CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 23 settembre 2015
509.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
COMUNICATO
Pag. 46

SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 23 settembre 2015. — Presidenza del presidente Fabrizio CICCHITTO. – Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri e alla cooperazione internazionale Benedetto Della Vedova.

  La seduta comincia alle 14.35.

Sui lavori della Commissione.

  Fabrizio CICCHITTO, presidente, avverte che, secondo quanto convenuto per le vie informali, la Commissione procederà dapprima all'esame della Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2015 per poi procedere alla discussione delle risoluzioni.

  La Commissione concorda.

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2015.
Doc. LVII, n. 3-bis.
(Parere alla V Commissione).
(Esame e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

  Lia QUARTAPELLE PROCOPIO (PD), relatrice, illustra il provvedimento in titolo evidenziando come la Nota di Aggiornamento al DEF è finalizzata a modificare il quadro di finanza pubblica delineato nel documento programmatico presentato nell'aprile scorso, e rappresenta un passaggio propedeutico alla definizione della legge di stabilità.Pag. 47
  Sottolinea che gli obiettivi di finanzia pubblica ribaditi dall'Esecutivo in questa Nota appaiono pienamente condivisibili: rafforzare ed accelerare la crescita economica, favorire la creazione di posti di lavoro, promuovere gli investimenti, ridurre il carico fiscale sulle famiglie e sulle imprese, secondo un piano pluriennale avviato nel 2014 e che proseguirà fino al 2018 e che altrettanto condivisibile appare l'obiettivo di assicurare contestualmente il controllo della finanza pubblica e quindi la diminuzione dell'indebitamento delle pubbliche amministrazioni (pari al 3,0 per cento del PIL nel 2014, stimato in calo al 2,6 per cento nel 2015 e al 2,2 per cento nel 2016): per questo le misure di stimolo all'economia saranno in parte finanziate da risparmi di spesa attraverso una operazione selettiva che dovrà essere finalizzata ad una più efficace allocazione delle risorse nel settore pubblico. Nota che il dato maggiormente commentato dai mass media è quello di un rialzo – per la prima volta dal 2010 – delle stime di crescita del PIL: in aumento dello 0,9 per cento nel 2015 e dell'1,6 per cento nel 2016 (rispettivamente contro lo 0,7 per cento e 1,4 per cento stimato ad aprile), laddove, sempre per lo stesso anno, è confermato nella Nota l'avvio della traiettoria di riduzione del rapporto debito pubblico/PIL.
  Rileva anche che la svolta che si è in grado di imprimere alla traiettoria del debito è frutto del ritorno alla crescita e quindi la velocità del consolidamento fiscale è stata opportunamente rivista ed attenuata in questa Nota di aggiornamento, sulla scorta di tre ordini di considerazioni, di ordine interno ed internazionale.
  Evidenzia che in considerazione degli ambiti di competenza della Commissione, intende soffermarsi brevemente sul primo ordine di fattori: la congiuntura economica internazionale, che condiziona profondamente gli indirizzi di politica economica assunti dal Governo con il DEF e con la relativa nota di aggiornamento nel quale si inserisce il documento in esame e che come osserva puntualmente l'ISTAT nella nota mensile di agosto sull'andamento dell'economia italiana, le grandi economie emergenti della Cina, Russia, Brasile e Turchia mostrano segnali di rallentamento. Ciò complica le prospettive di mercato per le nostre imprese esportatrici ed accresce le pressioni concorrenziali dal lato delle importazioni. I tassi di cambio di tali Paesi si sono indeboliti, accrescendo la concorrenza di prezzo. Pertanto, se non vi è dubbio che le condizioni monetarie e finanziarie siano migliorate nell'area dell'euro e in Italia, emergono altresì rischi significativi di una minore crescita del commercio internazionale.
  Ricorda come la diminuzione della produzione ha comportato, da un lato una flessione delle importazioni di beni intermedi, dall'altro una minor domanda di materie prime, determinando un calo delle quotazioni e acuendo la crisi delle economie esportatrici di commodities (Russia e Brasile in primis) e il rallentamento della crescita per i Paesi emergenti è atteso trasmettersi alle economie avanzate, in misura tanto maggiore quanto più forti sono i legami commerciali bilaterali. Per quanto riguarda l'Italia, l'effetto diretto della minore domanda cinese è previsto inferiore a quello di altri partner europei. Al 2014, la quota in valore dell'export italiano verso la Cina ammontava a circa il 2,6 per cento del totale, molto più contenuta rispetto a quella relativa ai tradizionali mercati di sbocco come Germania (12,6 per cento), Francia (10,6 per cento) e Stati Uniti (7,5 per cento). Tuttavia, il maggior peso della Cina nell'interscambio di questi ultimi (in particolare della Germania) determinerebbe un effetto negativo indiretto per l'Italia, attraverso il loro rallentamento ciclico associato a una minor domanda di beni italiani.
  Sottolinea altresì che nell'area euro, si attende una ripresa economica secondo ritmi moderati. Nel secondo trimestre il PIL ha evidenziato una leggera decelerazione (+0,3 per cento su base congiunturale, dopo +0,4 per cento del primo). I segnali provenienti dagli indicatori congiunturali appaiono contrastanti. In agosto l'indicatore del clima di fiducia (ESI) ha segnato un marginale incremento, sintesi Pag. 48di una flessione dell'industria e di un miglioramento negli altri settori; le attese dei consumatori hanno invece evidenziato un leggero rafforzamento. A luglio il volume delle vendite al dettaglio è cresciuto (+0,4 per cento) mentre il tasso di disoccupazione è diminuito (10,9 per cento in luglio).
  Rileva poi che il secondo ordine di ragioni attiene alla deludente dinamica dei prezzi: nonostante la politica monetaria espansiva adottata negli ultimi mesi dalla Banca Centrale Europea abbia il merito di evitare la deflazione, il tasso di inflazione è tuttora ben lontano dall'obiettivo (fissato poco al di sotto del 2 percento) e che l'inflazione ha un ruolo decisivo nella traiettoria di riduzione del debito. Un tasso inferiore al previsto può determinare un profilo di riduzione meno marcato pur in presenza di una crescita reale più alta. Il contributo della crescita reale va quindi consolidato e rafforzato.
  Inoltre pone in evidenza che è necessario che l'occupazione migliori ad un ritmo più sostenuto se si vuole evitare che la crescita di lungo periodo dell'economia non venga danneggiata. È vero che i dati sul mercato del lavoro negli ultimi mesi sembrano indicare risultati delle politiche combinate di ordine strutturale (Jobs Act) e fiscale (decontribuzione per i nuovi assunti) che vanno al di là delle aspettative (in termini di incremento del numero di partecipanti, incremento assoluto del numero di occupati, riduzione del tasso di disoccupazione). È però importante anche reintegrare nel mercato del lavoro il più rapidamente possibile i disoccupati e gli inattivi onde evitare fenomeni di scoraggiamento e dequalificazione che incidono negativamente non solo sul benessere immediato dei cittadini ma anche sul potenziale di crescita dell'economia nel lungo periodo, ricordando come, nel loro insieme, questi tre ordini di fattori inducono a porre particolare enfasi su di una intonazione fiscale più favorevole alla crescita, pur nell'equilibrio indispensabile con il progressivo consolidamento dei conti pubblici.
  Rileva ancora che ai fini della crescita, la composizione del bilancio pubblico (cioè l'impatto di impieghi ed entrate) è quanto e più rilevante dei saldi. Per questo il Governo adotta misure volte a rendere più efficace ed efficiente la spesa (spending review ed accelerazione degli investimenti pubblici co-finanziati con fondi europei) in combinazione con tagli selettivi e mirati delle imposte tali da stimolare gli investimenti privati.
  Ricorda inoltre che la maggiore gradualità del consolidamento di bilancio è del resto consentita dagli stessi trattati europei ed il Governo intende avvalersi sia della clausola per le riforme sia della clausola per gli investimenti e vengono oggi stimati, nella relazione di accompagnamento alla nota di aggiornamento in 17,9 miliardi e che non occorre poi sottovalutare le implicazioni anche di tipo finanziario che derivano dall'ondata di immigrazione proveniente dall'Africa e Medio Oriente, che vedono l'Italia come uno dei paesi più esposti in Europa. Le spese connesse ai pattugliamenti ed ai salvataggi in mare e all'accoglienza di profughi e rifugiati sono ingenti, così com’è robusto lo sforzo richiesto a tutto campo alle forze dell'ordine e alle forze armate, al sistema scolastico, a quello sanitario ed a tutti i servizi pubblici.
  Evidenzia quindi che è pienamente matura e sostenibile la proposta, avanzata dal Governo, di un'iniziativa comunitaria che consenta ai paesi membri di tenere conto dei costi e, più in generale, dell'impatto economico-finanziario connessi al fenomeno dell'immigrazione anche ai fini del computo del disavanzo strutturale ed in generale dalle regole previste nel Patto di stabilità e di crescita nonché dalla regola di riduzione del debito, che viene stimata dal Governo in 0,2 punti percentuali di PIL.
  Da ultimo, rileva che la Nota infatti riflette pienamente la strategia, avviata dal 2014 e sostenuta dalle forze di maggioranza, di un'uscita strutturale dalla lunga crisi italiana, nella quale si sono stratificati gli effetti negativi del ciclo congiunturale internazionale e le gravissime carenze Pag. 49di sistema del nostro Paese, accumulatesi lungo l'arco di almeno due decenni e che passa oggi attraverso il sostegno alla crescita ed all'occupazione ed il consolidamento fiscale.
  Alla luce di quanto fin qui esposto formula una proposta di parere favorevole, di cui dà lettura (vedi allegato 1).
  Il sottosegretario Benedetto DELLA VEDOVA si associa alle considerazioni svolte dalla relatrice.

  Guglielmo PICCHI (FI-PdL), nell'osservare che il Documento in titolo appare una reiterazione di promesse già fatte dal Governo, per le quali pur auspica un esito positivo nell'interesse del Paese, preannunzia il voto contrario del suo gruppo sulla proposta di parere.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere favorevole, come formulata dalla relatrice.

  La seduta termina alle 14.40.

RISOLUZIONI

  Mercoledì 23 settembre 2015. — Presidenza del presidente Fabrizio CICCHITTO. – Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri e alla cooperazione internazionale Benedetto Della Vedova.

  La seduta comincia alle 14.40.

7-00643 Zampa: Sul processo di transizione democratica in Myanmar.
(Discussione e conclusione – Approvazione della risoluzione n. 8-00136).

  Sandra ZAMPA (PD), contestualmente all'illustrazione della risoluzione in titolo, segnala la riformula della risoluzione in titolo limitatamente alla parte dispositiva (vedi allegato 2), ricordando l'importanza epocale delle prossime elezioni che si terranno in Myanmar anche per la comunità internazionale, la cui attenzione verso tale Paese non dovrà deflettere dopo le elezioni stesse. Sottolinea che è la seconda volta che la Commissione si occupa di tale tematica nel corso della legislatura, e ciò anche grazie all'impegno costante dell'Associazione dei parlamentari amici della Birmania, di cui è presidente.
  Ciò premesso, evidenzia come la leader dell'opposizione birmana, premio Nobel Aung San Suu Kyi, abbia accettato di candidarsi nonostante la disposizione costituzionale – non ancora abrogata e che appare ad personam – escluda tale possibilità qualora sussistano legami di parentela con cittadini stranieri. Richiama altresì l'attenzione sul fatto che in Myanmar le modifiche costituzionali sono estremamente difficili, essendo richiesta una maggioranza qualificata del 75 per cento più uno, impossibile da raggiungere per le opposizioni, considerato che il 25 per cento dei membri del Parlamento deve essere è di nomina militare.
  Analizzando quindi la possibile evoluzione post-elettorale, richiama la mobilità dello scenario regionale, con particolare riferimento a Paesi, quali la Cina, sempre più interessati allo sviluppo della transizione democratica birmana.
  Sottolinea che il principio di non ingerenza non può prevalere su ogni altra considerazione attinente ai più basilari valori dello Stato di diritto e che nel caso birmano la transizione democratica ha rappresentato un fattore di interesse per la comunità internazionale anche in quanto elemento consustanziale alla vicenda personale di Aung San Suu Kyi.
  Ciò premesso, sarebbe errato sostenere che in Myanmar nulla è cambiato, come evidenziano i progressi ascrivibili all'attuale Presidente, il quale, forse non a caso, ha incontrato l'allora Presidente della Repubblica Napolitano e con il Presidente del Consiglio pro tempore Letta.
  Nel rammentare il ruolo fondamentale svolto a sostegno della transizione democratica birmana dall'Unione europea – con particolare riferimento all'istituzione dell'Inviato Speciale per la Birmania, ruolo autorevolmente assolto da Piero Fassino – e il fortissimo impegno dell'Italia e Pag. 50del Parlamento in tal senso, espresso anche in occasione della visita compiuta da Aung San Suu Kyi nel nostro Paese nel 2013, e gli incontri dalla stessa avuti con i massimi rappresentanti delle nostre istituzioni, con l'Associazione dei parlamentari amici della Birmania, e l'intervento del premio Nobel presso l'Università di Bologna in occasione della ricordata visita, evidenzia l'impegno del sottosegretario Benedetto Della Vedova, che tiene a ringraziare, in merito alla questione birmana.
  Rilevando altresì la necessità che il processo di transizione democratica in Myanmar vada di pari passo con l'evoluzione economico-finanziaria del Paese, segnala che una delegazione parlamentare si recherà in Myanmar per monitorare le elezioni e ribadisce gli impegni al Governo contenuti nella proposta di risoluzione, di cui auspica l'approvazione.

  Il sottosegretario Benedetto DELLA VEDOVA manifesta il consenso del Governo sulla risoluzione in titolo, come testé riformulata, in particolare evidenziando il ruolo svolto dall'Italia anche nelle sedi internazionali come nel caso della collaborazione avviata con l'UNESCO per la tutela del patrimonio culturale birmano. Ringraziando l'onorevole Zampa per le parole di apprezzamento espresse nei suoi confronti con riferimento agli impegni e alle visite effettuate, rimarca la necessità della continuazione del percorso democratico in Myanmar e l'importanza della decisione di Aung San Suu Kyi di partecipare alle elezioni del prossimo 8 novembre.

  Pia Elda LOCATELLI (Misto-PSI-PLI), nel ringraziare la collega Zampa per l'ampia ed approfondita risoluzione, richiama l'attenzione all'appello rivolto da Aung San Suu Kyi alla comunità internazionale affinché sia partecipe anche nella fase successiva allo svolgimento delle elezioni in Myanmar ed al controllo della regolarità del processo elettorale stesso. Preannunzia quindi il voto favorevole del suo gruppo sulla risoluzione, così come riformulata.

  Guglielmo PICCHI (FI-PdL), ringraziando l'onorevole Zampa, ricorda che Forza Italia sostiene da sempre il processo di transizione democratica e di apertura in Myanmar. Pur ribadendo dunque il sostegno del suo gruppo alla proposta di risoluzione in discussione, rileva alcuni aspetti critici. In primo luogo, ritiene che sarebbe meglio esplicitare gli impegni al Governo, con particolare riferimento al ruolo degli osservatori per le elezioni, prevedendo la partecipazione di parlamentari italiani. In secondo luogo, stigmatizza l'utilizzo di uno strumento quale la risoluzione per dare seguito agli impegni contenuti in altre risoluzioni precedenti, come si evince dal primo punto della parte dispositiva. Ritiene tuttavia opportuno assicurare all'atto di indirizzo in discussione pieno sostegno, nell'interesse del processo democratico birmano.

  Emanuele SCAGLIUSI (M5S), nel manifestare perplessità circa alcuni impegni contenuti nell'atto di indirizzo, in quanto potenzialmente in grado di violare il principio dell'autodeterminazione dei popoli, preannunzia il voto di astensione del suo gruppo sulla risoluzione in titolo.

  Lia QUARTAPELLE PROCOPIO (PD), associandosi ai ringraziamenti rivolti alla collega Zampa, sottolinea come, nonostante il processo di transizione democratica in Myanmar non sia privo di limiti, gli aspetti positivi prevalgano su quelli negativi. Invita quindi a non abbassare l'attenzione, interna ed internazionale, riguardo la situazione in Myanmar e preannunzia il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico alla proposta di risoluzione in esame.

  Sandra ZAMPA (PD), replicando in particolare alle osservazioni formulate dall'onorevole Picchi, tiene a precisare come il richiamo ad impegni già presenti in altre risoluzioni è limitato al tema del monitoraggio sulle elezioni e pertanto non inficia la validità dello strumento in titolo, di cui auspica un'approvazione il più possibile Pag. 51condivisa dai gruppi di maggioranza e di opposizione.

  La Commissione approva quindi la risoluzione n. 7-00643, come riformulata, che assume il n. 8-00136.

7-00768 Amendola: Sulla codificazione del diritto umano alla conoscenza.
(Discussione e approvazione).

  Gea SCHIRÒ (PD) illustra la risoluzione in titolo, di cui è cofirmataria, richiamando le ragioni alla base della sua presentazione, ragioni connesse all'opportunità che il Parlamento italiano, e con esso questa Commissione in particolare, sia artefice di un atto di indirizzo ampio al Governo, di carattere culturale e che guarda all'imminente apertura della 70ma Sessione Speciale dell'Assemblea Generale dell'ONU. La risoluzione in titolo trova, peraltro, fondamento e sostegno in risoluzioni delle Nazioni Unite, in sentenze di corti internazionali come la nota Gomes Lund e outros vs. Brasil della Corte interamericana per i diritti umani, in documenti dello Special Rapporteur e documenti giuridici attinenti al diritto alla privacy.
  Quanto al dispositivo, precisa che esso promuove l'istituzione di una piattaforma per promuovere dialogo e cooperazione su temi connessi a tali ambiti. A tal proposito menziona i richiami, operati nelle considerazioni in premessa, alla Seconda Conferenza internazionale svolta nel luglio del 2015 sui temi dell'universalità dei diritti umani e democrazia per la transizione verso lo Stato di diritto e l'affermazione del diritto alla conoscenza, nonché le importanti parole pronunciate dal Capo dello Stato in tale occasione.
  Sottolinea, quindi, che l'Italia in sede ONU ha già rinnovato l'impegno per i Sustenaible Development Goals (SDGs), a cui dovrebbe affiancarsi la promozione della conoscenza non solo come accesso ai dati ma anche come opportunità per i governi di diffondere i mezzi a disposizione dei cittadini con una propulsione bottom-up. Segnala che nel rapporto «Data revolution», curato da Enrico Giovannini nel 2014, non solo si definiscono i dati come cornice di affidabilità dei SDGs, ma si dà risalto alla capacità di leggerli ed interpretarli, nonché all'importanza della corretta formulazione dei quesiti, con ciò facendo emergere il ruolo essenziale assolto dagli istituti nazionali di statistica su temi cruciali per il nostro tempo, dalla condizione delle donne rispetto ai temi della violenza di genere fino alle cause profonde della crisi greca.
  Così i big dates appaiono legati ai diritti umani nella decisione su libertà di espressione, diritto alla partecipazione, alla non discriminazione e all'eguaglianza. Un altro profilo meritevole di richiamo attiene alle fonti normative tipiche delle nostre società avanzate, quali regolamenti e contratti, da cui possono derivare interventi di semplificazione e che sono pertanto assimilabili ai diritti di riparazione.
  Conclude, quindi, richiamando le parole del noto filosofo della politica John Rowls, che parlava de «La rassegnata ignoranza che separa la cultura contemporanea dalle origini della vita politica», per auspicare che la politica non abdichi alla complessità di pensare a se stessa come un soggetto culturale e quindi farsi promotore all'interno delle sue regole grammaticali di azioni come la risoluzione in titolo, su cui invita i colleghi dei gruppi di maggioranza e di opposizione ad esprimere il più ampio consenso possibile.

  Il sottosegretario Benedetto DELLA VEDOVA, apprezzando la tematica oggetto della risoluzione in titolo, esprime l'assenso del Governo sull'atto di indirizzo in titolo.

  Guglielmo PICCHI (FI-PdL) preannunzia il voto favorevole del suo gruppo sulla risoluzione in discussione.

  Carlo SIBILIA (M5S) preannunzia, a sua volta, il voto favorevole del suo gruppo sulla risoluzione in discussione.

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  Gea SCHIRÒ (PD), nel ringraziare i colleghi di maggioranza e di opposizione, auspica che l'atto di indirizzo possa essere approvato all'unanimità dalla Commissione.

  La Commissione approva, quindi, all'unanimità quindi la risoluzione n. 7-00768.

7-00776 Spadoni: Sul Vertice per l'adozione dell'Agenda di sviluppo post-2015.
(Discussione e approvazione – Approvazione della risoluzione n. 8-00137).

  Carlo SIBILIA (M5S) illustra la risoluzione in titolo, di cui è cofirmatario.

  Il sottosegretario Benedetto DELLA VEDOVA esprime consenso sull'atto di indirizzo in titolo a condizione che nel dispositivo la lettera b) sia riformulata nel senso di sostituire le parole «comuni, ma differenziate responsabilità» con le seguenti «responsabilità condivise, ciascuno secondo le sue possibilità» e la lettera e) sia riformulata sostituendo le parole «si prevede esplicitamente» con le seguenti «si promuova l'obiettivo».

  Lia QUARTAPELLE PROCOPIO (PD), nel preannunciare il voto favorevole del suo gruppo, auspica che il Governo adotti una serie di iniziative concrete in attuazione dei nuovi obiettivi posti dall'Agenda post-2015 delle Nazioni Unite, che, secondo quanto anticipato dai mass-media, avrà caratteri di universalità e conterrà dunque una serie di impegni rivolti direttamente agli Stati.
  Al riguardo, ritiene che dovrebbe essere istituito un comitato permanente ad hoc, incaricato di monitorare il processo di implementazione di tali obiettivi. Formula altresì l'auspicio che il Governo prosegua nel processo di incremento degli stanziamenti a favore della cooperazione allo sviluppo – pari allo 0,7 per cento del PIL –, nella prospettiva di un loro graduale adeguamento agli impegni ed agli obiettivi assunti a livello europeo e internazionale, così come previsto dalla legge 11 agosto 2014, n. 125, e nel recente Documento triennale di programmazione e di indirizzo approvato dal Comitato interministeriale per la cooperazione allo sviluppo.

  Carlo SIBILIA (M5S) accoglie la riformulazione proposta dal rappresentante del Governo, condividendo l'auspicio della collega Quartapelle sul tema dell'incremento delle risorse.

  La Commissione approva quindi all'unanimità la risoluzione n. 7-00776, come riformulata, che assume il n. 8-00137.

  La seduta termina alle 15.30.

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