CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 30 settembre 2015
513.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Trasporti, poste e telecomunicazioni (IX)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2015. Doc. LVII, n. 3-bis.

PARERE APPROVATO

  La IX Commissione (Trasporti, poste e telecomunicazioni),
   esaminata, per le parti di competenza, la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2015 (Doc. LVII, n. 3-bis),
   premesso che:
    la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2015 espone, in termini generali, proiezioni di crescita del PIL, con riferimento sia al 2015 sia al 2016, superiori di 0,2 punti percentuali rispetto alle previsioni indicate nel Documento di economia e finanza dell'aprile scorso; sulla base di tali stime, come indicato nella Nota, può considerarsi conclusa la fase di forte contrazione che ha colpito l'economia italiana dal 2012 al 2014 e possono individuarsi i primi segnali di inversione di tendenza;
    in questo contesto macroeconomico la Nota di aggiornamento prospetta una manovra di finanza pubblica che, nel garantire il rispetto della disciplina di bilancio e la costante riduzione del rapporto fra debito pubblico e PIL, individua, anche attraverso l'utilizzo dei margini di flessibilità previsti dall'ordinamento europeo, in particolare per quanto concerne l'attuazione delle riforme strutturali e l'applicazione della clausola per gli investimenti, spazi finanziari da destinare a interventi espansivi volti alla riduzione permanente del carico fiscale sulle famiglie e sulle imprese e a misure di stimolo per gli investimenti stessi, al fine di sviluppare la rete delle infrastrutture fisiche e digitali;
    per quanto riguarda le competenze della Commissione, le sezioni della Nota di aggiornamento relative al cronoprogramma per le riforme e alle azioni poste in essere in risposta alle raccomandazioni del Consiglio europeo, nell'ambito delle procedure di coordinamento delle politiche economiche degli Stati membri, evidenziano i seguenti interventi: l'adozione del Piano nazionale degli aeroporti, con la conseguente individuazione di 38 aeroporti di interesse nazionale e, nell'ambito di questi, di 12 aeroporti di particolare rilevanza strategica; l'approvazione del Piano strategico nazionale della portualità e della logistica, che reca misure finalizzate a migliorare la competitività del sistema dei porti italiani, a favorire la crescita dei traffici marittimi delle persone e delle merci e a promuovere l'intermodalità, anche attraverso la semplificazione delle procedure e la riforma dell'ordinamento delle Autorità portuali; il conferimento al Governo della delega per modificare e integrare il codice dell'amministrazione digitale, anche al fine di promuovere la realizzazione della strategia italiana per la banda ultralarga;
    per quanto concerne in modo specifico la semplificazione delle procedure e lo sviluppo dell'intermodalità, la Nota evidenzia come il piano si prefigga importanti interventi e tra questi il miglioramento dei collegamenti mare-terra e la semplificazione della procedura di sdoganamento anticipato delle merci imbarcate (cosiddetto «pre-clearing»);
    la Nota di aggiornamento segnala altresì la revisione del piano di privatizzazione Pag. 143già presentato nel DEF 2014 con la fissazione di obiettivi leggermente più ambiziosi in termini di proventi attesi; al riguardo si precisa che, per quanto riguarda la privatizzazione di Poste Italiane è stata depositata presso la CONSOB la domanda di approvazione del Prospetto informativo concernente l'offerta pubblica di vendita delle azioni della società, finalizzata alla quotazione del titolo, che, in presenza di condizioni adeguate, potrà avere luogo entro l'autunno 2015; per quanto riguarda la privatizzazione di ENAV, è stato avviato il processo di preparazione alla quotazione mediante la selezione dei consulenti legale e finanziario e l'individuazione, in fase di imminente conclusione, delle banche cui affidare il ruolo di guida del consorzio di garanzia e collocamento, in modo da procedere alla quotazione entro il primo semestre del 2016; per quanto riguarda Ferrovie dello Stato Italiane, sono in corso le attività rivolte a individuare le modalità più appropriate per la realizzazione della privatizzazione e, a tal fine, è stato istituito un tavolo tecnico di lavoro, costituito da rappresentanti del Gruppo, del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e del Ministero dell'economia e delle finanze;
    sempre in materia di privatizzazioni, la Nota indica che sono ancora in fase di definizione le operazioni di cessione relative a Cento Stazioni e Grandi Stazioni, società entrambe partecipate da Ferrovie dello Stato italiane SpA,
  esprime

PARERE FAVOREVOLE

  con le seguenti osservazioni:
   a) il Governo provveda tempestivamente ad adottare le misure di attuazione del Piano nazionale della portualità e della logistica, con particolare riferimento alle misure finalizzate a migliorare la competitività del sistema portuale e a semplificare le procedure, promuovendo lo sviluppo dei traffici marittimi di persone e di merci;
   b) il Governo adotti una politica complessiva di trasporti che, sia attraverso l'attuazione del Piano nazionale della portualità e della logistica, sia attraverso specifici interventi, favorisca la crescita dell'intermodalità;
   c) il Governo predisponga un apposito decreto legislativo in attuazione della delega contenuta nella legge n. 124 del 2015 di riforma della pubblica amministrazione, volto a rivedere l'assetto e l'ordinamento delle Autorità portuali in conformità con gli obiettivi individuati dal Piano nazionale della portualità e della logistica;
   d) per quanto riguarda, in modo specifico, le operazioni di sdoganamento anticipato delle merci che transitano via nave (cosiddetto «pre-clearing») si evidenzia l'opportunità di eliminare gli ulteriori ostacoli volti alla loro applicazione, assicurando che in ogni caso, proprio al fine di garantire gli obiettivi di semplificazione, la procedura abbia luogo all'ingresso della nave nel primo porto nazionale e possa essere effettuata già dal primo porto per ogni altro porto all'interno delle acque territoriali;
   e) con riguardo ad interventi specifici di promozione dell'intermodalità, si adottino misure volte a valorizzare le potenzialità del sistema informatico comunitario denominato NCTS e, in ogni caso, ad assicurare che la procedura «fast corridor», che prevede il trasferimento della merce sbarcata nei porti in regime sospensivo, senza emissione del documento doganale, avvenga in ottemperanza alle disposizioni della normativa europea, al fine di evitare rischi di evasione delle imposte dovute e di abusi;
   f) nell'ambito delle attività di preparazione della quotazione e della privatizzazione delle società direttamente controllate dallo Stato, indicate nella Nota di aggiornamento, con particolare riferimento ai Gruppi di più grandi dimensioni, quali Poste italiane e Ferrovie dello Stato Italiane, nonché nella predisposizione dei contratti di programma e di servizio con le Pag. 144suddette società, siano adottate tutte le misure idonee ad assicurare che i nuovi assetti proprietari e organizzativi delle società medesime, nonché gli assetti giuridici e regolatori dei mercati di riferimento rispondano all'esigenza, evidenziata in più occasioni dalla Commissione, di garantire livelli adeguati di prestazione dei servizi su tutto il territorio nazionale, con particolare riguardo a quelli rientranti nel servizio pubblico universale;
   g) con riguardo ai proventi che deriveranno dalla cessione delle società Grandi Stazioni e Cento Stazioni, si verifichi la possibilità che essi siano destinati, almeno parzialmente, al potenziamento delle infrastrutture e dei servizi ferroviari;
   h) il Governo adotti tutte le iniziative opportune per avviare quanto prima la fase attuativa del programma operativo del Piano nazionale banda ultralarga, al fine di assicurare una adeguata connettività alla larga maggioranza della popolazione e, in particolare, consentire l'infrastrutturazione con reti a banda ultra larga nei settori scolastico, sanitario e turistico.

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ALLEGATO 2

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2015. Doc. LVII, n. 3-bis.

PROPOSTA ALTERNATIVA DI PARERE DEL GRUPPO SEL

  La Commissione IX (Trasporti, Poste e Comunicazioni),
   esaminata la nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2015 (Doc. LVII, n. 3-bis);
   premesso che:
    il 2016 deve essere l'anno di svolta per la ripresa dell'Italia. Non possiamo andare avanti, dopo una caduta di quasi 10 punti percentuali del Pil dall'inizio della crisi, rassegnati a obiettivi di crescita di zero virgola e una disoccupazione sostanzialmente immutata dietro la sistematica propaganda sui numeri dei contratti a tempo indeterminato; continuare con tagli di tasse, principalmente definiti per scopi elettorali, indifferenziati e regressivi e finanziati da tagli di spesa vuol dire determinare effetti negativi sull'economia reale, nonostante le favole liberiste. La manovra di finanza pubblica per il triennio 2016-18, prospettata dalla Nota di aggiornamento del DEF 2015, non solo non ha segno espansivo, come racconta il Governo, ma dopo il primo anno di sostanziale neutralità, diventa pesantemente restrittiva con obiettivi di saldo primario irrealistici a partire dal 2017, anche in considerazione dei moltiplicatori fiscali applicati per stimare gli effetti delle riduzioni di entrate e spese; l'esercito di chi è senza lavoro resta numerosissimo: oltre ai disoccupati ufficiali bisogna calcolare gli scoraggiati, quelli cioè che un lavoro lo vorrebbero volentieri ma sono così rassegnati che nemmeno lo cercano più. Secondo l'Istat, questa forza lavoro potenziale nel secondo trimestre 2015 era di 3,6 milioni di persone (prima della crisi erano 2,2 milioni). Aggiungendo questa componente ai disoccupati – ammette la stessa Nota di aggiornamento del DEF 2015 – i deboli segnali di diminuzione dell'area della mancata occupazione dei primi due trimestri del 2015 vengono fortemente ridimensionati;
    la cura per la riqualificazione e la ripresa robusta e sostenibile della nostra economia sono gli investimenti, innanzitutto pubblici, e le politiche industriali. Al contrario, la Nota di Aggiornamento del DEF, nonostante l'utilizzo della «Clausola degli investimenti», prospetta una riduzione degli investimenti pubblici, a partire dal livello minimo attuale;
    secondo il Governo la riduzione delle tasse – l'unica politica economica dell'Esecutivo – e l'equivalente taglio di spesa pubblica faranno crescere il Pil. Siamo ancora nel campo dell'austerità espansiva, teoria smentita dallo stesso FMI: la crescita del Pil legata alla riduzione delle tasse è inferiore al mantenimento della spesa pubblica in essere. La spesa pubblica ha infatti moltiplicatori più alti rispetto ai tagli delle tasse; la stessa Corte dei conti nella sua Relazione sul Rendiconto generale dello Stato per il 2014 (giugno 2015), aveva affermato che: «Poca attenzione è stata rivolta al fatto che le condizioni di sostenibilità di lungo periodo della finanza pubblica richiedono, al nostro Paese, la costruzione di una traiettoria macroeconomica ambiziosa»;
    la previsione di una crescita del Pil pari all'1,6 per cento per il 2016 potrebbe Pag. 146risultare eccessivamente ottimista. Aumentano rischi al ribasso derivanti da un rallentamento più brusco della Cina e degli altri maggiori Paesi emergenti. Al riguardo, lo stesso Ufficio parlamentare di Bilancio ha messo in guardia il Governo; l'agenzia di rating Standard & Poor's sostiene che in Italia nel prossimo futuro la domanda dei consumatori rimarrà bassa, e che per invertire in modo più deciso il trend servirà un forte aumento degli investimenti;
    quindi, l'opzione è secca: o per il 2016 c’è un'accelerazione, sorprendente per qualità e quantità in termini di crescita, o l'Italia, che ancora oggi dispone di una manifattura seconda in Europa alle spalle della Germania, si condanna ad una linea di galleggiamento che non sarà in grado di arginare la pressione competitiva proveniente da tutti i lati del mondo, compreso quello interno europeo già in tensione per la drammatica vicenda dei migranti;
    ma la manovra, delineata dalla Nota di aggiornamento, non mettendo in discussione i parametri del Fiscal compact e giocando su alcuni eventuali decimali di flessibilità, non riuscirà ad invertire questa tendenza;
    per invertire la tendenza occorre un «Piano per il lavoro», inteso come insieme di interventi coordinati, orientati a promuovere, direttamente o indirettamente, il lavoro di qualità lungo un sentiero di sviluppo sostenibile sul versante sociale e ambientale. Gli investimenti proposti, oltre a riqualificare i territori e migliorare la qualità della vita e il reddito delle persone, hanno elevato impatto (anti-ciclico) sull'economia reale, impatto minimo sulle importazioni e sono labour-intensive (in particolare, nell'edilizia e nell'artigianato). Gli investimenti sulla mobilità sostenibile consentono di innalzare la produzione degli impianti in Italia (dalla Irisbus di Avellino, alle officine dell'Ansaldo Breda). La spending review va portata avanti ma, contrariamente alla linea del Governo, i risparmi raggiungibili, grazie a maggiore efficienza ed eliminazione di corruzione, devono essere riallocati su programmi di spesa carenti, colpiti dai tagli orizzontali degli scorsi anni. Tagliare altri 30 miliardi all'anno dalla spesa corrente, vuol dire tagliare ulteriormente servizi essenziali;
    rilevanti settori produttivi per la nostra economia come quello delle costruzioni a luglio 2015 registra, al netto della stagionalità, un incremento dello 0,3 per cento rispetto al mese precedente, che segue due mesi consecutivi di calo; la crescita congiunturale è più contenuta della media Uem (+1,0 per cento). In Italia persiste un calo della produzione dell'1,5 per cento nella media del trimestre maggio-luglio 2015 rispetto ai tre mesi precedenti. L'indice corretto per gli effetti di calendario a luglio 2015 è diminuito in termini tendenziali dello 0,6 per cento mentre in Eurozona si registra una crescita dell'1,8 per cento; in Italia nei primi sette mesi del 2015 la produzione delle costruzioni è in calo del 2,3 per cento rispetto allo stesso periodo del 2014. Il debole segnale di inversione della congiuntura deve consolidarsi prima di poter parlare di ripresa in un settore che dallo scoppio della crisi del debito sovrano – a cui è seguito l'innalzamento dei tassi di interesse e della tassazione immobiliare e una pesante riduzione della domanda immobiliare – ha perso 330.600 occupati; nello stesso periodo (2011-2015) il resto dell'economia ha registrato una crescita dell'occupazione di 114.500 unità. Il quadro tendenziale della finanza pubblica pubblicato nella Nota di aggiornamento del DEF 2015 varata venerdì scorso indica il persistere del basso profilo della domanda pubblica, con investimenti fissi lordi che rimangono costanti al 2,3 per cento del Pil nel triennio 2015-2016 per scendere al 2,2 per cento del Pil nel biennio 2018-2019; la media 2014-2019 è del 2,3 per cento del Pil, oltre mezzo punto in meno del 2,9 per cento medio del periodo 2000-2013. I dati analizzati evidenziano la necessità e urgenza di politiche fiscali espansive capaci di sostenere la domanda nelle costruzioni, un comparto Pag. 147che ha registrato una crisi senza precedenti per intensità e durata: a tal proposito va ricordato che – proprio mentre si profila una abolizione di IMU e Irap agricola – si calcola che i 330.600 occupati persi dalle costruzioni in soli 4 anni equivale agli occupati persi dall'agricoltura in 20 anni.

  Alla luce di quanto precede appare necessario:
   1) cambiare radicalmente rotta e rivedere la Nota di Aggiornamento del Def prevedendo spazi finanziari necessari per poter inserire nel ddL Stabilità 2016 un «Piano per il lavoro» che abbia due principali fonti di finanziamento:
    1. un allentamento per circa un punto percentuale di Pil (18 miliardi di euro all'anno) per un triennio (2016-18) del deficit programmato per finanziare gli interventi congiunturali (ossia non permanenti);
    2. misure anti-evasione per gli interventi strutturali (ossia permanenti);
   2) indirizzare prioritariamente tale Piano al Mezzogiorno attraverso un vincolo di destinazione del 45 per cento del totale delle risorse individuate per gli investimenti (criterio distributivo introdotto da Ciampi durante il primo Governo Prodi e mai rispettato);
   3) prevedere che i principali punti del «Piano per il Lavoro» siano i seguenti:

  A. Misure «congiunturali» da finanziare attraverso l'allentamento una tantum del deficit
   1. Programma di investimenti in piccole opere affidati ai Comuni attraverso l'allentamento del Patto di Stabilità Interno (circa 8 miliardi di euro all'anno) per la messa in sicurezza del territorio, per il miglioramento delle periferie, per investimenti per l'efficienza energetica negli immobili della Pubblica Amministrazione, per la costruzione di asili nido (per il raggiungimento di quota minima del 25 per cento di presa in carica per regione, in particolare per redditi bassi e medi);
   2. Programma per la mobilità sostenibile per il rinnovo e l'integrazione dello stock di treni per i pendolari e di autobus urbani e extraurbani (4 miliardi di euro all'anno);
   3. Programma straordinario di contrasto alla povertà e inserimento al lavoro in uno schema di reddito minimo per l'inclusione attiva e finanziamento della settima salvaguardia dei lavoratori e lavoratrici «esodati» (3 miliardi di euro all'anno);
   4. Programma di politiche industriali (in senso lato al fine di includere anche i servizi e l'agro-industria) da affidare al Fondo Strategico o al Fondo di turn-over della Cassa Depositi e Prestiti (2 miliardi di euro all'anno) in intesa con le aziende;
   5. Fondo per la redistribuzione dei tempi di lavoro (1 miliardo di euro all'anno) per:
    l'anticipo del pensionamento dei lavoratori e lavoratrici impegnati in attività usuranti;
    il part-time pensionistico e l'ingresso part-time di giovani al lavoro;
    i contratti di solidarietà difensivi e, soprattutto, espansivi;
    il finanziamento dei congedi parentali;

  B. Misure «strutturali», da finanziare attraverso interventi anti-evasione
   1. Intervento selettivo su Tasi (con detrazione fissa e detrazioni aggiuntive in base alla numerosità del nucleo familiare) e contestuale approvazione del Decreto legislativo di revisione del Catasto, eliminazione Imu agricola e Imu su impianti (cosiddetti «imbullonati») e detrazioni per affitti per redditi bassi e medi; detrazione abbonamenti al trasporto pubblico;Pag. 148
   2. Eliminazione innalzamento contribuzione previdenziale per le Partite IVA iscritte alla gestione separata INPS;
   3. Revisione normativa supplenze per evitare l'insostenibile distribuzione degli alunni delle classi scoperte nelle altri classi;
   4. Revisione normativa per i contribuenti minimi al fine di allargare la platea dei beneficiari e semplificare gli adempimenti;
   5. Il finanziamento delle misure di carattere permanente dovrebbe derivare dalle seguenti misure anti-evasione: a regime, la comunicazione telematica all'amministrazione fiscale dei dati relativi alle fatturazioni. Tale sistema consentirebbe di verificare automaticamente e in tempo reale le posizioni a debito e quelle a credito, consentendo di intervenire con efficacia nei casi di incongruenze. In riferimento a uno studio NENS, una stima prudenziale indica un recupero di gettito superiore ai 10 miliardi all'anno (in considerazione del recupero Iva e imposte sui redditi). Poiché l'introduzione della comunicazione telematica delle fatturazioni richiede tempo per essere generalizzata, nell'immediato va introdotta la trasmissione telematica dei dati delle fatture ai fornitori. Si tratta di una misura più circoscritta. L'obbligatorietà della comunicazione telematica dei dati delle fatture potrebbe inizialmente essere richiesta soltanto ad una parte dei contribuenti, come la grande distribuzione. In questo modo, senza ricorrere al reverse charge, la cui estensione alla grande distribuzione è stata bocciata dalla Commissione europea, se ne seguirebbe la logica. Infine, si propone di introdurre, nei settori a maggiore rischio di evasione, l'obbligo di pagamento elettronico. Gli effetti di gettito, già a partire dal primo anno, consentono di coprire le misure strutturali descritte nei punti 1-4;
   4) attuare la revisione della spesa riallocando i risparmi raggiungibili su programmi di spesa carenti, colpiti dai tagli orizzontali degli scorsi anni, indirizzando tale integrazione, in particolare:
    alla Sanità;
    al Fondo di Finanziamento Ordinario delle Università;
    ai servizi sociali dei Comuni;
    al diritto allo studio;
    alla salvaguardia e promozione del patrimonio storico-artistico;
    alla riduzione dei costi energia per famiglia e imprese e alla accelerazione degli obiettivi della roadmap 2050 nel quadro di un aggiornamento della Strategia Energetica Nazionale;
    al potenziamento dell'Agenzia per la Coesione Territoriale.

  con particolare riguardo alle parti di competenza appare quanto mai urgente:
   adottare, innanzitutto, a livello nazionale tutte le iniziative necessarie per dare nuovo impulso all'attuazione dell'Agenda digitale, in particolare per quanto concerne la realizzazione degli interventi infrastrutturali necessari per dotare il Paese di una rete idonea a consentire il raggiungimento degli obiettivi di accesso a Internet, semplificando i centri decisionali e destinando risorse finanziarie sufficienti al raggiungimento degli obiettivi proposti nella strategia Europa 2020;
   dare finalmente attuazione al «Piano strategico banda ultralarga», prevedendo l'adozione dei più elevati standard di sicurezza nella fissazione dei limiti in materia di elettromagnetismo in ossequio al principio di precauzione;
   adottare interventi volti a migliorare la sostenibilità ambientale ed economica dei trasporti, in linea con altri Paesi europei, in modo da contribuire in modo significativo ad incrementare il livello di occupazione nazionale, il livello di coesione territoriale, la sicurezza dei cittadini, il contrasto allo spopolamento del territorio e, ancora, a ridurre i livelli di emissione di inquinanti nel territorio;
   rivedere completamente se non addirittura annullare, poiché risulta essere totalmente inutile in assenza di una politica Pag. 149credibile mirante all'abbattimento del debito pubblico, gli interventi di c.d. privatizzazione messi in campo dal Governo, soprattutto per quanto concerne Poste Spa, Enav e Ferrovie dello Stato;
   incrementare le risorse destinate al trasporto pubblico locale e adottare le opportune iniziative per favorire una maggiore efficienza del servizio di trasporto ferroviario regionale esercitato sulla rete tradizionale, superando le criticità che lo caratterizzano in termini di carenze della rete, inefficienza del servizio e vetustà del materiale rotabile;
  definire un quadro generale multimodale in grado di potenziare, in particolare, i sistemi di collegamento marittimi, ferroviari e intermodali del Mezzogiorno in modo da assicurare l'eguaglianza sostanziale dei cittadini;
   attuare gli impegni approvati dal Parlamento in materia di razionalizzazione degli uffici postali contenuti nella Mozione (1-00818 presentata dal Gruppo SEL);

  alla luce di quanto precede,
  esprime

PARERE CONTRARIO.