Camera dei deputati - XVII Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Studi - Dipartimento difesa
Titolo: Le missioni dell'UE Atalanta e EUNAVFOR MED
Serie: Documentazione e ricerche    Numero: 193
Data: 06/10/2015
Descrittori:
CORPI DI SPEDIZIONE   DIFESA E SICUREZZA INTERNAZIONALE
REATI COMMESSI IN NAVIGAZIONE   SOMALIA
TRASPORTI MARITTIMI   UNIONE EUROPEA
Organi della Camera: IV-Difesa


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Le missioni dell'UE Atalanta e EUNAVFOR MED

6 ottobre 2015
Schede di lettura


Indice

La partecipazione italiana alla missione Atalanta|La missione navale militare dell'UE nel mediterraneo centro meridionale EUNAVFOR MED|


La partecipazione italiana alla missione Atalanta

La missione Atalanta di cui all'azione comune 2008/851/PESC del Consiglio del 10 novembre 2008, come da ultimo modificata e prorogata, fino al 12 dicembre 2016, dalla decisione 2014/827/PESC del Consiglio del 21 novembre 2014 è stata istituita allo scopo di contribuire alla deterrenza e repressione degli atti di pirateria e rapina a mano armata commessi a largo delle coste della Somalia. L'operazione militare - condotta a sostegno delle risoluzioni 1814 (2008), 1816 (2008), 1838 (2008), 1846 (2008) e 1851(2008) e 2125 (2013) del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, richiamate, in ultimo, dalla risoluzione 2184 (2014) del 12 novembre 2014 – ha il compito di svolgere attività di prevenzione e contrasto degli atti di pirateria ed è condotta in modo conforme all'azione autorizzata in caso di pirateria in applicazione degli articoli 100 e seguenti della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mareConvenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare firmata a Montego Bay il 10 dicembre 1982, ratificata dall'Italia con la legge 2 dicembre 1994, n. 689, al fine di contribuire:

a) alla protezione delle navi del Programma alimentare mondiale (PAM) che inoltrano aiuti umanitari alle popolazioni sfollate della Somalia e delle navi mercantili che navigano al largo del territorio somalo;

b) alla sorveglianza delle zone al largo della Somalia, comprese le acque territoriali giudicate rischiose per le attività marittime;

c) all'uso della forza per la dissuasione, la prevenzione e la repressione degli atti di pirateria;

d) alla possibilità di arresto, fermo e trasferimento delle persone che hanno commesso o che si sospetta abbiano commesso atti di pirateria o rapine a mano armata e la possibilità di sequestrare le navi di pirati o di rapinatori, le navi catturate a seguito di pirateria o rapina nonché di requisire i beni che si trovano a bordo di tali navi.

 

La zona delle operazioni è costituita dal territorio costiero e dalle acque interne della Somalia e dalle aree marittime al largo delle coste somale e dai paesi vicini nella regione dell'Oceano indiano. Tale area è stata estesa dalla decisione 2012/174/PESC del Consiglio dell'Unione europea nel senso di consentire, in presenza di determinate condizioni, azioni anche a terra (limitatamente a una definita fascia costiera).

L'operazione Atalanta, inizialmente posta in essere per la durata di dodici mesi, a decorrere dalla dichiarazione di capacità operativa iniziale, avvenuta il 13 dicembre 2008, si è vista prorogato più volte il mandato.

 Il Il mandato della missione Atalantamandato di Atalanta prevede:

 

  1. protezione delle navi del PAM, anche con la presenza di elementi armati di Atalanta a bordo delle navi interessate, anche quando navigano nelle acque territoriali e interne della Somalia;
  1. protezione delle navi mercantili che navigano nelle zone in cui essa è dispiegata, sulla base di una valutazione della necessità effettuata caso per caso;
  1. sorveglianza delle zone al largo della Somalia, comprese le sue acque territoriali e interne che presentano rischi per le attività marittime;
  1. adozione delle misure necessarie, compreso l'uso della forza, per dissuadere, prevenire e intervenire per porre fine agli atti di pirateria o alle rapine a mano armata che potrebbero essere commessi nelle zone in cui essa è presente;
  1. arresto, fermo e trasferimento delle persone che si sospetta intendano commettere, commettano o abbiano commesso atti di pirateria o rapine a mano armata nelle zone in cui essa è presente;
  1. sequestro delle navi di pirati o di rapinatori o delle navi catturate a seguito di un atto di pirateria o di rapina a mano armata e che sono sotto il controllo dei pirati o dei rapinatori, nonché requisizione dei beni che si trovano a bordo, al fine dell'eventuale esercizio di azioni giudiziarie da parte degli Stati competenti;
  2. collegamento con le organizzazioni e con gli organismi nonché con gli Stati che operano nella regione per lottare contro gli atti di pirateria e le rapine a mano armata al largo della Somalia;
  3. raccolta e trasmissione all'Ufficio centrale nazionale INTERPOL degli Stati membri e a EUROPOL, conformemente al diritto applicabile, di dati personali delle persone fermate relativi a caratteristiche che possono contribuire alla loro identificazione;
  1. monitoraggio delle attività di pesca al largo della Somalia e sostegno al regime di concessione di licenze e di registrazione per la pesca artigianale e industriale nelle acque sotto la giurisdizione somala sviluppato dalla FAO, con l'esclusione di qualsiasi attività di contrasto.

 

 Per quanto concerne la Partecipazione italiana alla missione Atalantapartecipazione italiana alla missione Atalanta, si ricorda che il comma 3 dell'articolo 13 del decreto legge n. 7 del 2015 (legge n.43 del 2015) ha autorizzato, per il periodo ricompreso tra il 1° gennaio 2015 al 30 settembre 2015, la spesa 29.474.175 euro.

Il medesimo comma ha, altresì, previsto, che "conclusa la missione in corso alla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto e comunque non oltre la data del 30 settembre 2015, la partecipazione dell'Italia alla predetta operazione sarà valutata, sentite le competenti Commissioni parlamentari, in relazione agli sviluppi della vicenda dei due fucilieri della Marina militare attualmente trattenuti in India".

 

Il decreto legge n. 7 del 2015 ha altresì previsto la soppressione delle disposizioni normative che consentivano al Ministero della difesa, nell'ambito delle attività internazionali di contrasto alla pirateria, di stipulare con l'armatoria privata italiana e con altri soggetti dotati di specifico potere di rappresentanza della citata categoria convenzioni per la protezione delle navi battenti bandiera italiana in transito negli spazi marittimi internazionali a rischio di pirateria.

 

Alla missione Atalanta attualmente partecipano le fregate di cinque paesi europei:  Carlskrona (Svezia), Guepratte (Francia), Victoria (Spagna), Elli (Grecia), Schleswing Holstein (Germania).

 

L'operazione Atalanta può, inoltre, contare su tre velivoli ad ala fissa ed un velivolo a pilotaggio remoto destinati alla sorveglianza e al riconoscimento di attività sospette riconducibili al fenomeno della pirateria.

 

Secondo quanto riportato in un Comando italiano della missionecomunicato del Consiglio UE(http://www.italiaue.esteri.it/rapp_ue/it/ambasciata/news/dall_ambasciata/2015/09/istr150213.html ) il prossimo 6 ottobre la missione Atalanta tornerà a guida italiana. Il Comitato politico e di sicurezza dell' Ue, ha, infatti, nominato il contrammiraglio Stefano Barbieri quale prossimo comandante della missione in sostituzione del capitano Alfonso Gomez Fernandez de Cordoba, operativo dal 6 maggio 2015.

Attualmente l'Italia partecipa all'operazione Atalanta con la Fregata Libeccio.  Per la Marina militare si è trattato della ventesima missione nell'operazione Atalanta.

 

   La nave, al comando del capitano di fregata Daniele Paolo Maria Martinuzzi, partecipa all'operazione con un equipaggio di circa 240 persone comprensivo dei team specialistici e mezzi della Brigata Marina San Marco, del gruppo operativo subacquei e della Componente Aerea della Marina Militare ed è, in particolare, impegnata nelle attività di pattugliamento, di vigilanza in mare e di difesa del libero commercio marittimo e per la tutela degli interessi nazionali.

 

La Nave Libeccio aveva in precedenza concluso il ciclo addestrativo presso il centro di addestramento della Marina militare (Maricentadd), finalizzato al potenziamento e all'accrescimento delle capacità operative e propedeutico sia per l'attività di antipirateria che di "difesa passiva", come le esercitazioni di antincendio ed antifalla.

Secondo dati forniti in sede europea gli attacchi dei pirati nelle zone rientranti nell'ambito di competenza della missione Atalanta continuano a diminuire.

A fronte di un picco di 176 attacchi registrati nel corso del 2011 nei successivi tre anni le azioni di pirateria sono andate diminuendo progressivamente fino a due soli attacchi registrati lo scorso anno.

dati pirateria, fonte: http://eunavfor.eu/


La missione navale militare dell'UE nel mediterraneo centro meridionale EUNAVFOR MED

(a cura dell'Ufficio Rapporti con l'Unione europea)

Il Consiglio affari esteri dell'UE, nella riunione del 22 giugno 2015, ha deciso lAvvio della missione'avvio dell'operazione navale militare, denominata EUNAVFOR MED, volta a contribuire a smantellare le reti del traffico e della tratta di esseri umani nel Mediterraneo centromeridionale.

La missione - condotta nell'ambito della politica di sicurezza e di difesa comune (PSDC) - è stata approvata dal Consiglio affari del 18 maggio 2015 con la decisione 2015/778, sulla base del mandato conferito dal Consiglio europeo straordinario del 23 aprile 2015.

La missione sarà realizzata adottando misure sistematiche per individuare, fermare ed eliminare imbarcazioni e mezzi usati o sospettati di essere usati dai passatori o dai trafficanti, in conformità del diritto internazionale applicabile, incluse l'UNCLOS e le risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.

Oltre all'Italia, partecipano alla missione i seguenti 21 Stati membri: Belgio, Bulgaria, Cipro, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Regno Unito, Repubblica ceca, Romania, Slovenia, Spagna, Svezia e Ungheria.

Il comando operativo di EUNAVFOR MED ha sede a Roma e comandante dell'operazione è stato nominato l'ammiraglio di divisione Enrico Credendino. La missione ha una durata iniziale di 2 mesi per la fase preparatoria e 12 mesi per quella operativa.

La missione EUNAVFOR MED è condotta in Le fasi della missione EUNAVFOR MED3 fasi:

  • in una prima fase, sostiene l'individuazione e il monitoraggio delle reti di migrazione attraverso la raccolta d'informazioni e il pattugliamento in alto mare conformemente al diritto internazionale;
  • in una seconda fase,

a) procede a fermi, ispezioni, sequestri e dirottamenti in alto mare di imbarcazioni sospettate di essere usate per il traffico e la tratta di esseri umani, alle condizioni previste dal diritto internazionale applicabile, in particolare UNCLOS e protocollo per combattere il traffico di migranti;

b) conformemente alle risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite applicabili o al consenso dello Stato costiero interessato, procede a fermi, ispezioni, sequestri e dirottamenti, in alto mare o nelle acque territoriali e interne di tale Stato, di imbarcazioni sospettate di essere usate per il traffico e la tratta di esseri umani;

  • in una terza fase, conformemente alle risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite applicabili o al consenso dello Stato costiero interessato, adotta tutte le misure necessarie nei confronti di un'imbarcazione e relativi mezzi, anche eliminandoli o rendendoli inutilizzabili, che sono sospettati di essere usati per il traffico e la tratta di esseri umani, nel territorio di tale Stato, alle condizioni previste da detta risoluzione o detto consenso.

Per la piena operatività della missione nella seconda parte della seconda fase (v. sopra punto b) e nella terza fase sarà necessario un mandato internazionale attraverso una risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'ONU.

Il controllo politico e la direzione strategica della missione è esercitato dal Comitato politico di sicurezza, organo preparatorio del Consiglio per le materie relative alla della politica estera e di sicurezza comune e della politica sicurezza e di difesa comune 

Il Consiglio affari generali del 14 settembre 2015 ha adottato una valutazione positiva sulla sussistenza delle condizioni per passare alla prima parte della seconda fase in alto mare dell'EUNAVFOR MED, in quanto l'operazione navale ha raggiunto tutti gli obiettivi militari relativi alla prima fase, incentrati sulla raccolta e l'analisi di informazioni e intelligence.

Il 16 settembre 2015 si è svolta a Bruxelles la conferenza per la generazione delle forze volta a definire il contributo degli Stati partecipanti per la seconda fase della missione.

Nella prima fase la missione sono state impiegate: la portaerei italiana Cavour in qualità di nave ammiraglia dell'operazione navale, 8 unità navali, 12 unita aeree, con l'ausilio di circa mille uomini.

Il 28 settembre 2015 il Comitato politico e di sicurezza dell'UE ha deciso di Avvio della prima parte della seconda faseavviare la prima parte della seconda fase (v. sopra punto a) a partire dal 7 ottobre 2015 ed ha approvato delle regole di ingaggio.

Il Comitato politico ha, inoltre, deciso, di ribattezzare l'operazione EUNAFOR Med "Sophia" dal nome di una bambina nata sulla nave militare tedesca Schleswig-Holstein, nel corso di una operazione di soccorso effettuata il 22 agosto scorso.

La transizione alle fasi successive sarà oggetto di una ulteriore valutazione da parte del Consiglio dell'UE e decisione del Comitato politico e di sicurezza.

La missione coopera con le pertinenti autorità degli Stati membri ed è previsto prevede un meccanismo di coordinamento con le agenzie dell'Unione Frontex, Europol, Eurojust, Ufficio europeo di sostegno all'asilo e le altre missioni PSDC.

L'importo di riferimento finanziario per i costi comuni della missione è stato stimato pari a 11,82 milioni di EUR.

 

Con riferimento alla partecipazione italiana alla missione Partecipazione italiana EUNAVFOR MED si ricorda che il Il decreto legge n. 99 del 2015 ha  autorizzato la spesa di 26 milioni di euro (reperiti a valere sul fondo missioni per 19 milioni e sui rimborsi ONU per 7 milioni) per la partecipazione di 1.020 unità di personale militare e per l'impiego di mezzi navali e mezzi aeromobili, relativamente al periodo 27 giugno-30 settembre 2015 (allineando così il termine a quello dell'ultimo decreto di proroga missioni, D.L. n. 7/2015).

L'Italia contribuisce, in particolare, mettendo a disposizione:

  1. il quartier generale operativo UE  in Roma;
  2. la portaerei Cavour  con alcuni aeromobili imbarcati;
  3. un dispositivo aeronavale composto da un sommergibile, due velivoli a pilotaggio (MQ-1 e MQ-9) remoto;
  4. supporti sanitari imbarcati e a terra;
  5. risorse logistiche nelle basi di Augusta, Sigonella e Pantelleria