Allegato A
Seduta n. 211 di mercoledì 29 luglio 2009

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

Iniziative per l'abrogazione della normativa che istituisce le cosiddette «ronde» - n. 3-00627

MINNITI, SORO, SERENI, BRESSA, GIACHETTI, QUARTIANI, AMICI, ZACCARIA, BORDO, D'ANTONA, FERRARI, FONTANELLI, GIOVANELLI, LANZILLOTTA, LO MORO, NACCARATO, PICCOLO, POLLASTRINI e VASSALLO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
secondo quanto riportato dagli organi di informazione, è di cinque poliziotti feriti e di due ragazzi fermati il bilancio degli scontri avvenuti nella notte tra il 25 e il 26 luglio 2009 a Marina di Massa (Massa Carrara). A scontrarsi sono stati alcuni esponenti dei «carc» (comitati di appoggio alla resistenza per il comunismo), che stavano dando vita a una «ronda proletaria antifascista», contro giovani della destra locale, che hanno istituito delle ronde sotto la sigla «sss» (servizio sociale di sicurezza);
agli scontri, secondo una notizia riportata dall'Ansa, di cui si chiede eventuale conferma al Ministro interrogato, avrebbe partecipato un maresciallo dei carabinieri in servizio a Pisa;
come questo episodio dimostra, l'istituzione delle ronde previste dal cosiddetto «disegno di legge sicurezza» del Governo, ora legge n. 94 del 2009, non solo non garantirà un miglior controllo del territorio, ma produrrà tensioni, confusione e, di fatto, maggiore insicurezza;
queste «ronde», su cui il Presidente della Repubblica ha espresso perplessità all'atto della promulgazione della legge n. 94 del 2009, da un lato mettono apertamente in discussione prerogative essenziali di uno Stato democratico e dall'altro fanno irrompere in un campo così delicato, come quello della sicurezza, il peggior spirito di fazione politica -:
se il Ministro interrogato intenda promuovere, nell'ambito dell'iniziativa legislativa del Governo, l'abrogazione della norma che istituisce le cosiddette «ronde», per fermare questa pericolosa deriva.
(3-00627)

Operatività del fondo di garanzia per le piccole e medie imprese - n. 3-00628

VERSACE e BALDELLI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
la crisi economica e finanziaria internazionale, che in questi ultimi tempi ha coinvolto anche il nostro Paese, ha prodotto effetti negativi sul sistema produttivo e sull'occupazione ed ha investito un numero notevole di imprese, penalizzando particolarmente quelle di media e piccola dimensione, maggiormente esposte al rischio di una contrazione del credito da parte del sistema bancario;
il Governo ha adottato dei provvedimenti a sostegno della produzione e dell'occupazione, nonché misure dirette a dare stabilità al settore bancario: il decreto-legge
29 novembre 2008, n. 185, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 gennaio 2009, n. 2, che, all'articolo 11, ha previsto il potenziamento finanziario del fondo di garanzia alle piccole e medie imprese, l'estensione dello stesso anche alle imprese artigiane e il ricorso alla garanzia dello Stato, quale ultima istanza per assistere gli interventi del fondo;
sono state adottate importanti misure per la ripresa ed il sostegno delle piccole e medie imprese anche con il decreto-legge 10 febbraio 2009, n. 5, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 aprile 2009, n. 33, che ha previsto un ulteriore incremento della dotazione finanziaria del fondo di garanzia per gli anni 2010, 2011 e 2012, anche in considerazione dell'estensione degli interventi per quanto attiene al consolidamento delle situazioni debitorie delle imprese;
la presenza sul territorio di piccole e medie imprese rappresenta un fondamentale serbatoio di crescita imprenditoriale e di sviluppo -:
quale sia l'effettiva operatività delle misure previste per il fondo di garanzia.
(3-00628)

Iniziative di competenza del Ministro dello sviluppo economico per la tutela degli utenti in relazione a disservizi da parte di Telecom Italia - n. 3-00629

COTA, LUCIANO DUSSIN, DAL LAGO, REGUZZONI, ALESSANDRI, ALLASIA, BITONCI, BONINO, BRAGANTINI, BRIGANDÌ, BUONANNO, CALLEGARI, CAPARINI, CHIAPPORI, COMAROLI, CONSIGLIO, CROSIO, D'AMICO, DESIDERATI, DOZZO, GUIDO DUSSIN, FAVA, FEDRIGA, FOGLIATO, FOLLEGOT, FORCOLIN, FUGATTI, GIBELLI, GIDONI, GIANCARLO GIORGETTI, GOISIS, GRIMOLDI, LANZARIN, LUSSANA, MACCANTI, LAURA MOLTENI, NICOLA MOLTENI, MONTAGNOLI, MUNERATO, NEGRO, PAOLINI, PASTORE, PINI, PIROVANO, POLLEDRI, RAINIERI, RIVOLTA, RONDINI, SIMONETTI, STEFANI, STUCCHI, TOGNI, TORAZZI, VANALLI e VOLPI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
gli organi di stampa locali hanno riportato negli ultimi giorni numerose notizie relative a disservizi da parte della compagnia telefonica Telecom Italia, in riferimento ai mal funzionamenti delle linee telefoniche e delle linee adsl, che stanno causando gravi disagi a tutta la cittadinanza;
i cittadini lamentano isolamenti telefonici per intere settimane, ritardi nelle riparazioni delle linee telefoniche e delle strade comunali utilizzate dalla Telecom Italia per lavori sulla rete, impossibilità di utilizzare la rete internet per lunghi periodi;
internet, la posta elettronica, la linea per gli accessi rapidi sulla rete sono diventati per gli imprenditori e per le piccole e grandi aziende uno strumento indispensabile nello svolgimento della propria attività, senza il quale si rischia di rimanere esclusi dalla competizione commerciale;
le strutture di ricezione turistica presenti sui territori coinvolti, che utilizzano le linee telefoniche ed internet come strumento base per la propria attività, vengono danneggiate da questi disservizi, che disincentivano, fra l'altro, l'afflusso di turisti;
aziende italiane, produttrici di beni di fama internazionale, vedono danneggiata la propria immagine e il proprio fatturato a causa dell'impossibilità di ammodernamento dei propri sistemi di comunicazione;
i sindaci di molti comuni coinvolti, principalmente di piccoli comuni situati nel Nord d'Italia, hanno denunciato, attraverso i mezzi di informazione, la seria e preoccupante situazione che si trovano a vivere i propri cittadini a causa di questi disagi imputabili alla compagnia Telecom Italia, particolarmente gravi per coloro che sono costretti a lavorare dal proprio domicilio, a causa di impossibilità fisiche e gravi problemi di salute, utilizzando strumenti informatici e telematici;

la società Telecom è incaricata, ai sensi dell'articolo 58, comma 3, del decreto legislativo n. 259 del 2003, «Codice delle comunicazioni elettroniche», di fornire il servizio universale telefonico su tutto il territorio nazionale;
ai sensi dell'articolo 61, comma 4, del medesimo codice, nell'ambito della direttiva per la qualità e le carte dei servizi di telefonia vocale fissa e per il servizio universale (delibera 49/09/CSP), l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha fissato i valori obiettivo per l'anno 2009, ossia gli standard generali degli indicatori di qualità del servizio universale per la telefonia vocale fissa, che l'impresa designata, attualmente Telecom Italia, si deve impegnare a raggiungere;
tra gli obiettivi di qualità sono indicati, fra gli altri, il tempo di fornitura dell'allacciamento iniziale, che non deve superare i 18 giorni, e il tempo di riparazione dei malfunzionamenti, che non deve superare le 48 ore;
gli utenti lamentano una notevole discordanza fra gli standard imposti alla compagnia telefonica e quelli effettivamente applicati, ritenendo ingiusto il pagamento del canone a fronte di un mancato servizio da parte di Telecom Italia;
nonostante i circa 5 miliardi di euro annui che Telecom Italia percepisce grazie al solo canone telefonico su 26 milioni di linee, finalizzato a mantenere ed ammodernare la rete telefonica, tuttora circa il 15-20 per cento delle centrali non possono erogare i servizi adsl per la presenza di apparecchiature limitanti;
la società Telecom Italia, ai sensi dell'articolo 14-bis della legge n. 223 del 2006, ha presentato all'Autorità garante per le comunicazioni degli impegni in cui indica, fra gli obiettivi, quello di soddisfare i clienti finali attraverso concreti interventi per lo sviluppo e il miglioramento della qualità della rete e dei servizi -:
quali interventi il Ministro interrogato, per quanto di sua competenza, intenda mettere in atto al fine di tutelare i diritti degli utenti consumatori, che hanno subito e continuano a subire disagi nella propria vita personale e professionale a causa dei disservizi imputabili alla compagnia Telecom Italia, valutando il rispetto degli impegni assunti, in particolare l'effettivo utilizzo delle risorse economiche derivanti dal canone mensile per gli investimenti sulle infrastrutture telefoniche.
(3-00629)

Rispetto da parte di CAI degli impegni relativi all'acquisto di Alitalia e iniziative per il rilancio della compagnia aerea - n. 3-00630

FAVIA. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
il 13 gennaio 2009 è avvenuto il passaggio di consegne ufficiali da parte del commissario liquidatore di Alitalia s.p.a. alla Compagnia aerea italiana (Cai), con la relativa operatività e i diritti di volo che sono stati trasferiti ai soci della nuova compagnia. I soci Cai hanno, quindi, sottoscritto un impegno finanziario di 847 milioni di euro;
il passaggio dell'ex compagnia di bandiera alla Cai è stato finora contrassegnato da perdite economico-finanziarie, non solo per il bilancio dello Stato, ma anche per migliaia di cittadini che avevano investito i propri risparmi in Alitalia SpA, e da un costo sociale altrettanto pesante per i lavoratori colpiti direttamente dalla crisi Alitalia;
il progetto Cai mostra ancora una volta tutta la sua fragilità. Come riporta Il Sole 24 ore del 15 luglio 2009, la nuova compagnia «è tra le peggiori compagnie in Europa per i ritardi dei voli», senza contare i voli quotidianamente cancellati;
nei primi tre mesi del 2009 il 26,2 per cento dei voli a breve e medio raggio è arrivato in ritardo. In pratica, la compagnia si colloca al ventiquattresimo posto in Europa sulle 27 censite dalle statistiche dell'Aea, associazione di Bruxelles tra i vettori tradizionali;

inoltre, ad agosto 2009 la compagnia dovrà prepararsi a pagare la prima rata - circa 138 milioni di euro - per gli asset della vecchia Alitalia e, quindi, la seconda rata a fine 2010, al netto dei debiti della vecchia Alitalia;
nei giorni scorsi il commissario della vecchia Alitalia, Augusto Fantozzi, come riportato da diversi quotidiani, ha ricevuto la lettera della Cai, relativamente alla prima rata che la nuova compagnia si era impegnata a versare, sulla base di impegni concordati nel mese di novembre 2008, per l'acquisto dei beni e degli aerei della vecchia Alitalia, e la cifra contenuta nella lettera sarebbe stata inferiore di circa la metà rispetto alle intese prese;
come se non bastasse, si parla, infine, di un possibile buco di bilancio di quasi 500 milioni di euro a fine 2009 per la nuova compagnia -:
con quali garanzie per la tutela del capitale umano e logistico, gli asset della vecchia Alitalia vadano a confluire nella nuova compagnia Cai, visto che quest'ultima fino ad oggi non ha rispettato gli accordi con i sindacati e il Governo, e se non intenda adoperarsi al fine di favorire un progetto e un reale piano industriale in grado seriamente di rispondere alle attuali inefficienze con investimenti strategici in grado di rilanciare la compagnia aerea, che sempre più rischia di essere relegata a mediocre compagnia regionale.
(3-00630)

Misure a favore delle imprese che usufruiscono dei benefici previsti dalla legge n. 488 del 1992 e che non riescono ad ottemperare ai requisiti inerenti ai livelli occupazionali - n. 3-00631

MANNINO, ROMANO, RUVOLO, NARO, DRAGO, VIETTI, ANNA TERESA FORMISANO, OCCHIUTO, LIBÈ, GALLETTI e COMPAGNON. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
la crisi economica, in corso di svolgimento da tutto il 2008 sino ad oggi, ha determinato e sta determinando forti difficoltà al sistema delle imprese produttive;
in particolare, hanno risentito di queste difficoltà le piccole e medie imprese del Sud, che hanno dovuto fare ricorso, anche quelle più grandi, alla cassa integrazione;
in questo quadro di difficoltà si muovono le imprese produttive che hanno beneficiato del sostegno previsto dalla legge n. 488 del 1992 e degli strumenti di agevolazione affini, come patti territoriali ed altro;
queste imprese si sono venute a trovare in una delicata condizione nella quale non hanno potuto, né possono ottemperare alla realizzazione del carico occupazionale, previsto come criterio di determinazione dell'intervento di sostegno ed agevolazione;
si profila una situazione alquanto preoccupante che potrebbe portare alla decadenza o anche alla revoca del finanziamento;
sarebbe allora opportuno, con una visione realistica, procedere alla sospensione dell'obbligo assunto a realizzare un determinato carico occupazionale;
la sospensione, e non esenzione, potrebbe essere successivamente ristabilita, con provvedimento amministrativo ministeriale, quando il ciclo della crisi sarà superato -:
se non ritenga opportuno adottare provvedimenti che possano ovviare alle criticità espresse in premessa.
(3-00631)

Orientamenti del Governo in merito alla nomina dei rappresentanti statali nelle commissioni paritetiche del Trentino-Alto Adige - n. 3-00632

BRUGGER e ZELLER. - Al Ministro per i rapporti con le regioni. - Per sapere - premesso che:
ai fini delle norme di attuazione dello statuto di autonomia del Trentino-Alto Adige Südtirol, hanno un ruolo fondamentale
su base regionale la commissione paritetica composta di dodici membri, dei quali sei in rappresentanza dello Stato, e su base provinciale la commissione per le norme di attuazione relative alle materie attribuite alla competenza della provincia di Bolzano, composta di sei membri, di cui tre in rappresentanza dello Stato;
è prassi costante che in occasione delle elezioni politiche nazionali e delle elezioni nelle province autonome di Bolzano e Trento vi sia il rinnovo dei rappresentanti nelle commissioni paritetiche, mentre nel 2008 ciò è avvenuto esclusivamente per i rappresentanti delle province autonome di Bolzano e Trento e della regione e non da parte del Governo, nonostante sia passato oltre un anno dal rinnovo delle Camere;
in regione e nelle province autonome su materie essenziali vi sono norme di attuazione già definite e su cui è indispensabile il parere che le commissioni paritetiche non possono pronunciare, in attesa del loro completamento con la nomina dei rappresentanti dello Stato;
ciò contribuisce a rendere più difficile l'azione di governo nelle province autonome, anche in ragione dei principi di convivenza e di tutela delle minoranze linguistiche, giacché le commissioni paritetiche sono essenziali in una visione moderna e dinamica dell'autonomia speciale;
la mancata nomina dei rappresentanti del Governo nelle commissioni paritetiche appare in contraddizione con gli impegni recepiti nella legge delega sul federalismo fiscale a tutela delle autonomie speciali;
il Governo ha preannunciato più volte l'indicazione dei rappresentanti nelle commissioni, senza mai dar seguito a tale impegno -:
quali siano le ragioni che ad oggi hanno impedito al Governo i necessari adempimenti in ordine alle commissioni paritetiche e quali siano gli indirizzi che il Governo intende adottare con urgenza.
(3-00632)