CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 17 giugno 2015
465.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (X e XIV)
COMUNICATO
Pag. 7

RISOLUZIONI

  Mercoledì 17 giugno 2015. — Presidenza del presidente della X Commissione, Ettore Guglielmo EPIFANI. — Interviene la sottosegretaria di Stato per lo sviluppo economico, Simona Vicari.

  La seduta comincia alle 14.10.

7-00682 Scuvera: Sul regime linguistico nelle istituzioni dell'UE e il brevetto unico europeo.
7-00697 Vallascas: Sul regime linguistico nelle istituzioni dell'UE e il brevetto unico europeo.
(Seguito della discussione congiunta e rinvio).

  Le Commissioni proseguono la discussione congiunta, rinviata nella seduta del 9 giugno 2015.

  La sottosegretaria Simona VICARI sottolinea che l'incontro di oggi consente al Governo di fornire una prima stima, con dati statistici sostanzialmente probabili ma suscettibili di variazione, in merito all'adesione dell'Italia ai due Regolamenti europei adottati nel dicembre 2012 «in cooperazione rafforzata» per l'introduzione del nuovo sistema di brevettazione unitaria.
  L'analisi che emerge è frutto anche di un'ampia consultazione degli stakeholders attraverso incontri con i rappresentanti delle principali organizzazioni imprenditoriali, delle associazioni di categoria e delle istituzioni di rilievo nazionale con competenze nel settore, e presenta un primo quadro tendenzialmente positivo, sull'impatto che il «Pacchetto Brevetto» avrebbe sul nostro sistema economico. Occorre premettere tuttavia che gli Stati membri dell'UE che aderiscono alla cooperazione rafforzata devono ancora adottare formalmente tutte le decisioni di carattere finanziario che hanno un impatto sia sul brevetto unitario, sia sul funzionamento del Tribunale unificato dei brevetti (TUB). Sottolinea che il Ministero sviluppo economico, d'intesa con le altre amministrazioni interessate (DPE, MAECI, Giustizia, MEF), si riserva di trasmettere nelle prossime settimane un documento di analisi più completo ed integrato alla luce degli ulteriori elementi che potranno risultare durante il negoziato europeo. Questo perché, fino a quando non saranno state prese dagli Stati membri tutte le Pag. 8decisioni collegate alla distribuzione tra di loro dei costi e delle entrate del nuovo sistema unitario, qualsiasi valutazione di impatto sull'Italia ha il limite di rappresentare una previsione elaborata sulla base di simulazioni, e non sulla base di elementi dotati di certezza giuridica.
  In secondo luogo, considerato l'andamento dei lavori in sede europea e le problematiche di natura finanziaria e organizzativa ancora oggetto di discussione, conferma che non si ritiene realistico che il Tribunale possa essere operativo prima della fine del 2016. Al riguardo, segnala che il nuovo calendario dei lavori sul Tribunale sarà reso noto da parte del Presidente del Comitato Preparatorio solo nella riunione, prevista per il mese di settembre, del Consiglio Competitività UE. La maggior parte dei rappresentanti degli stakeholder del settore privato che sono stati a più riprese consultati sul tema ritiene che l'adesione dell'Italia al nuovo sistema europeo di protezione unitaria e di contenzioso unificato in materia brevettuale apporterà vantaggi economici per l'industria italiana, in particolare per quella che investe nella ricerca e nell'innovazione e che punta alla sua internazionalizzazione sui mercati europei.
  L'ultima proposta presentata, che è ancora in fase di decisione in sede di Select Committee in ambito EPO (European Patent Office) prevede che, sia per una grande impresa, che per una PMI, il costo per tenere in vita per 20 anni un brevetto unitario in 25 Paesi UE sia dell'80 per cento inferiore rispetto all'attuale costo di un brevetto europeo validato in 25 Paesi membri. Si passerebbe, infatti, dagli attuali 185.435 euro per un brevetto europeo classico, a 35.555 euro per un brevetto unitario. Precisa che l'adesione dell'Italia al brevetto unitario non comporterebbe alcun obbligo per le imprese di utilizzare tale nuova procedura, in quanto si tratta di una mera procedura facoltativa che si aggiunge a quelle già esistenti. Le imprese italiane che sceglieranno di seguire la procedura unitaria ed hanno depositato la domanda di brevetto in lingua italiana, potranno beneficiare di una compensazione forfettaria di 500 euro, che è prevista per le domande presentate in una lingua diversa dall'inglese, francese o tedesco, che sono le lingue di lavoro EPO, stabilite dalla Convenzione sul brevetto europeo del 1973. Al riguardo, è importante notare che la Commissione europea e la delegazione italiana in sede di negoziato nel Select Committee, in qualità di osservatori, hanno richiesto una modifica del metodo di compensazione dei costi di traduzione per le PMI, affinché l'importo della compensazione fosse aumentato da 500 a 1000 euro. La maggior parte dei Paesi UE si è purtroppo espressa in senso contrario, resta comunque il beneficio di un metodo di compensazione dei costi di traduzione a favore delle PMI pari a 500 euro. L'introduzione del nuovo titolo porterà ad un probabile e rilevante calo dei costi a favore delle imprese, dovuto alla contestuale abolizione dell'obbligo di traduzione della documentazione nella lingua nazionale del Paese designato.
  Nel suo studio di impatto elaborato nel 2011, la Commissione europea ha stimato che il costo medio della traduzione di un brevetto europeo in 27 Stati membri ammonta oggi a 23.375 euro. Con l'introduzione del brevetto unitario tali costi nel periodo transitorio (12 anni) ammonterebbero tra i 980 e i 2.380 euro. Al termine del periodo transitorio i costi di traduzione unitari passerebbero a circa 680 euro, con una riduzione circa del 97 per cento rispetto al contesto attuale. Ritiene pertanto che strumenti di traduzione automatica specializzati in materia brevettuale, come il «Patent translate» creato dall'EPO in collaborazione con Google, renderanno possibile per gli operatori economici italiani disporre, gratuitamente e in tempo reale, di una traduzione, di qualità discreta, da ciascuna delle lingue di lavoro EPO in italiano. Ricorda che già ora il 70 per cento dei brevetti europei è depositato in lingua inglese.
  Dopo la sentenza della Corte di Giustizia dell'UE del 5 maggio 2015 che ha respinto i ricorsi del Governo spagnolo contro i regolamenti UE 1257/12 e 1260/12 adottati in base alla cooperazione rafforzata, Pag. 9è stato chiarito che non vi sono profili di incompatibilità del brevetto unitario con il diritto dell'Unione con riferimento ad aspetti collegati al regime linguistico adottato. Al riguardo, precisa che poiché il sistema del brevetto unitario è strettamente collegato al sistema del brevetto europeo in sede EPO ed alle sue procedure, per modificare l'attuale regime linguistico (inglese, francese, tedesco) nella fase antecedente la concessione del brevetto, che è in vigore da 40 anni all'EPO, si dovrebbe modificare la Convenzione sul brevetto europeo (CBE) firmata a Monaco nel 1973, a cui l'Italia aderisce dal 1978. Fa presente che, in base alle stime dell'EPO, lo strumento del brevetto europeo classico è attualmente utilizzato su scala internazionale al 30 per cento da PMI e al 6 per cento da università e centri di ricerca, di cui si stima il 60 per cento abbiano sede in Europa.
  L'adesione dell'Italia al sistema della Corte Unificata dei Brevetti determinerà l'insediamento a Milano di una divisione locale della Corte di Prima Istanza (con due giudici fissi), con la possibilità per le imprese di utilizzare la lingua italiana durante il processo presso questa divisione locale. Inoltre, per quanto riguarda il contenzioso all'estero presso le sedi del TUB, che vedrà coinvolte le imprese italiane, segnala che queste potranno avvalersi di collegi giudicanti che, per la loro composizione multinazionale, sono suscettibili di essere partecipati anche da giudici italiani. Al riguardo, ricorda che dalla prima preselezione effettuata dal Comitato preparatorio nel 2014, 34 giudici togati italiani e 50 giudici tecnici italiani sono risultati idonei. È probabile che con l'entrata in vigore del nuovo sistema si determini una riduzione in Europa del numero di contenziosi e della loro durata.
  Evidenzia che il costo di un procedimento giurisdizionale presso le corti di 25 Paesi UE sarebbe di gran lunga superiore al costo presso il TUB. Oggi per le imprese, anche grandi, è infatti inaccessibile sostenere in parallelo un contenzioso in così tanti Paesi. Si stima che solo il 5-10 per cento delle controversie brevettuali in Europa si sviluppino in più Paesi con il regime esistente.
  Per quanto riguarda la tassa processuale del TUB, si ipotizza al momento che la stessa sia composta da due componenti, una fissa ed una variabile ancora da determinare nella consistenza.
  Il Comitato preparatorio del TUB dallo scorso mese di maggio ha avviato una consultazione pubblica degli stakeholder che si protrarrà fino al 31 luglio 2015 per ricevere commenti sulle proposte relative alle tasse processuali. Al riguardo, manifesta la disponibilità a fornire dati aggiornati che sono in corso di elaborazione da parte dell'Ufficio Europeo dei brevetti (EPO), e evidenzia nuovamente che tutte le decisioni di carattere finanziario relative al brevetto unitario devono ancora essere adottate in seno al Comitato ristretto del CDA dell'EPO cui l'Italia, attraverso il MiSE, partecipa soltanto come osservatore.

  Adriana GALGANO (SCpI) ringrazia il sottosegretario per le precisazioni fornite. Sottolinea tuttavia che – come è noto – sono ormai trascorsi due anni da quando la XIV Commissione ha chiesto per la prima volta al Ministero dello sviluppo economico una valutazione d'impatto relativa all'adesione dell'Italia alla cooperazione rafforzata in materia di tutela brevettuale. Nella seduta odierna si apprende che tale valutazione non è ancora disponibile.
  Ritiene che una decisione consapevole possa essere assunta solo dopo aver acquisito adeguati elementi di conoscenza e propone pertanto di rinviare qualsiasi decisione, in attesa della elaborazione di una compiuta valutazione d'impatto.
  Richiama sul punto l'attenzione dei colleghi, segnalando che nel Regno Unito sono stati svolti alcuni studi, che hanno dimostrato che il nuovo sistema danneggerebbe le piccole aziende britanniche. Sulla base di tali valutazioni, il Paese ha ottenuto la competenza della sede centralizzata di Londra: ciò perché l'avere documentato possibili svantaggi ha fornito Pag. 10maggiore potere contrattuale nei confronti dell'Unione europea. Precisa infine, per quanto concerne il regime linguistico, che sul punto la Corte di giustizia non si è ancora pronunciata e vi sono quindi ancora margini di intervento.

  Alberto BOMBASSEI (SCpI) intende svolgere alcune brevi considerazioni sottolineando innanzitutto che per le aziende avere la disponibilità del brevetto nelle tre maggiori lingue rappresenta certamente un risparmio. Probabilmente la soluzione più economica e ragionevole sarebbe quella di prevedere la lingua inglese come unica lingua ufficiale. Un aspetto che, a suo giudizio merita una maggiore riflessione, riguarda l'adesione dell'Italia al nuovo sistema previsto per l'esame del contenzioso che certamente rappresenterà una voce di costo per le imprese. Ritiene quindi necessario avere garanzie che vi sia una sede del tribunale di prima istanza anche in Italia.

  Chiara SCUVERA (PD) ringrazia la sottosegretaria Vicari per le indicazioni fornite circa l'impatto del nuovo sistema, in termini di costi, per le piccole e medie imprese.
  Con riferimento a quanto evidenziato dalla collega Galgano, osserva come la rappresentante del Governo abbia fatto riferimento ad un negoziato ancora in corso presso il Select Committee in ambito EPO (European Patent Office), del quale l'Italia fa parte in qualità di osservatore. Le decisioni assunte in quella sede avranno un significativo impatto di ordine economico finanziario, anche per le PMI, e si chiede se ritardare la nostra adesione non possa determinare uno svantaggio per il Paese, che dovrà poi effettuare una valutazione di impatto su determinazioni assunte da altri. Ritiene che ove invece, si collochi sin d'ora all'interno di questo processo elaborativo, l'Italia potrebbe rafforzare il proprio ruolo e partecipare alla definizione del nuovo assetto, anche con riferimento al sistema di giurisdizione unificata.

  Ludovico VICO (PD) sottolinea l'importanza per il nostro Paese di accedere alla cooperazione rafforzata. Si tratta, a suo giudizio, di una questione strettamente connessa a quella della tutela del made in e della proprietà intellettuale, temi che auspica che il Governo segua con particolare attenzione in tutte le sedi decisionali europee. Chiede infine alla sottosegretaria Vicari di fornire i dati a disposizione del Ministero sul numero di brevetti presentati dalle università italiane.

  La sottosegretaria Simona VICARI sottolinea che appare rischioso rinviare la decisione dell'adesione alla cooperazione rafforzata ad un momento successivo alla valutazione dell'impatto economico. Non vi è dubbio che bisogna procedere a una valutazione dell'impatto a breve e a lungo termine soprattutto nella fase di transizione. Sottolinea l'opportunità che l'Italia sieda al tavolo nella qualità di protagonista e non di semplice osservatore per tutelare meglio gli interessi del Paese.
  Con riferimento alla questione di un'unica lingua sollevata dal deputato Bombassei, sottolinea che l'Italia è vincolata a una Convenzione del 1973 che prevede l'utilizzo delle tre lingue.
  In relazione alle osservazioni del deputato Vico sul made in, sottolinea che la questione è seguita personalmente dal Ministro Guidi, mentre si riserva di fornire i dati relativi ai brevetti delle università italiane.

  Ettore Guglielmo EPIFANI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito della discussione congiunta ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.40.