la struttura di un nuovo decreto
nazionale di lotta obbligatoria al CDRO, nel cui contesto saranno indicati eventuali strumenti straordinari, anche di natura legislativa, che si dovessero rendere necessari, ivi compresa l'individuazione di un commissario incaricato di coordinarne l'attuazione. Le misure di emergenza individuate, formeranno oggetto di ulteriori controlli da parte del Corpo forestale dello Stato e dell'ispettorato centrale per la tutela della qualità e la repressione delle frodi, soprattutto per quanto concerne la movimentazione del materiale «a rischio»;
    stante la diffusione dell'infezione allargata a gran parte della provincia di Lecce, si è infine deciso di aprire subito una nuova fase di confronto con la Commissione europea per adattare, modificare o integrare le misure oggetto della richiamata decisione del 23 luglio 2014 nell'ambito delle «zone infette», e quindi aggiornare ed attivare concretamente il Piano d'azione nazionale già presentato alla Commissione dell'Unione europea;
    occorre segnalare che il prorettore dell'università di Padova Giuseppe Stellin, l'inventore Lucio Montecchio e gli esponenti della Vitzani di Perarolo di Cadore hanno presentano un sistema innovativo per curare gli alberi senza praticare fori. In Cadore è nata infatti l'intuizione che risolve il problema della difficile cicatrizzazione delle piante legnose, fino a prima, perforate per operare le iniezioni necessarie. Il nuovo sistema è stato chiamato Bite, che sta per blade for infusion in trees (lama per infusione negli alberi), è uno strumento totalmente manuale che permette infusione ed iniezione di fitofarmaci e fertilizzante i nel sistema vascolare di piante legnose. Diversamente da tutti gli altri metodi endoterapici, senza la produzione di fori, agisce nel rispetto dell'anatomia e fisiologia della pianta penetrando tra le fibre senza danneggiarle e contemporaneamente induce nei vasi linfatici un effetto che velocizza considerevolmente l'assorbimento del liquido. L'impiego è indicato per tutte le malattie e i danni fisiologici associati direttamente o indirettamente al flusso linfatico,

impegna il Governo:

   ad assumere iniziative dirette a impedire la eradicazione di tutti gli ulivi e a rendere il territorio interessato dal fenomeno del disseccamento rapido un laboratorio a cielo aperto di sperimentazione agro ecologica;
   ad incrementare e coordinare le attività di ricerca e sperimentazione circa il piano d'intervento, per completare la conoscenza dei meccanismi di diffusione del contagio e per individuare modalità di coltivazione resilienti e locali;
   a non consentire deroghe a quanto definito dal decreto legislativo n. 150 del 2012 avente l'obiettivo di ridurre significativamente l'uso di agenti chimici in agricoltura, incrementando proporzionalmente l'adozione di sistemi alternativi di difesa delle colture;
   a collaborare all'approfondimento delle indagini di laboratorio e delle proposte operative di rigenerazione delle piante rendendo pubblici protocolli e risultati della ricerca, al fine di un rigoroso confronto e riscontro scientifico di una pluralità di enti e istituzioni anche internazionali;
   ad istituire stabilmente presso il Ministero una commissione di studio interministeriale permanente per l'emergenza da CDRO che si impegni all'analisi del fenomeno seguendo un approccio multidisciplinare e allo sviluppo di progetti di ricerca (con l'eventuale partecipazione ai progetti di ricerca finanziati da Horizon 2020) e innovazione ispirati ai concetti di sostenibilità ambientale coordinata per la parte scientifica dal Consiglio ricerche agricoltura (CRA) e composta da Istituto nazionale economia agraria (INEA) per le valutazioni sulla fattibilità cesti benefici delle azioni da intraprendere, Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA) per la valutazione della compatibilità ambientale e Istituto superiore di sanità (ISS) per la valutazione dell'impatto sanitario a supporto del Servizio fitosanitario centrale per la verifica e
aggiornamento del piano di azione da stabilire in conformità nelle norme FAO: International Standards for Rhytosanitary Measures;
   ad assumere iniziative per valutare, anche in base alle indicazioni date dalla comunità europea, l'opportunità dell'individuazione di una zona cuscinetto costituita da coltivazioni annuali, cereali principalmente, e non coltivazioni di varietà perenni, al fine di sventare il rischio di eradicazione degli alberi di olivo.
(7-00210) «Zaccagnini».

ALLEGATO 7

Risoluzioni 7-00148 L'Abbate, 7-00210 Zaccagnini e 7-00461 Mongiello: Interventi per la salvaguardia degli uliveti colpiti dal batterio Xylella fastidiosa.

NUOVA FORMULAZIONE DELLA RISOLUZIONE N. 7-00461

  La XIII Commissione,
   premesso che:
    nel Salento, in particolare nella zona di Gallipoli, si sta propagando un preoccupante fenomeno denominato «Complesso del disseccamento rapido dell'olivo» (CDRO) una minaccia ecologica che ha recentemente suscitato grandi preoccupazioni tra gli addetti ai lavori e i semplici ammiratori di queste piante secolari;
    si tratta di una malattia che si manifesta con il disseccamento della chioma a zone, estendendosi via via a tutto l'albero e terminando con la morte della pianta;
    sull'effettività della natura e del livello di potenziale diffusione di tale malattia non si hanno ancora dati oggettivi ripetibili e scientificamente provati ma dalle prime verifiche sembra di poter presumere che si possa trattare di una piaga assai seria e insidiosa;
    in vero si riscontra che la moria degli ulivi è cominciata quasi silenziosa nel Salento leccese, nell'area intorno a Gallipoli, circa due anni fa. I primi focolai, di modesta estensione, erano stati scambiati per attacchi di una malattia localmente endemica, nota come «lebbra delle olive», causata da un fungo. Il CDRO è invece esploso improvvisamente negli ultimi mesi, interessando, al momento, un'area di circa 80 chilometri quadrati;
    ricercatori fitopatologi dell'Università e del CNR di Bari si stanno interessando delle indagini sulla causa della malattia e da quanto riportano gli articoli di informazione dedicati alla vicenda, i ricercatori in questione, in particolare il capo del laboratorio che si sta occupando della natura della malattia, avrebbero dichiarato che sembrerebbe verosimile che quanto stia accadendo possa essere il risultato dell'azione di tre diversi attori: il lepidottero Zeuzera pyrina (rodilegno giallo), le cui larve scavano delle gallerie nel tronco e nei rami dell'olivo che facilitano l'ingresso del secondo attore, un complesso di funghi microscopici del genere Phaeoacremonium. Il terzo attore è il batterio Xylella fastidiosa;
    la sintomatologia e la rapidità della diffusione della malattia avevano portato i predetti ricercatori a ritenere probabile il coinvolgimento del batterio Xylella fastidiosa e di fatto le analisi molecolari effettuate avevano confermato tale presunzione. La presenza del batterio nei tessuti fogliari degli olivi malati è stata successivamente confermata da osservazioni al microscopio elettronico che lo hanno identificato nei vasi legnosi;
    è ad ogni modo necessario effettuare ulteriori e più ampie analisi e fino ad allora potrebbe sembrare incongruo definire il fenomeno in corso, seppure grave e preoccupante, come una prossima catastrofe;
    il batterio è portato da alcuni insetti, i cicadellidi, tra cui una piccola cicala e lo diffondono a breve e medio raggio. La diffusione su lunghe distanze è
da correlarsi ad attività umane come il commercio di materiale di moltiplicazione infetto. La presenza del batterio impedisce l'idratazione della pianta, provocando dapprima il disseccamento della chioma, poi l'imbrunimento del legno fino alla morte della pianta;
    il fitopatogeno è un batterio inserito nella lista comunitaria degli organismi nocivi da quarantena, mai precedentemente riscontrato in Europa. In America, areale di origine del batterio, è causa di numerose patologie a carico di molteplici colture vegetali e con conseguenze economiche rilevanti;
    il Servizio fitosanitario della regione Puglia ha avviato le necessarie indagini in collaborazione con gli esperti di patologia vegetale dell'università di Bari e dell'Istituto di virologia vegetale del Centro nazionale delle ricerche di Bari e ha coinvolto nella gestione della problematica le amministrazioni locali, interessando anche altre istituzioni scientifiche del territorio;
    si stima che circa 600 mila alberi di ulivo potrebbero dover essere sradicate e che in caso di malattia conclamata, i danni potrebbero ammontare a decine di milioni di euro; la sola buona notizia, ad ogni modo, è che non ci sarebbero conseguenze sulle olive e sull'olio d'annata perché il batterio è un patogeno del legno;
    in Puglia ci sono oltre sessanta milioni di piante di ulivo e l'intero Mezzogiorno d'Italia è l'area europea dove maggiore è la densità degli ulivi;
    riscontri dei sintomo di bruscatura delle foglie si riscontrano, a Nord della provincia di Lecce, in altre piante di ulivi di alcuni territori delle province di Bari e Foggia e, a Sud, nel litorale jonico del Nord della Calabria;
   considerata la grave minaccia per le produzioni agricole pugliesi nonché per l'intero territorio nazionale, la questione, fin dall'inizio delle sua evidenza, è stata immediatamente affrontata dal Comitato fitosanitario nazionale che il 22 ottobre 2013 aveva definito le misure fitosanitarie da adottare in via prioritaria per evitare la diffusione;
    la giunta regionale ha vietato la movimentazione a qualsiasi titolo delle piante e del materiale di propagazione sensibile al patogeno, contrastando l'estensione della malattia ad altri territori attraverso l'attività vivaistica e ha disciplinato le misure di monitoraggio e di eradicazione della batteriosi nelle aree contaminate;
    con la legge di stabilità per il 2014, legge 27 dicembre 2013, n. 147, sono state stanziate specifiche risorse per fare fronte a tale emergenza. In particolare, ai sensi dell'articolo 1, comma 296 della stessa legge, è stato disposto che per il potenziamento del servizio fitosanitario nazionale, con particolare riferimento all'emergenza provocata dal batterio Xylella fastidiosa e al potenziamento dei sistemi di monitoraggio e controllo, ivi compresi i controlli sulle sementi provenienti da organismi geneticamente modificati, è autorizzata la spesa di 5 milioni di euro per l'anno 2014, da ripartire con decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali;
    la Commissione europea ha adottato, il 23 luglio 2014, la decisione di esecuzione relativa alle misure per impedire l'introduzione e la diffusione nell'Unione della Xylella fastidiosa;
    la decisione prevede maggiori restrizioni alle importazioni da Paesi extraeuropei in cui è nota la presenza della Xylella fastidiosa, ai quali vengono imposte le stesse prescrizioni delle aree infette della Unione europea;
    la produzione vivaistica delle piante ospiti destinate alla piantagione nelle aree demarcate (zona tampone e zona focolaio) deve, inoltre, garantire l'assenza di infezioni del batterio e di insetti vettori e deve essere svolta per l'intero ciclo in strutture a prova di insetti (serre a rete antiafidi);

    l'emergenza in atto è stata anche evidenziata dalle associazioni professionali agricole regionali allo scopo interessate ed in particolare la Coldiretti Puglia, ha fatto presente che la vasta estensione del problema, la rilevanza economica della coltura per l'intero territorio regionale e le numerose competenze che bisognerebbe coinvolgere per affrontarlo, farebbero emergere l'esigenza di nominare un Commissario ad acta dotato di competenze e poteri trasversali il quale, in collaborazione di una specifica task force, provveda ad intraprendere misure risolutive sia sul fronte della eradicazione della malattia e sia su quello degli indennizzi, per evitare che le imprese olivicole colpite siano costrette a scomparire. La stessa Coldiretti Puglia, tramite uno studio commissionato a soggetti competenti, ha calcolato e accertato in euro 125 il valore medio del danno totale per singolo albero;
   considerata la vasta estensione del problema e la rilevanza economica della coltura per l'intero territorio regionale e l'obbligatorietà che impone la normativa fitosanitaria comunitaria e nazionale in caso di ritrovamento di patogeni da quarantena, è necessario che sia predisposto un efficace programma di prevenzione, controllo ed eradicazione della malattia ed anche uno specifico piano finanziario che destini un capitolo specifico agli indennizzi per le aziende agricole colpite;
    il batterio in questione, infatti, rientra tra le fattispecie delle fitopatie o infestazioni parassitarie, causate alle produzioni vegetali da organismi nocivi per i quali non esistono efficaci metodi di lotta e per cui, in caso di sua attività, si deve ricorrere all'abbattimento ed eventuale distruzione delle piante colpite. In tali circostanze gli agricoltori devono sottostare agli obblighi di quarantena, ossia ad un isolamento forzato delle coltivazioni colpite al fine di limitare la diffusione dello stato pericoloso;
    la questione dell'epidemia di Xylella fastidiosa è stata discussa durante una riunione che si è svolta nello scorso mese di luglio nella sede del Ministero per le politiche agricole, volta ad affrontare la lotta al batterio da quarantena che sta distruggendo parte del patrimonio paesaggistico e produttivo della provincia di Lecce;
   vista la straordinarietà del fenomeno e l'emergenza che si è verificata, apparirebbe indispensabile adottare provvedimenti a carattere di urgenza per farvi fronte,

impegna il Governo:

   a prevedere la nomina di un Commissario ad acta che segua e coordini le operazioni di gestione dell'emergenza in atto e sia preposto alla realizzazione di un programma nazionale specifico di interventi immediati, contenente, oltre alle indicazioni relative agli atti amministrativi e sanitari da porre in atto nell'immediato, la creazione di una task force, alla quale partecipino anche il Servizio nazionale protezione civile e le autorità sanitaria locali;
   ad attivare ogni più utile ed urgente iniziativa volta a fare chiarezza sul fenomeno del disseccamento rapido e della moria degli olivi, attualmente presente nel territorio del Salento ed in altre aree olivicole pugliesi, evitando l'eradicazione totale dei singoli alberi o, peggio ancora, di intere aree olivicolo, ove a fianco di olivi in fase di essiccamento, convivono olivi sani;
   ad assumere iniziative per finanziare, in collaborazione con le regioni, segnatamente la regione Puglia e le altre regioni a vocazione olivicola, nonché con i servizi fitosanitari interessati e gli enti di ricerca competenti in materia, un piano di ricerca a vasto raggio in grado di indagare il fenomeno nella sua complessità e di offrire risposte ecologiche alla grave emergenza che ha colpito il settore olivicolo locale;
   a provvedere affinché siano urgentemente attivate e sostenute politiche di controllo ai punti di ingresso delle frontiere
ed interventi di profilassi, nonché azioni di monitoraggio e di rintracciabilità volte sia ad accertare l'eventuale avvenuta introduzione dall'estero del batterio Xylella fastidiosa e sia ad impedirne, in caso di verifica positiva, il rischio di veicolazione;
   ad assumere iniziative per prevedere azioni e misure preventive e di sostegno finanziario in favore degli agricoltori e delle aziende olivicole pugliesi interessate, oltre che per fare fronte ai danni al tessuto economico regionale, anche per dare riscontri agli eventuali vincoli derivanti dalla lotta obbligatoria con relativa estirpazione e distruzione degli alberi malati;

   nelle circostanze di cui sopra, al fine di poter concedere gli aiuti e le agevolazioni agli agricoltori a titolo di indennizzo delle perdite causate dalla fitopatia in questione in conformità a quanto previsto dagli Orientamenti comunitari per gli aiuti di Stato nel settore agricolo e forestale:
    a provvedere affinché siano urgentemente attivati gli interventi compensativi previsti dal Capo II del decreto legislativo n. 102/2004 in materia di «Interventi finanziari a sostegno delle imprese agricole e di intervento del Fondo di solidarietà nazionale», allo scopo adottando disposizioni regolamentari o amministrative che consentano ai soggetti interessati di intraprendere opportune misure di lotta contro la malattia di cui trattasi, o attuando interventi di eradicazione (e in special modo misure obbligatorie che danno diritto ad indennizzo) oppure, in una fase iniziale, organizzando un sistema d'allarme eventualmente associato ad incentivi per incoraggiare i singoli agricoltori a partecipare volontariamente a programmi di prevenzione;
    a rendere obbligatoria l'applicazione di specifiche linee guida e buone pratiche agronomiche capaci di contrastare effettivamente la diffusione della malattia e che rendano chiari i criteri di applicazione di eventuali misure di espianto nelle zone di confine tra aree colpite ed aree esenti dalla malattia (zone cuscinetto).
(7-00461)
«Mongiello, Oliverio, Luciano Agostini, Antezza, Anzaldi, Carra, Cenni, Cova, Covello, Dal Moro, Fiorio, Marrocu, Palma, Prina, Sani, Taricco».