Camera dei deputati - XVII Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Ufficio Rapporti con l'Unione Europea
Titolo: Il Partenariato transatlantico per gli scambi e gli investimenti (TTIP)
Serie: Documentazione per l'Assemblea - Esame di atti e documenti dell'UE    Numero: 13
Data: 14/06/2016

14 giugno 2016

 

n. 13

 


Stati Uniti e Unione europea sono reciprocamente i primi partner commerciali. Nel 2015 l'UE ha esportato verso gli Stati Uniti merci per circa 371 miliardi di euro e ne ha importate per circa 248 miliardi di euro. Le economie dell’UE e degli USA messe insieme rappresentano circa la metà del PIL mondiale e quasi un terzo degli scambi globali.

I negoziati per un Partenariato in materia di commercio e investimenti tra USA e UE (Transatlantic Trade and Investment Partnership - TTIP) - avviati ufficialmente in occasione del G8 del 17 giugno 2013 - sono giunti al tredicesimo round negoziale, tenutosi a New York dal 22 al 29 aprile 2016.

L’obiettivo dell’UE è quello di impegnarsi per concludere i negoziati alla fine del 2016, ma soltanto se il risultato sarà un accordo ambizioso ed equilibrato. Le parti stanno pianificando un altro round prima dell’interruzione estiva, molto probabilmente in luglio. L’obiettivo dovrebbe essere quello di proseguire il lavoro di consolidamento dei testi in tutti i settori, in modo che restino aperte un numero limitato di questioni (le cosiddette ‘square brackets’) che andranno risolte a livello politico.

Tariffe UE-USA nell’anno 2013Secondo quanto dichiarato durante una conferenza stampa il 25 aprile 2016, il Presidente Obama auspica una rapida conclusione dell’accordo, che vorrebbe portare a termine entro gennaio 2017, prima di lasciare l’incarico.

Si ricorda che il 24 giugno 2015 il Presidente Obama ha ottenuto il via libera la proposta di legge che conferisce al Presidente Obama un'autorità negoziale speciale (Trade Promotion Authority, TPA) per la conclusione di alcuni trattati commerciali. Il Presidente potrà sottoporre direttamente al Congresso gli accordi commerciali affinché siano approvati o respinti in tempi brevissimi e senza possibilità di votare emendamenti. È stata così istituita una corsia preferenziale ("fast track") che dovrebbe imprimere un'accelerazione nella conclusione degli accordi. In tale contesto, il 4 febbraio 2016 è stato firmato l’accordo sulla Trans Pacific Partnership (TPP).

Eliminazione delle tariffe e degli altri ostacoliContenuti del TTIP

L’accordo dovrebbe, tra le altre cose, intervenire nei seguenti ambiti:

·   tariffe: l'obiettivo è sopprimere tutti i dazi sugli scambi bilaterali; le barriere tariffarie transatlantiche sono relativamente basse, con una media del 5,2% per l’UE e 3,5% per gli USA, ma, in considerazione della grandezza degli scambi tra UE e USA, comportano costi non trascurabili;

·   eliminazione degli ostacoli non tariffari causati dalle differenze nella disciplina e nelle norme: circa l'80% dei vantaggi economici del TTIP deriverebbero dalla riduzione dei costi imposti dalla burocrazia e dalle disposizioni normative;

·   servizi: entrambe le parti dovrebbero aprire i loro settori dei servizi, con esclusione dei servizi pubblici. Su richiesta della Francia, è stato escluso anche il settore degli audiovisivi;

·   appalti pubblici: si aprirebbero reciprocamente i mercati relativi agli appalti pubblici. Significative nuove opportunità dovrebbero arrivare secondo la Commissione europea dall’apertura dei mercati degli appalti pubblici a tutti i livelli, senza discriminazioni per le imprese europee.

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Il possibile impatto

Impatto sul PIL delle esportazioni USA per Stato membro (%)Nelle previsioni della Commissione europea, la stipula dell’accordo potrebbe incrementare il PIL dell’UE di circa lo 0,5%, per un valore di 119 miliardi di euro l’anno; per gli USA il vantaggio viene quantificato in un aumento dello 0,4% del PIL, per un valore di 95 miliardi di euro.

Secondo la bozza dello studio sull’impatto del TTIP, realizzato dalla società di consulenza Ecorys su richiesta della Commissione europea e pubblicata il 13 maggio 2016, si prevedono moderati ma annuali vantaggi economici, in misura analoga alle previsioni della Commissione europea. Inoltre:

·        il reddito nazionale dovrebbe aumentare dello 0,3 per cento ogni anno per l'UE e anche per gli Stati Uniti;

·        si prevede che i salari dei lavoratori ad alta e bassa qualificazione salgano dello 0,5 per cento nell'Unione europea, per quanto riguarda gli USA, l’incremento dovrebbe essere dello 0,3 per cento per i lavoratori molto qualificati e dello 0,4 per cento per i lavoratori poco qualificati;

·        le esportazioni totali dovrebbero aumentare sia per la UE (+8,2 per cento) sia per gli Stati Uniti (11,3 per cento), e così anche le importazioni totali (UE +7,4 per cento e USA 4,6 per cento);

·        il commercio bilaterale dovrebbe aumentare significativamente, con un incremento del 27 per cento delle esportazioni dell'UE verso gli Stati Uniti e del 35,7 per cento delle esportazioni degli Stati Uniti verso l'UE, anche se il surplus commerciale dell'UE con gli Stati Uniti aumenterebbe in termini assoluti.

Lo studio “Stima degli impatti sull’economia italiana derivanti dall’accordo di libero scambio USA-UE” di Prometeia afferma che l’Italia sarebbe tra i paesi che maggiormente beneficerebbero in termini industriali dall’accordo TTIP, considerato il mix merceologico dell’export italiano, maggiormente esposto alla concorrenza dei paesi che hanno nel prezzo la loro maggiore leva competitiva (Cina e Messico su tutti).

Particolarmente positivi sarebbero gli effetti per tutto il comparto dei mezzi di trasporto e per i seguenti settori: meccanica, sistema moda, alimentare e bevande. Nello scenario più ottimista, il rapporto stima la possibilità di un aumento delle esportazioni italiane di merci, a prezzi costanti, pari ai due miliardi di euro. Il rapporto individua come esposte ad un possibile effetto negativo le aree della filiera chimica e farmaceutica, dell’agricoltura e dei prodotti intermedi come carta e legno, data la maggiore competitività delle merci statunitensi.

Dai dati del citato studio di Ecorys, tuttavia, l’Italia non si collocherebbe tra i Paesi che otterrebbero i maggiori vantaggi dalla conclusione del TTIP.

 

Stato dei negoziati

Il testo finale sarà verosimilmente composto da un numero di capitoli variabile tra 25 e 30, per 18 dei quali il testo è stato consolidato o è in fase avanzata di consolidamento (come da tabella allegata), vale a dire che è stato redatto un unico testo che reca le proposte formulate da entrambe le parti su una determinata questione. Ciò non significa che sia stato raggiunto l’accordo sullo specifico capitolo. Per quanto riguarda gli altri capitoli, le singole proposte sono ancora distinte o non sono ancora state presentate. Allo stato:

·   per quanto riguarda la liberalizzazione, vi è un sostanziale accordo per l’abolizione dei dazi sul 97% dei prodotti, in una cornice temporale variabile da 5 a 7 anni. Il restante 3% su cui non c’è ancora accordo riguarda prodotti “sensibili” (tra i quali, nel settore agricolo, le carni). Su tali prodotti dovrebbe esserci un regime di quote predefinite oltre le quali permarranno dazi. Su tale capitolo si mira a consolidare un testo a livello tecnico entro la fine di luglio 2016, che isoli le questioni più delicate che saranno affrontate a livello politico;

·   sono stati fatti significativi progressi nei capitoli della cooperazione in campo normativo e delle buone pratiche regolamentari, tanto che. si è deciso di consolidare i due testi. Come dichiarato dal capo negoziatore per l’UE, Ignacio Garcia Bercero, le proposte dell’UE riflettono l’impegno assunto dalla Commissaria europea per il commercio internazionale, Cecilia Malmström, per cui con il TTIP la cooperazione in campo normativo incrementerà, o al limite manterrà intatti, gli elevati standard che tutelano la salute e la sicurezza delle persone e dell’ambiente;

·   Previsioni di incremento del PIL per ogni Stato membro (in caso di accordo ambizioso)in materia di protezione degli investimenti, si ricorda che nello scorso round l’UE ha proposto il suo nuovo approccio alla protezione degli investimenti e al meccanismo di risoluzione delle controversie, su cui si è aperta la discussione. Il 16 settembre 2015 la Commissione europea ha presentato una proposta che contiene importanti elementi, tra i quali:

·        l'istituzione di un sistema giudiziario composto da un tribunale di primo grado e una corte d'appello;

·        la nomina di giudici con qualifiche di alto livello;

·        la previsione che gli arbitri, cui le parti possono decidere di ricorrere, siano scelti nell’ambito di un albo prestabilito e abbiano la qualifica per svolgere attività giurisdizionale;

·        la definizione precisa della legittimazione degli investitori ad agire di fronte al tribunale, limitata alle controversie riguardanti, ad esempio, la discriminazione sulla base di genere, razza, religione o nazionalità, l'espropriazione senza indennizzo o il diniego di giustizia.

·   sugli OGM, è stata ribadita la posizione dell’UE per cui non vi sarà possibilità per i produttori americani di esportare nel mercato europeo prodotti per i quali la normativa europea vieta l’uso di OGM; diverso è il discorso per prodotti (come ad esempio prodotti per l’alimentazione animale) per i quali la normativa europea prevede la possibilità che siano usati OGM. Resta aperta la questione di come considerare le nuove biotecnologie, se debbano essere o meno ricomprese nell’ambito della normativa europea OGM;

·    in materia di servizi, l’obiettivo dell’UE è quello di perseguire un accesso al mercato ambizioso e vantaggioso per le imprese europee. Sul tema in una dichiarazione congiunta la Commissaria Malmström e il suo omologo statunitense, Michael Froman, hanno ribadito che il TTIP salvaguarderà  le forme con cui i singoli governi nazionali decideranno di fornire servizi quali acqua, salute, istruzione e prestazioni sociali, ai propri cittadini. Sono stati fatti progressi in particolare sul mutuo riconoscimento per i servizi professionali e si è vicini a raggiungere un testo consolidato. Estese discussioni si sono tenute sul tema degli appalti pubblici. Sull’argomento si è cominciato con il consolidare i rispettivi testi, ma bisogna ancora raggiungere un livello analogo in termini di apertura dei reciproci mercati. A febbraio scorso, al momento della presentazione dell’offerta iniziale degli USA, l’UE ha manifestato la propria insoddisfazione per il fatto che le proposte statunitensi sono ancora lontane della richieste avanzate.

La seguente tabella sintetica riassume lo stato dei negoziati per ciascuno dei capitoli provvisori del futuro accordo, alla data del 27 aprile 2016.

TTIP State of Play – Text Development

 

Negotiating Area

Status

 

Agricultural Market Access

Consolidation underway

Anti-corruption

US paper

Competition

Advanced state of consolidation

Cross-Border Trade in Services (CBTS)

Consolidation underway

Customs and Trade Facilitation

Advanced state of consolidation

E-Commerce

Consolidation underway

Energy and Raw Materials (ERM)

EU paper

Financial Services

Consolidation underway

Investment Protection

EU and US proposals

Intellectual Property Rights

EU and US proposals

Legal and Institutional

US proposal

Market Access/Industrial Goods

Consolidation underway

Procurement

Consolidation underway

Regulatory Coherence

Consolidation underway

Regulatory Cooperation

Consolidation underway

Rules of Origin

Consolidation underway

Small and Medium-Sized Enterprises (SMEs)

Advanced state of consolidation

State-Owned Enterprises (SOEs)

Consolidation underway

Sanitary and Phytosanitary Measures (SPS)

Consolidation underway

State-to-State Dispute Settlement

Advanced state of consolidation

Subsidies

EU proposal

Sustainable development: Labour, Environment

EU and US proposals

Technical Barriers to Trade (TBT)

Consolidation underway

Telecom

Consolidation underway

Textiles and Apparel

US proposal

Trade Remedies

Consolidation underway

Sectors (9)

EU and US proposals and papers

 

La trasparenza dei negoziati

Nell’ambito del dibattito pubblico si è posta la questione di come contemperare la necessaria confidenzialità dei negoziati con la trasparenza e il controllo democratico, con particolare riguardo al ruolo dei Parlamenti nazionali, anche in considerazione del fatto che allo stato non è chiaro se l’Accordo avrebbe o meno natura mista, vale a dire se investa anche aspetti di competenza concorrente tra UE e Stati membri e quindi richieda la ratifica da parte di tutti gli Stati membri dell’Unione europea.

L’UE ha assunto diverse iniziative volte a diffondere informazioni e a promuovere la trasparenza dei negoziati rendendo pubblici un maggior numero di testi negoziali rispetto al passato e fornendo in un primo momento l’accesso ai testi relativi al TTIP a tutti i membri del Parlamento europeo, e non ai membri dei Parlamenti nazionali, all’interno della cosiddetta “reading room”. In seconda battuta, la Commissione europea e gli Stati Uniti hanno raggiunto un accordo in base al quale l’accesso ai documenti negoziali è stato riservato, oltre che ai parlamentari europei, ai funzionari governativi, presso le ambasciate americane dei paesi membri dell’Unione europea.

A seguito delle diverse richieste avanzate dai Parlamenti nazionali[1] e come preannunciato dalla Commissaria Malmström, in sede di audizione presso le Commissioni riunite di Camera e Senato il 26 novembre 2015, da qualche mese i testi negoziali consolidati possono essere consultati da parlamentari nazionali e funzionari governativi presso i ministeri degli Stati membri.

 Per quanto riguarda l’Italia, il Ministero per lo Sviluppo economico ha predisposto una reading room presso la sua sede centrale, operativa a partire dal 30 maggio 2016, su quattro giorni alla settimana. Vista la grande richiesta, il Mise ha reso nota la disponibilità a prolungare l’orario di consultazione rispetto a quello attuale e di incrementare le postazioni disponibili.

Tali iniziative sono state assunte anche nel tentativo di rispondere alle preoccupazioni che sono state sollevate dalla società civile e che sono concentrate in particolare – oltre che sulla mancata trasparenza e sulla difficoltà di esercitare il controllo democratico sul processo negoziale in corso - sull’abbassamento degli standard europei che tutelano la salute e la sicurezza delle persone e dell’ambiente[2].

Le conclusioni della Conferenza EUSC di maggio 2016

Il tema dell’accesso, da parte dei parlamentari, ai documenti negoziali consolidati relativi al TTIP e della esigenza della massima trasparenza sui contenuti dell’Accordo è stato oggetto di un’approfondita discussione in occasione della Conferenza dei Presidenti dei Parlamenti dell’Unione europea, svoltasi a Lussemburgo dal 22 al 24 maggio scorso.

In quella occasione si è registrata un’ampia convergenza sulla necessità che sia garantita la massima informazione ai Parlamenti sui contenuti dei trattati, come il TTIP, suscettibili di avere un impatto molto rilevante sulla vita dei cittadini.

Nelle conclusioni adottate in esito alla Conferenza si afferma, al riguardo, che i Presidenti dei Parlamenti dell’Unione europea sottolineano che l’Accordo TTIP deve essere considerato un accordo misto, in quanto investe competenze che non sono esclusivamente dell’Unione europea ma anche degli Stati nazionali, e insistono sul fatto che i Parlamenti nazionali devono essere messi in condizione di pronunciarsi sui suoi contenuti non limitandosi alla procedura della ratifica.

In tale prospettiva, l’attivazione delle sale di lettura presso gli Stati membri viene valutata, nelle conclusioni adottate dalla Conferenza, come un “primo passo” cui dovranno far seguito ulteriori iniziative volte a garantire ai Parlamenti la possibilità di pronunciarsi nel merito.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

XVII legislatura – Documentazione per l’Assemblea, n. 13, 14 giugno 2016

Il bollettino è stato curato dall’Ufficio Rapporti con l’Unione europea (' 06 6760.2145 - * cdrue@camera.it)

 



[1] Su tale aspetto la Conferenza dei Presidenti dei Parlamenti dell’UE che si è svolta a Roma il 20 e 21 aprile 2015 ha invitato la Commissione europea a garantire ai parlamentari nazionali lo stesso accesso ai documenti consentito ai parlamentari europei

[2] il 3 maggio 2016 Greenpeace ha pubblicato su un sito web della sua sezione olandese diversi documenti negoziali riservati, anche relativi alla posizione negoziale degli USA. Secondo Greenpeace, i documenti mostrerebbero i tentativi degli USA di abbassare o smantellare gli standard attuali e futuri di protezione dell’ambiente e della salute applicati in Europa e di dare alle lobby industriali e commerciali il diritto di influenzare pesantemente i meccanismi di decisione delle norme UE. In risposta, la Commissaria Malmström ha chiarito che i cosiddetti testi consolidati sono cosa diversa dal risultato finale del negoziato, dal momento che esprimono le posizioni negoziali di ciascuna parte. Secondo la Commissaria non dovrebbe sorprendere che su molti argomenti le posizioni siano differenti e che ciascuna delle parti voglia ottenere il miglior risultato possibile; tuttavia non bisognerebbe dare per scontato che l’accordo avverrà a metà strada rispetto alle due posizioni, perché su alcuni aspetti potrebbe anche non esserci l’accordo. A tale proposito, la Commissaria ha ricordato che le posizioni negoziali dell’UE sono pubbliche e dunque note a tutti. In particolare in tema di cooperazione normativa, è stato precisato che la posizione negoziale dell’UE - presentata al round di febbraio - contiene il riferimento esplicito al principio di precauzione.