CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 4 aprile 2012
634.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
COMUNICATO
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AUDIZIONI INFORMALI

Mercoledì 4 aprile 2012.

Audizione informale di rappresentanti del Comitato tecnico sulle minoranze linguistiche storiche presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, nell'ambito dell'esame delle proposte di legge C. 38 Zeller e abb. recanti «Ratifica ed esecuzione della Carta europea delle lingue regionali o minoritarie, fatta a Strasburgo il 5 novembre 1992».

L'audizione informale è stata svolta dalle 9 alle 9.30.

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COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE

Mercoledì 4 aprile 2012. - Presidenza del vicepresidente Franco NARDUCCI. - Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri, Marta Dassù.

La seduta comincia alle 15.

Sulla missione a Copenhagen in occasione della Conferenza dei Presidenti delle Commissioni affari esteri dei Parlamenti dell'Unione europea (11-12 marzo 2012).

Franco NARDUCCI, presidente, nel depositare una relazione sulla missione in titolo (vedi allegato 1), rileva che la missione ha confermato l'importanza delle Conferenze dei Presidenti per approfondire i temi principali della politica estera europea e acquisire i punti di vista dei singoli Stati membri, anche sulla base di colloqui informali a margine dei lavori. L'impressione generale è che l'Alto Rappresentante, baronessa Ashton, abbia acquisito maggiore padronanza sui singoli dossier, ma non sia ancora riuscita a definire in modo efficace il valore aggiunto della diplomazia europea nelle crisi internazionali. È emerso, infatti, evidente il diverso livello del contributo del Segretario generale della NATO, Rasmussen.
La maggior parte della conferenza è stata dedicata alle conseguenze della primavera araba ed alla situazione del Mediterraneo. La posizione della baronessa Ashton, sostenuta dal Ministro degli esteri danese, è incentrata sulla fiducia nei confronti degli sviluppi democratici dei paesi dell'area e sull'importanza per l'Unione europea di lavorare in partenariato con la società civile. Ad avviso dell'Alto Rappresentante, c'è un nesso inscindibile tra politica ed economia, per cui occorre che i popoli interessati possano sperimentare un reale miglioramento nelle loro condizioni di vita per affezionarsi alla democrazia. L'Alto Rappresentante si è quindi molto occupato della questione nucleare iraniana, dichiarandosi fiduciosa sui risultati delle sanzioni, come peraltro dimostrato anche dal caso birmano. Ha escluso invece un intervento diretto per quanto riguarda la Siria.
Fa quindi presente che parole di condanna molto severe sono state rivolte ai governi sia della Bielorussia che dell'Ucraina per la repressione del dissenso politico. In generale, la baronessa Ashton ha osservato che l'Europa sta perdendo quote nella distribuzione della ricchezza internazionale e deve pertanto sviluppare i partenariati strategici in tutto il mondo anche se la crisi economica e finanziaria ne limita le potenzialità.
Con riferimento all'ampio dibattito successivo, segnala la richiesta spagnola di rilancio dell'Unione per il Mediterraneo, l'istanza macedone per l'avvio del negoziato di adesione, le preoccupazioni maltesi per la divisione della Libia, la denuncia cipriota del sostegno occidentale ai paesi del Golfo.
Riferisce poi che il Segretario generale della NATO, Rasmussen, ha riproposto l'annoso problema del modesto contributo europeo al bilancio della difesa dell'Alleanza, che è pari al 20 per cento, mentre il restante 80 per cento è a carico degli USA. Per Rasmussen, occorre potenziare la cooperazione NATO-UE, soprattutto in questa fase di crisi economica che induce a ridurre le spese dei bilanci pubblici, rimuovendo l'ostacolo rappresentato dal contenzioso tra Turchia e Cipro. Rasmussen ha chiesto un maggiore coinvolgimento della Turchia soprattutto nell'Agenzia europea per la difesa. Rasmussen ha usato parole molto esplicite invitando l'Europa a chiarire le sue ambizioni e a trovare i modi e i mezzi per escludere dai tagli di bilancio il comparto della difesa e della sicurezza se vuole continuare ad essere presente con la sua voce nella scena internazionale; altrimenti ci sarà un vuoto che le potenze emergenti sono pronte a coprire.
Osserva che il Segretario generale della NATO ha rassicurato la Russia su eventuali ulteriori allargamenti dell'Alleanza ed anche sulla difesa missilistica, lamentando la vecchia retorica che ancora ingolfa

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le posizioni russe al riguardo. Per quanto concerne l'Afghanistan, ha confermato l'obiettivo del ritiro a fine 2014 valorizzando il fatto che già oggi la maggior parte delle operazioni è condotta insieme a forze afghane ed evidenziando come l'Unione europea sarà chiamata ad un ruolo più incisivo. Ha invece lamentato che la missione EULEX dislocata in Kosovo non sia stata dotata delle risorse indispensabili, obbligando la missione NATO ad attività di supplenza. Con riferimento alla Siria, ha escluso ogni paragone con la Libia, osservando che l'indecisione del Consiglio di sicurezza ha incoraggiato Assad nella repressione. Purtroppo, a suo avviso, le forze di opposizione sono divise ed infiltrate da elementi terroristici, per cui appare problematico rifornirle di armamenti. La priorità è, ad avviso di Rasmussen, rappresentata dagli aiuti umanitari di cui occorre garantire l'arrivo nelle mani della popolazione civile siriana.
Ricorda quindi di aver sollecitato il Segretario generale della NATO a riferire sull'esperienza dell'Alleanza atlantica nel Mediterraneo, che sarà inserita nell'agenda del prossimo vertice di Chicago: la NATO è disponibile a cooperare nella transizione alla democrazia per la riforma del sistema di difesa e sicurezza, che è cruciale nel passaggio del potere dai militari ai civili. Infine, il Segretario generale della NATO ha escluso che l'Alleanza atlantica abbia ambizioni di sostituirsi alle Nazioni Unite e diventare un'organizzazione globale ma ha ribadito che il mondo contemporaneo richiede sempre più operazioni fuori area necessarie a tutelare la difesa degli stati membri.
Conclusivamente, rende noto che, a margine dei lavori della Conferenza, è stata evocata la questione della sua trasformazione che è allo studio della Conferenza dei Presidenti dei Parlamenti dell'UE. A seguito della soppressione dell'Assemblea della UEO, è stata infatti avviata una riflessione per coordinare in un unico organismo interparlamentare il controllo della politica estera e di sicurezza e difesa dell'Unione europea. Il Parlamento polacco si è assunto l'onere, a conclusione del precedente semestre, di elaborare una proposta che è ora in fase di studio da parte delle Presidenze degli altri Parlamenti. Ritiene perciò opportuno che la III Commissione segnali alla Presidenza della Camera l'esigenza che il suo ruolo politico-istituzionale sia tutelato e valorizzato in ogni ipotesi di modifica delle attuali modalità di controllo interparlamentare.

La Commissione conviene.

Il sottosegretario Marta DASSÙ prende spunto dalla relazione svolta per riferire sulla Conferenza appena svoltasi a Istanbul convocata dai Friends of Siria, osservando che il generale apprezzamento del piano elaborato da Kofi Annan, che dovrebbe essere attuato a partire dal prossimo 10 aprile, nasconde in realtà approcci molto diversi da parte dei singoli interlocutori internazionali. Ribadisce l'importanza della situazione siriana per l'Italia, anche in riferimento al nostro contingente dislocato nel Libano meridionale, per concludere che prosegue una fase di incerta transizione da monitorare costantemente.

Mario BARBI (PD) chiede chiarimenti circa la presenza del Segretario generale della NATO alla Conferenza di Copenhagen.

Franco NARDUCCI, presidente, ricorda che è prassi delle singole presidenze invitare personalità di rilievo internazionale ai lavori delle conferenze dei presidenti di commissione dell'Unione europea. Segnala che l'attuale Segretario generale della NATO, già primo ministro del Regno di Danimarca, sarà comunque audito il prossimo 23 aprile anche dalla Commissione affari esteri del Parlamento europeo, che ha invitato alla riunione anche i rappresentanti dei Parlamenti nazionali.
Nessun altro chiedendo di intervenire dichiara concluse le comunicazioni in titolo.

La seduta termina alle 15.15.

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SEDE CONSULTIVA

Mercoledì 4 aprile 2012. - Presidenza del vicepresidente Franco NARDUCCI. - Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri, Marta Dassù.

La seduta comincia alle 15.15.

Legge Comunitaria 2012.
C. 4925 Governo.
(Relazione alla XIV Commissione).

Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea nel 2011.
Doc. LXXXVII, n. 5.
(Parere alla XIV Commissione).
(Esame congiunto e rinvio).

La Commissione inizia l'esame congiunto dei provvedimenti in titolo.

Franco NARDUCCI, presidente e relatore, rileva che il disegno di legge comunitaria per il 2012, presentato il 1o febbraio 2012 in prima lettura alla Camera, reca una serie di disposizioni intese ad assicurare il rispetto degli obblighi derivanti dalla partecipazione dell'Italia all'Unione europea nonché a recepire ed attuare nell'ordinamento italiano la normativa adottata a livello comunitario.
Ricorda che la legge comunitaria annuale, introdotta per la prima volta dalla legge n. 86 del 1989 (la cosiddetta legge «La Pergola»), assume una funzione cruciale nel processo di adeguamento dell'Italia al diritto comunitario, soprattutto a seguito dell'approvazione della n. 11 del 2005, che ha integralmente riscritto e rafforzato le procedure relative alla partecipazione del nostro Paese al processo di formazione, trasposizione ed attuazione della normativa comunitaria.
È attualmente in corso un processo di riforma della legge n. 11 del 2005: la Camera ha approvato in prima lettura nella seduta del 23 marzo 2011, una riforma integrale di quella normativa che mira ad accelerare i tempi di approvazione della legge comunitaria, adeguandola alle modifiche intervenute nell'assetto dell'Unione europea a seguito dell'entrata in vigore del Trattato di Lisbona e della crescente importanza delle politiche di origine europea.
Osserva che la riforma rafforza il raccordo tra Parlamento e Governo nella formazione della posizione italiana nei processi decisionali dell'UE, prevedendo nuovi o più articolati obblighi di informazione del Governo alle Camere, ribadendo l'obbligo del Governo di assicurare la coerenza delle posizioni assunte in sede europea con gli atti di indirizzo delle Camere e precisando meglio i presupposti per l'attivazione della riserva di esame parlamentare.
Fa quindi presente che la legge comunitaria 2012, che è esaminata unitamente alla Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea riferita all'anno 2010, consta di 7 articoli, nonché degli allegati A e B, che elencano le direttive da recepire mediante decreti legislativi (recanti rispettivamente 1 e 6 direttive). Il provvedimento interviene in diversi settori, ora delegando il Governo all'adeguamento dell'ordinamento nazionale mediante l'adozione di decreti legislativi, ora modificando direttamente la legislazione vigente per assicurarne la conformità all'ordinamento comunitario.
Particolare rilievo ravvisa, in relazione ai profili di competenza della nostra Commissione, nell'articolo 6 che fissa uno specifico principio direttivo per l'attuazione della direttiva 2011/51/UE che estende ai titolari di protezione internazionale il diritto all'ottenimento del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo. Nel dettaglio si prescrive che, nel dare attuazione alla suddetta direttiva, il Governo, in aggiunta ai princìpi e criteri direttivi di cui agli articoli. 1 e 2 della presente legge, è tenuto a introdurre specifiche disposizioni che prevedano la revoca dello status di soggiornante di lungo periodo, ottenuto a titolo di protezione internazionale, anche qualora

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la stessa forma di protezione sia revocata o cessata ovvero il suo rinnovo sia rifiutato.
Ricordando che il termine di recepimento della direttiva è fissato al 20 maggio 2013, crede che sarebbe opportuno acquisire la valutazione del Governo in ordine all'impatto, in termini di dotazioni strumentali e di eventuali oneri finanziari, derivante dal recepimento della direttiva in questione nell'ordinamento nazionale.
Passando all'esame della Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea nel 2011, in via preliminare, sottolinea con apprezzamento il fatto che per la prima volta la relazione in oggetto sia stata presentata in tempi ragionevoli, vale a dire entro il primo trimestre dalla fine dell'anno di riferimento.
Ricorda che l'esigenza di una presentazione tempestiva era stata più volte sollecitata da questa Commissione al fine di poter partecipare in modo costruttivo alla definizione della partecipazione dell'Italia all'Unione europea.
La relazione fa stato naturalmente della circostanza per cui l'agenda europea è stata dominata nel 2011 dai temi economici e finanziari a fronte dell'acuirsi della situazione di crisi. Come è noto, il Parlamento sarà chiamato nelle prossime settimane ad esaminare il cosiddetto « Six Pack», e cioè il pacchetto di misure varato dal Consiglio europeo ed incentrato sul nuovo trattato per il rafforzamento della disciplina fiscale e la convergenza economica.
Di particolare rilievo considera altresì il negoziato in corso sul prossimo periodo di programmazione finanziaria dell'Unione europea (2014-2020). Nel rammentare che l'Italia è attualmente il terzo contribuente netto al bilancio comunitario, dopo la Germania e la Francia, la relazione osserva correttamente come si tratti di uno squilibrio eccessivo, soprattutto se rapportato alla prosperità relativa del nostro Paese, che si è ridotta, collocandosi al di sotto della media UE. Occorre pertanto, a suo avviso, che il Governo continui ad impegnarsi per un riequilibrio sia pure parziale, con particolare riguardo ai criteri di allocazione delle risorse per le regioni più svantaggiate.
Per quanto di competenza della III Commissione, si rifà alla seconda sezione della parte prima che passa in rassegna i temi della politica estera e di sicurezza comune nonché delle relazioni esterne.
L'iniziale riferimento al Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE), pur dando conto dello sforzo italiano di concorrere alla piena operatività del servizio dimostrato dalla partecipazione alla redazione di un documento di riflessione, risulta ancora insufficiente dal punto di vista del controllo parlamentare. Del resto, lamenta il fatto che, ancora una volta, nessun italiano è stato chiamato a ricoprire il ruolo di rappresentante speciale dell'Unione europea, né per il Mediterraneo meridionale, né per il Corso d'Africa, nonostante che si tratti di aree geografiche di tradizionale interesse ed impegno per il nostro Paese.
Rileva poi positivamente l'azione italiana per la definizione dei mandati negoziali per gli accordi approfonditi di libero scambio con Tunisia, Marocco, Egitto e Giordania, unitamente all'auspicio di riprendere i negoziati per un accordo-quadro con la Libia. L'Italia ha altresì contribuito all'approvazione del mandato negoziale per un accordo di cooperazione per il partenariato di sviluppo con l'Afghanistan, mentre è stata avviata l'attuazione del nuovo Piano d'Azione della Strategia UE-Africa. Appaiono invece ancora stazionari e piuttosto burocratici i rapporti con l'Asia e con l'America latina.
Per quanto concerne la politica commerciale, segnala che l'Italia continua negli sforzi volti a regolamentare l'etichettatura di origine di alcuni prodotti provenienti da Paesi terzi («made in»). È stato scongiurato l'accantonamento del provvedimento, ma permangono forti divergenze fra gli Stati membri.
Per quanto concerne la cooperazione allo sviluppo, evidenzia che l'Italia si è confermata il terzo contribuente al bilancio UE e il quarto contribuente al Fondo europeo di sviluppo (FES). Precisa che nel

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2011 l'Unione ha destinato un miliardo di euro in favore dei Paesi ACP (Africa-Caraibi-Pacifico) per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo del millennio. Ricordo, a questo proposito, come confermato nell'ultima audizione del Ministro Belloni presso il nostro Comitato presieduto dal collega Pianetta, che è in corso la procedura per accreditare l'Italia alla gestione dei programmi della cooperazione delegata.
Sottolinea come la Relazione dedichi poi molto spazio alle operazioni in ambito PSDC (Politica di sicurezza e difesa comune) svolte nel 2011, che vanno dalla Bosnia alla Libia, dal Congo all'Afghanistan, dalla Georgia alla Somalia. Ricorda che la principale missione civile è in corso in Kosovo con circa 3 mila unità tra poliziotti e magistrati. Gli sembra però purtroppo superata la valutazione presente nella Relazione circa la «situazione di evidente stabilità raggiunta nell'area».
Prende atto che è proseguita la discussione sulla necessità di migliorare le capacità di pianificazione condotta delle operazioni militari e delle missioni civili, con l'eventuale realizzazione di una struttura permanente a Bruxelles. Il Governo, al riguardo, ritiene però inopportuno creare duplicazioni con la NATO. Lamenta tuttavia, su questo profilo, il grave stallo nello sviluppo della interoperabilità tra NATO e Unione europea, a causa del noto contenzioso tra Cipro e la Turchia. Infatti, pur essendo stato approvato a fine dicembre il documento sullo sviluppo delle capacità militari e civili dell'Unione europea oltre il 2010, che aggiorna i cosiddetti obiettivi di Helsinki, l'ambizioso livello prospettato per il dispiegamento delle forze di reazione rapida è ancora ben lungi dall'essere raggiunto. Alle ragioni di natura politica ed operativa, si sono peraltro aggiunte le ristrettezze di bilancio.
Proprio l'esigenza di ridurre i costi, dovrebbe spingere, a suo avviso, a promuovere le attività dell'Agenzia europea per la difesa, le cui linee-guida 2012 sono state approvate il 30 novembre dal Consiglio affari esteri. Ritiene che un approfondimento parlamentare sarebbe molto utile, organizzando un'audizione della direttrice di questa Agenzia.
Infine, giudica particolarmente importante per la Commissione il paragrafo della Relazione sul processo di allargamento dell'Unione europea, che registra il successo dell'adesione della Croazia e gli sviluppi del cammino europeo della Serbia e del Montenegro. Ci si attende pertanto quanto prima l'avvio dei negoziati sia con Belgrado che con Podgorica. L'Italia ha anche sollecitato il riesame della questione dell'avvio dei negoziati con l'ex Repubblica jugoslava di Macedonia, sebbene la mancanza di sviluppi positivi sulla nota questione del nome abbia finora impedito un accordo in tal senso. Per quanto riguarda l'Albania, pur restando ancora scarsi i risultati raggiunti sul piano delle riforme, l'Italia ha sottolineato l'opportunità di trasmettere messaggi positivi ed incoraggianti a Tirana.
Nonostante l'iniziativa italiana all'interno del Turkey Focus Group la Relazione conferma la sostanziale sospensione del negoziato con Ankara, che rischia di aggravarsi con il prossimo turno di presidenza cipriota nel secondo semestre dell'anno. Crede che sia venuto ormai il momento di un nuovo impulso politico nel rapporto con la Turchia. L'Unione europea sta infatti pagando un caro prezzo per la sostanziale in comunicabilità con Ankara, che ci prima del sostegno di un partner strategico nel Mediterraneo.
Per concludere, considera ancora insoddisfacente il percorso verso la strategia dell'Unione europea per la macro-regione adriatico-ionica. La Relazione enfatizza il primo riconoscimento formale del Consiglio europeo nelle sue conclusioni di giugno, ma il rilievo del tema meriterebbe una maggiore pressione da parte italiana, perché questo settore geografico così cruciale è indubbiamente sottovalutato rispetto ad altre analoghe realtà europee. Si augura che il ritrovato riconoscimento del ruolo dell'Italia in seno all'Unione europea possa giovare anche a questo fine.

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Il sottosegretario Marta DASSÙ osserva che il disegno di legge comunitaria per il 2012 ripete uno schema ormai da tempo consolidato e riporta soltanto sette direttive, in quanto si è protratto l'iter degli analoghi disegni di legge per il 2011 e per il 2010. Rileva quindi positivamente il raggiungimento dell'obiettivo di ridurre i tempi di recepimento e di limitare quindi il rischio di incorrere in infrazioni del diritto comunitario, precisando che le procedure pendenti a carico dell'Italia sono comunque diminuite passando da 144 a 129. Con riferimento all'attuazione della direttiva di cui all'articolo 6, fa presente che la stima degli oneri è rinviata alla stesura del decreto legislativo.
Passando alle considerazioni in ordine alla Relazione consuntiva, richiama l'iniziativa dell'Italia per una maggiore efficienza nell'organizzazione del Servizio europeo per l'azione esterna, anche per effetto del raggiungimento della quota di un terzo del relativo personale che dovrebbe provenire dai ruoli diplomatici degli Stati membri. Ritiene opportuno approfondire la possibilità che le rappresentanze all'estero dell'Unione europea siano utilizzate anche dalle diplomazie nazionali, valutando una proposta spagnola volta a consentirvi il distacco di funzionari da parte di quegli stati membri che non abbiano una propria ambasciata nella stessa sede. Rende noto di aver accennato alla questione al Segretario generale del SEAE, Pierre Vimont.
Sottolinea quindi il decisivo contributo dell'Italia nell'elaborazione della nuova governance economica e finanziaria dell'UE ed il successo politico conseguito con l'adesione della Croazia e il riconoscimento di paese candidato alla Serbia, che non era affatto scontato. Giudica invece ancora insoddisfacenti gli sviluppi della difesa europea, mentre fa positivo riferimento al potenziamento di FRONTEX.

Mario BARBI (PD), nel valutare positivamente alcuni risultati di cui la Relazione in oggetto da conto in ordine al ruolo dell'Italia sia nell'allocazione di maggiori risorse ai partners mediterranei, sia nella difesa dei progetti di regolamentazione d'origine dei prodotti, rileva come non vi siano analoghi riscontri su un terreno particolarmente importante come quello della cooperazione allo sviluppo. Non ritrova infatti nel documento consuntivo elementi significativi e probanti circa l'azione italiana nell'ambito della partecipazione ai comitati esistenti in sede europea, né con riferimento alla gestione del Vertice di Busan.

Daniele GALLI (FLpTP) insiste sull'esigenza di tutelare il sistema produttivo italiano per rigenerare le nostre capacità di esportazione, per cui occorre un serio controllo europeo sull'origine dei prodotti. Pur consapevole del fatto che altri paesi, come ad esempio la Germania, sono al riguardo piuttosto reticenti dal momento che hanno trasferito buona parte delle loro industrie, chiede al Governo di assumere un ruolo decisionale più incisivo nella materia.

Enrico PIANETTA (PdL), nel ringraziare il collega Narducci per l'ampia relazione svolta, auspica la riforma della procedura della legge comunitaria per rendere più rapida ed incisiva l'attività del Parlamento a seguito del Trattato di Lisbona. Ritiene che la prossima ratifica del Fiscal Compact confermerà tale indirizzo.
Nell'apprezzare l'impegno di questo e del precedente esecutivo per la funzionalità del SEAE, considera tale struttura il banco di prova decisivo per lo sviluppo della politica estera europea. Concorda altresì con l'importanza riconosciuta alla dichiarazione di origine dei prodotti.
Ribadisce l'importanza del contributo italiano alla cooperazione allo sviluppo in sede europea, con particolare riferimento al conseguimento degli obiettivi di sviluppo del Millennio, osservando però come si stia segnando il passo nell'accreditamento dell'Italia per la cooperazione delegata, così come evidenziato nel corso dell'audizione svolta dal Comitato da lui presieduto del competente direttore generale della Farnesina. Insiste altresì sulla necessità di

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rafforzare la presenza italiana a Bruxelles nella gestione dei fondi europei, come segnalato dal collega Barbi.
Venendo alle questioni relative alle capacità delle operazioni militari e delle missioni civili, indica come obiettivo storico dell'Unione europea l'esigenza di contribuire maggiormente alla sicurezza mondiale. Esprime in conclusione vivo apprezzamento per l'iniziativa italiana nell'allargamento dell'Unione europea ai Balcani occidentali.

Francesco TEMPESTINI (PD) osserva preliminarmente che occorre focalizzare meglio le priorità e le modalità dell'intervento italiano in ambito comunitario, anche ai fini della definizione delle attività della Commissione esteri. Ritiene che la predisposizione del bilancio 2014-2020 rappresenti una questione decisiva per lo sviluppo dell'Unione caratterizzato non solo dalla razionalizzazione delle risorse ma anche da passi in avanti sul tema della coesione.
A suo avviso l'Italia dovrebbe valorizzare la sua posizione di contribuente netto per porre al centro dell'attenzione il tema della solidarietà europea e stimolare il dibattito sulle politiche della crescita rispetto alle quali l'Unione dovrebbe dare segnali tangibili. Ritiene che in ogni caso si debba procedere ad una ratifica del Trattato sul cosiddetto Fiscal Compact in tempi congrui per non vanificare gli sforzi fatti sinora.
Concorda con il sottosegretario Dassù sull'opportunità di investire su sinergie a livello comunitario in tema di rappresentanza all'estero da prevedersi, a suo parere, anche in altri settori come quello della cooperazione. Invita il Governo a ricercare strade nuove in questa direzione anche per sopperire alla carenza di risorse.
Giudica insoddisfacente la parte della Relazione sulla politica europea nel bacino del Mediterraneo. Ritiene utile un confronto con il Governo sulla questione, auspicando un'azione europea più incisiva e più unitaria che superi le attuali contraddizioni tra i diversi Paesi.
Considera ragionevoli le valutazioni del Governo sul processo di allargamento nei Balcani sottolineando però il fatto che tale processo non includa al momento, come dovrebbe, anche la parte albanese, ed in particolare l'ex Repubblica jugoslava di Macedonia, il Kosovo e l'Albania. In relazione a quest'ultimo Paese, evidenzia i rischi connessi allo svolgimento delle prossime elezioni ed auspica che possa essere accompagnato lungo un cammino verso un maggiore rispetto delle regole e degli standard internazionali.
Sottolinea l'importanza di un impegno sulla questione dell'ingresso della Turchia nell'Unione, senza perdere di vista l'essenza del rapporto con tale Paese. Sollecita, infine, il compimento di passi avanti nell'attuazione di una politica comune di difesa anche in relazione ai vincoli di bilancio che si fanno sentire in tutti i Paesi membri dell'Unione.

Il sottosegretario Marta DASSÙ ringrazia tutti gli intervenuti che hanno colto i punti di forza e di debolezza presenti nella Relazione. Riguardo al bilancio 2014-2020, osserva che l'Italia ha conseguito importanti risultati con la destinazione di maggiori risorse al vicinato mediterraneo, non altrettanto rispetto alla problematica del saldo netto negativo per il nostro Paese.
Riferisce che il tema dell'etichettatura dei prodotti permane nell'agenda dei lavori europei. Condivide l'auspicio di un maggiore impegno italiano nella gestione dei fondi per la cooperazione. Considera importante mantenere l'attenzione sul tema del percorso di avvicinamento dell'Albania all'Unione, ricordando in proposito le priorità indicate dalla Commissione europea.
Conferma, infine, l'impegno italiano in favore dell'Iniziativa Adriatico Ionica, citando in proposito recenti comunicazioni del Ministro Terzi con i commissari europei Füle e Rehn e incontri bilaterali sul tema.

Franco NARDUCCI (PD), presidente e relatore, propone che sia fissato alle ore 18 di martedì 10 aprile il termine di presentazione

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degli emendamenti al disegno di legge comunitaria.

La Commissione conviene.

Franco NARDUCCI (PD), presidente e relatore, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 16.15.

INTERROGAZIONI

Mercoledì 4 aprile 2012. - Presidenza del vicepresidente Franco NARDUCCI. - Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri, Marta Dassù.

La seduta comincia alle 16.15.

Sui lavori della Commissione.

Franco NARDUCCI, presidente, avverte che, su richiesta del deputato interrogante e con il consenso del rappresentante del Governo, l'interrogazione n. 5-06253 sarà svolta in altra seduta.

5-06255 Di Biagio: Sulla tutela della lingua italiana in Svizzera.

Il sottosegretario Marta DASSÙ risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2) sottolineando come l'importante questione metta in gioco un interesse nazionale. Osserva altresì come vi siano importanti iniziative in corso, pur prendendo atto delle osservazioni critiche formulate dall'interrogante.

Aldo DI BIAGIO (FLpTP), nel richiamare il ruolo che il presidente Narducci svolge da tempo per la promozione della lingua italiana, ringrazia il sottosegretario Dassù per l'esauriente risposta e ne apprezza il contenuto, pur dovendo denunciare un clima diffuso di trascuratezza che ha indotto molta sfiducia nei cittadini. Invita a recuperare rispetto a comportamenti che hanno suscitato preoccupazioni e malumori, per scongiurare il rischio di marginalizzazione del nostro patrimonio culturale e la vivacità dell'interscambio bilaterale.

Franco NARDUCCI, presidente, ringrazia il collega Di Biagio per l'apprezzamento rivoltogli e ribadisce la gravità della situazione della lingua italiana in Svizzera a causa dei pesanti tagli subiti che hanno danneggiato la comunità italiana e messo in difficoltà sia le scuole italiane sia gli enti gestori dei corsi di lingua.

Il sottosegretario Marta DASSÙ fa presente che il Ministro Terzi è particolarmente impegnato nella promozione della cultura italiana all'estero e che nonostante le difficoltà di bilancio il Ministero degli affari esteri sta profondendo ogni energia in tale direzione.

5-06121 Renato Farina: Sulla libertà religiosa in Cina.

Il sottosegretario Marta DASSÙ risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3), premettendo una breve disamina sulla specificità della situazione della Chiesa cattolica in Cina, che trascende l'ambito della libertà religiosa e riveste rilievo politico-diplomatico. Segnala peraltro l'importante recente messaggio rivolto ai buddisti dal cardinale Tauran.

Renato FARINA (PdL), nell'apprezzare e condividere i contenuti della risposta resa dal rappresentante del Governo, sollecita ulteriore attenzione al tema dell'interrogazione da parte del Governo stesso. Benché quattro dei sacerdoti arrestati nella Mongolia interna siano stati liberati, ribadisce la sua viva preoccupazione per la vicenda che è stata caratterizzata da gravi sessioni di lavaggio del cervello sulla politica religiosa e dalla chiusura del locale seminario, a causa dei riflessi derivanti dalle lotte interne al regime cinese per la

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successione prevista nel mese di ottobre al vertice del paese.
Nel ricordare che la comunità cattolica sotterranea della Diocesi di Suiyuan conta circa trentamila fedeli, assistiti da trentacinque sacerdoti e novanta suore, ed è stata sostanzialmente tollerata negli ultimi venti anni, collega gli ultimi eventi con lo scoppio di alcune rivolte di pastori contro la politica mineraria governativa che inquina e distrugge le terre e i pascoli.
Richiamandosi anche ai suicidi dei monaci tibetani ed alla repressione del movimento Falun Gong, lamenta che la Cina, invece di dare spazio alla voce del suo popolo, preferisca mantenere il pugno di ferro, preparandosi al futuro con l'aumento delle spese militari e degli organici della polizia. Al riguardo, osserva come la libertà religiosa non sia mai una questione a sé stante ma sia la madre di tutte le libertà e del benessere individuale e sociale.
Rammenta poi l'iniziativa assunta anche da lui per la liberazione di due anziani vescovi da decenni imprigionati, che non ha però ricevuto alcun riscontro dalle autorità cinesi, apprezzando però che la questione dei diritti umani sia stata evocata dal presidente Monti nella sua recente visita a Pechino. Respinge però la tentazione di barattare la tutela dei diritti umani con gli investimenti economici cinesi. Invita quindi invitando il Governo a continuare a porre la questione della libertà religiosa alle autorità cinesi in ogni circostanza, senza farne un argomento separato, ma inserendola in ogni agenda di colloquio. Conclude dichiarando che il futuro della Cina in una prospettiva di apertura alla democrazia potrebbe essere determinato proprio sul terreno della libertà religiosa invece che su quello della libertà di mercato, così come lascia intendere l'importanza riflessione dottrinaria in corso presso l'Università di Shanghai.

Franco NARDUCCI, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

La seduta termina alle 16.45.

SEDE REFERENTE

Mercoledì 4 aprile 2012. - Presidenza del vicepresidente Franco NARDUCCI. - Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri, Marta Dassù.

La seduta comincia alle 16.45.

Ratifica ed esecuzione della Convenzione sul diritto relativo alle utilizzazioni dei corsi d'acqua internazionali per scopi diversi dalla navigazione, con annesso, fatta a New York il 21 maggio 1997.
C. 4975 Governo.
(Seguito esame e conclusione).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in titolo, iniziato nella seduta del 29 febbraio scorso.

Franco NARDUCCI, presidente, avverte che è pervenuto il parere favorevole delle Commissioni Affari costituzionali, Giustizia, Difesa, Bilancio e Ambiente.

Il sottosegretario Marta DASSÙ ha dichiarato che la ratifica in titolo rappresenta un segnale della forte attenzione dell'Italia verso le problematiche legate alla gestione equa e sostenibile delle risorse idriche, recentemente ribadita in occasione del VI Word Water Forum conclusosi con la Dichiarazione di Marsiglia in cui è stato affermato un approccio olistico, chiamando in causa la sicurezza alimentare, lo sviluppo rurale e la domanda di energia.
Ha poi osservato che l'entrata in vigore della Convenzione favorirà l'integrazione regionale ed una gestione più razionale delle risorse idriche. L'avvenuta ratifica da parte italiana potrebbe essere valorizzata anche nel mese di giugno in occasione della Conferenza di Rio+20 sullo sviluppo sostenibile, confermando la priorità attribuita al settimo obiettivo di sviluppo del Millennio sulla sostenibilità ambientale, che prevede l'impegno a dimezzare la

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percentuale delle persone che non hanno accesso all'acqua potabile ed ai servizi igienici di base.

Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione delibera quindi di conferire il mandato al relatore, presidente Stefani, di riferire in senso favorevole all'Assemblea sul provvedimento in esame. Delibera altresì di chiedere l'autorizzazione a riferire oralmente.

Franco NARDUCCI, presidente, si riserva di nominare i componenti del Comitato dei nove sulla base delle designazione dei rappresentanti dei gruppi.

La seduta termina alle 16.50.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 16.50 alle 17.05.