Camera dei deputati - XVII Legislatura - Dossier di documentazione
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Autore: | Servizio Studi - Dipartimento difesa | ||
Titolo: | Documento programmatico pluriennale per la Difesa per il triennio 2016-2018 - Schede di lettura | ||
Serie: | Documentazione e ricerche Numero: 251 | ||
Data: | 02/08/2016 | ||
Descrittori: |
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Documento programmatico pluriennale per la Difesa per il triennio 2016-2018
2 agosto 2016
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PremessaIn data 29 aprile 2016 la Ministra della Difesa Roberta Pinotti ha trasmesso alla Camera, ai sensi dell'articolo 536, comma 1, del Codice dell'ordinamento militare di cui al decreto n. 66 del 2010, il Documento programmatico pluriennale per la Difesa per il triennio 2016-2018. Il documento è stato annunciato all'Assemblea della Camera nella seduta del 26 maggio 2016. Al riguardo, si ricorda che l'articolo 536 del Codice, come modificato dalla legge n. 244 del 2012 sulla revisione dello strumento militare ha previsto la presentazione annuale, entro la data del 30 aprile, di un "piano di impiego pluriennale" finalizzato a riassumere: - il quadro generale delle esigenze operative delle Forze armate, comprensive degli indirizzi strategici e delle linee di sviluppo capacitive; - l'elenco dei programmi d'armamento e di ricerca in corso ed il relativo piano di programmazione finanziaria, indicante le risorse assegnate a ciascuno dei programmi per un periodo non inferiore a tre anni, compresi i programmi di ricerca o di sviluppo finanziati nello stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico. Nell'elenco sono altresì indicate le condizioni contrattuali, con particolare riguardo alle eventuali clausole penali; - le spese relative alla funzione difesa, comprensive delle risorse assegnate da altri Ministeri. Da un punto di vista cronologico si segnala che successivamente alla data di entrata in vigore della disposizione normativa che ha previsto l'adozione dello strumento programmatico in esame sono stati presentati al Parlamento i seguenti Documenti:
Nei primi due casi i Documenti sono stati esaminati dalla Commissione difesa della Camera ai sensi dell'articolo 124 del Regolamento che ne ha terminato l'esame con la pubblicazione in allegato al resoconto della seduta della Commissione difesa dell' "intervento conclusivo" dei rispettivi relatori (Cfr. sedute del 31 luglio 2013 e del 6 agosto 2014). Nel terzo caso, Documento Programmatico Pluriennale per la Difesa per il triennio 2015-2017, si è svolta la sola relazione illustrativa (10 giugno 2015).
Il D.P.P. per il triennio 2016-2018 si inserisce, quindi, nel quadro complessivo delle relazioni che in base alla normativa vigente il Ministero della Difesa è tenuto a trasmettere al Parlamento e vertenti anch'esse sulle materie indicate dal richiamato articolo 536 del Codice.
Al riguardo, si ricorda, in primo luogo che ai sensi dell'articolo 12 del Codice, il Ministro della difesa, in sede di presentazione annuale dello stato di previsione del Ministero, illustra al Parlamento:
a) l'evoluzione del quadro strategico e le implicazioni militari della situazione delle alleanze;
b) l'evoluzione degli impegni operativi interforze, con riguardo alla capacità operativa e alla preparazione delle Forze armate e al loro necessario adeguamento;
c) la nota aggiuntiva allo stato di previsione della spesa;
d) gli altri elementi di cui all' articolo 548 (vedi infra).
Inoltre, sempre ai sensi dell'articolo 12 del Codice, il Ministro della difesa presenta annualmente, entro il 31 gennaio di ciascun anno, una relazione al Parlamento sullo stato di avanzamento del processo di ristrutturazione, nonché sulla necessità di apportarvi correttivi nei limiti degli stanziamenti di bilancio e delle dotazioni organiche di personale previste dalle vigenti disposizioni. Il Ministro della difesa evidenzia altresì, nella medesima relazione, le modalità attraverso le quali il processo di ristrutturazione attua il principio del coordinamento tra le Forze armate.
A sua volta, ai sensi dell'articolo 548 del Codice, in materia di relazioni illustrative sullo stato di attuazione dei programmi, in allegato allo stato di previsione del Ministero della difesa, il Governo trasmette al Parlamento relazioni illustrative:
a) sulla spesa complessiva prevista per il personale militare, con indicazione degli oneri riferiti al personale in servizio permanente e a quello in servizio non permanente, distinguendo, altresì, i dati per grado e per stato giuridico, nell'ambito delle aree tecnico-operativa e tecnico-amministrativa della Difesa;
b) sullo stato di attuazione dei programmi di costruzione, acquisizione e ammodernamento di mezzi, impianti e sistemi, di cui ai pertinenti capitoli dello stato di previsione del Ministero della difesa. Per ciascun programma sono indicati l'esigenza operativa, l'oggetto, la quantità, l'onere globale, lo sviluppo pluriennale e la percentuale di realizzazione; sono, altresì, fornite indicazioni sui rapporti tra acquisti compiuti all'estero e in Italia e sulla quota di questi effettuata nel Mezzogiorno;
c) sull'attività contrattuale concernente la manutenzione straordinaria e il reintegro dei sistemi d'arma, delle opere, dei mezzi e dei beni direttamente destinati alla difesa nazionale, che si espleta secondo programmi aventi di norma durata annuale, in relazione alle quote da impegnare sugli appositi capitoli dello stato di previsione del Ministero della difesa;
d) sullo stato di attuazione del programma di potenziamento e ammodernamento delle infrastrutture, con particolare riguardo agli alloggi dei militari di truppa, ai locali adibiti a cucine, mense e ad attività del tempo libero, e idoneo a garantire attività di promozione sociale e sportiva, al quale si fa fronte mediante gli ordinari stanziamenti di bilancio, specificando, nell'ambito dei pertinenti capitoli dello stato di previsione del Ministero della difesa, le quote da destinare alla realizzazione del programma medesimo;
e) sui programmi, di competenza del Ministero della difesa, attuati ai sensi della legge 11 novembre 1986, n. 770.
Infine, ai sensi dell'articolo 3, comma 68 della legge n. 244 del 2007, entro il 15 giugno di ciascun anno ogni Ministro trasmette alle Camere, per l'esame da parte delle Commissioni parlamentari competenti per materia e per i profili di coerenza ordinamentale e finanziaria, una relazione sullo stato della spesa, sull'efficacia nell'allocazione delle risorse nelle amministrazioni di rispettiva competenza e sul grado di efficienza dell'azione amministrativa svolta con riferimento alle missioni e ai programmi in cui si articola il bilancio dello Stato.
Al riguardo si ricorda che la Relazione sullo stato della spesa del Ministero della difesa relativa all'anno 2012 «Rapporto di performance 2012», Doc. CLXIV, n. 1, è stato trasmesso alla Camera il 14 giugno 2013 e successivamente esaminato dalla Commissione difesa che ne ha concluso l'esame con l'approvazione di una relazione presentata dalla relatrice (cfr. seduta del 17 luglio 2013 ), successivamente trasmessa alla Commissione bilancio.
Il «Rapporto di performance 2013», è stata trasmesso alla Camera in data 13 giugno 2014 (Doc. CLXIV, n. 13), mentre il «Rapporto di performance 2014 » è stato trasmesso alla Camera lo scorso 15 giugno 2015.
Ai sensi del citato comma 68 le relazioni, predisposte sulla base di un'istruttoria svolta dai servizi per il controllo interno, danno conto, con riferimento all'anno solare precedente, degli elementi informativi e di valutazione individuati con apposita direttiva emanata dal Ministro per l'attuazione del programma di Governo, su proposta del Comitato tecnico-scientifico per il controllo strategico nelle amministrazioni dello Stato, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 12 dicembre 2006, n. 315, con particolare riguardo ai seguenti aspetti:1) lo stato di attuazione delle direttive di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 286, con riguardo sia ai risultati conseguiti dall'amministrazione nel perseguimento delle priorità politiche individuate dal Ministro, sia al grado di realizzazione degli obiettivi di miglioramento, in relazione alle risorse assegnate e secondo gli indicatori stabiliti, in conformità con la documentazione di bilancio, anche alla luce delle attività di controllo interno, nonché le linee di intervento individuate e perseguite al fine di migliorare l'efficienza, la produttività e l'economicità delle strutture amministrative e i casi di maggior successo registrati;2) gli adeguamenti normativi e amministrativi ritenuti opportuni, con particolare riguardo alla soppressione o all'accorpamento delle strutture svolgenti funzioni coincidenti, analoghe, complementari o divenute obsolete;3) le misure ritenute necessarie ai fini dell'adeguamento e della progressiva razionalizzazione delle strutture e delle funzioni amministrative nonché della base normativa in relazione alla nuova struttura del bilancio per missioni e per programmi. |
Il contenuto del documento programmatico pluriennale per la Difesa per il triennio 2016-2018Le prime due parti del documento in esame attengono, rispettivamente, al quadro generale interno ed internazionale della Difesa e alle missioni e ai programmi del Ministero della difesa. A sua volta la terza parte del Documento riporta, relativamente al periodo 2011-2018, alcuni grafici concernenti l'evoluzione degli stanziamenti previsionali per la difesa, l'evoluzione del bilancio della difesa, l'incidenza del bilancio della difesa sul PIL nazionale, la ripartizione della funzione difesa per settori di spesa, l'evoluzione delle consistenze di personale militare. Il Documento in esame segue, dunque, l'impostazione generale dei precedenti Documenti programmatici previsionali, riprendendone, altresì, i principali temi d'interesse a loro volta inseriti nella più generale analisi strategica e sintesi progettuale del Libro Bianco per la sicurezza internazionale e la difesa 2015 (cfr. paragrafo successivo). |
Parte I: Il quadro generaleIl Documento programmatico pluriennale per la Difesa, relativo al triennio 2016 – 2018, sottolinea, in via preliminare, i principali profili di riforma che interessano la struttura organizzativa e operativa della Difesa in linea con le indicazioni contenute nel Libro Bianco per la sicurezza internazionale e la difesa, presentato lo scorso anno al Parlamento dalla Ministra della Difesa Pinotti.
Per quanto attiene alla nuova struttura organizzativa delle Forze armate, il Libro bianco per la Difesa 2015Libro bianco per la sicurezza internazionale e la difesa 2015 delinea una serie di principi e criteri sulla base dei quali sarà impostata e realizzata una complessa opera di riorganizzazione destinata ad incidere, in particolare, sulle strutture direttive e di comando dello strumento militare, sulle modalità di reclutamento, formazione, valorizzazione del relativo personale, sulla pianificazione degli investimenti e su numerosi altri settori di interesse della Difesa.
Al riguardo, il Documento ribadisce alcuni degli obiettivi già individuati nella legge n. 244 del 2012 sulla revisione dello strumento militare e sintetizzabili nel fine ultimo di realizzare uno strumento militare di dimensioni più contenute, ma più sinergico ed efficiente nell'operatività e pienamente integrato e integrabile nel contesto dell'Unione europea e della NATO. In sostanza, uno strumento più piccolo, più giovane, ma capace di esprimere un'operatività più qualificata rispetto al passato, sostenuto da risorse per l'operatività, per il mantenimento, l'addestramento e la preparazione del personale, che li deve gestire.
A tal fine il Documento prefigura una serie di misure d'intervento alcune delle quali avviabili da subito, altre in una fase successiva richiedendo appositi interventi di natura legislativa ed opportuni approfondimenti di carattere tecnico giuridico.
Al riguardo, il Documento anticipa, in particolare:
• la predisposizione di una apposita legge pluriennale per gli investimenti della Difesa;
• la revisione e la semplificazione delle disposizioni normative e regolamentari dell'ordinamento militare;
• l'elaborazione di una nuova normativa che superi la tradizionale ripartizione delle risorse della Difesa tra i settori di spesa relativi al personale, all'operatività e all'investimento;
• una nuova normativa in tema di selezione, avanzamento e impiego della dirigenza militare e civile; l'attribuzione dei gradi dirigenziali l'arruolamento e il trattenimento in servizio del personale militare e civile; la costituzione della Riserva.
Per quanto attiene, in particolare, all'adeguamento del modello operativo sarà, invece, definita una nuova "Revisione Strategica della Difesa" finalizzata all'individuazione delle più idonee soluzioni tecnico-operative per l'evoluzione dello Strumento militare del futuro, in termini di mezzi, sistemi d'arma e struttura delle forze.
Per quanto attiene, in particolare, al Quado geopoliticoquadro geopolitico di riferimento il D.P.P. 2016-2018, delinea un contesto internazionale caratterizzato da crescente instabilità, in linea con quanto previsto sia nel richiamato Libro Bianco, sia nel Documento programmatico pluriennale presentato lo scorso anno e relativo al triennio 2015-2017.
Il quadro dei rischi per la sicurezza viene valutato come estremamente complesso e si esprime particolare preoccupazione, in particolare, per l'indeterminatezza dei possibili attori e dei possibili luoghi dei futuri conflitti. Questi ultimi vengono definiti "sempre più ambigui", tanto da renderne difficile l'identificazione in una fase precoce, per poterli depotenziare prima che sfocino in una fase propriamente bellica.
Il D.P.P. 2016-2018 osserva, poi, come i rischi e le minacce "spaziano da quelle tradizionali e simmetriche, attualmente incentrate sul fianco est dell'Europa a quelle asimmetriche. Queste ultime, che hanno il loro epicentro principalmente in Siria e in Iraq, hanno oramai pericolose metastasi in Africa e – come dimostrano i recenti attentati –anche in Europa". Il D.P.P. osserva, inoltre, come la globalizzazione dell'informazione, sfruttata da taluni gruppi terroristici, consenta la diffusione dei relativi modelli organizzativi favorendo, altresì, il reclutamento di combattenti stranieri.
Inoltre, il Documento esprime preoccupazione per una serie di rischi, apparentemente meno imminenti, ma comunque reputati tali da generare gravi conseguenze come il rischio di una nuova proliferazione nella disponibilità di armi di distruzione di massa nonché per la Minaccia ciberneticaminaccia costituita dall'offesa cibernetica.
Gi attacchi cibernetici possono, infatti, originare da qualsiasi punto della rete globale e per le loro peculiarità - sono asimmetrici, trasversali e mutevoli -, possono determinare rilevanti conseguenze sul funzionamento e l'integrità della rete informatica di un Paese ed in particolare sulle infrastrutture informatizzate critiche di interesse nazionale.
Da diversi anni il tema della sicurezza cibernetica costituisce oggetto di analisi nell'ambito delle Relazioni sulla politica dell'informazione per la sicurezza, predisposte dal Governo (Presidenza del Consiglio dei ministri) e trasmesse al Parlamento ai sensi dell'articolo 38 della legge n. 124 del 2007https://www.sicurezzanazionale.gov.it/sisr.nsf/.../relazione-annuale.html, . Tale norma prevede, infatti, che entro il mese di febbraio di ogni anno il Governo trasmetta al Parlamento una relazione scritta, riferita all'anno precedente, sulla politica dell'informazione per la sicurezza e sui risultati ottenuti (comma 1). Alla relazione è allegato il documento di sicurezza nazionale, concernente le attività relative alla protezione delle infrastrutture critiche materiali e immateriali nonché alla protezione cibernetica e alla sicurezza informatica (comma 1-bis). In relazione a questo tipo di minacccia è possibile osservare come già nella Relazione sulla politica dell'informazione per la sicurezza relativa all'anno 2009 la cybersecurity veniva definita come "un fondamentale campo di sfida per l'intelligence (…) un fattore di rischio di prima grandezza, direttamente proporzionale al grado di sviluppo raggiunto dalle tecnologie dell'informazione". A questa prima analisi hanno fatto seguito – nelle Relazioni presentate al Parlamento negli anni successivi – ulteriori riflessioni, che secondo un livello crescente di intensità hanno considerato la minaccia cibernetica come una "sfida crescente per le politiche di sicurezza degli Stati", un obiettivo informativo prioritario dell'attività intelligence nazionale", "la sfida più impegnativa per il sistema Paese". In particolare, proprio nella Relazione riferita all'anno 2012 che qualifica la minaccia cibernetica come "la sfida più impegnativa per il sistema Paese" tale valutazione viene motivata in considerazione "dei suoi peculiari tratti caratterizzanti che attengono tanto al dominio digitale nel quale viene condotta, quanto alla sua natura diffusa e transnazionale, quanto ancora agli effetti potenziali in grado di produrre ricadute peggiori di quelle ipotizzabili a seguito di attacchi convenzionali e di incidere sull'esercizio di libertà essenziali per il sistema democratico"[. A sua volta nella Relazione relativa all'anno 2013 si dà conto del fatto che il monitoraggio informativo svolto in tale anno "ha consentito di rilevare come la concentrazione degli eventi cibernetici di maggior rilievo si sia tradotta in un significativo incremento di attività intrusive finalizzate all'acquisizione di informazioni sensibili e alla sottrazione di know-how pregiato. Ciò in danno del patrimonio informativo di enti governativi, militari, ambasciate, centri di ricerca, nonché di società operanti nei settori aerospaziale, della difesa e dell'energia, anche di fonte alternativa"[. Nella Relazione riferita all'anno 2014, nella parte terza dell'elaborato, intitolata la minaccia nel cyber-spazio, "muove dai più significativi aspetti fenomenici de la cyberthreat per tratteggiare le sfide future che l'intelligence dovrà fronteggiare con riguardo all'evoluzione delle modalità operative e all'ampio range di finalità e attori, cui corrisponde un ventaglio altrettanto diversificato nelle tipologie di rischio per la sicurezza del Sistema Paese: dagli attacchi alla sicurezza delle infrastrutture critiche nazionali allo spionaggio digitale, dall'hacktivismo contro obiettivi istituzionali al cyberjihad". Da ultimo, nella Relazione riferita all'anno 2015, la minaccia cibernetica viene configurata come "la nuova frontiera, checambia ogni fase e la natura stessa del processo informativo, ed impone un radicale cambio di abito mentale nella risposta, che deve essere veloce, organica, e preventiva". https://www.sicurezzanazionale.gov.it/sisr.nsf/wp-content/uploads/2016/03/Relazione-2015.pdf In relazione al tema della minaccia cibernetica la IV Commissione (Difesa) della Camera dei deputati, nella seduta del 26 gennaio 2016, ha deliberato lo svolgimento di un'indagine conoscitiva sulla sicurezza e la difesa nello spazio cibernetico, in corso di svolgimento http://documenti.camera.it/leg17/resoconti/commissioni/bollettini/pdf/2016/01/26/leg.17.bol0580.data20160126.pdf
Da ultimo, il D.P.P relativo al prossimo triennio 2016 - 2018 esprime preoccupazione per la sicurezza nell'Area mediterraneaarea euro-mediterranea, ovvero un'ampia zona geopolitica, uno spazio complesso reso unitario dalla comune condivisione e gravitazione sul bacino del mare Mediterraneo. In tale area, sottolinea il Documento si stanno sviluppando in maniera sempre più virulenta le minacce dirette alla nostra sicurezza, ed è pertanto qui che lo strumento militare nazionale troverà prioritariamente impiego.
Il nostro Paese è al centro dell'area euro-mediterranea, ovvero di un'ampia zona geopolitica, uno spazio complesso, reso unitario dalla comune condivisione e gravitazione sul bacino del mare Mediterraneo. Tale gravitazione congiunge cinque aree con caratteristiche differenti: i Paesi dell'Unione Europea, l'area balcanica, l'area del Mar Nero, il Medioriente ed il Maghreb. Come sottolineato nel Libro bianco per la sicurezza internazionale e la difesa 2015, proprio nella regione euro-mediterranea si assistite all'affermarsi di gruppi terroristici in grado di prendere il controllo d'intere aree sulle quali esercitare un potere civile, militare, economico e giudiziario, sostituendosi alle Istituzioni ed esportando con successo il proprio modello, grazie alla globalizzazione dell'informazione. Tale ultima minaccia porta ad un superamento dei tradizionali concetti di "sicurezza" e "difesa", rileva sempre il richiamato Libro Bianco, ed a una progressiva evoluzione degli strumenti necessari per affrontare i problemi di sicurezza interna e difesa esterna richiedendo una più ampia capacità di risposta integrata intergovernativa, nella quale il contributo dello Strumento militare rappresenta comunque un elemento essenziale.
In definitiva, ribadisce il Librio Bianco, per l'Italia non è possibile disgiungere la sicurezza della regione euro-mediterranea da quella euro-atlantica, essendo ambedue elementi essenziali e complementari della cornice di sicurezza e difesa nazionale. La regione euro-mediterranea, tuttavia è influenzata dalle dinamiche che avvengono in altre zone, in particolare in quelle direttamente adiacenti al Mediterraneo: il Mashreq come sinonimo di "non-Maghreb", il Sahel, il Corno d'Africa, la regione del Golfo Persico. l'Italia -come attore di sicurezza globale- è sia capace sia desiderosa di esercitare un ruolo di responsabilità a livello internazionale, agendo secondo le sue possibilità per contribuire a garantire la pace e lo sviluppo, e trova nell'ONU l'organizzazione globale di riferimento. Il Paese opererà, quindi, non solo per la salvaguardia degli interessi nazionali, preosegue il Libro bianco, ma anche per la protezione e la tutela delle popolazioni nelle aree di crisi e per lo sviluppo e la promozione di livelli crescenti di sicurezza e stabilità globale. In relazione a tale contesto geopolitico il D.P.P. 2016-2018 sottolinea come la Difesa perseguirà nella realizzazione di uno strumento militare integrato e moderno, in grado di acquisire, sviluppare e sostenere nel tempo una serie di Linee di sviluppo capacitativecapacità (cfr.infra) . Inoltre, il Documento preannuncia la prossima definizione della c.d "Revisione Strategica della Difesa", già anticipata nel Libro bianco per la sicurezza internazionale e la difesa 2015 ed inclusiva di una nuova edizione della Pianificazione di Lungo Termine. Tale lavoro, sarà finalizzato alla corretta individuazione delle più idonee soluzioni tecnico - operative per l'evoluzione dello Strumento militare del futuro, in termini di mezzi, sistemi d'arma e struttura delle forze e costituirà a sua volta la base per la formulazione della legge pluriennale sugli investimenti per la Difesa, anch'essa richiamata nel Libro Bianco 2015.
Con riferimento alla richiamata "Revisione Strategica della Difesa" nel Libro bianco 2015 si osserva come "bilanciare la dimensione quantitativa dello Strumento militare con quella qualitativa e capacitiva rappresenterà, nel prossimo futuro, il compito principale della Difesa. Sarà attuato mediante la "revisione strategica della Difesa" che terminerà con la definizione di una nuova pianificazione generale con prospettiva quindicennale (pag. 36)". Con particolare riferimento all'adeguamento del modello operativo si prevede, in particolare, che "nel termine di sei mesi, sulla base degli indirizzi contenuti nel Libro Bianco e sotto la supervisione del Ministro della Difesa, il Capo di Stato Maggiore della Difesa predisporrà, per l'approvazione del Ministro, una Revisione Strategica della Difesa, nella quale saranno definiti la struttura delle Forze, inclusa la futura Riserva, i livelli di capacità, la preparazione e la prontezza dello Strumento militare, con l'indicazione delle necessarie risorse umane, materiali e finanziarie. Discendente alla Revisione Strategica della Difesa, sarà elaborato un nuovo ciclo di pianificazione, coerente con quanto elaborato in ambito europeo e di Alleanza Atlantica, per la realizzazione, da parte degli organismi tecnico-operativi, di un documento programmatico quindicennale di pianificazione generale (pag. 127)" In relazione, poi, alla preannunciata legge pluriennale sugli investimenti per la Difesa, nel richiamato Libro Bianco si legge sottolinea come la stabilità delle risorse assegnate nel tempo costituisca un fattore essenziale per assicurare la corretta pianificazione d'utilizzo delle stesse. Pertanto, si legge nel Libro Bianco "appare ineludibile la scelta di sviluppare una legge pluriennale (sei anni), da aggiornare ogni tre, per i maggiori investimenti della Difesa, la quale fornirà sia stabilità alle risorse, sia la necessaria supervisione politica (del Governo e del Parlamento) delle scelte più rilevanti. La proiezione su sei anni ne consentirà l'allineamento con i cicli delle leggi di stabilità".
Per quanto attiene, invece, agli specifici Impegni operativicompiti che le Forze armate, il D.P.P 2016 -2018, analogamente a quanto previsto nel Libro bianco 2015, individua precise e specifiche missioni per le Forze Armate che costituiranno elementi di guida per la revisione dello Strumento militare e di sviluppo delle attività di pianificazione generale. Esse sono:
In relazione ai compiti delle Forze armate, il Libro bianco osserva come accanto al compito prioritario e continuativo di garantire la difesa dello Stato e, nel contesto NATO, la difesa collettiva, la Difesa dovrà essere pronta, anche nell'ambito della sua partecipazione all'Unione Europea, a svolgere una serie di attività e operazioni (che potremmo chiamare impieghi operativi), tra cui: operazioni rivolte alla tempestiva tutela degli interessi vitali nazionali, autonomamente o quale parte di una più ampia coalizione; operazioni di supporto alla pace e di stabilizzazione in risposta alle crisi internazionali; attività di, supporto specialistico e addestrativo, sia in ambito nazionale sia all'estero; attività di concorso alla salvaguardia delle libere istituzioni in caso di necessità e urgenza; attività di assistenza umanitaria e supporto in caso di calamità, sia a livello nazionale sia all'estero; operazioni di evacuazione dei connazionali all'estero in casi emergenza.
Inoltre, osserva il Libro Bianco, nell'ambito della NATO, l'Italia ha contribuito ad elaborare tre parametri di riferimento mediante i quali è possibile valutare oggettivamente il livello di "impiegabilità" delle Forze Armate e cioè la loro idoneità ad operare negli scenari attuali e del prossimo futuro. Essi afferiscono alla utilizzabilità delle forze, ovvero alla percentuale delle forze prontamente impiegabili nei termini richiesti e certificati; alla proiettabilità delle forze, ovvero alla percentuale delle forze in grado di essere impiegate efficacemente al di fuori delle normali aree stanziali; alla sostenibilità delle forze, ovvero alla percentuale delle forze in grado di essere impiegate per lunghi cicli operativi lontane dalle loro normali aree stanziali.
I valori per tali parametri vengono individuati collettivamente dai Paesi della NATO e rappresentano un imprescindibile obiettivo minimo per lo Strumento militare, da raggiungere e mantenere nel tempo. L'allocazione di adeguate risorse per tale risultato costituisce quindi una priorità irrinunciabile. Ciò si traduce nell'inversione del trend di spesa nel settore del mantenimento dell'operatività, compatibilmente con le disponibilità offerte dal quadro finanziario di riferimento. Il Libro bianco sottolinea, inoltre, come esista un gap temporale tra la definizione dell'esigenza e la generazione di una risposta militare minimale. Per mitigare tali rischi, la strategia individuata prevede di agire lungo tre direttrici: disporre di un adeguato flusso informativo e di una efficace capacità di analisi e valutazione strategica individuare, preservare e rafforzare quelle capacità operative che rappresentano -per tradizione, livello di capacità raggiunto e qualità dei mezzi e sistemi adottati- vere e proprie aree di eccellenza del "Sistema Paese": esse costituiranno le aree capacitive di prioritaria concentrazione degli sforzi nel processo di progressiva integrazione europea mantenere una significativa capacità di deterrenza. Per quanto concerne, poi, la Definizione delle prioritàdefinizione delle priorità politiche e degli obiettivi strategici della Difesa nel prossimo triennio, l'operatività e l'ammodernamento dello strumento militare, la razionalizzazione del modello organizzativo e il miglioramento dei processi costituiscono i principali obiettivi programmatici da perseguire alla luce della corrente situazione finanziaria.
Con particolare riferimento al primo di questi obiettivi (Operatività e ammodernamentooperatività e all'ammodernamento dello strumento militare) la Difesa perseguirà nella realizzazione di uno Strumento militare integrato e moderno, in grado di acquisire, sviluppare e sostenere nel tempo le capacità più idonee per:
• capire le cause della moderna conflittualità e le esigenze derivanti dalla evoluzione, degli scenari internazionali (conoscenza);
• prevenire l'insorgere ed il consolidamento di situazioni di rischio o di minaccia per il Paese (prevenzione);
• intervenire (intervento) tempestivamente, precisamente ed efficacemente per la gestione delle situazioni di crisi e per l'eliminazione di eventuali minacce alla sicurezza e agli interessi del Paese.
In particolare, sul versante, dell'ammodernamento dello strumento militare l'obiettivo che si intende perseguire è rappresentato da uno strumento militare sufficientemente ampio da consentire un corretto equilibrio fra le diverse componenti operative e sufficientemente flessibile per far fronte a esigenze mutevoli nel tempo e capaci di manifestarsi anche con breve preavviso.
Con riferimento, invece, ai Ammodernamento dello stumento militaresistemi di acquisizione, anche in vista di un miglior utilizzo delle risorse a disposizione, il Documento sottolinea la necessità di realizzare un processo di acquisizione sempre più interforze promuovendo altresì, l'acquisizione di sistemi ad utilizzo duale ed evitando, inoltre, duplicazioni di sistemi.
Il Documento preannuncia, poi, apposite iniziative volte a rivedere, al fine di semplificarle, le modalità che regolano il processo di acquisizione e collaudo delle forniture per l'Amministrazione Difesa, nonchè il modello delle acquisizioni trasformando la natura e i contenuti del rapporto tra industria e Amministrazione della Difesa da semplice fornitura a partnership strategica. A tal fine il Documento prevede, infatti, di estendere il contenuto del contratto di acquisizione anche al supporto logistico di lungo termine, all'addestramento, agli aggiornamenti.
Il Documento prende, inoltre, in considerazione la possibilità che alcune attività di manutenzione e di gestione tecnica dei sistemi, attualmente svolte dalla Difesa, possano essere in futuro realizzate da soggetti terzi (imprese e aziende private). In tale ambito si ipotizza la possibilità che l'industria assorba alcune strutture tecnico-industriali della Difesa e, grazie a specifiche norme, il relativo personale, subordinatamente all'esigenza di mantenere un settore industriale efficiente e competitivo e di non compromettere le prioritarie esigenze di sicurezza.
Sempre in relazione ai profili contrattuali, il D.P.P. relativo al prossimo triennio ribadisce quanto previsto nel Libro bianco in merito alla considerazione che in futuro saranno preferiti processi di "acquisizione a spirale", con cicli successivi di studio delle soluzioni, sperimentazione, realizzazione, spiegamento, impiego operativo e valutazione dei risultati e successivo adattamento progressivo. Tale soluzione dovrebbe consentire, infatti, rispetto all'attuale formulazione contrattuale, un miglior adeguamento nel tempo delle soluzioni tecniche ai problemi operativi e un maggiore controllo dei costi e delle tempistiche di aggiornamento, per far fronte all'evoluzione tecnologica del settore. Sul versante, invece, delle Misure di razionalizzazionemisure di razionalizzazione del modello organizzativo, il Documento ribadisce alcuni degli obiettivi già individuati dalla legge n. 244 del 2012 sulla revisione dello strumento militare e confermati anche nel richiamato Libro Bianco riguardanti, in particolare, la necessità di assicurare una maggiore integrazione interforze di qualunque tipo di attività che non sia riconducibile alla specificità di ciascuna Forza armata "eliminando ridondanze di strutture e funzioni".Inoltre, dovrà essere riorganizzata la struttura logistica di sostegno proseguendo nel processo di maggior possibile integrazione interforze nei campi operativo, tecnico-logistico, amministrativo e gestionale, addestrativo e formativo, non riconducibili alla effettiva specificità di ciascuna Forza armata, eliminando le ridondanze di strutture e funzioni.
Per quanto riguarda, in particolare, le prospettive relative allo Personale militarestato del personale militare, il D.P.P. 2016 – 2018 conferma in primo luogo le previsioni della legge n. 244 del 2012 che stimano:
1. una riduzione generale a 150.000 unità di personale militare delle tre Forze armate, già 170 mila all'inizio del 2016 (Esercito, Marina militare ed Aeronautica militare, da attuare entro l'anno 2024;
Si ribadisce, quindi, la necessità di conseguire nei tempi previsti dalla richiamata legge sulla revisione dello strumento militare uno strumento militare rispondente ai requisiti qualitativi, di operatività e proiettabilità richiesti e nel contempo dimensionato in modo coerente con le risorse che attualmente possono essere destinate alla Difesa e quindi sostenibili sotto il profilo finanziario.
Per quanto concerne la componente della La RiservaRiserva, nel Libro Bianco si osserva che tale componente è parte integrante delle capacità di uno Strumento militare di natura professionale. Risponde all'esigenza di mantenere in servizio Forze Armate più ridotte e con costi inferiori. Tipicamente, le riserve forniscono capacità operative a più basso contenuto di professionalità specifica, quelle che richiedono tempi lunghi per essere rigenerate o quelle che sono riferibili alle specifiche professionalità civili non presenti o di non conveniente formazione nelle Forze armate.
Il linea con quanto già previsto dal Libro bianco, il D.P.P. 2016 – 2018 delinea, in sintesi, una struttura del personale caratterizzata da un'ampia base operativa, da un corpo di quadri intermedi proporzionato e diversificato e da una dirigenza, in particolar modo quella apicale, relativamente contenuta. Si ribadisce, quindi, anche nel D.P.P 2016 – 2018 la volontà di procedere a una unificazione e razionalizzazione delle scuole e dei centri di formazione militare, accentrandoli sulla base delle capacità possedute e della competenza specifica per materia. Ulteriori iniziative sono, infine, preannunciate con riferimento al trattamento economico, al reclutamento, alla rafferma, all'avanzamento e alla progressione di carriera del personale militare. La Difesa darà, inoltre, nuovo impulso a un processo di verifica delle reali Esigenze infrastrutturaliesigenze infrastrutturali e alla valorizzazione di quelle aree del demanio militare che saranno ritenute non più necessarie; avvierà inoltre un censimento delle servitù militari per ridurle al minimo indispensabile. L'obiettivo è di ridurre le esigenze demaniali, modernizzare le rimanenti infrastrutture, concentrando le necessità su poche grandi infrastrutture polifunzionali. Per quanto riguarda il problema degli alloggi militari, dato che l'esigenza abitativa è decisamente superiore alle disponibilità e risulta squilibrata territorialmente, occorrerà affrontarlo mediante una pluralità di soluzioni, anche innovative. Riguardo alle aree addestrative -elemento imprescindibile per mantenere l'efficacia operativa delle Forze Armate- la Difesa s'impegnerà ad aumentare le attività effettuate con modalità simulate, a ridurre al minimo l'impatto ambientale ed i rischi per le popolazioni e a rendere le aree addestrative sviluppate tecnologicamente per un loro utilizzo duale, nonché a far sì che il loro utilizzo favorisca lo sviluppo economico e/o industriale delle comunità in cui gravitano.
Al fine di assicurare alla nuova struttura di governance adeguati meccanismi di funzionamento, la Difesa, infine, dovrà orientarsi verso i seguenti ambiti d'intervento prioritario, i quali, come anticipato nel Libro Bianco, costituiranno gli obiettivi della produzione normativa che sarà predisposta a seguito del presente documento:
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Parte II: 1 - Missioni e programmi del DicasteroLa seconda parte del documento è dedicata all'analisi delle principali voci di spesa che compongono la funzione difesa con particolare riferimento alle spese per l'esercizio, l'investimento e il personale.
In via generale, il D.P.P. relativo al prossimo triennio 2016 - 2018 rende noto che laPrevisioni di spesa nel triennio 2016-2018 previsione di spesa per l'esercizio finanziario 2016 ammonta a 13.360,4 M €. Nel biennio successivo le previsioni di spesa ammontano a 12.819,0 M€, relativamente all''esercizio finanziario 2017 e a 12.724,3 M€, relativamente all'esercizio finanziario 2018.
Sempre in via generale lo stanziamento previsionale 2016 risulta così ripartito tra i diversi settori di spesa:
Nel dettaglio, le pPrevisioni di spesa per il personale militare e civilerevisioni di spesa per il personale militare e civile in servizio della difesa (destinate essenzialmente alla retribuzione del personale) ammontano complessivamente a:
Relativamente al personale militare, le spese ammontano a:
Relativamente al personale civile le spese ammontano a:
In appositi allegati al documento (allegato B/1, B/2, B/3 e B/4) sono riportati, per ciascuna componente, prospetti finalizzati a indicare l'evoluzione numerica del personale militare nel triennio 2016-2018 e il relativo raffronto con l'anno 2015.
In sintesi, con riferimento alle variazioni intervenute tra i volumi 2016 e quelli del 2015, per ciascuna categoria, si evidenzia un incremento di 15 unità di ufficiali, una riduzione di 1.228 unità di marescialli, una riduzione di 821unità di volontari in ferma prefissata, un incremento di 278 unità di sergenti, 1.302 volontari in servizio permanente, 95 allievi.
In relazione alle richiamate variazioni il D.P.P. segnala che pur nel generale contesto riduttivo, sono comunque rilevabili incrementi nella categoria dei "Sergenti" e dei "Volontari in Servizio Permanente" e, in via marginale, degli allievi da ascrivere alle dinamiche di transito tra ruoli nella prospettiva del futuro conseguimento degli obiettivi organici.
Al riguardo, si ricorda, infatti, che il D.Lgs. n. 8 del 2014, attuativo della Legge n. 244 del 2012, pur confermando l'obiettivo quantitativo a 170.000 unità complessive di personale militare da conseguire entro il 1 gennaio 2016, contempla una nuova dimensione, in termini quantitativi (unità complessive) e qualitativi (entità organica per ciascuna categoria), da conseguire al 2024.
Per quanto concerne, poi, le Previsioni di spesa relative all'esercizioprevisioni di spesa relative all'esercizio, tale voce del bilancio della Difesa attiene direttamente alla qualità dello Strumento militare, al suo approntamento e al suo impiego e ciò in quanto le richiamate spese attengono essenzialmente alla formazione e all'addestramento del personale militare, alla manutenzione e all'efficienza dei mezzi che sono strettamente legati alla sicurezza del personale.
Al riguardo, le previsioni di spesa per l'anno 2016 ammontano a 1.257,0 M€, con un incremento di +107,2 M€ pari, in termini monetari, al +9,3% a fronte della dotazione 2015 approvata dal Parlamento. Per gli esercizi finanziari 2017 e 2018 le suddette previsioni ammontano, rispettivamente, a 1.231,5 M€ e 1.224,9 M€.
In relazione ai richiamati stanziamenti il D.P.P. individua una serie di obiettivi che si intendono perseguire nel prossimo triennio. In sintesi si evidenzia, in particolare, la necessità di dare attuazione alle direttive contenute nel Libro Bianco; mantenere selezionate capacità tecnico-operative e di proseguire nell'attuazione del programma di dismissione/razionalizzazione degli immobili non più idonei. Si sottolinea, inoltre, la necessità di potenziare le attività già intraprese per l'ottimizzazione del modello organizzativo del settore "logistico" e "infrastrutturale interforze.
In relazione all'incremento per il 2016 il Documento osserva, poi, che è "soltanto apparente" in quanto riconducibile all'inclusione in bilancio degli oneri connessi con il provvedimento c.d. "strade sicure", che, nei precedenti anni, erano finanziati con provvedimenti specifici, nonché all'integrazione del Fondo Scorta di 72 M€ per la Funzione Difesa che è una risorsa improduttiva di spesa necessaria per assicurare adeguata copertura finanziaria agli Enti/Distaccamenti delle Forze armate nella fase iniziale dell'esercizio.
Per quanto riguarda, infine le previsioni di Spese per l'investimentospesa riguardanti l'investimento, in generale tali risorse attengono essenzialmente:
- all'ammodernamento di sistemi e materiali in uso alle Forze armate, allo scopo di prolungarne la vita operativa ed evitando così la loro sostituzione con assetti di nuova generazione;
- all'introduzione di nuovi strumenti ed equipaggiamenti.
Al riguardo, il documento fa presente che le previsioni di spesa per l'anno 2016 ammontano a 2.176,2 M€, con un decremento dell'8,3% a fronte della dotazione 2015 approvata dal Parlamento. Per gli esercizi finanziari 2017 e 2018 le suddette previsioni ammontano, rispettivamente, a 1.9261 M€ ( -11,5%) e 1.927,8 M€ (+0,1%).
Il D.P.P. riporta, poi, l'elenco dei principali programmi di acquisizione dei sistemi d'arma in corso di svolgimento, ivi inclusi quelli sostenuti con il contributo del Ministero delle Sviluppo economico rispetto ai quali sono, altresì, indicate la relative autorizzazioni di spesa (allegato C). Una specifica scheda è dedicata, invece, al Programma F35programma F35 (Joint Strike Fighter).
Per un approfondimento di tale programma si rinvia al dossier n. 177, "Il programma Joint Strike Fighter-F35". In relazione a tale programma il D.P.P, dopo aver illustrato le principali caratteristiche tecniche del velivolo e le ricadute occupazionale dell'investimento, richiama alcuni dei passaggi parlamentari che hanno regolato la partecipazione dell'Italia al programma.
Pertanto, per quanto riguarda gli indirizzi futuri, il Governo, considerata l'attuale congiuntura economica e le indicazioni espresse in sede parlamentare ha sviluppato "un'ulteriore analisi che ha portato, con un difficoltoso bilanciamento di numerose variabili di natura capacitiva, finanziaria e industriale, ad una revisione dello sviluppo del programma".
Nello specifico, sottolinea il D.P.P. il nuovo profilo acquisitivo è stato strutturato in modo da poter rispettare tanto gli impegni assunti dal Governo nei confronti delle mozioni parlamentari approvate il 24 settembre 2014, quanto il pieno mantenimento delle fondamentali capacità operative per la difesa, considerando i ratei di radiazione delle flotte esistenti (Tornado, AMX e AV - 8 B) e la prosecuzione di un adeguato rateo produttivo presso la FACO che possa salvaguardare i ritorni industriali ed occupazionali dell'intero programma.
In relazione al periodo 2016 -2019 il D.P.P. prevede, pertanto "un intervento di riduzione della spesa sul programma che, comparato con il precedente piano acquisitivo, si stima nell'ordine di 1 Mld€. In aggiunta a tali risparmi, il nuovo piano acquisitivo ha prodotto delle minori spese, già a partire dall'e.f. 2015, dove, a fronte dei 583 M€ inizialmente previsti, le contribuzioni effettive sono state pari a 370 M€. Per quanto attiene il triennio a legislazione vigente (2016-2018), sono previste risorse pari a 630 M€ per il corrente e.f., 634 M€ per l'e.f. 2017 e 627 M€ nell'e.f. 2018".
Nel corso della seduta dell'Aula del 24 settembre 2014, a Camera ha approvato le mozioni Causin n. 1-00578, Scanu n. 1-00586, Cicchitto n. 1-00590 e Brunetta n. 1-00593, nel testo riformulato, concernenti Partecipazione italiana al programma di realizzazione e acquisto degli aerei Joint Strike Fighter-F35.
Nel dettaglio la mozione Causin n. 1-00578 impegna il Governo:"a rispettare gli impegni precedentemente assunti e relativi all'acquisto degli F-35, in linea con le nuove capacità di spesa connesse ai tagli finalizzati al contenimento del debito pubblico che stanno interessando anche il settore della difesa; a garantire, eventualmente riaggiornandolo, alla luce delle nuove e accresciute esigenze di bilancio, il programma di acquisizione degli F-35, ponendo particolare attenzione al ruolo attivo dell'Italia rispetto agli altri Paesi e assicurando la capacità nazionale di manutenzione dei velivoli in dotazione; ad assicurare un monitoraggio continuo, riferendo ai competenti organi parlamentari, delle diverse fasi di evoluzione del progetto, ribadendo il ruolo centrale delle diverse regioni italiane e garantendo l'acquisizione delle competenze tecnologiche necessarie legate ai velivoli."
A sua volta la mozione Scanu n. 1-00586 impegna il Governo: "a riesaminare l'intero programma F-35 per chiarirne criticità e costi con l'obiettivo finale di dimezzare il budget finanziario originariamente previsto, così come indicato nel documento approvato dalla Commissione parlamentare difesa della Camera dei deputati a conclusione dell'indagine conoscitiva sui sistemi d'arma, in vista del Consiglio europeo del dicembre 2013, tenendo conto dei ritorni economici e di carattere industriale da esso derivanti; a ricercare, entro questi limiti, ogni possibile soluzione e accordo con i partner internazionali del programma F-35, al fine di massimizzare i ritorni economici, occupazionali e tecnologici, valorizzando gli investimenti già effettuati nella Faco e la sua potenzialità quale polo produttivo e logistico internazionale;
a mantenere costante il controllo sulla piena rispondenza dei velivoli ai requisiti di efficienza e di sicurezza e ai criteri operativi delle Forze armate." La mozione Cicchitto n. 1-00590 impegna il Governo "a ricercare ogni possibile soluzione e accordo con i partner internazionali del programma F-35, al fine di massimizzare i ritorni economici, occupazionali e tecnologici, valorizzando gli investimenti già effettuati nella Faco e la sua competitività quale polo produttivo e logistico internazionale; ad accertare nuovamente la piena rispondenza dei velivoli ai requisiti di sicurezza e ai criteri tecnici e operativi delle Forze armate; a considerare nuovamente le scelte complessive relative al programma F-35, sulla base dell'apprezzamento dello scenario strategico, degli impegni internazionali assunti dall'Italia e delle risorse disponibili, come definiti nel Libro bianco per la sicurezza internazionale e la difesa."
la mozione Brunetta n. 1-00593, impegna il Governo "a contemperare le esigenze della difesa in materia di pianificazione dei programmi di ammodernamento e rinnovamento dei sistemi d'arma, delle opere, dei mezzi e dei beni direttamente destinati alla difesa nazionale, anche in riferimento al programma Joint Strike Fighter (F-35), con le più generali esigenze di contenimento della spesa pubblica, nel rispetto degli impegni assunti in sede internazionale e delle prerogative del Parlamento in materia di programmazione e pianificazione dei sistemi d'arma, tenendo conto della necessità di sviluppare e mantenere una solida base tecnologica e industriale come fattore di garanzia per la tutela degli interessi nazionali".
Da ultimo, con riferimento ai ritorni occupazionali del programma, il Documento osserva come il volume occupazionale a regime era inizialmente stimato intorno ai 10.000 posti di lavoro, comprensivi sia di produzione industriale sia di supporto tecnico/logistico.
In seguito alla riduzione da 131 a 90 velivoli le stime aggiornate sul ritorno occupazionale diretto (attività delle filiere produttive di beni e servizi che soddisfano le commesse) sono di 6.400 posti di lavoro. Tali valori prendono a riferimento il fabbisogno produttivo e manutentivo della flotta italiana e di quella operante nell'area euro - mediterranea (circa 500 velivoli) grazie all'assegnazione allo stabilimento di Cameri del mandato regionale per la manutenzione e l'aggiornamentdel velivolo. |
Parte II: 2 - Funzione sicurezza del territorioLo stanziamento previsionale per il 2016 della Funzione "Sicurezza del Territorio" - pertinente alle esigenze finanziarie dell'Arma dei Carabinieri - ammonta a circa 6.090,2 M€, con un incremento in termini monetari, di circa 440,6 M€ (+7,8%), rispetto al precedente bilancio approvato dal Parlamento. Gli stanziamenti previsionali per il 2017 e 2018 si attestano a 5.968,7 M€ e 5.979,3 M€ che raffrontati al già citato dato per il 2015, presentano un decremento, rispettivamente, di - 1215M€ (-2,7%) e di - 110,9 M€ (-1,8%). Per l'anno 2016, le Le previsioni di spesa per il personaleprevisioni di spesa per il personale ammontano a 5.484,7 M€, con un incremento in termini monetari di 84 M€ rispetto al 2015. Per gli anni 2017 e 2018, esse si attestano, rispettivamente, ad un volume di 5.363,4M€ e di 5.366,3M€.
Le spese per l'Le previsioni di spesa per l'esercizioesercizio ammontano, nel 2016, a circa 566,9 M€, con una incremento pari a 355,8M€ (+168,5%) sulla dotazione 2015, mentre lo stanziamento del settore subirà, nel biennio successivo, un lieve incremento, fino ad attestarsi nel 2018 a ca. 578, 4 M€.
Il Documento precisa che il richiamato incremento relativo al'anno 2016 comprende 287,9 M€ affluiti per l'introduzione del "cedolino unico"; 48 M€ per l'aumento del Fondo Scorta; nonché ulteriori 7 M€ per il soddisfacimento delle esigenze relative al "Giubileostraordinario della Misericordia" e 9,6 M€ per il "Noleggio delle auto a lungo termine.
Le spese per l' Le previsioni di spesa per l'investimentoinvestimento sono pari nel 2016 a circa 38,6 M€ (compresi 3 M€ affluiti al bilancio per le esigenze connesse al "Giubileo"), con un incremento -in termini monetari- di +0,8 M€, (+2,1% rispetto alla dotazione 2015). Gli stanziamenti del settore subiranno, nei due anni successivi, una diminuzione, fino ad attestarsi, nel 2018, a 34,7 M€. |
Parte II: 3 - Le funzioni esterneLe spese non direttamente collegate ai compiti istituzionali della Difesa si integrano con la struttura del bilancio dello Stato, articolato per Missioni e Programmi, per mezzo dell'aggregato finanziario delle Funzioni Esterne, relativo al soddisfacimento di specifiche esigenze regolate da leggi e decreti. Il documento fa espresso riferimento alle seguenti finalità:
- rifornimento idrico delle isole minori;
- trasporto aereo civile di Stato e per il soccorso di malati e traumatizzati gravi;
-contributi alla Croce Rossa Italiana per il funzionamento del Corpo Militare ausiliario delle Forze Armate e del Corpo delle Infermiere Volontarie;
- contributi all'Organizzazione Idrografica Internazionale (IHO);
- contributi a Enti e Associazioni;
- liquidazione di indennizzi, contributi e spese accessorie connesse con l'imposizione di servitù militari;
- adeguamento dei servizi per il traffico aereo civile in aeroporti militari aperti al traffico civile e radioassistenza sugli aeroporti minori;
- esercizio del satellite meteorologico METEOSAT e partecipazione alla Organizzazione europea per lo sviluppo e l'esercizio di satelliti meteorologici (EUMETSAT);
- contributi per ammortamento mutui contratti dall'INCIS per la costruzione di alloggi.
Lo stanziamento previsionale per il 2016 ammonta a 117,9 M€ con un incremento di 20,09 M€ %, pari, in termini monetari al +21,6% sulle assegnazioni 2015. Per gli ani 2017 e 2018 lo stanziamento previsionale è pari, per entrambi gki esercizi finanziari, a 116,9 M€. |
Parte II: 4 - Pensioni provvisorie del personale in ausiliariaL'ultima parte del documento contiene previsioni di spesa relative al personale in ausiliaria.
Al riguardo, la categoria dell'ausiliaria comprende il personale militare che a seguito di cessazione dal servizio per raggiungimento del limite di età previsto per il grado rivestito o a domanda ha manifestato la propria disponibilità a prestare servizio nell'ambito del comune o della provincia di residenza presso l'amministrazione di appartenenza o altra amministrazione (articolo 886 e seguenti del Codice dell'ordinamento militare, D.lgs. n. 66 del 2010).
Nello specifico, per l'anno 2016 lo Stanziamento previsionale 2016stanziamento previsionale ammonta a 413,2 M€ con un decremento di - 25,3 M€ (-5,8%) sulla dotazione 2015. Il Documento spiega che il decremento è dovuto, in parte, alla riduzione, dal 70% al 50%, dell'Indennità di Ausiliaria previsto, già a decorrere dal 2015, dalla egge di Stabilità 2015.
Per quanto concerne l'anno 2017 lo stanziamento previsionale ammonta a 416,2 M€, mentre per il successivo anno 2018 è pari a 420, M€.
Gli stanziamenti previsti attengono al soddisfacimento delle esigenze annuali per:
- la corresponsione dell' indennità una tantum e speciali elargizioni;
- trattamento provvisorio di pensione.
L'evoluzione dei flussi finanziari a decorrere dal 2011 e le previsioni di spesa per gli esercizi finanziari 2017e 2018 sono riportate nelle tabella allegata alla parte II - 4 del D.P.P 2016 - 2018.
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