Camera dei deputati - XVII Legislatura - Dossier di documentazione
(Versione per stampa)
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Autore: | Servizio Studi - Dipartimento ambiente |
Titolo: | Il recupero e la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio: una stima dell'impatto delle misure di incentivazione - Terza edizione |
Serie: | Documentazione e ricerche Numero: 83 Progressivo: 2 |
Data: | 08/10/2015 |
Organi della Camera: | VIII-Ambiente, territorio e lavori pubblici |
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Camera dei deputati |
XVII LEGISLATURA |
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Documentazione e ricerche |
Il recupero e la
riqualificazione energetica del patrimonio edilizio: una stima dell’impatto
delle misure di incentivazione |
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Terza edizione |
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n. 83/2 |
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8 ottobre
2015 |
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Camera dei deputati SERVIZIO STUDI – Dipartimento Ambiente |
Il
presente dossier è stato predisposto in collaborazione con l’istituto di
ricerca CRESME. |
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La
documentazione dei servizi e degli uffici della Camera è destinata alle
esigenze di documentazione interna per l'attività degli organi parlamentari e
dei parlamentari. |
File:
Am0051b.doc |
INDICE
Parte prima (a cura
del Servizio Studi)
§ 1.1 Le detrazioni fiscali per
interventi di recupero del patrimonio edilizio
§ 1.2 Le detrazioni fiscali per
interventi di efficienza energetica
§ 1.3 L’attività parlamentare non
legislativa
Parte seconda (a
cura del CRESME)
2. Il peso
dell’attività di rinnovo del patrimonio
esistente nel mercato delle costruzioni nel 2014
§ 2.1 Il rinnovo nel comparto
edilizio residenziale
3. Stima
dell’impatto degli incentivi fiscali in termini di investimenti nel
periodo1998-2014
4. Stima
dell’impatto degli incentivi fiscali nell’anno 2015
6. Stima
dell’impatto economico - finanziario degli incentivi fiscali nel
periodo1998-2015
§ 6.1. Ulteriori stime dell’impatto
economico-finanziario
7. Ulteriori
profili di approfondimento
§ 1 La stima delle risorse investite
§ 2 La stima dell’impatto
economico-finanziario (capitolo 6)
Il presente documento rappresenta l’aggiornamento dello studio pubblicato nel mese di novembre 2013 e nel mese di giugno 2014 ed è stato predisposto in collaborazione con il CRESME (Centro ricerche economiche sociali di mercato per l'edilizia e il territorio), su richiesta dell’VIII Commissione formulata nella riunione dell’Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti di gruppo, del 29 luglio 2015.
Il documento intende fornire una stima dell’impatto delle detrazioni fiscali per il recupero e la ristrutturazione edilizia e la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio. Rispetto alla precedente edizione, è stato aggiornato il dato a consuntivo relativo al 2014, mentre i dati riguardanti il 2015 si basano su rilevazioni riguardanti i primi otto mesi dell’anno.
Le detrazioni fiscali per il recupero edilizio e la riqualificazione energetica dispiegano i propri effetti nel mercato rispettivamente dal 1998 e dal 2007 e la loro applicabilità è stata oggetto di numerose proroghe nel corso degli anni, nonché di modifiche che hanno inciso sulle aliquote, sui limiti massimi di spesa, sulle categorie di interventi agevolabili.
Dalle stime elaborate nel documento emerge che gli incentivi fiscali per il recupero edilizio e per la riqualificazione energetica hanno interessato dal 1998 al 2015 oltre 12,5 milioni di interventi. Si tratta di un dato di rilevante impatto se si considera che, secondo il censimento dell’Istat, le famiglie in Italia sono 24,6 milioni, e che le abitazioni sono, sempre secondo l’Istat, 31,2 milioni. Si tratta di un dato parimenti rilevante anche nell’ipotesi in cui gli stessi interventi abbiano riguardato la medesima unità abitativa.
Nello stesso periodo le misure di incentivazione fiscale hanno attivato investimenti pari a 207 miliardi di euro (una media di 11 miliardi di euro all’anno a valori correnti), di cui 178 miliardi hanno riguardato il recupero edilizio e poco meno di 30 miliardi la riqualificazione energetica. Il dato a consuntivo per il 2014 indica un volume di investimenti pari a 28,5 miliardi di euro, di cui 24,5 miliardi di euro sono relativi al recupero e 3,9 alla riqualificazione energetica. Il dato a consuntivo per il 2014, che rappresenta il valore più elevato nell’intero periodo di applicazione degli incentivi, è lievemente superiore alla stima di 28,2 miliardi di euro riportata nella precedente edizione. Per quanto riguarda il 2015, i dati ricavati sulla base dell’andamento dei primi otto mesi segnalano una flessione rispetto ai valori del 2013 e del 2014, anni in cui si è registrato un livello massimo degli investimenti. Su tale dato va comunque considerato il possibile impatto determinato dalle modifiche legislative derivanti in particolare dal raddoppio della ritenuta operata da banche e Poste sugli accrediti dei bonifici disposti per beneficiare delle detrazioni fiscali connesse agli interventi di ristrutturazione e di risparmio energetico degli edifici. Il dato comunque conferma un livello decisamente superiore rispetto alla media degli anni precedenti.
Gli investimenti veicolati dalle misure di
incentivazione fiscale hanno avuto un impatto importante sull’occupazione che, nel periodo 2008-
L’incidenza delle agevolazioni appare
particolarmente rilevante tra il 2011 e 2015, nonostante la fase di crisi che
ha colpito pesantemente il settore dell’edilizia: le stime infatti evidenziano
una quota di lavori incentivati pari a 116 miliardi di euro di lavori, 79
miliardi nel solo triennio 2013-2015. Nel 2013 e nel 2014 il 60% degli
investimenti in ristrutturazione in Italia è stato incentivato fiscalmente. Dal
2011 al 2015 la quota di lavori incentivati ha attivato un impatto
occupazionale pari mediamente a 349.000 addetti all’anno, di cui 232.000 diretti
e 117.000 nell’indotto. Si ricorda che dai dati ISTAT tra il 2011 e il secondo
trimestre del
Una stima dell’impatto sulla finanza pubblica delle misure di incentivazione fiscale nel periodo 1998-2015 evidenzia, a fronte di minori introiti conseguenti la defiscalizzazione stimati in 90,2 miliardi di euro, un gettito fiscale e contributivo in base alla legislazione vigente, per i lavori svolti, pari a 77,7 miliardi di euro con un saldo totale negativo di 12,5 miliardi di euro, pari a 694 milioni di euro medi annui dal 1998 al 2015.
Occorre considerare, peraltro, che l’introduzione di
ulteriori elementi di natura finanziaria legati alla considerazione che lo
Stato incassa i proventi spettanti nell’anno di esecuzione dei lavori, e
distribuisce la maturazione dell’incentivo nell’arco di tempo di dieci anni, e
basati sull’attualizzazione dei valori precedentemente esposti modificherebbe
il saldo generando flussi di cassa positivi
e una plusvalenza di 4 miliardi di euro.
Un ulteriore affinamento dell’analisi, da un lato,
introducendo i minori introiti legati agli interventi di miglioramento
dell’efficienza energetica e, dall’altro, considerando la quota di gettito per
lo Stato derivante dai consumi e dagli investimenti mobilitati dai redditi
aggiuntivi dei nuovi occupati (quota ricavata dalla Matrice di contabilità
sociale) determinerebbe un saldo positivo per lo Stato di 10,5 miliardi di
euro.
Un ampliamento della valutazione, che dovesse
riguardare gli attori che hanno un ruolo nel sistema in cui si inseriscono le
agevolazioni, ossia Stato, Famiglie e Imprese, nel periodo 1998-2015, potrebbe determinare
un saldo per il sistema Paese di poco più di 15 miliardi di euro. Il saldo per lo Stato di circa +10,5 miliardi di euro deriverebbe
dall’incremento del gettito (positivo), dai flussi derivanti dalle detrazioni
(negativi), dalle maggiori entrate
derivanti dalla Matrice di contabilità Sociale (positive) e dal minor gettito
fiscale sui consumi energetici (negativo). Andrebbero poi considerati: le famiglie, o più correttamente gli investitori, il cui risultato “negativo”
di quasi -158 miliardi di euro è conseguente al saldo tra l’investimento
effettuato (negativo), le detrazioni fiscali (positive) e il risparmio sulle
bollette energetiche (positivo); le Imprese e il fattore lavoro, che vantano un saldo positivo di +163 miliardi di euro, risultato di un
fatturato (positivo), all’interno del quale sono compresi i compensi e le
retribuzioni per gli occupati delle imprese stesse, nonché le imposte e gli
oneri sociali sostenuti dalle imprese e attribuibili agli incentivi fiscali
(negativi).
Oltre a quanto precedentemente evidenziato, nella stima dell’impatto delle detrazioni andrebbero considerati due aspetti importanti, che allo stato appare complesso quantificare. Si tratta, da un lato, degli effetti in termini di emersione dei redditi e dell’occupazione “irregolare” e, dall’altro, della riduzione dei consumi energetici e conseguentemente delle emissioni di Co2. Quest’ultimo aspetto si connette al dibattito in corso sui cambiamenti climatici anche in vista dei prossimi appuntamenti internazionali.
Parte prima
(a cura del Servizio Studi)
La detrazione fiscale per gli interventi di recupero del patrimonio edilizio è stata introdotta dall'articolo 1, commi 5 e 6, della legge 27 dicembre 1997, n. 449, che aveva previsto, per le spese sostenute nel periodo d'imposta in corso alla data del 1° gennaio 1998 e in quello successivo, una detrazione pari al 41 per cento delle stesse e, per quelle sostenute nei periodi d'imposta in corso alla data del 1° gennaio degli anni 2000 e 2001, una detrazione pari al 36 per cento. La detrazione al 41 per cento è stata successivamente ripristinata per il solo anno 2006.
La norma è stata successivamente modificata e prorogata e, infine, resa stabile dal D.L. n. 201 del 2011 (art. 4, comma 1, lett. c)) che ha inserito nel D.P.R. n. 917 del 1986 (TUIR) il nuovo articolo 16-bis. Tale disposizione ha confermato non solo l’ambito, soggettivo ed oggettivo, di applicazione delle detrazioni, ma anche le condizioni di spettanza del beneficio fiscale consolidando l’orientamento di prassi formatosi in materia. A regime, la misura della detrazione IRPEF sarà del 36 per cento per le spese di ristrutturazione edilizia sostenute per un importo non superiore a 48.000 euro per ciascuna unità immobiliare.
Per le spese sostenute
dal 26 giugno 2012 fino al 30 giugno 2013, l’articolo 11, comma 1, del D.L. n. 83 del
Con l’articolo 16, comma 1, del D.L. n. 63 del
2013 è stato prorogato al 31
dicembre 2013 il termine di scadenza dell’innalzamento della percentuale di
detrazione IRPEF dal 36 al 50 per cento e del limite dell'ammontare complessivo
da
Nel corso della conversione del D.L. n. 63 del 2013, inoltre, sono state introdotte due rilevanti novità:
§ una detrazione del 50 per cento per le ulteriori spese sostenute dal 6 giugno 2013 (data di entrata in vigore del decreto-legge) al 31 dicembre 2013 per l'acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici di classe non inferiore alla A+, (per i forni la classe A), nonché per le apparecchiature per le quali sia prevista l'etichetta energetica, finalizzati all’arredo dell’immobile oggetto di ristrutturazione, per un importo massimo complessivo non superiore a 10.000 euro, da ripartire in dieci quote annuali;
§ una detrazione del 65 per cento delle spese effettuate dal 4 agosto 2013 (data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto) al 31 dicembre 2013 per interventi di adozione di misure antisismiche su costruzioni che si trovano nelle zone sismiche ad alta pericolosità (zone 1 e 2) individuate dall’ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3274 del 20 marzo 2003, se adibite ad abitazione principale o ad attività produttive.
La lettera d) del comma 139 dell’articolo unico della legge di stabilità per il 2014 (legge 27 dicembre 2013, n. 147), confermando il limite di 96.000 euro per immobile, ha prorogato al 31 dicembre 2014 la misura della detrazione al 50 per cento, prevedendo una detrazione nella misura del 40 per cento per l'anno 2015. Con riferimento agli interventi relativi all’adozione di misure antisismiche, è stata prorogata sino al 31 dicembre 2014 la misura della detrazione al 65 per cento, prevedendo una detrazione nella misura del 50 per cento per l'anno 2015. Anche per le spese per l'acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici per l’arredo dell’immobile oggetto di ristrutturazione è stato prorogato il termine al 31 dicembre 2014.
Da ultimo la legge di stabilità per il 2015 (legge n. 190 del 2014, articolo 1, comma 47) ha disposto la proroga delle detrazioni fiscali per interventi di ristrutturazione edilizia e per l'acquisto di mobili, mantenendo i precedenti limiti: detrazione pari al 50 per cento, per le spese sostenute fino al 31 dicembre 2015. È stata abrogata la disposizione della legge di stabilità per il 2014 che limitava nella misura del 40 per cento la detrazione per l'anno 2015. È stata inoltre disposta la proroga sino al 31 dicembre 2015 della detrazione del 65 per cento per gli interventi relativi all’adozione di misure antisismiche.
Si segnala che con lo stesso provvedimento è stata elevata dal 4 all'8 per cento la misura della ritenuta operata da banche e Poste sugli accrediti di bonifici disposti per beneficiare delle detrazioni fiscali connesse agli interventi di ristrutturazione e di risparmio energetico degli edifici (legge di stabilità 2015, comma 657).
La legge di stabilità
per il
Con la circolare
n. 29/E del 18 settembre
La circolare tra l'altro ha fornito informazioni su modalità di pagamento, diritto alla detrazione, tipologia di mobili ed elettrodomestici interessati. Rientrano tra i mobili agevolabili, a titolo esemplificativo, letti, armadi, cassettiere, librerie, scrivanie, tavoli, sedie, comodini, divani, poltrone, credenze, nonché i materassi e gli apparecchi di illuminazione che costituiscono un necessario completamento dell’arredo dell’immobile oggetto di ristrutturazione. Non sono agevolabili, invece, gli acquisti di porte, di pavimentazioni (ad esempio, il parquet), di tende e tendaggi, nonché di altri complementi di arredo. Rientrano i grandi elettrodomestici, a titolo esemplificativo: frigoriferi, congelatori, lavatrici, asciugatrici, lavastoviglie, apparecchi di cottura, stufe elettriche, piastre riscaldanti elettriche, forni a microonde, apparecchi elettrici di riscaldamento, radiatori elettrici, ventilatori elettrici, apparecchi per il condizionamento. Devono essere in classe energetica non inferiore alla A+, A per i forni, per le apparecchiature per le quali sia prevista l’etichetta energetica. I mobili devono essere nuovi. Nell’importo delle spese sostenute per l’acquisto di mobili e elettrodomestici possono essere considerate anche le spese di trasporto e di montaggio dei beni acquistati, sempre che le spese stesse siano state sostenute con le modalità indicate.
I contribuenti devono eseguire i pagamenti mediante bonifici bancari o postali, con le medesime modalità già previste per i pagamenti dei lavori di ristrutturazione fiscalmente agevolati; tuttavia, per esigenze di semplificazione legate alle tipologie di beni acquistabili, è consentito effettuare il pagamento degli acquisti di mobili o di grandi elettrodomestici anche mediante carte di credito o carte di debito.
Si segnalano, infine, le guide dell’Agenzia delle entrate sulle ristrutturazioni edilizie (aggiornata ad aprile 2015) e sul bonus mobili (aggiornata ad aprile 2015).
La detrazione fiscale per il recupero del patrimonio edilizio è concessa (comma 1 del nuovo articolo 16-bis del D.P.R. n. 917 del 1986) per i seguenti interventi:
§ manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia, effettuati su tutte le parti comuni degli edifici residenziali;
§ manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia, effettuati sulle singole unità immobiliari residenziali di qualsiasi categoria catastale, anche rurali, e sulle loro pertinenze;
§ ricostruzione o ripristino di immobili danneggiati a seguito di eventi calamitosi, quando sia stato dichiarato lo stato di emergenza anche se non rientranti nelle tipologie di intervento di cui ai primi due punti;
§ realizzazione di autorimesse o di posti auto pertinenziali, anche di proprietà comune;
§ eliminazione di barriere architettoniche;
§ adozione di misure finalizzate a prevenire il rischio di atti illeciti da parte di terzi;
§ realizzazione di interventi di cablatura degli edifici e di contenimento di inquinamento acustico;
§ conseguimento di risparmi energetici;
§ adozione di misure antisismiche;
§ bonifica dall’amianto e di esecuzione di opere volte ad evitare gli infortuni domestici.
Il comma 2 del nuovo articolo 16-bis del TUIR ricomprende tra le spese sostenute quelle di progettazione e per prestazioni professionali connesse all'esecuzione delle opere edilizie e alla messa a norma degli edifici ai sensi della legislazione vigente in materia. Il comma 3 del nuovo articolo 16-bis riconduce a regime la detrazione d’imposta del 36 per cento sugli interventi di restauro e risanamento conservativo e di ristrutturazione edilizia, riguardanti interi fabbricati, eseguiti da imprese di costruzione o ristrutturazione immobiliare e da cooperative edilizie, detrazione che è stata istituita dall’articolo 9, comma 2, della legge n. 448 del 2001.
Tra le altre disposizioni introdotte in materia si segnalano:
§ l’abolizione dell’obbligo di invio della comunicazione di inizio lavori al Centro operativo di Pescara (articolo 7, comma 2, lett. q), del D.L. n. 70 del 2011). In sostanza, a decorrere dal 14 maggio 2011, la norma prescrive l’obbligo di indicare taluni dati nella dichiarazione dei redditi e di conservare la documentazione prevista dal Provvedimento n. 149646 del Direttore dell’Agenzia delle entrate del 2 novembre 2011;
§ la percentuale della ritenuta d’acconto sui bonifici che banche e Poste hanno l’obbligo di operare è stata elevata all’8 per cento (legge n. 190 del 2014, articolo 1, comma 657);
§ l’obbligo, chiarito con la risoluzione n. 55/E del 7 giugno 2012 dell’Agenzia delle entrate, di utilizzare un bonifico “parlante” dal quale risulti: 1) la causale del versamento; 2) il codice fiscale del beneficiario della detrazione; 3) il numero di partita IVA ovvero il codice fiscale del soggetto a favore del quale il bonifico è effettuato;
§ l’eliminazione dell’obbligo di indicare il costo della manodopera, in maniera distinta, nella fattura emessa dall’impresa che esegue i lavori (articolo 7, comma 2, lett. r), del D.L. n. 70 del 2011); tale soppressione ha effetto anche per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici;
§ la facoltà riconosciuta al venditore, nel caso in cui l’unità immobiliare sulla quale sono stati eseguiti i lavori sia ceduta prima che sia trascorso l’intero periodo di godimento della detrazione, di scegliere se continuare a usufruire delle detrazioni non ancora utilizzate o trasferire il diritto all’acquirente (persona fisica) dell’immobile (commi 12-bis e 12-ter dell’articolo 2 del decreto-legge n. 138 del 2011);
§ l’obbligo per tutti i contribuenti di ripartire l’importo detraibile in 10 quote annuali: dal 2012 non è più prevista per i contribuenti di 75 e 80 anni la possibilità di ripartire la detrazione, rispettivamente, in cinque o tre quote annuali (articolo 4, comma 1, del D.L. n. 201 del 2011). Al riguardo si segnala che la norma originaria aveva previsto la ripartizione in 5 quote annuali. La legge finanziaria 2002 (art. 9, commi 1 e 2, della legge 28 dicembre 2001, n. 448) ha introdotto la ripartizione in 10 quote annuali. La legge finanziaria 2003 (art. 2, comma 5, della legge 27 dicembre 2002 n. 289) aveva poi consentito ai soggetti, proprietari o titolari di un diritto reale sull'immobile oggetto dell'intervento edilizio, di età non inferiore a 75 e a 80 anni, la ripartizione, rispettivamente, in cinque e tre quote annuali costanti di pari importo.
L’agevolazione per la riqualificazione energetica degli edifici consiste nel riconoscimento di detrazioni d’imposta (originariamente del 55 per cento, attualmente del 65 per cento fino al 31 dicembre 2015) delle spese sostenute, da ripartire in rate annuali di pari importo, entro un limite massimo diverso in relazione a ciascuno degli interventi previsti. Si tratta di riduzioni dall’Irpef (Imposta sul reddito delle persone fisiche) e dall’Ires (Imposta sul reddito delle società) concesse per interventi che aumentino il livello di efficienza energetica degli edifici esistenti e che riguardano, in particolare, le spese sostenute per:
§ la riduzione del fabbisogno energetico per il riscaldamento: detrazione massima 100.000 euro;
§ il miglioramento termico dell’edificio (finestre, comprensive di infissi, coibentazioni, pavimenti): detrazione massima 60.000 euro;
§ l’installazione di pannelli solari per la produzione di acqua calda: detrazione massima 60.000 euro;
§ la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale: detrazione massima 30.000 euro.
La legge di stabilità per il 2015 (articolo 1, comma 47 della legge n. 190 del 2014) ha prorogato fino al 31 dicembre 2015 la misura della detrazione del 65 per cento per gli interventi di riqualificazione energetica, inclusi quelli relativi alle parti comuni degli edifici condominiali. La norma ha inoltre previsto due ulteriori tipi di spese agevolabili:
La norma che ha
introdotto l’agevolazione è contenuta nei commi
da
L’articolo 1, comma 48, della legge n. 220 del 2010 (legge di stabilità per il 2011) ha stabilito una proroga per usufruire delle detrazioni per le spese sostenute e documentate sino al 31 dicembre 2011 o, per i soggetti con periodo d’imposta non coincidente con l’anno solare, fino al periodo d’imposta in corso alla predetta data.
L’articolo 4, comma 4,
del D.L. n. 201 del
Il D.L. n. 63 del 2013 (articolo 14) ha prorogato le detrazioni fiscali per interventi di efficienza energetica fino al 31 dicembre 2013 elevando la misura al 65 per cento, per le spese sostenute dal 6 giugno 2013 (data di entrata in vigore del provvedimento). Inoltre, con riferimento agli interventi di riqualificazione energetica relativi a parti comuni degli edifici condominiali o che interessino tutte le unità immobiliari del singolo condominio, la norma prevede l'applicazione della detrazione d'imposta del 65 per cento per le spese sostenute dall'entrata in vigore del decreto (6 giugno 2013) sino al 30 giugno 2014. Il D.L. 63/2013 ha, inoltre, previsto che l’ENEA effettui il monitoraggio e la valutazione del risparmio energetico conseguito a seguito della realizzazione degli interventi di riqualificazione energetica di edifici e degli interventi relativi a parti comuni degli edifici condominiali (articolo 14, comma 3-bis). L’attività di monitoraggio si basa sull’elaborazione delle informazioni contenute nelle richieste di detrazione per via telematica, sulla trasmissione di una relazione sui risultati degli interventi e sul costante aggiornamento del sistema di reportistica multi-anno delle dichiarazioni ai fini delle detrazioni medesime. E’ istituita, poi, presso il Gestore dei servizi energetici S.p.A. (GSE) una banca dati nazionale (art. 15-bis) in cui far confluire i flussi di dati relativi ai soggetti beneficiari di incentivi o sostegni finanziari per attività connesse ai settori dell’efficienza energetica e della produzione di energia da fonti rinnovabili.
La lettera b) del
comma 139 dell’articolo unico della legge di stabilità per il
Come detto, la legge
di stabilità per il 2015 (legge n. 190 del 2014, articolo 1, comma 47, lettera a)) ha prorogato la detrazione fiscale
per gli interventi di efficienza
energetica nella misura del 65 per
cento per le spese fino al 31
dicembre 2015, introducendo due
nuovi tipi di spesa agevolabili: quella per l’acquisto e la posa in opera delle
schermature solari, di cui
all’allegato M del D.Lgs. n. 311 del 2006, sostenute dal 1° gennaio 2015 al 31
dicembre 2015, fino a un valore massimo della detrazione di 60.000 euro; il nuovo comma 2-bis dell’articolo 14 del D.L. n. 63 del
Si segnala infine la guida dell’Agenzia delle entrate sugli interventi di riqualificazione energetica (aggiornata a gennaio 2015).
In sintesi la normativa al riguardo prevede che:
§ la detrazione dalle imposte sui redditi (Irpef o Ires) è pari al 55 per cento (ora al 65 per cento) delle spese sostenute, entro il limite massimo che varia a seconda della tipologia dell’intervento eseguito;
§ l’agevolazione non è cumulabile con altri benefici fiscali previsti da disposizioni di legge nazionali (come, ad esempio, la detrazione per il recupero del patrimonio edilizio) o altri incentivi riconosciuti dall’Unione europea; dal 1° gennaio 2009 la detrazione non è cumulabile con eventuali incentivi riconosciuti dall’Unione europea, dalle regioni o dagli enti locali;
§ non è necessario effettuare alcuna comunicazione preventiva di inizio dei lavori all’Agenzia delle entrate;
§ i contribuenti non titolari di reddito d’impresa devono effettuare il pagamento delle spese sostenute mediante bonifico bancario o postale (i titolari di reddito di impresa sono invece esonerati da tale obbligo e possono provare la spesa con altra idonea documentazione);
§ è previsto l’esonero dalla presentazione della certificazione energetica per la sostituzione di finestre, per gli impianti di climatizzazione invernale e per l’installazione di pannelli solari;
§
al momento del pagamento del bonifico effettuato
dal contribuente che intende avvalersi della detrazione, le banche e le Poste
Italiane Spa hanno l’obbligo di effettuare una ritenuta a titolo di acconto dell’imposta sul reddito dovuta
dall’impresa che effettua i lavori; la legge di stabilità per il
§ per gli interventi eseguiti dal 2011 è obbligatorio ripartire la detrazione in dieci rate annuali di pari importo (per gli anni 2009 e 2010 andava ripartita in cinque rate);
§ i soggetti che intendono avvalersi della detrazione sono tenuti ad acquisire l'asseverazione di un tecnico abilitato che attesti la rispondenza dell'intervento ai pertinenti requisiti richiesti dal D.M. 19 febbraio 2007 (GU 26 febbraio 2007, n. 47) ed a trasmettere, entro novanta giorni dalla fine dei lavori, all'ENEA copia dell'attestato di certificazione energetica, ovvero di qualificazione energetica, nonché la scheda informativa relativa agli interventi realizzati (di cui all’allegato E del citato D.M.).
Oltre all’esame dei vari provvedimenti normativi che si sono succeduti nel corso degli anni e di cui si è dato precedentemente conto, il Parlamento ha svolto un’intensa attività di indirizzo, anche nelle precedenti legislature, in relazione alla materia delle detrazioni fiscali per interventi di recupero edilizio e riqualificazione energetica.
Tale attività di indirizzo si è svolta non solo nell’ambito dell’esame degli ordini del giorno ad alcuni dei provvedimenti succitati, ma anche nelle competenti Commissioni parlamentari, che hanno approvato risoluzioni. Alcune di tali risoluzioni sono peraltro intervenute nell’ambito del dibattito che ha caratterizzato negli anni la proroga e la stabilizzazione degli incentivi, o la loro estensione a specifici ambiti quali l’adozione di misure antisismiche, impegnando il Governo all’adozione di norme in tal senso.
Relativamente agli atti di indirizzo della presente legislatura, si segnala la risoluzione n. 8-00014, approvata dalle Commissioni riunite VI (Finanze) e VIII (Ambiente) nella seduta del 26 settembre 2013, con cui le Commissioni hanno impegnato il Governo a dare stabilità all'agevolazione fiscale del 65 per cento prevista dal decreto-legge n. 63 del 2013, per un verso, mantenendo la differenza di 15 punti percentuali fra la predetta agevolazione fiscale (cd. ecobonus) e quella riconosciuta per gli ordinari interventi di ristrutturazione edilizia e, per l’altro, ampliando i soggetti fruitori dell’agevolazione medesima. Analoghe sollecitazioni erano contenute nella risoluzione n. 7-00003, approvata dalla Commissione ambiente, nella seduta del 15 maggio 2013.
Le Commissioni
parlamentari hanno avuto modo di esprimere orientamenti in tal senso anche in
occasione dell’esame degli allegati al Documento di economia e finanza (DEF)
recanti lo stato di attuazione degli
impegni per la riduzione delle emissioni di gas-serra, in coerenza con
gli obblighi internazionali assunti dall'Italia in sede europea e
internazionale, e i relativi indirizzi[1] (cd. “Allegato Kyoto”), nonché da ultimo in
occasione della Nota di aggiornamento del DEF 2015. L’allegato
al DEF 2015 (Doc. LVII, n. 3
– allegato III) riporta una valutazione degli scenari delle emissioni di gas – serra con orizzonte temporale
al 2020, delineando le misure necessarie ai fini della loro riduzione tra le
quali è incluso, tra l’altro, il prolungamento della
detrazione per interventi di riqualificazione energetica (nello “scenario con
misure) fino al 2020, al fine di porre l'Italia su un percorso emissivo idoneo
a rispettare gli obiettivi annuali vincolanti di cui alla decisione n.
406/2009/CE (cosiddetta decisione “effort
sharing”) e compatibile con l'obiettivo di decarbonizzazione dell'economia
al 2050.
Parte seconda
(a cura del CRESME)
Nel 2014, su un valore della produzione dell’intero
settore delle costruzioni[2] stimato dal CRESME
in 169 miliardi di euro (comprensivi degli investimenti in impianti alimentati
da fonti energetiche rinnovabili – impianti FER, ed escluse le spese per i
trasferimenti di proprietà) la spesa in interventi di manutenzione
straordinaria e ordinaria ammonterebbe a 117,3 miliardi di euro.
Schema
2.1. - Il valore della produzione nelle costruzioni -2014 Miliardi
di euro correnti |
|
Fonte: CRESME.
L’attività di rinnovo del patrimonio edilizio
esistente, misurata in termini di manutenzione straordinaria e manutenzione
ordinaria, risulta essere nel 2014 pari al 69,4% dell’intero fatturato dell’edilizia,
mentre nel 2006, anno di picco del ciclo immobiliare del primo decennio degli
anni 2000, era pari al 55,4%.
La crescita del valore del rinnovo è stata sostenuta
anche dal ricorso alle misure di incentivazione, in particolare grazie agli
effetti del potenziamento degli incentivi negli anni 2013 e 2014. Vanno,
altresì, considerati, da un lato, gli effetti della crisi economica e del
mercato immobiliare, che hanno reso più conveniente, per una parte delle
famiglie proprietarie, ristrutturare piuttosto che acquistare una nuova
abitazione e, dall’altro, gli interventi di manutenzione ordinaria resisi necessari
a motivo dell’obsolescenza dello stock edilizio legata al decorso del tempo.
Tabella
2.1. – % dell’attività rinnovo sul valore
della produzione
delle costruzioni 2006-2014 - Valori
correnti (milioni di euro) |
|||||
|
2006 |
2014 |
|||
|
% |
Valore assoluto |
% |
Valore assoluto |
Var.% 2014/2006 |
PRODUZIONE
TOTALE |
100 |
189.476 |
100 |
168.995 |
-10,8 |
RINNOVO |
55,4 |
104.977 |
69,4 |
117.316 |
11,8 |
Manutenzione ordinaria |
16,5 |
31.223 |
21,3 |
36.004 |
15,3 |
Manutenzione straordinaria |
38,9 |
73.754 |
48,1 |
81.312 |
10,2 |
di cui Residenziale |
20,1 |
38.179 |
28,0 |
47.297 |
23,9 |
NUOVA COSTRUZIONE |
44,2 |
83.838 |
25,9 |
43.714 |
-47,9 |
di cui Residenziale |
21,2 |
40.095 |
9,4 |
15.953 |
-60,2 |
Fonti Energetiche Rinnovabili |
0,3 |
661 |
4,7 |
7.966 |
1.104,7 |
Fonte: stime CRESME
Come evidenziato nello schema 2.1, dei 117,3 miliardi di euro stimati nel mercato del rinnovo nel 2014, ben 47,3 miliardi sono inerenti a interventi di manutenzione straordinaria sul patrimonio residenziale. L’analisi degli investimenti nel settore residenziale a valori deflazionati, in un arco di tempo che va dal 1982 al 2014 (Grafico 2.1), mostra la forte differenziazione tra la dinamica degli investimenti in nuove costruzioni e quella degli investimenti in manutenzione straordinaria.
Per quanto riguarda le nuove costruzioni si notano nell’arco di tempo esaminato tre cicli: il primo è quello che inizia nel 1982 e termina nel 1987; il secondo va dal 1987 al 1998; il terzo dal 1998 al 2014. Sono tre cicli classici con picchi minimi e massimi, ma dimensioni diverse. Emergono nell’analisi storica, da un lato, la eccezionale dimensione positiva della fase espansiva vissuta dalla produzione di nuove abitazioni tra il 1998 e il 2006, dall’altro, l’eccezionale dimensione negativa di quella recessiva nel periodo 2006-2015. Si potrebbe dire che eccesso di produzione e eccesso di caduta caratterizzano la produzione residenziale degli anni 2000.
Grafico 2.1. – Investimenti in edilizia
residenziale 1982 – 2014 Milioni di euro a prezzi 2005 |
|
Fonte: stime CRESME. (*) Sono indicate con linea tratteggiate le stime
del CRESME al novembre 2013, prima della proroga degli incentivi.
Anche
i dati sugli investimenti in manutenzione straordinaria interessanti il
patrimonio edilizio residenziale mostrano, nel periodo esaminato, tre diverse dinamiche,
ma non si tratta di cicli tradizionali: infatti, dal 1982 al 2000 si registra solo una forte crescita dell’attività
di manutenzione straordinaria del patrimonio residenziale. E’ una crescita
strutturale, continua, dovuta alla storia della produzione edilizia del paese:
gli anni passano e l’onda della nuova produzione si trasforma nell’onda del recupero. L’analisi mostra poi
come dal 2001 al 2012 l’attività di manutenzione straordinaria viva una
stagione di stabilizzazione, condizione che mantiene anche nella fase di crollo
della nuova produzione residenziale che inizia nel 2007. Infine emerge con
forza come l’attività di manutenzione straordinaria registri nel 2013 e nel
2014 l’avvio di una nuova fase di crescita in corrispondenza con il
potenziamento degli incentivi fiscali per la ristrutturazione edilizia e la
riqualificazione energetica.
La crescita
dell’attività di recupero del patrimonio esistente negli ultimi due anni è
confermata dagli esiti di una recente indagine campionaria del CRESME sull’attività
di manutenzione straordinaria. L’indagine, comparabile per metodologie con
quelle svolte in anni precedenti, confronta la media annua di interventi di
manutenzione realizzati nel triennio 2012-2014, con quelli del decennio
2001-2011 e del decennio 1991-2001. Dai risultati della rilevazione emerge che
l’incremento nell’ultimo triennio ha interessato sia gli impianti, che si
rivelano la principale attività, sia strutture e finiture. In particolare,
però, si segnala l’intervento sulle strutture che, pur rappresentando la voce
di minor dimensione, ha registrato nel triennio 2012-2014 la voce di maggior
crescita rispetto ai periodi precedenti esaminati.
Tabella
2.2. - Media annua di abitazioni interessate da interventi manutenzione
straordinaria nei periodi 1991-2001 e
2001-2011 per tipologia di intervento |
|||
|
1991-2001 |
2001-2011 |
2012-2014 |
·
Impiantistica |
972.900 |
1.252.400 |
2.060.155
|
·
Strutture |
183.300 |
275.600 |
433.624 |
·
Finiture (*) |
782.500 |
921.400 |
1.680.826 |
Fonte: stime
CRESME.
(*) inclusi infissi
La crescita
dell’attività di recupero del patrimonio esistente è confermata anche dalle
stime sull’impatto delle misure di incentivazione, che vengono riportate nelle
pagine successive, e dalle rilevazioni di ENEA relative agli incentivi
finalizzati al miglioramento dell’efficienza energetica. “Il riconoscimento
delle detrazioni fiscali – si scrive- ha
giocato un ruolo fondamentale nello sviluppo dell’efficienza energetica nel settore
residenziale. Basti pensare che dall’avvio nel
Dall’analisi dei dati
elaborati da ENEA, emerge come, proprio la leva degli incentivi portata dal 55%
al 65% nel 2013, pur solo per una parte dell’anno, abbia determinato un
significativo incremento rispetto all’anno precedente degli investimenti in
riqualificazione energetica. “ Come facilmente prevedibile – scrive ENEA- le 356.000
richieste di detrazione pervenute nel 2013 hanno fatto registrare un notevole
incremento rispetto al 2012, pari a oltre un terzo. Tale fenomeno è
attribuibile certamente all’innalzamento al 65% dell’aliquota di detrazione per
le spese sostenute a partire dal 6 giugno 2013, nonché al limitato periodo di
proroga di soli sei mesi (fino al 31 dicembre 2013) per gli interventi di tipo
privato, previsto dalla legislazione allora vigente (
Tabella
2.3. - Richieste di detrazione pervenute per tipologia di intervento, anni
2007-2013 |
|
|||||||||
|
|
Tipologia
intervento |
2007 |
2008 |
2009 |
2010 |
2011 |
2012 |
2013 |
|
|
|
Riqualificazione globale |
3.180 |
5.700 |
5.600 |
1.917 |
1.450 |
3.579 |
3.566 |
|
|
|
Coibentazioni superfici opache e
sostituzione infissi |
39.220 |
112.600 |
127.800 |
226.720 |
170.400 |
135.283 |
244.421 |
|
|
|
Sostituzione scaldabagni elettrici |
20.140 |
37.100 |
35.300 |
47.106 |
29.350 |
33.801 |
26.851 |
|
|
|
Impianti di riscaldamento efficienti |
27.560 |
57.700 |
68.000 |
129.883 |
79.500 |
72.571 |
81.123 |
|
|
|
Selezione multipla |
15.900 |
34.700 |
- |
- |
- |
|
|
|
|
|
TOTALE |
106.000 |
247.800 |
236.700 |
405.626 |
280.700 |
245.234 |
355.961 |
|
Fonte: ENEA
Al fine di valutare l’impatto degli incentivi fiscali sul mercato del rinnovo è stata elaborata una prima stima per il periodo 1998-2010 e poi una seconda stima che aggiorna il quadro in base alle disposizioni adottate a partire dal 2011.
Tabella 3.1. Investimenti in rinnovo complessivi
e incentivati |
||||||
|
||||||
|
Investimenti
privati in rinnovo edilizio (valori correnti) |
|
Investimenti veicolati
dagli incentivi fiscali (valori correnti) |
|||
|
totale edifici |
di cui in
edifici residenziali |
|
Totale |
% su totale
rinnovo |
% su rinnovo residenziale |
|
(milioni €) |
(milioni €) |
|
(milioni €) |
% |
% |
|
|
|
|
|
|
|
1998 |
39.961 |
26.222 |
|
3.385 |
8,5% |
12,9% |
1999 |
42.998 |
28.801 |
|
3.590 |
8,3% |
12,5% |
2000 |
47.393 |
31.940 |
|
4.392 |
9,3% |
13,7% |
2001 |
48.812 |
32.669 |
|
5.119 |
10,5% |
15,7% |
2002 |
49.041 |
32.819 |
|
5.750 |
11,7% |
17,5% |
2003 |
49.459 |
33.415 |
|
5.666 |
11,5% |
17,0% |
2004 |
51.117 |
34.691 |
|
4.888 |
9,6% |
14,1% |
2005 |
52.919 |
36.091 |
|
6.848 |
12,9% |
19,0% |
2006 |
55.665 |
38.179 |
|
6.313 |
11,3% |
16,5% |
2007 |
58.436 |
40.066 |
|
9.391 |
16,1% |
23,4% |
2008 |
59.421 |
40.700 |
|
10.865 |
18,3% |
26,7% |
2009 |
58.711 |
41.201 |
|
10.633 |
18,1% |
25,8% |
2010 |
60.881 |
43.372 |
|
13.416 |
22,0% |
30,9% |
2011 |
63.931 |
45.466 |
|
17.709 |
27,7% |
38,9% |
2012 |
61.761 |
43.892 |
|
19.209 |
31,1% |
43,8% |
2013 |
64.663 |
46.058 |
|
27.957 |
43,2% |
60,7% |
2014 |
66.384 |
47.297 |
|
28.457 |
42,9% |
60,2% |
TOTALE |
931.553 |
642.878 |
|
183.584 |
19,7% |
28,6% |
Fonte: elaborazioni e stime CRESME.
L’aggiornamento dell’analisi tiene conto di quanto riportato nelle precedenti edizioni del presente documento[5] ed è basata sui criteri descritti nell’appendice metodologica.
Le stime per il
periodo 2011-2014, sono state elaborate a
partire dalle informazioni contenute nei Bollettini – Entrate Tributarie del
Dipartimento delle Finanze, che hanno determinato una significativa
rivalutazione dei dati indicati nelle precedenti edizioni di questa analisi.
L’aggiornamento delle stime sulla base dei
nuovi dati evidenzia il raggiungimento nel 2014 dell’importo più elevato degli
investimenti veicolati dalle misure di incentivazione dal 1998, pari a 28,5
miliardi di euro.
Tabella 3.2. Investimenti in rinnovo incentivati per tipologia di
intervento |
||||||
|
Recupero
edilizio (41%-36%-50%) |
Riqualificazione
energetica (55%-65%) |
||||
|
domande
presentate |
importi
complessivi |
importi
detraibili |
domande
presentate |
importi
complessivi |
importi
detraibili |
|
(n°) |
(milioni €) |
(milioni €) |
(n°) |
(milioni €) |
(milioni €) |
1998 |
240.413 |
3.385 |
1.388 |
|
|
|
1999 |
254.989 |
3.590 |
1.472 |
|
|
|
2000 |
273.909 |
4.392 |
1.581 |
|
|
|
2001 |
319.249 |
5.119 |
1.843 |
|
|
|
2002 |
358.647 |
5.750 |
2.070 |
|
|
|
2003 |
313.537 |
5.666 |
2.040 |
|
|
|
2004 |
349.272 |
4.888 |
1.760 |
|
|
|
2005 |
342.396 |
6.848 |
2.465 |
|
|
|
2006 |
371.084 |
6.313 |
2.588 |
|
|
|
2007 |
402.811 |
7.938 |
2.858 |
106.000 |
1.453 |
799 |
2008 |
391.688 |
7.365 |
2.651 |
247.800 |
3.500 |
1.925 |
2009 |
447.728 |
8.070 |
2.905 |
236.700 |
2.563 |
1.410 |
2010 |
494.006 |
8.808 |
3.171 |
405.600 |
4.608 |
2.534 |
2011 * |
779.400 |
14.400 |
5.184 |
280.700 |
3.309 |
1.820 |
2012 * |
883.600 |
16.325 |
7.248 |
265.380 |
2.883 |
1.586 |
2013 * |
1.317.627 |
24.345 |
12.172 |
335.961 |
3.612 |
2.203 |
2014 * |
1.327.768 |
24.532 |
12.266 |
365.015 |
3.924 |
2.551 |
TOTALE |
8.868.124 |
157.734 |
65.663 |
2.243.156 |
25.852 |
14.828 |
Fonte: elaborazioni e stime CRESME.
* Per la definizione della stima si veda
l’Appendice metodologica.
Nella Tabella 3.2.
è riportata la specificazione degli importi detraibili e del numero di domande
presentate relativamente alle detrazioni per le spese di recupero edilizio e
per gli interventi di riqualificazione energetica. I dati sulla
riqualificazione energetica utilizzati sono quelli forniti da ENEA fino al 2013,
stimati dal CRESME per il 2014 e per il 2015, sia in termini di numero delle
domande, sia in termini di importi dei
lavori per i quali sono stati richiesti gli incentivi [6].
Nel 2014 i 28.457
milioni di euro di investimenti veicolati dagli incentivi sono riconducibili a
3.924 milioni di euro di interventi di riqualificazione energetica e a 24.532
milioni di euro di lavori di recupero edilizio. Si stima che siano state
presentate circa 365.000 domande per beneficiare degli incentivi per la
riqualificazione energetica e più di 1,3 milioni per gli interventi di recupero
edilizio.
Oltre a quanto precedentemente evidenziato, si consideri inoltre che le misure di incentivazione sono suscettibili di determinare effetti positivi in termini di emersione dei lavori dichiarati e di miglioramento dell’efficienza energetica con conseguente impatto sulla riduzione delle emissioni di Co2, effetti che allo stato non è possibile quantificare.
La stima dei lavori incentivati nel 2015 è stata
effettuata attraverso la proiezione dei dati dei primi otto mesi dell’anno
relativi alle ritenute sui bonifici disposti attraverso gli istituti di credito
e Banco Posta per il pagamento degli interventi di recupero edilizio e
riqualificazione energetica. In tale quadro, si ricorda che la ritenuta operata
dal sistema bancario sui pagamenti dei lavori, che intendono beneficiare degli
incentivi, è passata dal 4% del 2014 all’8% dal 1° gennaio 2015.
La tabella 3.3. ricostruisce dal 2012, mese per mese, l’ammontare delle ritenute operate dal sistema bancario sui bonifici alle imprese. I dati relativi al 2015 mostrano una contrazione nel mese di gennaio e un significativo incremento in tutti i mesi successivi: in particolare, nei primi otto mesi dell’anno le ritenute sono cresciute del 65,6% rispetto al 2014: 1.043 milioni di euro contro i 630 milioni del 2014 e i 588 milioni del 2013.
Nel valutare
correttamente i dati disponibili dal 1° gennaio 2015, va però considerato il
citato incremento dal 4% all’8% delle
ritenute applicate sui bonifici di pagamento dei lavori. I valori mensili del
TABELLA 3.3. ritenuta operata all’atto
dell’accredito dei pagamenti relativi a bonifici disposti per beneficiare di
oneri deducibili e detrazioni di imposta, art.25. d.l. n.78/2010 |
|||||||
|
Valori
assoluti in migliaia di euro |
Var.% |
|||||
|
2012 |
2013 |
2014 |
2015* |
2013/ 2012 |
2014/ 2013 |
2015*/ 2014 |
Gennaio |
94.162,1 |
101.222,4 |
180.000,0 |
156.000,0 |
7,5 |
77,8 |
-13,3 |
Febbraio |
35.294,7 |
47.991,2 |
50.000,0 |
81.000,0 |
36,0 |
4,2 |
62,0 |
Marzo |
30.397,4 |
46.651,1 |
49.000,0 |
98.000,0 |
53,5 |
5,0 |
100,0 |
Aprile |
36.962,1 |
55.547,0 |
57.000,0 |
119.000,0 |
50,3 |
2,6 |
108,8 |
Maggio |
36.293,1 |
61.199,2 |
60.000,0 |
121.000,0 |
68,6 |
-2,0 |
101,7 |
Giugno |
46.005,4 |
81.915,3 |
68.000,0 |
131.000,0 |
78,1 |
-17,0 |
92,6 |
Luglio |
46.467,0 |
86.449,4 |
72.000,0 |
150.000,0 |
86,0 |
-16,7 |
108,3 |
Agosto |
67.211,0 |
107.799,6 |
94.000,0 |
187.000,0 |
60,4 |
-12,8 |
98,9 |
Settembre |
49.668,7 |
68.528,0 |
60.000,0 |
|
38,0 |
-12,4 |
|
Ottobre |
50.097,8 |
73.000,0 |
71.000,0 |
|
45,7 |
-2,7 |
|
Novembre |
72.591,2 |
100.000,0 |
90.000,0 |
|
37,8 |
-10,0 |
|
Dicembre |
69.699,0 |
92.000,0 |
82.000,0 |
|
32,0 |
-10,9 |
|
Totale annuo |
634.849,4 |
922.303,1 |
933.000,0 |
|
45,3 |
1,2 |
|
Gennaio-Agosto |
392.792,8 |
588.775,5 |
630.000,0 |
1.043.000,0 |
47,7 |
11,4 |
65,6 |
Fonte:
Elaborazione CRESME su dati Ministero
dell’economia e delle Finanze.
La tabella 3.4 documenta questa dinamica. In
particolare si segnala la contrazione dei lavori incentivati registrata a
gennaio e febbraio 2015, rispetto allo stesso periodo del 2014. Si
consideri che i dati di gennaio 2014 rappresentano il picco massimo toccato dai
lavori incentivati dal 1998, e comprendono una quota aggiuntiva di lavori “in
accelerazione” che si sarebbero dovuti realizzare entro il 2013 e che la decisione del prolungamento
delle aliquote di detrazione al
Da marzo in poi l’attività migliora rispetto
al 2014. Nella sostanza però i lavori incentivati nel periodo gennaio-agosto
2015 sommano a 15,9 miliardi di euro, contro i 19,2 dello stesso periodo del
2014, con una flessione del 17,2%. Nell’ultimo quadrimestre del 2015, anche in
base alla dinamica registrata nell’ultimo trimestre del 2014, è atteso però un
miglioramento del tasso di attività. Ciò nonostante la stima del dato 2015 è
basata sulla proiezione semplice del dato dei primi otto mesi dell’anno.
TABELLA 3.4. Stima
della spesa operata dagli aventi diritto
sulla base della ritenuta operata all’atto dell’accredito dei
pagamenti relativi a bonifici disposti per beneficiare di oneri deducibili e
detrazioni di imposta, art.25. dl n.78/2010 (recupero edilizio,
riqualificazione energetica, acquisto mobili) |
|||||||
|
Valori
assoluti in milioni di euro |
Var.% |
|||||
|
2012 |
2013 |
2014 |
2015* |
2013/ 2012 |
2014/ 2013 |
2015*/ 2014 |
Gennaio |
2.843,5 |
3.055,3 |
5.490,0 |
2.379,0 |
7,4 |
79,7 |
-56,7 |
Febbraio |
1.058,8 |
1.452,0 |
1.525,0 |
1.235,3 |
37,1 |
5,0 |
-19,0 |
Marzo |
937,8 |
1.421,8 |
1.494,5 |
1.494,5 |
51,6 |
5,1 |
0,0 |
Aprile |
1.119,3 |
1.663,8 |
1.738,5 |
1.814,8 |
48,6 |
4,5 |
4,4 |
Maggio |
1.089,0 |
1.875,5 |
1.830,0 |
1.845,3 |
72,2 |
-2,4 |
0,8 |
Giugno |
1.391,5 |
2.480,5 |
2.074,0 |
1.997,8 |
78,3 |
-16,4 |
-3,7 |
Luglio |
1.421,8 |
2.601,5 |
2.196,0 |
2.287,5 |
83,0 |
-15,6 |
4,2 |
Agosto |
2.026,8 |
3.267,0 |
2.867,0 |
2.851,8 |
61,2 |
-12,2 |
-0,5 |
Settembre |
1.482,3 |
2.057,0 |
1.830,0 |
|
38,8 |
-11,0 |
|
Ottobre |
1.542,8 |
2.226,5 |
2.165,5 |
|
44,3 |
-2,7 |
|
Novembre |
2.178,0 |
3.050,0 |
2.745,0 |
|
40,0 |
-10,0 |
|
Dicembre |
2.117,5 |
2.806,0 |
2.501,0 |
|
32,5 |
-10,9 |
|
Totale annuo |
19.208,8 |
27.956,8 |
28.456,5 |
|
45,5
|
1,8
|
|
Gennaio-Agosto |
11.888,5 |
17.817,4 |
19.215,0 |
15.906,0 |
47,5 |
12,4 |
-17,2 |
Fonte: Elaborazione CRESME su dati
Ministero dell’economia (*) Stima su intero anno 2014
Analizzando il quadro degli incentivi nel lungo periodo 1998-2015, emerge come siano stati attivati lavori per il recupero edilizio stimabili in 178 miliardi di euro, 76 dei quali sono importi detraibili e 102 miliardi sono le risorse private investite, mentre dal 2007 al 2015, i lavori di riqualificazione energetica incentivati ammontano a 29,3 miliardi di euro, dei quali circa 17 miliardi detraibili e 12 investiti dai privati.
La leva degli incentivi si rivela particolarmente importante negli ultimi anni in corrispondenza con l’incremento delle percentuali di detrazione fiscale: si consideri, infatti, che tra il 2011 e il 2015 sono stati attivati 99,7 miliardi di euro di lavori di recupero edilizio e 17,2 miliardi di euro di riqualificazione energetica.
Nella tabella 3.5 è riportata la serie storica degli investimenti in rinnovo, veicolati dagli incentivi fiscali suddivisi fra recupero edilizio e riqualificazione energetica, integrata con il 2015, la cui stima – come già detto sopra – è basata sulle proiezioni dei dati dei primi otto mesi dell’anno.
Tabella 3.5. Investimenti
in rinnovo incentivati |
|||||
|
Detrazioni
fiscali recupero edilizio
(41%-36%-50%) |
|
Detrazioni
fiscali riqualificazione energetica
(55%-65%) |
||
|
importi
complessivi |
importi
detraibili |
|
importi
complessivi |
importi
detraibili |
|
(milioni €) |
(milioni €) |
|
(milioni €) |
(milioni €) |
1998 |
3.385 |
1.388 |
|
|
|
1999 |
3.590 |
1.472 |
|
|
|
2000 |
4.392 |
1.581 |
|
|
|
2001 |
5.119 |
1.843 |
|
|
|
2002 |
5.750 |
2.070 |
|
|
|
2003 |
5.666 |
2.040 |
|
|
|
2004 |
4.888 |
1.760 |
|
|
|
2005 |
6.848 |
2.465 |
|
|
|
2006 |
6.313 |
2.588 |
|
|
|
2007 |
7.938 |
2.858 |
|
1.453 |
799 |
2008 |
7.365 |
2.651 |
|
3.500 |
1.925 |
2009 |
8.070 |
2.905 |
|
2.563 |
1.410 |
2010 |
8.808 |
3.171 |
|
4.608 |
2.534 |
2011 |
14.400 |
5.184 |
|
3.309 |
1.820 |
2012 |
16.325 |
7.248 |
|
2.883 |
1.586 |
2013 |
24.345 |
12.172 |
|
3.612 |
2.203 |
2014 |
24.532 |
12.266 |
|
3.924 |
2.551 |
2015* |
20.104 |
10.052 |
|
3.452 |
2.244 |
TOTALE |
177.838 |
75.715 |
|
29.304 |
17.072 |
Totale
2011-2015 |
99.706 |
46.923 |
|
17.180 |
10.403 |
Fonte: CRESME. (*) Stima
La stima dell’impatto occupazionale è elaborata sulla base della metodologia utilizzata nelle precedenti edizioni del documento che, partendo dai dati e dalle considerazioni contenuti nella Relazione dell’ex Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici, ora Autorità nazionale anticorruzione, del 2008, applica le stime del costo medio annuo dell’occupazione diretta e indiretta attivata da un miliardo di euro di lavori pubblici alle stime degli investimenti attivati attraverso gli incentivi fiscali al recupero edilizio e alla riqualificazione energetica.
Secondo questa metodologia, le stime degli investimenti attivati attraverso gli incentivi nel periodo 2011-2015 avrebbero generato un assorbimento di 1.163.255 occupati diretti, corrispondenti a una media annua nel periodo di quasi 233.000 occupati. La media annua degli occupati, considerando anche gli occupati indiretti, sarebbe pari a circa 349.000 occupati.
Tabella 5.1. - Investimenti in
rinnovo incentivati totali- recupero edilizio e riqualificazione
energetica (valori correnti) |
||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
|
Fonte: elaborazioni e stime CRESME.
Si tratta di un dato importante se si considera che tra il 2008 e il 2015 il settore delle costruzioni ha registrato una perdita significativa di occupati pari a 453.000 unità, sui 635.000 addetti persi dal totale dell’economia . Nel periodo 2011-2015, la crisi delle costruzioni diventa ancora più evidente: su 140.000 occupati persi nel complesso dell’economia, 5.000 dipendono dall’agricoltura, 72.000 dall’industria e ben 291.000 dalle costruzioni, mentre i servizi registrano una crescita occupazionale di 228.000 unità. Si consideri, inoltre, che nello stesso 2011-2015 il valore degli investimenti incentivati è stato pari al 50,4% del totale del mercato.
Tabella 5.2.. - Occupati per
settore di attività economica -(valori espressi in migliaia) |
||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
|
Fonte: elaborazioni CRESME su dati ISTAT.
TABELLA 5.3. Investimenti in rinnovo complessivi e incentivati (valori correnti) |
|||||
|
Investimenti
in rinnovo edilizia |
Investimenti
veicolati dagli incentivi fiscali |
|||
|
Totale edifici (milioni €) |
di cui edilizia RESIDENZIALE (milioni €) |
Variazione % |
Totale (milioni
€) |
% su rinnovo RESIDENZIALE |
2011 |
63.931 |
45.466 |
4,8% |
17.709 |
38,9% |
2012 |
61.761 |
43.892 |
-3,5% |
19.209 |
43,8% |
2013 |
64.663 |
46.058 |
4,9% |
27.957 |
60,7% |
2014 |
66.384 |
47.297 |
2,7% |
28.457 |
60,2% |
2015 |
67.184 |
47.581 |
0,6% |
22.723 |
47,8% |
TOTALE |
323.923 |
230.294 |
|
116.055 |
50,4% |
Fonte: elaborazioni e stime CRESME.
Le tabelle, i grafici e gli schemi contenuti nel presente paragrafo sono realizzati sulla base del principio di competenza e non quello di cassa.
Lo schema 6.1. reca una stima del possibile impatto economico-finanziario delle misure di incentivazione fiscale per il recupero edilizio e la riqualificazione energetica considerando l’intero periodo di operatività degli incentivi (1998-2015) e l’intero periodo di detrazione susseguente.
SCHEMA 6.1 STIMA DELL’IMPATTO
ECONOMICO-FINANZIARIO PER IL PERIODO 1998 – 2025- INVESTIMENTI 1998-2015 |
|
Fonte: CRESME.
Come descritto nella nota metodologica, questa prima stima non contiene alcune altre voci che potrebbero essere prese in esame quali, a titolo di esempio: la diminuzione del gettito da imposte sulle bollette energetiche (causato dal risparmio di energia derivante dagli interventi di efficientamento); la quota di gettito per lo Stato derivante dai consumi e dagli investimenti mobilitati dai redditi aggiuntivi dei nuovi occupati (ricavata dalla Matrice di contabilità sociale[7]); gli introiti catastali; ecc. Queste voci sono invece considerate nel grafico 6.3.
La valutazione
dell’impatto sulla finanza pubblica è effettuata sulla spesa sostenuta stimata
per gli anni 1998-2015, utilizzando il procedimento di stima per
l’intera durata degli incentivi fiscali in termini di defiscalizzazione, vale a
dire dal 1998 al 2025. Sulla base di tale modello di analisi, sintetizzato
nello Schema 6.1., emerge che:
-
le agevolazioni sono state utilizzate da oltre 12,5 milioni di abitanti;
-
l’ammontare di investimenti attivati nel periodo 1998-2015 è pari a oltre
207 miliardi di euro;
-
il costo per lo Stato, dovuto ai minori introiti conseguenti agli
incentivi, ammonterebbe a 90,2 miliardi di euro,
-
il gettito fiscale e contributivo in base alla legislazione fiscale
vigente, sarebbe pari a 77,7 miliardi di
euro.
-
il saldo totale sarebbe negativo per 12,5 miliardi di euro, pari a 694
milioni di euro medi annui.
Grafico 6.2 - Totale incentivi al rinnovo edilizio 1998 – 2015- conto
delle entrate e delle uscite di
competenza. milioni di euro a prezzi 2015 |
|
Fonte: Cresme.
Considerando però che lo Stato incassa i
proventi spettanti nell’anno di esecuzione dei lavori, e distribuisce la
maturazione dell’incentivo nell’arco di tempo di dieci anni (Grafico 6.2), introducendo
nella riflessione elementi di natura finanziaria (vedi appendice metodologica),
l’esito della valutazione cambia e si trasforma da negativo a positivo.
Infatti attualizzando i valori in gioco per il
periodo in esame, si evince come la politica di incentivazione edilizia e
energetica abbia generato per lo Stato una plusvalenza di 4 miliardi di euro (Grafico 6.3).
Grafico 6.3. - Stima dell’impatto degli investimenti 1998-2015 -
milioni di euro attualizzati al 2015 (escluse matrice di contabilità sociale
e minori imposte energia) |
|
Fonte: CRESME.
Come accennato, sono possibili ulteriori stime dell’impatto economico-finanziario degli incentivi all’attività di recupero edilizio e efficienza energetica. Utilizzando i valori attualizzati al 2015, considerando, in termini di gettito, non solo l’IVA, l’IRPEF, l’IRAP e gli oneri sociali, ma anche l’impatto che gli investimenti potrebbero generare in termini di matrice di contabilità sociale (vedi appendice metodologica); considerando, riguardo alle uscite, non solo il minor gettito dell’IRPEF, ma anche il minor gettito sui consumi energetici derivanti dal relativo risparmio generato dagli incentivi per la riqualificazione energetica, gli esiti della valutazione, per lo Stato, sarebbero ancora, più positivi. Infatti, considerando anche queste variabili, positive e negative, il saldo risulterebbe positivo per 10,5 miliardi di euro[8].
Grafico 6.4. - Stima dell’impatto degli
investimenti 1998-2015 - milioni di euro attualizzati al 2015 (comprese
matrice di contabilità sociale e minori imposte energia) |
|
Fonte: CRESME.
Sulla base dei flussi economici derivanti dallo scenario delineato è possibile inoltre valutare l’impatto sul Sistema Paese, attraverso una analisi che prenda in considerazione l’azione svolta dagli “attori” che hanno un ruolo nel sistema in cui si inseriscono le due agevolazioni fiscali prese in considerazione.
E’ un risultato che deriva dalla somma algebrica dei risultati economici:
In sintesi, nel quadro degli investimenti
effettuati con gli incentivi fiscali per il recupero edilizio e per la
riqualificazione energetica nel periodo
1998-2015, il saldo per il sistema economico del Paese risulterebbe positivo
per 15,1 miliardi di euro.
Grafico 6.5 - IMPATTO SUL SISTEMA PAESE INVESTIMENTI 1998-2015 -MILIONI DI EURO
ATTUALIZZATI AL 2015 |
|
Fonte: Cresme.
Come
anticipato nel primo capitolo, le competenti Commissioni parlamentari hanno
svolto un’intensa attività di indirizzo anche nella presente legislatura
approvando risoluzioni, che hanno impegnato il Governo, tra l’altro,
all’adozione di misure per l’estensione delle detrazioni fiscali per la
riqualificazione energetica al patrimonio edilizio pubblico e per rendere strutturali
gli incentivi per il consolidamento antisismico degli edifici.
Relativamente al patrimonio edilizio pubblico, i profili di
approfondimento riguardano gli immobili gestiti dagli ex. Istituti Autonomi Case Popolari (IACP) e le
scuole, che rappresentano una quota rilevante di tale patrimonio.
In particolare, sotto il primo profilo,
occorre tenere conto del fatto che la rete degli ex Istituti Autonomi Case Popolari gestisce circa 792.000 alloggi,
di cui
Per quanto riguarda il secondo profilo,
secondo le stime del Cresme il patrimonio
edilizio scolastico è composto da 52.000 edifici scolastici, con una
superficie coperta di 73,3 milioni di m2, e a una spesa per consumi termici e
elettrici di circa 1,3 miliardi di euro. Il 62,7% degli edifici ha oltre 40
anni.
Sulla base
delle informazioni riguardanti gli edifici e i consumi specifici, nonché
ipotizzando un mix di interventi di riqualificazione differenziato per zona
climatica (zone A, B, C, D, E ed F) sul segmento degli immobili più
“energivoro” (20%), lo schema 7.1. espone i risultati di un’articolata
simulazione in cui sono evidenziati i dati riguardanti il risparmio sui consumi
energetici, la riduzione delle emissioni di CO2, nonché la
stima sull’occupazione attivata e il periodo di rientro degli investimenti.
Schema 7.1. – Simulazione su edifici scolastici |
|
|
Fonte: CRESME
Un ulteriore
profilo di approfondimento riguarda il patrimonio
edilizio pubblico e privato interessato dal rischio sismico. Secondo la
classificazione sismica dei comuni italiani della Protezione Civile a marzo
2015, si può stimare che le aree a maggiore rischio sismico (zona sismica 1,
zona sismica 2, zona sismica 3) sono circa il 77% del territorio nazionale
(233mila kmq) e interessano il 72% dei comuni (pari a 5.879).
Tabella 7.1 POPOLAZIONE, SUPERFICIE E
NUMERO DI COMUNI A RISCHIO SISMICO (ZONA 1, ZONA 2, ZONA 3) |
||
|
||
|
Numero 2011 |
Variazione % 2011/2001 |
Superficie territoriale (Kmq) |
232.595 |
+0,27% |
Numero comuni |
5.879 |
- |
Popolazione residente (2014) |
48.195.531 |
+6,97% |
Edifici |
11.079.993 |
+13,31% |
residenziali
|
9.317.234 |
+8,47% |
non
residenziali |
1.762.759 |
+48,32 |
Addetti |
12.956.050 |
+5,63% |
Unità locali |
3.771.214 |
+8,98% |
Fonte: elaborazione CRESME su dati ISTAT
2011 e Protezione Civile marzo 2015
Se si considerano le dinamiche insediative
rispetto al 2001, nel
I dati censuari 2011
disponibili a livello comunale consentono di determinare con buona
approssimazione l’entità del patrimonio edilizio esposto a rischio elevato. Gli
edifici esistenti in aree ad elevato rischio sono 6,1 milioni di cui 1,1
milioni in zona sismica 1 e circa 5 milioni in zona sismica 2. La quota più
consistente di edifici esposti al rischio ha un uso prevalentemente
residenziale, pari a 12,9 milioni di unità, mentre gli edifici per le attività
produttive sono quasi 991mila, di cui
TABELLA 7.2. EDIFICI
TOTALI ARTICOLATI PER USO ABITATIVO E NON A RISCHIO SISMICO MAGGIORE |
||||||
|
EDIFICI TOTALI |
di cui ad uso abitativo |
di cui ad uso non abitativo |
|||
|
2011 |
2011/2001 |
2011 |
2011/2001 |
2011 |
2011/2001 |
zona 1 |
1.127.663 |
+10,50 |
914.795 |
+6,30 |
212.868 |
+33,07 |
zona 2 |
4.976.257 |
+12,28 |
4.198.244 |
+7,85 |
778.013 |
+44,30 |
zona 3 |
4.976.073 |
+15,02 |
4.204.195 |
+9,58 |
771.878 |
+57,73 |
zona 4 |
3.372.687 |
+12,59 |
2.870.464 |
+8,87 |
502.223 |
+39,87 |
TOTALE |
14.452.680 |
+13,14 |
12.187.698 |
+8,56 |
2.264.982 |
+46,36 |
rischio sismico elevato |
6.103.920 |
+11,95 |
5.113.039 |
+7,57 |
990.881 |
+41,73 |
Fonte: elaborazione CRESME su dati ISTAT
2011 e Protezione Civile marzo 2015.
Il rischio potenziale
per le strutture edilizie è elevato. Oltre il 56% degli edifici residenziali
esistenti nelle zone sismiche 1 e 2 è stato realizzato prima del 1970. Soltanto
il 5% degli edifici in zona a rischio elevato è stato realizzato negli anni
2000, quando le norme tecniche hanno imposto criteri molto più restrittivi che
in passato.
TABELLA 7.3. EDIFICI AD
USO ABITATIVO PER EPOCA DI COSTRUZIONE |
||||||
|
prima del 1970 |
tra 1971 e 2000 |
tra 2001 e
2011 |
|||
|
num. |
% |
num. |
% |
num. |
% |
zona 1 |
520.639 |
56,91 |
394.156 |
43,09 |
46.808,00 |
5,12 |
zona 2 |
2.347.423 |
55,91 |
1.850.821 |
44,09 |
247.624,00 |
5,90 |
zona 3 |
2.447.531 |
58,22 |
1.756.664 |
41,78 |
319.936,00 |
7,61 |
zona 4 |
1.595.587 |
55,59 |
1.274.877 |
44,41 |
210.715,00 |
7,34 |
TOTALE |
6.911.180 |
56,71 |
5.276.518 |
43,29 |
825.083 |
6,77 |
rischio sismico elevato |
2.868.062 |
56,09 |
2.244.977 |
43,91 |
294.432 |
5,76 |
Fonte: elaborazione CRESME su dati ISTAT
2011 e Protezione Civile marzo 2015
Altro elemento che fa
riflettere rispetto alla potenziale esposizione al rischio riguarda le
strutture portanti degli edifici. Gli edifici esistenti nelle aree ad elevato
rischio sono realizzati, per oltre il 55%, con muratura portante e soltanto il
33% con strutture in calcestruzzo armato.
TABELLA 7.4. EDIFICI AD
USO ABITATIVO PER STRUTTURA PORTANTE |
||||||
|
muratura portante |
cls armato |
altro |
|||
|
num. |
% |
num. |
% |
num. |
% |
zona 1 |
508.064 |
55,54 |
303.631 |
33,19 |
103.100 |
11,27 |
zona 2 |
2.298.240 |
54,74 |
1.399.351 |
33,33 |
500.653 |
11,93 |
zona 3 |
2.395.733 |
56,98 |
1.210.015 |
28,78 |
598.447 |
14,23 |
zona 4 |
1.773.940 |
61,80 |
681.698 |
23,75 |
414.826 |
14,45 |
TOTALE |
6.975.977 |
57,24 |
3.594.695 |
29,49 |
1.617.026 |
13,27 |
rischio sismico elevato |
2.806.304 |
54,89 |
1.702.982 |
33,31 |
603.753 |
11,81 |
Fonte: elaborazione CRESME su dati ISTAT
2011 e Protezione Civile marzo 2015
Gli investimenti
complessivi nell’attività di riqualificazione provengono dal sistema
informativo del CRESME. Essi sono misurati sia dal lato dell’offerta che da
quello della domanda, attraverso una vasta serie di indicatori di fonte istituzionale
(ISTAT, Ministeri vari, Enea, Banca d’Italia, ecc.) ed elaborati tramite una
serie di indagini (indagini campionarie sulle famiglie e sulle imprese,
indagini presso rivenditori e produttori di materiali edili, monitoraggi delle
vendite di materiali edili, ecc…) analizzati e opportunamente inseriti in un
modello complesso e articolato di stima.
La spesa in interventi
incentivati al “36%, 41% e 50%” fino al 2010 è stimata sulla base dei dati
del Centro Operativo di Pescara dell’Agenzia delle Entrate e del Dipartimento
delle Finanze del Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF). Il primo ha
prodotto una serie statistica esclusivamente sul numero di domande pervenute
fino al mese di novembre 2010. I dati del Dipartimento delle Finanze del MEF
consentono di misurare gli importi per interventi di recupero edilizio detratti
nei vari anni di imposta. In particolare, quest’ultima fonte ha permesso di
stimare la spesa per tali interventi nei vari anni; è stato necessario
ricostruire i flussi di contribuenti, le domande presentate, gli importi
detratti e l’importo complessivo di spesa, generando una matrice che
considerasse diversi fattori, quali ad esempio: l’aliquota di detrazione
(diversificata fra il 41%, il 36% e il 50% in base ad annualità di imposizione
fiscale); i tempi di detrazione (5 anni, 10 anni).
Esempio: flusso delle domande attive
|
La stima della spesa in
interventi incentivati al “55%” è resa possibile, fino al 2013, dalle
statistiche effettuate da Enea sul ricorso a tale bonus. E’ stata poi
effettuata una verifica di congruità con i dati del Dipartimento delle finanze
riguardanti gli importi in detrazione. Questi ultimi sono stati impiegati per
la stima del mancato gettito per lo Stato.
La stima per il periodo
2011 - agosto 2015 è originata dai dati forniti dal Ministero dell’Economia e
delle Finanze in risposta all’interrogazione a risposta immediata n. 5-01525, svolta presso
Nella medesima risposta si
precisa che i dati relativi al 2012 e al 2013 (quest’ultimo aggiornato con i versamenti
effettuati fino al mese di ottobre) sono stati stimati sulla base di quanto
indicato nel modello F24 relativamente alle ritenute operate da banche e Poste
italiane Spa, all’atto dell’accredito dei pagamenti effettuati tramite bonifici
disposti per beneficiare delle citate agevolazioni.
Il Ministero dell’Economia e
delle Finanze ha inoltre diffuso attraverso il Bollettino delle Entrate dati (ad
oggi aggiornati a agosto 2015) che consentono di calcolare la spesa per
interventi di riqualificazione attraverso
le ritenute che gli istituti di credito (Banche e Poste) devono
applicare a titolo di acconto sui bonifici per beneficiare di oneri deducibili
o detrazioni fiscali di imposta in base all’art.25 del D.L. n. 78/2010 . Dal 1°
luglio 2010, infatti, le banche e le Poste hanno dovuto applicare la ritenuta
del 10% (da luglio 2011 portata al 4%), su tutti i bonifici in entrata (al
momento dell’accredito sul conto del beneficiario) per le diverse attività
incentivate: ristrutturazioni edilizie, riqualificazioni energetiche e - da
giugno 2013 - anche acquisto di mobili.
La circolare ADE 40/E del luglio 2010 chiarisce che la ritenuta sui
bonifici va effettuata sull’importo al netto dell’IVA e che l’IVA da applicare
è quella ordinaria (20% nel 2010 e successive modifiche) poiché gli istituti di
credito non conoscono l’importo dell’IVA e le aliquote applicate e applicabili
sugli importi dei lavori possono essere del 10% o del 22%. Al momento della
stesura di questo documento, dal mese di luglio 2010 al mese di agosto 2015
sono disponibili gli importi delle ritenute d’acconto effettuate dagli istituti
di credito e versate nelle casse dello Stato. Nel periodo in cui sono state
applicate le ritenute, tuttavia, si sono verificate diverse variazioni nelle
aliquote IVA e nell’aliquota di ritenuta da applicare: l’IVA è passata dal 20%
al 21% (a partire da settembre 2011) e successivamente al 22% ( da ottobre
2013); le ritenute sono state ridotte dal 10%, del periodo luglio 2010- giugno 2011, al 4% a partire dal mese di
luglio 2011 sino al dicembre 2014, all’8% dal gennaio 2015 fino a tutt’oggi.
L’evoluzione
dell’iva sui lavori e ritenute operate dagli istituti di credito |
||
|
Iva |
Ritenuta |
Luglio
2010 |
20% |
10% |
Luglio
2011 |
20% |
4% |
Settembre
2011 |
21% |
4% |
Ottobre
2013 |
22% |
4% |
Gennaio
2015 |
22% |
8% |
Fonte: Cresme
Le voci in passivo
(il costo pubblico) sono determinate dalle somme stimate in detrazione.
Esempio: flussi risorse in entrata e uscita per l’efficientamento
energetico
|
L’attivo, ovvero la valutazione del gettito fiscale e contributivo in maggior
quota è stata effettuata attraverso la ricomposizione dei seguenti fattori:
Nelle ulteriori stime di
impatto economico-finanziario e sul Sistema Paese, si sono considerati i
seguenti elementi:
· Presupponendo
che lo Stato si sarebbe dovuto finanziare attraverso l’indebitamento a breve
termine per reperire importi analoghi a quelli generati dagli incentivi per
l’edilizia, il tasso di attualizzazione utilizzato è il Rendistato medio
annuale degli ultimi 15 anni, pari al 4%.
Pertanto:
[1] Predisposti dal Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ai sensi dell'art. 10, comma 9, della legge 31 dicembre 2009, n. 196 (legge di contabilità e finanza pubblica).
[2]
Il CRESME, nella sua
stima del mercato delle costruzioni, seguendo il Sistema di Contabilità
Nazionale, divide il valore della produzione del settore delle costruzioni in
investimenti e manutenzione ordinaria. Gli investimenti sono poi ulteriormente
divisi in nuove costruzioni e manutenzione straordinaria. Gli investimenti, e
quindi anche la manutenzione straordinaria, sono poi articolati nei comparti
dell’edilizia residenziale, dell’edilizia non residenziale e delle opere del
genio civile. Nella stima del valore della produzione è considerato, inoltre,
anche l’investimento in impianti per le fonti energetiche rinnovabili.
[3] ENEA, RAEE - Il Rapporto Annuale sull’Efficienza Energetica, Roma 2015, p.112
[5] Camera dei Deputati XVII LEGISLATURA, Documentazione e ricerche. Il recupero e la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio: una stima dell’impatto delle misure di incentivazione, Prima Edizione n.83, 26 Novembre 2013; Seconda Edizione, n.83/1, 17 giugno 2014
[6] ENEA, Le detrazioni fiscali del 55-65% per la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio esistente nel 2013, Roma 2015
[7] La matrice di contabilità sociale (in inglese Social Accounting Matrix da cui l’acronimo SAM) è uno strumento di analisi economica derivato dalla più famosa matrice input-output .
[8] Va segnalato che tale ultima stima non considera le entrate comunali derivanti dagli oneri sui titoli abilitativi e le variazioni catastali sottese alla medesima quota di interventi.