ALLEGATO 1
5-12463 Spessotto: Modalità di erogazione dei servizi postali a seguito dell'approvazione del Contratto di programma 2015-2019.
TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA
Riguardo al quesito posto dagli interroganti, rispondo innanzitutto con nettezza che il Contratto di programma 2015-2019, sottoscritto tra il MiSe e Poste Italiane S.p.a. e registrato dalla Corte dei Conti in data 19 febbraio 2016, è pienamente conforme al quadro comunitario di riferimento normativo, costituito dalla direttiva 97/67/CE («recante regole comuni per lo sviluppo del mercato interno dei servizi postali comunitari e per il miglioramento della qualità del servizio), come modificata dalle successive direttive n. 2002/39/CE e n. 2008/6/CE, trasposte nell'ordinamento nazionale dal decreto legislativo n. 261 del 1999, e relative modificazioni.
Il contratto di programma, infatti, trae legittimazione ed origine nella cornice delle previsioni del citato decreto legislativo 261/1999 rispettando la separazione dei ruoli tra il Ministero e l'Autorità di settore, l'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom), cui sono attribuite le funzioni di regolamentazione e di vigilanza in precedenza esercitate dal Ministero dello sviluppo economico ivi compresa la materia relativa al recapito.
Infatti, spetta all'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, ai sensi dell'articolo 2, comma 4, lettera c) e lettera e) del citato decreto legislativo n. 261/1999, rispettivamente la «adozione di provvedimenti regolatori in materia di qualità e caratteristiche del servizio postale universale» e lo «svolgimento, anche attraverso soggetti terzi, dell'attività di monitoraggio, controllo e verifica del rispetto di standard di qualità del servizio postale universale».
Tengo al contempo a sottolineare che nel corso di questa legislatura, il quadro normativo relativo al servizio postale universale è stato di modificato dal Parlamento, nell'ambito della legge di stabilità 2015, con l'introduzione di misure di maggiore flessibilità riguardanti anche la modalità di recapito e il relativo regime di deroghe, tese a bilanciare la sostenibilità economica dell'onere del servizio universale della società Poste italiane con le mutate esigenze degli utenti.
Con particolare riferimento alle modalità di consegna, il nuovo modello di recapito a giorni alterni è stato autorizzato dall'AGCOM con Delibera 395/15/CONS e prevede la sua graduale implementazione, articolata in tre fasi successive, in quei Comuni in cui ricorrano particolari situazioni di natura infrastrutturale o geografica.
In attuazione della citata delibera, a partire dal mese di febbraio 2018, termine di attuazione di tale modello di consegna, l'AGCOM, in base alle criticità riscontrate e alla coerenza dei risultati raggiunti con il piano industriale aziendale, ha la facoltà di valutare la sussistenza delle condizioni per prorogarne l'autorizzazione.
Il Contratto di programma, pertanto rispecchia la disciplina comunitaria e la citata normativa nazionale prevedendo, all'articolo 2, che il servizio di recapito venga effettuato a giorni alterni secondo le modalità fissate dall'Autorità e in ambiti territoriali individuati, in attuazione della citata disposizione della legge di stabilità.
Tengo, inoltre, ad evidenziare che, pur in presenza delle richiamate modifiche del quadro normativo, il Ministero si è attivato Pag. 116nella fase di definizione del Contratto di programma, proprio nell'ottica di evitare ove possibile l'attuazione del piano di rimodulazione e razionalizzazione degli sportelli, ed ha concluso una fase di negoziazione con Poste Italiane che ha dato luogo ad una rilevante modifica del contratto stesso, nel quale si è scelto, con reciproco scambio di consenso sul testo finale, di ribaltare la prospettiva sinora tenuta assumendo una vera e propria linea di «politica industriale».
La nuova impostazione si basa, infatti, sull'assunto che la capillarità della presenza di Poste non debba essere considerata più un peso o un onere bensì un asset strategico, un valore: dunque ogni chiusura, per quanto giustificata e dentro le regole del servizio universale, impoverirebbe un asset della società. In particolare, all'articolo 5, comma 5, del Contratto di Programma, Poste Italiane – anche tenuto conto del perseguimento di obiettivi di coesione sociale ed economica – si è impegnata a ricercare e valutare prioritariamente ogni possibilità di potenziamento complessivo dei servizi, anche attraverso accordi con le regioni e gli enti locali; dando seguito all'indicazione del Ministero secondo cui l'ipotesi di intervento in riduzione debba essere confinata come estrema ratio dopo aver considerato possibilità alternative.
In particolare, Poste dovrà valutare, prioritariamente alla decisione di rimodulazione e razionalizzazione, iniziative proposte da enti e istituzioni territoriali in grado di aumentare la redditività della rete degli uffici postali in un ambito territoriale. Tali proposte dovranno pervenire, a regime, entro il 30 settembre di ogni anno. La Società è tenuta a trasmettere il suddetto Piano all'Autorità entro l'inizio di ogni anno di riferimento.
Nella logica del potenziamento e di una maggiore efficienza dei servizi, Poste dovrà valutare il rapporto costi-ricavi non sulla base del singolo ufficio postale ma in un ambito territoriale più ampio fino anche, ad esempio, a coprire una scala regionale.
Con riguardo, inoltre, al ricorso promosso da Anci Piemonte e 41 Comuni piemontesi, rinviato dal Tar Lazio alla Corte di Giustizia dell'Unione Europea per valutare la compatibilità della legge nazionale con la direttiva postale europea, evidenzio che a seguito della rinuncia a tale ricorso da parte dei ricorrenti (8 marzo 2017), la Corte di Giustizia ha sospeso il procedimento, in attesa dell'estinzione del procedimento principale da parte del Tar Lazio.
Quest'ultimo, con sentenza del 22 giugno 2017 ha dichiarato la definitiva estinzione del giudizio e disposto il ritiro della domanda pregiudiziale sollevata innanzi alla Corte di Giustizia dell'Unione Europea.
Successivamente, la Corte di Giustizia ha provveduto alla cancellazione dal ruolo della causa in oggetto.
Ritengo, infine, che il tema complessivo dell'organizzazione del servizio di recapito vada oggi considerato nella prospettiva delle valutazioni che saranno svolte, nell'ambito del nuovo piano industriale, da parte del management recentemente insediato alla guida della società, che risulta orientato ad avviare un'analisi e riflessione focalizzata su vari campi di attività della società, incluso il servizio di recapito e la logistica, con l'obiettivo di rafforzarne l'efficienza e di recuperare competitività.
ALLEGATO 2
5-12464 Bruno: Modalità di affidamento del servizio di invio e consegna della corrispondenza nel comune di Lecce.
TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA
Sulle vicende richiamate dagli Onorevoli Interroganti, preliminarmente informo che la società L'Espresso è titolare sia della licenza individuale per l'effettuazione di servizi rientranti nell'ambito del Servizio Postale Universale, sia dell'autorizzazione generale.
I citati titoli sono stati rilasciati dal Ministero dello sviluppo economico in base alla normativa di settore e della relativa regolamentazione attuativa di cui, alla delibera dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, n. 129/15/CONS, e al decreto del MiSE del 29 luglio 2015.
Parimenti, l'altra società citata nell'atto in discussione Posta&Service che, secondo quanto indicato dagli onorevoli Interroganti, «ha diffidato la stazione appaltante dal procedere all'aggiudicazione definitiva» in favore della ditta L'Espresso, contestandone «la incongruità del ribasso economico», per effetto della sopracitata normativa, è intestataria sia della licenza individuale che dell'autorizzazione generale.
Riguardo alla richiesta specifica concernente le iniziative da intraprendere per evitare eccessi di ribasso non economicamente sostenibili e pregiudizievoli per la qualità dei servizi, rappresento innanzitutto che le stesse non attengono alle specifiche competenze del MiSE.
Evidenzio, peraltro, che il decreto legislativo 50/2016, richiamato dagli stessi interroganti, dispone all'articolo 95, comma 1, che «il potere di scelta» delle «stazioni appaltanti» non è illimitato e spetta proprio a quest'ultime verificare «l'accuratezza delle informazioni e delle prove fornite dagli offerenti». Il citato articolo 95, richiama le Linee guida adottate dall'ANAC in merito ai «criteri di aggiudicazione dell'offerta».
Le stazioni appaltanti, infine, in caso di «offerte anormalmente basse», si avvalgono delle disposizioni di cui al conferente articolo 97 del menzionato decreto legislativo n. 50 del 2016.
L'ampliamento della discrezionalità dei soggetti, contemplato nel nuovo Codice degli appalti, appare teso a rafforzare la prevalenza del fattore qualitativo rispetto a quello quantitativo.
L'attività di controllo è prevista in diversi momenti della procedura e, ricordo, che il potere di vigilanza oltre che di regolazione è affidato all'ANAC che ha il potere-dovere di trasmettere atti e rilievi agli organi di controllo, nonché a secondo della rilevanza penale e della responsabilità erariale, alle Procure della Repubblica o della Corte dei Conti.
Tanto premesso, il Ministero nell'ambito delle sue competenze, favorirà ogni intervento normativo volto a garantire gli utenti dagli eccessi di ribasso nelle gare per i servizi postali.
ALLEGATO 3
5-12465 Tullo: Possibile concentrazione delle attività produttive e amministrative di Postel presso la sede di Poste di Roma.
Rispondo al question time in parola, premettendo che una nuova e eventuale riorganizzazione della società Poste esula dalle specifiche competenze del Ministero dello sviluppo economico, in quanto riguarda profili gestionali di natura meramente aziendale.
Espongo, tuttavia, quanto Poste Italiane ha riferito in merito.
A partire dai primi mesi del 2017, la società Postel è stata oggetto, secondo quanto indicato da Poste Italiane, di un'attività di assessment, nell'ambito degli interventi di accorpamento di alcuni processi relativi alle strutture di staff/supporto (quali l'amministrazione e controllo, le risorse umane e gli acquisti), che è stata focalizzata in particolare sui processi di amministrazione e di gestione del credito e degli incassi.
Poste Italiane ha inoltre rappresentato che l'attività di analisi si è concentrata su diverse sedi aziendali. Tra esse figura la sede ubicata a Genova ove, secondo quanto riferito dalla società, sono presenti alcune delle attività di amministrazione quali, ad esempio, il ciclo attivo (ossia l'insieme delle operazioni intrattenute verso i clienti, quali la rendicontazione e la fatturazione) e il ciclo passivo (vale a dire le azioni svolte all'interno dell'azienda e verso i fornitori, quali la registrazione fatture ed i pagamenti) e che vedono complessivamente impiegate 18 risorse.
La società Poste Italiane ha, inoltre, evidenziato che detta analisi prescinde da qualsivoglia scelta strategica, finalizzata a fronteggiare il costante calo dei ricavi e dei volumi della società stessa.
In tale contesto, è stato precisato da Poste Italiane che al momento l'analisi non è stata ancora completata e che comunque il processo di revisione organizzativa, qualora consolidato, sarà oggetto dei consueti passaggi relazionali con le competenti Organizzazioni Sindacali.