Camera dei deputati - XVII Legislatura - Dossier di documentazione
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Autore: | Servizio Studi - Dipartimento istituzioni | ||||||
Titolo: | Istituzione di una sezione specializzata del comitato di coordinamento per l'alta sorveglianza delle grandi opere presso la prefettura - ufficio territoriale del Governo di Napoli - Atto del Governo n. 139 - Schede di lettura | ||||||
Serie: | Atti del Governo Numero: 141 | ||||||
Data: | 21/01/2015 | ||||||
Descrittori: |
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Istituzione di una sezione specializzata del comitato di coordinamento per l'alta sorveglianza delle grandi opere presso la prefettura - ufficio territoriale del Governo di Napoli
21 gennaio 2015
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Indice |
Presupposti normativi|Contenuto|Osservazioni| |
Presupposti normativiLo schema di decreto in titolo è stato adottato in ottemperanza a quanto stabilito dall'articolo 2-bis del D.L. n. 136 del 2013, convertito, con modificazioni, dalla L. n. del 2014, recante disposizioni urgenti dirette a fronteggiare emergenze ambientali e industriali ed a favorire lo sviluppo delle aree interessate, in cui tra le altre sono state previste norme volte a fronteggiare l'emergenza ambientale nel territorio compreso tra le province di Napoli e Caserta, interessato dal fenomeno dei roghi di rifiuti tossici, denominato "Terra dei fuochi". L'art. 2-bis del D.L. 136/2013L'articolo 2-bis, comma 1, del D.L. n. 136 del 2013 , ha previsto in capo al prefetto della provincia di Napoli, quale prefetto del capoluogo della regione Campania, il coordinamento e l'unità di indirizzo di tutte le attività finalizzate alla prevenzione delle infiltrazioni della criminalità organizzata nell'affidamento e nell'esecuzione di contratti pubblici aventi ad oggetto lavori, servizi e forniture, nonché nelle erogazioni e nelle concessioni di provvidenze pubbliche, connessi alle attività di monitoraggio e di bonifica delle aree inquinate. Al fine di garantire lo svolgimento delle suddette attività, il comma 2 del citato articolo 2-bis dispone che il Comitato di coordinamento per l'alta sorveglianza delle grandi opere, istituito ai sensi dell'articolo 180, comma 2, del codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture, di cui al decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, e successive modificazioni, operi a immediato e diretto supporto del prefetto di Napoli, attraverso una sezione specializzata presso la prefettura-ufficio territoriale del Governo, quale forma di raccordo operativo tra gli uffici già esistenti e che non può configurarsi quale articolazione organizzativa di livello dirigenziale né quale ufficio di carattere stabile e permanente. Ai sensi del medesimo art. 2-bis, comma 2, un decreto del Ministro dell'interno, di concerto con i Ministri della giustizia, dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e dell'economia e delle finanze, da adottare entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto-legge medesimo (10 aprile 2014), definisce le funzioni, la composizione, le risorse umane e le dotazioni strumentali della sezione specializzata, da individuare comunque nell'ambito delle risorse umane, finanziarie e strumentali del Ministero dell'interno disponibili a legislazione vigente e senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, nonché le modalità attuative delle disposizioni volte a prevenire le infiltrazioni della criminalità organizzata nelle opere e negli interventi di monitoraggio e di bonifica delle aree inquinate. Lo schema del decreto, corredato di relazione tecnica che ne evidenzi la neutralità finanziaria, è trasmesso alle Camere per l'espressione del parere da parte delle Commissioni parlamentari competenti per materia e per i profili di carattere finanziario. I pareri sono espressi entro venti giorni dall'assegnazione, decorsi i quali il decreto può essere comunque adottato (comma 4). Il comma 3 dell'art. 2-bis del D.L. 136/2013 prevede, altresì, l'istituzione del Gruppo interforze centrale per il monitoraggio e le bonifiche delle aree inquinate (GIMBAI), attraverso il medesimo decreto interministeriale in esame, presso il Dipartimento della pubblica sicurezza del Ministero dell'interno, che costituisce una forma di raccordo operativo tra gli uffici già esistenti e che non può configurarsi quale articolazione organizzativa di livello dirigenziale né quale ufficio di carattere stabile e permanente. Con il medesimo decreto sono definite, nell'ambito delle risorse umane, finanziarie e strumentali del Ministero dell'interno disponibili a legislazione vigente e senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, le funzioni e la composizione del Gruppo, che opera in stretto raccordo con la sezione specializzata di cui sopra. L'alta sorveglianzaIl Comitato di coordinamento per l'Alta sorveglianza delle grandi opere risulta istituito ai sensi dell'art. 15, comma 5, del decreto legislativo n. 190 del 2002, abrogato dall'art. 256, D.Lgs. 12 aprile 2006, n. 163 (Codice dei contratti pubblici), e confluito nell'art. 180, comma 2 del medesimo Codice, al fine di individuare le procedure per il monitoraggio delle infrastrutture ed insediamenti industriali per la prevenzione e repressione di tentativi di infiltrazione mafiosa.
In particolare, ai sensi delle norme precedentemente richiamate, a un decreto del Ministro dell'interno, di concerto con il Ministro della giustizia e con il Ministro delle infrastrutture, è demandata l'individuazione delle procedure per il monitoraggio delle infrastrutture e insediamenti industriali per la prevenzione e repressione di tentativi di infiltrazione mafiosa, di cui i relativi oneri sono posti a carico dei fondi, con le modalità e nei limiti stabiliti con apposito decreto del Ministro delle infrastrutture, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze.
Con decreto del Ministro dell'interno del 14 marzo 2003 è stata disciplinata, l'attività oggetto di monitoraggio, la rete di monitoraggio, la costituzione del suddetto Comitato di coordinamento e le sue funzioni.
Il Comitato di coordinamento è un organo collegiale del Ministero dell'Interno, in cui sono presenti i rappresentanti delle amministrazioni pubbliche maggiormente interessate (Ministri dell'interno, della giustizia e delle infrastrutture, Direzione nazionale antimafia, Autorità nazionale anticorruzione). A livello periferico operano le Prefetture-Uffici territoriali del Governo, in cui a livello provinciale sono presenti i Gruppi Interforze coordinati da un funzionario dello stesso Ufficio e composti da un funzionario della Polizia di Stato, da un ufficiale dell'Arma dei carabinieri, da un ufficiale della Guardia di finanza, da un rappresentante del provveditorato alle opere pubbliche, da un rappresentante dell'Ispettorato del lavoro, nonché da un funzionario delle articolazioni periferiche della Direzione investigativa antimafia (art. 5,comma 3 del D.M. del 14 marzo 2003). I predetti Gruppi operano in collegamento con la Direzione investigativa antimafia, la quale nel caso di opere che interessano il territorio di più province assicura il raccordo dell'attività dei Gruppi istituiti presso gli uffici territoriali del Governo, nonché con il Servizio per l'alta sorveglianza delle grandi opere.
In favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici in Abruzzo nel 2009, con l'art. 16 del decreto-legge n. 39 del 2009, è stata istituita una prima Le attuali sezioni specializzateSezione specializzata del Comitato a supporto del Prefetto dell'Aquila, e sono state elaborate dedicate linee guida antimafia (Comunicato 8 luglio 2009, Comunicato 12 agosto 2010, Comunicato 31 dicembre 2010, Comunicato 7 marzo 2012, Comunicato 26 luglio 2013 e Comunicato 30 ottobre 2014).
Una seconda Sezione Specializzata del Comitato di coordinamento per l'alta sorveglianza delle grandi opere è stata prevista a supporto del Prefetto di Milano, per lo svolgimento "Expo Milano 2015", dall'art. 3-quinquies del decreto-legge n. 135 del 2009 e sono state adottate, al riguardo, linee-guida dedicate all'evento mondiale (Comunicato 19 aprile 2011, la Deliberazione 20 novembre 2013 e la Deliberazione 14 aprile 2014). |
ContenutoLa sezione specializzataL'articolo 1 prevede l'istituzione, presso la Prefettura - Ufficio Territoriale del Governo di Napoli, della Sezione Specializzata del Comitato di coordinamento per l'alta sorveglianza delle grandi opere (comma 1).
La predetta Sezione, coordinata dal Prefetto di Napoli, è composta da (comma 2): un rappresentante della Prefettura di Napoli; un rappresentante della Prefettura di Caserta; due rappresentanti del Dipartimento della Pubblica Sicurezza; un rappresentante della Direzione Nazionale Antimafia; un rappresentante deI Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti - Servizio per l'alta sorveglianza delle grandi opere; un rappresentante dell' Autorità Nazionale anticorruzione; un rappresentante della Regione Campania; un rappresentante della Provincia di Napoli; un rappresentante del Provveditorato interregionale alle opere pubbliche; due rappresentanti del Ministero delle politiche agricole e forestali, di cui uno appartenente al Corpo forestale dello Stato; un rappresentante del Ministero dell'ambiente.
Si ricorda che l'Autorità nazionale anticorruzione (ANAC), già Civit, è stata oggetto di riordino ad opera dell'articolo 19 del decreto-legge n. 90/2014 (convertito dalla L. 114/2014), che ne ha complessivamente ridefinito le funzioni con l'obiettivo principale di concentrare la missione istituzionale sui compiti relativi alla garanzia della trasparenza e alla prevenzione della corruzione nelle pubbliche amministrazioni, compreso il settore dei contratti pubblici. Con tale obiettivo, il legislatore ha trasferito all'Autorità tutti i compiti e le funzioni dell'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture (AVCP), istituita dall'articolo 4 della legge 11 febbraio 1994, n. 109, con funzioni di vigilanza sugli appalti di lavori, delle forniture e dei servizi, compresi i settori speciali e quelli d'interesse regionale. Tale autorità è stata contestualmente soppressa mediante decadenza dei relativi organi a decorrere dalla data di entrata in vigore del decreto.
E' previsto altresì che alle riunioni della Sezione specializzata possono intervenire componenti del Comitato di coordinamento per l'alta sorveglianza delle grandi opere. Possono inoltre essere chiamati ad intervenire i Prefetti delle province interessate, i rappresentanti delle Amministrazioni centrali e territoriali, nonché ogni altro soggetto pubblico o privato interessato alla realizzazione degli interventi (commi 3 e 4).
Le funzioniL'articolo 2 disciplina le funzioni della Sezione Specializzata, la quale opera a diretto supporto del Prefetto di Napoli, al fine di assicurare l'efficace espletamento delle attività di cui all'art. 2-bis, comma 2, del D.L. 136/2013, in stretto raccordo con il Comitato di coordinamento per l'alta sorveglianza delle grandi opere, nonché con il Gruppo interforze centrale per il monitoraggio e le bonifiche delle aree menzionate (GIMBAI) (comma 1).
In particolare, la Sezione specializzata (comma 2):
- svolge attività di monitoraggio sulle attività connesse alla realizzazione delle opere e degli interventi, nell'ambito delle linee guida indicate dal Comitato di Coordinamento per l'Alta Sorveglianza delle Grandi Opere, ai fini dei controlli di cui all'articolo 2-bis, comma 2 (vedi supra) e comma 5 del D.L. 136 del 2013. In proposito, si segnala che con il Comunicato del 5 gennaio 2015 sono state emanate le linee guida volte a definire le procedure di monitoraggio e controllo antimafia relative agli interventi di riqualificazione ambientale sul territorio delle Regione Campania di cui all'art. 2-bis, comma 5, del D.L. 136/2013.
Tale norma specifica che i controlli antimafia sui contratti pubblici e sui successivi subappalti e subcontratti aventi ad oggetto lavori, servizi e forniture sono altresì effettuati con l'osservanza delle linee guida emanate dal Comitato di coordinamento per l'alta sorveglianza delle grandi opere, anche in deroga a quanto previsto dal codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione, di cui al decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159. In base alle linee guida già adottate, tale deroga sembra, in particolare, riguardare il maggior rigore nel rilascio all'impresa aggiudicatrice (e all'intera relativa filiera) della documentazione antimafia. Le informazioni antimafia prefettizie, in particolare, dovranno costituire l'unica ed esclusiva forma di accertamento antimafia per le fattispecie contrattuali, sub-contrattuali,i sub-appalti, i cottimi, le prestazioni d'opera, le forniture e i servizi, indipendentemente dal loro importo, oggetto, durata e da qualsiasi condizione e modalità di esecuzione.
- definisce le procedure finalizzate allo scambio di dati e informazioni rilevanti nell'ambito dell'attività dei soggetti pubblici e privati a qualunque titolo interessati alla realizzazione delle opere di cui al presente decreto;
- promuove l'analisi integrata dei dati e delle informazioni disponibili;
- procede all'esame congiunto delle segnaIazioni relative ad anomalie riscontrate, al fine di individuare idonei strumenti di prevenzione e contrasto.
La Sezione disciplina inoltre il proprio funzionamento, anche al fine di favorire la semplificazione e la speditezza delle procedure relative ai controlli di prevenzione e contrasto, nel rispetto delle disposizioni sul trattamento dei dati personali, si riunisce su convocazione del Prefetto di Napoli ovvero su richiesta motivata dei singoli componenti (commi 3 e 4) e riferisce periodicamente al Comitato di coordinamento per l'alta sorveglianza delle grandi opere sull'attività svolta (comma 5).
L'attività di monitoraggioL'articolo 3 disciplina, al fine della prevenzione delle infiltrazioni della criminalità organizzata negli interventi per l'emergenza ambientale nell'affidamento e nell'esecuzione di contratti pubblici aventi ad oggetto lavori, servizi e forniture, nonché nelle erogazioni e nelle concessioni di provvidenze pubbliche della Regione Campania, l'attività di monitoraggio della Sezione Specializzata, in relazione ai dati e alle informazioni concernenti:
- le aree territoriali ricomprese nelle mappature dei terreni e nei relativi aggiornamenti previsti dall'articolo 1 del D.L. 136/2013;
L'articolo 1 del D.L. 136/2013 ha disciplinato lo svolgimento di indagini tecniche per la mappatura, anche mediante strumenti di telerilevamento, dei terreni della regione Campania destinati all'agricoltura (commi 1-4). In esito alle predette indagini, si prevede l'indicazione dei terreni che non possono essere destinati alla produzione agroalimentare, ma esclusivamente a colture diverse, in considerazione delle capacità fitodepurative, nonché di quelli da destinare solo a determinate produzioni agroalimentari (commi 5-6). Alcune modifiche a tale disciplina sono state apportate dal comma 12 dell'art. 10 del D.L. 91/2014, volto a ridefinire i termini delle indagini dirette sui terreni destinati all'agricoltura, da modulare a seconda del livello di rischio e prevedendo la possibilità di ulteriori analisi in caso di emersione di elementi nuovi (lett. a e b); attribuire carattere di priorità, nell'assegnazione di contributi e finanziamenti europei, agli investimenti in infrastrutture irrigue e di bonifica, finalizzati a privilegiare l'uso collettivo della risorsa idrica, al fine di limitare il prelievo privato di acque da falde superficiali e profonde nelle province di Napoli e Caserta (lett. c).Per un approfondimento delle norme introdotte dal decreto-legge n. 136 si veda il tema D.L. 136/2013:emergenze ambientali e industriali) e per i provvedimenti emanati in attuazione del D.L. 136/2013, si veda la sezione "Gli interventi" della sezione "Terra dei Fuochi, la mappatura delle aree e le azioni del Ministero" del sito del Ministero della salute.
- la tipologia degli interventi e la qualificazione delle imprese esecutrici e di quelle comunque interessate alla bonifica delle aree inquinate;
- le procedure di affidamento e sub-affidamento delle opere;
- gli assetti societari relativi ai soggetti a qualunque titolo interessati alla progettazione e all'esecuzione delle opere;
- le rilevazioni effettuate presso i cantieri, in particolare sulle imprese, sul personale e sui mezzi impiegati, anche in esito agli accessi effettuati dal Gruppo interforze di cui all'articolo 5 del decreto del Ministro dell'Interno del 14 marzo 2003 (vedi supra);
- ogni altro dato o informazione ritenuto rilevante, anche su espressa richiesta del Comitato di coordinamento per l'alta sorveglianza delle grandi opere.
L'Le risorse umane e strumentaliarticolo 4 stabilisce che il supporto tecnico amministrativo per l'attività della Sezione Specializzata è assicurato nell'ambito delle risorse umane strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, e che la partecipazione alle riunioni della Sezione Specializzata e del Gruppo Interforze non prevede alcuna remunerazione specifica aggiuntiva. Gli eventuali rimborsi per spese di missione sono a carico delle amministrazioni di appartenenza.
Nella relazione tecnica allegata al presente schema, si evidenzia la possibile quantificazione degli oneri derivanti dall'invio in missione a Napoli una volta al mese di 8 unità al costo medio forfettario di rimborso spese pari a 100 euro ciascuno per un totale di 800 euro, a carico delle amministrazioni di appartenenza. La medesima relazione tecnica sottolinea altresì che, per l'esiguità dei rimborsi stimati, gli stessi potranno essere fronteggiati nell'ambito degli stanziamenti di bilancio a legislazione vigente. L'Il gruppo interforze per le aree inquinate articolo 5 prevede l'istituzione, presso il Dipartimento della Pubblica Sicurezza, del Gruppo interforze centrale per il monitoraggio e le bonifiche delle aree inquinate (GIMBAI), operante in stretto raccordo con la Sezione specializzata del Comitato di coordinamento per l'alta sorveglianza delle grandi opere, nonché con lo stesso Comitato di Coordinamento (comma 1).
I compiti del GIMBAI riguardano il monitoraggio e l'analisi delle informazioni concernenti (comma 2):
- le verifiche antimafia e i risultati dei controlli effettuati presso i luoghi interessati alla emergenza ambientale, effettuati dal gruppo interforze istituito presso le Prefetture della Campania ai sensi dell'articolo 5, comma 3, del citato decreto del Ministro dell'Interno 14 marzo 2003;
- le attività legate alla bonifica delle aree territoriali ricomprese nella mappatura dei terreni;
- le attività di stoccaggio, trasporto e smaltimento dei materiali provenienti dalle aree inquinate da bonificare;
- i trasferimenti di proprietà di immobili e beni aziendali, al fine di verificare eventuali attività di riciclaggio ovvero concentrazioni o controlli da parte di organizzazioni criminali.
Il Gruppo provvede, altresì, direttamente alla raccolta ed alla verifica delle informazioni provenienti da altre province relative alle attività delle associazioni criminali di tipo mafioso sul territorio interessato dalle bonifiche ambientali (comma 4).
Il GIMBAI è coordinato da un appartenente ai ruoli dirigenziali delle Forze di polizia, in servizio presso il Dipartimento della pubblica sicurezza, designato dal Capo della Polizia - Direttore Generale della Pubblica Sicurezza, ed è composto da appartenenti ai ruoli direttivi o corrispondenti, nonché da appartenenti ai ruoli non dirigenti e non direttivi o corrispondenti della Direzione Centrale della Polizia Criminale, della Direzione Investigativa Antimafia, della Polizia di Stato, dell'Arma dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e del Corpo Forestale dello Stato, nonché da esperti in materia di contrasto alle infiltrazioni mafiose nelle opere pubbliche, designati dai rispettivi organi di vertice (comma 4).
Il Capo della Polizia - Direttore Generale della Pubblica Sicurezza, è incaricato dell'attuazione del presente articolo nell'ambito delle risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente (comma 5). |
OsservazioniSarebbe opportuno richiamare correttamente nel testo dell'atto in esame il D.L. n. 136 del 2013 laddove si fa riferimento alla legge n. 6 del 2014 di conversione del medesimo decreto legge. |