SEDE REFERENTE
Mercoledì 25 marzo 2009. - Presidenza del presidente della XI Commissione Stefano SAGLIA. - Interviene il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega per lo sport, Rocco Crimi.
La seduta comincia alle 15.35.
Disposizioni per il sostegno dello sport femminile e per la tutela della maternità delle atlete che praticano attività sportiva agonistica dilettantistica.
C. 1286 Di Centa.
(Seguito dell'esame e rinvio).
Le Commissioni proseguono l'esame del provvedimento in titolo, rinviato il 18 marzo 2009.
Emerenzio BARBIERI (PdL) dichiara di condividere la proposta di legge in esame, rilevando peraltro che andrebbero chiariti alcuni punti. In particolare, all'articolo 1, comma 2, sarebbe opportuno chiarire se con l'espressione «associazioni sportive» s'intenda fare riferimento anche alle associazioni sportive dilettantistiche e alle discipline sportive associate. Al successivo articolo 2, inoltre, appare opportuno specificare se la nuova disciplina, prevista per le atlete che praticano attività sportiva agonistica dilettantistica in modo esclusivo, sia da intendersi quale disciplina speciale rispetto a quella applicabile alle medesime atlete, in qualità di titolari di un rapporto di lavoro dipendente, anche al fine di evitare che l'approvazione della proposta di legge in esame possa comportare svantaggi per le atlete che sono titolari di un rapporto di lavoro dipendente. Rileva, infine, che occorrerebbe aggiornare la copertura finanziaria prevista dall'articolo 3, in modo da far decorrere il finanziamento delle spese dall'anno 2009, facendo altresì riferimento al Fondo speciale di parte corrente del Ministero dell'economia e delle finanze iscritto nel bilancio triennale 2009-2011.
Giovanni LOLLI (PD) rileva che il problema posto dalla proposta di legge in esame è molto serio e importante; ciò è dimostrato anche dal fatto che lo scorso anno vi era stato un tentativo di procedere in via amministrativa, con una lettera del ministro pro-tempore al presidente del CONI, che non era peraltro riuscito ad ottenere l'adeguamento richiesto dal ministero
Pag. 35stesso da parte di tutte le federazioni sportive. Rileva, altresì, che il mondo dello sport è un settore molto complesso, regolato in modo molto frammentario, che spesso necessita di regole particolari rispetto a quelle ordinarie. Sottolinea, in particolare, che il settore sportivo è in continua trasformazione; sono ancora troppo carenti le tutele previste in favore degli atleti, mentre esistono molte tutele a favore delle singole società sportive. Ricorda quindi che uno dei problemi del mondo dello sport risiede nel fatto che solo 5 o 6 federazioni sono riconosciute come federazioni professionistiche, ma esistono altrettante federazioni nell'ambito delle quali viene svolta un'attività sportiva di tipo praticamente esclusivo, senza il riconoscimento delle tutele previdenziali relative.
Rileva d'altra parte che la legge cardine in materia, cioè la legge n. 91 del 1981, andrebbe aggiornata, in quanto non più corrispondente alla situazione attuale per quel che riguarda le tutele previdenziali e sanitarie da riconoscere agli atleti. In particolare, occorre prevedere tutele molto specifiche per tanti ragazzi e ragazze che si dedicano totalmente allo sport e non sono adeguatamente tutelati. Segnala inoltre che occorrerebbe chiarire, all'articolo 2, la platea dei beneficiari, auspicando che tale platea venga identificata attraverso un'interpretazione estensiva della disposizione letterale contenuta nel medesimo articolo 2. In particolare, aggiunge che sulla base dell'articolo 2 non possono essere tutelati solo gli atleti che vestono la «maglia azzurra»; tale interpretazione estensiva, peraltro, comporta indubbiamente la necessità di aggiornare la norma di copertura finanziaria, prevedendo risorse aggiuntive rispetto a quelle attualmente previste.
Lucia CODURELLI (PD), nel ribadire la propria condivisione sul merito del provvedimento in esame, invita le Commissioni a non affrontare in maniera frammentaria il tema primario della tutela della maternità, in ordine al quale ritiene doveroso svolgere ogni necessario approfondimento. Per tali ragioni, auspica che il Governo possa fornire, in occasione delle prossime sedute, dati più certi sulle categorie di lavoratrici autonome attualmente prive di tutela previdenziale.
Ricorda, in proposito, che un primo passo in avanti è stato compiuto dal Governo Prodi in relazione alle garanzie per le lavoratrici precarie, la cui situazione è stata ormai sanata; occorre ora, a suo giudizio, accelerare l'indagine sulle categorie ancora senza tutela e verificare come si possa ampliare la platea di riferimento, anche andando oltre le previsioni del progetto di legge in esame.
Elisabetta RAMPI (PD) giudica ispirata al buon senso la proposta di legge in esame, che si rende necessaria anche a causa dell'impossibilità di giungere a soluzioni condivise mediante provvedimenti amministrativi. In particolare, nel ritenere importante l'avere centrato l'attenzione sul mondo dello sport, nel quale la donna è fortemente discriminata rispetto agli atleti di sesso maschile, giudica necessario rimuovere ogni stereotipo di tipo culturale, che costringe spesso le donne ad agire con maggiori difficoltà per dimostrare il proprio valore. Richiamata l'importante risoluzione approvata dal Parlamento europeo sulle pari opportunità nello sport, evoca anche il positivo esempio costituito dalle iniziative poste in essere - in occasione delle celebrazioni dell'anno europeo delle pari opportunità - dalla provincia di Torino e dalla Regione Piemonte, che rappresentano una strada da percorrere per combattere ogni forma di discriminazione di genere nell'ambito del lavoro sportivo.
In conclusione, si associa alle richieste, già formulate, di considerare un possibile ampliamento della platea delle donne beneficiarie degli interventi, affrontando anche il problema delle lavoratrici autonome senza tutele, in modo da poter valutare possibili correttivi da apportare al testo, diretti a dirimere le questioni esistenti.
Giuseppe BERRETTA (PD) ritiene che il tema affrontato dal progetto di legge in esame abbia un carattere più generale
Pag. 36rispetto agli obiettivi dichiarati, considerato che tale provvedimento si muove in una cornice ordinamentale - quale quella del lavoro sportivo - che presenta un basso livello di tutela nel suo complesso, anche a causa della scelta, effettuata a suo tempo, di distinguere tra attività sportive professionistiche e dilettantistiche, che ha aperto un divario tra gli sportivi che praticano sport in via esclusiva. In questo senso, ritiene che sia necessario adoperarsi per assicurare un «livello base» di tutela effettiva ai lavoratori sportivi dilettanti, anche verificando la possibilità di attingere a forme contrattuali come il lavoro a progetto.
Nello specifico, ritiene che uno dei limiti del progetto di legge in esame - pur meritevole di condivisione - sia quello di occuparsi soltanto della tutela della maternità e non anche delle garanzie nei confronti di tutti gli sportivi dilettanti; in particolare, auspica che l'attenzione delle Commissioni venga rivolta anche alla tutela della paternità, incluso l'ampliamento dei congedi parentali. Infine, avanza un rilievo conclusivo sull'articolo 2, che interviene sull'articolo 65 del decreto legislativo n. 151, segnalando che - dalla stesura del testo - non risulta chiaro se gli interventi di tutela riguardino soggetti che già hanno un rapporto previdenziale con l'INPS, nel qual caso occorrerebbe svolgere ulteriori approfondimenti tecnici sull'argomento.
Stefano SAGLIA, presidente, considerata l'imminente ripresa dei lavori dell'Assemblea, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.
La seduta termina alle 16.