Camera dei deputati - XVII Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Biblioteca - Ufficio Legislazione straniera
Titolo: Le nuove modifiche alla legge elettorale tedesca
Serie: Appunti    Numero: 47
Data: 09/05/2013
Descrittori:
GERMANIA   SISTEMI ELETTORALI

Camera dei deputati

XVII Legislatura

 

BIBLIOTECA – LEGISLAZIONE STRANIERA

 

A P P U N T I

Appunto 11/2013                                                                                  9 maggio 2013

Le nuove modifiche alla legge elettorale tedesca

 

 

Il 25 luglio 2012 la Corte costituzionale federale (BVerfG, 2 BvF 3/11) è nuovamente intervenuta in materia elettorale abrogando in toto la riforma approvata con la diciannovesima legge di modifica del Bundeswahlgesetz del 25 novembre 2011[1]. Con una sentenza di quattro anni prima (BVerfG, 2 BvC 1/07), il 3 luglio 2008, la Corte aveva infatti già dichiarato costituzionalmente incompatibili alcune disposizioni della legge elettorale federale, in particolare riguardo all’attribuzione di seggi in soprannumero (i c.d. mandati in eccedenza[2], Überhangmandate), imponendo al legislatore di intervenire entro il 30 giugno 2011. Proprio a ridosso di tale scadenza, il 28 giugno 2011, i gruppi parlamentari della maggioranza (CDU/CSU e FDP) avevano presentato un progetto di legge che è stato approvato dal Bundestag il successivo 29 settembre senza l’appoggio dei gruppi di opposizione e che ha poi ottenuto il consenso (peraltro non vincolante, non essendo quella elettorale una legge di tipo “bicamerale” per la quale è necessaria l’approvazione di entrambe le Camere) del Bundesrat nella seduta del 14 ottobre. La soluzione adottata dal legislatore per ovviare al problema del c.d. peso di voto negativo (negatives Stimmgewicht) o valore di successo inverso (inverser Erfolgswert), mantenendo il sistema elettorale dell'elezione proporzionale personalizzata, è stata quella di eliminare la possibilità del collegamento di liste regionali (abrogazione art. 7 e conseguentemente anche dell'art. 29 del Bundeswahlgesetz), integrando tale disposizione con una ripartizione dei seggi sulla base dei contingenti dei Länder, che si determinano secondo il numero di elettori dei Länder (modifica dell’art. 6, relativo all’elezione sulla base delle liste regionali). Gli effetti distorsivi a suo tempo riscontrati dalla Corte erano dovuti sia al metodo di scelta dei candidati prescritto dalla legge, cioè alla possibilità per l’elettore di esprimere un voto di lista (nella seconda scheda) diverso da quello della prima scheda, sia al fatto che un aumento del numero dei voti di lista (cioè dei secondi voti) possa variare il quoziente necessario per conseguire un seggio. Contro la riforma elettorale, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale del 2 dicembre 2011, è stato subito presentato (il 9 dicembre) un ricorso alla Corte costituzionale federale, sottoscritto anche da migliaia di cittadini secondo i quali le modifiche introdotte dal legislatore non rimuovevano l’effetto del voto negativo e contenevano, inoltre, disposizioni poco chiare e comprensibili per il cittadino medio.

Al fine di colmare la grave lacuna normativa venutasi a creare a seguito del nuovo giudizio di incostituzionalità (pronunciato dalla Corte costituzionale federale, che ha sostanzialmente avallato la tesi delle opposizioni), il legislatore ha dovuto elaborare, sulla base delle indicazioni della stessa Corte, una nuova riforma elettorale prima dello svolgimento delle prossime elezioni politiche fissate per il 22 settembre 2013.

Nel mese di ottobre 2012 i gruppi parlamentari della CDU/CSU (cristianodemocratici), della SPD (socialdemocratici), della FDP (liberali) e dei Grünen (verdi) hanno concordato i contenuti principali della nuova riforma elettorale e successivamente hanno presentato il progetto di legge recante la ventiduesima modifica alla normativa elettorale (stampato BT n. 17/11819 dell’11 dicembre 2012), nel quale l’effetto dei mandati in eccedenza è neutralizzato dall’introduzione dei c.d. mandati di compensazione (Ausgleichsmandate). Subordinatamente al numero dei seggi in soprannumero e degli errori di arrotondamento, nonché della diversa ed elevata partecipazione elettorale a livello regionale, il numero dei seggi del Bundestag potrebbe però aumentare significativamente con un aggravio dei costi per i contribuenti fino a 60 milioni di euro all’anno (aumento dei contributi ai gruppi parlamentari, maggiori indennità per i parlamentari e retribuzioni per i collaboratori parlamentari). Il modello concordato dai quattro gruppi parlamentari[3] prevede che in una prima fase della ripartizione dei seggi questi vengano attribuiti alle liste regionali dei partiti secondo la popolazione di ciascun Land. Per compensare l’effetto dei mandati in eccedenza il modello prevede poi una seconda fase in cui i gruppi senza seggi in soprannumero possano essere rappresentati da un numero maggiore di deputati, in modo da riprodurre la composizione del Parlamento risultante dai secondi voti.

Per evitare dunque che possano verificarsi mandati in eccedenza in numero tale da vanificare il carattere proporzionale dell’elezione del Bundestag, e per trasformare nel modo più preciso possibile in seggi il risultato dei secondi voti (proporzionali), nella seconda fase della ripartizione dei seggi viene elevato il numero totale dei seggi da ricoprire, fino a che tutti i mandati in eccedenza risultanti dai calcoli della prima fase siano interamente attribuibili ai mandati di lista del partito.

Il progetto di legge, approvato in terza lettura dal Bundestag il 21 febbraio 2013 con il solo voto contrario del gruppo della Sinistra (Die Linke) e dal Bundesrat il successivo 1° marzo, è stato promulgato il 3 maggio e pubblicato nella Gazzetta ufficiale federale dell’8 maggio 2013 (BGBl I S. 1082). Le nuove disposizioni, in vigore dal 9 maggio scorso, saranno applicate a partire dalle prossime elezioni per il rinnovo del Bundestag.

Un ulteriore problema di conformità costituzionale è rappresentato dal diritto elettorale per i tedeschi residenti all’estero (Auslandsdeutsche). La disposizione che consentiva ad essi di eleggere i deputati del Bundestag qualora dal 23 maggio 1949 (data della proclamazione della Repubblica federale tedesca e della Legge fondamentale) avessero vissuto in Germania per un periodo di almeno tre mesi, è stata dichiarata incostituzionale e perciò nulla dalla Corte costituzionale federale il 4 luglio 2012. In base al progetto di legge relativo alla ventunesima modifica del Bundeswahlgesetz (stampato BT n. 17/11820 dell’11 dicembre 2012), sostenuto da tutti i gruppi parlamentari, ai tedeschi residenti all’estero è riconosciuto il diritto elettorale attivo se dopo il compimento del quattordicesimo anno di età hanno vissuto in Germania ininterrottamente per un periodo di almeno tre mesi e dalla loro partenza non siano trascorsi più di 25 anni, oppure se per altri motivi, personalmente e direttamente, hanno acquisito familiarità con la situazione politica della Repubblica federale e ne sono interessati. Il progetto di legge, approvato all’unanimità dal Bundestag il 31 gennaio 2013, ha ottenuto il consenso del Bundesrat il 1° marzo; esso è stato promulgato il 27 aprile 2013 e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale federale del 2 maggio scorso (BGBl I S. 962).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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[1] Successivamente è stata approvata anche la ventesima legge di modifica del Bundeswahlgesetz del 12 aprile 2012, che ha autorizzato il Ministero federale dell’interno ad apportare alcune modifiche all’allegato 2 , di cui al § 2 comma 2 della legge elettorale federale relativo alla suddivisione del territorio nazionale (Wahlgebiet) in collegi elettorali (Wahlkreise), allo scopo di definire e descrivere nuovamente i collegi in ragione delle modifiche territoriali e nominative subite dai comuni in essi compresi. Trattandosi di modifiche non sostanziali, è rimasto invariato il numero complessivo dei collegi elettorali (299).

[2] Attribuiti ad un partito che abbia ottenuto un numero maggiore di deputati eletti direttamente con il sistema maggioritario rispetto a quelli che gli spetterebbero in base al risultato conseguito con il secondo voto (proporzionale).

[3] Il gruppo parlamentare Die Linke (La Sinistra) ha presentato una proposta di legge alternativa (stampato BT n. 11821), che però alla fine è stata respinta da tutti gli altri gruppi.