Camera dei deputati - XVII Legislatura - Dossier di documentazione
(Versione per stampa)
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Autore: | Servizio Studi - Dipartimento ambiente | ||||
Titolo: | Il recupero e la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio: una stima dell'impatto delle misure di incentivazione - Quarta edizione | ||||
Serie: | Documentazione e ricerche Numero: 83 Progressivo: 3 | ||||
Data: | 09/09/2016 | ||||
Descrittori: |
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Organi della Camera: | VIII-Ambiente, territorio e lavori pubblici |
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Camera dei deputati |
XVII LEGISLATURA |
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Documentazione e ricerche |
Il recupero e la
riqualificazione energetica del patrimonio edilizio: una stima dell’impatto
delle misure di incentivazione |
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Quarta edizione |
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n. 83/3 |
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9 settembre
2016 |
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Camera dei deputati SERVIZIO STUDI – Dipartimento Ambiente
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Il
presente dossier è stato predisposto in collaborazione con l’istituto di
ricerca CRESME. |
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La
documentazione dei servizi e degli uffici della Camera è destinata alle
esigenze di documentazione interna per l'attività degli organi parlamentari e
dei parlamentari. |
File:
Am0051c.docx |
INDICE
Parte prima (a cura
del Servizio Studi)
§ 1.1 Le detrazioni fiscali per interventi di recupero del patrimonio
edilizio
§ 1.2 Le detrazioni fiscali per interventi di efficienza energetica
§ 1.3 L’attività parlamentare non legislativa
Parte seconda (a
cura del CRESME)
2. Il peso
dell’attività di rinnovo del patrimonio esistente nel mercato delle costruzioni
nel 2015
§ 2.1 Il rinnovo nel comparto
edilizio residenziale
3. Stima
dell’impatto degli incentivi fiscali in termini di investimenti nel periodo
1998-2016
§ 3.1. La suddivisione degli
investimenti tra le tipologie di intervento
§ 3.2. La stima dell’impatto degli
incentivi nel 2016
5. Stima
dell’impatto economico-finanziario degli incentivi fiscali nel periodo
1998-2016
§ 5.1. Ulteriori stime dell’impatto
economico-finanziario
6. Appendice
– Nota metodologica
§ 6.1. La stima delle risorse
investite
§ 6.2. La stima dell’impatto
economico-finanziario (capitolo 5)
Il presente documento rappresenta l’aggiornamento dello studio pubblicato nel mese di novembre 2013, e nelle due successive edizioni nel mese di giugno 2014 e nel mese di ottobre 2015, ed è stato predisposto in collaborazione con il CRESME (Centro ricerche economiche sociali di mercato per l'edilizia e il territorio), su richiesta dell’VIII Commissione formulata nella riunione dell’Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti di gruppo, del 27 luglio 2016.
Il documento intende fornire una stima dell’impatto delle detrazioni fiscali per il recupero e la ristrutturazione edilizia e la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio. Rispetto alla precedente edizione, è stato aggiornato il dato a consuntivo relativo al 2015, mentre i dati riguardanti il 2016 si basano su rilevazioni riguardanti i primi sette mesi dell’anno.
Le detrazioni fiscali per il recupero edilizio e la riqualificazione energetica dispiegano i propri effetti nel mercato rispettivamente dal 1998 e dal 2007 e la loro applicabilità è stata oggetto di numerose proroghe nel corso degli anni, nonché di modifiche che hanno inciso sulle aliquote, sui limiti massimi di spesa, sulle categorie di interventi agevolabili.
Dalle stime elaborate dal CRESME nel documento emerge che gli incentivi fiscali per il recupero edilizio e per la riqualificazione energetica hanno interessato dal 1998 al 2016 oltre 14,2 milioni di interventi, ossia il 55% del numero di famiglie italiane stimato dall’ISTAT pari a 25,9 milioni. Nello stesso periodo le misure di incentivazione fiscale hanno attivato investimenti pari a 237 miliardi di euro, di cui 205 miliardi hanno riguardato il recupero edilizio e poco meno di 32 miliardi la riqualificazione energetica.
Il dato a consuntivo per il 2015 indica un volume di investimenti pari a 25.147 milioni di euro veicolati dagli incentivi riconducibili a 3.060 milioni di euro per la riqualificazione energetica e a 22.087 milioni di euro per il recupero edilizio. Si tratta, come già anticipato dalle proiezioni dei primi otto mesi del 2015 riportate nella precedente edizione del documento, di un dato più contenuto rispetto a quello del 2014, pari a 28,5 miliardi di euro, ossia all’importo più elevato degli investimenti veicolati dalle misure di incentivazione dal 1998 sulla base dell’aggiornamento delle stime, ma che conferma un livello decisamente superiore rispetto alla media degli anni precedenti.
Per quanto riguarda il 2016, le proiezioni dei dati, basati sulle rilevazioni dei primi sette mesi dell’anno, sembrano far registrare di nuovo un incremento che si tradurrebbe in investimenti pari a 29.241 milioni di euro. Ove l’andamento delle proiezioni fosse confermato, il 2016 sarebbe pertanto l’anno con il maggior numero di investimenti veicolati dalle agevolazioni fiscali nel comparto della riqualificazione, con un +16% rispetto al 2015 e 1,7 milioni di domande.
Gli investimenti veicolati dalle misure di incentivazione fiscale hanno avuto un impatto importante sull’occupazione considerato che, nel periodo 2011-2016, avrebbero generato un assorbimento di 1.460.223 occupati diretti, corrispondenti a una media annua nel periodo di oltre 243.000 occupati. Nel 2015 le stime riguardano 375.399 occupati comprensivi anche dell’indotto, nel 2016 l’occupazione legata a questi investimenti sarebbe di circa 436.000 unità, di cui 291.000 impiegati nell’attività edilizia diretta e 145.000 nell’indotto industriale e di servizio.
Una stima dell’impatto sulla finanza pubblica
delle misure di incentivazione fiscale nel periodo 1998-2016, elaborata dal
CRESME, evidenzia, a fronte di minori introiti conseguenti la defiscalizzazione
stimati in 108,7 miliardi di euro, un gettito fiscale e contributivo in base
alla legislazione vigente, per i lavori svolti, pari a 89,8 miliardi di euro
con un saldo totale negativo di 18,9
miliardi di euro, pari a poco meno di 1 miliardo di euro medio annuo dal
1998 al 2016.
Considerando però che lo Stato incassa i proventi
spettanti nell’anno di esecuzione dei lavori e distribuisce la maturazione
dell’incentivo nell’arco di tempo di dieci anni, l’introduzione di ulteriori
elementi di natura finanziaria basati sull’attualizzazione dei valori
precedentemente esposti modificherebbe il saldo generando una sommatoria
positiva dei flussi di cassa e, conseguentemente, una plusvalenza di 0,3
miliardi di euro.
Un ulteriore affinamento dell’analisi, da un lato,
introducendo i minori introiti legati agli interventi di miglioramento
dell’efficienza energetica (minori imposte sui consumi di energia) e,
dall’altro, considerando la quota di gettito per lo Stato derivante dai consumi
e dagli investimenti mobilitati dai redditi aggiuntivi dei nuovi occupati
(quota ricavata dalla Matrice di contabilità sociale) porta a determinare un
saldo positivo per lo Stato di quasi 9 miliardi di euro.
Se si allarga la valutazione a tutti gli attori
che hanno un ruolo nel sistema in cui si inseriscono le agevolazioni, ossia
Stato, Famiglie e Imprese si delinea, nel periodo 1998-2016, un saldo
per il sistema Paese di 18,4 miliardi di euro.
Il saldo per lo Stato di circa 9 miliardi di euro deriverebbe dall’incremento del gettito (positivo), dai flussi derivanti dalle detrazioni (negativi), dalle maggiori entrate derivanti dalla Matrice di contabilità Sociale (positive) e dal minor gettito fiscale sui consumi energetici (negativo).
Andrebbero poi considerati: le famiglie, o più correttamente gli investitori, il cui risultato
“negativo” di -178,4 miliardi di euro è conseguente al saldo tra l’investimento
effettuato (negativo), le detrazioni fiscali (positive) e il risparmio sulle
bollette energetiche (positivo); le Imprese e il fattore lavoro, che vantano un saldo positivo di +187,8 miliardi di euro, risultato di un
fatturato (positivo), all’interno del quale sono compresi i compensi e le
retribuzioni per gli occupati delle imprese stesse, nonché le imposte e gli
oneri sociali sostenuti dalle imprese e attribuibili agli incentivi fiscali
(negativi).
Oltre a quanto precedentemente evidenziato, come si è già rilevato nelle precedenti edizioni, nella stima dell’impatto delle detrazioni andrebbero considerati ulteriori aspetti importanti, che allo stato attuale appare complesso quantificare. Si tratta in particolare: degli effetti in termini di emersione dei redditi e dell’occupazione “irregolare”; della riduzione dei consumi energetici e conseguentemente delle emissioni di Co2; della valorizzazione del patrimonio immobiliare, in termini di decoro, prestazioni funzionali e prevenzione dei rischi sismici.
Parte
prima
(a cura del
Servizio Studi)
La detrazione fiscale per gli interventi di recupero del patrimonio edilizio è stata introdotta dall'articolo 1, commi 5 e 6, della legge 27 dicembre 1997, n. 449, che aveva previsto, per le spese sostenute nel periodo d'imposta in corso alla data del 1° gennaio 1998 e in quello successivo, una detrazione pari al 41 per cento delle stesse e, per quelle sostenute nei periodi d'imposta in corso alla data del 1° gennaio degli anni 2000 e 2001, una detrazione pari al 36 per cento. La detrazione al 41 per cento è stata successivamente ripristinata per il solo anno 2006.
La norma è stata successivamente modificata e prorogata e, infine, resa stabile dal D.L. n. 201 del 2011 (art. 4, comma 1, lett. c)), che ha inserito nel D.P.R. n. 917 del 1986 (Testo unico delle imposte sui redditi - TUIR) il nuovo articolo 16-bis. Tale disposizione ha confermato non solo l’ambito, soggettivo ed oggettivo, di applicazione delle detrazioni, ma anche le condizioni di spettanza del beneficio fiscale consolidando l’orientamento di prassi formatosi in materia. A regime, la misura della detrazione IRPEF sarà del 36 per cento per le spese di ristrutturazione edilizia sostenute per un importo non superiore a 48.000 euro per ciascuna unità immobiliare.
Per le spese sostenute dal 26 giugno 2012 fino al 30 giugno 2013, l’articolo 11, comma 1, del D.L. n. 83 del 2012 ha aumentato la misura della detrazione dal 36 per cento al 50 per cento ed ha innalzato il limite di spesa massima agevolabile da 48.000 a 96.000 euro per unità immobiliare.
Con l’articolo 16, comma 1, del D.L. n. 63 del 2013 il termine di scadenza dell’innalzamento della percentuale di detrazione IRPEF dal 36 al 50 per cento e del limite dell'ammontare complessivo da 48.000 a 96.000 euro in relazione alle spese di ristrutturazione edilizia è stato prorogato al 31 dicembre 2013. Nel corso della conversione del D.L. n. 63 del 2013, inoltre, sono state introdotte due rilevanti novità:
§ una detrazione del 50 per cento per le ulteriori spese sostenute dal 6 giugno 2013 (data di entrata in vigore del decreto-legge) al 31 dicembre 2013 (termine successivamente prorogato) per l'acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici di classe non inferiore alla A+ (per i forni la classe A), nonché per le apparecchiature per le quali sia prevista l'etichetta energetica, finalizzati all’arredo dell’immobile oggetto di ristrutturazione, per un importo massimo complessivo non superiore a 10.000 euro, da ripartire in dieci quote annuali;
§ una detrazione del 65 per cento delle spese effettuate dal 4 agosto 2013 (data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto) al 31 dicembre 2013 per interventi di adozione di misure antisismiche su costruzioni che si trovano nelle zone sismiche ad alta pericolosità (zone 1 e 2) individuate dall’ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3274 del 20 marzo 2003, se adibite ad abitazione principale o ad attività produttive. Si tratta degli interventi, di cui all'articolo 16-bis, comma 1, lettera i), del testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917 (articolo in cui è elencato l’ambito di applicazione della detrazione per interventi di recupero del patrimonio edilizio), che riguardano l'esecuzione di opere per la messa in sicurezza statica, in particolare sulle parti strutturali, per la redazione della documentazione obbligatoria atta a comprovare la sicurezza statica del patrimonio edilizio, nonché per la realizzazione degli interventi necessari al rilascio della suddetta documentazione. Gli interventi relativi all'adozione di misure antisismiche e all'esecuzione di opere per la messa in sicurezza statica devono essere realizzati sulle parti strutturali degli edifici o complessi di edifici collegati strutturalmente e comprendere interi edifici e, ove riguardino i centri storici, devono essere eseguiti sulla base di progetti unitari e non su singole unità immobiliari.
Le leggi di stabilità degli ultimi tre anni (2014, 2015 e 2016) hanno prorogato per i rispettivi anni la misura della detrazione al 50 per cento e il limite di spesa massima agevolabile a 96.000 euro per unità immobiliare. Sono state, inoltre, prorogate la misura della detrazione al 65 per cento per le misure antisismiche e la detrazione nella misura del 50 per cento per l'acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici per l’arredo dell’immobile oggetto di ristrutturazione (legge n. 147 del 2013, articolo 1, comma 139, lett. d); legge n. 190 del 2014, articolo 1, comma 47; legge n. 208 del 2015, articolo 1, comma 74).
Si segnala che la legge di stabilità per il 2015 ha elevato dal 4 all'8 per cento la misura della ritenuta operata da banche e Poste sugli accrediti di bonifici disposti per beneficiare delle detrazioni fiscali connesse agli interventi di ristrutturazione e di risparmio energetico degli edifici (legge n. 190 del 2014, articolo 1, comma 657).
Per quanto concerne la detrazione per l’acquisto di mobili, le relative spese possono anche essere più elevate di quelle per i lavori di ristrutturazione, fermo restando il tetto dei 10.000 euro. Infatti la disposizione della legge di stabilità 2014, che prevedeva che tali spese non potessero essere superiori a quelle sostenute per i lavori di ristrutturazione, è stata abrogata dall’articolo 7 del D.L. n. 47 del 2014. La legge di stabilità 2015 ha inoltre statuito che le spese per l’acquisto di mobili sono calcolate indipendentemente da quelle sostenute per i lavori di ristrutturazione.
In aggiunta alla proroga del c.d. bonus mobili ed elettrodomestici legato ad una ristrutturazione edilizia (detrazione del 50 per cento per acquisti nei limiti di 10.000 euro), la legge di stabilità 2016 (legge n. 208 del 2015, articolo 1, comma 75) ha previsto una nuova detrazione fiscale del 50 per cento per le spese sostenute per l'acquisto di mobili nel 2016 fino a 16.000 euro, per le giovani coppie costituenti un nucleo familiare composto da coniugi o da conviventi more uxorio che abbiano costituito nucleo da almeno tre anni, in cui almeno uno dei due componenti non abbia superato i trentacinque anni, acquirenti di unità immobiliare da adibire ad abitazione principale. Con la circolare 7/E del 31 marzo 2016, l'Agenzia delle entrate ha chiarito le modalità di applicazione dell'agevolazione. Per usufruire dell'agevolazione è richiesto che un componente della coppia non abbia superato i 35 anni; per non creare disparità di trattamento in base alla data di compleanno, il requisito anagrafico deve intendersi rispettato dai soggetti che compiono il 35° anno d’età nell’anno 2016, a prescindere dal giorno e dal mese in cui ciò accade. Deve trattarsi di coppie che nel 2016 risultano sposate oppure sono conviventi more uxorio da almeno tre anni, come attestato dall'iscrizione nello stesso stato di famiglia o tramite autocertificazione. La casa può essere acquistata, a titolo oneroso o gratuito, da entrambi i componenti o anche da uno solo di essi, purché sia in possesso del requisito anagrafico. La casa deve essere acquistata nel 2015 o nel 2016. Nel secondo caso, la destinazione ad abitazione principale deve avvenire, al massimo, entro il termine di presentazione del modello Unico Pf 2017. La detrazione riguarda esclusivamente i mobili, non anche i grandi elettrodomestici, acquistati dal 1° gennaio al 31 dicembre 2016 per arredare l'abitazione principale della giovane coppia, anche nel caso in cui l'acquisto dei mobili preceda il rogito della casa. Il pagamento deve avvenire tramite bonifico oppure con carte di credito o di debito.
Si rammenta che con la circolare n. 29/E del 18 settembre 2013 l'Agenzia delle entrate ha fornito chiarimenti su alcune questioni interpretative concernenti le detrazioni per interventi di efficienza energetica, di ristrutturazione edilizia, per l’acquisto di mobili per l’arredo e di elettrodomestici. La circolare, tra l'altro, ha fornito informazioni su modalità di pagamento, diritto alla detrazione, tipologia di mobili ed elettrodomestici interessati. Rientrano tra i mobili agevolabili, a titolo esemplificativo, letti, armadi, cassettiere, librerie, scrivanie, tavoli, sedie, comodini, divani, poltrone, credenze, nonché i materassi e gli apparecchi di illuminazione che costituiscono un necessario completamento dell’arredo dell’immobile oggetto di ristrutturazione. Non sono agevolabili, invece, gli acquisti di porte, di pavimentazioni (ad esempio, il parquet), di tende e tendaggi, nonché di altri complementi di arredo. Rientrano i grandi elettrodomestici, a titolo esemplificativo: frigoriferi, congelatori, lavatrici, asciugatrici, lavastoviglie, apparecchi di cottura, stufe elettriche, piastre riscaldanti elettriche, forni a microonde, apparecchi elettrici di riscaldamento, radiatori elettrici, ventilatori elettrici, apparecchi per il condizionamento. Devono essere in classe energetica non inferiore alla A+, A per i forni, per le apparecchiature per le quali sia prevista l’etichetta energetica. I mobili devono essere nuovi. Nell’importo delle spese sostenute per l’acquisto di mobili e elettrodomestici possono essere considerate anche le spese di trasporto e di montaggio dei beni acquistati, sempre che le spese stesse siano state sostenute con le modalità indicate.
I contribuenti devono eseguire i pagamenti mediante bonifici bancari o postali, con le medesime modalità già previste per i pagamenti dei lavori di ristrutturazione fiscalmente agevolati; tuttavia, per esigenze di semplificazione legate alle tipologie di beni acquistabili, è consentito effettuare il pagamento degli acquisti di mobili o di grandi elettrodomestici anche mediante carte di credito o carte di debito. Non è consentito effettuare il pagamento mediante assegni bancari, contanti o altri mezzi di pagamento.
Da ultimo, si evidenzia che l’Agenzia delle
entrate ha chiarito che il convivente more uxorio che sostiene le spese di
recupero del patrimonio edilizio, nel rispetto delle condizioni previste dal
richiamato articolo 16-bis, può fruire della detrazione alla
stregua di quanto previsto per i familiari conviventi (risoluzione n. 64/E del 28
luglio 2016). Ciò alla luce del nuovo quadro normativo delineatosi a seguito
dell’approvazione della legge n. 76 del 2016, recante la regolamentazione delle
unioni civili tra le persone dello stesso sesso e la disciplina delle
convivenze: ai fini della detrazione, la disponibilità dell’immobile è insita
nella stessa convivenza e non deve trovare titolo in un contratto di comodato.
Si segnalano, infine, le guide dell’Agenzia delle entrate sulle ristrutturazioni edilizie
(aggiornata al mese di marzo 2016), sul bonus mobili ed elettrodomestici
(aggiornata a marzo 2016) e sul bonus mobili giovani coppie (aprile 2016).
La detrazione fiscale per il
recupero del patrimonio edilizio è concessa (comma 1 dell’articolo 16-bis del D.P.R. n. 917 del 1986) per i
seguenti interventi:
§ manutenzione ordinaria,
manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo,
ristrutturazione edilizia, effettuati su tutte le parti comuni degli edifici residenziali;
§ manutenzione straordinaria,
restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia, effettuati
sulle singole unità immobiliari
residenziali di qualsiasi categoria catastale, anche rurali, e sulle loro
pertinenze;
§ ricostruzione o ripristino di immobili danneggiati a seguito di eventi calamitosi, quando sia
stato dichiarato lo stato di emergenza anche se non rientranti nelle tipologie
di intervento di cui ai primi due punti;
§ realizzazione di autorimesse o di posti auto pertinenziali, anche di proprietà comune;
§ eliminazione di barriere
architettoniche;
§ adozione di misure
finalizzate a prevenire il rischio di atti illeciti da parte di terzi;
§ realizzazione di interventi
di cablatura degli edifici e di contenimento di inquinamento acustico;
§ conseguimento di risparmi
energetici;
§ adozione di misure
antisismiche;
§ bonifica
dall’amianto e di esecuzione di opere volte ad evitare gli
infortuni domestici.
Il comma 2 dell’articolo 16-bis del TUIR ricomprende tra le spese
sostenute quelle di progettazione e
per prestazioni professionali
connesse all'esecuzione delle opere edilizie e alla messa a norma degli edifici
ai sensi della legislazione vigente in materia. Il comma 3 del nuovo articolo
16-bis riconduce a regime la
detrazione d’imposta del 36 per cento sugli interventi di restauro e
risanamento conservativo e di ristrutturazione edilizia, riguardanti interi
fabbricati, eseguiti da imprese di costruzione o ristrutturazione immobiliare e
da cooperative edilizie, detrazione che è stata istituita dall’articolo 9,
comma 2, della legge n. 448 del 2001.
Tra le altre disposizioni introdotte
in materia si segnalano:
§
l’abolizione dell’obbligo di invio della comunicazione
di inizio lavori al Centro operativo di Pescara (articolo 7,
comma 2, lett. q), del D.L. n. 70 del 2011). In sostanza,
a decorrere dal 14 maggio 2011, la norma prescrive l’obbligo di indicare taluni
dati nella dichiarazione dei redditi e di conservare la documentazione prevista
dal Provvedimento n. 149646 del Direttore
dell’Agenzia delle entrate del 2 novembre 2011;
§
la percentuale della ritenuta d’acconto sui
bonifici che banche e Poste hanno l’obbligo di operare è stata elevata all’8 per cento (legge n. 190 del 2014,
articolo 1, comma 657);
§
l’obbligo, chiarito con la risoluzione n.
55/E del 7 giugno 2012 dell’Agenzia delle entrate, di utilizzare un bonifico
“parlante” dal quale risulti: 1) la causale del versamento; 2) il codice
fiscale del beneficiario della detrazione; 3) il numero di partita IVA ovvero
il codice fiscale del soggetto a favore del quale il bonifico è effettuato;
§
l’eliminazione dell’obbligo di indicare il costo della
manodopera, in maniera distinta, nella fattura emessa dall’impresa
che esegue i lavori (articolo 7, comma 2, lett. r), del D.L. n. 70 del 2011); tale soppressione ha effetto anche
per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici;
§
la facoltà per il venditore, nel caso in cui l’unità immobiliare sulla quale
sono stati eseguiti i lavori sia ceduta prima che sia trascorso l’intero
periodo di godimento della detrazione, di
scegliere se continuare a usufruire delle detrazioni non ancora utilizzate o
trasferire il diritto all’acquirente (persona fisica) dell’immobile (commi
12-bis e 12-ter dell’articolo 2 del decreto-legge n. 138 del 2011);
§
l’obbligo per
tutti i contribuenti di ripartire
l’importo detraibile in 10 quote
annuali: dal 2012 non è più prevista per i contribuenti di 75 e 80 anni la
possibilità di ripartire la detrazione, rispettivamente, in cinque o tre quote
annuali (articolo 4, comma 1, del D.L. n. 201 del 2011). Al riguardo si segnala
che la norma originaria aveva previsto la ripartizione in 5 quote annuali. La
legge finanziaria 2002 (art. 9, commi 1 e 2, della legge 28 dicembre 2001, n.
448) ha introdotto la ripartizione in 10 quote annuali. La legge finanziaria
2003 (art. 2, comma 5, della legge 27 dicembre 2002 n. 289) aveva poi
consentito ai soggetti, proprietari o titolari di un diritto reale
sull'immobile oggetto dell'intervento edilizio, di età non inferiore a 75 e a
80 anni, la ripartizione, rispettivamente, in cinque e tre quote annuali
costanti di pari importo.
L’agevolazione per la riqualificazione energetica degli edifici consiste nel riconoscimento di detrazioni d’imposta (originariamente del 55 per cento, attualmente del 65 per cento fino al 31 dicembre 2016) delle spese sostenute, da ripartire in rate annuali di pari importo, entro un limite massimo diverso in relazione a ciascuno degli interventi previsti. Si tratta di riduzioni dell’Irpef (Imposta sul reddito delle persone fisiche) e dell’Ires (Imposta sul reddito delle società) concesse per interventi che aumentino il livello di efficienza energetica degli edifici esistenti e che riguardano, in particolare, le spese sostenute per:
§ la riduzione del fabbisogno energetico per il riscaldamento: detrazione massima 100.000 euro;
§ il miglioramento termico dell’edificio (finestre, comprensive di infissi, coibentazioni, pavimenti): detrazione massima 60.000 euro;
§ l’installazione di pannelli solari per la produzione di acqua calda: detrazione massima 60.000 euro;
§ la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale: detrazione massima 30.000 euro.
Il novero delle spese agevolabili è stato recentemente ampliato ad altre tipologie di interventi.
La norma che ha introdotto l’agevolazione è contenuta nella legge finanziaria 2007 (legge n. 296 del 2006, articolo 1, commi da 344 a 349). Successivamente la normativa in materia è stata più volte modificata con riguardo, in particolare, alle procedure da seguire per avvalersi correttamente delle agevolazioni.
L’articolo 1, comma 48, della legge n. 220 del 2010 (legge di stabilità per il 2011) ha stabilito una proroga per usufruire delle detrazioni per le spese sostenute e documentate sino al 31 dicembre 2011 o, per i soggetti con periodo d’imposta non coincidente con l’anno solare, fino al periodo d’imposta in corso alla predetta data.
L’articolo 4, comma 4, del D.L. n. 201 del 2011 ha prorogato fino al 31 dicembre 2012 la detrazione Irpef del 55 per cento delle spese di riqualificazione energetica del patrimonio edilizio. La stessa norma ha esteso la detrazione del 55 per cento anche alle spese per interventi di sostituzione di scaldacqua tradizionali con scaldacqua a pompa di calore dedicati alla produzione di acqua calda sanitaria, nel limite massimo di 30.000 euro. A decorrere dal 1° gennaio 2013 era previsto che per tutti gli interventi sopra descritti si applicasse la detrazione del 36 per cento come modificata dal nuovo articolo 16-bis del TUIR. Successivamente il D.L. n. 83 del 2012 ha prorogato l'applicazione della detrazione del 55 per cento sino al 30 giugno 2013.
Il D.L. n. 63 del 2013 (articolo 14) ha prorogato le detrazioni fiscali per interventi di efficienza energetica fino al 31 dicembre 2013 elevando la misura al 65 per cento, per le spese sostenute dal 6 giugno 2013 (data di entrata in vigore del provvedimento). Inoltre, con riferimento agli interventi di riqualificazione energetica relativi a parti comuni degli edifici condominiali o che interessino tutte le unità immobiliari del singolo condominio, la norma prevedeva l'applicazione della detrazione d'imposta del 65 per cento per le spese sostenute dall'entrata in vigore del decreto (6 giugno 2013) sino al 30 giugno 2014. Il D.L. 63/2013 ha, inoltre, previsto che l’ENEA effettui il monitoraggio e la valutazione del risparmio energetico conseguito a seguito della realizzazione degli interventi di riqualificazione energetica di edifici e degli interventi relativi a parti comuni degli edifici condominiali (articolo 14, comma 3-bis). L’attività di monitoraggio si basa sull’elaborazione delle informazioni contenute nelle richieste di detrazione per via telematica, sulla trasmissione di una relazione sui risultati degli interventi e sul costante aggiornamento del sistema di reportistica multi-anno delle dichiarazioni ai fini delle detrazioni medesime. E’ istituita, poi, presso il Gestore dei servizi energetici S.p.A. (GSE) una banca dati nazionale (art. 15-bis) in cui far confluire i flussi di dati relativi ai soggetti beneficiari di incentivi o sostegni finanziari per attività connesse ai settori dell’efficienza energetica e della produzione di energia da fonti rinnovabili.
La lettera b) del comma 139 dell’articolo unico della legge di stabilità per il 2014 ha previsto la proroga delle detrazioni fiscali per gli interventi di efficienza energetica, nella misura del 65 per cento, per le spese sostenute fino al 31 dicembre 2014. La norma prevedeva la riduzione della detrazione al 50 per cento per le spese sostenute dal 1° gennaio 2015 al 31 dicembre 2015 (abrogata dalla legge di stabilità per il 2015).
La legge di stabilità per il 2015 (legge n. 190 del 2014, articolo 1, comma 47, lettera a)), nel prorogare fino al 31 dicembre 2015 la misura della detrazione del 65 per cento per gli interventi di riqualificazione energetica, inclusi quelli relativi alle parti comuni degli edifici condominiali, ha inoltre previsto due ulteriori tipi di spese agevolabili:
§ l'acquisto e posa in opera delle schermature solari, nel limite massimo di detrazione di 60.000 euro;
§ l'acquisto e posa in opera degli impianti di climatizzazione invernale dotati di generatori di calore alimentati da biomasse combustibili, nel limite massimo di detrazione di 30.000 euro.
La legge di stabilità per il 2016 (articolo 1, comma 74, lettera a) della legge n. 208 del 2015) ha prorogato fino al 31 dicembre 2016 la misura della detrazione del 65 per cento per gli interventi di riqualificazione energetica, inclusi quelli relativi alle parti comuni degli edifici condominiali, ed ha inoltre previsto due ulteriori tipi di spese agevolabili:
§ l’acquisto, l’installazione e la messa in opera di dispositivi multimediali per il controllo a distanza degli impianti di riscaldamento, di produzione di acqua calda o di climatizzazione delle unità abitative che garantiscano un funzionamento efficiente degli impianti, nonché dotati di specifiche caratteristiche (comma 88);
§ gli interventi realizzati dal 1° gennaio al 31 dicembre 2016 dagli Istituti autonomi per le case popolari su immobili di loro proprietà adibiti ad edilizia residenziale pubblica (comma 87).
La legge di stabilità per il 2016 ha inoltre previsto per gli interventi di riqualificazione energetica di parti comuni degli edifici condominiali, le cui spese sono state sostenute nel 2016, la possibilità per i soggetti che si trovano nella no tax area (ovvero pensionati, lavoratori dipendenti e autonomi incapienti) di cedere la detrazione fiscale loro spettante ai fornitori che hanno effettuato i lavori. Le relative modalità attuative sono state definite con il provvedimento dell'Agenzia delle entrate del 22 marzo 2016: la scelta di cedere il credito deve risultare dalla delibera assembleare che approva gli interventi oppure può essere comunicata al condominio che la inoltra ai fornitori. I fornitori, a loro volta, devono comunicare al condominio l'avvenuta accettazione del credito a titolo di pagamento di parte del corrispettivo per i beni ceduti e le attività prestate; il credito potrà essere utilizzato dal soggetto cessionario, in dieci rate annuali, esclusivamente in compensazione di debiti fiscali. Per rendere efficace l'operazione, il condominio è tenuto a trasmettere entro il 31 marzo 2017 un'apposita comunicazione telematica all'Agenzia delle Entrate con il canale Entratel o Fisconline.
La legge di stabilità per l'anno 2016 ha, inoltre, previsto un credito d'imposta a favore delle persone fisiche che, al di fuori della loro attività di lavoro autonomo o di impresa, installano sistemi di videosorveglianza o allarme ovvero stipulano contratti con istituti di vigilanza per la prevenzione di attività criminali, nel limite complessivo di spesa di 15 milioni per l'anno 2016 (comma 982).
Si segnala infine la guida dell’Agenzia delle entrate sulle agevolazioni fiscali per il risparmio energetico (aggiornata a marzo 2016).
In sintesi la normativa al riguardo
prevede che:
§
la detrazione dalle imposte sui redditi
(Irpef o Ires) è pari al 55 per cento (ora al 65 per cento) delle spese
sostenute, entro il limite massimo che varia
a seconda della tipologia dell’intervento eseguito;
§
l’agevolazione non è cumulabile con altri
benefici fiscali previsti da disposizioni di legge nazionali (come, ad esempio,
la detrazione per il recupero del patrimonio edilizio);
§
non è necessario effettuare alcuna comunicazione
preventiva di inizio dei lavori all’Agenzia delle entrate;
§
i contribuenti
non titolari di reddito d’impresa devono effettuare il pagamento delle spese
sostenute mediante bonifico bancario o
postale (i titolari di reddito di impresa sono invece esonerati da tale
obbligo e possono provare la spesa con altra idonea documentazione);
§
è previsto
l’esonero dalla presentazione della certificazione energetica per la
sostituzione di finestre, per gli impianti di climatizzazione invernale e per
l’installazione di pannelli solari;
§
al momento del pagamento
del bonifico effettuato dal contribuente che intende avvalersi della
detrazione, le banche e le Poste Italiane Spa hanno l’obbligo di effettuare una
ritenuta a titolo di acconto
dell’imposta sul reddito dovuta dall’impresa che effettua i lavori; la legge di
stabilità per il 2015 ha elevato la misura della ritenuta dal 4 all’8 per cento;
§
per gli
interventi eseguiti dal 2011 è obbligatorio ripartire la detrazione in dieci rate annuali di pari importo
(per gli anni 2009 e 2010 andava ripartita in cinque rate);
§
i soggetti che
intendono avvalersi della detrazione sono tenuti ad acquisire l'asseverazione di un tecnico abilitato
che attesti la rispondenza dell'intervento ai pertinenti requisiti richiesti
dal D.M. 19 febbraio 2007 (GU 26 febbraio 2007, n. 47) ed a trasmettere, entro novanta giorni dalla
fine dei lavori, all'ENEA copia
dell'attestato di certificazione energetica, ovvero di qualificazione
energetica, nonché la scheda informativa relativa agli interventi realizzati
(di cui all’allegato E del citato D.M.).
Oltre all’esame
dei vari provvedimenti normativi che si sono succeduti nel corso degli anni e
di cui si è dato precedentemente conto, il Parlamento ha svolto un’intensa
attività di indirizzo, anche nelle precedenti legislature, in relazione alla
materia delle detrazioni fiscali per interventi di recupero edilizio e
riqualificazione energetica.
Tale attività di
indirizzo si è svolta non solo nell’ambito dell’esame degli ordini del giorno
ad alcuni dei provvedimenti succitati, ma anche nelle competenti Commissioni
parlamentari, che hanno approvato risoluzioni. Alcune di tali risoluzioni sono
peraltro intervenute nell’ambito del dibattito che ha caratterizzato negli anni
la proroga e la stabilizzazione degli incentivi, o la loro estensione a
specifici ambiti quali l’adozione di misure antisismiche, impegnando il Governo
all’adozione di norme in tal senso.
Relativamente agli
atti di indirizzo della presente legislatura, si segnala la risoluzione n. 8-00014, approvata dalle
Commissioni riunite VI (Finanze) e VIII (Ambiente) nella seduta del 26
settembre 2013, con cui le Commissioni hanno impegnato il Governo a dare
stabilità all'agevolazione fiscale del 65 per cento prevista dal decreto-legge
n. 63 del 2013, per un verso, mantenendo la differenza di 15 punti percentuali
fra la predetta agevolazione fiscale (cd. ecobonus) e quella riconosciuta per
gli ordinari interventi di ristrutturazione edilizia e, per l’altro, ampliando
i soggetti fruitori dell’agevolazione medesima. Analoghe sollecitazioni erano
contenute nella risoluzione n. 7-00003,
approvata dalla Commissione ambiente, nella seduta del 15 maggio 2013.
Le Commissioni
parlamentari hanno avuto modo di esprimere orientamenti in tal senso anche in
occasione del Documento di economia e finanza (DEF) e dei relativi allegati,
recanti lo stato di attuazione degli
impegni per la riduzione delle emissioni di gas-serra, in coerenza con
gli obblighi internazionali assunti dall'Italia in sede europea e internazionale,
e i relativi indirizzi[1] (cd. “Allegato Kyoto”). L’allegato al DEF 2016 (Doc. LVII, n. 4 – allegato III) riporta una valutazione degli scenari delle emissioni
di gas – serra con orizzonte
temporale al 2020 e include, tra le azioni “prioritarie” per il raggiungimento
degli obiettivi annuali di cui alla decisione 406/2009/CE del Parlamento
europeo e del Consiglio (cosiddetta decisione “effort sharing”), la proroga della
detrazione al 65% per interventi di riqualificazione energetica.
Parte
seconda
(a cura del
CRESME)
Nel 2015, su un valore della produzione dell’intero
settore delle costruzioni[2] stimato dal
CRESME in 163,6 miliardi di euro (erano 169 nel 2014) la spesa in interventi di
manutenzione straordinaria e ordinaria ammonterebbe a 117,9 miliardi di euro,
pari a circa il 72% del suddetto valore della produzione, mentre nel 2006, anno
di picco del ciclo immobiliare del primo decennio degli anni 2000, era pari a
circa il 55%.
Schema
2.1. - Il valore della produzione nelle costruzioni -2015 Miliardi
di euro correnti |
|
Fonte: CRESME.
La crescita dell’attività di rinnovo del
patrimonio edilizio è alimentata, da un lato, da fattori strutturali: essi sono
determinati dall’obsolescenza di materiali, componenti e sistemi dei prodotti
edilizi, che rende necessari interventi di manutenzione ordinaria e
straordinaria. Dall’altro lato, però, nel periodo di crisi economica dal 2006 a
oggi, una parte rilevante della domanda in grado di migliorare le proprie
condizioni abitative ha privilegiato, anche per ragioni di convenienza, la
ristrutturazione rispetto alla nuova costruzione. Questa crescita dell’attività
di manutenzione ordinaria e straordinaria è stata stimolata in maniera
determinante dalle misure di incentivazione, in particolare negli ultimi
quattro anni 2013-2016.
Tabella
2.1. – % dell’attività rinnovo sul valore
della produzione
delle costruzioni 2006-2015 - Valori correnti (milioni di euro) |
|||||
|
2006 |
2015 |
|||
|
Valore assoluto |
% |
Valore assoluto |
% |
Var.% 2015//2006 |
PRODUZIONE
TOTALE |
189.476 |
100,0 |
163.595 |
100,0 |
-13,7 |
RINNOVO |
104.977 |
55,4 |
117.897 |
72,1 |
12,3 |
Manutenzione ordinaria |
31.223 |
16,5 |
35.853 |
21,9 |
14,8 |
Manutenzione straordinaria |
73.754 |
38,9 |
82.044 |
50,2 |
11,2 |
di cui Residenziale |
38.179 |
20,1 |
47.856 |
29,4 |
25,3 |
NUOVA COSTRUZIONE |
83.838 |
44,2 |
41.980 |
25,7 |
-49,9 |
di cui Residenziale |
40.095 |
21,2 |
14.518 |
8,9 |
-63,8 |
Fonti Energetiche Rinnovabili |
661 |
0,3 |
3.719 |
2.2 |
462,6 |
Fonte: stime CRESME.
Come evidenziato nello schema 2.1, i 117,9 miliardi di euro stimati nel mercato del rinnovo nel 2015 sono composti da 35,9 miliardi di euro di manutenzione ordinaria e da 82 miliardi di manutenzione straordinaria, dei quali 47,9 miliardi riguardano interventi sul patrimonio residenziale. In particolare, nel periodo di crisi tra il 2006 e il 2015, gli interventi in manutenzione straordinaria del patrimonio residenziale sono cresciuti dal 25,3%, passando da 38 a circa 48 miliardi di euro, mentre gli investimenti in nuova edilizia residenziale sono diminuiti del 63,8% passando da poco più di 40 miliardi di euro a 14,5 miliardi .
L’analisi degli investimenti nel settore residenziale a valori deflazionati, in un arco di tempo che va dal 1982 al 2015 (Grafico 2.1), mostra la forte differenziazione tra la dinamica degli investimenti in nuove costruzioni e quella degli investimenti in manutenzione straordinaria relativamente ai picchi nelle diverse fasi cicliche (il grafico evidenzia l’eccezionalità della crisi degli investimenti in nuova edilizia residenziale). Per quanto riguarda l’attività di rinnovo, dopo una fase di crescita negli anni novanta e di stabilizzazione negli anni 2000 si registra l’avvio di una nuova accelerazione dal 2013, in corrispondenza con il potenziamento degli incentivi fiscali per la ristrutturazione edilizia e la riqualificazione energetica.
Grafico 2.1. – Investimenti in edilizia
residenziale 1982 – 2015 Milioni di euro a prezzi 2005 |
|
Fonte: stime CRESME.
La crescita
dell’attività di recupero del patrimonio esistente grazie alle misure di
incentivazione è documentata sino al 2014 anche dalle recenti rilevazioni di
ENEA in base alle quali, dall’avvio nel 2007 al 2014, sono state trasmesse più
di 2,5 milioni di richieste di detrazione fiscale del 55/65% per la
riqualificazione energetica del patrimonio edilizio esistente [3].
Sulla base delle stime
elaborate, l’ammontare complessivo degli investimenti attivati dagli incentivi
fiscali ammonterebbe a 237 miliardi di euro nei diciannove anni dal 1998 al
2016. Si tratta di un dato significativo per il settore delle costruzioni e per
lo stock immobiliare in Italia se si osserva l’andamento negli anni del peso
degli interventi agevolati sul totale della spesa in rinnovo residenziale (la
destinazione d’uso prevalentemente consentita): dal 13% nei primi anni di
attivazione al 60% nel 2013, nel 2014 e 2016 (per quest’ultimo anno si tratta
di una proiezione, come si specifica meglio in seguito).
Tabella 3.1. Investimenti in rinnovo
complessivi e incentivati |
||||||
|
||||||
|
Investimenti
privati in rinnovo edilizio (valori correnti) |
|
Investimenti
veicolati dagli incentivi fiscali (valori correnti) |
|||
|
totale edifici |
di cui in
edifici residenziali |
|
Totale |
% su totale
rinnovo |
% su rinnovo residenziale |
|
(milioni €) |
(milioni €) |
|
(milioni €) |
% |
% |
|
|
|
|
|
|
|
1998 |
39.961 |
26.222 |
|
3.385 |
8,5% |
12,9% |
1999 |
42.998 |
28.801 |
|
3.590 |
8,3% |
12,5% |
2000 |
47.416 |
31.940 |
|
4.392 |
9,3% |
13,7% |
2001 |
48.847 |
32.669 |
|
5.119 |
10,5% |
15,7% |
2002 |
49.084 |
32.819 |
|
5.750 |
11,7% |
17,5% |
2003 |
49.506 |
33.415 |
|
5.666 |
11,4% |
17,0% |
2004 |
51.164 |
34.691 |
|
4.888 |
9,6% |
14,1% |
2005 |
52.944 |
36.091 |
|
6.848 |
12,9% |
19,0% |
2006 |
55.820 |
38.179 |
|
6.313 |
11,3% |
16,5% |
2007 |
58.609 |
40.066 |
|
9.391 |
16,0% |
23,4% |
2008 |
59.540 |
40.700 |
|
10.865 |
18,2% |
26,7% |
2009 |
58.758 |
41.201 |
|
10.633 |
18,1% |
25,8% |
2010 |
60.991 |
43.372 |
|
13.416 |
22,0% |
30,9% |
2011 |
63.836 |
45.466 |
|
16.716 |
26,2% |
36,8% |
2012 |
61.978 |
43.896 |
|
19.209 |
31,0% |
43,8% |
2013 |
64.591 |
45.955 |
|
27.957 |
43,3% |
60,8% |
2014 |
66.626 |
47.450 |
|
28.457 |
42,7% |
60,0% |
2015 |
67.651 |
48.021 |
|
25.147 |
37,2% |
52,4% |
2016* |
68.869 |
48.967 |
|
29.241 |
42,5% |
59,7% |
TOTALE |
1.069.189 |
739.921 |
|
236.980 |
22,16% |
32,03% |
Fonte: Elaborazione CRESME su
dati del Ministero dell’economia. (*) Stima basata sulla proiezione dei dati del primi sette mesi del 2016 sull’
intero anno.
L’aggiornamento delle stime sulla base dei nuovi
dati evidenzia il raggiungimento nel 2014 dell’importo più elevato degli
investimenti veicolati dalle misure di incentivazione dal 1998, pari a 28,5
miliardi di euro, e un contenimento nel 2015 con 25,15 miliardi di euro. Nelle
proiezioni, il dato relativo al 2016, basato sulle rilevazioni dei primi sette mesi
dell’anno, sembra far registrare di nuovo un incremento che si tradurrebbe in
investimenti pari a oltre 29 miliardi di euro. Nel caso in cui gli esiti della
proiezione (basati sui primi sette mesi dell’anno) fossero confermati, il 2016
sarebbe pertanto l’anno con il maggior numero di investimenti veicolati dalle
agevolazioni fiscali nel comparto della riqualificazione.
Ai fini di una valutazione complessiva
dell’impatto delle misure di incentivazione nel periodo monitorato, l’andamento
dei dati può essere ricondotto a tre fasi:
-
una prima fase, dal 1998 al 2006, caratterizzata
dall’avvio dei meccanismi di incentivazione e da una quota sugli investimenti
in rinnovo residenziale sempre inferiore al 20%. Sono gli anni in cui
l’aliquota delle somme in detrazione oscilla fra il 41% e il 36%. Ma
soprattutto sono gli anni di espansione delle compravendite nel mercato
immobiliare e di forte sviluppo della nuova edilizia in cui una quota rilevante
delle risorse delle famiglie viene assorbita dai mutui ipotecari. A valori reali
(depurati dalle variazioni dei prezzi), la spesa totale in riqualificazione
cresce ad un ritmo medio annuo dell’1,8%, la spesa veicolata dagli incentivi
aumenta con un tasso medio del 6%;
-
una seconda fase, dal 2007 al 2011 in cui i gli
interventi attivati dagli incentivi incidono fra il 20 e il 37% sugli
investimenti in rinnovo residenziale. Nel 2007 le agevolazioni per interventi
di efficienza energetica, con aliquota al 55%, si aggiungono ai vantaggi
fiscali per il recupero edilizio (con aliquota ferma al 36%). Si tratta di una
fase di profonda crisi economica, con pesanti effetti sul mercato immobiliare.
La spesa complessiva in riqualificazione residenziale aumenta, in termini
reali, ad un ritmo medio annuo dello 0,5%; la spesa veicolata dagli incentivi
cresce ad un tasso del 18,9% fino a rappresentare il 36,8% degli investimenti
in riqualificazione nel 2011;
-
la terza fase, dal 2012 ad oggi, è caratterizzata da un
importante incremento degli interventi incentivati, sia in termini assoluti
(sempre sopra i 25 miliardi di euro eccetto il 2012), sia in termini relativi:
la quota di lavori incentivati aumenta fino a superare il 60% nel 2013 e nel
2014. La variazione media annua, a prezzi costanti, della spesa complessiva in
riqualificazione residenziale è dell’1%, quella incentivata del 12,9%. Si
tratta di una fase, di estrema debolezza economica, in cui aumentano i vantaggi
fiscali degli incentivi: dal 36 al 50% per il recupero edilizio nel giugno 2012
(da agosto 2013 il 65% per l’adozione di misure antisismiche) e dal 55 al 65%
nel mese di giugno 2013 per interventi di efficienza energetica.
L’aggiornamento
dell’analisi tiene conto di quanto riportato nelle precedenti edizioni del
presente documento[4] ed è basato sui criteri descritti
nell’appendice metodologica.
Tabella 3.2. Investimenti in rinnovo incentivati per tipologia di
intervento |
||||||
|
Recupero
edilizio (41%-36%-50%/65%) |
Riqualificazione
energetica (55%-65%) |
||||
|
domande
presentate |
importi
complessivi |
importi
detraibili |
domande
presentate |
importi
complessivi |
importi
detraibili |
|
(n°) |
(milioni €) |
(milioni €) |
(n°) |
(milioni €) |
(milioni €) |
1998 |
240.413 |
3.385 |
1.388 |
|
|
|
1999 |
254.989 |
3.590 |
1.472 |
|
|
|
2000 |
273.909 |
4.392 |
1.581 |
|
|
|
2001 |
319.249 |
5.119 |
1.843 |
|
|
|
2002 |
358.647 |
5.750 |
2.070 |
|
|
|
2003 |
313.537 |
5.666 |
2.040 |
|
|
|
2004 |
349.272 |
4.888 |
1.760 |
|
|
|
2005 |
342.396 |
6.848 |
2.465 |
|
|
|
2006 |
371.084 |
6.313 |
2.588 |
|
|
|
2007 |
402.811 |
7.938 |
2.858 |
106.000 |
1.453 |
799 |
2008 |
391.688 |
7.365 |
2.651 |
247.800 |
3.500 |
1.925 |
2009 |
447.728 |
8.070 |
2.905 |
236.700 |
2.563 |
1.410 |
2010 |
494.006 |
8.808 |
3.171 |
405.600 |
4.608 |
2.534 |
2011 * |
779.400 |
13.408 |
5.184 |
280.700 |
3.309 |
1.820 |
2012 * |
883.600 |
16.325 |
7.248 |
265.380 |
2.883 |
1.586 |
2013 * |
1.317.627 |
24.345 |
12.172 |
335.961 |
3.612 |
2.203 |
2014 * |
1.366.416 |
25.246 |
12.623 |
299.795 |
3.211 |
2.087 |
2015 * |
1.195.438 |
22.087 |
11.043 |
285.764 |
3.060 |
1.989 |
2016 ** |
1.392.705 |
25.732 |
12.866 |
327.655 |
3.509 |
2.281 |
TOTALE |
11.494.914 |
205.272 |
89.928 |
2.791.355 |
31.708 |
18.634 |
TOTALE 2011 -
2016 |
6.935.185 |
127.143 |
61.136 |
1.795.255 |
19.584 |
11.966 |
Fonte: elaborazioni e stime CRESME.
* Per la definizione delle stime si veda
l’Appendice metodologica.
** Previsione CRESME; per la definizione della metodologia
di previsione si veda l’Appendice
metodologica.
Le stime e le
valutazioni per il periodo 2011-2015, sono
state elaborate sulla base delle informazioni contenute nei Bollettini –
Entrate Tributarie del Dipartimento delle Finanze. Già dalla precedente
edizione, tali informazioni avevano determinato una significativa rivalutazione
dei dati indicati nei documenti antecedenti al 2015.
Nella tabella 3.2.
è riportata la specificazione degli importi detraibili e del numero di domande
presentate relativamente alle detrazioni per le spese di recupero edilizio e
per gli interventi di riqualificazione energetica. I dati sulla
riqualificazione energetica utilizzati sono quelli forniti da ENEA fino al 2014,
stimati dal CRESME per il 2015 e per il 2016, sia in termini di numero delle
domande, sia in termini di importi dei lavori per i quali sono stati richiesti
gli incentivi.
Dal 2011 al 2016
due dinamiche sostanzialmente diverse contraddistinguono gli andamenti degli
interventi agevolati nel recupero edilizio e di quelli per l’efficienza
energetica. Nella prima si registra una crescita progressiva (eccettuato il
rallentamento del 2015) degli importi di spesa: da 13,4 miliardi di euro nel
2011 a 25,7 miliardi di euro stimati per il 2016. Nel medesimo periodo la spesa
per il risparmio energetico si assesta stabilmente fra i 3 e i 3,6 miliardi, ad
eccezione del 2012 (2,9 miliardi) quando la maggiorazione dell’aliquota
detraibile per il recupero edilizio è aumentata dal 36 al 50% divenendo così
“concorrenziale” rispetto al 55%.
Nel 2015 i 25.147
milioni di euro di investimenti veicolati dagli incentivi sono riconducibili a
3.060 milioni di euro di interventi di riqualificazione energetica e a 22.087
milioni di euro di lavori di recupero edilizio. Si stima che siano state
presentate circa 286.000 domande per beneficiare degli incentivi per la
riqualificazione energetica e quasi 1,2 milioni per gli interventi di recupero
edilizio.
Tabella
3.3 - Richieste di detrazione pervenute per tipologia di intervento, anni 2007-2014 |
|
|||||||||
|
Tipologia intervento |
2007 |
2008 |
2009 |
2010 |
2011 |
2012 |
2013 |
2014 |
|
|
Riqualificazione globale |
3.180 |
5.700 |
5.600 |
1.917 |
1.450 |
3.579 |
3.566 |
3.500 |
|
|
Coibentazioni superfici opache e
sostituzione infissi |
39.220 |
112.600 |
127.800 |
226.720 |
170.400 |
135.283 |
244.421 |
214.863 |
|
|
Sostituzione scaldabagni elettrici |
20.140 |
37.100 |
35.300 |
47.106 |
29.350 |
33.801 |
26.851 |
18.410 |
|
|
Impianti di riscaldamento efficienti |
27.560 |
57.700 |
68.000 |
129.883 |
79.500 |
72.571 |
81.123 |
63.022 |
|
|
Selezione multipla |
15.900 |
34.700 |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
|
|
TOTALE |
106.000 |
247.800 |
236.700 |
405.626 |
280.700 |
245.234 |
355.961 |
299.795 |
|
Fonte: ENEA.
Dal 2007 al 2014 sono state trasmesse all’ENEA più
di 2,5 milioni di richieste di detrazione fiscale per interventi di
riqualificazione energetica, che – a seconda delle diverse tipologie di
intervento previste - hanno contributo a un risparmio di circa 1,02 Mtep in termini di energia. Nel
2014, gli interventi realizzati sono stati circa 300.000 per un totale di oltre
3,2 miliardi di euro di investimenti attivati, a fronte dei quali è stato
conseguito un risparmio complessivo di circa 0,117 Mtep/anno di energia
primaria, equivalenti a poco più di 0,112 Mtep di energia finale[5].
La stima dei lavori incentivati nel 2016 è
stata effettuata applicando ai mesi da stimare (agosto – dicembre) il tasso
medio di variazione 2016/2015 riscontrato nel periodo febbraio – luglio 2016
(+7,4%), con riguardo alle ritenute sui bonifici disposti attraverso gli
istituti di credito e Banco Posta per il pagamento degli interventi di recupero
edilizio e riqualificazione energetica. In tale quadro, si ricorda che la
ritenuta operata dal sistema bancario sui pagamenti dei lavori, che intendono
beneficiare degli incentivi, è passata dal 4% del 2014 all’8% dal 1° gennaio
2015. E’ per tale motivo che si è optato, nell’individuazione del tasso di
variazione da applicare al periodo agosto - dicembre 2016, per l’esclusione
della variazione del mese di gennaio che risulta condizionata dal passaggio nel
gennaio 2015 alla ritenuta ad aliquota raddoppiata.
TABELLA 3.4. ritenuta operata all’atto
dell’accredito dei pagamenti relativi a bonifici disposti per beneficiare di
oneri deducibili e detrazioni di imposta, art.25. d.l. n.78/2010 |
|||||||||
|
Valori
assoluti in milioni di euro |
Var.% |
|||||||
|
2012 |
2013 |
2014 |
2015 |
2016 * |
2013/ 2012 |
2014/ 2013 |
2015/ 2014 |
2016/ 2015 |
Gennaio |
94,2 |
101,2 |
180,0 |
156,0 |
308,0 |
7,5 |
77,8 |
-13,3 |
97,4 |
Febbraio |
35,3 |
48,0 |
50,0 |
81,0 |
84,0 |
36,0 |
4,2 |
62,0 |
3,7 |
Marzo |
30,4 |
46,7 |
49,0 |
98,0 |
109,0 |
53,5 |
5,0 |
100,0 |
11,2 |
Aprile |
37,0 |
55,5 |
57,0 |
119,0 |
125,0 |
50,3 |
2,6 |
108,8 |
5,0 |
Maggio |
36,3 |
61,2 |
60,0 |
121,0 |
125,0 |
68,6 |
-2,0 |
101,7 |
3,3 |
Giugno |
46,0 |
81,9 |
68,0 |
131,0 |
154,0 |
78,1 |
-17,0 |
92,6 |
17,6 |
Luglio |
46,5 |
86,4 |
72,0 |
150,0 |
155,0 |
86,0 |
-16,7 |
108,3 |
3,3 |
Agosto |
67,2 |
107,8 |
94,0 |
187,0 |
|
60,4 |
-12,8 |
98,9 |
|
Settembre |
49,7 |
68,5 |
60,0 |
119,0 |
|
38,0 |
-12,4 |
98,3 |
|
Ottobre |
50,1 |
73,0 |
71,0 |
140,0 |
|
45,7 |
-2,7 |
97,2 |
|
Novembre |
72,6 |
100,0 |
90,0 |
171,0 |
|
37,8 |
-10,0 |
90,0 |
|
Dicembre |
69,7 |
92,0 |
82,0 |
176,0 |
|
32,0 |
-10,9 |
114,6 |
|
Totale annuo |
634,8 |
922,3 |
933,0 |
1.649,0 |
|
45,3 |
1,2 |
76,7 |
|
Gennaio-Luglio |
325,6 |
481,0 |
536,0 |
856,0 |
1.060,0 |
47,7 |
11,4 |
59,7 |
23,8 |
Fonte: Elaborazione CRESME su
dati del Ministero dell’economia e delle Finanze.
Sulla base della metodologia applicata, la
variazione del 2016 rispetto al 2015 è stimata pari al +16,3%. Si consideri che
la crescita delle ritenute d’acconto del periodo gennaio-luglio 2016, rispetto
al medesimo periodo 2015, è stata del 23,8%, grazie soprattutto all’eccezionale
incremento del mese di gennaio (+97,4%).
TABELLA
3.5. Stima della spesa sulla base della ritenuta operata all’atto
dell’accredito dei pagamenti relativi a bonifici disposti per beneficiare di
oneri deducibili e detrazioni di imposta, art.25. dl n.78/2010 (recupero
edilizio, riqualificazione energetica, acquisto mobili) |
|||||||||
|
Valori assoluti in milioni di euro |
Var.% |
|||||||
|
2012 |
2013 |
2014 |
2015 |
2016 * |
2013/ 2012 |
2014/ 2013 |
2015/ 2014 |
2016*/ 2015 |
Gennaio |
2.843,5 |
3.055,3 |
5.490,0 |
2.379,0 |
4.697,0 |
7,4 |
79,7 |
-56,7 |
97,4 |
Febbraio |
1.058,8 |
1.452,0 |
1.525,0 |
1.235,3 |
1.281,0 |
37,1 |
5,0 |
-19,0 |
3,7 |
Marzo |
937,8 |
1.421,8 |
1.494,5 |
1.494,5 |
1.662,3 |
51,6 |
5,1 |
0,0 |
11,2 |
Aprile |
1.119,3 |
1.663,8 |
1.738,5 |
1.814,8 |
1.906,3 |
48,6 |
4,5 |
4,4 |
5,0 |
Maggio |
1.089,0 |
1.875,5 |
1.830,0 |
1.845,3 |
1.906,3 |
72,2 |
-2,4 |
0,8 |
3,3 |
Giugno |
1.391,5 |
2.480,5 |
2.074,0 |
1.997,8 |
2.348,5 |
78,3 |
-16,4 |
-3,7 |
17,6 |
Luglio |
1.421,8 |
2.601,5 |
2.196,0 |
2.287,5 |
2.363,8 |
83,0 |
-15,6 |
4,2 |
3,3 |
Agosto |
2.026,8 |
3.267,0 |
2.867,0 |
2.851,8 |
|
61,2 |
-12,2 |
-0,5 |
|
Settembre |
1.482,3 |
2.057,0 |
1.830,0 |
1.814,8 |
|
38,8 |
-11,0 |
-0,8 |
|
Ottobre |
1.542,8 |
2.226,5 |
2.165,5 |
2.135,0 |
|
44,3 |
-2,7 |
-1,4 |
|
Novembre |
2.178,0 |
3.050,0 |
2.745,0 |
2.607,8 |
|
40,0 |
-10,0 |
-5,0 |
|
Dicembre |
2.117,5 |
2.806,0 |
2.501,0 |
2.684,0 |
|
32,5 |
-10,9 |
7,3 |
|
Totale annuo |
19.209,1 |
27.956,9 |
28.456,5 |
25.147,3 |
|
45,5 |
1,8 |
-11,6 |
|
Gennaio-Luglio |
9.861,7 |
14.550,4 |
16.348,0 |
13.054,0 |
16.165,0 |
47,5 |
12,4 |
-20,1 |
23,8 |
Fonte: Elaborazione CRESME su
dati del Ministero dell’economia e delle Finanze.
L’analisi dell’andamento della spesa mensile per investimenti e quella annuale dal 2010 al 2016 (grafico 3.1) evidenzia gli effetti di innalzamento dei benefici fiscali in termini di vantaggi che ha comportato il passaggio dal 36% al 50% prima, e dal 55% al 65% nell’anno successivo (oltre all’introduzione del 65% per le misure antisismiche e all’ampliamento all’edilizia residenziale pubblica delle agevolazioni per l’efficienza energetica).
Grafico 3.1 – TOTALE LAVORI INCENTIVATI 2010 – 2016- Spese mensili e
annuali |
|
Fonte: Elaborazione CRESME su dati del Ministero dell’economia e delle
Finanze.
Anche la stima dell’impatto occupazionale è elaborata sulla base della metodologia utilizzata nelle precedenti edizioni del documento che, partendo dai dati e dalle considerazioni contenuti nella Relazione del 2008 dell’allora Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici, ora Autorità nazionale anticorruzione, applica le stime del costo medio annuo dell’occupazione diretta e indiretta attivata da un miliardo di euro di lavori pubblici alle stime degli investimenti veicolati attraverso gli incentivi fiscali al recupero edilizio e alla riqualificazione energetica.
Secondo questa metodologia, le stime degli investimenti attivati attraverso gli incentivi nel periodo 2011-2016 avrebbero generato un assorbimento di 1.460.223 occupati diretti, corrispondenti a una media annua nel periodo di oltre 243.000 occupati. La media annua degli occupati, considerando anche gli occupati indiretti, sarebbe pari a circa 365.000 occupati.
Tabella 4.1. - Investimenti in rinnovo
incentivati totali- recupero edilizio e riqualificazione energetica (valori correnti) |
|||||
|
Totale
investimenti attivati (Mln €) |
Occupati
diretti |
Occupati
totali Diretti+indotto |
||
|
TOTALI |
di cui lavori |
di cui iva |
|
|
2011 |
16.716 |
15.136 |
1.581 |
166.361 |
249.541 |
2012 |
19.209 |
17.385 |
1.823 |
191.166 |
286.749 |
2013 |
27.957 |
25.302 |
2.654 |
278.226 |
417.340 |
2014 |
28.457 |
25.745 |
2.712 |
283.200 |
424.800 |
2015 |
25.147 |
22.751 |
2.396 |
250.266 |
375.399 |
2016 |
29.241 |
26.454 |
2.786 |
291.003 |
436.505 |
Totale 2011-2016 |
146.726 |
132.774 |
13.952 |
1.460.223 |
2.190.334 |
Media annua
2011-16 |
24.454 |
22.129 |
2.325 |
243.370 |
365.056 |
Fonte: elaborazioni e stime CRESME.
Si tratta di un dato importante se si considera che tra il 2008 e il primo trimestre del 2016 il settore delle costruzioni ha registrato una perdita significativa di occupati pari a 501.000 unità. Tale dato è ancor più rilevante se si considera che il totale delle attività economiche, nello stesso periodo, registra un decremento di 520.000 addetti. Nel periodo 2011-2016, la crisi delle costruzioni diventa ancora più evidente in rapporto agli altri settori: si registra una riduzione di 100.000 occupati nell’industria e di ben 351.000 occupati nelle costruzioni, mentre nell’agricoltura si recuperano 24.000 occupati e i servizi registrano una crescita occupazionale di 383.000 unità. Si consideri, inoltre, che nello stesso periodo 2011-2016 il valore degli investimenti incentivati è stato pari al 52,4% del totale del mercato.
Tabella 4.2. - Occupati per
settore di attività economica -(valori espressi in migliaia) |
|||||
|
AGRICOLTURA |
INDUSTRIA |
COSTRUZIONI |
SERVIZI |
TOTALE
ECONOMIA |
2008 |
853 |
4.921 |
1.946 |
15.358 |
23.078 |
2009 |
839 |
4.727 |
1.921 |
15.229 |
22.715 |
2010 |
849 |
4.560 |
1.888 |
15.237 |
22.533 |
2011 |
835 |
4.595 |
1.795 |
15.376 |
22.602 |
2012 |
830 |
4.514 |
1.690 |
15.508 |
22.542 |
2013 |
798 |
4.456 |
1.554 |
15.395 |
22.202 |
2014 |
810 |
4.509 |
1.494 |
15.470 |
22.283 |
2015 |
844 |
4.508 |
1.468 |
15.647 |
22.467 |
I tr. 2015 |
830 |
4.486 |
1.481 |
15.543 |
22.341 |
I tr. 2016 |
859 |
4.496 |
1.445 |
15.759 |
22.558 |
2008-I tr 2016 |
6 |
-425 |
-501 |
401 |
-520 |
2011-I tr 2016 |
24 |
-100 |
-351 |
383 |
-44 |
Fonte: elaborazioni CRESME su dati ISTAT –
Rilevazione sulle forze di lavoro.
TABELLA 4.3. Investimenti in rinnovo complessivi e incentivati (valori correnti) |
|||||
|
Investimenti
in rinnovo edilizio |
Investimenti
veicolati dagli incentivi fiscali |
|||
|
Totale edifici (milioni €) |
di cui edilizia RESIDENZIALE (milioni €) |
Variazione % |
Totale (milioni €) |
% su rinnovo RESIDENZIALE |
2011 |
63.836 |
45.466 |
4,8% |
16.716 |
36,8% |
2012 |
61.978 |
43.896 |
-3,5% |
19.209 |
43,8% |
2013 |
64.591 |
45.955 |
4,7% |
27.957 |
60,8% |
2014 |
66.626 |
47.450 |
3,3% |
28.457 |
60,0% |
2015 |
67.651 |
48.021 |
1,2% |
25.147 |
52,4% |
2016 |
68.869 |
48.967 |
2,0% |
29.241 |
59,7% |
TOTALE |
393.550 |
279.755 |
- |
146.726 |
52,4% |
Fonte: elaborazioni e stime CRESME.
Le tabelle, i grafici e gli schemi contenuti nel presente paragrafo sono realizzati sulla base del principio di competenza e non quello di cassa.
Lo schema 5.1. reca una stima del possibile impatto economico-finanziario delle misure di incentivazione fiscale per il recupero edilizio e la riqualificazione energetica considerando l’intero periodo di operatività degli incentivi (1998-2016) e l’intero periodo di detrazione susseguente.
SCHEMA 5.1. STIMA DELL’IMPATTO
ECONOMICO-FINANZIARIO PER IL PERIODO 1998 – 2026- INVESTIMENTI 1998-2016 |
|
Fonte: CRESME.
Come descritto nella nota metodologica, questa prima stima non contiene alcune altre voci che potrebbero essere prese in esame quali, a titolo di esempio: la diminuzione del gettito da imposte sulle bollette energetiche (causato dal risparmio di energia derivante dagli interventi di efficientamento); la quota di gettito per lo Stato derivante dai consumi e dagli investimenti mobilitati dai redditi aggiuntivi dei nuovi occupati (ricavata dalla Matrice di contabilità sociale[6]); gli introiti catastali; ecc. Queste voci sono invece in gran parte considerate nel grafico 5.3.
La valutazione
dell’impatto economico è effettuata sulla spesa sostenuta stimata per gli anni
1998-2016, utilizzando il procedimento di stima per l’intera durata degli incentivi
fiscali in termini di defiscalizzazione, vale a dire dal 1998 al 2026. Sulla
base di tale modello di analisi, sintetizzato nello Schema 5.1., emerge che:
-
le agevolazioni sono state utilizzate da quasi 14,3 milioni di abitanti;
-
l’ammontare di investimenti attivati nel periodo 1998-2016 è pari a 237
miliardi di euro;
-
il costo per lo Stato, dovuto ai minori introiti conseguenti agli
incentivi, ammonterebbe a 108,7 miliardi di euro;
-
il gettito fiscale e contributivo in base alla legislazione fiscale
vigente, sarebbe pari a 89,8 miliardi di euro;
-
il saldo totale sarebbe negativo per 18,9 miliardi di euro, pari a poco
meno di 1 miliardo di euro medio annuo.
Grafico 5.2 - Totale incentivi al rinnovo edilizio 1998 – 2016- conto
delle entrate e delle uscite di competenza. milioni di euro attualizzati al
2016 |
|
Fonte: Cresme.
Considerando però che lo Stato incassa i
proventi spettanti nell’anno di esecuzione dei lavori, e distribuisce la maturazione
dell’incentivo nell’arco di tempo di dieci anni (Grafico 5.2.), l’introduzione
nella riflessione di elementi di natura finanziaria ed attuariale basati sull’attualizzazione dei valori
precedentemente esposti modificherebbe il saldo in positivo o neutro.
Attualizzando i valori per il periodo in
esame, infatti, si evince come la politica di incentivazione edilizia e
energetica abbia generato per lo Stato una plusvalenza di 0,3 miliardi di euro
(Grafico 5.3.).
Grafico 5.3. - Stima dell’impatto degli investimenti 1998-2016 -
milioni di euro attualizzati al 2016 (escluse matrice di contabilità sociale
e minori imposte energia) |
|
Fonte: CRESME.
Come accennato, sono possibili ulteriori stime dell’impatto economico-finanziario degli incentivi all’attività di recupero edilizio e efficienza energetica. Ciò sempre utilizzando i valori attualizzati al 2016 come nella stima precedente ma considerando, in termini di gettito, non solo l’IVA, l’IRPEF, l’IRAP e gli oneri sociali, ma anche l’impatto che gli investimenti potrebbero generare in termini di matrice di contabilità sociale (vedi appendice metodologica) e, riguardo alle uscite, non solo il minor gettito dell’IRPEF, ma anche il minor gettito sui consumi energetici derivanti dal relativo risparmio generato dagli incentivi per la riqualificazione energetica. Sulla base di tali ulteriori variabili, positive e negative, il saldo risulterebbe positivo per quasi 9,0 miliardi di euro[7].
Grafico 5.4. - Stima dell’impatto degli
investimenti 1998-2016 - milioni di euro attualizzati al 2016 (comprese
matrice di contabilità sociale e minori imposte energia) |
|
Fonte: CRESME.
Sulla base dei flussi economici derivanti dallo scenario delineato è possibile inoltre valutare l’impatto sul Sistema Paese, attraverso una analisi che prenda in considerazione l’azione svolta dagli “attori” che hanno un ruolo nel sistema in cui si inseriscono le due agevolazioni fiscali prese in considerazione.
E’ un risultato che deriva dalla somma algebrica dei risultati economici:
In sintesi, nel quadro degli investimenti effettuati con gli incentivi fiscali per il recupero edilizio e per la riqualificazione energetica nel periodo 1998-2016, il saldo per il sistema economico del Paese risulterebbe positivo per oltre 18,4 miliardi di euro. Nella stima dell’impatto delle detrazioni andrebbero considerati ulteriori aspetti importanti, che allo stato attuale appare complesso quantificare, quali la valorizzazione del patrimonio immobiliare, in termini di decoro, prestazioni funzionali e prevenzione dei rischi sismici.
Grafico 5.5 - IMPATTO SUL SISTEMA PAESE INVESTIMENTI 1998-2015 -MILIONI DI EURO
ATTUALIZZATI AL 2016 |
|
Fonte: Cresme.
Gli investimenti
complessivi nell’attività di riqualificazione provengono dal sistema
informativo del CRESME. Essi sono misurati sia dal lato dell’offerta che da
quello della domanda, attraverso una vasta serie di indicatori di fonte
istituzionale (ISTAT, Ministeri vari, Enea, Banca d’Italia, ecc.) ed elaborati
tramite una serie di indagini (indagini campionarie sulle famiglie e sulle
imprese, indagini presso rivenditori e produttori di materiali edili,
monitoraggi delle vendite di materiali edili, ecc…) analizzati e opportunamente
inseriti in un modello complesso e articolato di stima.
La stima della spesa in
interventi incentivati al “55%” è resa possibile, fino al 2014, dalle
statistiche effettuate da Enea sul ricorso a tale bonus. E’ stata poi
effettuata una verifica di congruità con i dati del Dipartimento delle finanze
riguardanti gli importi in detrazione. Questi ultimi sono stati impiegati per
la stima del mancato gettito per lo Stato.
La stima spesa in
interventi incentivati al “36%, 41% e 50%” per il periodo 2011 – 2013 e 2014 - giugno
2016 è originata dai dati forniti dal Ministero dell’Economia e delle
Finanze in risposta all’interrogazione a risposta immediata n. 5-01525, svolta presso
Nella medesima risposta si
precisa che i dati relativi al 2012 e al 2013 (quest’ultimo aggiornato con i
versamenti effettuati fino al mese di ottobre) sono stati stimati sulla base di
quanto indicato nel modello F24 relativamente alle ritenute operate da banche e
Poste italiane Spa, all’atto dell’accredito dei pagamenti effettuati tramite
bonifici disposti per beneficiare delle citate agevolazioni.
Come detto, il Ministero
dell’Economia e delle Finanze diffonde con periodicità mensile attraverso il
Bollettino delle Entrate i dati (ad oggi aggiornati a luglio 2016) che
consentono di calcolare la spesa per interventi di riqualificazione
attraverso le ritenute che gli istituti
di credito (Banche e Poste) devono applicare a titolo di acconto sui bonifici
per beneficiare di oneri deducibili o detrazioni fiscali di imposta in base
all’articolo 25 del D.L. n. 78/2010 . Dal 1° luglio 2010, infatti, le banche e
le Poste hanno dovuto applicare la ritenuta del 10% (da luglio 2011 portata al
4%), su tutti i bonifici in entrata (al momento dell’accredito sul conto del
beneficiario) per le diverse attività incentivate: ristrutturazioni edilizie,
riqualificazioni energetiche e - da giugno 2013 - anche acquisto di
mobili. La circolare ADE 40/E del luglio
2010 chiarisce che la ritenuta sui bonifici va effettuata sull’importo al netto
dell’IVA e che l’IVA da applicare è quella ordinaria (20% nel 2010 e successive
modifiche) poiché gli istituti di credito non conoscono l’importo dell’IVA e le
aliquote applicate e applicabili sugli importi dei lavori possono essere del
10% o del 22%. Al momento della stesura di questo documento, dal mese di luglio
2010 al mese di luglio 2016 sono disponibili gli importi delle ritenute
d’acconto effettuate dagli istituti di credito e versate nelle casse dello
Stato. Nel periodo in cui sono state applicate le ritenute, tuttavia, si sono
verificate diverse variazioni nelle aliquote IVA e nell’aliquota di ritenuta da
applicare: l’IVA è passata dal 20% al 21% (a partire da settembre 2011) e
successivamente al 22% (da ottobre 2013); le ritenute sono state ridotte dal
10%, del periodo luglio 2010 - giugno 2011, al 4% a partire dal mese di luglio
2011 sino al dicembre 2014, all’8% dal gennaio 2015 fino a tutt’oggi.
L’evoluzione
dell’iva sui lavori e ritenute operate dagli istituti di credito |
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|
Iva |
Ritenuta |
Luglio
2010 |
20% |
10% |
Luglio
2011 |
20% |
4% |
Settembre
2011 |
21% |
4% |
Ottobre
2013 |
22% |
4% |
Gennaio
2015 |
22% |
8% |
Fonte: Cresme
L’IVA assume una importante connotazione poiché, oltre
a quanto rilevato per la stima della spesa (in cui è convenzionalmente ritenuta
pari al 22% - aliquota ordinaria) da parte degli istituti di credito deputati
alla determinazione e al versamento delle ritenute, si generano difficoltà di
stima sull’applicazione dell’aliquota IVA agevolata per gli interventi di
manutenzione e ristrutturazione determinata pari al 10%.
Poiché l’aliquota agevolata è soggetta ad alcune
limitazioni (non ammissibile per le parcelle dei professionisti quali geometri,
architetti, ingegneri o periti; ammissibile fino a concorrenza dell’importo
della manodopera in caso di cessione di “beni significativi” quali ascensori,
caldaie, infissi, sanitari, rubinetti, ecc; non ammissibile in caso di acquisto
dei beni da parte del committente, ecc.) si pone il problema di individuare
l’aliquota più corretta nella costruzione del modello di valutazione degli incentivi
fiscali all’edilizia. Se per i progettisti e gli altri professionisti, una
volta individuata la quota di investimenti di loro competenza, è applicata
l’aliquota ordinaria pari al 22%, nel caso degli importi relativi ai lavori
effettuati, si pongono le problematiche sopra esposte.
Attualmente il modello è basato sull’applicazione
indifferenziata dell’aliquota al 10% presumendo che i lavori siano in gran
parte effettuati con incidenza della manodopera superiore ai materiali in
particolare per le ristrutturazioni ma anche per la riqualificazione
energetica. Nella realtà, il calcolo sarebbe sensibilmente più complicato e
dovrebbe ulteriormente considerare i comportamenti diversi degli operatori del
mercato.
La spesa in interventi
incentivati al “36%, 41% e 50%” fino al 2010 è stimata sulla base dei dati
del Centro Operativo di Pescara dell’Agenzia delle Entrate e del Dipartimento
delle Finanze del Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF). Il primo ha
prodotto una serie statistica esclusivamente sul numero di domande pervenute
fino al mese di novembre 2010. I dati del Dipartimento delle Finanze del MEF
consentono di misurare gli importi per interventi di recupero edilizio detratti
nei vari anni di imposta. In particolare, quest’ultima fonte ha permesso di
stimare la spesa per tali interventi nei vari anni; è stato necessario
ricostruire i flussi di contribuenti, le domande presentate, gli importi
detratti e l’importo complessivo di spesa, generando una matrice che
considerasse diversi fattori, quali ad esempio: l’aliquota di detrazione
(diversificata fra il 41%, il 36% e il 50% in base ad annualità di imposizione
fiscale); i tempi di detrazione (5 anni, 10 anni).
Esempio: flusso delle domande attive
|
Le voci in passivo
(il costo pubblico) sono determinate dalle somme stimate in detrazione.
Esempio: flussi risorse in entrata e uscita per l’efficientamento
energetico
|
L’attivo, ovvero la valutazione del gettito fiscale e contributivo in maggior
quota, è stata effettuata attraverso la ricomposizione dei seguenti fattori:
Nelle ulteriori stime di
impatto economico-finanziario e sul Sistema Paese, si sono considerati i
seguenti elementi:
Pertanto:
i.
le uscite in termini di detrazioni d’imposta;
ii.
le uscite in termini di mancato gettito fiscale sulla riduzione del
consumo energetico;
iii.
le entrate in termini di imposte derivanti dalle attività produttive e
dagli occupati assorbiti in tali attività: IVA (lavoro e materiali); IVA (spese
tecniche e professionisti); IRES (imprese/posatori/installatori); IRES tecnici
e professionisti); IRPEF e Oneri Sociali (dell’occupazione attivata dagli
investimenti incentivati);
iv.
il ritorno erariale derivante dagli investimenti pubblici secondo
principi prudenziali sul modello della matrice di contabilità sociale;
i.
la spesa per gli interventi sostenuti;
ii.
la spesa risparmiata in bolletta per gli interventi di efficienza
energetica;
iii.
gli importi dei lavori oggetto di detrazione;
i.
il ricavo dalle attività realizzate (pari alla spesa sostenuta dalle
famiglie);
ii.
le uscite in termini di IVA (lavoro e materiali); IVA (spese tecniche e
professionisti); IRES (imprese/posatori/installatori); IRES (tecnici e
professionisti); IRPEF e Oneri Sociali (dell’occupazione attivata dagli
investimenti incentivati).
[1] Predisposti dal Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del
mare ai sensi dell'art. 10, comma 9, della
legge 31 dicembre 2009, n. 196 (legge di contabilità e finanza pubblica).
[2]
Il
CRESME, nella sua stima del mercato delle costruzioni, seguendo il Sistema di
Contabilità Nazionale, divide il valore della produzione del settore delle
costruzioni in investimenti e manutenzione ordinaria. Gli investimenti sono poi
ulteriormente divisi in nuove costruzioni e manutenzione straordinaria. Gli
investimenti, e quindi anche la manutenzione straordinaria, sono poi
articolati, nei comparti dell’edilizia residenziale, dell’edilizia non
residenziale e delle opere del genio civile. Nella stima del valore della
produzione è considerato, inoltre, anche l’investimento in impianti per le
fonti energetiche rinnovabili-FER).
[4] Camera dei Deputati XVII LEGISLATURA, Documentazione e ricerche. Il recupero e la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio: una stima dell’impatto delle misure di incentivazione, Prima Edizione n.83, 26 Novembre 2013; Seconda Edizione, n.83/1, 17 giugno 2014; Terza Edizione n. 83/2, 8 ottobre 2015.
[5] ENEA, RAEE - Rapporto Annuale sull’Efficienza Energetica, Roma 2016, p.63.
[6] La matrice di contabilità sociale (in inglese Social Accounting Matrix da cui l’acronimo SAM) è uno strumento di analisi economica derivato dalla più famosa matrice input-output.
[7] Va segnalato che tale ultima stima non considera le entrate comunali derivanti dagli oneri sui titoli abilitativi e le variazioni catastali sottese alla medesima quota di interventi.