XIV Commissione

Politiche dell'Unione europea

Politiche dell'Unione europea (XIV)

Commissione XIV (Unione europea)

Comm. XIV

Politiche dell'Unione europea (XIV)
SOMMARIO
Giovedì 6 settembre 2012

SEDE CONSULTIVA:

Variazione nella composizione della Commissione ... 123

DL 129/2012: Disposizioni urgenti per il risanamento ambientale e la riqualificazione del territorio della città di Taranto. C. 5423 Governo (Parere alle Commissioni VIII e X) (Esame e rinvio) ... 123

SEDE CONSULTIVA:

DL 129/2012: Disposizioni urgenti per il risanamento ambientale e la riqualificazione del territorio della città di Taranto. C. 5423 Governo (Parere alle Commissioni VIII e X) (Seguito dell'esame e conclusione – Parere favorevole) ... 127

XIV Commissione - Resoconto di giovedì 6 settembre 2012

SEDE CONSULTIVA

  Giovedì 6 settembre 2012. — Presidenza del presidente Mario PESCANTE.

  La seduta comincia alle 9.40.

Variazione nella composizione della Commissione.

  Mario PESCANTE, presidente, comunica che è entrato a far parte della Commissione il deputato Ezio Zani mentre cessa di farne parte l'onorevole Marilena Parenti.

DL 129/2012: Disposizioni urgenti per il risanamento ambientale e la riqualificazione del territorio della città di Taranto.
C. 5423 Governo.

(Parere alle Commissioni VIII e X).
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

  Nicola FORMICHELLA (PdL), relatore, illustra i contenuti del provvedimento, che reca misure urgenti per il risanamento ambientale e la riqualificazione del territorio della città di Taranto. La relazione illustrativa e le premesse del decreto sottolineano che il provvedimento è volto a fronteggiare la grave situazione di criticità ambientale e sanitaria nel sito di bonifica di interesse nazionale di Taranto.
  Ricorda che in data 26 luglio 2012 un Protocollo di intesa per interventi urgenti di bonifica, ambientalizzazione e riqualificazione di Taranto è stato stipulato tra il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, il Ministero dello sviluppo economico, il Ministero per la coesione territoriale, la regione Puglia, la provincia di Taranto, il Comune di Taranto e il Commissario straordinario del Porto di Taranto.
  Gli obiettivi del Protocollo elencati nell'articolo 2 sono i seguenti: revisione delle complessiva strategia di bonifica del sito di Taranto; sviluppo di interventi infrastrutturali complementari alla bonifica; individuazione di misure volte al mantenimento e al potenziamento dei livelli occupazionali; individuazione di incentivi per le imprese insediate che intendano utilizzare tecnologie dotate di migliori caratteristiche ambientali; individuazione di incentivi per l'attrazione di investimenti anche nell'ottica della riqualificazione dell'area; realizzazione e/o completamento di studi e analisi relativi agli impatti su ambiente e salute al fine di individuare e realizzare interventi di mitigazione.
  Il Protocollo indica – all'articolo 5 – un quadro complessivo degli interventi pari a 336,7 milioni, di cui 329,5 milioni di parte pubblica e 7,2 milioni di parte privata (TCT SpA – Taranto Container Terminal). In particolare, dei complessivi 336,7 milioni considerati, 119 milioni sono destinati alle bonifiche, 187 milioni agli interventi portuali e 30 milioni al rilancio e alla riqualificazione industriale.
  L'articolo 7 del Protocollo prevede che il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare si impegna, per quanto di competenza, a garantire l'accelerazione per la definizione del procedimento di riesame dell'autorizzazione integrata ambientale (A.I.A.) dello stabilimento ILVA; in proposito, rammento che è in fase di aggiornamento l'autorizzazione rilasciata il 4 agosto 2011.
  Il provvedimento si compone di due articoli.
  L'articolo 1, comma 1, del decreto-legge demanda a un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri la nomina di un Commissario straordinario al fine di assicurare l'attuazione degli interventi previsti dal Protocollo di intesa del 26 luglio 2012, compresi quelli che fanno riferimento alle risorse stanziate con le delibere CIPE del 3 agosto 2012, per un importo specificato nella norma pari a euro 110.167.413 a valere sulle risorse della regione Puglia del Fondo per lo sviluppo e la coesione.
  Gli interventi previsti sono i seguenti:
   completamento oneri finanziari Accordo del 5/11/2009 per la realizzazione di interventi di dragaggio dei sedimenti nel molo polisettoriale di Taranto (euro 17.167.413);
   messa in sicurezza e bonifica area SIN Taranto: primi interventi (euro 37.000.000);
   interventi del MISE per la rimozione dei sedimenti contaminati da PCB nel Primo seno del Mar Piccolo in corrispondenza delle aree di viticoltura (euro 21.000.000);
   riconfigurazione della banchina del molo polisettoriale del porto di Taranto (Accordo 24/4/2012) (euro 35.000.000).

  Segnala che il Protocollo di intesa del 26 luglio 2012, all'articolo 5 (Ricognizione degli interventi ed investimenti) evidenzia che relativamente al precedente Protocollo del 5 novembre 2011 su 79,5 milioni di investimenti, 62,3 risultano già finanziati, di cui 10,4 milioni a valere sul FAS Puglia 2000-2006, 40,1 a carico dell'Autorità portuale e 11,7 a carico del Ministero dell'ambiente. Il Commissario, la cui nomina non dà diritto ad alcun compenso e non comporta oneri aggiuntivi per la finanza pubblica, resta in carica per la durata di un anno, prorogabile con un ulteriore decreto del Presidente del Consiglio dei ministri. La norma autorizza, inoltre, il Commissario ad esercitare i poteri di cui all'articolo 13 del decreto-legge 25 marzo 1997, n. 67. In particolare, il comma 4-bis dell'articolo 13 consente espressamente ai Commissari di provvedere in deroga ad ogni disposizione vigente, salvo il rispetto della normativa comunitaria sull'affidamento di appalti di lavori, servizi e forniture, delle norme di tutela del patrimonio storico ed artistico-ambientale e dei principi generali dell'ordinamento.
  L'articolo 1, comma 2, precisa che restano fermi gli interventi previsti nel Protocollo di intesa con oneri a carico dell'Autorità portuale di Taranto e che, a tal fine, è assicurato il coordinamento fra il Commissario straordinario nominato ai sensi del comma 1 ed il commissario straordinario dell'Autorità portuale di Taranto. Il Protocollo, all'articolo 6, imputa all'Autorità portuale di Taranto risorse proprie pari a 52 milioni di euro. Alla medesima Autorità sono, altresì, imputate
risorse pari a euro 40.158.587 derivanti dal Protocollo di intesa del 5 novembre 2009 ed evidenziate nel prospetto delle fonti di finanziamento di cui al citato articolo 6 del Protocollo. Ricorda, inoltre, che ai fini del superamento di tutte le problematiche che insistono sull'area portuale di Taranto è stato nominato un Commissario straordinario con i poteri di cui al decreto legislativo n. 163/2006 (Codice dei contratti pubblici di lavori, servizi e forniture) e al sopra citato articolo 13 del decreto-legge n. 135 del 1997. L’hub portuale di Taranto è inserito tra le opere del Programma delle infrastrutture strategiche (PIS) di cui alla legge n. 443 del 2001, cd. legge obiettivo e della successiva delibera CIPE n. 121 del 21 dicembre 2001.
  L'articolo 1, comma 3, prevede che all'attuazione degli altri interventi previsti nel Protocollo sono altresì finalizzate risorse disponibili (anche in conto residui) dello stato di previsione del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare per l'esercizio finanziario 2012, nel limite massimo di 20 milioni di euro. Si tratta, in particolare, dei capitoli 7085 e 8532, entrambi relativi all'attuazione del federalismo amministrativo. La norma specifica che si tratta di risorse destinate a trasferimenti alle regioni per interventi di carattere ambientale e per la tutela del territorio contro il rischio idrogeologico ai sensi del decreto legislativo n. 112 del 1998. Il disegno di legge di assestamento 2012 (A.C. 5325) propone aumenti in cassa di 8 milioni per il cap. 7085 e di 6,7 milioni per il cap. 8532. Il Protocollo di intesa del 26 luglio 2012, all'articolo 6, pone a carico delle risorse del Ministero dell'ambiente (MATTM) parte degli interventi per il completamento dell'Accordo del 5 novembre 2009 (dragaggio dei sedimenti nel molo polisettoriale di Taranto) per 11.674.000 euro (quota già finanziata) e per la messa in sicurezza e bonifica dei suoli contaminati del quartiere Tamburri per 8 milioni di euro.
  Per quanto riguarda gli aspetti procedurali contabili, il comma 4 prevede che le risorse di cui ai commi 1 e 3 sono trasferite alla regione Puglia per essere destinate al Commissario al quale è intestata un'apposita contabilità speciale aperta presso la tesoreria statale. Sulla base di quanto disposto dal comma 7, per quanto concerne invece i controlli e la rendicontazione, si applicano le disposizioni di cui all'articolo 2, commi 2-septies e 2-octies, del decreto-legge n. 225/2010.
  L'articolo 1, comma 6, prevede che il Commissario possa avvalersi, per gli interventi di cui ai commi 1 e 3 e per quelli ad essi connessi, di un soggetto attuatore, previa delega delle funzioni, e degli uffici e delle strutture delle amministrazioni pubbliche, centrali, regionali e locali, nell'ambito delle risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica. La norma, nel precisare che al soggetto attuatore non spetterà alcun compenso, prevede che il Commissario possa avvalersi inoltre degli organismi partecipati nei termini di cui all'articolo 4 comma 2 del protocollo che fa riferimento alla società in house Puglia sviluppo. Si precisa infine che al funzionamento delle strutture di attuazione del Protocollo elencate al comma 1 dell'articolo 4 (Comitato dei sottoscrittori e cabina di regia coordinata dalla regione Puglia) del Protocollo medesimo si provvederà nell'ambito delle risorse finanziarie delle amministrazioni sottoscrittrici del Protocollo già disponibili a legislazione vigente.
  Sulla base di quanto disposto dall'articolo 1, comma 5, il Commissario è individuato quale soggetto attuatore per l'impiego delle risorse per un importo pari a 30 milioni di euro del Programma Operativo Nazionale (PON) Ricerca e Competitività, da utilizzare mediante gli ordinari ed i nuovi strumenti di programmazione negoziata, nonché delle risorse già assegnate nell'ambito del Programma Operativo Nazionale (PON) Reti e Mobilità, per un importo pari ad euro
14 milioni per la realizzazione della nuova diga foranea di protezione del Porto di Taranto.
  Il comma 8 prevede che i finanziamenti a tasso agevolato a valere sul cd. Fondo Kyoto – di cui all'articolo 57, comma 1, del decreto-legge n. 83 del 2012 – possono essere concessi, secondo i criteri e le modalità definiti dal medesimo articolo 57, anche per gli interventi di riqualificazione e di ambientalizzazione compresi nell'area del Sito di interesse nazionale di Taranto. Per tale finalità, nell'ambito del Fondo rotativo è destinata una quota di risorse fino a un importo massimo di 70 milioni di euro.
  L'articolo 2 riconosce l'area industriale di Taranto area in situazione di crisi industriale complessa ai fini dell'applicazione delle disposizioni di cui all'articolo 27 del decreto-legge 22 giugno 2012, n. 83. Per quanto riguarda l'articolo 2, la relazione tecnica precisa che si prevede l'utilizzo delle risorse già programmate nell'ambito del PON Ricerca e competitività «asse II - azione integrata sviluppo sostenibile» e che l'accordo di programma definirà la quota di tali risorse (già individuate in 30 milioni di euro nel Protocollo di intesa) destinate all'attuazione degli interventi per l'area di Taranto. Rammenta che l'articolo 27 del decreto-legge 83/2012 prevede che in caso di situazioni di crisi industriali complesse possano essere attivati i progetti di riconversione e riqualificazione industriale la cui finalità è quella di agevolare gli investimenti produttivi, anche di carattere innovativo, nonché la riconversione industriale e la riqualificazione economico produttiva dei territori interessati. Le situazioni di crisi industriali complesse si hanno quando specifici territori siano soggetti a recessione economica e perdita occupazionale e riscontrino: la crisi di una o più imprese di media o grande dimensione con effetti sull'indotto; la crisi di uno specifico settore industriale con elevata specializzazione nel territorio. Qualora la crisi è passibile di risoluzione con le ordinarie risorse regionali, essa non rientra nell'ambito oggettivo di applicazione dell'articolo 27.
  Lo stabilimento siderurgico ILVA di Taranto non risulta al momento interessato da procedure d'infrazione, tuttavia ritiene opportuno segnalare che, secondo contatti informali, nel mese di marzo del 2012 tale stabilimento è stato oggetto di un caso EU Pilot (3268/12/ENVI) con il quale la Commissione europea ha chiesto se l'impianto disponga di un'autorizzazione rilasciata conformemente alla direttiva 2008/1 sulla prevenzione e la riduzione integrate dell'inquinamento. Tale direttiva (conosciuta anche come «direttiva IPPC») impone il rilascio di un'autorizzazione per tutte le attività industriali e agricole che presentano un notevole potenziale inquinante. Questa autorizzazione può essere concessa solo se vengono rispettate alcune condizioni ambientali, per far sì che le imprese stesse si facciano carico della prevenzione e della riduzione dell'inquinamento che possono causare. La prevenzione e la riduzione integrate dell'inquinamento riguardano le attività industriali e agricole ad alto potenziale inquinante, nuove o esistenti, definite nell'allegato I della direttiva (attività energetiche, produzione e trasformazione dei metalli, industria dei prodotti minerali, industria chimica, gestione dei rifiuti, allevamento di animali).
  Nelle sue comunicazioni alle Commissioni riunite VIII Ambiente e X Attività produttive sulla situazione dell'ILVA di Taranto e sulle prospettive di riqualificazione, il 14 agosto 2012, il Governo ha confermato quanto già segnalato alle autorità europee e cioè che l'esercizio del suddetto stabilimento è attualmente autorizzato con autorizzazione integrata ambientale rilasciata il 4 agosto 2011 (decreto del Ministro dell'ambiente DVA-DEC-2011-450).

  Sandro GOZI (PD) sottolinea l'importanza del provvedimento in esame; ritiene tuttavia opportuno acquisire ulteriori informazioni dal Governo sullo scambio di informazioni con la Commissione europea, al fine di verificare il pieno rispetto delle normative ambientali europee da parte dell'Italia.

  Marco MAGGIONI (LNP), nel ringraziare il relatore per la sua illustrazione, osserva come un caso come quello di Taranto si potesse verificare solo in Italia. Analoghe situazioni si sono viste trent'anni fa nelle regioni settentrionali, e si sono talvolta risolte con la chiusura delle aziende, e con il sostegno finanziario delle regioni interessate. A Taranto invece si è andati molto oltre le normali dinamiche produttive, che talvolta richiedono la conciliazione del rispetto delle normative ambientali con la sostenibilità e la tutela del lavoro. Occorre chiedersi come si sia potuti arrivare ad una tale situazione e di chi siano le responsabilità del mancato controllo. Tutto ciò costerà alla collettività 119 milioni di euro, a fronte dei 7 milioni di euro che hanno ricevuto le popolazioni terremotate dell'Emilia e del mantovano.
  Sottolinea l'incoerenza del Governo, ricordando che il presidente del Consiglio Monti ha di recente affermato, ad un incontro organizzato dall'ABI, che la distanza tra le parti sociali e il mondo imprenditoriale è stata sempre, in Italia, colmata con le finanze pubbliche: è quanto, ancora una volta, sta avvenendo.

  Isidoro GOTTARDO (PdL) sottolinea la necessità che la XIV Commissione si esprima in senso favorevole sul provvedimento, ricordando che la messa in sicurezza degli impianti di Taranto è indispensabile, e non farlo comporterebbe in ogni caso costi ingenti per la collettività.
  Rileva inoltre la strategicità dell'ILVA di Taranto, evidenziando come spesso siano localizzati al Sud impianti che al Nord non vengono più ritenuti compatibili con l'attuale qualità della vita, ma dei quali beneficia l'intero Paese.

  Mario PESCANTE, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame alla seduta convocata al termine delle votazioni antimeridiane dell'Assemblea.

  La seduta termina alle 10.10.

SEDE CONSULTIVA

  Giovedì 6 settembre 2012. — Presidenza del presidente Mario PESCANTE.

  La seduta comincia alle 13.10.

DL 129/2012: Disposizioni urgenti per il risanamento ambientale e la riqualificazione del territorio della città di Taranto.
C. 5423 Governo.

(Parere alle Commissioni VIII e X).
(Seguito dell'esame e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in oggetto, rinviato nel corso della seduta antimeridiana odierna.

  Gianluca PINI (LNP) ritiene opportuno un approfondimento, al quale invita il relatore, in ordine alla compatibilità del provvedimento con la normativa europea. Ritiene infatti che, con lo stanziamento di risorse previsto dal decreto-legge, si stia operando in totale spregio della disciplina europea relativa agli aiuti di Stato. Si chiede peraltro per quale motivo il Governo intervenga così generosamente nei confronti dell'ILVA di Taranto e non abbia fatto altrettanto rispetto ai numerosi siti industriali del Nord del Paese, che pure necessiterebbero di interventi di bonifica e di sostegno. Osserva come si assista a forme di razzismo nei confronti del settentrione, assai penalizzato benché abbia sempre sostenuto e continui a sostenere il Paese con il proprio sistema produttivo.

  Nicola FORMICHELLA (PdL), relatore, precisa che il provvedimento in esame non configura alcuna violazione della normativa europea in materia di aiuti di Stato, in quanto l'intervento del Governo non determina uno svantaggio competitivo tra imprese, né altera il funzionamento del mercato interno, ma è invece volto a fronteggiare la grave situazione di criticità ambientale e sanitaria nel sito di bonifica di interesse nazionale di Taranto.
  Quanto ai chiarimenti richiesti dall'onorevole Gozi nella seduta antimeridiana della Commissione, in ordine al rispetto delle normative ambientali europee da parte dell'Italia, richiama i contenuti dell'audizione del Ministro dell'Ambiente Clini svolta il 14 agosto scorso dinnanzi alle Commissioni Ambiente e Attività produttive della Camera. In quella, occasione il Ministro ha precisato che gli impianti siderurgici di Taranto sono stati autorizzati all'esercizio dall'autorizzazione integrata ambientale (AIA), introdotta a seguito della direttiva europea del 1996 per la prevenzione e il controllo integrato dell'inquinamento, che è stata recepita in Italia in un momento successivo, con il decreto legislativo n. 152 del 2006, e successive modificazioni. L'autorizzazione integrata ambientale è stata rilasciata il 4 agosto 2011, con decreto del Ministro dell'ambiente, al termine di una lunga istruttoria, che è durata quattro anni e mezzo. L'autorizzazione contiene 462 prescrizioni, quindi una mole importante di regole che ILVA deve rispettare per l'esercizio degli impianti, che fanno riferimento puntualmente agli obiettivi che devono essere conseguiti e alle misure che devono essere adottate per assicurare la compatibilità della produzione con la protezione dell'ambiente. Il Ministro ha quindi ricordato che a seguito di questa autorizzazione e nonostante la lunga procedura concertata, ILVA ha presentato ricorso al tribunale amministrativo regionale, osservando che una parte delle prescrizioni prevedevano obiettivi e impegni che vanno oltre quanto stabilito dalla legge italiana e dalle direttive europee e sostenendo, quindi, che l'autorizzazione dava disposizioni troppo restrittive rispetto alle normative attuali. Il tribunale amministrativo regionale di Lecce ha riconosciuto, in parte, le buone ragioni di ILVA e perciò ha disposto la parziale modifica dell'autorizzazione.
  Nel frattempo, l'8 marzo 2012, la Commissione europea ha pubblicato la lista delle migliori tecnologie disponibili che devono essere utilizzate dalle imprese industriali siderurgiche europee per rispettare obiettivi di qualità ambientale. Va precisato, però, che la disposizione della Commissione europea prevede che queste tecnologie debbano essere il riferimento per le nuove procedure di autorizzazione ambientale a partire dal 2016. Perciò, rappresentano uno scenario di riferimento per i nuovi investimenti industriali e per i programmi di riqualificazione degli impianti esistenti, ma, da un punto di vista formale e legale, diventano riferimento vincolante solo a partire dal 2016. Il Governo, ha detto il Ministro, ha quindi ritenuto opportuno riaprire la procedura di autorizzazione, sia tenendo conto della situazione di emergenza presente a Taranto e delle sentenze del TAR che avevano rimesso in discussione alcune delle prescrizioni che erano state date, sia con riferimento alle disposizioni della Commissione europea, ancorché non vincolanti. La linea del Governo, ha infine sottolineato il Ministro, è quella di proseguire nella procedura per il riesame dell'autorizzazione integrata ambientale, che dovrebbe concludersi entro il 30 settembre 2012, cioè in tempi molto rapidi.
  Anche alla luce di tali dati, formula una proposta di parere favorevole.

  Sandro GOZI (PD) ringrazia il relatore per gli utili chiarimenti forniti, e valuta positivamente il fatto che il Governo intenda tenere conto sin d'ora delle prescrizioni della Commissione europea, che diverranno vincolanti solo a partire dal 2016. Si tratta di un dato senz'altro apprezzabile, anche dal punto di vista dei profili di competenza della XIV Commissione.

  Gianluca PINI (LNP), rivolgendosi nuovamente al relatore, ribadisce come l'intervento previsto dal Governo incida sulle condizioni della libera concorrenza, sia tra imprese nazionali che rispetto alle imprese straniere. Né si può sostenere che poiché l'intervento è destinato al risanamento del sito industriale, ciò non coincida con un aiuto, benché indiretto, all'ILVA. Se si ammette la legittimità dell'intervento proposto, occorre allora procedere anche alla bonifica dei numerosi siti del Nord del Paese che versano in analoghe difficoltà.

  Mario PESCANTE, presidente, osserva che compete alla Commissione europea valutare se l'intervento del Governo si configuri o meno come aiuto di Stato.

  Marco MAGGIONI (LNP) non ricorda di aver mai assistito allo stanziamento di risorse statali nazionali per la bonifica di siti industriali settentrionali, sempre assicurata da fondi regionali. Quanto all'affermazione che con il provvedimento in discussione non verrebbe falsata la concorrenza, basta ricordare che senza tali interventi l'ILVA sarebbe obbligata a chiudere. È dunque lo Stato italiano che consente agli stabilimenti in questioni di rimanere sul mercato. Per tali motivi preannuncia il voto contrario del suo gruppo sul provvedimento in esame.

  Mario PESCANTE, presidente, ritiene difficile considerare l'ILVA di Taranto uno stabilimento solo pugliese e osserva che gli 8 miliardi di euro di danni che deriverebbero dalla chiusura degli stabilimenti sono certamente un problema di ordine nazionale.

  Isidoro GOTTARDO (PdL), nel preannunciare il voto favorevole del PdL sulla proposta di parere favorevole formulata dal relatore, richiama i numerosi siti industriali del Nord, a partire da Porto Marghera, che sono stati oggetto di analoghi interventi di bonifica, indipendentemente dalla localizzazione e dalla provenienza dell'imprenditore, poiché vi sono casi di imprenditori settentrionali che operano al Sud e viceversa. Sottolinea come lo Stato abbia l'obbligo di tutelare la salute pubblica e i cittadini, salvo poi rivalersi sugli imprenditori che hanno sbagliato.

  Sandro GOZI (PD) preannuncia il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di parere, ritenendo che il provvedimento non rechi violazione della disciplina in materia di aiuti di Stato, in quanto interviene per la tutela della salute dei cittadini. Non risultano peraltro richieste di chiarimenti sul punto da parte della Commissione europea, che si è invece attivata in tema di rispetto della normativa ambientale, sulla quale aveva a sua volta chiesto informazioni al relatore. Sottolinea infine come non siano vietati gli aiuti di Stato tout court, bensì solo gli aiuti di Stato che falsino la concorrenza.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere favorevole formulata dal relatore.

  La seduta termina alle 13.30.