TESTI ALLEGATI ALL'ORDINE DEL GIORNO
della seduta n. 320 di Mercoledì 29 ottobre 2014

 
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INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

   BRUNETTA e PALESE. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
   nei giorni scorsi si è tenuta a Firenze la quinta edizione della «Leopolda», la convention ideata dal Presidente del Consiglio dei ministri, Matteo Renzi. Una manifestazione di tre giorni di discussione su temi dell'attualità politica italiana, che non si professa ufficialmente «kermesse di partito», ma che è in ogni caso indissolubilmente legata al Presidente Renzi, che è anche segretario nazionale del Partito democratico;
   una convention, quindi, necessariamente collegata alla politica e, in particolare, al Partito democratico, vista anche la presenza di buona parte dei Ministri del Partito democratico che compongono l'Esecutivo del Presidente Renzi, e di numerosissimi parlamentari del Partito democratico;
   tra gli ospiti che hanno preso parte alla manifestazione fiorentina spicca anche il direttore dell'Agenzia delle entrate, Rossella Orlandi, che, con tutto il rispetto per il ruolo ricoperto, non avrebbe una «giustificazione ufficiale» per la propria partecipazione al suddetto evento;
   si tratta, infatti, di un ruolo di alto profilo che, per correttezza istituzionale e deontologia professionale, non potrebbe prendere parte a manifestazioni direttamente riconducibili a partiti politici: la sua presenza alla «Leopolda» rischia, infatti, di politicizzare una figura che dovrebbe essere super partes, con il solo obiettivo di servire il Paese e i cittadini italiani –:
   se sia coerente con il ruolo ricoperto la partecipazione alla manifestazione della «Leopolda» da parte del direttore dell'Agenzia delle entrate, Rossella Orlandi, o se, al contrario, la sua presenza abbia potuto politicizzare una figura istituzionale super partes che, proprio per l'attività svolta, non potrebbe in alcun modo risultare legata alla politica, né tantomeno ad uno specifico partito. (3-01119)
(28 ottobre 2014)

   ROCCELLA, CALABRÒ e PAGANO. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
   la sentenza n. 162 del 2014 della Corte costituzionale ha dichiarato illegittimo il divieto di fecondazione eterologa previsto dalla legge n. 40 del 2004 sulla procreazione medicalmente assistita;
   nel mese di agosto 2014 il Ministro interrogato ha inviato una nota ai capigruppo di Camera e Senato in cui si dà conto dell'esito del Consiglio dei ministri, nel quale si era ravvisata la necessità di intervenire per via legislativa al fine di regolamentare la fecondazione eterologa in Italia e di percorrere la via parlamentare e non quella del decreto governativo proposta dal Ministro stesso;
   le regioni hanno invece ritenuto opportuno, il 3 settembre 2014, predisporre un documento di indirizzo condiviso al quale ogni regione potesse fare riferimento per rendere accessibile, mediante delibera regionale, la fecondazione eterologa nel proprio territorio;
   provvedimenti di tipo amministrativo da parte delle regioni non possono comunque garantire la tracciabilità donatore-nato, né istituire il registro nazionale dei donatori e tantomeno completare il recepimento delle normative europee necessarie;
   nonostante le linee di indirizzo sulle fecondazione eterologa siano state condivise dalla totalità dei presidenti delle regioni, permane una notevole disparità fra le regioni italiane circa l'effettivo accesso alla pratica della fecondazione eterologa, riguardo alle strutture del servizio sanitario nazionale ed ai relativi ticket;
   è stato recentemente reso noto che presso il Careggi di Firenze è stata eseguita una fecondazione eterologa con gameti importati da una banca estera, presumibilmente acquistati;
   da fonti di stampa sembrerebbe che la regione Toscana, che per prima ha approvato una delibera che rendeva praticabile la fecondazione eterologa e che pure ha aderito, successivamente, al comune documento delle regioni, abbia recentemente modificato la propria delibera rendendo addirittura inaccessibile, nelle strutture pubbliche, la fecondazione eterologa alle donne con età superiore ai 43 anni, anche a pagamento;
   circa il 70 per cento delle richieste di eterologa viene da donne con un'età superiore ai 43 anni e questa decisione della Toscana indirizzerebbe inevitabilmente le donne di questa regione verso cliniche private, nonostante la sentenza della Corte costituzionale abbia chiaramente stigmatizzato le discriminazioni economiche a carico delle coppie che dovevano rivolgersi a cliniche straniere, a pagamento, quando vigeva il divieto di eterologa nel nostro Paese;
   amministratori e presidenti di diverse regioni nei mesi scorsi hanno pubblicamente dichiarato accessibile in tempi brevi e a tutti l'eterologa nelle strutture pubbliche da loro stessi amministrate, lasciando pensare di essere in grado di fornire tale servizio, quando invece ancora sembrano lontane dall'esserlo;
   questa situazione, sempre da notizie di stampa, sembra aver portato alla formazione di lunghe liste di attesa che, nel caso della Toscana, dovranno essere di nuovo ampiamente modificate e che, in generale, non riescono neppure a garantire e quantificare concretamente i tempi di attesa delle coppie –:
   quali iniziative intenda avviare il Ministro interrogato per monitorare la situazione che si è venuta a creare riguardo all'applicazione della sentenza n. 162 del 2014 della Corte costituzionale, informando al tempo stesso i cittadini del reale stato dei fatti. (3-01120)
(28 ottobre 2014)

   BINETTI, GIGLI, BUTTIGLIONE, SBERNA e D'ALIA. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
   il 21 settembre 2014 è stata la giornata mondiale dell'Alzheimer, la 21o da quando è stata istituita; essa costituisce una manifestazione a livello globale con l'obiettivo di sensibilizzare l'opinione pubblica sull'argomento, combattendo lo stigma che spesso circonda la malattia, per individuare strategie di azione collettive e ridurne il peso complessivo;
   attualmente, 44 milioni di persone soffrono della malattia e l'obiettivo è quello di ridurre il rischio del 25 per cento a livello globale entro il 2025, ma il World Alzheimer report 2014, il rapporto mondiale realizzato dal Alzheimer disease international (Adi), stima che entro il 2025 il numero potrebbe raddoppiare ed entro il 2050 triplicare;
   secondo le stime, nel 2050 il 71 per cento dei soggetti con demenza vivranno in aree più povere e culturalmente meno sviluppate. La realizzazione di campagne di salute pubblica efficaci può contribuire a ridurre il rischio globale;
   i cinque elementi fondamentali per abbassare il rischio di demenza, secondo il World Alzheimer report 2014, sono: attenzione alla salute cardiaca, esercizio fisico e mentale, dieta bilanciata e partecipazione ad attività sociali;
   «Possiamo ridurre il rischio?» è il tema del 2014 che sarà trattato durante il mese mondiale dell'Alzheimer (World Alzheimer's month 2014), che tradizionalmente ricorre in settembre;
   età e caratteristiche genetiche rientrano tra i fattori di rischio, ma l'astinenza dal fumo, il consumo di cibi più sani, l'attività fisica e una buona istruzione, associati all'abitudine di mantenere il cervello in esercizio, contribuiscono in misura significativa a contenere al minimo le possibilità di soffrire di demenza, afferma Graham Stokes, direttore generale di Dementia care;
   anche i momenti di socializzazione potrebbero abbassare il rischio di demenza, ma soltanto il 17 per cento della popolazione è a conoscenza di questo fattore. Uno stile di vita di questo tipo giova anche alle persone che soffrono già di demenza o che presentano segnali della malattia, contribuendo a rallentarne la progressione;
   il costo globale per questa malattia, stimato nel 2010, è risultato pari a circa 600 milioni di dollari; numerosi studi indicano che l'incidenza della demenza è in calo nei Paesi ad alto reddito, grazie al miglioramento dell'istruzione e della salute cardiovascolare;
   secondo Martin Prince, autore del rapporto, «dobbiamo fare tutto quanto in nostro potere per accentuare questa tendenza. Con un costo globale di oltre 600 miliardi di dollari, la posta in gioco non potrebbe essere più alta»;
   uno dei punti su cui si cerca di intervenire a livello mondiale è la salute cardiaca, come è possibile rilevare dalle informazioni disponibili sul sito ufficiale http://www.alz.co.uk/, a cui occorre prestare attenzione per ridurre il rischio individuale di demenza; in particolare, i fumatori rispetto ai non fumatori presentano un rischio di demenza aumentato del 45 per cento;
   il World Alzheimer report 2014 chiede che la demenza sia inserita nei piani nazionali di salute pubblica come altre malattie; in Italia il 27 giugno 2014 il piano demenze è stato presentato al Ministro interrogato ed il 14 novembre 2014 si terrà, presso il Ministero della salute, la Conferenza internazionale sulla demenza, cui partecipa anche la Federazione Alzheimer Italia –:
   quando il piano entrerà in vigore, al fine di aiutare i malati e i loro familiari e creare una rete di servizi ad hoc, ormai diventata indispensabile, e cosa si stia facendo in Italia per ridurre il rischio complessivo di demenza del 25 per cento entro il 2025, come previsto dal World Alzheimer report 2014. (3-01121)
(28 ottobre 2014)

   LENZI, ALBINI, AMATO, ARGENTIN, BECATTINI, BENI, PAOLA BRAGANTINI, BURTONE, CAPONE, CARNEVALI, CASATI, D'INCECCO, FOSSATI, GELLI, GRASSI, MARIANO, MIOTTO, MURER, PATRIARCA, PICCIONE, SBROLLINI, MARTELLA, ROSATO e DE MARIA. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
   sempre più spesso i quotidiani italiani riportano notizie allarmati su possibili casi sospetti di ebola anche in Italia, su persone che per precauzione vengono messe in quarantena, come quella dei soldati americani di stanza alla base militare di Vicenza, di ritorno dalla missione anti-virus in Liberia, o di persone isolate o escluse dalla vita sociale per la paura che siano portatrici del virus, come è accaduto a Fiumicino nel caso della bambina di tre anni che, una volta rientrata in Italia da una vacanza in Uganda, Paese peraltro non contagiato dalla epidemia di ebola, non ha potuto rientrare subito a scuola perché gli altri genitori avevano paura che potesse essere infetta;
   questi fatti provocano tensioni e paure, come tensioni e paure provocano le notizie di contagio di tubercolosi per operatori a contatto con i migranti in arrivo, notizie smentite dalla stessa Polizia di Stato, in un recente comunicato;
   la malattia da virus Ebola, precedentemente nota come febbre emorragica da virus ebola, è una malattia grave, spesso fatale. La malattia colpisce gli uomini e i primati (scimmie, gorilla, scimpanzé);
   l'ebola è apparsa la prima volta nel 1976 in due focolai contemporanei: in un villaggio nei pressi del fiume ebola nella Repubblica democratica del Congo e in una zona remota del Sudan;
   il 13 settembre 2014 il direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità ha affermato che finora l'epidemia di ebola in Africa Occidentale – e in particolare in Guinea, Sierra Leone e Liberia – ha ucciso più di 2.400 persone su 4.784 contagiate. Chan ha aggiunto che l'epidemia continua a espandersi a una velocità maggiore di quanto le autorità siano pronte ad affrontare e che i dati sul numero dei morti potrebbero essere molto sottostimati a causa delle difficoltà nella registrazione dei nuovi casi: gran parte dei malati non è ricoverata in un strutture mediche e non rientra, quindi, in alcun bilancio ufficiale;
   nel mese di settembre 2014 l'Organizzazione mondiale della sanità si era detta fiduciosa di poter arginare l'epidemia entro nove mesi, ricorda il New York Times, e aveva previsto che a quel punto il numero delle persone contagiate avrebbe potuto aggirarsi intorno alle 20 mila;
   anche la tubercolosi è una malattia contagiosa che si trasmette per via aerea mediante un batterio, il mycobacterium tuberculosis. Il contagio può avvenire per trasmissione da un individuo malato, tramite saliva, starnuto o colpo di tosse. Per trasmettere l'infezione bastano pochissimi bacilli anche se non necessariamente tutte le persone contagiate dai batteri della tubercolosi si ammalano subito. Il sistema immunitario, infatti, può far fronte all'infezione e il batterio può rimanere quiescente per anni, pronto a sviluppare la malattia al primo abbassamento delle difese. Si calcola che solo il 10-15 per cento delle persone infettate dal batterio sviluppa la malattia nel corso della sua vita. Un individuo malato, però, se non è sottoposto a cure adeguate può infettare, nell'arco di un anno, una media di 10-15 persone –:
   quali misure urgenti il Ministro interrogato abbia adottato o intenda adottare non solo per prevenire ogni possibile ed eventuale diffusione di queste due malattie in Italia, ma anche perché ci sia una corretta informazione che eviti ogni inutile allarmismo e paura. (3-01122)
(28 ottobre 2014)

   PRATAVIERA, FEDRIGA, ALLASIA, ATTAGUILE, BORGHESI, BOSSI, MATTEO BRAGANTINI, BUSIN, CAON, CAPARINI, GIANCARLO GIORGETTI, GRIMOLDI, GUIDESI, INVERNIZZI, MARCOLIN, MOLTENI, GIANLUCA PINI, RONDINI e SIMONETTI. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:
   come è noto, anche a seguito di interventi normativi approvati dal Parlamento, la società Ilva con sede in Taranto, soggetta all'attività di direzione e coordinamento di Riva Fire spa, si trova attualmente sottoposta a commissariamento straordinario ai sensi di quanto previsto dal decreto-legge 4 giugno 2013, n. 61, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2013, n. 89;
   benché i media abbiano spesso focalizzato l'attenzione sulla necessità, legittima, di tutelare i lavoratori dell’Ilva, occorre parimenti riconoscere l'esistenza di un notevole numero di aziende ed artigiani (più di tremila) che sono a loro volta fornitori della società, il cosiddetto «indotto» e che contrariamente a quanto si pensa comunemente, solo in piccola parte, meno del 40 per cento, hanno la loro sede nell'area tarantina e pugliese;
   questa enorme realtà produttiva merita di essere tutelata, in quanto a propria volta consiste di lavoratori e posti di lavoro che sono stati posti a rischio dalla crisi dell’Ilva al pari dei dipendenti diretti;
   i provvedimenti prima giudiziari, poi legislativi e oggi commissariali che si sono succeduti nella gestione dell’Ilva hanno alterato profondamente la gestione finanziaria dell'azienda, bloccando dapprima e poi rallentando enormemente il sistema dei pagamenti delle forniture rispetto alla loro naturale scadenza; ad oggi si registrano debiti da fornitura di durata pari o superiore ad un anno, in alcuni casi;
   risulta, in base a documenti pubblicati anche sul sito internet della società, che dal 19 settembre 2014 sarebbero in corso i pagamenti dei fornitori dell’Ilva che hanno la sede nella provincia di Taranto. La scelta appare agli interroganti di dubbia legittimità ed inspiegabilmente lesiva dei basilari principi di eguaglianza dei creditori, a maggiore ragione se perpetrata da un commissario di nomina governativa e, come riportato dal sito su istanze di «autorità istituzionali e religiose» e con il placet di Confindustria, per far fronte allo stato di crisi, che sta colpendo tutto il Paese e non certo la sola provincia di Taranto;
   nulla al momento è stato in grado di garantire il Governo, attraverso il proprio commissario, riguardo ai tempi e alle certezze dei pagamenti delle altre aziende non pugliesi che sono in sofferenza a causa del mancato pagamento dei propri debiti da parte dell’Ilva –:
   quali misure intenda assumere il Ministro interrogato, anche per il tramite del commissario, per garantire uguaglianza di trattamento a tutte le aziende che lavorano con l’Ilva, indipendentemente dalla loro sede geografica, e in quali modi e tempi saranno saldati i debiti pregressi verso tutti i fornitori. (3-01123)
(28 ottobre 2014)

   VITELLI e GALGANO. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:
   il settore del metano per autotrazione occupa in Italia – tra segmento commerciale ed industriale – circa 20.000 addetti, ognuno dei quali contribuisce a sviluppare un giro d'affari complessivo pari a circa 1,8 miliardi euro all'anno. L'industria italiana del gas naturale per il trasporto è riconosciuta a livello mondiale come il punto di riferimento nel suo settore di attività. Nel corso degli anni l'industria ha sostenuto e sviluppato progetti di mobilità sostenibile a basso impatto ambientale, sia per i settori del trasporto pubblico che per quello privato. L'Italia è l'unico Paese europeo ad avere una rete abbastanza diffusa sul territorio, parimenti correlata ad un parco circolante di una certa rilevanza;
   a ciò si aggiunge che l'aumento dei prezzi dei carburanti e il calo generalizzato dei consumi, incluso quelli di benzina e gasolio, hanno spinto gli acquirenti verso modelli ad alimentazione alternativa, le cui vendite sono passate dal 5,6 per cento di quota del 2011 al 15,3 per cento del 2013;
   a livello europeo la politica dei trasporti prevede obiettivi di lungo periodo per ricercare, in tutte le scelte strategiche, un equilibrio fra crescita economica, benessere sociale e protezione dell'ambiente. La politica comunitaria dei trasporti ha, inoltre, il fine di integrare gli impegni internazionali in materia ambientale, nonché di contribuire a realizzare gli obiettivi della politica energetica europea, soprattutto in relazione alla sicurezza dell'approvvigionamento e alla sostenibilità;
   i veicoli a gas presentano emissioni inquinanti (PM, NOx, HC) e producono emissioni climalteranti (anidride carbonica) inferiori a quelle di un analogo veicolo tradizionale, soprattutto se si considera l'intero ciclo vita dei carburanti. Essi contribuiscono ad assicurare un percorso virtuoso verso la decarbonizzazione nel rispetto dei vincoli in materia di qualità dell'aria;
   l'adozione del metano, sia per quanto riguarda le immatricolazioni che per le conversioni, ha contribuito fortemente a ridurre le emissioni medie di anidride carbonica delle automobili italiane. Secondo l'Agenzia europea per l'ambiente, negli anni 2011-2013 è continuata la tendenza alla riduzione delle emissioni specifiche di anidride carbonica delle autovetture nuove. In particolare, la media ponderata delle emissioni sul mercato italiano è scesa dai 132,7 grammi per chilometro del 2010 a 129,5 grammi per chilometro nel 2011, raggiungendo in anticipo l'obiettivo europeo già previsto per il 2015, ed è ulteriormente migliorata nel 2012, attestandosi a 126,2 grammi per chilometro e registrando un'ulteriore diminuzione nel 2013, secondo dati provvisori;
   in tale ottica, il 20 marzo 2014 Parlamento e Consiglio dell'Unione europea hanno raggiunto un accordo sul testo finale della direttiva riguardante la realizzazione di infrastrutture per carburanti alternativi. La proposta, parte del pacchetto Clean power for transport, prevede l'elaborazione di quadri strategici nazionali al fine di promuovere la diffusione sul mercato dei combustibili alternativi;
   inoltre, l'8 novembre 2012 la Commissione europea – sotto la responsabilità del Commissario Tajani – ha pubblicato la comunicazione «CARS 2020: piano d'azione per un'industria automobilistica competitiva e sostenibile in Europa», con l'obiettivo di proporre una serie di misure specifiche volte a rilanciare la competitività di questo settore industriale. Tra i quattro pilastri ai quali è stata attribuita alta priorità c’è la promozione «degli investimenti nelle tecnologie avanzate e nell'innovazione in funzione per i veicoli puliti»;
   dal 2011 l'Unione europea sta discutendo una proposta per l'armonizzazione delle accise minime tra i carburanti, volta a modificare la direttiva 2003/96/CE, con il duplice obiettivo di razionalizzare la tassazione del valore energetico dei combustibili e, in particolare, di introdurre una componente che valorizzi le esternalità negative legate alle emissioni di carbonio, da un lato, e di coordinare la tassazione energetica con il sistema «EU ETS», dall'altro;
   la proposta iniziale è stata più volte rimaneggiata in sede di negoziati tra i Paesi membri, ma ogni nuova versione rischia comunque di minare la leva universalmente impiegata per consentire la diffusione su larga scala dell'utilizzo del metano per autotrazione: il regime di fiscalità favorevole, che fa sì che ad oggi il metano abbia un prezzo alla pompa di 0,99 euro al chilogrammo (da paragonarsi a 1,5 litri di benzina);
   stando a quanto affermato dal Viceministro dell'economia e delle finanze pro tempore Legnini in un'audizione presso le Commissioni riunite ambiente, territorio e lavori pubblici ed attività produttive, commercio e turismo della Camera dei deputati, nel secondo semestre 2012 alcuni punti cardine della proposta iniziale della Commissione europea, tra cui la concatenazione delle aliquote che di fatto limitava fortemente la sovranità fiscale degli Stati membri, sono stati stralciati. È, invece, stato confermato che i livelli minimi di tassazione previsti nella nuova direttiva dovranno tener conto sia del contenuto energetico dei prodotti sia delle relative emissioni di anidride carbonica, fermo restando che gli Stati membri manterranno completa flessibilità nel determinare le aliquote di tassazione nel rispetto dei livelli minimi comunitari e potranno conservare nelle legislazioni nazionali un'imposta unica (senza distinguere tra le due componenti);
   l'agenda dell'Ecofin del 14 ottobre 2014 prevede la discussione della sopra menzionata direttiva, per chiedere ai Ministri europei un input per sbloccare lo stallo dei negoziati a livello tecnico –:
   in che modo il Governo intenda impegnarsi al fine di tutelare il settore del metano per autotrazione, assoluta eccellenza italiana riconosciuta in tutto il mondo, e se, alla luce del semestre di presidenza del Consiglio dell'Unione europea, intenda adoperarsi per la revisione dell'attuale proposta di direttiva sulla tassazione energetica, al fine di assicurare la sostenibilità economica dell'aliquota sul metano e la dilazione temporale dell'innalzamento della tassazione, anche sulla base delle politiche ambientali dell'Unione europea, che si impegnano alla maggiore diffusione della mobilità sostenibile.
(3-01124)
(28 ottobre 2014)

   RAMPELLI. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:
   gli eventi alluvionali che hanno colpito la città di Genova nelle giornate dal 9 al 13 ottobre 2014 avrebbero provocato danni gravissimi complessivamente stimati in un miliardo di euro;
   in particolare, i danni stimati per le opere pubbliche ammonterebbero a circa quattrocento milioni di euro, quelli per le imprese a circa trecentocinquanta milioni di euro ed i danni relativi alle famiglie a circa duecento milioni di euro;
   la drammatica alluvione non solo ha distrutto numerose imprese, ma ha anche messo a rischio la prosecuzione di tantissime altre, già duramente provate dalla crisi economica in atto –:
   quali urgenti iniziative intenda assumere al fine di tutelare e sostenere le imprese colpite e l'intero tessuto produttivo della zona, anche attraverso la sospensione dei pagamenti di tasse ed imposte, nonché attraverso il coinvolgimento del sistema bancario e creditizio nell'erogazione agevolata di crediti per la ricostruzione. (3-01125)
(28 ottobre 2014)

   GEBHARD, ALFREIDER, PLANGGER, SCHULLIAN e OTTOBRE. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
   l'articolo 4, comma 24, lettera b), della legge 28 giugno 2012, n. 92, ha introdotto per il triennio 2013-2015 la possibilità per la madre lavoratrice di richiedere voucher per l'acquisto di servizi di baby sitting, ovvero un contributo per fare fronte agli oneri degli asili nido della rete pubblica o dei privati accreditati, per un massimo di sei mesi, al termine del congedo di maternità ed entro gli undici mesi successivi, in alternativa al congedo parentale;
   con decreto del 22 dicembre 2012, pubblicato nella Gazzetta ufficiale n. 37 del 13 febbraio 2013, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, ha definito i criteri di accesso e le modalità di utilizzo del contributo per l'acquisto dei servizi per l'infanzia, nel limite di spesa di 20 milioni di euro annui per ciascuno degli anni 2013, 2014 e 2015;
   il beneficio consisteva in un contributo di 300 euro mensili, erogato per un periodo massimo di sei mesi (tre mesi per le lavoratrici iscritte alla gestione separata), in alternativa alla fruizione del congedo parentale, comportando conseguentemente la rinuncia dello stesso da parte della lavoratrice e a tale beneficio potevano accedere anche le lavoratrici part-time in misura riproporzionata alla ridotta entità della prestazione lavorativa;
   tuttavia per poter accedere al beneficio, da richiedere all'Inps attraverso il sito web istituzionale, bisognava attendere l'emanazione di un bando dell'istituto stesso, nel quale venissero stabiliti i tempi e le modalità di presentazione della domanda da parte delle lavoratrici madri, nonché tutte le informazioni relative alla procedura concorsuale e agli adempimenti conseguenti alla formazione della graduatoria;
   tale bando per il 2013 è stato emanato con la circolare n. 48 del 28 marzo 2013, anche se non adeguatamente pubblicizzato per cui le madri lavoratrici non hanno potuto usufruire del beneficio, mentre per il 2014 il bando non è mai stato pubblicato, considerando che ormai si è al mese di novembre –:
   quali iniziative di competenza intenda assumere affinché le madri lavoratrici possano beneficiare del cosiddetto voucher baby sitting per il 2014, ormai andato perduto, eventualmente con altre misure compensative, se a tale beneficio siano state ammesse anche le lavoratrici dipendenti delle pubbliche amministrazioni con un apposito decreto e se possa vigilare affinché per il 2015 l'Inps si attivi prontamente ad inizio anno per emanare il bando e per pubblicizzarlo in misura adeguata in modo da permettere ai beneficiari di venirne a conoscenza. (3-01126)
(28 ottobre 2014)

   PIRAS, SCOTTO, FERRARA e RICCIATTI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
   Meridiana è un vettore strategico per il trasporto aereo da e per la Sardegna, il primo vettore privato della storia dell'aviazione civile italiana, che ha storicamente accompagnato lo sviluppo dell'isola, con particolare riferimento al nord-est della stessa;
   tuttora essa riveste un ruolo cruciale per il territorio e per l'afflusso turistico in particolare e gestisce in regime di continuità territoriale le tratte principali per Olbia;
   Meridiana è un'azienda che dà lavoro a migliaia di persone e che negli anni più recenti ha operato una serie di attività di ristrutturazione volte ad abbattere il costo del lavoro, con particolare riferimento all'assorbimento del gruppo Air Italy ed al ruolo che tale azienda opera in tal senso;
   nonostante tutti i dati in possesso mostrino un attivo nei bilanci della compagnia e le recenti rilevazioni sui principali scali sardi ove opera la compagnia mostrino un incremento del numero dei passeggeri, con quello Olbia in particolare che registrava un + 9 per cento rispetto all'anno precedente, la compagnia ha annunciato la procedura di mobilità prima per 1.634 lavoratori, poi – in seguito ai primi incontri fra le parti presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali – ridimensionati a 1.366;
   una conclusione in questo senso della vertenza rappresenterebbe un ulteriore grave danno occupazionale per una regione come la Sardegna, già violentemente colpita dalla crisi economica, dalla deindustrializzazione e da tassi di disoccupazione elevatissimi, e non trova alcuna rispondenza nei dati economici reali che mostrano una linea di ristrutturazione dell'azienda Meridiana completamente priva di responsabilità sociale e totalmente centrata sulla riduzione dei costi del personale più anziano;
   il rapporto fra Meridiana e Air Italy si configura, ad avviso degli interroganti, come un vero e proprio dualismo aziendale, prefigurando una sorta di bad company, con un travaso di attività dalla prima sulla seconda (esempio: gestione voli) e con Meridiana che interviene sui costi sostenuti da Air Italy;
   nonostante in verità si tratti di un'unica azienda e i rappresentanti sindacali chiedano con forza che gli esuberi vengano individuati su un'unica lista, la compagnia da cui si attingono i nominativi sui quali insiste la procedura di mobilità è solo la prima;
   l'azienda ha beneficiato per quattro anni di risorse pubbliche finalizzate alla cassa integrazione;
   la procura di Tempio Pausania ha aperto un'inchiesta sul tema del dualismo aziendale e sulla legittimità del comportamento di Meridiana;
   su segnalazione dei sindacati la Guardia di finanza ha aperto – come già pubblicamente trapelato su alcuni autorevoli media sardi – un'indagine nei confronti di Meridiana per truffa ai danni dello Stato, con riferimento all'utilizzo fatto delle risorse pubbliche destinate alla cassa integrazione –:
   come intenda intervenire il Governo per garantire l'occupazione dei dipendenti di Meridiana e per contrastare manovre strumentali dell'azienda. (3-01127)
(28 ottobre 2014)

   BALDASSARRE, TRIPIEDI, CHIMIENTI, COMINARDI, ROSTELLATO, BECHIS, CIPRINI e RIZZETTO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
   in data 30 settembre 2014 è stato nominato commissario straordinario per l'Istituto nazionale di previdenza sociale (Inps) il professor Tiziano Treu;
   come si evince da un articolo del 30 settembre 2014 de Il Sole 24 ore, Tiziano Treu sarebbe socio di un famoso studio professionale «Crowe Horwarth», «associazione che potrebbe far storcere il naso a chi teme ci sia un nuovo conflitto di interessi», come riportato dall'articolo stesso;
   ai sensi dell'articolo 6 del decreto-legge 24 giugno 2014, n. 90, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 agosto 2014, n. 114, è vietato alle amministrazioni pubbliche conferire a soggetti già lavoratori privati o pubblici collocati in quiescenza incarichi dirigenziali o direttivi o cariche in organi di governo;
   a parere degli interroganti emergono numerose criticità per i fatti sopra esposti che meritano sicuramente maggiore attenzione da parte del Ministro interrogato, considerata altresì l'importanza dell'Istituto nazionale di previdenza sociale;
   a parere degli interroganti sarebbe auspicabile adottare iniziative di natura normativa, quali una revisione della governance dell'Inps, che prevedano l'incompatibilità del ruolo di presidente/commissario dell'Inps contemporaneamente all'esercizio di qualsiasi altro incarico o funzione, sancendo così il vincolo di esclusività di tale carica –:
   se il Ministro interrogato sia a conoscenza di consulenze, incarichi o altri tipi di rapporto che possano configurare un conflitto di interessi tra il nuovo commissario Tiziano Treu e l'Istituto nazionale di previdenza sociale (Inps), con particolare attenzione all'associazione «Crowe Horwarth» – di cui sarebbe socio il nuovo commissario straordinario – tenendo conto altresì dello stato di quiescenza del medesimo neo commissario, alla luce delle disposizioni di cui al decreto-legge 24 giugno 2014, n. 90. (3-01128)
(28 ottobre 2014)