Allegato A
Seduta n. 111 di giovedì 8 gennaio 2009

INTERPELLANZE URGENTI

A)

Elementi e dati relativi all'utilizzo della cassa integrazione - n. 2-00246

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, per sapere - premesso che:
gli ultimi dati forniti dall'Inps sull'aumento dell'utilizzo della cassa integrazione fotografano in maniera impietosa l'entità della crisi occupazionale che sta attraversando il nostro Paese;
a settembre 2008 quella ordinaria è cresciuta, in un anno, di oltre il 68 per cento, sfiorando il picco dell'80 per cento per gli operai;
in un solo mese, tra agosto e settembre 2008, la cassa integrazione ordinaria è aumentata in media del 53 per cento, con un'impennata per gli impiegati del 113,79 per cento;
già i dati del primo trimestre 2008, con una crescita del 5,74 per cento dell'utilizzo della cassa integrazione, testimoniavano di una crisi economica sempre più radicale e profonda;
i settori più interessati dalla crescita, nella somma tra cassa integrazione ordinaria e straordinaria, sono il commercio, il settore del legno, l'estrazione dei minerali, il settore delle pelli e del cuoio, il settore dei trasporti e delle comunicazioni;
non a caso il Governo ha deciso di raddoppiare, nel disegno di legge finanziaria per il 2009, il fondo per la cassa integrazione e lo stesso Ministro Tremonti ha avuto modo di dichiarare che, stanti le dimensioni della crisi, è fondamentale l'utilizzo dei fondi di coesione europei;
a queste cifre che si fanno giorno per giorno più preoccupanti si debbono aggiungere le stime che riguardano i cosiddetti «invisibili»: i precari che non compaiono nelle statistiche emanate dall'Inps, ma che sono i primi ad essere colpiti e che, nelle cronache locali, compaiono come lavoratori ai quali non vengono rinnovati i contratti;
secondo l'economista Pietro Garibaldi dell'università di Torino, in Italia vi sarebbero quattro milioni di lavoratori senza tutela e totalmente in balia degli andamenti del mercato;
il peggioramento della crisi finanziaria mondiale, il perdurare delle difficoltà economiche rischiano di rendere ancora più drammatici i dati relativi all'occupazione, in particolare nel Mezzogiorno il cui sistema produttivo si basa soprattutto sulle piccole e medie imprese che, per prime, vengono colpite dall'andamento negativo dell'economia;
sull'entità di questa crisi economisti ed esperti di settore ci rimandano a numeri da brividi, ipotizzando per centinaia di migliaia di lavoratori e lavoratrici lo spettro della cassa integrazione e della disoccupazione;
al di là delle ipotesi numeriche rimane la forte preoccupazione su un andamento della crisi su cui, spesso, mancano anche fonti di informazione certe sulle quali calibrare iniziative e proposte -:
quali siano i dati relativi all'utilizzo della cassa integrazione, sia ordinaria che straordinaria, divisi per regione, alla data odierna;

se vi siano informazioni aggiornate sul numero di lavoratori precari che, nel corso degli ultimi sei mesi, divisi per regione, hanno perso il posto di lavoro;
se siano stati fatti studi di settore atti a delineare il numero di lavoratori dipendenti e precari che potrebbero perdere il posto di lavoro o entrare in cassa integrazione nel 2009.
(2-00246)
«Iannaccone, Lo Monte, Belcastro, Commercio, Latteri, Lombardo, Milo, Sardelli, Brugger».

B)

Intendimenti del Governo in materia di sicurezza sul lavoro - n. 2-00247

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri e il Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, per sapere - premesso che:
i dati dell'Inail rilevano che nel corso del 2007 in Italia si sono verificati 1.207 incidenti mortali sul lavoro, anche se nei primi nove mesi del 2008 il calo è stato del 5,2 per cento;
secondo l'Anmil, in base alle rilevazioni riferite al 2007 in Italia, i dati che colpiscono migliaia di famiglie ammontano, ogni giorno, a tre morti e ventisette invalidi;
nelle ultime settimane tragici incidenti si sono verificati in tutta Italia, solo per citarne alcuni: un operaio ventenne ha perso la vita e altri tre operai sono rimasti feriti in una cava di Bagnolo in provincia di Cuneo nello scoppio di un container invaso dal gas, in una ditta di movimento terra di Somma Vesuviana (Napoli) un giovane dipendente è rimasto impigliato nel nastro trasportatore, e nella provincia di Agrigento è morto sommerso da un lastrone di asfalto un operaio che lavorava alla sistemazione della rete fognaria di Sciacca;
si allunga, in tal modo, dall'inizio dell'anno la scia di sangue delle «morti bianche» che salgono a 972, con 24.317 invalidi in 972.700 infortuni;
le linee programmatiche esposte dal Governo in materia di salute e sicurezza dei lavoratori sembrerebbero costituire nel loro complesso una vera e propria strategia di contrasto ai fenomeni infortunistici, ma i dati statistici sopra elencati evidenziano un quadro ancora critico del fenomeno;
le linee guida del «libro verde» garantiscono alle organizzazioni rappresentative dei lavoratori e dei datori di lavoro la possibilità di dare vita a un robusto welfare negoziale (collocamento, ammortizzatori, formazione, sanità integrativa, salute e sicurezza nel lavoro) attraverso una vera e propria cogestione diffusa dei servizi che danno valore alla persona -:
quali provvedimenti siano già stati assunti per avere più sicurezza sul lavoro e quali iniziative urgenti si intendano promuovere, alla luce delle linee direttive del «libro verde» e delle convenzioni fondamentali dell'Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo), per garantire una adeguata formazione e prevenzione e per diffondere nei luoghi di lavoro la cultura della sicurezza.
(2-00247)«Delfino, Poli, Cesa, Vietti».

C)

Elementi in merito all'esistenza di un archivio contenente dati sensibili predisposto da Gioacchino Genchi, consulente tecnico dell'ex pubblico ministero di Catanzaro Luigi De Magistris - n. 2-00251

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della giustizia, per sapere - premesso che:
secondo notizie riportate da diversi organi di informazione, nel corso delle audizioni al Consiglio superiore della magistratura che si stanno svolgendo in questi
giorni, alcuni pubblici ministeri di Catanzaro avrebbero riferito dell'esistenza dell'«archivio» di Gioacchino Genchi, consulente tecnico dell'ex pubblico ministero di Catanzaro Luigi De Magistris;
secondo queste notizie l'archivio di Genchi conterrebbe 578 mila «anagrafici», cioè utenze telefoniche e indirizzi, tra cui quelle di parlamentari, capi dei servizi segreti e delle forze armate; in tutto sarebbero 392 mila le persone controllate e 1.436 i tabulati acquisiti;
l'esistenza di un archivio in cui sarebbero schedati dati sensibili di migliaia di cittadini italiani è una notizia che desta allarme e preoccupazione -:
se - anche in esito alle iniziative ispettive già disposte - risulti se le notizie sul cosiddetto «archivio Genchi» siano vere e, in caso affermativo, se tale archivio sia stato creato nell'ambito di procedimenti penali e con quali modalità, con quali finalità, per il perseguimento di quali reati e nell'ambito di quale normativa sia stata creata questa banca dati.
(2-00251)«Tenaglia, Ferranti, Quartiani».

D)

Iniziative per la riapertura e la messa in sicurezza della strada statale 272 in prossimità del comune di San Marco in Lamis (Foggia), in relazione a recenti eventi calamitosi - n. 2-00257

I sottoscritti chiedono di interpellare i Ministri dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere - premesso che:
a seguito degli ultimi violenti eventi calamitosi verificatisi nei giorni scorsi nel territorio pugliese, smottamenti e frane hanno interessato la zona garganica, coinvolgendo, provocando notevoli danni, la strada statale 272, in particolare in prossimità del chilometro 21,900, nel territorio del comune di San Marco in Lamis, provincia di Foggia;
l'evento franoso ha fatto scivolare le carreggiate dell'asse viario sul sottostante letto del torrente Iana, rendendole impercorribili al flusso veicolare, che al momento viene deviato su un percorso alternativo che presenta strade piccole e strette all'interno del territorio del Parco del Gargano, che rendono complicata la circolazione;
l'arteria costituisce un nodo viario fondamentale per il territorio circostante in quanto unica strada a scorrimento della zona e si disloca nella cosiddetta Via sacra dei Longobardi, asse fondamentale di collegamento tra San Severo, l'autostrada A14 Adriatica e San Giovanni Rotondo, zona ad alto interesse turistico, con milioni di presenze ogni anno di pellegrini che transitano per raggiungere e visitare i luoghi sacri dedicati a San Pio da Pietralcina e la basilica di San Michele a Monte Sant'Angelo;
già nel passato il tratto stradale in questione, a causa del suo posizionamento particolare tra i castoni di montagna e il corso del torrente Tano, è stato interessato da eventi che ne hanno compromesso la piena e funzionale operatività, il tutto aggravato da una carente manutenzione per un tratto che invece necessiterebbe di interventi strutturali, in quanto sottoposto al continuo passaggio di migliaia di autovetture, autoveicoli e autolinee diretti verso le zone turistiche dell'area e, inoltre, da migliaia di malati che si recano a curarsi nel presidio ospedaliero «Casa del sollievo dalla sofferenza» di San Giovanni Rotondo;
il comune di San Marco in Lamis, competente sul tratto di strada interessato, che in realtà invece dovrebbe dipendere dalla competenza statale dell'Anas, si trova, tra l'altro, in una situazione di estrema criticità finanziaria e non può provvedere all'impegno delle spese per una rapida risoluzione della problematica e la riapertura del tratto viario -:
quali misure intendano adottare nel più breve tempo possibile per provvedere alla riapertura dell'asse viario colpito dagli
eventi alluvionali e franosi che ne limitano la circolazione e quali iniziative assumere per promuovere un piano per la messa in sicurezza dell'arteria e dell'area limitrofa interessata, in particolare nel tratto in corrispondenza del comune di San Marco in Lamis.
(2-00257)
«Cera, Adornato, Bosi, Buttiglione, Capitanio Santolini, Cesa, Ciccanti, Ciocchetti, Compagnon, De Poli, Delfino, Dionisi, Drago, Anna Teresa Formisano, Galletti, Libè, Mannino, Naro, Occhiuto, Oppi, Pezzotta, Pisacane, Poli, Rao, Romano, Ruggeri, Ruvolo, Tabacci, Tassone, Nunzio Francesco Testa, Vietti, Volontè, Zinzi».

E)

Orientamenti del Governo in materia di class action - n. 2-00254

I sottoscritti chiedono di interpellare i Ministri dello sviluppo economico e della giustizia, per sapere - premesso che:
la società contemporanea è attraversata da mutamenti sempre più rapidi ed incisivi: esiste l'esigenza di aggiornare coerentemente e costantemente gli strumenti necessari a governare il cambiamento;
ad una «società del lavoro», in cui cioè il lavoro, le sue dinamiche, il suo sviluppo rivestivano un ruolo centrale anche da un punto di vista sociale, in cui, ad esempio, la fabbrica è stata non solo un luogo di lavoro, ma anche un luogo di formazione sociale, culturale e politica, se ne è affiancata un'altra che si potrebbe definire «società del consumo», in cui invece sono i consumi, le loro modalità, il loro livello, il loro sviluppo, i suoi titolari a definire le caratteristiche economiche sociali di una collettività;
in un mondo nuovo in cui ai lavoratori si sono affiancati i consumatori, in cui la produzione si è sempre più diversificata, orientandosi nelle società occidentali sempre più verso i servizi;
appare evidente e necessario focalizzare strumenti adatti a tutelare e sostenere le nuove declinazioni della cittadinanza, i nuovi protagonisti sociali del nostro tempo;
il nuovo secolo potrebbe diventare il secolo dei «conflitti sui consumi», della battaglia per i diritti dei cittadini intesi come consumatori ed utenti dei servizi e delle pubbliche amministrazioni;
«Storicamente - ha dichiarato Ralph Nader, leader del movimento consumeristico statunitense - l'attenzione è sempre stata rivolta unicamente alla produzione, in Marx così come in Ricardo, tra i socialisti come tra i capitalisti (...) Ma quello che interessa in ultima istanza è il benessere del consumatore: ecco il fine ultimo dell'economia»;
negli ultimi anni, specie nei Paesi anglosassoni, la nozione di un «interesse collettivo» dei consumatori, che avrebbe la sua ragion d'essere tra gli interessi individuali e «l'interesse generale» difeso dalla sfera politica, ha dato vita alla public interest law, intesa come nuova branca del diritto civile, che promuove la difesa di interessi collettivi estesi e punta alla risoluzione, tramite meccanismi giuridici, di problemi che né il mercato, né il Governo sono riusciti a risolvere;
il successo di questa nuova impostazione è rivelatore della necessità di tenere conto di interessi diffusi, con una base larga, ma a bassa intensità, di cui occorre garantire la rappresentanza per regolare in maniera equilibrata il sistema democratico nel suo complesso;
tutelare i consumatori e difendere la qualità della vita significa promuovere uno sviluppo complessivamente sostenibile, eco-compatibile, equilibrato ed adottare misure di tutela dei consumatori in tutti i campi: nella catena alimentare, nei trasporti, in tutti i servizi, nel sistema sanitario e nella prevenzione a tutela della
salute, nell'e-commerce e nel trading on line, nell'ambito del credito e delle assicurazioni, e così via;
importante, al di là dei singoli interventi, è, però, fornire nuovi e più estesi strumenti di controllo e di intervento ai consumatori ed alle loro organizzazioni e rafforzarne «il potere sociale», estendendo, anche per questa via, la partecipazione democratica dei cittadini;
il grado di effettiva inclusività sociale, cioè di concreto riconoscimento di appartenenza di ogni singolo alla propria collettività, resta uno degli indici principali per misurare l'effettivo tasso di democraticità di una società;
il Governo Prodi aveva presentato uno specifico disegno di legge a sostegno dell'introduzione nel nostro ordinamento della cosiddetta class action;
con la legge 24 dicembre 2007, n. 244, la legge finanziaria per il 2008, è poi stato definitivamente introdotto nel nostro ordinamento, all'articolo 2, dal comma 446 al comma 449, lo strumento della class action;
l'inserimento di uno strumento tipico dei sistemi giuridici di common law in un ordinamento di natura romano-germanica come quello italiano è stato ovviamente particolarmente complesso;
l'attuale Governo ha disposto con il decreto-legge n. 112 del 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, la sospensione dell'entrata in vigore delle norme che disciplinavano l'utilizzo della class action, che dovrebbero comunque avere piena efficacia dal 1o gennaio 2009;
attualmente siamo, dunque, in una fase di sospensione i cui contorni restano incerti;
appare necessario estendere la possibilità di ricorso alla class action anche nei confronti della pubbliche amministrazioni, secondo una distinzione netta tra i diritti di cittadinanza. Distinguendo cioè tra quelli del cittadino consumatore, da far valere nei confronti dei privati, e quelli del cittadino utente, da rivendicare nei confronti di un servizio pubblico;
appare, altresì, utile ragionare sulla possibilità di estendere il ricorso a tale strumento anche nei confronti dei concessionari di pubblici servizi;
è necessario chiarire, inoltre, altri aspetti specifici: la platea dei soggetti a cui si riconosce la potestà dell'iniziativa di class action, precisare che, con riferimento agli effetti interruttivi della prescrizione, questi devono essere estesi a tutti i consumatori o utenti e non solo ai ricorrenti, ipotizzare un vaglio preventivo da parte del tribunale sull'effettiva ammissibilità della domanda di class action, onde evitarne l'abuso, estenderne l'applicazione anche agli illeciti extracontrattuali -:
se non ritengano opportuno intervenire con la massima urgenza per chiarire le reali intenzioni del Governo e quali mezzi intendano adottare per rendere al più presto attivo e praticabile il ricorso alla class action.
(2-00254)
«Di Pietro, Donadi, Evangelisti, Borghesi, Cambursano, Barbato, Cimadoro, Costantini, Di Giuseppe, Favia, Aniello Formisano, Giulietti, Messina, Misiti, Monai, Mura, Leoluca Orlando, Paladini, Palagiano, Palomba, Piffari, Pisicchio, Porcino, Porfidia, Razzi, Rota, Scilipoti, Zazzera».

F)

Interventi per prevenire possibili rischi dovuti a fenomeni di piena, con particolare riferimento al fiume Po - n. 2-00259

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, per sapere - premesso che:
il Po è il maggiore fiume italiano, con i suoi 652 chilometri di lunghezza, e il suo bacino idrografico occupa un'area di circa 71.000
chilometri quadrati, da cui si deduce che ogni problema riguardante questo fiume diviene una questione ad interesse nazionale, dato che coinvolge una delle aree più produttive del Paese;
non si tratta della prima volta che gli interpellanti chiedono notizie al Governo sul fiume Po, dato che, nonostante sembrerebbe ragionevole attivarsi per garantire una più efficiente gestione dello stesso, poco o nulla è stato fatto in troppi anni;
il Paese ha certamente problemi urgenti e le emergenze di questi giorni hanno spostato l'attenzione su altri bacini idrografici, permettendo che venisse trascurato ancora una volta il problema legato ad un fiume che ha causato negli anni molti disastri;
vale la pena, a tal fine, ricordare l'alluvione che colpì il Polesine nel 1951, devastando un'intera provincia, o la più recente alluvione del Piemonte nel 1994;
il rischio è quello che ci si ricordi delle problematiche legate al più lungo corso d'acqua italiano solo ove esso debba costituire una nuova minaccia e con le precipitazioni dei giorni scorsi questa ipotesi non sembra poi così infondata;
non vale tanto la pena ricordare che non ci sono rischi imminenti sul Po: questo si può apprendere dall'assenza di notizie sulla stampa;
ciò che importa è se vi siano i presupposti perché, a fronte di precipitazioni straordinarie, non debbano esserci minacce in futuro;
il dissesto idrogeologico e fenomeni d'incuria e trascuratezza sono, spesso, la causa di gravi calamità e in molte zone del Paese, nell'ultimo decennio, avrebbero concorso allo straripamento di alcuni corsi d'acqua, con gravi danni per le realtà locali e per lo Stato;
il Po, pur essendo il maggior fiume italiano per lunghezza e per portata, non sarebbe stato sottoposto a sufficienti lavori di escavazione del suo letto dopo l'emersione di vaste zone in secca e l'accumulo di quantità significative di materiale alluvionale, specialmente nel territorio del Polesine, e per questa ragione avrebbe minacciato più volte, durante le piene invernali, di straripare, rievocando i tragici eventi collegati all'alluvione del 1951, oltre ad aver provocato il danneggiamento degli argini con forti spese per il loro ripristino;
la legge 18 maggio 1989, n. 183, all'articolo 17, definisce il «piano di bacino» come uno «strumento conoscitivo, normativo e tecnico-operativo» redatto su criteri e metodi fissati dal Presidente del Consiglio dei ministri, proposto dal Ministro dei lavori pubblici successivamente alla deliberazione del Comitato nazionale per la difesa del suolo, e al comma 3, lettera l), inserisce nelle materie da esso contenute «la normativa e gli interventi rivolti a regolare l'estrazione dei materiali litoidi dal demanio fluviale»;
dalla suddetta legge n. 183 del 1989 risulterebbe, pertanto, la possibilità se non la necessità di operare previsioni riguardo all'estrazione di inerti alluvionali, che innalzano l'alveo di alcuni fiumi, non consentendo, nei periodi dell'anno in cui la piena risulta maggiormente abbondante, il normale deflusso delle acque;
le medesime previsioni sono ora state trasposte, senza modifiche sostanziali, nell'articolo 65 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152;
il verificarsi di fenomeni di piena abbondante per un fiume come il Po non soltanto risulterebbe possibile, ma quantomeno probabile e prevedibile, visto che non è dato escludere il ripetersi, nei prossimi anni, se non addirittura in quello corrente, di forti precipitazioni atmosferiche;
tale situazione di incuria si ripercuote poi nei mesi estivi, ove, per contrasto, si verifica una carenza d'acqua, con il conseguente insorgere del fenomeno del cosiddetto cuneo salino, ossia dell'acqua del mare che risale dalla foce, provocando gravi danni alle colture e portando alla scarsità di risorse idriche;

appare evidente che un tale contrasto deriva non tanto da fenomeni di tipo naturale, ma da una gestione del corso d'acqua che risente dei vincoli legislativi, che porta a seri problemi, anche in vista dei tanto paventati cambiamenti climatici;
pare, ormai, opinione condivisa e trasversale che il vincolo paesaggistico ed ambientale non può sopravanzare la necessità di garantire la sicurezza per la cittadinanza e per le realtà produttive delle aree del Polesine limitrofe al fiume Po, né può reggere al paradosso che un eventuale danno portato da una piena eccessiva danneggerebbe l'ambiente ed il paesaggio ben più che i lavori volti a garantire maggior contenimento ad una portata delle acque superiore alla media -:
se non si ritenga necessario attivarsi affinché, secondo il criterio della somma urgenza, siano effettuati lavori di escavazione dell'alveo del fiume Po, in modo che l'emersione degli inerti sedimentati ne consenta la rimozione con maggiore facilità e rapidità, al fine di impedire il verificarsi di possibili situazioni di rischio, qualora le piogge, e con esse il livello del fiume, aumentino;
quali interventi determinati abbia intenzione il Governo di adottare per far fronte alla situazione sopra descritta, al fine di prevenire eventi che potrebbero comportare nuove situazioni problematiche nella gestione delle piene, non soltanto con riferimento al fiume Po, ma anche agli altri corsi d'acqua a rischio.
(2-00259)
«Bellotti, Palumbo, D'Ippolito Vitale, Divella, Nastri, Lo Presti, Holzmann, Biava, Catanoso, Patarino, Scapagnini, Di Virgilio, Mancuso, Scandroglio, Saglia, Gottardo, Faenzi, Castellani, Bocciardo, Vignali, Proietti Cosimi, Zorzato, Migliori, Bianconi, Calderisi, Angela Napoli, Consolo, Saltamartini, Savino, Santelli, Mistrello Destro, Nola, Frassinetti, De Corato, Pelino, Milanato, Bertolini, Gava, Dell'Elce, Dima, Moffa, Taglialatela».