CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 18 gennaio 2018
945.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale
COMUNICATO
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  Giovedì 18 gennaio 2018. — Presidenza del presidente Giancarlo GIORGETTI.

  La seduta comincia alle 8.40.

Relazione semestrale di cui all'articolo 3, comma 5, della legge 5 maggio 2009, n. 42.
(Esame e conclusione).

  Giancarlo GIORGETTI, presidente, ricorda che, ai sensi dell'articolo 3, comma 5, della legge 5 maggio 2009, n. 42, e dell'articolo 5, comma 7, del proprio regolamento, la Commissione è chiamata a verificare lo stato di attuazione di quanto previsto dalla legge di delega e a riferirne ogni sei mesi alle Camere.
  La Presidenza della Commissione ha curato la predisposizione della Relazione (vedi allegato), la cui bozza in formato elettronico è stata inviata ieri a tutti i componenti della Commissione.
  Si tratta dell'ottava relazione semestrale della Commissione, la quarta della XVII legislatura.
  La Relazione dà conto dello stato di attuazione, al 15 gennaio 2018,della legge n. 42 del 2009.
  Nell'introduzione sono indicate le principali questioni aperte, all'esito dell'attività consultiva e conoscitiva svolta in questi mesi dalla Commissione. Si tratta di una sintesi di questioni che, inevitabilmente, dovranno essere affrontate dalle nuove Camere.
  È poi dato conto dello stato di attuazione dell'articolo 119 della Costituzione e dell'attività della Commissione, sono richiamati i provvedimenti esaminati, le modifiche al «federalismo fiscale» apportate nel periodo intercorrente dalla precedente relazione.
  Nel complesso, la relazione costituisce una ricognizione assai utile delle varie questioni aperte.
  Chiede se vi siano richieste di interventi o di modificazione del testo.

  Il senatore Federico FORNARO (MDP-LU) esprime apprezzamento per il lavoro svolto dalla commissione e dai colleghi e per l'equilibrio che ha caratterizzato la conduzione dei lavori. Nel merito, la relazione presentata evita di individuare elementi di polemica ma costituisce una fotografia dello stato dell'arte, che a sua volta rappresenta l'esito di un atteggiamento talvolta ondivago nei rapporti tra Stato e autonomie territoriali. Emerge che, Pag. 4nonostante alcuni passi in avanti compiuti, ad esempio per l'armonizzazione contabile, manca tuttora un completamento nell'attuazione dell'articolo 119 della Costituzione. Grava inoltre l'alea del riaccentramento di funzioni e poteri, cui talvolta si alternano improvvise accelerazioni di segno contrario, come i referendum consultivi svolti in due regioni con riguardo all'autonomia differenziata.
  Il problema maggiore è rappresentato dalle province e in particolare dai servizi che esse debbono rendere ai cittadini. Anche le città metropolitane stentano a svolgere pienamente il ruolo loro spettante, anche perché alcune di esse presentano poche delle caratteristiche che dovrebbero connotare un ente di tal genere secondo il modello europeo. Nel nostro paese sono ad esempio considerati, in alcune realtà, come metropolitani anche comuni che si trovano a 1800 metri di altitudine. Va inoltre riconsiderato il modello di legittimazione popolare indiretta attualmente esistente, che non è più sostenibile. Analogamente tale aspetto va considerato con riguardo alle province, soprattutto adesso che sono titolari di più ampie funzioni. È infatti sbagliato che le funzioni di presidente di provincia siano svolte da uno dei sindaci del territorio.
  Ritiene inoltre che debba essere svolta una riflessione in chiave europea circa la dimensione ottimale delle regioni. Il loro rilievo infatti tenderà a crescere in ambito europeo in un'ottica di Europa delle regioni e occorre interrogarsi circa la capacità delle attuali regioni italiane di reggere la competizione.
  Auspica che il Parlamento nella prossima legislatura possa affrontare le diverse questioni con lo stesso spirito che ha caratterizzato, in questa legislatura, il confronto nella commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale. Molte questioni, indipendentemente dalle valutazioni politiche, sono state affrontate in modo non strumentale; in tal senso ha apprezzato l'approccio del presidente Zaia quando ha illustrato alla commissione la posizione circa l'attuazione dell'autonomia differenziata del Veneto. Preannuncia il voto favorevole sulla relazione presentata dal presidente.
  La senatrice Magda Angela ZANONI (PD) esprime apprezzamento ai colleghi e al presidente per il positivo lavoro svolto nella commissione nel corso di questi anni, un lavoro che mai si è arenato su posizioni ideologiche. In questi anni si è avuta una vera e propria rivoluzione. Registra che con la legge di bilancio per il 2018 il quadro per gli enti locali è stato ampiamente modificato con misure, anche di carattere strutturale, che hanno interessato in particolare province e comuni. Ritiene che la relazione conclusiva presentata sia un contributo importante che potrà essere ripreso nella prossima legislatura. Ricorda che nel 2019 ricorrerà il decennale dalla entrata in vigore della legge 42 di attuazione dell'articolo 119 della Costituzione: sarà l'occasione per riflettere sul processo di attuazione e soprattutto sulle ragioni della sua inattuazione.
  Sottolinea che il nostro paese si trova in una situazione diversa rispetto a cinque anni fa con riguardo all'economia, all'occupazione, al debito pubblico e che sono ormai venute meno le condizioni che stavano alla base di alcuni vincoli posti in capo agli enti locali, quale il blocco dell'autonomia impositiva.
  Il lavoro svolto dalla commissione costituisce una base di partenza per potere riaffermare l'autonomia finanziaria degli enti locali.
  Circa la legittimazione democratica delle province, registra che l'esperienza del coinvolgimento dei diversi sindaci del territorio non è così negativa e che tornare nuovamente indietro potrebbe costituire un trauma.
  Sulle città metropolitane ritiene che sussista un problema legato al loro numero e dimensioni e che non possano senz'altro essere aree troppo ridotte.
  È poi necessario un ripensamento relativo alle regioni, per le quali è da evitare il rischio di sovrapposizioni con le province, Pag. 5soprattutto nelle regioni più piccole. Tale aspetto si riverbera poi anche nella interlocuzione con lo Stato.
  Ritiene inoltre che occorra valutare, settant'anni dopo, il ruolo delle regioni a statuto speciale, ripartendo dalla logica che era sottesa alla riforma costituzionale di questa legislatura.
  Ritiene che due siano gli elementi da valorizzare maggiormente: la semplificazione, che porti a individuare regole chiare, semplici e prevedibili; la stabilità della normativa, che eviti cambiamenti continui destinati a creare disagio e incertezza.

  Il senatore Vincenzo GIBIINO (FI-PDL) si unisce alle considerazioni svolte, sebbene non condivida il plauso della deputata Zanoni alle riforme promosse dal governo. Esprime apprezzamento nei confronti del presidente della commissione, che ha favorito l'approfondimento delle diverse questioni indipendentemente dalle appartenenze politiche. In questa legislatura, lo spartiacque è costituito dal referendum costituzionale; la soppressione annunciata delle province ha prodotto essenzialmente danni e determinato il blocco nella erogazione di alcuni servizi. In Sicilia verrà promossa la reintroduzione della legittimazione popolare diretta delle province, cui il governo regionale intende delegare alcune funzioni di carattere sovracomunale.

  Il deputato Daniele MARANTELLI (PD) si unisce all'apprezzamento per l'equilibrio nella conduzione dei lavori del presidente Giorgetti e per il contributo di tutti i colleghi, che hanno operato con passione. È senz'altro un elemento di pregio che ha caratterizzato l'attività della commissione l'approfondimento dei diversi temi, che ha portato spesso a giudizi condivisi. L'autonomia finanziaria di regioni ed enti locali rimane un obiettivo giusto e auspica che nella prossima legislatura si possa portare a compimento l'attuazione dei principi costituzionali, tra cui quelli riguardanti le regioni.
  Occorre proseguire sulla strada intrapresa relativa ai fabbisogni standard, evitando invece la logica dei tagli lineari che offuscano la responsabilizzazione degli enti. Ritiene che la vicenda relativa alle province non sia soddisfacente. Sottolinea che, se da un lato l'economia è migliorata, dall'altro essa da sola non riesce a dare conto della tenuta civile della società. Non mancano elementi positivi quali ad esempio la tempestività nella chiusura dei bilanci da parte degli enti territoriali.
  La relazione presentata costituisce un buon lavoro, particolarmente utile per portare elementi di concretezza nel dibattito pubblico, altrimenti l'attuale approccio prevalente, in cui non si approfondiscono le questioni, è destinato a non cambiare. Il lavoro della commissione contribuisce dunque a fornire concretezza e approfondimento per la modernizzazione di tutto il paese.

  Il deputato Federico D'INCÀ (M5S) si unisce all'apprezzamento nei confronti del presidente della commissione nella gestione dei lavori e dei colleghi. Nel preannunciare il voto favorevole sulla relazione presentata, osserva che nel corso di questi anni sono emerse visioni differenziate circa il ruolo dello Stato e delle autonomie. Rileva peraltro che il lavoro della commissione non ha determinato scelte diverse da parte di chi, chiamato a decidere, probabilmente lo ha fatto senza piena consapevolezza dei problemi. Auspica pertanto che nella prossima legislatura il lavoro della commissione bicamerale possa incidere sulle decisioni in materia. In particolare occorrerà modificare la legge Delrio alla luce dell'esito referendario. Ribadisce conclusivamente il suo consenso sulla relazione quale base di partenza per la prossima legislatura e per l'adozione di decisioni maggiormente consapevoli.

  La deputata Simonetta RUBINATO (PD) ringrazia il presidente e i colleghi per il lavoro svolto e si chiede quali siano i fattori che determinano tante resistenze al cambiamento e all'attuazione dei principi costituzionali. Ricorda che, se si è tornati a parlare di federalismo, una ragione è da Pag. 6individuare anche nella decisione della Corte costituzionale di ammettere il referendum consultivo del Veneto e di dare la parola ai cittadini su un tema altrimenti inattuato da tempo, quale quello della autonomia differenziata. Si registra quindi una vera e propria impotenza della politica nell'attuazione costituzionale ed è spettato alla Corte costituzionale rilanciare il dibattito sul tema del federalismo, di cui si dovrà occupare anche il Parlamento nella prossima legislatura.
  Alcuni elementi di rilancio del tema sono offerti anche da un'altra recente sentenza della Corte costituzionale relativa al pareggio di bilancio e all'avanzo di amministrazione, che per la corte può essere considerato ai fini dell'equilibrio di bilancio.
  Anche l'Ufficio parlamentare di bilancio e la Corte dei conti hanno di recente sottolineato la necessità di rivedere alcuni aspetti, relativi ad esempio alla armonizzazione dei bilanci pubblici e alla possibilità di effettuare investimenti. Occorrerebbe dunque istituire un tavolo di lavoro per verificare eventuali aggiustamenti degli strumenti attuativi.

  Giancarlo GIORGETTI, presidente, ringrazia i colleghi intervenuti e per il clima che ha caratterizzato i lavori della commissione e ha consentito una discussione franca e aperta. Avverte che nell'attuale contesto non sarà purtroppo possibile procedere a un'ulteriore audizione del sottosegretario agli affari regionali Bressa in ordine ai più recenti sviluppi relativi al confronto con le tre regioni che hanno avviato l'attuazione dell'autonomia differenziata ai sensi dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la relazione semestrale.

  La seduta termina alle 9.40.

AVVERTENZA

  Il seguente punto all'ordine del giorno non è stato trattato:

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

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