Camera dei deputati - XVII Legislatura - Dossier di documentazione
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Autore: | Ufficio Rapporti con l'Unione Europea | ||
Titolo: | IL PROGRAMMA DELL'UNIONE EUROPEA PER IL 2017 Programma di lavoro della Commissione per il 2017 - Realizzare un'Europa che protegge, dà forza e difende (COM(2016)710) e relativi allegati Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea riferita all'anno 2017 (Doc. LXXXVII-bis, n. 5) | ||
Serie: | Documentazione per le Commissioni - Esame di atti e documenti dell'UE Numero: 75 | ||
Data: | 01/02/2017 | ||
Descrittori: |
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Dossier europei n. 50
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Dossier n. 75
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Introduzione e quadro istituzionale
Un nuovo impulso all'occupazione, alla crescita e agli investimenti
Proposte prioritarie in sospeso
Relazione programmatica del Governo
Un mercato unico digitale connesso
Proposte prioritarie in sospeso
Relazione programmatica del Governo
Orientamenti espressi dalla Presidenza maltese
Un'Unione dell'energia resiliente con politiche lungimiranti in materia di cambiamenti climatici
Proposte prioritarie in sospeso
Relazione programmatica del Governo
Orientamenti espressi dalla Presidenza maltese
Un mercato interno più profondo e più equo con una base industriale più solida
Proposte prioritarie in sospeso
Relazione programmatica del Governo
Un'Unione economica e monetaria più profonda e più equa
Proposte prioritarie in sospeso
Commercio: un accordo realistico e equilibrato di libero scambio con gli Stati Uniti
Relazione programmatica del Governo
Uno spazio di giustizia e diritti fondamentali basato sulla fiducia reciproca
Proposte prioritarie in sospeso
Relazione programmatica del Governo
Verso una nuova politica della migrazione
Proposte prioritarie in sospeso
Un ruolo più incisivo a livello mondiale
Relazione programmatica del Governo
Orientamenti espressi dalla Presidenza maltese
Un'Unione di cambiamento democratico
Relazione programmatica del Governo
Ulteriori attività e priorità del Governo
Affari sociali, inclusione e pari opportunità
Riforma delle pubbliche amministrazioni e semplificazione
Esso segue l'impostazione del Programma di lavoro della Commissione europea del 2017, rispettandone la ripartizione in dieci capitoli, corrispondenti ad altrettante linee portanti. Ciascun capitolo è stato integrato - ove necessario - con puntuali riferimenti alla Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, al Programma di lavoro della Presidenza maltese del Consiglio ed alle specifiche Priorità indicate dalla medesima Presidenza maltese. Si è inoltre fatto riferimento alla Dichiarazione congiunta sulle priorità legislative dell'UE. Si tratta di un testo concordato tra i Presidenti del Parlamento europeo, del Consiglio e della Commissione il 13 dicembre 2016 che espone gli obiettivi generali e le priorità per il 2017 e individua le proposte che meritano di essere trattate in via prioritaria nell'iter legislativo.
Un ulteriore capitolo è dedicato alle priorità individuate nella Relazione programmatica e che non trovano immediato riscontro nei documenti delle Istituzioni dell'Unione.
SCHEDE DI LETTURA
Il 25 ottobre 2016 la Commissione europea ha presentato il proprio programma di lavoro per il 2017, che consta di una comunicazione (COM(2016)710), accompagnata da cinque allegati relativi, rispettivamente, alle nuove iniziative da presentare (allegato I); alle iniziative connesse al programma REFIT, che fanno dunque seguito a un riesame dell'adeguatezza e dell'efficacia della regolamentazione (allegato II); alle proposte prioritarie in sospeso (allegato III); alle proposte legislative pendenti che la Commissione intende ritirare nell'arco di sei mesi, dunque entro il mese di aprile (allegato IV) e alle disposizioni legislative in vigore da abrogare in quanto superate o obsolete (allegato V).
Nelle premesse della comunicazione, la Commissione evidenzia un quadro difficile e in evoluzione, contraddistinto da una ripresa economica ancora in fase iniziale, che "deve ancora portare vantaggi a tutti nelle nostre società, in particolare per quanto riguarda la creazione di posti di lavoro per i giovani e la riduzione delle disparità". Restano da affrontare le sfide connesse ai flussi migratori, che hanno messo a dura prova le frontiere esterne dell'Unione, alla persistente minaccia terroristica, all'instabilità del vicinato orientale e meridionale, all'incertezza che ha fatto seguito al referendum del Regno Unito.
Pur rivendicando alcuni, importanti risultati ottenuti nel corso del 2016 - dall'attivazione del Fondo europeo per gli investimenti strategici alla rapida attivazione della Guardia di frontiera e costiera europea -, la Commissione è consapevole di dover produrre un impegno ulteriore e significativo, lavorando nell'ambito delle dieci priorità indicate negli orientamenti politici presentati all'inizio del proprio mandato, "per realizzare un'agenda positiva e mirata che porti risultati concreti al fine di proteggere, difendere i cittadini e dare loro forza".
Tale impegno intende, tra l'altro, contribuire "al processo di rinnovamento in vista del 60mo anniversario della firma dei trattati di Roma, nel marzo 2017", che culminerà nella pubblicazione di un Libro bianco sul futuro dell'Europa. Come ricordato dal Governo nella Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, il rilancio del processo di integrazione politica rappresenta una priorità indifferibile, tanto più nel quadro di incertezza apertosi dopo la Brexit.
Il sessantesimo anniversario dei Trattati di Roma, il 25 marzo 2017, si legge nella relazione, rappresenterà l'occasione per una serie di eventi e celebrazioni "il cui approdo finale, d'intesa con la presidenza maltese di turno del Consiglio UE, sarà un Vertice in cui i 27 Paesi membri si riuniranno a Roma per il rilancio del processo di integrazione europea partendo proprio da iniziative concrete come quelle a favore della crescita economica e dell'occupazione, sulle prospettive per i giovani, sulla sicurezza interna ed esterna, nonché su una politica migratoria efficace e di lungo termine".
La nuova iniziativa per i giovani, strumento finalizzato ad offrire ad ogni giovane prospettive reali di istruzione, formazione ed impiego, è la prima delle nuove proposte preannunciate dalla Commissione europea. Nella dichiarazione congiunta sulle priorità legislative dell'UE se ne auspica l'approvazione entro il 2017; il Governo, nella relazione programmatica, afferma la propria volontà di sostenerne il refinanziamento.
A partire dal 2013 l'azione dell'Unione europea ruota attorno alla Garanzia per i giovani[1]: l'impegno politico a offrire a ciascun giovane al di sotto dei 25 anni di età, entro un periodo di quattro mesi dall’inizio della disoccupazione o dall’uscita dal sistema d’istruzione formale, un’offerta qualitativamente valida di lavoro, di proseguimento degli studi, di apprendistato o di tirocinio. Strumenti essenziali dell’UE, quali il Fondo sociale europeo, sono stati arricchiti da un apposito strumento finanziario (l’iniziativa a favore dell’occupazione giovanile) a sostegno dell’attuazione della garanzia nelle regioni d’Europa più colpite dalla disoccupazione giovanile. Nel settembre 2016, alla luce anche dei primi risultati, si è proposto di rafforzarne ed estenderne la dotazione finanziaria fino al 2020.
La nuova iniziativa per i giovani è preannunciata come composita, articolandosi in un gran numero di proposte:
1) l'istituzione del corpo europeo di solidarietà, finalizzato a coinvolgere i giovani in progetti per le esigenze di comunità vulnerabili e di strutture pubbliche, nazionali e locali, in settori quali la fornitura di cibo a persone indigenti, la pulizia di foreste e spiagge, il sostegno a regioni colpite da disastri o l'aiuto per l'integrazione dei rifugiati. La prima fase di realizzazione del corpo è stata lanciata il 7 dicembre 2016 con la Comunicazione "Un corpo europeo di solidarietà" (COM(2016) 942). Sono stati attivati un portale per la raccolta delle candidature ed una prima serie di servizi di formazione on-line; il collocamento dei partecipanti sarà assicurato tramite le risorse disponibili di finanziamento (ad esempio i programmi Erasmus +, Life o Salute).
Un processo di consolidamento e la solida attuazione del corpo saranno invece oggetto di una seconda fase, in cui verrà creata un'apposita linea di bilancio, fondata su una base giuridica distinta. Un'iniziativa di carattere legislativo è attesa entro la primavera 2017;
2) misure prioritarie per attuare gli aspetti dell'agenda per le competenze riguardanti i giovani. Si tratterà di:
· iniziative legislative relative a un quadro di qualità per i tirocini e che introdurranno formule di mobilità per gli apprendisti;
· un'iniziativa non legislativa sulla modernizzazione dell'istruzione scolastica e superiore (secondo trimestre 2017). La Comunicazione "Migliorare e modernizzare l'istruzione" (COM(2016) 941, dicembre 2016) preannuncia un'agenda, rinnovata ed aggiornata, in tema di istruzione superiore, assieme ad un pacchetto di iniziative specifiche. Queste dovrebbero, tra l'altro, rafforzare i legami tra università, imprese ed altre organizzazioni e migliorare l'interazione tra la ricerca e l'insegnamento;
· una proposta per migliorare la rilevazione dei risultati per i laureati e per i giovani che hanno frequentato corsi di istruzione e formazione professionale. Un'iniziativa di carattere non legislativo è attesa per il secondo trimestre 2017.
Nella relazione programmatica il Governo concorda sul fatto che la carenza di competenze e i relativi squilibri tra domanda e offerta costituiscono pesanti fattori critici, sui quali è necessario accrescere gli sforzi e rafforzare gli impegni. Per tale motivo intende promuovere specifiche azioni di sistema.
Del resto, il Governo individua tra le proprie aree prioritarie di intervento nel 2017 proprio il rafforzamento del ruolo dell'educazione e della formazione. In quest'ottica il programma "Erasmus +" e il programma operativo nazionale "Per la scuola - competenze e ambienti per l'apprendimento" saranno considerati strumenti operativi strategici. Oltre all'aggiornamento di indicatori, benchmark e dati si preannunciano azioni specifiche volte a: innalzare i livelli di istruzione e formazione degli adulti e integrare gli immigrati; realizzare alternanza scuola-lavoro, tirocinio e didattica interlaboratoriale; progettare nuovi istituti di formazione professionale in stretto raccordo con il mondo del lavoro e le filiere produttive del territorio; sostenere la formazione professionale e terziaria; far confluire nei percorsi di formazione e lavoro i destinatari di provvedimenti penali; rafforzare le competenze civiche e sociali; potenziare i servizi telematici offerti alle istituzioni scolastiche. Con specifico riferimento alla formazione superiore, si intende favorire il job-placement (co-finanziamento di tirocini in imprese ed istituti di ricerca in tutta Europa), la mobilità ad ogni livello (che coinvolga studenti ma anche docenti) e la piena riforma del sistema di alta formazione artistica, musicale e coreutica (AFAM). L'assetto regolamentare del comparto AFAM è - assieme al finanziamento delle istituzioni universitarie, la progettazione dell'offerta formativa ed il reclutamento della docenza universitaria - una delle modalità attraverso cui si auspica di attuare l'autonomia responsabile delle istituzioni della formazione superiore. Si conta di introdurre una maggiore flessibilità nella progettazione dei corsi di studio e nei processi di accreditamento e di assicurare a tutti gli atenei un minimo di turn-over in modo da favorire, tra l'altro, l'ingresso dei giovani.
Iniziative rilevanti in termini di crescita sono annunciate nell'ambito dell'attuazione del piano d'azione sull'economia circolare[2], con particolare riferimento a:
1) una strategia per l'utilizzo, il riutilizzo e il riciclaggio delle materie plastiche (iniziativa non legislativa, prevista per il quarto trimestre del 2017), di interesse sia della Presidenza maltese sia del Governo italiano;
2) un quadro di monitoraggio dell'economia circolare (iniziativa non legislativa, terzo trimestre) che verifichi il progresso del percorso verso la realizzazione dell'economia circolare ed i benefici alla crescita ed all'ambiente;
3) misure riguardanti l'acqua, da presentare in diversi momenti nel corso dell'anno. Dovrebbe trattarsi di:
· un regolamento che stabilisce i requisiti qualitativi minimi per le acque riutilizzate per l'irrigazione ed il ravvenamento delle acque sotterranee (secondo trimestre). Il Governo, favorevole all'iniziativa, si propone di affermare il ruolo del riutilizzo delle acque reflue per affrontare la scarsità idrica e per l'adattamento ai cambiamenti climatici;
· una revisione della direttiva sull'acqua potabile[3] che dia seguito all'iniziativa dei cittadini europei "Right2Water" (quarto trimestre);
· un'ulteriore iniziativa, non legislativa, sull'alleggerimento degli ostacoli al livello di interfaccia della normativa in materia di sostanze chimiche, prodotti e rifiuti (quarto trimestre).
Con specifico riferimento alla revisione della direttiva quadro sulle acque[4], il Governo auspica l'inclusione di aspetti quantitativi, oltre che qualitativi, per favorire una migliore efficienza della risorsa idrica ed una sua più razionale allocazione. L'obiettivo è applicare adeguate metodologie per la redazione dei bilanci idrici, che consentano di calcolare con continuità il saldo tra la disponibilità ed i prelievi nei diversi ambiti territoriali e di programmare le scelte di destinazione.
La parte descrittiva del Programma di lavoro mette altresì in luce l'importanza della raccomandazione per la politica economica della zona euro, che dovrebbe promuovere una politica di bilancio positiva a sostegno della politica monetaria della Banca centrale europea, e della revisione del quadro finanziario pluriennale. Questa dovrebbe assicurare sostegno delle priorità dell'Unione ed essere in grado di rispondere più rapidamente a circostanze impreviste.
Si ricorda che nelle negoziazioni del nuovo quadro finanziario pluriennale potrebbero svolgere un ruolo le raccomandazioni elaborate dal Gruppo di alto livello sulle risorse proprie, presieduto dal senatore Mario Monti[5]. In estrema sintesi, queste auspicano di introdurre nuove entrate slegate dai contributi nazionali, derivanti e a supporto delle politiche UE, e di focalizzare la spesa sui settori a maggiore valore aggiunto europeo.
La Commissione dichiara di considerare prioritaria l'approvazione delle seguenti proposte:
1) la proposta di regolamento cd. "FEIS 2.0" (COM(2016) 597), con cui si vuole raddoppiare la durata e la capacità finanziaria del Fondo europeo per gli investimenti strategici[6]. La relativa proposta di regolamento è stata presentata dalla Commissione europea il 14 settembre 2016: copre il periodo del vigente quadro finanziario pluriennale (fino al 2020) e si prevede che generi in totale almeno 500 miliardi di euro di investimenti. Nel contempo la Commissione ha preannunciato la propria intenzione di presentare "le necessarie proposte per il periodo successivo al 2020, al fine di assicurare la prosecuzione degli investimenti strategici a un livello sostenibile".
Le negoziazioni sul testo sono state condotte a ritmo serrato; un orientamento generale è stato approvato dal Consiglio Ecofin nel dicembre 2016.
La Commissione intende, peraltro, replicare l'esperienza del FEIS nella cooperazione internazionale tramite un piano europeo per gli investimenti esterni (PIE). Presentato a settembre 2016, è composto da sei documenti (COM(2016) 581, COM(2016) 582, COM(2016) 583, COM(2016) 584, COM(2016) 585 e COM(2016) 586). Si propone di predisporre un quadro generale coerente per migliorare gli investimenti in Africa e nel Vicinato mediante la mobilitazione di fondi provenienti dall'UE, dagli Stati membri, da altri donatori, dalle istituzioni finanziarie e dal settore privato. E' anche prevista una garanzia per i privati che investono in contesti politicamente rischiosi.
Per la proposta di regolamento relativo al Fondo europeo per lo sviluppo sostenibile (EFSD) e che istituisce la garanzia dell'EFSD e il Fondo di garanzia dell'EFSD è stato approvato in Consiglio un orientamento generale parziale.
Sugli elementi legislativi del pacchetto (COM(2016) 582 e COM(2016) 586) la 3a Commissione permanente del Senato della Repubblica ha adottato pareri favorevoli (documenti XVIII, n. 174 e XVIII, n. 176).
La Presidenza maltese preannuncia che i due dossier (EFSI 2.0 e PIE) saranno affrontati congiuntamente e che ogni sforzo sarà dispiegato per raggiungere un accordo politico in tempi celeri;
2) il pacchetto sull'economia circolare (COM(2015) 614, COM(2015) 593, COM(2015) 594, COM(2015) 595, COM(2015) 596)[7]. Si tratta di una Comunicazione e quattro proposte di direttiva che intervengono sui rifiuti, sugli imballaggi, sui rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche e sulle discariche. La ratio dell'intervento è quella di transizione verso un sistema ad economia circolare, in cui i materiali e l'energia utilizzati per fabbricare i prodotti mantengono il loro valore il più a lungo possibile, i rifiuti sono ridotti al minimo e si utilizzano quante meno risorse possibili.
In Consiglio è stato raggiunto un primo accordo di massima, che ha portato all'elaborazione di un primo testo di compromesso nel gennaio 2017.
Il Governo preannuncia il proprio impegno per "assicurare i giusti seguiti" in materia di approcci politici integrati, politiche relative ai prodotti ed efficienza delle risorse, sostegno all'innovazione circolare e alle imprese e monitoraggio, follow-up e cooperazione. Si fa riferimento alla formulazione di un quadro regolatorio che garantisca certezza del diritto e ad un maggiore raccordo tra la legislazione su chimici, rifiuti e prodotti attraverso un approccio intersettoriale che usi le risorse in maniera più efficiente.
Sulla revisione del pacchetto rifiuti il Governo intende sostenere l'introduzione di una metodologia unica ed armonizzata di calcolo delle quantità riciclate; chiarire alcuni concetti chiave; rafforzare le politiche di prevenzione; incrementare il riciclo dei rifiuti rispetto ad altre forme di recupero e smaltimento; supportare l'aumento degli obiettivi di riciclaggio degli imballaggi; promuovere la fissazione di un obiettivo più ambizioso di riduzione delle operazioni di smaltimento; dare rilievo, nel riciclo dei rifiuti, al contributo dei sistemi a responsabilità estesa al produttore.
In materia di economia circolare la 13a Commissione permanente del Senato della Repubblica ha condotto una consultazione pubblica[8] ed approvato un'articolata risoluzione (doc XVIII, n. 134). Tale documento contiene un parere favorevole che formula precise ipotesi emendative relative ai singoli atti legislativi che compongono il pacchetto. La Commissione europea ha inviato una risposta.
Il pacchetto sull’economia circolare è stato esaminato dall’VIII Commissione (Ambiente) della Camera dei deputati, che ha adottato un documento finale, contenente osservazioni e proposte sui singoli atti del pacchetto;
3) le proposte di regolamento di revisione intermedia del quadro finanziario pluriennale (COM(2016) 604) e sulle regole finanziarie applicabili al bilancio generale dell'Unione (COM(2016) 605). Le relative proposte comportano, tra l'altro, l'adozione di regole più semplici e flessibili che contribuiscano ad accelerare l'attuazione dei fondi strutturali e di investimento europei; l'integrazione della dotazione iniziale dell'iniziativa a favore dell'occupazione giovanile e di altri programmi compresi nella rubrica competitività, la proroga della durata del FEIS e l'individuazione delle risorse atte a coprire le spese previste in materia di immigrazione[9].
Delle prime due proposte sopra elencate le istituzioni europee, nella dichiarazione congiunta sulle priorità legislative dell'UE, hanno auspicato l'approvazione entro il 2017.
Con riferimento alla salute e sicurezza sul lavoro, il Governo preannuncia il proprio impegno per:
1) l'attuazione di forme più incisive di coordinamento tra le competenti autorità di controllo nazionali ed internazionali;
2) l'avanzamento del negoziato sulla proposta di revisione della direttiva sul distacco dei lavoratori[10] (COM(2016)128), considerata importante anche dalla Presidenza maltese. La proposta mira a realizzare il principio della parità di retribuzione per lo stesso lavoro in tutti gli Stati membri.
Quattordici Parlamenti nazionali hanno espresso sul COM(2016) 128 un parere motivato sul mancato rispetto del principio di sussidiarietà, aprendo la cosiddetta procedura del "cartellino giallo". Nel luglio 2016 la Commissione europea ha espresso la propria volontà di mantenere inalterata la proposta (COM(2016) 505); in novembre la Presidenza slovacca ha pubblicato una relazione sullo stato dei lavori, in cui si dà conto del perdurare di posizioni contrastanti e si formulano ipotesi di compromesso.
L'11a Commissione permanente del Senato della Repubblica ha adottato il 3 maggio 2016 un parere favorevole con osservazioni (Doc XVIII, n. 125) su: alcune scadenze temporali; il concetto di "retribuzione" ed i riferimenti ai contratti collettivi; l'applicazione in Italia; la tutela dei lavoratori; la specifica situazione dell'autotrasporto.
La Commissione XI (lavoro pubblico e privato) della Camera ha esaminato la proposta e approvato un documento finale (Doc XVIII, n. 41) nel quale esprime una valutazione positiva con osservazioni su: l'esigenza di prevedere una più ridotta durata temporale per i distacchi; l’opportunità di approntare strumenti per verificare la genuinità dei distacchi; disposizioni specifiche per il settore dell'autotrasporto.
3) le proposte di direttiva sulla protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti da un’esposizione ad agenti cancerogeni o mutageni (COM(2016) 248[11] e COM(2017) 11). La Presidenza maltese annuncia la propria volontà di proseguire il negoziato sul primo dei due documenti e di facilitare le discussioni sul secondo.
Sul COM(2016) 248 il Consiglio ha definito, nell'ottobre 2016, un orientamento generale e l'11a Commissione permanente del Senato della Repubblica ha adottato il 22 maggio 2016 un parere favorevole (Doc XVIII, n. 135), raccomandando al contempo un approfondimento sui termini di conservazione della documentazione sanitaria;
4) cura degli adempimenti derivanti dalla Comunicazione della Commissione sulla strategia sulla salute e sicurezza 2016-2020, la cui presentazione dovrebbe essere imminente.
In tema di politiche di coesione ed utilizzo di fondi strutturali, la relazione programmatica riferisce sul confronto già in atto sulla politica di coesione post 2020, riferendo che la Commissione considera essenziale intervenire per: trovare il giusto equilibrio tra la prevedibilità a medio termine e la flessibilità necessaria per far fronte a circostanze impreviste; introdurre elementi di condizionalità, subordinando il finanziamento alla modifica delle politiche nazionali; aumentare l'effetto leva e sinergie, tra l'altro attraendo finanziamenti pubblici e privati. Il Governo, dal canto suo, preannuncia la propria intenzione di sostenere un rafforzamento della politica di coesione per favorire la convergenza delle regioni dell'UE. Le aree prioritarie individuate a tal fine riguardano: creare le condizioni per rispondere alle nuove sfide; assicurare la coesione economica, sociale e territoriale; valorizzare le potenzialità dell'Unione; promuovere una crescita sostenibile e un utilizzo coerente delle risorse naturali; migliorare strumenti e procedure per facilitare il perseguimento delle priorità dell'Unione.
Dalla relazione programmatica emerge altresì l'impegno a sostenere il completamento del sistema di governance al livello nazionale quale delineato dall'articolo 10 del decreto-legge 31 agosto 2013, n. 101, che ha ripartito le funzioni tra la Presidenza del Consiglio dei ministri e l'Agenzia per la coesione territoriale. Si conta anche di sviluppare ulteriormente OpenCoesione, portale sull'attuazione dei progetti finanziati in Italia, che assicura trasparenza e partecipazione diffusa. Dovranno, infine, essere individuate le risorse aggiuntive per co-finanziare le proposte di programmazione aggiuntiva che la Commissione ha riconosciuto all'Italia. Queste saranno destinate all'iniziativa giovani, alla specializzazione intelligente, alla migrazione, alla competitività delle PMI e ad iniziative di ricostruzione e prevenzione nell'Appennino centrale.
In cima all'agenda della Commissione europea per il 2017 vi è il completamento dell'attuazione della Strategia per il mercato unico digitale, presentata nel maggio 2015. Con essa, l'Esecutivo europeo mira a "liberare il potenziale del commercio elettronico in Europa", sviluppando un’economia digitale in grado di espandere i mercati e creare nuova occupazione attraverso il superamento della frammentazione esistente[12]. La Strategia, secondo la Commissione europea, potrebbe inoltre generare in Europa fino a 250 miliardi di euro di crescita aggiuntiva nel corso del suo mandato.
Come preannunciato nel Programma di lavoro, la Commissione europea ha presentato:
1) un pacchetto Refit sull'IVA;
2) un pacchetto sulla protezione dei dati;
3) iniziative in materia di economia dei dati.
1) Il pacchetto Refit sull'IVA, presentato il 1° dicembre scorso, comprende le seguenti proposte in materia di modernizzazione dell'IVA nel commercio elettronico transfrontaliero e nel settore delle pubblicazioni online:
- Proposta di direttiva che modifica le vigenti norme in materia di IVA per le prestazioni di servizi e vendite a distanza di beni (COM(2016)757);
- Proposta di regolamento di esecuzione del Consiglio che modifica il vigente regolamento sull'applicazione delle norme in materia di IVA (COM(2016)756);
- Proposta di direttiva del Consiglio che modifica le norme vigenti in materia di aliquote dell'IVA per i libri, giornali e periodici digitali (COM(2016)758)[13].
In particolare, le misure proposte prevedono l'introduzione di uno "sportello unico online" per i pagamenti dell'IVA, eliminando le spese per gli adempimenti da parte delle imprese che potranno così risparmiare fino a 2,3 miliardi l'anno. L'IVA sarà versata nel paese del consumatore finale, consentendo quindi una distribuzione più equa del gettito fiscale tra i Paesi dell'Ue. Saranno inoltre semplificate le norme per le start-up e le microimprese che per le vendite online transfrontaliere di valore inferiore a 10.000 euro potranno applicare le disposizioni in materia di IVA che applicano nel loro paese di origine. Sono previste procedure più semplici per il pagamento dell'IVA anche per le PMI che effettuano vendite transfrontaliere online per un massimo di 100.000 euro. Il pacchetto prevede poi azioni contro le frodi all'IVA compiute al di fuori dell'Unione europea. Viene infatti eliminata l'esenzione, attualmente prevista, dal pagamento dell'IVA per i piccoli pacchi provenienti dai paesi terzi contenenti merci per un valore inferiore a 22 euro. Con circa 150 milioni di pacchi importati ogni anno nell'UE in esenzione IVA, il sistema è suscettibile di ingenti frodi e abusi e va a svantaggio delle imprese UE che invece applicano l'IVA a partire dal primo centesimo di euro venduto. Infine, viene introdotta una parità di norme sulla tassazione delle pubblicazioni elettroniche e i loro equivalenti in formato cartaceo eliminando le disposizioni che escludevano le pubblicazioni elettroniche dal trattamento fiscale favorevole riservato alle pubblicazioni cartacee tradizionali. La Commissione europea prevede che le misure previste dal pacchetto consentiranno di recuperare l'IVA perduta ogni anno sulle vendite online, stimata attualmente a 5 miliardi di euro e a 7 miliardi per il 2020.
2) Il pacchetto di misure sulla protezione dei dati, presentato il 10 gennaio scorso, comprende le seguenti proposte legislative e non legislative:
- Proposta di regolamento in materia di vita privata e protezione dei dati nelle comunicazioni elettroniche (COM(2017)10) - accompagnato da una valutazione ex-post Refit della direttiva 2002/58/CE in materia di privacy;
- Proposta di regolamento sulle norme in materia di protezione dei dati applicabili alle istituzioni dell'UE (COM(2017)8);
- Comunicazione sullo scambio e la protezione dei dati personali in un mondo globalizzato (COM(2017)7)[14].
Il pacchetto mira a creare nuove possibilità per trattare i dati relativi alle comunicazioni e rafforzare la fiducia e la sicurezza nel mercato unico digitale, che rappresenta uno degli obiettivi principali della Strategia per il mercato unico digitale. In particolare prevede l'estensione delle norme attuali sulla protezione dei dati a tutti i fornitori di comunicazioni elettroniche (ad esempio Whatsapp, Facebook, Skype). Le norme saranno più stringenti in quanto saranno contenute in un regolamento UE direttamente applicabile a tutti i cittadini. Riguarderanno sia il contenuto che i metadati (ad es. data, ora). Inoltre semplificheranno le disposizioni sui cookie, consentendo agli utenti di accettare o rifiutare facilmente il monitoraggio dei cookie, e rafforzeranno la protezione contro lo spamming, vietando le comunicazioni elettroniche indesiderate (SMS e chiamate telefoniche nel caso gli utenti non abbiano dato il proprio consenso). Il pacchetto allinea inoltre le norme vigenti sulla protezione dei dati da parte delle istituzioni e organi europei alle norme più stringenti fissate nel 2016 dal regolamento generale sulla protezione dei dati. Infine, definisce un approccio strategico ai trasferimenti internazionali di dati personali che agevolerà gli scambi commerciali.
3) Le iniziative in materia di economia dei dati, del 10 gennaio scorso, includono:
- la Comunicazione "Verso l'economia dei dati" (COM(2017)9)[15].
Con essa la Commissione propone alcune soluzioni politiche e giuridiche al fine di sfruttare appieno il potenziale UE in termini di dati. Esistono infatti numerose restrizioni di carattere giuridico o amministrativo, principalmente sotto forma di obblighi di localizzazione dei dati a livello nazionale che vincolano l'intero mercato UE dei dati. In particolare la Commissione europea ha esaminato le incertezze giuridiche che riguardano alcuni aspetti dell'economia dei dati, ovvero: accesso e trasferimento dei dati; responsabilità per i prodotti e servizi basati sui dati; portabilità dei dati.
- l'avvio di due consultazioni pubbliche, riguardanti la costruzione dell'economia dei dati e la valutazione della direttiva relativa alla responsabilità per danno da prodotti difettosi, che si concluderanno il 26 aprile 2017.
Degli esiti della prima consultazione la Commissione terrà conto per definire, nei mesi successivi, una possibile iniziativa futura in materia di economia dei dati.
La Commissione europea segnala alcune importanti proposte pendenti sulle quali nel 2017 prevede di collaborare strettamente con il Parlamento europeo e il Consiglio dell'UE al fine di accelerarne l'iter negoziale e di assicurarne una rapida adozione.
Un impegno in tal senso è esplicitato anche nella Dichiarazione congiunta del Parlamento europeo, del Consiglio e della Commissione europea, allegata al Programma di lavoro, con la quale le tre istituzioni si sono, infatti, impegnate ad assicurare progressi sostanziali nell'ambito delle procedure legislative di alcune proposte riguardanti il mercato digitale connesso e la loro conclusione, laddove possibile, entro la fine del 2017.
La Commissione annuncia, inoltre, che lavorerà in stretta collaborazione con i colegislatori al fine di far progredire rapidamente le proposte attuative della Strategia già presentate. La Commissione, infine, intende tenere fede alla promessa di abolire le tariffe di roaming internazionale entro il primo semestre del 2017.
Si tratta in particolare delle proposte legislative in materia di:
1) Contratti digitali: il 9 dicembre 2015 la Commissione europea ha presentato un pacchetto di misure concernenti il commercio elettronico che mirano a sfruttarne appieno il potenziale. Il pacchetto si compone di tre provvedimenti: una comunicazione (COM(2015)633), concernente i contratti nel settore digitale, e due proposte di direttiva (COM(2015)634 e COM(2015)635), riguardanti, rispettivamente, la fornitura di contenuti digitali e le vendite a distanza di beni materiali. Le proposte di direttiva in esame hanno lo scopo di armonizzare determinati aspetti dei contratti di fornitura di contenuti digitali e di vendita a distanza di beni. In particolare, le proposte di direttiva recano alcune disposizioni sulla conformità del prodotto e sui rimedi a disposizione dei consumatori in caso di difetto di conformità con le previsioni contrattuali.
Le proposte sono state esaminate alla Camera dei deputati dalle Commissioni riunite IX (Trasporti) e X (Attività produttive), che hanno approvato un documento finale, in cui hanno formulato alcune osservazioni, con particolare riferimento alla necessità che vengano tutelati i dati personali – in particolare dei minori - da pratiche di profilazione commerciale e che l’armonizzazione delle regole a livello europeo non comporti un arretramento del livello di protezione dei consumatori rispetto alle attuali discipline nazionali. Inoltre, si fa riferimento alla necessità di: estendere il risarcimento del danno anche alle componenti non patrimoniali dello stesso; garantire servizi elettronici plurilingue avvalendosi degli strumenti offerti dalla linguistica computazionale, al fine di superare le barriere linguistiche; garantire che i costi di adeguamento alle nuove norme a carico dei fornitori non vengano trasferiti sui consumatori finali.
Le stesse sono state esaminate dalla 10a Commissione Industria, Commercio e Turismo del Senato che si è pronunciata in senso favorevole approvando la risoluzione Doc XVIII n. 107 nella quale ha formulato alcuni rilievi in materia di definizioni, in particolare di "contenuto digitale", e di risarcimento danni. La Commissione europea ha risposto con lettera del 7 giugno 2016.
2) Abbonamenti a contenuti audiovisivi online: il 9 dicembre 2015 la Commissione europea ha presentato la proposta di regolamento COM(2015)627, in materia di portabilità transfrontaliera dei servizi di contenuti online nel mercato interno. In particolare, la proposta intende garantire che gli abbonati a servizi di contenuti online nell'Unione, quando siano temporaneamente presenti in uno Stato membro diverso da quello di residenza, abbiano accesso a tali servizi e possano fruirne.
La proposta è stata esaminata alla Camera dei deputati dalle Commissioni riunite IX (Trasporti) e X (Attività produttive), che hanno approvato un documento finale, in cui hanno formulato alcune osservazioni, con particolare riferimento alla necessità di definire puntualmente il concetto di temporaneità della presenza in altro Stato membro sulla base di criteri inequivoci, al fine di evitare incertezze in sede di applicazione della norma, che potrebbe prestarsi a interpretazioni differenti tra diversi Stati membri, inficiando in tal modo l’obiettivo di un approccio comune.
3) Banda 700 MHz (694-790 MHz): il 2 febbraio 2016 la Commissione europea ha presentato una proposta di decisione relativa all'uso della banda di frequenza 470-790 MHz nell'Unione europea COM(2016)43, riguardante in particolare la liberazione coordinata entro il 2020 della banda 694-790 MHz ("cosiddetta dei 700 MHz") attualmente utilizzata prevalentemente per la televisione digitale terrestre (DTT).
Sulla proposta lo scorso 14 dicembre le tre istituzioni europee hanno raggiunto un accordo politico su un approccio a livello dell'Ue che consentirà di fornire entro il 30 giugno 2030 servizi Internet mobili di alta qualità in qualsiasi luogo (autostrade, spazi chiusi, grandi città, paesi isolati) e spianerà la strada a nuove applicazioni transfrontaliere, facilitando l'introduzione del 5G, ovvero la quinta e prossima generazione di tecnologia delle comunicazioni mobili, a partire dal 2020[16].
La proposta è stata esaminata alla Camera dei deputati dalla Commissione IX (Trasporti), che ha approvato un documento finale, in cui ha formulato alcune osservazioni con particolare riferimento alla necessità di prorogare il termine per la liberazione della banda al 2022 e di riservare l’uso della banda di frequenza 470-694 MHz alla fornitura di servizi di media audiovisivi mediante digitale terrestre e alle apparecchiature PMSE audio senza fili fino al 2030.
La proposta è stata esaminata dall'8a Commissione Lavori pubblici, Comunicazioni del Senato che ha adottato la risoluzione Doc XVIII n. 113, con la quale si è espressa in senso contrario sul rispetto del principio di proporzionalità e in senso favorevole sul merito, formulando alcuni rilievi riguardanti un eventuale posticipo del processo di transizione, la conclusione di accordi di coordinamento transfrontalieri per risolvere i problemi interferenziali, l'uso caso per caso della banda di frequenza 470-694 MHz anche per servizi di downlink, la possibilità di prevedere costi di compensazione per l'acquisto dei nuovi apparecchi televisivi da parte di persone svantaggiate e la definizione del Piano nazionale per riassegnazione delle frequenze. La risoluzione ha ricevuto risposta dalla Commissione europea l'11 luglio 2016.
4) Geoblocking: il 25 maggio 2016 la Commissione europea ha presentato la proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio COM(2016)289, recante misure volte a impedire i blocchi geografici e altre forme di discriminazione dei clienti basate sulla nazionalità, salvo che ciò sia oggettivamente giustificato per ragioni legate all'IVA o a disposizioni di legge d’interesse generale.
La proposta di direttiva è stata assegnata alla X Commissione della Camera dei deputati che non ne ha ancora iniziato l’esame.
La proposta di direttiva è stata oggetto di esame da parte dell'8a Commissione Lavori pubblici, Comunicazioni del Senato che ha approvato la risoluzione Doc XVIII n. 104, nella quale, esprimendosi in senso favorevole sulla proposta, ha formulato l'invito a valutare la possibilità di accelerare l'entrata in vigore del nuovo regolamento e l'auspicio che anche le altre proposte normative rientranti nella Strategia per il mercato unico digitale garantiscano la massima uniformità e parità di condizioni tra i vari Stati membri. La Commissione europea ha risposto ai rilievi formulati con lettera del 6 aprile 2016.
5) Consegna dei pacchi: la Commissione ha presentato una proposta di regolamento relativa a misure sulla consegna dei pacchi COM(2016)285, volta ad aumentare la trasparenza dei prezzi e la sorveglianza regolamentare sui servizi di consegna transfrontaliera dei pacchi, in modo che i consumatori e i dettaglianti possano beneficiare di consegne meno costose e condizioni di restituzione più agevoli.
6) Superamento delle tariffe di roaming nell’UE: il regolamento sul roaming (n. 531/2012), come modificato nel 2015, prevede l’abolizione dei sovrapprezzi del roaming al dettaglio entro il 15 giugno 2017. A tal fine, si prevede che la Commissione europea avvii un riesame del mercato del roaming all’ingrosso (i prezzi all'ingrosso sono quelli che gli operatori addebitano l'un l'altro per l’utilizzo della rete). Conseguentemente, la Commissione europea ha presentato una proposta sulla regolamentazione del mercato del roaming all'ingrosso COM(2016)399, che impone limiti tariffari ad un livello inferiore a quello attuale.
7) Connettività Gigabit: il 14 settembre 2016 la Commissione europea ha presentato un pacchetto di misure sulle telecomunicazioni, che delineano le riforme necessarie a garantire la disponibilità e l'impiego di reti ad altissima capacità per l'utilizzo diffuso di prodotti, servizi e applicazioni nel mercato unico digitale. In tale contesto, vengono fissati tre obiettivi strategici per il 2025: la connettività Gigabit per i luoghi motore di sviluppo socioeconomico (scuole, poli di trasporto e principali prestatori di servizi pubblici); la copertura 5G per tutte le aree urbane e le principali vie di trasporto terrestre; l'accesso per tutte le famiglie europee a connessioni internet di almeno 100 Mbps.
A tal fine, la comunicazione “Connettività per un mercato unico digitale competitivo: verso una società dei Gigabit europea” COM(2016)587 propone le seguenti iniziative:
- 5G: la comunicazione “Il 5G per l’Europa: un piano d’azione” (COM(2016)588) è strutturata sulla base di due elementi chiave: l’allineamento delle tabelle di marcia per l’avvio coordinato del 5G in tutti gli Stati membri dell'UE, con l'obiettivo di una prima introduzione entro il 2018 e del progressivo lancio di servizi a carattere commerciale entro la fine del 2020; la messa a disposizione di bande di spettro provvisorie per il 5G in vista della Conferenza mondiale sulle radiocomunicazioni del 2019 (WRC-19), da integrare il prima possibile con ulteriori bande, lavorando, nel contempo, ad un approccio comune per autorizzare le bande di spettro superiori ai 6 GHz, specifiche per il 5G.
La comunicazione è all’esame della IX Commissione (Trasporti) della Camera;
- codice europeo delle comunicazioni elettroniche: la proposta di direttiva che istituisce il codice europeo delle comunicazioni elettroniche COM(2016)590 modifica l'attuale quadro normativo per le comunicazioni elettroniche introducendo tra gli obiettivi politici l’accesso generalizzato alla connettività ad altissima capacità e la sua ampia diffusione in tutta l'UE. Vengono poi apportate modifiche in materia di: regolamentazione dell'accesso; gestione dello spettro; servizio universale; servizi e norme in materia di protezione dei consumatori; mercato Machine-to-machine (M2M); comunicazioni di emergenza; governance;
- organismo dei regolatori europei delle comunicazioni elettroniche (BEREC): la proposta di regolamento COM(2016)591 affida al BEREC compiti supplementari e ne rafforza il ruolo istituzionale trasformandolo in un’agenzia;
- Wi-Fi gratuito in tutti i centri abitati: la Commissione europea ha presentato la proposta di regolamento COM(2016)589, concernente la promozione della connettività Internet nelle comunità locali. La proposta intende incoraggiare gli organismi investiti di attribuzioni di servizio pubblico, come le autorità pubbliche e i prestatori di servizi pubblici, a offrire connettività locale senza fili gratuita nei centri della vita pubblica locale.
La proposta, congiuntamente alla proposta di direttiva sul nuovo Codice europeo delle comunicazioni elettroniche e alla proposta di regolamento riguardante l'Organismo dei regolatori europei delle comunicazioni elettroniche, è stata assegnata alla IX Commissione (Trasporti) della Camera, che non ne ha ancora iniziato l’esame.
La proposta è attualmente all'esame dell'8a Commissione Lavori pubblici, Comunicazioni del Senato, congiuntamente alla proposta di direttiva sul nuovo Codice europeo delle comunicazioni elettroniche e alla proposta di regolamento riguardante l'Organismo dei regolatori europei delle comunicazioni elettroniche.
8) Diritto d'autore nel mercato unico digitale: la Commissione europea ha presentato un pacchetto di iniziative legislative (COM(2016)593, COM(2016)594, COM(2016)595, COM(2016)596) con un triplice obiettivo: a) garantire un più ampio accesso online ai contenuti in tutta l’UE, con la graduale rimozione degli ostacoli all’accesso transfrontaliero; b) adattare alcune eccezioni, che consentono per fini specifici l’uso di opere protette senza l’autorizzazione dei titolari dei diritti, all’ambiente digitale e transfrontaliero; c) promuovere il corretto ed equo funzionamento del mercato del diritto d’autore. Parallelamente, si dà attuazione al Trattato di Marrakech, adottato il 27 giugno 2013, che prevede che le parti introducano misure a sostegno delle persone con disabilità visiva, affinché possano accedere a libri e ad altro materiale a stampa in formati idonei.
9) Audiovisivi: la Commissione ha presentato una proposta di direttiva recante modifica della direttiva 2010/13/UE, relativa al coordinamento delle disposizioni degli Stati membri concernenti la fornitura di servizi di media audiovisivi, in considerazione dell’evoluzione delle realtà del mercato COM(2016)287. La proposta aggiorna la direttiva sui servizi di media audiovisivi (direttiva SMA), considerando anche i servizi di video a richiesta (ad esempio Netflix) e le piattaforme per la condivisione di video (ad esempio Youtube). In particolare, la proposta è volta a rafforzare la tutela dei minori e la promozione della diversità culturale europea, ad assicurare l’indipendenza delle autorità di regolamentazione del settore audiovisivo e ad offrire maggiore flessibilità alle emittenti riguardo alla pubblicità.
La proposta è stata assegnata alle Commissioni riunite VII (Cultura) e IX (Trasporti) della Camera che non ne hanno ancora iniziato l’esame.
Sulla proposta si è pronunciata l'8a Commissione Lavori pubblici, Comunicazioni del Senato adottando la risoluzione Doc XVIII n. 144 con la quale, esprimendosi in senso favorevole, ha formulato una serie di rilievi riguardanti le piattaforme di condivisione video, la tutela dei minori, le interruzioni pubblicitarie e l'elusione fiscale. La Commissione europea ha risposto con lettera del 9 agosto 2016.
In merito all’attuazione della Strategia per il mercato unico digitale, nella relazione si dice che il Governo italiano sarà chiamato a portare avanti le azioni per l’attuazione della Strategia e i negoziati già in corso riguardanti le misure adottate nei diversi settori di interesse: in particolare, in materia di portabilità transfrontaliera dei servizi di contenuti on-line, copyright, geoblocking, servizi di consegna transfrontaliera dei pacchi, nuovo codice delle comunicazioni elettroniche e modernizzazione del quadro dell’audiovisivo.
Il Governo annuncia, inoltre, che continuerà a seguire con particolare attenzione le azioni e i negoziati in materia di:
1) Tutela dei consumatori: il 25 maggio scorso la Commissione europea ha presentato la proposta di revisione del regolamento (CE) 2006/2004 sulla cooperazione tra le autorità nazionali responsabili dell'esecuzione della normativa che tutela i consumatori COM(2016)283. La proposta si prefigge di sviluppare meccanismi di cooperazione più efficienti tra le autorità nazionali al fine di ridurre il danno arrecato ai consumatori dalle infrazioni intra-UE (che pregiudicano i consumatori in uno Stato membro ma hanno un elemento transfrontaliero) e diffuse (che riguardano almeno due Stati membri) della normativa UE a tutela dei consumatori.
La proposta è all’esame della X Commissione (Attività produttive) della Camera dei deputati.
2) Standardizzazione: lo scorso 19 aprile la Commissione europea ha presentato una comunicazione recante “Priorità per la normazione delle TIC per il mercato unico digitale” COM(2016)176, che mira a sviluppare norme tecniche comuni, al fine di consentire che dispositivi connessi (telefoni, computer e sensori) possano comunicare in modo sicuro e senza difficoltà, indipendentemente dal produttore, dai dettagli tecnici o dal Paese d’origine. La Commissione si concentra su cinque settori prioritari: cloud computing, Internet of things, 5G, cybersicurezza e tecnologie dei dati.
La comunicazione è stata esaminata alla Camera dei deputati dalla IX Commissione (Trasporti), che ha approvato un documento finale.
Sempre in materia di normazione, la Commissione europea lo scorso 1° giugno ha presentato un’iniziativa congiunta sulla normazione Joint Initiative on Standardisation (JIS), che prevede un processo di dialogo che riunisce gli organismi europei e nazionali di normazione, l’industria e le loro associazioni, le PMI, le associazioni dei consumatori, i sindacati, le organizzazioni ambientaliste, gli Stati membri, la European Free Trade Association (EFTA) e la Commissione europea. Il partenariato dovrebbe sviluppare azioni concrete per fissare le priorità, accelerare e snellire il lavoro di standardizzazione entro il 2019 e assicurare la rapida inclusione degli stakeholders. In merito, una delle azioni intraprese è stata la creazione di una piattaforma per la definizione di standard comuni per favorire il public procurement e l’interoperabilità all’interno dell’Unione. Il Governo ritiene doveroso continuare a partecipare direttamente alle attività intraprese dalla Multi-stakeholders Platform (MSP) poiché rappresenta il punto di convergenza degli interessi degli stakeholder.
3) E-Government: la Commissione europea lo scorso 19 aprile ha presentato una comunicazione concernente il Piano d'azione dell'UE per l'e-Government 2016-2020 per accelerare la trasformazione digitale delle pubbliche amministrazioni COM(2016)179, in cui viene proposta una serie di misure da lanciare entro la fine del 2017. In base al Piano, le pubbliche amministrazioni dovrebbero fornire servizi digitali come opzione preferita tramite un unico punto di contatto o uno sportello unico. Il piano si propone, inoltre, di tradurre concretamente il principio "una tantum" per cui le pubbliche amministrazioni dovrebbero evitare di chiedere ai cittadini e alle imprese informazioni già fornite. Viene, altresì, affermato il principio della interoperabilità per definizione, per cui i servizi pubblici dovrebbero essere progettati in modo da funzionare in tutto il mercato unico, in virtù della libera circolazione dei dati e dei servizi digitali nell'Unione europea. Viene sottolineata, infine, l’esigenza di accelerare la diffusione dell'identificazione elettronica e dei servizi fiduciari per le transazioni elettroniche nel mercato interno (uso transfrontaliero e intersettoriale dell'identificazione elettronica (eID). In stretta relazione ai sopracitati principi, come annunciato nella relazione, nel corso del 2017 l’azione del Governo si incentrerà sull’attuazione di iniziative idonee a sostenere il programma di trasformazione della pubblica amministrazione. In tale ambito, si prevede la graduale estensione del Sistema Pubblico di Identità Digitale (SPID). Nel 2017 viene annunciato, inoltre, il completamento della distribuzione della nuova Carta di identità elettronica (CIE) e l’avvio del progetto Italia Login, pensato come il punto centrale di accesso a tutti i servizi pubblici digitali per il cittadino e l’impresa.
La Commissione europea annuncia che nel corso dell'anno valuterà i progressi compiuti nell'attuazione della Strategia al fine di identificare i settori che necessitano di ulteriori sforzi da parte dei colegislatori e di ulteriori misure.
La Presidenza maltese annovera il completamento del mercato unico digitale tra le priorità del proprio programma di lavoro e si è impegnata a far avanzare i dossier legislativi presentati nell'ambito della Strategia per il mercato unico digitale presentata dalla Commissione europea. In particolare, darà precedenza al pacchetto di proposte sul commercio elettronico, che, oltre alla proposta sui geoblocchi e alla proposta sulla consegna transfrontaliera dei pacchi, comprende anche la proposta riguardante l'esecuzione della normativa che tutela i consumatori. Inoltre, la Presidenza si impegnerà a far progredire i negoziati sulle proposte riguardanti la portabilità transfrontaliera dei servizi di contenuto digitale, il superamento delle tariffe di roaming, il refarming della banda 700 MHz e il Wi-Fi gratuito in tutti i centri abitati.
Priorità della Commissione saranno l'attuazione della Strategia dell'Unione dell'energia[17], dell'Accordo di Parigi sul clima[18] e dell'Accordo internazionale sulle emissioni degli aeromobili[19].
Nella Dichiarazione congiunta il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione europea hanno annunciato il proprio impegno a realizzare gli obiettivi fissati dall'Unione dell'energia, in particolare attraverso l'attuazione del Quadro 2030 per il clima e l'energia[20], il follow-up dell'Accordo di Parigi e l'approvazione del Pacchetto "Energia pulita per tutti gli europei", su cui si veda infra.
Come annunciato nel Programma di lavoro, la Commissione europea il 30 novembre scorso ha presentato il pacchetto legislativo "Energia pulita per tutti gli europei"[21], a completamento delle iniziative previste nell'ambito della Strategia dell'Unione dell'energia.
Il pacchetto persegue i seguenti obiettivi:
1) mettere l'efficienza energetica al primo posto;
2) conseguire la leadership mondiale nel campo delle energie rinnovabili;
3) garantire un trattamento equo ai consumatori.
Esso si compone della Comunicazione "Energia pulita per tutti gli europei" - (COM(2016)860) - e di otto proposte legislative in materia di:
1) mercato dell'energia elettrica (COM(2016)861)[22], COM(2016)864[23] (COM(2016)862 e COM(2016)863).
Le norme proposte mirano a rendere il mercato dell'energia elettrica più adatto allo sviluppo delle fonti rinnovabili. In particolare, prevedono: decentralizzazione rispetto alla generazione di energia tradizionale; maggiore trasparenza e partecipazione da parte dei consumatori; maggiore integrazione e attenzione ai segnali di prezzo necessari per gli investimenti; progressiva eliminazione dei prezzi regolati all'ingrosso e al dettaglio; criteri per la formazione dei prezzi; regole comuni per la prevenzione dei rischi e la gestione delle situazioni di crisi. Infine, affidano maggiori responsabilità all'ACER, l'Agenzia per la cooperazione dei regolatori di energia.
Il Governo italiano ha in corso colloqui con la Commissione europea sui meccanismi di capacità[24] che l'Autorità per l'energia elettrica e il gas intenderebbe adottare. In una prima analisi la Commissione europea ha giudicato questi meccanismi compatibili con le disposizioni in materia di aiuti di Stato all'energia e all'ambiente.
2) energie rinnovabili (COM(2016)767)[25]:
La proposta contiene misure volte a conseguire gli obiettivi dell'Unione europea di produzione di energia da fonti rinnovabili[26]. Tali misure riguardano tre settori specifici: elettrico, teleriscaldamento e teleraffreddamento e trasporti. In particolare, sono previsti degli schemi di sostegno pubblico per il settore elettrico, viene introdotto un obbligo di teleriscaldamento e teleraffreddamento per i tutti i fornitori di combustibili e l’obbligo di includere nelle forniture una quota minima di 1,5% di energia da fonti rinnovabili nel settore dei trasporti.
Il Governo italiano ha dichiarato che intende assicurare piena collaborazione nella messa a punto di uno strumento legislativo idoneo ad assicurare il raggiungimento degli ambiziosi obiettivi a livello dell'Ue.
3) efficienza energetica (COM(2016)761[27] e COM(2016)765) [28]
Il COM(2016)761 modifica la normativa vigente al fine di adeguare l'obiettivo di efficienza energetica all'orizzonte 2030[29]. Essa, inoltre, promuove il ruolo attivo dei consumatori e introduce l'obbligo di leggibilità a distanza dei contatori. Infine, rafforza le disposizioni riguardanti gli aspetti sociali dell'efficienza energetica.
Il COM(2016)765, relativo al settore dell'edilizia, mira ad accelerare la ristrutturazione economicamente efficiente degli edifici, semplificando alcuni obblighi obsoleti; integrando le strategie di ristrutturazione degli immobili a lungo termine; migliorando la connessione delle disposizioni esistenti al sostegno finanziario e ammodernando le attuali norme alla luce dell'evoluzione tecnologica.
Il Governo italiano, in una Relazione presentata alle Camere ai sensi dell'articolo 6, comma 4 della Legge 24 dicembre 2012 n. 234 ha ravvisato alcune possibili criticità relativamente alle misure incentivanti previste e alla tracciabilità dei consumi effettivi di energia.
La Presidenza maltese ha annoverato tra i punti chiave del proprio mandato l'avvio e l'avanzamento dei negoziati sulle proposte in materia di efficienza energetica nell'ottica di raggiungere un orientamento generale in seno al Consiglio TTE-energia del prossimo mese di giugno.
Le due proposte sono all'esame della 10a Commissione Industria, Commercio, Turismo del Senato.
Le proposte sono state assegnate alla X Commissione (Attività produttive) della Camera che non ne ha ancora iniziato l’esame.
4) Governance (COM(2016)759):
La proposta integra tutti gli obblighi attuali in materia di programmazione, rendicontazione e verifica nell'ambito della politica energetica e climatica e stabilisce un processo politico tra Stati membri e Unione europea per il raggiungimento degli obiettivi dell'Unione dell'energia. In particolare, istituisce l'obbligo per gli Stati membri di presentare un piano energetico e climatico integrato e un rapporto sull'implementazione delle cinque dimensioni dell'energia. Nell'ambito degli impegni fissati nell'Accordo di Parigi sul clima obbliga gli Stati membri a rendicontare, accanto alle emissioni di gas serra, anche il sostegno fornito ai paesi in via di sviluppo.
Il Governo italiano, che considera la Governance uno strumento fondamentale per il funzionamento dell'Unione dell'energia, intende lavorare affinché si arrivi rapidamente alla definizione di una serie di indicatori precisi e affidabili.
La Presidenza maltese intenderebbe avviare il dibattito su tutte le proposte del pacchetto "Energia pulita" nell'ambito della riunione del Consiglio TTE-energia che si terrà a giugno 2017.
Fanno parte del Pacchetto anche i seguenti documenti:
- Relazione sui prezzi e i costi dell'energia in Europa (COM(2016)769);
- Rapporto finale sull'indagine sui meccanismi nazionali per la remunerazione delle capacità (COM(2016)752);
- Comunicazione "Piano di lavoro sulla progettazione ecocompatibile 2016-2019" (COM(2016)773);
- Comunicazione "Nuovo slancio all'innovazione nel settore dell'energia pulita" (COM(2016)763)[30];
- Comunicazione "Una Strategia europea per i sistemi di trasporto intelligenti cooperativi" (COM(2016)766).
Le altre iniziative annunciate dalla Commissione europea riguardano l'attuazione della Strategia europea per una mobilità a basse emissioni presentata nel luglio 2016, che mira ad aumentare l'efficienza dei trasporti e a ridurre le emissioni fino a giungere gradualmente ai veicoli a emissioni zero.
In particolare si tratta delle seguenti misure, che saranno quasi tutte presentate nel secondo trimestre del 2017:
- Revisioni REFIT dei regolamenti relativi alle autovetture e ai veicoli commerciali leggeri;
- Proposta di Direttiva "veicoli puliti";
- Proposte di Direttive sull'eurobollo e sul sistema europeo di telepedaggio (EETS). Questa iniziativa comprende l'attuazione dell'Accordo internazionale sulle emissioni degli aeromobili che è prevista invece per il primo trimestre 2017.
Inoltre, nell'ambito delle iniziative REFIT, previste nell'Allegato II al Programma di lavoro, la Commissione annuncia la revisione delle norme in materia di trasporto combinato di merci, che sarà realizzata nel quarto trimestre 2017.
La Commissione europea raccomanda l'esame in via prioritaria da parte del Parlamento europeo e del Consiglio di una serie di proposte pendenti in materia di:
1) sicurezza dell'approvvigionamento energetico del gas (COM(2016)52 e COM(2016)53)[31]
COM(2016)52 (sicurezza dell'approvvigionamento di gas): i lavori in seno al Consiglio TTE-energia dell'Ue sono stati caratterizzati da divergenze su alcuni punti particolarmente controversi (cooperazione regionale, trasparenza e solidarietà), sui quali nel mese di dicembre è stato possibile raggiungere un compromesso che ha aperto la strada ad un primo mandato negoziale al Consiglio per avviare il confronto con il Parlamento europeo.
In tema di cooperazione regionale il Governo italiano sostiene la necessità di un sistema flessibile basato su una valutazione dei rischi e non su una ripartizione regionale predefinita, come proposto dalla Commissione europea. In tema di solidarietà ritiene necessario considerare come "clienti protetti" anche gli impianti di generazione elettrica a gas naturale essenziali per il mantenimento della sicurezza del sistema elettrico italiano e richiede una riflessione approfondita sui meccanismi di intervento, tra cui le compensazioni finanziarie. In materia di trasparenza e scambio di informazioni, richiede lo snellimento di alcuni dati.
La proposta è considerata prioritaria dalla Presidenza maltese che su di essa mira a raggiungere un accordo politico con il Parlamento europeo.
Sulla proposta si è pronunciata la 10a Commissione Industria, Commercio, Turismo del Senato che ha approvato la risoluzione DOC XVIII n. 168 nella quale si è espressa in senso non ostativo formulando una serie di raccomandazioni in materia di cooperazione regionale e configurazione delle regioni, misure di solidarietà, clienti protetti, trasparenza dei dati commerciali. La Commissione europea ha risposto con lettera del 24 giugno 2016.
La proposta di regolamento è stata esaminata alla Camera dei deputati dalla X Commissione (Attività produttive), che ha approvato un documento finale, nel quale si è fatto riferimento in particolare all’opportunità di: stabilire che, una volta realizzate tutte le opere infrastrutturali necessarie per garantire la piena interconnessione delle reti in Europa, la suddivisione in regioni risulterà superata e il principio di solidarietà dovrà trovare attuazione a livello continentale; introdurre un maggior grado di flessibilità in modo da consentire agli Stati membri che lo ritengano opportuno di far parte anche di più regioni contemporaneamente, tenendo conto della situazione infrastrutturale già in essere e dei progetti in corso di realizzazione ai sensi della normativa sulle reti energetiche TEN-E, nonché delle interconnessioni per il tramite di un Paese terzo (es. la Svizzera, attraverso la quale passano importanti rotte di approvvigionamento, come il Transitgas); ricomprendere negli accordi per la concreta applicazione del principio di solidarietà, da concordare tra gli Stati membri interessati, anche i criteri per la determinazione delle eventuali compensazioni finanziarie.
COM(2016)53 (scambio di informazioni sugli accordi intergovernativi - IGA): nel corso dell'ultimo trilogo informale tenutosi all'inizio di dicembre, il Parlamento europeo e il Consiglio hanno raggiunto un primo accordo provvisorio. Il testo dell'accordo dovrà essere approvato sia dal Parlamento europeo in seduta plenaria che dal Consiglio.
Il Governo italiano auspica che il controllo di compatibilità ex ante, previsto dalla proposta, sia limitato ai soli accordi intergovernativi relativi al mercato del gas.
Sulla proposta si è espressa la 10a Commissione Industria, Commercio, Turismo del Senato che ha approvato la risoluzione DOC XVIII n. 121 nella quale si è espressa in senso favorevole, formulando alcuni rilievi riguardanti i termini per la valutazione da parte della Commissione europea dei progetti di accordi intergovernativi e la loro compatibilità con i tempi di negoziazione, nonché i limiti alla segretezza delle proposte di accordo e la loro compatibilità con le esigenze strategiche proprie del settore. La Commissione europea ha risposto il 24 giugno 2016.
2) riforma del sistema di scambio quote di emissione (sistema ETS) (COM(2015)337)[32]
In seno al Consiglio Ambiente dell'UE permangono divergenze sugli aspetti principali della proposta tant'è che non è stato possibile trovare un accordo su un orientamento generale. Nella prossima riunione che dovrebbe tenersi a fine febbraio i lavori si concentrerebbero quindi su tre temi chiave: la percentuale delle quote da mettere all'asta; gli strumenti finanziari e il generale livello di ambizione della normativa.
Il Governo italiano sostiene la necessità di creare un meccanismo centralizzato ed armonizzato a livello europeo in grado di ridurre le distorsioni del mercato interno e di compensare gli operatori soggetti a difficoltà. Inoltre, ritiene che il sistema di scambio quote debba essere: più robusto e più armonizzato, con meccanismi di assegnazione delle quote gratuite di emissioni che tengano conto del progresso tecnologico e dell'efficienza degli impianti; più armonizzato nelle regole per la gestione del rischio di carbon leakage[33], più semplice, dotato di procedure meno laboriose e maggiormente basato su una valutazione dei costi-benefici di ogni adempimento.
La Presidenza maltese intende far proseguire il negoziato al fine di giungere all'adozione di un orientamento generale già nella riunione del Consiglio Ambiente di fine febbraio.
La proposta è stata esaminata dalla 13a Commissione permanente del Senato che ha approvato la risoluzione DOC. XVIII n. 98 nella quale si è espressa in senso favorevole invitando, tra l'altro, a valutare la sostenibilità economico-finanziaria della proposta e a valutare l'opportunità di disincentivi e di forme di tassazione per tutte le attività che emettono gas serra. La Commissione europea ha risposto con lettera del 4 maggio 2016.
La proposta è stata esaminata alla Camera dei deputati dalla VIII Commissione (Ambiente), che ha approvato un documento finale, nel quale si sottolinea in particolare che occorre: operare per il raggiungimento del duplice obiettivo di assicurare la piena efficacia del sistema, nel senso di attribuire un prezzo adeguato al carbonio e di indirizzare gli investimenti delle imprese verso la decarbonizzazione, evitando alle imprese stesse oneri di adeguamento sproporzionati; garantire che la nuova metodologia prevista per l'individuazione dei settori esposti a rischio di rilocalizzazione non comporti una riduzione dei settori inclusi tale da determinare un pregiudizio per la competitività delle aziende europee più esposte alla concorrenza; valutare l'opportunità di utilizzare strumenti fiscali volti a disincentivare le emissioni maggiormente inquinanti, anche attraverso la possibilità di introdurre meccanismi a sostegno dei prezzi dei titoli CO2 e, al contempo, eliminare facilitazioni e sussidi per le fonti maggiormente inquinanti; con riferimento alla validità delle quote, intervenire al fine di evitare che le norme proposte possano essere interpretate nel senso di consentire un borrowing illimitato dei permessi di emissione, che potrebbe costituire un incentivo a ritardare le azioni di mitigazione delle emissioni, inficiando il raggiungimento degli obiettivi futuri.
3) riduzioni annuali vincolanti di gas a effetto serra (condivisione degli sforzi - Effort sharing) (COM(2016)482)[34]
4) inclusione delle emissioni di gas a effetto serra risultanti dall'uso del suolo e dalla silvicultura (LUFUF) (COM(2016)479)[35]
Sulle proposte 3) e 4), che rappresentano il "pacchetto non-ETS", si è registrato uno stallo in seno al Consiglio dell'Ue a causa delle divergenze riguardanti le modalità con cui definire la traiettoria di riduzione delle emissioni da parte degli Stati membri e contabilizzare le emissioni provenienti dai settori LULUF.
In tale contesto il Governo italiano sostiene l'importanza di norme eque e bilanciate che valorizzino gli sforzi dei paesi che, come l'Italia, hanno già ridotto in anticipo le proprie emissioni. Inoltre ritiene necessario che il settore LULUF sia considerato al pari del settore ETS e contabilizzato sulla base di un sistema di regole solido e robusto. Nel 2017 intende partecipare attivamente ai negoziati al fine di raggiungere un più equo ed equilibrato sistema di ripartizione degli sforzi di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra tra gli Stati membri, anche attraverso la determinazione di appropriate flessibilità.
La Presidenza maltese intende proseguire i lavori sulle proposte al fine di giungere ad un eventuale orientamento generale nel prossimo mese di giugno.
Entrambe le proposte sono state esaminate dalla 13a Commissione Territorio, Ambiente, beni ambientali del Senato che si è espressa approvando due risoluzioni.
Nella prima (DOC XVIII n. 171), che verte sul COM (2016)479, la 13a Commissione si è espressa in senso favorevole, formulando alcune osservazioni nelle quali, tra l'altro, auspica la previsione di target nazionali riferiti all'intero ammontare delle emissioni, ETS e non ETS, e suggerisce di consentire a tutti gli Stati membri la compensazione tra i due sistemi.
Nella seconda (DOC XVIII n. 172), che riguarda il COM(2016)482, la 13a Commissione si è espressa in senso favorevole formulando alcune osservazioni relative alla possibilità di utilizzare, per calcolare il livello di diminuzione di gas serra richiesta ai vari Paesi, un indicatore meno grezzo rispetto al PIL pro capite, e di considerare che i settori non ETS, quali il residenziale ed i trasporti, sono quelli che offrono un margine d'azione superiore in termini di potenziale di riduzione dei consumi energetici.
La prima proposta di regolamento è in corso di esame presso l’VIII Commissione (Ambiente) della Camera dei deputati.
Tra le proposte relative all'Unione dell'energia sulle quali intende concentrarsi, il Governo annovera anche la proposta di direttiva in materia di etichettatura dell'efficienza energetica (COM(2015)341)[36], sulla quale il Consiglio dell'Ue ha adottato una posizione comune nel novembre 2015. Sulla proposta sono al momento in corso i negoziati con il Parlamento europeo e la Presidenza maltese ha annunciato che si impegnerà affinché sia raggiunto un accordo politico tra le due istituzioni.
Il Governo sostiene la necessità di garantire un equilibrio tra l'esigenza di aggiornare le classi di prodotto per informare meglio i consumatori e la necessità di garantire ai produttori un lasso di tempo ragionevole nel quale i prodotti stiano stabilmente sul mercato. Il primo ridimensionamento dovrà comunque essere fatto a scadenze ragionevoli che tengano conto della necessità di garantire una corretta stabilità degli investimenti.
La Presidenza maltese, che incoraggia la cooperazione regionale nell'ambito di tutte le dimensioni dell'Unione dell'energia, cercherà di valorizzare il potenziale offerto dalla regione del Mediterraneo in termini di diversificazione energetica. La cooperazione euro-mediterranea sarà oggetto della riunione ministeriale di alto livello che si terrà a Malta nel maggio 2017
Secondo la Commissione europea, la libera circolazione delle merci, delle persone e dei capitali rappresenta la base della potenza economica dell’Europa. Il rafforzamento del mercato unico rimane, pertanto, un obiettivo centrale nell’agenda della Commissione anche per il 2017. Con la strategia per il mercato unico, presentata nell’ottobre 2015, (COM(2015)550), la Commissione, infatti, mira a liberare appieno il potenziale del mercato unico e, insieme ad altre strategie, a creare le giuste condizioni per la competitività sostenibile dell’economia, agenda per l’innovazione, la digitalizzazione e la trasformazione industriale.
La Commissione, nell’ambito della tabella di marcia stabilita nella strategia per il mercato unico, ha già presentato un pacchetto servizi per affrontare gli ostacoli sul mercato dei servizi. Le iniziative concrete, adottate il 10 gennaio 2017 (COM(2016)820; COM(2016)821; (COM(2016)822); (COM(2016)823); (COM(2016)824), prevedono in particolare: una nuova e-card europea dei servizi, la valutazione della proporzionalità delle norme nazionali sui servizi professionali, gli orientamenti per le riforme nazionali in materia di regolamentazione delle professioni e una migliore notifica dei progetti di norme nazionali sui servizi.
La Commissione, quindi, sta portando avanti delle azioni per la piena attuazione e corretta applicazione della direttiva 2006/123/CE (cd. "direttiva servizi"), che mira a rimuovere gli ostacoli agli scambi di servizi mediante la semplificazione delle procedure amministrative per i prestatori, il miglioramento dei diritti dei consumatori e delle imprese beneficiarie e la promozione della cooperazione tra i Paesi dell’UE.
Inoltre, nell’ambito delle misure per aiutare le PMI e le start-up a crescere, il 22 novembre 2016 la Commissione ha presentato la Comunicazione “Le nuove imprese leader dell'Europa: l'iniziativa Start-up e Scale-up” COM(2016)733, con la quale annuncia l’intenzione di adottare una serie d’iniziative per favorire la nascita e la crescita di start-up e di scale-up.
Al riguardo, si segnala che anche il programma di lavoro della Presidenza maltese del Consiglio dei ministri dell’UE (1° gennaio – 30 giugno 2017) individua come priorità il rafforzamento del mercato unico, in particolare assicurando una maggiore attenzione nella legislazione dell'UE alle norme finalizzate ad affrontare le sfide delle piccole e medie imprese (PMI), consentendo lo sviluppo di una più ampia gamma di fonti di finanziamento attraverso l’Unione dei mercati dei capitali.
Per quanto riguarda l'attuazione della strategia per il mercato unico, la Commissione annuncia per il 2017 le seguenti misure:
· una revisione REFIT della normativa in materia di merci. La Commissione intende rafforzare il mercato unico dei beni, in particolare agevolando il riconoscimento reciproco e contrastando il numero crescente di prodotti non conformi sul mercato dell'UE mediante le revisioni REFIT della legislazione pertinente. In particolare, la Commissione sostiene di volersi impegnare per consentire agli imprenditori di offrire più facilmente i propri prodotti al di là delle frontiere, incentivando nel contempo un maggiore rispetto della normativa e ripristinando la parità di condizioni a vantaggio delle imprese e dei cittadini;
· un'iniziativa in materia di diritto societario per agevolare l'uso delle tecnologie digitali nel corso del ciclo di vita di un'impresa e le fusioni e scissioni transfrontaliere;
· un'iniziativa sulle valutazioni coordinate delle tecnologie sanitarie;
· provvedimenti per una migliore esecuzione delle norme del mercato unico nell’ambito di un più ampio pacchetto di misure di attuazione, che comprende: proposte per uno sportello digitale unico, con l’obiettivo di realizzare un unico punto di accesso per l’ottenimento di informazioni relative a tutte le politiche del mercato unico; uno strumento di informazione sul mercato unico (SMIT), mediante il quale la Commissione intende raccogliere informazioni sulla conformità delle norme nazionali direttamente dagli operatori del mercato; il potenziamento della rete SOLVIT; il conferimento di maggiori e ulteriori poteri alle autorità nazionali garanti della concorrenza al fine di rafforzare il loro ruolo di responsabili dell’applicazione della normativa a garanzia di un contesto competitivo nel mercato unico.
In materia di fiscalità, il programma legislativo della Commissione prevede la presentazione di proposte relative a:
1) l'attuazione del piano d'azione in materia di IVA mediante la revisione della direttiva 2006/112/CE, con particolare riferimento al sistema delle aliquote IVA;
2) una migliore cooperazione amministrativa e un pacchetto di semplificazione per ridurre gli oneri per le imprese e le amministrazioni fiscali.
Al riguardo, si segnala che la Commissione europea ha già presentato, il 1° dicembre 2016, una proposta di regolamento (COM(2016)755) relativo alla cooperazione amministrativa e alla lotta contro la frode in materia d'imposta sul valore aggiunto, che mira ad ampliare l’ambito di applicazione del mini sportello unico (Mini One Stop Shop, MOSS), aumentando le entrate IVA per gli Stati membri di circa 7 miliardi di euro l'anno e riducendo i costi di regolamentazione per le imprese di circa 2 miliardi di euro;
3) la proposta di un elenco dell'UE delle giurisdizioni di Paesi terzi che non rispettano le norme di buona governance fiscale;
4) l'attuazione nella legislazione dell'Unione dell'accordo internazionale sull'erosione della base imponibile e sul trasferimento degli utili (BEPS).
Per quanto concerne, invece, l'attuazione della strategia spaziale per l'Europa, la Commissione intende adottare i seguenti provvedimenti:
1) un'iniziativa per garantire alle autorità pubbliche servizi di comunicazione via satellite affidabili, sicuri ed efficienti in termini di costi (GOVSATCOM - comunicazioni satellitari governative;
2) misure per facilitare la commercializzazione di servizi e dati spaziali.
Al riguardo, si segnala che il 26 ottobre 2016 la Commissione europea ha adottato la Comunicazione “Strategia spaziale per l'Europa” (COM(2016)705) incentrata su quattro obiettivi strategici: massimizzare i vantaggi dello spazio per la società e l’economia europee, incoraggiando l’uso commerciale dei dati spaziali; promuovere un settore spaziale europeo competitivo e innovativo sostenendo la ricerca, l’innovazione e lo sviluppo delle competenze, soprattutto per le imprese innovative e le start-up; rafforzare l’autonomia dell’UE nell’accesso e nell’uso dello spazio in un ambiente sicuro e protetto; rafforzare il ruolo dell’Europa come attore globale, promuovendo, al contempo, la cooperazione internazionale.
La comunicazione è stata assegnata alla X Commissione (Attività produttive) della Camera dei deputati, che ne ha avviato l’esame il 6 dicembre 2016.
Inoltre, conformemente all'invito del Consiglio europeo di progredire rapidamente per garantire alle imprese un più facile accesso al finanziamento e sostenere gli investimenti nell’economia reale, la Commissione intende presentare, nei primi mesi del 2017, una relazione che esamini lo stato di attuazione del Piano d’azione per l’Unione dei mercati dei capitali (COM(2015)468), e individui gli ostacoli rimanenti e le eventuali misure integrative necessarie, che dovrebbero comprendere:
1) un quadro per prodotti pensionistici individuali dell'UE;
2) una revisione del regolamento (UE) n. 648/2012 sulle infrastrutture del mercato europeo (EMIR);
3) un piano d'azione in materia di servizi finanziari al dettaglio;
4) il finanziamento delle imprese mediante capitale proprio, anziché ricorrere al finanziamento a debito;
5) ulteriori atti delegati intesi a facilitare il finanziamento delle società operanti nel settore delle infrastrutture da parte di investitori istituzionali;
6) la costituzione di uno o più fondi di fondi di venture capital per il sostegno degli investimenti innovativi in Europa.
Nel programma di lavoro, la Commissione europea auspica la conclusione del negoziato relativo alle seguenti proposte:
1) la proposta di regolamento che instaura un quadro europeo per le cartolarizzazioni (COM(2015)472);
2) la proposta di regolamento che semplifica le norme sul prospetto per l’offerta al pubblico o l’ammissione alla negoziazione di titoli (COM(2015)583)[37].
La proposta è stata esaminata dalla 6a Commissione permanente del Senato, che ha approvato una risoluzione (DOC XVIII n. 136) favorevole e formulato rilievi relativi all'eventualità di ridurre ulteriormente le dimensioni della sintesi del prospetto e di inserirvi l'indicazione delle tipologie di rischio indicate e del grado di rischiosità dei titoli offerti. La Commissione europea ha risposto con lettera del 23 agosto 2016;
3) la proposta di regolamento relativa all'omologazione e alla vigilanza del mercato dei veicoli a motore e dei loro rimorchi, nonché dei sistemi, componenti ed entità tecniche destinati a tali veicoli (COM/2016/031).
Per quanto riguarda l’attuazione della strategia per il mercato unico dei beni e servizi, il Governo afferma che nel 2017 intende impegnarsi per portare avanti tutte le azioni e le attività delineate dalla Commissione nel suo programma di lavoro, influenzandone i lavori e gli orientamenti, e in particolare per:
1) dare attuazione alla comunicazione della Commissione in materia di economia collaborativa, mirata a mettere in evidenza le opportunità per i consumatori e per le imprese offerte da tale nuovo modello economico (COM(2016)356)[38];
La Comunicazione è all'esame della 10a Commissione Industria, Commercio, Turismo del Senato.
2) migliorare e implementare la direttiva servizi 2006/123/UE, sulla base delle proposte già presentate o in via di presentazione da parte della Commissione, in particolare circa la Carta europea dei servizi, la riforma della procedura di notifica e il cosiddetto passaporto dei servizi;
3) l’introduzione di uno strumento di informazione del mercato unico e di uno sportello digitale unico;
4) migliorare gli strumenti recentemente introdotti per favorire la mobilità dei professionisti, quali la tessera professionale europea e il meccanismo di allerta.
In merito ai servizi professionali, infatti, è recentemente entrata in vigore, il 18 gennaio 2016, la direttiva 2013/55/UE che prevede un riconoscimento automatico per un numero limitato di professioni sulla base di requisiti minimi di formazione armonizzati (professioni settoriali), un sistema generale di riconoscimento dei titoli legati alla formazione e un riconoscimento automatico dell’esperienza professionale;
5) supportare le iniziative dell’UE finalizzate alla salvaguardia del cosiddetto cyberspazio ed al contrasto della criminalità online. La Commissione europea ha avviato il programma Connected Europe Facilities (CEF) che punta ad uniformare le dotazioni infrastrutturali degli Stati membri al fine di armonizzare gli strumenti per affrontare efficacemente le minacce cyber.
6) dare piena attuazione all’Accordo su un tribunale unificato dei brevetti, fatto a Bruxelles il 19 febbraio 2013, in materia di proprietà industriale;
7) migliorare l’applicazione del principio del mutuo riconoscimento alla circolazione dei prodotti: il Governo sarà impegnato nei tavoli negoziali per la discussione delle modifiche al regolamento (CE) n. 764/2008;
8) il processo di modernizzazione degli aiuti di Stato: il 3 giugno 2016 l’Italia e la Commissione europea hanno siglato il documento Common Understanding on strengthening the institutional setup for State aid control in Italy. Tale sottoscrizione sancisce formalmente l’impegno del Governo a rafforzare, già a partire dall’anno 2017, il sistema per il controllo degli aiuti di Stato in Italia;
9) il rafforzamento della rete europea SOLVIT, la quale ha dimostrato di essere un valido strumento per la risoluzione di problematiche di cittadini ed imprese causate dalla non corretta applicazione delle norme dell’UE da parte delle pubbliche amministrazioni, evitando anche l’apertura di procedure d’infrazione nei confronti degli Stati membri, e l’espansione della rete Internal Market Information (IMI), strumento informatico multilingue, finalizzato a facilitare la cooperazione amministrativa nel quadro dell’attuazione della legislazione del mercato interno, nel rispetto della normativa in materia di protezione dei dati personali;
Il Governo sottolinea, inoltre, che intende continuare a sostenere la realizzazione dell’Unione dei mercati dei capitali, in particolare nei seguenti settori: finanziamento per l’innovazione, start up e società non quotate, investimenti infrastrutturali, istituzionali e transfrontalieri. Si impegnerà, poi, in merito alla proposta che introdurrebbe un regime armonizzato per i cd. Pan European Pension Products (PEPPs), ossia prodotti pensionistici ad accumulazione di natura personale e non occupazionale, che affianchi quelli attualmente previsti dalle varie legislazioni nazionali (cd. 29esimo regime). La struttura di base di tali prodotti appare molto simile a quella dei fondi pensione aperti esistenti in Italia e gli elementi tendenti a favorire la comparabilità e la concorrenza si porrebbero in linea con l’ordinamento italiano e con le sue più recenti prospettive di evoluzione.
Per quanto riguarda le proposte pendenti in materia fiscale, la relazione programmatica del Governo segnala:
1) la proposta di direttiva che introduce una base imponibile consolidata comune per la tassazione delle società (COM(2016)683)[39].
In base alla proposta, la base imponibile consolidata comune per la tassazione delle società diventerebbe obbligatoria per le imprese con ricavi complessivi superiori a 750 milioni di euro, favorendo gli scambi e gli investimenti transfrontalieri nel mercato interno: attualmente, infatti, le imprese che operano a livello transfrontaliero devono rispettare fino a 28 diversi regimi di imposizione societaria, con tutti gli oneri che ne conseguono sul piano amministrativo e delle risorse economiche;
2) la proposta di direttiva relativa ai disallineamenti da ibridi con i paesi terzi (COM(2016)687).
La proposta mira a contrastare i cd. “disallineamenti da ibridi” che coinvolgono i Paesi terzi, ovvero le differenze di trattamento fiscale a norma delle leggi di due o più giurisdizioni fiscali per ottenere una doppia non imposizione.
Nel programma legislativo la Commissione preannuncia la presentazione, a marzo 2017, di un Libro bianco sul futuro dell'Europa, che dia seguito alla relazione dei 5 Presidenti sul completamento dell’UEM[40].
La relazione traccia un percorso di rafforzamento dell’Unione economica e monetaria, che si dovrebbe realizzare entro il 2025, e di cui sono stati già attuati alcuni obiettivi (tra cui l’istituzione del Comitato europeo per le finanze pubbliche, incaricato di valutare la conformità dei bilanci nazionali con le raccomandazioni approvate a livello UE, e dei Comitati nazionali per la competitività[41], incaricati di valutare i progressi conseguiti da ciascuno Stato membro con le riforme strutturali).
Il Comitato europeo per le finanze pubbliche (European Fiscal Board) è composto da cinque membri (il danese Niels Thygesen, presidente; l’italiano Massimo Bordignon, l’olandese Roel Beetsma, la francese Sandrine Duchêne e il polacco Mateusz Szczurek, in qualità di membri), ed è incaricato di quanto segue:
a) segnalare i casi particolarmente gravi di inosservanza delle norme previste dal Patto di stabilità e crescita;
b) collaborare con i Fiscal Councils nazionali (in Italia, l’UPB), in particolare per lo scambio di migliori pratiche.
Nella relazione programmatica il Governo auspica che il nuovo Comitato europeo per le finanze pubbliche adotti, nelle proprie attività di analisi, un punto di vista pan-europeo e formuli raccomandazioni sulle politiche fiscali per l’area dell’euro nel suo insieme. Questo atteggiamento è ritenuto cruciale per sviluppare una politica di bilancio aggregata e una strategia di crescita a livello europeo che vada oltre la semplice somma dei risultati nazionali. Inoltre, il Governo ritiene opportuno evidenziare la necessità di promuovere una politica fiscale di bilancio responsabile e, allo stesso tempo, in grado di rispondere adeguatamente alle sfide del ciclo economico e di stimolare maggiormente la crescita a livello nazionale ed europeo.
Per quanto riguarda i Comitati nazionali per la competitività, il Governo ne auspica l’introduzione entro il 30 giugno 2017, ritenendo importante che essi contribuiscano all’analisi delle possibili opzioni di policy e non si limitino a un ruolo di mera diagnosi. Essi dovrebbero proporre iniziative strutturali, capaci di stimolare la produttività, e dovrebbero essere impegnati, soprattutto, nel monitoraggio dei fattori strutturali della competitività, più che nell’evoluzione dei fattori di costo.
Gli ulteriori obiettivi contenuti nella relazione dei cinque Presidenti riguardano:
· il completamento dell'Unione bancaria, con l'istituzione del fondo per la risoluzione delle crisi e il sistema comune di garanzia dei depositi (vedi infra);
· l'istituzione di un Presidente permanente dell'Eurogruppo (attualmente ha un mandato di due anni e mezzo);
· l'integrazione nell’ordinamento dell'UE del Fiscal Compact, del Trattato istitutivo del Meccanismo europeo di stabilità (European stability mechanism, ESM, cd. Fondo salva-Stati) e del Trattato intergovernativo che istituisce il Fondo unico di risoluzione delle crisi bancarie;
· l’istituzione di un sistema di stabilizzatori comuni per reagire agli shock, cui potranno accedere i Paesi che avranno fatto le riforme;
· l’istituzione di una "tesoreria della zona euro";
· la rappresentanza unificata dell’UE nell'ambito del Fondo monetario internazionale (FMI), della Banca mondiale e delle altre istituzioni finanziarie internazionali, su cui la Commissione europea ha presentato una proposta di decisione (COM(2015)603).
Sul processo di approfondimento dell'Unione economica e monetaria la 5a Commissione permanente del Senato ha adottato una risoluzione (DOC. XVIII, n. 138), nella quale si è espressa in senso favorevole, con osservazioni articolate relative, tra l'altro:
· all'azione dei Comitati nazionali per la competitività, che dovrebbe essere orientata, oltre che al monitoraggio degli andamenti dei cosiddetti «fattori di costo» (salari e prezzi), anche alle tendenze dei cosiddetti «fattori strutturali» della competitività degli stessi Paesi;
· alla necessità di riforme nei singoli Paesi ovvero interventi di tipo strutturale per realizzare una forza lavoro più istruita e competente, infrastrutture materiali e immateriali più efficienti, contesti produttivi più favorevoli all’innovazione tecnologica e alle energie rinnovabili;
· all’istituzione di un Comitato consultivo indipendente europeo per le finanze pubbliche, che deve contribuire ad assicurare la conduzione di efficaci politiche fiscali complessive, garantendo risultati in termini di saldi di bilancio a livello di sistema euro nel suo complesso;
· alla necessità, più a medio termine, di ribadire per la politica fiscale della zona euro l’esigenza di passare da un sistema di decisioni nazionali ad un sistema comunitario attraverso la costruzione di una nuova capacità fiscale dell’Eurozona;
· al rilancio degli investimenti quale contributo per la crescita;
· alla proposta di istituzione di un meccanismo comune europeo di assicurazione dei depositi, che non è riuscita a vincere le resistenze dei Paesi creditori;
· all'auspicabile, più attivo coinvolgimento dei Parlamenti nazionali nella governance della zona euro.
In esito alla consultazione pubblica, che si è chiusa il 31 dicembre scorso, per l’istituzione di un pilastro europeo dei diritti sociali (COM2016)127), corredato, in allegato, da una prima stesura di massima del pilastro stesso (COM(2016)127 ANNEX 1), nei primi mesi del 2017 la Commissione dovrebbe presentare una proposta definitiva del pilastro medesimo.
Le Commissioni riunite XI (Lavoro) e XII (affari sociali) della Camera hanno partecipato alla consultazione, approvando un documento finale (Doc. XVIII, n.55) nel quale, tra le altre cose, rilevano che:
· i principi affermati nel pilastro dovrebbero essere configurati, a seconda dei casi, come obiettivi da raggiungere o standard da garantire, introducendo meccanismi correttivi in caso di scostamenti significativi da parte degli Stati membri;
· il raggiungimento degli obiettivi prospettati non può prescindere da un adeguato supporto agli sforzi che gli Stati membri saranno chiamati a compiere attraverso necessarie misure normative e opportuni sostegni finanziari da parte dell’Unione europea;
· taluni parametri e indicatori sociali, quali la riduzione della percentuale di popolazione a rischio di povertà e del tasso di disoccupazione, ovvero il miglioramento delle competenze e lo sviluppo della formazione e dell’istruzione, dovrebbero acquisire, nell’ambito della procedura del Semestre europeo, valore vincolante al pari degli obiettivi di finanza pubblica;
· è necessario rafforzare gli strumenti a disposizione per politiche anticicliche e per fronteggiare gli aumenti del tasso di disoccupazione in caso di shock asimmetrici, come prospettato con la proposta di introdurre un sussidio europeo di disoccupazione, avanzata dal Governo italiano nel febbraio 2016 con il documento "Una strategia europea condivisa per crescita, lavoro e stabilità";
· occorre rendere permanente, con conseguente rifinanziamento da parte dell’Unione europea, l’Iniziativa per l’occupazione dei giovani.
La Commissione intende inoltre presentare una serie di iniziative correlate al pilastro dei diritti sociali, relative a:
1) le problematiche legate alla conciliazione tra vita professionale e vita privata per le famiglie che lavorano;
2) l'accesso alla protezione sociale;
3) l'attuazione della direttiva 2003/88/CE sull'orario di lavoro;
4) la revisione della direttiva 91/533/CEE sulla dichiarazione scritta che impone al datore di lavoro l'obbligo di informare il lavoratore delle condizioni applicabili al contratto o al rapporto di lavoro.
In tale ambito, la relazione programmatica sottolinea che il Governo intende assicurare il massimo supporto alla Commissione nella elaborazione del pilastro dei diritti sociali, con particolare attenzione alle proposte di direttiva sulla conciliazione dei tempi di vita e lavoro.
Nel settore finanziario, oltre alla citata proposta di regolamento sul sistema comune di garanzia dei depositi bancari (vedi infra), la Commissione europea considera prioritarie le seguenti proposte, presentate il 23 novembre 2016:
1) la proposta di direttiva e la correlata proposta di regolamento (COM(2016)851 e COM(2016)852) che modificano il quadro legislativo vigente relativo ai requisiti di capacità aggiuntiva di assorbimento di eventuali perdite bancarie (total loss absorbing capacity, TLAC) e ai requisiti minimi in materia di fondi propri e passività ammissibili (minimum requirement for own funds and eligible liabilities, MREL);
2) una proposta su un approccio comune alla gerarchia dei creditori delle banche, al fine di rafforzare la certezza del diritto in caso di risoluzione (COM(2016)853);
3) modifiche alla disciplina dei requisiti patrimoniali delle banche, al fine di armonizzare o ulteriormente specificare le opzioni e discrezionalità concesse agli Stati membri, da un lato, e di introdurre un coefficiente di leva finanziaria, possibilmente fissato sopra al 3%, per le banche di importanza sistemica (COM(2016)850).
Per quanto riguarda le proposte pendenti la cui adozione è ritenuta prioritaria dalla Commissione europea si segnalano:
1) la proposta di regolamento che istituisce un sistema europeo di assicurazione dei depositi (COM(2015)586)[42]. Il negoziato appare molto complesso, avendo alcuni Stati membri (tra cui Germania, Finlandia e Austria) chiesto che l’approvazione del sistema comune di assicurazione dei depositi sia subordinata, tra le altre cose, all’introduzione di requisiti prudenziali sui titoli di Stato detenuti dalle banche. Su quest’ultimo punto, il Consiglio ECOFIN del 17 giugno 2016 ha concordato di attendere i risultati del Comitato di Basilea, che opera all’interno della Banca per i regolamenti internazionali (BRI).
La proposta di regolamento è stata oggetto di esame da parte della VI Commissione Finanze della Camera che ha approvato un documento finale (Doc. XVIII, n. 61) nel quale, esprimendosi in senso favorevole sulla proposta, ha invitato il Governo ad attivarsi affinché si possa pervenire rapidamente all'adozione del regolamento, senza subordinarlo all'introduzione di ulteriori e più restrittive misure di riduzione dei rischi. Per quanto riguarda la questione del regime da applicare ai titoli di Stato detenuti dalle banche, esso dovrà essere affrontato nella sede propria del Comitato di Basilea.
La proposta è stata esaminata anche dalla 6a Commissione Finanze e Tesoro del Senato, congiuntamente alla Comunicazione "Verso il completamento dell'Unione bancaria" COM(2015)587. La 6a Commissione ha approvato una risoluzione, DOC XVIII n. 130, nella quale si è espressa in senso favorevole formulando alcune condizioni e osservazioni. In particolare, le condizioni prevedono, tra l'altro:
· che siano definite con certezza le risorse necessarie a carico di ciascun soggetto aderente per la fase di avvio del sistema europeo di assicurazione dei depositi (EDIS) e per garantirne l'immediata operatività secondo le modalità e i tempi previsti dal regolamento;
· realizzare nei tempi previsti la costituzione delle risorse dell'EDIS, definendo anno per anno gli oneri a carico degli aderenti, nella consapevolezza, comunque, che il sistema bancario italiano è già impegnato a reperire risorse a sostegno delle banche in risoluzione, nonché a definire un processo di cessione dei crediti deteriorati;
· non vincolare la realizzazione dell'EDIS ad interventi di modifica dei criteri di calcolo del rischio dei titoli pubblici detenuti dalle banche ovvero fissare limiti alla loro detenzione, poiché un intervento su tale materia, costringendo le banche a ridurre in maniera disordinata e brusca l'esposizione in titoli di Stato, determinerebbe turbolenze e instabilità nei mercati.
La Commissione europea ha risposto con lettera del 13 luglio 2016.
Nella relazione programmatica il Governo sottolinea di voler sostenere la creazione di un sistema comune di assicurazione dei depositi, che contribuirebbe ad allentare il legame fra le banche e gli Stati sovrani, garantendo a tutti i depositanti lo stesso livello e garanzia di protezione. Ad avviso del Governo, le due dimensioni di condivisione e riduzione dei rischi dovrebbero procedere in parallelo rinforzandosi a vicenda, ma senza condizionamenti reciproci quanto a tempi e modalità.
2) La proposta di regolamento che istituisce il Programma di sostegno alle riforme strutturali per il periodo 2017-2020 (COM(2015)701).
L’esame del Parlamento europeo è atteso per il 4 aprile 2017.
La proposta è stata esaminata dalla 14a Commissione Politiche dell'Unione europea del Senato che con la risoluzione DOC XVIII-bis n. 16 si è espressa in senso favorevole formulando alcune osservazioni relative a: l'opportunità di spiegare meglio il meccanismo di coordinamento con le autorità responsabili dei vari fondi; l'inquadramento della proposta nell'ambito dell'iniziativa "Legiferare meglio"; l'opportunità che un'eventuale richiesta di attivazione del Programma di sostegno da parte dello Stato italiano sia accompagnata da un atto di indirizzo da parte delle Camere.
Nel programma di lavoro per il 2017, la Commissione europea ribadisce l’impegno dell’UE a favore di un sistema commerciale aperto e regolamentato, essenziale per la crescita, l’occupazione e la competitività.
La Commissione europea indica le seguenti priorità:
· il proseguimento dei negoziati commerciali in corso con gli Stati Uniti, il Giappone, il Mercosur (Mercato comune dell'America meridionale), il Messico, la Tunisia e i paesi dell’ASEAN (Associazione delle nazioni del Sud est asiatico);
A proposito dei negoziati sul Partenariato transatlantico per il commercio e gli investimenti (TTIP) con gli Stati Uniti, la Commissione intende adoprarsi per consolidare i progressi negoziali compiuti ed avviare quanto prima un dialogo con la nuova amministrazione americana. Lo scorso 17 gennaio i capi negoziatori della Commissione europea e degli Stati uniti hanno rilasciato una Valutazione congiunta dei principali risultati conseguiti nel corso dei 15 round negoziali svolti sinora.
Nella Relazione programmatica il Governo sostiene la necessità di non abbandonare i negoziati, verificando con la nuova amministrazione americana l’esistenza di analoga intenzione. Si segnala che l'Italia assieme ad altri 11 Stati membri[43] il 16 settembre scorso aveva inviato una lettera alla Commissione europea esprimendo il proprio sostegno al prosieguo dei negoziati.
La 14a Commissione Politiche dell'Unione europea del Senato della Repubblica nel giugno 2015 ha avviato la trattazione di un affare assegnato sull'attuazione delle iniziative della Commissione europea connesse agli aspetti istituzionali della strategia commerciale dell'Unione europea (atto n. 440), nell'ambito del quale sono attualmente in corso una serie di audizioni informali sul TTIP.
· la definizione di nuovi mandati per avviare negoziati commerciali con la Turchia, l’Australia, la Nuova Zelanda e il Cile;
Per la Turchia si tratta di avviare il processo per la modernizzazione dell’Unione doganale già esistente con l’UE; per l’Australia e la Nuova Zelanda dell’avvio di negoziati per accordi di libero scambio; per il Cile, dell’aggiornamento dell’accordo di libero scambio del 2002;
· il proseguimento dei lavori a livello multilaterale in seno all’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC);
Nella relazione programmatica il Governo indica che intende promuovere l’attuazione delle decisioni della decima conferenza ministeriale che si è svolta a Nairobi nel dicembre del 2015 e in particolare l’entrata in vigore dell’Accordo sulla facilitazione degli scambi e dell’Accordo sulla tecnologia dell’informazione;
· la rapida ratifica dell’accordo economico e commerciale globale (CETA) con il Canada.
L’accordo CETA è stato siglato dall’UE e dal Canada lo scorso 20 ottobre, e secondo quanto previsto da una proposta di decisione del Consiglio dell’UE dovrebbe entrare provvisoriamente in vigore nel corso del 2017. La piena entrata in vigore sarà subordinata alla conclusione dell'accordo da parte dell'UE, con decisione del Consiglio e approvazione del Parlamento europeo, e da parte di tutti gli Stati membri sulla base delle pertinenti procedure di ratifica nazionali. Il Parlamento europeo dovrebbe esprimersi sull’accordo CETA in occasione della sessione plenaria del 13-16 febbraio 2017.
· l'aggiornamento e la modernizzazione degli strumenti europei di difesa commerciale.
La Commissione considera urgente superare la situazione di stallo in seno al Consiglio dell’UE sulla proposta del 2013 relativa all’ammodernamento degli strumenti di difesa commerciale, tra cui la riforma della regola del dazio inferiore. Si tratta della proposta COM(2013)192 volta a modificare il regolamenti (CE) n. 1225/2009 e n. 597/2009 relativi alla difesa contro le importazioni oggetto rispettivamente di dumping e di sovvenzioni da parte di paesi non membri della Comunità europea. Il 21 ottobre 2016 il Consiglio europeo ha chiesto che sia raggiunto con urgenza un accordo equilibrato sulla posizione del Consiglio per quanto concerne la modernizzazione complessiva di tutti gli strumenti di difesa commerciale.
La Commissione X Attività Produttive, Commercio e Turismo della Camera dei deputati ha avviato l’esame della proposta COM(2013)192 il 6 dicembre 2016.
· svolgere un ruolo di primo piano nell’ambito dei lavori del forum mondiale sull'eccesso di capacità produttiva di acciaio, sotto l’egida del G20.
Concepito per affrontare l'eccesso di capacità produttiva dell'industria siderurgica mondiale, il Forum è stato istituito in occasione del vertice dei G20 che si è svolto a Hangzhou, in Cina. Avrà un mandato di tre anni rinnovabile e riferirà annualmente ai ministri del G20; una prima relazione dovrebbe essere presentata nel corso del 2017.
La Commissione X Attività Produttive, Commercio e Turismo della Camera dei deputati, in esito all’esame della comunicazione della Commissione europea intitolata “Acciaio: mantenere occupazione sostenibile e crescita in Europa.” COM(2016) 155 ha adottato il 16 luglio 2016 il documento finale Doc. XVIII, n. 45 nel quale in particolare: a) invita l'Unione europea ad assumere un atteggiamento più deciso e incisivo per reagire alla concorrenza sleale e dannosa praticata da alcuni Paesi; b) rileva la necessità di una riforma complessiva degli strumenti di difesa commerciale dell'Unione europea per garantire all'industria dell'UE condizioni di effettiva parità con la Cina e con gli altri partner commerciali; c) concorda con l'obiettivo di istituire gruppi di contatto sull'acciaio con tutti i maggiori paesi produttori, al fine di affrontare sistematicamente le questioni della sovraccapacità globale e delle strategie per superare la concorrenza sleale; d) invita a soprassedere sull'attribuzione alla Cina dello status di economia di mercato finché il paese non dimostri di rispettare le regole del commercio internazionale; e) ritiene necessario il ricorso ad incentivi, cui potrebbe accompagnarsi la revisione della disciplina sugli aiuti di Stato, per interventi di ristrutturazione finalizzati all'adeguamento e non alla chiusura di impianti produttivi; f) invita ad utilizzare tutte le risorse a disposizione per fare fronte agli oneri derivanti dai progetti di adeguamento e messa in sicurezza degli impianti esistenti.
Nella relazione programmatica, il Governo - oltre a sottolineare l’importanza dei negoziati in materia di politica commerciale già indicati come prioritari nel programma di lavoro della Commissione europea – indica l’intenzione di stimolare una riflessione sul futuro della politica commerciale dell’Unione europea e sulle modalità con le quali rispondere alle preoccupazioni dell’opinione pubblica e mantenendo l’efficacia e la credibilità dell’azione dell’UE.
Il Governo sottolinea, inoltre, le ulteriori seguenti priorità nell’ambito delle relazioni con paesi terzi:
· il rilancio del partenariato strategico tra l’UE e la Russia, che resta fortemente condizionato dalla crisi ucraina;
Si ricorda che in conseguenza del conflitto tra la Russia e l’Ucraina, l’UE ha adottato sin dal luglio 2014 sanzioni economiche nei confronti della Russia relative all'accesso ai mercati dei capitali, alla difesa, ai beni a duplice uso e alle tecnologie sensibili. Il Governo italiano in sede di Consiglio dell’UE ha sostenuto la necessità di valutare volta per volta e sulla base dell'attuazione del piano di pace in Ucraina il rinnovo delle sanzioni economiche nei confronti della Russia e si è opposto a considerare il rinnovo delle sanzioni come automatico. Si ricorda che le sanzioni economiche nei confronti della Russia, che possono essere rinnovate solo all’unanimità, sono state prorogate dal Consiglio europeo del 15 dicembre 2016 al 31 luglio 2017.
· il consolidamento delle relazioni tra UE e Svizzera, attraverso il negoziato per un nuovo accordo sul quadro dei rapporti istituzionali tra UE e Svizzera. Occorrerà, inoltre, trovare una soluzione alla questione posta dall’esito del referendum federale che ha imposto l’adozione di misure volte a limitare la libera circolazione delle persone, che sia compatibile con l’Accordo sulla libera circolazione delle persone tra UE e Svizzera e che non risulti penalizzate per i lavoratori italiani frontalieri o residenti in territorio svizzero;
· il consolidamento del partenariato con la Cina, sostenendo l’impegno negoziale della Commissione europea per una positiva e rapida conclusione dell’Accordo sugli investimenti UE-Cina, nonché dell’accordo sulla tutela delle indicazioni geografiche. Il Governo intende inoltre promuovere la partecipazione dell’Italia ai progetti infrastrutturali e alle iniziative di investimento nell’ambito del progetto “One belt One road”, che mira a stabilire un network di infrastrutture che colleghi l’Asia e l’Europa, unendo lo storico percorso della Via della Seta alla via marittima concepita nel XXI secolo;
· la ripresa dei negoziati per la conclusione dell’accordo di libero scambio UE- India;
· la rapida ratifica dell’accordo di cooperazione sul partenariato e lo sviluppo dell’Afghanistan;
· la conclusione di accordi di libero scambio con quattro paesi della riva sud del Mediterraneo, Marocco, Tunisia, Egitto e Giordania, prestando particolare attenzione al capitolo della liberalizzazione commerciale dei prodotti agricoli;
· il dialogo politico e la cooperazione con i Paesi africani.
Il Programma di lavoro, oltre al citato pacchetto in materia di protezione dei dati personali (vedi supra), preannuncia un pacchetto di proposte ai fini del contrasto del finanziamento al terrorismo. Il pacchetto, considerato un ulteriore progresso nell’attuazione dell’Unione della sicurezza, è stato presentato il 21 dicembre del 2016. Si tratta di:
1. una proposta di direttiva COM(2016)826 per perseguire penalmente il riciclaggio dei proventi di reati;
Gli elementi chiave della proposta sono: norme minime per la definizione dei reati penali e delle sanzioni connesse al riciclaggio di denaro, al fine di impedire ai criminali di sfruttare le differenze esistenti tra le diverse legislazioni nazionali in materia; disposizioni per rafforzare la cooperazione giudiziaria e di polizia transfrontaliera al fine di migliorare le indagini sui reati connessi al riciclaggio di denaro; l’allineamento delle norme UE agli obblighi internazionali stabiliti dalla convenzione del Consiglio d'Europa di Varsavia e alle raccomandazioni della task force "Azione finanziaria".
Nella Relazione programmatica si preannuncia l’impegno del Governo italiano per far progredire l’iter normativo della proposta.
Il Governo italiano intende, altresì, rafforzare il sostegno ad Europol per quanto riguarda l’interscambio di informazioni sui flussi finanziari a scopi terroristici.
Si segnala che il pacchetto della Commissione in materia di contrasto al finanziamento del terrorismo è considerato prioritario anche nel Programma del semestre di Presidenza maltese del Consiglio UE.
2. una proposta di regolamento (COM(2016)825) sui controlli sul denaro contante, che mira tra l’altro a rafforzare le verifiche sul denaro contante per coloro che entrano o escono dall'UE con 10 mila euro o più in contanti;
La nuova disciplina, tra l’altro: rafforza i controlli sul denaro contante per coloro che entrano o escono dall'UE con 10.000 euro o più in contanti; permette alle autorità di agire anche in relazione a importi inferiori alla soglia prevista per le dichiarazioni doganali (10.000 euro), qualora si sospettino attività criminali; estende i controlli doganali ai contanti inviati mediante pacchi postali o spedizioni di merci, ai prodotti preziosi come l'oro e alle carte di pagamento prepagate che attualmente non sono oggetto delle normali dichiarazioni doganali.
3. una proposta di regolamento (COM(2016)819) sul riconoscimento reciproco degli ordini di congelamento e confisca dei proventi di reato.
Si tratta di uno strumento giuridico unico per il riconoscimento degli ordini di congelamento e confisca in altri paesi dell'UE, che semplificherebbe l'attuale quadro giuridico. Il regolamento si applicherebbe immediatamente in tutti gli Stati membri.
Il nuovo regolamento prevedrebbe tra l’altro l’ampliamento dell’ambito di applicazione delle attuali norme sul riconoscimento transfrontaliero, al fine di includere la confisca nei confronti di terze persone collegate ai criminali.
Nello stesso settore la Commissione intende, infine, presentare una proposta contro il commercio illegale di beni culturali.
La Commissione europea considera prioritaria la conclusione dell’iter legislativo delle seguenti proposte normative:
1. la Proposta di regolamento (COM(2013)534) che istituisce la Procura europea;
Sulla proposta, volta ad istituire un organismo a livello europeo in grado di indagare, perseguire e portare in giudizio gli autori di reati che ledono gli interessi finanziari dell'Unione, il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione il 29 aprile 2015. Il Consiglio dell’UE non ha ancora trovato l’accordo su un testo complessivo di compromesso ma solo su una serie di articoli per quanto riguarda la struttura e l’organizzazione della Procura.
La Relazione programmatica del Governo prevede l’impegno dell’Esecutivo per quanto riguarda l’obiettivo di mantenere un alto livello di ambizione del testo, al fine di garantire una Procura efficiente, indipendente e con reali poteri d’indagine, attraverso i quali assicurare investigazioni efficaci, pur nel rispetto dei diritti fondamentali delle persone indagate.
La Presidenza maltese del Consiglio UE, considerata la Procura europea una priorità, intende impegnarsi affinché si raggiunga in sede di Consiglio il consenso sulle parti della proposta che non sono ancora oggetto di accordo tra gli Stati membri.
La proposta di regolamento è stata oggetto di esame della 2a Commissione Giustizia del Senato, la quale si è espressa con la Risoluzione Doc. XVIII n. 30, rilevando numerosi elementi di criticità. Ha osservato, fra l'altro, che: l'art. 8 sulla "Nomina e revoca del Procuratore europeo" suscita perplessità nella parte in cui non stabilisce alcun criterio attraverso il quale poter predeterminare i soggetti legittimati a comporre la rosa dei candidati; l’art 8 stabilisce inoltre che il Procuratore europeo sia revocato allorquando abbia commesso una "colpa grave", espressione ritenuta impropria e imprecisa; nel delineare la competenza della Procura europea si fa riferimento ai reati di cui agli articoli 12 e 13 che siano commessi in tutto o in parte "sul territorio di uno o più Stati membri", oppure "da un loro cittadino", disposizione che "denota un qualche deficit di chiarezza". Raccomanda infine l’opportunità di apportare modifiche e riformulazioni al testo al fine di garantirne la compatibilità con il dettato costituzionale. La Risoluzione ha ricevuto risposta dalla Commissione europea il 13 marzo 2014 (C(2014)1600).
2. la proposta di direttiva (COM(2015)0750) che modifica la direttiva 91/477/CEE del Consiglio relativa al controllo dell’acquisizione e della detenzione di armi.
Il 18 novembre 2015, la Commissione ha presentato una proposta di modifica della direttiva 91/477/CE relativa al controllo dell'acquisizione e della detenzione di armi, con l’obiettivo principale di limitare la disponibilità di alcune armi semiautomatiche fra le più potenti e di quelle che potrebbero essere facilmente convertite in armi pienamente automatiche, nonché migliorare lo scambio di informazioni fra Stati membri, la tracciabilità e le norme di marcatura. Sulla proposta, nel dicembre 2016, le istituzioni legislative europee hanno sostanzialmente raggiunto l’accordo, che attende di essere formalizzato tramite l’approvazione in prima lettura del testo di compromesso, prevista - per quanto riguarda il Parlamento europeo - nel marzo del 2017.
La proposta di direttiva è stata oggetto di esame della 1a Commissione Affari costituzionali del Senato la quale si è espressa in senso favorevole con la Risoluzione Doc. XVIII n. 103. La Risoluzione ha ricevuto risposta dalla Commissione europea l'11 aprile 2016 (C(2016)1724).
3. la proposta di direttiva (COM(2015)0625) sulla lotta contro il terrorismo e che sostituisce la decisione quadro del Consiglio 2002/475/GAI sulla lotta contro il terrorismo.
La riforma del quadro giuridico penale in materia di terrorismo è stata presentata dalla Commissione europea nel dicembre del 2015. La nuova disciplina introduce tra l’altro nuove fattispecie di reato come i viaggi all’estero e l’addestramento passivo ai fini terroristici. Tra gli obiettivi dichiarati della proposta, l’individuazione di strumenti per contrastare il fenomeno dei foreign fighters. La proposta è oggetto di impegno specifico anche nella Relazione programmatica del Governo italiano, che in materia di combattenti stranieri ha altresì previsto un rafforzamento dell'interscambio di informazioni tramite Europol.
Si ricorda che sulla proposta Parlamento europeo e Consiglio hanno sostanzialmente trovato l’accordo, presupposto per l’approvazione in prima lettura che è stata programmata, al Parlamento europeo, nel febbraio del 2017.
Il 21 giugno 2016 la II Commissione (Giustizia) della Camera dei deputati ha approvato un documento finale recante una valutazione complessivamente positiva purché siano rispettate una serie di condizioni, tra le quali: l’estensione, con specifica iniziativa legislativa, delle competenze della Procura europea includendovi i reati di terrorismo, oppure l’istituzione in sede europea di una struttura destinata al coordinamento delle indagini e alla raccolta delle informazioni, al fine di contrastare più efficacemente i reati di terrorismo; l’armonizzazione a livello europeo delle norme sulla punibilità del traffico illecito di beni culturali dai Paesi in cui operano organizzazioni terroristiche; l’adozione, a livello europeo, di misure di oscuramento dei siti internet e rimozione di contenuti inerenti a condotte di sostegno e propaganda con finalità di terrorismo.
La proposta di direttiva è stata oggetto di esame della 1a Commissione Affari costituzionali e della 2a Commissione Giustizia del Senato, che si sono espresse in senso favorevole con la Risoluzione Doc. XVIII n. 117. Hanno tuttavia posto alcune condizioni: la previsione di meccanismi rafforzati di collaborazione e di coordinamento; l'estensione della competenza della Procura europea anche ai reati di terrorismo; l'armonizzazione delle norme relative alla punibilità del traffico illecito di beni culturali dai Paesi in cui operano organizzazioni terroristiche; la possibilità di utilizzare tutti gli strumenti investigativi di ricerca della prova; misure di oscuramento e rimozione di contenuti internet che siano di sostegno alle attività terroristiche; la specificazione delle modalità procedurali mediante le quali risolvere eventuali conflitti di giurisdizione. La Risoluzione ha ricevuto risposta dalla Commissione europea il 18 luglio 2016 (C(2016)4216).
4. la proposta di direttiva (COM(2016)07) che modifica la decisione quadro 2009/315/GAI del Consiglio per quanto riguarda lo scambio di informazioni sui cittadini di paesi terzi e il sistema europeo di informazione sui casellari giudiziali (ECRIS), e che sostituisce la decisione 2009/316/GAI del Consiglio.
La proposta, tuttora all’esame delle Istituzioni legislative europee, modifica il funzionamento dell'attuale banca dati ECRIS al fine di rendere possibile lo scambio di informazioni anche per quanto riguarda i precedenti penali di cittadini di paesi terzi, istituendo un sistema automatizzato decentrato per tale categoria di persone.
La proposta di direttiva è stata oggetto di esame della 14a Commissione Politiche dell'Unione europea del Senato, che ha formulato osservazioni favorevoli con la Risoluzione Doc. XVIII-bis n. 17. La Risoluzione ha ricevuto risposta dalla Commissione europea il 13 ottobre 2016 (C(2016)6571).
5. la proposta di regolamento (COM(2016)0194) che istituisce un sistema di ingressi/uscite (Sistema EES) per la registrazione dei dati di ingresso e di uscita e dei dati relativi al respingimento dei cittadini di paesi terzi che attraversano le frontiere esterne degli Stati membri dell'Unione europea e che determina le condizioni di accesso al sistema di ingressi/uscite a fini di contrasto e che modifica il regolamento (CE) n. 767/2008 e il regolamento (UE) n. 1077/2011;
Il sistema di registrazione automatizzato, proposto dalla Commissione nell’aprile del 2016, riguarda: nome, tipo di documento di viaggio, dati biometrici, data e luogo di ingresso e di uscita e i respingimenti; tale meccanismo sostituirebbe l’attuale sistema di timbratura manuale dei passaporti dei cittadini dei paesi terzi facilitando le operazioni di controllo di frontiera, con particolare riguardo all’individuazione di documenti contraffatti e false identità. La proposta è tuttora all’esame delle Istituzioni legislative europee. Essa è considerata tra le iniziative prioritarie anche dalla Presidenza maltese del semestre UE.
La proposta è stata oggetto di esame della 1a Commissione Affari costituzionali del Senato che si è pronunciata in senso favorevole con la Risoluzione Doc. XVIII n. 131. La risoluzione ha ricevuto risposta dalla Commissione europea il 26 settembre 2016 (C(2016)5781).
6. la proposta di regolamento COM(2016)0196 che modifica il regolamento (UE) 2016/399 per quanto riguarda l'uso del sistema di ingressi/uscite.
Si tratta delle modifiche necessarie ad adeguare l’attuale Codice frontiere Schengen al futuro sistema EES sopra descritto.
Ai fini della realizzazione dell’Unione della sicurezza, il Programma di lavoro prevede, infine, la creazione del sistema europeo di informazione e autorizzazione ai viaggi (ETIAS) per il controllo automatico dei cittadini di paesi terzi esenti dall’obbligo di visto che intendono recarsi nello spazio Schengen.
L’ETIAS, presentato dalla Commissione nel novembre 2016 con proposta di regolamento COM(2016)731, consiste in un sistema automatizzato per verificare le informazioni fornite dai cittadini di paesi terzi esenti dall'obbligo del visto (relative all'identità, al documento di viaggio, alla residenza, al recapito, ecc.) e per l’autorizzazione di viaggio, sulla falsariga di quanto già avviene mediante il sistema ESTA per i cittadini europei che intendono entrare negli USA.
Il sistema ETIAS è altresì inserito tra le priorità del Programma del semestre di Presidenza maltese del Consiglio dell’UE.
La Relazione programmatica contiene una serie di impegni ulteriori, con particolare riferimento al contrasto al terrorismo, alla criminalità organizzata e al cybercrime.
In particolare, l’Italia intende dedicare un adeguato focus all’attuazione di misure di rafforzamento delle agenzie di law enforcement per la cooperazione e per la formazione (Europol e Cepol), e per la gestione della cooperazione operativa alle frontiere esterne (Frontex).
Europol è l’organismo europeo che sostiene la cooperazione di polizia tra gli Stati membri. Con il recente regolamento n. 794/2016 l’Unione europea ha trasformato Europol in una Agenzia europea, potenziandone il mandato ai fini del contrasto dei crimini transfrontalieri e delle minacce terroristiche. In particolare, si facilita l’istituzione all’interno dell’Agenzia di unità specializzate e si semplificano le norme sui compiti delle unità già esistenti o dei centri come il Centro europeo antiterrorismo, già in attività dall’inizio del 2016. Il regolamento rafforza, infine, il regime di protezione dei dati personali applicabile a Europol, e introduce (in applicazione delle previsioni del Trattato di Lisbona) un meccanismo di controllo delle attività dell’Agenzia da parte del Parlamento europeo in associazione con i Parlamenti nazionali.
Si ricorda che l’Unione europea, con regolamento n. 1624/2016, ha recentemente potenziato l’Agenzia europea per la cooperazione nella gestione delle frontiere esterne Frontex, di cui è cambiato anche il nome in Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera.
Per quanto riguarda specificamente il contrasto del terrorismo, è obiettivo del Governo rafforzare la collaborazione strategica tra i Paesi dell’Unione europea finalizzata allo sviluppo di progetti in materia di radicalizzazione ed estremismo violento.
L’Italia intende inoltre assicurare il proprio supporto alle iniziative finalizzate al rafforzamento delle frontiere (con particolare riguardo all’attività di contrasto all’immigrazione irregolare e alla tratta degli esseri umani) e a progetti tesi a migliorare le capacità antiterrorismo dei Paesi terzi dell’area balcanica e nordafricana.
Da ultimo, secondo la Relazione, anche per il 2017 rimarrà strategico l’obiettivo del contrasto al traffico internazionale di sostanze stupefacenti e psicotrope, con particolare riguardo all’aumento e alla velocizzazione dello scambio dei dati di tipo info-investigativo con gli altri Stati membri e con le Agenzie dell’Unione e quelle internazionali.
In materia di diritto sostanziale e cooperazione giudiziaria penale il Governo considera prioritarie, tra l’altro:
1. la proposta di regolamento COM(2013)535, volta a riformare il quadro giuridico di Eurojust;
Eurojust è un organismo istituito nel 2002 per sostenere e rafforzare il coordinamento e la cooperazione tra autorità nazionali nella lotta contro le forme gravi di criminalità transnazionale che interessano l'Unione europea.
La riforma di Eurojust, proposta dalla Commissione nel 2013, mira a potenziarne l'efficienza stabilendo un nuovo regime di governance, nonché a migliorare la sua efficacia operativa definendo in modo omogeneo i poteri e lo status dei membri nazionali.
Sulla proposta il Consiglio ha raggiunto un orientamento generale, escluse le parti relative alla disciplina dei rapporti con la futura Procura europea.
Il miglioramento della governance di Eurojust è considerato obiettivo prioritario anche dalla Presidenza maltese.
La proposta di regolamento è stata oggetto di esame della 2a Commissione Giustizia del Senato, la quale si è espressa con parere favorevole con la Risoluzione Doc. XVIII n. 31. La risoluzione ha ricevuto risposta dalla Commissione europea il 14 marzo 2014 (C(2014)1572).
La proposta, presentata dalla Commissione europea nel 2012, stabilisce misure necessarie nel campo della prevenzione e della lotta contro la frode e le altre attività illegali che ledono gli interessi finanziari dell’Unione, mediante la definizione di reati e sanzioni.
La proposta è stata a lungo oggetto di contrasto tra il Parlamento europeo e il Consiglio dell’UE per quanto riguarda l’inclusione della frode in materia di IVA nel campo di applicazione della direttiva. Da ultimo la maggioranza degli Stati membri, in sede di Consiglio ECOFIN dell'11 ottobre e di Consiglio GAI del 14 ottobre 2016, si è dichiarata pronta a includere nella direttiva PIF casi di frode IVA transfrontaliera grave, almeno a condizione che siano apportati determinati altri adeguamenti al testo, aprendo di fatto la strada all’accordo politico con il Parlamento europeo che dovrebbe esser raggiunto nel 2017.
La proposta di direttiva è stata oggetto di esame della 14a Commissione Politiche dell'Unione europea del Senato che ha formulato osservazioni favorevoli con la Risoluzione Doc. XVIII-bis n. 92.
La proposta, presentata dalla Commissione nel 2013, è stata oggetto sia di approvazione in prima lettura da parte del Parlamento europeo nell’aprile del 2014, sia di un orientamento generale del Consiglio dell’UE nel dicembre 2016, aprendo in tal modo la strada ai negoziati tra le due Istituzioni legislative europee.
La convenzione di Istanbul del Consiglio d'Europa è il trattato internazionale di maggiore portata sulla lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica. La convenzione è stata presentata nel 2011 ed è entrata in vigore nell'agosto 2014. La convenzione di Istanbul riconosce la violenza sulle donne come violazione dei diritti umani e la affronta attraverso misure volte a prevenire la violenza, proteggere le vittime e perseguire gli autori dei reati.
Le proposte di firma e conclusione della convenzione da parte dell’UE, presentate dalla Commissione europea il 4 marzo 2016, sono tuttora all’esame del Consiglio dell’UE.
In materia di cooperazione giudiziaria civile, si ricorda, infine, tra le priorità della Relazione programmatica del Governo italiano la proposta di regolamento COM(2016)411 volta a riformare il regolamento cosiddetto "Bruxelles II", relativo alla competenza, al riconoscimento e all’esecuzione delle decisioni in materia matrimoniale e di responsabilità genitoriale.
La riforma del regolamento Bruxelles II, che disciplina la risoluzione di conflitti di competenza tra gli Stati membri e la libera circolazione delle sentenze nell'UE in materia matrimoniale e di responsabilità genitoriale, è stata presentata dalla Commissione europea nel giugno del 2016.
La Commissione presenterà un esame intermedio relativo all'attuazione dell'Agenda europea sulla migrazione (COM(2015)240)[44] con l'intento di consolidare i diversi assi di intervento e stilare un bilancio orizzontale, compresa l'attuazione del nuovo quadro di partenariato in materia di migrazione con i Paesi terzi[45].
Fra i risultati finora raggiunti, la Commissione ricorda:
1. più di 15 miliardi di euro del bilancio dell’UE dedicati alla crisi dei rifugiati;
2. la dichiarazione UE-Turchia, quale "elemento decisivo per fermare la tratta di migranti";
3. l'adozione di misure intese a "riportare alla normalità lo spazio Schengen di libera circolazione delle persone"[46], con particolare riferimento all'istituzione della Guardia di frontiera e costiera europea (vedi il regolamento (UE) 2016/1624), che è stata ufficialmente varata il 6 ottobre 2016[47].
La Commissione dichiara che per il 2017 intende:
1. assicurare un sostegno diretto ai rifugiati e favorirne l'integrazione nelle comunità di accoglienza in Europa e nei Paesi terzi;
2. migliorare la gestione della migrazione nelle zone di confine più esposte;
3. lottare contro la tratta e il traffico dei migranti, in particolare dei minori non accompagnati;
4. rimpatriare i migranti irregolari.
Le questioni migratorie figurano al primo punto delle priorità indicate dalla Presidenza maltese che si è posta un duplice obiettivo: spingere per una rapida implementazione delle misure su cui è già stato raggiunto un accordo e assicurare che la migrazione rimanga in cima all’agenda europea.
Gli obiettivi concreti nel corso del semestre di Presidenza saranno:
1) il rafforzamento e la razionalizzazione del sistema europeo comune di asilo per una più equa distribuzione del peso della migrazione fra gli Stati membri;
2) la revisione del regolamento Dublino, in quanto elemento chiave per la definizione delle competenze in materia di domande di asilo;
3) la trasformazione dell’attuale Ufficio di sostegno per l'asilo (EASO) in una vera e propria Agenzia dell’Unione;
4) l'attuazione degli impegni per la ricollocazione di 160.000 persone bisognose di protezione internazionale;
5) il sostegno a un approccio olistico al tema delle migrazioni, che includa sia la dimensione interna che esterna del fenomeno (in questo spirito, si darà seguito a quanto deciso in occasione del vertice di La Valletta sulla migrazione e si lavorerà per portare a compimento il Piano europeo per gli investimenti esterni, promuovendo gli investimenti in Africa e nel vicinato e cercando di affrontare le cause profonde dei flussi migratori).
Nella Relazione programmatica, il Governo italiano da parte sua annuncia di voler proseguire la propria azione volta a mantenere al centro dell’Agenda europea la necessità di una maggiore condivisione degli oneri nella gestione del fenomeno migratorio, sia per quanto riguarda i profili interni (gestione delle frontiere, riforma del sistema europeo di asilo, ricollocazione e reinsediamento) che per quelli esterni (partenariati con i Paesi terzi). Per quanto riguarda la gestione delle frontiere esterne dell'Unione europea, il Governo dichiara inoltre il proprio impegno affinché questa venga considerata come "una questione che non può essere rimessa esclusivamente a carico degli Stati membri maggiormente esposti ai flussi migratori".
In particolare:
1) dopo avere sostenuto la rapida conclusione del negoziato sulla Guardia costiera e di frontiera europea, ribadirà la specificità della frontiera esterna marittima e delle rotte migratorie che interessano il Mediterraneo, la cui gestione coinvolge profili operativi che andrebbero equamente ripartiti tra tutti gli Stati membri;
2) confermerà l’esigenza di un maggiore impegno europeo in materia di rimpatrio dei migranti che non hanno titolo per rimanere nel territorio dell’Unione europea, sostenendo altresì gli sforzi per la conclusione di nuovi accordi di riammissione e per l'implementazione di quelli vigenti;
3) si impegnerà per far sì che vengano migliorati gli strumenti tecnologici già a disposizione nel settore dei controlli alle frontiere e, contestualmente, per verificare se vi siano le condizioni per introdurne di nuovi (obiettivo questo ritenuto fondamentale sia per una più funzionale gestione degli ingressi nell’area Schengen che per il miglioramento dei controlli di sicurezza). E' in tal senso impegnato nella definizione della proposta di regolamento presentata dalla Commissione europea nel dicembre 2015 al fine di modificare il codice frontiere Schengen (regolamento (CE) n. 562/2006) per quanto riguarda il rafforzamento delle verifiche nelle banche dati pertinenti alle frontiere esterne (su cui vedi infra, "Proposte prioritarie in sospeso");
4) sta seguendo con attenzione il negoziato sulla proposta della Commissione per l’istituzione di un nuovo sistema di ingressi/uscite (EES);
5) è aperto al confronto sulla possibile creazione del sistema europeo di informazione e autorizzazione ai viaggi (ETIAS);
6) manterrà, infine, al centro della propria azione l’obiettivo di preservare il principio della libera circolazione e il regolare funzionamento dell’area Schengen.
La Commissione sottolinea che "per gestire la migrazione in modo credibile e sostenibile" è necessario adottare rapidamente le proposte chiave che sono già all'esame del Parlamento europeo e del Consiglio.
Come evidenziato nella Dichiarazione congiunta del Parlamento europeo, del Consiglio e della Commissione europea, le tre istituzioni si sono impegnate ad assicurare progressi sostanziali nell'ambito delle procedure legislative riguardanti, fra l'altro, la riforma delle politiche migratorie dell'UE "in uno spirito di responsabilità e solidarietà", attraverso la riforma del sistema europeo comune di asilo (incluso il meccanismo di Dublino), le proposte in materia di migrazione legale e il Piano europeo per gli investimenti esterni.
Per quanto riguarda in particolare la riforma del sistema europeo comune di asilo, le proposte indicate come prioritarie dalla Commissione sono:
1) la proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che stabilisce i criteri e i meccanismi di determinazione dello Stato membro competente per l’esame di una domanda di protezione internazionale presentata in uno degli Stati membri da un cittadino di Paese terzo o da un apolide (rifusione) (COM(2016)270)[48].
La proposta di regolamento è stata oggetto di esame della 1a Commissione Affari costituzionali del Senato la quale, avendo rilevato numerosi elementi di criticità, anche sotto il profilo del rispetto dei principi di sussidiarietà e proporzionalità, si è pronunciata in senso contrario con la Risoluzione Doc. XVIII n. 156. In particolare, vi si osserva che gli effetti delle misure e dei meccanismi previsti non si pongono nella direzione del raggiungimento degli obiettivi della proposta, di ottenere un'equa ripartizione delle responsabilità fra gli Stati membri, soprattutto nei momenti di crisi. Sulla proposta, la I Commissione (Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e interni) della Camera dei deputati, il 16 novembre 2016 ha approvato un documento conclusivo, con il quale ha espresso una valutazione negativa, considerando, tra l’altro, inaccettabile, in quanto palesemente contraddittoria con i principi di solidarietà e corresponsabilizzazione stabiliti nei Trattati, la previsione in base alla quale uno Stato membro può sottrarsi totalmente dall'obbligo di partecipare al meccanismo di redistribuzione previa corresponsione del contributo di 250 mila euro per richiedente asilo non preso in carico.
2) la proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo all’Agenzia dell’Unione europea per l’asilo e che abroga il regolamento (UE) n. 439/2010 (COM(2016)271)[49].
La proposta di regolamento è stata oggetto di esame della 1a Commissione Affari costituzionali del Senato che si è pronunciata in senso favorevole con la Risoluzione Doc. XVIII n. 146. Sulla proposta, il 16 novembre 2016, la I Commissione (Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e interni) della Camera dei deputati ha approvato un documento conclusivo, con il quale ha espresso una valutazione sostanzialmente positiva.
3) la proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce l’"Eurodac" per il confronto delle impronte digitali per l’efficace applicazione del regolamento (UE) n. 604/2013 che stabilisce i criteri e i meccanismi di determinazione dello Stato membro competente per l’esame di una domanda di protezione internazionale presentata in uno degli Stati membri da un cittadino di Paese terzo o da un apolide, per l’identificazione di cittadini di Paesi terzi o apolidi il cui soggiorno è irregolare e per le richieste di confronto con i dati Eurodac presentate dalle autorità di contrasto degli Stati membri e da Europol a fini di contrasto (rifusione) (COM(2016)272)[50].
La proposta di regolamento è stata oggetto di esame della 1a Commissione Affari costituzionali del Senato che si è pronunciata in senso favorevole con la Risoluzione Doc. XVIII n. 157. Sulla proposta, il 16 novembre 2016, la I Commissione (Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e interni) della Camera dei deputati ha approvato un documento conclusivo, con il quale ha espresso una valutazione sostanzialmente positiva.
4) la proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio recante norme relative all’accoglienza dei richiedenti protezione internazionale (rifusione) (COM(2016)465)[51].
La proposta di regolamento è stata oggetto di esame della 1a Commissione Affari costituzionali del Senato la quale, rilevando come il principio di sussidiarietà non sia sostanzialmente rispettato, si è pronunciata in senso contrario con la Risoluzione Doc. XVIII n. 165. In particolare, viene osservato che l'obiettivo di ottenere una maggiore armonizzazione delle condizioni di accoglienza nell'Unione europea, al fine di aumentare le prospettive di integrazione dei richiedenti, "non si raggiunge attraverso un ulteriore giro di vite sui movimenti secondari" e che il combinato disposto di direttive, regolamenti e rifusioni vigenti "dimostra l'assoluta impotenza della Commissione a far rispettare i princìpi cardine sulla gestione dei flussi migratori, e cioè accoglienza solidale, redistribuzione dei richiedenti asilo e rimpatri".
5) la proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio recante norme sull'attribuzione a cittadini di Paesi terzi o apolidi della qualifica di beneficiario di protezione internazionale, su uno status uniforme per i rifugiati o per le persone aventi titolo a beneficiare della protezione sussidiaria e sul contenuto della protezione riconosciuta, che modifica la direttiva 2003/109/CE del Consiglio, del 25 novembre 2003, relativa allo status dei cittadini di Paesi terzi che siano soggiornanti di lungo periodo (COM(2016)466)[52].
La proposta di regolamento è stata oggetto di esame della 1a Commissione Affari costituzionali del Senato che si è pronunciata in senso favorevole, pur rilevando alcune criticità, con la Risoluzione Doc. XVIII n. 167. In particolare, viene osservato che: è indispensabile una valutazione dell'impatto della proposta di regolamento sul delicato contesto europeo delle politiche migratorie; visto che gli Stati membri dovranno effettuare il riesame sistematico e regolare dello status di rifugiato e di persona ammessa alla protezione sussidiaria, è opportuno prolungare il periodo di durata del permesso di soggiorno indicato nell'art. 26 della proposta; non si può prescindere da una profonda revisione del cosiddetto "sistema Dublino".
6) la proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che stabilisce una procedura comune di protezione internazionale nell'Unione e abroga la direttiva 2013/32/UE (COM(2016)467).
La proposta di regolamento è stata oggetto di esame della 1a Commissione Affari costituzionali del Senato la quale, pur rilevando come la proposta riforma del sistema europeo di asilo comporti una serie di aggravi per gli Stati di primo ingresso come l'Italia, si è pronunciata in senso favorevole con la Risoluzione Doc. XVIII n. 166.
Nell'ultima sessione del Consiglio Giustizia e affari interni (GAI), del 9 dicembre 2016, i ministri dell'Interno hanno discusso la riforma del sistema europeo comune di asilo (CEAS) e hanno stabilito un mandato per i negoziati con il Parlamento europeo sul regolamento Eurodac. La Presidenza ha inoltre informato i ministri sulla situazione dei lavori concernenti i fascicoli restanti della riforma del CEAS e il reinsediamento. Particolare attenzione è stata posta su aspetti precisi quali lo spiegamento presso le Agenzie (in particolare EASO e Frontex), le ricollocazioni, l'attuazione del regolamento relativo alla Guardia costiera e di frontiera europea e il quadro di partenariato, soffermandosi in particolare sui risultati conseguiti in materia di rimpatri e riammissioni. I ministri si sono dichiarati inoltre favorevoli alle iniziative adottate dall'Ufficio europeo di sostegno per l'asilo (EASO) per consentire l'assunzione di esperti direttamente dall'Agenzia allo scopo di alleviare le carenze critiche di personale.
Il Consiglio europeo del 15 dicembre 2016, nelle sue conclusioni, ha infine rilevato come l'applicazione efficace dei principi di responsabilità e solidarietà resti un obiettivo condiviso e ha invitato il Consiglio a portare avanti il processo di riflessione finalizzato alla revisione del sistema comune di asilo, con l'obiettivo di giungere a un consenso nel corso del semestre di Presidenza maltese.
Per quanto riguarda la riforma del sistema europeo di asilo, nella Relazione programmatica il Governo italiano dichiara di aver sempre sostenuto la necessità di una sua complessiva riforma "che fosse in grado di superare i limiti presenti nella vigente normativa, soprattutto per quanto riguarda l’onere sostenuto dai Paesi di primo ingresso".
Con particolare riferimento alle singole proposte, vi si afferma che:
- il Governo non si ritiene soddisfatto delle soluzioni ipotizzate per la riforma del regolamento Dublino, che è considerata la proposta centrale da cui avviare la complessiva revisione del sistema d'asilo. Sottolinea in proposito che, sebbene la proposta della Commissione preveda "un articolato meccanismo di assegnazione per gestire situazioni di eccessiva pressione sui sistemi nazionali di asilo", questa "mantiene sostanzialmente intatto il principio in forza del quale la gestione dei richiedenti asilo è in carico al Paese di primo ingresso". Il Governo si impegna pertanto a operare in sede negoziale affinché venga garantita un’effettiva condivisione degli oneri da parte di tutti gli Stati membri, in linea con la Risoluzione adottata dalla 1a Commissione del Senato della Repubblica nella seduta del 5 ottobre 2016;
- il Governo è favorevole a un rafforzamento dell'Ufficio europeo di sostegno per l’asilo (EASO). Sottolinea, tuttavia, che obiettivo dell'Agenzia dovrà comunque essere quello di dare sempre maggiore sostegno agli Stati membri sottoposti a pressione migratoria e che il meccanismo di monitoraggio e valutazione sui sistemi nazionali d’asilo dovrà svilupparsi in un’ottica di collaborazione e partecipazione degli Stati membri interessati;
- il Governo si dichiara "pronto ed aperto" al negoziato sul progetto di riforma del regolamento "Eurodac" per il confronto delle impronte digitali nonché sul pacchetto di proposte, presentate il 13 luglio 2016, relative alla revisione della "direttiva accoglienza”, della "direttiva procedure” e della "direttiva qualifiche" (queste ultime due verrebbero trasfuse in due nuovi regolamenti).
Obiettivo prioritario del Governo sarà inoltre quello di ottenere un maggiore impegno da parte degli altri Stati membri per quanto riguarda l’attuazione delle decisioni sulla ricollocazione (la decisione (UE) 2015/1523 e la decisione (UE) 2015/1601)[53].
Il programma della Commissione indica che dovranno essere inoltre adottate in via prioritaria le seguenti proposte:
1) la proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce un quadro dell'Unione per il reinsediamento e modifica il regolamento (UE) n. 516/2014 del Parlamento europeo e del Consiglio (COM(2016)468)[54].
La proposta di regolamento è stata oggetto di esame della 1a Commissione Affari costituzionali del Senato che si è pronunciata in senso favorevole, con osservazioni, con la Risoluzione Doc. XVIII n. 158. In relazione ai programmi mirati di reinsediamento, da definire tramite atti di esecuzione della Commissione europea, si rileva la mancata indicazione dei criteri in base ai quali è individuata la partecipazione numerica di ciascuno Stato. Inoltre, per quanto concerne il ricorso alla procedura accelerata di cui all'art. 11, si ritiene necessario introdurre criteri di riferimento sulla cui base la Commissione adotterà l'atto di esecuzione che prevede il ricorso a tale procedura, anche attraverso un ruolo da riconoscere all'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) o ad altre organizzazioni umanitarie abilitate.
Nella Relazione programmatica, il Governo sottolinea che lo strumento del reinsediamento va sostenuto in quanto "mezzo efficace per disarticolare il modello affaristico dei trafficanti di esseri umani e quale concreto gesto di solidarietà verso quei Paesi terzi in prima linea nell’accoglienza di profughi dalle aree di crisi a loro prossime". In esito all’impegno assunto nella seduta del 17 febbraio 2016 dalla XIV Commissione della Camera dei Deputati, il Governo si impegna a sostenere la proposta relativa al quadro europeo per il reinsediamento e ad assicurare una sua partecipazione costruttiva in fase di negoziato[55].
2) la proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce un meccanismo di ricollocazione di crisi e modifica il regolamento (UE) n. 604/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 giugno 2013, che stabilisce i criteri e i meccanismi di determinazione dello Stato membro competente per l'esame di una domanda di protezione internazionale presentata in uno degli Stati membri da un cittadino di un Paese terzo o da un apolide (COM(2015)450)[56].
La proposta di regolamento è stata oggetto di esame della 1a Commissione Affari costituzionali del Senato che si è pronunciata in senso favorevole con la Risoluzione Doc. XVIII n. 100. Sulla proposta, la I Commissione (Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e interni) della Camera dei deputati ha approvato un documento conclusivo, con il quale ha espresso una valutazione sostanzialmente positiva.
3) la proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce un elenco comune dell'UE di Paesi di origine sicuri ai fini della direttiva 2013/32/UE del Parlamento europeo e del Consiglio recante procedure comuni ai fini del riconoscimento e della revoca della protezione internazionale, e che modifica la direttiva 2013/32/UE (COM(2015)452)[57].
La proposta di regolamento è stata oggetto di esame della 1a Commissione Affari costituzionali del Senato che si è pronunciata in senso favorevole con la Risoluzione Doc. XVIII n. 101. Sulla proposta, il 14 ottobre 2015, la I Commissione (Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e interni) della Camera dei deputati ha approvato un documento conclusivo.
4) la proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (CE) n. 562/2006 per quanto riguarda il rafforzamento delle verifiche nelle banche dati pertinenti alle frontiere esterne (COM(2015)670)[58].
Il 7 dicembre 2016 il Comitato dei rappresentanti permanenti (Coreper) ha approvato un testo di compromesso concordato con il Parlamento europeo.
La proposta di regolamento è stata oggetto di esame della 1a Commissione Affari costituzionali del Senato che si è pronunciata in senso favorevole con la Risoluzione Doc. XVIII n. 111. La Risoluzione ha ricevuto risposta dalla Commissione europea il 1° agosto 2016 (C(2016)5111).
Fra i suoi obiettivi, la Commissione segnala infine la necessità che vengano rapidamente adottate le misure per una corretta gestione della migrazione regolare, citando al riguardo la proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio sulle condizioni di ingresso e soggiorno dei cittadini di Paesi terzi che intendano svolgere lavori altamente specializzati (cd. direttiva sulla "Carta blu") (COM(2016)378)[59].
La proposta di regolamento è stata oggetto di esame della 1a Commissione Affari costituzionali del Senato che si è pronunciata in senso favorevole con la Risoluzione Doc. XVIII n. 145. La Risoluzione ha ricevuto risposta dalla Commissione europea il 9 dicembre 2016 (C(2016)7904).
In materia di integrazione sociale ed economica dei migranti, il Governo italiano afferma nella Relazione che "le ipotesi in valutazione sono orientate ad assicurare una migliore risposta del sistema di accoglienza ed integrazione sia per i nuovi flussi che rispetto allo stock di migranti già presente sul territorio nazionale, intervenendo con misure di inclusione e misure infrastrutturali per la prima e la seconda accoglienza". Sottolinea inoltre che costituirà un’ulteriore priorità il supporto a un migliore riconoscimento accademico, all’apprendimento della lingua italiana e a metodi flessibili di accesso all’istruzione superiore, in linea con quanto stabilito nell’ambito del protocollo d’intesa tra il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca (MIUR) e la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (CRUI).
Nel Capitolo dedicato all'Occupazione e agli Affari sociali, la Relazione evidenzia inoltre che particolare rilevanza verrà data a: l'integrazione socio-lavorativa dei migranti nella società italiana, con particolare attenzione ai minori stranieri non accompagnati e ai richiedenti/titolari di protezione internazionale; la valorizzazione del ruolo delle seconde generazioni e dei giovani migranti. Particolare attenzione sarà in questo ambito rivolta al monitoraggio delle azioni realizzate dalle Regioni nell’ambito dell’Avviso multiazione[60] a valere su risorse del Fondo asilo, migrazione e integrazione (FAMI) 2014-2020 (istituito con il regolamento (UE) n. 516/2014 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 aprile 2014). Evidenzia inoltre che nel corso del 2017 dovranno essere progettati e strutturati interventi specifici diretti a dare piena attuazione alle raccomandazioni contenute nel Piano di azione sull’integrazione dei cittadini di Paesi terzi (COM(2016)377), presentato dalla Commissione europea il 7 giugno del 2016.
Per quanto concerne la migrazione legale il Governo dichiara che l’attenzione sarà focalizzata sui seguenti temi: il contrasto al fenomeno del caporalato e allo sfruttamento lavorativo; la realizzazione di interventi in favore di cittadini di Paesi terzi che sono in procinto di fare ingresso nel territorio italiano per ricongiungimento familiare, attraverso la promozione di strumenti in grado di sostenere l’acquisizione di competenze in ambito linguistico, di educazione civica e con riferimento alla cultura della società di accoglienza; la gestione di percorsi migratori regolari per i lavoratori stranieri dotati di elevate competenze tecniche e professionali ("Carta blu")[61].
Nel programma di lavoro per il 2017, la Commissione europea sottolinea la volontà di utilizzare, attraverso la nuova Strategia globale approvata dal Consiglio europeo del giugno 2016, la politica di vicinato riveduta e la politica di allargamento, tutti gli strumenti a sua disposizione per sostenere i suoi partner lungo il percorso della stabilizzazione politica ed economica, delle riforme e dello sviluppo della resilienza.
La Commissione europea indica le seguenti priorità:
· la presentazione, entro la fine dell'anno, di un piano d'azione europeo in materia di difesa - effettivamente formalizzato il 30 novembre con la comunicazione COM(2016)950 -, con l'obiettivo di valutare in che modo le politiche e gli strumenti dell'UE possano garantire che le industrie e le competenze dell'Europa "siano in grado di realizzare le capacità di difesa individuate in relazione alle sfide attuali e future in materia di sicurezza". In tale quadro, la Commissione intende altresì proporre la creazione di un Fondo europeo di difesa per promuovere la ricerca e l'innovazione e contribuire al rafforzamento della base industriale e tecnologica di difesa europea, stimolando ulteriormente lo sviluppo di capacità di difesa essenziale.
Va rilevato, in proposito, che lo scorso 17 gennaio la Commissione Difesa della Camera dei deputati ha avviato l'esame del Piano d'azione. Le Commissioni 3a, 4a e 14a del Senato della Repubblica si apprestano invece ad avviare l'esame della Strategia globale per la politica estera e di sicurezza, assegnata formalmente il 4 agosto 2016.
· la rapida adozione, da parte del Parlamento europeo e del Consiglio, della proposta che modifica lo strumento inteso a contribuire alla stabilità e alla pace, con l'intento di colmare le lacune nella capacità dell'UE di sostenere i paesi partner nel prevenire e nel gestire da soli le crisi;
· l'adozione, unitamente all'Alto Rappresentante, di una strategia dell'UE per la Siria, che dovrebbe definire le modalità con cui l'Europa potrà continuare a fornire assistenza umanitaria e contribuire alla transizione politica, alla stabilizzazione e alla ricostruzione del Paese;
· la prosecuzione del dialogo rafforzato con l'Africa, che rimarrà uno dei principali partner strategici dell'Unione. In vista del 5° vertice UE-Africa, che si terrà alla fine del 2017, verrà proposto un nuovo approccio per definire le priorità e gli obiettivi strategici dell'UE nei confronti dell'Africa, che dovrebbe contribuire, tra l'altro, a rafforzare il pilastro africano del quadro post-Cotonou;
· la presentazione di un rinnovato consenso europeo sullo sviluppo, alla quale la Commissione ha effettivamente provveduto lo scorso 22 novembre pubblicando tre comunicazioni, relative rispettivamente ai prossimi passi da compiere per un futuro europeo sostenibile (COM(2016)739), al nuovo consenso europeo (COM(2016)740) e al nuovo quadro post-Cotonou (JOIN(2016)52), e che allinea la politica di sviluppo dell'UE all'agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile;
· la piena integrazione delle misure connesse alla dimensione esterna della politica migratoria all'interno del quadro delle relazioni esterne dell'UE. Sulla scorta dei primi e incoraggianti risultati conseguiti dal recente quadro di partenariato con i paesi terzi nell'ambito dell'agenda europea sulla migrazione (COM(2016)385) le questioni connesse alla migrazione dovrebbero costituire un elemento centrale e una condizione essenziale per la qualità delle relazioni con tutti i paesi di origine e di transito dei flussi.
Oltre a far propri gli orientamenti contenuti nel programma di lavoro della Commissione, la Relazione programmatica del Governo si sofferma su taluni aspetti della Politica estera e di difesa dell'Unione che l'Italia considera strategici.
Ribadita la necessità di un approccio integrato alla gestione delle crisi internazionali, contro il terrorismo e a favore di soluzioni politiche inclusive, il Governo sottolinea in particolare:
1. Per quanto attiene alla politica di sicurezza e di difesa comune (PSDC), la necessità di intensificare l'azione per lo sviluppo di una difesa europea più strutturata, efficace e visibile; di incrementare gli sforzi per aumentare l'efficacia, la flessibilità e la rapidità d'impiego delle missioni civili, mantenendo il tradizionale approccio "concentrico" che attribuisce priorità alle crisi nei Paesi del primo vicinato;
2. La necessità di mantenere il tradizionale sostegno alla politica di allargamento, ai negoziati di adesione in corso e al sostegno nella fase di pre-adesione, in quanto strumenti essenziali per garantire stabilità, sicurezza e prosperità nella regione dei Balcani occidentali e del Mediterraneo orientale. Più nel dettaglio, il Governo ricorda come l'Italia potrà svolgere un ruolo rafforzato anche grazie alla Presidenza del Vertice dei Balcani occidentali/Processo di Berlino nel corso del 2017. Viene infine ribadito il pieno sostegno al dialogo con la Turchia (con massima attenzione al rispetto dello Stato di diritto e dei diritti fondamentali), sia in chiave strategica, sia in considerazione del rilevante impegno sostenuto dal Paese in favore dei rifugiati siriani;
3. Il pieno sostegno alla politica europea di vicinato (PEV), contribuendo in maniera costruttiva alla concreta attuazione delle sue nuove priorità con particolare attenzione ai paesi del Mediterraneo orientale.
Sulla
nuova PEV, Le Commissioni affari esteri del Senato
della Repubblica e della Camera
dei deputati hanno entrambe approvato atti di
indirizzo, rispettivamente il 16 giugno e il 5 agosto 2015. I due documenti,
analoghi e complementari nell'impostazione, individuano tra le priorità per la
futura politica di vicinato una sua maggiore integrazione in una riformata
politica estera e di difesa comune; il mantenimento di un quadro unitario, ma
introducendo forme più articolate di differenziazione, sia tra la dimensione
meridionale e quella orientale sia all'interno di ciascuna di esse, tenendo
conto del diverso grado di preparazione ed evoluzione politica, economica e
sociale dei Paesi coinvolti; la
centralità del Mediterraneo in quanto fulcro di sfide globali come il
terrorismo e la questione migratoria, e la conseguente necessità di confermare
la ormai consolidata modalità di ripartizione interna delle risorse della PEV
(due terzi al partenariato meridionale e un terzo al partenariato orientale);
la concentrazione degli strumenti e delle risorse della PEV in pochi settori
prioritari, al fine di massimizzarne l'impatto, quali: promozione
dell'occupazione giovanile, infrastrutture di trasporto e reti digitali;
sostegno alle piccole e medie imprese; mobilità dei giovani, degli studenti e
dei ricercatori; politiche sociali.
Con particolare riferimento al vicinato meridionale, merita di essere segnalata, nell'ambito delle attività della 3a Commissione del Senato, la serie di audizioni informali tenutesi nel quadro dell'Affare assegnato n. 527, "Il Mediterraneo e l'interesse nazionale".
Per quanto riguarda infine la dimensione esterna delle politiche migratorie dell'Unione, il Governo rivendica la sostanziale continuità tra il nuovo quadro di partenariato proposto dalla Commissione europea e il Migration Compact presentato dall'Italia nell'aprile del 2016, con la finalità "di responsabilizzare le controparti prospettando un partenariato che preveda, da un lato, precise offerte di sostegno politico, materiale e finanziario (eventualmente attraverso il ricorso a formule innovative) e, dall'altro, precisi impegni da parte dei Paesi terzi in tema di controllo delle frontiere, cooperazione in materia di rimpatri e riammissioni, promozione in loco di politiche dell'asilo, contrasto ai trafficanti di esseri umani".
Nel corso del 2017, il Governo intende pertanto assicurare il monitoraggio costante delle linee strategiche e operative del Fondo fiduciario d'emergenza dell'UE per la stabilità e la lotta contro le cause profonde della migrazione irregolare e del fenomeno degli sfollati in Africa, istituito al Vertice della Valletta del novembre 2015, e lavorare per l'adozione, entro il primo semestre dell'anno, del regolamento istitutivo del Fondo europeo di sviluppo sostenibile. "Per il finanziamento di tali iniziative, il Governo continuerà nella sua puntuale azione di stimolo che ha già portato il Consiglio a sostenere l'aumento dei fondi per l'azione esterna in materia migratoria per 1,38 miliardi di euro, in esito agli impegni assunti di fronte al Parlamento nella seduta del 21 marzo 2016 della XIV Commissione della Camera dei deputati.
La Presidenza maltese del Consiglio dell'UE individua tra le sue priorità due grandi temi di politica estera:
- il rafforzamento della sicurezza dell'Unione, in particolare affrontando - in linea con le azioni prospettate dalla nuova Strategia globale presentata dall'Alta Rappresentante - le sfide poste dalla migrazione, dal terrorismo e dalle minacce ibride;
- la promozione dell'impegno dell'UE per la stabilizzazione dei paesi del vicinato, in particolare sul versante sud del Mediterraneo.
Per quanto concerne la nuova PEV, la Presidenza maltese ritiene prioritari:
- un'azione mirata per la stabilizzazione della Libia, con uno specifico contributo dell'UE a una transizione pacifica;
- il sostegno all'azione dell'UE e degli attori internazionali per la ripresa dei negoziati di pace in Medio Oriente;
- misure volte ad assicurare il proseguimento del processo di transizione democratica in Tunisia;
- un contributo agli sforzi dell'UE e degli attori internazionali per la risoluzione del conflitto in Siria;
- l'approfondimento della relazione tra l'UE e la Lega degli Stati arabi e la rivitalizzazione dei rapporti con il Consiglio di cooperazione del Golfo;
- la prosecuzione dell'impegno verso i Paesi del vicinato orientale, sostenendo l'Ucraina e promuovendo la cooperazione con la Russia sulle questioni regionali e globali.
La Commissione europea sottolinea preliminarmente come realizzare un'Unione di cambiamento democratico - la più globale delle dieci priorità prefissate fin dal suo insediamento - rappresenti un'urgenza mai così sentita. "In questo momento critico, il futuro della nostra Unione dipenderà dal saper garantire agli Europei che insieme siamo in grado di proteggerli, di dare loro forza e di difenderli, e dal riuscire a contribuire alla costruzione di una prospettiva positiva e sostenibile per il loro futuro.
La Commissione individua le seguenti priorità, peraltro pienamente condivise dalla Presidenza maltese:
1. concentrarsi, in stretta collaborazione con Parlamento europeo e Consiglio, per far sì che l'accordo interistituzionale "Legiferare meglio" sia pienamente attuato e applicato, e impegnarsi in negoziati costruttivi con entrambe le istituzioni sulla propria recente proposta di accordo interistituzionale per un registro per la trasparenza obbligatorio (COM(2016)627) che riguardi Parlamento europeo, Consiglio e Commissione;
2. presentare una serie di proposte normative trasversali, volte ad allineare gli atti esistenti con le disposizioni del Trattato di Lisbona sugli atti delegati e di esecuzione, determinando così la progressiva eliminazione della procedura di regolamentazione con controllo, mentre sarà sottoposta a puntuale verifica la legittimità democratica delle procedure esistenti per l'adozione di atti delegati e di esecuzione.
In linea con le conclusioni adottate dal Consiglio competitività del maggio 2016, e in coerenza con gli obiettivi del nuovo Accordo interistituzionale, il Governo intende rafforzare la cooperazione con le istituzioni dell'Unione e con gli altri Stati membri per dare impulso all'attuazione della better regulation.
Più nel dettaglio, il Governo intende:
3. contribuire all'introduzione, da parte della Commissione europea, di obiettivi di riduzione degli oneri regolatori in specifiche aree di regolazione, al fine di promuovere il principio di proporzionalità degli adempimenti per le imprese in relazione alla dimensione e alle esigenze di tutela degli interessi pubblici;
4. adoperarsi perché i lavori della Piattaforma REFIT - che ha la funzione di valutare suggerimenti, di qualsiasi provenienza, in materia di riduzione degli oneri regolatori e amministrativi, siano basati su processi di consultazione inclusivi - in cui trovino rappresentazione un'ampia varietà di interessi e territori, nella prospettiva, tra l'altro, di "concorrere al necessario recupero di consenso e legittimazione dell'Unione europea presso i cittadini".
La relazione programmatica 2017 dà conto delle attività e degli impegni del Governo in ambito europeo indipendentemente dalle 10 priorità della Commissione. Vi sono, quindi, affrontati argomenti che non trovano riscontro nel programma della Commissione. Segue una breve sintesi di tali argomenti.
In materia di Trasporti, nella relazione il Governo annuncia che:
1) seguirà tutti i settori della politica dei trasporti che beneficiano di contributi europei e concorrerà, nell’ambito del CEF (Connecting Europe Facility), alla programmazione delle politiche di coesione 2014-2020 e, nell’ambito del FEIS (Fondo europeo per gli investimenti strategici), ai bandi della programmazione, in coerenza con il nuovo assetto delle Reti TEN–T e dei Corridoi multimodali. Nel corso del 2017, il Governo sarà, inoltre, impegnato nell’attuazione del PON "Infrastrutture e Reti" 2014-2020. Obiettivo del programma è quello di "Promuovere sistemi di trasporto sostenibili ed eliminare le strozzature delle principali infrastrutture di rete" e si concentrerà su due priorità: a) sostenere la creazione di uno spazio unico europeo dei trasporti multimodali con investimenti nella TEN-T; b) sviluppare e migliorare sistemi di trasporto sostenibili dal punto di vista dell'ambiente;
2) proseguirà nelle attività nell’ambito delle iniziative legislative inerenti il pacchetto stradale e la tariffazione delle infrastrutture stradali per gli autoveicoli pesanti adibiti al trasporto di merci su strada. Nella relazione si evidenzia che la problematica più sensibile per l’Italia è quella concernente il trasporto di cabotaggio, rispetto al quale è stata manifestata una forte contrarietà ad ipotesi di maggiore liberalizzazione;
3) contribuirà a consolidare, nell’ambito del trasporto marittimo, la politica europea in materia di safety, con particolare riguardo alla “sicurezza produttiva”, connessa alle esigenze di tutela, disciplina e controllo della navigazione e delle attività correlate;
4) in materia di trasporto ferroviario: nel corso del 2017 l’Italia dovrà recepire le direttive e dare attuazione ai regolamenti dell’Unione europea inerenti al IV pacchetto ferroviario;
5) proseguirà le attività negoziali per la stipula di accordi aerei tra l’Unione europea e altri paesi extracomunitari. Le priorità sono: proseguire i negoziati avviati con il Qatar e in corso di definizione con gli Emirati Arabi Uniti; continuare le attività negoziali con i paesi dell'ASEAN (Association of South - East Asian Nations); avviare il negoziato verticale con la Turchia; prevedere l'apertura di negoziati verticali con Cina, Messico, India e Paesi Euromediterranei; definire l’accordo verticale con il Brasile; cercare possibili modalità di dialogo con la Federazione Russa.
Nell'ambito delle politiche sul clima e l'energia obiettivo prioritario del Governo sarà dare seguito alle decisioni adottate dalla Conferenza di Marrakech (COP22) sui cambiamenti climatici, tenutasi a novembre 2016, nel corso della quale si è discusso su come implementare l'Accordo di Parigi sul clima, siglato nel dicembre 2015 ed entrato in vigore il 4 novembre scorso.
La Conferenza di Marrakech ha stabilito che entro dicembre 2018 dovrà essere definito il regolamento attuativo dell'Accordo di Parigi, nel quale dovranno essere fissate le modalità con cui i paesi monitoreranno i loro impegni per il taglio dei gas a effetto serra. Il regolamento dovrà inoltre prevedere l'istituzione, entro il 2020, del Fondo verde (Green Fund) per aiutare i paesi in via di sviluppo nella lotta ai cambiamenti climatici. Il Fondo verde, che è stato deciso dalla Conferenza di Parigi (COP21), avrà una dotazione di 100 miliardi di dollari l'anno.
In tale contesto il Governo intende avanzare il lavoro tecnico per:
1. rafforzare i meccanismi di monitoraggio e rendicontazione degli impegni presi sia riguardo alla riduzione delle emissioni che all'assistenza ai Paesi in via di sviluppo;
2. individuare le informazioni e le caratteristiche comuni degli impegni nazionali volontari di mitigazione e adattamento;
3. determinare le modalità di svolgimento della valutazione globale degli impegni di riduzione delle emissioni;
4. definire le modalità per contabilizzare le risorse finanziarie a favore dei Paesi in via di sviluppo.
La lotta ai cambiamenti climatici costituisce uno degli obiettivi dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, adottata nel settembre 2015 nell'ambito dello storico Summit delle Nazioni Unite ed entrata in vigore il 1° gennaio 2016. L'obiettivo 13 dei diciassette obiettivi per uno sviluppo sostenibile (SDGs) esplicita infatti l'esigenza di adottare azioni urgenti per combattere il cambiamento climatico e i suoi impatti, evidenziando come l'attuazione dell'Accordo di Parigi risulti essenziale per il raggiungimento degli obiettivi in materia di sviluppo sostenibile. L'Italia, insieme ad altri Stati membri, ha avviato un processo interistituzionale che ha quale obiettivo quello di convergere verso l'Agenda 2030 aggiornando la propria Strategia di sviluppo sostenibile[62].
Al riguardo, si segnala come nel primo Rapporto "L'Italia e gli obiettivi di sviluppo sostenibile", di recente presentazione, l'ASviS (Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile)[63] abbia analizzato la posizione dell'Italia rispetto al quadro della strategia per lo sviluppo sostenibile, ricordando anche le principali posizioni dei diversi Paesi dell'Ue. Con riferimento all'adozione di misure per la lotta al cambiamento climatico, in particolare il Rapporto[64] evidenzia la necessità di sviluppare, ai fini del disegno e del monitoraggio delle politiche pubbliche in materia, indicatori - quali, ad esempio, un indice del dissesto idrogeologico - in relazione ai risultati degli sforzi di adattamento ai cambiamenti climatici, nonché di innalzare le ambizioni dell'Italia, rispetto ai critici risultati del 2015, verso la strada di una incisiva decarbonizzazione.
Il Governo ritiene che l'Unione europea debba giocare un ruolo guida nell'attuazione dell'Agenda 2030 e per tale ragione continua ad incoraggiare le istituzioni europee a fare quanto più possibile per dotare l'Ue di un quadro di riferimento chiaro e di un percorso di attuazione interno. A tal fine ha atteso e sollecitato la Comunicazione "Il futuro sostenibile dell'Europa: prossime tappe" (COM(2016) 739)[65], presentata dalla Commissione europea il 22 novembre scorso.
Nell'ambito delle politiche in materia di sostanze chimiche il Governo si impegnerà affinché sia adottata la proposta di regolamento sul mercurio (COM(2016)39) anche al fine di ratificare al più presto la Convenzione di Minamata e di contribuire a velocizzarne l'entrata in vigore[66].
La Convenzione di Minamata sul mercurio è stata firmata sotto l'egida del programma dell'ONU sull'ambiente (UNEP) nell'ottobre 2013 da 128 parti contraenti, inclusa l'Unione europea. Si tratta di un accordo volto a proteggere la salute umana e l'ambiente dalle emissioni antropiche di mercurio e dei suoi composti nell'aria, nell'acqua e nel suolo.
La proposta di regolamento è stata esaminata congiuntamente dalle Commissioni 10a (Industria, Commercio,Turismo) e 13a (Territorio, Ambiente, Beni ambientali) del Senato, che nella risoluzione DOC XVIII n. 114, si sono espresse in senso favorevole.
Nell'ambito delle politiche in materia di conservazione della biodiversità il Governo sarà impegnato a rafforzare l'applicazione della direttiva Habitat[67] e della direttiva Uccelli[68], e dare attuazione alla Strategia nazionale per la biodivesità secondo le indicazioni programmatiche formulate nell'ambito della revisione intermedia condotta nel maggio 2016[69].
Il Governo si impegna a facilitare il processo di internazionalizzazione del Servizio sanitario nazionale promuovendo una partecipazione più competitiva ai programmi di finanziamento europeo per la ricerca. Specifico riferimento viene fatto al progetto "mattone internazionale", coordinato dal Governo assieme alle regioni Veneto e Toscana.
La prevenzione delle malattie croniche non trasmissibili è considerata prioritaria, secondo una strategia basata su interventi per modificare i comportamenti a rischio nell'intero arco della vita, promuovendo un invecchiamento sano e attivo. In quest'ottica si sosterrà la collaborazione con l'Unione, partecipando alla definizione di normative armonizzate o di politiche o piani di azione. E' fatto particolare riferimento a: contrasto al tabagismo; alimentazione e attività fisica; controllo dell'obesità infantile[70]; scambio e trasferimento di buone prassi. Azioni coordinate saranno altresì condotte per la sorveglianza, prevenzione e controllo delle malattie infettive; in relazione al rischio di sostanze chimiche sulla salute, anche a medio / lungo termine (es. amianto); per la sicurezza del sangue e dei trapianti; per la prevenzione degli incidenti stradali.
Si prevede di sviluppare la partecipazione attiva e propositiva alle attività della Commissione europea in tema di programmazione sanitaria. I gruppi di esperti già costituiti in seno alle istituzioni dell'Unione ed i progetti già avviati saranno strumentali per sviluppare, tra gli altri: il monitoraggio e la valutazione della performance dell'assistenza sanitaria; un sistema informativo sostenibile e standardizzato; la valutazione dei problemi etici e legali associati alla raccolta e all'utilizzo di dati sanitari; la tematica della sicurezza del paziente.
Una molteplicità di interventi sono previsti per il 2017 in tema di sicurezza alimentare. Tra questi l'elaborazione di atti su: conservazione e trasporto dei prodotti da pesca; organizzazione di controlli su prodotti di origine animali destinati al consumo; criteri microbiologici applicabili ai prodotti alimentari; predisposizione di linee guida sulla gestione della presenza di escherichia coli; mutuo riconoscimento delle legislazioni vigenti in materia di sanità animale e sicurezza delle produzioni alimentari. Si preannuncia una particolare attenzione in tema di organismi geneticamente modificati, seguendo i lavori del Comitato incaricato di autorizzare l'immissione sul mercato europeo di nuovi alimenti e mangimi OGM. Altrettanta attenzione sarà riservata alla predisposizione del sistema sanzionatorio relativo al regolamento sugli alimenti a fini medici speciali[71]. In tema di prodotti fitosanitari, si riferisce dello sviluppo di una banca dati nazionale per la registrazione delle informazioni relative alle autorizzazioni all'immissione in commercio. Avranno inoltre luogo modifiche - definite "importanti" - al regolamento (CE) n. 1107/2009[72], riguardanti l'adozione di specifici criteri per la determinazione delle sostanze con proprietà di interferente endocrino.
Sulla Comunicazione della Commissione europea che illustrava la strategia in tema di interferenti endocrini (COM(2016) 350) e su due progetti di atti delegati in materia, la 12a Commissione permanente del Senato della Repubblica ha adottato il 18 ottobre 2016 una risoluzione favorevole (Doc XVIII, n. 162). Venivano espresse però condizioni da un lato sulla riformulazione della definizione di interferente endocrino e dall'altra sul criterio per le deroghe al divieto di utilizzo degli interferenti. Nella risposta, datata 25 gennaio 2017, la Commissione europea ha illustrato i progetti di atti delegati riveduti, presentati a fine 2016, adottati in risposta alle preoccupazioni espresse dal Senato assieme ad altre fonti.
L'Italia sarà inoltre impegnata, nel corso dell'anno, nella valutazione di 30 prodotti fitosanitari per il rinnovo delle relative autorizzazioni, da mettere a disposizione degli altri Stati membri.
In tema di sanità animale gli interventi saranno finalizzati ad una migliore organizzazione e coordinamento degli interventi sanitari per garantire il controllo sistematico e l'eradicazione di alcune malattie infettive animali, con particolare riferimento alle zoonosi, trasmissibili all'uomo. Si fa riferimento alla febbre catarrale degli ovini, alla dermatite contagiosa dei bovini, alla peste suina africana in Sardegna ed alla malattia vescicolare del suino. In virtù della recente approvazione, in materia, del regolamento (UE) n. 2016/429[73] sulla salute animale, il Governo prevede un'attività di "attenta valutazione e (...) puntuale vigilanza sulla produzione da parte della Commissione di tutta la normativa derivata connessa in vista della riforma dell'intero approccio comunitario alla gestione ed eradicazione delle malattie infettive degli animali e delle zoonosi". Si preannuncia, infine, impegno ed attenzione verso il tema della resistenza agli antibiotici, su cui sono pendenti:
1) la proposta di regolamento sui medicinali veterinari (COM(2014) 558), che intende promuovere la figura del veterinario, unico titolato a prescrivere farmaci ad animali sul proprio territorio, e estendere la tracciabilità dei medicinali anche attraverso la prescrizione elettronica. Il Parlamento europeo ha approvato emendamenti alla proposta originaria, senza però approvare una posizione in prima lettura. Il provvedimento è stato quindi rinviato alla Commissione competente.
La 12a Commissione permanente del Senato della Repubblica ha approvato, il 25 novembre 2014, un parere favorevole (Doc XVIII, n. 82, relativo anche al COM(2014) 557) condizionato: all'eliminazione della previsione della vendita diretta dei farmaci da parte del veterinario; al chiarimento che la prescrizione può essere effettuata solo dai medici veterinari; alla revisione delle possibilità di vendita on-line; all'estensione agli Stati nazionali delle attività di controllo dell'insorgenza delle resistenze, anche relativamente a farmaci antivirali e antiparassitari; alla revisione di alcuni dei tempi di attesa; all'approfondimento dell'aggravio derivante dalle nuove procedure di farmacovigilanza; alla semplificazione dell'uso dell'omeopatia anche in campo veterinario;
2) la proposta di regolamento sulla fabbricazione, l'immissione sul mercato e l'utilizzo dei mangimi medicati (COM(2014) 556), su cui si segnala la relazione della Commissione agricoltura del Parlamento europeo.
La 12a Commissione permanente del Senato della Repubblica ha approvato, il 29 ottobre 2014, una risoluzione (Doc XVIII, n. 78) in cui si è affermata l'opportunità di garantire che l'utilizzo dei mangimi medicati avvenga per finalità curative e nell'ambito dei soli casi e dosaggi necessari per la tutela della salute e della qualità dell'alimentazione.
La relazione programmatica riferisce quindi della profonda revisione in corso nel settore dei dispositivi medici in virtù dell'imminente approvazione delle proposte di regolamento relative ai dispositivi medici (COM(2012) 542) ed ai dispositivi medico-diagnostici in vitro (COM(2012) 541). Su entrambi i documenti è stato infatti raggiunto un accordo politico di massima.
La 12a Commissione permanente del Senato della repubblica ha approvato, il 29 ottobre 2014, un'unica risoluzione su entrambi i documenti (doc XVIII, n. 74 della XVI legislatura) con osservazioni sulla necessità che: i dispositivi medici siano tracciabili in ogni momento e luogo del loro percorso; siano disponibili tempestive comunicazioni su segnali di nocività o malfunzionamento; sia garantita una maggiore omogeneizzazione delle procedure riguardanti gli organismi notificati. Si auspica inoltre che la competenza sulla vigilanza sia delle regioni e si segnala l'opportunità di prevedere un congruo periodo di transizione.
Si riferisce dell'intensificazione del confronto tra soggetti pubblici coinvolti nelle autorizzazioni ai biocidi e delle consultazioni sui cosmetici per un'interpretazione uniforme della normativa.
L'innovazione digitale è definita "fattore abilitante e, in taluni casi, determinante per la realizzazione di modelli assistenziali e organizzativi rispondenti alle nuove necessità di cura, per rendere più omogeneo l'accesso ai servizi sanitari nelle diverse aree del paese, nonché per far evolvere e semplificare il rapporto tra il cittadino e il Servizio sanitario nazionale". In quest'ottica ha avuto luogo, il 7 luglio 2016, la sottoscrizione tra Governo e regioni del Patto per la sanità digitale. Si è anche in procinto di perfezionare il progetto finalizzato a supportare la creazione del punto di contatto nazionale per l'e-health.
Nella relazione programmatica il Governo si impegna:
· a contribuire a dare seguito alle iniziative legislative e non legislative presentate dalla Commissione europea nell’ambito della Strategia per il mercato unico digitale per il biennio 2016-2017.
Il Governo intende seguire con particolare attenzione i lavori collegati al pacchetto di proposte presentato dalla Commissione europea il 14 settembre del 2016 e relative al diritto d’autore ed alla sua applicazione nell’ambiente on line e nella dimensione transfrontaliera (su tale punto si rinvia al capitolo sul mercato unico digitale). Il Governo intende impegnarsi affinché il potenziamento delle tecniche e delle procedure per la conservazione dei documenti nati digitali siano inserite tra le finalità prioritarie del Programma quadro di ricerca Horizon 2020. Il Governo intende promuovere la creazione di un’area unica di IVA per le industrie culturali e creative e per la compravendita di opere di arte contemporanea. Infine, il Governo promuoverà l’inserimento nella programmazione europea di una specifica attenzione al sistema museale europeo e un piano per la mobilità internazionale dei giovani artisti;
· a proseguire nella Strategia per la crescita digitale 2014 -2020”–e ad attuare una modernizzazione del settore del cinema e dell’audiovisivo”;
Il Governo considera prioritario l’iter della proposta di modifica della direttiva 2010/13 relativa alla fornitura di servizi di media audiovisivi, presentata dalla Commissione europea il 25 marzo 2016 (COM(2016)287) (su tale punto si rinvia al capitolo sul mercato unico digitale). Le questioni chiave indicate dal Governo sono le seguenti: l’allineamento delle disposizioni per i servizi di media audiovisivi lineari e non lineari; la possibilità dei singoli Stati membri di introdurre un contributo fiscale per i servizi a richiesta che prendono di mira i consumatori del Paese di destinazione; creare condizioni di parità (level playing field ) fra tutti gli attori della catena di valore; il sostegno e la promozione delle opere europee; il funzionamento delle attuali disposizioni in materia pubblicità; un elevato livello di protezione dei minori nei servizi di media audiovisivi; codici di condotta di co-regolamentazione e di autoregolamentazione. Il Governo intende, inoltre, rafforzare il dialogo con le autorità pubbliche e il settore privato sulla politica cinematografica e audiovisiva in Europa e sulla definizione di alcuni obiettivi condivisi: maggiore accessibilità del pubblico alla diversità dei film europei anche tramite una maggiore valorizzazione degli archivi; rafforzare i programmi di digitalizzazione e promozione del film; maggiore competitività e una più elevata redditività del settore cinematografico; rafforzamento delle politiche di sostegno pubblico.
· a dare attuazione al Piano Strategico per lo Sviluppo del Turismo (PST) 2017-2022 nell’ambito del rilancio dell’occupazione, della crescita e degli investimenti, nell’ottica di mantenere la posizione dell'Europa quale destinazione leader nel mondo.
Il Governo indica che il PST, in coerenza con quanto previsto dall’Agenda europea per la cultura, il programma quadriennale dell’UE per il 2015-2018, è focalizzato su 4 obiettivi: diversificare l’offerta turistica, accrescere la competitività, innovare il marketing e migliorare la governance del settore.
Il Governo preannuncia la propria intenzione, nel corso del 2017, di mantenere un'attenzione costante sulla politica sociale, che tra l'altro è indicata anche tra le priorità generali della Presidenza maltese. Nella relazione programmatica si individuano i seguenti elementi principali:
1) l'attuazione delle direttive europee sulla parità di trattamento. Si ricorda che nei confronti dell'Italia è pendente una procedura di infrazione (2013_4199) per non conformità della legge 22 dicembre 2011, n. 214 (riforma delle pensioni) con la direttiva 79/7/CEE, relativa alla graduale attuazione del principio di parità di trattamento tra gli uomini e le donne in materia di sicurezza sociale;
2) la realizzazione di standard e buone prassi;
3) la non discriminazione e integrazione della parità nella strategia Europa 2020;
4) la realizzazione di piani di azione su LGBTI. Una Conferenza al livello ministeriale sulle questioni LGBTIQ[74] è prevista anche tra gli eventi organizzati dalla Presidenza maltese;
5) la realizzazione di piani di azione contro le discriminazioni per motivi di età, etnico-razziali e religiosi. In materia sono pendenti le seguenti proposte della Commissione, il cui iter si prevede proseguirà nel corso dell'anno:
· COM(2008) 426[75] per stabilire un livello minimo uniforme di tutela contro la discriminazione per motivi di religione, convinzioni personali, disabilità, età o orientamento sessuale. La posizione del Parlamento europeo risale all'aprile 2009. Prosegue il dibattito in Consiglio, durante il quale sono state espresse riserve sulla base legale e sul rispetto del principio di sussidiarietà. Il testo consolidato più recente risale al dicembre 2016;
La 14a Commissione permanente del Senato della Repubblica ha approvato, il 29 luglio 2008, un parere favorevole con osservazioni relative, tra l'altro, a possibili differenze di trattamento per i servizi finanziari; possibili incentivi per PMI che garantiscano a disabili l'accesso ai propri servizi. La Commissione europea ha inviato un'articolata risposta nel gennaio 2009;
· COM(2015) 615[76], cd. "accessibility act". Mira a migliorare il funzionamento del mercato interno per i prodotti accessibili rimuovendo le barriere create da legislazioni divergenti. Il negoziato è nelle fasi iniziali. La Presidenza slovacca ha pubblicato una prima relazione riassuntiva dello stato dei lavori nel dicembre 2016.
La principale iniziativa di sicurezza sociale a cui fa riferimento la relazione programmatica è la modifica del regolamento 883/2004[77] in tema di coordinamento dei sistemi di sicurezza sociale. La relativa proposta è stata presentata il 16 dicembre 2016 (COM(2016) 815)[78]; mira a creare un legame più stretto tra il luogo in cui i contributi sono versati e quello in cui è chiesta l'erogazione delle prestazioni, garantendo un'equa ripartizione degli oneri finanziari tra gli Stati membri. Si vuole così evitare che i cittadini perdano la propria copertura previdenziale quando si trasferiscono in un altro Stato membro.
In un'ottica più operativa, il Governo riferisce che il 2017 dovrebbe vedere l'attuazione del programma di dematerializzazione delle procedure per il trasferimento dei dati in materia di sicurezza sociale. Si preannuncia inoltre un impegno per la redazione di un nuovo rapporto sull'adeguatezza delle pensioni.
In tema di inclusione sociale, la relazione programmatica ricorda l'importanza in Italia del sostegno per l'inclusione attiva, ridisegnato e esteso a tutto il territorio nazionale dal 2 settembre 2016. Si fa inoltre riferimento alla discussione, attualmente in corso presso l'11a Commissione permanente del Senato della Repubblica, sul tema di "reddito di inclusione" (A.S. 2494, già approvato dalla Camera dei deputati).
Il Governo preannuncia, ancora, azioni tese a valorizzare i modelli e le esperienze riscontrate nell'economia sociale, sulla scorta della Comunicazione "Strategia rinnovata dell'UE per il periodo 2011-14 in materia di responsabilità sociale delle imprese" (COM(2011) 681).
Con riferimento, infine, alle azioni per le pari opportunità, si riferisce sugli specifici progetti ed azioni avviati per la promozione: di lavoro flessibile (ELENA - Experimenting flexible Labour tools for Enterprises by eNgaging men And women"), dell'imprenditoria femminile e del lavoro autonomo; dell'accesso delle donne al settore scientifico-tecnologico, ingegneristico e matematico. Si prevede inoltre di potenziare la Strategia nazionale di inclusione dei Rom, Sinti e Camminanti, con particolare attenzione all'attuazione della piattaforma nazionale di dialogo con la società civile.
Il Capitolo 10 della Relazione è dedicato agli impegni che il Governo intende assumere per quanto concerne i settori dell'agricoltura e della pesca.
La Relazione programmatica si sofferma, in particolare, su una serie di temi tra cui:
1. il monitoraggio dei negoziati europei di revisione del Quadro finanziario pluriennale 2014-2020;
2. la riduzione degli oneri burocratici che gravano sulle imprese agricole;
3. la semplificazione della normativa europea sui pagamenti diretti;
4. il rafforzamento delle politiche a favore dei giovani in agricoltura;
5. la promozione di iniziative normative in materia di etichettatura dei prodotti alimentari;
6. l’attivazione completa delle misure del Programma nazionale per lo sviluppo rurale;
7. la riforma della Politica Comune della Pesca;
Per quanto concerne il Quadro finanziario pluriennale 2014-2020, secondo quanto emerge nella relazione, il Governo si impegna a seguire i negoziati volti alla revisione del Quadro stesso con l'obiettivo di tutelare gli interessi nazionali, prima di tutto evitando che venga prevista una riduzione delle risorse finanziarie destinate alla Politica agricola comune (PAC).
A tale riguardo, è opportuno ricordare che la PAC ha conosciuto, nel corso del tempo, cinque grandi riforme, le più recenti delle quali nel 2003 (revisione intermedia), nel 2009 («valutazione dello stato di salute») e nel 2013 (per il periodo finanziario 2014-2020).
Le varie riforme della PAC che si sono succedute hanno consentito di adeguare i meccanismi impiegati al fine di conseguire gli obiettivi stabiliti dal Trattato. L'ultima riforma assegna peraltro alla PAC nuovi obiettivi (articolo 110, paragrafo 2 del regolamento (UE) n. 1306/2013): economici (garantire la sicurezza dell'approvvigionamento alimentare mediante una produzione agricola sostenibile, migliorare la competitività e la ripartizione del valore nella filiera alimentare), ambientali (utilizzare in modo sostenibile le risorse naturali e lottare contro i cambiamenti climatici) e territoriali (assicurare il dinamismo economico e sociale delle zone rurali).
La relazione si sofferma, inoltre, sulla necessità di assicurare degli interventi che garantiscano un adeguato sostegno al reddito degli agricoltori. In quest'ottica l'Esecutivo ritiene necessario implementare le politiche a favore dei giovani in agricoltura anche attraverso l'introduzione di misure innovative che assicurino il ricambio generazionale e il sostegno dell'occupazione.
Per quanto concerne, invece, i programmi europei ed internazionali, nella relazione emerge che, nell'ambito di Horizon 2020, potranno essere predisposti dei bandi specifici per i consorzi internazionali di ricerca.
Il Governo, inoltre, al fine di rafforzare le proprie posizioni a livello internazionale, sta seguendo con attenzione, secondo quanto riportato nel documento programmatico, l'organizzazione del G7 agricolo, che si terrà in Italia il 14 e 15 ottobre prossimi, e la ministeriale agricola G20 che avrà luogo in Germania.
Al contempo, sempre a livello internazionale, il Governo si impegna a monitorare l'evoluzione dei negoziati commerciali già avviati con alcuni Paesi tra cui: Giappone, Messico, Cile e con i Paesi del Mercosur, oltre ai nuovi negoziati che saranno avviati: tra questi quelli con l’Australia e la Nuova Zelanda. Il filo conduttore di tali negoziati dovrà essere, secondo l’impostazione del Governo, quello di garantire la tutela dei prodotti agroalimentari italiani con particolare riguardo alla protezione delle indicazioni geografiche.
A tale riguardo, in diversi passaggi della relazione, emerge che l'Esecutivo, con riferimento alle indicazioni geografiche (IIGG), intende proseguire nel contrasto dei fenomeni di contraffazione che stanno producendo un grave danno economico per tutto il comparto. Per questo, tra le varie iniziative, il Governo ritiene utile agire in occasione della revisione delle direttive in materia di proprietà intellettuale e di vendite a distanza di beni materiali oltre a proseguire con l’ottenimento della registrazione e della protezione rafforzata nelle diverse sedi multilaterali.
Per quanto concerne una serie di misure attuative di dettaglio, si segnala che, con riguardo alle misure di protezione delle piante contro gli organismi nocivi, nel corso del 2017 il Governo intende predisporre la redazione dei provvedimenti normativi attuativi del nuovo regolamento che dovrebbe vedere la luce all'inizio di quest'anno. Al contempo, sempre nei primi mesi del 2017, verranno predisposti i provvedimenti attuativi della normativa in materia di mangimi e di alimenti e della normativa sulla salute e sul benessere degli animali.
Alcuni ulteriori passaggi della relazione sono dedicati alle iniziative per affrontare la gestione delle crisi dei mercati agricoli con particolare riguardo ai settori latte, carni suine e ortofrutta. In questi ambiti si intende incentivare l'introduzione di sistemi che favoriscano maggiormente la gestione del rischio e la difesa dei redditi.
Per quanto riguarda il settore ortofrutticolo, nella Relazione si sottolinea che verrà dedicata particolare attenzione all'adozione di una nuova strategia Nazionale per l'ortofrutta, mentre per quanto concerne il settore vitivinicolo di qualità emerge che il Governo intende impegnarsi ad evitare modifiche sostanziali alla legislazione attualmente vigente (si tratta del regolamento CE n. 607 del 2009) in materia di etichettatura e di prodotti vitivinicoli di qualità.
In merito all'agricoltura biologica, nel corso del 2017, il Governo intende porre ulteriore attenzione al tema della tracciabilità dei prodotti e alla promozione di accordi di reciproca equivalenza tra Unione Europea e Paesi terzi.
Si segnala, inoltre, l'obiettivo di seguire attentamente i lavori della Commissione europea con riguardo alla revisione della normativa in materia di restituzione all'esportazione FEAGA (Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale). In quest'ottica il Governo intende promuovere tutte le iniziative volte a semplificare le disposizioni normative vigenti per assicurare una più rapida erogazione dei fondi ai soggetti beneficiari.
Da ultimo, è opportuno evidenziare che il Governo si impegna, nel corso del 2017, ad adottare ogni iniziativa utile volta a garantire che sul mercato, anche a tutela dei consumatori, possano giungere prodotti sicuri e di elevata qualità.
Per quanto concerne infine il comparto della pesca, nella relazione emerge l'impegno ad incidere, nell'ambito dei lavori di riforma della Politica comune della pesca (PCP), con particolare riguardo all'implementazione dell'obbligo di dichiarazione e sbarco delle catture. A livello internazionale, inoltre, emerge nella Relazione che si darà seguito all'attività volta al rinnovo di alcuni accordi tra l'Unione Europea e i Paesi terzi che interessano anche la flotta italiana.
Da ultimo, è importante ricordare che nel corso di quest'anno il Governo si impegna a seguire l'esame della proposta di regolamento che istituisce un quadro comune dell'Unione per la raccolta, la gestione e l'uso di dati nel settore della pesca e della proposta di regolamento relativa alle misure tecniche della pesca.
La relazione programmatica ricorda preliminarmente gli strumenti dai quali emergono le priorità nel settore della gioventù:
1) relazione congiunta del Consiglio e della Commissione sull'attuazione di un quadro rinnovato di cooperazione europea in materia di gioventù per il 2015 (2010-2018);
2) piano di lavoro europeo della gioventù (2016-2018);
Vengono poi illustrate nel dettaglio le priorità individuate per il 2017: maggiore inclusione sociale; maggiore partecipazione alla vita democratica e civile; contributo ad affrontare sfide ed opportunità dell'era digitale; passaggio più agevole dall'adolescenza all'età adulta.
In un'ottica più concreta, si annuncia l'organizzazione di momenti di confronto e scambio tra attori delle politiche ed organizzazioni giovanili sulle priorità generali della cooperazione europea e la valutazione intermedia del programma "Erasmus +".
Ove venga rinnovato il finanziamento a livello europeo, si anticipa l'intenzione di proseguire nell'attuazione del servizio civile nazionale, strumento ritenuto significativo per combattere l'inattività dei giovani e riportare nel circuito formazione - lavoro i NEET[79]. Si cita quindi il progetto "International volunteering opportunities for all", di imminente avvio, realizzato da Francia, Italia, Lituania, Lussemburgo e Regno Unito. Lo scopo perseguito è quello di sviluppare l'internazionalizzazione dei sistemi nazionali di volontariato, individuando misure per garantire parità di accesso a tutti i giovani con minori opportunità.
Per quanto concerne lo sport, il Governo preannuncia l'adesione alle attività presentate dalle Presidenze di turno, con particolare attenzione alle priorità fissate dalla Presidenza maltese. Queste ultime rientrano nell'ottica dello sport quale "piattaforma per l'inclusione sociale, in particolare attraverso gli sport di base e gli aspetti del volontariato", con particolare riferimento ai più vulnerabili.
Oltre alla realizzazione dell'edizione 2017 della settimana europea dello sport, il Governo conta di accentuare il contrasto al fenomeno della manipolazione dei risultati sportivi. In ambito prettamente scolastico, si favorirà la pratica sportiva in orario pomeridiano con l'apertura extracurriculare delle scuole, anche per prevenire la dispersione scolastica.
La Presidenza maltese accenna al proprio compito di preparare e sviluppare un nuovo piano di lavoro per lo sport applicabile dal 2018. I lavori dovrebbero prendere il via dalla recente relazione della Commissione europea sull'attuazione e la pertinenza del piano di lavoro dell'Unione europea per lo sport 2014-2017 (COM(2017) 22, 20 gennaio 2017[80]).
Nella relazione programmatica il Governo si impegna:
· a sostenere le attività della rete informale EUPAN European Public Administration Network e assumerà la Presidenza del Comitato europeo per il dialogo sociale nelle Amministrazioni pubbliche centrali in qualità di Presidente del gruppo EUPAE (European Public Administration Employers);
La rete EUPAN è un network informale volto a migliorare l’efficacia delle pubbliche amministrazioni dell’UE attraverso lo scambio delle migliori prassi. Il Comitato Europeo per il Dialogo Sociale nelle Amministrazioni Pubbliche Centrali riunisce rappresentanti dei datori di lavoro (EUPAE) e dei sindacati a livello UE, con l’obiettivo di sviluppare il dialogo sui temi di interesse per le amministrazioni pubbliche centrali nell’UE;
· a consolidare l’intento di favorire il miglior utilizzo della mobilità europea dei pubblici dipendenti italiani. In particolare il Governo intende promuovere ulteriormente l’utilizzo dell’istituto degli Esperti nazionali distaccati (END), che consente ai funzionari italiani, per un periodo dai due ai sei anni di lavorare all’interno delle istituzioni europee;
· a rafforzare la cooperazione con gli Stati membri e le istituzioni dell’Unione europea per dare impulso all’attuazione dell’accordo “Legiferare meglio” nonché ad assicurare il rispetto delle conclusioni del Consiglio dell’UE del 26 maggio 2016 su legiferare meglio.
L’Accordo interistituzionale “Legiferare meglio”, firmato il 13 aprile 2016, è volto a migliorare il processo legislativo dell'UE rendendolo più trasparente ed aperto ai contributi delle parti interessate. Nelle conclusioni del Consiglio dell’UE del 26 maggio 2016 su legiferare meglio, si invita la Commissione e gli Stati membri a scambiare le migliori prassi per rendere la regolamentazione maggiormente adeguata alla ricerca e all’innovazione, ad utilizzare con più efficacia la valutazione di impatto ed a perseguire obiettivi di riduzione degli oneri in particolare per le piccole e medie imprese (PMI).
[1] Per maggiori dettagli si rinvia alla Comunicazione " La garanzia per i giovani e l'iniziativa a favore dell'occupazione giovanile a tre anni di distanza" (COM(2016) 646).
[2] Una relazione sull'attuazione del Piano d'azione per l'economia circolare (COM(2017) 33) è stata presentata dalla Commissione europea il 26 gennaio 2017 all'interno di un pacchetto che comprende: una Comunicazione che fornisce orientamenti agli Stati membri per la conversione dei rifiuti in energia (COM(2017) 34); una proposta di revisione della direttiva che limita l'uso di determinate sostanze pericolose nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche (COM(2017) 38). Al momento della redazione del presente Dossier i documenti sono disponibili solo in lingua inglese.
[3] Direttiva 98/83/CE del Consiglio concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano
[4] Direttiva 2000/60/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 23 ottobre 2000 che istituisce un quadro per l'azione comunitaria in materia di acque.
[5] Per maggiori dettagli si rinvia alla Nota n. 84 elaborata dal Servizio studi del Senato della Repubblica.
[6] Per dettagli sul FEIS si rinvia al Dossier elaborato dal Servizio studi del Senato e dall'Ufficio rapporti con l'Unione europea della Camera dei deputati in occasione della Conferenza interparlamentare sulla stabilità, il coordinamento economico e la governance nell’Unione europea (ottobre 2016).
[7] Per maggiori dettagli sul pacchetto si rinvia al Dossier elaborato in materia dal Servizio studi del Senato e dall'Ufficio rapporti con l'Unione europea della Camera dei deputati.
[8] Per gli esiti della consultazione si rinvia al Dossier elaborato dai Servizi studi e delle Commissioni del Senato della Repubblica.
[9] Per maggiori dettagli, si rinvia alla Nota predisposta dal Servizio studi del Senato della Repubblica "La revisione intermedia del quadro finanziario pluriennale 2014-2020".
[10] Per maggiori dettagli sulla proposta di direttiva sul distacco dei lavoratori si rinvia al Dossier n. 35, realizzato dal Servizio studi del Senato e dall'Ufficio relazioni con l'Unione europea della Camera dei deputati.
[11] Per maggiori dettagli, si rinvia alla Nota predisposta dal Servizio studi del Senato della Repubblica.
[12] Per maggiori dettagli si veda la pagina relativa al Mercato unico digitale sul sito della Commissione europea.
[13] Per maggiori dettagli si veda il Comunicato stampa a cura della Commissione europea.
[14] Il pacchetto è attualmente disponibile in lingua inglese. Per maggiori dettagli sul si veda anche il Comunicato stampa della Commissione europea.
[15] Per maggiori dettagli si veda il Comunicato stampa della Commissione europea.
[16] Per maggiori informazioni sui contenuti dell'accordo politico si veda il Comunicato stampa della Commissione europea.
[17] La Strategia dell'Unione dell'energia, COM(2015)80, fa parte del "Pacchetto Unione dell'energia" presentato nel febbraio 2015. Il Pacchetto è composto anche da una Comunicazione sul Protocollo di Parigi, COM(2015)81 e da una Comunicazione in materia di interconnessioni elettriche, COM(2015)82. L'Unione dell'energia si basa su cinque dimensioni strettamente collegate tra di loro: sicurezza energetica, solidarietà e fiducia; un mercato dell'energia completamente integrato; l'efficienza energetica come strumento di moderazione della domanda; la decarbonizzazione dell'economia; ricerca, innovazione e competitività
[18] L'Accordo di Parigi sul clima, siglato nel dicembre 2015 ed entrato in vigore il 4 novembre 2016 fissa un obiettivo a lungo termine volto a limitare l'aumento della temperatura ben al di sotto di 2°C rispetto ai livelli preindustriali con l'intento di contenerlo entro 1,5°C. Si vedano al riguardo la Nota n. 73 e la Nota n. 85 a cura del Servizio Studi del Senato
[19] L'Accordo internazionale sulle emissioni degli aeromobili, adottato nell'ottobre 2016 dall'Organizzazione dell'aviazione civile internazionale (ICAO), fissa standard globali per le emissioni di C02. Si veda al riguardo il Comunicato dell'Enac.
[20] Il Quadro 2030 per l'energia e per il clima, adottato dal Consiglio europeo nell'ottobre 2014, fissa i seguenti obiettivi per il 2030: ridurre le emissioni di gas a effetto serra del 40%; raggiungere la quota del 27% di energia da fonti rinnovabili; aumentare l'efficienza energetica del 27%.
[21] Si veda al riguardo il Comunicato stampa della Commissione europea
[22] Disponibile solo in lingua inglese al momento della redazione del presente Dossier.
[23] Disponibile solo in lingua inglese al momento della redazione del presente Dossier.
[24] Lo scopo dei meccanismi di capacità è quello di bilanciare i sistemi elettrici e di fornire segnali di prezzo giusti per garantire investimenti a medio termine nella generazione di capacità.
[25] Disponibile solo in lingua inglese al momento della redazione del presente Dossier.
[26] Raggiungere la quota del 27% di energia da fonti rinnovabili entro il 2030.
[27] Per maggiori dettagli sulla proposta si veda la Nota n. 79 a cura del Servizio Studi del Senato.
[28] Per maggiori dettagli sulla proposta si veda la Nota n. 80 a cura del Servizio Studi del Senato.
[29] Miglioramento del 27% dell'efficienza energetica da raggiungere entro il 2030.
[30] Per maggiori dettagli sulla comunicazione si veda il dossier di documentazione n.74 a cura dell’Ufficio rapporti con l’Unione europea della Camera dei deputati.
[31] Per i contenuti del pacchetto si veda la Nota n. 48 a cura del Servizio Studi del Senato e il dossier di documentazione n.56 a cura dell’Ufficio rapporti con l’Unione europea della Camera dei deputati.
[32] Per i contenuti della proposta si veda la Nota n. 22 a cura del Servizio Studi del Senato e il dossier di documentazione n.37 a cura dell’Ufficio rapporti con l’Unione europea della Camera dei deputati.
[33] Il carbon leakage o rilocalizzazione delle emissioni di carbonio consiste nel rischio che le aziende attive in settori soggetti a forte concorrenza internazionale possano spostarsi dall’UE in paesi terzi in cui i vincoli relativi alle emissioni di gas serra sono meno severi.
[34] Per i contenuti della proposta si veda la Nota n. 70 a cura del Servizio Studi del Senato e il dossier di documentazione n.65 a cura dell’Ufficio rapporti con l’Unione europea della Camera dei deputati.
[35] Per i contenuti della proposta si veda la Nota n. 69 a cura del Servizio Studi del Senato.
[36] Si veda al riguardo la Nota n. 14 a cura del Servizio Studi del Senato.
[37] Sulla proposta si veda la Nota n. 50 a cura del Servizio Studi del Senato.
[38] Si veda la Nota n. 62 a cura del Servizio Studi del Senato.
[39] Si veda il Dossier n. 44/DE a cura del Servizio Studi del Senato.
[40] La relazione, presentata il 22 giugno 2015, è stata elaborata dal Presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, in stretta collaborazione con il Presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, il Presidente dell'Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, il Presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, e l’allora Presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz.
[41] In base alla raccomandazione (2016/C 349/01) tali comitati dovranno essere costituiti in ciascuno Stato membro entro il 20 marzo 2018.
[42] Si veda il Dossier predisposto dal Servizio Studi del Senato e dall'Ufficio rapporti con l'Unione europea della Camera dei deputati.
[43] Irlanda, Gran Bretagna, Svezia, Danimarca, Finlandia, Repubblica ceca, Estonia, Lettonia, Lituania, Spagna e Portogallo.
[44] L'Agenda europea sulla migrazione è stata presentata dalla Commissione europea il 13 maggio 2015 con l'intento sia di fornire una risposta immediata alla situazione di crisi nel Mediterraneo, che di indicare le iniziative a medio e lungo termine per giungere a soluzioni strutturali che consentano di gestire meglio la migrazione in tutti i suoi aspetti. Per approfondimenti vedi il Dossier europeo n. 47 "La politica migratoria europea (aggiornamento al 18 gennaio 2017)", a cura del Servizio Studi del Senato della Repubblica. Sull’Agenda, il 17 febbraio 2016, la I Commissione (Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e interni) della Camera dei deputati ha approvato un documento conclusivo. La 1a Commissione Affari costituzionali del Senato ha adottato la Risoluzione Doc. XVIII, n. 106.
[45] Sul quadro di partenariato con i Paesi terzi vedi il Cap. 9 "Un ruolo più incisivo a livello mondiale" del presente Dossier.
[46] In materia di sicurezza delle frontiere esterne dell'UE, le più recenti proposte della Commissione includono una proposta di regolamento che istituisce un sistema di ingressi/uscite (EES) per la registrazione dei dati di ingresso e di uscita e dei dati relativi al respingimento dei cittadini di Paesi terzi che attraversano le frontiere esterne degli Stati membri dell'Unione europea (COM(2016)194) e una proposta di regolamento che istituisce un sistema europeo di informazione e autorizzazione ai viaggi (ETIAS) (COM(2016)731). Per entrambe le proposte si rimanda al Capitolo 7 del presente Dossier.
[47] Sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo alla Guardia costiera e di frontiera europea, presentata dalla Commissione il 15 dicembre 2015 (COM(2015)671), la 1a Commissione Affari costituzionali del Senato si era pronunciata in senso favorevole, con osservazioni, con la Risoluzione Doc. XVIII n. 112. La risoluzione ha ricevuto risposta dalla Commissione europea il 1° agosto 2016 (C(2016)5111). Sulla proposta, il 19 maggio 2016, la I Commissione (Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e interni) della Camera dei deputati ha approvato un documento conclusivo.
[48] Per approfondimenti in merito alla proposta vedi la Nota su Atti dell'Unione europea n. 65, a cura del Servizio Studi del Senato della Repubblica.
[49] Per approfondimenti in merito alla proposta vedi la Nota su Atti dell'Unione europea n. 63, a cura del Servizio Studi del Senato della Repubblica.
[50] Per approfondimenti in merito alla proposta vedi la Nota su Atti dell'Unione europea n. 67, a cura del Servizio Studi del Senato della Repubblica.
[51] \Per approfondimenti in merito alla proposta vedi la Nota su Atti dell'Unione europea n. 76, a cura del Servizio Studi del Senato della Repubblica.
[52] Per approfondimenti in merito alla proposta vedi la Nota su Atti dell'Unione europea n. 75, a cura del Servizio Studi del Senato della Repubblica.
[53] In base ai dati forniti dall'ottava e ultima relazione sulla ricollocazione e il reinsediamento (COM(2016)791), adottata dalla Commissione europea l'8 dicembre 2016, in quella data il numero totale delle persone ricollocate risultava giunto a 8.162 unità, di cui 1.950 dall’Italia. In base a ulteriori dati forniti dalla Commissione, al 24 gennaio 2017 il numero delle ricollocazioni risulta aver raggiunto le 2.917 unità dall’Italia e 7.919 dalla Grecia.
[54] Per approfondimenti in merito alla proposta vedi la Nota su Atti dell'Unione europea n. 72, a cura del Servizio Studi del Senato della Repubblica.
[55] In attesa della nuova normativa, l’Italia si è comunque impegnata a reinsediare 1.989 persone entro dicembre 2017 e, tenuto conto dell’accordo tra Unione europea e Turchia del 18 marzo 2016, ha manifestato la propria disponibilità a utilizzare la quota residua del programma per il reinsediamento dei rifugiati siriani provenienti dalla Turchia.
[56] Per approfondimenti in merito alla proposta vedi la Nota su Atti dell'Unione europea n. 26, a cura del Servizio Studi del Senato della Repubblica.
[57] Per approfondimenti in merito alla proposta vedi la Nota su Atti dell'Unione europea n. 27, a cura del Servizio Studi del Senato della Repubblica.
[58] Per approfondimenti in merito alla proposta vedi la Nota su Atti dell'Unione europea n. 44, a cura del Servizio Studi del Senato della Repubblica.
[59] La proposta non è inserita nell'elenco dell'Allegato 3, ma citata nel testo della comunicazione. Per approfondimenti in merito alla proposta vedi la Nota su Atti dell'Unione europea n. 60/I, a cura del Servizio Studi del Senato della Repubblica.
[60] Con decreto del 15 aprile 2016 del Direttore Generale dell'Immigrazione e delle Politiche di integrazione del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Autorità Delegata del FAMI, è stato adottato l'Avviso pubblico multi-azione a valere sul Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione 2014-2020 – OS2 Integrazione/Migrazione legale - ON2 Integrazione – Piani di intervento regionali per l'integrazione dei cittadini di Paesi terzi.
[61] Nello stesso contesto di sicurezza sociale dei lavoratori, ritiene infine importante seguire la creazione del Pilastro europeo dei diritti sociali, anche alla luce della riflessione avviata sulla possibilità di introdurre un sussidio europeo di disoccupazione, come si evince dalla Risoluzione della Camera dei Deputati n. 6-00223 del 21 marzo 2016. Per maggiori dettagli sul Pilastro europeo dei diritti sociali si rinvia al capitolo 5.
[63] Essa appartiene all’European Sustainable Development Network (ESDN), rete informale di soggetti istituzionali, associazioni ed esperti che si occupa dal 2003 di politiche e strategie di sviluppo sostenibile, promuovendo in ambito europeo studi e scambi di pratiche tra i Paesi impegnati nel percorso di implementazione dell'Agenda 2030 e i policy advisors.
[64] Si fa riferimento alla sezione 'Goal 13: Adottare misure urgenti per combattere il cambiamento climatico e le sue conseguenze' (p. 61 e ss.; in particolare si veda p. 62).
[65] Per maggiori dettagli si rinvia alla Nota n. 87 a cura del Servizio studi del Senato.
[66] Sulla Proposta di regolamento e sulla Convenzione si veda la Nota n. 40 a cura del Servizio Studi del Senato.
[70] La Presidenza maltese ha identificato la lotta all'obesità infantile come una delle proprie priorità più pressanti in considerazione delle proporzioni epidemiche che il fenomeno ha assunto nel mondo e dell'impatto negativo su salute, produttività, qualità della vita e longevità.
[71] Regolamento (UE) n. 609/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio del 12 giugno 2013 relativo agli alimenti destinati ai lattanti e ai bambini nella prima infanzia, agli alimenti a fini medici speciali e ai sostituti dell’intera razione alimentare giornaliera per il controllo del peso.
[72] Regolamento (CE) n. 1107/2009 del Parlamento europeo e del Consiglio del 21 ottobre 2009 relativo all’immissione sul mercato dei prodotti fitosanitari e che abroga le direttive del Consiglio 79/117/CEE e 91/414/CEE.
[73] Regolamento (UE) 2016/429 del Parlamento europeo e del Consiglio del 9 marzo 2016 relativo alle malattie animali trasmissibili e che modifica e abroga taluni atti in materia di sanità animale.
[74] "LGBTIQ" è acronimo di "Lesbians, gay, Bisexual, Transgender, Intersex, Questioning". La Conferenza della Presidenza maltese sarà finalizzata ad approfondire il piano d'azione della Commissione europea (si vedano, in proposito, la lista di azioni per fare avanzare l'eguaglianza della comunità LGBTI e lanciato la campagna "We all share the same dreams".
[75] Proposta di direttiva del Consiglio recante applicazione del principio di parità di trattamento fra le persone indipendentemente dalla religione o le convinzioni personali, la disabilità, l'età o l'orientamento sessuale.
[76] Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio sul ravvicinamento delle disposizioni legislative, regolamentari e amministrative degli Stati membri relative ai requisiti di accessibilità dei prodotti e dei servizi.
[77] Regolamento (CE) n. 883/2004 del Parlamento europeo e del Consiglio del 29 aprile 2004 relativo al coordinamento dei sistemi di sicurezza sociale.
[78] Dell'iniziativa sul coordinamento dei sistemi di sicurezza le istituzioni europee, nella Dichiarazione congiunta sulle priorità legislative dell'UE, hanno auspicato l'approvazione entro il 2017
[79] Con questo acronimo si fa riferimento ai giovani non (Not) impegnati in attività di lavoro (Employment), istruzione (Education) o formazione (Training).
[80] Il piano di lavoro per lo sport relativo agli anni 2014-2017 è disponibile sul sito della Commissione europea.