ALLEGATO 1
Documento di economia e finanza 2017 (Doc. LVII, n. 5 e Allegati).
PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE
La X Commissione,
esaminato, per le parti di competenza, il Documento di economia e finanza 2017 (Doc. LVII, n. 5, e Allegati);
sottolineato il recupero di capacità competitiva dell'economia italiana, favorito dagli interventi di carattere espansivo adottati dal Governo, armonizzati con l'esigenza di proseguire nel consolidamento dei conti pubblici: il disavanzo è sceso dal 3,0 per cento del PIL nel 2014 al 2,7 nel 2015 fino al 2,4 nel 2016; l'avanzo primario è risultato pari all'1,5 per cento del PIL nel 2016;
rilevato che tra il 2009 e il 2016 l'Italia risulta il Paese dell'Eurozona che assieme alla Germania ha mantenuto l'avanzo primario in media più elevato e tra i pochi ad aver prodotto un saldo positivo, a fronte della gran parte degli altri Paesi membri che invece hanno visto deteriorare la loro posizione nel periodo;
valutata positivamente la politica di bilancio che ha dato priorità agli interventi che favoriscono investimenti, produttività e coesione sociale; osservato che la scelta di impiegare l'incremento di gettito prodotto dal contrasto all'evasione fiscale per la riduzione di imposte ha consentito, insieme al rafforzamento della crescita, di ridurre significativamente la pressione fiscale dal 43,6 del 2013 al 42,3 per cento del 2016 e che, in aggiunta agli sgravi a favore delle famiglie, si è abbassata l'aliquota fiscale totale per le imprese tramite gli interventi su IRAP (2015), IMU (2016) e IRES (2017);
rilevato che l'obiettivo prioritario del Governo – e della politica di bilancio delineata nel DEF 2017 – resta quello di innalzare stabilmente la crescita e l'occupazione, nel rispetto della sostenibilità delle finanze pubbliche;
osservato che nella seconda metà del 2016 la crescita ha ripreso slancio, beneficiando del rapido aumento della produzione industriale e, dal lato della domanda, di investimenti ed esportazioni e che il Piano Industria 4.0 – basato su incisivi interventi a sostegno della produttività, della flessibilità e della competitività – intende favorire un cambiamento produttivo e tecnologico del sistema industriale italiano orientando altresì le energie delle imprese verso la crescita dimensionale e l'internazionalizzazione;
condivisa l'esigenza di approvare il disegno di legge annuale per la concorrenza 2015 all'esame del Senato, e di predisporre velocemente il nuovo disegno di legge annuale per il 2017 al fine di aprire maggiormente al mercato diversi settori (dai servizi professionali, al commercio al dettaglio, ai servizi pubblici locali), con l'obiettivo di apportare benefici apprezzabili dai cittadini in termini di maggiore offerta, investimenti, produttività e crescita;
valutato positivamente l'obiettivo, inserito nel cronoprogramma delle riforme, di una riduzione del costo dell'energia che potrà consentire un recupero di competitività, allineando l'Italia al resto dei Paesi europei,
delibera di esprimere
PARERE FAVOREVOLE
Pag. 146 con le seguenti osservazioni:
a) in riferimento agli obiettivi di riduzione della pressione fiscale complessiva, segnali la Commissione di merito al Governo l'utilità della compiuta integrazione nel ciclo di bilancio dei meccanismi di revisione e riqualificazione della struttura della spesa pubblica, nonché del più attento monitoraggio dell'avanzamento dei processi di contrasto e recupero di evasione ed elusione fiscale, in particolare nell'ambito IVA, e ciò anche con specifico riferimento al disinnesco strutturale delle clausole di salvaguardia in materia di IVA ed accise, previste a legislazione vigente;
b) in riferimento al processo di avanzamento del programma di privatizzazioni e pur tenendo presenti le Raccomandazioni del Consiglio europeo del luglio 2016 circa il loro concorso all'accelerazione della riduzione del debito pubblico, segnali la Commissione di merito al Governo l'esigenza della prioritaria valutazione della loro opportunità alla luce degli obiettivi strategici della politica industriale del sistema Paese;
c) in riferimento al progetto di «Industria 4.0», segnali la Commissione di merito al Governo l'opportunità del più attento monitoraggio del suo avanzamento e del suo impulso all'adeguamento del sistema produttivo italiano ai nuovi paradigmi di competitività tecnologica ed organizzativa;
d) in riferimento alle esigenze di accrescimento delle dimensioni medie del sistema produttivo italiano, segnali la Commissione di merito al Governo l'esigenza di un'azione coordinata che valorizzi e metta a sistema meccanismi di aggregazione di rete e di filiera, opportunità di sostegno alla partecipazione all'export e all'innovazione, strumenti di accesso al credito (a partire dal Fondo centrale di garanzia) e ai mercati finanziari;
e) in riferimento agli obiettivi di avanzamento dei processi di apertura dei mercati, segnali la Commissione di merito al Governo l'opportunità di una preliminare ed attenta selezione degli obiettivi prioritari d'intervento dello strumento della Legge annuale per la concorrenza e della compiutezza dei conseguenti approcci settoriali anche al fine dell'accelerazione dei percorsi legislativi di riforma;
f) in riferimento alle politiche di coesione ed alla nuova esperienza del Masterplan per il Mezzogiorno e dei Patti per il Sud, segnali la Commissione di merito al Governo l'esigenza della crescente integrazione di tali strumenti (anzitutto sotto il profilo della addizionalità delle risorse) con le politiche ordinarie delle pubbliche amministrazioni e con un più generale rafforzamento degli investimenti pubblici, anche attraverso la rivisitazione di procedure e meccanismi di finanziamento;
g) in riferimento alle politiche energetiche, segnali la Commissione di merito al Governo l'esigenza che, a partire dall'annunciato «decreto energia», trovino soluzione complessiva le questioni aperte relative ai sistemi elettrico e del gas (dalla struttura del mercato elettrico al corridoio di liquidità per il gas e ai nuovi criteri di sostegno per le fonti rinnovabili) in coerenza con quanto previsto nella revisione della SEN e nelle nuove normative europee in corso di adozione, e ciò al fine di contenere i costi energetici per aziende e cittadini.
ALLEGATO 2
5-10277 Agostinelli: Presunte irregolarità degli impianti fotovoltaici realizzati sull'immobile di proprietà della General Building Spa nel comune di Polverigi.
TESTO DELLA RISPOSTA
In merito ai quesiti posti nell'atto in discussione, rilevo che sono stati acquisiti gli opportuni elementi informativi da parte del GSE (Gestore dei Servizi Energetici), di seguito rappresentati.
Quanto al primo punto, va evidenziato che il GSE già nel novembre 2015 ha effettuato un'attività di verifica con sopralluogo con riferimento a due dei quattro impianti oggetto della DIA n. 3578, ai sensi del DM 31 gennaio 2014.
In tale occasione il Gestore ha acquisito dalla Società General Building copia della sopracitata DIA (n. 3578). Al riguardo, il GSE segnala che, la relazione di progetto allegata alla DIA consegnata durante il sopralluogo, è relativa alla realizzazione di quattro impianti fotovoltaici di potenza complessiva pari a 678,91 kW.
Il 10 novembre 2016 alcuni Consiglieri comunali del gruppo Consiliare Movimento 5 Stelle (M5S) presso il comune di Polverigi hanno segnalato, tra gli altri al GSE, presunte irregolarità con riferimento ad impianti fotovoltaici nella titolarità della Società General Building, tra cui quelli oggetto di sopralluogo, allegando alcuni documenti.
Effettuata una prima ricognizione, il GSE ha riscontrato che nella Relazione tecnica afferente a uno dei titoli autorizzativi inviati dal Gruppo Consiliare Movimento Cinque Stelle (la DIA n. 3578), l'intervento è descritto come «impianto fotovoltaico per la produzione di energia elettrica, provvedendo alla messa in opera sopra il manto di copertura esistente, di pannelli [omissis]. L'impianto fotovoltaico avrà potenza di 82,65 kW».
Il GSE nel dicembre scorso, ricevuta la segnalazione del Gruppo Consiliare M5S e venuto a conoscenza del procedimento amministrativo avviato nel mese di agosto 2016 dal comune di Polverigi, ha intrapreso un'interlocuzione con le Amministrazioni locali (rendendo edotta l'ANAC e il gruppo consiliare Movimento 5 Stelle presso il comune).
In tale contesto, il comune di Polverigi ha trasmesso, tra gli altri al GSE, una nota nella quale veniva per la prima volta rappresentato che «la General Building S.p.A. [...] in data 15 settembre 2016 ha presentato al competente Sportello Unico Attività Produttive (SUAP) [omissis] la Segnalazione Certificata di Inizio Attività (SCIA) in sanatoria, ai sensi dell'articolo 37, comma 4 del decreto del Presidente della Repubblica 380/01(omissis), ritenendo pertanto concluso il procedimento come sopra avviato dal punto di vista edilizio urbanistico».
Quanto al secondo quesito posto dagli Onorevoli Interroganti, va rilevato che la legittimità ed efficacia dei titoli autorizzativi può essere accertata solo dalle Amministrazioni che li hanno rilasciati, ovvero dal giudice.
In tal senso, il GSE, ritenendo necessario svolgere specifici approfondimenti in merito, riferisce di proseguire l'interlocuzione con le citate Amministrazioni locali, al fine precipuo di accertare sia l'autenticità dei documenti prodotti allo stesso GSE, che la sussistenza di eventuali Pag. 148irregolarità di carattere autorizzativo, anche con riferimento al vincolo paesaggistico.
Qualora dovessero emergere violazioni afferenti ai titoli e agli impianti in questione, il GSE valuterà l'adozione dei provvedimenti, anche di natura decadenziale, previsti dall'articolo 42 del decreto legislativo n. 28 del 2011 e dal relativo decreto attuativo 31 gennaio 2014.
ALLEGATO 3
5-10828 Marco Di Maio: Revoca delle autorizzazioni concesse alla Società Po Valley Energy Pty Ltd.
TESTO DELLA RISPOSTA
In merito ai quesiti posti dall'On. Interrogante, vorrei evidenziare quanto segue.
Il permesso di ricerca per idrocarburi liquidi e gassosi «TORRE DEL MORO» è stato conferito con decreto ministeriale 8 febbraio 2017, emanato a valle dell'acquisizione della delibera di Giunta della Regione Emilia Romagna (n. 725) del 10 giugno 2013, con la quale è stata riconosciuta la compatibilità ambientale del programma dei lavori relativo al richiesto permesso di ricerca, e a valle della delibera di Giunta della Regione Emilia Romagna (n. 2124) del 21 dicembre 2015, con la quale è stata espressa l'intesa favorevole della stessa regione.
In particolare si rappresenta che il rilascio di un permesso di ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi, avviene a seguito di un procedimento unico al quale, ai sensi della legge n. 239 del 2004, come modificata dall'articolo 27, comma 34 della legge n. 99 del 2009, partecipano le Amministrazioni statali e regionali interessate. All'interno dello stesso vengono acquisiti i pareri delle amministrazioni, l'esito della procedura di valutazione di impatto ambientale e, per la terraferma, l'intesa della regione.
L'esito della valutazione ambientale e il rilascio di intesa da parte della regione competente hanno valore vincolante per ogni attività del Mise ai fini del successivo conferimento dei titoli minerari.
Vorrei anche far presente che i Comuni interessati sono stati sentiti in primo luogo dalla regione Emilia Romagna. Infatti, dai contenuti della citata delibera di Giunta della Regione Emilia Romagna (n. 725) del 10 giugno 2013 si rileva che la stessa Regione ha provveduto a dare comunicazione dell'avvio del procedimento inerente all'istanza della Società PO VALLEY OPERATIONS mediante avvisi pubblicati presso la regione stessa, la provincia di Forlì ed i comuni di Cesena, Bertinoro, Forlimpopoli, Forlì e Meldola, nonché, con un'ulteriore pubblicazione su un quotidiano a diffusione nazionale.
Altresì evidenzio che la stessa regione, ai fini dell'emanazione della precitata delibera, ha indetto una conferenza di servizi formata da propri rappresentati, da quelli della provincia di Forlì e da quelli dei comuni interessati citati.
Il Mise con nota del 9 febbraio 2017 ha dato comunicazione ai detti Comuni, dell'avvenuta emanazione del decreto di conferimento del permesso di ricerca TORRE DEL MORO.
Con il decreto di conferimento è stato approvato il programma dei lavori che, a monte delle vigenti norme minerarie, deve prevedere in via solo programmatica la perforazione di un sondaggio esplorativo consequenziale ad un'attività, ad esito positivo, di indagine geologica e geofisica.
Allo stato la Società non può procedere alla perforazione di alcun sondaggio esplorativo, la cui esecuzione potrà avvenire solo a valle di uno specifico procedimento istruttorio che prevede, tra l'altro, l'acquisizione della valutazione d'impatto ambientale e l'intesa della regione.
Al riguardo, si rappresenta che, per gli aspetti di competenza del Mise nell'eventuale fase autorizzatoria del pozzo esplorativo, Pag. 150gli enti locali saranno ulteriormente pienamente coinvolti nella decisione, come previsto dalla stessa legge n. 99 del 2009 e dal regolamento di cui al D.D. 15 luglio 2015 che contempla, tra le amministrazioni comunque interessate al procedimento unico volto all'autorizzazione alla perforazione in terraferma, oltre alla regione interessata, alla provincia e alle Soprintendenze anche i comuni.
L'autorizzazione alla perforazione del pozzo esplorativo previsto nel programma lavori del permesso di ricerca e di tutte le infrastrutture indispensabili all'attività di perforazione, è accordata con provvedimento dell'Ufficio Territoriale competente del Ministero dello sviluppo economico, a seguito di un procedimento unico al quale partecipano le amministrazioni statali e locali interessate svolto nel rispetto dei principi di semplificazione di cui alla legge n. 241 del 1990.
La perforazione del sondaggio è subordinata, come sopra evidenziato, a Valutazione d'impatto ambientale e intesa della regione.
Ciò premesso preciso che, nell'ambito dell'ulteriore procedura di autorizzazione, compresa quella di VIA, finalizzata alla perforazione del sondaggio esplorativo si terrà conto di tutte le problematiche ambientali eventualmente rilevate, nonché delle opposizioni alla perforazione medesima avanzate dalle istituzioni e/o dai comitati locali e dai comuni medesimi.
Evidenzio, inoltre, in merito alla regolarità dell'attività di perforazione che, le attività di ricerca e di coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi in terraferma e in mare, sono svolte sotto il controllo continuo del Mise, in conformità alle disposizioni normative di settore vigenti e sulla base delle prescrizioni imposte dalla competente regione.
ALLEGATO 4
5-10856 Fedriga: Apertura di un tavolo di concertazione per la definizione di un processo di riordino e di riforma del settore della distribuzione di carburanti.
TESTO DELLA RISPOSTA
In merito al quesito posto dall'On. Fedriga con l'interrogazione in questione, vorrei evidenziare che, alcune norme di riordino del settore, sono inserite nel DDL concorrenza attualmente calendarizzato per la discussione al Senato.
In particolare, la norma all'attenzione parlamentare, prevede la realizzazione di un'anagrafe unica degli impianti, a partire dall'esistente banca dati dell'Osservatorio prezzi carburanti (articolo 51 della legge 23 luglio 2009, n. 99) per il censimento generale degli impianti e l'attivazione di un processo di razionalizzazione degli stessi (attraverso la dismissione dei c.d. impianti incompatibili), nonché procedure semplificate per la dismissione dei medesimi.
Tali misure dovrebbero contribuire al rafforzamento del settore mediante maggiore trasparenza su di esso e maggiore sostenibilità delle attività economiche sottostanti.
Per quanto concerne invece i fenomeni di illegalità, che generano costi notevoli ed introducono gravissimi fattori anti-concorrenziali con un dumping selvaggio sui prezzi finali dei prodotti, sono state già adottate le relative disposizioni in materia di contrasto all'illegalità, contenute nella Legge di bilancio 2017 (legge n. 232 del 2016 – articolo 1 commi 535 e 536) e di cui il MEF, attraverso i controlli della Guardia di Finanza e l'Agenzia delle Dogane, sta seguendo l'applicazione.
Riferisce a riguardo la citata Amministrazione che il processo di liberalizzazione dei procedimenti autorizzativi nella logistica petrolifera secondaria ha comportato la parcellizzazione dei titolari dei depositi commerciali e degli impianti di distribuzione, nonché l'ingresso nel mercato dei prodotti petroliferi (specialmente benzina e gasolio) di numerosi operatori economici, spesso traders non titolari di impianti, meno strutturati ed economicamente di gran lunga meno solidi rispetto alle grandi compagnie del settore.
Tale modifica del mercato, sebbene astrattamente suscettibile di originare una riduzione di prezzo per il consumatore finale per effetto di una maggiore concorrenza, ha presentato, tuttavia, l'effetto collaterale dello sviluppo di filiere economiche di più difficile controllo, anche perché spesso prive della regolazione intrinseca che le grandi Società del settore garantiscono per effetto della propria organizzazione interna.
L'analisi quantitativa dei flussi di prodotti energetici di importazione e di provenienza UE, ha consentito di individuare le maggiori criticità nel fenomeno dell'introduzione nel territorio comunitario di oli leggeri provenienti dall'Est europeo che intacca il mercato del gasolio ma con percentuali sul totale immesso in consumo ben inferiori al 20 per cento riportato nel testo dell'atto in questione.
Afferma inoltre l'Amministrazione finanziaria che, innegabilmente, l'incremento delle accise sul gasolio del primo gennaio 2012 ha giocato un ruolo cardine nel rendere appetibile tale frode e, allo stato, sussistono margini per una razionalizzazione delle aliquote nel settore, aumentando la fiscalità dei prodotti meno tassati anche tenendo conto che la tassazione Pag. 152nazionale della benzina e del gasolio carburazione è tra le più alte d'Europa.
Ciò premesso, la medesima Amministrazione si dichiara favorevole all'apertura di un tavolo di concertazione finalizzato ad un processo di riordino del settore della distribuzione dei carburanti nonché al bilanciamento della fiscalità energetica, in equilibrio e sinergia con le altre priorità industriali del settore.
Il Comando Generale della Guardia di Finanza, riferisce relativamente alle frodi alle accise e all'IVA che si è registrato un trend crescente di sequestri di prodotti petroliferi provenienti dall'Est Europa, che, seppur formalmente diretti a società cipriote, greche o maltesi, sono immessi direttamente in consumo nel mercato italiano per finalità di autotrazione, in totale evasione dell'accisa.
Nel 2016 risultano sequestrati oltre 10 milioni di Kg di prodotti energetici anche grazie alla collaborazione avviata dal citato Corpo nell'ambito del c.d. «Policy Cycle», programma promosso dal Consiglio dell'Unione Europea con lo scopo di intensificare il contrasto al crimine organizzato transnazionale.
Circa la corretta esposizione e pubblicazione dei prezzi di carburante, nel 2016 la Guardia di Finanza ha intensificato il monitoraggio nello specifico settore impartendo apposite direttive volte ad incrementare i controlli in ambito nazionale sia nel corso del pattugliamento del territorio che dei servizi ispettivi in materia di accise.
Quanto alla problematica della cessione di rami aziendali da parte delle aziende del settore, in particolare a soggetti diversi da compagnie petrolifere, e dei suoi riflessi nei confronti della categoria dei gestori, vi è da sottolineare come le Associazioni di categoria di questi ultimi si sono già rivolte al Ministero dello sviluppo economico per richiedere l'apertura di «vertenze collettive» ai sensi del decreto legislativo n. 32 del 1998 (articolo 1 comma 6) nei confronti delle imprese subentranti e cedenti.
Sono in corso alcuni approfondimenti da parte dei competenti uffici del MISE, circa l'interpretazione della citata normativa al fine di assumere le decisioni più opportune al riguardo.