CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 27 giugno 2013
46.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Attività produttive, commercio e turismo (X)
COMUNICATO
Pag. 95

ATTI DELL'UNIONE EUROPEA

  Giovedì 27 giugno 2013. — Presidenza del presidente Ignazio ABRIGNANI.

  La seduta comincia alle 14.05.

Programma di lavoro della Commissione europea per il 2013 e relativi allegati.
COM(2012)629 final.

Programma di diciotto mesi del Consiglio dell'Unione europea per il periodo 1o gennaio 2013-30 giugno 2014.
17426/12.

Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, relativa all'anno 2013.
Doc. LXXXVII-bis, n. 1.

(Parere alla XIV Commissione).
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame dei provvedimenti in oggetto.

  Caterina BINI (PD), relatore, ricorda che la relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'UE per il 2013 è stata trasmessa dal Governo al Parlamento il 5 giugno scorso nel medesimo testo che era già stato inviato il 18 gennaio 2013 (nella XVI legislatura) e non esaminato in ragione dello scioglimento delle Camere.
  Nella lettera di trasmissione il Ministro per gli affari europei, Moavero Milanesi, motiva la scelta di non predisporre una nuova versione della relazione al fine di «non ritardare ulteriormente l'avvio da parte delle Camere dell'esame della stessa e la conseguente definizione degli indirizzi generali sull'azione europea dell'Italia per l'anno 2013». Il Ministro osserva, inoltre, che:
   il Governo ha fornito le indicazioni in merito alle priorità e agli obiettivi della sua azione in Europa, in occasione delle comunicazioni del Presidente del Consiglio Letta presso la Camera ed il Senato, lo scorso 21 maggio, in vista del Consiglio europeo del 22 maggio;
   i singoli Ministri hanno illustrato le priorità d'azione a livello europeo, per il rispettivo settore di competenza, nel corso delle audizioni innanzi alle Commissioni parlamentari;Pag. 96
   egli stesso ha esposto le linee programmatiche in occasione dell'audizione del 28 maggio scorso presso le Commissioni riunite Politiche dell'Unione europea del Senato e della Camera dei deputati.

  La relazione è stata predisposta in applicazione dell'articolo 13 della legge 24 dicembre 2012, n. 234 (che riproduce in larga misura l'articolo 15 della legge n. 11 del 2005, come sostituito dalla legge n. 96/2010). In base a tale disposizione, il Governo presenta ogni anno:
   entro il 31 dicembre, una relazione recante indicazione di obiettivi, priorità e orientamenti che il Governo intende seguire a livello europeo nell'anno successivo;
   entro il 28 febbraio, una relazione consuntiva, recante indicazione delle attività svolte dal Governo a livello europeo nell'anno precedente.

  La relazione programmatica si articola in tre capitoli:
   il primo si concentra su questioni e settori considerati dal Governo di particolare rilevanza per il processo di integrazione nel suo complesso: la creazione di un nuovo sistema di governo europeo dell'economia, il negoziato sul Quadro finanziario pluriennale 2014-2020; il processo di attuazione delle modifiche istituzionali introdotte dal Trattato di Lisbona;
   il secondo capitolo concerne i principali sviluppi previsti nelle singole politiche dell'Unione europea e la posizione che il Governo ha assunto o intende assumere al riguardo, con particolare riferimento al completamento del mercato interno, alla dimensione esterna dell'Unione, allo spazio comune di libertà, sicurezza e giustizia, alle varie politiche settoriali (agricoltura e pesca, coesione, occupazione e politiche sociali, istruzione e politiche giovanili, industria, energia, trasporti, ambiente, salute, tutela dei consumatori, cultura, turismo, fiscalità);
   il terzo capitolo concerne gli adempimenti dell'Italia nel quadro della partecipazione all'Unione europea, in particolare con riferimento alla prevenzione e alla risoluzione delle procedure di infrazione, alla tutela degli interessi finanziari e al contrasto delle frodi nonché alla comunicazione e all'informazione ai cittadini sulle attività dell'Unione stessa.

  Il Programma di lavoro per il 2013 della Commissione europea (in seguito Commissione), trasmesso dalla Commissione europea il 13 novembre 2012, è articolato intorno alle seguenti sette linee di azione:
   1. porre le basi per un'autentica Unione economica e monetaria;
   2. promuovere la competitività attraverso il mercato unico e la politica industriale;
   3. connettere per competere: costruire oggi le reti di domani;
   4. la crescita per l'occupazione: inclusione e eccellenza;
   5. utilizzare le risorse dell'Europa per promuovere la competitività;
   6. costruire un'Europa sicura;
   7. sfruttare la nostra posizione: l'Europa come attore globale.

  La Commissione considera che tali linee di azione siano strategiche per garantire stabilità al contesto macroeconomico ed avviare, nel contempo, una trasformazione radicale dell'economia volta a sfruttare i numerosi punti di forza. A tale scopo, la Commissione ritiene necessario intervenire, tra l'altro, affinché sia modificato il clima imprenditoriale nel mercato unico, sfruttato il potenziale delle reti europee e della rivoluzione informatica, sviluppate nuove competenze, aiutate le persone attualmente escluse dal mercato del lavoro ad apportare il loro contributo, considerate le esigenze e le opportunità connesse all'uso efficiente delle risorse.Pag. 97
  Nell'allegato I al programma è contenuto un elenco dettagliato delle proposte che la Commissione intende presentare in ciascun settore nel 2013-2014.
  Per quanto concerne il programma di 18 mesi del Consiglio europeo, elaborato dalle future presidenze irlandese, lituana e greca, esso si articola in due parti.
  La prima parte contiene il quadro strategico del programma inserito in un contesto temporale più ampio e riguarda obiettivi che saranno conseguiti anche a più lungo termine anche durante le tre presidenze successive.
  La seconda parte, costituisce il programma operativo e affronta le questioni che si prevede di trattare durante il periodo di 18 mesi.
  Dal punto di vista dei contenuti, le priorità indicate nel programma del Consiglio possono complessivamente ritenersi assorbite nel programma di lavoro della Commissione per il 2013.
  Per quanto attiene agli ambiti di competenza della X Commissione si segnalano in particolare i seguenti temi e priorità.
  Sul versante del rilancio del mercato interno e della competitività le proposte più importanti della Commissione riguarderanno:
   una proposta legislativa volta a rendere obbligatoria la fatturazione elettronica per gli appalti pubblici con l'obiettivo di agevolare l'interazione imprese-Governo, ridurre i costi e fungere da modello per altri settori;
   iniziative volte ad aggiornare e semplificare le norme che disciplinano la circolazione dei prodotti nel mercato unico e a individuare le lacune che ostacolano ancora la libera circolazione, nonché l'intensificazione del lavoro su standard, certificazione e etichettatura;
   nell'ambito di Orizzonte 2020, nel 2013 saranno presentate proposte per istituire e sviluppare una serie di importanti partenariati pubblico-privato volti a combinare gli investimenti privati e pubblici con il bilancio UE per promuovere un approccio comune in settori strategici chiave quali i prodotti farmaceutici, la gestione del traffico aereo e le nanotecnologie, mobilitando circa 9-10 miliardi di euro di nuovi investimenti;
   iniziative riguardanti le tecnologie e l'innovazione nel campo dell'energia per rendere il sistema di approvvigionamento energetico sostenibile, sicuro e competitivo;
   una serie di riforme fondamentali per modernizzare gli aiuti di Stato;
   la modernizzazione del nostro approccio ai diritti di proprietà intellettuale per renderlo efficace e favorevole ai consumatori nel mondo digitale.

  Nella relazione programmatica il Governo italiano conferma il suo impegno nel sostenere gli sforzi della Commissione volti a favorire il completamento del mercato unico. Il Governo concorda sul fatto che i quattro motori per la crescita individuati dallo SMA II rappresentino senz'altro i fattori chiave per intervenire efficacemente sulla competitività del sistema, sulla riduzione dei costi e sulla qualità dei servizi. Essi sono rivolti, tra l'altro, al mercato unico digitale (commercio elettronico, fatturazione elettronica, ecc.), alle reti (compresa l'internet veloce) e al completamento del mercato unico dell'energia, per i quali i Capi di Stato o di Governo avevano chiesto una chiara accelerazione, indicando anche delle date-obiettivo (il 2014 per il completamento del mercato unico dell'energia, il 2015 per il mercato unico digitale) e che erano stati indicati come prioritari anche da parte italiana.
  Sul tema del riconoscimento delle qualifiche professionali il Governo ribadisce l'interesse per la proposta di modifica della direttiva 2005/36/CE, relativa al riconoscimento delle qualifiche professionali, presentata dalla Commissione il 19 dicembre 2011 (COM(2011)883).
  Segnala che nella relazione programmatica si sottolineano i numerosi e problematici profili connessi alla proposta.
  Sul versante dell'innovazione e dell'Agenda digitale, ed in particolare sul Pag. 98tema della protezione del diritto di proprietà intellettuale, nel programma di lavoro per il 2013 la Commissione afferma di voler proseguire l'opera di modernizzazione dell'approccio ai diritti di proprietà intellettuale (DPI) per renderlo adeguato al consumo digitale. Nella prospettiva della costruzione di un mercato unico digitale entro il 2015 e nel quadro più ampio della strategia per i DPI, in sede europea sono previsti alcuni interventi strategici fondamentali per il settore del diritto d'autore, nel breve e nel lungo termine, volti a elaborare una disciplina armonizzata.
  Uno degli interventi di grande interesse per il Governo è contenuto nella proposta di direttiva sulla gestione collettiva dei diritti d'autore e dei diritti connessi e sulla concessione di licenze multiterritoriali per i diritti su opere musicali per l'uso in rete nel mercato interno (COM(2012)372), presentata l'11 luglio 2012, che intende superare il carattere territoriale e individuale delle licenze.
  Al riguardo, segnala la contrarietà della posizione della delegazione italiana circa l'introduzione di un complesso di obblighi amministrativi (trasparenza, pubblicità, informazione, di gestione contabile) per le sole società di gestione collettiva a base associativa, quelle società, cioè, i cui titolari dei diritti d'autore e dei diritti connessi sono anche soci. Tali obblighi, nell'attuale proposta, infatti, non gravano su altre tipologie d'imprese indipendenti appartenenti allo stesso settore e svolgenti i medesimi compiti su base commerciale e presentano quindi evidenti profili anticoncorrenziali e discriminatori.
  Per quanto riguarda la creazione di un «Codice europeo del diritto d'autore», da tempo allo studio delle istituzioni europee, il Governo ha sempre sostenuto l'esigenza di un efficace approccio legislativo armonizzatorio ed auspica in particolare una verifica dell'adeguatezza del regime delle eccezioni e limitazioni di cui alla direttiva 2001/29/CE relativa al diritto d'autore.
  Il Governo segnala anche il dossier relativo alla proposta di revisione della direttiva 2004/48/CE sul rispetto dei diritti di proprietà intellettuale, finalizzata a potenziare le misure volte a prevenire e contrastare la pirateria e la contraffazione, facilitare l'accesso e abbreviare tempi e costi delle controversie in sede giudiziaria, promuovere azioni di comunicazione e sensibilizzazione, al fine di diffondere conoscenza dei diritti di proprietà intellettuale, sfruttare al meglio le potenzialità offerte dalla rete, limitando al massimo i rischi di distribuzione illegale.
  Nel programma per il 2013 la Commissione preannuncia una proposta volta alla modernizzazione dell'approccio ai diritti di proprietà intellettuale per renderlo efficace e favorevole ai consumatori nel mondo digitale.
  Nella sua relazione programmatica il Governo sottolinea l'attenzione da sempre riservata al nuovo sistema di brevettazione europeo e ricorda come l'adozione di una legislazione sulla protezione unitaria del brevetto nell'Unione europea fosse già indicata, nel rapporto Monti del 2010 e nel conseguente Atto per il mercato unico I del 2011, tra le misure prioritarie da intraprendere al fine di migliorare la competitività delle imprese europee ed incentivare la loro propensione verso la ricerca e l'innovazione tecnologica.
  Il nuovo sistema si articola in due pilastri:
   il primo consiste in un meccanismo di brevettazione unitaria fondato sui due regolamenti (UE) n. 1257/2012 e n. 1260/2012, attuativi di una cooperazione rafforzata tra 25 Stati membri dell'UE (tutti tranne l'Italia e la Spagna), e troverà applicazione dal 2014;
   il secondo pilastro è costituito da un sistema giurisdizionale unitario che si basa su un Accordo internazionale per l'istituzione del Tribunale unificato dei Brevetti, sottoscritto il 19 febbraio 2013 da 25 Stati membri (tutti tranne Spagna e Polonia).

  L'Italia insieme alla Spagna non ha aderito al primo pilastro che è stato pertanto costituito mediante il ricorso alla cooperazione rafforzata tra gli altri 25 Stati membri dell'UE. L'Italia e la Spagna Pag. 99hanno posto il veto all'adozione della proposta di regolamento originaria della Commissione (la cui adozione avrebbe richiesto il voto all'unanimità in seno al Consiglio), ritenendo lesiva del principio di parità linguistica l'utilizzo per la registrazione del brevetto unico europeo esclusivamente inglese, francese o tedesco. Il Governo italiano aveva chiesto che il brevetto unico potesse essere registrato anche in italiano o, in alternativa, di prevedere l'utilizzo della sola lingua inglese. In seguito all'avvio della cooperazione rafforzata il 10 giugno 2011 il Governo italiano ha presentato un ricorso alla Corte di giustizia dell'UE per chiedere l'annullamento della decisione che autorizzava la cooperazione rafforzata (analogo ricorso è stato presentato dalla Spagna). Avendo la Corte di giustizia respinto i ricorsi di Italia e Spagna con sentenza del 16 aprile 2013, il Governo ha prospettato l'opportunità dell'adesione al sistema di brevettazione unitario, opportunità ribadita dal Ministro per gli Affari europei, Moavero Milanesi, nel corso dell'audizione sulle linee programmatiche del suo dicastero alla XIV Commissione Politiche dell'Unione europea, svoltasi il 28 maggio 2013.
  Il ministro Moavero il 19 giugno 2013, durante l'audizione presso la XIV Commissione Politiche dell'Unione europea del Senato, ha prospettato la possibilità di pronunciarsi nuovamente – in sede di esame in Aula delle risoluzioni connesse alle suddette relazioni governative, programmatica e consuntiva – sul punto di aderire al procedimento di cooperazione rafforzata in materia di brevetto europeo.
  Come ricorda la relazione programmatica del Governo, la realizzazione del mercato unico digitale entro il 2015 costituisce un importante obiettivo dell'Unione europea e figura tra le azioni prioritarie previste dalla Commissione nell'Agenda digitale.
  L'importanza del mercato unico digitale è naturalmente segnalata anche nel programma di lavoro della Commissione che lo ritiene una condizione indispensabile per promuovere la competitività, l'occupazione e la crescita.
  Per favorire la realizzazione del mercato unico digitale – come preannunciato nel programma legislativo – la Commissione ha presentato una proposta di regolamento (COM(2013)147) che ha lo scopo di ridurre sensibilmente i costi e accrescere l'efficienza dell'installazione delle reti a banda larga ad alta velocità in tutta l'UE. Essendo riconosciuto che, indipendentemente dalle tecnologie utilizzate, la parte preponderante dei costi complessivi dell'installazione delle reti è imputabile alle opere di ingegneria civile – che rappresenta ben l'80 per cento dei costi per determinate tecnologie – la Commissione propone: un uso più intenso delle infrastrutture fisiche esistenti, una cooperazione rafforzata nella realizzazione di opere civili programmate, procedure semplificate per il rilascio delle autorizzazioni e la rimozione degli ostacoli a un'infrastruttura interna agli edifici predisposta per l'alta velocità. In tal modo sarebbe possibile ridurre le barriere agli investimenti e all'accesso al mercato, in linea con gli obiettivi dell'internet ad alta velocità iscritti nell'Agenda digitale.
  Per favorire la realizzazione del mercato unico digitale – come preannunciato nel programma legislativo – la Commissione ha presentato una proposta di regolamento (COM(2013)147) che ha lo scopo di ridurre sensibilmente i costi e accrescere l'efficienza dell'installazione delle reti a banda larga ad alta velocità in tutta l'UE.
  L'obiettivo dell'UE di un mercato unico del digitale basato sull'Internet veloce e superveloce e su applicazioni interoperabili è stato ricordato anche dal ministro dello sviluppo economico, Flavio Zanonato, nel corso dell'audizione dell'11 giugno 2013 sulle linee programmatiche del suo dicastero, presso la Commissione attività produttive della Camera. Secondo il ministro sulle reti di comunicazione elettronica si gioca la competizione internazionale ed è dunque imprescindibile dotarsi delle infrastrutture digitali all'avanguardia, in primis la rete di comunicazione a banda larga e ultralarga, capaci di Pag. 100supportare i servizi digitali più evoluti, in linea con gli obiettivi dell'Agenda digitale europea 2020.
  Sul tema della concorrenza e appalti pubblici, il 20 dicembre 2011 la Commissione europea ha si presentato un pacchetto di misure volte a modificare la normativa in materia di appalti pubblici, che comprende: una proposta di direttiva sugli appalti nei cosiddetti «settori speciali», cioè acqua, energia, trasporti e servizi postali (COM(2011)895);una proposta di direttiva sugli appalti pubblici (COM(2011)896); una proposta di direttiva sull'aggiudicazione dei contratti di concessione (COM(2011)897).
  Le nuove norme sono volte a sostituire le direttive 2004/17/CE (appalti degli enti erogatori di acqua e di energia, degli enti che forniscono servizi di trasporto e servizi postali) e 2004/18/CE (aggiudicazione degli appalti pubblici di lavori, forniture e servizi). Con riferimento a tale pacchetto di misure, il Governo nella sua relazione programmatica afferma di voler proseguire nel sostegno al raggiungimento dell'obiettivo di pervenire a una rapida adozione del pacchetto legislativo in ragione dell'importanza della nuova normativa, nel contesto del rilancio della crescita e dell'occupazione in Europa. Al tempo stesso, esorta a vigilare affinché siano mantenute nei testi definitivi che usciranno dal confronto dei colegislatori europei gli emendamenti proposti e recepiti in sede di negoziato, nonché le soluzioni di compromesso condivise dall'Italia. In particolare, tra i temi di maggiore rilievo recati dalle nuove direttive sugli appalti – e che avranno un più significativo impatto nel nostro ordinamento – si segnala la previsione della possibilità di un più ampio utilizzo della procedura negoziata, previa pubblicazione del bando di gara e del dialogo competitivo, facoltà accompagnata peraltro da una serie di specifiche condizioni per l'utilizzo delle stesse procedure, al fine di limitare la discrezionalità della stazione appaltante ed evitare distorsioni della concorrenza. Si ritiene inoltre importante mantenere le nuove norme concernenti la portata e i criteri della cooperazione pubblico-pubblico, evitando eccessivi disallineamenti rispetto al testo inizialmente proposto dalla Commissione, così da garantire una maggiore uniformità applicativa fra i vari Stati membri, nonché un maggior livello di certezza per le amministrazioni che intendono utilizzare tali forme di cooperazione.
  In merito alle norme sulle modifiche dei contratti in corso di esecuzione, si intende sostenere la soluzione di compromesso adottata dalla Presidenza, che prevede l'aumento dal 5 per cento al 15 per cento della percentuale di variazione del prezzo a partire dalla quale è necessario ricorrere ad una nuova procedura di aggiudicazione, sia pure per i soli appalti di lavori.
  Con riferimento, infine, alla disciplina degli appalti con i Paesi terzi, si ritiene importante la reintroduzione e il mantenimento delle attuali disposizioni della direttiva 2004/17, per evitare che, nelle more dell'adozione del regolamento specifico in materia, si rimanga sprovvisti di un quadro giuridico su tale aspetto.
  Nel programma della Commissione, figurano infine iniziative legislative e non legislative da assumersi nel secondo semestre 2013 sulla fatturazione elettronica negli appalti pubblici, che eliminerebbero la frammentazione del mercato interno, promuovendo l'uso della fatturazione elettronica nelle relazioni commerciali pubblico-privato e intensificando l'interoperabilità dei sistemi nazionali di fatturazione elettronica. Le misure contribuirebbero inoltre a ridurre le spese di esercizio delle imprese e le spese di aggiudicazione delle autorità pubbliche, stimolando l'automazione delle procedure relative alla fatturazione.
  Passando al tema degli aiuti di Stato alle imprese la relazione programmatica del Governo ricorda come il controllo degli aiuti di Stato costituisca uno degli strumenti preminenti della politica di concorrenza e svolga un ruolo fondamentale per la tutela e il rafforzamento del mercato unico. Si richiamano poi le iniziative in corso promosse dalla Commissione europea per riformare il quadro delle norme Pag. 101relative agli aiuti di Stato dell'UE, in particolare il processo di modernizzazione della disciplina, così come delineato da ultimo nella comunicazione della Commissione dell'8 maggio 2013 sulla «Modernizzazione degli aiuti di Stato dell'UE» (COM(2012)209).
  La riforma si sviluppa su tre obiettivi: promozione della crescita in un mercato interno rafforzato, dinamico e competitivo; concentrare l'applicazione delle norme sui casi con il maggiore impatto sul mercato interno; razionalizzazione delle norme e decisioni più rapide.
  In particolare, le azioni per il raggiungimento del secondo obiettivo sono consistite nella revisione da parte della Commissione del regolamento generale di esenzione, del regolamento di abilitazione del Consiglio, e del regolamento de minimis. La posizione del Governo sulla revisione dei regolamenti in parola è stata piuttosto critica rispetto alla possibilità di eventuali aumenti della soglia di aiuti ammissibili. In particolare, si è sottolineato il rischio di asimmetrie tra Stati membri in ragione dei diversi margini concessi dalla situazione di finanza pubblica degli stessi.
  Per quanto riguarda la revisione del regolamento generale di esenzione 800/2008/CE, di particolare interesse secondo il Governo appare la proposta di ampliare l'esenzione per gli aiuti all'ambiente, inclusa la possibilità di esenzioni fiscali per le imprese c.d. energivore. Al contrario, un eventuale innalzamento generale delle soglie non è ritenuto accettabile, visto il rischio di un allargamento del divario esistente tra i Paesi membri.
  Per quanto riguarda la revisione del regolamento di abilitazione 994/98/CE, Il Governo ha condiviso l'estensione del campo di applicazione del regolamento di esenzione agli aiuti alla cultura, a quelli per calamità naturali, al capitale di rischio e all'innovazione proposta dalla Commissione.
  Per quanto riguarda la revisione del regolamento de minimis, l'eventuale innalzamento della soglia degli aiuti de minimis non è stato condiviso dal Governo italiano che, insieme ad altri Stati membri, ha evidenziato i rischi di distorsione della concorrenza di un eventuale ampliamento della soglia de minimis in ragione dei diversi margini concessi dalla situazione di finanza pubblica. Inoltre, poiché la situazione di bilancio è positivamente correlata al ciclo, ne deriva che i paesi a bassa crescita, che più avrebbero bisogno di stimoli all'economia da parte dello Stato, sono quelli che meno possono usufruire di volumi significativi di aiuto.
   Per quanto riguarda la revisione del regolamento di procedura 659/1999/CE, la proposta presentata dalla Commissione concernente una maggiore strutturazione nella presentazione delle denunce, il rafforzamento della cooperazione tra Commissione e giudici nazionali in materia di aiuti di Stato e l'introduzione di strumenti di indagine di mercato («Market Information Tools – MIT») che consentano un contatto diretto fra Commissione e imprese – il Governo si è detto favorevole all'introduzione del vincolo dell'interesse ad agire del denunciante, all'introduzione di un modulo obbligatorio di denuncia e alla facoltà per la Commissione di archiviare amministrativamente senza adottare una decisione. Per quanto riguarda gli aiuti alla banda larga, il Governo sostiene la possibilità da parte degli Stati membri di sovvenzionare l'implementazione di infrastrutture abilitanti le reti di comunicazione elettronica al fine di accelerare la diffusione dei servizi a banda larga e ultralarga e, in quest'ottica, ritiene sia più efficiente mantenere la proprietà pubblica dell'infrastruttura, offrendone l'accesso a condizioni eque e non discriminatorie a tutti gli operatori che ne fanno richiesta. Per quanto riguarda gli aiuti al capitale di rischio, secondo il Governo la quota di partecipazione del beneficiario dovrebbe crescere con l'anzianità dell'impresa e dovrebbe esservi una maggiore flessibilità nel definire l'ammontare delle risorse nel corso del ciclo del progetto di investimento.
  Riguardo infine all'annunciata intenzione da parte della Commissione di adottare una comunicazione che chiarisca la nozione di aiuto – i concetti di selettività, Pag. 102di «investitore privato in un'economia di mercato» (MEIP), di effetto sugli scambi, consentendo per esempio di valutare quando un aiuto a carattere locale sia sottratto al campo di applicazione delle regole sugli aiuti di Stato –, il Governo ritiene che debba essere meglio definito il criterio dell'imputabilità allo Stato della volontà di concedere l'aiuto. Di conseguenza, nei casi in cui il beneficiario non possieda i requisiti previsti dalla norma che disciplina la fruizione dell'agevolazione, questa esula dalla nozione di aiuto di Stato.
  Sul tema della politica industriale come indicato nella comunicazione Un'industria europea più forte per la crescita e la ripresa economica del 10 ottobre 2012 (COM (2012) 582 – che aggiorna la precedente comunicazione sulla politica industriale del 2010 – la strategia dell'UE in materia di politica industriale è volta ad invertire il declino del ruolo dell'industria in Europa e a passare dal 15,6 per cento del PIL nel 2011 al 20 per cento entro il 2020.
  A tal fine, la comunicazione ha annunciato azioni in quattro settori principali: incrementare gli investimenti nelle nuove tecnologie e nell'innovazione e promuovere investimenti dai paesi terzi; creare condizioni di mercato più favorevoli, con miglioramenti del funzionamento del mercato interno e apertura dei mercati internazionali; migliorare l'erogazione di prestiti all'economia reale mobilitando e finalizzando meglio le risorse pubbliche; promuovere la formazione di personale altamente qualificato.
  Per invertire l'attuale tendenza all'evoluzione negativa dell'industria nell'Unione europea, è stato in più occasioni sottolineato il ruolo di motore della crescita dell'industria manifatturiera. L'industria dell'UE è infatti tuttora un «leader mondiale» in una vasta gamma di settori manifatturieri, tra cui automobilistico, chimico, dei macchinari e dei metalli.
  Con riferimento in particolare alle prospettive dell'industria siderurgica, si segnala che l'11 giugno 2013, il vicepresidente della Commissione europea, Antonio Tajani, ha presentato un piano di azione per l'acciaio che propone azioni congiunte e concertate della Commissione, degli Stati membri e dell'industria per promuovere la domanda di acciaio. Si propongono azioni per migliorare l'accesso ai mercati esteri, garantire costi dell'energia non proibitivi, riequilibrare il contesto internazionale delle politiche per il clima, favorire l'innovazione e assistere le ristrutturazioni. La proposta dovrebbe concentrarsi sui seguenti aspetti: la riduzione dei costi di produzione; il miglioramento dell'accesso alle materie prime ed al mercato; l'alleggerimento degli oneri burocratici; la semplificazione della normativa.
  La proposta, inoltre, è volta ad accompagnare e coordinare il processo di ristrutturazione che sta coinvolgendo il settore siderurgico europeo, sostenendo al meglio la riqualificazione dei lavoratori in esubero.
  La Commissione utilizzerà tutti gli strumenti a disposizione per facilitare l'accesso ai mercati dei paesi terzi, dai negoziati per gli accordi di libero scambio alla modernizzazione degli strumenti di difesa commerciale.
  A tale proposito si ricorda che il 10 aprile 2013, la Commissione ha presentato la comunicazione Modernizzazione degli strumenti di difesa commerciale – Adattare gli strumenti di difesa commerciale alle attuali esigenze dell'economia europea (COM(2013) 191), in cui propone di adeguare il corpus normativo dell'UE per fronteggiare la concorrenza sleale rappresentata dalle importazioni oggetto di dumping e di sovvenzioni e le altre sfide cui deve far fronte l'economia dell'UE.
  Nell'ambito delle iniziative nel settore industriale, il programma della Commissione preannuncia la presentazione di iniziative vertenti sulla lotta all'appropriazione indebita dei segreti industriali, al fine di offrire una protezione efficace contro il furto dei segreti industriali, che può essere un serio deterrente per le società innovative le quali si basano sui suddetti segreti per espandere la loro attività attraverso accordi di licenza con i partner; in particolare, data la protezione vigente nelle altre giurisdizioni, l'iniziativa Pag. 103tenderà ad armonizzare le norme in vigore sulla protezione dei segreti industriali. Il programma della Commissione prevede altresì iniziative di riforma del mercato interno per i prodotti industriali. L'obiettivo perseguito consiste nel migliorare la qualità e l'efficienza della legislazione sul mercato interno per i prodotti industriali, eliminando le barriere commerciali ancora esistenti, in particolare per i prodotti con elevate potenzialità di crescita e assicurando una maggiore coerenza nell'applicazione della legislazione e a semplificarne la gestione e l'esecuzione (terzo trimestre 2013).
  Per quanto riguarda l'Italia, la ministra Bonino, nel corso dell'audizione sulle linee programmatiche del suo Ministero, ha indicato tra le priorità del Governo l'internazionalizzazione delle imprese, in particolare, di quelle piccole e medie che hanno assolutamente bisogno di servizi di sostegno per competere sul mercato globale, soprattutto nei mercati molto promettenti ma molto difficili per lingua, sistemi giuridici e normativi diversi.
  Sul versante ricerca e innovazione, come evidenziato con l'iniziativa Agenda digitale (COM (2010) 245) uno degli obiettivi dell'Unione europea è stabilire il ruolo chiave delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (TIC) nel favorire una crescita intelligente e sostenibile. Una delle sette linee di azione dell'agenda digitale prevede di aumentare gli stanziamenti su ricerca e innovazione nel settore delle TIC; tra gli obiettivi, figura è quello di raddoppiare gli stanziamenti pubblici entro il 2020, raggiungendo la somma totale di 1 miliardo di euro.
  Secondo quanto rilevato dalla Commissione, l'Europa continua a investire troppo poco nelle attività di ricerca e sviluppo connesse alle TIC. Rispetto a quanto avviene nei principali partner commerciali quali gli USA, la R&S nel settore delle TIC in Europa non solo rappresenta una percentuale molto minore della spesa totale per la R&S (il 17 per cento rispetto al 29 per cento) ma in termini assoluti costituisce circa il 40 per cento della spesa degli USA. Visto che le TIC rappresentano una quota significativa del valore aggiunto totale nei comparti industriali europei più rilevanti, fra cui quello automobilistico (25 per cento), quello dei dispositivi di largo consumo (41 per cento) o il settore medico-sanitario (33 per cento), secondo al Commissione la mancanza di investimenti nella R&S per le TIC costituisce una minaccia per il settore europeo secondario e terziario.
  Secondo la Commissione, sarebbe opportuno usare la spesa pubblica dell'Europa per incentivare l'innovazione, migliorando al tempo stesso l'efficienza e la qualità dei servizi pubblici.
  Il programma di lavoro della Commissione preannuncia per il 2013, nel quadro del futuro programma Horizon 2020, la presentazione di proposte per istituire e sviluppare una serie di importanti partenariati pubblico-privato volti a combinare gli investimenti privati e pubblici con il bilancio UE per promuovere un approccio comune in settori strategici chiave quali i prodotti farmaceutici, la gestione del traffico aereo e le nanotecnologie, mobilitando circa 9-10 miliardi di euro di nuovi investimenti.
  Tale impostazione è condivisa anche dal Governo che nella relazione ricorda come figurino tra gli obiettivi dell'Agenda per l'Italia digitale il sostegno ai grandi progetti di ricerca e innovazione.
  La relazione sottolinea la partecipazione dell'Italia alla definizione di un quadro strategico europeo per l'industria cantieristica.
  Tale quadro è stato avviato nel 2012 con l'iniziativa LeaderSHIP 2020 e recentemente aggiornato (con la pubblicazione a febbraio 2013 del documento LeaderSHIP 2020 – Il mare, nuove opportunità per il futuro) per favorire la ripresa del settore dopo anni di crisi che hanno determinato un difficile accesso ai finanziamenti, un calo della produzione e una scarsa fiducia delle imprese. Secondo quanto rilevato dalla Commissione, le nuove ordinazioni di navi sono praticamente crollate, passando da un boom speculativo pre-crisi pari a 85 milioni di TLC a 16 milioni di TLC nel 2009, e continuano a rimanere Pag. 104contenute. Si prevede un volume medio di ordinazioni pari a 30-40 milioni di TLC l'anno. Al contempo, anno dopo anno, la capacità di espansione globale dei cantieri ha raggiunto nuovi record di produzione, con un picco di circa 60 milioni di TLC nel 2012. L'espansione delle capacità nel settore della cantieristica è avvenuta prevalentemente in Cina, Corea e altri mercati emergenti, mentre l'Europa non ha adottato lo stesso approccio. Allo stesso tempo secondo la Commissione stanno emergendo nuove opportunità, in particolare nel settore della raccolta di risorse offshore, come le energie marine rinnovabili (energia eolica offshore ed energia oceanica).
  Il 9 gennaio 2013 la Commissione ha presentato il piano d'azione «Imprenditoria 2020» (COM(2012)795), destinato a sostenere gli imprenditori e promuovere la cultura imprenditoriale in Europa attraverso misure specifiche rivolte in particolare ai giovani imprenditori, a favorire le start-up, ad agevolare il trasferimento di imprese, a migliorare l'accesso ai finanziamenti e a dare una seconda opportunità agli imprenditori onesti dopo un fallimento di impresa.
  Secondo quanto rilevato dalla Commissione, dal 2008 l'Europa risente degli effetti della più grave crisi economica mai registrata in 50 anni: per la prima volta in Europa vi sono 25 milioni di disoccupati e nella maggior parte degli Stati membri le piccole e medie imprese (PMI) non sono ancora riuscite a ritornare ai loro livelli ante crisi.
  L'obiettivo è favorire la crescita e l'occupazione sfruttando il volano rappresentato dall'imprenditorialità.
  Sul tema specifico della semplificazione e riduzione degli oneri amministrativi sempre nell'ottica del rilancio della crescita economica, la relazione rileva che l'Italia appoggerà con convinzione qualsiasi iniziativa a livello europeo che miri a ridurre gli oneri amministrativi per i cittadini, le imprese e le pubbliche amministrazioni.
  A tale proposito ricorda che il 7 marzo 2013 la Commissione ha presentato la relazione al Consiglio europeo di primavera «Legiferare con intelligenza – Rispondere alle esigenze delle piccole e medie imprese» (COM(2013)122), che fa il punto della situazione sulle misure introdotte dalla Commissione dall'ultima relazione del novembre 2011 (COM(2011)803) per applicare il principio «pensare anzitutto in piccolo» e ridurre al minimo gli oneri normativi che gravano sulle PMI e definisce le azioni future.
  Un documento di lavoro dei servizi della Commissione (SWD(2013)60) anch'esso adottato il 7 marzo, ha reso noti i risultati di una consultazione pubblica sul tema «I 10 atti legislativi più gravosi per le PMI» e ha introdotto una nuova tabella di valutazione annuale per seguire i progressi nell'iter legislativo delle proposte che possono avere un impatto significativo sulle PMI. La tabella di valutazione mostrerà inoltre in che modo gli approcci adottati dagli Stati membri per attuare la normativa incidono complessivamente sulle PMI.
  Sul tema dell'energia ricorda innanzitutto che nell'intervento svolto dal Presidente del Consiglio Letta in data 21 maggio 2013 alla Camera dei deputati, in vista della riunione del Consiglio europeo del 22 maggio 2013, è stato ribadito come priorità assoluta del Governo lo sviluppo delle fonti rinnovabili, il contenimento dei prezzi dell'energia e più in generale il contributo della politica energetica alla competitività dell'intera economia europea.
  È stato inoltre sottolineato l'importanza di una politica realistica del cambiamento climatico dopo il 2020 e un atteggiamento non penalizzante per lo sfruttamento delle fonti di energia prodotte in Europa, come lo shale gas. Verrà posta l'enfasi sulla necessità di progressi sull'efficienza energetica, nonché l'opportunità di valutare la proposta avanzata nel Libro verde della Commissione europea sul quadro delle politiche energetiche e climatiche al 2030, di fondere in un unico obiettivo le misure attinenti alla produzione di energia rinnovabile, alla riduzione di emissione di gas Pag. 105serra e all'incremento dell'efficienza energetica, attualmente esplicitate nel triplice obiettivo del c.d. 20-20-20.
  Nella risoluzione approvata dall'assemblea della Camera in data 21 maggio 2013, fra gli impegni al Governo, segnala in particolare quello relativo a sollecitare la costruzione del mercato unico europeo dell'energia elettrica e del gas, al fine di sfruttare le opportunità di riduzione dei costi offerte da politiche di sviluppo energetico e dalle nuove tecnologie del settore, nel contesto degli sforzi dell'Unione europea per promuovere crescita, occupazione e competitività; nonché a promuovere il conferimento da parte del Consiglio europeo di un mandato alla Commissione finalizzato ad elaborare proposte per regolare sia lo scambio transatlantico delle commodity energetiche, sia il mercato dei prodotti petroliferi, nonché per valorizzare le merci che incorporano le minori emissioni inquinanti.
  Si ricorda in proposito come la politica energetica dell'UE sia finalizzata a conseguire entro il 2020 gli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 del 20 per cento rispetto ai livelli del 1990, di raggiungere la quota del 20 per cento di produzione di energie rinnovabili e di migliorare del 20 per cento l'efficienza energetica. Inoltre, essa è volta a ridurre il grado di dipendenza dell'Europa dai Paesi fornitori di energia e di aumentare, conseguentemente, il tasso di autonomia nella produzione di energia.
  Funzionali a tali obiettivi sono i provvedimenti adottati nel tempo in tema di riduzione dei consumi energetici, di miglioramento dell'efficienza energetica, soprattutto nei settori dell'edilizia e dei trasporti, di sviluppo di tecnologie intelligenti a basso consumo di energia.
  In occasione dell'audizione presso la X Commissione della Camera il 5 giugno 2013, il Ministro per lo sviluppo economico ha indicato tra le linee di azione del suo intervento la riduzione del costo dell'energia, proseguendo la strada dello sviluppo sostenibile e attento all'ambiente. Nella finalità di rilanciare gli investimenti privati, rientra l'intervento recato dal decreto-legge n. 69/2013, in corso di conversione, che ha prorogato e portato al 65 per cento la detrazione fiscale per gli interventi di efficienza energetica negli edifici, confermando al contempo quella del 50 per cento per le ristrutturazioni edilizie ed estendendone l'ambito di applicazione anche al comparto arredo.
  Tra gli interventi di liberalizzazione preannunciati, rientrano quelli nel settore dell'energia elettrica e del gas, che necessita di misure di completamento dell'imponente processo di apertura dei mercati degli ultimi anni. Nel settore propriamente energetico, per il Ministro l'obiettivo è quello di rilanciare le imprese italiane mettendole nelle stesse condizioni delle loro concorrenti europee. Per questo sarà necessario ridurre il peso della burocrazia e allineare il costo dell'energia su livelli più competitivi, tenendo presente che gli effetti della diffusione del gas di scisto (shale gas) rischia di mettere il nostro sistema produttivo in condizioni di ulteriore svantaggio.
  Nel quadro della Strategia Energetica Nazionale, già tracciata, appare necessario accelerare l'adozione delle misure previste. Per quanto riguarda il gas, per rendere strutturale l'allineamento dei nostri prezzi a quelli europei realizzato negli ultimi mesi, evitando rischi di rimbalzo, le azioni da adottare riguarderanno:
   l'accelerazione del mercato a termine, in modo da rendere pienamente efficiente e competitivo il mercato del gas e dare strumenti moderni di copertura alle aziende industriali;
   l'integrazione con i mercati europei;
   il rafforzamento delle infrastrutture, con alcuni interventi mirati e selettivi che riguarderanno, per esempio, impianti di rigassificazione e di stoccaggio e il Corridoio Sud.

  Per quanto riguarda il mercato elettrico, il Ministro preannuncia l'intenzione di incidere sui fattori strutturali, rimuovendo oneri impropri e azzerando le rendite di posizione, ad esempio rivedendo gli Pag. 106incentivi agli impianti in regime Cip6. Inoltre, è in programma l'accelerazione sulle infrastrutture di interconnessione e sul cosiddetto «market coupling» con i mercati europei.
  La priorità della politica italiana, come sottolineato dalla relazione in esame, è costituita dalla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio in materia di infrastrutture energetiche transeuropee. Sulla base di tale regolamento (n. 347/2013/UE), approvato il 17 aprile 2013, sarà stilata una prima lista di Progetti di Interesse Comune (PCI) per la realizzazione dei corridoi prioritari, destinatari dei finanziamenti europei. La redazione della lista è rimessa alla decisione degli Stati membri interessati, d'accordo con la Commissione, e ai lavori sono ammessi anche le autorità di regolazione nazionali, i gestori dei sistemi di trasmissione nazionali e i promotori dei progetti.
  L'Italia partecipa ai lavori per i corridoi di interconnessione Nord-sud Europa occidentale, Nord-sud Europa centrale e orientale ai lavori per il corridoio Sud, sia nel settore del gas che in quello dell'elettricità.
  La relazione precisa che i progetti candidati per il settore elettrico e del gas sono circa 400, a fronte della previsione della Commissione di ammettere non più di 150-200 progetti.
  Il lavoro relativo al regolamento in esame continuerà ad essere una priorità anche nel 2014.
  Si segnala che, alla data del 27 maggio 2013, risultano all'esame delle istituzioni europee i seguenti atti:
   una proposta di regolamento sulla comunicazione alla Commissione di progetti di investimento nelle infrastrutture energetiche nella UE (COM(2013)153); esso è destinato a sostituire il regolamento (UE, Euratom) n. 617/2010 del Consiglio, annullato da una sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea (causa C-490/10). La Commissione propone i medesimi contenuti del regolamento annullato, con limitate modifiche volte a semplificare gli oneri amministrativi a carico delle imprese e degli Stati membri;
   il Libro verde su clima e politica energetica all'orizzonte 2030 (COM (2013)169); la strategia delineata, che tiene conto anche degli effetti della crisi economica in atto e dei conseguenti problemi di bilancio degli Stati membri, si propone di tracciare un quadro coerente che permetta cicli di investimento a lungo termine e stimoli la domanda di tecnologie efficienti e a bassa intensità di carbonio. La Commissione prevede di presentare entro la fine del 2013 un piano per le politiche su clima ed energia, possibilmente accompagnato da una proposta legislativa;
   la comunicazione «Tecnologie energetiche e Innovazione» (COM (2013)253); nella comunicazione è sottolineata la necessità di accelerare l'innovazione nel settore delle tecnologie a basse emissioni e per la ricerca di soluzioni innovative, al fine di ridurre rapidamente i costi ed accelerare l'introduzione delle nuove tecnologie sul mercato;
   la proposta di modifica della direttiva sulla sicurezza delle centrali nucleari (COM(2013)343); la proposta ha l'obiettivo di migliorare la sicurezza nucleare nell'UE, mediante l'esecuzione periodica di peer reviews a livello europeo, maggiore trasparenza in fatto di sicurezza nucleare e maggiori poteri per i regolatori nazionali.

  Non risultano ancora formalizzati, tra gli altri, i seguenti atti di natura non legislativa inseriti nel programma di lavoro della Commissione per il 2013: proposte relative a vari aspetti dell'applicazione della direttiva sull'efficienza energetica; proposta in materia di codice di rete relativamente alla capacità europea di allocazione del gas; iniziative di carattere non legislativo riguardanti i contatori intelligenti (smart meter); comunicazione in materia di protezione della popolazione dai rischi di incidenti in centrali nucleari in Europa; raccomandazione in materia di stoccaggio, raccolta, e conservazione di rifiuti radioattivi.Pag. 107
  La ricerca e l'innovazione sono tra le priorità dell'agenda dell'UE per la crescita e l'occupazione. È per tale ragione che l'innovazione figura – con l'Unione dell'innovazione – tra le iniziative di punta della strategia Europa 2020, sulla base della quale i paesi membri dovranno investire, entro il 2020, il 3 per cento del PIL in ricerca e sviluppo (1 per cento di finanziamenti pubblici, 2 per cento di investimenti privati), con l'obiettivo di creare 3,7 milioni di posti di lavoro e di realizzare un aumento annuo del PIL di circa 800 miliardi di euro.
  L'UE sta lavorando alla realizzazione, entro il 2014, di un unico Spazio europeo della ricerca, nel quale i ricercatori potranno lavorare in qualsiasi paese dell'UE e beneficiare di un'accresciuta cooperazione internazionale.
  Tale obiettivo è stato fissato dal Consiglio europeo che nelle sue conclusioni di febbraio 2011 e marzo 2012 sottolinea la necessità che l'Europa si doti di uno spazio della ricerca unificato per attrarre talenti e investimenti. A tal fine, secondo il Consiglio europeo, le lacune esistenti devono essere colmate rapidamente e lo spazio europeo della ricerca deve essere completato entro il 2014 al fine di creare un reale mercato unico della conoscenza, della ricerca e dell'innovazione».
  Secondo quanto riportato dal programma di lavoro della Commissione, l'Europa è tuttora in ritardo sul fronte dell'innovazione, a causa di fattori che ostacolano la creazione di nuovi mercati e gli investimenti in tecnologie.
  Nell'ambito delle azioni previste nel prossimo quadro finanziario pluriennale (QFP) 2014-2020, la Commissione europea ha presentato il 30 novembre 2011 un pacchetto di proposte relative all'istituzione di un nuovo strumento di finanziamento per la ricerca e l'innovazione nell'UE (programma Orizzonte 2020 – Horizon 2020).
  Il totale dei finanziamenti previsti dalla Commissione europea è pari a 80 miliardi di euro per il periodo dal 2014 al 2020, 26 miliardi in più rispetto al periodo di programmazione finanziaria 2007-2013.
  Nel quadro del futuro programma Horizon 2020, il programma di lavoro della Commissione preannuncia per il terzo trimestre del 2013 la presentazione di proposte per istituire e sviluppare una serie di importanti partenariati pubblico-privato volti a combinare gli investimenti privati e pubblici con il bilancio UE per promuovere un approccio comune in settori strategici chiave quali i prodotti farmaceutici, la gestione del traffico aereo e le nanotecnologie, mobilitando circa 9-10 miliardi di euro di nuovi investimenti.
  La relazione sottolinea l'impegno del Governo nella definizione di un quadro strategico pluriennale a sostegno di ricerca e innovazione, in linea con gli indirizzi europei, assumendo le iniziative necessarie per rendere il programma nazionale sulla ricerca e sull'innovazione coerente con quello europeo (Horizon 2020).
  La relazione segnala tra l'altro:
   la partecipazione dell'Italia alla programmazione europea della ricerca aerospaziale, finanziata attualmente dal Settimo programma quadro e per le nuove prospettive finanziarie da Horizon 2020;
   la partecipazione all'iniziativa di coordinamento delle attività di ricerca tra ministeri e agenzie a livello nazionale e regionale denominata ERANET, con l'obiettivo di identificare le iniziative faro nel settore delle tecnologie future ed emergenti (FET), su cui gli Stati membri vorrebbero convogliare le loro risorse. Le FET avranno un ruolo in espansione nel programma Horizon 2020, nell'ambito citato settore di intervento denominato eccellenza scientifica;
   la presentazione – nel corso del semestre italiano di presidenza del Consiglio dell'Unione europea – di un progetto di ricerca euro-mediterraneo, che coinvolga decine di paesi dell'Unione ed extraeuropei, da finanziare nell'ambito del nuovo programma quadro Horizon 2020.

  Sul versante della tutela dei consumatori nel Programma di lavoro della Commissione per il 2013 non si rinviene una Pag. 108sezione espressamente dedicata al tema delle politiche di tutela dei consumatori; il riferimento ad iniziative riconducibili a tali politiche avviene incidentalmente, in modo orizzontale, nelle sezioni relative al mercato unico e alla politica industriale, al settore finanziario, nonché a quello dedicato alla sicurezza e alla cittadinanza.
  In particolare, in quest'ultima sezione la Commissione sottolinea l'importanza della Rete di cooperazione per la tutela dei consumatori, e del ruolo delle autorità che ne fanno parte.
  Nella Relazione programmatica del Governo si sottolinea come costituisca una priorità migliorare la qualità dell'informazione data ai consumatori in campo agroalimentare nonché favorire la maggiore consapevolezza nelle scelte anche come strumento di efficace lotta ai fenomeni fraudolenti e alle pratiche ingannevoli. In tale ottica si riconosce all'indicazione dell'origine dei prodotti alimentari essere uno degli strumenti essenziali per una maggiore trasparenza e per rafforzare la tracciabilità dei prodotti. Verrà, pertanto, completato il percorso iniziato con l'introduzione obbligatoria dell'origine di alcuni prodotti e più in generale, sarà preservato e difeso l'elevato valore qualitativo delle produzioni italiane attraverso appropriate politiche di contrasto dei fenomeni di contraffazione, usurpazione e imitazione e per mezzo di azioni promozionali e campagne educative e di informazione sui prodotti italiani, dirette sia a cittadini dell'Unione europea, sia a cittadini di paesi terzi.
  In particolare, con riferimento alla sicurezza generale dei prodotti e alla sorveglianza del mercato si prevede che la proposta di direttiva in materia di sicurezza generale dei prodotti (revisione della direttiva 2001/95/CE) e la proposta di nuovo regolamento in materia di sorveglianza del mercato per i dando così il via al negoziato tra Consiglio e Parlamento europeo. Tale iniziativa rientra nella Strategia europea per la crescita, ed è stata inserita tra le azioni prioritarie dell'Atto per il mercato unico (SMA). Inoltre, in relazione all'introduzione della risoluzione extragiudiziale delle controversie in materia di consumo (ADR/ODR) si prevede la conclusione del negoziato tra Consiglio e Parlamento tanto sulla proposta di direttiva in materia di ADR, quanto sulla proposta di regolamento in materia di ODR. Anche tale iniziativa rientra nella Strategia europea per la crescita, ed era stata già inserita nel primo elenco di 12 azioni prioritarie dello SMA I.
  Prosegue inoltre il negoziato sulla proposta di direttiva in materia di intermediazione assicurativa (revisione della direttiva 2002/92/CE).
  In materia di turismo nella Relazione programmatica si ribadisce come lo sviluppo del turismo svolga un ruolo importante nel rafforzamento della dimensione regionale all'interno dell'Unione europea. In particolare, si afferma l'importanza di una strategia e di un piano d'azione comuni dell'Unione nonché risorse sufficienti nell'ambito della programmazione finanziaria dell'UE per il periodo 2014-2020.
  L'Italia sostiene la proposta della Commissione di sviluppare con gli Stati membri, le autorità locali e regionali e le agenzie nazionali del turismo un marchio «Europa» con l'obiettivo di promuovere l'Europa nel mondo come destinazione turistica unitaria.
  Altro punto cardine di questa strategia europea per il turismo va indicato nell'iniziativa relativa al «Marchio del patrimonio europeo», come strumento per valorizzare i siti che rappresentano la storia dell'integrazione europea, in coordinamento, però, con i siti riconosciuti dall'UNESCO e con altri itinerari storici nazionali e regionali (in Italia, ad esempio, andrà incrementata la visibilità anche a livello europeo dei percorsi storici, religiosi e culturali).
  In questa stessa chiave, in cooperazione con gli operatori del settore, è «Marchio europeo del turismo di qualità», che sia complementare alle classificazioni già esistenti in molti Stati membri, possa offrire una catalogazione e una informazione ulteriore ai consumatori europei, così da Pag. 109rendere la valutazione dei servizi turistici ancora più trasparente, affidabile ed efficiente.
  L'Italia intende poi proporre alla Commissione un progetto pilota con il quale incentivare la partecipazione delle micro imprese e delle PMI del settore turistico alla filiera digitale (c.d. «Digital Supply Chain»), nuove tecnologie avanzate con cui incrementare la loro competitività.
  Occorre poi garantire fondi europei alle imprese che investono nel settore del turismo e incoraggiarle a usufruirne è una priorità italiana che si auspica sia riflessa anche nel quadro finanziario dell'Unione per il periodo 2014-2020.
  In tale quadro è importante giungere a un programma specifico per il turismo che sia orientato in particolare alle micro, piccole e medie e che incoraggi gli investimenti e l'occupazione nel settore turistico, i partenariati tra imprese e soggetti pubblici per progetti paneuropei.
  Inoltre occorrerà promuovere sinergie tra strumenti finanziari a favore del rafforzamento della competitività del turismo esistenti in capo alle diverse direzioni generali, nonché a verificarne il corretto utilizzo. Si ritiene, infatti, che nei momenti di maggiore scarsità di risorse finanziarie sia fondamentale creare sinergie fra i diversi strumenti esistenti, adattarli i ai cambiamenti intervenuti nel settore turistico e alla diversificazione delle attività ad esso connesse e alle esigenze di sviluppo locale. A tal proposito si ritiene utile la creazione di una banca dati inter-DG di facile accesso, che sensibilizzi e offra informazioni in merito ai progetti turistici cofinanziati dall'UE.
  Con particolare riferimento alla politica dei visti per il turismo, il Governo italiano ha chiesto ai commissari europei competenti per l'industria e per i visti di avviare con urgenza una semplificazione ulteriore dell'attuale politica europea dei visti anche studiando le necessarie modifiche al regolamento n. 593 del 2001 creando delle corsie preferenziali per le domande di visto turistico.

  Ignazio ABRIGNANI (PdL), presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.30.