ALLEGATO
DL 98/11 Disposizioni urgenti per la stabilizzazione finanziaria. C. 4509 Governo, approvato dal Senato.
PROPOSTA ALTERNATIVA DI PARERE DEL GRUPPO DEL PD
La Commissione Giustizia,
esaminato il disegno di legge in oggetto,
rilevato che:
la manovra approvata al Senato penalizza ancora una volta la giustizia con un taglio lineare irragionevole, anche considerate le condizioni di grave crisi in cui versa il sistema, affidando a un ingiustificato e generalizzato aumento del contributo unificato, il compito di finanziare gli interventi in generale e, in particolare, il Fondo unico sulla giustizia;
il contributo unificato viene elevato in misura generalizzata, ed in particolare vengono abolite le esenzioni relative alle controversie di lavoro e famiglia. A riprova che lavoratori e le famiglie, pur essendo i soggetti più colpiti dalla crisi, sono ulteriormente vessati da una manovra economica che avrebbe dovuto invece sostenere i loro redditi. In particolare, nell'eliminare l'esenzione per le controversie previdenziali e di lavoro, si introducono criteri differenti per le due tipologie di controversie, la prima basata su una quantificazione forfetaria, e quindi oggettiva, e la seconda su una condizione relativa al reddito e quindi soggettiva. In particolare, per le controversie previdenziali si introduce, accanto al contributo unificato, un rito speciale ulteriore, consistente in un accertamento tecnico preventivo obbligatorio in materia di assistenza - invalidità civile, cecità sordità, handicap, e disabilità - e previdenza - pensione di inabilità e assegno di invalidità che contraddice il processo di semplificazione ed unificazione dei riti in corso proprio alla vigilia dell'emanazione del decreto legislativo.
È infine, relativamente alle controversie previdenziali, del tutto irragionevole la previsione della estinzione dei giudizi contenuta nell'articolo 38 e destinata a ulteriormente moltiplicare il contenzioso per condanna alle spese per soccombenza virtuale, che inevitabilmente provocherà l'estinzione dei processi con accoglimento della domanda per i giudizi di valore non superiore ai 500 euro.
Il raddoppio del contributo previsto per i ricorsi in materia di appalti di opere e servizi, innanzi al Tar e al Consiglio di Stato, fino a 4000 euro a prescindere dall'effettivo valore della controversia, nonostante che in materia di appalti pubblici il valore possa variare da alcune decine di migliaia di euro a ad alcune centinaia di milioni di euro, aggrava enormemente i costi per le piccole e medie imprese, e può spingerle a privilegiare percorsi arbitrali che vedono spesso soccombere la PA, con notevoli ulteriori esborsi per la finanza pubblica.
La irragionevolezza della manovra relativamente al recupero dei fondi da assegnare al settore giustizia, non è da meno rispetto ai criteri adottati per la suddivisione del Fondo Unico giustizia agli uffici giudiziari, come disciplinata dal medesimo articolo 37 che al comma 12, destina l'assegnazione del Fondo per la Giustizia civile amministrativa e tributaria agli uffici giudiziari che avranno ridotto del 10 per cento il numero dei procedimenti pendenti al 31 dicembre di ciascun anno, e del 5 per cento per il 2011 con criteri da adottare a
cura del Ministro previo parere non vincolante del CSM e degli organi di autogoverno della magistratura amministrativa e tributaria.
Questa misura, scollegata da qualsiasi intervento volto alla razionalizzazione delle risorse umane e logistiche, e da un almeno iniziale processo di revisione delle circoscrizioni giudiziarie, non potrà che penalizzare maggiormente proprio quegli uffici giudiziari, come le sedi disagiate e comunque quegli uffici con alto carico di lavoro e carenze incolmate di organico, che avrebbero invece bisogno di maggiori investimenti e di maggiori risorse umane e logistiche.
Questa manovra finanziaria rappresenta dunque un'ennesima occasione mancata per il raggiungimento del fine dell'efficienza e della funzionalità del nostro sistema della giustizia: Il sistema giudiziario italiano ha urgente bisogno di interventi idonei a ridurre la durata dei processi civili e penali e, a tal fine, è necessario individuare strumenti moderni, soluzioni adeguate ed effettivamente praticabili per rispondere ai bisogni di sicurezza, per ripristinare un efficace servizio della giustizia nel rispetto dei principi costituzionali e per garantire l'effettività dei diritti di tutti i cittadini e la competitività del nostro sistema economico e produttivo. È assolutamente necessario mettere in campo vere e proprie politiche di innovazione, ad oggi strategiche per la giustizia,
esprime:
PARERE CONTRARIO
Ferranti, Capano, Cavallaro, Ciriello, Concia, Cuperlo, Melis, Andrea Orlando, Picierno, Rossomando, Samperi, Tenaglia, Tidei, Touadi.