Camera dei deputati - XVII Legislatura - Dossier di documentazione
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Autore: | Servizio Studi - Dipartimento difesa | ||
Titolo: | Programma pluriennale di A/R n. SMD 01/2014, relativo al programma navale per la tutela della capacità marittima della Difesa - Schede di lettura | ||
Riferimenti: |
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Serie: | Atti del Governo Numero: 122 | ||
Data: | 11/11/2014 | ||
Descrittori: |
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Organi della Camera: |
IV-Difesa
V-Bilancio, Tesoro e programmazione | ||
Altri riferimenti: |
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Programma pluriennale di A/R n. SMD 01/2014, relativo al programma navale per la tutela della capacità marittima della Difesa
11 novembre 2014
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Indice |
Premessa|Presupposti normativi|Il Programma| |
PremessaIl Ministro della difesa, in data 21 ottobre 2014, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 536, comma 3, lettera b) del decreto legislativo n. 66 del 2010 (Codice dell'ordinamento militare) la richiesta di parere parlamentare in ordine al programma pluriennale navale per la tutela della capacità marittima della Difesa A/R n. SMD 01/2014.  La richiesta è stata quindi assegnata, in data 29 ottobre 2014, alla IV Commissione (Difesa) che è chiamata ad esprimere il prescritto parere entro l'8 dicembre 2014.  In relazione al programma in esame si ricorda che i contenuti essenziali di tale documento erano stati illustrati dal Ministro della Difesa Pinotti lo scorso 24 giugno, nel corso di una sua audizione, presso le Commissioni riunite difesa della Camera e del Senato, sul Documento programmatico pluriennale per il triennio 2014-2016. |
Presupposti normativiNel quadro della consolidata politica di finanziamento di programmi ad alta tecnologia per la difesa, con lo scopo di promuovere lo sviluppo e di rafforzare la competitività dei settori industriali tecnologicamente avanzati, il Ministero dello sviluppo economico attua interventi in relazione a diversi programmi di sviluppo e realizzazione per le Forze Armate di sistemi ad alta tecnologia, funzionali alla sicurezza nazionale.  Al riguardo, al fine di assicurare il mantenimento di adeguate capacità nel settore marittimo a tutela degli interessi della Difesa nazionale, consolidando strategicamente l'industria navalmeccanica ad alta tecnologia, il comma 37 dell'articolo 21 della legge n. 147 del 2013 (legge di stabilità 2014) , ha autorizzato contributi ventennali, di 40 milioni di euro a decorrere dall'esercizio 2014, di 110 milioni di euro a decorrere dall'esercizio 2015 e di 140 milioni di euro a decorrere dal 2016, sullo stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico. Ulteriori contributi ventennali nel settore navale sono stati autorizzati dal successivo comma 38 dell'articolo 1 della legge n. 147 del 2013.  I "contributi pluriennali" sono autorizzazioni pluriennali per le quali la legge autorizzativa stabilisce un importo annuale, sempre identico, ed un periodo di durata pluriennale (di norma non inferiore a dieci anni), che può essere ricondotto ad un piano di ammortamento, attesa la possibilità di attualizzazione di detti contributi, previa apposita autorizzazione. Rientrano fra le "leggi pluriennali di spesa" le autorizzazioni pluriennali per le quali è definito l'onere complessivo, quale che sia la ripartizione di detto onere nei vari anni.
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In relazione all'impiego dei contributi autorizzati dai richiamati commi 37 e 38 il successivo comma 39 dell'articolo 1 della legge n. 147 del 2013 ha previsto l'acquisizione del previo parere delle competenti Commissioni parlamentari rilasciato ai sensi dell'articolo 536, comma 3 lettera b) del Codice dell'ordinamento militare (decreto legislativo n. 66 del 2010), relativo ai programmi di ammodernamento e rinnovamento della Difesa.  Al riguardo, si ricorda che l'articolo 536 del Codice dell'ordinamento militare è stato recentemente novellato dalla legge n. 244 del 2012 sulla revisione dello strumento militare al fine di assicurare un ancor più incisivo controllo parlamentare sugli investimenti e una più profonda condivisione delle responsabilità tra Governo e Parlamento per l'adeguamento dei sistemi e delle dotazioni dei militari.
In particolare, la norma in esame dispone che i programmi relativi al rinnovamento e all'ammodernamento dei sistemi d'arma, delle opere, dei mezzi e dei beni direttamente destinati alla difesa nazionale, sono approvati:
a)Â Â Â Â con legge, se richiedono finanziamenti di natura straordinaria;
b)   con decreto del Ministro della difesa, quando si tratta di programmi finanziati con gli ordinari stanziamenti di bilancio, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze se tali programmi sono di durata pluriennale. In tal caso, salvo che si tratti di provvedimenti per il mantenimento delle dotazioni o per il ripianamento delle scorte, prima dell'emanazione del decreto ministeriale deve essere acquisito il parere delle competenti Commissioni parlamentari. I pareri sono espressi entro quaranta giorni dalla data di assegnazione. Decorso inutilmente il termine per l'espressione del parere, i decreti possono essere adottati. Il Governo, qualora non intenda conformarsi alle condizioni formulate dalle Commissioni competenti, ovvero quando le stesse Commissioni esprimano parere contrario, trasmette nuovamente alle Camere gli schemi di decreto corredati delle necessarie controdeduzioni per i pareri definitivi delle Commissioni competenti da esprimere entro trenta giorni dalla loro assegnazione. In tal caso, qualora entro il termine indicato le Commissioni competenti esprimano sugli schemi di decreto parere contrario a maggioranza assoluta dei componenti, motivato con riferimento alla mancata coerenza con il piano di impiego pluriennale di cui al comma 1 dell'articolo 536, il programma non può essere adottato. In ogni altro caso, il Governo può procedere all'adozione dei decreti. Gli schemi di decreto sono trasmessi anche alle Commissioni parlamentari competenti per i profili finanziari.
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Con riferimento al richiamato piano di impiego pluriennale la nuova formulazione del comma 1 dell'articolo 536 prevede che annualmente, entro la data del 30 aprile, il Ministro della difesa provveda a trasmettere al Parlamento, nell'ambito della nota aggiuntiva di cui agli articoli 12 e 548, il piano di impiego pluriennale che riassume:
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Nell'ambito della medesima documentazione dovranno essere riportate, sotto forma di bilancio consolidato, tutte le spese relative alla funzione difesa comprensive delle risorse assegnate da altri Ministeri.
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Va, peraltro, segnalato, che in relazione all'impiego dei contributi di cui al richiamato comma 37 dell'articolo 1 della legge n. 147 del 2013, tale disposizione rimanda alle "modalità di cui all'articolo 537-bis del Codice dell'ordinamento militare" ovvero ad un apposito decreto interministeriale adottato, previo parere delle competenti Commissioni parlamentari, dal Ministro dello sviluppo economico, di concerto con i Ministri dell'economia e delle finanze e della difesa.  L'articolo 537-bis del decreto legislativo n. 66 del 2010 è stato introdotto nel corpo del Codice dell'ordinamento militare dal D.Lgs. 31-12-2012 n. 248 recante modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66 (Codice dell'ordinamento militare). Nel dettaglio tale disposizione specifica che ai fini della semplificazione delle procedure per la realizzazione dei programmi di investimento di interesse dell'Amministrazione della difesa, finanziati mediante contributi pluriennali il decreto di cui all'articolo 4, comma 177-bis, della legge 24 dicembre 2003, n. 350, e successive modificazioni (si tratta del decreto che, in sede di attuazione di disposizioni legislative che autorizzano contributi pluriennali, ne dispone il relativo utilizzo, ed è adottato dal Ministro competente, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, previa verifica dell'assenza di effetti peggiorativi sul fabbisogno e sull'indebitamento netto rispetto a quelli previsti dalla legislazione vigente), è adottato, previo parere delle competenti Commissioni parlamentari, dal Ministro dello sviluppo economico, di concerto con i Ministri dell'economia e delle finanze e della difesa. Con tale decreto si provvede a: definire le modalità di attuazione dei programmi, in sostituzione delle convenzioni di cui all'articolo 5, comma 1, del decreto-legge 17 giugno 1996, n. 321, convertito, con modificazioni, dalla legge 8 agosto 1996, n. 421; fissare, se necessario, il tasso di interesse massimo; verificare l'assenza di effetti peggiorativi sul fabbisogno e sull'indebitamento netto, rispetto a quelli previsti dalla legislazione vigente, ovvero quantificarli per la successiva compensazione.
  Al fine di evitare possibili dubbi interpretativi appare opportuno chiarire il rapporto tra lo schema di decreto interministeriale in esame, trasmesso dal Ministro della difesa di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze e il decreto interministeriale che, nel caso di utilizzo dei contributi ventennali in esame, deve essere adottato ai sensi dell'articolo 537-bis del Codice dal Ministro dello sviluppo economico, di concerto con i Ministri dell'economia e delle finanze e della difesa, previo parere delle competenti Commissioni parlamentari. Al rigurdo, si osserva, infatti, che dal combinato disposto degli articoli 536 e 537-bis del Codice sembrerebbe che le competenti commissioni parlamentari siano chiamate ad esprimersi sul programma in esame in due diverse occasioni e secondo disposizioni procedurali diverse per quanto concerne l'espressione del parere parlamentare. |
Il ProgrammaIl programma in esame, secondo quanto riportato nella scheda tecnica predisposta dallo Stato Maggiore della Difesa ed allegata allo schema di decreto in esame, attraverso l'acquisizione e l'entrata in servizio di nuove Unità Navali,è finalizzato ad avviare un progressivo rinnovamento e adeguamento dello strumento aeronavale, adeguato in termini qualitativi e quantitativi all'assolvimento delle numerose operazioni della marina militare in Italia e all'estero.  In particolare, nella richiamata scheda si sottolinea come nel prossimo decennio si procederà alla dismissione di 51 unità navali, escluso il naviglio minore. Si tratta di unità navali che risultano già oggi parzialmente non più impiegabili in maniera efficace e sicura. Si reputa, pertanto, necessario avviare velocemente un programma navale idoneo a salvaguardare la capacità dello strumento marittimo, mediante l'acquisizione di nuove e moderne piattaforme performanti, con equipaggiamento contenuto e modulare, con elevata autonomia logistica e rapidità di dislocazione e d'intervento, versatili, flessibili e sostenibili, proiettabili ed interoperabili.  A questo proposito si ricorda che nel corso della richiamata audizione del 24 giugno il Ministro della Difesa Pinotti, in relazione allo strumento navale, ha sottolineato come risulti necessario poter continuare "a disporre di una Marina che sia pienamente efficiente e, quindi, dotata di mezzi moderni e sottoposti alla corretta manutenzione, con equipaggi addestrati e motivati (…) e con una base industriale e tecnologica capace di sostenere le esigenze in fatto di piattaforme navali e di apparati elettronici imbarcati".
Si segnala, inoltre, che il Capo di Stato maggiore della Marina, Ammiraglio di Squadra Giuseppe De Giorgi, nell'audizione svolta lo scorso 19 giugno 2013 nell'ambito dell'indagine conoscitiva sui sistemi d'arma ha rilevato che "la nostra Marina è estremamente vecchia. L'età operativa di una nave è in media di vent'anni, mentre l'età media attuale è molto superiore. Inoltre, il numero di navi è influenzato, ovviamente, dalle manutenzioni: un terzo di queste è sempre in manutenzione programmata, ma solo quando si dispone delle risorse.  Inoltre, sulle navi pronte esiste il problema delle avarie, che non sono programmabili, eppure la statistica media degli ultimi anni ci fornisce questo quadro, per cui a oggi la nostra Marina dispone di 20 unità pronte a muovere".
Nello specifico, con riferimento alla tipologia e al numero di unità navali oggetto del programma in esame, esse sono: sei pattugliatori polivalenti d'altura per la sorveglianza marittima tridimensionale, più quattro unità aggiuntive in opzione; una unità d'altura di supporto logistico, con capacità ad ampio spettro (trasporto e rifornimento in mare di combustibili, lubrificanti, munizionamento, pezzi di rispetto, viveri, acqua, edicinali, materiali vari) e di concorso ad attività di soccorso umanitario in caso di eventi straordinari o calamità naturali; una unità anfibia multiruolo per la proiezione di assetti operativi ad elevata prontezza, militari e umanitari, per il concorso della Difesa ad attività di soccorso umanitario in occasione di eventi straordinari o calamità naturali, con spiccati requisiti di standardizzazione e interoperabilità con gli alleati e i partner europei, in particolare per le capacità di imbarco, trasporto, rilascio, impiego e supporto di mezzi anfibi e aerei; 2 unità navali polifunzionali ad altissima velocità e spinto contenuto tecnologico per il supporto alle forze speciali del gruppo operativo incursori, per il contrasto della minaccia asimmetrica e per l'impiego in tutti i contesti operativi che richiedano flessibilità , incisività , massima prontezza, deterrenza e discrezione. La durata complessiva del programma pluriennale è di 19 anni a partire dal 2014. Si tratta, infatti, di un programma complessivo di studio, sviluppo, acquisizione e supporto logistico destinato a svilupparsi in un arco pluriennale di tempo. Il costo complessivo del programma è stimato in 5,4 miliardi di euro, a valere sulla Missione 11 (Competitività e sviluppo delle imprese), Programma 5 (Regolamentazione, incentivazione dei settori imprenditoriali. riassetti industriali, sperimentazione tecnologica, lotta alla contraffazione. tutela della proprietà industriale), macro-aggregato-UPB "Investimenti" e Centro di Responsabilità Dipartimento per l'impresa e l'internalizzazione. Il programma non prevede, allo stato una cooperazione internazionale; pur tuttavia, la scheda tecnica fa presente che sono in fase di valutazione di fattibilità amministrativa soluzioni perseguibili per lo sviluppo di parte del programma nell'ambito delle sinergie della politica europea di Sicurezza e Difesa, di cooperazioni internazionali bilaterali, nonché nel contesto dell'Organizzazione congiunta per la cooperazione in materia di armamenti (OCCAR). Per quanto concerne i settori industriali interessati viene fatto presente che che verranno realizzati investimenti nel settore della cantieristica navale nazionale, precisa che il tale comparto industriale rappresenta un importante volano antirecessivo anche in considerazione della ramificata rete di piccole e medie imprese operanti in molteplici aree produttive che investono l'intero complesso dei settori industriali: navalmeccanica, elettromeccanica, siderurgia, elettronica, informatica, telematica, robotica e armamenti. Â
Si segnala che il programma pluriennale in esame è contemplato anche dal Documento Programmatico Pluriennale per la Difesa per il triennio 2014 – 2016 (http://www.difesa.it/Content/Pagine/Notaaggiuntiva.aspx), nella sezione Programmi della componente marittima. Al riguardo, si precisa che " il Programma navale è relativo all'avvio del progressivo rinnovamento e adeguamento dello Strumento Aeronavale verso la dimensione qualitativa e quantitativa necessaria per l'assolvimento dei compiti e delle missioni assegnate alla marina militare a difesa della sicurezza marittima in senso esteso (operazioni militari, protezione delle LOC, ma anche risposta a crisi/emergenze, calamità naturali, ricerca e soccorso, controllo dei flussi migratori, antipirateria, antiterrorismo), mediante l'acquisizione e l'entrata in servizio delle citate Unità Navali, caratterizzate da elevata versatilità operativa, flessibilità e sostenibilità d'impiego e destinate a sostituire una prima quota parte delle Unità Navali, ormai prossime alle dismissione per sopraggiunto limite della propria vita operativa". Si precisa, altresì, che il finanziamento del "Programma navale per la tutela dalla capacità marittima della Difesa" avviene attraverso il contributo del Ministero dello Sviluppo Economico.
 Sono di seguito riportate le principali caratteristiche dei singoli programmi così come evidenziate nella scheda predisposta dallo Stato maggiore della Difesa alla quale si rinvia per una descrizione più analitica. |
Sei pattugliatori polivalenti d'altura per la sorveglianza marittima tridimensionale, più quattro unità aggiuntive in opzioneI pattugliatori oggetto del programma in esame costituiscono delle navi polifunzionali, progettate e realizzate con innovativi criteri di modularità al fine di assicurare una elevata versatilità di impiego e una capacità di imbarcare diverse configurazioni di sistemi d'arma, impianti, apparati ed equipaggiamenti. I nuovi pattugliatori risultano, quindi, idonei, sia asostituire più Unità navali appartenenti a classi diverse, quali, fregate, corvette e pattugliatori sia a conseguire diversi obiettivi, con particolare riferimento:
Il piano costruttivo sarà completato poi da un programma di «supporto logistico integrato», conforme alle specifiche normative in vigore e comunque non inferiore a dieci anni. Con specifico riferimento alle caratteristiche operative dei nuovi pattugliatori la scheda tecnica allega al programma in esame sottolinea, in particolare, le capacità di scoperta, sorveglianza, deterrenza e contrasto di molteplici minacce, anche di tipo asimmetrico, negli spazi marittimi; le capacità di comando, controllo e comunicazione satellitare ad elevata interoperabilità , per l'integrazione in dispositivi militari e/o governativi; l'elevata velocità dei pattugliatori e l'elevata autonomia di carico (combustibili, viveri, acqua, ecc.) in grado di assicurare attività in mare per lunghi periodi. Si sottolineano, inoltre, positivamente le capacità di sorveglianza dello spazio elettromagnetico e le capacità di accoglienza e assistenza sanitaria, oltre ad una elevata tenuta al mare, anche con avverse condizioni meteo-marine, per lavorare in sicurezza durante lo svolgimento di attività marinaresche complesse, come ad esempio gli interventi di controllo dei flussi migratori e di azioni antipirateria. Rilevano, inoltre, elementi per la minimizzazione dell'impatto ambientale, l'economicità dell'esercizio, l'elevata flessibilità operativa e capacità multi-ruolo.  Per quanto concerne, invece, le caratteristiche più propriamente tecniche la scheda riferisce che le nuove Unità navali sono progettate con un'alta innovazione tecnologica e con un' integrazione funzionale dei sottosistemi di piattaforma e comando, controllo e comunicazione, sfruttando comunanze e convergenze architetturali rese possibili da moderne tecnologie e dalla standardizzazione delle componenti computerizzate dei  principali sottosistemi. |
Una Unità d'altura di Supporto logistico (Logistic Support Ship - LSS)In relazione alla proposta di acquisizione in esame la scheda tecnica evidenzia la necessità di disporre di una nuova Classe di unità d'altura per il supporto logistico della flotta navale ad ampio spettro in grado di assicurare per lunghi periodi e a lunga distanza gli stringenti requisiti di autonomia, prontezza di reazione e autosufficienza logistica richiesti dagli assetti aeronavali. La nuova Classe d'Unità d'altura, dotata di specifiche capacità di proiezione e dislocazione in aree lontane e fornita di spiccate capacità di assistenza medica e antinquinanti sarà , inoltre, utile a supportare i moderni dispositivi aeronavali " Expeditionary" in tutte le operazioni militari, anche interforze, sia nazionali che internazionali, nonché svolgere compiti a supporto della collettività , anche tramite il supporto alla Protezione Civile, in operazioni di disaster relief o nel concorso in operazioni di evacuazione e/o assistenza umanitaria, ricerca/soccorso, tutela dell'ambiente marino. La nuova Unità sarà , inoltre, in grado di sopperire all'obsolescenza tecnica delle attuali Unità rifornitrici (Classe Stromboli) concepite per il solo rifornimento di combustibile e prive dei moderni requisiti di sicurezza e antinquinamento e ormai giunte al termine della vita operativa.  Con specifico riferimento alle caratteristiche operative della nuova unità d'altura la scheda tecnica pone in particolare risalto la funzione di supporto logistico che potrà essere assicurata ad un gruppo navale di altura assicurandone il sostegno autonomo per periodo prolungato, supporto che consiste, ad esempio, nel trasporto e rifornimento in mare di combustibili, munizionamento, pezzi di rispetto, derrate alimentari, acqua potabile e non, medicinali ed attrezzature e materiali vari. Si evidenzia, inoltre, positivamente la disponibilità di officine e di laboratori attrezzati per assicurare sia assistenza tecnica e manutentiva ad impianti elettrici, sia soccorso umanitario in occasione di calamità naturali mediante elevate capacità di accoglienza e assistenza sanitaria (ad es. capacità di erogare acqua potabile ed energia elettrica, capacità di carico, trasporto e movimentazione di viveri e materiali vari, anche di moduli abitativi, macchinari e attrezzature da cantiere, gruppi elettrogeni e postazioni di comando e controllo mobili).  Per quanto riguarda, invece, le caratteristiche più propriamente tecniche la nuova Unità di supporto presenta:
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Una Unità anfibia multiruolo (Landing Helicopter Dock LHD)L'unità anfibia multiruolo Landing Helicopter Dock, oggetto del programma in esame, rappresenta un modello più evoluto rispetto alle attuali Landing Platform Dock, attualmente in servizio alla Marina militare italiana ed in particolare le Unità San Giorgio, San Marco e San Giusto. Si definisce una LPD (Landing Platform Dock), una unità da trasporto anfibio dotata di bacino allagabile, designata per sbarcare truppe d'assalto anfibio in operazioni di proiezione di potenza dal mare.
L'unità può essere infatti facilmente adattata per compiti tipo assistenza sanitaria (medica e logistica); trasporto di veicoli speciali (cucine, ospedali da campo, generatori di corrente, containers, ecc.; evacuazione della popolazione civile via mare e via elicotteri.
Secondo quanto riportato nella scheda tecnica le unitù attualmente in dotazione della Marina rispondono, infatti, a requisiti e criteri tecnici e operativi non più adeguati ai moderi scenari e non consentono di supportare la capacità di proiezione richiesta, a causa degli intrinseci limiti di capacità di carico e di autonomia logistica. Da qui la necessità rappresentata nella scheda tecnica di fornire la Marina del più evoluto modello Landing Helicopter Dock che risulta dotato, in particolare, di un ponte di volo continuo, a bordo del quale possono operare elicotteri e, grazie alla disponibilità di un bacino allagabile di grandi dimensioni, anche mezzi navali da trasporto in grado di trasferire a terra elevati volumi di materiali. La nuova Unità , risulta, poi, in possesso di innovativi criteri di robustezza, autonomia logistica e semplicità manutentiva, possiede altresì una elevata autonomia di carico per il trasporto di mezzi e materiali ed è attrezzata con presidi e sistemazioni medico ospedaliere all'avanguardia con ampie capacità ricettive e di accoglienza. La nuova Unità anfibia, inoltre, in grado di esprimere la propria capacità in un ampio spettro di missioni, anche di supporto alle operazioni militari, sia nazionali che internazionali, nonché di svolgere compiti a supporto della collettività , come ad esempio, a supporto alla Protezione Civile in operazioni di disaster relief o nel concorso in operazioni di evacuazione e/o assistenza umanitaria/calamità naturali e ricerca/soccorso. Con specifico riferimento alle caratteristiche tecniche, la nuova unità anfibia multiruolo è progettata con un'alta innovazione tecnologica, sia nella strumentazione e sia dei laboratori di supporto di cui l'Unità sarà dotata, impiegando il massimo livello di innovazione tecnologica dei sistemi radar, di comando e controllo e telecomunicazione. L'unità è finalizzata ad operare come centro di comando e controllo per dispositivi militari e/o inter-agenzia/interministeriale. Rinviando alla scheda tecnica l'analisi dettagliata dei principali requisiti tecnici e progettuali della nuova Unità si sottolinea, in particolare, la presenza di elementi di interoperabilità nell'ambito della politica di Difesa comune europea, particolarmente per le capacità di imbarco, trasporto, rilascio, impiego e supporto di mezzi anfibi e aerei. È presente, inoltre, un ponte di volo attrezzato e compatibile per l'appontaggio e il ricovero di molteplici assetti aerei. Viene, infine, segnalato che l'Unità è progettata per una durata della vita operativa non inferiore a 30 anni, possiede requisiti di robustezza tali da consentire la dislocazione fuori area per periodi sino a 8 mesi. Il piano sarà completato poi da un programma di «supporto logistico integrato» non inferiore a dieci anni. |
Due Unità polifunzionaliIl programma in esame si riferisce all'acquisizione di due mezzi polifunzionali, ad elevata velocità , impiegabili in attività che richiedono flessibilità , incisività , velocità di reazione e deterrenza, adibiti al trasporto e al rischieramento di mezzi tattici strategici per la difesa marittima, anche in caso di minaccia asimmetrica, per le operazioni di controllo dei flussi migratori e per compiti di antipirateria. Tali unità , concepite anche per coniugare requisiti tecnologicamente evoluti, unitamente a capacità più convenzionali mirate a preservare la flessibilità d'impiego e l'interoperabilità con lo strumento navale, possono altresì operare a supporto delle Unità d'altura, anche per estenderne il raggio di azione sull'intera area di sorveglianza, con maggiore efficacia e con ridotti tempi di intervento. Per quanto concerne le caratteristiche operative, le unità polifunzionali in esame devono, in particolare, assicurare adeguato supporto ad operazioni di Forze Speciali (Gruppo Operativo Incursori), con specifico riferimento ai requisiti per il trasporto di mezzi ed equipaggiamenti speciali. Inoltre, i nuovi mezzi navali potranno essere impiegati nelle operazioni di Contrasto alla pirateria e in eventuali azioni antiterroristiche, di controllo del fenomeno migratorio, controllo del fenomeno migratorio e contributo all'"Homeland security";. In relazione a tali operazioni si ricorda che il Capo di stato maggiore della Marina, Ammiraglio De Giorgi, nella richiamata audizione dello scorso 19 giugno 2013 ha evidenziato come  "per presenza e sorveglianza – in gergo viene chiamata maritime homeland security – si intendono quelle funzioni che servono a mettere in sicurezza il Paese dal punto di vista marittimo: sicurezza e integrità delle vie di comunicazione; controllo dei flussi migratori, vigilanza sulla pesca, meno nota, ma che è una delle attività che la Marina esercita per legge; contrasto della minaccia asimmetrica, che diventa sempre più attuale in relazione alla situazione del Nord Africa; sicurezza delle rotte di accesso ai porti, anche questa è un'attività poco nota, ma i nostri dragamine nei porti mercantili vanno a controllare che non ci siano mine o bombe messe da terroristi, da altri elementi oppure retaggio delle vecchie guerre, per cui controllano gli accessi alle rotte dei mercantili; sorveglianza antinquinamento; sorveglianza ai siti archeologici; protezione degli obiettivi strategicI".
 I due mezzi navali, progettati con materiali compositi innovativi e con vasto impiego di nanotecnologie, possiedono le seguenti caratteristiche: bassissima osservabilità (termica, radar, acustica), elevata robustezza, protezione balistica, resistenza al calore, schermatura dalle interferenze elettromagnetiche, ridotto peso con elevata resistenza strutturale e, in relazione al loro apparato propulsivo, elevata velocità , autonomia, capacità di manovra ad alta precisione, nonché tempestività ed affidabilità anche in avverse condizioni meteo.  I principali requisiti tecnici e progettuali delle nuove unità , le quali sono altresì dotate della massima automazione dei sistemi di controllo e gestione anche per ridurre al minimo il personale necessario per condurre l'unità , sono i seguenti: Â
 Secondo la relazione allegata al programma, l'unità è progettata per una vita operativa non inferiore a 30 anni con la previsione di una sola sosta intermedia per il cosiddetto ammodernamento di mezza vita e assumendo un valore medio di operatività pari a 3.500 ore di moto all'anno. Inoltre, l'unità dovrà garantire un indice di disponibilità tecnica non inferiore all'80 per cento nella sua vita operativa. Al riguardo, si ricorda che per il citato indice si intende il periodo in cui l'Unità è in missione, o disponibile ad effettuare una missione, rapportato alla durata del ciclo di vita.
 Il piano sarà completato poi da un programma di supporto logistico integrato, conforme alle specifiche normative in vigore e comunque non inferiore a dieci anni. |