CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 20 luglio 2016
678.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi
ALLEGATO

ALLEGATO

QUESITI PER I QUALI È PERVENUTA RISPOSTA SCRITTA ALLA PRESIDENZA DELLA COMMISSIONE (dal n. 471/2293 al n. 473/2297)

  LUPI. – Al Presidente e al Direttore generale della Rai – Premesso che:
   la RAI-Radiotelevisione italiana SpA, ai sensi dell'art. 49, comma 1, del TUSMAR (d.lgs. 31.7.2005 n.177 e s.m.i) è la società concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo italiano e ha natura di Società in controllo pubblico;
   la legge 28 dicembre 2015, n.220 di «Riforma della Rai e del servizio pubblico radiotelevisivo» prevede, fra l'altro, la adozione di un Piano per la Trasparenza e la Comunicazione Aziendale;
   la Rai SpA è tenuta ad osservare la Legge Anticorruzione, ovvero la legge 6 novembre 2012, n.190, nonché il D.lgs. n.33 del 2013 in tema di trasparenza;
   l'Unione sindacale giornalisti Rai (Usigrai) ha presentato lo scorso 26 aprile 2016 un esposto all'Autorità Nazionale Anticorruzione e alla Corte dei Conti al fine di verificare il corretto rispetto della normativa vigente in termini di assunzione di personale esterno in Rai;
   il quotidiano La Stampa in un articolo pubblicato lo scorso 27 maggio 2016 ha indicato la società «Zalvia Cantournet e partners» fra quelle assegnatarie del compito di selezionare per conto della Rai gli eventuali profili di personale esterno da assumere e che sussisterebbe un caso di omonimia con Genseric Cantournet assunto nella posizione di Chief Security Manager;
   lo stesso Genseric Cantournet sembrerebbe privo del Nulla Osta di Sicurezza rilasciato dalle istituzioni pubbliche italiane e che sarebbe un pre-requisito per svolgere la delicata funzione di capo della sicurezza in una azienda quale Rai SpA;
   il sito del settimanale L'Espresso ha pubblicato lo scorso 27 maggio 2016 un articolo dal titolo «Appalti Rai, gli accordi nell'oratorio di Santa Lucia per far vincere le gare ai soliti noti», nel quale sono citati rapporti del capo dell'Internal auditing della Rai nei quali si segnala che «mancano totalmente le procedure minime e trasparenti nella redazione dei capitolati e dei relativi bandi di gara e vi è una totale assenza dei processi di verifica sui fornitori»;
   dalle numerose notizie stampa di questi mesi risultano avere interrotto il loro rapporto di lavoro con Rai SpA dirigenti di primo piano con funzioni delicate quali il Direttore degli Affari Legali, Salvatore Lo Giudice, il Direttore delle Relazioni esterne e della Comunicazione, Costanza Esclapon, il Direttore delle Risorse Finanziarie, Camillo Rossotto, il Direttore Internal Auditing, Gianfranco Cariola, il Direttore delle Risorse Umane e Organizzazione, Valerio Fiorespino, l'amministratore delegato di RaiCom, Luigi De Siervo;
   i bilanci di Rai SpA segnano un risultato negativo compreso l'ultimo approvato e relativo all'anno 2015 nel quale addirittura le perdite sono state superiori alle previsioni;
   si chiede di sapere:
    l'elenco completo di tutte le nuove assunzioni effettuate a partire da agosto 2015, da quando cioè i nuovi organi sociali di Rai SpA si sono insediati, precisando la natura del contratto (tempo indeterminato, tempo determinato, consulenza), il compenso previsto e la durata nel caso dei contratti a tempo determinato e delle Pag. 47consulenze, nonché i criteri di reclutamento utilizzati e la tracciabilità dei percorsi di selezione utilizzati;
    le modalità di selezione in particolare dei componenti dell'Organismo di Vigilanza che ha il compito di garantire il rispetto degli obblighi previsti dal d.lgs. n.231 del 2001;
    l'elenco e gli importi delle eventuali «buone uscite» assegnate ai dirigenti che hanno interrotto il loro rapporto di lavoro subordinato con Rai SpA;
    il vigente modello organizzativo di Rai SpA secondo quanto previsto dal citato d.lgs. n.231 del 2001 e la sua effettiva corrispondenza all'organigramma dell'azienda sulla base delle nomine effettuate, fra cui quella di Carlo Conti quale Direttore artistico della Radio;
    quali iniziative i vertici della Rai intendano assumere al fine di riportare in attivo il bilancio della Rai;
    quali iniziative intendano assumere affinché la Rai rispetti le normative vigenti, dal Decreto legislativo n.231 del 2001 alle leggi per la trasparenza e contro la corruzione. (471/2293)

  RISPOSTA.In merito all'interrogazione sopra citata si informa di quanto segue.
  In primo luogo, si ritiene opportuno mettere in evidenza come la Rai abbia avviato nei mesi scorsi – all'interno del complesso percorso di rinnovo della concessione che vede, quale punto qualificante, la ridefinizione del perimetro e dei contenuti della missione di servizio pubblico – un processo di profonda trasformazione di tutta l'offerta, con l'obiettivo di rendere un servizio migliore a tutti i cittadini che pagano il canone. L'obiettivo principale di tale percorso complessivo è quello di riempire di contenuti una strategia di forte recupero del ruolo di servizio pubblico che la Rai ha svolto nei decenni passati ma che oggi, alla luce delle rilevanti trasformazioni in atto nello scenario di riferimento, richiede decisi interventi di discontinuità. Basti pensare, a tal proposito, all'evoluzione delle pratiche di comportamento e di consumo dei contenuti, definiti dalle nuove tecnologie e dall'utilizzo di devices non tv-nativi – ma ormai utilizzati anche per la visione e l'ascolto di contenuti radiotelevisivi – che sono in grado pertanto di essere fruiti in molti più contesti rispetto al passato.
  Questo ha reso quanto mai necessario strutturare meccanismi di gestione della complessa macchina operativa della Rai tali da garantire l'efficacia del processo stesso; due sono state le linee direttrici sin qui perseguite:
   creazione di nuove strutture aziendali in grado di progettare con efficacia lo sviluppo dei processi evolutivi sopra richiamati (quali, a titolo di esempio, la Direzione Editoriale per l'offerta informativa, la Direzione Rai Digital, la Direzione Creativa);
   individuazione per la struttura organizzativa di tutte le competenze necessarie per far fronte a quest'importante fase di cambiamento con l'obiettivo di affrontare con adeguata tempestività e in modo organico ed unitario le rilevanti sfide imposte in questo decisivo momento della vita dell'azienda.

  Nel quadro sopra sintetizzato si ritiene opportuno mettere in evidenza come sulla tematica delle logiche perseguite dall'attuale vertice nella gestione aziendale si potrà avere in tempi brevi una organica e puntuale rappresentazione attraverso il «Piano per la trasparenza e la comunicazione aziendale»; tale Piano, infatti, prevede la pubblicazione sul sito internet della Rai – tra l'altro – non solo dei «criteri per il reclutamento del personale e per il conferimento di incarichi a collaboratori esterni» ma anche, più in dettaglio, dei «curricula e dei compensi lordi, comunque denominati, percepiti dai componenti degli organi di amministrazione e controllo, nonché dai dirigenti di ogni livello...»; attraverso le informazioni di tale Piano, in altri termini, sarà possibile poter effettuare una valutazione organica e puntuale delle logiche Pag. 48gestionali adottate dall'attuale vertice. Sotto il profilo della tempistica il Piano – in coerenza con le disposizioni normative – sarà pubblicato sul sito Internet della Rai entro la fine del corrente mese di luglio.
  Per quanto attiene alle modalità di selezione dei componenti dell'Organismo di Vigilanza ex d.lgs. 231/2001, si segnala che la nomina viene effettuata dal Consiglio di Amministrazione su proposta del Direttore Generale ed è condizionata – in coerenza con le previsioni contenute nella Parte Generale del Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo – alla presenza dei requisiti soggettivi di onorabilità, indipendenza e professionalità nonché all'assenza di cause di incompatibilità con la nomina stessa; la scelta dei componenti dell'Organismo, in altri termini, avviene nell'ambito di soggetti dotati delle competenze professionali necessarie per l'espletamento delle funzioni.
  Ancora con riferimento alle disposizioni del d.lgs. 231/2001, si segnala che per quanto attiene alla tempistica di aggiornamento del complesso modello organizzativo di Rai, questo viene aggiornato periodicamente; su tale specifico aspetto si segnala come siano attualmente in corso le relative attività, con l'obiettivo di tener conto da un lato delle novità legislative intervenute e, dall'altro, dei mutamenti organizzativi.
  Per quanto attiene alle eventuali c.d. «buone uscite» assegnate ai dirigenti che hanno interrotto il loro rapporti di lavoro subordinato con Rai SpA, si segnala che le stesse sono state determinate sulla base delle specifiche previsioni contrattuali nonché delle consuetudini di mercato.
  Con riferimento, da ultimo, alle dinamiche del conto economico, si segnala che il piano industriale 2016-2018 prevede – a fronte di una perdita di 25 milioni di euro registrata nell'esercizio 2015 – un risultato economico costantemente positivo.

  GASPARRI. – Al Presidente e al Direttore generale della Rai – Premesso che:
   il dottor Gianfranco Cariola, direttore dell'Internal auditing della Rai, in data 18 giugno u.s. ha rassegnato le proprie dimissioni dall'azienda televisiva pubblica;
   da un articolo pubblicato quello stesso giorno sul quotidiano «La Stampa» si evince che tali dimissioni sarebbero da porre in relazione alle numerose denunce effettuate dal dottor Cariola, e rimaste però inascoltate, riguardanti lo scandalo degli appalti extra aziendali, ovvero le dubbie procedure mediante le quali venivano affidati lavori e commesse esterne, che hanno condotto all'arresto di numerose personalità all'interno della stessa Rai;
   l'Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) starebbe inoltre valutando sulla base della vigente normativa la legittimità dei criteri fin qui utilizzati dall'attuale direttore generale per l'assunzione in Rai di circa venti dirigenti esterni, molti dei quali, peraltro, a lui legati da vecchi rapporti di collaborazione maturati nel corso delle sue precedenti esperienze professionali;
   dette assunzioni hanno generato molte polemiche e determinato probabilmente le dimissioni dell’ex capo del personale, Valerio Fiorespino, che in molte circostanze aveva sottolineato come le procedure aziendali prevedessero di ricorrere – prima di ogni assunzione esterna – alla procedura del job posting (selezione interna): temi e procedure peraltro denunciati anche dal dottor Gianfranco Cariola;
   secondo quanto riportato da «La Stampa», quest'ultimo avrebbe affermato altresì che «nei processi di affidamento mancano anche procedure minime di trasparenza e spesso ci si trova di fronte alla totale assenza di processi di verifica sui fornitori»;
   nel medesimo articolo egli avrebbe anche ricordato che «le numerose assunzioni esterne completate senza il ricorso alla procedura del job posting, per valutare se all'interno dell'azienda esistano le professionalità richieste, hanno creato numerose difficoltà per la stessa»;Pag. 49
   a seguito delle dichiarazioni rilasciate al quotidiano torinese, l’ex dirigente ha poi aggiunto che le sue dimissioni sono una «decisione di natura esclusivamente professionale e legata ad una prospettiva di crescita in un contesto di business più ampio e di maggior respiro internazionale»;
   lo stesso direttore, attraverso una nota, ha dichiarato: «Vorrei precisare che ho lavorato e sto lavorando in grande sintonia con l'attuale vertice, presidente Monica Maggioni e direttore generale Antonio Campo Dall'Orto. In questi mesi sono state avviate ulteriori iniziative per costruire un'azienda sempre più attenta al rispetto della legge e all'attuazione di condotte coerenti con il mandato di servizio pubblico»;
   si chiede di sapere:
    se corrisponda al vero che il dottor Cariola abbia ripetutamente e inutilmente denunciato ai competenti organismi della Rai lo scandalo degli appalti extra aziendali, ovvero le dubbie procedure mediante le quali venivano affidati lavori e commesse esterne;
    in caso affermativo, se le dimissioni del dottor Cariola siano in qualche modo riconducibili a contrasti con la direzione aziendale per la mancata adozione da parte di quest'ultima di idonee procedure per rendere più trasparenti gli appalti;
    se sulla decisione del dottor Cariola abbiano in qualche modo influito anche le numerose assunzioni di dirigenti esterni effettuate dall'azienda a partire dallo scorso gennaio e sulle quali lo stesso dottor Cariola aveva rappresentato delle perplessità sulla loro compatibilità con il vigente quadro normativo;
    quali orientamenti intendano esprimere, in riferimento a quanto esposto in premessa e, conseguentemente, quali iniziative vogliano intraprendere, nell'ambito delle proprie competenze, per fare chiarezza sulla base di quanto accaduto all'interno dell'azienda radiotelevisiva italiana in materia di assunzioni esterne e appalti sulle forniture;
    se non ritengano che le decisioni fin qui assunte siano assai poco compatibili con la trasformazione della Rai in una media company, capace di confrontarsi con la concorrenza e con i mercati televisivi europei. (472/2295)

  RISPOSTA.In merito all'interrogazione sopra citata si informa di quanto segue.
  Gianfranco Cariola ha, nello svolgimento della propria attività di Direttore dell'Internal Auditing, elaborato numerosi report procedendo, sulla base delle procedure interne, secondo le seguenti linee direttrici:
   fornire supporto specialistico al Vertice aziendale e al management in materia di sistema di controllo interno e di gestione dei rischi al fine di favorire l'efficacia, l'efficienza e l'integrazione dei controlli nei processi aziendali;
   assicurare le attività di gestione delle segnalazioni;
   assicurare accertamenti, analisi, valutazioni e raccomandazioni in merito al disegno e al funzionamento del sistema di controllo interno e di gestione dei rischi di Rai al fine di promuoverne l'efficienza e l'efficacia e supportarne la valutazione da parte degli organi societari e delle strutture aziendali preposte;
   curare i rapporti con le società di revisione, gli organi sociali e gli organismi costituiti in relazione alla governance aziendale.

  I risultati dell'attività svolta dalla Direzione sono stati sulla base delle procedure interne, trasmessi al vertice aziendale per le relative determinazioni. Su questo specifico aspetto si ritiene opportuno mettere in evidenza quanto pubblicamente dichiarato dal Direttore dell'Internal Auditing Gianfranco Cariola in relazione alla sua scelta Pag. 50di lasciare la Rai: «ho lavorato e sto lavorando in grande sintonia con l'attuale vertice – Presidente Monica Maggioni e Direttore Generale Antonio Campo Dall'Orto – sempre con un rapporto improntato al massimo rispetto dei ruoli. In questi mesi sono state avviate ulteriori iniziative per costruire un'Azienda sempre più attenta al rispetto della legge e all'attuazione di condotte coerenti con il mandato di servizio pubblico». Nell'occasione lo stesso Cariola ha anche specificato che la scelta di lasciare la Rai è da ricondurre a motivazioni «di natura esclusivamente professionale ed è legata ad una prospettiva di crescita in un contesto di business più ampio e di maggiore respiro internazionale. Ogni lettura differente si tradurrebbe in una distorta rappresentazione di una scelta che, ribadisco, ha esclusivo fondamento professionale».
  Per quanto concerne il processo di trasformazione della Rai da broadcaster a media company (tema che rappresenta il «filo conduttore» del piano industriale relativo al triennio 2016-2018) si ritiene opportuno mettere in evidenza il fatto che tale processo si inserisce all'interno del complesso percorso di rinnovo della concessione che vede, quale punto qualificante, la ridefinizione del perimetro e dei contenuti della missione di servizio pubblico, con l'obiettivo di rendere un servizio migliore a tutti i cittadini che pagano il canone. L'obiettivo principale di tale percorso complessivo è quello di riempire di contenuti una strategia di forte recupero del ruolo di servizio pubblico che la Rai ha svolto nei decenni passati ma che oggi, alla luce delle rilevanti trasformazioni in atto nello scenario di riferimento, richiede decisi interventi di discontinuità. Basti pensare, a tal proposito, all'evoluzione delle pratiche di comportamento e di consumo dei contenuti, definiti dalle nuove tecnologie e dall'utilizzo di devices non tv-nativi – ma ormai utilizzati anche per la visione e l'ascolto di contenuti radiotelevisivi – che sono in grado pertanto di essere fruiti in molti più contesti rispetto al passato.

  D'UVA, VILLAROSA, NESCI. – Al Presidente della Rai – Premesso che:
   l'informazione sui temi dei diritti, della giustizia e del contrasto alle mafie è parte integrante della missione del servizio pubblico radiotelevisivo, secondo quanto stabilito anche dalle disposizioni del contratto di servizio fra Rai e Ministero dello sviluppo economico;
   coerentemente con la propria vocazione civile, la Rai affronta il tema della giustizia, della legalità e del contrasto alle mafie attraverso diverse forme, dalla fiction al documentario;
   fra le trasmissioni del servizio pubblico specificamente dedicate a questi temi spicca «Diario civile», appuntamento settimanale del canale Rai Storia;
   mercoledì 4 maggio 2016 è andata in onda la puntata di «Diario civile» intitolata «Messina, l'Università della Mafia», dedicata appunto al radicamento delle organizzazioni criminali in una provincia talvolta considerata, superficialmente, immune, o comunque meno permeata dal fenomeno mafioso;
   nella puntata in oggetto il radicamento e gli omicidi della mafia messinese sono stati documentati in modo pregevole, anche grazie all'utilizzo del repertorio inedito delle Teche Rai e al contributo del Procuratore Nazionale Antimafia Franco Roberti;
   la puntata «Messina, l'Università della Mafia», in un primo momento disponibile sul sito di Rai Storia, non risulta più presente nell'archivio, a differenza di tutte le altre puntate della medesima trasmissione – più precisamente, il titolo della puntata è presente due volte nell'archivio di Rai Storia: con data 4 maggio, ma il video non è disponibile, e con data 13 maggio, ma con il video di un'altra puntata;
   organi di stampa locale hanno ipotizzato che l'assenza della puntata sul sito di Rai Storia, apparentemente ascrivibile a un inconveniente tecnico, sia stata volutamente Pag. 51cancellata dall'archivio, forse per mancanza di non meglio precisate autorizzazioni;
   si chiede di sapere:
    se l'assenza della puntata «Messina, l'Università della Mafia» dall'archivio delle puntate della trasmissione «Diario civile» sul sito di Rai Storia sia dovuta a un mero inconveniente tecnico oppure ad altre ragioni;
    quali siano le cause ostative alla pubblicazione online della puntata in oggetto e se non ritenga necessario provvedere nel minor tempo possibile alla loro rimozione, considerati l'importanza e il forte valore civico degli argomenti in essa trattati.
(473/2297)

  RISPOSTA. In merito all'interrogazione sopra citata si informa di quanto segue.
  In primo luogo si ritiene opportuno mettere in evidenza come non tutti i documentari di Diario civile possano essere pubblicati sul web, per ragioni connesse alla disponibilità dei diritti per la rete, integrali o relativi a singoli repertori.
  Per quanto attiene più specificamente al documentario trasmesso il 4 maggio u.s. citato nell'interrogazione di cui sopra, la pubblicazione sul portale www.raistoria.rai.it, attivata in una primissima fase, è stata sospesa per apportare una modifica al medesimo. Nello stesso giorno della messa in onda infatti è arrivata una comunicazione da parte del Rettore dell'Università di Messina, il professor Pietro Navarra, il quale – esprimendo compiacimento per l'alto valore educativo dell'iniziativa «che rappresenta un'occasione di approfondimento e riflessione rispetto ad una tematica su cui tenere alta l'attenzione dell'opinione pubblica» – ha chiesto, nel caso fosse possibile, la modifica del titolo. Il Rettore ha evidenziato di essere consapevole che «Messina, l'Università della mafia» è una citazione dalle dichiarazioni del pentito Angelo Siino, ma ha anche evidenziato il rischio che il riferimento, estrapolato dal contesto, potesse ledere all'immagine dell'Ateneo.
  A seguito di tale richiesta, pur in assenza nel documentario di qualsivoglia riferimento idoneo a coinvolgere la reputazione dell'Ateneo, si è ritenuto opportuno accogliere la richiesta e procedere con la modifica del titolo in «Messina, la mafia sullo stretto». È anche prevista la trasmissione della puntata nella nuova versione, sul canale, il prossimo settembre, con contestuale pubblicazione sul portale.
  Non è da escludere, ove ritenuto necessario, che potrebbe procedersi ad una pubblicazione anticipata sul portale rispetto alla messa in onda sul canale a settembre.