CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 21 giugno 2017
842.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi
ALLEGATO

ALLEGATO 1

QUESITI PER I QUALI È PERVENUTA RISPOSTA SCRITTA ALLA PRESIDENZA DELLA COMMISSIONE

(dal n. 616/2981 al n. 621/3008 e dal n. 623/3016 al 624/3035).

  BOCCADUTRI – Al Direttore generale della Rai – Premesso che:
   la Rai si avvale da anni di giornalisti professionisti che lavorano, con contratti a partita IVA, nei programmi di informazioni di Rete, svolgendo in realtà attività giornalistica;
   secondo alcune stime gli autonomi e le partite IVA sarebbero il 75 per cento del personale totale;
   la Rai nel corso degli anni ha realizzato selezioni interne per stabilizzare coloro che lavoravano nelle reti come collaboratori autonomi;
   nel 2013 è stato indetto un bando per una selezione interna alla quale vennero, per la prima volta, ammessi a partecipare anche i giornalisti professionisti impiegati con contratti a partita IVA che avessero i requisiti richiesti dall'azienda. Le condizioni per l'ammissione alle prove selettive, nel caso di lavoro autonomo o di collaborazione consistevano in: primo utilizzo in azienda anteriore al 1o gennaio 2012; utilizzo complessivo di almeno 18 mesi tra il 1o gennaio 2008 e il 30 giugno 2013; impegno lavorativo di almeno tre mesi medi annui nell'ultimo biennio, ovvero dal 1o luglio 2011 al 30 giugno 2013;
   la selezione aveva lo scopo di stabilizzare, con destinazione le sedi regionali Rai, 40 persone;
   la graduatoria stilata e pubblicata dall'azienda definì idonee 74 persone. Pertanto, sulla base del punteggio ottenuto (candidati che hanno superato la soglia minima di 60/100), 34 persone furono giudicate idonee oltre alle 40 subito assunte;
   l'azienda ha proceduto a reintegrare il personale che man mano andava in pensione, chiamando 20 giornalisti e facendo scorrere la graduatoria;
   le graduatorie delle precedenti selezioni erano state fatte scorrere come consuetudine aziendale;
   le posizioni ancora da chiamare sarebbero un numero assai esiguo (dalla posizione 61 alla 74). Un numero che si riduce ulteriormente, visto che tra gli idonei ancora non assunti, alcuni hanno espresso la loro intenzione a non accettare l'eventuale chiamata e altri hanno già vinto azioni legali per riconoscimento di lavoro subordinato contro l'azienda Rai, con conseguente maggiore esborso da parte dell'azienda Rai e pertanto una configurazione di danno erariale che l'eventuale assunzione avrebbe evitato;
   altri potrebbero procedere ad azione legale e vedere riconosciuto il loro diritto alla reintegra del rapporto di lavoro, con aggravio di spese per la Rai;
   nel 2015 a Bastia Umbra si è svolto un concorso per 100 assunzioni a tempo determinato;
   si è proceduto ad assumere i 100 vincitori del concorso del 2015 come da graduatoria e che successivamente la Rai a fronte di pensionamenti di giornalisti ha deciso di procedere a reintegrarli facendo scivolare la solo graduatoria del concorso 2015 fino alla posizione 206, con uno scorrimento dunque di 106 posizioni;Pag. 207
  si chiede di sapere:
   perché l'azienda Rai in seguito alle nuove ed impellenti necessità di assunzione di figure giornalistiche, abbia deciso di estendere le chiamate anche ai successivi 106 classificati, cosiddetta graduatoria B, del concorso bandito nel 2015 (Bastia Umbra) e di lasciare nel limbo i 14 dichiarati idonei della selezione interna del 2013. Giornalisti questi ultimi che, sulla base di un parere legale richiesto dallo stesso sindacato, hanno le stesse prerogative dei 100 della graduatoria B del concorso del 2015 e che, al contrario dei partecipanti al concorso di Bastia Umbra, sono professionisti che hanno prestato per anni (spesso molti di più di quelli richiesti per partecipare alla selezione interna 2013) lavoro giornalistico all'interno delle trasmissioni di approfondimento delle Reti Rai;
   come la Dirigenza intenda affrontare la suddetta vicenda. (616/2981)

  RISPOSTA. – In merito all'interrogazione in oggetto si informa di quanto segue.
  1. Nel 2013, in ottemperanza ai verbali di accordo siglati con l'Usigrai in data 28 giugno e 25 luglio 2013, è stata indetta una selezione interna finalizzata ad individuare 40 giornalisti professionisti da destinare alle redazioni presenti nelle Sedi Regionali e nei Centri di Produzione di Milano, Napoli e Torino. In particolare, per i lavoratori impegnati con rapporto di lavoro autonomo o di collaborazione, i requisiti per accedere alla selezione in oggetto consistevano in:
   iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti in data anteriore al 25 luglio 2013;
   primo utilizzo in Azienda anteriore al 1o gennaio 2012;
   utilizzo complessivo di almeno 18 mesi tra il 1o gennaio 2008 ed il 30 giugno 2013;
   impegno lavorativo di almeno tre mesi medi annui dal 1o luglio 2011 al 30 giugno 2013.

  In relazione a quanto sopra, è stata espletata la selezione e resa nota la graduatoria finale, suddivisa in due elenchi: il primo relativo ai primi 40 classificati previsti dall'accordo e dal bando di selezione ed il secondo relativo a coloro che comunque avevano conseguito un punteggio superiore alla soglia minima individuata di 60/100. Conseguentemente, l'Azienda ha provveduto a chiamare le prime 40 risorse.
  2. Successivamente, nel maggio del 2015, a fronte di ulteriori necessità di personale giornalistico, l'Azienda ha proceduto ad assumere ulteriori 14 risorse. In tale occasione l'Azienda, pur se non tenutavi, ha deciso di avvalersi, per ragioni di economicità aziendale e nell'esercizio di una piena discrezionalità, della graduatoria in oggetto. Per effetto di tali assunzioni ed in virtù delle rinunce intervenute si è arrivati ad assumere fino al sessantesimo classificato compreso, rispetto alle complessive settantaquattro risorse di cui agli elenchi sopra citati.
  3. Le rimanenti risorse, nel quadro sopra sintetizzato, non vantano pertanto alcun diritto ad essere assunte con contratto giornalistico, avendo l'Azienda pienamente adempiuto all'impegno assunto in occasione del citato accordo sindacale ed alle previsioni contenute nel relativo bando di selezione. Si segnala peraltro che delle rimanenti risorse ancora impegnate ad oggi a vario titolo in Azienda:
   cinque sono contrattualizzate con un rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato, in qualità di programmista regista (con tre è in corso un contenzioso giudiziario);
   una è contrattualizzata con contratto a tempo determinato, in qualità di programmista regista;
   cinque sono contrattualizzate con contratti di collaborazione presso varie strutture aziendali.

Pag. 208

  Tutte le risorse in questione svolgono un'attività pienamente rispondente al contenuto dei rispettivi contratti.
  4. In data 16 gennaio 2014, esaurita la procedura di selezione interna, è stato sottoscritto un nuovo accordo sindacale che ha previsto una selezione per future esigenze con una graduatoria, valida per tre anni, dei primi 100 idonei (106 con gli « ex aequo») per far fronte a future esigenze nell'ambito di tutto il territorio nazionale. La selezione, avvenuta attraverso la pubblicazione di un bando pubblico, si è articolata mediante una prima prova selettiva anonima, la valorizzazione dei titoli posseduti e specifiche prove professionali. Tale scelta è stata effettuata anche al fine di assicurare piena attuazione nelle assunzioni ai principi di trasparenza imparzialità e pubblicità in coerenza con quanto previsto dal piano triennale per la prevenzione della corruzione.
  In relazione alle esigenze aziendali, la prima fase di assunzioni ha comportato l'ingresso di 73 giornalisti; successivamente anche in relazione all'iniziativa di «esodo agevolato» attuata dall'Azienda lo scorso mese di marzo è stato comunicato all'Usigrai che l'Azienda avrebbe proceduto ad effettuare circa 40 assunzioni di risorse destinate alla TGR procedendo allo «scorrimento» della graduatoria, nell'ambito della sua vigenza triennale, fino al numero 196 (201 per effetto degli «ex aequo»). Allo stato, pertanto, tale selezione rappresenta fino alla scadenza del triennio di vigenza della graduatoria la fonte primaria delle assunzione del personale giornalistico.

  AIROLA – Alla Presidente e al Direttore generale della Rai – Premesso che:
   a Pomezia, nella provincia di Roma, è divampato un incendio lo scorso 6 maggio;
   detto incendio ha colpito il deposito della «Eco X» sulla Pontina, vicino a Roma;
   si trattava di un deposito di materie plastiche e, pur in assenza di notizie certe circa la natura di quanto effettivamente bruciato, pare che siano state rinvenute addirittura tracce di amianto, derivanti forse dalla combustione della copertura;
   tutti i principali telegiornali, tra cui quelli della Rai, hanno mandato le proprie troupes per effettuare servizi giornalistici sul disastro;
   per tutti questi giorni i componenti delle varie troupes pare siano state costretti a respirare l'aria contaminata di Pomezia per raccontare un accadimento che poteva ben essere mostrato con mezzi alternativi, quali, ad esempio, droni;
  si chiede di sapere:
   se l'azienda sia a conoscenza di quanto esposto in narrativa e quali strumenti e rimedi intenda porre in essere al fine della primaria tutela della salute dei propri lavoratori. (617/2982)

  RISPOSTA. – In merito all'interrogazione in oggetto si informa di quanto segue.
  Le scelte tecnico-produttive sono state messe in atto in funzione degli obiettivi editoriali che erano stati prefissati con l'obiettivo di assicurare sulla vicenda dell'incendio che ha colpito il deposito della «Eco X» di Pomezia un'informazione precisa e puntuale con interviste e immagini ravvicinate.
  Per quanto concerne la presenza del personale Rai nell'area, si segnala che l'azienda – per una valutazione del contesto e della sua evoluzione – si è attenuta alle misure di tutela nell'ambito dell'area interessata così come individuate dagli Enti Pubblici preposti alla tutela della Salute Pubblica e diffusi anche per il tramite di specifici comunicati disponibili sui siti istituzionali.
  In tale contesto, ad esempio, era disponibile il dato sia delle misurazioni delle concentrazioni medie di PM10 effettuate nelle immediate vicinanze dell'area dell'incendio sia che alle stesse non erano state correlate misure di tutela individuali per i cittadini, mentre erano riportati solo divieti Pag. 209e raccomandazioni in rapporto al consumo di prodotti ortofrutticoli e per gli animali da cortile.
  In ogni caso, per una maggior tutela, sono state fornite le seguenti indicazioni tecnico-operative specifiche:
   seguire le indicazioni disponibili in loco da parte delle Autorità sui perimetri di sicurezza adottati ed evitare di sostare e/o transitare a distanze dall'area dell'incidente inferiori a quelle determinate dagli enti istituzionali;
   sostare nell'area individuata per lo svolgimento delle attività professionali il tempo strettamente necessario;
   evitare eventuale stazionamento in condizioni di venti sfavorevoli;
   allontanarsi dall'area durante gli eventuali intervalli previsti dall'organizzazione del lavoro per l'evento;
   effettuare valutazione sanitaria in caso di eventuale insorgenza di disturbi ritenuti correlati;
   seguire le indicazioni delle Autorità locali per eventuali misure di protezione individuali;
   seguire costantemente l'evoluzione del contesto dell'incidente attraverso siti istituzionali.

  D'AMBROSIO LETTIERI – Alla Presidente e al Direttore generale della Rai – Premesso che:
   dopo tre anni, il Giro d'Italia, per la settima tappa dell'edizione n. 100, è tornato, lo scorso 12 maggio, in Puglia, nella città dei trulli (patrimonio UNESCO);
   le amministrazioni comunali interessate, per l'occasione, avevano disciplinato con ordinanze apposite l'organizzazione per il transito e l'accesso dei visitatori in modo da consentire a tutti di seguire il percorso;
   le amministrazioni comunali interessate, inoltre, per l'occasione, avevano messo a punto una serie di iniziative ed eventi al fine di coinvolgere le cittadinanze e i visitatori;
   la diretta era programmata dalle 13.00 su Rai sport, dalle 14.45 su RAI due e su Eurosport dalle 13.15;
   durante il passaggio della tappa nelle cittadine di Martina Franca e Locorotondo la diretta Rai è stata, invece, oscurata;
   gli abitanti dei comuni citati, chiamati a pagare il canone di abbonamento al pari di tutti i cittadini italiani, non dovrebbero essere discriminati da scelte che paiono arbitrarie;
   il passaggio dei ciclisti nelle aree pugliesi avrebbe dato visibilità ad un territorio la cui economia trae vigore proprio dal turismo;
  si chiede di sapere:
   quali siano le valutazioni sui fatti narrati in premessa;
   quali siano i motivi per i quali la diretta Rai citata in premessa è stata oscurata nel tratto fra Martina e Locorotondo e i responsabili di detto oscuramento;
   se intendano intervenire per sanzionare nel modo che riterranno più opportuno il/i responsabili di detta scelta. (618/2991)

  PISICCHIO, CHIARELLI. – Alla Presidente e al Direttore generale della Rai – Premesso che:
   in data 12 maggio 2017 si è svolta la settima tappa del Giro di Italia che da Castrovillari ha condotto i ciclisti al traguardo di Alberobello (BA);
   lungo il percorso è stato previsto il transito di alcuni centri abitati tra cui Martina Franca e Locorotondo;
   in previsione di tale passaggio entrambe le città hanno predisposto tutti i Pag. 210necessari provvedimenti per la sicurezza e per offrire ai corridori una adeguata accoglienza lungo il percorso;
   tutto il territorio ha profuso uno sforzo straordinario per assicurare le condizioni ottimali per la manifestazione sportiva, con notevole impiego di risorse economiche ed umane. L'intera popolazione ha partecipato con entusiasmo ai preparativi offrendo ogni tipo di supporto, anche sottoponendosi a necessari sacrifici come quelli derivanti dal prolungato blocco della circolazione stradale su importanti arterie stradali;
   è noto come entrambe le località, al centro della Valle d'Itria, siano interessate allo sviluppo di attività turistiche, già in ogni caso presenti, per cui la visibilità mediatica a livello nazionale avrebbe avuto un impatto molto positivo;
   inoltre, molti cittadini impegnati al lavoro o impediti per varie ragioni, persone anziane, ammalati, diversamente abili, avrebbero potuto partecipare all'evento attraverso le riprese televisive;
   ciò non è stato possibile per una deliberata decisione della regia RAI di oscurare il passaggio nei due centri facendo passare in video pubblicità;
   tale decisione ha mortificato le aspettative della popolazione, ha di fatto posto in essere un atto indiscutibilmente discriminatorio, ha privato tutto il pubblico televisivo, peraltro internazionale, di una parte importante dell'evento che, ancorché di natura sportiva è strumento di promozione sociale, culturale, turistica del nostro Paese;
   per quanto pleonastico, si ricorda qui che la RAI svolge servizio pubblico, sostenuta anche dal canone pagato da tutti i cittadini italiani, in qualunque condizione e in qualunque luogo del Paese risiedano, a prescindere dal contesto;
  si chiede di sapere:
   se è a conoscenza dei gravi fatti in premessa. (620/2995)

  RISPOSTA. – In merito alle interrogazioni in oggetto [618/2991 e 620/2995] si informa di quanto segue.
  Il formato editoriale dell'edizione numero 100 del Giro d'Italia prevede un'ampia offerta quotidiana da parte delle reti Rai: ad aprire la giornata dedicata alla corsa rosa è il canale tematico Rai Sport alle 11:45 con la trasmissione «Viaggio nell'Italia del giro» nel quale si da ampio spazio, con filmati e racconti, a tutte le località interessate dalla corsa. A seguire (alle 12.20) collegamento in diretta con il luogo della partenza con il format «Villaggio di partenza». Dalle 13.35, sempre su Rai Sport, sino alle 14 prima diretta della tappa. Dalle ore 14 si passa su Rai 2 con la trasmissione la «Grande Corsa» nel corso della quale, sia in studio che attraverso collegamenti in diretta, si commenta la tappa del giorno. Dalle 14.50, sempre su Rai 2, riprende la telecronaca diretta della corsa nel corso della quale sono previsti due
break pubblicitari che hanno una collocazione temporale predefinita in palinsesto, anche in funzione del rispetto dei limiti di affollamento; il primo break va in onda nella parte finale del primo segmento di trasmissione della corsa in diretta (prima del 60esimo km all'arrivo); successivamente la diretta riprende con un segmento intitolato «Giro all'arrivo» che copre gli ultimi 60 km della tappa; all'interno di tale segmento è collocato il secondo break pubblicitario, che viene trasmesso quando mancano 15 km alla fine della corsa con un formato che consente comunque la presenza di una «finestra» nella quale vengono trasmesse le immagini della corsa.
  Tutto ciò premesso, con riferimento alla tappa Castrovillari-Alberobello del 12 maggio, il primo dei due
break pubblicitari (della durata di due minuti circa) è coinciso con il passaggio della corsa presso la città di Martina Franca.
  In ogni caso, per consentire comunque ai telespettatori di non «perdere» nessun momento della corsa, al termine della pausa pubblicitaria è stata mandata in onda una clip sul passaggio dei corridori presso il traguardo volante di Martina Franca; inoltre è stata trasmessa una «cartolina» Pag. 211con suggestive riprese della cittadina pugliese dall'elicottero, più volte definita la «capitale della Valle d'Itria».
  Il secondo
break pubblicitario – con la modalità a «finestra» sopra descritta – è coinciso con il passaggio della corsa nella cittadina di Locorotondo. Peraltro, alla luce di una singolarità da parte di un addetto alla staffetta (collocato al centro della carreggiata, posizione tutt'altro che funzionale al passaggio dei corridori) è stato effettuato un lungo replay del passaggio della gara nella cittadina (nel corso del quale peraltro si vedeva uno striscione rosa con la scritta «Locorotondo»).

  ANZALDI – Alla Presidente e al Direttore generale della Rai – Premesso che:
   secondo quanto riportato sulla stampa la Rai, con Radio 1, non sarà più da quest'anno la radio ufficiale degli Internazionali di Tennis di Roma;
   Rai Radio 1 ha proprio nello sport il cuore della propria offerta editoriale e la maggiore concentrazione degli investimenti;
   nelle scorse settimane la Rai ha deciso di acquistare i diritti per la trasmissione del Giro d'Italia, aumentando la spesa per questa manifestazione dai cinque milioni di euro dello scorso anno ai dodici milioni di euro previsti per quest'anno e il prossimo;
  si chiede di sapere:
   se tale informazione corrisponda a verità;
   in caso affermativo, per quali ragioni Rai Radio 1 abbia deciso di rinunciare alla trasmissione dell'edizione di quest'anno degli Internazionali d'Italia, lasciando i diritti a Rtl;
   chi abbia assunto tale decisione e quale tipo di strategia aziendale vi sia dietro tale decisione. (619/2994)

  RISPOSTA. – In merito all'interrogazione in oggetto si informa di quanto segue.
  In primo luogo si ritiene opportuno evidenziare come Radio 1 disponga dei diritti radiofonici relativi all'edizione 2017 degli internazionali di tennis di Roma. Come segnalato anche dalle agenzie di stampa, sino al 21 maggio Radio 1 è «partner delle emozioni» per gli ascoltatori radiofonici appassionati di tennis, con un'ampia programmazione che prevede collegamenti e dirette dei match più importanti fino alle finali, e molto altro.
  Per quanto concerne il tema dell'esclusiva, è da considerare che, negli eventi sportivi internazionali, i diritti radiofonici raramente vengono concessi in esclusiva, per due ordini di ragioni: la priorità data dagli organizzatori alla diffusione dell'evento rispetto al valore economico di tali diritti e la difficoltà nella tutela dell'esclusiva stessa.
  Nonostante ciò, la Rai ha comunque chiesto per Radio1 l'esclusiva radiofonica dell'edizione 2017 ma la Federazione Italiana Tennis non ha ritenuto di concederla.

  CAPARINI, CROSIO – Alla Presidente e al direttore generale della Rai – Premesso che:
   il 15 maggio 2017 è andata in onda, in prima serata su Rai3, una delle puntate della trasmissione «Indovina chi viene a cena» dal titolo «Perle ai porci» sul tema della sicurezza alimentare e della correttezza dei controlli veterinari;
   si tratta di un reportage con la finalità di denunciare «le pratiche illegali» della zootecnia «made in Italy». In realtà, nella prima parte della trasmissione, viene unicamente presa di mira una nota azienda del settore alimentare attraverso immagini di repertorio che riprendono un allevamento di suini;
   il servizio si sofferma, poi, sul fatto che «la Procura di Forlì sta indagando sull'ipotesi di violazione di alcune norme». Viene, così, visualizzato il rapporto delle ispezioni eseguite dal Servizio Sanitario Regionale dell'Emilia Romagna – Azienda Unità Sanitaria Locale della Romagna – Pag. 212dove si menzionano le irregolarità riscontrate nell'allevamento. Ma il reportage mette cromaticamente in rilievo solo alcune parti del rapporto, oscurando il resto del testo così da non rendere evidente il reale nesso tra il rapporto e l'azienda «incriminate» lasciando intendere al telespettatore il collegamento tra di essi;
   il servizio è fuorviante, al limite del falso in quanto non si concentra su fatti accertati dal Tribunale e quindi sulla reale questione giudiziaria – risulta che l'azienda in questione sia stata dichiarata estranea alle accuse –, ma instilla nel pubblico, ad avviso degli interroganti, il sospetto che le pratiche di allevamento utilizzate dalla azienda siano comunque irregolari e per far questo vengono utilizzate immagini carpite in maniera illecita e per nulla rappresentative degli standard degli allevamenti in questione;
   si è trattato, ad avviso dell'interrogante, di disinformazione gravemente ed inutilmente pregiudizievole sia per la ditta menzionata nel servizio che per la maggior parte delle aziende zootecniche italiane rispettose sotto il profilo del benessere animale e della sicurezza dei prodotti, che costituiscono le caratteristiche essenziali per quelle imprese che ambiscono ad operare e affermarsi in un mercato sempre più attento e sensibile a questi temi;
   i programmi del servizio pubblico hanno il dovere di rendere edotti i consumatori attraverso un'informazione completa ed imparziale, ma troppo spesso si trasformano in trasmissioni che, utilizzando anche immagini e musiche particolarmente coinvolgenti, veicolano l'opinione pubblica cercando di creare incertezza nel telespettatore sulla integrità e correttezza delle aziende che operano nel settore;
   la disinformazione potrebbe avere come effetto immediato e diretto non solo quello di gettare discredito sulle imprese, la cui immagine viene irreversibilmente danneggiata, che non meritano di essere presentate come personificazione di mali e storture, ma quello di falsare le stesse dinamiche del mercato;
   se le informazioni inesatte e fuorvianti sono in ogni caso condannabili, quando sono rese dalla concessionaria del servizio pubblico che, come previsto dal contratto di servizio ha l'obbligo di essere imparziale, pluralista e completa, il fatto rappresenta un grave oltraggio;
  si chiede di sapere:
   se l'Azienda pubblica televisiva, nel tornare ad occuparsi del settore agroalimentare e zootecnico, intenda persistere nella criminalizzazione unilaterale delle aziende che vi operano oppure abbia intenzione di vigilare meglio sulla veridicità delle «pseudo» inchieste giornalistiche onde evitare che si diano informazioni incomplete, parziali e faziose – vista anche la completa assenza di un qualsiasi contraddittorio con gli interessati – che gettano pubblicamente immotivato discredito sul nome e sul marchio di singole aziende e scongiurare, così, un immeritato danno reputazionale ed economico per il comparto produttivo, fondamentale risorsa del nostro Paese, e salvaguardare quelle tante imprese che lavorano con trasparenza nel rispetto delle leggi. (621/3008)

  RISPOSTA. – In merito all'interrogazione in oggetto si informa di quanto segue.
  Il programma «Indovina chi viene a cena» si pone l'obiettivo, tra l'altro, di evidenziare come alcune specifiche situazioni possano inficiare il lavoro della stragrande maggioranza degli operatori. È questo il quadro in cui si inserisce il servizio «Perle ai Porci» nell'ambito della puntata del 15 maggio 2017, nel corso del quale si affrontava il tema relativo all'allevamento dei maiali; il servizio, infatti, evidenziava il caso di alcuni allevatori che nei propri allevamenti intensivi di maiali praticano trattamenti che violano il diritto degli animali a una vita dignitosa e sana ed eccedono nell'uso di antibiotici (eccesso che, in base a quanto segnalato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità e dall'European Food Safety Authority, contribuisce all'emergenza dell'antibiotico resistenza negli esseri umani). In merito si rileva che gli antibiotici usati con grandissima frequenza negli Pag. 213allevamenti dei suini presentano spesso gli stessi principi attivi utilizzati nella cura degli uomini; in Danimarca, ad esempio, hanno eliminato le cefalosporine dall'allevamento dei suini.
  Il servizio, quindi, ha perseguito il solo scopo di mettere in rilievo alcune criticità presenti nel settore della zootecnia al fine di sensibilizzare sull'importanza di controlli efficaci (prendendo nel caso spunto dal sistema adottato da altri paesi europei) anche al fine di rappresentare come opera il settore nel suo complesso.
  In ogni caso, nella consapevolezza delle difficoltà insite nel bilanciamento delle aspettative delle aziende del comparto agro-alimentare potenzialmente danneggiate dai contenuti di un programma quale «Indovina chi viene a cena» e dei telespettatori interessati a ricevere una informazione puntuale su queste tematiche, l'azienda ha avviato un costruttivo rapporto di collaborazione anche con le associazioni del settore con l'obiettivo di rappresentare tutti i punti di vista, laddove possibile già direttamente attraverso il contraddittorio delle diverse posizioni nell'ambito dei programmi che trattano questo tipo di tematiche.

  GASPARRI – Alla Presidente e al direttore generale della Rai – Premesso che:
   il 18 gennaio 2017 una slavina ha investito l'albergo Rigopiano – Gran Sasso Resort, nel Comune di Farindola in Abruzzo, causando ventinove vittime;
   la Procura di Pescara ha aperto un'inchiesta sull'accaduto per accertare eventuali responsabilità circa l'idoneità della struttura, il luogo della costruzione dell'albergo rispetto al rischio valanghe e il presunto ritardo dei soccorsi a partire dalle comunicazioni della tragedia;
   secondo indiscrezioni di stampa, il prossimo 2 giugno, in prima serata, su Rai Due andrà in onda «C’è qualcuno.. ?», un film di sessanta minuti scritto da Michele Santoro e con la voce narrante di Beppe Fiorello;
   il prodotto pare sia stato realizzato attraverso l'utilizzo di immagini inedite ed esclusive girate dai Vigili del fuoco all'interno dell'albergo il giorno della valanga e in quelli successivi;
   il 23 maggio u.s., con una lettera resa nota alle agenzie di stampa, i familiari delle vittime attraverso i loro avvocati hanno diffidato la Rai dal mandare in onda il film, lamentando di non essere stati interpellati durante la realizzazione della pellicola. Tale fatto, si legge nella lettera, «è gravissimo sia in punta di diritto, poiché è evidente che il programma non è un reportage giornalistico ma una iniziativa editoriale di carattere speculativo, che sotto il profilo dell'etica di un servizio pubblico»;
   per i familiari delle vittime «filmati inediti che dovrebbero essere a disposizioni della magistratura vengono fatti circolare in tv. Con quale criterio ?»;
   sul quotidiano La Stampa dell'8 febbraio u.s., sono stati pubblicati i compensi per i contratti di esclusiva firmati nel 2016 dalla Rai; tra questi emerge il compenso di 2 milioni e 700 mila euro che la tv pubblica avrebbe concordato con Michele Santoro;
   da contratto, tale importo risulta essere stato versato alla società di produzione «Zerostudio's s.p.a.», a fronte di tre diversi programmi, per complessive 12 puntate, che il giornalista dovrebbe realizzare e mandare in onda su Rai 2 (»Italia», «M» e «Animali come noi»);
  si chiede di sapere:
   se risponda al vero che il giorno 2 giugno il palinsesto di Rai Due prevede in prima serata la messa in onda del film «C’è qualcuno... ?»;
   se la pellicola sia stata realizzata dalla «Zerostudio's spa», la cui composizione societaria risulta essere allo stato: Michele Santoro 25,5 per cento, Sanja Podgaski 25,58 per cento, Editoriale il Fatto spa 46,47 per cento, altri 2,37 per cento;Pag. 214
   se il film «C’è qualcuno...» non rientri, come appare evidente, nei prodotti inclusi nel contratto siglato tra la Rai e la Zerostudio's;
   quanto abbia pagato la Rai per l'acquisto di «C’è qualcuno...»;
   chi all'interno dell'azienda abbia visionato il contenuto della pellicola;
   se non si ritenga opportuno bloccare la messa in onda del film alla luce della giusta protesta dei familiari delle vittime e soprattutto dell'inchiesta in corso della Procura di Perugia trattandosi non di un'inchiesta giornalistica coperta dal diritto di cronaca ma di un prodotto di docu-fiction. (623/3016)

  RISPOSTA. – In merito all'interrogazione in oggetto si informa di quanto segue.
  Il film documentario di Michele Santoro «C’è qualcuno... ?» è stato realizzato in collaborazione con i Vigili del Fuoco che hanno fornito anche immagini inedite.
  Vista la estrema delicatezza del tema la Rai ha ritenuto necessario far visionare in anteprima il documentario al Comitato dei familiari delle vittime; al termine della proiezione – avvenuta il 29 maggio – i familiari delle vittime (accompagnati dai legali) hanno fornito il consenso alla messa in onda del film anche al fine di mantenere i riflettori accesi sulla questione; l'autore del documentario Michele Santoro, più in particolare, ha espresso il proprio personale impegno in tal senso.
  In tale quadro la Rai e il Comitato dei familiari delle vittime hanno pertanto – di comune accordo – valutato positivamente la messa in onda del programma per il 2 giugno in prima serata su Rai2, alle 21.05, in occasione della Festa della Repubblica.
  Da ultimo si evidenzia che il filmato è stato realizzato dalla società Zero Studios; tenuto conto del fatto che Michele Santoro, i suoi collaboratori, Nicola Piovani che ha curato le musiche e tutti coloro che hanno collaborato alla realizzazione del documentario hanno deciso di non percepire alcun compenso, il costo a carico della Rai è limitato alle sole spese dirette sostenute per l'utilizzo della strumentazione di post produzione.

  LIUZZI, NESCI, AIROLA e CIAMPOLILLO – Alla Presidente e al direttore generale della Rai – Premesso che:
   l'articolo de «La verità» del 17 maggio 2017 pone seri interrogativi su una serie di viaggi effettuati dall'attuale presidente della RAI Monica Maggioni «per promuovere un suo libro ma anche per partecipare ad attività di lobby varie (...)» chiedendosi se si tratti di «viaggi privati, come sembra dal loro tema, oppure la Maggioni era in missione per la RAI ed è stata da questa rimborsata ?»;
   in particolare, secondo il quotidiano, per promuovere il suo libro «Terrore mediatico», Monica Maggioni «Va a Ferrara (2-3 ottobre 2015) e a Pescasseroli (20 agosto). Altri otto viaggi promozionali sono stati invece effettuati ancora da direttore (di Rainews24)»;
   risulta che questi altri otto viaggi siano relativi alle presentazioni del libro del quale Monica Maggioni è autrice, nelle seguenti date e località: 16 maggio 2015 a Torino; 19 e 20 giugno 2015 a Fano; 6 luglio 2015 a Milano; 10 luglio 2015 a Polignano; 12 luglio 2015 a Martina Franca; 17 luglio 2015 a Grado; 27 luglio a Fasano; 28 luglio ad Alberobello.
  si chiede di sapere:
   se per i viaggi citati in premessa la RAI abbia corrisposto all'allora direttore di Rainews24 e attuale presidente della RAI Monica Maggioni vari importi a titolo di rimborsi spese e indennità di missione o trasferta e di accertare se per i sopraelencati viaggi e per quelli riportati dall'articolo del quotidiano «La Verità», Monica Maggioni risultasse in trasferta per la Rai o in ferie. (624/3035)

  RISPOSTA. – In merito all'interrogazione in oggetto si informa di quanto segue.Pag. 215
  Secondo le policies aziendali, la partecipazione dei Direttori di Rete o Testata ad eventi pubblici è da considerare in linea con l'incarico ricoperto nella misura in cui si tratti di occasioni nelle quali vengono affrontati temi coerenti con il mandato editoriale assegnato; in tale quadro la presenza di personalità aziendali riconoscibili a dibattiti, conferenze, presentazioni e altre occasioni simili, è dunque ritenuta non solo quale una componente dell'incarico affidato ma, ancor di più, elemento di promozione e valorizzazione dell'immagine della Rai.
  Nello specifico l'Azienda ha considerato il libro «Terrore Mediatico», scritto dall'allora Direttore di Rainews, e incentrato sull'ISIS e sulle tecniche di comunicazione dei terroristi, coerente e parte stessa di una scelta editoriale divenuta poi comune all'azienda, e utile – in una fase di rilancio – alla valorizzazione del canale. Il libro, infatti, prende le mosse proprio dal lavoro svolto dalla testata Rai nelle ore immediatamente successive all'attentato alla redazione parigina di «Charlie Hebdo» nel gennaio 2015 e sfociato nella scelta, esplicitata nell'editoriale del Direttore del 25 febbraio del 2015, di non trasmettere più i video integrali della propaganda dell'ISIS per evitare che i media di servizio pubblico venissero strumentalizzati dalla strategia di comunicazione dei terroristi. Una decisione che ha avuto un impatto immediato sui social network, traducendosi poi in un dibattito nazionale e internazionale.
  A valle di quel dibattito anche la Direzione Generale Rai sostenne la necessità che tutti i canali Rai non trasmettessero più i video integrali dei terroristi. In merito si rileva che l'allora Direttore Generale Luigi Gubitosi, il 30 marzo 2015, audito dalla Commissione Parlamentare per i Diritti e i Doveri relativi ad Internet, a tale proposito dichiarò, come da rendiconto stenografico: «Un caso concreto che voglio portare alla vostra attenzione sono i video postati su internet dall'ISIS. Su questo, come azienda di Servizio Pubblico, dopo un periodo di analisi e di riflessione, proporremo una decisione molto netta: non manderemo in onda il racconto che l'ISIS produce per la sua propaganda e ci limiteremo ad estrarre di volta in volta frammenti descritti e mediati dal lavoro dei nostri giornalisti. Una decisione forte e consapevole e secondo me dovuta, e coerente con il punto 12 «Sicurezza in Rete» in cui a fianco alla non ammissione della limitazione del pensiero si inserisce la garanzia per la tutela della dignità delle persone da abusi connessi a comportamenti negativi quale incitamento all'odio, alla discriminazione e alla violenza...».
  Come conseguenza di quanto illustrato risulta evidente che le occasioni di dibattito che prevedevano la presentazione del suddetto testo venissero a pieno titolo considerate opportunità coerenti ed utili nell'ottica del mandato editoriale dell'azienda.