Camera dei deputati - XVII Legislatura - Dossier di documentazione
(Versione per stampa)
| |||
---|---|---|---|
Autore: | Servizio Studi - Dipartimento affari esteri | ||
Titolo: | Incontro con una delegazione del Parlamento indonesiano (23 luglio 2013) | ||
Serie: | Documentazione e ricerche Numero: 43 | ||
Data: | 22/07/2013 | ||
Descrittori: |
| ||
Organi della Camera: | III-Affari esteri e comunitari | ||
Nota: | Questo dossier contiene materiale protetto dalla legge sul diritto d'autore, pertanto la versione html è parziale. La versione integrale in formato pdf può essere consultata solo dalle postazioni della rete Intranet della Camera dei deputati (ad es. presso la Biblioteca) |
|
Camera dei deputati |
XVII LEGISLATURA |
|
|
|
Documentazione e ricerche |
Incontro con una
delegazione (23 luglio 2013) |
|
|
|
|
|
|
|
n. 43 |
|
|
|
22 luglio 2013 |
Servizi responsabilI: |
Servizio Studi – Dipartimento Affari esteri ( 066760-4939 / 066760-4172 – * st_affari_esteri@camera.it --------------------------- Hanno collaborato: Servizio Rapporti
internazionali ( 066760-3948 / 066760-9515 – * cdrin1i@camera.it |
|
|
I dossier dei servizi e
degli uffici della Camera sono destinati alle esigenze di documentazione
interna per l'attività degli organi parlamentari e dei parlamentari. La
Camera dei deputati declina ogni responsabilità per la loro eventuale
utilizzazione o riproduzione per fini non consentiti dalla legge. |
File: es0070.doc |
INDICE
Nota di sintesi (a cura del Servizio Rapporti Internazionali)
Scheda-paese (a cura del Servizio Rapporti Internazionali)
Relazioni parlamentari
con l’Indonesia (a cura del Servizio
Rapporti internazionali)
Profili biografici (a cura del Servizio Rapporti Internazionali)
§
Ignatius
Mulyono Presidente della Commissione Affari giuridici e legge, diritti
umani e sicurezza della Camera dei Rappresentanti indonesiana
§
Dimyati Natakusumah Capo Delegazione della
Camera dei Rappresentanti indonesiana
Composizione della delegazione
§
Delegazione parlamentare della Camera dei
rappresentati Indonesiana
Inquadramento della visita
L’incontro con la
delegazione del Consiglio Legislativo della Repubblica di Indonesia con la
Commissione Affari costituzionali della Camera dei Deputati italiana è stato
richiesto dall’Ambasciata della Repubblica di Indonesia in Italia.
Obiettivo della
visita è conoscere il funzionamento del Parlamento italiano in tutte le sue
funzioni - legislativa, di controllo e di indirizzo – al fine di migliorare il
funzionamento del Parlamento indonesiano istituito dalla costituzione del 1945
e disciplinato dalla legge n. 27 del 2009. Da parte indonesiana si ritiene, infatti, che in
questi quattro anni di attuazione
della legge le istituzioni
parlamentari non abbiano ancora messo a punto una struttura adeguata alle loro funzioni.
In
particolare, la delegazione è interessata a conoscere il funzionamento del
Parlamento italiano nei seguenti ambiti:
1.
le funzioni ed il ruolo del Presidente della
Camera/Presidente del Senato;
2.
il numero dei membri ed i meccanismi di
assegnazione delle cariche nel Parlamento;
3.
il procedimento di formazione delle leggi;
4.
i meccanismi di controllo;
5.
l’attività di indirizzo del Parlamento.
6.
la funzione di supporto dell’Amministrazione alla
attività del Parlamento.
Il Parlamento indonesiano
Nel redigere la
Costituzione indonesiana nel 1945, i padri fondatori avevano scelto come
sistema politico dello Stato quello democratico sotto la guida dei Pancasila[1], ovvero i
cinque i principi fondamentali ispiratori della filosofia dello Stato: monoteismo, umanitarismo, unità nazionale,
democrazia rappresentativa e giustizia sociale. Ne consegue che nel
preambolo della Costituzione del 1945 si prevede che "la democrazia è guidata
dalla saggezza interiore del potere consultivo/rappresentativo" Inoltre,
la Costituzione prevede che la sovranità del popolo sia rappresentata dal
Parlamento nazionale e da quello locale che, insieme con il governo, “incarnano
i valori democratici e favoriscono l'aspirazione del popolo in conformità alle
esigenze ed allo sviluppo delle persone”. Nel 2002 la costituzione è stata
profondamente emendata, soprattutto al fine di riorganizzare la legislatura
indonesiana.
La Camera bassa è
la Camera dei Rappresentanti del Popolo
(Dewan Perwakilan Rakyat - DPR) è composta da 560 membri[2] (eletti con
sistema proporzionale e liste di partito; con un emendamento approvato nel 2008
è stata introdotta una soglia di sbarramento del 2,5%) che restano in carica 5
anni. Sono previste quattro sessioni annuali per un periodo che copre i tre
mesi. Spetta alla Camera dei Rappresentanti il potere di legiferare, di
determinare il bilancio e di verificare l’applicazione delle leggi da parte del
governo.
L’iniziativa
legislativa spetta ai membri della Camera dei Rappresentanti del Popolo (almeno
10), nonché al Governo. Il procedimento legislativo prevede una prima lettura
in Commissione, senza votazioni, e una seconda lettura in aula per
l’approvazione. La legge, una volta approvata è promulgata dal Presidente della
Repubblica.
La Camera alta è
la Camera dei Rappresentanti delle
Regioni (Dewan Perwakilan Daerah -
DPD), che è un organo consultivo, è stata introdotta con le
modifiche costituzionali del 2002 ed è rappresentativa degli interessi
regionali; ha un potere di iniziativa legislativa nelle materie a rilevanza
regionale. Si compone di 128 membri (4
deputati per ciascuna delle 32 province indonesiane) eletti dai cittadini per
un mandato di 5 anni; non è prevista affiliazione partitica.
Le due Camere si
riuniscono congiuntamente una volta l’anno per dibattere i maggiori temi del
Paese nonché per sanzionare l’investitura presidenziale e del nuovo esecutivo. In tale formato,
esse costituiscono il terzo organo
legislativo del Paese: l’Assemblea
Consultiva del Popolo (Majelis
Permusyawaratan Rakyat - MPR).
Il Presidente della MPR è Taufiq Kiemas
(PDI-P). All'Assemblea Consultiva del Popolo, considerata la più alta
istituzione del Paese, appartiene
inoltre il potere di emendare la Costituzione. Le modifiche costituzionali devono essere votate almeno dai due terzi dei deputati presenti e alle
sedute devono partecipare i due terzi degli aventi diritto.
La
Camera dei Rappresentanti Indonesiana
(DPR) si compone di undici Commissioni con il compito
di discutere le questioni relative
alle loro aree di competenza per
formulare i testi di legge da presentare alla sessione
plenaria.
Le
Commissioni sono le seguenti:
·
I Commissione: difesa, affari esteri e
informazioni
·
II Commissione: governance
interna, autonomia regionale, statale e degli affari agrari;
·
III
Commissione: Affari giuridici e le leggi, i diritti umani
e la sicurezza
·
IV Commissione: agricoltura, piantagioni, affari marittimi, della pesca e
dell'alimentazione
·
V Commissione: trasporti,
telecomunicazioni, opere pubbliche, edilizia residenziale pubblica, lo sviluppo
dei villaggi e zone svantaggiate
·
VI Commissione: commercio,
industria, gli investimenti, le
cooperative, le piccole e medie
imprese e le imprese di proprietà dello Stato
·
VII Commissione: Energia,
risorse minerali naturali, la ricerca e la tecnologia, l'ambiente
·
VIII Commissione:
Religione, affari sociali, l'empowerment delle donne
·
IX Commissione:
affari demografici, salute, lavoro e migrazione
·
X Commissione: Istruzione,
gioventù, sport, turismo, arte e cultura
·
XI Commissione:
Finanza, pianificazione dello sviluppo nazionale,
istituzioni bancarie e finanziarie non
bancarie
Rapporti Parlamentari
I rapporti parlamentari tra i due Paesi
sono intensi a dispetto della lontananza geografica. Le relazioni bilaterali
sono infatti caratterizzate dalla intensità e dalla costanza nel corso delle
legislature, così come lo sono a livello di UIP ed in ambito multilaterale.
Infatti, solo nella XVI legislatura si sono avuti ben nove incontri a livello di Commissioni parlamentari.
Anche la XVII legislatura pare avviata a
proseguire lungo questa strada, infatti, si è già avuto un incontro con una
delegazione indonesiana: il 24 giugno 2013 una delegazione della IX Commissione della Camera dei
Rappresentanti della Repubblica di Indonesia, guidata dall’on Ribka
Tjiptaning, è stata ricevuta dal Presidente della Commissione affari
sociali, on. Pierpaolo Vargiu, e da
alcuni componenti l’ufficio di presidenza della Commissione. L’incontro aveva
come obiettivo uno scambio di informazioni sulla normativa vigente in Italia in
tema di salute ed in particolare della salute mentale, in vista dei futuri
interventi legislativi nell’ambito del Programma di legislazione nazionale
indonesiano (PROLEGNAS) per il periodo 2010-2014.
A livello
presidenziale, si segnala che, nella XIV
legislatura, il Presidente Casini ha incontrato il Presidente del
Parlamento indonesiano, l’11 gennaio 2005, in occasione della sua
partecipazione alla cerimonia inaugurale della XIII riunione del Forum
Parlamentare dell’Asia e del Pacifico ad Ha Long City (Vietnam).
È opportuno segnalare, inoltre, per la sua importanza che, nel corso
della XV legislatura, il 5 ottobre 2006 le deputate
dell'Ufficio di Presidenza della Camera hanno incontrato la vincitrice del premio "Alexander
Langer" 2006, l’indonesiana Ibu Robin Lim, alla presenza dell’allora
Presidente della Camera Bertinotti. Si ricorda che l’indonesiana Lim,
conosciuta anche come “ostetrica dai piedi scalzi”, è stata premiata per il suo
impegno a favore di una gravidanza sana, un parto dolce, un’accoglienza felice
del neonato e contro la malnutrizione. Dopo lo tsunami si è inoltre
instancabilmente impegnata nella ricostruzione ambientale sociale della sua
terra.
Candidatura italiana al Consiglio di Sicurezza
delle Nazioni Unite per il Biennio 2017-18
Il 12 maggio 2009 l’Italia ha presentato la propria candidatura al
Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per il biennio 2017-2018. Le
elezioni si terranno nell'autunno 2016. Attualmente sono candidati, per i due
posti a disposizione del nostro gruppo regionale, anche Paesi Bassi e Svezia.
È importante avere l’appoggio indonesiano. Al riguardo si segnala che l’Italia ha proposto all’Indonesia un accordo di reciproco sostegno con la candidatura indonesiana al Consiglio di Sicurezza per il biennio 2019-2020 e che l’Indonesia ha sinora fornito una risposta interlocutoria.
È
dunque opportuno caldeggiare la candidatura italiana presso la delegazione.
Si ricorda, infine, che nella XVI legislatura sono
stati approvati i seguenti disegni di legge di ratifica:
1.
Accordo
quadro di partenariato globale e cooperazione tra la Comunità europea e i suoi Stati
membri, da una parte, e la Repubblica di Indonesia dall'altra – 2011;
2.
Memorandum
d'Intesa tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica
indonesiana concernente l'apertura dell'Ufficio "Indonesian Trade Promotion Center" (ITPC) - 2010
Quadro interno.
L’Indonesia – con una popolazione di circa 251
milioni di abitanti – è il quarto Paese al mondo, il primo per numero di fedeli
musulmani e la terza democrazia mondiale, una democrazia giovane che, dopo le
elezioni politico-presidenziali del 2004 svoltesi per la prima volta a
suffragio universale, e le successive
del 2009, appare sempre più solida.
La
transizione dell’Indonesia alla democrazia (Reformasi)
tra la fine degli anni ‘90 e l’inizio dello scorso decennio è considerata una
storia di successo. Le ultime due
elezioni presidenziali si sono svolte in maniera regolare, senza contestazioni
di rilievo da parte dei candidati sconfitti, né rilievi da parte della comunità
internazionale o delle locali ONG. Pur in una cornice istituzionale di natura presidenziale, il Parlamento detiene poteri
significativi, segnatamente nel processo di legiferazione, anche in sede di
decretazione governativa. L’evoluzione democratica dell’ultimo decennio ha
visto altresì lo sviluppo di una stampa libera ed indipendente ed il
proliferare di ONG ed organizzazioni della società civile particolarmente
attive nel monitoraggio e scrutinio delle decisioni ed iniziative del Governo e
del Parlamento.
I dati sui
fondamentali macroeconomici del 2012 confermano l’ottima salute dell’economia indonesiana. Secondo FMI e
Banca Mondiale, dal 2008, nonostante la crisi finanziaria internazionale, il PIL del Paese, membro del G20, è cresciuto ad una media annuale del 5,9%,
con la previsione di un +6,3% per il
2013. La crescita economica è principalmente dovuta all’aumento dei consumi
interni, coniugato a politiche fiscali e monetarie ed alla solidità del sistema
bancario.
REPUBBLICA DI INDONESIA[3] |
CENNI STORICI |
L’attuale
territorio della Repubblica d’Indonesia - articolato su 17.500 isole che si
estendono lungo la linea equatoriale - corrisponde grosso modo agli ex-possedimenti coloniali olandesi nel sud-est
asiatico.
Nel
1799, dopo il fallimento della Compagnia delle Indie Orientali Olandesi, i
territori indonesiani caddero sotto l’amministrazione diretta del Governo
olandese. In seguito all’occupazione delle Indie Orientali Olandesi da parte
del Giappone nel 1942, emersero le figure di Soekarno e Mohammad Hatta, che
proclamarono l’indipendenza all’indomani della sconfitta giapponese, il 17
agosto 1945. Tuttavia, fu solo nel 1949 che l’Aja concesse ufficialmente
l’indipendenza all’Indonesia, dopo quattro anni di guerra. La regione della
Nuova Guinea venne incorporata nel 1969 col nome di Papua o Irian Jaya. Nel
1975 l’Indonesia invase gli ex possedimenti portoghesi di Timor Est, dando vita
ad una annosa controversia con le Nazioni Unite, conclusasi soltanto nel 1999 a
seguito del sanguinoso referendum che ha sancito l’indipendenza del nuovo
Stato.
I
primi 15 anni di storia dell’Indonesia, sotto la guida di Soekarno, furono
caratterizzati da una forte instabilità politica ed economica, che finì col
favorire un tentativo di colpo di stato militare nel 1965. Il Gen. Soeharto succedutogli instaurò un regime
dittatoriale durato oltre 32 anni contrassegnato da corruzione e nepotismo.
Allo stesso tempo, con l’avvento del “Nuovo Ordine”, egli condusse il Paese
verso una significativa crescita economica “controllata” ed un miglioramento
delle condizioni di vita della classe media urbana.
La
sua uscita di scena nel 1998, a seguito degli effetti della crisi finanziaria
che colpì le economie del Sudest asiatico e delle manifestazioni di piazza che
chiedevano le sue dimissioni, ha aperto al Paese una nuova fase di crescita
democratica e sociale (Soeharto è deceduto nel 2008). Al Generale sono
succeduti, in un periodo di grande incertezza e difficoltà per il Paese, il suo
stesso vice, Habibie, e poi il Presidente eletto Wahid. Nel 2001 Wahid, dopo
essere stato sottoposto a procedura di impeachment,
si dimise ed il potere passò nelle mani del Vice Presidente, Signora Megawati,
figlia di Soekarno. Quest’ultima ha guidato il Paese fino al 2004, allorché le
prime elezioni presidenziali a scrutinio universale diretto hanno visto
l’affermazione di Susilo Bambang Yudhoyono, poi rieletto nel 2009.
Con
l’elezione nel 2004 di Yudhoyono, succeduto alla presidente Megawati
Sukarnoputri, si è compiuta la prima alternanza pacifica al governo della
storia indonesiana, a suggello del processo di transizione alla democrazia
apertosi nel 1998.
Il
terribile maremoto che il 26 dicembre 2004 ha colpito la parte settentrionale
dell’isola di Sumatra (provincia di Aceh) ha provocato oltre 150.000 vittime,
danni materiali ingentissimi e la distruzione pressoché totale della rete di
infrastrutture e di trasporti via terra. Tuttavia, la tragedia ha permesso un
avvicinamento fra i ribelli di Aceh (G.A.M.), che rivendicavano l’indipendenza
della loro regione, e le autorità di Jakarta. La mediazione finlandese ha
condotto agli accordi di Helsinki (agosto 2005) in base ai quali il GAM - in
cambio della progressiva riconsegna delle armi - ha ottenuto un accentuato
regime di autonomia regionale e la graduale liberazione dei prigionieri
politici.
DATI GENERALI (stime 2013) [4] |
|
Superficie |
1.904.569 Kmq |
Capitale |
Jakarta (abitanti:9.121 milioni)
|
Abitanti |
251.160.124
|
Tasso crescita
popol. |
0,99% |
Speranza di vita |
71,9 |
Mortalità
infantile |
26,06 per 1000 |
Composizione
etnica |
Il 94% della popolazione appartiene al ceppo
etnico malese. Il restante 6% è composto da
Melanesiani (Irian, Jaya e Timor) e Cinesi, stanziati nelle aree
urbane e la cui presenza nell’economia del Paese è significativa. |
Tasso
alfabetizzazione |
90,4% |
Lingue |
La lingua nazionale è il Bahasa Indonesia (di
ceppo Malese e, come il malese, con scrittura europea). L’Inglese è diffuso
negli ambienti economico-politici ed accademici. |
Religioni
praticate |
Musulmana 86.1%, circa il 9%
cristiana (5.7% protestanti e 3% cattolici) ed il resto include Hindu
(nell’isola di Bali), Buddhisti, Confuciani ed Animisti. |
Pena di morte: mantenitore[5]
Indice di corruzione secondo il rapporto
2012 di Transparency international: 118° posto su 176 (l’Italia è al 72°)
L’Indonesia
– con una popolazione di circa 251 milioni di abitanti – è il quarto Paese al
mondo, il primo per numero di fedeli musulmani e la terza democrazia mondiale,
una democrazia giovane che, dopo le elezioni politico-presidenziali del 2004
svoltesi per la prima volta a suffragio universale, appare sempre più solida.
Cariche dello Stato |
|
Presidente della
Repubblica e Capo del Governo |
Susilo Bambang
YUDHOYONO (Partito
Democratico), dal 20 ottobre 2004; rieletto per un secondo mandato il 20
ottobre 2009 Yudhoyono è
stato eletto per la prima volta con elezioni a suffragio universale diretto
nell’ottobre 2004. Prima del 2004 il Capo dello Stato e di Governo veniva
eletto dall’Assemblea Consultiva del Popolo (MPR). |
Vice Presidente |
Boediono (Indipendente)
Boediono è stato
Governatore della Banca centrale |
Presidente
dell’Assemblea Consultiva del Popolo (Majelis Permusyawaratan Rakyat - MPR), che raggruppa la Camera dei Rappresentanti del Popolo e la Camera dei
Rappresentanti delle Regioni. |
Taufiq Kiemas
|
Presidente della
Camera dei Rappresentanti del Popolo (Dewan Perwakilan Rakyat - DPR) |
Marzuki Alie (Partito Democratico)
|
Presidente della
Camera dei Rappresentanti delle Regioni (Dewan Perwakilan Daerah - DPD) |
Irman Gusman (Indipendente)
|
Ministro degli
Esteri |
Raden Mohammad Marty
Muliana Natalegawa
|
Scadenze elettorali |
|
Elezioni Legislative |
2014 (ultime 9 aprile
2009) |
Presidenza della
Repubblica |
2014 (ultime 8 luglio
2009)
|
QUADRO POLITICO |
Governo in carica
Il voto
del 2009 ha confermato il Presidente uscente Susilo Bambang Yudhoyono con il
60% dei voti. Il 22 ottobre 2009 il Presidente Yudhoyono ha presentato il suo
nuovo governo “Indonesia Unita”. Il governo è una coalizione formata oltre che
dal Partito Democratico di cui è leader, dal Golkar, dal Partito del Risveglio
Nazionale (PKB), dal Partito del Mandato Nazionale (PAN), dal Partito Unito per
lo Sviluppo (PPP) e dal Partito della Giustizia (PKS).
Composizione del Parlamento
In
seguito alle elezioni legislative dell’aprile 2009 la Camera dei Rappresentanti
del Popolo[6] (Dewan Perwakilan Rakyat) è così
composta:
PARTITI |
SEGGI 2009 |
SEGGI 2004 |
Partito Democratico del Presidente Yudhoyono |
148 |
56 |
Golkar (ex partito di maggioranza ai tempi della
dittatura di Suharto), nazionalista |
108 |
127 |
Partito Democratico Indonesiano della Lotta
(PDI-P), della ex Presidente Megawati, di matrice nazionalista |
93 |
109 |
Partito Prosperità e Giustizia PKS di matrice
islamica |
59 |
45 |
Partito del Mandato Nazionale (PAN), di matrice
islamica |
42 |
53 |
Partito Unito per lo Sviluppo (PPP), islamico
moderato |
39 |
58 |
Partito Nazionale del Risveglio (PKB) dell’ex
Presidente Wahid, di matrice islamica |
26 |
52 |
Partito del Movimento per una Grande Indonesia
(Gerindra) , si rifà all’ideologia della Pancasila (vedi infra) |
30 |
|
Partito della Coscienza popolare (Hanura) dell’ex
Generale Wiranto, si ispira all’ideologia della Pancasila |
15 |
|
Altri |
|
|
TOTALE |
560 |
|
Le donne
sono 104, ovvero il 18,57%[7].
QUADRO ISTITUZIONALE |
Sistema politico
L’Indonesia è una Repubblica presidenziale.
La Costituzione
del 1945 si fonda su 5 principi fondamentali (monoteismo, umanitarismo, unità
nazionale, democrazia rappresentativa e giustizia sociale) che definiscono
l’ideologia nazionale, cosiddetta Pancasila.
Le
riforme costituzionali del 2002
Nell’agosto 2002 l’Assemblea Consultiva del Popolo ha approvato alcune
importanti modifiche del dettato costituzionale. In particolare, è stata introdotta l’elezione diretta, a doppio
turno, del Presidente della Repubblica (che
è anche capo dell’esecutivo) e del suo Vice, che erano eletti dall’Assemblea
Consultiva stessa. Il nuovo sistema è
stato applicato a partire dalle elezioni presidenziali del 2004. L’Assemblea ha altresì deciso di abolire la quota di seggi parlamentari
riservati alle Forze Armate e alla Polizia, e di istituire una seconda Camera
in rappresentanza delle Regioni che dovrebbe servire a rafforzare il
decentramento amministrativo e contenere le spinte secessioniste.
Presidente della Repubblica
Il
Presidente della Repubblica è anche Capo del Governo. Il Presidente è
eletto, insieme al Vice Presidente, dal corpo elettorale. Il Presidente della Repubblica rimane in
carica cinque anni e può essere
rieletto una sola volta. In qualità di Capo
del Governo, nomina (previo accordo con la Camera dei Rappresentanti) e
revoca i Ministri oltre ad avere un potere di veto sulle leggi votate dalla
Camera dei Rappresentanti del Popolo. Ha il comando supremo delle forze armate;
previo accordo della Camera dei Rappresentanti dichiara la guerra; stipula i
trattati di pace e tutti i trattati internazionali; concede la grazia.
Il Parlamento
La Camera bassa è la Camera dei Rappresentanti del Popolo (Dewan Perwakilan Rakyat - DPR)
è composta da 560 membri[8] (eletti con
sistema proporzionale e liste di partito; con un emendamento approvato nel 2008
è stata introdotta una soglia di sbarramento del 2,5%) che restano in carica 5
anni. Sono previste quattro sessioni annuali per un periodo che copre i tre
mesi. Spetta alla Camera dei Rappresentanti il potere di legiferare, di determinare
il bilancio e di verificare l’applicazione delle leggi da parte del governo.
L’iniziativa
legislativa spetta ai membri della Camera dei Rappresentanti del Popolo (almeno
10), nonché al Governo. Il procedimento legislativo prevede una prima lettura in
Commissione, senza votazioni, e una seconda lettura in aula per l’approvazione.
La legge, una volta approvata è promulgata dal Presidente della Repubblica.
La
Camera alta è la Camera dei
Rappresentanti delle Regioni (Dewan
Perwakilan Daerah - DPD) o Consiglio
Legislativo , che è un organo
consultivo, è stata introdotta con le modifiche costituzionali del 2002
ed è rappresentativa degli interessi regionali; ad essa è attribuito un potere
di iniziativa legislativa nelle materie a rilevanza regionale. Si compone di 128 membri (4 deputati per ciascuna
delle 32 province indonesiane) eletti dai cittadini per un mandato di 5 anni;
non è prevista affiliazione partitica.
Le
due Camere si riuniscono congiuntamente una volta l’anno per dibattere i
maggiori temi del Paese nonché per sanzionare l’investitura presidenziale e del
nuovo esecutivo. In tale formato,
esse costituiscono il terzo organo
legislativo del Paese: l’Assemblea
Consultiva del Popolo (Majelis
Permusyawaratan Rakyat - MPR).
Il Presidente della MPR è Taufiq Kiemas
(PDI-P). All'Assemblea Consultiva del Popolo, considerata la più alta
istituzione del Paese, appartiene
inoltre il potere di emendare la Costituzione. Le modifiche costituzionali devono essere votate almeno dai due terzi dei deputati presenti e alle
sedute devono partecipare i due terzi degli aventi diritto.
La
Camera dei Rappresentanti Indonesiana
(DPR) si compone di undici Commissioni con il compito
di discutere le questioni relative
alle loro aree di competenza per
formulare i testi di legge da presentare alla sessione
plenaria.
Le
commissioni sono le seguenti:
Nel redigere la Costituzione
indonesiana nel 1945, i padri fondatori avevano scelto come sistema politico
dello Stato quello democratico sotto la guida dei Pancasila[9], ovvero i cinque i principi
fondamentali ispiratori della filosofia dello Stato: monoteismo, umanitarismo, unità nazionale, democrazia rappresentativa e
giustizia sociale. Ne consegue che nel preambolo della Costituzione del
1945 si prevede che "la democrazia è guidata dalla saggezza interiore del
potere consultivo/rappresentativo". Inoltre, la Costituzione prevede che
la sovranità del popolo sia rappresentata dal Parlamento nazionale e da quello
locale che, insieme con il governo, “incarnano i valori democratici e
favoriscono l'aspirazione del popolo in conformità alle esigenze ed allo
sviluppo delle persone”. Nel 2002 la costituzione è stata profondamente
emendata, soprattutto al fine di riorganizzare la legislatura indonesiana.
Per
l’elettorato attivo sono richiesti i 17 anni di età, che si estende anche a
minori di 17 anni qualora questi siano sposati.
Organizzazione
amministrativa dello Stato
La
Costituzione prevede, altresì, un'organizzazione
regionale dello Stato; infatti, il territorio nazionale è suddiviso in
province a loro volta organizzate in unità amministrative regionali, ciascuna
con un proprio governo locale e una propria assemblea legislativa elettiva.
Sistema giudiziario
E’
articolato su tre livelli: Il Tribunale Distrettuale, la Corte d’Appello e la
Corte Suprema, con giurisdizione sia civile che penale. E’ stata istituita una
Corte Costituzionale. Esistono altresì un Tribunale Speciale (Amministrativo,
Religioso e Commerciale) e un Tribunale militare. Di rilievo la recente riforma
che ha posto sotto il diretto controllo della Corte Suprema tutte le questioni
attinenti alla organizzazione delle corti ed alla gestione dei magistrati,
sottraendole al controllo dell’esecutivo. Essa ha inoltre stabilito il
progressivo controllo della stessa Corte sul Tribunale Speciale e su quello Militare.
Gruppi politici di pressione
A
parte alcune lobbies economiche (soprattutto di etnia cinese)
trasversalmente legate al vecchio regime e in parte al nuovo Governo, i gruppi
di pressione più rilevanti sono i tuttora potenti vertici delle Forze Armate
(TNI) ed i movimenti islamici, in particolare le due grandi
organizzazioni moderate: Nahdlatul Ulama e Muhammadiyah, (in precedenza guidate
rispettivamente dall’ex Presidente Wahid e da Amien Rais).
ATTUALITA’ DI POLITICA INTERNA |
L’Indonesia
è il quarto Paese al mondo per popolazione, il primo per numero di fedeli
musulmani e la terza maggiore democrazia.
La transizione dell’Indonesia alla democrazia (Reformasi) tra la fine degli anni ‘90 e
l’inizio dello scorso decennio è considerata una storia di successo. Le ultime due elezioni presidenziali si sono
svolte in maniera regolare, senza contestazioni di rilievo da parte dei
candidati sconfitti, né rilievi da parte della comunità internazionale o delle
locali ONG. Pur in una cornice istituzionale di natura presidenziale, il Parlamento detiene poteri
significativi, segnatamente nel processo di legiferazione, anche in sede di
decretazione governativa. L’evoluzione democratica dell’ultimo decennio ha
visto altresì lo sviluppo di una stampa libera ed indipendente ed il
proliferare di ONG ed organizzazioni della società civile particolarmente
attive nel monitoraggio e scrutinio delle decisioni ed iniziative del Governo e
del Parlamento. Numerosi i partiti politici emersi dalla Reformasi, anche se - in un contesto culturale in cui l’esercizio
politico è anzitutto ricerca del “consenso” - privi di precise connotazioni di
orientamento ideologico o di programma (fatta eccezione, parzialmente, per
alcuni partiti di ispirazione islamica). L’assenza di una chiara identità
ideologica e programmatica dei partiti unita alla continua e faticosa ricerca
del consenso fanno sì che i partiti stessi spesso siano un elemento di
appensantimento nel processo decisionale piuttosto che un fattore di stimolo e
impulso per l’ammodernamento del Paese.
A fronte del sostanziale successo, finora, dell’esperimento
democratico indonesiano, sussistono tuttavia problemi e difficoltà nella
governance generale del Paese, problemi ereditati dalla dittatura di Suharto,
ma che non hanno ancora trovato soluzione in seno alle istituzioni
democratiche: l’amministrazione della giustizia resta debole, priva di risorse
e soggetta a forti condizionamenti di natura politica ed economica; la
corruzione è endemica a tutti i livelli dell’organizzazione dello Stato, anche
se negli ultimi anni le autorità hanno varato misure di contrasto importanti;
la pubblica amministrazione è poco efficiente, priva di risorse adeguate, e
demotivata; il processo di decentralizzazione, lanciato nei primi anni della
transizione democratica, non ha ancora prodotto gli incrementi di efficienza
attesi, creando anzi nuove sacche di corruzione e politiche di rent-seeking. A ciò è necessario aggiungere la sussistenza
di focolai di tensione nel Paese: dal rischio di una ripresa della violenza in
Aceh, alle istanze indipendentiste in Papua, dal terrorismo di matrice islamica
alla minaccia sempre incombente di scontri e violenze sul crinale delle
divisioni etniche e religiose nel Paese.
Pur nelle inevitabili debolezze di un’esperienza democratica
ancora giovane, in una valutazione della governance
in Indonesia va tuttavia riconosciuto alle forze politiche che si sono
succedute al governo del Paese la capacita’ di tenere insieme un Paese che
sembrava alla fine degli anni ‘90 sull’orlo dello smembramento, di non
abbandonare l’indirizzo democratico, e di garantire una crescita economica
significativa nella sostanziale stabilità politica.
L’attuale
Presidente della Repubblica Yudhoyono, eletto per la prima volta nel 2004, è
stato rieletto nel 2009, riportando il 60% dei consensi, e resterà in carica
sino al 2014. Sin dal suo primo mandato, Yudhoyono ha compiuto alcune scelte coraggiose, che gli hanno guadagnato consensi e credibilità
internazionale, come la lotta determinata contro il terrorismo islamico ed i
negoziati di pace con il movimento separatista della provincia di Aceh.
Tuttavia, a seguito dei casi di corruzione che negli ultimi anni hanno
indebolito il Partito Democratico, creatura politica di Yudhoyono,
quest’ultimo, in vista delle elezioni del 2014, ne ha assunto la guida
nell’aprile 2012, rafforzandone così il profilo dinastico, alla luce della
carica di Segretario Generale esercitata dal figlio Edhi. Oltre a quest’ultimo,
al momento, i possibili candidati presidenziali sono il Ministro del Commercio
Wirjawan ed il Governatore di Jakarta Jokowi, la figura politica più popolare
del Paese.
La
devozione islamica ha gradualmente guadagnato segmenti della società
indonesiana, sempre più sensibile alla propaganda dei gruppi radicali. La presenza
di tendenze estremiste minaccia la cultura tollerante indonesiana e l’immagine
del Paese, tradizionalmente considerato un esempio di Islam moderato. Il
principale gruppo terroristico è la Jemaah Islamiyah, considerato il braccio di
Al Qaeda nel Sud-Est Asiatico. Diverse problematiche rendono l’Indonesia
vulnerabile e bisognosa di assistenza da parte della Comunità internazionale
per combattere il fenomeno terroristico: vastità geografica e quindi presenza
di molteplici potenziali obiettivi sensibili; scarsezza di risorse del governo
centrale; collocazione geo-politica e contiguità con bacini a rischio quali il
Sud della Thailandia ed il Sud delle Filippine. Un valido strumento per portare
avanti progetti di formazione nella lotta al terrorismo nel Paese è il Jakarta Centre for Law Enforcement
Cooperation, che canalizza gran parte dei progetti a livello bilaterale.
QUADRO ECONOMICO |
PRINCIPALI INDICATORI ECONOMICI (2012) |
|
PIL |
1.237 miliardi
dollari USA (2012) |
PIL pro capite, a parità di potere di
acquisto |
5.100 dollari USA (2012) |
Crescita PIL (%) |
6,2% |
Composizione per settore |
agricoltura
15,4%; industria 46,5%; servizi 38,1% |
Comparto agricolo |
riso, tapioca,
gomma, cacao, caffè, olio di cocco, copra; pollame, bovini, suini |
Comparto industriale |
petrolio e gas
naturale; tessile, abbigliamento e calzaturiero; mineraria, cemento,
fertilizzanti chimici, gomma, turismo |
Tasso povertà |
11,7 % |
Inflazione (%) |
4,5% |
Tasso di disoccupazione |
6,1% |
Debito pubblico |
24.8% PIL (2012) |
Debito estero |
251.2 miliardi
di dollari USA (2012) |
Fonti: Ministero Affari esteri; The Cia
Worldfactbook 2012 |
I dati sui fondamentali macroeconomici del
2012 confermano l’ottima salute
dell’economia indonesiana. Secondo FMI e Banca Mondiale, dal 2008,
nonostante la crisi finanziaria internazionale, il PIL del Paese, membro del G20, è cresciuto ad una media annuale del 5,9%, con la previsione di un +6,3% per il 2013. La crescita
economica è principalmente dovuta all’aumento dei consumi interni, coniugato a
politiche fiscali e monetarie ed alla solidità del sistema bancario, gli
investimenti stranieri e la crescita delle esportazioni.
Il Presidente indonesiano Yudhoyono ha
ripetutamente affermato che il governo indonesiano punta sull'economia 'verde'
per rafforzare la crescita e che è prevista una crescita del PIL fino a 7 punti
percentuali entro il 2020, grazie agli investimenti in energia pulita. Secondo
Yudhoyono nella restante parte del suo mandato, fino al 2014, il PIL crescerà
fino al 6,6%.
A loro volta gli esperti della Banca
Mondiale hanno sostenuto, nel'Global Development Horizons 2011 - Multipolarity:
The New Global Economy', che l’Indonesia sia uno dei Paesi con le maggiori
potenzialità di crescita nei prossimi decenni. L'Indonesia, infatti, ha
indiscusse potenzialità sia da un punto di vista economico-finanziario (ampie
risorse naturali, vastissimo mercato interno e crescita) che
strategico-politico (terza democrazia al mondo per numero di abitanti e il
Paese laico con la più grande popolazione musulmana del pianeta). Tuttavia,
secondo molti esperti locali ritengono che la situazione non sia poi così
positiva e puntano l’accento sul rallentamento del processo di
democratizzazione, sulla corruzione sul ritorno delle vecchie elite al potere e
sulle disparità tra i cittadini.
Restano
tuttora da risolvere nodi quali l’adeguamento delle infrastrutture alla
capacità di sviluppo del paese e la riduzione dei sussidi pubblici ai
carburanti ed all’energia elettrica (che assorbono il 3% del PIL), da
finanziare in primis con l’ampliamento dell’ancora limitata base fiscale (le
tasse sul reddito rappresentano infatti solo
il 15% del PIL). Inoltre, resta attuale nell’agenda governativa
l’obiettivo di ricondurre il tasso di povertà dell’8-10% entro il 2014,
rispetto all’attuale 12% (circa 30 milioni di abitanti).
Nel 2011 il Presidente Yudhoyono ha lanciato il Master Plan for the Acceleration and
Expansion of Indonesia’s Economic Development 2011-2015. L’obiettivo
del Governo è di garantire una crescita a ritmi costanti del 7-8%, al fine di
far diventare l’Indonesia la decima economia mondiale entro il 2025.
Rappresentanze diplomatiche
Ambasciatore
d’Italia a Jakarta |
Federico FAILLA (dall’agosto 2011) |
Ambasciatore d’
Indonesia a Roma |
August PARENGKUAN (dall’11 dicembre 2012) |
XVII Legislatura
Incontri delle
Commissioni |
Il 24 giugno 2013 una
delegazione della IX Commissione della
Camera dei Rappresentanti della Repubblica di Indonesia, guidata dall’on Ribka
Tjiptaning, è stata ricevuta dal Presidente della Commissione affari
sociali, on. Pierpaolo Vargiu, e da
alcuni componenti l’ufficio di presidenza della Commissione. L’incontro aveva
come obiettivo uno scambio di informazioni sulla normativa vigente in Italia in
tema di salute ed in particolare della salute mentale, in vista dei futuri
interventi legislativi nell’ambito del Programma di legislazione nazionale
indonesiano (PROLEGNAS) per il periodo 2010-2014.
EVOLUZIONE DEI RAPPORTI PARLAMENTARI NELLE
PRECEDENTI LegislaturE
I rapporti tra i due Parlamenti sono
tradizionalmente intensi a dispetto della lontananza geografica. Le relazioni
bilaterali sono infatti caratterizzate dalla intensità e dalla costanza nel
corso delle legislature così come lo sono a livello di UIP ed in ambito
multilaterale. Infatti, nella XVI legislatura si sono avuti ben nove incontri a livello di Commissioni
parlamentari.
A livello presidenziale, si
segnala che, nella XIV legislatura,
il Presidente Casini ha incontrato il Presidente del Parlamento indonesiano,
l’11 gennaio 2005, in occasione della sua partecipazione alla cerimonia
inaugurale della XIII riunione del Forum Parlamentare dell’Asia e del Pacifico
ad Ha Long City (Vietnam).
È opportuno segnalare, inoltre, per
la sua importanza che, nel corso della XV legislatura, il 5 ottobre 2006 le deputate
dell'Ufficio di Presidenza della Camera hanno incontrato la vincitrice del premio "Alexander
Langer" 2006, l’indonesiana Ibu Robin Lim, alla presenza dell’allora Presidente
della Camera Bertinotti.
La Lim, indonesiana, conosciuta anche come “ostetrica dai piedi scalzi”,
è stata premiata per il suo impegno a favore di una gravidanza sana, un parto
dolce, un’accoglienza felice del neonato e contro la malnutrizione. Dopo lo
tsunami si è inoltre instancabilmente impegnata nella ricostruzione ambientale
sociale della sua terra.
Cooperazione
Multilaterale
Il Dialogo Eurasiatico
Dal 1996 l’Indonesia fa parte dell’ASEM (Asia Europe Meeting)[10] un forum governativo multilaterale che ha sviluppato anche un versante parlamentare rappresentato dall’Asia-Europe Parliamentary Partnership (ASEP). La cooperazione ASEM si avvale anche di una Fondazione, l’Asia-Europe Foundation (ASEF)[11], che, in passato promuoveva, tra l’altro, incontri dei giovani deputati euro-asiatici.
ASEP (Asia-Europe
Parliamentary Partnership)
L’ASEP rappresenta il
versante parlamentare dell’ASEM[12]. Le riunioni
hanno cadenza biennale. L’ultima riunione dell’ASEP, la settima, si è tenuta
nel Laos dal 3 al 5 ottobre 2012. La
riunione è stata dedicata a: “Asia-Europe
Parliamentary Partnership for Sustainable Development”. Il Parlamento
italiano non ha partecipato.
Si segnala che il Parlamento italiano, che, secondo il regolamento,
avrebbe la priorità per ospitare la prossima riunione ASEP del 2014, ha
comunicato alla Presidenza uscente di non poter assumere impegni in tal senso a
causa delle elezioni politiche del 24-25 febbraio scorso.
Si ricorda che il
Parlamento del Belgio ha ospitato la sesta riunione, ASEP VI, che si è
svolta a Bruxelles dal 26 al 28 settembre 2010. La Camera dei
deputati è stata rappresentata dagli onorevoli Lino Duilio (PD) e Alberto
Torazzi (Lega Nord Padania). Al termine della riunione è stata approvata
una dichiarazione finale, che è stata sottoposta al Vertice ASEM, tenutosi a
Bruxelles dal 4 al 5 ottobre 2010. Le
precedenti riunioni ASEP si sono tenute:
§
la quinta (ASEP V) a Pechino dal 18 al 20 giugno
2008 (la Camera non ha partecipato)
§
la quarta (ASEP IV) a Helsinki (Finlandia) dal 4 al
6 maggio 2006 in occasione della quale è stato approvato il regolamento
dell’ASEP;
§
la terza (ASEP III) ad Hue City, in Vietnam, dal 25
al 27 marzo 2004;
§
la seconda (ASEP II) a Manila, nelle Filippine, dal
26 al 28 agosto 2002;
§
la prima (ASEP I) a Strasburgo, presso il
Parlamento europeo, nel 1996. In questo caso si trattava di un incontro
propedeutico e nell’incontro, peraltro, erano stati coinvolti solo i Parlamenti
dei 10 Paesi asiatici e il Parlamento europeo.
ASEF[13]
L’Asia-Europe Foundation (ASEF), è stata istituita
nel 1997 con lo scopo di favorire l’interscambio culturale e intellettuale
fra Europa ed Asia e di promuovere una
maggiore comprensione tra i popoli dei due continenti. La Fondazione, con sede a Singapore, gestisce
una serie di attività articolate in specifici programmi. In particolare,
l’iniziativa dei giovani parlamentari
eurasiatici, Asia Europe Young
Parlamentarians Meeting (AEYPM), che qualifica, assieme al Seminario dei Giovani Leaders dell’Asia
e dell’Europa (AEYLS), la sezione politica di tali attività.
Giova sottolineare, tuttavia, mentre nei primi anni di attività tali incontri venivano
organizzati regolarmente, dopo l’ultimo incontro, il sesto, dei giovani
parlamentari eurasiatici (AEYPM6), che si è svolto a L’Aja dal 28 febbraio al 3
marzo 2007[14] (la Camera è
stata rappresentata dall’On. Sandro Gozi), non sono stati organizzati altri
incontri.
Si ricorda
che il Parlamento indonesiano aveva
ospitato, a Bali, un incontro dei giovani parlamentari eurasiatici dal 1° al 4
novembre 2001.
PRECEDENTI
LEGISLATURE
Nel corso della XVI legislatura si sono avuti
ben nove incontri, tutti a livello
di Commissioni parlamentari:
Unione interparlamentare (UIP )
In ambito UIP[15] opera la Sezione di amicizia Italia-Asia sud-orientale,
Oceania, Pacifico, Antartide, (di cui fa parte anche l’Indonesia), presieduta nella XVI legislatura dall’On. Roberto
Antonione (PLI) e composta dagli onn. Sesa Amici (PD), Emerenzio Barbieri
(PdL), Claudio D’amico (LNP), Marco Fedi (PD), Osvaldo Napoli (PdL), Antonio
Razzi (PT), e dai senn. Barbara Contini (FLI), Gianpiero D’Alia (Udc-Svp-Aut:
Uv-Maie-Is-Mre), Alberto Filippi (Cn-Io Sud-Fs).
L’8 novembre 2011 una delegazione del Gruppo
interparlamentare indonesiano per la cooperazione, guidata dall’onorevole
Timo Pangerang e composta da diciannove membri, è stata in visita presso
la Camera dei deputati ed ha incontrato il Presidente del Gruppo Italiano
dell’Unione Interparlamentare, on. Antonio Martino, e i membri della Sezione
di amicizia Italia-Asia sud-orientale, Oceania, Pacifico, Antartide.
Dal
29 aprile al 4 maggio 2007
l’Indonesia ha ospitato nell’Isola di Bali
la 116ma Assemblea
dell'Unione Interparlamentare.
Attività Parlamentare svolta nella XVI legislatura
DISEGNI DI LEGGE DI RATIFICA
Legge n. 192/11 del 27 ottobre 2011, GU n. 273 del 23
novembre 2011 Ratifica ed esecuzione dell'Accordo quadro di partenariato
globale e cooperazione tra la Comunità europea e i suoi Stati
membri, da una parte, e la Repubblica di Indonesia dall'altra, con
Atto finale, fatto a Giacarta il 9 novembre 2009.
Legge n. 82/10 del 13 maggio 2010, GU n. 132 del 9
giugno 2010. Ratifica ed esecuzione del Memorandum d'Intesa tra il Governo
della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica indonesiana concernente
l'apertura dell'Ufficio "Indonesian
Trade Promotion Center" (ITPC), fatto a
Jakarta il 10 marzo 2008.
Si segnala, in proposito, l’Ordine del Giorno 9/3082/1, accolto dal
governo, presentato dall’On. Stefano Stefani il 9 marzo 2010, che con
riferimento alla ratifica del Memorandum d'intesa tra Italia e Indonesia
concernente l'apertura dell'Ufficio «Indonesian
Trade Promotion Center» (ITPC) a Milano, impegna il Governo a garantire al
più presto agli operatori italiani analoga assistenza commerciale in Indonesia,
atta a corrispondere all'auspicato incremento dell'interscambio, apprestando
ogni idonea misura organizzativa.
****
Nella XV legislatura si segnala la
partecipazione, in rappresentanza della Camera, dell’onorevole Grazia Francescato (Verdi) alla 13ma
Sessione della Conferenza delle Parti relativa alla Convenzione quadro delle Nazioni
Unite sui cambiamenti climatici che si è svolta a Bali dall’11 al
14 dicembre 2007.
****
Per quanto riguarda la XIV legislatura, è opportuno
menzionare che l’11 gennaio 2005, in occasione della sua partecipazione alla
cerimonia inaugurale della XIII riunione del Forum Parlamentare dell’Asia e del
Pacifico ad Ha Long City (Vietnam), il Presidente Casini ha incontrato il
Presidente del Parlamento indonesiano.
Il Presidente Casini era stato,
altresì, invitato a effettuare una visita ufficiale in Indonesia.
Una delegazione della Camera dei
Rappresentanti (Dewan Perwakilan Rakyat), guidata dal Vice Presidente Widjaja,
ha incontrato l’allora Vice Presidente Fabio Mussi il 15 novembre 2001. Nel corso
dell’incontro è emerso che l’Indonesia si stava apprestando a modificare
l’assetto istituzionale e considerando, in particolare, la possibilità di
introdurre l’elezione diretta del Presidente della Repubblica[16].
Ignatius Mulyono è nato a SURAKARTA (Indonesia) il
17 aprile 1945, di religione cattolica, laureato.
Esperienza politica
1998-2001: parlamentare
2001-2004: esperto dello Staff della III
Commissione parlamentare
2004-2009: parlamentare
2009-2014: parlamentare, presidente del Consiglio
legislativo
Esperienza professionale
Capo della KONI,
società del nord del Sumatra
di pugilato dilettantistico e presidente della Daily Pengda Pertina e della Daily
Central Pertina.
Dimyati Natakusumah è nato a
Tangerang (Indonesia) il 17 settembre 1966, di religione islamica, laureato in
scienze politiche presso l’Università Indonesia, di Pasundan e di Padjadjaran.
Presidente della Rizka Carlita Utama e Direttore di
un istituto di formazione professionale sulle competenze informatiche.
Esperienze precedenti
2000-2010: provincia di Pandeglang del Banten
2009-2014: parlamentare
Presidente della Kadin Pandeglang, della Gapensi e
della Hipmi del Giava occidentale
Esperto dell’assemblea per il Partito Unito per
lo Sviluppo della Regione di Banten
Presidente del Partito Unito per
lo Sviluppo della Regione di Banten
Presidente del Koni Pandeglang della Regione di Banten
1. Dimyati Natakusumah, parlamentare, capo della
Delegazione (Partito Unito dello Sviluppo, islamico moderato)
2. Ignatius Mulyono, parlamentare, capo del Consiglio legislativo (Partito Democratico del Presidente Yudhoyono)
3. Anna Mu’awanah, parlamentare, Vice capo del Consiglio legislativo (Partito Nazionale del Risveglio, dell’ex Presidente Wahid, di matrice islamica)
4. Sunardi Ayub, parlamentare, Vice capo del Consiglio legislativo (Hanura, Partito della Coscienza popolare, dell’ex Generale Wiranto,
si ispira all’ideologia della Pancasila)
5. Harry Witjaksono, parlamentare (Partito Democratico del Presidente Yudhoyono)
6. Didi Irawadi Syamsuddin, parlamentare (Partito Democratico del Presidente Yudhoyono)
7. Taufik Hidayat, parlamentare (Partito Golkar, ex partito di maggioranza ai tempi della dittatura
di Suharto, nazionalista)
8. Ali Wongso Halomoan Sinaga, parlamentare (Partito
Golkar, ex partito di maggioranza ai tempi della dittatura
di Suharto, nazionalista)
9. Rusli Ridwan, parlamentare (Partito del Mandato Nazionale, di matrice islamica)
10. Ahmad Yani, parlamentare (Partito Unito dello
Sviluppo, islamico moderato)
11. Djamal Aziz, parlamentare (Hanura, Partito della Coscienza popolare, dell’ex Generale Wiranto,
si ispira all’ideologia della Pancasila)
12. Tri Budi Utami, segretaria della Delegazione
13. Ahmad Yani, segretaria della Delegazione
14. Arwani, esperto
Per l'Ambasciata Indonesiana saranno
presenti:
1.
S.E. August Parengkuan, l'Ambasciatore
2.
Gulfan Afero, Ministro Consigliere per affari politici
3.
Vivi Feriany, Terzo Segretario per affari politici
4. Ika
Rochmawati, interprete
[1] Pancasila
è un termine derivante dalla lingua sanscrita, dove panca sta per cinque
sensi, mentre sila sono i principi. Rappresenta, quindi, i
cinque principi fondamentali che esprimono l’ideologia nazionale su cui si basa la Costituzione del 1945: monoteismo,
umanitarismo, unità nazionale, democrazia rappresentativa e giustizia sociale.
[2] La
riforma del 2002 ha abolito i 38 seggi assegnati alle Forze armate e alla
Polizia.
[3] Fonti:The
CIA Worldfactbook 2013, Unione Interparlamentare, Ministero degli Affari
esteri, fonti di stampa.
[4] Fonti: The CIA
WorldFactoBook 2013, Unione Interparlamentare, Ministero degli Affari esteri,
fonti di stampa.
[5] Secondo il Rapporto 2013 di Amnesty International,
“La situazione dei diritti umani nel mondo”, riguardo all’Indonesia si ricorda
che per il quarto anno consecutivo non ci sono state notizie di esecuzioni.
Tuttavia durante l’anno sono state comminate almeno 12 condanne a morte e
almeno 130 persone erano in attesa di esecuzione. A ottobre 2012 la Corte
suprema ha commutato la condanna a morte di un trafficante di droga, risalente
ad agosto 2011, con la motivazione che “la pena capitale costituisce una
violazione dei diritti umani e della Costituzione”. Sempre a ottobre, e stato
annunciato che il presidente aveva commutato 19 condanne a morte tra il 2004 e
il 2011.
[6] Fonte: UIP.
[7] Fonte UIP. Si ricorda nel Parlamento italiano le donne
sono 290, di cui 92 al Senato (28.84%) e 198 alla Camera (31.43%).
[8] La
riforma del 2002 ha abolito i 38 seggi assegnati alle Forze armate e alla
Polizia.
[9] Pancasila
è un termine derivante dalla lingua sanscrita, dove panca sta per cinque
sensi, mentre sila sono i principi. Rappresenta, quindi, i
cinque principi fondamentali che esprimono l’ideologia nazionale su cui si basa la Costituzione del 1945: monoteismo,
umanitarismo, unità nazionale, democrazia rappresentativa e giustizia sociale.
[10] Il processo intergovernativo ASEM (Asia Europe Meeting), è stato avviato nel 1996 tra i 15 Paesi membri
dell'Unione europea e 10 Paesi dell'area asiatica (Brunei, Cina, Corea del
Sud, Filippine, Giappone, Indonesia, Malesia, Singapore, Thailandia e Vietnam).
In occasione del Vertice di Hanoi dell’ottobre 2004 sono entrati a far
parte dell’organismo di cooperazione eurasiatico altri 13 paesi: Cambogia,
Cipro, Repubblica ceca, Estonia, Laos, Lettonia, Lituania, Malta,
Myanmar/Birmania, Polonia, Slovacchia, Slovenia e Ungheria. Al vertice ASEM di
Helsinki del 2006 era stato deciso di allargare la cooperazione a:
Bulgaria, Romania, India, Pakistan, Mongolia e al Segretariato ASEAN (Association
of South East Asian Nations). Tale allargamento è stato formalizzato in
occasione del vertice ASEM di Pechino del 24 e 25 ottobre 2008 a cui tali paesi
hanno partecipato per la prima volta. Nel corso del Vertice ASEM del 2010 Australia, Nuova Zelanda e Federazione Russa, hanno partecipato per
la prima volta all’esercizio e ne sono divenuti pertanto membri. Si segnala che alla riunione dell’ASEP del 2010
parlamentari del Parlamento australiano e della Camera dei rappresentanti
neozelandese, nonché del Parlamento russo, sono stati invitati a partecipare
come osservatori.
[11] L’Asia-Europe Foundation
(ASEF), è stata istituita nel 1997 con lo scopo di favorire l’interscambio
culturale e intellettuale fra Europa ed Asia e di promuovere una maggiore
comprensione tra i popoli dei due continenti. La Fondazione, con sede a
Singapore, gestisce una serie di attività articolate in specifici programmi. In
particolare, l’iniziativa dei giovani
parlamentari eurasiatici, Asia Europe Young Parlamentarians Meeting (AEYPM),
che qualifica, assieme al Seminario dei Giovani Leaders dell’Asia e dell’Europa
(AEYLS), la sezione politica di tali attività. Tuttavia, in questi ultimi anni non vi sono stati incontri.
L’ultimo incontro, il sesto, dei giovani parlamentari eurasiatici (AEYPM6), si
è svolto a L’Aja dal 28 febbraio al 3 marzo 2007. Il precedente incontro dei
Young Parliamentarians Meeting dell’ASEF, il quinto, si è svolto a Guilin
(Cina) dal 23 al 26 ottobre 2003. Nell’ottobre 2002 la riunione dei giovani
parlamentari è stata invece ospitata dalla Camera dei deputati a Venezia.
In precedenza i giovani parlamentari eurasiatici si sono incontrati, nel
novembre 1998, a Cebu nelle Filippine, nell’aprile 2000 a Cascais in Portogallo
e, nel novembre 2001 a Bali in Indonesia.
[12] Si
segnala che il Parlamento del Myanmar/Birmania nel 2012, ha preso parte per la prima volta
alla riunione dell’ASEP; in occasione della riunione di Helsinki del maggio
2006 si erano infatti opposti alla sua partecipazione i rappresentanti dei
Parlamenti dell’UE.
[13] L’Asia-Europe
Foundation (ASEF), è stata istituita nel 1997 con lo scopo di favorire
l'interscambio culturale e intellettuale fra Europa ed Asia e di promuovere una
maggiore comprensione tra i popoli dei due continenti.
[14] Il
precedente incontro dei Young Parliamentarians Meeting dell’ASEF, il quinto, si
è svolto a Guilin (Cina) dal 23 al 26 ottobre 2003. Nell’ottobre 2002 la
riunione dei giovani parlamentari è stata invece ospitata dalla Camera dei
deputati a Venezia. In precedenza i giovani parlamentari eurasiatici si sono
incontrati, nel novembre 1998, a Cebu nelle Filippine, nell’aprile 2000 a
Cascais in Portogallo e, nel novembre 2001 a Bali in Indonesia.
[15] Era pervenuta alla Camera nel febbraio 2008 una lettera dell’on.
Agung Laksono, allora Presidente della Camera dei Rappresentanti, indirizzata
all’allora Presidente Bertinotti nella quale presentava la propria candidatura
alla IPU. Tuttavia, in occasione della
119° riunione plenaria dell’Unione interparlamentare, che si è svolta a Ginevra
dal 13 al 15 ottobre 2008, è stato eletto Presidente della IPU Theo-Ben
Gurirab, Speaker dell’Assemblea Nazionale della Namibia.
[16] Il
Parlamento indonesiano ha poi votato nell’agosto 2002 una riforma
costituzionale che prevede l’elezione diretta del Presidente della Repubblica.