Camera dei deputati - XVII Legislatura - Dossier di documentazione
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Autore: | Servizio Studi - Dipartimento cultura | ||
Titolo: | Approvazione del programma triennale 2016-2018 relativo al Fondo per la tutela del patrimonio culturale - Atto del Governo n. 253 | ||
Riferimenti: |
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Serie: | Atti del Governo Numero: 252 | ||
Data: | 20/01/2016 | ||
Descrittori: |
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Organi della Camera: | VII-Cultura, scienza e istruzione |
Approvazione del programma triennale 2016-2018 relativo al Fondo per la tutela del patrimonio culturale
20 gennaio 2016
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Indice |
Presupposti normativi|Contenuto|Osservazioni| |
Presupposti normativiL'art. 1, co. 9, della L. 190/2014 (legge di stabilità 2015) ha istituito nello stato di previsione del Ministero dei beni e delle Istituzione del Fondo per la tutela del patrimonio culturale e dotazione finanziariaattività culturali e del turismo il Fondo per la tutela del patrimonio culturale, con una dotazione iniziale di 100 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2016 al 2020. In base al Decreto 482300 del 28 dicembre 2015 - Ripartizione in capitoli delle Unità di voto parlamentare relative al bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2016 e per il triennio 2016/2018 - il Fondo è allocato sul cap. 8099 dello stato di previsione del Mibact.
In base al co. 10 dell'art. 1 citato, le risorse sono utilizzate per la realizzazione degli interventi inclusi in un programma triennale che il Ministro trasmette, previo parere delle Commissioni parlamentari, al CIPE. La trasmissione sarebbe dovuta avvenire entro 120 giorni dalla data di entrata in vigore della legge. In particolare, il programma individua gli interventi prioritari da realizzare, le risorse da destinare a ciascuno di essi, il relativo cronoprogramma, e definisce le modalità di definanziamento in caso di mancata attuazione degli interventi programmati. Esso deve essere attuato in coerenza con i decreti legislativi 228/2011 e 229/2011 che - emanati in attuazione della delega di cui all'art. 30, co. da 8 a 10, della legge di contabilità e finanza pubblica (L. 196/2009) – contengono, rispettivamente, disposizioni in materia di valutazione degli investimenti relativi alle opere pubbliche e procedure di monitoraggio sullo stato di attuazione delle opere pubbliche. Con riferimento alla previsione che il programma triennale definisca le modalità di definanziamento in caso di mancata attuazione degli interventi, si ricorda che l'art. 4 del d.lgs. 229/2011, come di recente modificato dall'art. 1, co. 805, della L. 208/2015 (L. di stabilità 2016) – con il quale, come ricordato, il programma stesso deve essere coerente - affida ad un DPCM - da adottare di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze e con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, previo parere del CIPE - la individuazione dei criteri per la definizione di un sistema di verifica dell'utilizzo dei finanziamenti per la realizzazione di interventi e programmi pubblici e delle procedure e delle modalità di definanziamento degli stessi, considerando anche parametri temporali di riferimento distinti per livello progettuale, tipologia di aggiudicazione, classificazione di opere, costo complessivo, procedura di spesa.
Entro il 31 gennaio di ciascun anno, al CIPE viene trasmesso il programma aggiornato, corredato dell'indicazione dello stato di attuazione degli interventi. |
ContenutoLo schema di decreto, composto da un unico articolo e da un allegato, che ne costituisce parte integrante, reca il programma triennale 2016-2018 degli interventi finanziati con le risorse del Fondo per la tutela del patrimonio culturale, pari, complessivamente, a € 300 milioni.
Esso è corredato di relazione illustrativa e del Allegativerbale della seduta del 14 dicembre 2015 del Consiglio superiore dei beni culturali e paesaggistici, in cui l'organo ha approvato all'unanimità la programmazione triennale 2016-2018.
Le risorse sono ripartite fra 239 interventi specifici per la Gli interventi previsticonservazione del patrimonio culturale, distribuiti in 19 regioni (esclusa la Valle d'Aosta) e relativi a 8 settori (Archeologia, Arti, Biblioteche, Archivi, Istituti centrali, Istituti dotati di autonomia speciale, Istituti e musei di rilevante interesse nazionale, Poli museali) (a cui sono destinati, nel triennio, € 205 mln, pari al 68% delle risorse complessivamente disponibili), e 2 interventi speciali: si tratta del Progetto speciale per la sicurezza dei musei e dei luoghi della cultura, destinato a migliorare gli standard di sicurezza interna ed esterna su tutto il territorio nazionale (al quale sono destinati, nel triennio, € 50 mln), e del Progetto speciale per il cofinanziamento di interventi finanziati ai sensi dell'art. 1 del D.L. 83/2014 (L. 106/2014), c.d. Art-Bonus, nel caso in cui l'erogazione non completi il fabbisogno finanziario (al quale sono destinati, nel triennio, € 45 mln). Dunque, ai due Progetti speciali è destinato il 32,0% delle risorse complessivamente disponibili. Nel corso della già citata riunione del Consiglio superiore dei beni culturali e paesaggistici, il Segretario generale del Mibact ha ricordato come il Progetto speciale per la sicurezza del patrimonio culturale sia un "progetto già in fieri, reso ancora più attuale dagli eventi di Parigi". Si tratta – ha proseguito – di un progetto che prevede sia la protezione delle opere, sia la protezione dei visitatori.
Con riferimento al c.d Art-bonus, si ricorda, anzitutto, che l'art. 1, co. 318 e 319, della L. 208/2015 (legge di stabilità 2016) ha reso strutturale il regime fiscale agevolato introdotto in via temporanea, sotto forma di credito d'imposta, dall'art. 1 del D.L. 83/2014 (L. 106/2014), in favore delle persone fisiche e giuridiche che effettuano erogazioni liberali in denaro per interventi a favore della cultura e dello spettacolo.
Si ricorda, altresì, che il 22 ottobre 2015 sono stati pubblicati i primi dati relativi al nuovo meccanismo di agevolazione fiscale, da cui emerge, in particolare, che i mecenati sono stati 773, per un totale di € 33,8 mln. Qui il comunicato stampa del Mibact.
LaLa ripartizione delle risorse fra le regioni ripartizione percentuale tra le regioni dei 205 mln di euro destinati ai 239 interventi specifici per la conservazione del patrimonio culturale oscilla fra un massimo del 33,37% (Lazio) e un minimo dello 0,03% (Trentino Alto Adige). Complessivamente, alle regioni del Nord (Piemonte, Liguria, Lombardia, Emilia Romagna, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia e Veneto) è attribuito il 31,0% delle risorse; alle regioni del centro (Lazio, Abruzzo, Molise, Marche, Umbria, Toscana,) è attribuito il 50,7%; alle regioni del Sud e alle isole (Puglia, Basilicata, Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna) è attribuito il 18,4%. Con riferimento alle risorse destinate alle regioni del Sud, si veda quanto rappresentato dal Segretario generale del Mibact nella più volte citata riunione del Consiglio superiore dei beni culturali e paesaggistici, con particolare riferimento al Programma operativo nazionale Cultura e sviluppo, riguardante Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia, alle quali sono destinati € 360,2 mln.
La relazione illustrativa fa presente, anzitutto, che, con circolare n. 42 del 6 maggio 2015, emanata dalla I criteri per l'individuazione degli interventiDirezione generale bilancio, sono state fornite indicazioni alle articolazioni ministeriali competenti (Direzioni generali, Segretariati regionali per i beni culturali e paesaggistici, Poli museali regionali, Istituti dotati di autonomia speciale, Istituti centrali e periferici) per la selezioni degli interventi da finanziare. La circolare 42/2015 ha come oggetto la programmazione triennale dei lavori pubblici 2015-2017 di cui all'art. 128 del d.lgs. 163/2006 (Codice dei contratti pubblici) e la programmazione finanziata con il Fondo per la tutela del patrimonio culturale per il triennio 2016-2018.
In particolare, la circolare indica, anzitutto, i criteri e le priorità per la selezione degli interventi relativi a entrambe le programmazioni triennali, specificando, per quanto qui particolarmente interessa, che, nell'ambito del programma triennale 2016-2018 finanziato con il Fondo per la tutela del patrimonio culturale potranno essere proposti, da parte di tutti gli Istituti del Ministero, interventi di largo respiro relativi all'intero patrimonio culturale pubblico, non finanziabili – vista la disponibilità di risorse – nell'ambito della Programmazione triennale dei lavori pubblici 2015-2017.
Le priorità in base alle quali effettuare le proposte di intervento sono distinte in priorità ope legis (si tratta delle priorità indicate dall''art. 128, co. 3, del d.lgs. 163/2006, ossia: lavori di manutenzione; recupero del patrimonio esistente; completamento di lavori già iniziati; progetti esecutivi già approvati; interventi per i quali c'è la possibilità di finanziamento con capitale privato maggioritario) e ulteriori priorità, così individuate:
Evidenzia, quindi, che gli iLa procedura per la selezione degli interventinterventi proposti dagli Uffici periferici del Mibact sono stati valutati, anzitutto, dai Segretariati regionali e dai Poli museali regionali, per l'individuazione di un ordine di priorità a livello regionale. Successivamente, sono stati sottoposti al parere delle Direzioni generali competenti. Lo schema di decreto conseguentemente elaborato dalla Direzione generale bilancio è stato condiviso, il 4 dicembre 2015, in sede di conferenza dei Direttori generali e dei Segretari regionali, alcune delle cui osservazioni sono state recepite, con conseguente rielaborazione dello schema.
Tra gli interventi, si segnalano, Esempi di interventiin particolare: il restauro della Domus Aurea (€ 13 mln nel triennio); gli interventi di restauro e di adeguamento funzionali su diversi edifici e complessi siti nella città di Venezia (€ 6,2 mln nel triennio); il completamento dei lavori nell'ex Convento dell'Annunziata a Bologna, ora sede degli uffici del Segretariato Regionale e della Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici di Bologna, Modena, Reggio Emilia e Ferrara (€ 6 mln nel triennio); la "rifunzionalizzazione" di Palazzo Venezia a Roma (€ 5,4 mln nel triennio); il restauro della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze (€ 3,6 mln nel triennio); la realizzazione di spazi aggiuntivi ai magazzini librari della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma (€ 3,2 mln nel triennio); il restauro delle mura di Palmanova (UD) (€ 3 mln nel triennio); il recupero dell'ex convento di San Francesco a Ripa, in Roma, ora sede dell'ICCROM (Centro internazionale di studi per la conservazione ed il restauro dei beni culturali) (€ 2,5 mln nel triennio); il restauro e l'adeguamento funzionale del Museo di San Martino a Napoli (€ 2,4 mln nel triennio); la riqualificazione del complesso del Vittoriano a Roma (€ 2,3 mln nel triennio); il restauro della cinta muraria di Siena (€ 2,2 mln nel triennio); il restauro del Museo della Certosa di Calci (PI) (€ 2,1 mln nel triennio); la manutenzione straordinaria per adeguamenti della sede del Museo MAXXI di Roma (€ 2 mln nel triennio); gli interventi post sisma al Palazzo Ducale di Mantova (€ 1,5 mln nel triennio); la manutenzione del Museo del Cenacolo Vinciano a Milano (€ 1,2 mln nel triennio); il restauro del Parco e la realizzazione dell'impianto elevatore nel Museo del Castello di Miramare a Trieste (€ 1,2 mln nel triennio); l'ampliamento e l'adeguamento funzionale della Galleria Nazionale di Cosenza (€ 1,1 mln nel triennio); il recupero del Teatro Valle di Roma (€ 1,5 mln nel triennio); il restauro degli affreschi della cripta della Cattedrale di Matera (€ 0,7 mln nel triennio). In proposito, si evidenzia che, nel corso della più volte citata riunione del Consiglio superiore dei beni culturali e paesaggistici, nel rispondere alla richiesta di chiarimenti in merito agli ingenti finanziamenti relativi a ICCROM e MAXXI, il Segretario generale del Mibact ha evidenziato che non si tratta di finanziamenti alle istituzioni, ma di finanziamenti per completare opere di restauro delle sedi. In particolare, ha ricordato che la convenzione stipulata tra governo italiano e ICCROM prevede che la sede venga approntata dallo Stato italiano (nello specifico, in base all'art. 2 dell'Accordo Italia-UNESCO per disciplinare l'istituzione del Centro, concluso a Parigi il 27 aprile 1957 e ratificato dall'Italia con L. 723/1960, il Governo italiano, indipendentemente dalle sue contribuzioni al Centro in qualità di Stato membro del medesimo, si è impegnato a mettere gratuitamente a disposizione dello stesso la sede arredata e a provvedere a manutenzione e pulizia della stessa).
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OsservazioniRispetto alle previsioni normative primarie, lo schema di decreto e il relativo allegato non sono corredati del cronoprogramma. Al riguardo, nel verbale della seduta del Consiglio superiore dei beni culturali e paesaggistici del 14 dicembre 2015 è stata data lettura di una lettera del Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, nella quale è evidenziato che "L'attuazione del Programma sarà attentamente monitorata dagli uffici centrali del Ministero, che vigilerà sui cronoprogrammi e provvederà alle eventuali riprogrammazioni".
Sarebbe inoltre opportuno, nella premessa, richiamare esplicitamente i decreti legislativi 228/2011 e 229/2011. Si segnala, infine, che, sempre nella premessa, occorre fare riferimento al Decreto 482300 del 28 dicembre 2015 - Ripartizione in capitoli delle Unità di voto parlamentare relative al bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2016 e per il triennio 2016 - 2018 (e non al corrispondente Decreto del 29 dicembre 2014). |