XVI LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 84 di mercoledì 12 novembre 2008

Pag. 1

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO FINI

La seduta comincia alle 9,45.

GREGORIO FONTANA, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alessandri, Bossi, Brancher, Brugger, Brunetta, Caparini, Casero, Cicchitto, Cirielli, Cota, De Biasi, Donadi, Gibelli, Lo Monte, Melchiorre, Migliori, Molgora, Palumbo, Pescante, Romani, Soro, Stefani, Stucchi, Tremonti, Vito e Zacchera sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente sessantasette, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Annunzio di petizioni.

PRESIDENTE. Invito il deputato segretario a dare lettura delle petizioni pervenute alla Presidenza, che saranno trasmesse alle sottoindicate Commissioni.

GREGORIO FONTANA, Segretario, legge:
FABIO RATTO TRABUCCO, da Chiavari (Genova), chiede: la modifica dell'articolo 68 della Costituzione in materia di sospensione dei procedimenti penali nei confronti delle più alte cariche dello Stato (381) - alla I Commissione (Affari costituzionali);
l'estensione delle ipotesi di sequestro e confisca dei beni per taluni delitti contro la pubblica amministrazione e il loro uso sociale (382) - alla II Commissione (Giustizia);
l'introduzione nell'articolo 32 della Costituzione della tutela del diritto all'attività sportiva (383) - alla I Commissione (Affari costituzionali);
modifiche agli articoli 9 e 32 della Costituzione in materia di tutela dell'ecosistema (384) - alla I Commissione (Affari costituzionali);
l'introduzione del divieto di installazione e uso di apparecchi da gioco (385) - alla VI Commissione (Finanze);
la riforma della politica di cooperazione allo sviluppo (386) - alla III Commissione (Affari esteri);
l'abrogazione del comma 218, dell'articolo 1, della legge n. 266 del 2005, in materia di riconoscimento dell'anzianità di servizio per i lavoratori ATA (387) - alla XI Commissione (Lavoro);
la riduzione dell'aliquota IRAP in favore dell'industria serica (388) - alla VI Commissione (Finanze);Pag. 2
l'istituzione del Comitato nazionale per le celebrazioni del 150o anniversario dell'Unità d'Italia e la valorizzazione a fini museali del «Polo Reale» (389) - alla VII Commissione (Cultura);
l'utilizzo di edifici pubblici non scolastici come sedi di seggi elettorali (390) - alla I Commissione (Affari costituzionali);
nuove norme per la restituzione ai congiunti delle salme dei caduti in guerra (391) - alla IV Commissione (Difesa);
disposizioni per consentire l'adozione da parte di persone singole (392) - alla II Commissione (Giustizia);
il riconoscimento giuridico dei quadri intermedi (393) - alla XI Commissione (Lavoro);
benefìci per i familiari delle vittime della strage di Ustica e della cosiddetta banda della «Uno bianca» (394) - alla I Commissione (Affari costituzionali);
benefìci per i decorati al valore civile e ai loro congiunti (395) - alla IV Commissione (Difesa);
norme in favore dei militari di leva e di carriera infortunati o caduti durante il periodo di servizio (396) - alla IV Commissione (Difesa);
la riforma della legge di contabilità dello Stato (397) - alla V Commissione (Bilancio);
l'istituzione delle province di Sala Consilina e di Nola (398) - alla I Commissione (Affari costituzionali);
la riduzione del prezzo del gasolio per autotrazione nella regione Lombardia (399) - alla X Commissione (Attività produttive);
la semplificazione delle procedure in materia di scioglimento degli effetti civili del matrimonio (400) - alla II Commissione (Giustizia);
norme in materia di ordine delle precedenze tra le alte cariche della Repubblica sul territorio nazionale (401) - alla I Commissione (Affari costituzionali);
misure di contrasto del fenomeno del graffitismo (402) - alla II Commissione (Giustizia);
il riordino dell'intervento pubblico nelle politiche abitative, con il recupero di unità immobiliari residenziali nei comuni di maggiori dimensioni e la requisizione di immobili per destinarli alle famiglie in emergenza abitativa (403) - alla VIII Commissione (Ambiente);
la razionalizzazione delle sanzioni in materia di sequestro e confisca dei ciclomotori e dei motoveicoli (404) - alla II Commissione (Giustizia);
l'estensione delle tutele contro i licenziamenti ingiustificati (405) - alla XI Commissione (Lavoro);
riconoscimenti per le vittime del terrorismo e dell'eversione (406) - alla I Commissione (Affari costituzionali);
l'introduzione della disciplina del contratto d'unione solidale (407) - alla II Commissione (Giustizia);
norme per il rafforzamento della rappresentanza femminile in Parlamento (408) - alla I Commissione (Affari costituzionali);
la valorizzazione dei prodotti agroalimentari tradizionali (409) - alla XIII Commissione (Agricoltura);
l'istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla situazione dello sport e del calcio professionistico in Italia (410) - alla VII Commissione (Cultura);
norme per favorire il reinserimento dei lavoratori espulsi precocemente dal mondo del lavoro (411) - alla XI Commissione (Lavoro);
l'istituzione dei «borghi italiani del pane» e una nuova disciplina delle attività di produzione e vendita del pane (412) - alla X Commissione (Attività produttive);Pag. 3
nuove norme per la bonifica delle strutture e dei territori contaminati dall'amianto (413) - alla VIII Commissione (Ambiente);
l'inquadramento del personale civile del Circolo ufficiali delle Forze armate nell'organico del Ministero della difesa (414) - alla XI Commissione (Lavoro);
norme sull'impiego delle Forze armate e di polizia in operazioni militari (415) - alla IV Commissione (Difesa);
l'indizione di un referendum consultivo sullo smantellamento degli armamenti nucleari nazionali e sull'adesione dell'Italia alla NATO (416) - alla I Commissione (Affari costituzionali);
norme sulla democrazia interna dei partiti (417) - alla I Commissione (Affari costituzionali);
disposizioni per la prevenzione dell'inquinamento derivante dal trasporto marittimo di idrocarburi (418) - alla VIII Commissione (Ambiente);
disposizioni per la tutela del patrimonio storico della guerra di liberazione e della lotta partigiana (419) - alla VII Commissione (Cultura);
norme per la stabilizzazione dei lavoratori precari delle pubbliche amministrazioni (420) - alla XI Commissione (Lavoro);
l'istituzione di un'imposta sulle transazioni finanziarie di natura speculativa (421) - alla VI Commissione (Finanze);
la modifica all'articolo 121 della Costituzione con l'istituzione di Consulte statutarie regionali (422) - alla I Commissione (Affari costituzionali);
la legalizzazione delle cosiddette «droghe leggere» (423) - alle Commissioni riunite II (Giustizia) e XII (Affari sociali);
norme per favorire il telelavoro (424) - alla XI Commissione (Lavoro);
una nuova regolamentazione delle attività di informazione scientifica farmaceutica (425) - alla XII Commissione (Affari sociali);
la regolamentazione della riabilitazione equestre (426) - alla XII Commissione (Affari sociali);
l'istituzione della Commissione per i prezzi dei medicamenti (427) - alla XII Commissione (Affari sociali);
norme in materia di dichiarazioni di volontà anticipate ai trattamenti sanitari e a tutela della dignità del morente (428) - alla XII Commissione (Affari sociali);
disposizioni per l'inquadramento degli assistenti sociali operanti nel Servizio sanitario nazionale e nella pubblica amministrazione (429) - alla XI Commissione (Lavoro);
il divieto di estradizione per i reati punibili all'estero con la pena di morte (430) - alla II Commissione (Giustizia);
nuove norme in materia di neutralizzazione del cosiddetto fiscal drag (431) - alla VI Commissione (Finanze);
norme a tutela delle città storiche (432) - alla VII Commissione (Cultura).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 10).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

In ricordo dei caduti di Nassiriya.

PRESIDENTE. (Si leva in piedi e, con lui, l'intera Assemblea ed i membri del Governo). Onorevoli colleghi, oggi ricorre il quinto anniversario del barbaro attentato di Nassiriya nel quale, come è noto, morirono diciannove italiani impegnati adPag. 4aiutare il popolo iracheno a ritrovare la libertà e a conquistare la pace. A memoria di quei nostri valorosi connazionali, rivolgiamo un pensiero deferente e commosso stringendoci intorno alle famiglie dei caduti e partecipando al loro dolore.
In quel tragico 12 novembre, l'Italia sperimentò direttamente l'inumana ferocia che anima l'attacco terroristico alla pacifica convivenza di culture, nazioni e popoli. Quel giorno, lo sgomento, lo smarrimento e la sofferenza del Paese furono enormi, ma furono anche grandi la solidarietà, la partecipazione e la coesione tra il nostro popolo e le istituzioni. L'Italia si raccolse unita intorno a quei diciannove eroi che avevano sacrificato la loro vita per costruire un mondo più giusto e più libero.
Tutti noi ricordiamo, e con noi ricordano gli italiani tutti, il pellegrinaggio spontaneo di migliaia e migliaia di connazionali all'Altare della patria, in un giorno di lutto e di dolore. Venivano da ogni parte della penisola, uomini e donne, giovani e anziani. Sfilarono fino a notte inoltrata per testimoniare il loro sentimento di umanità e italianità. La mattina del 13 novembre il Vittoriano offrì uno spettacolo inaspettato e struggente: la scalinata ricoperta da un mare di fiori. Idealmente, in quel momento, tutta l'Italia si trovò attorno a quel monumento, unita da un senso di dolore e di legittimo orgoglio.
Oggi, la memoria di Nassiriya impegna il nostro Paese a continuare a fornire il suo contributo all'opera di costruzione della pace e della stabilità nel mondo. In questo senso, come ha ricordato il Presidente Napolitano celebrando il 4 novembre, dobbiamo rendere omaggio alle nostre Forze armate per l'impegno che pongono, con spirito di sacrificio e intelligenza, al di fuori del suolo italiano, al servizio di missioni per la pace e la sicurezza internazionali.
Non possono esserci né stabilità né prosperità se i diritti umani sono calpestati e la libertà è minacciata dal terrorismo. È con questa consapevolezza che dobbiamo oggi onorare il sacrificio di quei martiri, unendo nel ricordo tutti gli italiani che, in questi anni, hanno sacrificato la loro vita per garantire la pace. Con questo spirito invito la Camera dei deputati ad osservare un minuto di silenzio (L'Assemblea osserva un minuto di silenzio - Generali applausi cui si associano i membri del Governo).
Darò ora la parola ad un rappresentante per gruppo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Paglia. Ne ha facoltà.

GIANFRANCO PAGLIA. Signor Presidente, ricordare non è mai facile, è molto più semplice dimenticare. Noi tutti, però, non possiamo dimenticare, abbiamo il dovere di ricordare chi giura fedeltà alla patria. Tale giuramento è sinonimo di lealtà, di onore, di sacrificio e di amor di patria e noi tutti abbiamo il dovere di ricordare chi, in quel giuramento, crede ed è pronto a sacrificare la propria vita, sempre e comunque. Per fare ciò bisogna essere uniti nel ricordo perché, a mio avviso, è solo grazie al nostro ricordo che la memoria dei nostri caduti rimarrà sempre viva in tutti noi. Abbiamo quindi un dovere che è quello di non dimenticare.
È importante dimostrarci uniti quando si parla di Forze armate anche perché i nostri soldati, indipendentemente dalle rispettive ideologie, fanno il proprio dovere, sempre e comunque, e noi dobbiamo dimostrarci uniti per contrastare la convinzione di chi crede che mettendo bombe, facendo saltare in aria i nostri soldati ci possa indebolire. Dobbiamo dimostrare invece, che siamo uniti come lo sono i nostri soldati che fanno il proprio dovere, sempre e comunque, fino all'estremo sacrificio.
Allora, signor Presidente rivolgo una richiesta a lei personalmente. Ieri, qualche collega della maggioranza ha pensato di proporre al Governo di istituire il 12 novembre una giornata per il ricordo, non solo per i caduti in Nassiriya, ma per tutti. Ritengo che questa richiesta non debba partire, né dalla maggioranza né dall'opposizione ma da lei, signor Presidente della Camera, terza carica dello Stato anche perché la conosco, conosco la suaPag. 5integrità e so che lei crede a certi valori.
Abbiamo il dovere di fare tutto ciò, perché ritengo che chi parte in missione con un ideale leale, pulito, debba farlo con la consapevolezza che, rientrando in Italia in una bara avvolta dal tricolore, non debba mai essere dimenticato, mai (Applausi - Molte congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bressa. Ne ha facoltà.

GIANCLAUDIO BRESSA. Signor Presidente, oggi siamo qui a cinque anni di distanza da quel tragico giorno di novembre per ricordare e onorare i 28 morti di Nassiriya, di cui 19 italiani: 17 militari e 2 civili. Una tragedia umana e nazionale che ha profondamente turbato il nostro Paese, una tragedia umana e nazionale che ancora oggi ci invita a riflettere.
Le tempeste ci spingono irresistibilmente nel futuro: è la lezione dell'Angelus Novus di Walter Benjamin. Nella cultura contemporanea la guerra nelle sue interpretazioni rappresenta, forse, la tempesta più furiosa perché ci rende impotenti e incapaci di dare una risposta effettiva al problema della violenza. La forza della ragione, o il suo contrario, la ragione della forza, non spiegano, anzi sono il paradigma del fallimento del realismo e dell'idealismo di fronte alla tragedia della guerra.
Noi siamo, però, obbligati ad andare avanti ed allora i morti di Nassiriya ci aiutano a procedere e a capire. Giovanni Falcone ha scritto che occorre compiere fino in fondo il proprio dovere qualunque sia il sacrificio da sopportare, costi quel che costi, perché è in ciò che sta l'essenza della dignità umana.
I nostri soldati morti a Nassiriya sono l'esempio estremo di chi ha compiuto il proprio dovere. Erano in Iraq in missione di pace - in una guerra sbagliata, ma in missione di pace - per proteggere la dignità degli esseri umani.
L'idea del dovere nasce dalla medesima aspirazione di libertà che caratterizza i diritti; i doveri sono il più prezioso alleato dei diritti e questo dovrebbe aiutarci a costruire una cultura dei diritti umani che si imponga ai Governi delle nazioni.
Questo è il futuro verso cui la comunità internazionale dovrebbe orientarsi, questo è l'impegno che come Parlamento nazionale dovremo insieme assumerci se davvero abbiamo capito cosa è stata Nassiriya, se davvero abbiamo imparato, anche da quella tragedia, qual è il nostro dovere di rappresentanti della nazione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e di deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Unione di Centro).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fava. Ne ha facoltà.

GIOVANNI FAVA. Signor Presidente, onorevoli colleghi la strage di Nassiriya, occorsa esattamente cinque anni fa, occupa un posto di straordinaria importanza nella storia delle Forze armate repubblicane. Morirono, quel giorno, numerosi carabinieri dell'unità MSU, inviata a presidiare il centro della città e i capoluoghi del Dhi Qar, diversi militari dell'esercito, alcuni civili italiani e molti iracheni.
A colpirli fu la mano di quella che sarebbe successivamente diventata tristemente nota come Al Qaeda in Iraq, un gruppo di jihadisti spietati, votati a fare della Mesopotamia un teatro di disperazione e di morte, attraverso una serie di attacchi intimidatori volti ad isolare gli americani e ad enfatizzare gli aspetti di repressione militare connessi alle prime fasi dell'azione di stabilizzazione, con l'obiettivo ultimo di erigere in Iraq un emirato più retrivo dell'Afghanistan dei talebani.
La base dei carabinieri di Nassiriya fu distrutta dopo il quartiere generale delle Nazioni Unite a Baghdad e dopo il presidio della Croce rossa internazionale nella capitale irachena, nel chiaro intento di indurre le autorità politiche del nostro Paese a deliberare l'immediato ritiro delle nostre truppe e a condizionare negativamente anche i Governi di altri Stati che stavano valutando, a quell'epoca, l'opportunità o meno di concorrere alle difficile ricostruzione politica, morale ed economica dell'Iraq.Pag. 6
I terroristi avevano molte ragioni per sperare nel successo della loro iniziativa. Sapevano certamente che l'invio dei nostri militari in Iraq non aveva goduto dei favori dell'opinione pubblica italiana ed era, anzi, fortemente osteggiato da settori importanti del sistema politico nazionale. Erano, altresì, consapevoli che il vessillo italiano del peacekeeping avrebbe esposto i nostri carabinieri e soldati a maggiori rischi di altri potenziali bersagli, facilitando l'agguato.
Il prezzo pagato, quella mattina di cinque anni fa, fu pesantissimo. Diciannove famiglie del nostro Paese persero un loro caro, così come molte famiglie irachene, lasciando un vuoto che nessuna parola potrà mai colmare e tanto meno le nostre di oggi, seppur doverose.
Ma il Governo non capitolò, a dispetto delle difficoltà del momento. Il Paese si strinse, come mai in precedenza, interno ai carabinieri e all'esercito, dando una prova di compostezza che avrebbe impressionato il mondo intero e, in ultima istanza, rafforzando la determinazione a restare, a non mollare e ad andare avanti. I terroristi jihadisti riuscirono tatticamente, il 12 novembre del 2003, ma fallirono strategicamente e politicamente. A cinque anni di distanza possiamo affermarlo con orgoglio e dobbiamo anzi farlo, rivendicando alle nostre Forze armate il merito di avere individuato, prima del generale David Petraeus, la via migliore per conquistare i cuori e le menti degli iracheni, rinunciando alla rappresaglia e all'esibizione fine a se stessa della potenza di fuoco per riannodare i fili di un dialogo, individuando interlocutori che si sarebbero rivelati in seguito assai preziosi, quando il nostro contingente dovette rintuzzare le due successive offensive degli sciiti sahdristi a Nassiriya.
Quello che gli americani avrebbero fatto in tutto l'Iraq soltanto dal 2007 in avanti, con i risultati eccellenti che sono sotto gli occhi di tutti e permettono anche al presidente eletto, Barack Obama, di immaginare un ritiro graduale dei soldati statunitensi da quel Paese, i nostri ragazzi lo fecero sin dall'inizio, ed è bene che l'opinione pubblica, italiana e straniera, lo sappia. La provincia del Dikar, dove saremmo rimasti sino alla fine del 2006, è stata fra le meno violente di tutto l'Iraq e tra le prime a tornare sotto il controllo delle autorità nazionali di Baghdad.
Chi conosce la storia delle nostre Forze armate sa bene che questi risultati non sono stati frutto dell'improvvisazione, ma di un'esperienza che si va accumulando dagli anni Ottanta, dai tempi del generale Angioni in Libano, dove ci presentammo con i carri armati dipinti di bianco e un ospedale da campo e riuscimmo ad evitare le centinaia di caduti che si sarebbero, invece, verificati nelle truppe americane e francesi.
Non possiamo, oggi, non ricordare come la decisione di concorrere alla ricostruzione dell'Iraq nel 2003, fosse contestata da alcuni movimenti politici come una forzatura della Costituzione, il cui articolo 11 vieta alla Repubblica italiana di condurre delle guerre di aggressione. I risultati lusinghieri ottenuti nel Dikar provano che non era certo la brama di occupare territori la spinta che muoveva il Governo del tempo ad offrire i militari per aiutare gli iracheni a ritrovare la strada del progresso.
A dispetto di tutto, riteniamo, ancora oggi, di avere avuto allora ragione ad inviare i nostri ragazzi in Iraq e ad assicurare loro tutto il supporto di cui necessitavano per adempiere la loro missione e pensiamo anche che molti, fra quelli che nell'estate del 2006 insistettero sulla necessità di imprimere una discontinuità alla politica estera nazionale attraverso il rimpatrio dei nostri ragazzi, si siano pentiti della loro scelta di ripiego. Lo provano almeno due fatti: il primo è costituito dalla circostanza che volendo, comunque, assicurare una presenza civile di cooperazione a Nassiriya, il Governo Prodi decise di assicurare la protezione ricorrendo ai servizi di una società straniera di sicurezza privata, cioè gli stessi mercenari così aggressivamente messi alla berlina durante il sequestro sfociato nell'assassinio del povero Fabrizio Quattrocchi.Pag. 7
Il secondo fatto è che persino sotto Prodi sia stato più volte potenziato il nucleo degli addestratori italiani, offerti nella missione di tre anni alle forze di sicurezza irachene. Se si pensa di essere potenza occupante e non si vuole esserlo, se ne traggano tutte le conclusioni, andando via tutti senza lasciare più alcuna presenza militare. La sconfitta di Al Qaeda in Iraq e la possibilità sempre più concreta che quel tormentato Paese esca finalmente dal tunnel come uno Stato libero, democratico, sulla via dello sviluppo e magari avviato al federalismo ...

PRESIDENTE. La prego di concludere.

GIOVANNI FAVA. ... ci consola in parte dei sacrifici che i nostri ragazzi e le loro famiglie hanno dovuto sopportare, provando che i caduti di Nassiriya non sono morti invano e, anzi, sono stati il segno prezioso e tangibile del nostro sforzo per assicurare un futuro migliore a tutti gli iracheni (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Casini. Ne ha facoltà.

PIER FERDINANDO CASINI. Signor Presidente, il mio gruppo rinuncia al diritto di parola perché, in circostanze di questo tipo, per noi parla solo il Presidente della Camera. I caduti di Nassiriya meritano una memoria condivisa e non ricordi di parte (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro, Popolo della Libertà e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Evangelisti. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, il mio ringraziamento non è soltanto perché lei mi concede la parola, ma per aver voluto solennemente ricordare questo tragico anniversario. Dovere e responsabilità: sono questi i principi che le morti di Nassiriya ci lasciano in eredità. Si tratta di un'eredità pesante e difficile, che però non ammette, in questo caso, alcun alibi. I soldati italiani morti a Nassiriya sono morti nell'adempimento del proprio dovere, assumendosi fino in fondo le proprie responsabilità. Ho parlato di dovere e responsabilità, ma ciò significa anche rispetto per il senso del dovere e la responsabilità di chi ha sacrificato la propria vita per adempiere fino in fondo al proprio compito; rispetto per le aspettative, i sogni, gli affetti, i progetti di chi ha perso la vita adempiendo al proprio dovere; rispetto per il dolore delle loro famiglie, per loro mogli e per i loro figli. L'intero Parlamento e tutti noi dobbiamo saperlo fare.
Tuttavia, sarebbe sola retorica se ci fermassimo a queste parole. Tra poche ore, il Parlamento, e in particolare l'Assemblea di Montecitorio, sarà chiamato a rifinanziare le missioni internazionali. Allora, perché le nostre non siano parole di vuota retorica, voglio ricordare a lei, signor Presidente, ma soprattutto al Governo che l'unico strumento per costruire pace, sicurezza e sviluppo per l'intera umanità è un'adeguata politica di cooperazione e solidarietà internazionale tesa a garantire diritti ed opportunità eque per tutte le popolazioni che ancora vivono in condizioni di povertà.
Ieri il Ministro Tremonti era fuori quando abbiamo affrontato il tema. Mi permetto davvero in questa sede di invitarlo a riconsiderare il tema della cooperazione allo sviluppo e la possibilità di un emendamento. Non serve un emendamento di parte, ne basta uno del Governo, che potremo chiamare «emendamento Nassiriya» che possa finanziare un progetto speciale di cooperazione allo sviluppo e che il Governo stesso si deve incaricare di presentare prima della scadenza del termine del disegno di legge finanziaria.
Dopo potremo continuare a dividerci, a confrontarci sulla legittimità dell'idea di esportazione della democrazia, discutere se si sia di fronte alla nascita di una nuova ondata di imperialismo occidentale. Ci sarà tempo e modo di discutere di tutte queste cose, ma di fronte a soldati italiani, a lavoratori caduti nell'esercizio del loroPag. 8dovere, ci vuole rispetto. In questo senso, ci uniamo alle sue parole, signor Presidente, in questa giornata di triste ricordo (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole La Malfa. Ne ha facoltà.

GIORGIO LA MALFA. Signor Presidente, i Repubblicani si associano alle parole che lei ha voluto pronunciare in ricordo dei nostri soldati e dei civili morti a Nassiriya. La scelta di inviare i nostri soldati in lontani teatri bellici è sempre molto difficile e quella divise il Parlamento italiano e, in certa misura, il Paese. Tuttavia, considerando oggi la condizione che si avvia ad una maggiore normalità di quel lontano paese, l'Iraq, possiamo dire che quella decisione ha contribuito alla ricostruzione e domani forse alla crescita democratica di un Paese.
In questo momento desideriamo associarci alle sue parole nel saluto ai tanti militari italiani impegnati in lontani teatri, allo scopo di consolidare la pace, di ricostruire condizioni di convivenza pacifica nel mondo. Questo è il significato delle nostre parole dopo il suo discorso (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Liberal Democratici-Repubblicani).

Seguito della discussione del disegno di legge: Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2009) (A.C. 1713) (ore 10,15).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge: Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2009).
Ricordo che nella seduta di ieri è stato da ultimo respinto l'emendamento Di Pietro 2.106.
Avverto che la Commissione ha presentato una nuova formulazione dei suoi subemendamenti 0.2.201.202 e 0.2.201.200, nonché una nuova formulazione dell'emendamento 2.203 che è stata inviata ai gruppi e che è in distribuzione.

(Ripresa esame dell'articolo 2 - A.C. 1713)

PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1713).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Lulli 2.107.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lulli. Ne ha facoltà.

ANDREA LULLI. Signor Presidente, vorrei che il relatore e il Governo mi ascoltassero attentamente. La norma assimila le procedure per la sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di caldaia a condensazione (e contestuale messa a punto del sistema di distribuzione) a quelle più semplici previste per l'installazione dei pannelli solari termici e per la sostituzione di finestre comprensive di infissi in singole unità immobiliari. A tal fine non è richiesto l'attestato di qualificazione energetica e, in questo modo, si elimina un inutile appesantimento burocratico, che ha l'unico effetto di risultare complesso ed oneroso per l'utente finale, che si vede disincentivato alla sostituzione dei vecchi impianti di riscaldamento.
Si tratta di un aspetto che meriterebbe una migliore attenzione. Da questo punto di vista, se le norme fossero estese anche agli impianti di caldaie, le famiglie avrebbero un incentivo alla sostituzione e ciò comporterebbe un miglioramento delle emissioni e un incentivo anche a tante aziende artigiane. Ritengo che si tratti di un emendamento privo di costi e che sarebbe utile un ripensamento del relatore e del Governo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Toccafondi. Ne ha facoltà.

GABRIELE TOCCAFONDI. Signor Presidente, come si è notato in sede diPag. 9discussione sulle linee generali e di dibattito sugli emendamenti, c'è consapevolezza che i documenti di bilancio e il disegno di legge finanziaria rappresentino un'assoluta novità nel panorama italiano, abituato ad altre forme di legge finanziaria; essi, però, rappresentano anche, e soprattutto, la consapevolezza che il nostro Paese deve compiere ogni sforzo possibile per un vero e proprio risanamento economico del Paese. Il vero macigno e la vera zavorra della nostra politica economica si chiama debito pubblico, che rappresenta oggi una percentuale immensa del prodotto interno lordo, pari a oltre il 104 per cento del PIL: in cifre assolute, si tratta di 1.600 miliardi di euro. Come dicevo, si tratta di una vera e propria zavorra per la crescita dell'economia nazionale: solo di spesa per interessi il nostro Paese, alla fine del 2008, anche dopo l'aumento dei tassi di interesse - come le famiglie italiane ben sanno -, spenderà oltre 82 miliardi di euro. Si tratta di una cifra immensa: circa 224 milioni di euro al giorno, ossia oltre 9 milioni di euro l'ora sono spesi per rimborsare solo gli interessi sul debito pubblico nazionale da parte del nostro Paese.
Se poi analizziamo più nello specifico queste cifre, scopriamo che oltre la metà della spesa per interessi va versata in mano a investitori stranieri, perché la realtà del debito pubblico nazionale ci dice anche che oltre la metà del debito pubblico nazionale è in mano appunto a investitori stranieri. Si parla di una cifra vicina a 45 miliardi di euro del nostro debito, che ogni anno vengono versati agli investitori stranieri. Sicuramente, avere un debito pubblico nazionale che si avvicina a quello degli altri Paesi europei significherebbe, di colpo, avere molte più risorse disponibili. Un calcolo ci dice che circa 38 miliardi di euro potrebbero esser spesi per la spesa corrente, per agevolare le imprese italiane e le famiglie e per aiutare lo sviluppo del nostro Paese. Trentotto miliardi di euro potrebbero essere utilizzati solo se il nostro debito pubblico fosse pari a circa il 60 per cento del prodotto interno lordo, ossia circa 45 punti percentuali in meno rispetto all'attuale situazione.
Per tutto quello che stiamo dicendo, avremmo semplicemente più risorse, che anche gli emendamenti ci stanno confermando. Nel nostro Paese, tra debito e crescita, si confonde ormai spesso la causa con l'effetto. C'è l'idea che non cresciamo e, quindi, non ci sono gli avanzi economici per diminuire il debito pubblico. Forse la questione sta esattamente all'opposto, ovvero abbiamo un debito tale che non ci consente di crescere. Insomma, l'economia reale italiana c'è, nonostante tutto e nonostante la crisi. È un'economia reale che produce, ma il vero problema è il macigno, la zavorra per la crescita, che si chiama debito pubblico. Ebbene, la legge di bilancio previsionale per il 2009 e per il triennio 2009-2011 e la legge finanziaria per il 2009 hanno un obiettivo chiaro e limpido, che il Ministro Tremonti ieri ha confermato anche in Aula, ossia l'abbattimento del debito pubblico. Questa è la strada e su questa occorre proseguire.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Simonetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO SIMONETTI. Signor Presidente, intervengo per ricordare che il dibattito di oggi sulla legge finanziaria porta a concretizzare quanto è stato anticipato già nella manovra triennale, approvata all'inizio della nostra legislatura, che prevede il raggiungimento dei saldi entro il 2011. Come dicevo, questi saldi sono stati confermati anche dal DPEF e la nota di aggiornamento rivede al ribasso la previsione iniziale di 0,4 punti percentuali sulla stima di crescita del PIL per il 2008, portandola allo 0,1 per cento rispetto allo 0,5 fissato nel DPEF di giugno. Gli emendamenti che stiamo esaminando cercano di modificare i saldi finali della manovra ed è per questo che la maggioranza non ne terrà conto, se non per quelle parti concordate con il Governo e con i relatori. Quindi, nonostante l'ulteriore deterioramento della congiuntura internazionale, causato dall'acuirsi della crisi dei mercati finanziari internazionali, il Governo conferma comunque - come dicevo - l'obiettivoPag. 10dell'indebitamento netto al 2,5 per cento per il 2008. Negli anni successivi, si prevede un leggero ritocco, che non dovrebbe comunque compromettere il pareggio al 2011, salvo fattori negativi, che a questo punto non si vedono.
Da questo punto di vista, il Governo ha scelto, quindi, una politica di chiarezza, di rigore e di trasparenza. Di fatto, questa è una manovra triennale e, se non ci dovesse essere un cambiamento del quadro macroeconomico, sicuramente non saranno necessari, nel triennio di riferimento, ulteriori manovre correttive dei saldi. Questa finanziaria è detta asciutta proprio perché altre parti essenziali, tipicamente comprese all'interno di questa manovra di bilancio, sono state discusse e approvate con altri provvedimenti collegati, come gli atti Camera 1441-bis, 1441-ter e 1441-quater, che fanno riferimento alla semplificazione, alla sburocratizzazione, alla internazionalizzazione delle imprese, al rilancio economico, a diverse politiche energetiche, che fanno riferimento anch'esse al rilancio economico della nazione.
Ricordo, altresì, che altre politiche destinate allo sviluppo economico, soprattutto, speriamo, del nord, saranno inserite, come ha ricordato ieri il Ministro Tremonti, all'interno di nuovi documenti di programmazione, che verranno portati all'attenzione del Parlamento entro la fine del mese.
Ecco, quindi, che l'approvazione di altri emendamenti porterebbe a una diversa strutturazione dei saldi e del bilancio rispetto a quelli formulati da questa maggioranza e dal Governo, e, pertanto, risulta quasi obbligatorio non accettare le proposte emendative sul tappeto (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, ho ascoltato alcune riflessioni sull'emendamento Lulli 2.107, che andavano in una direzione anche più ampia a proposito della questione della crescita, che, tra l'altro, è stato un elemento di discussione, dopo la conclusione della discussione sulle linee generali e l'intervento del Ministro Tremonti, a seguito del quale è intervenuto un rappresentate per ciascun gruppo.
È ovvio - è un invito che rivolgo a diversi colleghi intervenuti su questo argomento - che l'elemento di valutazione della crescita è assai relativo, nel senso che è vero che c'è stata una previsione e una correzione delle stime inizialmente fatte dal Governo nel Documento di programmazione economica e finanziaria rispetto alla crescita prevista per gli anni 2009, 2010 e 2011; è vero che questa stima è stata corretta al ribasso; è vero che vi sono stati interventi, da questo punto di vista, da parte di organismi internazionali, la BCE, il Fondo monetario internazionale....

PRESIDENTE. La prego di concludere.

SIMONE BALDELLI. ...ma è anche vero che i termini di crescita sono relativi, perché perfino in Cina, che in questo momento di crisi finanziaria sta varando una manovra economica molto importante da 600 miliardi di dollari, vi è un allarme sulla recessione, meglio, sul calo della produttività, che passa dal 7 al 6 per cento...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Baldelli. Il suo tempo è terminato. Le ricordo che per il suo gruppo aveva già parlato l'onorevole Toccafondi e, quindi, aveva diritto solo ad un minuto.
Passiamo ai voti.
Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lulli 2.107, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Pag. 11
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 457
Votanti 450
Astenuti 7
Maggioranza 226
Hanno votato
213
Hanno votato
no 237).

Prendo atto che i deputati Vella e Testoni hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e che i deputati Touadi e Samperi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Vannucci 2.109.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vannucci. Ne ha facoltà.

MASSIMO VANNUCCI. Signor Presidente, ritiro il mio emendamento 2.109, perché è assorbito dall'emendamento 2.201 della Commissione, che discuteremo in seguito.
Ne approfitto, se lei me lo consente, per tornare su un emendamento che abbiamo votato ieri, ma sul quale il Presidente Leone, pur avendola chiesta, non mi ha concesso la parola. Ci siamo distratti, probabilmente, entrambi, ma lo volevo citare a memoria di questa Assemblea.
Si tratta del mio emendamento 2.84, uno di quegli emendamenti che è stato più volte votato dalla Commissione proprio perché l'esito è stato del pareggio. La Commissione bilancio, come il Presidente sa, è molto attenta ai saldi e si è manifestato questo pareggio in sede di votazione proprio perché questo emendamento produceva maggiori entrate.
Mi dispiace che, in questo momento, non sia presente il Ministro Tremonti, che sarebbe stato sensibile all'argomento, ma so che è andato a firmare degli atti importanti. L'emendamento produceva maggiori entrate e il Governo non ha espresso parere favorevole in questa logica di tenere blindato questo provvedimento, che noi, con tanto sforzo, approveremo, ma che, alla fine, non produrrà granché.
Come sapete, infatti, il testo originale prevede interventi a favore di agricoltura e pesca e poco altro: misure insufficienti ad affrontare la situazione del Paese. L'emendamento in esame invece proponeva un percorso in qualche modo preferenziale per la rivalutazione dei beni di impresa degli stabilimenti termali, dei beni strumentali, che hanno spesso proprietà di grandi immobili e che non possono rivalutare in base delle disposizioni vigenti. Questo mondo non si può preparare adeguatamente a Basilea II: sarebbe necessario che ricapitalizzassero, ma se non troviamo questo percorso preferenziale non ce la faranno. Fra l'altro, lo spirito era bipartisan, avendo con molti parlamentari costituito un'associazione a sostegno del settore termale, che interessa 170 comuni in Italia, oltre 350 stabilimenti termali, che ha forti potenzialità di crescita e che soffre delle concorrenze dei Paesi vicini. Lo segnalo all'Assemblea, con la speranza che venga ripreso a proposito delle misure anticrisi che il Governo ieri ha annunciato o nel passaggio successivo al Senato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Vannucci ha ritirato il suo emendamento 2.109.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Borghesi 2.111.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, mi dispiace che non sia presente in Aula il Ministro Ronchi, perché il Ministro Ronchi venerdì ha tenuto una conferenza stampa, di cui sabato hanno dato notizia tutti i giornali nazionali. Uno vale l'altro, e vorrei qui riprendere alcune affermazioni da uno di questi giornali: Pressing italiano sulla presidenza di turno francese dell'UE per la riduzione dell'IVA sui prodotti per l'infanzia. L'obiettivo è quello di arrivare entro dicembre a una delibera della Commissione UE per un sostanziosoPag. 12taglio di 5 o 10 punti all'aliquota applicata ai prodotti che gravano sui bilanci delle famiglie, primi fra tutti i pannolini. Protagonisti di questa iniziativa il Ministro per le politiche europee Andrea Ronchi e Roberta Angelilli, europarlamentare del PdL. Per ogni Governo, a prescindere dalla sua collocazione politica - ha detto Ronchi - la difesa e la promozione della famiglia devono essere un obiettivo morale prima che politico. Noi vogliamo concorrere alla costruzione dell'Europa della solidarietà, della sussidiarietà, dell'aiuto ai più deboli, e vogliamo che l'Italia sia la portabandiera di questa battaglia.
Eccola qui, signor Presidente, perché l'emendamento in esame serve proprio ad abbassare l'IVA sui prodotti per l'infanzia; e mi riferisco a pannolini, biberon, tettarelle, omogeneizzati, latte in polvere, liquido per neonati, latte speciale o vegetale, strumenti per l'allattamento, prodotti per l'igiene, carrozzine, passeggini, culle, lettini, seggiolini per automobili. Delle due l'una: o adesso chi rappresenta il Governo si alza in piedi e dice che l'intervento di venerdì di un autorevole Ministro di questo Governo è accolto dallo stesso, per cui cambia il suo parere, esprimendo parere favorevole sull'emendamento, e così il relatore, oppure se non lo fa, significa smentire oggi le affermazioni del Ministro Ronchi, che a questo punto dovremmo iscrivere alla categoria dei ministri pagliaccio (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Perché, se un autorevole esponente del Governo venerdì fa un'affermazione di questo tipo, e oggi il Governo...

UGO LISI. Ma dove stai!

PRESIDENTE. Onorevole Borghesi, la richiamo ad usare espressioni consone all'Aula e non offensive nei confronti del Governo. Prego, proceda.

ANTONIO BORGHESI. Le chiedo scusa, signor Presidente, vorrei che questa espressione fosse interpretata nel modo giusto. Allora, diciamo: o il Governo ribadisce ciò che ha dichiarato il suo Ministro venerdì, oppure questo corrisponde ad una smentita da parte del Governo delle affermazioni di un suo esponente.
Questo emendamento va davvero nel senso di un aiuto alle famiglie, come proponeva il Ministro Ronchi, della cui buona fede naturalmente non ho motivo di dubitare; va davvero a favore dei bilanci delle famiglie, anche di quelle più deboli...

PRESIDENTE. Scusi, onorevole Borghesi, pregherei i colleghi di non fare capannello presso il banco del Governo e ricordo ai deputati che non possono sedersi al banco del Governo fino a quando non avranno un incarico che li autorizzi in tal senso: è un augurio, ovviamente (Applausi). Prego, onorevole Borghesi.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, come dicevo l'emendamento al nostro esame va davvero nel senso di un aiuto alle famiglie, in particolare a quelle più deboli.
Ricordiamo il problema legato al fatto che il latte per l'infanzia costa nel nostro Paese mediamente più di quanto non avvenga all'estero. Pertanto, questo emendamento dovrebbe far riflettere e ne proponiamo all'Aula intera l'approvazione, scusandomi ancora per l'espressione un po' forte usata nei confronti del Ministro.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Borghesi.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Volontè. Ne ha facoltà.

LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, intervengo per aggiungere la mia firma all'emendamento in esame ed augurarmi anch'io, come ho fatto ieri in un'altra circostanza, che si guardi alla coerenza tra le dichiarazioni svolte ed i voti poi espressi.
L'altro ieri ciò riguardava l'approvazione degli articoli del bilancio con riferimento ai 134 milioni per le scuole paritarie, oggi riguarda un impegno che ha indotto l'autorevolissimo Ministro per le politiche comunitarie ad una serie di dichiarazioni pubbliche, televisive e giornalistiche,Pag. 13di un certo rilievo: immagino che la maggioranza non vorrà screditare un impegno, che noi condividiamo, pubblicamente assunto da un suo Ministro!

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Stiamo avviando, dopo aver svolto la prima votazione, una giornata di lavoro ulteriore per l'esame del disegno di legge finanziaria, che costituisce uno dei provvedimenti più importanti dell'attività del Parlamento italiano, e l'abbiamo avviata nel modo peggiore, nel senso che la prima votazione, se ciò non fosse ancora stato colto dai presenti, ha avuto luogo con una presenza assolutamente irrisoria nei banchi della maggioranza.
Abbiamo un numero legale che è di 257, ma la maggioranza purtroppo già con il primo voto, manifestando un eccesso di impegno nel voto doppio e triplo, ha raggiunto quota 237.
Tale quota peraltro consentirebbe, se fosse presente in Aula solo la maggioranza, di raggiungere il numero legale grazie alla presenza del Ministro per i rapporti con il Parlamento (non oso riferirmi alla sua presenza, signor Presidente, la quale non viene computata essendo figurativa). Il Ministro Vito è dunque in grado di garantire con i voti doppi e tripli - ma il Ministro non può votare doppio o triplo - il raggiungimento esatto del numero legale che occorre avere per poter oggi deliberare in quest'Assemblea sul disegno di legge finanziaria.
Credo sia a tutti ben visibile il fatto che la presenza dell'opposizione consente di proseguire nei lavori, però è bene che ad inizio dei lavori sia chiaro che l'opposizione non intende svolgere un ruolo di puro supporto.
Pertanto, o la discussione è seria e dunque sugli emendamenti si misurano esattamente con i voti, ciascuno per sé, le condizioni di discussione reale che possono portare anche a determinare un orientamento comune della Camera sulle decisioni da assumere in relazione alle proposte emendative, oppure è del tutte evidente che, per quanto riguarda il mio gruppo, nel prosieguo dei lavori dovremo adottare misure diverse, in modo tale che sarà poi chiaro se la maggioranza è in grado o meno di proseguire da sola nei lavori (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Quartiani.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 2.111, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Rinnovo a tutti i colleghi l'invito ad astenersi dal votare per i colleghi assenti anche solo momentaneamente (Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 480
Votanti 477
Astenuti 3
Maggioranza 239
Hanno votato
226
Hanno votato
no 251).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Lo Monte 2.113.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sardelli. Ne ha facoltà.

LUCIANO MARIO SARDELLI. Signor Presidente, con questo emendamento il Movimento per l'Autonomia rivendica un ruolo strategico per il settore agricolo in questo Paese, e richiede delle risorse minimali, 70 milioni di euro, per dare forza ad un settore che, soprattutto, per alcune colture - penso alle colture mediterranee - vive una crisi gravissima. In Commissione, purtroppo, abbiamo appena audito il Ministro riferirsi soltanto ad un area del nostro territorio, il centro-nord, e con riferimento ad una problematica, le quotePag. 14latte, mentre è stato assolutamente silente e disattento rispetto alla realtà delle colture mediterranee, che, nel 2010, subirà, con l'apertura del libero scambio delle merci in tutta l'area mediterranea, una gravissima e fortissima concorrenza da parte dei Paesi del nord Africa. Invitiamo, allora, gli amici della maggioranza a considerare la necessità di dare un segnale ad un settore che corrisponde (se considerato come un settore dell'agricoltura allargata, un settore agroalimentare), al 15 o al 20 per cento del PIL nazionale. Chiediamo un'attenzione particolare: non è un obolo; si tratta della necessità di garantire forza all'agricoltura italiana, di rilanciarla, e di riaffermarla in questo momento di crisi internazionale.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lo Monte 2.113, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 482
Votanti 480
Astenuti 2
Maggioranza 241
Hanno votato
225
Hanno votato
no 255).

Prendo atto che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito a votare e che la deputata D'Incecco ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Zeller 2.115.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zeller. Ne ha facoltà.

KARL ZELLER. Signor Presidente, l'emendamento in esame mira a ripristinare i fondi per la ristrutturazione dell'ippodromo di Merano, che è il principale ippodromo in Italia per le corse ad ostacoli. In data 1o agosto 2007 era stato sottoscritto un protocollo d'intesa tra il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, la provincia autonoma di Bolzano e il comune di Merano, in cui le parti concordavano di avviare i lavori di ristrutturazione, destinando 25 milioni di euro a tal fine, di cui a 7,5 milioni di euro a carico dello Stato. L'importo di competenza del Ministero veniva recepito, con un nostro emendamento, nella legge finanziaria per il 2008. Nel febbraio 2008 la convenzione con il Ministero veniva integrata, e il Ministero stesso si impegnava a destinare, a tal fine, questi fondi (2,5 milioni di euro) per ciascuno degli anni 2008, 2009 e 2010. I fondi previsti per il 2009, e per il 2010, venivano cancellati con il decreto fiscale di questo anno. Il Ministero, quindi, non sarà più in grado di mantenere le promesse e gli impegni presi nella convenzione firmata con la provincia autonoma di Bolzano.
Con l'emendamento in esame si propone di ripristinare la tabella relativa, ovvero i fondi relativi, per mettere in grado il Ministro Zaia, che ha più volte, anche pubblicamente, annunciato di voler mantenere fermi gli impegni assunti dal suo predecessore, di farlo; noi vogliamo ripristinare questi fondi. Spero che questo emendamento venga sostenuto in Aula dai colleghi di tutti gli schieramenti, in particolare da quelli della Lega che più volte hanno sostenuto di voler avallare questa nostra richiesta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gnecchi. Ne ha facoltà.

MARIALUISA GNECCHI. Signor Presidente, chiedo di poter aggiungere la mia firma all'emendamento Zeller 2.115. Vorrei ricordare anche ai colleghi di maggioranza che vi sono stati grandi impegni e, spesso, grandi dichiarazioni a favore dell'ippodromo di Merano.
Pensiamo solo alla discussione che si è svolta di recente in questa Aula sulla protezione dei cavalli e su come si vogliaPag. 15promuovere e mantenere in auge questa attività sportiva. Credo che Merano sia nota non solo in Alto Adige e in Italia per il suo ippodromo; varrebbe, pertanto, veramente la pena di mantenere quanto era stato già previsto nella finanziaria per il 2008.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zeller 2.115, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 484
Votanti 474
Astenuti 10
Maggioranza 238
Hanno votato
230
Hanno votato
no 244).

Prendo atto che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito a votare e che il deputato Scilipoti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rubinato 2.117, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 499
Votanti 494
Astenuti 5
Maggioranza 248
Hanno votato
237
Hanno votato
no 257).

Prendo atto che i deputati Berretta e Scilipoti hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che il deputato Nunzio Francesco Testa ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Capitanio Santolini 2.118.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capitanio Santolini. Ne ha facoltà.

LUISA CAPITANIO SANTOLINI. Signor Presidente, con questo emendamento vogliamo richiamare l'attenzione del Governo e anche dell'Assembla al problema non affrontato e non risolto del reddito delle famiglie che, come è noto, non riescono ad arrivare alla fine del mese (e non è una battuta, non è uno slogan).
Il problema delle famiglie si pone in maniera drammatica e siamo all'emergenza famiglia, se è vero come è vero che pochi giorni fa l'ISTAT ha pubblicato dei dati in cui risulta che l'81 per cento delle famiglie italiane non è sicuramente povero, il che significa che il 19 per cento delle famiglie o è povero o è poco sopra la soglia della povertà. Credo che siano numeri che interpellano tutti se è vero come è vero che l'ISTAT denuncia per l'ennesima volta (perché sono anni che i dati confermano quanto dice l'ISTAT) che coloro che maggiormente soffrono di indigenza e rischiano di scivolare sotto la soglia della povertà sono le famiglie del ceto medio, che, soprattutto al sud, hanno più di un figlio o hanno anziani a carico. Si tratta di famiglie che sono legate a dei carichi familiari pesanti, oppure semplicemente hanno avuto la ventura o la fortuna di mettere al mondo più di un figlio. I figli oggi sono un costo, sono un lusso che nessuno si può permettere, tanto è vero che tutte le indicazioni degli studiosi dicono che il desiderio di maternità e di paternità oggi in Italia non è soddisfatto perché tutte le coppie desiderano più figli di quelli che in realtà riescono a mettere al mondo.
Non credo che noi dobbiamo essere indifferenti a questi dati e mi stupisce che il Governo, dopo aver tanto parlato di famiglia (e continua a dichiarare che farà qualcosa), non abbia inserito in una finanziaria, che dura tre anni ed è blindata,Pag. 16neanche la parola famiglia. Allora la nostra intenzione, con questo emendamento, è di andare incontro alle spese che le famiglie sostengono e sarebbe anche un investimento dello Stato e del Governo - non solamente una spesa - perché se le famiglie hanno più soldi è chiaro che consumano di più, e tutti gli osservatori internazionali sostengono che per risollevare l'economia l'importante è riavviare i consumi, i consumi delle famiglie, le quali anche a Natale non avranno modo di affrontare serenamente questa grande festa familiare.
Allora il nostro intento è di passare dalle detrazioni, che noi non condividiamo e che erano state introdotte dal Governo Prodi, alle deduzioni.
Abbiamo consegnato al sottosegretario Vegas uno studio secondo il quale si può passare dalle detrazioni alle deduzioni a costo zero. Si tratterebbe, cioè, di un'operazione che prende le mosse per avviare in seguito un programma di deduzioni consistenti per i figli a carico. Le deduzioni possono essere previste: significa lasciare i soldi alle famiglie e abbassare l'imponibile anche a livello locale in quanto le tasse a livello locale ovviamente verrebbero calcolate su un reddito inferiore.
Per tale motivo non si capisce il rifiuto del Governo di affrontare questo argomento e soprattutto il rifiuto di passare - ripeto - ad una misura come quella delle deduzioni che è a costo zero. Pertanto si potrebbe tranquillamente avviare tale previsione.

PRESIDENTE. La invito a concludere, onorevole Capitanio Santolini.

LUISA CAPITANIO SANTOLINI. Nel nostro emendamento articoliamo queste deduzioni in maniera varia, che qui non sto ad illustrare. Mi auguro che ci sia una maggiore sensibilità soprattutto della destra nei confronti di questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Binetti. Ne ha facoltà.

PAOLA BINETTI. Signor Presidente, intervengo soltanto per aggiungere la mia firma all'emendamento Capitanio Santolini 2.118, sottolineando che riguardo a tale questione sono state raccolte oltre un milione di firme da parte delle famiglie italiane, che sono state consegnate al Presidente della Repubblica il quale si è impegnato a prestare la massima attenzione al tema di un aiuto alle famiglie attraverso l'alleggerimento del carico fiscale.
Ritengo che prestare attenzione alla famiglia, ponendola al centro dell'attenzione del sistema, possa costituire, in questo momento di grave crisi, un gesto di sensibilità verso la quiete e l'equilibrio dell'intero Paese.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Capitanio Santolini 2.118, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 500
Votanti 407
Astenuti 93
Maggioranza 204
Hanno votato
147
Hanno votato
no 260).

Prendo atto che i deputati Mura e Nunzio Francesco Testa hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Galletti 2.119.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Galletti. Ne ha facoltà.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI (ore 11)

GIAN LUCA GALLETTI. Signor Presidente, sappiamo tutti che uno dei problemiPag. 17della nostra economia è l'evasione fiscale. Quante volte ci siamo detti in convegni, nelle Commissioni e in quest'Aula che se l'Italia riuscisse davvero a combattere l'evasione fiscale sarebbe un Paese normale, con un debito pubblico normale, un Paese con una crescita normale, un Paese con un'occupazione normale.
Tutti gli economisti, tutti i fiscalisti ci dicono che uno dei pochi metodi sicuri per combattere l'evasione fiscale è mettere in contrasto di interessi il fornitore del servizio con il contribuente, in modo che entrambi abbiano vantaggio a regolarizzare la propria posizione. L'emendamento in questione parte da tale presupposto, individuando uno dei settori più a rischio di evasione, vale a dire la manutenzione delle abitazioni: stiamo parlando di impianti idraulici, di riscaldamento, di lavori in muratura. L'emendamento inserisce il principio del conflitto di interessi, permettendo al contribuente di poter dedurre dal proprio reddito tutte le fatture per la manutenzione ordinaria e straordinaria della propria abitazione, con una franchigia di duemila euro, sino ad un massimo di 35 mila euro.
L'emendamento costerebbe sulla carta 700 milioni di euro e noi abbiamo individuato la copertura finanziaria. Sono pronto a scommettere con quest'Aula che se approviamo questo emendamento, non spenderemo questi 700 milioni perché li recupereremo dall'evasione fiscale che lo stesso emendamento farà emergere. Ritengo che dovremmo fare una prova in un settore a rischio come quello della manutenzione e riparazione delle abitazioni: se funzionasse, potremmo estenderlo anche ad altri settori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, vorrei aggiungere la mia firma all'emendamento in esame e dire che la creazione di una sorta di conflitto di interesse tra coloro che eseguono attività, soprattutto attività di servizio oppure anche di manutenzione, ed il contribuente, è un metodo esemplare e direi automatico per fare emergere materia imponibile. Nei sistemi più avanzati dei Paesi industrializzati questo meccanismo, che diventa massimo nella sua realizzazione negli Stati Uniti, ha sempre permesso di colpire ed impedire l'evasione fiscale.
Proprio ieri la direzione del Ministero dell'economia e delle finanze ha presentato i dati relativi alle entrate erariali nei primi nove mesi, riconoscendo che, nonostante la crisi, le entrate erariali sono aumentate complessivamente del 2,3 per cento. Non ci ha detto nulla però, la direzione del Ministero dell'economia e delle finanze, sulla lotta all'evasione fiscale.
Possiamo ricordare che nei due anni del Governo Prodi, con una serie di misure anche in qualche modo difficili da far digerire, ma che comunque hanno permesso di dare una stretta all'evasione e all'elusione fiscale, non dico che si sia recuperato quello che sostengono determinati uffici studi o centri di ricerca (che parlano di 18 miliardi di euro), però sicuramente una decina di miliardi di euro sono stati recuperati all'evasione. Sono convinto anch'io di ciò che ha detto il collega Galletti e cioè che solo apparentemente la disposizione in esame ha un costo, perché in realtà il costo verrebbe ampiamente recuperato dall'emersione di nuova materia imponibile.
Per questo motivo invito l'Assemblea ad una riflessione seria su questo punto, ed invito il Governo a riconsiderare il suo parere contrario espresso ed esorto l'Assemblea a votare a favore dell'emendamento in esame.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Galletti 2.119, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 18
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 498
Votanti 489
Astenuti 9
Maggioranza 245
Hanno votato
230
Hanno votato
no 259).

Prendo atto che i deputati Cera e Ferranti hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che il deputato Nunzio Francesco Testa ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Ceccuzzi 2.120.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ceccuzzi. Ne ha facoltà.

FRANCO CECCUZZI. Signor Presidente, onorevoli colleghi e rappresentante del Governo, penso che questa sia una delle ultime occasioni per dimostrare che la maggioranza ed il Governo vogliono effettivamente introdurre nella finanziaria norme a favore dei mutuatari.
Nonostante le difficoltà, per certi versi drammatiche, in cui versano molte famiglie, alle prese con un aumento molto imponente dei mutui a tasso variabile, che incidono per circa il 20 per cento sul reddito disponibile (in qualche caso, sulle famiglie più povere, incidono per circa il 40 per cento del reddito disponibile), come ci ha detto il Governatore della Banca d'Italia all'ottantaquattresima giornata mondiale del risparmio si continua a rivendicare quel famoso intervento di qualche mese fa con il decreto-legge n. 93 del 2008; tuttavia, la convenzione tra l'ABI ed il Ministero dell'economia e delle finanze ha registrato soltanto l'adesione, pare, dell'1 per cento dei mutuatari.
E pare sempre - l'osservatorio che è stato creato dal Ministero dovrà prima o poi rispondere alle numerose sollecitazioni che abbiamo posto rispetto a quante persone abbiano aderito alla convenzione, perché ancora queste risposte non sono state date - che, lo ripeto, soltanto l'1 per cento abbia aderito a questa convenzione e sembra che in gran parte si tratti di dipendenti delle banche, che hanno delle convenienze - fortunati loro - a rimettere in discussione il mutuo.
Noi proponiamo, invece, una misura molto concreta, che porterebbe 160 euro all'anno in più a ciascuna persona che abbia un contratto di mutuo in essere, tanto che si tratti di mutuo a tasso variabile, quanto di mutuo a tasso fisso. Vorrei ricordare che voi avete escluso i mutui a tasso fisso, che è vero che non sono incrementati, ma è anche vero che l'erosione del potere d'acquisto delle famiglie, degli stipendi e delle pensioni ha reso, ovviamente, più difficile pagare anche i mutui a tasso fisso.
Noi proponiamo di elevare l'aliquota di detrazione dal 19 al 23 per cento. In primo luogo, perché ormai la prima aliquota dell'IRPEF è pari al 23 per cento e non più al 19 per cento e, in secondo luogo, perché con questo intervento, che è progressivo, si potrebbe ottenere una detrazione equa, perché avrebbero diritto, in via progressiva, coloro che hanno un monte interessi molto più alto. Vorrei ricordare, purtroppo, che dal 1997 ad oggi, la durata media dei mutui, in questi ultimi undici anni, è passata da 15 a 25 anni. Questo significa che si è dovuto diluire molto di più il pagamento (perché vi sono meno risorse nelle famiglie) e che sono aumentati molto di più l'indebitamento e, naturalmente, il pagamento degli interessi. Va ricordato che, nella scorsa legislatura, il Governo Prodi aumentò l'ammontare della detraibilità possibile da 3.600 euro a quattromila euro, grazie alla nostra iniziativa parlamentare (essa era ferma da quindici anni a 7 milioni 200 mila lire, perché non era mai stata ancora convertita in euro).
Abbiamo proposto l'emendamento in oggetto, che ha un costo assolutamente contenuto. Saremmo stati anche disponibili a rinunciarvi, se i 560 milioni di euro, che corrispondono al fabbisogno per coprire questa proposta, fosse stato dirottato sulla detrazione, di uno o due punti percentuali dell'IRPEF delle fasce di reddito più basse. Tuttavia, anche rispetto a questePag. 19proposte, vi siete rifiutati. Abbiamo proposto, inoltre, di rimuovere gli ostacoli che attengono alla portabilità dei mutui ed anche rispetto a questo, in sede di discussione di quel provvedimento, vi siete rifiutati.
Pertanto, dobbiamo dire che, per quanto riguarda i mutuatari, questa finanziaria, oltre ad essere snella, è vuota, perché non vi sono proposte che vanno incontro alle persone che sono in difficoltà a pagare le rate, né siete disponibili, a quanto pare, a discuterne nel decreto-legge che attiene alla stabilità dei mercati finanziari e degli istituti di credito (pare, infatti, che dichiarerete inammissibili molti emendamenti che avevano questo oggetto).
Pertanto, se non voterete a favore dell'emendamento in esame, rimarrà un gravissimo deficit di intervento a favore dei mutuatari, che la convenzione non solo non ha sanato, ma ha addirittura peggiorato. Basta ascoltare - e concludo - le parole del Governatore della Banca d'Italia che sostiene che le misure introdotte rappresentano soltanto un utile quadro di riferimento, perché le difficoltà che i mutuatari incontrano nel valutare l'entità e la distribuzione degli oneri negli anni futuri dei nuovi contratti sembrano scoraggiare il ricorso a queste procedure.
Quindi, la convenzione è soltanto un grande bluff e, se volete andare incontro ai mutuatari con 160 euro al mese, dovreste ripensarci e votare a favore dell'emendamento in oggetto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Strizzolo. Ne ha facoltà.

IVANO STRIZZOLO. Signor Presidente, intervengo solo per ribadire quanto detto dal collega Ceccuzzi, che ha illustrato l'emendamento in esame. Vorrei, altresì, rivolgere un accorato appello al Governo ad accettare questo emendamento, quantomeno, se non ritiene di farlo con la finanziaria, con un intervento a brevissimo termine, per restituire un minimo di potere d'acquisto alle famiglie, senza attendere Natale, come è stato preannunciato. Potrebbe essere troppo tardi. Capisco che il Governo voglia arrivare con la gerla di Babbo Natale davanti agli italiani, però potrebbe essere troppo tardi. Pertanto, rivolgo un invito al Governo, in questo provvedimento o in uno prossimo, ad accelerare i tempi di intervento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Nannicini. Ne ha facoltà.

ROLANDO NANNICINI. Signor Presidente, questo è il classico esempio che quando realizziamo delle riforme fiscali non le allineiamo con la legislazione conseguente. Avevamo un'aliquota minima dell'IRPEF del 18 per cento e una possibilità di deduzione degli interessi del 19 per cento (e, quindi, vi era lo scarto di un punto). Con la riforma fiscale del centrodestra l'aliquota minima è stata portata al 23 per cento: sarebbe equo che la possibilità di detrazione fosse pari al 24 per cento. Quando si realizzano le riforme fiscali, molte volte, non si comprendono il fiscal drag e le condizioni negative: l'IRPEF aumenta e le condizioni delle famiglie peggiorano.
Pertanto, in questo caso, sarebbe molto equo riallineare le percentuali del 18 e 19, 23 e 24 per cento, come si propone con l'emendamento, in quanto collegato all'aliquota minima e all'aliquota media (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ceccuzzi 2.120, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Pag. 20
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 507
Votanti 501
Astenuti 6
Maggioranza 251
Hanno votato
240
Hanno votato
no 261).

Prendo atto che il deputato Brigandì ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario, e che il deputato Nunzio Francesco Testa ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Galletti 2.122.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Galletti. Ne ha facoltà.

GIAN LUCA GALLETTI. Signor Presidente, questo emendamento tende a rendere deducibili gli interessi sui mutui contratti per l'acquisto della prima casa, tenendo in considerazione il numero dei figli. Sappiamo che oggi dall'imposta si detrae il 19 per cento degli interessi pagati sul mutuo, con un massimo di 4.000 euro, indipendentemente dai componenti il nucleo familiare.
Noi sosteniamo che più il nucleo familiare è vasto, quindi più figli vi sono nella famiglia, e più la famiglia ha bisogno di metri quadri: di conseguenza, essa spende di più e contrae un mutuo più elevato. Noi andiamo incontro a questo tipo di problema per la famiglia, rendendo proporzionale al numero dei figli la deduzione del reddito.
Ieri abbiamo introdotto, all'articolo 1, con un emendamento la previsione che le maggiori risorse che si renderanno disponibili nel 2009 andranno alle fasce più deboli e alle famiglie con figli. Noi dell'UdC viviamo in questa terra e sappiamo che quello è solo un emendamento di principio, perché nel 2009 non vi saranno maggiori risorse che si renderanno disponibili, anzi, è possibile che vi sia un problema contrario, ossia che dovremo reperire nuove risorse per far fronte alla crisi economica. Tuttavia, con quell'emendamento abbiamo riconosciuto una priorità per il Paese: e cioè, le famiglie con figli. Pertanto, diciamo che dobbiamo intervenire subito, in questa manovra finanziaria, a favore delle famiglie con figli, perché sono queste ultime che si troveranno in difficoltà.
Signor Ministro, io non ci sto al gioco del «non ci sono risorse», perché in questi mesi abbiamo dimostrato che quando le risorse si vogliono trovare, si trovano: abbiamo trovato i 3 miliardi di euro necessari per abolire l'ICI sulla prima casa e sappiamo che abbiamo facilitato di più i redditi medio-alti; abbiamo trovato 300 milioni di euro per Alitalia, 500 milioni di euro per Roma e 140 milioni di euro per Catania. Penso che adesso sia davvero il momento della famiglia. Vi chiedo, quindi, di prestare attenzione a questo emendamento e di approvarlo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Galletti 2.122, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 506
Votanti 500
Astenuti 6
Maggioranza 251
Hanno votato
238
Hanno votato
no 262).

Prendo atto che i deputati Zampa e Favia hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che avrebbero voluto esprimere voto favorevole. Prendo, altresì, atto che il deputato Gibiino ha segnalato che non è riuscito a votare e che avrebbe voluto esprimere voto contrario. Prendo atto, infine, che la deputata Mura ha segnalato di aver erroneamente espresso voto contrario, mentre avrebbe volutoPag. 21esprimere voto favorevole e che il deputato Nunzio Francesco Testa ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Capitanio Santolini 2.123.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Delfino. Ne ha facoltà.

TERESIO DELFINO. Signor Presidente, il Ministro Tremonti ha illustrato ieri, ma anche i giornali hanno ampiamente riportato, i propositi di intervento che il Governo si appresterebbe a fare a favore delle famiglie e degli indigenti.
A noi pare che un intervento semplice, comprensibile e facilmente percepibile, anche in termini economici, sia conforme alle modalità che stiamo indicando - come affermava prima il collega Galletti - intervenendo sulle misure fiscali e garantendo maggiore detraibilità per gli oneri che le famiglie sostengono per i mutui e per tutte le altre spese destinate a sostenere la crescita e l'educazione dei propri figli. Francamente insistiamo perché non comprendiamo quale difficoltà ci sia a porsi in una logica che non inventa sempre nuovi strumenti, ma che offre alla libera e autonoma scelta delle famiglie di investire a favore dei propri figli, sulla casa con i mutui, sull'istruzione, sulla formazione e così via.
Pertanto, la linea delle detrazioni fiscali, delle deduzioni, è per noi assolutamente fondamentale e su di essa non ci stancheremo mai di invitare il Governo, il Ministro Tremonti e la maggioranza, ad evitare creativi e fantasiosi strumenti per sostenere la famiglia. Abbiamo già un'impalcatura, un'ossatura di strumenti normativi e legislativi: essi, adeguatamente implementati con risorse e modificati nelle loro modalità di accesso da parte delle famiglie, sicuramente renderebbero il fisco più equo e darebbero alle famiglie un grande aiuto.
Per tali ragioni invitiamo l'Assemblea a votare a favore dell'emendamento Capitanio Santolini 2.123.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Capitanio Santolini 2.123, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 506
Votanti 498
Astenuti 8
Maggioranza 250
Hanno votato
239
Hanno votato
no 259).

Prendo atto che i deputati Nunzio Francesco Testa e De Poli hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere il voto.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Lo Monte 2.125.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Iannaccone. Ne ha facoltà.

ARTURO IANNACCONE. Signor Presidente, signor Ministro, il Movimento per l'Autonomia, con questo emendamento, intende riportare al centro del dibattito parlamentare una questione che è stata ripresa più volte durante il dibattito in quest'Aula e che abbiamo affrontato in occasione della discussione delle mozioni contro la povertà: il sostegno alle famiglie più numerose. Condividiamo la necessità di coniugare economia ed etica - principio cui il Ministro Tremonti fa riferimento - e lo sottoscriviamo, ma riteniamo sia altrettanto necessario affrontare alcune questioni che sono centrali per una società come quella italiana che assiste, in maniera quasi impotente, ad un impoverimento.
Un Paese che non investe sulla natalità, che si arrende ad un tasso di crescita nullo, non solo per l'economia, ma anche per quanto riguarda l'incremento dei nuovi nati, è un Paese che non costruisce adeguatamente il suo futuro.
Apriamo uno spiraglio di attenzione in modo particolare sulle famiglie più numerose, sulle famiglie che hanno quattro figliPag. 22a carico e che potrebbero, se questo emendamento dovesse essere approvato, portare in detrazione il 75 per cento delle spese per le utenze domestiche.
Peraltro vorrei segnalare che, rispetto ad un crollo dei prezzi del petrolio, le famiglie italiane sono costrette a subire un incremento dei costi delle utenze domestiche, in modo particolare dell'energia elettrica e dei costi del metano.
Siamo consapevoli che discutiamo questo disegno di legge finanziaria in una fase difficile e noi del gruppo Misto-Movimento per l'Autonomia riconosciamo al Ministro Tremonti il grande merito di aver anticipato in qualche modo le difficoltà con il decreto-legge n. 112 del 2008 e di essere corso ai ripari rispetto ad una situazione economica internazionale che avrebbe avuto effetti negativi anche sull'Italia.
Riteniamo, però, che su alcune questioni non ci si debba arrendere di fronte alle difficoltà, che alcune questioni richiedano un impegno assoluto del Governo ed è per questo che chiediamo al Governo, ai colleghi della maggioranza e dell'opposizione, a tutto il Parlamento di votare a favore del nostro emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Movimento per l'Autonomia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Delfino. Ne ha facoltà.

TERESIO DELFINO. Signor Presidente si tratta di un emendamento che interessa una platea di famiglie certamente non numerosissima nel Paese, perché si parla di famiglie con quattro o più figli, famiglie che vorrei definire «eroiche» nel nostro Paese che ha un tasso di natalità assolutamente deprimente.
Allora, signor Ministro e colleghi della maggioranza, mi domando perché non vogliamo mandare un segnale di speranza, tenuto conto che questo emendamento dei colleghi del gruppo Misto-Movimento per l'Autonomia si muove nella stessa logica con cui il Governo ha proposto la social card per l'aiuto minimo a percettori di reddito con una soglia limitata. Si tratta di un'indicazione analoga: non possiamo rendere così gravosi, per le famiglie, gli oneri per i consumi dell'acqua, dell'energia elettrica, del gas e del telefono, servizi ormai indispensabili.
C'è quindi una coerenza in questa proposta e noi voteremo a favore in modo convinto, tenuto conto che tale emendamento va a incidere su una platea molto limitata, tra l'altro con un limite di reddito fino ai 40 mila euro, signor Ministro. Credo che su questo il Governo potrebbe effettivamente dare un segnale nella stessa logica di intervento già occorso per altri cittadini italiani con redditi veramente bassi che si trovano in difficoltà.
Qui c'è, però, soprattutto da dare un riconoscimento a queste «eroiche» famiglie che hanno quattro o più figli (Applausi del deputato Vernetti).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Anna Teresa Formisano. Ne ha facoltà.

ANNA TERESA FORMISANO. Signor Presidente vorrei aggiungere la mia firma a questo emendamento e motivare questa decisione di apporre la firma e sostenere tale proposta emendativa.
Se questo emendamento portasse - mi rivolgo al Ministro Tremonti e alla sua sensibilità - una catastrofica diminuzione di entrate nel bilancio dello Stato, potrei anche capire il parere espresso. Credo, però, che approvare questo emendamento significhi, veramente, dare un segnale di attenzione concreta alle famiglie del nostro Paese. Tutti - lo ripeto tutti - da ogni parte degli schieramenti politici, sostengono che le famiglie non arrivano alla terza o alla quarta settimana. Questo è il momento per dare una risposta. Non parliamo di grandi cifre, ma di una grande risposta da dare alle famiglie italiane. Qui si vede veramente la volontà del Governo, altrimenti sono solo le solite chiacchiere.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Duilio. Ne ha facoltà.

Pag. 23

LINO DUILIO. Signor Presidente, intervengo brevemente per preannunziare che esprimerò, con convinzione, un voto favorevole all'emendamento in esame.
Tuttavia, per onestà intellettuale vorrei ricordare ai colleghi che hanno votato i decreti-legge, nei mesi scorsi, che hanno portato ai tagli lineari di diversi fondi, che tra i fondi colpiti da questi tagli lineari vi è anche il fondo destinato alle famiglie numerose, di cui si sta parlando. Sarebbe opportuno ricordare, proprio per non fare chiacchiere, come diceva la collega poco fa, che alle famiglie numerose, lo scorso anno, è stato destinato un fondo che ha previsto l'erogazione di cento euro al mese, ripeto cento euro al mese, a prescindere dai riferimenti reddituali. A regime, lo stanziamento del fondo ammontava a 160 milioni di euro all'anno e il vituperato Governo di centrosinistra, lo ricordo al collega del Movimento per l'Autonomia che lodevolmente si batte per le «eroiche» famiglie di cui parla il collega Delfino, ha destinato tali somme alle famiglie numerose, proprio nella consapevolezza dei maggiori bisogni che hanno, in virtù del fatto che avere più figli significa avere più costi.
Pertanto, ben venga questo emendamento ma, come dice la canzone, «se me lo dicevi prima», se ci avessimo pensato prima a non tagliare il fondo per le famiglie numerose non ci troveremmo a fare questi ragionamenti contraddittori, per cui da una parte tagliamo il fondo e poi, dopo un mese, chiediamo di incrementarlo, il che è un po' una contraddizione in termini.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Commercio. Ne ha facoltà.

ROBERTO MARIO SERGIO COMMERCIO. Signor Presidente, signor Ministro, colleghi, la programmazione politica dei Governi che si sono avvicendati negli ultimi venti anni si è orientata verso un modello di welfare rivolto più all'assistenza delle persone in stato di difficoltà, che alla valorizzazione e al sostegno della famiglia nel suo complesso, con un vuoto di attenzione che, lentamente e inesorabilmente, ha avviato un processo di denatalità e, quindi, di impoverimento demografico.
L'interesse da parte delle istituzioni per la famiglia non è frutto di scelte ideologiche, ma nasce da un vero e proprio patto fra la famiglia e lo Stato e discende dal suo riconoscimento costituzionale, dettato agli articoli 30 e 31 della nostra Carta fondamentale, per i quali mantenere e educare i propri figli, oltre che un obbligo morale e naturale per i genitori, è anche un dovere costituzionale. Infatti, ai sensi dell'articolo 31 della Costituzione «la Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l'adempimento dei compiti relativi».

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lo Monte 2.125, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 517
Votanti 509
Astenuti 8
Maggioranza 255
Hanno votato
241
Hanno votato
no 268).

Prendo atto che i deputati Zaccaria, Nunzio Francesco Testa e De Poli hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Vannucci 2.127.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vannucci. Ne ha facoltà.

MASSIMO VANNUCCI. Signor Presidente, vengono ora alla nostra attenzione due emendamenti che, in qualche modo, siPag. 24collegano al tema della famiglia, anche se la loro presentazione è avvenuta per sostenere, in particolare, il settore del mobile. Gli emendamenti sono stati discussi e approfonditi in Commissione e avevano anche prodotto, signor Presidente, un emendamento del relatore, che assumeva il tema.
Stranamente e inspiegabilmente l'emendamento del relatore è stato poi ritirato perché ci si è detti che forse in questo provvedimento non andava bene, dal momento che non si sarebbe trattato delle misure dello sviluppo economico. Viceversa, queste incidevano proprio sui temi della fiscalità, che in questo insufficiente provvedimento sono stati affrontati solo per due settori: l'agricoltura e la pesca.
L'emendamento si propone, fra l'altro, di modificare le agevolazioni per ristrutturazioni edilizie comprese nel provvedimento. Come sapete, chi ristruttura casa per un importo non superiore a 48 mila euro può dedurre un 36 per cento delle spese di ristrutturazione dal proprio reddito. Abbiamo proposto che tali spese possano essere rendicontate fino ad un massimo del 10 per cento anche per l'acquisto dei mobili, perché quando si ristruttura casa si ha anche necessità di cambiare mobili. Ciò, oltre che alle famiglie, avrebbe indirettamente dato sostegno al settore del mobile e all'industria del legno, che occupa 410 mila addetti in Italia e che rappresenta il 9 per cento del settore manifatturiero. Tra l'altro, si tratta di uno dei settori che risente più di altri del calo dei consumi, che, in qualche modo dovremmo affrontare. Si tratta di un settore che si caratterizza anche per il made in Italy e ci sembrava che la norma andasse incontro a due finalità: sostenere le famiglie e un settore e dare un maggiore impulso alla norma, che pure ha ben funzionato, delle agevolazioni per le ristrutturazioni edilizie. Sul successivo emendamento interverrò in seguito.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Piffari. Ne ha facoltà.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Signor Presidente, intervengo semplicemente per sottoscrivere questo emendamento, molto equilibrato e sensato, che andrebbe a sostegno comunque di un settore trainante per le industrie che in questo momento sono in crisi.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vannucci 2.127, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 513
Votanti 504
Astenuti 9
Maggioranza 253
Hanno votato
233
Hanno votato
no 271).

Prendo atto che i deputati Nunzio Francesco Testa e De Poli hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che la deputata D'Antona ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Vannucci 2.128.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vannucci. Ne ha facoltà.

MASSIMO VANNUCCI. Signor Presidente, questo emendamento si collega ancora meglio all'emendamento del collega Lo Monte e alla discussione che qui abbiamo sentito per il sostegno alla famiglia. La mobilità sociale e il fatto che i giovani escono tardi da casa è un tema del nostro Paese. Qui vorrei anche ricordare la frase bonaria e positiva che invece fu molto criticata dell'allora Ministro dell'economia e delle finanze Tommaso Padoa Schioppa che chiamò questi ragazzi «bamboccioni» proprio per dargli una spinta a rendersi autonomi.Pag. 25
L'emendamento va in questa direzione e si propone di fare una dote fiscale di 10 mila euro per i ragazzi che mettono su casa e che escono dalla casa principale, dall'abitazione dei genitori e assumono una propria residenza. Si tratta di un sostegno, quindi, all'autonomia dei giovani con una dote fiscale appunto di 10 mila euro. Anche questo provvedimento, oltre ad assumere un tema generale, credo sarebbe stato molto utile per il rilancio di questo settore che, come ricordo e lo dico ancora una volta, non ha mai ricevuto alcun sostegno pubblico perché probabilmente non ne ha avuto bisogno. Tuttavia, in questo momento se ne sente la necessità proprio perché il crollo dei consumi riguarda soprattutto questo tipo di beni. Con questo provvedimento avremmo raggiunto entrambi gli obiettivi: dare un sostegno alla famiglia (ma soprattutto alla creazione di famiglie) e dare un sostegno al settore del mobile.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vannucci 2.128, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Colleghe e colleghi, ognuno voti per sé, per cortesia.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 483
Votanti 475
Astenuti 8
Maggioranza 238
Hanno votato
218
Hanno votato
no 257).

Prendo atto che i deputati Nunzio Francesco Testa e De Poli hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere il voto e che la deputata D'Antona ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Capitanio Santolini 2.130.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Delfino. Ne ha facoltà.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE (ore 11,35).

TERESIO DELFINO. Signor Presidente, è noto a tutto il Parlamento e al Governo che le recenti - o meno recenti - iniziative sulla partecipazione dei cittadini alla spesa sanitaria incida in modo sempre più decisivo e, ahimè, duro, in particolare sulle nostre famiglie. Per questo motivo, con l'emendamento Capitanio Santolini 2.130, proprio per la maggiore spesa che viene demandata ai cittadini e alle famiglie nel partecipare al sostegno del nostro sistema sanitario nazionale, chiediamo che il limite della deducibilità delle spese sanitarie venga liberalizzato, nel senso che siano soppressi i limiti imposti dall'attuale normativa. Questo garantirebbe anche un recupero certo per quanto attiene ad una modalità di pagamento di queste prestazioni che, sovente, per evitare il ricarico fiscale, vengono svolte in modo non trasparente.
Per questo motivo, poiché dobbiamo percorrere sicuramente un processo lento, ma anche affermare qualche passaggio graduale in avanti, riteniamo che, oggi, sopprimere i limiti alla deducibilità delle spese sostenute dai cittadini e dalle famiglie per la cura della salute - che costituisce uno dei beni sommamente tutelati dalla nostra Costituzione - sarebbe un passo intelligente e offrirebbe sicuramente un sollievo alle famiglie in difficoltà.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Capitanio Santolini 2.130, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

Pag. 26

(Presenti 503
Votanti 494
Astenuti 9
Maggioranza 248
Hanno votato
230
Hanno votato
no 264).

Prendo atto che i deputati Nunzio Francesco Testa e De Poli hanno segnalato che non sono riusciti a votare; che il deputato Marchi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che il deputato Buttiglione ha segnalato di essersi astenuto mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Capitanio Santolini 2.131.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capitanio Santolini. Ne ha facoltà.

LUISA CAPITANIO SANTOLINI. Signor Presidente, il mio emendamento 2.131 è simile al precedente, ma ha una particolarità: noi pensiamo che le spese sanitarie dovrebbero essere in qualche modo considerate in maniera diversa a seconda se si hanno figli o no. La logica è sempre la stessa: non si può punire una famiglia per il fatto di avere messo al mondo un figlio e non si può considerare che le spese siano sempre tutte uguali, dal momento che chi ha figli investe i soldi su quei figli e non ha grandi disponibilità per spese voluttuarie.
La nostra proposta, quindi, è che le spese sanitarie, che di solito vengono detratte a partire da una franchigia di 130 euro circa, siano invece considerate detraibili a prescindere dalla franchigia, se si hanno figli. In altre parole, si va incontro alle famiglie con figli e si dà loro un segnale che il Governo, il Parlamento e tutto il Paese sono attenti al fatto che, mettendo al mondo figli, esse svolgono un servizio sociale, che non è semplicemente un loro fatto privato.
Quindi, è un emendamento di buon senso, che non comporta grandi spese e risponde alla stessa logica - lo ripeto - di scalettare il tetto di reddito sul numero dei figli e di non punire in maniera eccessiva chi compie la scelta di maternità e paternità. Mi auguro che la Camera prenda in considerazione questi emendamenti. Mi piacerebbe anche che...

PRESIDENTE. Colleghi al banco del Governo, per favore.

LUISA CAPITANIO SANTOLINI. ...alcuni settori del Partito Democratico, che sistematicamente votano contro o si astengono quando vi è l'indicazione di votare a favore, si decidessero a dare un segnale positivo di sostegno alle famiglie, senza dire semplicemente che per loro le famiglie non esistono.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Capitanio Santolini 2.131, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 501
Votanti 486
Astenuti 15
Maggioranza 244
Hanno votato
225
Hanno votato
no 261).

Prendo atto che i deputati Garofalo, Saltamartini, Di Virgilio e Marinello hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e che il deputato Sani ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Prendo altresì atto che i deputati Nunzio Francesco Testa e De Poli hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che i deputati Concia, Pollastrini e Cuperlo hanno segnalato di aver espresso voto favorevole mentre avrebbero voluto esprimerne uno contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Borghesi 2.133.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

Pag. 27

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, con questo emendamento chiediamo di dare alle iscrizione ad associazioni musicali ed artistiche lo stesso trattamento previsto per l'iscrizione a corsi, a strutture e ad impianti destinati alla pratica sportiva dilettantistica.
Com'è noto, questa deducibilità è stata prevista, pur entro certi limiti, con l'ultima legge finanziaria. Riteniamo che il settore artistico e musicale stia soffrendo anche in termini di risorse. Quindi, in definitiva, favoriremmo l'accesso alle attività musicali e artistiche da parte di bambini e ragazzi, permettendo al tempo stesso ai genitori di ottenere un minimo di deducibilità per questo tipo di iscrizione. Ha un costo limitato, ma in una crisi in cui giacciono anche (ovviamente per incapacità gestionale, per cui indubbiamente occorre intervenire anche in altro modo) tutte le fondazioni liriche, che in qualche modo in passato davano anche sostegno a questo tipo di attività, crediamo che questo sia un intervento positivo. Pertanto invitiamo il Governo e il relatore a ripensare ai loro pareri e l'Aula a votare a favore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 2.133, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 514
Votanti 503
Astenuti 11
Maggioranza 252
Hanno votato
233
Hanno votato
no 270).

Prendo atto che la deputata Pollastrini ha segnalato che non è riuscita a votare e che il deputato Misiti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Capitanio Santolini 2.134.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capitanio Santolini. Ne ha facoltà.

LUISA CAPITANIO SANTOLINI. Signor Presidente, intervengo brevemente per sottolineare quanto detto dai colleghi rispetto all'emendamento simile precedentemente respinto, che riguarda, come al solito, i carichi familiari e il fatto che chi ha più di tre o quattro figli necessariamente consuma più acqua, più gas e più luce.
Anche queste sono considerazioni di buon senso, che però vengono sistematicamente ignorate. Questa è la ragione per cui le famiglie con figli scivolano nella fascia della povertà e hanno decisamente grossi problemi ad arrivare a fine mese. Pertanto, riconoscere i carichi familiari e che le tariffe non possono essere considerate a consumo, ma sui carichi familiari, mi sembrerebbe una misura di buonsenso, che nella scorsa legislatura sosteneva anche l'attuale maggioranza, che improvvisamente ora ha deciso di rifiutare. Quindi, mi auguro che il mio sia un appello al buon senso e all'aiuto alle famiglie che ne hanno bisogno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Volontè. Ne ha facoltà.

LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, intervengo per sostenere ulteriormente e mettere ancora una volta all'attenzione dell'Aula questo emendamento, anche perché abbiamo ascoltato ieri un eccellente intervento del Ministro dell'economia e delle finanze, che ha anticipato misure per la famiglia.
Ma a tutta questa serie di emendamenti, presentati da noi e da altri gruppi parlamentari, che indicano diverse strade per sostenere le famiglie, prendiamo atto che la maggioranza non è assolutamente interessata. Non è interessata alle deduzioni, non è interessata nemmeno a questo importante emendamento, che abbiamo costruito insieme alla collega CapitanioPag. 28Santolini, che, in qualche modo, va incontro a quel problema che, proprio nei prossimi mesi, ancor più che durante l'anno, diventerà l'urgenza fondamentale delle famiglie italiane. Quale?
Forse, questo è sfuggito nella relazione di ieri e sfugge certamente all'attenzione di quest'Aula. Il problema sarà ed è...

PRESIDENTE. La prego di concludere.

LUCA VOLONTÈ. ...quello di arrivare - sono arrivato anch'io, signor Presidente, alla conclusione - a pagare le bollette fin da questo mese di novembre; non saranno, come tutti noi sappiamo, delle bollette con poco esborso da parte delle famiglie italiane.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Contento. Ne ha facoltà.

MANLIO CONTENTO. Signor Presidente, approfitto di questo emendamento non tanto per sostenerlo, dal momento che le detrazioni sulle quali siamo stati intrattenuti con gli emendamenti precedenti avrebbero sicuramente saccheggiato il bilancio dello Stato, quanto perché il signor Ministro, nell'intervento che ha svolto poco tempo fa in Aula, ci ha avvertiti dell'esigenza, che il Governo vuole raccogliere, di un intervento a favore delle famiglie.
In effetti, una delle questioni rilevanti è proprio quella relativa alle tariffe, e in particolare all'applicazione che viene fatta da parte di società partecipate dallo Stato.
Leggo soltanto due righe da parte di un contribuente, il quale testualmente afferma, rivolgendosi all'ENI Spa: «avete addebitato kW 537 alla data del 6 agosto 2008, mentre risultano effettivamente consumati kW 197».
Questa lettera viene poi rivolta all'Autorità, perché, attraverso l'ENI, non si ottiene alcuna risposta. Credo che nel provvedimento che lei sta preparando, signor Ministro, una delle questioni che devono essere affrontate sia proprio questa.
Non possiamo tollerare che, in momenti di difficoltà, ci siano aziende partecipate dallo Stato che non calcolano nei confronti delle famiglie i giusti costi rispetto ai consumi effettuati. Non possiamo, cioè, tollerare, signor Ministro, che si finanzino attraverso queste operazioni, dopo che sono stati installati dei contatori elettronici.
La invito, signor Ministro, a fare in modo che queste tariffe vengano applicate in base ai consumi, nel rispetto delle famiglie italiane, in un momento tanto difficile, con il provvedimento di cui lei ci ha parlato (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Scilipoti. Ne ha facoltà.

DOMENICO SCILIPOTI. Signor Presidente, colgo l'occasione per intervenire sull'argomento e per ricordare che l'articolo 23-bis del decreto-legge n. 112 del 2008 del Ministro Tremonti applica un sistema di capitalismo delle acque. Cosa voglio dire? Secondo la dichiarazione rilasciata proprio da lui, la gestione dei servizi idrici deve essere sottomessa alle regole dell'economia capitalistica.
Questo è un fatto grave, gravissimo, perché si va incontro alla privatizzazione delle acque, che sono un bene fondamentale; nessuno ha il diritto di guadagnare e di speculare sopra un bene essenziale.
Ricordo questo: la privatizzazione delle acque non è un fatto che può interessare l'umanità, ma è qualcosa che ne va a discapito, perché la sopravvivenza, sia di tutte le specie animali e vegetali sia dell'essere umano, è data dall'acqua.
Voglio fare una riflessione e voglio chiedere al Ministro Tremonti se, effettivamente, la sua idea è quella che la privatizzazione dell'acqua sia il modo più corretto di gestire e di confrontarsi con l'umanità, perché oggi l'acqua è un bene preziosissimo.
L'acqua è la componente essenziale dell'organismo umano; il 97 per cento dell'organismo umano è acqua. Come siPag. 29può pensare di privatizzare l'acqua? Come si può pensare che si costituiscano delle Spa per guadagnare e speculare sopra un bene essenziale?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mecacci. Ne ha facoltà.

MATTEO MECACCI. Signor Presidente, prendo la parola per annunciare l'astensione della delegazione radicale, ma anche per inserire un elemento di riflessione che non è stato presente in questo dibattito. Si stanno proponendo alcune detrazioni fiscali a favore della famiglia, sulla base di un criterio, cioè quello del numero dei figli che ciascuna famiglia ha. Forse sarebbe più opportuno iniziare però a riflettere su quale sia il reddito delle famiglie, e che si facciano interventi che vadano a favore delle famiglie più bisognose, e non magari dei miliardari che possono naturalmente permettersi di pagare le utenze. Quindi, ribadisco anche al Ministro Tremonti, che ha annunciato la presentazione di un disegno di legge su questo tema, che il criterio del reddito della famiglia, e non tanto del numero dei figli di ciascuna, debba essere quello che guida nelle politiche di sostegno alla famiglia; anche perché altrimenti può venire il dubbio che questa sia la promozione di politiche nataliste di cui francamente non sentiamo il bisogno (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nucara. Ne ha facoltà.

FRANCESCO NUCARA. Signor Presidente, credo che anche per il Ministro Tremonti l'acqua sia un bene pubblico inalienabile. È l'uso dell'acqua che è privato, e quindi, per realizzare economie e una migliore distribuzione dell'acqua, la gestione dei sistemi idrici deve essere privata. Nessuno pensa di alienare l'acqua come bene pubblico.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Delfino. Ne ha facoltà.

TERESIO DELFINO. Signor Presidente, prendo la parola solo per manifestare un certo stupore per le affermazioni di alcuni colleghi. La prima che dice: le famiglie, con gli emendamenti che sono stati proposti soprattutto dall'UdC, avrebbero saccheggiato il bilancio. Noi diciamo che le famiglie sono la risorsa del Paese (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro), e che il bilancio non lo saccheggiano le famiglie, che coi loro consumi sono un grande volano; semmai i saccheggi provengono da quelli che male amministrano la cosa pubblica.
Inoltre, noi avremmo proposto degli emendamenti per le famiglie miliardarie. Si vede che il collega non ha prestato alcuna attenzione agli emendamenti, perché i limiti di redditi che vi erano indicati, parametrati alla social card, ho detto prima, farebbero sì che una famiglia di cinque componenti abbia 10 mila euro per ogni familiare; secondo il quoziente familiare, sarebbero 50 mila euro.

PRESIDENTE. Deve concludere.

TERESIO DELFINO. Quindi, vergognamoci per quelle affermazioni che sono lontane da ogni realtà, e che negano la validità della famiglia (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Capitanio Santolini 2.134, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 480
Votanti 466
Astenuti 14
Maggioranza 234
Hanno votato
205
Hanno votato
no 261).

Pag. 30

Prendo atto che i deputati Leoluca Orlando, Monai, Gianni Farina, Misiti, Zucchi, Gnecchi e Miglioli hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Livia Turco 2.135.
Prendo atto che l'onorevole Livia Turco, che aveva chiesto di parlare per dichiarazione di voto, vi rinuncia.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Livia Turco 2.135, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 512
Votanti 505
Astenuti 7
Maggioranza 253
Hanno votato
236
Hanno votato
no 269).

Prendo atto che il deputato Bruno ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che il deputato Zucchi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole. Prendo altresì atto che la deputata Goisis ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento De Micheli 2.139.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Micheli. Ne ha facoltà.

PAOLA DE MICHELI. Signor Presidente, signor Ministro, rappresentanti del Governo e onorevoli colleghi, con l'emendamento in esame abbiamo un'occasione secondo me importante per fare una cosa insieme, e che riguarda direttamente l'economia reale.
Infatti, l'emendamento tratta della tassazione dei redditi da locazione, e introduce, relativamente alle locazioni agevolate, la possibilità della cedolare secca al 20 per cento. Questa ipotesi di tassazione, quindi di riduzione che avrebbe un effetto particolarmente significativo sul mercato delle locazioni, avrebbe anche conseguenze importanti sull'emersione dei redditi relativi appunto ai contratti che attualmente non sono registrati, quindi non sono mai stati denunciati. Consentirebbe, poi, l'emersione del reddito imponibile nell'ambito di quei contratti che sono stati registrati, ma con locazioni dichiarate in misura inferiore rispetto a quella reale.
Ciò inoltre darebbe la possibilità di inserire nel circuito delle locazioni i beni immobili che attualmente non sono destinati a tale scopo, consentendo in questo modo una nuova mobilità del mercato delle locazioni ed anche a coloro che attualmente ne sono esclusi, e cioè a quelle famiglie che prendono in locazione immobili fuori dalla registrazione, di poter accedere alle detrazioni che già la norma prevede.
Rispetto alla cedolare secca che nell'emendamento al nostro esame è, ripeto, relativa esclusivamente ai contratti di locazione ascrivibili alla tipologia agevolata, vi è un impegno da parte non solo dell'opposizione, che aveva già inserito questa previsione normativa nei propri impegni elettorali, ma anche della maggioranza (queste cose erano scritte in tutti e due i programmi in maniera esattamente identica).
Recentemente, inoltre, lo stesso Presidente del Consiglio dei ministri ha speso parole a supporto dell'ipotesi dell'introduzione della cedolare secca e addirittura ha inviato lettere rassicuranti ai rappresentanti delle associazioni di categoria che hanno interesse nell'ambito delle locazioni.
Non neghiamoci, inoltre, che un'ipotesi di questo tipo sarebbe coerente anche con le previsioni del piano casa già previste dal decreto-legge n. 112 approvato quest'estate e che, in un momento di difficoltà come quello che tutti registriamo in questa stagione critica da un punto di vista finanziario ed economico, agevolare l'immissione sul mercato di immobili a canonePag. 31agevolato costituirebbe un concreto, immediato, ed autentico intervento nell'ambito dell'economia reale.
Il costo che abbiamo previsto per questo emendamento è di 275 milioni di euro. Signor Ministro, ritengo che tale somma non comprometterebbe i saldi del bilancio perché, immediatamente dopo l'approvazione, vi sarebbe un effetto positivo sulle entrate proprio grazie all'emersione del sommerso, che anche in questo settore nel nostro Paese purtroppo abbonda.
Abbiamo un'occasione per fare una cosa sulla quale tutto il Parlamento si è già dichiarato d'accordo, di farla insieme, di farla subito e di farla bene per dare un segnale al Paese e per evitare di usare il futuro quando si parla di interventi nell'economia reale, usando piuttosto il presente già da oggi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Antonio Pepe. Ne ha facoltà.

ANTONIO PEPE. Signor Presidente, l'emendamento De Micheli 2.139 presentato dai colleghi prevede la modifica della tassazione del reddito da locazione nei contratti stipulati ai sensi della legge n. 431 del 1998 ed introduce un'imposta sostitutiva forfettaria con aliquota del 20 per cento sui canoni di locazione stessi.
Si tratta di una vecchia richiesta che è stata avanzata anche da noi nella scorsa legislatura (richiesta, peraltro, che il Governo Prodi bocciò). Ritengo che tale richiesta sia, in linea di principio, interessante perché rilancia il mercato delle locazioni immobiliari, e sicuramente utile perché fa emergere tutto il sommerso esistente nel campo delle locazioni (ed è quindi importante anche nel senso della lotta contro l'evasione fiscale), però è anche evidente che essa non può trovare accoglimento in questo momento, in considerazione del difficile momento economico che il Paese e l'intera economia mondiale stanno attraversando.
Propongo pertanto ai colleghi De Micheli e Fluvi di ritirare l'emendamento 2.139 e presentare un ordine del giorno per invitare il Governo a valutare la possibilità durante la legislatura, in un momento economico migliore, ad introdurre questa norma.
Si apre uno spiraglio positivo; bocciare l'emendamento, ponendolo in votazione, significa precludere la possibilità di presentare un ordine del giorno in tal senso; di conseguenza, il mio invito ai colleghi De Micheli e Fluvi è proprio nel senso di venirci incontro e cercare di risolvere nel tempo questo problema, ritirando l'emendamento e presentando un ordine del giorno con il quale si invita il Governo a valutare la possibilità durante la legislatura di introdurre tale disposizione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Tommaso Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI. Signor Presidente, chiedo al Governo se fosse possibile intervenire sul punto, nel senso che, come è noto, anche in sede di Commissione ambiente si è portato all'attenzione delle Commissioni bilancio e finanze un testo che prevedeva appunto la possibilità dell'introduzione, limitatamente ai casi di specie, della cosiddetta cedolare secca.
Mi rendo perfettamente conto che quelle che sono state trovate sono coperture d'occasione, così come mi rendo perfettamente conto che le promesse elettorali vadano mantenute, e che potevano essere mantenute anche dai Governi precedenti: un uguale impegno era stato assunto con le stesse associazioni perfino dal candidato alla Presidenza del Consiglio, onorevole Rutelli. Tuttavia, indipendentemente dalla condizione di polemica politica, rimane un fatto che è vero...

PRESIDENTE. Onorevole Foti deve concludere.

TOMMASO FOTI. ...ovvero che da più parti si ritiene corretta l'introduzione di una norma di questo tipo. Quindi, indipendentemente dal fatto che i colleghiPag. 32accettino l'invito del collega Pepe di ritirare, o meno, l'emendamento, sarebbe importante avere un impegno del Governo in un prossimo provvedimento, e comunque nel corso della legislatura, affinché questa misura venga introdotta nell'ordinamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Braga. Ne ha facoltà.

CHIARA BRAGA. Signor Presidente, intervengo per apporre la mia firma all'emendamento De Micheli 2.139 e per sottolineare quanto aveva già espresso l'onorevole Foti ovvero che su questo tema in VIII Commissione era stato già espresso un parere favorevole su una proposta emendativa simile che era stata inquadrata anche nell'ambito di un ragionamento complessivo sugli interventi in campo abitativo, in particolare sullo sviluppo del piano case. Per questo motivo chiediamo che il Governo riconsideri questa posizione e prenda atto di questa condivisione e ponga l'attenzione doverosa rispetto ad un mercato della locazioni in difficoltà. Con questa misura è, davvero, possibile intervenire per fare emergere il sommerso, risolvere una serie di difficoltà, e favorire il sistema delle locazioni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PAOLA DE MICHELI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole De Micheli, lei ha già parlato per dichiarazione di voto su questo emendamento.

PAOLA DE MICHELI. Signor Presidente, oltre a chiedere che l'emendamento in esame venga posto ai voti, preannunzio che interverrò sul successivo relativo allo stesso argomento, anche a proposito dell'invito che mi è stato rivolto dall'onorevole Pepe.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento De Micheli 2.139, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 507
Votanti 496
Astenuti 11
Maggioranza 249
Hanno votato
232
Hanno votato
no 264).

Prendo atto che il deputato Scilipoti ha segnalato che non è riuscito a votare e che avrebbe voluto astenersi.
Passiamo alla votazione dell'emendamento De Micheli 2.140.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Micheli. Ne ha facoltà.

PAOLA DE MICHELI. Signor Presiedere, in questo caso, l'emendamento relativo alla cedolare secca cambia nella sua modalità. Innanzitutto, si amplia la platea di coloro che vi possono accedere, perché ci si riferisce a tutte le tipologie di canoni di locazione e poi perché viene stanziata una cifra fissa, i 275 milioni di euro di cui abbiamo già discusso. Fino alla decorrenza di questa cifra si ipotizza una sperimentazione triennale per l'applicazione della cedolare secca a tutte le tipologie di contratti di locazione. Poiché, secondo i numeri che circolano, vi sarebbe un'ipotetica ulteriore e migliorativa condizione per le entrate dello Stato, in quanto il livello di emersione dovrebbe essere ancora superiore rispetto all'ipotesi prevista nell'emendamento precedente, ritiro l'emendamento e lo trasfonderò in un ordine del giorno che spero venga sottoscritto anche dai colleghi di maggioranza, proprio per le caratteristiche, sotto il profilo di un migliore vantaggio per le entrate dello Stato, contenute in questa ipotesi normativa

PRESIDENTE. Sta bene, l'emendamento De Micheli 2.140 si intende ritirato.Pag. 33
Passiamo alla votazione dell'emendamento Vannucci 2.141.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vannucci. Ne ha facoltà.

MASSIMO VANNUCCI. Signor Presidente, parliamo sempre di cedolare secca. L'onorevole De Micheli ha proposto prima la cedolare secca per gli affitti in generale, poi una sperimentazione per alcune parti. Tale proposta non ha avuto successo e spero di averlo almeno io su questo terzo passaggio. Abbiamo proposto un emendamento per applicare la cedolare secca del 20 per cento agli immobili destinati alla locazione, cioè quelli realizzati esclusivamente per essere locati con un impegno minimo di dieci anni, oppure quelli recuperati esclusivamente per essere locati. Io credo che abbiamo l'occasione per sperimentare questa formula. Analoghi emendamenti furono presentati in passato, com'è stato ricordato, anche da colleghi della maggioranza. Almeno occupiamoci di questa materia. Si tratta dell'housing sociale, ovverosia si tratta di stimolare aziende a costruire abitazioni per essere locate. Tra l'altro, il costo è piuttosto limitato perché si parla di 3 milioni di euro all'anno e credo sia il modo per arricchire questa finanziaria, e invito i colleghi a leggerne il testo originario perché più o meno rimarrà invariato. Poi magari la maggioranza si vanterà di aver approvato la finanziaria per la prima volta senza apporre la questione di fiducia, ma spiegheremo agli italiani che in questo provvedimento non c'è nulla, mentre questa è un'occasione per arricchirlo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mantini. Ne ha facoltà.

PIERLUIGI MANTINI. Signor Presidente, intervengo anch'io assai pacatamente per sostenere questo emendamento e per ricordare davvero la ragionevolezza dell'introduzione della cosiddetta cedolare secca sulle locazioni e sugli immobili ad uso abitativo oggetto di recupero o anche di edilizia agevolata. Si tratta di un criterio che in tutti i convegni gli stessi esponenti della maggioranza dichiarano essere presente all'interno dell'housing sociale, misura che il Governo deve ancora, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, emanare. Credo che per non fare una finanziaria del tutto vuota, anche nei confronti di queste risposte, questa sia un'ottima occasione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Quartiani. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, vorrei chiedere al sottosegretario Vegas o se preferisce al Ministro Tremonti se non ritenga che un intervento come quello proposto da questo emendamento debba essere ripreso in considerazione, anche perché rappresenta un esiguo intervento dal punto di vista dei costi, ma renderebbe un grande servizio a coloro che imprendono in questo settore, soprattutto in un momento di crisi come questa. Vorrei dire inoltre che ciò renderebbe anche un servizio, non solo per quanto riguarda l'introduzione della cedolare secca per la parte riguardante gli immobili previsti in locazione, ma anche alla trasparenza del mercato nonché alla trasparenza dei soggetti che devono osservare l'imposizione fiscale. Siccome vi sono disponibilità anche di fondi e di risorse internazionali in questo campo, chiederei al sottosegretario almeno di sapere quale è il motivo per il quale non si accoglie una proposta che peraltro è anche coperta dal punto di vista finanziario.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vannucci 2.141, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 34
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 504
Votanti 494
Astenuti 10
Maggioranza 248
Hanno votato
231
Hanno votato
no 263).

Prendo atto che la deputata Anna Teresa Formisano ha segnalato che non è riuscita a votare e che i deputati Nizzi, Lamorte e Di Cagno Abbrescia hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario. Prendo altresì atto che il deputato Leoluca Orlando ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ciccanti 2.142, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 500
Votanti 491
Astenuti 9
Maggioranza 246
Hanno votato
229
Hanno votato
no 262).

Prendo atto che i deputati Galletti, Ferranti e Calgaro hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che il deputato Porcu ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Galletti 2.145.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zeller. Ne ha facoltà.

KARL ZELLER. Signor Presidente, il Governo aveva annunciato più volte misure a sostegno...

PRESIDENTE. Onorevole Zeller, su quale emendamento sta intervenendo?

KARL ZELLER. Sull'emendamento 2.143 da me presentato.

PRESIDENTE. Onorevole Zeller, l'emendamento 2.143 da lei presentato non è stato segnalato. Stiamo esaminando l'emendamento Galletti 2.145.
Ricordo che l'emendamento Rubinato 2.144 è stato ritirato.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Galletti 2.145, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 506
Votanti 498
Astenuti 8
Maggioranza 250
Hanno votato
230
Hanno votato
no 268).

Prendo atto che i deputati Di Pietro, Evangelisti, Misiani e Villecco Calipari hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che il deputato Di Cagno Abbrescia ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario. Prendo altresì atto che la deputata Ravetto ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Meta 2.146.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fiano. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO. Signor Presidente, l'emendamento in questione si occupa di materie riguardanti il trasporto pubblico locale e, in particolare, della fattispecie delle prestazioni di servizi di trasporto collettivo che possono essere convenzionate tra le aziende e i lavoratori e che, quindi, rendono un servizio pubblico particolarmente importante affinché possanoPag. 35determinare una diminuzione del traffico privato proprio nel trasporto dei lavoratori presso le aziende.
Con tale proposta emendativa chiediamo due modifiche da inserire dopo il comma 35. La prima modifica richiesta è di inserire il comma 35-bis, che alla lettera d) prevede la possibilità di consentire la defiscalizzazione del costo degli abbonamenti a queste forme di trasporto pubblico collettivo per le categorie di lavoratori dipendenti o per la generalità, proprio per incentivarne l'uso.
La seconda modifica richiesta è che le somme - che all'interno delle convenzioni che le aziende stipulano con gli esercenti del trasporto con cui convenzionano questo servizio - corrisposte dai datori di lavoro per i servizi di trasporto collettivo possano essere rese detraibili anche, in questo caso, per incentivare le aziende a sviluppare questo tipo di servizi e a fornire ai lavoratori servizi alternativi all'uso del veicolo privato per recarsi sul luogo di lavoro.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Meta 2.146, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 504
Votanti 495
Astenuti 9
Maggioranza 248
Hanno votato
228
Hanno votato
no 267).

Prendo atto che i deputati Velo e Rota hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che i deputati Giacomoni e Antonino Foti hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.
Ricordo che l'emendamento Porcino 2.148 è stato ritirato.

SIMONETTA RUBINATO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SIMONETTA RUBINATO. Signor Presidente, annuncio il ritiro degli emendamenti 2.150 e 2.152 da me presentati.

PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo ora all'emendamento 2.201 della Commissione e dei relativi subemendamenti.

GASPARE GIUDICE, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GASPARE GIUDICE, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, riguardo al subemendamento 0.2.201.202 (Nuova formulazione) della Commissione, le parole «e nei saldi» devono intendersi come «e dei saldi». Volevo fare questo chiarimento.

PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Rubinato 0.2.201.12, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 509
Votanti 500
Astenuti 9
Maggioranza 251
Hanno votato
231
Hanno votato
no 269).

Prendo atto che i deputati Boccuzzi e Paladini hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che i deputati Antonino Foti e Lehner hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.Pag. 36
Passiamo agli identici subemendamenti Misiani 0.2.201.1 e Galletti 0.2.201.5.

GIAN LUCA GALLETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIAN LUCA GALLETTI. Signor Presidente, annuncio il ritiro del subemendamento 0.2.201.5 da me presentato, in quanto assorbito dal successivo.

PRESIDENTE. Sta bene.

MAINO MARCHI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MAINO MARCHI. Signor Presidente, anch'io annuncio il ritiro del subemendamento 0.2.201.1 da me presentato, in quanto assorbito da quello successivo che affronta e risolve uno dei problemi che maggiormente abbiamo discusso all'interno della Commissione.

PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.2.201.202 (Nuova formulazione) della Commissione, nel testo corretto, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 501
Votanti 495
Astenuti 6
Maggioranza 248
Hanno votato
492
Hanno votato
no 3).

Prendo atto che i deputati Froner e Paladini hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Rubinato 0.2.201.14, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 510
Votanti 500
Astenuti 10
Maggioranza 251
Hanno votato
233
Hanno votato
no 267).

Prendo atto che il deputato Paladini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che la deputata Pelino ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Rubinato 0.2.201.15, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 500
Votanti 492
Astenuti 8
Maggioranza 247
Hanno votato
227
Hanno votato
no 265).

Prendo atto che il deputato Mazzarella ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Rubinato 0.2.201.10, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

Pag. 37

(Presenti 507
Votanti 499
Astenuti 8
Maggioranza 250
Hanno votato
231
Hanno votato
no 268).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.2.201.200 (Nuova formulazione) della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 510
Votanti 508
Astenuti 2
Maggioranza 255
Hanno votato
495
Hanno votato
no 13).

Prendo atto che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.201 della Commissione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rubinato. Ne ha facoltà.

SIMONETTA RUBINATO. Signor Presidente, onorevoli colleghi e rappresentanti del Governo, in ordine all'emendamento 2.201 della Commissione, che sostanzialmente emenda il Patto di stabilità interno che è stato approvato nel corso della manovra estiva, intervengo per esprimere una doppia soddisfazione. La prima soddisfazione è dovuta al fatto che è stato ritirato l'emendamento del relatore, che peggiorava in modo drammatico la manovra a carico degli enti locali, ma di ciò non vale la pena parlare oltre.
La seconda soddisfazione, che esprimo a nome del gruppo del Partito Democratico, è dovuta soprattutto al fatto che, con l'introduzione del comma 21-bis, viene introdotta un'importante modifica che accoglie quasi integralmente il contenuto di una risoluzione che la sottoscritta, insieme ad altri colleghi del Partito Democratico, aveva presentato il 23 ottobre scorso. Si tratta di una risoluzione che chiedeva al Governo di adottare i necessari ed urgenti provvedimenti per consentire agli enti locali di utilizzare le disponibilità di cassa per il pagamento delle spese di investimento a fronte di impegni regolarmente assunti, garantendo in ogni caso il rispetto degli equilibri di bilancio. Ciò sia per evitare danni erariali agli enti locali per ritardato pagamento, sia anche per evitare effetti negativi sulla liquidità e sulla redditività delle imprese creditrici fornitrici di beni e servizi per la realizzazione di opere ed infrastrutture essenziali alle comunità.
Con il comma 21-bis, che viene aggiunto all'articolo 77-bis del decreto-legge n. 112 del 2008 grazie all'emendamento della Commissione, è prevista la disapplicazione delle sanzioni per il 2008, al fine di consentire agli enti locali che hanno rispettato il Patto nell'ultimo triennio e che hanno disponibilità di cassa, di pagare le imprese che hanno eseguito le opere pubbliche necessarie alle comunità locali. Quindi, si tratta di un passo in avanti importante, richiesto sia dalle amministrazioni locali sia dalle categorie economiche.
Devo comunque rilevare che la norma non è del tutto soddisfacente, perché il Governo ha posto una condizione restrittiva con riferimento alla spesa corrente: per la disapplicazione delle nuove sanzioni previste dai commi 20 e 21 dell'articolo 77-bis, è richiesto che per il 2008 gli impegni di parte corrente dell'ente locale non siano superiori alla media del triennio 2005-2007. Peraltro la Commissione, con un'ulteriore riformulazione, ha accolto la mia richiesta di escludere dall'ammontare delle spese correnti almeno quelle sostenute nel 2008 per gli adeguamenti contrattuali del personale dipendente dovuti all'ultimo contratto di categoria approvato, compreso quello relativo al segretario comunale. Il comma aggiuntivo 21-bis è dunque molto importante, perché consentirà a molti enti locali virtuosi di fornire liquidità alle imprese fornitrici, consentirà a molti enti locali di essere rispettosi delPag. 38Patto anche quest'anno e di non subire nel 2009 le pesanti sanzioni previste dalla manovra estiva che, tra l'altro, avrebbero un effetto depressivo sull'economia, impedendo a molti enti locali di accendere mutui per investimenti. Credo che questa sia un'apertura importante, in un momento di grave crisi economica e finanziaria, anche se non sufficiente.
Per sottolineare come questa norma sia importante, ma vada ampliata, vorrei citare una recente intervista al Ministro Maurizio Sacconi riportata su La Stampa, (e contenuta, mi sembra, nella rassegna stampa di ieri). Nella «ricetta» allo studio del Governo per far fronte alla crisi, il Ministro tratteggia, tra le misure indispensabili, proprio il sostegno alla liquidità delle imprese e riferisce di un tavolo di monitoraggio a cui si sta pensando, affinché le banche, nella misura in cui vengano sostenute dallo Stato, in seguito non razionino il credito alle imprese. Ottima cosa, ma la prima misura con cui lo Stato può immettere liquidità a favore delle imprese...

PRESIDENTE. Deve concludere.

Testo sostituito con errata corrige volante SIMONETTA RUBINATO. ...è quella di ampliare la norma che oggi approviamo e di consentire agli enti locali di usare le disponibilità di cassa per far fronte alle scadenze contrattuali e pagare i fornitori e le ditte appaltatrici. Pertanto, credo che il Governo debba impegnarsi, anche con i prossimi provvedimenti, come quello annunciato per lo sviluppo, a fare di più in questa direzione.
Non, non dimentichiamoci che gli enti locali rappresentano la più grande stazione appaltante che abbiamo in questo Paese: il 70 per cento delle opere infrastrutturali viene realizzata dagli enti locali. Se vogliamo rilanciare l'economia, credo che il Patto di stabilità interno vada, comunque, rivisto e corretto nel suo complesso.
SIMONETTA RUBINATO. ...è quella di ampliare la norma che oggi approviamo e di consentire agli enti locali di usare le disponibilità di cassa per far fronte alle scadenze contrattuali e pagare i fornitori e le ditte appaltatrici. Pertanto, credo che il Governo debba impegnarsi, anche con i prossimi provvedimenti, come quello annunciato per lo sviluppo, a fare di più in questa direzione.
Non dimentichiamoci che gli enti locali rappresentano la più grande stazione appaltante che abbiamo in questo Paese: il 70 per cento delle opere infrastrutturali viene realizzata dagli enti locali. Se vogliamo rilanciare l'economia, credo che il Patto di stabilità interno vada, comunque, rivisto e corretto nel suo complesso.

PRESIDENTE. Onorevole Rubinato, per cortesia, deve concludere.

SIMONETTA RUBINATO. Signor Presidente, un'ultima battuta - e concludo - sul tema della povertà, il tema delle famiglie. L'ho detto ieri: invito il Governo a considerare, come si sta facendo anche negli Stati Uniti, gli enti locali come i soggetti di un grande piano di sostegno alle fasce sociali più deboli (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Rubinato.
Saluto gli studenti e i docenti dell'Istituto comprensivo, Sandro Pertini, di Vernio, in provincia di Prato, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Baretta. Ne ha facoltà.

PIER PAOLO BARETTA. Signor Presidente, credo sia opportuno sottolineare questo passaggio del lavoro parlamentare che stiamo facendo questa mattina; un passaggio cruciale nel dibattito su una finanziaria snella, come è stata definita dalla maggioranza, e povera, come l'abbiamo definita noi nel corso della discussione. Non vi è dubbio, però, che in queste settimane il tema del Patto di stabilità interno e di come si valorizzano gli enti locali sia stato al centro della discussione (anche delle legittime e diverse opinioni) ed anche della ricerca di convergenze.
Ci eravamo molto preoccupati, quando con il decreto-legge n. 112 del 2008, prima dell'estate, una serie di tagli avevano messo in difficoltà gli enti locali, indipendentemente, ovviamente, dalle loro maggioranze. Ci siamo preoccupati, perché abbiamo visto soprattutto che gli enti locali virtuosi, quelli che avevano agito nel corso di questi anni non solo per mantenere il Patto di stabilità, ma per costruire una gestione finanziaria che rendesse compatibile la quadratura del bilancio con l'erogazione di servizi di qualità, rischiavano di essere messi in difficoltà. Quindi, nei lavori della Commissione bilancio, in questa fase (cioè, negli ultimi venti giorni), ci siamo dedicati con molta attenzione a questo aspetto. Abbiamo iniziato da diverse posizioni e da un atteggiamento molto rigido del Governo, ma poi, progressivamente,Pag. 39abbiamo fatto valere le ragioni - direi bipartisan - dei comuni, i quali si sono trovati a dover sostenere questa battaglia. Molti sindaci sono anche colleghi parlamentari, in primis l'onorevole Rubinato, che si è molto dedicata a questa materia e, assieme ad altri, è stato poi possibile realizzare un passo in avanti.
Certo, si poteva fare di più, ci aspettavamo di più, ma non vi è dubbio che riconosciamo che il lavoro che la Commissione ha svolto negli ultimi giorni è stato prezioso. Devo dire - mi permetto di sottolineare questo aspetto - che questo lavoro può essere anche un segnale di come, su alcune questioni di merito, sia necessario far prevalere la ragionevolezza reciproca, e, nella differenza di opinioni, sia necessario far prevalere interessi che sono al di fuori di quelli rappresentati dal parlamentare in quanto a tale, ma che egli rappresenta comunque, in quanto espressione del territorio.
Per queste ragioni, esprimeremo un voto favorevole sull'emendamento 2.201 della Commissione, perché ci sembra che rappresenti quel passo in avanti significativo che ci voleva su una materia così delicata (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Delfino. Ne ha facoltà.

TERESIO DELFINO. Signor Presidente, anche noi voteremo a favore dell'emendamento 2.201 della Commissione, volendo innanzitutto dare atto al relatore, al presidente della Commissione e allo stesso Governo di aver tenuto fede ad un impegno, che era stato assunto al tempo dell'esame del decreto-legge n. 112 del 2008, con il quale si chiedeva, in particolare, che tutte le spese sostenute di parte corrente e in conto capitale, per ordinanze dovute alla dichiarazione di stato di emergenza e di calamità, non entrassero nel Patto di stabilità.
Il secondo dato che rileviamo in questo emendamento della Commissione segna, sicuramente, un'attenzione maggiore a quella necessità, oramai inderogabile, che dobbiamo affrontare - e qui si inizia - e che consiste nel dare una maggiore flessibilità agli enti locali, soprattutto a quelli che hanno sempre rispettato il Patto di stabilità e che si trovano nelle condizioni di avere risorse che potrebbero utilmente attivare nella misura in cui, appunto, fossero a ciò autorizzati, contrariamente a quanto previsto da alcune normative emerse in questi anni.
Per cui, dando atto di un lavoro positivo che si è svolto in questa direzione, auspichiamo - anche perché il sottosegretario Vegas su questi temi è particolarmente attento e sensibile, assieme al presidente della Commissione bilancio - che in un prossimo futuro si possa cogliere la positività degli enti locali virtuosi e dare a questi ultimi, e non soltanto a quelli che vanno in dissesto, le possibilità operative che meritano (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

PRESIDENTE. Saluto gli allievi e i docenti della scuola media statale Don Lorenzo Milani di Terracina, in provincia di Latina, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
Chiedo, dunque, al rappresentante del Governo di esprimere il parere sulla riformulazione proposta dal relatore dell'emendamento 2.201 della Commissione.

GIUSEPPE VEGAS, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, se ho capito bene la riformulazione è la seguente: capoverso 35-ter, aggiungere le seguenti parole: conseguentemente all'articolo 1, comma 703, e così via. In tal caso il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo, quindi, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.201 della Commissione, nel testo riformulato come subemendato, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

Pag. 40

(Presenti 510
Votanti 509
Astenuti 1
Maggioranza 255
Hanno votato
507
Hanno votato
no 2).

Prendo atto che i deputati Leoluca Orlando, Dima, Rubinato, Argentin e Colombo hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole. Prendo altresì atto che la deputata Gnecchi ha segnalato che non è riuscita a votare e che avrebbe voluto astenersi.
Passiamo alla votazione del subemendamento Franzoso 0.2.203.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Franzoso. Ne ha facoltà.

PIETRO FRANZOSO. Signor Presidente, intervengo solo per individuare che la prima parte del mio subemendamento non vuole altro che allargare alla Conferenza permanente Stato-regioni l'invio della relazione annuale per i profili finanziari sul monitoraggio delle modalità di utilizzo. Nello stesso tempo, mi auguro, esso chiarisce definitivamente - laddove ve ne fosse bisogno - l'utilizzo dei fondi FAS, con la speranza e l'auspicio che finalmente possano cessare i fiumi di parole e le asserzioni fatte in questi giorni e in questi mesi, in cui si è detto di tutto e di più. Mi auguro che con questo subemendamento si voglia mettere fine a tante cose dette e non dette, e dare l'esatto significato dell'utilizzo dei fondi FAS.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Antoni. Ne ha facoltà.

SERGIO ANTONIO D'ANTONI. Signor Presidente, nell'annunciare che ci asterremo su questo subemendamento, vorrei far notare al Parlamento e, attraverso il Parlamento, all'intero Paese che finalmente la maggioranza si è accorta che così non poteva continuare, che era in corso un vero e proprio massacro dei fondi per le aree sottoutilizzate che aveva bisogno di uno «stop». Questo subemendamento, appunto, cerca di realizzare questo «stop».
Nel decreto-legge n. 112 del 2008, dove inizia il «massacro» con un taglio nei confronti delle aree sottoutilizzate, precisammo con un nostro emendamento, che fu accolto, che l'85 per cento doveva andare, come è sempre stato, alle aree deboli del Mezzogiorno e il 15 per cento alle aree deboli del centro-nord.
Questa impostazione, che è stata sancita nel decreto-legge n. 112 del 2008, nel corso di questi mesi è stata sostanzialmente colpita da interventi continui del Governo sul FAS, tali da determinare una violazione sia della legge sia del principio fondamentale. Cosa sono i FAS? Si tratta di fondi aggiuntivi destinati a recuperare il ritardo di un'area debole del Paese.
Ricordo a tutti che il reddito delle aree meridionali è pari al 58 per cento del reddito nazionale e che le infrastrutture sono - in un Paese che ha poche infrastrutture - pari al 70 per cento di quelle del centro-nord. Questo ritardo va recuperato. Ciò è possibile se ci sono dei fondi aggiuntivi, quelli europei e quelli FAS. Se invece questi fondi vengono usati per fare altro (e spesso per farlo nelle zone forti del Paese) il recupero non ci sarà mai. Noi saremo sempre di più in una situazione di allungamento delle distanze tra le zone forti e le zone deboli del Paese e questo rappresenta un errore sicuramente per le zone deboli, che pagano un prezzo altissimo, ma anche per le zone forti del Paese, che non potranno crescere se tutto il Paese non cresce. Finalmente la maggioranza si è accorta di questa condizione e con l'emendamento in esame pone quel limite che già il decreto-legge n. 112 del 2008 aveva posto. Non credo che il Governo lo rispetterà e, pertanto, ci asterremo.
Si legge sui giornali che 12 miliardi verranno presi dal FAS e destinati a opere pubbliche. Ieri il Ministro Matteoli ha annunciato alla «terza Camera» del Paese, la trasmissione Porta a Porta, quali sono queste opere: non ce n'è una da realizzare nel Mezzogiorno. Spero che il Ministro si sia distratto ma è sicuro (mi rivolgo all'onorevole La Malfa che ieri ciPag. 41ha impartito una lezione di meridionalismo) che il Mezzogiorno può risollevarsi se possiede infrastrutture e capacità di investire. Non si può dire: «Poiché hai speso male, da ora in poi non ti do più risorse». È come dire a un ammalato: «Poiché hai usato male le medicine, ti uccido». È un modo di concepire la questione meridionale veramente antica, vecchia, ottocentesca.

AMEDEO LABOCCETTA. Vallo a dire a Bassolino!

SERGIO ANTONIO D'ANTONI. Abbiamo bisogno di un Paese che si risollevi interamente, partendo dalle zone deboli. Si tratta di zone individuate dall'Europa, che questo Parlamento ha sostenuto, sia precedentemente, con il Governo Prodi, stanziando 64 miliardi di euro (già ridotti a 51 miliardi), sia mettendo in moto un vero processo di sviluppo produttivo. Ritengo, pertanto, che il Governo e la maggioranza debbano riflettere e capire che, se continuano così, arrecano un danno non solo al Meridione ma all'intero Paese. Noi saremo contro questa politica anti-meridionale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Milo. Ne ha facoltà.

ANTONIO MILO. Signor Presidente, nell'annunciare la sottoscrizione dei deputati del gruppo Misto-Movimento per l'Autonomia al subemendamento Franzoso 0.2.203.1 - anche perché nel merito è identico al subemendamento successivo, Lo Monte 0.2.203.2 presentato dalla nostra componente - volevo sottolineare che se tale proposta emendativa fosse stata norma, avremmo potuto leggere una relazione del Ministro alle commissioni parlamentari, in cui si evidenziava che sono stati già impegnati 13 miliardi di euro dai fondi FAS di cui 10,4 nel triennio 2009-2011 e 3,9 a partire dal 2008.
È chiaro anche che il nostro disappunto parlamentare degli ultimi giorni nasceva soprattutto da questo, dall'impegno di questi fondi, distratti da iniziative per il Mezzogiorno nel nostro Paese, per fare altro.
Leggo con piacere su Il Sole 24 Ore di questa mattina, e ciò concorda con quanto abbiamo detto nei giorni scorsi, che il prossimo 21 novembre ci sarà un CIPE in cui saranno impegnati 11 miliardi di euro per quattro grandi opere infrastrutturali nel Mezzogiorno del nostro Paese. Ciò ci fa molto piacere anche perché è la grande battaglia che abbiamo condotto in questi giorni, che da una parte, e cioè dal centrosinistra, è strumentalizzata in modo demagogico, e dai nostri amici e colleghi della maggioranza a volte è presa male.
Riguardo a questo argomento ritengo che non possiamo, né evitare di impegnarci rispetto ad un programma elettorale che vedeva al quinto punto lo sviluppo del Mezzogiorno del nostro paese, né tanto meno possiamo tacere di fronte a vessazioni su un'area del Paese che deve svilupparsi e far progredire il Paese nella sua interezza.
Per questi motivi, signor Presidente, a nome del gruppo Misto-Movimento per l'Autonomia annuncio che sottoscriviamo il subemendamento Franzoso 0.2.203.1 e ritiriamo il nostro subemendamento Lo Monte 0.2.203.2 che nel merito afferma la stessa cosa.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lo Presti. Ne ha facoltà.

ANTONINO LO PRESTI. Signor Presidente vorrei soltanto chiedere al collega D'Antoni che si è da poco iscritto a questo neo partito meridionalista un po' piagnone e un po' questuante se le infrastrutture cui si riferisce sono le stesse che sono state cancellate dal Governo Prodi nella passata legislatura, prima tra le quali il ponte sullo stretto (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole La Malfa. Ne ha facoltà.

GIORGIO LA MALFA. Signor Presidente vorrei annunciare il voto favorevolePag. 42del gruppo Misto-Liberale Democratici-Repubblicani al subemendamento in esame e precisare quanto ho detto ieri, e mi rivolgo in particolare all'onorevole D'Antoni.
Non pensiamo che il problema del Mezzogiorno sia esclusivamente un problema di fondi perché, se così fosse, il Mezzogiorno dovrebbe essere oggi nelle condizioni del resto del nostro Paese in quanto il nord e l'Italia hanno speso nel Mezzogiorno molte risorse nel corso di questi anni (Commenti di deputati del gruppo Partito Democratico)! Scusate onorevoli colleghi, questo non vuol dire che non sia necessario un consistente volume di finanziamenti, ma significa che, se non si inquadra il problema del Mezzogiorno in una prospettiva più ampia, questi soldi serviranno a poco e il resto del Paese guarderà al Mezzogiorno solo come a un peso.
Infine, onorevole D'Antoni, non ho inteso dare lezioni a nessuno, ma badi che una volta un autorevole deputato meridionale e meridionalista, Silvio Spaventa, ad un suo collega che l'ha interrotto dicendo di non voler ricevere lezioni rispose - ed io mi rifaccio a quello che disse Silvio Spaventa -: «Onorevole collega, se avesse studiato a suo tempo, non avrebbe bisogno di ricevere lezioni oggi» (Applausi di deputati del gruppo Popolo della Libertà)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mannino. Ne ha facoltà.

CALOGERO MANNINO. Signor Presidente, signor Ministro, il gruppo dell'Unione di Centro voterà a favore di questo subemendamento in quanto sta ai fatti. Se dovesse aprirsi una polemica retrospettiva dovremmo dire che il sud è stato maltrattato da una parte e dall'altra.
Apprezziamo che da parte della maggioranza oggi si intenda ripristinare un uso corretto del FAS. Quest'ultimo è stato pensato e istituito in funzione di una politica di interventi per la promozione dello sviluppo del sud. Quanto interessi al Paese lo sviluppo del sud dovrebbe essere un dato di consapevolezza di tutti e non un dato di divisione politica o, peggio, talune volte, pseudoideologica.
Proprio per questa motivazione, di fatto, l'Unione di Centro esprimerà un voto favorevole sull'emendamento in esame (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Patarino. Ne ha facoltà.

CARMINE SANTO PATARINO. Signor Presidente, intervengo solo per apporre la mia firma al subemendamento Franzoso 0.2.203.1.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale l'onorevole, Capodicasa. Ne ha facoltà.

ANGELO CAPODICASA. Signor Presidente, intervengo per preannunziare il mio voto contrario, a titolo personale, sul subemendamento Franzoso 0.2.203.1, perché, a mio giudizio, la proposta emendativa in esame si innesta su un emendamento della Commissione dove è stabilito che il Governo «con apposita relazione annuale trasmessa alle Commissioni parlamentari permanenti» comunica un diverso uso dei FAS e il subemendamento in esame stabilisce che quella relazione, oltre che alle Commissioni parlamentari permanenti, debba essere inviata anche alla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano dovendo, inoltre, specificare in che misura il diverso uso dei fondi incide sulla percentuale dell'85 per cento, destinata al Mezzogiorno, e del 15 per cento, a favore delle aree del centro-nord.
Pertanto, sostanzialmente non si fissa, in modo rigido, l'utilizzo dei FAS a queste percentuali, ma si afferma che il Governo deve comunicare in quale misura ha usato i fondi diversamente dalla percentuale indicata, il che mi sembra troppo poco.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Versace. Ne ha facoltà.

Pag. 43

SANTO DOMENICO VERSACE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, intervengo perché stiamo parlando del sud e del regno delle Due Sicilie. Al regno delle Due Sicilie, con la Cassa del Mezzogiorno, che ho definito sempre con un altro nome, «Cosca del Mezzogiorno», e con tanti altri interventi, sono arrivati centinaia di migliaia di miliardi di lire negli anni passati. Questi ultimi hanno inciso, per lo sviluppo del reddito nazionale, solo per lo 0,6 per cento. Il problema del sud è legato alla necessità di una rivoluzione culturale e del cambio della classe dirigente (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Lega Nord Padania e di deputati del Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Franzoso 0.2.203.1, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 487
Votanti 324
Astenuti 163
Maggioranza 163
Hanno votato
307
Hanno votato
no 17).

Prendo atto che i deputati Binetti, Mura, Laganà Fortugno, Margiotta hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che avrebbero voluto astenersi; che i deputati Zampa e Barbareschi hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che i deputati Argentin e Sani hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Lo Monte 0.2.203.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 493
Votanti 419
Astenuti 74
Maggioranza 210
Hanno votato
146
Hanno votato
no 273).

Prendo atto che i deputati Binetti e Barbareschi hanno segnalato che non sono riusciti a votare; che il deputato Mottola ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che le deputate Argentin e Ferranti hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.203 della Commissione (Nuova formulazione), la cui presentazione è stata annunciata all'inizio della seduta e il cui testo è in distribuzione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boccia. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BOCCIA. Signor Presidente, intendo riprendere la riflessione, più generale, cui ci sta portando la proposta emendativa presentata in Commissione dal relatore e che poi la stessa Commissione, a maggioranza, ha fatto propria, perché, in qualche modo, si inserisce nella riflessione che, a macchia di leopardo, l'Assemblea ha tentato di fare ma non è riuscita, di fatto, a tirar fuori, né nei provvedimenti economici che hanno preceduto la manovra finanziaria in esame, né nelle iniziative legate al Documento di programmazione economico-finanziaria. Penso a quanto fosse scarso lo spazio, più in generale, sulla programmazione territoriale al sud come al nord (lo ricordo ai colleghi della Lega) e quanto, in realtà, stia a cuore a questo Governo un modello di centralizzazione delle decisioni che impattano sull'economia pubblica nel nostro Paese.
Al Ministro Tremonti, che in questi due giorni ci ha onorato della sua presenza, non rimproveriamo la necessità di rimodulare risorse spese male al sud. Non rimproveriamo e non abbiamo mai rimproverato,Pag. 44nemmeno in Commissione, l'esigenza di programmare meglio le risorse che impattano sulle economie territoriali e che, quindi, sono molto spesso definite nelle priorità con le regioni.
Ministro Tremonti, quello che le abbiamo rimproverato è semplicemente la discrezionalità totale sull'utilizzo delle risorse che in realtà sono state oggetto di programmazione, che hanno fatto riferimento in questo scorcio di legislatura alla manovra d'estate, la legge n. 133 del 2008, per 7,9 miliardi, alla copertura per i rifiuti in Campania per 450 milioni, alla parziale copertura dell'ICI per oltre un miliardo, alla copertura della crisi dei rifiuti per altre città del Mezzogiorno per altri 240 milioni, alla parziale integrazione e ai maggiori oneri sul servizio sanitario nazionale e alla maggior copertura del taglio ICI per un altro miliardo e 300 milioni per non parlare poi delle risorse destinate ai comuni di Roma e di Catania. C'è dentro tutto: nord e sud. Ci sono spese in conto capitale e spese in parte corrente.
Se il tema è, colleghi di maggioranza, la questione etica al sud e la legalità nel Mezzogiorno, rispetto alla quale siamo d'accordo, perché rompere il meccanismo di programmazione territoriale che caratterizza in qualche modo la capacità di interlocuzione tra i diversi livelli istituzionali, quindi tra quello centrale e quello regionale? Se la questione etica è centrale (per noi è tale), il tema è come mettiamo in discussione la gestione della sanità in buona parte del Mezzogiorno e, mi si permetta di dire, anche in parte del nord (ma nel sud evidentemente la questione è più evidente).
Allora, commissariamo alcune ASL che non funzionano, acceleriamo i processi di commissariamento di alcune regioni - di centrosinistra e di centrodestra - che evidentemente non hanno saputo dare risposte concrete, sciogliamo i consorzi di bonifica campani per i quali il prefetto Pansa aveva messo sul tavolo del Presidente del Consiglio Prodi, a qualche giorno dalle elezioni dell'aprile scorso, un rapporto imbarazzante già in quel momento. Non mi pare che in questi cinque mesi il Governo abbia provveduto a dare impulso allo scioglimento di quei consorzi. Se è il caso, commissariamo con interventi eccezionali anche quelle università che oggettivamente non fanno più cultura e neanche ricerca, a partire da alcune università pugliesi, passando per alcune siciliane e campane.

PRESIDENTE. Onorevole Boccia, la prego di concludere.

FRANCESCO BOCCIA. Concludo, signor Presidente, dicendo ai colleghi, in particolare all'onorevole La Malfa che, se riteniamo centrale il tema dell'etica nella gestione della cosa pubblica e della legalità nel Mezzogiorno, allora se ne occupi il Parlamento, ma questo tema non può essere usato come clava per giustificare l'utilizzo discrezionale di risorse che debbono andare alla programmazione territoriale nella misura ribadita oggi, al nord come al sud (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo, personale l'onorevole D'Antoni. Ne ha facoltà.

SERGIO ANTONIO D'ANTONI. Signor Presidente, debbo due veloci risposte. La prima all'onorevole Lo Presti: se fare gli interessi del Paese e del sud significa essere questuanti, lo sono anch'io e spero che lo sia anche lei.
Per quanto riguarda il ponte sullo stretto, non si è accorto che i soldi stanziati per questa opera sono serviti a coprire il mancato gettito proveniente dall'ICI sulle case di lusso? Se non se ne è accorto è un problema suo non mio!
Inoltre, manderò all'onorevole La Malfa un libro seguendo il consiglio di Spaventa: si legga l'ultimo rapporto Svimez e poi ne parliamo in questa sede. Legga, però, legga (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.203Pag. 45(Nuova formulazione) della Commissione, nel testo subemendato, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 489
Votanti 320
Astenuti 169
Maggioranza 161
Hanno votato
313
Hanno votato
no 7).

Prendo atto che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole. Prendo atto che i deputati Ferranti Samperi e Tabacci hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che avrebbero voluto astenersi e che i deputati Barbareschi e Mannino hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere il voto.
Passiamo alla votazione dell'articolo 2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Baretta. Ne ha facoltà.

PIER PAOLO BARETTA. Signor Presidente, siamo arrivati al termine dell'esame di un articolo importante e centrale. Gli articoli sono tre, ma comunque l'articolo 2 ha assunto un particolare significato, perché comprende la stragrande maggioranza dei provvedimenti previsti e, ahimè, anche di quelli non previsti.
Abbiamo due ragioni che ci portano, alla fine, ad esprimere un voto negativo: abbiamo espresso la prima ragione anche durante il dibattito dei giorni scorsi, a cominciare dalla relazione di minoranza. Pensavamo che la manovra finanziaria, che cade in questo particolare momento, fosse l'occasione, pur in presenza di quella riforma che è stata avviata e portata a termine, per effettuare interventi più mirati a sostegno del reddito e delle famiglie, considerato che l'intervento già all'esame del Parlamento - il decreto-legge cosiddetto salva banche - comprende un aspetto particolare dell'intervento economico.
Ieri il Governo e il Ministro Tremonti ci hanno detto che dobbiamo aspettarci un ulteriore intervento, del quale siamo in attesa: lo valuteremo e ne discuteremo - come ha ricordato nell'intervento di ieri mattina l'onorevole Ventura - scevri da qualsiasi pregiudizio, ma con la coscienza della difficoltà grave nella quale si sta svolgendo la vita economica e sociale del Paese.
Nondimeno, siamo di fronte a un annuncio, non di fronte a una misura concreta e non abbiamo nemmeno una contestualità di analisi. Non ci sono sullo stesso tavolo, in parallelo, la legge finanziaria e gli interventi annunciati: abbiamo una legge finanziaria, che consideriamo fiacca e debole, e un annuncio, che ci auguriamo arrivi per il verso giusto, ma che per il momento non c'è. Confermiamo, quindi, la nostra opinione, secondo la quale la legge finanziaria sarebbe dovuta essere il luogo nel quale intervenire: allo stato attuale, non ci sono per noi motivi per cambiare opinione. Questo motivo generale, quindi, ci porta ad esprimere anche sull'articolo 2 un voto negativo.
Devo anche aggiungere, nel merito, che abbiamo constatato che il relatore ed il Governo hanno espresso parere negativo su tutte le proposte emendative. Sottolineo che alcune di queste proposte emendative si erano mosse, ovviamente, tenendo conto del quadro di compatibilità generale che assiduamente il sottosegretario Vegas, in Commissione, non ha mancato di ricordarci (costantemente, ad ogni intervento che svolgevamo, vi era la pronta replica sul fatto che non c'erano margini). Ne abbiamo tenuto conto, limitando moltissimo non solo il numero degli emendamenti (si pensi, ad esempio, alla tradizione della discussione sulle precedenti manovre finanziarie, che, per quanto questa sia modificata, resta sempre un luogo nel quale il Parlamento, giustamente, si cimenta, non soltanto nel numero), ma anche modificando la natura e la qualità degli interventi (che sono stati molto mirati). Rispetto a tali interventi, in molti casi, avevamo anche contenuto moltissimo le erogazioni e, su tutti, avevamo effettuatoPag. 46una precisa e riscontrabile operazione di copertura, non solo perché doverosa, ma anche per significare il rapporto tra un intervento mirato e il fatto che non volevamo uscire da una filosofia che, comunque, prevede, anche per noi, una linea di risanamento di bilancio, di cui non abbiamo mai contestato l'esistenza, né durante la discussione sul DPEF né durante la discussione sulla manovra. Abbiamo constatato, però, che vi sia solo quella: abbiamo bisogno dell'altra gamba per camminare. A maggior ragione, ci eravamo cimentati...

PRESIDENTE. La prego di concludere.

PIER PAOLO BARETTA. ...su proposte emendative molto precise. Ricordo quelle sulla famiglia, in particolare. Detto questo, non posso non sottolineare - concludo - che nell'articolo in esame è stata fatta una serie di passi in avanti, che, purtroppo, per le ragioni generali che ho illustrato, non è sufficiente a modificare un voto negativo sull'articolo (nondimeno, voglio sottolinearlo). C'è un passo in avanti sugli ammortizzatori sociali, non solo per la quantità, che è sempre insufficiente...

PRESIDENTE. Onorevole Baretta, il tempo a sua disposizione è terminato.

PIER PAOLO BARETTA. Non credo che il tempo a mia disposizione sia terminato.

PRESIDENTE. Mi deve credere, non solo sulla parola.

PIER PAOLO BARETTA. Sulla parola le credo, tuttavia mi è stata riferita una cosa diversa.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, vorrei chiederle su che base il relatore di minoranza viene interrotto, visto che sta intervenendo per illustrare la posizione della minoranza parlamentare sul più importante articolo del disegno di legge finanziaria. Siccome non interveniva per dichiarazione di voto, ma utilizzava il tempo a disposizione del relatore di minoranza, signor Presidente, le chiederei di garantire che l'onorevole Baretta possa concludere il suo intervento.

PRESIDENTE. Onorevole Quartiani, siccome non si tratta di una fase in cui ci sono interventi mirati e particolari dei relatori o dei presidenti di Commissione, si considera che l'intervento dell'onorevole Baretta sia per dichiarazione di voto su questo articolo. Per questo motivo, ho calcolato i tempi. Comunque, se vuole può chiedere di allungare i tempi, però le dico che il computo dei tempi non avviene con riferimento alla posizione di relatore di minoranza, ma rispetto all'intervento per dichiarazione di voto sull'articolo 2. Non c'era nessun intento di restringere i tempi.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, la mia era una richiesta di chiarimento, perché non è usuale nella nostra attività avere relatori per la maggioranza e di minoranza, quindi c'è anche un problema di computo e di economia dei tempi. Quindi vorrei chiedere, se l'onorevole Baretta è intervenuto per dichiarazione di voto, il tempo utilizzato viene computato nei tempi assegnati al gruppo o in quelli assegnati al relatore di minoranza?

PRESIDENTE. È computato nei tempi assegnati al gruppo, se interviene per dichiarazione di voto.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. No, Signor Presidente, deve essere computato nei tempi assegnati al relatore di minoranza, perché il gruppo probabilmente farà una propria dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Onorevole Quartiani, allora l'onorevole Baretta dovrà farmiPag. 47un'espressa richiesta, dicendo che intende parlare in qualità di relatore di minoranza.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, il relatore di minoranza...

PRESIDENTE. Gli uffici mi precisano che il tempo utilizzato dall'onorevole Baretta è stato computato nei tempi assegnati al relatore di minoranza.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, anche perché ieri mi sono premurato di chiedere che, quando interviene il collega Baretta, egli parli come relatore di minoranza.

PRESIDENTE. La questione è chiarita. Onorevole Baretta, vuole riprendere il suo intervento?

PIER PAOLO BARETTA. Signor Presidente, ovviamente concludo, tenendo conto della situazione, però mi pareva opportuno sottolineare anche gli aspetti positivi del lavoro che abbiamo svolto. Ho rilevato gli ammortizzatori sociali non soltanto per la quantità. Dobbiamo riconoscere che quello che ci aspetta in termini di crisi ci porrà di fronte un'esigenza di intervento probabilmente più massiccio, ma è stato anche previsto un intervento in deroga alle leggi attuali, per consentire che della cassa integrazione possano usufruire quei lavoratori che non hanno diritto.
Nel pomeriggio di ieri, abbiamo anche realizzato, sempre sull'articolo 2, un importante aggiustamento per quanto riguarda la partita relativa al cosiddetto comma 35, cioè la sostituzione dell'unilateralità dell'intervento del Governo con una sorta di concertazione preventiva, e poco fa abbiamo discusso del Patto di stabilità, che ha registrato passi in avanti.
Voglio sottolineare questi aspetti di positività, perché vanno registrati anche ai fini del lavoro futuro. Quindi, le ragioni che ci portano ad esprimere - poi lo faranno i rappresentanti del gruppo - le intenzioni di voto non tolgono nulla a questa valutazione. In quanto relatore di minoranza, mi pareva opportuno, una volta tanto, rilevare anche degli aspetti di convergenza.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà (Commenti).

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, vorrei che i colleghi si calmassero, perché forse non sanno che si andrà avanti fino alle ore 14, per cui devono avere pazienza. Intervengo per dichiarazione di voto, per dire che il gruppo Italia dei Valori esprimerà un voto contrario sull'articolo 2. In Commissione e in Aula abbiamo provato a dare, molti suggerimenti al Governo.
Erano suggerimenti che andavano nel senso di aumentare il potere di acquisto delle famiglie. Non so perché tutti i giorni il Presidente del Consiglio e il Ministro Tremonti vanno sui mezzi di informazione per dire che faranno un intervento sul potere di acquisto e daranno maggior denaro alle famiglie, però, tutte le volte che poniamo il tema attraverso un emendamento, la risposta è assolutamente negativa.
Avevamo chiesto di intervenire attraverso il provvedimento sul drenaggio fiscale, che è obbligatorio in legge finanziaria; è stato detto di no anche su questo! Avevamo chiesto interventi, per esempio, che andavano verso i bisogni delle famiglie nello stesso senso dichiarato venerdì dal Ministro Ronchi.
Il Ministro Ronchi non c'è, ma sappia che domani tutti gli europarlamentari, visto che è un intervento che ha fatto con riferimento all'Unione europea, riceveranno la comunicazione del fatto che egli è stato prontamente smentito dal suo Governo, oggi, quando non ha voluto dare parere favorevole ad una proposta che andava esattamente verso la riduzione dell'IVA sui prodotti per la prima infanzia.Pag. 48Per cui, anche su richieste che arrivano direttamente da membri del Governo, di fatto, il Governo è sordo e dice di no.
Avevamo chiesto, visto che siamo sempre a caccia di risorse, la soppressione della «legge mancia», con la quale si distribuisce del denaro pubblico in piccoli rivoli, senza nessun significato, soltanto per piccoli interventi clientelari qua e là nel Paese; anche su questo è stato detto di no. Sono, quindi, molti i «no». Avevamo chiesto di intervenire per ripristinare il Fondo nazionale per le politiche della famiglia; è stato detto di no. Avevamo chiesto persino degli interventi che tendevano a finanziare un bene come l'acqua attraverso degli interventi sugli acquedotti; anche su questo, è stata data risposta negativa.
Avevamo chiesto, con degli emendamenti, di intervenire per aumentare l'offerta formativa, anche alla luce dei tagli che il Governo ha operato sulle spese scolastiche; anche su questo, è stato detto di no.
Di fronte a un atteggiamento totalmente negativo, certamente non può bastare il fatto che si sia intervenuti per incrementare il Fondo per l'occupazione e la cassa integrazione guadagni, al quale, ovviamente, abbiamo risposto in modo positivo.
Registriamo, però, che è stato detto di no alla proposta emendativa che serviva per riportare un miliardo e 100 milioni al Fondo per le aree sottoutilizzate. I pochissimi aspetti positivi - il Patto di stabilità era un atto dovuto a tutti i comuni, anche a quelli gestiti dal centrodestra, quindi un atto che va incontro ai bisogni di tutti i comuni in Italia - non bastano certo, di fronte ai tanti «no», per modificare la nostra intenzione di voto contraria a questo articolo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marchi. Ne ha facoltà.

MAINO MARCHI. Signor Presidente, mi vorrei intrattenere sul Patto di stabilità interno, che è stato uno degli argomenti che abbiamo maggiormente affrontato all'interno di questo articolo, anche se non era uno dei contenuti già previsti nel disegno di legge finanziaria che è stato presentato dal Governo.
C'è stato un lavoro importante, fatto dalla Commissione, per apportare correzioni a quanto stabilito dal decreto-legge n. 112 del 2008; un lavoro che è stato sottolineato anche dal nostro voto favorevole su due emendamenti proposti dalla Commissione, che hanno migliorato complessivamente la situazione rispetto a quella che avevamo trovato dopo il decreto-legge n. 112 del 2008.
Abbiamo, però, avuto diversi emendamenti respinti e, complessivamente, abbiamo una situazione di grossa difficoltà per quanto riguarda gli enti locali, i comuni e le province.
Il Patto di stabilità d'altra parte si prefigge l'obiettivo di recuperare risorse nel triennio da questo comparto, per quanto riguarda la spesa pubblica e l'indebitamento complessivo, per oltre 4 miliardi: è quindi evidente che gli interventi sono stati eccessivamente pesanti. Sono stati pesanti in riferimento soprattutto alla normativa del Patto di stabilità, che ancora costringe gli enti locali a ridurre gli investimenti. Abbiamo sottolineato più volte come in una fase come questa, di recessione, sarebbe importante far riprendere la leva degli investimenti pubblici. Gli enti locali sono sempre stati in quel settore dello Stato che maggiormente ha dato un contributo in questa direzione. Adesso ci troviamo nella condizione in cui molti comuni, pur avendo i soldi in cassa, fanno fatica a pagare concretamente anche investimenti già realizzati, quindi con le ditte che devono aspettare tempi insopportabili, proprio perché altrimenti fuoriescono dal Patto di stabilità.
E voglio anche ricordare che altri interventi che si sono aggiunti successivamente hanno peggiorato la situazione: il taglio dei 134 milioni per le scuole non statali comporta anche tagli ai comuni per le scuole comunali dell'infanzia; oppure un decreto-legge come quello sugli sfratti, che comporta minori entrate per i comuni,Pag. 49non ha, da questo punto di vista, nessuna copertura; abbiamo ancora aperta tutta la questione rispetto al Piano casa, in cui si sono bloccati interventi che si erano avviati con le misure delle leggi finanziarie precedenti. C'è in sostanza un quadro complessivo per quanto riguarda la finanza locale, il Patto di stabilità interno ancora complessivamente insoddisfacente. Ci sono anche questioni relative alle sanzioni che noi non condividiamo, e saranno emendamenti presentati successivamente e che verranno in discussione; per cui sul Patto di stabilità interno, nonostante un lavoro positivo fatto dalla Commissione, il quadro complessivo è però un quadro che consideriamo negativamente. Anche per questo il nostro voto sarà contrario sull'articolo 2 (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ciccanti. Ne ha facoltà.

AMEDEO CICCANTI. Signor Presidente, signor Ministro, noi voteremo contro l'articolo 2. Siamo vincolati, nella legge finanziaria in esame, dall'articolo 1-bis del decreto-legge n. 112 del 2008, che non consente misure sullo sviluppo economico. Condivido l'impostazione data alla manovra estiva; non condivido ovviamente il merito, ma certamente vi sono tutti i presupposti per dare un giudizio positivo, anche se non su come essa si è esplicata.
Signor Ministro, nella presente legge finanziaria, in invarianza dei saldi, poteva benissimo essere portata avanti una politica per lo sviluppo se lei non avesse cancellato, in questi sei mesi di provvedimenti che ha emanato per sostenere la nostra economia, la questione relativa all'evasione fiscale. Questa parola è sparita dal suo vocabolario, ma è sparita anche dal dibattito politico: perché lei sa bene, secondo i dati ISTAT, che ci troviamo di fronte a 100 miliardi complessivi di evasione fiscale e a un valore di circa 300 miliardi di economia sommersa. Signor Ministro, quando lei ha impostato il decreto-legge n. 112 del 2008 si è messo i vestiti di Robin Hood e ha detto che avrebbe punito i petrolieri, i banchieri e gli assicuratori, i ricchi che lucravano su questa economia che declinava. Signor Ministro, sicuramente lì ha sbagliato le previsioni, come i dati hanno dimostrato, però ha dimenticato che tra i ricchi che non meritano di essere tali ci sono gli evasori fiscali, se è vero, secondo la dichiarazione dei redditi 2006, che sono soltanto 600 mila i contribuenti che denunciano più di 120 mila euro lordi.
Dal recupero dell'evasione fiscale potevano provenire le risorse per la cedolare secca che l'UdC ha proposto per tutelare pure gli affittuari, anche perché, considerato l'insuccesso sui mutui e l'accordo con l'ABI, almeno potevamo recuperare una parte che lei aveva lasciato fuori da tale questione nonché trovare un po' di quoziente familiare o, quantomeno, introdurre elementi di quoziente familiare (comunque a tutela delle famiglie con figli a carico), certamente ad invarianza dei saldi.
Ma tutto questo non è stato fatto! Lei è uno dei migliori tributaristi italiani; è un uomo che sulla questione delle tasse, dal 1994 ad oggi, ha detto qualcosa di diverso e forse anche di nuovo nel dibattito politico del Paese. Lei è stato, però, Ministro per un lungo arco di tempo e sull'evasione fiscale poteva essere veramente una promessa per la politica italiana, ma su questo ha fallito ed ha fallito, purtroppo, proprio a danno dell'equità sociale!
Noi le riconosciamo qualche merito per aver creato, in qualche modo, un'attenzione sul tema dell'equità fiscale e ricordo ancora le sue dichiarazioni quando, nella legislatura 2001-2006, affermava di non aver fatto «macelleria sociale».
Non fare «macelleria sociale» non significa però soltanto non tagliare, ma lei, in questa occasione ed in questa nuova versione del Ministro Tremonti senza l'UdC al Governo, sta invece facendo «macelleria sociale», nel senso che vi sono ceti sociali completamente indifesi e senza alcuna tutela di fronte alla logica selettiva della crisi economica e finanziaria.

Pag. 50

PRESIDENTE. Onorevole Ciccanti, deve concludere.

AMEDEO CICCANTI. Lei ci ha fatto in questa sede promesse nel senso che, forse, si sarebbe provveduto alla famiglia e all'economia reale. Se lei seguita a tagliare, con la recessione non potrà provvedere; tuttavia se lei non cercherà le risorse laddove ci sono, nemmeno si potrà provvedere!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Rubinato. Ne ha facoltà.

SIMONETTA RUBINATO. Signor Presidente, intervengo per confermare il voto contrario sull'articolo 2, pur avendo già dato atto delle aperture comunque importanti che ci sono state soprattutto sul fronte del Patto di stabilità. Vorrei però evidenziare come in questo momento di crisi economica e finanziaria non sia stato deciso nulla di significativo sul fronte fiscale per le tante imprese (il 98 per cento) che in Italia hanno una dimensione al di sotto dei venti dipendenti.
So che alcuni colleghi della maggioranza hanno presentato un'interpellanza urgente al Ministro dell'economia e delle finanze per chiedere, in considerazione della grave crisi economica e della stretta creditizia, la sterilizzazione degli studi di settore nei prossimi due anni.
Ritengo che questo non sia tanto il momento di presentare interpellanze, quanto di approvare delle norme, e sarebbe stato molto opportuno che essi avessero presentato, anziché un'interpellanza, una proposta emendativa all'articolo 2 che tenesse conto delle piccole realtà imprenditoriali del nostro Paese per le quali il Governo Berlusconi ha una grande carta da giocare, quella fiscale.

PRESIDENTE. Onorevole Rubinato, deve concludere.

SIMONETTA RUBINATO. In questo momento - e concludo - è necessario annunciare in materia di studi di settore il ripristino pieno dell'onere di dimostrazione della non veridicità dei rincari dichiarati sia a carico dell'amministrazione finanziaria e non del contribuente...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Rubinato.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bitonci. Ne ha facoltà.

MASSIMO BITONCI. Signor Presidente, nonostante la crisi nazionale ed internazionale e i rigidi valori di rispetto del Patto di stabilità europeo, sottolineo che abbiamo cercato di aggiustare alcuni impatti negativi e di risolvere le distorsioni del comma 8 dell'articolo 77-bis, nettizzando l'effetto degli eventi straordinari derivanti dalle cessioni di quote e da alienazioni immobiliari in relazione all'anno 2007.
Con il saldo finanziario non saranno considerate le risorse provenienti dallo Stato per le calamità naturali a seguito delle dichiarazioni di stato di emergenza, né gli adeguamenti contrattuali dei comuni relativi agli aumenti delle spese per i segretari comunali. Tutto ciò grazie all'intervento della Lega Nord in Commissione. Sottolineo che il risulto è, comunque, migliorativo, e a favore di tutti i comuni d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania), comuni che svolgono un importante effetto di sostegno dell'offerta e della domanda mediante investimenti infrastrutturali.
Ringrazio la Commissione per il lavoro svolto, che è stato molto propositivo e che rappresenta un buon auspicio, per il futuro, per un ulteriore miglioramento del Patto di stabilità. La posizione della Lega Nord sarà, quindi, favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Duilio. Ne ha facoltà.
Onorevole Duilio, deve schiacciare il pulsante; forse, ha sbagliato dito.

LINO DUILIO. Signor Presidente, non ho sbagliato niente, è che esiste un'idiosincrasia a girarsi e a dare voce a questa parte.

Pag. 51

SIMONE BALDELLI. Anche per i doppi voti!

LINO DUILIO. Non so se è ideologica.

PRESIDENTE. Assolutamente no.

LINO DUILIO. Signor Presidente, vorrei semplicemente motivare, nel minuto che ho a mia disposizione, il mio voto contrario a questo articolo, perché, come è stato opportunamente affermato dal nostro capogruppo in Commissione bilancio, rappresenta il cuore della finanziaria. È l'articolo centrale della legge finanziaria, non solo perché, essendo composta da tre articoli, l'articolo 2 si trova in mezzo, ma perché al suo interno dovevano essere previsti i contenuti qualificanti. La legge finanziaria, «asciugata e prosciugata» dei contenuti ultronei, secondo un'interpretazione diffusa e condivisa, doveva andare al cuore dei problemi del Paese (penso agli ammortizzatori sociali per fronteggiare la crisi economica, alla situazione relativa alle famiglie in difficoltà, al problema della casa, alle piccole e medie imprese e così via). Niente di tutto ciò è stato previsto e sentiamo dire, oramai da molti mesi, che se ne parlerà una prossima volta. Adesso vedremo cosa conterrà questo mitico decreto che sarà presentato tra dieci giorni, o comunque, prima di Natale. Ma se abbiamo previsto una legge finanziaria, che vuole essere snella ed essenziale, al di là delle questioni formali e procedurali che si dovranno affrontare in sede di revisione della normativa oggi esistente, forse dovremo anche abituarci al fatto che la stessa, ripeto, snella ed essenziale, contenga elementi qualificanti sui quali ci possiamo confrontare nella sessione bilancio. Il collega della Lega fa affermazioni del tipo: l'abbiamo migliorata rispetto a prima, quindi è meglio di niente. Dobbiamo andare oltre questa logica minimalista. Spero che ciò possa servire, lo dico ai colleghi della maggioranza, come prima esperienza - come avviene per quelli che cominciano a «masticare» una nuova materia -, per fare in modo che la prossima legge finanziaria sia, sul piano delle regole e su quello dei contenuti, emblematica e serva effettivamente a risolvere i problemi del nostro Paese in modo robusto e strutturale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Vannucci. Ne ha facoltà.

MASSIMO VANNUCCI. Signor Presidente, l'onorevole Duilio afferma che l'articolo 2 è il cuore della legge finanziaria; peccato che questa legge finanziaria non abbia un cuore, o quantomeno, lo abbia altrove, ed esattamente nel decreto-legge n. 112. Ci aspettavamo francamente che questo provvedimento servisse a modificare gli effetti del decreto-legge n. 112, di quei tagli lineari che questo Paese non potrà sopportare, soprattutto, nei due settori della scuola e della sicurezza, con riferimento ai quali in Italia si spende mediamente meno che negli altri Paesi europei; è in pericolo la coesione sociale. Correggere il decreto-legge n. 112 voleva dire modificare gli effetti depressivi che ha avuto quel provvedimento nell'economia italiana.
Abbiamo compresso con quella misura il consumo e quindi la crescita. Ieri il Fondo monetario internazionale stimava per il nostro Paese un calo dello 0,2 nel 2008 e dello 0,6 nel 2009. Siamo l'unico Paese del G7 ufficialmente in recessione, e continuiamo a produrre provvedimenti che non modificano questa tendenza.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

MASSIMO VANNUCCI. C'è un altro elemento, signor Presidente. La finanziaria è stata approvata a settembre in nove minuti, ma dopo il 30 settembre è cambiato tutto, c'è un mondo nuovo, tutti i tendenziali si sono modificati, e non vediamo in questo provvedimento una risposta a tutto ciò. Pertanto anche il mio voto sarà contrario (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Iannaccone. Ne ha facoltà.

Pag. 52

ARTURO IANNACCONE. Signor Presidente, signor Ministro, preannuncio il voto del Movimento per l'Autonomia a favore di questo articolo della finanziaria perché abbiamo registrato, nel corso del dibattito e del confronto parlamentare, un'attenzione ai temi che noi abbiamo sollevato e che ci richiamano all'accordo politico di alleanza che abbiamo stipulato al momento del voto con il Popolo della Libertà e con la Lega, e che prevedeva in un punto del programma una forte attenzione per il Mezzogiorno, per superare un divario che è sempre più insopportabile tra il nord e il sud del Paese.
Siamo consapevoli che non si supera e non si risolve la questione meridionale solo con la destinazione di nuove risorse al Mezzogiorno, ma è da lì che si deve partire, è dal superamento del divario in termini di infrastrutture, materiali e immateriali, che si può affrontare e risolvere la questione meridionale. Certamente siamo consapevoli - come ha sottolineato l'onorevole Versace - che è una questione anche di classi dirigenti, ma rispetto ai cento uomini d'acciaio, cui faceva riferimento Dorso per risolvere la questione meridionale, noi riteniamo che in questo solco si inserisca a pieno titolo il presidente della Sicilia, l'onorevole Lombardo (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Movimento per l'Autonomia), che sta portando avanti un grosso sforzo di buon governo a livello regionale e contemporaneamente un'azione e di risanamento e di sviluppo, e siamo convinti che infrastrutture e federalismo fiscale possano consentirci di risolvere la questione meridionale.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

ARTURO IANNACCONE. Quindi noi prendiamo atto - concludo - che il Governo si è impegnato, anche accogliendo un emendamento sulla questione, a destinare l'85 per cento dei fondi FAS alle aree meridionali, ed è anche per questo che voteremo a favore dell'articolo 2 (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Movimento per l'Autonomia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Stracquadanio. Ne ha facoltà.

GIORGIO CLELIO STRACQUADANIO. Signor Presidente, nell'annunciare il voto favorevole del gruppo Popolo della Libertà su questo articolo vorrei rimarcare alcuni punti che mi sembrano fondamentali in questa discussione che si sta concludendo. Il Ministro Tremonti ha le spalle abbastanza larghe per difendersi da sé, e non starà a me difenderlo. Vorrei però rimarcare, per esempio ai colleghi del Partito Democratico, che nella scorsa legislatura il presidente della Commissione bilancio del Senato, il senatore Morando, oggi coordinatore del governo ombra, ci impegnò a lungo in un dibattito di tipo metodologico sulla riforma della sessione di bilancio.
Il Ministro Tremonti con il suo impegno, da luglio a oggi, ha portato il Parlamento repubblicano ad approvare la riforma della sessione di bilancio in modo che noi, oggi, possiamo votare la legge finanziaria in poche ed essenziali sedute, avendo avuto a disposizione un ampio dibattito sulla manovra economica che ha blindato i conti pubblici in tempo utile, prima che si abbattesse sull'Italia una tempesta finanziaria; e dovremmo ringraziarlo, anzitutto, per l'innovazione di metodo che da voi era richiesta.
Quanto ai contenuti, il collega Ciccanti è stato, come me, membro della Commissione bilancio al Senato e ha sostenuto a lungo l'idea che la disciplina di bilancio dovesse stare al centro dell'orizzonte di un Governo che voglia essere autorevole e capace di sostenere attivamente l'economia. Infatti, come tutti sappiamo, il Paese che ha il terzo debito pubblico del mondo, senza avere la terza economia del mondo, non può permettersi di tentare il suo rilancio di competitività sul debito e sul deficit, tant'è vero che, grazie all'azione congiunta del Governo, insieme alla manovra della scorsa estate, sono stati presentati una serie di collegati che, per la prima volta, implementano la strategia di Lisbona, sottoscritta a suo tempo - vorrei farlo notare ai colleghi del PD - dalPag. 53Governo D'Alema, a Lisbona, nel 2000 e fino adesso mai implementata come si sarebbe dovuto fare.
Tutto questo in una congiuntura economica difficile sul piano internazionale e in un Paese che sta cercando di recuperare competitività innovando sul piano del metodo dei suoi lavori parlamentari.
Quanto all'evasione fiscale che è stata usata come argomento principe dal collega Ciccanti, vorrei ricordargli che le entrate fiscali in Italia sono progressivamente aumentate - soprattutto negli ultimi nove mesi - a partire dalla legge finanziaria 2005 sottoscritta dall'allora Ministro Tremonti e per la quale molti lo rimproverarono (io non fui tra quelli). Infatti, alla vigilia di un turno elettorale, il Ministro approvò una legge finanziaria rigorosa che mise in ordine i conti pubblici posti in difficoltà da un quinquennio di stagnazione economica.
Quindi, signori del Parlamento, dovreste tutti rendere onore a quanto il Ministro, in termini di metodo e di possibilità di cambiamento, ha offerto a questo Parlamento e per quanto ci riguarda anche per quello che ha ottenuto in termini di risultati (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Gozi. Ne ha facoltà.

SANDRO GOZI. Signor Presidente, osservo che l'evoluzione europea ed intellettuale del Ministro Tremonti ha fatto molta strada: infatti, dal 2003, anno in cui egli presiedeva quel Consiglio dei Ministri che consentì a Germania e Francia, contro il parere di tutti gli altri, di violare il Patto di stabilità, oggi abbiamo un Ministro Tremonti che, invece, invoca in maniera quasi eccessiva il Patto di stabilità per giustificare una manovra che non risponde ad alcuno dei bisogni del Paese né dal punto di vista strategico né dal punto di vista della qualità della spesa.
Infatti, signor Ministro, riscoprire il Patto di stabilità va molto bene, ma bisogna riscoprirlo interamente. Oggi il Patto di stabilità non è attuato soltanto con i tagli quantitativi alla spesa, ma anche attraverso un lavoro che deve concentrarsi sulla qualità della spesa e che noi non vediamo.

PRESIDENTE. La invito a concludere, onorevole Gozi.

SANDRO GOZI. Registriamo una scarsa qualità della spesa e un ritardo eccessivo rispetto a ciò che stanno facendo gli altri Paesi: un intervento di 23 miliardi da parte della Germania, sgravi fiscali da parte del Regno Unito, interventi nell'economia reale da parte della Spagna. Voi state aspettando un piano d'azione della Commissione europea...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Gozi.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zucchi. Ne ha facoltà.

ANGELO ZUCCHI. Signor Presidente, intervengo per dichiarare il mio voto contrario sull'articolo 2, soprattutto per quanto riguarda i provvedimenti inerenti all'agricoltura. Abbiamo cercato tracce dell'agricoltura nel DPEF e non le abbiamo trovate. Abbiamo cercato tracce dell'agricoltura nel decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, e abbiamo trovato soltanto tagli.
Nell'articolo 2 troviamo una serie di provvedimenti che ci vedono anche d'accordo, ma che complessivamente sono largamente insufficienti. Voglio registrare che al Ministero delle politiche agricole sono state tagliate risorse pari al 25 per cento e mancano fondi essenziali per questo settore di cui parleremo probabilmente in seguito, quando esamineremo gli emendamenti da noi presentati alla tabella, fondamentali per il prosieguo di questa attività.
Non vi è in realtà un'idea prospettica dell'agricoltura: vi è un'idea molto limitata, vi sono interventi molto circoscritti ed insufficienti ed è per questa ragione che voterò contro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Pag. 54

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2, nel testo emendato.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 505
Votanti 502
Astenuti 3
Maggioranza 252
Hanno votato
281
Hanno votato
no 221).

Prendo atto che i deputati Lanzillotta, Di Pietro e Argentin hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che il deputato Bordo ha segnalato che ha espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario.
Avviso i colleghi che i lavori proseguiranno sino alle ore 14, per riprendere poi alle 15.
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Rubinato 2.02.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Micheli. Ne ha facoltà.

PAOLA DE MICHELI. Signor Presidente, la proposta emendativa in esame mira a sanare un'iniquità che si realizza all'interno degli enti locali: è infatti inaccettabile che esistano enti che hanno abbondanti trasferimenti sotto la media e che vengono trattati nello stesso modo di coloro che invece hanno abbondanti trasferimenti per varie ragioni. In questo modo accade che sono considerati virtuosi quegli enti locali che possono rispettare il Patto di stabilità interno, proprio perché dispongono di consistenti trasferimenti statali e quindi possono anche non applicare i tributi - quei pochi che ormai sono rimasti nella disponibilità dell'autonomia dei comuni, cioè nessuno sostanzialmente - nei limiti massimi, mentre sono considerati invece non virtuosi gli enti che hanno trasferimenti statali limitati e quindi sotto la media per abitante, pur applicando le aliquote dei tributi ai livelli massimi consentiti dalla normativa.
È necessario quindi prevedere di alleggerire l'obiettivo da raggiungere, per quegli enti che hanno trasferimenti dallo Stato inferiori alla media. Questi numeri sono nelle disponibilità del Governo e della ragioneria dello Stato, quindi è una previsione anche facilmente individuabile. Questa è un'operazione che va al di là dell'eventuale e speriamo veloce applicazione di un buono ed equo federalismo fiscale, per la quale comunque saranno necessari alcuni anni e che può essere messa in atto anche da subito, in quanto gli elementi sono conosciuti.
Quindi già dal 2009, approvando l'articolo aggiuntivo in esame, si consentirebbe agli enti locali di non subire questo trattamento iniquo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

ANTONINO LO PRESTI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONINO LO PRESTI.
Signor Presidente, lei ha annunciato che i lavori proseguiranno fino alle 14. Siccome alle 14 sono convocate numerose Commissioni, dovrebbe specificare che i presidenti delle Commissioni riconvochino le Commissioni medesime almeno un quarto d'ora dopo la fine dei lavori. Infatti, le esigenze del metabolismo di ciascuno di noi impongono almeno cinque o dieci minuti di pausa (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà e di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. È chiaro che si intendono convocate al termine dei lavori dell'Assemblea della mattina, poi il buon senso e l'organizzazione delle singole Commissioni consentirà di accedere a quello che lei diceva.

Pag. 55

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, vorrei da lei un chiarimento, anche perché nel momento in cui l'Aula lavora con i ritmi con i quali lavoriamo è del tutto evidente che le Commissioni hanno una qualche difficoltà a lavorare. Tuttavia, ai colleghi deve essere dato il tempo per potersi organizzare e quindi bisognerebbe fare in modo che, come d'uso e come prassi, le Commissioni convocate al termine dei lavori dell'Assemblea si intendano convocate 15 o 20 minuti dopo il termine dei lavori dell'Assemblea.
Quindi, se restiamo di questo avviso, i colleghi riescono ad organizzarsi.

PRESIDENTE. Sta bene. Era già stato specificato in precedenza.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Rubinato 2.02, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 466
Votanti 460
Astenuti 6
Maggioranza 231
Hanno votato
210
Hanno votato
no 250).

Prendo atto che la deputata Frassinetti ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario e che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Avverto che gli articoli aggiuntivi Causi 2.04, Boccia 2.06 e Rubinato 2.07 risultano preclusi.
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Rubinato 2.08.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marchi. Ne ha facoltà.

MAINO MARCHI. Signor Presidente, vorrei ancora intervenire in merito al Patto di stabilità. Ho già detto che sono state apportate delle modifiche positive, ma diversi elementi dell'attuale Patto di stabilità non sono condivisibili, tra questi, alcuni che riguardano le sanzioni.
Con l'articolo aggiuntivo in esame, si chiede l'abrogazione del comma 22 dell'articolo 77-bis del decreto-legge n. 112 del 2008, che riguarda, appunto, il Patto di stabilità. Per comprendere bene ciò che riteniamo essere un'iniquità, è necessario fare riferimento al comma 20 e al comma 21 del suddetto provvedimento. Essi prevedono che in caso di mancato rispetto del Patto di stabilità interno scattino una serie di sanzioni piuttosto pesanti.
Da una parte, è prevista la riduzione del 5 per cento dei contributi ordinari e sappiamo che si tratta di una riduzione che interviene su contributi che si sono già ridotti in questi anni (da ultimo, sempre all'interno del decreto-legge n. 112, vi è stato anche un taglio di ulteriori 200 milioni di euro). Oltre a ciò, è previsto che, nell'anno successivo, i comuni inadempienti non possano impegnare spese correnti in misura superiore all'importo annuale minimo dei corrispondenti impegni effettuati nell'ultimo triennio (e, quindi, vi è un intervento di un certo peso, per quanto riguarda le spese) e non possano ricorrere all'indebitamento per gli investimenti (quindi, se realizzeranno investimenti, dovranno autofinanziarli attraverso l'alienazione del patrimonio, senza ricorrere all'indebitamento). Inoltre, vi sono sanzioni che riguardano anche il personale: il comma 21 prevede che restano, altresì, ferme le disposizioni recate dal comma 4 dell'articolo 76, che prevede, appunto, l'impossibilità di assumere personale.
Pertanto, ci troviamo in un contesto, che per certi versi può essere anche condivisibile, di sanzioni agli enti inadempienti, ma riteniamo che a tali sanzioni non sia possibile aggiungere anche unPag. 56altro aspetto previsto dal comma 22. Quest'ultimo prevede alcune misure per gli enti che devono realizzare interventi pesanti rispetto - lo ripeto - alla spesa corrente, alla riduzione dei contributi ordinari, alla necessità di realizzare investimenti solo attraverso l'autofinanziamento senza ricorrere all'indebitamento e senza poter fare assunzioni di personale. Si dice, però, che tutte queste misure (in particolare quelle relative al taglio della spesa e al personale) non concorrono al perseguimento degli obiettivi assegnati per l'anno per quanto riguarda i saldi rispetto al Patto di stabilità. Pertanto, i suddetti enti sono penalizzati due volte: da una parte, perché non possono mettere in atto alcune azioni e, dall'altra, perché quei risparmi che derivano dalle citate sanzioni non possono essere conteggiati ai fini del rispetto del Patto di stabilità.
Ci sembra una sanzione eccessiva: l'abbiamo contestata nel momento in cui è stato convertito in legge il decreto-legge n. 112 del 2008 e riteniamo che sarebbe un elemento di equità abrogare il comma 22 di tale decreto-legge. Non si tratta di un'abrogazione delle sanzioni tout court - lo ribadisco -, non si va in questa direzione, ma vi deve essere una gradualità anche nell'avviare un percorso di sanzioni effettive. Già quelle previste al comma 20 e al comma 21 sono sanzioni pesanti: non è possibile che non vengano conteggiate, quando si tratta di definire i saldi e, quindi, il bilancio di previsione del singolo ente, in riferimento all'anno in cui è necessario definire il bilancio nel rispetto del Patto di stabilità.

PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole.

MAINO MARCHI. Quindi, su questo, invito ancora il Governo ad una riflessione, in quanto lo riteniamo un articolo aggiuntivo importante e necessario per gli enti locali.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Galletti. Ne ha facoltà.

GIAN LUCA GALLETTI. Signor Presidente, intervengo per annunciare il voto favorevole dell'UdC all'articolo aggiuntivo che stiamo discutendo. Certamente noi - opposizione e maggioranza - sul patto di stabilità, in Commissione, abbiamo fatto un buon lavoro e abbiamo migliorato di molto l'impostazione che era stata data nel decreto-legge n. 112 del 2008. Non vorrei, però, che in quest'Aula passasse il concetto che, con la proposta emendativa che abbiamo approvato oggi, tutti i problemi degli enti locali - sia sul Patto di stabilità, sia quelli sostanziali in termini di minori risorse - siano risolti, perché così faremmo un grave errore e soprattutto non prenderemmo atto, invece, di una grave difficoltà che i comuni stanno vivendo in questi giorni nella redazione del bilancio di previsione 2009.
Sul Patto di stabilità restano due gravi problemi: in primo luogo, non siamo riusciti ancora a prevedere, in maniera stabile, nel Patto di stabilità, un meccanismo che non penalizzi quei comuni virtuosi, i quali vendono azioni delle proprie municipalizzate o fanno quotazioni in Borsa virtuose delle proprie aziende multiutilities e, in quell'anno, hanno un'entrata straordinaria che destinano alla riduzione del debito o alla realizzazione di investimenti, quindi ad altre operazioni virtuose.
Con l'attuale Patto di stabilità - salvo la proposta emendativa che abbiamo introdotto e che salva solo l'anno 2007 - questi comuni sono penalizzati per queste azioni virtuose che svolgono. Ciò non è da poco perché i comuni che intraprendono quella strada di privatizzazione e di liberalizzazione sono proprio quei comuni che, più di altri, contribuiscono alla liberalizzazione dei servizi pubblici locali, che a parole tutti riconosciamo come un evento positivo. Eppure li stiamo ostacolando.
Secondo problema: i comuni non investono più, perché con il Patto di stabilità misto - spesa corrente e investimenti - tutti salvaguardano la parte della spesa corrente penalizzando la parte investimenti. Alcuni comuni ricevono risorse dal CIPE per investimenti straordinari da realizzarePag. 57nelle proprie città (stiamo parlando di interventi viari forti, metro-tranvie, strade nuove, scuole nuove, asili nuovi) e non possono spenderle perché hanno vincoli di stabilità troppo stretti. Penso che in questo momento un allentamento sulla parte investimenti dei comuni potrebbe fare solo bene. Vi ricordo che il 60 per cento degli investimenti in questo Paese viene realizzato proprio dagli enti locali: a mio avviso, non vi è miglior medicina per la crisi economica che un grande piano di investimenti che potrebbe vedere proprio al centro gli enti locali.
Il terzo problema reale è quello delle risorse. Ancora non si è chiarito quanto sia integrale il rimborso dell'abolizione dell'ICI che abbiamo realizzato con il decreto-legge n. 112 del 2008, anzi, per adesso si è chiarito che esso non è integrale e ai comuni mancano risorse vere, risorse che porteranno alcuni comuni - cito il mio, Bologna - a tagliare gli asili nido e l'assistenza domiciliare. Pertanto, non cadiamo nel tranello! No, signor Ministro, è così! Mancano 13 milioni e mezzo di euro e, su un bilancio di 500 milioni, è una cifra inaffrontabile: lo dico io, consigliere di opposizione a Bologna, non lo dice un consigliere di maggioranza che deve difendere quel comune. Poi si può fare di meglio: io, probabilmente, se fossi stato in maggioranza, avrei fatto di meglio rispetto a quanto ha fatto Cofferati, su questo non c'è dubbio. Tuttavia, questo taglio è davvero insopportabile per le dimensioni economiche di quel comune.
Pertanto, questi problemi restano tutti aperti e non vorrei che quest'Aula, oggi, se ne dimenticasse (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro e di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, intervengo per chiedere di apporre la mia firma all'articolo aggiuntivo Rubinato 2.08 e per dire al collega Galletti che, forse, è proprio per non creare questa situazione che su 7 miliardi di tagli alle infrastrutture, 3 miliardi e mezzo riguardano i trasferimenti proprio agli enti locali per le infrastrutture. In questo modo, in futuro, non si porrà più il problema sottolineato dall'onorevole Galletti.
Anche noi pensiamo che per troppi anni, in questo Paese, gli enti locali virtuosi siano stati penalizzati rispetto a chi ha fatto «finanza allegra». Ritengo che l'articolo aggiuntivo in esame vada nel senso di ridare un po' di equità. Noi dell'Italia dei Valori voteremo a favore e invito tutta l'Aula a riflettere.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Baretta. Ne ha facoltà.

PIER PAOLO BARETTA. Signor Presidente, volevo evidenziare e sottolineare lo squilibrio che si determinerebbe dall'approvazione della norma da parte della maggioranza in assenza del voto a favore di questo articolo aggiuntivo, che è stato illustrato correttamente dal collega Marchi. Lo squilibrio deriva da un combinato disposto che la discussione in corso ha evidenziato. Siamo partiti da una proposta di legge che finiva per penalizzare i comuni virtuosi con tasse aggiuntive e sanzioni: su questo abbiamo lavorato per limitare il danno ed evitare, perlomeno, che i comuni che hanno lavorato bene fossero penalizzati.
L'altro aspetto della vicenda, l'altra faccia della medaglia, è che si finisce per applicare due sanzioni, che si sommano l'una all'altra, ai comuni inadempienti. Ripeto quanto ha detto il collega Marchi: non siamo contrari alle sanzioni, anzi esse vanno applicate. Francamente, sanzionare coloro che hanno lavorato bene, è una inutile cattiveria, ma sanzionare due volte coloro che hanno problemi di inadempienza significa non metterli sulla retta via e non aiutarli a rientrare nel patto di stabilità, così come invece noi vogliamo e auspichiamo.
Per queste ragioni, l'articolo aggiuntivo in esame è importante ed ha questo significato preciso. L'attenzione che io vorreiPag. 58il Governo prestasse a questo articolo aggiuntivo è proprio motivata dalla necessità di un riequilibrio dell'intervento che viene realizzato. L'assenza di equilibrio provocherebbe un risultato che penalizzerebbe l'insieme dei Comuni - adesso l'onorevole Galletti lo ha ricordato - con riferimento anche alle risorse.
Da quattro mesi, infatti ovvero dall'inizio della legislatura, discutiamo delle conseguenze sui comuni dell'abolizione dell'ICI e abbiamo constatato in maniera evidente che siamo arrivati a una situazione francamente insostenibile per i comuni. Se a tutto questo aggiungiamo anche lo squilibrio che deriverebbe dalla non approvazione dell'articolo aggiuntivo in esame, metteremmo in difficoltà i nostri enti locali, soprattutto in una situazione nella quale la crisi economica e finanziaria li chiamerà ad essere, anch'essi, protagonisti di un rapporto più diretto con i cittadini.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Rubinato 2.08, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 478
Votanti 471
Astenuti 7
Maggioranza 236
Hanno votato
215
Hanno votato
no 256).

Prendo atto che i deputati Cimadoro, Villecco Calipari e Ferranti hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che il deputato Giacomoni ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo De Micheli 2.011.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Quartiani. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Ritengo che sia opportuno rappresentare all'Aula in maniera esplicita l'articolo aggiuntivo in esame. Esso concerne la situazione finanziaria e di cassa dei comuni, dopo i tagli che sono intervenuti. Signor Presidente, sto parlando a titolo personale, per apporre la mia firma all'articolo aggiuntivo che è stato presentato dalla collega De Micheli, che farà dichiarazioni di voto per il gruppo, perché ritengo che questa proposta emendativa meriti l'attenzione non solo dei colleghi del gruppo ma dell'intera Aula.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Micheli. Ne ha facoltà.

PAOLA DE MICHELI. Signor Presidente forse sono troppo piccola e troppo lontana per riuscire a farmi vedere: è già la seconda volta che chiedo la parola!

PRESIDENTE. Assolutamente no! È ben visibile!

PAOLA DE MICHELI. Anche qui nei «piani alti» ragioniamo sul patto di stabilità e sul disegno di legge finanziaria.
Questo articolo aggiuntivo riguarda i trasferimenti che vengono erogati dagli enti superiori agli enti territoriali inferiori, in particolar modo i trasferimenti - statali, regionali o provinciali - vengono comunicati ai comuni e questa comunicazione dà titolo per l'iscrizione nei bilanci comunali all'interno delle entrate dei bilanci medesimi. Questo articolo aggiuntivo propone di conteggiare, da parte dei comuni, ai fini dei saldi, anche quei trasferimenti che, pur essendo stati comunicati e quindi ufficializzati, non hanno avuto seguito dal punto di vista dell'erogazione.
Con un articolo aggiuntivo come questo si risolve, peraltro, un problema che riguarda i tempi spesso lenti e macchinosi, che dipendono a volte anche da percorsiPag. 59regolamentari e politici dei trasferimenti statali, e sana anche la posizione che regioni e province hanno nei confronti dei comuni che, troppo spesso, proprio per il rispetto del patto di stabilità medesimo, non possono rispettare i tempi canonici di trasferimento e di erogazione dei trasferimenti medesimi. Si istituzionalizza, quindi, la possibilità, a prescindere dal trasferimento e quindi dall'erogazione materiale di questi fondi, di utilizzare per i saldi del patto di stabilità anche solo l'iscrizione a bilancio che viene determinata dalla comunicazione del trasferimento medesimo.
Anche in questo caso si evidenzia una palese iniquità dell'applicazione del patto e, inserendomi nelle considerazioni svolte meglio e prima di me dai colleghi Baretta e Galletti, inviterei i rappresentanti del Governo e il Ministro stesso a recarsi presso quei comuni soprattutto capoluoghi di provincia che si caratterizzano per la virtuosità, per rendersi conto materialmente della difficoltà, soprattutto per i comuni migliori, nell'applicazione di molte delle norme previste dal patto di stabilità che è già stato, peraltro, frettolosamente approvato con la conversione in legge del decreto-legge n. 112 del 2008.
Chiedo ai colleghi di maggioranza per l'ennesima volta di riflettere sulla necessità di renderlo più equo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Marchi. Ne ha facoltà.

MAINO MARCHI. Signor Presidente vorrei anch'io richiamare l'attenzione del Governo e dei colleghi di maggioranza su questo articolo aggiuntivo.
Il patto di stabilità è stato oggetto di continue modificazioni nel corso di questi ultimi anni ed in particolare una di queste è stato prevedere che gli investimenti vengano calcolati in termini di cassa.
Mi sembra che sia logico - non è una questione ideologica, ma una questione di logica - che, siccome specialmente i comuni molte volte hanno contributi da altri enti, in particolare da parte delle regioni, e questi contributi vengono erogati spesso con ritardi e non possono essere conteggiati in termini stretti di cassa ai fini del bilancio, per quanto riguarda gli investimenti questo articolo aggiuntivo è importante perché permette di non bloccare l'erogazione di pagamenti rispetto ai tempi in cui vengono erogati i finanziamenti da parte delle regioni.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Giovanelli. Ne ha facoltà.

ORIANO GIOVANELLI. Signor Presidente, intervengo per apporre la mia firma all'articolo aggiuntivo in esame e per sottolineare che dovrebbe essere, in un frangente così difficile per la nostra economia, compito nostro e del Governo semplificare la vita degli enti locali, in particolare dei comuni, soprattutto di quelli che hanno sempre dimostrato grande sensibilità e rigore nella gestione delle risorse e che hanno trovato le strategie più diverse per cercare di portare avanti, non solo i servizi, ma anche gli investimenti.
Il nostro Paese è in recessione e abbiamo una realtà, quella dei comuni, cui fa riferimento il 70 o l'80 per cento degli investimenti pubblici di questo Paese. È assolutamente nostro dovere semplificare la vita di questi enti e non complicarla, come rischieremmo di fare in caso di mancata approvazione dell'articolo aggiuntivo in esame.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Misiani. Ne ha facoltà.

ANTONIO MISIANI. Signor Presidente, intervengo per esprimere la mia condivisione nei confronti dell'articolo aggiuntivo in esame e per sottolineare che, nonostante le positive modifiche apportate, nel corso del dibattito in Aula, al patto di stabilità interno, siamo nella condizione di una manovra economica complessiva che rimane quella impostata con il decreto-legge n. 112 del 2008, dello scorso luglio,Pag. 60che impone agli enti locali un sacrificio di oltre un miliardo e mezzo di euro per il 2009 e molto più pesante per gli anni successivi.
Vorrei ricordare che il comparto dei comuni ha chiuso l'anno finanziario 2007 in avanzo, in termini di finanza pubblica. Pertanto, stiamo chiedendo un ulteriore sforzo a un insieme di 8.100 enti che, a differenza di tutto il resto delle pubbliche amministrazioni, hanno chiuso in avanzo, come differenza tra entrate e uscite, i conti pubblici dell'esercizio finanziario 2007.
Il mio vuole essere un invito politico al Governo, poiché dobbiamo cercare di semplificare la vita agli enti locali. Utilizziamo i pochi margini che abbiamo a disposizione per far sì che questa manovra, che rimane assai pesante, possa essere, attraverso gli opportuni cambiamenti al patto di stabilità interno, sopportata meglio dal comparto dei comuni.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo De Micheli 2.011, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 466
Votanti 458
Astenuti 8
Maggioranza 230
Hanno votato
197
Hanno votato
no 261).

Prendo atto che i deputati Velo, Colombo e Boccuzzi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Sani 2.017.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sani. Ne ha facoltà.

LUCA SANI. Signor Presidente, con l'articolo aggiuntivo in esame mi permetto di insistere sulla necessità di non legare al patto di stabilità interno le risorse del Fondo di solidarietà nazionale, legate alla ripresa delle attività delle imprese agricole. La mia proposta mira a rendere più rapida e più efficace l'erogazione delle risorse del Fondo, perché sappiamo che queste risorse, come dire, consentono a imprese agricole che hanno subito danni per vari motivi - soprattutto a causa di calamità naturali - di ricevere gli indennizzi necessari alla loro ripresa.
Il fatto che queste risorse ricadano nel patto dà luogo a diverse contraddizioni. La prima potrebbe essere quella che, nel caso in cui si verificano più danni o maggiori problemi per effetto di eventi calamitosi, si ritardano gli indennizzi proprio perché la mole delle risorse impegnate fa sì che i limiti indicati dal patto siano superati con più probabilità, oppure che questi indennizzi siano legati alle politiche più generali dell'ente che è chiamato all'erogazione, sia esso la regione o la provincia. A tale proposito faccio un esempio: se vi è un impegno straordinario sulle infrastrutture, piuttosto che su un'altra voce di spesa, gli enti sono portati a privilegiare questa piuttosto che l'erogazione degli indennizzi alle imprese agricole che, dunque, passano in secondo o terzo piano.
Ritengo che per la situazione generale di crisi che vi è al momento sia necessario, invece, dare una corsia preferenziale all'uso delle risorse previste dal patto.
Più in generale, però, come ha fatto prima il collega Zucchi, anch'io voglio esprimere la mia preoccupazione per l'atteggiamento che il Governo e la maggioranza assumono nei confronti dell'agricoltura, per il fatto che essi siano intervenuti pesantemente con il decreto-legge n. 112 del 2008 e per il fatto che, ad oggi, nel Fondo di solidarietà nazionale le risorse stanziate siano nulle e non vi sia alcuna previsione di impegno futuro. I tagli effettuati alla spesa del Ministero fanno sì che lo scenario che si presenta di fronte al sistema agricolo nazionale sia piuttosto cupo.Pag. 61
Per questo motivo, ritengo che l'approvazione dell'articolo aggiuntivo Sani 2.017 potrebbe essere un timido segnale di attenzione verso un mondo che sta scontando gravi difficoltà, sia per l'andamento generale dei mercati e la crisi internazionale, sia per le difficoltà del settore specifico.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Sani 2.017, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 450
Votanti 447
Astenuti 3
Maggioranza 224
Hanno votato
193
Hanno votato
no 254).

Prendo atto che i deputati De Poli e Naro hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

Sull'ordine dei lavori (ore 14).

EMANUELE FIANO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO. Signor Presidente, l'editoriale dell'edizione milanese del Corriere della sera di oggi reca una notizia di una certa importanza, perché sostiene che voci provenienti da Roma affermerebbero che il Governo potrebbe rinunciare alla candidatura di Milano per la sede dell'Expo 2015. In effetti, i tre miliardi di euro che in quest'Aula l'opposizione, da prima dell'estate scorsa, sostiene che non ci siano, non ci sono nella manovra finanziaria per le infrastrutture necessarie, come ha dichiarato il sottosegretario Castelli: forse, come afferma il giornalista, il Ministro dell'economia e delle finanze non è stato mai così interessato a questa esposizione.
Signor Presidente, la notizia, se dovesse essere fondata, è di una gravità molto accentuata con riguardo all'intero Paese, a Milano e alla regione Lombardia (come lei, meglio di me, capisce): ritengo che sarebbe utile, pertanto, se qualche rappresentante del Governo potesse autorevolmente smentire questa disastrosa notizia.

NICOLA MOLTENI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

NICOLA MOLTENI. Signor Presidente, ieri sera si è spento, nell'ospedale Valduce di Como, monsignor Alessandro Maggiolini, vescovo emerito di Como. Si tratta di una perdita importante e di un grande lutto non solo per la comunità religiosa comasca, ma, allo stesso tempo, per tutta la cristianità occidentale. Ci piace ricordare monsignor Maggiolini come un uomo straordinario, un religioso di grande cultura e di grande fede, che lo hanno portato a porsi al servizio e ad amare la Chiesa per cinquantatré anni, strenuo e coraggioso difensore dei valori dell'Occidente cristiano, per arginare la deriva relativistica.
Anche negli ultimi anni di vita, seppure in condizioni fisiche difficili, Monsignor Maggiolini ha preservato un contatto diretto con il proprio territorio e con la sua amatissima comunità locale, mantenendo l'abitudine, cui era molto legato, di partecipare quotidianamente alla confessione pomeridiana presso il duomo di Como. Monsignor Maggiolini è stato per tutti noi un esempio di cristianità vissuta intensamente, con coraggio, a volte controcorrente, ma sempre nella consapevolezza di agire secondo la propria coscienza. Oggi siamo tutti un po' più poveri e tristi. Quindi, esprimo a nome del gruppo della Lega Nord il più sincero cordoglio (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

Pag. 62

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Signor Presidente, ho ascoltato l'intervento del collega Fiano sulla questione dell'Expo. Mi sembrano notizie destituite di ogni fondamento. Per quanto ci riguarda, è impossibile che il Governo rinunci alla candidatura. Il Governo deve mantenere fede agli impegni e credo, anzi sono certo, che lo farà. Se poi, vista la presenza del sottosegretario Casero, il Ministero dell'economia e delle finanze accelerasse in questo frangente l'iter previsto dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, che deve portare alla costituzione della società di gestione, credo che questa sarebbe una notizia positiva, che non costa niente, ma che può dare un segnale importante a Milano, che di segnali politici importanti da Roma, in questo momento, ha davvero bisogno.

PRESIDENTE. Onorevole Fiano, onorevole Reguzzoni, il Governo è direttamente informato. Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 15,15.

La seduta, sospesa alle 14,05, è ripresa alle 15,20.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alessandri, Aprea, Bossi, Brancher, Brugger, Caparini, Casero, Cicchitto, Cirielli, Cota, Craxi, Gibelli, Alberto Giorgetti, Lo Monte, Mazzocchi, Molgora, Mura, Pescante, Saglia, Soro, Stefani, Stucchi, Tremonti e Vito sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente sessantasette, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Sull'ordine dei lavori (ore 15,22).

SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, dal momento che ci risulta che alcune Commissioni permanenti, a parte le bicamerali, sono state convocate (alcune per lo svolgimento di audizioni, mentre altre per procedere a votazioni), le chiedo se sia possibile effettuare una breve verifica per vedere se lo siano ancora.

PRESIDENTE. Sì, onorevole Baldelli. Deve aggiungere qualche altra cosa?

SIMONE BALDELLI. Sì, signor Presidente. Mi comunicano che alcune Commissioni stanno terminando i loro lavori in questo momento. Le chiedo se sia possibile verificarlo e apprezzare la circostanza, affinché la Presidenza valuti se sia il caso di sospendere la seduta per permettere ai colleghi di rientrare oppure di continuare i nostri lavori.

PRESIDENTE. Onorevole Baldelli, intanto do la parola all'onorevole Volontè, che l'ha chiesta sull'ordine dei lavori. Prego, onorevole Volontè, ha facoltà di parlare.

LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, brevemente, avrei potuto anche intervenire alla fine della seduta, ma lo faccio adesso, visto che, come sempre, l'Aula è «piena», perché l'interesse su questa materia è ampio.
Intervengo per ricordare alla Presidenza di rammentare al Governo di rendere una comunicazione pronta al Parlamento rispetto a tutto ciò che concerne lePag. 63azioni che l'Esecutivo sta compiendo - speriamo ve ne siano - per la liberazione delle due suore rapite 48 ore fa al confine tra il Kenya e la Somalia e anche per rendere noto al Parlamento le azioni, anche a seguito dell'approvazione della mozione avvenuta lunedì, che il Governo sta compiendo a tutela non solo dei cristiani, ma in generale. Mi riferisco alle circostanze che si stanno presentando, tenuto conto anche di ciò che è accaduto e sta accadendo in Congo, ove ricordiamoci - lo dico così, per memoria comune, signor Presidente - che, tra le poche organizzazioni umanitarie oggi presenti nei campi sottoposti a razzia e a massacro, vi sono due organizzazioni italiane.
I Ministri degli esteri francese e inglese, nel fine settimana dei Santi, hanno preferito ricorrere ad un volo diretto in quei campi. Non ci interessa dove sia stato il nostro Ministro degli affari esteri, ma ci interessa sapere cosa facciamo per quelle popolazioni, dove ci sono anche degli italiani interessati a svolgere la propria azione.
Come ho detto ieri, non mi interessa che il Governo venga tutti giorni, come non mi interessava che il Ministro D'Alema venisse tutti i giorni lo scorso anno.
Mi interesserebbe, però, ogni due o tre giorni, sapere se il Governo sta facendo qualcosa e come intende comunicare le proprie azioni ad un Parlamento che è molto preoccupato per quello che sta accadendo (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

PRESIDENTE. La ringrazio molto, onorevole Volontè, e credo che il Presidente non mancherà di sollecitare il Governo ad essere presente.

GIORGIO LA MALFA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIORGIO LA MALFA. Signor Presidente, intervengo solo per dire che la delegazione italiana presso l'assemblea parlamentare della Nato è stata riunita al Senato fino alle 15, 15.05; io sono l'avanguardia, per così dire. Ci potrebbero essere dei colleghi lungo la strada e, quindi, qualche minuto di ritardo dei membri della Camera di quella delegazione potrebbe essere giustificata.

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Signor Presidente, in chiusura dei lavori di ieri, anche noi abbiamo sollecitato l'impegno del Governo in favore di suor Maria Teresa e di suor Rinuccia, che sono in questo momento in mano a bande di estremisti islamici. Sollecitiamo, quindi, sicuramente un impegno del Governo. Non mi associo e non ci associamo, come gruppo, alla richiesta di sentire il Governo sull'argomento, perché riteniamo fondata e giustificata la richiesta di silenzio stampa che la Farnesina ha diramato nei giorni scorsi.
Comprendiamo quindi il silenzio del Governo, e anzi riteniamo che sia giusto e opportuno in questa fase delicata di indagini, eventualmente di trattative. Ci associamo però all'azione che il Governo sta compiendo, portando tutta la nostra solidarietà alle famiglie, agli amici, credo veramente a nome di tutto il Parlamento, sia di suor Maria Teresa sia di suor Rinuccia.

SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI. Su questa vicenda, signor Presidente, l'altro giorno, durante il dibattito che si è svolto sulle mozioni incrociate (che poi si è esaurito, perché le abbiamo votate), concernenti le persecuzioni dei cristiani in India ed in altre parti del mondo, giustappunto il sottosegretario di Stato per gli affari esteri, con puntualità e anche con una congiuntura temporale assolutamente fortunataPag. 64da questo punto di vista, ha avuto modo di fornire all'Aula alcune notizie per quanto riguarda il rapimento delle due religiose italiane in Somalia, successivamente trasferite in Kenya, sostanzialmente in diretta, nel senso che, mentre le agenzie lanciavano queste notizie, il sottosegretario ha fornito gli elementi che aveva a disposizione. Ho preso la parola in quella sede, signor Presidente, per dire che il nostro gruppo era grato al sottosegretario Scotti per aver dato queste informazioni, che condivideva le preoccupazioni espresse già da altri componenti dell'Aula che avevano partecipato alle discussione sulle linee generali, e che non avrebbe chiesto al Governo un'informativa proprio per rispettare l'appello rivolto dal Governo, dalla Farnesina agli organi di stampa ad un riserbo responsabile, alla riservatezza su una vicenda che ha necessità di essere affrontata in sedi diverse da quelle di un dibattito, di un'informativa in Aula. Ci associamo quindi in questo senso anche alla linea espressa dal collega della Lega, e parimenti auspichiamo un esito positivo di questa vicenda.

OSVALDO NAPOLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

OSVALDO NAPOLI. Signor Presidente, vorrei soltanto fare un accenno a quanto detto in questi giorni nella discussione sulle linee generali, e far presente come il Governo in questi giorni, proprio con riferimento alla legge finanziaria, sia venuto incontro ad alcune problematiche sollevate dagli enti locali periferici sul Patto di stabilità in modo particolare. Non possiamo che ringraziare, signor Presidente, il Governo per aver «nettizzato» i cofinanziamenti della Comunità europea nei confronti dei comuni, che quindi escono dal Patto di stabilità, decurtando anche i finanziamenti per le alluvioni, per gli eventi drammatici, che in questi mesi hanno colpito specialmente il nord, riguardanti calamità naturali, che quindi escono anch'essi dal Patto di stabilità. Credo di poter ricordare, signor Presidente, anche un altro aspetto, cioè la possibilità di spendere e di aumentare la cassa per quanto riguarda gli investimenti dei comuni e delle province, e la possibilità inoltre di usare soldi propri per l'investimento; non vi sono dubbi, questo è certamente rivolto in modo particolare agli enti locali periferici, che in questi ultimi anni, specialmente i comuni, sono stati quelli che hanno gestito meglio le amministrazioni in termini globali nazionali.

PRESIDENTE. Onorevole Napoli, non voglio interromperla, ma non abbiamo ancora incominciato la discussione sul provvedimento.

OSVALDO NAPOLI. Ho però ritenuto di doverlo fare, perché è un fatto talmente eclatante, quello di essere venuti incontro alle autonomie locali, che direi è qualcosa di eccezionale. Ci tenevo a farlo prima di iniziare la discussione.

ROBERTO SIMONETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. A che titolo? Sull'ordine dei lavori?

ROBERTO SIMONETTI. Per la verità sull'emendamento...

PRESIDENTE. Onorevole Simonetti, non abbiamo ancora ripreso la discussione.

MARCO ZACCHERA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Sull'ordine dei lavori?

MARCO ZACCHERA. Signor Presidente, il problema è stato superato: era infatti ancora in corso la seduta della Commissione affari esteri dove stavamo votando, ma ho visto che nel frattempo sono arrivati i colleghi e dunque il problema è stato superato.

PRESIDENTE. Sta bene.

Pag. 65

GIANLUCA BUONANNO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIANLUCA BUONANNO. Signor Presidente, intendo solo sottolineare una circostanza che ritengo negativa. Ci troviamo a dibattere sul disegno di legge finanziaria con una crisi molto forte in atto in Italia e nel mondo; vi sono varie idee al riguardo (come è giusto che sia in un Parlamento democratico), ma quando si vedono azioni intraprese per l'ennesima volta dal Partito Democratico e, a quanto pare, anche un po' dall'UdC, che una volta aveva dichiarato che mai sarebbe uscito dall'Aula per far mancare il numero legale, mi chiedo: se il Partito Democratico afferma tanto di voler fare le cose per bene, perché assume tali atteggiamenti che non servono agli italiani né ad alcuno?

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Buonanno, non abbiamo ancora ripreso l'esame del provvedimento, quindi anche gli altri colleghi stanno affluendo.

GIANLUCA BUONANNO. Signor Presidente, l'onorevole Quartiani però, ogni volta che entra un deputato del PD, lo invita ad uscire dall'Aula. Questa non è, a mio giudizio, una cosa normale: parliamo di cose serie e lavoriamo per questo Stato!

ENZO RAISI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. A che titolo?

ENZO RAISI. Signor Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori per farle presente che sono ancora riunite alcune Commissioni (la mia in particolare, la X, è stata sconvocata due secondi fa ed io stesso sono rientrato in Aula di corsa), per cui tecnicamente ci sono ancora molti colleghi, come lei può notare, che si trovano negli ascensori e stanno arrivando in Aula. Le chiederei dunque gentilmente se potesse tener conto di questa circostanza perché, ripeto, io sono arrivato adesso di corsa, ma vi sono alcuni colleghi che stanno ancora arrivando, a causa di questa coincidenza tra i lavori dell'Aula e quelli delle Commissioni.

PRESIDENTE. Onorevole Raisi, le Commissioni sono state sconvocate; l'Aula era convocata alle ore 15,15 e adesso sono le 15,30. Voi avete autorizzato che i lavori procedessero fino alle 14, francamente adesso ritengo di passare all'esame del provvedimento all'ordine del giorno, dopo di che non mancheranno gli strumenti per far trascorrere i tempi come ben sanno i parlamentari tutti, sia quelli di prima nomina, sia quelli di maggiore esperienza.

Si riprende la discussione (ore 15,30).

(Ripresa esame dell'articolo 2 - A.C. 1713)

PRESIDENTE. Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta è stato da ultimo votato l'articolo aggiuntivo Sani 2.017.
Passiamo ora alla votazione dell'articolo aggiuntivo Borghesi 2.018.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi (Commenti del deputato Landolfi)... Cosa c'è, onorevole Landolfi, stavo parlando io. Prego, ha facoltà di parlare.

MARIO LANDOLFI. Signor Presidente, sempre in riferimento alla sconvocazione delle Commissioni, oggi si è riunita ed ha lavorato anche la Commissione per la vigilanza RAI: volevo chiederle di accertare se anche la suddetta Commissione abbia terminato i propri lavori.

PRESIDENTE. Sarà fatto, onorevole Landolfi. Mi comunicano adesso che anche la suddetta Commissione è stata sconvocata.
Prego, onorevole Borghesi.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, rinunzio al mio intervento.

Pag. 66

PRESIDENTE. Onorevole Borghesi, perché mai rinuncia?
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Simonetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO SIMONETTI. Signor Presidente, quello al nostro esame è un articolo aggiuntivo che prevede sostanzialmente l'abolizione tout court delle comunità montane. A me pare che vi siano altri provvedimenti in itinere - o che saranno in itinere - volti alla regolarizzazione ed alla razionalizzazione degli enti locali; pertanto, ritengo che una proposta emendativa di questo genere, che non prende in considerazione una sistemazione globale di tutti gli enti intermedi, non possa essere accettata.

PRESIDENTE. Prego, onorevole Borghesi, ha facoltà di parlare per dichiarazione di voto.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, visto che i colleghi mi sollecitano ad intervenire a questo punto ritengo di farlo. Mi dispiace che non siano più presenti in Aula il Ministro Tremonti ed il Ministro Brunetta, perché entrambi, in questi mesi, si sono occupati di queste tematiche.
Il Ministro Brunetta, quando interviene su questi temi, non perde occasione per affermare che le comunità montane vanno abolite. Io credo - ed il Ministro Tremonti conferma - che, effettivamente, i livelli istituzionali esistenti nel nostro Paese siano assolutamente abbondanti: comuni, province, regioni, comunità montane e, se vogliamo, possiamo aggiungere i consorzi di bonifica, i bacini imbriferi, ed altre forme di questo tipo. Siamo in presenza (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)...

PRESIDENTE. Colleghi, è dovuta un po' di attenzione nei confronti dell'onorevole Borghesi.

ANTONIO BORGHESI. Grazie, signor Presidente. Siamo in presenza di livelli istituzionali che costano moltissimo ai cittadini e sui quali i cittadini da tempo segnalano la loro sensibilità ad un cambiamento.
Ora, su questo tema, mi sembra - per questo mi sarebbe piaciuto che fosse stato presente in aula il Ministro Brunetta che si è speso tanto - di essere di fronte ad una situazione nella quale i membri del Governo continuano a fare affermazioni e, poi, vengono in questa sede e immediatamente sono smentiti nei fatti. Siamo di fronte ad un provvedimento che procede all'abolizione delle comunità montane ma ciò non significa essere contro la montagna: anzi, credo che il nostro Paese debba dare un supporto molto rilevante alla montagna e ai comuni di montagna, ma non lo si fa attraverso le comunità. Infatti, se qualcuno mi volesse dire che si tratta di un problema di coordinamento, noi offriamo una soluzione che assolutamente consente tale coordinamento: prevediamo che, entro sei mesi, i comuni già compresi nelle comunità montane possano costituire unioni di comuni ai sensi dell'articolo 32 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267. È chiaro che non esisterà più la struttura politica e non ci sarà più ciò che fa da pendant alla struttura politica in termini di uffici e, quindi, si risparmieranno parecchie risorse per i cittadini. Voglio ricordare che nel programma di Governo del Popolo della Libertà era scritto di abolire le province. Il Ministro Tremonti lo ha ripetuto più volte e anche la Lega un tempo era molto sensibile alla riduzione dei costi della politica, mentre adesso, avendo conquistato comuni, province e comunità montane, non ritiene più utile interessarsi di tale questione.
Riteniamo che, invece, si possa intervenire, riducendo questi oneri a carico dei cittadini; voglio ricordare che tanto il Governo Prodi quanto il Governo in carica sono intervenuti per ridurre fortemente i contributi da offrire a tali enti. Ritengo che siano enti ormai lasciati con una tale esiguità di contributi che, evidentemente, sopravvivono soltanto gli organi politici. Dunque, ritengo che sia opportuno intervenire. E, invece, cosa scopriamo? Se prendiamo in considerazione il provvedimentoPag. 67depositato dal Ministro Calderoli, scopriamo che le province che erano comprese anche nel programma del Popolo della Libertà tra gli enti da abolire, non vengono più abolite ma arricchite di nuovi incarichi. Addirittura, signori - non so se qualcuno se ne è reso conto - non si parla più di abolirle neanche laddove si realizzerà la città metropolitana. Ritengo che questo sia davvero un ulteriore, aggiuntivo livello di governo. Ritengo che i cittadini non saranno lieti di questo continuo aumento dei costi della politica e di questo non far nulla per la loro riduzione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Quartiani. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, vorrei rivolgere una richiesta al collega Borghesi. Credo che la legge finanziaria non sia l'ambito proprio nel quale si possa introdurre una norma soppressiva di un ente, che è stato istituzionalizzato con il Testo unico degli enti locali, di cui al decreto legislativo n. 267 del 2000. Tra l'altro, penso che, forse, sarebbe stato opportuno valutare in precedenza se questo tipo di articolo aggiuntivo fosse ammissibile, perché interviene sull'ordinamento e, come è noto, nella legge finanziaria non possono essere introdotte norme che mutano l'ordinamento.
Ho voluto premettere questo elemento, perché il tema delle comunità montane - il loro ruolo, la loro funzione e la loro continuità - è stato a lungo discusso anche negli scorsi anni. In particolare, nel corso dell'esame della precedente legge finanziaria (quella che votammo l'anno scorso), siamo addivenuti ad un accordo bipartisan, stabilendo che occorreva lavorare per razionalizzare le comunità montane e che si sarebbe realizzato ciò all'interno di una norma finanziaria, non attraverso un intervento di carattere ordinamentale, ma attraverso un intervento di carattere finanziario. In altri termini, per l'anno vigente, si riduceva di 30 milioni di euro il Fondo ordinario di funzionamento delle 315-320 comunità montane del nostro Paese, che, nel frattempo, erano diventate un ente sotto ordinato alla precipua potestà delle regioni e non dello Stato centrale.
Ciò rappresenta un secondo elemento, che non consentirebbe a questo Parlamento di intervenire sul piano ordinamentale, relativamente all'organizzazione delle comunità montane. Tuttavia, questo Parlamento è intervenuto, nel senso di ridurre il Fondo ordinario di funzionamento delle comunità montane, per quest'anno, di 30 milioni di euro e, per i prossimi due anni, di ulteriori 60 milioni di euro, chiedendo alle regioni di riformare, attraverso una norma propria, l'attuale organizzazione delle comunità montane. Nel nostro Paese ciò è stato fatto da 13 regioni su 15: le uniche che non lo hanno fatto sono state il Veneto e Lazio. Naturalmente, nei confronti di queste regioni è scattata la sanzione che era contenuta nella legge finanziaria dello scorso anno, e cioè che non possono essere ricompresi nelle comunità montane i comuni rivieraschi, i comuni con più di ventimila abitanti, i capoluoghi di provincia e di regione. Pertanto, da questo punto di vista, è stata già operata una razionalizzazione con il consenso della stragrande maggioranza delle regioni italiane. Il decreto-legge n. 112 del 2008 è ulteriormente intervenuto sul Fondo ordinario di funzionamento delle comunità montane, le quali hanno visto ridurre, nel tempo - da qui al prossimo anno - tale Fondo da 120 milioni di euro a 30 milioni di euro. Ciò nonostante che le regioni abbiano già operato un taglio, riducendo il numero delle comunità montane, secondo quanto era loro indicato dalla legge finanziaria dello scorso anno, da 320 a 180.
Credo che anche in questo Parlamento sia possibile ragionare attorno ad una riforma globale della governance della montagna italiana, anzi sarebbe utile farlo.
Da questo punto di vista, tutti i colleghi che si riconoscono nel gruppo Amici della montagna, nel Parlamento, e che hanno un orientamento di centrodestra e di centrosinistra, lo faranno presentando una propriaPag. 68proposta di legge di riordino e di riforma della legge n. 97 del 1994, che è la legge sulla montagna.
A me ciò sembra sbagliato e per questo chiederei al collega Borghesi di ritirare il proprio articolo aggiuntivo; dico ciò per stare dentro una discussione complessiva che riguarderà questo Parlamento in raccordo con il Governo e per dare la possibilità alle comunità montane e ai piccoli comuni di montagna di riorganizzarsi in modo tale che essi siano in grado di fornire una risposta adeguata in termini di servizi essenziali; risposta che è dovuta alle comunità locali che operano, imprendono e vivono nella montagna italiana (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, il testo dell'articolo aggiuntivo Borghesi 2.018 riguarda i comuni inseriti nelle comunità montane. Per una serie di ragioni, il collega Borghesi - il quale, chiaramente, è il presentatore di questo articolo aggiuntivo - è intervenuto illustrandolo e raccogliendo una quantità anche importante di applausi dai banchi dei colleghi del centrodestra, i quali, però, non cambiano opinione sul merito della proposta in esame. Peraltro, il collega Quartiani è anche intervenuto nel merito di questo articolo aggiuntivo, avendo un'antica competenza proprio in questa materia.
Ciò non toglie che questa discussione di merito non riesce ad oscurare il fatto che, per alcune ragioni che immaginiamo contingenti, molti, moltissimi colleghi dell'opposizione abbiano avuto un qualche impedimento ad entrare in Aula all'inizio della seduta. Ora, io, francamente, ritengo che, avendo la maggioranza mantenuto anche visivamente il numero legale, chi nell'opposizione pensava di poter mettere la maggioranza di fronte alle proprie responsabilità, lo ha fatto e ha preso atto che la maggioranza è in Aula. Per questo, credo di dover ringraziare tutti i colleghi del gruppo Popolo della Libertà, del gruppo Lega Nord Padania e del gruppo Misto-Movimento per l'Autonomia, per la loro presenza in questo momento. Mi auguro che si possa procedere in maniera molto più serena, rispetto all'avvio di seduta, alla discussione di merito su questa finanziaria. Credo, infatti, che l'atteggiamento del Governo e della maggioranza, e anche in alcuni casi il dialogo proficuo che si è realizzato con l'opposizione nel merito, debbano essere nobilitati da un seguito di una discussione che, chiaramente, porti avanti i contenuti su cui abbiamo il diritto di confrontarci. Come maggioranza, abbiamo mantenuto il numero legale e credo che, evidentemente, di questo, qualcuno ha preso atto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Misiani, al quale ricordo che ha un minuto di tempo a disposizione. Ne ha facoltà.

ANTONIO MISIANI. Signor Presidente, intervengo solo per ribadire e sottolineare la contrarietà - per ragioni di metodo e di merito - nei confronti di questo articolo aggiuntivo.
Le ragioni di metodo derivano dal fatto che non è certo la finanziaria la sede in cui discutere l'abolizione o il mantenimento di un pezzo del sistema delle autonomie locali di questo Paese. Sono altre, casomai, le sedi (cito provvedimenti quali la Carta delle autonomie e i disegni di legge che prossimamente verranno discussi in Parlamento) in cui ragionare sul futuro delle comunità montane.
Ma vi sono, soprattutto, motivi di merito che ci vedono contrari nei confronti di questo articolo aggiuntivo e che ha già ricordato l'onorevole Quartiani. La legge finanziaria per il 2008 ha introdotto un percorso di razionalizzazione, affidato alla responsabilità delle regioni, che ha prodotto un drastico taglio del numero delle comunità montane: erano 355 e sono state ridotte per più di un terzo, con la conseguente cancellazione di migliaia di posti di consiglieri e di assessori. È l'ambito delPag. 69sistema delle autonomie che maggiormente è stato razionalizzato, ed è un ambito che mantiene la validità come luogo di concertazione delle politiche, di rappresentanza degli interessi dei comuni montani e di gestione in forma associata dei servizi. Ne discuteremo, in ogni caso, quando affronteremo la Carta delle autonomie. Oggi vi sono motivi più che validi per votare contro.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Compagnon. Ne ha facoltà.

ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, prendo atto, a seguito dell'intervento dell'onorevole Baldelli, della serenità nella quale il dibattito si sta svolgendo, anche per come viene portato avanti da parte dell'opposizione, al di là del problema del numero legale. Mi sembra, infatti, che il confronto che stiamo cercando di realizzare, verta sui contenuti anche se, purtroppo, nemmeno un emendamento o quasi nulla riesce ad essere accettato da parte della maggioranza. Tant'è, così si deve andare avanti.
In merito alla proposta emendativa in esame, per motivare la posizione dello UdC, è evidente che, da più parti e da tanto tempo, si parla dei costi della politica, del proliferare degli enti e delle associazioni che sono emanazione dei comuni. Per tanti anni si è discusso di come le comunità montane fossero anche e troppo spesso poco montane. Per quanto ci riguarda, è evidente che la cosa migliore sia quella di abolire le comunità montane. Riteniamo che una semplificazione di tutti questi enti in soprannumero - che poi alla fine non fanno altro che lamentarsi perché non hanno risorse, né compiti precisi e si sovrappongono alle competenze di comuni, di province o delle stesse regioni - è evidente che sarà, in futuro, la strada migliore da seguire. Ritengo quindi che le comunità montane, per prime, possano essere tranquillamente, non solo ristrutturate, ma sicuramente abolite attraverso un percorso completo, che ci renda partecipi di come si possa trasformare una realtà che ormai esiste, senza creare problemi e difficoltà, in un qualcosa di più efficace e cercando di capire come ripartire le competenze che attengono alla comunità montana e in che modo distribuire, eventualmente, le relative risorse.
Il problema principale non è, infatti, se esista una comunità montana ma se alla montagna vengano date quelle risposte necessarie, visto che il depauperamento sta avvenendo un po' dappertutto, da troppi anni. Di conseguenza, non bisogna cercare qual è l'ente migliore da creare, ma in che modo intervenire in maniera efficace sui problemi della montagna. Pertanto, non voteremo questa proposta emendativa, in attesa di fare, magari, insieme, un percorso che veda eventualmente abolite le comunità montane ma in grado di soddisfare le esigenze poste dal problema montagna, che coinvolge una percentuale altissima del nostro territorio nazionale.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, francamente non ho capito bene l'intervento del collega Baldelli, se intendeva informare gli ascoltatori che seguono i lavori dell'Aula che, fatto clamoroso, dopo tanti giorni, la maggioranza avrebbe presumibilmente il numero legale in questo momento. Si tratta di un fatto che sicuramente ci fa piacere e dal quale, penso, potrebbe prendersi spunto per fare in modo che accada più spesso, magari evitando di votare per due o tre persone, cosa che avviene costantemente. Chiarito ciò, vorrei tranquillizzare il collega Baldelli: noi siamo deputati liberi, che fanno ciò che ritengono giusto. Fa parte dell'iniziativa parlamentare anche costringere la maggioranza ad essere in Aula nel numero legale quando inizia la seduta e non dopo 20 minuti, facendo parlare qualcuno per guadagnare tempo. È inoltre diritto dell'opposizione aspettare prima di garantire il numero legale, come è stato fatto e comePag. 70viene fatto da giorni - perché responsabilmente lo facciamo - e fare, ogni tanto, in modo che la maggioranza dimostri di averlo questo numero legale, possibilmente votando ciascuno per sé. Quindi, francamente, non capisco proprio il senso dell'intervento del collega Baldelli. Intendo segnalargli altresì che, se c'è questo clima disteso, è anche grazie al fatto che l'opposizione sta intervenendo, da molte ore, con proposte alternative, che il Governo tendenzialmente continua a rifiutare e la maggioranza a bocciare. Non per questo non andremo avanti, ma intendiamo farlo. Contribuiamo pertanto a questo clima - che non so se sia o meno sereno - ma nel quale, almeno, si può discutere, cosa che, se si fosse stati all'intenzione iniziale della maggioranza e del Governo di porre la questione di fiducia, non sarebbe avvenuta. È intervenuto il Presidente Fini, che ringraziamo, per spiegare che non era il caso. Adesso ce ne gioviamo tutti e sembra un fatto eccezionale, perché, per la prima volta, viene discusso un provvedimento sul quale non viene posta la questione di fiducia, e, quindi, possiamo discutere e confrontarci. Non è qualcosa della quale bearsi. Dovrebbe trattarsi dell'ordinaria amministrazione di quest'Aula.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Margiotta. Ne ha facoltà.

SALVATORE MARGIOTTA. Signor Presidente, intervengo per dichiarazione di voto, a titolo personale, solo per chiedere ai colleghi Borghesi e Cambursano, come ha già fatto con ottimo e motivato intervento il collega Quartiani, di ritirare l'articolo aggiuntivo in esame.
Il Governo Prodi ha iniziato, nella scorsa legislatura, un processo di riforma della governance di abbattimento dei costi della politica, che ha riguardato, ad esempio, le comunità montane, le autorità d'ambito, ed altri enti.
Per le comunità montane, in una legge finanziaria, si chiedeva alle regioni di razionalizzarle, di ridurne il numero e le indennità e di specificare meglio competenze e funzioni. Tutto ciò è avvenuto in ben tredici regioni su quindici. Conosco bene quel che è accaduto nella mia regione, in cui tutto questo è stato assolutamente e perfettamente attuato. Non vi è motivo, adesso, per approvare una proposta emendativa che, invece, arrecherebbe grave danno ai territori di montagna.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole La Malfa. Ne ha facoltà.

GIORGIO LA MALFA. Signor Presidente, la questione posta dall'articolo aggiuntivo 2.018, a firma dell'onorevole Borghesi, è una questione reale ed esistente. È altresì vero che la legge finanziaria non è il luogo più opportuno per l'esame di una questione istituzionale di questo genere. Per tale ragione, preannunzio il voto di astensione su questa proposta emendativa.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Porcino. Ne ha facoltà.

GAETANO PORCINO. Signor Presidente, vorrei intervenire sull'ordine dei lavori (Commenti dei deputati dei gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GAETANO PORCINO. Signor Presidente, volevo confermare quello che sosteneva l'onorevole Giachetti a proposito dell'onorevole Baldelli. Chi ci ascolta, purtroppo, non ha la possibilità di avere una panoramica a 360 gradi dell'Aula, visto che l'inquadratura viene concentrata solo sul deputato che sta intervenendo.
Volevo dire all'onorevole Baldelli e a chi ci ascolta da casa che l'ipocrisia non ha mai fine. Onorevole Baldelli - mi rivolgo a chi ci ascolta -, le volevo solo ricordare che per venti minuti esatti lei e gli altri colleghi della maggioranza vi siete arrampicati sugli specchi, perché l'ala di vostra pertinenza, qui nell'Aula di Montecitorio, era vergognosamente vuota. In un momento in cui si discute il disegno diPag. 71legge finanziaria, è inutile che lei reclami e accampi scuse che non esistono, come, ad esempio, quella secondo cui le Commissioni erano ancora in riunione mentre, in realtà, avevano terminato la propria attività (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Colleghi, per favore!

GAETANO PORCINO. Ci vorrebbe forse un po' più di senso di responsabilità, onorevole Baldelli, e meno ipocrisia, perché questa non giova a nessuno (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Giovanelli. Ne ha facoltà.

ORIANO GIOVANELLI. Signor Presidente, intervengo per associarmi alle richiesta, rivolta all'onorevole Borghesi dai colleghi del Partito Democratico, di ritirare l'articolo aggiuntivo in esame, che considero improprio e fuori tempo. In primo luogo, esso è improprio perché la materia appartiene sicuramente alla competenza delle regioni e perché, come è stato giustamente affermato, se vi è un problema di razionalizzazione dei livelli istituzionali, la sede opportuna è il dibattito che svolgeremo sulla carta delle autonomie.
Inoltre, tale articolo aggiuntivo è fuori tempo, perché l'unico livello istituzionale che ha subito una drastica riorganizzazione è proprio quello delle comunità montane. Chiedo, pertanto, di smetterla con questo accanimento, che sa di demagogia, nei confronti delle comunità montane. Se ne è accorto anche Gian Antonio Stella, che forse si è esagerato (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)...

ANTONIO BORGHESI. Non hai detto cosa ha scritto!

ORIANO GIOVANELLI. ...quando tutti gli altri livelli istituzionali, a partire da quelli che noi rappresentiamo, sono ben lungi dall'intraprendere un'azione rigorosa di riorganizzazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bernardini. Ne ha facoltà.

RITA BERNARDINI. Signor Presidente, chiedo di apporre la mia firma su questo articolo aggiuntivo. Tutta la delegazione radicale voterà a favore di questa proposta emendativa, che pone un problema serissimo sui costi della «non democrazia» in questo Paese. Già nella scorsa legislatura la Rosa nel Pugno aveva presentato una proposta sulle comunità montane. Invito a leggere, a questo proposito, i libri che sono stati scritti da Salvi e Villone e da Rizzo e Gian Antonio Stella: si tratta di sprechi che questo nostro Paese non si può permettere e di duplicazioni di funzioni che possono benissimo essere svolte dai comuni. Un minuto in più di sopravvivenza di questi enti inutili e parassitari significa maggiori spese per il nostro Stato (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Brigandì. Ne ha facoltà.

MATTEO BRIGANDÌ. Signor Presidente, per la verità avevo chiesto di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MATTEO BRIGANDÌ. Vorrei affrontare soltanto due questioni veloci e telegrafiche. In primo luogo, credo che bisogna parlare alla Presidenza e quindi pregherei la Presidenza di stroncare i discorsi rivolti all'onorevole Baldelli o ad altri, poiché le frasi devono essere rivolte tutte alla Presidenza e non ci deve essere un dialogo tra i deputati.
In secondo luogo, ritengo che ben si possa continuare nella più assoluta tranquillità questo dibattito perché finalmente gli amici che stanno alla mia destra hannoPag. 72chiarito la loro posizione, che appariva un po' schizofrenica nella legislatura scorsa quando, con il Governo Prodi, erano sempre presenti in aula. Mi congratulo con loro perché, se si fa parte di una minoranza, quando si sta fuori, si sta fuori tutti, cosa che non hanno fatto nella legislatura scorsa.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Piffari. Ne ha facoltà.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Signor Presidente, vorrei che l'Aula cominciasse a pensare un po' più alle popolazioni delle montagne e delle nostre isole, piuttosto che alle strutture, agli organi e agli enti locali che, ormai, dovrebbero essere esclusivamente di competenza regionale. Le regioni, con le proprie risorse, decidono in che modo possono meglio organizzare il territorio, se con le associazioni di comuni o con altre forme.
Continuiamo a sbagliare obiettivo: le preoccupazioni devono essere finalizzate al migliore obiettivo, che è quello di consolidare, o quanto meno preservare, la vita in queste fasce limitrofe delle grandi città che, invece, stanno attirando parecchia popolazione.
Mi fa piacere che anche forze politiche della maggioranza in altri provvedimenti (come la riforma Gelmini della scuola) oggi corrono a ricordare che bisogna preservare in quelle località i servizi per i quali prima le deroghe erano previste per legge e adesso sono state tolte: le vogliamo rimettere e mi fa piacere che la Lega lo abbia riproposto.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Borghesi 2.018, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 488
Votanti 457
Astenuti 31
Maggioranza 229
Hanno votato
25
Hanno votato
no 432).

Prendo atto che la deputata Zamparutti ha segnalato di aver espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole, che la deputata Picierno ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario e che il deputato Occhiuto ha segnalato che non è riuscito ad esprimere il voto e che avrebbe voluto astenersi.
Passiamo all'articolo aggiuntivo Binetti 2.019.

PAOLA BINETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PAOLA BINETTI. Signor Presidente, ritiro l'articolo aggiuntivo da me presentato. Ho predisposto un ordine del giorno nella speranza che, in questo modo, il Governo possa prendere più seriamente in considerazione il tema che stiamo affrontando, cioè diminuire il carico fiscale per le famiglie.

PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Borghesi 2.020.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barbato. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BARBATO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, ho presentato l'articolo aggiuntivo Borghesi 2.020, che prevede che lo stipendio non è riconosciuto ai Ministri e ai sottosegretari quando sono membri del Parlamento. Sono ben lieto di intervenire, soprattutto perché questa è una formidabile occasione per la politica, per i partiti, per i gruppi parlamentari e per i singoli deputati.
È l'occasione nella quale ciascuno può mostrare la propria carta di identità politica, perché ognuno può vedere se nel proprio documento di appartenenza esistePag. 73un'etica, una morale, una coscienza. Infatti, specie quando si parla degli interessi della tasca, ossia dello stipendio di alcuni parlamentari che sono anche membri del Governo, è quella l'occasione più evidente nella quale si può vedere davvero la coscienza di chi fa politica.
Ho volutamente parlato di «stipendio» (anche se so che formalmente il termine è inesatto, dal momento che per noi si parla di «indennità» e di «diaria»), perché dobbiamo cominciare ad abolire, anche dal punto di vista lessicale, i termini da casta. Questa è un'occasione con la quale dobbiamo utilizzare un termine comune a tutti, perché siamo dei dipendenti dei cittadini e da tali lavoriamo, percepiamo uno stipendio, un salario, come tutti i dipendenti (come gli insegnanti nelle scuole, i magistrati, i bidelli, gli operai della FIAT e tutti quelli che lavorano). Quindi, anche noi, nel momento in cui percepiamo un salario, dobbiamo dire che prendiamo uno stipendio, che nasce perché diamo una prestazione a fronte della quale vi è un corrispettivo.
Quindi, per quale ragione deputati che svolgono le funzioni da Ministro e, quindi, non lavorano più come deputati debbono continuare a prendere lo stipendio? Il caso più clamoroso è qui in aula: vediamo la sedia centrale del banco del Governo, del nostro comandante in capo, che è vuota da sei mesi. Non ho nulla contro l'onorevole Berlusconi e altre persone, però giudico dagli atti, dai fatti e dai comportamenti. Se da sei mesi egli non è presente e, quindi, non svolge il lavoro da deputato - ne siete tutti voi testimoni -, perché deve prendere lo stipendio da deputato?
Quindi, mi domando per quale ragione dovremmo farlo rientrare in quella catalogazione che ci ha insegnato un suo Ministro, ovvero quella dei «fannulloni». Non mi sembra bello, perché è anche il mio Primo Ministro e, quindi, quando andrà da Obama tra venti giorni non mi pare bello che il mio Presidente del Consiglio venga attaccato e si dichiari che è un deputato «fannullone».
Tra l'altro, si mette in moto un altro meccanismo: chi è il più «fannullone» in Italia (Una voce dai banchi del gruppo Popolo della Libertà: Di Pietro!)? Il più fannullone in Italia è il deputato Brunetta! È lui (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania)! Vi spiego perché: Brunetta è il prototipo del fannullone di Stato per una prima ragione della quale siete tutti testimoni. Non fa il parlamentare, non fa questo lavoro! Allora, se non lavora da deputato, perché deve prendere lo stipendio da deputato (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori - Una voce dai banchi del gruppo Popolo della Libertà: È demagogia!)?
Per questa prima ragione, scatta immediatamente la seconda. Se non c'è questa precondizione, se non ha le carte in regola (perché abbiamo evidenziato e siamo tutti consapevoli che è un deputato fannullone), come fa ad essere il Ministro Brunetta il moralizzatore della pubblica amministrazione in Italia e il fustigatore dei dipendenti pubblici che sono dei «fannulloni»? Ecco perché lui da deputato «fannullone» non può dirci queste cose, anzi ho apprezzato il quotidiano Libero quando parlava di «papponi di Stato».

PRESIDENTE. Onorevole Barbato, la prego di concludere.

ALESSANDRA MUSSOLINI. Basta, Presidente!

FRANCESCO BARBATO. In quella circostanza, perché non abbiamo pensato al nostro Ministro che era contrario a quella definizione? Quindi, amici miei, vi chiedo di parlare veramente in questo momento con la coscienza, perché in un momento in cui si parla di tagli alla spesa pubblica (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania)...

PRESIDENTE. Onorevole Barbato...

FRANCESCO BARBATO. Concludo. In un momento del genere, non si può dare lo stipendio a 60 sedie vuote, non possiamoPag. 74dare lo stipendio a 60 persone che non fanno il loro lavoro mentre il Ministro Tremonti - e concludo - ha tagliato gli stipendi...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Barbato.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Patarino. Ne ha facoltà.

CARMINE SANTO PATARINO. Signor Presidente, non è la prima volta che a quest'Aula è dato di assistere a spettacoli di questo genere, spettacoli indecenti oserei dire (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
All'onorevole Barbato, che non perde occasione per fare il moralista e per chiamare in causa i nostri Ministri e il Presidente del Consiglio, ai quali non dovrebbe essere corrisposto alcuno stipendio, voglio fare solamente una domanda perché egli ricordi. Chieda al Presidente della Camera se, quando l'onorevole Di Pietro era Ministro, percepiva lo stipendio da parlamentare o se percepiva solo quello da Ministro (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Santagata. Ne ha facoltà.

GIULIO SANTAGATA. Signor Presidente, intervengo a titolo personale.

PRESIDENTE. Lei ha cinque minuti, perché è il primo deputato del suo gruppo a prendere la parola.

GIULIO SANTAGATA. Non vorrei usare troppo tempo del gruppo, che credo serva per cose più importanti. Volevo solo pregare gli amici dell'Italia dei Valori, avendo operato credo attivamente su questo argomento, di evitare di riaprire in termini populistici una questione di grande delicatezza (Applausi di deputati del gruppo Popolo della Libertà).
Gli amici dell'Italia dei Valori sanno che a tal proposito il Governo Prodi si è impegnato, tagliando ad esempio del 30 per cento gli emolumenti dei Ministri e dei sottosegretari; sanno che se ci infiliamo su questa strada, quella che prevede che a una funzione non corrisponda un riconoscimento anche monetario, non finiamo più. Viene da chiedersi se i Presidenti e i Vicepresidenti della Camera debbano prendere un emolumento maggiore dei parlamentari, dei presidenti delle Commissioni e così via. Se continuiamo ad attizzare in maniera sbagliata questo tipo di sensibilità, credo che non facciamo del bene alla democrazia.
Segnalo, inoltre, che mi sono astenuto sull'articolo aggiuntivo Borghesi 2.018 sulle comunità montane, ad esempio, ritenendo che ci siano ambiti di risparmio significativi. Mi sono astenuto perché condivido il fatto che spetti alle regioni trovare in quel caso una soluzione. Mi asterrò su altre proposte emendative che hanno questo sapore, ma invito gli amici dell'Italia dei Valori a non agitare, proprio loro, l'arma populistica: ce n'è già abbastanza in circolazione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e di deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Castellani. Ne ha facoltà.

CARLA CASTELLANI. Signor Presidente, è vero che questo è il Parlamento della nostra Repubblica e ognuno di noi parlamentari può esprimere tutti i concetti e le opinioni che vuole, però prima ancora che parlamentare sono medico e proporrei per l'onorevole Barbato un TSO (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania). Sinceramente i contenuti del suo intervento sono decisamente demenziali.
Dirò di più: propongo anche un altro suggerimento all'Italia dei Valori, ossia di chiamare il loro partito «Italia dei valori immobiliari».
Onorevole Barbato, non faccia prediche che non stanno né in cielo né in terra (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

Pag. 75

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Evangelisti. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, abbiamo apprezzato i toni del collega Santagata, evitiamo di scendere in una rissa (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania). Esprimersi come ha appena fatto la collega Castellani, facendo riferimento a TSO e a interventi demenziali... Se questo è il livello lo possiamo anche accettare, ma forse non serve a nessuno ed è di cattivo gusto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Brigandì. Ne ha facoltà.

MATTEO BRIGANDÌ. Signor Presidente, sempre telegraficamente, sottolineando l'intelligenza dell'intervento che mi ha preceduto in riferimento allo stipendio dell'onorevole Di Pietro, vorrei segnalare due questioni. La prima è che il parlamentare che è sottosegretario - per legge, quindi valuti anche la Presidenza l'ammissibilità - prende lo stesso stipendio del parlamentare che non lo è. Questa legge è già vigente, pertanto si valuti l'ammissibilità, perché se si dimettessero, evidentemente arriverebbero alla stessa cifra.
La seconda questione che vorrei sottolineare è che nella legislatura scorsa la sinistra fece dimettere dal Parlamento molti deputati, perché così ha preso dallo Stato il doppio stipendio: il primo come sottosegretario, identico a quello da parlamentare, e l'altro per quelli che sono subentrati per i seggi lasciati vuoti. Pertanto, la Presidenza ne valuti l'ammissibilità.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Brigandì, come lei sa l'ammissibilità è già stata valutata.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Stucchi. Ne ha facoltà.

GIACOMO STUCCHI. Signor Presidente, mi chiedevo se per i deputati vi fosse, per caso, qualche nuova indennità, visto che il collega Di Pietro, invece di essere in Aula a lavorare, sta facendo il cicerone illustrando i beni artistici della Camera a una trentina di persone proprio in questi minuti; lo sta facendo, anziché essere qui a votare. Magari questa è una cosa che torna utile sapere anche a noi.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Borghesi 2.020, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 501
Votanti 488
Astenuti 13
Maggioranza 245
Hanno votato
49
Hanno votato
no 439).

Prendo atto che il deputato Franceschini ha segnalato di aver espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimerne uno contrario.
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Borghesi 2.022.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, piaccia o no ai colleghi presenti in Aula, noi da sempre abbiamo considerato una delle nostre battaglie quella contro i costi della politica, che sono cosa diversa dai costi della democrazia. Qualcuno tende ad identificare i due aspetti, ma non è così.
Noi vogliamo essere il sensore di quei cittadini che da tanto tempo ci stanno dicendo che siamo andati oltre il lecito. Questo articolo aggiuntivo cerca di porre un riparo ad una arroganza del potere che si è espressa con riguardo ai rimborsi elettorali ai partiti. Mi riferisco al fatto,Pag. 76già verificatosi nella scorsa legislatura, che in caso di scioglimento anticipato del Senato e della Camera il versamento delle quote annuali continua, come se non vi fosse stata alcuna interruzione della legislatura.
Credo che siamo in presenza di una vera e propria arroganza del potere, in quanto è come se noi stabilissimo per legge che un dipendente o un lavoratore licenziato il 15 febbraio abbia il diritto di conservare lo stipendio di tutto l'anno anche quando è stato licenziato. Credo che ciò vada non solo contro la logica, ma rappresenti anche uno schiaffo alla gente, alle famiglie e a tutti coloro che hanno difficoltà ad arrivare alla fine del mese. Credo che non sia tollerabile il fatto che noi possiamo accettare una situazione di questo tipo.
Potrebbe succedere perfino che anche questo Governo cada - può succedere, non poniamo limiti - il che vorrebbe dire addirittura una triplicazione dei rimborsi elettorali ai partiti. Ciò è assolutamente inaccettabile!
Per questo motivo chiediamo a questo Parlamento di valutare, di riflettere e di sentire ciò che pensa la gente per le strade.
Abbiamo raccolto un milione di firme e abbiamo incontrato un milione di persone in queste settimane.

GIACOMO STUCCHI. Dove sono le firme?

ANTONIO BORGHESI. Questo rappresenta uno dei principali temi che sta a cuore alla gente.
Inoltre, con il comma 1 chiediamo anche che il rimborso sia collegato non tanto al numero degli elettori, ma al numero di coloro che esercitano il diritto di voto. È una piccola variazione ma significativa, perché quanto meno lega il rimborso a coloro che effettivamente vanno a votare.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bernardini. Ne ha facoltà.

RITA BERNARDINI. Signor Presidente, in realtà l'articolo aggiuntivo in esame non dice tutta la verità. Infatti, non si tratta di rimborsi elettorali, ma di un vero e proprio finanziamento pubblico. Questo è il problema che va posto.
Nel 1993, infatti, il popolo italiano con una maggioranza schiacciante, oltre il 90 per cento, si pronunciò contro il finanziamento pubblico dei partiti.
Il Parlamento ha successivamente varato una norma, parlando di rimborsi elettorali, quando in realtà questi rimborsi non corrispondono effettivamente alla cifra che i partiti hanno speso, e spesso sono molto superiori rispetto alle spese elettorali.
Per questo motivo, ci asterremo sull'articolo aggiuntivo Borghesi 2.022.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Borghesi 2.022, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 504
Votanti 446
Astenuti 58
Maggioranza 224
Hanno votato
29
Hanno votato
no 417).

Prendo atto che il deputato Giudice ha segnalato di aver espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimerne uno contrario e che la deputata De Torre ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole. Prendo inoltre atto che la deputata De Micheli ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario e che il deputato Bobba ha segnalato di aver espresso voto contrario mentre avrebbe voluto astenersi.Pag. 77
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Verini 2.023.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Verini. Ne ha facoltà.

WALTER VERINI. Signor Presidente, ci aspetteremmo un voto favorevole sul mio articolo aggiuntivo 2.023, che riguarda la grave crisi in cui si trova il quarto tra i laghi italiani, il lago Trasimeno.
Proprio qualche mese fa, per l'esattezza il 27 giugno, il Presidente del Consiglio dei ministri prorogava con decreto lo stato di emergenza nel territorio della regione Umbria interessato da una grave crisi idrica, derivante soprattutto dalla scarsità di pioggia che ha caratterizzato il periodo, che ha provocato un abbassamento del livello del Trasimeno.
È necessario, quindi, accompagnare e aiutare gli sforzi che le istituzioni locali, la regione, la provincia e i comuni del comprensorio stanno compiendo, incrementando le risorse per progetti che possano riguardare la definizione, il potenziamento di canali e i processi di abduzione delle acque, di tutela e salvaguardia delle sponde, di tutela e salvaguardia della flora e della fauna lacustre e dell'intero ecosistema, e la manutenzione dei canali di ingresso.
C'è bisogno, quindi, con questa allocazione di risorse per il triennio 2009-2011 (tutto sommato modesta), di contribuire a far sì che una straordinaria risorsa, che non è solo una risorsa locale, possa essere tutelata, valorizzata e salvaguardata.
Non è soltanto un problema ambientale, anche se esso ha innanzitutto i caratteri di questa emergenza, ma è anche un problema che ha ricadute economiche e sociali delle quali sarebbe importante che l'Aula tenesse conto.
Per questo motivo, come gruppo del Partito Democratico, auspichiamo un voto favorevole di tutti sull'articolo aggiuntivo in esame (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Verini 2.023, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 510
Votanti 504
Astenuti 6
Maggioranza 253
Hanno votato
235
Hanno votato
no 269).

Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Ceccuzzi 2.024.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ceccuzzi. Ne ha facoltà.

FRANCO CECCUZZI. Signor Presidente, l'occasione mi è particolarmente gradita, dato che è lei il Presidente di turno, perché i 10 milioni di euro che per tre anni proponiamo di spostare riguardano l'attuazione e il finanziamento della legge n. 323 del 2000 sul termalismo, che proprio lei ha fortemente voluto e ha fatto approvare, ormai otto anni fa.
Si conclude un ciclo di provvedimenti, dal decreto-legge n. 112 ai suoi provvedimenti collegati, al disegno di legge finanziaria in esame: ad oggi, dobbiamo dire che, purtroppo, non vi sono misure e finanziamenti da parte del Governo stanziati nel bilancio dello Stato a sostegno di questa legge.
Poche risorse sarebbero assolutamente necessarie e indispensabili per promuovere l'attuazione di una legge che ha bisogno anche di decreti attuativi. Lo vogliamo ribadire, non solo nell'interesse di tutti i territori italiani che sono ricchi di acque termali e che, grazie a questa ricchezza del sottosuolo, hanno potuto costruire un'offerta turistica e ricettiva molto interessante e che fa da volano all'economia locale.
Lo diciamo anche per quei territori che, oltre al turismo termale del benessere, continuano ad annoverare un'offertaPag. 78ricettiva molto importante - ed è una ricchezza del Paese - dal lato del termalismo a carattere socio sanitario, che soffre da molti anni anche di una crisi determinata da una decrescita delle presenze. Infatti, tali presenze, sino all'inizio degli anni Novanta, erano legate anche ai congedi parentali, che furono soppressi dalla legge finanziaria del 1992, quando era Presidente del Consiglio Giuliano Amato, una legge durissima che impose anche questo sacrificio.
Sto parlando di città e di cittadine che hanno un rapporto tra posti letto e abitanti addirittura di uno a tre (i posti letto sono tre volte gli abitanti), e che hanno vissuto almeno due decenni di difficoltà molto dure.
Mentre per tanti settori legati alla produzione di un bene (sto pensando alle automobili e agli elettrodomestici) si è giustamente provveduto a mettere in campo incentivi e sostegni di Stato, per questo settore e per intere cittadine, che sono distretti monoculturali, finora non si è fatto nulla.
La legge n. 323 del 2000 sta aspettando di trovare attuazione da otto anni. Con questi 10 milioni di euro l'anno, si potrebbero dare incentivi a queste aziende, che a tutt'oggi sono ex aziende pubbliche, che non hanno più niente di pubblico, ma nemmeno niente di privato, perché non si è creato un mercato degli operatori privati in questo settore. Queste aziende sono tuttora in attesa di un vero e proprio piano industriale che le rilanci, e di una proprietà stabile.
Chiederei, pertanto, al Governo e alla maggioranza di riconsiderare l'atteggiamento su questo articolo aggiuntivo, che costa pochissimo e che potrebbe dare un segnale molto importante da parte di un Stato che si è dimenticato di interi settori in crisi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mantini. Ne ha facoltà.

PIERLUIGI MANTINI. Signor Presidente, intervengo solo per segnalare che questo articolo aggiuntivo sarebbe anche un parzialissimo risarcimento per la totale assenza, in tutta la manovra finanziaria, di misure utili al settore del turismo in Italia. È chiaro che il termalismo è stato trattato sotto altro profilo dal collega Ceccuzzi, ma è un comparto di offerte aggiuntive anche nel campo del turismo.
Non c'è nulla sul turismo, come ha ammesso con dispiacere, ma con concretezza, anche la sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio con delega al turismo, Brambilla. Abbiano cercato in più modi di sollecitare misure, anche risalenti alle precedenti leggi finanziarie. Auspichiamo e non perdiamo la speranza sui provvedimenti collegati, ma credo che, dinanzi ad una così grave assenza, almeno l'approvazione di questo articolo aggiuntivo possa essere un segnale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Miotto. Ne ha facoltà.

ANNA MARGHERITA MIOTTO. Signor Presidente, intervengo per apporre la mia firma all'articolo aggiuntivo Ceccuzzi 2.024, perché il bacino termale euganeo attende con grande ansia un intervento pubblico, in un momento in cui soffre la concorrenza internazionale, che, come sappiamo, è molto robusta in questo campo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Libè. Ne ha facoltà.

MAURO LIBÈ. Signor Presidente, intervengo solo per aggiungere la mia firma all'articolo aggiuntivo Ceccuzzi 2.024.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Ceccuzzi 2.024, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 79
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 504
Votanti 495
Astenuti 9
Maggioranza 248
Hanno votato
231
Hanno votato
no 264).

Prendo atto che il deputato Nunzio Francesco Testa ha segnalato che non è riuscito a votare e che il deputato Galletti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Rivolgo il saluto della Camera dei deputati ad una delegazione della Confartigianato delle imprese di Como, che sta assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Antonino Russo 2.025, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 506
Votanti 497
Astenuti 9
Maggioranza 249
Hanno votato
234
Hanno votato
no 263).

Prendo atto che i deputati Corsini e Ferranti hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che il deputato Moffa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.

(Esame dell'articolo 3 - A.C. 1713)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 con le annesse tabelle e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1713).
Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative l'onorevole Calvisi. Ne ha facoltà.

GIULIO CALVISI. Signor Presidente, intervenire sul complesso degli emendamenti anche di questo articolo 3, dedicato alle tabelle, sul complesso degli emendamenti di una finanziaria che giudichiamo inefficace, insufficiente e non all'altezza di risolvere i problemi che il Paese sta vivendo, dà la dimensione delle difficoltà dell'opposizione nel cimentarsi con questa discussione.
Avremmo voluto ben altro tipo di confronto sui problemi che ancora ieri enunciava nel suo intervento il Ministro Tremonti: la stabilizzazione finanziaria, il risparmio degli italiani, il sostegno alle famiglie, le imprese, l'economia reale.
I dati sono sotto gli occhi di tutti: a luglio la maggioranza ha varato, con un decreto-legge, una manovra economica di tagli a settori strategici del nostro Paese. Gli effetti, leggendo le tabelle del disegno di legge finanziaria, sono ancora più nefasti di quelli che anche noi avremmo potuto immaginare.
Lo abbiamo detto in tutti i nostri interventi: pesanti tagli di spesa ad infrastrutture, logistica, formazione, scuola, università, ricerca, sicurezza, mobilità e trasporti, riduzione drastica degli investimenti nel Mezzogiorno. Ci sono anche altri di tagli, ma ho citato solo questi perché questi sono i settori che dovrebbero assicurare la crescita del nostro Paese.
Per noi non è in discussione la necessità di ridurre la spesa pubblica (nelle nostre proposte non ci siamo mai sottratti a questo obiettivo), ma il Governo ha fatto una manovra sbagliata con tagli sbagliati.
Già in condizioni normali sarebbe stato così, ma, in un periodo di crisi finanziaria ed economica globale, l'errore è ancora più grande, perché i tagli sono destinati a contrarre la domanda interna, ad allentare i consumi e a produrre effetti recessivi, come giustamente ha detto non l'onorevolePag. 80Ventura, non l'onorevole Baretta nella sua relazione di minoranza, ma il Governatore Draghi della Banca d'Italia.
Sono tagli destinati, quindi, ad aggravare la condizione di insicurezza, di precarietà, di difficoltà delle famiglie e delle imprese. In questa discussione sul disegno di legge finanziaria, e prima ancora in quella sul disegno di legge di bilancio, fin dall'inizio abbiamo chiesto sostanzialmente tre cose: interventi di sostegno all'economia reale, interventi di sostegno all'economia reale e interventi di sostegno all'economia reale.
Ci è stato risposto di no, ci è stato risposto picche e ci è stato detto che questi interventi arriveranno. Intanto però, onorevoli rappresentanti del Governo, quello che avete fatto già produce effetti sull'economia reale. I tagli alla scuola non sono generici; altro che implementare Lisbona, come è stato detto da un collega del PdL, forse un po' troppo zelante nei confronti del Ministro Tremonti! Nove miliardi di tagli in un triennio!
Chiedete se si sta implementando Lisbona alle decine di migliaia di lavoratori precari che non avranno più aspettative di lavoro per il prossimo anno. Chiedetelo alle famiglie che hanno figli nelle scuola dell'infanzia e primaria. A loro è già stato comunicato, non dai sindacati, ma dalla scuola, che dal prossimo anno i loro figli usciranno alle 12,30 e si dovranno organizzare per il pasto e mettere mano al portafoglio, perché qualcuno tenga i figli nel pomeriggio.
Chiedetelo ai sindaci, a cui avete tolto l'ICI e a cui avete tagliato i fondi della legge n. 328 del 2000 e della legge n. 285 del 1997 e che oggi hanno problemi a chiudere i loro bilanci; per poterlo fare, dovranno tagliare servizi vitali di mobilità, agli anziani e alle persone disabili.
Chiedetelo agli imprenditori piccoli, medi e grandi, a cui avete tolto l'automatismo del credito di imposta che il Governo Prodi aveva inserito e che oggi chiamano l'ufficio delle entrate per sapere se possono avere accesso al credito di imposta. Si sentono rispondere che la loro richiesta ha qualche speranza, però solo a partire dal 2011, in qualche caso anche a partire dal 2013.
Chiedetelo ai presidenti delle regioni del sud di tutti i colori politici, a cui, in pochi mesi, per i fini più svariati, avete sottratto 11 miliardi di euro destinati ad investimenti, infrastrutture e opere pubbliche.
E chiedetevi, colleghi della maggioranza, onorevoli rappresentanti del Governo, che cosa hanno prodotto le misure del decreto-legge n. 112 del 2008 sull'economia reale. Riflettete sull'efficacia delle misure sugli straordinari, cui pure neanche noi eravamo contrari, quando le imprese oggi più che chiedere straordinari licenziano e chiedono cassa integrazione; o della Robin tax, quando il petrolio oggi costa meno di due terzi di quanto costava a luglio; o se con la social card e con quello che avete previsto per la social card pensate davvero di portare una sola persona fuori dal circuito della povertà.
Per non parlare dell'efficacia delle misure del decreto-legge n. 112 per quelle famiglie che fanno fatica ad arrivare a fine mese, che non riescono a rinegoziare il mutuo, per quelle imprese cui la banca ha interrotto la linea del credito o ha preteso di rientrare subito dalla loro esposizione bancaria, o per quei lavoratori che sono stati licenziati e che non hanno protezione sociale. Questi sono gli effetti sull'economia reale che il decreto-legge n. 112 ha già causato e prodotto. Avete quindi fatto tagli con effetti recessivi, avete programmato entrate che non ci sono, la crescita che avevate previsto non c'è, il segno del nostro prodotto interno lordo sarà negativo e non positivo, il debito pubblico risale.
In questo contesto, con la legge finanziaria in esame noi ci aspettavamo altro. Voi ci avete costretto a giocare una partita che non serve al Paese. Con questa legge finanziaria che parla di proroghe, con un po' di pesca e agricoltura, ci avete cambiato il campo da gioco: noi ci siamo preparati a giocare una partita di calcio, invece ci avete invitato ad un torneo di subbuteo.Pag. 81
Signor Presidente, nonostante questo, a saldi invariati, noi abbiamo presentato i nostri emendamenti (siamo sempre responsabili, noi): emendamenti all'articolo 1, emendamenti all'articolo 2, e ora anche emendamenti all'articolo 3. Per fare che cosa? Per tentare di ridurre il danno, per tentare di dare un minimo di sostegno all'economia reale, ai lavoratori, alle famiglie, per tentare di trovare uno spiraglio nelle pieghe di una legge finanziaria che parla di pesca, agricoltura e proroghe, ma che non risponde alla crisi del Paese, per tentare di ridurre gli effetti recessivi di quei tagli a settori strategici del nostro Paese (la scuola, l'università, la logistica, quelli che citavo prima).
Ci abbiamo provato nei primi due articoli, ci proviamo ancora in questo terzo articolo, consapevoli che ci si chiede di vincere un po' la gara dei 100 metri alle Olimpiadi con una gamba legata, perché le risposte che ci avete dato nei primi due articoli non sono buone, non sono positive: ci avete detto di no sulle agevolazioni ai mutui per la prima casa, di no sugli sgravi fiscali per le ristrutturazioni edilizie, di no sul credito di imposta, di no sul sostegno a medie e piccole imprese, di no sulle misure di sostegno per chi ha un mutuo e non riesce a pagare, di no ai fondi per le forze dell'ordine e le Forze armate, di no sul diritto allo studio.
Qualche sforzo si è fatto - è stato detto prima anche dall'onorevole Baretta, che ha parlato a nome della minoranza - sugli ammortizzatori sociali, sul possibile avanzo di finanza pubblica da utilizzare qualora le politiche di risanamento fossero efficaci, sui rinnovi contrattuali; ma sono clausole di stile, per dirla come l'ha detta il sottosegretario Vegas, o misure davvero minime, che non cambiano il segno recessivo della vostra politica economica. E sono disponibilità che lasciano il tempo che trovano, se pensiamo che avete votato un emendamento che dà possibilità al Governo di rimodulare la ripartizione territoriale dei fondi FAS, dandone una semplice comunicazione al Parlamento, a tutto danno, naturalmente, del Mezzogiorno.
E quindi, noi proviamo ancora intervenendo sulle tabelle della legge finanziaria con gli emendamenti all'articolo 3. Anche qui, signor Presidente, cose semplici e di buonsenso: politiche per la casa, interventi sul sociale, la sicurezza, il diritto alla mobilità delle persone, infrastrutture, interventi per la cultura, Mezzogiorno, università, diritto allo studio. Il Ministro Tremonti ha annunciato ieri misure di sostegno all'economia reale per fine anno. Siamo pronti da adesso, in tutti i nostri interventi vi abbiamo detto che eravamo pronti da adesso ad affrontare questo tipo di discussioni. Per noi quelle cose si potevano inserire già da adesso.
Concludo esprimendo alcune preoccupazioni. A luglio ci avete detto, quando avete varato la vera legge finanziaria per decreto, senza le procedure previste per le leggi di bilancio, che bisognava fare in fretta, perché le cose vere le avremmo discusse ad ottobre.
Oggi ci avete detto, invece, che la vera discussione l'abbiamo fatta a luglio: spero che a dicembre non veniate a dire che la vera discussione l'abbiamo fatta oggi! Quando il Ministro Tremonti annuncia che a dicembre finalmente presenterà il pacchetto di misure a sostegno dell'economia reale c'è in noi della speranza (l'ha detto anche ieri, intervenendo, l'onorevole Ventura), ma c'è anche del timore e della preoccupazione: se il secondo tempo degli interventi per l'economia reale sarà infatti come il primo tempo che abbiamo visto con il decreto-legge n. 112 del 2008, c'è poco da essere speranzosi e fiduciosi. Speriamo, nell'interesse del Paese, che le nostre preoccupazioni siano infondate (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ventura. Ne ha facoltà.

MICHELE VENTURA. Signor Presidente, mi rivolgo ai membri del Governo presenti in Aula per sottolineare un aspetto che ha avuto una qualche eco sui giornali di oggi e che registra alcune prese di posizione di cui danno conto le agenzie di stampa.Pag. 82
Mi riferisco ad un incontro che si sarebbe svolto - che, anzi, si è svolto - a palazzo Grazioli, nella residenza privata del Presidente del Consiglio, da parte di alcuni Ministri (i giornali parlano dei Ministri Tremonti, Sacconi e Scajola) con il segretario della UIL, il segretario della CISL e il presidente di Confindustria, la dottoressa Marcegaglia.
Tale questione ha attinenza diretta con ciò di cui stiamo discutendo perché credo, colleghi, che non debba sfuggirci il fatto che, nel momento in cui dobbiamo fare il massimo sforzo di unità e di coesione (mi riferisco ai temi della grave crisi finanziaria), il Governo sceglie ancora una volta la strada di dividere. Non mi riferisco tanto a questioni che attengono alle vicende interne dei sindacati - è un problema dei sindacati ed una discussione che devono fare autonomamente i sindacati tra loro -, bensì a quello che si configura quasi come un invito ad amici, non a forze sociali rappresentative.
Voi pensate che sulla base di un ragionamento di coesione, di sviluppo, di sforzo unitario sia saggio non invitare la CGIL, non invitare i rappresentanti delle piccole e medie imprese che affrontano oggi, forse, le maggiori sofferenze per quanto riguarda i problemi dell'avvenire (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)?
Molto dignitosa è stata la segretaria dell'UGL, che in una nota ha replicato ad una telefonata ricevuta in tarda serata da parte del Presidente del Consiglio ed ha commentato dicendo: pensavo che la stagione degli incontri separati fosse finita (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Ed indica in quello che sembra diventata ormai l'àncora di salvataggio, l'unico esponente saggio di quel Governo, in Gianni Letta, l'uomo di una possibile cabina di regia per i rapporti istituzionali con le forze sociali: la segretaria dell'UGL dà questa lezione di stile.
Mi chiedo, colleghi della maggioranza: ma che idea avete del Paese? Avete un'idea di figli e figliastri o, se volessimo usare un linguaggio antico, quella di privilegiare cicisbei e famigli, mentre tutti devono essere tenuti sul piano dell'uguale dignità
Mi sia permesso di fare una considerazione supplementare, colleghi: trovo singolare che alcuni Ministri (Tremonti, Sacconi, Brunetta) abbiano la testa molto dentro gli anni Ottanta, come se il mondo non fosse cambiato. Se qualcuno legge i loro commenti e le loro interviste ha la sensazione che vi siano nemici di sempre che devono essere battuti: non si accorgono che il mondo è cambiato e che coloro che hanno in mente sono nuovi soggetti che stanno in campo con idee e un profilo nuovo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Sarebbe molto interessante, un giorno, ragionare sull'ossatura portante di Forza Italia, di chi sono i dirigenti di quel movimento, di come si sono innescati nel berlusconismo: ci si accorgerebbe che è una pattuglia assai ben presente nelle politiche degli anni Ottanta e che è rimasta lì dentro con la mente e con il cuore (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Infine mi si consenta, colleghi, un'ultima telegrafica battuta: mi sorprende che tra questi uomini presenti, artefici di quell'incontro, vi sia anche il Ministro dell'economia, onorevole Tremonti. Non mi sorprende la presenza di Berlusconi, né tanto meno quella del Ministro Sacconi; Tremonti ha l'ambizione di dare un contributo per risolvere la crisi finanziaria mondiale, si presenta come un uomo di Stato e poi partecipa a piccoli incontri che assomigliano a delle conventicole: è ciò che distingue l'uomo fazioso e di parte dallo statista. Per dare lezioni si deve essere statisti e si deve fare un salto di qualità (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Unione di Centro).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Stracquadanio. Ne ha facoltà.

GIORGIO CLELIO STRACQUADANIO. Signor Presidente, l'intervento del collega Ventura è ricco di spunti di interesse e anche di numerosi momenti di ipocrisia.Pag. 83Egli cosa contesta al Governo (Commenti del deputato Bellanova)? Signor Presidente, se l'Assemblea per cortesia fa silenzio...

PRESIDENTE. Colleghi, per favore... le chiedo scusa, onorevole Stracquadanio...

GIORGIO CLELIO STRACQUADANIO. Cosa contesta al Governo, con toni di un moralismo fuor di luogo? Di parlare con i sindacati. Pare che in Italia sia una colpa non parlare con i sindacati, e ritengo che lo sia sul piano politico per un Governo che governa, ma pare che sia anche una colpa parlare con i sindacati. E se, signora Presidente, diciamo i sindacati è perché nel nostro sistema delle relazioni industriali ne abbiamo più d'uno... se il collega Napoli mi aiuta, per cortesia... ne abbiamo più d'uno, e in molti casi, collega Ventura, ne abbiamo sin troppi, come le vicende dell'Alitalia dimostrano in questi giorni.
Allora se si parla con i sindacati sulle questioni attinenti ai problemi delle relazioni sindacali e dei comparti di lavoro del pubblico impiego o su quelle iniziative che il Governo si è assunto in ordine alla privatizzazione di imprese altrimenti fallite, non trovo nulla di strano che si parli sindacato per sindacato.
Trovo molto più anomalo, signora Presidente, invece, che nelle campagne elettorali da parte dei candidati Premier (come era candidato il collega, ormai non più collega, Prodi) si intervenisse nel pieno del congresso della CGIL, dicendo che il programma della coalizione di Governo avrebbe sposato le tesi di quel sindacato e non di altri; e ciò in piena campagna elettorale! Chi ha fatto, nella propria storia, del collateralismo sindacale la cinghia di trasmissione elettorale e il governo del consenso politico nelle fabbriche contro la libertà di organizzazione dei lavoratori non può oggi lamentare che il Governo in riunioni istituzionali (ma anche in riunioni informali), nell'interesse del Paese e per evitare che scioperi del tutto inutili (perché si sciopera, a volte, anche contro la pioggia) vadano a danno del lavoro e delle imprese, si adoperi con grande senso di responsabilità istituzionale.
Signor Presidente, avevo sperato che le parole pronunciate dal collega Ventura nell'intervento introduttivo in occasione della discussione della legge finanziaria fossero quelle di un riformista che lanciasse la sfida delle riforme (e il Ministro Tremonti gliene aveva dato atto). Oggi, invece, vedo che sono quelle di qualcuno che, inchiodato alla linea dell'asse COBAS-Cofferati, cerca con riferimenti moralistici sul luogo da cui partono telefonate o in cui si tengono riunioni, di colpevolizzare il Governo perché dialoga con le parti sociali. Collega Ventura, metta la sua cultura, la sua erudizione e la sua preparazione al servizio di una miglior causa (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Volontè. Ne ha facoltà.

LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, pensavo anch'io di dover imparare molto - e c'è sempre da imparare da colleghi come l'amico Ventura e l'amico Stracquadanio - e spero ancora di farlo nel prosieguo della discussione di questo articolo. Il mio intervento sarà molto breve, ed è rivolto ad invitare l'Aula a passare ai voti sugli emendamenti, perché ritengo che sia poco utile - almeno, lo è per me - commentare le notizie apparse sui giornali di oggi, relative ad incontri avvenuti ieri.
Le scelte del Governo possono essere condivisibili o meno, anche la scelta di invitare più o meno sindacati, cioè i rappresentanti di lavoratori e di imprenditori. Si tratta di una scelta che posso condividere o meno, ma non penso che questo debba essere oggetto di una discussione in sede di esame di un articolo della legge finanziaria, che, invece, a noi interessa discutere nel merito. Spero che questo atteggiamento possa procurare l'attenzione da parte del Governo e dei sottosegretari di Stato per l'economia e le finanze Vegas e Casero, oltre che del relatore.
Ritengo che non sia questo il momento di discutere della rappresentanza sindacale, che - come sa il professor Stracquadanio, che ammiro - ha un ruolo fondamentalePag. 84nella democrazia di un Paese. Semmai, vi sarà da discutere - e questo, forse, è l'aspetto di quel riformismo, che egli stesso richiamava come auspicio in questa discussione, ma dipende dal presidente della Commissione lavoro, che non siede nei banchi dell'Unione di Centro - della rappresentanza dei lavoratori all'interno della democrazia dell'impresa. Si tratta di un provvedimento che abbiamo presentato all'inizio della legislatura e che ancora latita presso la Commissione lavoro.
Oppure, vi sarà da discutere del tema della rappresentanza da parte delle organizzazioni sindacali, ma non solo. Quanto è rappresentante oggi la Confindustria tra gli imprenditori privati? Quanto è rappresentante oggi il sindacato? Vogliamo sfidarci sul terreno del riformismo, in relazione alla rappresentanza? Facciamolo, ma cosa c'entra discutere della rappresentanza del sindacato e delle scelte della CGIL, che io stesso non ho condiviso in momenti ben più duri rispetto a quelli di cui stiamo parlando oggi (ricordo in quanti pochi ci alzammo per contestare l'allora segretario generale Cofferati)?
Questa discussione non c'entra niente con il merito della discussione che stiamo affrontando.
Concludo il mio intervento auspicando e, evidentemente, dimostrando anche la mia assoluta consapevolezza e la mia assoluta disponibilità ad imparare ancora lezioni di diritto parlamentare o di dottrina del bilancio dello Stato dal professor Ventura, come dal professor Stracquadanio. La prima lezione e, penso, la più grande sfida di riformismo sarebbe quella di continuare i nostri lavori sul merito di questa manovra finanziaria - ritengo totalmente sbagliato continuare a discutere - e metterci nelle condizioni, il collega Ventura, come il collega Stracquadanio, di verificare, nei fatti, anche in questo articolo, se la grande e lungimirante disponibilità espressa a parole dal Governo, si dovesse poi trasformare, come tutti noi speriamo, in qualche consiglio pratico proveniente anche dall'opposizione, auspicando cioè che il Governo esprima finalmente qualche parere favorevole sugli emendamenti di merito che l'opposizione ha presentato (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

PIER PAOLO BARETTA, Relatore di minoranza. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PIER PAOLO BARETTA, Relatore di minoranza. Signor Presidente, con l'inizio della discussione sull'articolo 3, l'ultimo peraltro, di questa manovra finanziaria, ci stiamo avviando alla conclusione di questo itinerario per quanto riguarda la parte relativa agli emendamenti e alle disposizioni normative.
Da una sua lettura, l'articolo 3 può sembrare, a chi lo guarda da fuori, più ermetico: in prevalenza esso è composto da tabelle e numeri ed è, quindi, di difficile lettura per la popolazione e per la gente. Tuttavia, esso non va assolutamente sottovalutato, né va interpretato come un articolo con emendamenti di carattere tecnico. Ciascuno degli emendamenti che sono stati presentati in relazione a questo articolo è il frutto di un'operazione corretta, misurata ed attenta di spostamento di risorse all'interno di un quadro di coperture stabilito (senza mai uscire dal riferimento generale che ci siamo dati) e contiene tentativi, a mio avviso apprezzabili, di correzione del quadro presentato e, in alcuni casi, di integrazione.
Come sapete, abbiamo sostenuto che il grande limite di questa finanziaria è quello di essere vuota, svuotata da una serie di interventi che erano necessari: non soltanto gli interventi di quadro (sui quali siamo più volte intervenuti e ci auguriamo che in tempi brevissimi arrivino alla discussione del Parlamento), ma anche interventi specifici di merito, come peraltro già la discussione dell'articolo 2 ha dimostrato questa mattina.
Vorrei ricordare che vi sono argomenti come la cultura, l'agricoltura, la cooperazione internazionale, la difesa e la tutela di certe situazioni - che non sono situazioni localistiche, ma hanno a che fare con i beni architettonici, storico-artistici e cosìPag. 85via - i quali trovano, in qualche modo, nella finanziaria (che, pur nella riforma che stata fatta, è il luogo in cui queste operazioni vengono fatte) l'esigenza di essere assestati. Ma non si tratta solo di questo. Ho presente emendamenti sul traffico illecito di sostanze stupefacenti, ho presente tutta una serie di altri emendamenti che affrontano i problemi di alcuni accordi internazionali: insomma, non è il classico omnibus di cui molte volte si è parlato e si è criticato, ma non è nemmeno un'asfissia dalla quale non si ricava alcun intervento di carattere sociale e normativo che aiuti il Paese.
Per queste ragioni, penso che sarebbe utile - lo diceva adesso il collega Volontè - che il Governo valutasse con attenzione gli emendamenti presentati. All'interno di un atteggiamento che in qualche modo colga il senso e lo spirito con il quale si è discusso in questi giorni, pur nella differenza di opinioni, il fatto che il Governo non abbia posto la questione di fiducia è stato considerato anche da noi un elemento positivo e mi permetto di dire che abbiamo contribuito al fatto che il Governo non porrà la questione di fiducia.
Desidero aggiungere che abbiamo contribuito anche alla soluzione di alcuni problemi spinosi, che potevano essere risolti solo con un atteggiamento di collaborazione fattiva, pur, ripeto, sempre nella differenza di impostazione di fondo. In questo quadro, invito caldamente il Governo e il relatore a valutare con serietà il merito di alcuni emendamenti, perché una risposta in blocco negativa non corrisponderebbe alle esigenze generali, non dell'opposizione ma del Paese. In relazione all'articolo 2 abbiamo visto un rifiuto in blocco dell'intera materia e ciò mi sembra assolutamente poco serio.
Voglio dire anche, senza dilungarmi, al collega Stracquadanio, che l'onorevole Ventura non ha fatto né ideologia né ha posto il problema dell'impossibilità che il Governo si incontri con chi vuole. Me lo lasci dire, caro collega, la verità è che mancano gli incontri ufficiali e le sedi vere. Il Parlamento ha dovuto insistere perché si possa discutere della crisi finanziaria. L'insieme dei sindacati hanno richiesto che ci fosse una discussione pubblica con le autorità di Governo, per quanto riguarda la crisi finanziaria. La verità è che, in un modo o nell'altro - o con incontri parlamentari, che pure ieri abbiamo apprezzato ma che sono del tutto insufficienti e inadeguati, o con incontri di carattere privato - il Governo non sta realizzando una discussione vera. Infine, voglio dire - voglio dirlo con molta chiarezza - che la cosa più grave che potrebbe verificarsi, sarebbe l'attuazione di un bipolarismo sociale. Non dobbiamo dividere la società in blocchi precostituiti: sarebbe un danno gravissimo che arrecheremmo all'autonomia della società civile la quale deve essere in grado di interloquire con la politica e di costruire un rapporto dialettico ma anche, talvolta, ci auguriamo, costruttivo. Attorno a questi elementi, forse, sarebbe utile che, prima o poi, si aprisse una discussione anche nella politica, non polemica ma che consenta di capire che l'autonomia del sociale è anche la forza di una politica moderna e rinnovata (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

GASPARE GIUDICE, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, mi limiterò in questo momento, senza precludere certamente un'attenta analisi sull'invito del relatore di minoranza, ad esprimere il parere su quegli emendamenti che sono stati un momento di sintesi del lavoro svolto dalla Commissione.
In questo momento, alla luce del dibattito svolto, la Commissione esprime parere contrario su tutti gli emendamenti ad eccezione dei seguenti, dei quali, essendo emendamenti della Commissione, raccomanda l'approvazione: Tab. A. 200, Tab. A. 201 (che assorbe l'identico emendamento D'Antoni Tab. A. 16), Tab. A. 202, Tab. C. 200 e Tab. C. 201.

PRESIDENTE. Il Governo?

Pag. 86

GIUSEPPE VEGAS, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore. Certamente esistono anche altri temi contenuti nelle proposte emendative presentate, ad esempio quella relativa all'emendamento Oliverio Tab. C. 13, in tema di fondi di solidarietà all'agricoltura, che meriterebbero un'adeguata trattazione nonché, ovviamente, un reperimento di risorse. Infatti il problema esiste. Ritengo, tuttavia, che non possa essere risolto direttamente in questa sede ma, forse, nell'altro ramo del Parlamento, con un altro provvedimento normativo. Occorre tener conto del fatto che purtroppo, intervenendo con target di diminuzione complessiva della spesa, si creano lamentele e malcontenti.
L'intendimento del Governo, distribuendo attraverso la legge finanziaria e quella di bilancio una riduzione della spesa che, grazie all'articolo 60 del decreto-legge n. 112 del 2008 potrà essere opportunamente rimodulata dai Ministeri di spesa, è consentire una spesa effettivamente più elastica, ma non dei tagli lineari. Si mira ad ottenere delle riduzioni di spesa ragionate che nel corso dell'esercizio potranno essere calibrate anche secondo gli obiettivi di funzionamento e le esigenze di servizio di ciascuna amministrazione.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, intervengo solo per comprendere meglio i pareri espressi dal relatore per la maggioranza poiché egli, se non ho compreso male, ha espresso parere favorevole sull'emendamento Tab. A. 201 della Commissione e poi ha spiegato che tale proposta emendativa assorbiva l'identico emendamento D'Antoni Tab. A. 16.
Penso che se si tratta di identici emendamenti e se vi è un parere favorevole sul secondo emendamento, a maggior ragione il parere favorevole vale anche per il primo. Chiedo, pertanto, di porli in votazione insieme e, ovviamente, sarà approvato un unico testo. E così?

PRESIDENTE. Non vi è alcun dubbio, onorevole Giachetti.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferranti Tab. A. 1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mantini. Ne ha facoltà.

PIERLUIGI MANTINI. Signor Presidente, con l'emendamento in esame il gruppo del Partito Democratico intende correggere i pesanti tagli alla giustizia presenti nel disegno di legge finanziaria e nel decreto-legge n. 112 del 2008. Come ricordava precedentemente il relatore di minoranza, onorevole Baretta, il disegno di legge finanziaria è pieno di vuoti ma anche di tagli e certamente non mi incoraggia l'avere appreso il parere contrario espresso dal relatore per la maggioranza anche in relazione a questo nostro emendamento.
L'entità dei tagli sulla giustizia è notevolissima e forse non occorre ripercorrerli in modo analitico. Tuttavia, voglio ricordare che abbiamo 81 milioni di euro in meno per l'amministrazione penitenziaria, 51 milioni di euro in meno per la giustizia civile e penale, 43 milioni di euro in meno per l'edilizia e tutto ciò solo nel 2009. I tagli aumenteranno, di oltre il 30 per cento, nelle previsioni per gli anni 2010 e 2011 e, complessivamente, sommate ad altre detrazione, nel frattempo poco virtuosamente disposte in altri provvedimenti, i tagli assommeranno a quasi un miliardo di euro nel corso dei prossimi tre anni.
Onorevole colleghi, noi abbiamo attraversato diversi disegni di legge finanziaria proposti da diversi Governi e ci siamo trovati spesso a polemizzare e a discutere su riduzioni del bilancio della giustizia, riduzioni o aumenti alla voce Ministero della giustizia pari allo 0,1 per cento. Si diceva che era troppo poco dinanzi ai bilanci fallimentari del servizio giustizia in Italia. Tuttavia, mai si era osato tanto.
Faccio presente che i tagli sono continuati anche, come dicevo, con altre voci. Basti pensare al provvedimento approvatoPag. 87la scorsa settimana, recante interventi urgenti in materia di funzionalità del sistema giudiziario con cui si è istituita, in effetti, la società Equitalia per cercare di razionalizzare alcune gestioni delle sanzioni, delle misure cautelari e dei sequestri. Si è istituito anche un Fondo unico giustizia, iniziativa che potrebbe avere anche una sua efficienza, ma poi un terzo di quel bilancio è stato, per legge, ricondotto al bilancio dello Stato, cioè sottratto al bilancio giustizia.
Insomma, noi come Partito Democratico abbiamo avuto molto fair play e abbiamo atteso che il Ministro Alfano si rendesse conto dei problemi della giustizia. Naturalmente teniamo in debito conto la questione della tenuta dei conti pubblici anche a causa dei gravi e nuovi problemi portati dalla crisi finanziaria internazionale. Tuttavia, non possiamo continuare a ritenere la giustizia un'assente, anzi presente solo per i tagli notevolissimi, quando sappiamo che il servizio giustizia resta elemento fondamentale per la coesione, la credibilità e la competitività del nostro Paese.
Guardiamo questi tagli e quanto avviene nei tribunali e nelle carceri del nostro Paese. A Milano manca oltre un terzo dei cancellieri e sono ferme centomila denunce in procura. Centomila denunce contro ignoti non sono state neanche registrate per assenza di personale e di risorse e diecimila indulti ancora non sono stati registrati. Ebbene, questi sono i dati veri e reali del Paese che attendono risposte.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

PIERLUIGI MANTINI. Abbiamo previsto, dunque, delle risorse aggiuntive e un mutamento della tabella relativa alle risorse destinate alla giustizia, con la finalità di destinarle al processo telematico, all'ufficio del giudice e all'edilizia penitenziaria e carceraria, come meglio chiariremo anche nei nostri ordini del giorno.
Le risposte concrete sono necessarie all'Italia e il Ministro Tremonti, che mi dispiace non vedere più in Aula, dovrebbe sapere che tali risposte sono necessarie più di splendide analisi, più degli annunci e assai di più delle promesse non mantenute da questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rao. Ne ha facoltà.

ROBERTO RAO. Signor Presidente, intervengo soltanto per aggiungere, a nome del mio gruppo, anche la mia firma a questo articolo aggiuntivo. Riteniamo anche noi che, al di là di quello che viene detto continuamente, anche in quest'Aula più volte, dal Ministro della giustizia riguardo all'emergenza della giustizia nel nostro Paese, la giustizia debba riguardare tutti i cittadini, come spesso abbiamo richiamato in quest'Aula. Tuttavia, alla fine la giustizia si concentra sempre su provvedimenti ad personam e ad personas ai quali spesso vengono dedicate, sia in Commissione che in Aula, una serie di attività e di provvedimenti che non trovano giustificazione.
Abbiamo segnalato più volte l'emergenza dell'edilizia carceraria e del personale che opera non solo nelle carceri, ma anche a sostegno della giustizia nel nostro Paese e la situazione in cui versano nel nostro Paese i giudici onorari, che sono in agitazione ormai da diverse settimane e si sono visti dimezzare la loro indennità giornaliera, e sono coloro sulle spalle dei quali di fatto grava la maggior parte dei processi civili e penali del nostro Paese.
Alla luce di questo, mi sento di condividere lo spirito (come tutto il gruppo dell'UdC) di questo articolo aggiuntivo, che non fa altro che dare seguito e provare a richiamare il Governo sugli impegni presi nei confronti della giustizia nel nostro Paese, quella giustizia per tutti i cittadini e non per pochi (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Monai. Ne ha facoltà.

CARLO MONAI. Signor Presidente, volevo aggiungere la mia firma a questoPag. 88articolo aggiuntivo e intervenire brevemente per appellarmi alla sensibilità del Governo, che ha fatto, nella campagna elettorale appena trascorsa, del tema della sicurezza la sua bandiera. Ebbene, con la stessa conseguenzialità, chiediamo al Governo di dare un segnale in controtendenza rispetto ai tagli che hanno fatto collassare o rischiano di far collassare strutture importanti relative alla sicurezza (mi riferisco alle forze dell'ordine e alla giustizia). Questa proposta emendativa non fa altro che ridare quei 9 milioni di euro che il Governo ha voluto togliere ai capitoli di bilancio relativi, per restituire un po' di risorse all'ordinamento della giustizia su cui poggia il fondamento della sicurezza.
Non possiamo immaginare di garantire la sicurezza ai cittadini semplicemente annunciando l'inasprimento delle pene, piuttosto che il contrasto all'immigrazione clandestina (che, viceversa, tutti abbiamo visto essersi incrementata in maniera molto preoccupante in questi ultimi mesi) e poi tagliare sulla giustizia, che è il baluardo della tutela della legalità e dell'effettività della sanzione che voi stessi volete inasprire. Esiste questa necessità e pertanto vi invitiamo ad essere responsabili e a dare un segnale in questo senso a favore della giustizia e dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti Tab. A.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 518
Votanti 511
Astenuti 7
Maggioranza 256
Hanno votato
242
Hanno votato
no 269).

Prendo atto che il deputato Scilipoti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Brandolini Tab. A.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

SANDRO BRANDOLINI. Presidente, avevo chiesto di parlare per dichiarazione di voto!

PRESIDENTE. Non risultava, mi scusi. Revoco l'indizione della votazione.
Prego, onorevole Brandolini, ha facoltà di parlare per dichiarazione di voto.

SANDRO BRANDOLINI. Signor Presidente, questo è il primo di tre emendamenti che riguardano il piano irriguo nazionale e che abbiamo presentato non per realizzare nuovi investimenti in infrastrutture irrigue, che pure sarebbero necessarie, ma per recuperare i tagli operati con la manovra finanziaria e, quindi, per dare certezza agli investimenti finanziati, che attraverso il taglio del 20 per cento non possono avviare queste importanti opere.
Voglio ricordare che i cambiamenti climatici rendono ancora più indispensabile la realizzazione di infrastrutture irrigue, se vogliamo che la nostra agricoltura produca, prima ancora che discutere della sua qualità. Infatti, senza l'acqua, le nostre produzioni soffrirebbero molto.
Si è detto che la manovra finanziaria è finalizzata a superare gli sprechi e questi non sono tali, ma investimenti strutturali a sostegno del mondo e della produzione agricoli, essenziali per mantenere la produzione e per creare le condizioni di una maggiore competitività sui mercati internazionali.
Per questo, riteniamo che il Governo debba rivedere la sua posizione su tale aspetto, ma anche sull'emendamento che prima il sottosegretario ha richiamato nell'esprimere il parere. Mi riferisco al Fondo di solidarietà: il Governo riconosce l'esigenzaPag. 89di ripristinare questo fondo, ma poi afferma che si farà con un altro provvedimento. Ebbene, è questo il provvedimento che può soddisfare quell'esigenza.
Per un'intervista ad un giornale locale devo rispondere sul disegno di legge finanziaria e aspetto queste ultime votazioni per rispondere. Il giornalista mi ha detto che ho 2.500 battute a disposizione, ma è sufficiente una parola, perché alla prima domanda il giornalista mi chiede: che cosa si fa con questa finanziaria per affrontare problemi dell'agricoltura? Mi basta rispondere che con questo disegno di legge finanziaria si affonda l'agricoltura e, quindi, non si va oltre (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Libè. Ne ha facoltà.

MAURO LIBÈ. Signor Presidente, intervengo rapidamente per dire che questo emendamento e, principalmente, il parere del Governo sono un'altra dimostrazione dell'incapacità di prendere delle decisioni e di andare avanti su scelte importanti. Stiamo gestendo delle emergenze e ci troveremo a doverne gestire prossimamente delle altre. Quella dell'acqua - mi rivolgo a tutti gli amici che parlano di agricoltura - è un'emergenza che riguarda tutti, non solo il comparto agricolo, perché è un bene primario che parte dall'agricoltura ma arriva a tutto il resto.
Il taglio di fondi su questo capitolo è - passatemi il termine - un crimine! L'acqua va difesa, dovremmo investire di più e invece, come ha fatto anche il Governo precedente, si continua a tagliare.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Brandolini Tab. A.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 513
Votanti 504
Astenuti 9
Maggioranza 253
Hanno votato
237
Hanno votato
no 267).

Prendo atto che i deputati Frassinetti e Granata hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e che il deputato De Poli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferranti Tab. A.3.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferranti. Ne ha facoltà.

DONATELLA FERRANTI. Signor Presidente, questo emendamento e il successivo sono collegati l'uno con l'altro e rappresentano uno sforzo e un segnale che il Partito Democratico sperava che il Governo volesse dare in favore della giustizia. Si tratta di un necessario correttivo alla Tabella A che consentirebbe gradatamente, secondo la formulazione che abbiamo proposto, l'attuazione di quelle riforme tanto propagandate dal Ministro della giustizia, quando parlò nel suo primo incontro con la Commissione giustizia qui in Parlamento.
Noi riteniamo che una riforma seria della giustizia non possa essere relegata ad interventi dell'emergenza, interventi che non investono su di essa. Invece, il Governo con questa finanziaria ha tagliato senza risparmio, lasciandoci estremamente meravigliati: ci è stato detto anche in Commissione che non ci sono i fondi per stipulare contratti pluriennali che servono per la manutenzione delle strutture informatiche, per le trascrizioni nelle aule di tribunale; tanto meno ci sono fondi per l'edilizia carceraria e dei palazzi di giustizia, né per dare dignità al lavoro del personale dell'amministrazione della giustizia, che è forse tra i più penalizzati in assoluto, perché paga il fatto di esserePag. 90all'interno di questo servizio e quindi non è mai considerato adeguatamente per il lavoro che svolge.
Non si può continuare a parlare di riforme senza prevederne i fondi in questa Tabella, che si riferisce proprio alle spese correnti per le riforme legislative che si dovrebbero attuare nel triennio. In realtà, per la giustizia si parla di riforma sulla stampa, ma non si finalizzano i fondi ad essa come destinazione primaria. Quindi, chiedo - e spero - che l'emendamento venga approvato da tutto il Parlamento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti Tab. A.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 509
Votanti 502
Astenuti 7
Maggioranza 252
Hanno votato
234
Hanno votato
no 268).

Prendo atto che il deputato De Poli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Avverto che il gruppo Partito Democratico ha esaurito i tempi a sua disposizione. Essendo stata avanzata specifica richiesta, la Presidenza concederà ai gruppi che abbiano esauriti i tempi previsti dal contingentamento un ampliamento dei medesimi in ragione di un terzo di quelli originariamente previsti.
Saluto il gruppo di giovani di Roncegno e Telve Valsugana (TN), che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferranti Tab. A.4.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Samperi. Ne ha facoltà.

MARILENA SAMPERI. Signor Presidente, noi caparbiamente insistiamo: anche se gli altri due emendamenti sono stati respinti, noi continuiamo a ritenere che la questione della giustizia debba avere un riguardo particolare in questa legge finanziaria.
Tutti conveniamo, lo abbiamo affermato da tutte le parti, che il servizio giustizia è un nodo strategico ed essenziale ai fini della competitività del Paese e della sua capacità di attrarre investimenti internazionali. Così come tutti conveniamo sugli effetti negativi che l'inefficienza della giustizia provoca: compromette la crescita, impedisce lo sviluppo dei mercati finanziari, distorce il mercato del credito. Il 12 per cento delle imprese italiane ritiene l'inefficienza della giustizia civile il maggiore ostacolo alla crescita, percentuale superata soltanto dal giudizio sui mali della burocrazia.
Se, però, il recupero dell'efficienza della giustizia appare l'ambito prioritario su cui intervenire, del tutto marginale sembra l'interesse per la giustizia in questa finanziaria. Noi sappiamo bene come non si possano realizzare riforme a costo zero. Sappiamo bene, inoltre, come sa lo stesso Ministro Alfano e come emerge da ordini del giorno presentati dal Partito Democratico che furono accolti, che alcune riforme fondamentali - come, ad esempio, l'ufficio del processo, le riforme delle procedure e una migliore organizzazione della macchina della giustizia - sono indispensabili se vogliamo dare ai cittadini un servizio giustizia più celere ed efficiente.
Ecco perché noi continuiamo a proporre emendamenti che hanno la stessa natura e che tendono ad aumentare i fondi della giustizia e a diminuire quelli del Ministero dell'economia e delle finanze.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti Tab. A.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 91
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 508
Votanti 501
Astenuti 7
Maggioranza 251
Hanno votato
233
Hanno votato
no 268).

Prendo atto che i deputati De Poli e Zinzi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Amici Tab. A.5, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 505
Votanti 498
Astenuti 7
Maggioranza 250
Hanno votato
233
Hanno votato
no 265).

Prendo atto che i deputati Viola, Zampa, Zinzi e De Poli hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti Tab. A.6, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 503
Votanti 493
Astenuti 10
Maggioranza 247
Hanno votato
230
Hanno votato
no 263).

Prendo atto che i deputati Zinzi, Colombo e De Poli hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Duilio Tab. A.7.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Duilio. Ne ha facoltà.

LINO DUILIO. Signor Presidente, svolgo considerazioni che ineriscono i miei emendamenti Tab. A.7 e Tab. A.8. per segnalare all'attenzione dei colleghi che stiamo parlando di emendamenti che, ovviamente ad invarianza di saldi, riguardano l'intervento di rifinanziamento, dopo che abbiamo avuto una legge che per dieci anni ha finanziato la manutenzione del duomo di Milano e che nel 2008 vede esaurire questo finanziamento con il limite di impegno a suo tempo stabilito.
In Commissione è stato espresso un parere favorevole sia dal relatore che dal Governo, riformulando e incrociando gli emendamenti Tab. A.7 e Tab. A.8. Mi è stato chiesto in Aula di ritirare l'emendamento sul bilancio, che pure verteva sullo stesso tema, e ora, sulla base di considerazioni che mi permetto di dire al sottosegretario poco significative, si esprime di fatto un parere opposto a quello dato in Commissione.
Peraltro, immagino che tra qualche mese, quando si dirà che bisognerà mettere in cassa integrazione i 180 dipendenti della fabbrica del duomo di Milano, tutti si stracceranno le vesti promettendo mari e monti. Sono dieci anni che lo Stato dà un contributo per un'istituzione che va al di là della categoria religiosa. Sinceramente faccio appello al Governo e al relatore affinché modifichino il loro orientamento e lo chiedo anche ai colleghi della maggioranza. Credo che non vi sia neanche il timore di analogie.
Peraltro, mi permetto di dire al relatore - dopo che ha fatto proprio, giustamente, l'emendamento sullo Svimez - che non si può nemmeno sostenere che sarebbe emulativo di altre cose. Se si riesce, infatti, con tutto il rispetto a dare i soldi allo Svimez, non riesco a capire come non si diano i soldi per finanziare la manutenzionePag. 92del duomo di Milano, dopo che era stato espresso parere favorevole in Commissione sia da parte del relatore, sia del Governo, modificando poi in Aula il parere dato in Commissione.
Chiedo cortesemente ai colleghi attenzione per il voto, domandando preliminarmente al relatore e al Governo di modificare il proprio parere e chiedendo, comunque, di votare a favore dell'emendamento in esame.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Volontè. Ne ha facoltà.

LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, chiedo di sottoscrivere l'emendamento Ferranti Tab. A.7. Ricordo che con l'onorevole Duilio, insieme a molti colleghi che oggi siedono nei banchi della maggioranza, negli ultimi quindici anni abbiamo fatto dell'emendamento in esame una costante: pertanto, la presentazione dello stesso non dipende esclusivamente da questo Governo.
Il Governo non voglia vedere questo emendamento come un modo di solleticare la polemica nei suoi confronti. Sono quindici anni che sussistono questi problemi per la ristrutturazione completa del Duomo di Milano e che il Parlamento vota a favore di emendamenti come quello in esame.
Mi aspetto che tutti i colleghi che provengono da quella città - e che vedono nel simbolo del Duomo di Milano un riferimento importante, non solo sul piano religioso, ma anche sul piano civile di quella regione - vogliano sostenere un emendamento che, ripeto, non ha nulla di polemico (penso di dirlo con grande chiarezza anche a nome dell'onorevole Duilio) nei confronti di questo Esecutivo. Esso, infatti, fa parte di una tradizione benevola di questo ramo del Parlamento e che ha ricevuto un consenso o, purtroppo, a volte, anche un parere opposto da parte del Governo. Confido che anche questa tradizione venga confermata.
In tal senso, chiedo ai colleghi della maggioranza di valutare con attenzione e votare a favore di un emendamento che non cambia sostanzialmente gli assetti stabiliti dal Governo sulle tabelle e che, invece, va incontro a un'esigenza reale e fondamentale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartiani. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, chiedo di sottoscrivere l'emendamento Duilio Tab. A.7.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Duilio Tab. A.7, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 500
Votanti 494
Astenuti 6
Maggioranza 248
Hanno votato
234
Hanno votato
no 260).

Prendo atto che i deputati Mannino e Tenaglia hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che la deputata Nirenstein ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Duilio Tab. A.8.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Duilio. Ne ha facoltà.

LINO DUILIO. Signor Presidente, intervengo brevemente, perché le ragioni sottese al mio emendamento Tab. A.8 sono le stesse dell'emendamento precedente. Prima dimenticavo di dire che per mesi si è chiesto al Governo e alla maggioranza che essi stessi presentassero l'emendamento, nel senso che ad esso non è attribuibile alcun significato strumentale. Nei conciliaboli siamo tutti d'accordo.Pag. 93
Vorrei ricordare, se ve ne fosse bisogno, che il Duomo di Milano è l'emblema dell'Expo 2015. Ribadisco che, per dieci anni, una legge ha finanziato la manutenzione del Duomo di Milano, con un contributo che solo in parte risolve questo problema, che è oggettivo, perché il budget è di circa 17 milioni di euro all'anno: si tratterebbe, quindi, di una cifra, almeno quella mediata, pari a 3 milioni di euro, peraltro per un triennio. Sinceramente, chiederei almeno una parola che, nella formalità e nella solennità dell'Aula, impegni il Governo a dire che cosa intende fare per risolvere questo problema, che non ritengo sia un problema localistico e che ci espone a brutte figure a livello mondiale.

GIUSEPPE VEGAS, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE VEGAS, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, la questione, ovviamente, sta a cuore al Governo ed è di estremo interesse. L'unico problema, oltre a quello del reperimento dei fondi, peraltro modesti, è il fatto che questa legge finanziaria è un po' diversa dalle precedenti, perché sono state espunte previsioni che potrebbero avere sapore localistico, anche quando, forse (come nel caso di specie), non ce l'hanno, perché riguardano una realtà vasta e simbolica.
Per questo motivo, il parere del Governo è contrario, ma auspicabilmente, in una prossima e diversa sede, vedremo di trovare una soluzione anche a questo problema.

PRESIDENTE. Prendo atto che il relatore per la maggioranza concorda sul parere del Governo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Baretta. Ne ha facoltà.

PIER PAOLO BARETTA. Signor Presidente, chiedo di sottoscrivere l'emendamento Duilio Tab.A.8, che, se non ha ottenuto un parere favorevole del Governo, è riuscito almeno a farlo parlare in Aula: lo considero già un risultato importante (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Vico. Ne ha facoltà.

LUDOVICO VICO. Signor Presidente, chiedo di sottoscrivere l'emendamento Duilio Tab. A.8.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sarubbi. Ne ha facoltà.

ANDREA SARUBBI. Signor Presidente, chiedo anch'io di sottoscrivere l'emendamento Duilio Tab. A.8.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Duilio Tab. A. 8, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Colleghi, alla prossima votazione, se continua questo luccichio al quale non corrisponde un «solido» dietro la luce, mi costringerete a fare il controllo delle tessere di votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 509
Votanti 501
Astenuti 8
Maggioranza 251
Hanno votato
236
Hanno votato
no 265).

Prendo atto che il deputato Vassallo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

Pag. 94

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, vorrei tramite lei informare l'onorevole Baldelli che ci sono ventinove voti di differenza, cioè circa un terzo di quelli che sono stati espressi in modo doppio e triplo. Faccia sapere anche questo agli ascoltatori, ai quali prima ha fatto sapere che la maggioranza era presente in Aula.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Ciccanti Tab. A. 9.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ciccanti. Ne ha facoltà.

AMEDEO CICCANTI. Signor Presidente, questo emendamento vuole sottolineare l'importanza dell'interesse da parte dell'UdC al sostegno della lotta alla droga. Abbiamo visto che nelle dotazioni della Presidenza del Consiglio dei ministri, cui si riferisce questa competenza, nella fattispecie nella dotazione riservata al sottosegretario Giovanardi, che, tra l'altro, ha anche la competenza in materia di famiglia, vi è stata una riduzione delle risorse. Vorremmo sostenere l'onorevole Giovanardi, il cui stanziamento è stato decurtato di qualche decina di milioni, attestandosi attualmente, per il 2009, ad una quantità di risorse pari a 10 milioni. Due milioni in più avrebbero potuto aiutare la lotta alle tossicodipendenze, che purtroppo in questo Paese è uno dei temi che sono stati dimenticati.
Comprendiamo le competenze dei comuni e delle province su questo tema, ma certamente un'azione di stimolo, di coordinamento, di ricerca e di sostegno, anche per tutte le attività dispersive che vengono esercitate dagli enti locali, potrebbe essere utile.
Faccio presente e concludo, signor Presidente, che anche al capitolo 21.02 «Sostegno alla famiglia» è stato ridotto lo stanziamento da 346 milioni a 186 milioni di euro per il 2009, come risulta dalla tabella C.
Se noi mettiamo insieme la riduzione delle risorse per la lotta alla droga, la riduzione delle risorse per la famiglia, la riduzione delle risorse per le attività ricreative e lo sport e per quelle relative all'incentivazione e al sostegno della gioventù, comprendiamo come i giovani di questo Paese siano lasciati all'abbandono da questo Governo, e ce ne dispiace (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ciccanti Tab. A. 9, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Colleghi, ognuno voti per sé, per cortesia.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 481
Votanti 475
Astenuti 6
Maggioranza 238
Hanno votato
220
Hanno votato
no 255).

FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signora Presidente, ho avuto l'impressione che in questo settore, tra i banchi dell'Italia dei Valori, si sia accesa qualche luce in più dei presenti. La prego, quindi, di fare una verifica in questo settore e, per quella strada, magari anche in altri settori.

PRESIDENTE. Onorevole Evangelisti, il mio turno è scaduto. Lascio questa richiesta al collega, Vicepresidente Leone (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania), che sicuramentePag. 95provvederà nel modo più efficace, che, come tutti sanno, è quello di lasciare aperta la votazione e ritirare le tessere (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE (ore 17,40)

PRESIDENTE. Grazie dei suggerimenti (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, non era un suggerimento, non mi permetterei mai. Era una cortese richiesta.

PRESIDENTE. Non mi riferivo a lei, onorevole Evangelisti (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Maran Tab. A.11.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rosato. Ne ha facoltà.

ETTORE ROSATO. Signor Presidente, intervengo semplicemente per spiegare all'Aula di cosa stiamo parlando, chiedendo al Governo un minimo di attenzione.
Con questo emendamento, che, peraltro, ha un costo assolutamente non rilevante - per il 2009 parliamo di un milione e 200 mila euro - chiediamo di ripristinare i fondi che sono stati tagliati alla regione Friuli-Venezia Giulia in merito alle minoranze linguistiche, in particolare alla minoranza slovena.
Riteniamo, insieme ai colleghi firmatari e al Partito Democratico, che un'operazione di questo tipo, cioè il taglio dei fondi alle istituzioni delle minoranze linguistiche, in particolare, in questo caso, alla minoranza slovena, sia in contrasto con i principi ispiratori dell'Europa, più volte richiamati in questa occasione, con i principi che hanno caratterizzato i rapporti bilaterali tra questo Governo e il Governo sloveno e anche i rapporti tra il Governo e il Friuli Venezia Giulia, regione che, peraltro, è amministrata dal centrodestra. Ritengo che un taglio di questo tipo non trovi nessuna giustificazione.
Inoltre, voglio rammentare che dietro queste cifre ci sono istituzioni che, da anni, caratterizzano l'organizzazione della comunità e della minoranza slovena sul nostro territorio regionale, che ci sono posti di lavoro e che ci sono richieste che, in questo senso, sono legittimamente supportate da un buon utilizzo di queste risorse.
È difficile, quindi, comprendere un atteggiamento del Governo di questo tipo, che, dopo anni di fatiche per arrivare a un contributo che riesca a mantenere queste istituzioni in essere, taglia così profondamente le risorse a ciò destinate.
Chiederei una rivalutazione e un atteggiamento diverso da parte del Governo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Maran Tab. A.11, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 500
Votanti 494
Astenuti 6
Maggioranza 248
Hanno votato
238
Hanno votato
no 256).

Prendo atto che il deputato Mannino ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Duilio Tab. A.12.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Duilio. Ne ha facoltà.

Pag. 96

LINO DUILIO. Signor Presidente, intervengo solo per spiegare l'emendamento, perché non credo che la materia possa intenerire né il relatore né il Governo al fine di riconsiderare il parere contrario.
Qui si tratta semplicemente di una modifica, senza cambiare alcunché, sui saldi, per finanziare, almeno in parte, una proposta di legge esistente presso la VII Commissione (Cultura), che tende a favorire la promozione, la produzione e la formazione per il musical nel nostro Paese, che è un genere molto popolare che cresce da molti anni. Si è previsto una appostamento, diciamo così, modificando la tabella per un milione di euro.
Ovviamente, sapendo che anche questo è un tema diffuso e trasversale - la proposta di legge presentata nella scorsa legislatura fu firmata da tutti i colleghi di maggioranza e di opposizione - tenuto conto del fatto che non si modificano i saldi, confido in un voto favorevole e, per non smentire il Governo, auspico che preliminarmente sia il relatore sia il Governo modifichino il loro parere.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Duilio Tab. A.12, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 506
Votanti 498
Astenuti 8
Maggioranza 250
Hanno votato
235
Hanno votato
no 263).

Prendo atto che il deputato Nizzi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che il deputato De Poli ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Bocci Tab. A.13.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bocci. Ne ha facoltà.

GIANPIERO BOCCI. Signor Presidente, brevemente, l'emendamento presentato da me e dal collega Trappolino vuole richiamare il Governo ad un atteggiamento di coerenza, soprattutto a mantenere gli impegni che lo stesso ha assunto in questi mesi con le istituzioni locali.
Parliamo delle mura poligonali di Amelia, un comune della provincia di Terni, che costituiscono una testimonianza straordinaria, eccezionale del patrimonio archeologico del nostro Paese. Nel 2006 si è verificato il crollo di un tratto delle mura. L'allora Ministro Buttiglione si recò sul posto e il Governo di allora fu abbastanza attento alle esigenze della comunità locale.
Successivamente, l'allora Ministro Rutelli ha individuato e ha messo a disposizione del cantiere delle risorse significative per continuare i lavori in questione.
Ci troviamo adesso di fronte ad una situazione in cui, invece, il Governo attuale, malgrado gli impegni assunti ufficialmente dal Ministro per i beni e le attività culturali, dimostra un'assoluta, sostanziale assenza dalla vicenda in questione.
Vorrei ricordare che l'eventuale fermo dei lavori del cantiere per mancanza di risorse rischierebbe di compromettere non soltanto il completamento dei lavori in questione, ma anche le opere che fino adesso sono state realizzate, ripeto, grazie all'impegno dell'allora Ministro Buttiglione e del Ministro Rutelli.
Per questo chiedo al Governo di esprimere un giudizio positivo e di dare il proprio consenso all'approvazione dell'emendamento in questione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bocci Tab. A.13, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 97
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 496
Votanti 489
Astenuti 7
Maggioranza 245
Hanno votato
233
Hanno votato
no 256).

Prendo atto che il deputato De Poli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere il voto e che la deputata Mastromauro ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Maran Tab. A.14.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Duilio. Ne ha facoltà.

LINO DUILIO. Signor Presidente, chiedo scusa ai colleghi: in questo caso sinceramente confido in un mutamento del parere, perché stiamo parlando di una modifica alla tabella che è finalizzata a rifinanziare la legge n. 58 del 2001 per il Fondo per lo sminamento, che è una questione rispetto alla quale, in materia di cooperazione allo sviluppo, non possiamo che essere sensibili.
Abbiamo tagliato i fondi dappertutto; almeno mettere in tabella un milione di euro perché si ripristini il Fondo, relativamente alla legge che già esiste (contrariamente a quella che è la situazione attuale, che vede sottratto un finanziamento minimale), considerato quello che succede nel mondo, spero, confido e ribadisco che possa verificarsi, con un sussulto di autonomia in Parlamento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Maran Tab. A.14, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 503
Votanti 495
Astenuti 8
Maggioranza 248
Hanno votato
228
Hanno votato
no 267).

Prendo atto che i deputati Mannino, Volontè, Compagnon, Adornato, Galletti, Goisis, Consiglio e De Poli hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Maran Tab. A.15.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Strizzolo. Ne ha facoltà.

IVANO STRIZZOLO. Signor Presidente, mi rivolgo anch'io ai colleghi e al rappresentante del Governo per cercare di sollecitare un ripensamento rispetto ad una posizione negativa sull'emendamento che abbiamo presentato io ed altri colleghi del Partito Democratico, finalizzato ad integrare gli stanziamenti che rifinanziano la legge che ha ratificato gli accordi di Osimo.
Il significato di questo intervento è legato ad un contesto economico-sociale, ma anche alla presenza, come ha ricordato prima il collega Rosato illustrando un altro emendamento, di una pluralità di presenze etnico-linguistiche in quella parte del territorio del nostro Paese, soprattutto nell'area della provincia di Trieste e di Gorizia. Si tratta di un territorio che, proprio in occasione dell'accordo di Osimo, ha pagato un prezzo altissimo alla storia del nostro Paese, un prezzo che ha aiutato e contribuito a fare in modo che si aprisse una fase nuova nei rapporti internazionali; un accordo che di fatto ha concluso una pagina storica dolorosa per il nostro Paese, e che quindi merita attenzione da parte del Governo e da parte dell'Aula.
Tra l'altro, viene proposta un'integrazione di importo limitato: 800 mila euro per gli anni 2009-2010-2011, ma è un segnale importante di attenzione ad una parte del territorio del nostro Paese che ha vissuto dei veri e propri drammi.Pag. 98
Oggi è giusto, rispetto ai benefici e all'interesse generale complessivo portato avanti in virtù degli accordi di Osimo, prevedere un rifinanziamento di questo provvedimento legislativo proprio per contribuire, ancora una volta, a fornire un sostegno soprattutto a quelle comunità e a quelle istituzioni che, per quegli accordi, hanno pagato un prezzo altissimo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Compagnon. Ne ha facoltà.

ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, aggiungo la mia firma all'emendamento Maran Tab. A.15 che, diversamente da quello precedente, che pur trattava una situazione di quelle zone, richiede un impegno del Governo in maniera più complessiva ed articolata rispetto a tutta la questione di Osimo. Chiedere il rifinanziamento delle leggi che lo prevedevano conseguentemente ai trattati di Osimo non è altro che dare un segnale di rispetto e di riconoscenza per un prezzo pagato, come è già stato ricordato in Aula, soprattutto in quelle zone.
Non si chiede di rifinanziare l'una o l'altra associazione, ma più complessivamente di riconoscere, come è giusto da parte del Paese e, in questo caso, da parte del Governo, il prezzo pagato in quelle zone in ragione dei trattati di Osimo che sappiamo, storicamente, cosa hanno significato. Ritengo, pertanto, tale misura giusta e doverosa, e ringrazio anzi il presentatore di questo emendamento, che mi permette di aggiungere la mia firma.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Monai. Ne ha facoltà.

CARLO MONAI. Signor Presidente, aggiungo anche la mia firma all'emendamento che è stato poco fa illustrato dal collega Strizzolo, anche per testimoniare un'attenzione che l'Italia dei Valori ha nei confronti di questo problema, che è ancora oggi irrisolto e che ha visto la questione degli esuli lasciata un po' in sordina, anche da parte di questo Governo.
Il Presidente Berlusconi ha firmato da poco un accordo con Gheddafi per i danni derivanti dalla guerra e dal colonialismo, con ingenti somme destinate a risolvere tale problema annoso. Ma il problema affrontato dall'emendamento in esame è altrettanto annoso e forse più importante, perché riguarda componenti della nostra cittadinanza italiana distribuite un po' su tutto il territorio nazionale, che hanno perso non solo la loro dignità ma anche le loro proprietà, e che attendono ancora oggi attenzione.
Vi è quindi la necessità che il Governo dia un segnale non solo ai cittadini che hanno perso le loro proprietà in Libia e alla Libia per i danni derivanti dal colonialismo, ma provveda con altrettanta attenzione ed uguale solerzia a risolvere il problema degli esuli.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gottardo. Ne ha facoltà.

ISIDORO GOTTARDO. Signor Presidente, le considerazioni svolte dai colleghi meritano alcune brevi osservazioni. L'attenzione del Governo sicuramente non verrà meno, come non è mai venuta meno, nei confronti delle comunità italiane in Istria e Dalmazia, e di coloro che in questi anni si sono fatti carico della garanzia della continuità di quella comunità e del funzionamento delle scuole.
Ritengo che siano fuori luogo i paragoni rispetto ad altre situazioni come quella della Libia e sono certo che, proprio per le considerazioni ripetutamente svolte dal Governo, il ridimensionamento del contributo non comporterà comunque un venir meno dei servizi alla comunità italiana; peraltro, nell'esercizio e nell'utilizzo dei fondi ancora disponibili, questa comunità, che sicuramente soffrirà questo taglio, potrà comunque rinegoziare con il Governo, nella garanzia dei servizi che vengono assicurati e della cultura, il funzionamento di ciò che fin qui è stato, conPag. 99il pieno riconoscimento da parte di questo Governo dell'importanza che l'Unione italiana e la comunità italiana svolgono in Istria e in Dalmazia.
Credo pertanto che tale riduzione, sicuramente dolorosa, non pregiudichi comunque il rapporto di fiducia che esiste.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Maran Tab. A.15, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 514
Votanti 507
Astenuti 7
Maggioranza 254
Hanno votato
241
Hanno votato
no 266).

CARLO MONAI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CARLO MONAI. Signor Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori soltanto per dare atto che il collega Gottardo, appena intervenuto a sostegno dell'emendamento, ha votato contro.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Tab. A.200 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 514
Votanti 510
Astenuti 4
Maggioranza 256
Hanno votato
504
Hanno votato
no 6).

Prendo atto che il deputato Antonino Russo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti D'Antoni Tab. A.16 e Tab. A.201 della Commissione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Antoni. Ne ha facoltà.

SERGIO ANTONIO D'ANTONI. Signor Presidente, vorrei prendere atto del ripensamento del Governo e del contributo del relatore per il ripristino di questo finanziamento all'associazione Svimez, che svolge un grande lavoro con serietà, puntualità e impegno per la conoscenza dei fenomeni economici e sociali del nostro Paese e, in particolare, per la questione del dualismo, vale a dire della differenza tra le zone forti e le zone deboli.
La Svimez ha una grande storia, esiste da molti anni, fa un lavoro prezioso ed è una delle poche voci indipendenti e libere di questo Paese. Lo fa al servizio del Paese e a favore delle zone deboli di esso. Quindi, aver ripristinato il finanziamento dell'anno passato dà un importante segnale che non vogliamo spegnere le voci libere di cui il Paese ha tanto bisogno per ricongiungersi finalmente e fare la grande unità. La Svimez offre un grande contributo affinché il Paese finalmente si unisca tra nord, centro e sud: questo è il nostro grande obiettivo, mai dividerlo, sempre unirlo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Ippolito Vitale. Ne ha facoltà.

IDA D'IPPOLITO VITALE. Signor Presidente, intervengo per dichiarare un convinto voto favorevole agli emendamenti al nostro esame e, soprattutto, per esprimerePag. 100la soddisfazione di vedere condivisa un'istanza che avevo sollevato con un emendamento a mia firma in Commissione bilancio.
La scelta unanime della Commissione di proporre al Governo il ripristino di risorse economiche utili all'efficiente funzionamento della Svimez va nella direzione giusta, a tutela delle politiche di sviluppo che, insieme a risorse adeguate, bisogna garantire al Mezzogiorno. Condivido, infatti, quanto detto da coloro che nell'odierno dibattito hanno opportunamente sottolineato che la ripresa del sud non è soltanto o prevalentemente affidata alla disponibilità, pure necessaria, di adeguate risorse ma, piuttosto, alla definizione, prima, e all'attuazione, dopo, di corrette e mirate politiche di sviluppo, nell'ambito però - aggiungo - di una visione larga e nazionale, che soprattutto abbia la consapevolezza del fatto che il rilancio dell'intero Paese passa necessariamente dal pieno recupero del Mezzogiorno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Vico. Ne ha facoltà.

LUDOVICO VICO. Signor Presidente, intervengo per esprimere un apprezzamento al Governo e alla Commissione, che hanno revocato il taglio che era stato previsto, e per ricordare a tutti i colleghi di questo Parlamento che l'origine della Svimez coincide con il sorgere del nuovo meridionalismo, in seguito ad una riflessione sistematica sulla questione meridionale che si svolse all'interno dell'IRI a partire dal 1938 sotto l'impulso del presidente, Alberto Beneduce, che tra i soci e i fondatori vi fu il Banco di Napoli, che l'associazione fu costituita il 2 dicembre 1946 a Roma e il gruppo originario comprendeva Donato Menichella, Pasquale Saraceno, Francesco Giordani e Rodolfo Morandi.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti D'Antoni Tab. A.16 e Tab. A.201 della Commissione, accettati dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 507
Votanti 500
Astenuti 7
Maggioranza 251
Hanno votato
469
Hanno votato
no 31).

Prendo atto che il deputato Negro ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Galletti 0.Tab.A.202.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 517
Votanti 511
Astenuti 6
Maggioranza 256
Hanno votato
240
Hanno votato
no 271).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Tab. A.202 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

Pag. 101

(Presenti 512
Votanti 424
Astenuti 88
Maggioranza 213
Hanno votato
418
Hanno votato
no 6).

Prendo atto che la deputata Ferranti ha segnalato che non è riuscita ad esprimere il voto e che avrebbe voluto astenersi.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Verini Tab. A.17.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Verini. Ne ha facoltà.

WALTER VERINI. Signor Presidente, assieme ai colleghi Peluffo, Ceccuzzi e Calvisi abbiamo presentato questo emendamento, che si propone di garantire, anche per il triennio successivo a questo anno, i finanziamenti ad associazioni combattentistiche, il cui sostegno era stato regolamentato da una norma del 1994, poi riapprovata e rifinanziata negli anni successivi. L'ultima volta, il Parlamento approvò un nuovo finanziamento nel 2006: tale finanziamento scade con l'esercizio in corso ed alcune importanti associazioni combattentistiche rischiano di non avere più la possibilità di portare avanti la propria attività. Ne cito solo alcune, per capire di cosa stiamo parlando: mi riferisco all'Associazione nazionale combattenti e reduci, all'Associazione nazionale degli ex deportati politici nei campi nazisti, all'Associazione nazionale delle famiglie dei caduti e dispersi in guerra, all'Associazione nazionale dei mutilati ed invalidi ed all'Associazione nazionale partigiani d'Italia.
Queste associazioni non hanno solo un valore sociale di tutela e di assistenza a coloro che sono iscritti, ma anche un valore di tutela e conservazione della memoria, in un momento in cui è necessario ed utile - noi crediamo - che la memoria di questi valori, su cui si fondano la nostra Repubblica e la nostra Costituzione, debba essere conservata.
Per questo motivo, facciamo appello a tutta l'Assemblea, affinché l'emendamento in esame venga approvato e venga garantita la sopravvivenza di questi soggetti, che sono davvero importanti per la nostra convivenza civile (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Baretta. Ne ha facoltà.

PIER PAOLO BARETTA. Signor Presidente, intervengo per apporre la mia firma all'emendamento in esame e per rivolgermi in maniera diretta ed esplicita, tramite lei ovviamente, al sottosegretario Vegas e agli altri rappresentanti del Governo presenti.
L'onorevole Verini ha illustrato le ragioni di questo emendamento, la sua particolarità, il merito che lo riguarda ed anche gli effetti assolutamente contenuti in termini di spesa. Mi chiedo davvero se sull'emendamento in esame, che riguarda argomenti di assoluta sensibilità, il Governo possa modificare l'opinione e dare un parere favorevole. Ciò rappresenterebbe un segnale utile, perché la materia prescinde dal rapporto tra le parti politiche, la maggioranza e la minoranza, riguardando un argomento sul quale la sensibilità della nostra nazione è molto alta. Per questo motivo, la pregherei di chiedere al Governo se intenda modificare il suo atteggiamento ed assumere questo come un argomento sul quale si possa arrivare ad una conclusione condivisa.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Verini Tab. A.17, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 501
Votanti 493
Astenuti 8
Maggioranza 247
Hanno votato
237
Hanno votato
no 256).

Pag. 102

Prendo atto che la deputata Ferranti ha segnalato che non è riuscita a votare e che avrebbe voluto astenersi e che i deputati Sisto, Nizzi e Del Tenno hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, credo che chiunque dia uno sguardo ampio a tutta l'Assemblea, all'emiciclo, si renderebbe conto che, da circa tre ore, siamo in presenza di un comportamento che non è proprio dovuto, in particolare da parte dei colleghi della maggioranza, ma non solo da parte loro. In altre parole, si sta assistendo ad un atteggiamento che non si può certamente approvare, e cioè quello del doppio e del triplo voto.
Poiché si tratta di un atteggiamento e di un comportamento visibile, signor Presidente, mi richiamo all'articolo 57 del Regolamento che, al comma 1, recita esplicitamente: «Quando si verifichino irregolarità, il Presidente, apprezzate le circostanze, può annullare la votazione e disporre che sia immediatamente ripetuta».
Pertanto, signor Presidente, le chiederei semplicemente di tenere aperta la votazione, se lo ritiene opportuno, e, quando dovesse verificare che vi sono luci che si accendono senza che il collega sia presente, le chiederei non tanto di intervenire dal punto di vista repressivo, quanto invece di procedere secondo quanto previsto dal Regolamento, ossia di far ripetere la votazione espressa, in quanto essa sarebbe irregolare. Quindi, da questo punto di vista, mi sembra che applicare il Regolamento alla lettera sarebbe opportuno e garantirebbe a noi il normale svolgimento di un dibattito sul disegno di legge finanziaria che, fino a questo momento, non ha avuto eccessi di comportamenti irregolari.

ANTONIO BORGHESI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, naturalmente io osservo, ed essendo collocato in questa posizione mi viene più facile osservare ciò che avviene nel mio arco visivo e, quindi, non alle mie spalle. Tuttavia, devo dire che ciò che si sta verificando ormai da decine di voti (non voglio indicarle l'area o la fila dei banchi in cui questo avviene) è in piena evidenza. Quando ella ha preso posto per il suo turno di Presidenza, avevamo appena chiesto una verifica delle schede. Credo che alla prossima votazione sia utile che lei tenga aperta la votazione e che si proceda ad una verifica delle schede in quel momento.

PRESIDENTE. Invito i deputati segretari a procedere al controllo delle tessere di votazione (I deputati segretari ottemperano all'invito del Presidente).

ANTONIO BORGHESI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, poiché i segretari tornano mestamente al loro posto senza neanche una tessera mentre è di tutta evidenza che le tessere di votazione erano presenti in largo numero e dal momento che l'Ufficio di Presidenza, mi risulta, che abbia autorizzato la procedura di mantenere la votazione aperta per effettuare un controllo durante il voto, le chiederei, alla prossima votazione, di farlo (Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Ciccanti Tab. A. 18.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ciccanti. Ne ha facoltà. Onorevole, la invito a chiedere prima la parola.

Pag. 103

AMEDEO CICCANTI. Signor Presidente, era da tempo che avevo alzato la mano. Con questo intervento intendiamo sottolineare l'interesse dell'UdC, in relazione a questo emendamento, per quanto riguarda il sostegno alle forze dell'ordine e di sicurezza. Questa attenzione ci ha consentito, all'indomani dell'approvazione del decreto-legge n. 112 del 2008, che tagliava 413 milioni di euro destinati al Ministero dell'interno, di cui 270 milioni stanziati per l'ordine e la sicurezza, di mettere il Governo nella condizione, in sede di rimodulazioni, di poter ripristinare, in qualche modo, l'equilibrio di bilancio relativo a tale missione. Desidero sottolineare che per rifinanziarla, sono state sacrificate altre voci, come quella relativa ai servizi istituzionali e generali, dove vengono tagliati 417 milioni di euro e il servizio affari generali, con 415 milioni di euro in meno.
L'articolo 60, comma 4, del decreto-legge n. 112 del 2008 chiede ai Ministri di presentare al Parlamento - e la data è stata prorogata al 30 settembre di quest'anno - una nota preliminare in cui si spieghino le rimodulazioni e le ragioni che sottostanno a queste variazioni di bilancio e quindi a come vadano riorganizzati i vari servizi ed a come rendere in qualche modo più efficiente ed efficace il servizio.
Dunque, signor Presidente, è bene che si sappia in questa Aula che soltanto tre Ministri hanno presentato queste note preliminari. Tutti gli altri hanno rimodulato senza spiegare se queste rimodulazioni siano vere, attendibili se comportino in concreto delle modifiche all'interno della struttura di riferimento. Faccio notare, signor Presidente, che la differenza tra l'impostazione dei tagli di spesa prevista dai commi 507 e 508 della legge finanziaria approvata dal centrosinistra nel 2007 facevano riferimento allo spending review cioè ad una rivisitazione, ad una rimodulazione della spesa pubblica successivamente alla quale si sarebbero apportati i tagli.
In questo caso, con il decreto-legge n. 112 del 2008, si è fatto il contrario: prima sono stati operati i tagli e poi si è detto a ciascun Ministro di riorganizzarsi nella distribuzione delle risorse al proprio interno e di porre, poi, rimedio a livello di questi assestamenti interni attraverso la rimodulazione tra programmi all'interno di ciascuna missione (che notoriamente fa riferimento a ciascun Ministero). È chiaro che queste somme destinate alla missione ordine pubblico e sicurezza non ci convincono soprattutto perché sono state tagliate da altre voci di cui non ci viene data spiegazione.
Vorrei sottolineare al signor Ministro dell'interno o a chi per lui che quello dell'ordine pubblico e della sicurezza in Italia è soprattutto un problema di efficacia dell'intervento: abbiamo una spesa per unità di addetto a questi servizi, di ordine pubblico e di sicurezza, che è al massimo livello rispetto a quella degli altri Paesi.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

AMEDEO CICCANTI. Concludo, Presidente. Per tali motivi si ritiene che questa spesa all'interno di questa missione è mal distribuita.
Vorrei quindi che le cinque forze di polizia (che svolgono le stesse mansioni in molti ambiti) e che tutta l'organizzazione fossero meglio razionalizzate, così da poter anche giustificare qualche riduzione o rimodulazione di spesa, ma questo non ci viene concesso e ce ne lamentiamo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Volontè. Ne ha facoltà.

LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente vorrei sottoscrivere, anche a nome dei colleghi Tassone e Mannino, questa proposta emendativa e vorrei proseguire, anche se per qualche istante, il ragionamento del collega Ciccanti.
In più di un'occasione abbiamo ascoltato con piacere, qui, le parole del Ministro dell'interno, Roberto Maroni, che ha detto all'Assemblea che il problema delle risorse si sarebbe risolto in occasione della discussione del disegno di legge finanziaria e del bilancio dello Stato: siamo arrivati aPag. 104questo momento. Negli ultimi mesi si è detto: «Arriverà il momento in cui molte delle vostre preoccupazioni verranno meno perché questi soldi che vengono tagliati qui e lì, su e giù nei vari capitoli di bilancio verranno poi restituiti». Questa è un'occasione, non dico che sia l'unica, ma è l'occasione principale da qui alla fine dell'anno per poter dare concreta attuazione agli impegni che, dal mese di maggio in poi, sono stati presi di fronte all'Assemblea - ossia quelli di sciogliere le preoccupazioni del Governo e della sua maggioranza, ma anche dell'intero Parlamento perché il Ministro dell'interno su queste proposte ha ottenuto il consenso pressoché unanime di tutto il Parlamento - rendendoli efficaci non solo a parole, ma anche fornendo al personale di polizia quegli strumenti per poter rendere concrete queste operazioni.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Tassone. Ne ha facoltà.

MARIO TASSONE. Signor Presidente ho chiesto la parola per sottoscrivere, a nome mio e dell'onorevole Mannino, questa proposta emendativa, ma visto che lo ha già fatto per me l'onorevole Volontè volevo solo ribadire che concordo completamente con quanto già detto dall'onorevole Ciccanti e anche dall'onorevole Volontè.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Paladini. Ne ha facoltà.

GIOVANNI PALADINI. Signor Presidente, intervengo solo per apporre la mia firma all'emendamento in esame.

PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ciccanti Tab. A. 18, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 500
Votanti 493
Astenuti 7
Maggioranza 247
Hanno votato
226
Hanno votato
no 267).

Prendo atto che i deputati Berretta e Porfidia hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Cambursano Tab. A. 19.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Scilipoti. Ne ha facoltà.

DOMENICO SCILIPOTI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, rappresentanti del Governo, stiamo cercando di sostenere fortemente l'emendamento in esame e invitiamo anche i presenti a sostenerlo. Si tratta di un emendamento che chiede lo storno dal Ministero del lavoro a quello dell'interno, per il 2009, di 15 milioni di euro, per il 2010 di altri 15 milioni e anche per il 2011 di altri 15 milioni.
Che cosa chiediamo e perché chiediamo lo storno? Lo chiediamo per potenziare le attività di prevenzione e repressione del traffico illecito di sostanze stupefacenti. Perché, colleghi, chiediamo con grande forza di sostenere questo emendamento? Le sostanze stupefacenti non sono altro che traffico illecito di droga, molte volte. Il traffico illecito di droga porta ad un introito di denaro per tutto ciò che è malaffare, ossia Cosa nostra, camorra, 'ndrangheta e così via. Ma la circostanza peggiore è che questi soldi vengono utilizzati, successivamente, da coloro che sono i cosiddetti «colletti bianchi», per il riciclaggio. Su questo punto voglio soffermarmi un attimo e apro una brevissima parentesi, senza voler creare nessuna asprezza o critica nei confronti di alcuno. Intendo solo ricordare che il precedente Governo a guida Berlusconi - non quello attuale - aveva tra i suoi membri un Ministro che faceva utilizzo, normalmente, di sostanze stupefacenti e questo èPag. 105veramente un fatto grave. Perché affermo ciò? Perché con il voto sull'emendamento in esame si denoterà, da parte di coloro che sono presenti in quest'Aula, la loro voglia di cambiare e se intendono sostenere il giusto o no.
Ma andiamo avanti. Abbiamo capito chi ci guadagna. Le droghe più richieste presenti sul mercato in questo momento sono hashish, marijuana, eroina, efedina, pseudoefedrina che è una sostanza che può essere utilizzata, normalmente, da coloro che ruotano intorno al mondo della sanità, vale a dire medici, paramedici e così via. Cosa succede a questo punto (lo dico senza asprezza, ma rivolgendomi in particolare ai colleghi della Lega solo per amore di riflessione)? Risulta, dagli accertamenti effettuati, il sequestro, in questi ultimi tempi, di 213.802 dosi di sostanze stupefacenti e sintetiche in Lombardia. Soltanto a Como, sono state sequestrate 123 mila pasticche. Cosa significa questo? Che il mio intervento non è di parte, ma serve a prendere coscienza di ciò che avviene sul territorio. Esso tende a favorire l'approvazione dell'emendamento in esame, per rafforzare tutto ciò che tende alla difesa della vita umana e di ciò che dovrebbe essere sano.
Ma voglio continuare il mio intervento con un'altra riflessione. Queste sostanze, che sono a maggiore diffusione, cosa provocano e quali danni possono produrre all'interno dell'organismo umano? Quasi sempre provocano, soprattutto a lunga distanza, rabdomiolisi, vale a dire la distruzione dello scheletro, con il conseguente venir meno dei reni e lenta e progressiva morte. Allora, cosa vuole significare questo mio intervento? Esso mira a far nascere una riflessione seria e concreta da parte di coloro che rappresentano la minoranza, che non intervengono solo per parlare, né solo per creare confusione, ma per creare un dialogo sereno e costruttivo nell'interesse del Paese e di tutti i suoi figli, che siano della Sicilia o della Lombardia.
Bisogna lavorare compatti per produrre leggi nell'interesse della collettività e del Paese. Allora, che cosa chiedo a voi, colleghi, in quest'Aula? Di prendere in esame la proposta emendativa e di far sì che si possano stornare questi 15 milioni per dar forza e contribuire alla lotta contro la criminalità e contro chi utilizza le sostanze stupefacenti a danno dell'essere umano (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cambursano Tab. A. 19, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 492
Votanti 483
Astenuti 9
Maggioranza 242
Hanno votato
219
Hanno votato
no 264).

Prendo atto che i deputati Barbareschi e Argentin hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere il voto e che la deputata Ghizzoni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Ruvolo Tab. A. 20. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ruvolo. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE RUVOLO. Signor Presidente, abbiamo proposto l'emendamento in esame innanzitutto per significare all'Aula e ai colleghi che è avvenuta una riduzione, che riteniamo poco responsabile, del fondo per il piano irriguo nazionale. In un momento nel quale nel Paese e nel mondo i cambiamenti climatici sono sotto gli occhi di ciascuno di noi, l'unica cosa che hanno pensato questo Governo e questa maggioranza è stata la riduzione di 50 milioni di euro, per il solo 2009, del fondo per il piano irriguo nazionale.Pag. 106
È capitato anche di ascoltare il Ministro Zaia, mi rivolgo ai colleghi della Lega che sono stati presenti in Commissione agricoltura e anche in quest'Aula, che tra le priorità del suo Dicastero, peraltro indicate in una relazione, parlava di incrementare le risorse finanziarie per il piano irriguo nazionale, addirittura attraverso uno specifico piano straordinario per le infrastrutture irrigue, immaginando anche di costruire nuovi invasi, vista la necessità di acqua per l'agricoltura, e non solo, è tanta e soprattutto urgente. Tutto questo non è avvenuto e non ci rendiamo conto, forse, signori del Governo, che vi è una riduzione delle piogge pari al 40 per cento in Italia. La siccità è costante e le aree di desertificazione in questo Paese avanzano. Mi riferisco alle punte estreme della Sicilia, dove la siccità è costante e perenne: non piove da anni. Con questa riformulazione volete togliere risorse a un comparto che ne ha bisogno. Non mi riferisco solo all'agricoltura, perché l'acqua viene regolarmente utilizzata anche e soprattutto per usi potabili.
È questa la speranza che date all'agricoltura? Così volete affrontare un tema tanto forte e sentito nel Paese e nel mondo dell'agricoltura? Invito i colleghi che sono stati con noi nelle diverse audizioni del Ministro ad essere coerenti con quanto abbiamo sostenuto nella Commissione di merito: in particolare, la possibilità di non farci sottrarre somme. Infatti, non si tratta solo di questi 50 milioni di euro perché ci sono altri tagli e, a questo fine, abbiamo presentato altri emendamenti che affrontano questa problematica.
Questo Governo riduce di 100 milioni di euro la spesa per il piano irriguo nazionale. Altro che piano straordinario! Quando le riduzioni sono di questo livello quale prospettiva vi può essere per un'agricoltura di qualità, soprattutto in un contesto così drammatico, in cui non piove più e la siccità avanza (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro e di deputati del gruppo Partito Democratico)?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Libè. Ne ha facoltà.

MAURO LIBÈ. Signor Presidente, intervengo brevemente perché il collega Ruvolo ha già spiegato bene come stanno le cose. Ho detto prima che l'acqua è un bene primario e mi piacerebbe che tanti colleghi dell'attuale maggioranza, che hanno fatto battaglie insieme con noi al Senato o alla Camera nella scorsa legislatura, se ne ricordassero.
Chiedo al Governo e alla maggioranza di rivedere la posizione su questo emendamento. Qualcuno dice che poi la norma sarà modificata al Senato. Cari amici, hanno già fatto tante cose, tanti cambiamenti. La chicca di oggi è che hanno tolto dal disegno di legge n. 1441-ter i CIP 6 e ce li ritroveremo nel terzo provvedimento per la Campania! Vediamo se continuerete a bervi questi giochi di magia! Ma voi che difendete l'agricoltura dovreste votare questo emendamento anziché andare in giro per i territori ad affermare il contrario (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Servodio. Ne ha facoltà.

GIUSEPPINA SERVODIO. Signor Presidente, intervengo per apporre la mia firma su questo emendamento e vorrei prendere spunto dalle poche parole, che il sottosegretario senatore Vegas ci ha fornito in quest'aula, sottolineando che questo non è un emendamento di carattere localistico, ma punta ad adottare una misura strutturale.
Signor sottosegretario, siamo d'accordo sul fatto che dobbiamo tagliare gli sprechi e le misure assistenzialistiche, ma l'acqua è fondamentale. Signor Presidente, lei è pugliese: in Puglia si sta verificando un'emergenza idrica tale che, se non sarà risolta, le nostre colture di qualità andranno in crisi e in difficoltà. Quindi, vorrei veramente pregare quest'Assemblea, che so essere stanca dalPag. 107momento che lavoriamo da questa mattina, di scindere e separare le misure di carattere localistico da quelle che, invece, sono fondamentali per lo sviluppo di un settore produttivo quale quello dell'agricoltura.
Aggiungo, signor Presidente, che il ridimensionamento del piano irriguo mette in difficoltà anche tutti i progetti in via di esecuzione. Quindi, anche il progetto fatto a livello locale viene messo in difficoltà, perché non ci sono i soldi per cantierizzare tanti progetti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Baretta. Ne ha facoltà.

PIER PAOLO BARETTA. Signor Presidente, annuncio a malincuore il voto di astensione del Partito Democratico, dal momento che condividiamo largamente le finalità e le preoccupazioni spiegate non solo dal presentatore, ma anche dall'onorevole Servodio, che ha illustrato con chiarezza la crisi che sta avvenendo in molti territori a causa della riduzione delle risorse idriche.
Quello che non funziona non è tanto la proposta di aumentare l'intervento a favore di tali risorse, ma la copertura finanziaria di questo emendamento, cioè l'utilizzo di risorse dello spettacolo e del Ministero delle attività culturali, che rende di difficile realizzazione questo equilibrio. Semmai allo spettacolo bisognerebbe destinare ulteriori risorse, dal momento che è stato penalizzato dallo stesso disegno di legge finanziaria.
Quindi, pur condividendo le motivazioni che lo hanno portato ad essere presentato e sottolineando ulteriormente la denuncia e le preoccupazioni espresse dai colleghi, questo reperimento di risorse provoca il nostro voto di astensione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cera. Ne ha facoltà.

ANGELO CERA. Signor Presidente, ancora una volta faccio appello alla sensibilità dei nostri parlamentari del meridione, quelli che in qualche maniera nelle varie interviste dicono di difendere il sud e la Puglia in modo particolare. In questi giorni basta accendere Tele Norba, la nostra emittente locale, per accorgersi che in Puglia l'acqua è centellinata, è ormai data alle famiglie goccia a goccia.
Negli invasi non c'è più acqua, perché non piove da tanto tempo. Per cui l'emendamento Ruvolo Tab. A.20 sarebbe un toccasana minimo...

PRESIDENTE. La prego di concludere.

ANGELO CERA. ...perché si possa ricreare una condizione di fiducia anche e soprattutto nell'agricoltura. Chiedo scusa, Presidente. Coraggio, siete stati eletti, un po' di coraggio; tirate fuori quel sangue...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Cera.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sardelli. Ne ha facoltà.

LUCIANO MARIO SARDELLI. Signor Presidente, sottoscrivo l'emendamento del collega Ruvolo e, riprendendo quanto affermava il collega Cera, pongo all'attenzione del Parlamento e dei deputati pugliesi la situazione idrica della regione, che è drammatica.
Questo disegno di legge finanziaria purtroppo ha un occhio particolarmente distratto e lontano e usa una mano dura per il mondo agricolo. Il settore irriguo, però, non riguarda solo l'agricoltura, ma tutta la popolazione e i servizi. Quindi, all'amico del Partito Democratico che ha affermato di astenersi, ricordo che non c'è spettacolo o bene culturale che tenga rispetto all'emergenza di una risorsa straordinaria qual è l'acqua. Vi inviterei a prendere contezza della gravità della situazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamentoPag. 108Ruvolo Tab. A.20, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 497
Votanti 353
Astenuti 144
Maggioranza 177
Hanno votato
89
Hanno votato
no 264).

Prendo atto che il deputato Bragantini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che i deputati Di Giuseppe e Milo hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole. Prendo atto inoltre che la deputata Ghizzoni ha segnalato di aver espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto astenersi e che il deputato Cambursano ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Servodio Tab. A.21.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Servodio. Ne ha facoltà.

GIUSEPPINA SERVODIO. Signor Presidente, mi riferisco a due emendamenti, Servodio Tab. A.21 e Oliverio Tab. A.22. Potrei anche non commentare, signor Presidente, potrei anche non dire nulla. Ma di che cosa si tratta? Per la prima volta in una legge finanziaria una voce, in questo caso «Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali», non c'è. Colleghi, la voce «Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali» non c'è nelle tabelle A e B. Non si tratta di aver ridotto uno stanziamento, la voce è sparita.
Signor Presidente, sottosegretario Vegas - lo dicevo anche prima - non è un emendamento di carattere localistico; qui si mette in crisi l'attività istituzionale del Ministero e, in modo particolare, l'attività legislativa delle Commissioni della Camera e del Senato che stanno lavorando su molti argomenti che interessano l'ammodernamento del sistema agroalimentare italiano. Dove andremo a trovare le risorse per i progetti di legge che sono stati già avviati in Commissione al Senato sul biologico? Dove andremo a trovare i finanziamenti per portare avanti il progetto sulle agro-energie, di cui ci siamo riempiti la bocca qualche giorno fa in quest'Aula?
La domanda è questa: l'agricoltura è un settore considerato nell'agenda di questo Governo oppure riteniamo che sull'agricoltura bastino solo le misure dell'Unione europea? Siamo veramente consapevoli che, alla vigilia di una riforma della politica agricola comunitaria, proprio l'Unione europea ci chiede maggiori responsabilità? L'Unione europea, sottosegretario Vegas, ci chiede di fare delle scelte prioritarie nel settore dell'agricoltura.
Noi avremmo anche potuto dire di sì al Governo se ci avesse presentato un piano di riforme per i tanti sprechi che attengono ad enti e strutture collegate al Ministero dell'agricoltura, perché gli sprechi ci sono. Ma disattivare e cancellare la voce agricoltura su due tabelle per quanto riguarda le spese correnti e gli investimenti significa dire a questo Parlamento che l'agricoltura non è quel settore primario che può aiutare l'economia generale del Paese a risolvere la crisi finanziaria ed economica.
Vorrei esprimere in quest'Aula solidarietà al Ministro Zaia, il quale è sempre puntuale nelle sue audizioni e pronto a dare una mano affinché si sviluppi in questo Paese un ripensamento sul modello del nostro sistema agroalimentare. Mi dispiace Ministro Zaia, soldi e risorse non ve ne sono. Credo che ciò sia veramente uno schiaffo non solo ad un settore, ma anche alla possibilità che il Paese attraverso il sistema agroalimentare dia risposte all'occupazione e anche allo sviluppo dei nostri territori (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Pag. 109
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Servodio Tab. A.21, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 484
Votanti 477
Astenuti 7
Maggioranza 239
Hanno votato
222
Hanno votato
no 255).

Prendo atto che i deputati Ruvolo e Galletti hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Saluto una delegazione di parlamentari del Burundi, che sta assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Oliverio Tab. A.22.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Servodio. Ne ha facoltà.

GIUSEPPINA SERVODIO. Signor Presidente, nel mio intervento mi riferivo sia al mio emendamento Tab. A.21, sia all'emendamento Oliverio Tab. A.22, in quanto si tratta della stessa finalizzazione.

PRESIDENTE. Sta bene
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Oliverio Tab. A.22, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 491
Votanti 485
Astenuti 6
Maggioranza 243
Hanno votato
222
Hanno votato
no 263).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Oliverio Tab. A.23.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Agostini. Ne ha facoltà.

LUCIANO AGOSTINI. Signor Presidente, con questo emendamento cerchiamo di finanziare alcune misure in materia di credito peschereccio per dare attuazione al piano nazionale della pesca marittima, che in questa finanziaria non è preso per niente in considerazione. Vorremmo istituire questo fondo dopo che il Governo ha eliminato qualsiasi misura di sostegno anche su questo punto e anche in questo settore.
È evidente a tutti come il settore della pesca sia oramai diventato marginale nel contesto economico del Paese. Si tratta di un settore già provato dalla mancanza di materie prime, dall'aumento dei costi della tecnologia e della manodopera, ma soprattutto dal vertiginoso aumento del costo del carburante.
Per questo motivo il gruppo del Partito Democratico nella Commissione agricoltura ha già posto diverse volte all'attenzione del Governo il problema, anche attraverso l'approvazione di una risoluzione, dove si evidenziavano alcune misure per contenere le criticità del settore determinate dall'aumento del costo del carburante (come dicevo prima), oltre a proporre alcune misure di rilancio e di sviluppo nel settore della pesca.
Avevamo avanzato, inoltre, alcune proposte concrete, come gli sgravi fiscali sul fermo definitivo, visto che il premio per la dismissione in base ai regolamenti dell'Unione europea è troppo basso e, quindi, non sufficiente a riconvertire le attività. Avevamo proposto, inoltre, la diversificazione del fermo temporaneo per aiutare, in particolare, il settore della piccola pesca, la rimodulazione dei fondi comunitari del FEP, dando più elasticità alle regioniPag. 110per intervenire sugli investimenti del settore. Abbiamo chiesto soprattutto il sostegno per contenere il costo dell'aumento del carburante, ma non c'è stato niente di tutto questo.
A fronte di alcuni impegni verbali assunti anche con roboanti conferenze stampa dal Ministro dell'Agricoltura, ancora una volta non segue nessun fatto.
Non c'è un euro a favore della pesca e non viene disposto alcun investimento per il rilancio del settore; anzi, con la solita puntuale coerenza, il Ministro dell'economia e delle finanze taglia a chi ha di meno. Ancora una volta, la scure dei tagli di Tremonti si abbatte sui settori più deboli, quelli più fragili dell'economia del nostro Paese.
Altro che Robin Hood: qui si tratta di una scientifica persecuzione nei confronti di tutti i soggetti economici più deboli. Senza investimenti non ci sarà ripresa; senza misure di sostegno per rilanciare l'economia, a partire da quei settori più deboli, come la pesca, non si riprenderà la strada dello sviluppo.
Per questo motivo, abbiamo proposto anche misure modeste per finanziare il piano nazionale della pesca marittima: chiedo al Governo, quindi, di modificare il parere contrario sull'emendamento Oliverio Tab. A.23, perché esso va a coprire un settore debole ancora molto significativo per il nostro Paese.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cristaldi. Ne ha facoltà.

NICOLÒ CRISTALDI. Signor Presidente, intervengo con grande rispetto per il collega che mi ha preceduto e per onore di verità, perché mi sembra che il suo intervento sia un po' ingrato nei confronti sia dell'azione politica svolta da questo Parlamento sulla materia della pesca, sia dell'azione del Governo.
Al di là della materia sollevata con l'emendamento Oliverio Tab. A.23, infatti, rimane una questione: proprio il problema del caro gasolio ha trovato risposta nell'azione del Governo, perché, con un preciso decreto, si è provveduto all'arresto temporaneo e alla concessione di contributi in qualche maniera rapportati all'entità del danno. Ciò è stato anche oggetto di grande battaglia nei confronti dell'Unione europea e il Governo è riuscito, su questa materia, non solo ad essere autorizzato ad operare in tal senso, ma anche ad imporre questa logica all'interno dell'Unione europea per eventuali ulteriori crisi.
Del resto, il collega non ha citato il fatto che - se anche la materia della pesca, da questo punto di vista, è stata affrontata ed è rimasta fuori la cosiddetta piccola pesca - il Governo ha autorizzato le regioni a poter utilizzare i fondi FEP per consentire, tramite l'adozione di leggi regionali che anche la piccola pesca usufruisca di quelle agevolazioni e di quei benefici. Così ha fatto la regione Sicilia, governata dal centrodestra (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zucchi. Ne ha facoltà.

ANGELO ZUCCHI. Signor Presidente, intervengo per ricordare che il tema della pesca riguarda un settore che ha bisogno di essere ammodernato e nel quale è necessario trovare risorse per ridurre lo sforzo della pesca. Dobbiamo ridurre i nostri pescherecci e dobbiamo poterli ammodernare. A tal fine, abbiamo bisogno di risorse che sostengano questi processi. In realtà, fino ad ora queste risorse non ci sono state, perché sono state abbondantemente tagliate. Se non si avvia un processo di vera modernizzazione, non risolviamo e non rispondiamo alle esigenze del settore della pesca.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Oliverio Tab. A.23, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 111
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 483
Votanti 476
Astenuti 7
Maggioranza 239
Hanno votato
215
Hanno votato
no 261).

Prendo atto che i deputati Villecco Calipari, Mura e Occhiuto hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che il deputato Vessa ha segnalato di aver espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto voluto astenersi. Prendo atto che la deputata Goisis ha segnalato che non è riuscita a votare contro.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Narducci Tab. A.25.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Narducci. Ne ha facoltà.

FRANCO NARDUCCI. Signor Presidente, mi rivolgo al Governo, all'Aula e a tutti i colleghi, perché le comunità italiane all'estero non sono un fatto esclusivo delle forze politiche e dei gruppi politici, ma sono un patrimonio dell'Italia, se è vero che ogni famiglia italiana ha avuto un parente emigrato.
Non comprendiamo, allora, come con questo disegno di legge finanziaria si colpiscano oltremodo gli interventi diretti agli italiani emigrati, in particolare e segnatamente sul versante dell'insegnamento della lingua e della cultura italiana, dell'assistenza sociale e di altre forme che, in cifre assolute, sono veramente irrisorie.
Prego il sottosegretario Vegas di ascoltarmi, perché è un argomento che ci sta veramente a cuore. Non c'è una giustificazione per i tagli che sono stati fatti sui capitoli di bilancio del Ministero degli affari esteri riguardanti gli italiani all'estero, che vanno fino al 60 per cento rispetto alla finanziaria per il 2008.
Mi chiedo se questo Paese abbia coscienza dei milioni di cittadini italiani che sono all'estero, che sono cittadini a tutti gli effetti, che hanno risposto a questo Paese con generosità, con un grande cuore, ogni volta che c'è stata una calamità (sono state tante le calamità che hanno sconvolto il nostro Paese), che hanno mandato le rimesse a questo Paese e ancora continuano ad inviarle, che hanno un ruolo strategico nel quadro dell'internazionalizzazione del nostro sistema Paese.
Allora, non capisco veramente come il Governo possa non accogliere questo emendamento, che è finalizzato a creare nel triennio un fondo di 40 milioni di euro per ogni anno, recuperando una parte delle risorse che sono state tagliate. Poi, con un provvedimento successivo, il Governo potrà provvedere ad allocare le risorse incluse in questo fondo alla Direzione generale degli italiani all'estero.
Credo che questo sia un atto che va al di là delle situazioni contingenti, tenendo conto che il flusso del turismo di ritorno e di tutto quanto è stato detto anche nella discussione sulle linee generali non è nell'ordine di 40 milioni, ma di miliardi di euro, che fluiscono verso il Paese.
Allora, credo che il Governo debba capire questa esigenza. I figli dei nostri concittadini hanno diritto a mantenere un legame forte con il nostro Paese, attraverso la conoscenza della nostra lingua e del nostro patrimonio di valori e di cultura.
Ecco perché chiedo veramente alla Commissione e al Governo un ripensamento sul parere espresso su questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Narducci Tab. A.25, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

Pag. 112

(Presenti 482
Votanti 475
Astenuti 7
Maggioranza 238
Hanno votato
217
Hanno votato
no 258).

Prendo atto che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Binetti Tab. A.26 e Volontè Tab. A.27.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Binetti. Ne ha facoltà.

PAOLA BINETTI. Signor Presidente, questi emendamenti hanno come obiettivo di riferimento specifico il diritto allo studio per gli studenti universitari. Credo che in questo momento, in cui tutti siamo particolarmente attenti alla realtà universitaria, soprattutto considerata dal punto di vista dei bisogni degli studenti e delle nuove generazioni, questi emendamenti meriterebbero un'attenzione particolare.
L'idea che venerdì prossimo ci possa essere uno sciopero generale degli studenti universitari, chiamati tutti a venire qui a Roma per manifestare i loro bisogni e per protestare, forse meriterebbe, tra i gesti positivi con cui il Ministro Gelmini si appresta ad aprire un dialogo con loro, anche un gesto concreto di dialogo sul piano delle risorse che si rendono disponibili.
Credo che valga la pena, in un momento anche di difficoltà e di contrazione delle risorse disponibili, pensare a bisogni, che vanno visti come investimenti e non come costi.
Per questo, chiedo anche ai colleghi del centrodestra di guardare a questa proposta con un atteggiamento più aperto alla speranza e ad una voglia di costruire insieme un orizzonte di senso e di significato per la cultura giovanile, ma anche per quella che potrà essere una situazione di ricambio positivo tra una posizione universitaria totalmente sotto accusa e quello che, invece, potrebbe essere uno sguardo di futuro sull'università (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Binetti Tab. A. 26 e Volontè Tab. A.27, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 489
Votanti 482
Astenuti 7
Maggioranza 242
Hanno votato
217
Hanno votato
no 265).

Prendo atto che la deputata De Torre ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Misiani Tab. A.28.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Misiani. Ne ha facoltà.

ANTONIO MISIANI. Signor Presidente, l'emendamento punta a rafforzare gli stanziamenti in capo al Ministero dell'interno per i trasferimenti agli enti locali, che soffriranno già quest'anno, ma a maggior ragione nel 2009, di pesanti tagli ai trasferimenti erariali, per effetto di provvedimenti assunti negli ultimi due anni.
Segnalo, in particolare, che ai comuni mancheranno 818 milioni di euro per effetto dei tagli disposti dal decreto Visco-Bersani, 251 milioni per i tagli ai costi della politica previsti dalla finanziaria per il 2008, 200 milioni per il decreto-legge n. 112 del 2008, più minori entrate legate all'abolizione dell'ICI sulla prima casa, non compensata a sufficienza dai trasferimenti erariali decisi con il decreto-leggePag. 113n. 93 del 2008, pari a 700-800 milioni a seconda delle stime, anche perché, nel 2009, i 260 milioni disposti con il decreto n. 254 verranno a mancare.
Abbiamo, quindi, una situazione molto difficile sul versante delle entrate, perché sono quasi due miliardi di euro in meno nelle entrate degli enti locali, dei comuni nello specifico, che si aggiungono ad una manovra che impone ai comuni un riaggiustamento dei conti pari a 1,34 miliardi di euro, che avverrà tutto sul lato delle spese, visto che, come noto, vi è stato il blocco di ogni spazio di autonomia impositiva per i comuni.
Meno entrate, quindi, e l'obbligo di ridurre le spese per una cifra consistente. Vogliamo segnalare, con questo emendamento, la necessità di restituire almeno parte di quanto è stato tolto ai comuni senza giustificazione negli ultimi due anni per effetto di una serie di provvedimenti, che hanno via via ridotto i trasferimenti che lo Stato attribuisce ai comuni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Piffari. Ne ha facoltà.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Signor Presidente, intervengo a titolo personale per sottoscrivere l'emendamento Misiani Tab. A.28 e per lanciare l'appello al Governo di stare molto attenti nel togliere le risorse ai comuni, che sono uno dei pochi motori che ancora riescono a far funzionare la cosa pubblica.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Misiani Tab. A.28, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 493
Votanti 486
Astenuti 7
Maggioranza 244
Hanno votato
224
Hanno votato
no 262).

Prendo atto che il deputato Vannucci ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Tidei Tab. A.29.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tidei. Ne ha facoltà.

PIETRO TIDEI. Signor Presidente, interverrò anche sugli emendamenti successivi, che hanno un contenuto analogo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Tidei Tab. A.29, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 487
Votanti 480
Astenuti 7
Maggioranza 241
Hanno votato
218
Hanno votato
no 262).

Prendo atto che i deputati Colombo, Corsini, Pollastrini hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che il deputato Pugliese ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Villecco Calipari Tab. A.30.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Garofani. Ne ha facoltà.

Pag. 114

FRANCESCO SAVERIO GAROFANI. Signor Presidente, questo è il secondo emendamento che il gruppo del Partito Democratico propone in tema di difesa. È difficile, probabilmente, parlarne a quest'ora, in un'Aula stanca. È un tema importante e delicato; chiedo un attimo di attenzione anche ai colleghi della maggioranza.
Con questo emendamento, chiediamo che venga istituito un fondo pari a 450 milioni di euro, a decorrere dall'anno 2009, per far fronte alle spese di esercizio. Il capito dell'esercizio è il più delicato per quanto riguarda il bilancio della difesa.
Per capire di cosa stiamo parlando concretamente, uso le parole contenute in un documento del Ministero della difesa, quindi del Ministro La Russa, contenute nella nota aggiuntiva allo stato di previsione per la difesa per l'anno 2009, dove, a proposito delle spese di esercizio, si dice: «Tali spese attengono direttamente alla funzionalità dello strumento militare in quanto afferenti alla formazione e addestramento, alla manutenzione dell'efficienza dei mezzi e alla sicurezza del personale». Ancora, si dice nel documento: «Occorre considerare che la mancata entrata in servizio di nuovi mezzi, dovuta alle continue riduzioni operate sui programmi di ammodernamento e rinnovamento, comporta, quale conseguenza, la necessità di un prolungamento in vita tecnico-operativa di quelli esistenti, con connessi maggiori oneri per il settore in parola a cui si aggiungono impatti diretti sulla sicurezza del personale e sulla operatività degli stessi».
Stiamo, quindi, parlando dell'efficienza dello strumento militare, ma anche della sicurezza dei nostri soldati, di quei soldati a cui tutti siamo vicini e di cui abbiamo parlato così intensamente in questi giorni di celebrazioni, e anche stamattina qui in Aula. A tal proposito, voglio ricordare le parole importanti del collega Paglia, e non solo le sue.
Vi è una consapevolezza condivisa, diffusa in Aula, in Parlamento, nelle Commissioni in cui abbiamo discusso di questi temi; e voglio ricordare che gli stessi colleghi della maggioranza del centrodestra in Commissione, valutando il provvedimento in esame, hanno espresso un parere condizionato. E una delle condizioni chiedeva espressamente che fossero sensibilmente attenuati, a partire dal 2009, gli effetti delle riduzioni degli stanziamenti disposti a carico dello stato di previsione del Ministero della difesa dall'articolo 60 del decreto-legge 112.
Qui è mancato l'impegno del Governo: gli stanziamenti aggiuntivi che sono stati previsti sono del tutto insufficienti. Per dire una cifra, tutti insieme sono meno di quanto costeranno i nostri quattro Tornado, che stiamo per inviare in Afghanistan, da qui alla fine dell'anno; una misura che pure noi del Partito Democratico, l'opposizione, lealmente ci siamo impegnati a sostenere e che domani voteremo quando tratteremo del rifinanziamento delle missioni.
Credo che siano importanti le celebrazioni e le commemorazioni, ci sentiamo tutti uniti nel sostegno dei nostri militari. Però, il compito della politica, il compito del Governo non è celebrare o commemorare: il compito della politica, la responsabilità del Governo è assumere le scelte necessarie in questo momento. Le scelte a sostegno delle nostre Forze armate non possono più attendere.
È con questo spirito che chiedo all'Aula liberamente, ma anche ai colleghi del centrodestra, di assumere ognuno la propria personale responsabilità su un tema tanto importante (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Villecco Calipari Tab. A.30, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

Pag. 115

(Presenti 501
Votanti 494
Astenuti 7
Maggioranza 248
Hanno votato
232
Hanno votato
no 262).

Prendo atto che la deputata Motta ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Capodicasa Tab. B.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capodicasa. Ne ha facoltà.

ANGELO CAPODICASA. Signor Presidente, l'emendamento in esame si propone di ripristinare uno stanziamento per la viabilità secondaria di Calabria e Sicilia che era stato inserito nella legge finanziaria per il 2007, successivamente tagliato in uno dei provvedimenti estivi che questo Governo ha adottato, insieme ad altri stanziamenti che riguardavano grandi infrastrutture per queste due regioni.
In quell'occasione il presidente della regione siciliana, onorevole Lombardo, incontrando il Presidente del Consiglio e chiedendo conto di questo taglio, riferì che aveva ricevuto assicurazioni da parte del Presidente che esso sarebbe stato ripristinato in occasione della legge finanziaria, e quindi quei tagli erano di carattere provvisorio.
Se non erano delle «balle», e chiedo scusa per la grossolanità dell'espressione, abbiamo qui l'occasione per ripristinare quello stanziamento, dal momento che tali stanziamenti avevano dato vita ad atti formali intervenuti tra regione, Stato e province, e le stesse province avevano dato avvio alle progettazioni per corrispondere alle esigenze e ai requisiti che il decreto conseguente aveva stabilito.
Credo quindi che il Governo debba rivedere il parere contrario che ha espresso, trattandosi di dare seguito a un impegno che, a dire del presidente della regione siciliana, aveva assunto lo stesso Presidente del Consiglio.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Misiti. Ne ha facoltà.

AURELIO SALVATORE MISITI. Signor Presidente, intendo apporre anche la mia firma all'emendamento Capodicasa Tab. B.1 perché esso riguarda evidentemente un riconoscimento, un rimborso del maltolto a seguito dell'incredibile iniziativa di eliminare i fondi finalizzati alle infrastrutture delle due regioni più estreme, i quali, come è evidente, andrebbero sicuramente riallocati là dove sono stati presi.
Speriamo che si tratti soltanto di un fatto momentaneo, anche perché importanti presidenti delle regioni meridionali insistono come noi per la restituzione di quanto è stato tolto.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Capodicasa Tab. B.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 500
Votanti 499
Astenuti 1
Maggioranza 250
Hanno votato
242
Hanno votato
no 257).

Prendo atto che il deputato Bosi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che il deputato Vincenzo Antonio Fontana ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Tidei Tab. B.2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tidei. Ne ha facoltà.

PIETRO TIDEI. Signor Presidente, l'accantonamento che proponiamo è destinato ad assicurare il concorso dello Stato alPag. 116completamento della superstrada Civitavecchia-Viterbo. Le ragioni mi paiono ovvie, innanzitutto perché dobbiamo ricordare che ci sono stati impegni del Governo (ed anche in questo caso dobbiamo dire che se il Governo prima si impegna e poi non mantiene, ciò non può essere un problema nostro, ma esclusivamente un problema di responsabilità e di inaffidabilità del Governo medesimo).
Come tutti sanno, il porto di Civitavecchia è il primo porto passeggeri crocieristico di tutto il Mediterraneo (cioè di tutti i porti che si affacciano sul Mediterraneo), che ogni anno - voglio ricordarlo - vede la presenza di 3 milioni di visitatori; e come tutti sanno, vi è anche un impegno del Governo, seppur mutuato da quello precedente, di realizzare l'aeroporto di Viterbo.
Se, infatti, non dotiamo questo territorio delle infrastrutture necessarie, finiremo per creare una cattedrale nel deserto e quindi, probabilmente, per non rispondere alle esigenze di quei territori (parlo dello sviluppo dell'alto Lazio e della bassa Toscana, ma soprattutto del collegamento ferroviario e stradale che c'è tra il Tirreno e l'Adriatico).
Riteniamo, dunque, che ciò sia necessario, soprattutto perché oggi, in un momento di crisi occupazionale in cui tutti puntano alle autostrade del mare e si investe sul cabotaggio e sulla creazione di alternative al sistema autostradale, mi pare evidente in tale contesto la realizzazione sia della linea ferroviaria Civitavecchia-Capranica che si congiunge poi a Falconara, sia la realizzazione della superstrada di Civitavecchia.
Mi auguro che martedì si possa avere la buona notizia del completamento della rete autostradale Civitavecchia-Livorno.
In questo contesto, signor Presidente, l'approvazione di questo emendamento - e mi sarebbe piaciuto francamente che anche il collega Marini, sindaco di Viterbo, che certamente non appartiene alla mia componente politica, avesse sostenuto questa proposta emendativa - chiama in causa gli interessi della città di Viterbo, del comprensorio di Viterbo, della Tuscia e dell'Etruria meridionale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Tidei Tab. B.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 498
Votanti 490
Astenuti 8
Maggioranza 246
Hanno votato
229
Hanno votato
no 261).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nannicini Tab. B.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 499
Votanti 492
Astenuti 7
Maggioranza 247
Hanno votato
226
Hanno votato
no 266).

Prendo atto che il deputato Gianni Farina ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Tidei Tab. B.4.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tidei. Ne ha facoltà.

PIETRO TIDEI. Signor Presidente, sono già intervenuto, ma voglio aggiungere su questo tema della linea ferroviaria chePag. 117anche in questo caso siamo in presenza di una situazione di mala gestione delle risorse pubbliche.
Tenete presente che le Ferrovie dello Stato, e quindi lo Stato, hanno già investito sul riammodernamento di questa linea ferroviaria ben 190 miliardi di lire.
Oggi manca una parte per completare e rimettere in sesto quest'importante linea ferroviaria, che non solo avrebbe uno scopo turistico e commerciale ma, soprattutto, favorirebbe il trasporto delle merci che arrivano nel porto di Civitavecchia e vanno in tutta Italia, in particolare verso l'est europeo.
Riteniamo che non sia pensabile che siano stati spesi 190 miliardi di lire, buttati al vento, non completando l'opera. L'emendamento in oggetto tende a ripristinare una linea per la quale lo Stato non solo ha già dichiarato di voler intervenire ma addirittura ha già speso soldi e che, se non completata, diverrà assolutamente inutile.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Tidei Tab. B.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 489
Votanti 479
Astenuti 10
Maggioranza 240
Hanno votato
223
Hanno votato
no 256).

Prendo atto che il deputato Gianni Farina ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che i deputati Taddei e Vincenzo Antonio Fontana hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Misiani Tab. B. 5.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Misiani. Ne ha facoltà.

ANTONIO MISIANI. L'emendamento in esame concerne i fondi per le infrastrutture lombarde con particolare riferimento a quelle relative al sistema viabile pedemontano, che rappresenta una infrastruttura di grande portata e valenza (4,5 miliardi di euro è il costo complessivo) finanziata in misura consistente - cito il comma 979 dell'articolo unico della legge finanziaria 2007, che ha assicurato un contributo quindicennale statale dal valore di circa un miliardo di euro - ma che rimane scoperta, come si legge dall'Allegato infrastrutture al DPEF 2009-2013, per quasi mezzo miliardo di euro.
Se a questo aggiungiamo le opere collaterali e connesse alla Pedemontana, anch'esse scoperte per decine di milioni di euro, abbiamo tuttora risorse mancanti in misura consistente per il completamento del quadro finanziario necessario alla realizzazione di un'infrastruttura riconosciuta strategica dalla regione Lombardia, dai territori interessati e dalle stesse leggi nazionali nei documenti di programmazione statali. Quindi, proponiamo di incrementare i finanziamenti in capo al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti con questa precisa finalità.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Piffari. Ne ha facoltà.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Signor Presidente, intervengo per sottoscrivere l'emendamento Misiani Tab.B.5. e per ricordare che con queste poche risorse realizzeremo una grande infrastruttura per la quale gli operatori pubblici e privati già si stanno muovendo. C'è il rischio di perdere un altro treno per completare queste grandi opere. Assieme a questa grande opera, si rischia di frenare anche la tangenziale esterna di Milano che è il nodo critico del nord, il vero tappo di imbuto presente sulla infrastrutture del nord.Pag. 118Spero che il Governo ci pensi ancora, prima di tagliare le risorse per questa grande infrastruttura.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Misiani Tab.B.5, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 489
Votanti 483
Astenuti 6
Maggioranza 242
Hanno votato
224
Hanno votato
no 259).

Prendo atto che i deputati Taddei e Berardi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e che i deputati Rossa e Rampi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Esposito Tab. B.6, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Scusate, colleghi, revoco l'indizione della votazione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Esposito. Ne ha facoltà.

STEFANO ESPOSITO. Signor Presidente, l'emendamento in esame si riferisce alla richiesta di 40 milioni di euro aggiuntivi relativi ai danni provocati dall'alluvione di fine maggio nelle province di Torino e di Cuneo. Al momento i danni accertati dal commissario straordinario ammontano a 572 milioni di euro, una cifra così suddivisa: 541 milioni per le infrastrutture stradali, 18 milioni di euro per le attività produttive e 8 milioni di euro per i privati (quest'ultimo dato è in via di aggiornamento).
Signor Presidente, per questo grave fatto alluvionale avvenuto nelle due province piemontesi sono stati stanziati 176 milioni di euro. Allo stato attuale sono arrivati e sono stati resi disponibili 4,5 milioni di euro dell'ordinanza straordinaria e 18 milioni di euro arrivati nella giornata di ieri da parte del sottosegretario Bertolaso.
Tenga presente - mi rivolgo al Governo e al sottosegretario Vegas, che so essere molto attento a questa questione - che i danni solo per la somma urgenza ammontano a 33 milioni di euro e quelli per l'urgenza a 233 milioni di euro.
Ci saremmo aspettati da parte del Governo un'attenzione maggiore nell'erogazione dei fondi, perché, al momento, sui 176 milioni di euro, circa 22 milioni di euro stanziati sono resi disponibili alla regione ed alle province: sono pochi spiccioli. Riteniamo questo aspetto molto delicato, perché il sistema idrogeologico del Piemonte è molto provato e le infrastrutture stradali sono in seria difficoltà. Questi 40 milioni di euro sono richiesti per interventi urgentissimi per le casse di laminazione di alcuni fiumi. Se uno di questi - la Dora - non verrà immediatamente messo in sicurezza, a causa di prossimi eventi alluvionali o di piogge, rischierà di colpire direttamente la città di Torino.
Signor Presidente, con questo appello al Governo ed anche alla maggioranza (Deputati del gruppo del Partito Democratico aprono ombrelli - Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)...

PRESIDENTE. Per cortesia, la smetta...

STEFANO ESPOSITO. ...chiediamo di non lasciare i piemontesi semplicemente con i loro ombrelli (Commenti).

PRESIDENTE. Smettetela, per cortesia...

STEFANO ESPOSITO. Non fate ai piemontesi il gesto dell'ombrello, riconoscete i soldi per risolvere i problemi causati dall'alluvione (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico)!

Pag. 119

PRESIDENTE. Prego i commessi di ritirare gli ombrelli (I commessi ottemperano all'invito del Presidente). Tra l'altro, porta anche sfortuna aprirli all'interno (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà. Commenti)!
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Porcino. Ne ha facoltà.

GAETANO PORCINO. Signor Presidente, appena posso parlo...

PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia...prego, onorevole Porcino.

GAETANO PORCINO. Signor Presidente, chiedo di sottoscrivere l'emendamento in esame, perché penso che non sia possibile sottrarre dei fondi di estrema necessità ad un territorio, non consentendo, di conseguenza, di poter operare nelle situazioni di disagio che l'evento calamitoso (in questo caso, l'alluvione) ha determinato.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Esposito Tab.B.6, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 504
Votanti 495
Astenuti 9
Maggioranza 248
Hanno votato
225
Hanno votato
no 270).

Prendo atto che il deputato Cera ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Marco Carra Tab.B.7.
Ha chiesto dei parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marco Carra. Ne ha facoltà.

MARCO CARRA. Signor Presidente, con questo emendamento si chiede il concorso del Governo per migliorare un tratto di un'importante arteria stradale, che collega Mantova e Brescia e collega il polo logistico ed intermodale di Valdaro con l'aeroporto di Montichiari. Questa infrastruttura è percorsa quotidianamente da migliaia di automezzi, leggeri e pesanti, e attraversa molti centri urbani, provocando notevoli disagi alle popolazioni di questi centri e agli stessi utilizzatori e fruitori di questa arteria. Tra i centri attraversati, uno in particolare - mi riferisco al comune di Goito - rischia di non veder affrontato e risolto il problema per i prossimi anni.
Pertanto, è urgente prefigurare la realizzazione di un sistema tangenziale, che consenta il bypass del centro di questo comune. È del tutto evidente che se l'emendamento a mia firma dovesse essere approvato, come auspico, si creerebbero le condizioni per addivenire, in tempi relativamente rapidi, alla soluzione del problema, che - ne sono convinto - non riguarda solo la comunità in oggetto, ma un intero territorio e le migliaia di automobilisti e di autotrasportatori che percorrono questa arteria. Ognuno di loro chiede di risolvere questo problema, senza pensare di essere tra coloro i quali portano l'assalto alla diligenza, perché la legge finanziaria non è una diligenza da assaltare.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Marco Carra Tab.B.7, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 497
Votanti 486
Astenuti 11
Maggioranza 244
Hanno votato
224
Hanno votato
no 262).Pag. 120

Prendo atto che il deputato Sarubbi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Fiano Tab.B.8.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fiano. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO. Signor Presidente, questo emendamento serve per chiedere finanziamenti per un'infrastruttura fondamentale non solo per Milano, ma anche per la stagione che vorremmo che si aprisse (ma dopo le notizie che abbiamo avuto oggi non siamo neanche più così tanto sicuri) con la realizzazione dell'Expo 2015 a Milano. Chiediamo soldi per un'infrastruttura che serve a Milano e all'area milanese, e cioè, la quarta e la quinta linea della metropolitana di Milano. Noi, a nome di Milano, chiediamo i soldi che il Governo non ci mette, che non ci sono, che non c'erano nel collegato di luglio e che non ci sono ancora!
Chiediamo questi soldi da molto tempo, ma di questi soldi non c'è traccia: evidentemente, il problema dell'infrastrutturazione della più importante città del nord Italia non interessa a questo Governo, il quale - e lo dico ai colleghi della Lega - sembrava essere, dovrebbe essere, voi dite che sarebbe, il Governo più nordista della storia, però i soldi continuano a mancare, i cantieri di Milano della quarta e della quinta linea non possono partire, il problema del trasporto e delle infrastrutture di connessione tra Milano e l'area milanese rimane aperto e, se sommiamo questo alle pessime notizie sui 3 miliardi di euro che mancano per la realizzazione delle opere connesse all'Expo 2015, ne viene un quadro veramente preoccupante per lo sviluppo di Milano, per l'economia di quell'area del Paese e, quindi, alla fine, per l'insieme delle sorti dello sviluppo del Paese. È un atto grave far mancare a Milano questi soldi, che noi chiediamo con questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Misiani. Ne ha facoltà.

ANTONIO MISIANI. Signor Presidente, per la prima volta da molti anni questo disegno di legge finanziaria non contiene risorse aggiuntive per le grandi infrastrutture. Questo è un fatto grave in sé, perché il Paese e, in particolare, la parte più avanzata, quella che maggiormente è chiamata a competere con le grandi economie, soffre un drammatico deficit di infrastrutture.
Il problema è sollevato da questo emendamento per quanto riguarda la metropolitana milanese, ma lo stesso valeva in precedenza per la Pedemontana lombarda e si potrebbe andare avanti con un lungo elenco da nord a sud. Chiedo uno sforzo alla maggioranza e al Governo: servono più risorse, non i tagli che sono stati decisi con questo disegno di legge finanziaria, ma un vero cambio di rotta, perché anche da qui passa la ripresa della nostra economia.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fiano Tab. B.8, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 501
Votanti 500
Astenuti 1
Maggioranza 251
Hanno votato
229
Hanno votato
no 271).

Prendo atto che le deputate Mura e Samperi hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto favorevole e che la deputata Saltamartini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lolli Tab. B.9, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 121
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 502
Votanti 498
Astenuti 4
Maggioranza 250
Hanno votato
225
Hanno votato
no 273).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Capodicasa Tab. C.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capodicasa. Ne ha facoltà.

ANGELO CAPODICASA. Signor Presidente, questo è il secondo emendamento che tende a porre rimedio al secondo importante taglio che è stato operato da questo Governo per investimenti destinati ad infrastrutture nella regione Sicilia e nella regione Calabria.
L'onorevole Lo Presti, poc'anzi, polemizzando con l'onorevole D'Antoni, chiedeva dov'erano finiti i fondi per il ponte sullo Stretto. Il Governo Prodi, avendo dichiarato che quell'opera non rientrava tra le priorità, aveva destinato i fondi ex-Fintecna alla realizzazione di importanti infrastrutture ferroviarie, autostradali e per l'attraversamento urbano delle grandi città siciliane. Questi sono i fondi provenienti dalla destinazione originaria per il ponte, però il Governo Berlusconi li ha tagliati senza ripristinare nuovi finanziamenti per la realizzazione di quelle infrastrutture che sono necessarie per la mobilità delle merci e delle persone e per la competitività del sistema di trasporto in Sicilia.
Credo che, con la presentazione dell'emendamento in esame, rendiamo un favore alla maggioranza, nel ricordarle l'impegno assunto in passato proprio ai fini del ripristino dello stanziamento in oggetto. Ci auguriamo che questa nostra rimembranza serva a modificare il parere contrario del Governo e del relatore il quale, essendo peraltro un siciliano, dovrebbe ricordarsi bene di queste cose.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Misiti. Ne ha facoltà.

AURELIO SALVATORE MISITI. Signor Presidente, intervengo, come ho fatto già in precedenza, per apporre la mia firma a questo emendamento, perché, come è ovvio, anche la regione Calabria è interessata alla restituzione in oggetto. Noi presenteremo ulteriori emendamenti per cercare di attirare l'attenzione dell'Aula, del Governo e della maggioranza, sulla circostanza che lo scippo effettuato per finanziare l'abolizione dell'ICI sulla prima casa non può rimanere tale, ma occorre restituire i fondi. Bisogna ricordarlo al Governo il quale, di fatto, si era già impegnato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Laganà Fortugno. Ne ha facoltà.

MARIA GRAZIA LAGANÀ FORTUGNO. Signor Presidente, intervengo soltanto per apporre la mia firma a questo emendamento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Capodicasa Tab. C. 1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 497
Votanti 491
Astenuti 6
Maggioranza 246
Hanno votato
228
Hanno votato
no 263).

Prendo atto che il deputato Piso ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che i deputati Cambursano,Pag. 122Colombo e Calearo Ciman hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Di Pietro Tab. C. 3.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Misiti. Ne ha facoltà.

AURELIO SALVATORE MISITI. Signor Presidente, questo emendamento riprende l'impostazione che è stata data agli emendamenti precedenti dagli onorevoli Capodicasa e altri. Considerato che sono stati respinti i due emendamenti precedenti, noi insistiamo, richiamando l'attenzione sul fatto che la restituzione si può realizzare in due rate.
Ricordo all'Aula che la legge 24 dicembre 2007, n. 244, aveva istituito due distinti capitoli di spesa del Ministero delle infrastrutture e del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio del mare - denominati rispettivamente «Interventi per la realizzazione di opere infrastrutturali in Sicilia e in Calabria» e «Interventi di tutela dell'ambiente e difesa del suolo in Sicilia e Calabria» - nonché un capitolo che prevedeva fondi per le isole minori. Le risorse per finanziare i primi due capitoli erano state ottenute attraverso il trasferimento di quelle originariamente in dotazione dell'ex-Fintecna, ai sensi dell'articolo 1, comma 1155, della legge n. 296 del 2006, che aveva previsto uno stanziamento pari a 1363,5 milioni di euro. Ritenevo che questi fondi non dovessero essere destinati all'abolizione dell'ICI, ma restituiti a Fintecna, per finanziare il ponte che sta come priorità nel programma del centrodestra. Invece, sono andati altrove.
La citata legge n. 244 del 2007 prevedeva che tali risorse fossero assegnate per il 90 per cento alla realizzazione di opere infrastrutturali e per il 10 per cento a interventi di tutela dell'ambiente e di difesa del suolo e che le stesse venissero destinate per il 70 per cento alla Sicilia e per il 30 per cento alla Calabria. Invece, il decreto-legge 27 maggio 2008, n. 93, recante disposizioni urgenti per salvaguardare il potere di acquisto delle famiglie, approvato dal primo Consiglio dei ministri, tenutosi a Napoli il 21 maggio scorso, ha disposto l'abolizione dell'ICI sulla prima casa, almeno per quel 60 per cento rimasto, la riduzione dell'IRPEF sugli straordinari, la rinegoziazione dei mutui per la prima casa e l'erogazione del prestito-ponte all'Alitalia. Questo significa che è stata finanziata una manovra proprio con i fondi destinati alla Sicilia e alla Calabria. Con questo emendamento, anche se riteniamo importante che non si riconoscano piccoli finanziamenti a pioggia, intendiamo ricordare all'Aula che è necessario intervenire sui fatti di grande dimensione.
Questo è un messaggio che vogliamo dare all'Italia e se diamo questo messaggio accogliendo questo emendamento possiamo dire di aver fatto il nostro dovere e di avere riconosciuto che quanto era stato fatto con legge precedentemente non poteva e non doveva essere eliminato, scippato da norme successive. Tali norme evidentemente rispondono ad una logica elettoralistica e non di programmazione delle infrastrutture, le quali erano state destinate a quelle regioni evidentemente in virtù di una programmazione nazionale che prevedeva quegli investimenti in quelle regioni. Con il togliere senza alcuna motivazione si è evidentemente commesso un vero e proprio scippo alle regioni meridionali che hanno notoriamente il PIL pro capite più basso del nostro Paese. Pertanto, invito il Governo a ripensarci ed a rimediare a questo aspetto.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

AURELIO SALVATORE MISITI. E se non lo farà oggi, lo dovrà fare, a mio avviso, con provvedimenti ad hoc.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tassone. Ne ha facoltà.

MARIO TASSONE. Signor Presidente, incoraggiato dal collega Volontè...

PRESIDENTE. È l'unico!

Pag. 123

MARIO TASSONE. ...vorrei fare una considerazione sulle parole che ascoltato e anche sul merito di questi emendamenti.
Non c'è dubbio che esistono una serie di questioni che sono venute fuori dopo l'abbandono, da parte del Governo precedente, del progetto sull'attraversamento stabile dello stretto di Messina, del ponte di Messina. Una delle questioni da risolvere, pertanto è se vogliamo la costruzione e la realizzazione del ponte dello stretto di Messina.
La seconda questione è legata alla manovra dell'ICI; ma c'è anche una questione che viene fuori ed è relativa ad una scarsità di risorse per le opere infrastrutturali che non sono previste in questa manovra economica.
C'è, a mio avviso, una valutazione di fondo che dobbiamo fare, ho tentato anche di dirlo ieri intervenendo su un emendamento che riguardava il Mezzogiorno. Il problema è che ci sono delle risorse economiche per le infrastrutture del Mezzogiorno, infrastrutture che non riesce a realizzare, sia in Sicilia, sia in Calabria (la Salerno-Reggio Calabria e la statale n. 106). Molti cantieri sono stati posti sotto sequestro dall'autorità giudiziaria e ci sono soprattutto delle dilatazioni temporali che non possano essere accettate. Non è sempre un problema di allocamento di risorse, ma è un problema di capacità di realizzare e soprattutto di spendere queste risorse.
Dobbiamo fare un discorso molto serio: non è che avendo mille miliardi in più con essi risolveremo i problemi: ci sono migliaia di miliardi che non si riesce a spendere e quindi, con queste risorse, non si riesce a raggiungere gli obiettivi prefissati.
Non c'è dubbio che voterò a favore di questo emendamento, però con questa valutazione: quando abbiamo parlato in questa Aula dell'acqua e di altri problemi e di altri temi quali l'ordine pubblico e via dicendo dobbiamo capire perché alcune situazioni non vanno avanti. Ritengo che sia compito del Governo, dopo questa «vicenda» della manovra economica e finanziaria, fare delle valutazioni più pregnanti per darci lo stato dell'arte e dirci una parola di verità. Allo stesso modo noi dobbiamo dare una parola di verità rispetto agli obiettivi ed ai traguardi non raggiunti e che vorremmo ovviamente che fossero raggiunti al più presto possibile.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Pietro Tab. C. 3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 497
Votanti 491
Astenuti 6
Maggioranza 246
Hanno votato
231
Hanno votato
no 260).

Prendo atto che i deputati Calearo Ciman, Delfino e Giachetti hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Mariani Tab. C. 6. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marantelli. Ne ha facoltà.

DANIELE MARANTELLI. Signor Presidente, domani daremo vita ad un'interessante novità, quella di dare una sorta di fiducia lifting ad una legge finanziaria che sarà approvata domani sostanzialmente con lo stesso testo che avevamo visto giovedì scorso. Abbiamo proposto un emendamento su un problema che altri colleghi hanno già sottolineato oggi, andando proprio al cuore di tale questione, vale a dire la carenza di infrastrutture. Di conseguenza, proponiamo il potenziamento delle risorse per l'ANAS per un importo pari ad miliardo di euro.
Ricordo che l'armatura infrastrutturale è inadeguata in gran parte d'Italia. Abbiamo bisogno di colmare queste lacunePag. 124guidati da un criterio e da una stella polare: la chiarezza. A tale proposito voglio fare un esempio relativo alla più grande struttura del nord, la pedemontana, dove sussiste un problema, come è stato detto, di completamento di finanziamenti, per un importo pari a 410 milioni di euro. Il presidente della regione Lombardia si è informato, e il Presidente del Consiglio gli ha assicurato che i fondi sarebbero stati individuati in questa finanziaria. L'assessore regionale alla mobilità sostiene, invece, che saranno individuati nella «legge obiettivo». Il Ministro Matteoli, nei fondi per l'Expo 2015. Mi sono chiesto quale sia la busta giusta: la uno, la due o la tre? Abbiamo appena escluso la uno, e che Berlusconi non rispetti sempre alla lettera gli impegni che assume con Formigoni non è una grande novità. Vedremo le altre due ipotesi. Certo abbiamo bisogno di chiarezza, di opere che hanno una data di inizio e una di fine lavori e di costi finali che rispettino le previsioni. Si tratta di cose normali. Ecco perché ci è apparso altrettanto normale proporre di rafforzare le risorse per l'ANAS.
Nelle ultime settimane, in Aula, più colleghi hanno sostenuto una tesi suggestiva: il Governo toglie risorse al sud per darle al nord. Senza scomodare Salvemini, Saraceno e altri grandi che qui sono stati evocati e solo con il conforto di una modesta calcolatrice mi è stato facile constatare che rispetto all'allegato del DPEF, approvato prima della pausa estiva, la legge obiettivo...

PRESIDENTE. La prego di concludere.

DANIELE MARANTELLI. ...non è stata rifinanziata, sono stati tagliati i fondi alle ferrovie e all'ANAS.
Avremo, come sostiene Tremonti, che ringrazio davvero per la sua presenza in questi giorni, a disposizione del CIPE uno stock di investimenti di sedici miliardi derivanti da una nuova strutturazione tariffaria delle autostrade? Vedremo. Seguiremo questa partita con particolare interesse. Per ora ci limitiamo, in conclusione, a proporre di aumentare le risorse per gli interventi legati alla viabilità ordinaria e di grande comunicazione. Ci pare difficile negare che siano risorse necessarie per tutto il Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Lovelli. Ne ha facoltà.

MARIO LOVELLI. Signor Presidente, intervengo solo per apporre la mia firma all'emendamento in esame.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mariani Tab. C. 6, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 493
Votanti 484
Astenuti 9
Maggioranza 243
Hanno votato
224
Hanno votato
no 260).

Prendo atto che il deputato Porfidia ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo all'emendamento Capodicasa Tab. C. 5.

ANGELO CAPODICASA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANGELO CAPODICASA. Signor Presidente, annuncio il ritiro dell'emendamento Tab. C. 5 di cui sono primo firmatario, poiché ho visto la sordità presente nella maggioranza e nel Governo.

PRESIDENTE. Sta bene.Pag. 125
Passiamo alla votazione dell'emendamento Misiti Tab. C. 7.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Misiti. Ne ha facoltà.

AURELIO SALVATORE MISITI. Signor Presidente, nonostante questa sordità da parte della maggioranza e del Governo non ritiro l'emendamento in esame perché voglio illustrare all'Assemblea il significato preciso di questa proposta emendativa. Sembrerebbe che si tratti di un problema di ordinaria amministrazione. Invece no! Siamo di fronte ad un emendamento che cerca di prevenire la carenza di attuazione e di utilizzo dei fondi comunitari. Naturalmente questo spostamento di fondi, indicato nell'emendamento in esame, avrebbe un grande significato, perché siamo particolarmente preoccupati per il taglio sul capitolo n. 7.493, relativo al Fondo di rotazione per l'attuazione delle politiche comunitarie.
Sapete che l'attuazione delle politiche comunitarie in Italia, ma soprattutto nel Mezzogiorno e in alcune regioni che si riferiscono all'ex obiettivo 1, non si riescono ad applicare bene spesso per carenza locale, ma anche per carenza dello Stato. Questo Fondo di rotazione per l'attuazione delle politiche comunitarie è stato istituito dall'articolo 5 della legge n. 183 del 1987, la cosiddetta «legge Fabbri», dove sono iscritte le risorse nazionali destinate al cofinanziamento degli interventi provenienti sia dal bilancio comunitario, sia dal bilancio nazionale.
Queste somme sono indispensabili per poter utilizzare i fondi strutturali della Comunità europea. Alle somme da versare (6 miliardi 872 milioni 286 mila) sul conto corrente infruttifero presso la tesoreria centrale dello Stato (denominato Fondo di rotazione per l'attuazione delle politiche comunitarie - finanziamenti nazionali) si opera una diminuzione di 1684,714 milioni di euro rispetto alle previsioni assestate nel 2008 pari a 8.557 milioni. Ciò rischia di rendere non utilizzabili tutti i fondi strutturali a disposizione delle aree sottoutilizzate.
Guardate che ci assumiamo una grande responsabilità. Infatti, non è possibile dire sempre che ci sono Paesi virtuosi come l'Irlanda, il Portogallo e la Spagna che riescono a utilizzare tutti i fondi a disposizione da parte della Comunità europea e noi, come Stato e come Governo centrale, non riusciamo a mettere a disposizione i fondi per far risorgere il Mezzogiorno d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
Con questo emendamento possiamo dare un esempio e cercare di dare un ulteriore messaggio al Mezzogiorno. Non vogliamo fare propaganda in questo caso; vorremmo, invece, che tutta l'Aula, la maggioranza e il Governo, oltre all'opposizione, si rendessero conto dell'importanza bipartisan di queste mie affermazioni. Se non lo può fare il Governo in questa finanziaria è perché non ha previsto nulla per le infrastrutture, ma qui non si tratta di finanziare un'opera, ma di finanziare un capitolo che rende possibile l'uso giusto delle risorse messe a disposizione dalla Comunità europea (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Misiti Tab.C.7, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 482
Votanti 463
Astenuti 19
Maggioranza 232
Hanno votato
208
Hanno votato
no 255).

Prendo atto che i deputati Monai, Ruvolo, Romano e Lenzi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che la deputata Nirenstein ha segnalato che non è riuscita a votare contro.Pag. 126
Passiamo alla votazione dell'emendamento Maran Tab.C.8.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Duilio. Ne ha facoltà.

LINO DUILIO. Signor Presidente, dico, a beneficio dei colleghi, che questo è l'ultimo emendamento su cui intervengo. Intervengo soprattutto per segnalare all'attenzione del sottosegretario Vegas come, alla fine di questi nostri lavori sulla finanziaria, avrà la possibilità di redigere una contabilità speciale, che potremmo chiamare «contabilità Vegas» e cioè quella delle promesse che il sottosegretario ha fatto e che poi non ha mantenuto.
In questo caso mi riferisco a una promessa che ha fatto in sede di bilancio di assestamento, quando ho presentato un emendamento per 15 milioni di euro per la cooperazione allo sviluppo, notoriamente più che tagliata, taglieggiata, per cui ormai vi è una situazione nella quale tra poco le ONG dovranno licenziare anche l'essenziale personale fisso. Il sottosegretario Vegas ha proposto amabilmente di dimezzare quei 15 milioni portandoli a 7 milioni e mezzo, promettendo che successivamente, nella finanziaria, avrebbe provveduto a ripristinare almeno un poco di fondi per la cooperazione allo sviluppo, tenendo conto che ormai ci siamo allontanati in modo siderale da una percentuale minima del prodotto interno lordo che non ci esponga a figuracce a livello internazionale, come oramai stiamo facendo da molti anni.
Questo è il motivo per cui, con questo emendamento, si propone sostanzialmente un taglio lineare sulle diverse autorizzazioni di spesa, meno che per il Ministero degli esteri evidentemente, ripristinando un importo minimo decoroso che possa essere devoluto alla cooperazione allo sviluppo.
In questa sede siamo di fronte - esprimendosi in termini un poco romantici - a «cuori di pietra»: stiamo approvando un disegno di legge finanziaria che, oltre che essenziale, è sostanzialmente svuotato di qualsiasi contenuto. Non abbiamo introdotto contenuti ulteriori in Commissione bilancio, così come in Assemblea, ma la speranza è l'ultima a morire e, quindi, siccome credo che il nostro Paese non merita di fare figuracce a livello internazionale, spero che i colleghi, per un tema così importante sul piano politico ed etico, possano approvare questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Baretta. Ne ha facoltà.

PIER PAOLO BARETTA. Signor Presidente, sottoscrivo anch'io questo emendamento e ne sottolineo l'importanza che assume. Già ieri sera nel corso della discussione sul bilancio abbiamo avuto modo di rilevare l'incongruenza presente nella politica del Governo, che - lo voglio ricordare - è la politica nazionale: non accede a nessuna delle richieste relative al rifinanziamento della cooperazione internazionale.
Voglio solo sottolineare che, nell'ambito delle prerogative che competono al relatore di minoranza, non ho scelto di intervenire né sempre né a caso, ma in alcuni momenti specifici per sottolineare gli aspetti più importanti, che a noi sembra rappresentino la sensibilità generale oltre alle questioni di merito che abbiamo risolto insieme. Questo è uno di quelli. Chiedo al Governo di riflettere seriamente e di cambiare opinione sul punto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Maran Tab. C. 8, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

Pag. 127

(Presenti 496
Votanti 488
Astenuti 8
Maggioranza 245
Hanno votato
226
Hanno votato
no 262).

Prendo atto che i deputati Misiti, Sbrollini hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che i deputati Iapicca, Barbareschi e Garagnani hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.
Ricordo che l'emendamento Ruminato Tab. C. 10 è stato ritirato.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Oliverio Tab. C. 13.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Oliverio. Ne ha facoltà.

NICODEMO NAZZARENO OLIVERIO. Signor Presidente, le scelte politiche che riguardano il settore agroalimentare vanno inquadrate all'interno di uno scenario ampio e complesso, influenzato dai grandi temi come la crisi energetica ambientale e quella alimentare, che condizionano il presente e sono destinate a condizionare in futuro i modelli di crescita. Il rafforzamento del sistema agroalimentare passa attraverso la garanzia, per le imprese e i lavoratori, di un insieme di interventi. Ciò non può non avvenire se non all'interno della legge finanziaria.
Con questo emendamento alla tabella C si prevedono risorse finanziarie per gli interventi del Fondo di solidarietà nazionale, che è uno strumento di vitale importanza per arginare i rischi che contraddistinguono qualsiasi attività agricola. Attraverso tale Fondo i produttori possono stipulare polizze in forma collettiva, aderendo ad uno dei consorzi di difesa oppure ad una cooperativa che esercita l'attività di difesa a favore degli associati.
Riteniamo, pertanto, di importanza assoluta prevedere all'interno della legge finanziaria una dotazione di risorse destinata al Fondo di solidarietà. Del resto, l'intera Commissione agricoltura, senza distinzione di colore politico, in occasione dell'esame del disegno di legge finanziaria ha presentato in Commissione bilancio un emendamento per dotare di adeguate risorse il Fondo di solidarietà. Parimenti hanno fatto autorevoli componenti della Commissione di tutti i gruppi politici, solo che successivamente questi colleghi hanno ritirato gli emendamenti. Agli onorevoli colleghi della Commissione mi rivolgo per sostenere una battaglia parlamentare che è di tutti, anzi è al servizio dell'agricoltura e dei suoi operatori, i quali - è proprio il caso di dirlo - sono esposti a tutte le intemperie.

PRESIDENTE. Onorevole Oliverio, la prego di concludere.

NICODEMO NAZZARENO OLIVERIO. Signor Presidente, concludo con una precisazione. L'intervento che proponiamo oggi non ha la pretesa di costituire la soluzione a tutti i mali del settore, ma rappresenta un contributo minimo, indispensabile per garantire una protezione necessaria all'attività agricola penalizzata pesantemente dalla crisi in atto, soprattutto a causa dei rincari energetici.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Faenzi. Ne ha facoltà.

MONICA FAENZI. Signor Presidente, intervengo per evidenziare la validità del cosiddetto Fondo di solidarietà nazionale quale strumento di sostegno per le nostre imprese agricole e zootecniche.
Mi piace però ancor più sottolineare che il merito di aver introdotto tale forma di assicurazione agricola è del Governo Berlusconi nel 2004. Per tale ragione, non legata semplicemente all'esigenza di essere coerenti, ma soprattutto al riconoscimento dei benefici recati al settore agricolo da tale pratica assicurativa, l'intera Commissione agricoltura si è espressa coralmente a favore del rifinanziamento del Fondo medesimo. Far decadere, infatti, la possibilità di assicurarsi contro eventi calamitosi graverebbe le aziende agricole e lo stesso bilancio dello Stato di costi aggiuntivi e, ancora più grave, di costi nonPag. 128programmabili. Reintrodurremmo un elemento di incertezza che oggi invece è certo e sicuramente più contenuto.
I dati dimostrano, infatti, che dal 2004 sono gradatamente diminuite le spese del bilancio statale per ciò che attiene ai contributi resi ex post alle aziende colpite da calamità; le tariffe praticate dalle assicurazioni in ragione dell'ampliamento dell'area dei rischi assicurabili ed alla maggiore utenza sono passate dal 7,57 per cento al 6,18 per cento; incidentalmente si è anche contribuito al contenimento dell'inflazione, essendo quello assicurativo l'unico costo di produzione che è calato dal 4,47 per cento al 2 per cento.
Per tale ragione, chiedo al Governo un preciso impegno in questa materia, cui credo dovrebbe seguire, onde promuovere anche un percorso comune e condiviso all'interno della Commissione agricoltura, il ritiro dell'emendamento in esame. Infine, voglio aggiungere, signor Presidente, che se il Fondo di solidarietà nazionale è stato introdotto da un Governo di centrodestra ed oggi è sostenuto dalle opposizioni di centrosinistra, null'altro ci sia da aggiungere al merito e al valore dello stesso Fondo di solidarietà (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

GIUSEPPE VEGAS, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE VEGAS, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, francamente inviterei i presentatori a ritirare questo emendamento, perché in questa sede ovviamente non può trovare accoglimento; non vorrei che la sua reiezione pregiudicasse l'intenzione del Governo di risolvere il problema anche nei termini quantitativi orientativamente contenuti nell'emendamento, su cui il Governo si impegna fin da adesso.
Pertanto credo che la cosa migliore sia evitare un voto contrario, perché al più presto questo problema dovrà essere risolto.

PRESIDENTE. Onorevole Oliverio?

NICODEMO NAZZARENO OLIVERIO. Signor Presidente, pur prendendo atto dell'intervento dell'onorevole Faenzi e dell'impegno, mi consenta, generico assunto in quest'Aula dal sottosegretario Vegas a reintrodurre in altro provvedimento il Fondo di solidarietà nazionale, non possiamo ritirare l'emendamento e chiediamo pertanto che venga posto in votazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Rubinato. Ne ha facoltà.

Testo sostituito con errata corrige volante SIMONETTA RUBINATO. Signor Presidente, intervengo brevemente a sostegno di questo emendamento che ho sottoscritto. Le aziende agricole sono le uniche imprese che, oltre ai rischi commerciali e di mercato, sono soggette a rischi atmosferici che in pochi minuti possono compromettere un'intera annata di lavoro e a volte anche la stessa sopravvivenza dell'attività economica.
L'unica forma di difesa efficace, in linea con la normativa comunitaria, è il ricorso appunto all'assicurazione che in agricoltura, secondo le norme comunitarie, è agevolata dall'intervento contributivo dello Stato. Oggi più che mai, tenuto conto anche della situazione economica e finanziaria che stiamo vivendo, diventa indispensabile uno stanziamento adeguato per il Fondo di solidarietà nazionale, come condizione necessaria per la prosecuzione del più avanzato sistema di difesa economica dalle avversità che sia mai esistito nel nostro Paese per le imprese agricole e che ha fatto bene alle nostre aziende ma, come ha ricordato la collega che mi ha preceduto, ha fatto molto bene anche al bilancio pubblico dello Stato, consentendo notevoli risparmi per calamità naturali che colpiscono le aziende agricole negli ultimi cinque anni.
SIMONETTA RUBINATO. Signor Presidente, intervengo brevemente a sostegno di questo emendamento che ho sottoscritto. Le aziende agricole sono le uniche imprese che, oltre ai rischi commerciali e di mercato, sono soggette a rischi atmosferici che in pochi minuti possono compromettere un'intera annata di lavoro e a volte anche la stessa sopravvivenza dell'attività economica.
L'unica forma di difesa efficace, in linea con la normativa comunitaria, è il ricorso appunto all'assicurazione che in agricoltura, secondo le norme comunitarie, è agevolata dall'intervento contributivo dello Stato. Oggi più che mai, tenuto conto anche della situazione economica e finanziaria che stiamo vivendo, diventa indispensabile uno stanziamento adeguato per il Fondo di solidarietà nazionale, come condizione necessaria per la prosecuzione del più avanzato sistema di difesa economica dalle avversità che sia mai esistito nel nostro Paese per le imprese agricole e che ha fatto bene alle nostre aziende ma, come ha ricordato la collega che mi ha preceduto, ha fatto molto bene anche al bilancio pubblico dello Stato, consentendo notevoli risparmi per calamità naturali che hanno colpito le aziende agricole negli ultimi cinque anni.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

Pag. 129

SIMONETTA RUBINATO. Rappresentiamo quindi con preoccupazione le esigenze delle imprese agricole che sempre più stavano aderendo alla politica della difesa dei redditi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Di Giuseppe. Ne ha facoltà.

ANITA DI GIUSEPPE. Signor Presidente, intervengo solo per sottoscrivere l'emendamento, anche perché è stata presentata da parte dell'Italia dei Valori in Commissione agricoltura un'interrogazione scritta proprio su questo argomento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rota. Ne ha facoltà.

IVAN ROTA. Signor Presidente, intervengo sul tema per sottolineare l'importanza del settore agricolo e la necessità che gli agricoltori siano salvaguardati da eventi e calamità naturali. L'azzeramento del fondo di solidarietà nazionale preoccupa il comparto e tagliare in maniera lineare la Tabella C per destinare queste risorse al fondo di solidarietà nazionale rappresenta una questione importante portata avanti dall'Italia dei Valori. Quindi, chiedo di sottoscrivere l'emendamento Oliviero Tab. C.13.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zucchi. Ne ha facoltà.

ANGELO ZUCCHI. Signor Presidente, a me spiace che non sia presente il Ministro dell'agricoltura, perché egli, dopo avere approvato la finanziaria nel Consiglio dei ministri, uscendo si augurava, anzi auspicava, anzi poi dichiarava di essere certo che il Parlamento in qualche modo avrebbe posto rimedio a questo errore.
Perché il Ministro dell'agricoltura diceva così? Perché lui sa, a differenza del Ministro dell'economia e delle finanze, che queste risorse vanno reperite. Il fondo di solidarietà nazionale, infatti, da una parte cofinanzia le imprese che vogliono approcciarsi al percorso assicurativo per le calamità naturali (e quindi fa risparmiare più di due terzi delle risorse allo Stato), dall'altra parte finanzia le calamità naturali non assicurabili, che probabilmente vi saranno e sulle quali non potrete dire al settore agricolo di arrangiarsi.
Quindi, anche l'intervento del sottosegretario francamente è colpevole perché è tardivo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paolo Russo. Ne ha facoltà.

PAOLO RUSSO. Signor Presidente, ovviamente siamo ben soddisfatti del chiarimento e dell'assicurazione sull'impegno del Governo su questo fronte rispetto ad una vicenda che necessita assolutamente di un intervento da parte del Governo in un prossimo provvedimento. Quindi, siamo ben soddisfatti dell'indicazione che il Governo ci ha fornito.
Un ordine del giorno a prima firma Faenzi ribadisce ulteriormente e rafforza questo impegno. Crediamo che un Governo che assume un impegno formale in Aula è un Governo rispetto al quale abbiamo tutta la fiducia, non solo sull'azione già svolta, ma anche su quanto ancora potrà fare nei prossimi provvedimenti.
Quindi, ovviamente invito a votare contro l'emendamento in esame.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Delfino. Ne ha facoltà.

TERESIO DELFINO. Signor Presidente, devo assolutamente convenire con quanti sollecitano l'approvazione di questo emendamento, non perché non abbia fiducia nell'impegno assunto dal sottosegretario Vegas...

PRESIDENTE. Se al banco del Comitato dei nove vi fosse un po' più di calma... Prego, onorevole Delfino, può proseguire.

Pag. 130

TERESIO DELFINO. ...al quale diamo atto di un comportamento sempre coerente con le sue dichiarazioni di impegno rispetto alle singole questioni. Tuttavia, tutto il mondo agricolo è assolutamente in agitazione per lo stralcio di queste risorse dalla finanziaria.
Quindi, veramente chiedo ancora un chiarimento sul motivo per cui si vada avanti in modo così disomogeneo e disorganico rispetto ad una questione, quale quella del fondo di solidarietà per le assicurazioni, che ha investito per anni il Parlamento e il Governo, trovando una linea innovativa sul fronte del sostegno e degli incentivi assicurativi.
Quindi, sperando e ritenendo, Signor Presidente, che su questo aspetto un voto dell'Aula non sia di impedimento, bensì sia un incentivo a sostenere il tema, anche noi dell'UdC voteremo a favore di questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bobba. Ne ha facoltà.

LUIGI BOBBA. Signor Presidente, intervengo solo per aggiungere la mia firma a questo emendamento, in quanto la reazione del Governo mi sembra troppo vaga rispetto all'importanza e alla drammaticità della questione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cuomo. Ne ha facoltà.

ANTONIO CUOMO. Signor Presidente, insisto nel condividere la riflessione sull'emendamento Oliverio Tab. C.13. Invito i colleghi a riflettere, perché questa è un'occasione importantissima per dare un segnale forte a un settore primario della nostra economia. Posso anche capire l'intervento del presidente Paolo Russo, ma credo che in questo momento tutti i deputati debbano avere il coraggio di affrontare in Aula la capacità di scegliere e di decidere. Penso che l'emendamento Oliverio Tab. C.13 possa assolutamente migliorare il disegno di legge finanziaria in esame.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Brandolini. Ne ha facoltà.

SANDRO BRANDOLINI. Signor Presidente, anch'io voglio sottolineare e richiamare al Governo e ai colleghi della Commissione agricoltura l'importanza decisiva dell'emendamento Oliverio Tab. C.13, nella fase in cui gli agricoltori dovranno sottoscrivere le polizze assicurative.
Siamo estremamente preoccupati, perché dobbiamo decidere in questa sede, con la legge finanziaria (ossia nell'anno corrente): in tal modo, così come ricordava la collega Faenzi, l'aumento delle assicurazioni e la riduzione dei costi delle stesse (che hanno prodotto un risultato estremamente importante: una riduzione dei costi e un aumento delle coperture) non si interrompono. Diversamente, rischiamo che le assicurazioni non vengano stipulate e, quindi, di trovarci di fronte all'esigenza di intervenire, in presenza di interventi calamitosi, per recuperare ciò che oggi, con poco, potremmo risolvere.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Lovelli. Ne ha facoltà.

MARIO LOVELLI. Signor Presidente, chiedo di sottoscrivere l'emendamento Oliverio Tab. C.13, che affronta una questione richiesta in modo pressante dal mondo agricolo, che ritengo opportuno sia risolta nel corso dell'esame della legge finanziaria.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mario Pepe (PD). Ne ha facoltà.

MARIO PEPE (PD). Signor Presidente, l'emendamento Oliverio Tab. C.13 ci consente di affermare una preoccupazione che era emersa in Commissione agricoltura, ossia quella di utilizzare la sessione di bilancio per rilanciare questo tema: mi pare che fosse un'intenzione diffusa nella Commissione. Registro con grande amarezzaPag. 131che la logica un po' dualistica del presidente della Commissione non consente di giungere, per gli agricoltori e per l'agricoltura, all'approvazione dell'emendamento Oliverio Tab. C.13.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Servodio. Ne ha facoltà.

GIUSEPPINA SERVODIO. Signor Presidente, sarò sintetica, come sempre. Voglio insistere sul fatto che il Governo, se ha difficoltà a reperire le risorse oggi, avrà difficoltà anche nei prossimi venti giorni e nel prossimo mese. La legge finanziaria è la sede opportuna per provvedere a ciò, nel momento in cui - lo ricordo ai componenti della Commissione agricoltura - in Europa stanno copiando questo tipo di normativa, che è stata approvata durante il Governo Berlusconi nel 2004.
Invito il Governo, pertanto, a riflettere e, eventualmente, ad accantonare l'emendamento Oliverio Tab. C.13 per cercare di dare una risposta ad un'esigenza che unanimemente maggioranza e opposizione hanno posto.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Oliverio Tab. C.13, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 488
Votanti 481
Astenuti 7
Maggioranza 241
Hanno votato
217
Hanno votato
no 264).

Prendo atto che la deputata Samperi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Miotto Tab. C.14.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Miotto. Ne ha facoltà.

ANNA MARGHERITA MIOTTO. Signor Presidente, parliamo di tagli al sociale. Ministro Tremonti, qui non vi è l'assalto alla diligenza. La diligenza, senza il minimo vitale, rischia di sfasciarsi. Vi sono tagli del 30-40 per cento al fondo per le politiche sociali e alle politiche giovanili e del 30 per cento al fondo per la famiglia e al fondo per i volontari del servizio civile. Sono stati azzerati i fondi per la costruzione degli asili nido, per le famiglie numerose, per la formazione delle badanti e per il potenziamento dei consultori familiari. Chi pagherà sono i comuni, i soggetti del terzo settore e, alla fine, le famiglie numerose, i cittadini e le famiglie, che appartengono anche alla middle class nel nostro Paese, che non avranno più servizi efficienti.
Qui non si tratta di una logica incrementale per aggiungere nuove risorse, ma di ripristinare i fondi previsti dalla legge finanziaria dell'anno scorso. Capisco che ci sia una strategia diversa. Lo ha ricordato ieri il capogruppo del Popolo della Libertà, quando ha detto che bisognava tagliare la spesa pubblica e che serviva una manovra shock. In verità, lo shock c'è stato, ma mai avremmo pensato di tornare indietro di otto anni con il fondo sociale. Non avremmo davvero mai immaginato di arrivare a questo punto.
Del resto, oggi il Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, per presentare il Libro verde sul nuovo welfare nel nostro Paese - sottolinerei che forse è un welfare «al verde» - non ha mai usato la parola «diritti». La parola «diritti» non compare nella sua prefazione, né nella sua relazione di presentazione del Libro verde. Vorrà dire qualcosa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamentoPag. 132Miotto Tab. C.14, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 487
Votanti 479
Astenuti 8
Maggioranza 240
Hanno votato
217
Hanno votato
no 262).

Prendo atto che il deputato Lehner ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario, che la deputata Servodio ha segnalato che non è riuscita a votare e che il deputato Compagnon ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento De Biasi Tab. C.15.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Biasi. Ne ha facoltà.

EMILIA GRAZIA DE BIASI. Signor Presidente, nel luglio scorso, quando abbiamo votato il decreto-legge n. 112 del 2008, il Governo ha espresso parere favorevole su un ordine del giorno, da noi presentato, sull'incremento del fondo unico per lo spettacolo. Si presumeva, quindi, che ci fosse un'intenzione, che è stata confermata dalla Commissione cultura, che ha votato all'unanimità un emendamento che chiede appunto che il fondo unico per lo spettacolo ritorni almeno ai valori, già abbastanza scarsi, dell'anno scorso.
Di fatto, oggi il fondo unico per lo spettacolo ritorna ai livelli del 1985. Mi chiedo per quale motivo si dica «no» al ripristino del fondo unico per lo spettacolo, perché si dica che si vuole fare una legge sullo spettacolo dal vivo e perché si facciano tutti gli interventi che ha fatto il Ministro Bondi, quando poi, con una grande presa in giro, ancora una volta si penalizza la cultura in questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento De Biasi Tab. C.15, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 460
Votanti 455
Astenuti 5
Maggioranza 228
Hanno votato
205
Hanno votato
no 250).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Giulietti Tab. C.16.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zazzera. Ne ha facoltà.

PIERFELICE ZAZZERA. Signor Presidente, intervengo per chiedere al Governo di aprire le orecchie e di ascoltare quanto sta accadendo nel Paese in questi giorni. Le fondazioni lirico-sinfoniche sono in subbuglio e chiedono di non sopprimere il fondo unico per lo spettacolo, come deciso dal Governo con questo disegno di legge finanziaria.
Ovviamente, il Governo non intende dialogare con l'opposizione e con il Paese e, soprattutto, non intende considerare la cultura una risorsa e un investimento da mettere al primo posto dei propri pensieri.
La cultura può diventare opportunità di occupazione per i giovani, per la sperimentazione e per la ricerca.
Avete deciso, invece, di proseguire con tagli selvaggi, tagliando il FUS del 17 per cento, ovviamente intervenendo in maniera indiscriminata.
Penso a quanto hanno detto il premio Nobel Dario Fo e Piovani, che vi hanno definito un Governo di ignorantissimi.Pag. 133Cosa ci si può aspettare da un Governo che voi stessi, al vostro interno, avete definito «mignottocratico»?
Chiediamo, invece, il reintegro del FUS; chiediamo, certamente, di non distribuire le risorse a pioggia, puntando sul merito, chiedendo ai partiti che escano dagli enti lirici e dalle fondazioni, per chiedere che la cultura ritorni nelle mani dei cittadini e del popolo (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Giulietti Tab. C.16, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 487
Votanti 477
Astenuti 10
Maggioranza 239
Hanno votato
219
Hanno votato
no 258).

Passiamo alla votazione dell'emendamento De Biasi Tab. C.18.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Biasi. Ne ha facoltà.

EMILIA GRAZIA DE BIASI. Signor Presidente, immagino come prima e più di prima: in questo Paese chiuderanno i giornali, la narrazione di questo Paese non ci sarà più. C'è una sedicente moratoria, non si capisce rispetto a quali regole e a quale regolamento dell'editoria.
Avete tagliato l'editoria nei libri di testo per la scuola. Mi pare di capire che non solo non vi interessi la cultura, ma certamente la lettura sia qualcosa da cui tenersi molto ma molto distanti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Baretta. Ne ha facoltà.

PIER PAOLO BARETTA. Signor Presidente, intervengo semplicemente per sottoscrivere l'emendamento De Biasi Tab. C.18, e per sottolineare, nello spirito con il quale abbiamo condotto la discussione oggi pomeriggio, l'importanza di questo passaggio e, mi permetto di dire, la gravità del fatto che il Governo non solo rifiuti tutto, ma, anche su emendamenti di questo tipo, non ha alcun atteggiamento non solo di accoglimento, ma nemmeno di riformulazione o di attenzione a condizioni parziali.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento De Biasi Tab. C.18, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 481
Votanti 470
Astenuti 11
Maggioranza 236
Hanno votato
221
Hanno votato
no 249).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Enzo Carra Tab. C.19.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Enzo Carra. Ne ha facoltà.

ENZO CARRA. Signor Presidente, capisco che questo emendamento sia particolarmente impopolare, perché, presi come siamo dai social network, guardiamo poco la stampa e ce ne dimentichiamo.
Ricordo soltanto che, in questi giorni, è stato comunque bocciato dalla volontàPag. 134popolare un referendum contro i finanziamenti alla stampa; anche questo mi sembra un segno.
In realtà, il Governo ha accettato, durante l'esame del disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 112 del 2008, un ordine del giorno che apriva a un finanziamento dell'innovazione tecnologica per il settore dell'editoria che naviga in acque difficilissime; e io ne chiedo, con questo emendamento, soltanto il rispetto. Credo che sia meglio di Facebook (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Enzo Carra Tab. C.19, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 476
Votanti 466
Astenuti 10
Maggioranza 234
Hanno votato
214
Hanno votato
no 252).

Prendo atto che il deputato Tassone ha segnalato che non è riuscito ad esprimere il voto.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Zazzera Tab. C.20.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zazzera. Ne ha facoltà.

PIERFELICE ZAZZERA. Signor Presidente, è un periodo di rabbia e frustrazione per i ricercatori italiani, che devono vedersela con un Governo che ha una strana filosofia del risparmio.
Decine di migliaia di persone sono scese in piazza per protestare contro la proposta di legge sui tagli della spesa pubblica. Se sarà approvata la legge, essa avrà come effetto il licenziamento di circa 2 mila ricercatori, che sono la spina dorsale degli istituti di ricerca del Paese, da sempre a corto di personale.
È quanto scrive la rivista Nature, che certamente è a tutti nota, e non è una rivista italiana. Così parlano all'estero di noi; così parlano all'estero di voi, che, come non considerate la cultura al primo posto, non considerate neppure la ricerca e le tagliate i finanziamenti: 102 milioni di euro.
L'Italia investe appena l'1,1 per cento del prodotto interno lordo, al di sotto del Trattato di Lisbona che abbiamo firmato, ben al di sotto di Francia e Germania. La Cina investe il 20 per cento in più l'anno nella ricerca, l'India l'8 per cento in più.
Credo che ci sarebbe da preoccuparsi, ma evidentemente voi continuate ad essere sordi.
Noi dell'Italia dei Valori con l'emendamento in esame chiediamo al Governo di ripristinare quei soldi legittimi, che servono a rendere questo Paese un Paese civile di fronte al mondo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zazzera Tab. C.20, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 478
Votanti 473
Astenuti 5
Maggioranza 237
Hanno votato
218
Hanno votato
no 255).

Prendo atto che il deputato Sisto ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che la deputata Pes ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.Pag. 135
Passiamo alla votazione dell'emendamento Di Pietro Tab. C.22.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Misiti. Ne ha facoltà.

AURELIO SALVATORE MISITI. Signor Presidente, noi continuiamo nella nostra azione per trasformare fondi che sono di spesa corrente in fondi per gli investimenti.
Con l'emendamento in esame vogliamo far presente che ci troviamo nella necessità di protestare davanti alla Camera, ma anche di fronte al Paese, perché mentre si dice una cosa se ne fa un'altra. Si dice dappertutto, in tutti i documenti, nelle dichiarazioni dei ministri, che la linea è quella di seguire le autostrade del mare, di migliorare gli aeroporti, di migliorare Malpensa; e quando, poi, si tratta di investire per migliorare questi aeroporti, non se ne fa nulla; essi non sono di livello pari a quello americano o dell'Europa del nord, ma di livello quasi africano: a partire da Fiumicino, in tutti gli aeroporti, abbiamo la sensazione di trovarci in un'altra nazione, in una nazione più arretrata della nostra.
La stessa cosa dicasi per la portualità: vogliamo migliorare i porti, vogliamo intercettare la ricchezza che passa nel Mediterraneo, che un tempo non vi passava più, che percorreva l'Atlantico e che oggi attraversa nuovamente il Mediterraneo; l'Italia deve voler intercettare questa ricchezza, perché passano nel Mediterraneo 30 milioni di container che contengono una ricchezza enorme.
Il fatto di evitare di attrezzare la portualità italiana per quanto riguarda le merci, ma anche per quanto riguarda i passeggeri, noi riteniamo che sia veramente una questione criminosa, perché l'Italia deve vivere nella portualità, deve avere lo sfogo al mare. L'Italia ha il maggior numero di chilometri di costa, è la piattaforma del Mediterraneo. Fra un anno o due vi sarà un'iniziativa nel Mediterraneo di libero scambio: voglio vedere cosa scambieremo, se non attrezziamo i migliori porti, che purtroppo non attrezziamo.
E allora sosteniamo questo spostamento di risorse, che non cambia niente all'interno della legge finanziaria; si cambia soltanto capitolo, da spese voluttuarie si passa a spese di investimento: l'investimento migliore è proprio sulla portualità e sulla aereoportualità.
Invito, pertanto, i deputati, la maggioranza e il Governo a ripensare tutto ciò e ad avviare una linea che possa portare a un miglioramento dei nostri porti e a un miglioramento delle attrezzature dei nostri aereoporti.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Pietro Tab. C.22, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 482
Votanti 474
Astenuti 8
Maggioranza 238
Hanno votato
219
Hanno votato
no 255).

Prendo atto che il deputato Dima ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Cenni Tab. C.23.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cenni. Ne ha facoltà.

SUSANNA CENNI. Signor Presidente, ovviamente siamo tutti molto stanchi e l'attenzione è sicuramente bassa; però, francamente mi sento di ribadire che noi non ci stancheremo affatto di dire tutto quello che c'è da fare per difendere l'agricoltura italiana, e soprattutto per difenderla da alcuni errori macroscopici che questo Governo sta compiendo, e che in modo particolare si stanno evidenziandoPag. 136con due passaggi: il taglio fortissimo del fondo di solidarietà e il taglio incredibile al piano irriguo.
Questo emendamento interviene proprio sul piano irriguo perché in rapporto a questo piano non soltanto tagliate producendo effetti negativi sul disegno di legge finanziaria al nostro esame, ma con i tagli che vengono operati producete effetti negativi anche sulla legge finanziaria precedente, dal momento che tagliate quei fondi utili per l'ammortamento dei mutui delle opere già realizzate, e quindi in corso di completamento, nonché tutti i finanziamenti necessari per la progettazione.
Voglio ricordare che sulla progettazione è stato aggiornato un «parco-progetti» importantissimo che in questo modo viene bloccato.
Colleghi, qualche minuto fa in quest'Aula sono stati aperti simbolicamente degli ombrelli: voglio ricordare che niente riparerà l'agricoltura dagli sbagli che state commettendo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ruvolo. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE RUVOLO. Signor Presidente, sottoscrivo l'emendamento al nostro esame che, rispetto a quello presentato da me e da altri colleghi (mi riferisco all'emendamento Tab. A.20), si differenzia solo ed esclusivamente per la copertura finanziaria. Forse questo emendamento ha la copertura finanziaria adeguata e per tale ragione lo sottoscrivo, ma vorrei ricordare ancora al Governo che la riduzione di tali somme blocca opere già avviate e, soprattutto, bandi di gara già espletati.
Vorrei ancora, con forza e determinazione, far comprendere al Governo che non è possibile non dare una risposta positiva a questo emendamento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cenni Tab. C.23, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 486
Votanti 477
Astenuti 9
Maggioranza 239
Hanno votato
218
Hanno votato
no 259).

Prendo atto che i deputati Bachelet e Levi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Marchignoli Tab. C.24.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marchioni. Ne ha facoltà.

ELISA MARCHIONI. Signor Presidente, con questo emendamento chiediamo di ripristinare interamente i fondi per il sostegno all'editoria, perché in Italia vi è un tessuto diffuso di piccole testate locali (sono testate giornalistiche che svolgono un servizio sul territorio molto importante e spesso unico, a volte sono cooperative di giornalisti che svolgono un servizio indispensabile).
Chiediamo che questi fondi vengano ripristinati perché altrimenti molte di queste strutture sono destinate alla chiusura e al fallimento, mentre invece garantiscono il pluralismo e la capillarità.
Riteniamo che la democrazia informativa costituisca un grande valore per questo Paese. Rivolgo, pertanto, un appello affinché queste strutture non chiudano, e vi chiediamo di esprimere un voto favorevole su questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamentoPag. 137Marchignoli Tab. C.24, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 480
Votanti 460
Astenuti 20
Maggioranza 231
Hanno votato
211
Hanno votato
no 249).

Prendo atto che la deputata Bernini Bovicelli ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario e che la deputata Mura ha segnalato che non è riuscita a votare e che avrebbe voluto astenersi.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Ghizzoni Tab. C.26.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ghizzoni. Ne ha facoltà.

MANUELA GHIZZONI. Signor Presidente, questo emendamento ha la finalità di incrementare le risorse in dotazione al fondo ordinario per gli enti di ricerca quali il CNR, l'Agenzia spaziale italiana ed altri di minore dimensioni ma non meno importanti per la ricerca.
Il disegno di legge finanziaria in discussione prevede una riduzione del fondo di ben 69,5 milioni rispetto al bilancio del 2008. Insomma, signor Presidente, mentre gli altri Paesi europei investono con forza nei settori della ricerca, della conoscenza e dell'innovazione (un esempio è costituito dai 15 miliardi investiti e destinati dal Governo Sarkozy in Francia all'istruzione terziaria e alla ricerca), l'Italia si limita a tagliare: siamo di fronte ad una politica miope, che penalizzerà economicamente e socialmente il nostro Paese, che già oggi è agli ultimi posti nel rapporto delle risorse destinate alla ricerca rispetto al PIL (siamo all'1,1 per cento rispetto alla media OCSE, che è del 2,5).
«Niente Nobel al Paese che umilia la ricerca»: così titolava un noto settimanale economico a proposito della mancata attribuzione del Nobel a studiosi italiani, e il parere contrario espresso sull'emendamento aderisce perfettamente a questa lettura e conferma il disinteresse colpevole del Governo per la ricerca di base e l'economia della conoscenza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Onorevole Ghizzoni, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ghizzoni Tab. C. 26, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 485
Votanti 479
Astenuti 6
Maggioranza 240
Hanno votato
219
Hanno votato
no 260).

Prendo atto che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Bossa Tab.C.30.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bossa. Ne ha facoltà.

LUISA BOSSA. Signor Presidente, qualche breve riflessione per dire cose note a tutti. Le contestazioni e le proteste di questi giorni lo testimoniano: la ricerca è la Cenerentola del nostro Paese, però la Cenerentola prima della mezzanotte, naturalmente.Pag. 138
Chiedere, come ho fatto io con gli altri colleghi firmatari, un fondo più consistente, direi più giusto, da destinare ad attività di ricerca e sperimentazione nell'ambito della sanità, ci pare il modo migliore per cominciare a raddrizzare la barra, a fare sul serio e a rimettere sulla scia giusta i vostri provvedimenti sciagurati e senza futuro.
Chiedere di ridurre in maniera lineare e in misura ridotta le dotazioni di parte corrente per aumentare il Fondo mi appare una missione equa che può dare i suoi frutti. Alla maggioranza chiedo un voto di coraggio, un voto di libertà, uno sforzo in quest'Aula già sonnecchiante e non solo per il sonno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bossa Tab. C.30, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 481
Votanti 473
Astenuti 8
Maggioranza 237
Hanno votato
214
Hanno votato
no 259).

Prendo atto che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole e che i deputati Nunzio Francesco Testa e De Poli hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Zucchi Tab. C.31.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zucchi. Ne ha facoltà.

ANGELO ZUCCHI. Signor Presidente, in breve, dovremmo sforzarci di essere coerenti e anche conseguenti. Se assumiamo il tema dei mutamenti climatici, non lo possiamo fare solo nelle mozioni, nelle risoluzioni, nei convegni, ma dobbiamo essere coerenti e inserire questo tema di grande attualità anche negli investimenti e nelle infrastrutture.
Se si taglia il piano irriguo, si è incoerenti. Avremmo bisogno di modernizzare la rete e di creare la possibilità di una gestione effettivamente efficace dell'acqua, un piano di invasi che ci consenta di trattenere l'acqua quando arriva e rilasciarla quando serve. Ma naturalmente vediamo che il Governo con questi tagli orizzontali va proprio contro corrente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zucchi Tab. C. 31, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 491
Votanti 483
Astenuti 8
Maggioranza 242
Hanno votato
219
Hanno votato
no 264).

Prendo atto che i deputati Nunzio Francesco Testa e De Poli hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Ghizzoni Tab. C.32.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Pasquale. Ne ha facoltà.

ROSA DE PASQUALE. Signor Presidente, l'emendamento in questione recupera il taglio di 184 milioni di euro in tre anni sul programma fondi da assegnare al finanziamento della legge 18 febbraio 1997, n. 440, e della legge 17 maggio 1999, n. 144, previsto dal Governo nel disegno diPag. 139legge finanziaria che stiamo votando. I fondi decurtati dal Governo sono quelli che vanno a sostenere l'interconnessione tra scuola e lavoro, gli interventi perequativi tra istituzioni scolastiche e le azioni contro la dispersione scolastica a sostegno del successo formativo.
Inoltre, le risorse in parola finanziano le numerose attività che le istituzioni scolastiche, al fine di esercitare una reale autonomia progettuale, intraprendono in stretta collaborazione e d'intesa con gli enti locali per rispondere alle concrete esigenze del territorio.
Si tratta, quindi, di un arricchimento e ampliamento dell'offerta formativa, anche tramite l'implementazione di attività complementari ed integrative svolte nell'ambito del 20 per cento previsto per il curriculum locale, rispetto alle materie comprese nel curriculum ministeriale.
Con un taglio così ingente ai fondi previsti per l'esercizio di una reale ed efficace autonomia scolastica, le scuole non potranno più essere luogo di attività progettuale, luogo di ricerca e azione, ma un luogo dove la comunità educante non potrà più esercitare la propria creatività mediante propositivi e costruttivi accordi con gli enti locali.
Le istituzioni scolastiche, inoltre, con il supporto delle sopramenzionate risorse producono una valutazione dei risultati ottenuti e, di conseguenza, pervengono all'individuazione di modelli didattici innovativi che consentono in una dimensione di crescita di andare verso una scuola che possa rispondere in maniera sempre più efficace alle istanze di formazione e di istruzione delle presenti e future generazioni, in una dimensione che consenta la crescita culturale dei cittadini per tutto l'arco della vita e, di conseguenza, che consenta e favorisca la reale crescita di un Paese, del nostro Paese.
Defraudare l'istruzione e la cultura di investimenti e di attenzione equivale a defraudare il Paese della sua stessa essenza e della possibilità di crescere. Questo volevo dire ai colleghi della maggioranza e chiedere il voto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ghizzoni Tab. C.32, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 490
Votanti 481
Astenuti 9
Maggioranza 241
Hanno votato
218
Hanno votato
no 263).

Prendo atto che i deputati Nunzio Francesco Testa e De Poli hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che il deputato Bachelet ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Picierno Tab. C.33.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Picierno. Ne ha facoltà.

PINA PICIERNO. Signor Presidente, l'emendamento a mia prima firma si propone come finalità e come obiettivo di indirizzare i fondi al diritto allo studio. Proprio ieri, Il Sole 24 Ore anticipava un'indagine svolta sugli studenti universitari del nostro Paese: una fotografia nota, ma non per questo meno triste, che racconta di sette ragazzi su dieci che restano nella città di origine, non potendo scegliere liberamente in quale università andare a studiare. Una fotografia che racconta, quindi, di scelte subite, più che fatte, a causa dei notevoli costi dell'istruzione universitaria, che spesso le famiglie italiane non sono in grado di sostenere. Nella legge finanziaria - è stato già detto - il diritto allo studio subisce una decurtazione del 26,1 per cento. Inoltre, vi è un fatto nuovo, la novità introdotta dal decreto recentemente presentato. Apprezziamo il tentativo di rimediare agli errori fatti e la retromarcia che il Governo staPag. 140operando, convinti come siamo che è dalla cultura e dal sistema di istruzione che dipendono la qualità e il futuro del nostro Paese. Pertanto, chiediamo un intervento organico, non un intervento spot limitato all'anno 2009, come al momento prevede il decreto.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

PINA PICIERNO. Chiediamo programmazione ed un piano pluriennale di interventi e, per questo, riteniamo più utile intervenire - ho concluso, signor Presidente - in sede di finanziaria, più che attraverso un decreto. Pertanto, proprio non ci spieghiamo la ragione di un parere contrario sull'emendamento in esame. Se è vero che vi è la volontà unanime del Governo e della maggioranza di procedere in questa direzione, vogliamo che sia siglata anche dal voto dell'Assemblea (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Picierno Tab. C.33, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 478
Votanti 468
Astenuti 10
Maggioranza 235
Hanno votato
210
Hanno votato
no 258).

Prendo atto che i deputati De Poli e Nunzio Francesco Testa hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che i deputati Ghizzoni e Borghesi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Trappolino Tab.C.38.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Trappolino. Ne ha facoltà.

CARLO EMANUELE TRAPPOLINO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, vorrei illustrare brevemente il nostro emendamento, che credo rappresenti un'occasione, anche per i colleghi della maggioranza, vista la discussione che abbiamo svolto presso la Commissione agricoltura, per chiedere il ripristino dei fondi utili a garantire l'avvio della realizzazione delle opere previste dal piano irriguo nazionale. Si tratta di risorse per investimenti necessari a migliorare l'efficienza e la produttività del settore agricolo, un settore strategico per l'economia del nostro Paese e, tuttavia, pesantemente colpito dai tagli di questa manovra finanziaria. Si tratta, soprattutto, di tagli concentrati sugli investimenti, e riguardano, almeno per l'83 per cento, gli investimenti e le spese in conto capitale.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

CARLO EMANUELE TRAPPOLINO. Il senso dell'emendamento in esame è nel richiamo (che, peraltro, abbiamo fatto, anche insieme alla maggioranza, in Commissione) alla necessità di assicurare il miglior utilizzo delle risorse finanziarie disponibili e non il taglio di quelle che già vi erano e di quelle che già erano previste, per potenziare le infrastrutture irrigue e migliorarne l'efficienza. Non chiediamo, quindi, di finanziare nuovi investimenti, che pure sarebbero urgenti e necessari, bensì di dare certezza alle somme già stanziate (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Trappolino Tab.C.38, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 141
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 484
Votanti 474
Astenuti 10
Maggioranza 238
Hanno votato
211
Hanno votato
no 263).

Prendo atto che i deputati Nunzio Francesco Testa e De Poli hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Contento Tab.C.40 e Ferranti Tab.C.41, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 487
Votanti 479
Astenuti 8
Maggioranza 240
Hanno votato
216
Hanno votato
no 263).

Prendo atto che i deputati Nunzio Francesco Testa e De Poli hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Picierno Tab. C.43.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Picierno (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania). Ne ha facoltà.

PINA PICIERNO. Signor Presidente, non capisco tutti questi rumori di fondo (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania) perché onestamente siamo qua per votare, carissimi colleghi (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania), quindi...

PRESIDENTE. Prosegua, onorevole Picierno (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania). Colleghi, per cortesia!

PINA PICIERNO. Se non avete voglia, magari vi accomodate fuori, perché stiamo qua per lavorare (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania)...

PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, per cortesia!

PINA PICIERNO. Dicevo, signor Presidente, che questo emendamento è simile al precedente (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania)...

PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia, se vogliamo continuare a lavorare speditamente, rispettate gli interventi di tutti (Applausi)! Prego, onorevole Picierno.

PINA PICIERNO. Come dicevo, signor Presidente, questo emendamento è simile al precedente con la differenza che, in un caso, si interviene nell'ambito delle residenze universitarie e, nell'altro, nell'ambito più generale delle borse di studio, tutto qua (Applausi polemici dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, mi rivolgo ai simpatici onorevoli colleghi che ritengono di usare così il tempo che impieghiamo qua dentro (Applausi polemici dei deputati del gruppo Lega Nord Padania): bene, potete applaudire tranquillamente, lo dico anche al collega Baldelli, che viene qui a dire che i colleghi sono stanchi e devono andare a casa. Noi stiamo lavorando, a differenza di voi che non so che cosa stiate facendoPag. 142(Applausi polemici dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). Bene, benissimo, benissimo, onorevole Baldelli!
Onorevole Presidente, ovviamente, tutti i ragionamenti che sono stati fatti sull'autolimitazione dei tempi in funzione del buon andamento dei lavori dell'Aula, per quanto ci riguarda, saltano (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! Prima di qualunque altra cosa, c'è un problema di educazione e quando applaudono, imparino l'educazione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Proteste dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania)!
E quando si viene a recriminare perché il collega Colombo, da solo, si permette ogni tanto di interrompere, questo livello di cialtroneria dovrebbe consentire a tutti di stare zitti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Proteste dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania) se si vuole portare qualcosa a casa, soprattutto se si ha idea di cosa voglia dire stare in maggioranza, ma forse non si sa neanche cosa vuol dire stare qua dentro in modo civile (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania)!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Picierno Tab. C.43, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 488
Votanti 481
Astenuti 7
Maggioranza 241
Hanno votato
216
Hanno votato
no 265).

Prendo atto che i deputati Nunzio Francesco Testa e De Poli hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Sbrollini Tab. C.44.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sbrollini. Ne ha facoltà.

DANIELA SBROLLINI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, intervengo per chiedere al Governo, prima di tutto, di pensare bene a questo emendamento. Esso riguarda la legge n. 285 del 1997, che, in questi anni, ha avuto come finalità la promozione di interventi rivolti alle situazioni di difficoltà, marginalità e disagio in cui si trovano i bambini, gli adolescenti e le loro famiglie. Questa legge ha garantito interventi che hanno messo al centro i bambini e gli adolescenti come soggetti di diritto, ai quali offrire realmente opportunità concrete nella vita quotidiana delle proprie comunità.
Pertanto, la modernità di questa legge - ed io veramente mi appello al Governo - è che non ha carattere assistenziale, ma ha promosso in questi anni una rete di integrazione tra politiche sociali, educative e formative, grazie proprio ad una funzione progettuale degli enti locali e degli enti privati, che sono tanti e sono molti, coinvolti su questo tema, garantendo così qualità, ma anche verifica costante dei percorsi formativi e di crescita nei territori. Pertanto, è evidente che, se noi teniamo a questa legge, che ha fatto tanto nei territori, dobbiamo continuamente investire su di essa risorse economicamente adeguate.
Mi rivolgo non solo al Governo, ma anche ai tanti colleghi della Commissione affari sociali, di cui faccio parte, che sono molto attenti a queste problematiche. Mi rivolgo all'onorevole Mussolini, anche se in questo momento non è presente in Aula, ma mi rivolgo a lei come presidente della Commissione bicamerale per l'infanzia e l'adolescenza.
Siamo a pochi giorni da una giornata importante, la Giornata mondiale per la difesa dell'infanzia e dell'adolescenza, che si celebrerà il 20 novembre, tra poco meno di una settimana. Sarebbe un bel segnale se anche dai banchi della maggioranza, e quindi con l'impegno di tutti, fossero stanziatePag. 143risorse adeguate per finanziare la legge in oggetto. È una legge che ha fatto tanto, soprattutto nei comuni dove non ci sono servizi adeguati per i bambini. Pensiamo anche alla rete dei servizi delle scuole materne e degli asili nido. Si tratta, quindi, di un aiuto veramente concreto che porgiamo a tutti.
Infine, vorrei anche ricordare i dati pubblicati dall'ISTAT in questi giorni, che ci richiamano ancora a un grande senso di responsabilità. Essi ci rivelano che c'è un aumento (si tratta di quasi il doppio) della povertà minorile, proprio perché ci sono molte famiglie in difficoltà. Per tali ragioni veramente rivolgo un appello accorato: cerchiamo di investire sulle nuove generazioni, sulla qualità della vita e sulla qualità dei nostri comuni, e facciamolo a partire da città a misura di bambini e di bambine (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Delfino. Ne ha facoltà.

TERESIO DELFINO. Signor Presidente, è certamente sempre doloroso operare dei tagli su molti temi sui quali è intervenuto il decreto-legge n. 112 del 2008. Tuttavia, riteniamo che alcuni tagli e riduzioni di stanziamenti siano assolutamente ingiustificati e contraddittori con le affermazioni altisonanti e gli impegni affermati in tutti i programmi di tutte le forze politiche, della maggioranza e anche dell'opposizione.
Pertanto, ritengo che il Governo dovrebbe ripensare alla questione sollevata dall'emendamento in esame, ovvero alla richiesta rivolta al Governo di rivedere lo stanziamento per la legge n. 285 del 1997. Si tratta di una legge importante, di grandi principi, che fu oggetto di un grande dibattito in quest'Aula, e credo dunque sia necessario un ripensamento da parte del Governo.
Riteniamo infatti che su alcuni aspetti qualificanti ci debba essere coerenza sempre e che non si possa fare un passo avanti e uno indietro. Si tratta di proseguire con gradualità, nell'affermazione di alcuni principi che non possono subire una tabula rasa a seguito di un'iniziativa di consolidamento di conti pubblici che invece potrebbe intervenire su ben altre aree. Preannunciando pertanto il voto favorevole, chiedo che sia apposta la mia firma all'emendamento in esame.

MASSIMO POLLEDRI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MASSIMO POLLEDRI. Signor Presidente, devo una risposta all'onorevole Giachetti, in primo luogo le scuse, se in qualche modo possiamo aver tracimato. Ricordo tuttavia al collega Giachetti, che è sicuramente stanco e che si è comportato in modo galante nei confronti della collega che è intervenuta, che questa non è una trasmissione di Porta a Porta e che evidentemente un ministro-ombra deve anche conquistarsi il rispetto dell'Aula e anche avere a che fare con un legittimo non interesse da parte della stessa (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). Lo dico perché questo suo ruolo da balia ben si confà alle aule di Porta a Porta ma non alle aule parlamentari.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, credo che questa sia l'ora nella quale conviene un po' a tutti mettere la testa nel ghiaccio ed evitare di infuocare la discussione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e di deputati del gruppo Popolo della Libertà).
Visto che abbiamo disponibilità, da parte dell'opposizione, a discutere un provvedimento che ha visto un diniego totale da parte del Governo e pressoché totale da parte del relatore di fronte ad alcune proposte che provenivano dall'opposizione,Pag. 144si sarebbe potuto tenere un atteggiamento diverso. Naturalmente, siamo in grado di cambiarlo seduta stante, in questo momento, ma visto che è intercorsa una riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo nella quale è stato raggiunto un accordo, credo che ciò sarebbe fuorviante e non consono al comportamento che tutti i colleghi dovrebbero tenere in quest'Aula. Sarebbe importante evitare che su ogni intervento di ciascun collega si determini non già una discussione nel merito, ma semplicemente un apprezzamento di carattere comportamentale che non riguarda e non può riguardare il modo di discutere in quest'Aula.
Pertanto, chiedo di tornare ad una discussione serena ed a considerare che l'intervento del collega Giachetti, così come di qualsiasi altro rappresentante di gruppo, spesso è svolto in modo tale che quegli accordi che si sono raggiunti con la Presidenza in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo possano effettivamente determinarsi e realizzarsi. Quindi, non si tratta di interventi che deviano da una direttrice di marcia comunemente assunta dai presidenti di gruppo e che semmai dovesse essere interrotta, evidentemente dovrebbe comportare una nuova definizione delle condizioni della discussione e delle votazioni da parte della Conferenza dei presidenti di gruppo alla quale, quindi, si dovrebbe ritornare.
Pertanto, pregherei i colleghi, soprattutto quelli della maggioranza, di prendere in considerazione il fatto che è il momento di evitare di intervenire con modalità e atteggiamenti che non sono propri di una discussione seria in questo Parlamento.

LUCA VOLONTÈ. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, mi ero permesso, durante il tardo pomeriggio, di richiamare me stesso ad un gesto di umiltà, che cerco di avere sempre in quest'Aula parlamentare. Penso che forse ritornare a una consapevolezza dell'orario, del lavoro che abbiamo svolto e di quello che ci resta da svolgere sia utile per tutti, soprattutto per chi interviene nel merito nei provvedimenti.
Devo dire, senza voler offendere nessuno dei colleghi che sono intervenuti nel merito nelle ultime circostanze, che personalmente ho faticato a comprendere cosa dicevano, non per mancanza di chiarezza nell'esposizione, ma perché era difficile capire di cosa si stesse parlando. L'uditorio non consentiva una comprensibilità della spiegazione, e ciò può aver dato luogo a diverse incomprensioni, dovute anche ad altri atteggiamenti che certamente non favoriscono, mi sembra, né da parte del Governo, né da parte della Camera dei deputati, una reale comprensione del merito del singolo emendamento. Ciò ci impedisce di poter contribuire fattivamente a un confronto che possa consentire al Governo di dare, seppure in maniera teorica, rassicurazioni in un senso o nell'altro. Allo stesso modo impedisce ai singoli parlamentari, che sono intervenuti e che interverranno e che ritengono che il proprio emendamento sia invece sostanzialmente migliorativo, di poter avere - lo chiedo sinceramente - almeno la soddisfazione di dimostrare a se stessi ed agli altri di aver fatto un buon lavoro.
Questo mi sembra il minimo in una condizione come quella che abbiamo di fronte ed in una situazione che abbiamo già vissuto in questi anni: non è la prima volta che ci troviamo in questa condizione. Almeno lasciamo al parlamentare che presenta l'emendamento la soddisfazione di spiegare le ragioni che lo hanno portato a presentarlo. Mi sembra il minimo potergli consentire ciò, anche al fine di accelerare le nostre votazioni.

ENRICO GASBARRA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENRICO GASBARRA. Signor Presidente, il mio intervento sarà brevissimo. Ho sentito, nelle scuse del collega della Lega, una frase molto grave.Pag. 145
Signor Presidente, è vero che siamo tutti stanchi e non entro neanche nel merito dei discorsi dei miei colleghi, gli onorevoli Quartiani e Giachetti, sull'accordo della conduzione dell'Aula, ma affermare in questa sede, nell'Aula più rappresentativa del Paese, che il rispetto si deve guadagnare e che le scuse venivano poste per carineria femminile credo che sia un atto grave, che lede la dignità dell'intero Parlamento (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).
Il rispetto, nel nostro Paese e nella nostra Repubblica, spetta ad ogni cittadino, al di là della razza, del colore della pelle, del credo politico e dal fatto di essere uomo o donna. Altrettanto vale per i parlamentari (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Commenti del deputato Chiappori).

SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, credo che il collega Quartiani, con il quale pure abbiamo condiviso non pochi momenti di scontro in quest'Aula, abbia espresso parole di grande buon senso. Lo affermo rivolgendomi innanzitutto ai colleghi del mio gruppo.
Ricordo che oggi abbiamo svolto un lavoro piuttosto importante ed effettuato moltissime votazioni. Ora ci troviamo nella fase finale della seduta odierna, che tra l'altro è stata nobilitata da un lavoro importante, e credo che sia un atto doveroso dare la sensazione di essere meno intemperanti e il rispetto a tutti i colleghi che prendono la parola, perché è un loro diritto.
Quindi, raccolgo con buon senso l'appello a lavorare in maniera serena, nella fase che ci separa da qui al termine dell'esame degli emendamenti, anche perché nella Conferenza dei presidenti di gruppo è stato stabilito un calendario che tutti noi dovremmo avere il buon senso di mantenere. Ritengo che situazioni di questo genere (per noi come maggioranza), che prestano il fianco a simili interruzioni, non rientrino nell'economia dei lavori, né nel merito del disegno di legge finanziaria, né nel metodo.
Pertanto, ritengo che sia più corretto raccogliere l'appello di buon senso rivolto dal collega Quartiani (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà), dedicarci al merito del provvedimento e nobilitare questo lavoro, perché ci sono colleghi dell'opposizione che hanno presentato emendamenti e hanno il diritto e il dovere di illustrarli, nei tempi che preferiscono. Pertanto, è nell'economia generale dei lavori di quest'Aula cercare di procedere con il massimo rispetto di tutti (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sbrollini Tab. C. 44, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 478
Votanti 468
Astenuti 10
Maggioranza 235
Hanno votato
210
Hanno votato
no 258).

Prendo atto che il deputato Vannucci ha segnalato che non è riuscito a votare e che il deputato Mazzoni ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Bachelet Tab. C. 45.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bachelet. Ne ha facoltà.

GIOVANNI BATTISTA BACHELET. Signor Presidente, innanzitutto ringrazio il Presidente Fini per l'intervento che ci ha risparmiato l'ennesimo voto di fiducia e ha consentito questa discussione, nella qualePag. 146al Partito Democratico e all'opposizione piacerebbe, naturalmente, che alcuni emendamenti, come quello che illustrerò, fossero approvati.
I numeri non ci sono favorevoli, comprendiamo che governare sia un diritto-dovere della maggioranza e restiamo, anzi, ammirati di fronte alla sua compattezza. Abbiamo visto parlamentari siciliani del Popolo della Libertà che, con le lacrime agli occhi, tagliano fondi alla Sicilia e cattolici del Popolo della Libertà che, virilmente, tolgono soldi alle scuole materne delle suore. Ma poi, con che faccia si ripresenteranno ai loro elettori? Faccio un'ipotesi: non si vergogneranno perché forse si riservano, con un colpo di teatro, di restituire, in seguito, una parte dei soldi tolti, magari con un bel decreto-legge. Il risultato netto sarà un taglio di fondi, ma il Governo, con la copertura di media compiacenti, ci farà la figura di Babbo Natale e i malcapitati, siciliani o alunni delle materne, saranno contenti e gabbati.
Le vicende di università, ricerca e innovazione, cui è legato l'emendamento in esame, avvalorano questa ipotesi. Le legge 133 del 2008 e il disegno di legge finanziaria per il 2009, ora in discussione, hanno riservato al settore un trattamento che ricorda quello degli americani a Dresda.
L'emendamento, di cui sono primo firmatario, e altri presentati dai parlamentari del Partito Democratico miravano e mirano ad evitare la morte di questi settori, tramite il recupero di alcuni tagli. Non è demagogia, onorevole Cicchitto, ma la via ordinaria prevista dalla Costituzione per discutere e correggere il bilancio.
Il Governo, invece, cosa fa? A luglio pone la questione di fiducia sul decreto-legge in materia finanziaria, che opera grandi tagli per tre anni. I nostri emendamenti di allora, miranti al recupero fondi per l'università, ricerca e innovazione, vengono così tutti annullati. In riferimento al disegno di legge finanziaria per il 2009, il Governo esprime un parere contrario su questo mio emendamento e su altri di simile argomento che, nei giorni scorsi, vengono tutti respinti in Commissione.
Negli stessi giorni, però, il Governo presenta un decreto su università, ricerca e diritto allo studio che realizza solo in parte, purtroppo, emendamenti da noi proposti e bocciati da luglio fino ad oggi: recupero di parte dei fondi, sblocco parziale del turn over, sblocco della pianta organica degli enti di ricerca.
Naturalmente il Governo si guarda bene dal dire: stiamo restituendo parte del maltolto a università e ricerca, stiamo facendo quel che da mesi chiede il Partito democratico; dice invece: signore e signori, ecco nuove risorse per università, ricerca e diritto allo studio, guardate come siamo bravi. Non sarà questa demagogia?
Sul diritto allo studio ci sono aggravanti: diversamente dai nostri emendamenti, l'ultimo decreto del Governo aumenta i fondi, ma a spese del FAS, il fondo per le aree sottoutilizzate.
Osservo che, quando si dispone di un'ampia maggioranza, legiferare per decreto-legge è inutilmente arrogante, ma soprattutto meno efficiente rispetto alla normale strada della discussione e della correzione parlamentare. Lo vediamo ora: il Governo torna indietro parzialmente sotto la direzione di un'imponente mobilitazione popolare.

PRESIDENTE. Deve concludere.

GIOVANNI BATTISTA BACHELET. Ho finito. Ma intanto l'Italia ha perso mesi e giornate di lavoro, di scuola, di lezioni universitarie e con esse ha perso un altro pezzo di fiducia nella politica, nella democrazia, nel Parlamento e, anzitutto, nel Governo, come suggeriscono le recenti elezioni trentine e lo stesso Presidente del Consiglio, che oggi si lamenta di essere troppo spesso dileggiato in televisione.
Poiché questi recuperi relativi al programma della ricerca non sono inclusi tra quelli operati dal decreto Gelmini ultimo, chiedo che il Governo cambi parere e l'Aula lo approvi...

Pag. 147

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Bachelet.

GIOVANNI BATTISTA BACHELET... risparmiando al Paese la fatica di protestare e al Governo quello di rimangiarseli in futuro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bachelet Tab. C.45, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 483
Votanti 473
Astenuti 10
Maggioranza 237
Hanno votato
207
Hanno votato
no 266).

Prendo atto che i deputati Cuomo, Cuperlo e Paglia hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che il deputato Bachelet ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, vorrei solo chiederle di aiutarmi a dire ai colleghi del quarto settore in alto che si applaude con due mani, ma si vota con una mano sola.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Rosato Tab. C.47.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rosato. Ne ha facoltà.

ETTORE ROSATO. Signor Presidente, vorrei attirare l'attenzione del Governo, in questa fase della discussione del disegno di legge finanziaria, per qualche attimo su un emendamento che comprendo essere molto limitato territorialmente. Esso, infatti, si riferisce alla mia provincia (Trieste) ed è frutto di una normativa che va in là negli anni e che ha previsto per un territorio martoriato e diviso, come è stato quello giuliano, una legge speciale per consentire di superare limiti che ancora oggi esistono dovuti alla mutilazione che ha subito quella provincia.
Oggi il Governo con questo disegno di legge finanziaria ha deciso di annullare in maniera quasi totale il fondo Trieste e il fondo Gorizia. Chiediamo che ci sia il recupero di questi fondi e che il Governo apra una discussione con la regione, così com'era stato sempre previsto e preventivato, al fine di trovare strumenti alternativi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rosato Tab. C.47, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 483
Votanti 473
Astenuti 10
Maggioranza 237
Hanno votato
207
Hanno votato
no 266).

Prendo atto che il deputato Porfidia ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Maran Tab. C.48.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Strizzolo. Ne ha facoltà.

IVANO STRIZZOLO. Signor Presidente, anche questo emendamento punta a ripristinarePag. 148lo stanziamento per quanto riguarda il fondo per lo sviluppo dell'area territoriale di Gorizia che sappiamo essere stata l'unica città, dopo Berlino, divisa in due da un confine tra due modelli di società e tra due mondi.
Credo che debba essere fatto uno sforzo per venire incontro alla possibilità di approvare questo emendamento da parte del Governo e della maggioranza, perché si tratta comunque di una misura di entità non elevata e, come ricordava il collega Rosato un attimo fa, c'è comunque l'invito al Governo ad attivarsi in un confronto con la regione per individuare in futuro elementi di intervento sostitutivi quando non sarà più possibile utilizzare questo tipo di fondo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Maran Tab. C.48, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 481
Votanti 469
Astenuti 12
Maggioranza 235
Hanno votato
208
Hanno votato
no 261).

Prendo atto che la deputata Velo ha segnalato che non è riuscita a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Tab. C.200 della Commissione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Quartiani. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, poiché l'emendamento Tab. C.200 della Commissione recepisce l'emendamento Tab. C.52 a mia prima firma, che riguarda il ripristino dei fondi per il funzionamento dei compiti istituzionali del Corpo nazionale del soccorso alpino e del Club alpino italiano, annuncio il ritiro del mio emendamento Tab. C.52 e il voto favorevole all'emendamento Tab. C.200 della Commissione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Tab. C.200 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 483
Votanti 475
Astenuti 8
Maggioranza 238
Hanno votato
466
Hanno votato
no 9).

Prendo atto che la deputata Codurelli ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Froner Tab. C.49.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Froner. Ne ha facoltà.

LAURA FRONER. Signor Presidente, le risorse che si richiedono con questo emendamento sono destinate a reintegrare la dotazione del Fondo per la montagna, previsto dalla legge n. 97 del 1994. Ricordo che la legge finanziaria per il 2008 aveva rifinanziato tale Fondo, ma che lo stesso è stato decurtato in seguito ai tagli apportati dal decreto-legge n. 112 del 2008.
Sottolineo che la montagna non può essere considerata un problema residuale e marginale, ma al contrario è una questione di primaria importanza per il nostro Paese, dal momento che rappresenta più del 50 per cento del territorio e vi risiedono 11 milioni di persone.
Ci siamo impegnati anche a che livello europeo con il trattato di Lisbona, che haPag. 149posto la promozione della coesione territoriale tra gli obiettivi comuni dei Paesi membri, a tenere conto delle esigenze delle zone di montagna. Quindi, è di fondamentale importanza avere fondi a disposizione che permettano di ridurre il divario tra i livelli di sviluppo e il ritardo, in particolare dei territori di montagna, che presentano in gran parte notevoli svantaggi naturali e demografici.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Froner Tab. C. 49, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 480
Votanti 470
Astenuti 10
Maggioranza 236
Hanno votato
208
Hanno votato
no 262).

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, chiedo scusa, ma sono costretto a rinnovarle il richiamo al Regolamento che già le avevo fatto presente qualche ora fa.
In realtà, capisco che alcuni colleghi si sono assentati per motivi diversi, che non voglio giudicare, però mi pare che sia assolutamente necessario in questa fase dovere verificare il fatto che, soprattutto nei banchi della maggioranza, si verifichino ancora voti doppi e tripli. Siccome ciò rappresenta un'irregolarità, l'articolo 57 del nostro Regolamento prevede che è nella facoltà sua, signor Presidente, verificata l'irregolarità, di procedere nuovamente alla votazione.
Quindi, se i colleghi si astenessero dal votare doppio e triplo, comunque siamo in dirittura d'arrivo e non si capisce perché si debba pervicacemente praticare questa modalità di voto, che mi pare proprio non faccia onore alla Camera dei deputati.

PRESIDENTE. Invito i colleghi a votare ognuno per sé.
Onorevole Quartiani, ha ritirato il suo emendamento Tab. C.52?

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Sì, signor Presidente.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Boccia Tab. C.53.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Boccia Tab. C.53, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 451
Votanti 445
Astenuti 6
Maggioranza 223
Hanno votato
200
Hanno votato
no 245).

Prendo atto che il deputato Brigandì ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Vico Tab. C.54.

LUDOVICO VICO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUDOVICO VICO. Signor Presidente, ho l'impressione che l'emendamento Boccia Tab. C.53 che abbiamo appena votato, così come il mio emendamento Tab. C.54, sia stato assorbito dall'approvazione dell'emendamento 2.203Pag. 150della Commissione sulla Svimez, che abbiamo votato un paio d'ore fa.

PRESIDENTE. Onorevole Vico, ne può essere approvato più di uno perché sono incrementali.

LUDOVICO VICO. Sono sempre 500 mila euro.
Se lei va a pagina 39...

GASPARE GIUDICE, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GASPARE GIUDICE, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, il collega si riferisce all'emendamento della Commissione Tab. A.200, che è stato precedentemente approvato, identico quello di D'Antoni Tab. A.16. Sono coperture diverse, pertanto o si ritira o si vota.

LUDOVICO VICO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUDOVICO VICO. Signor Presidente, ritiro l'emendamento, perché è stato già, di fatto, assorbito dall'emendamento Tab. A.200.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Ruvolo Tab. C.60.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ruvolo. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE RUVOLO. Signor Presidente, ancora una volta parliamo del Fondo per il piano irriguo nazionale. Da parte di questo Governo c'è un accanimento nei confronti dell'agricoltura e di queste risorse finanziarie, e ne spiego il motivo: state per impegnare per il 2010 risorse di questo Fondo. Potevo forse anche comprendere - ma non l'ho mai potuto comprendere - che per il 2009 si fosse tagliato di 48 milioni di euro, ma programmare la riduzione di altri 32 milioni di euro di questo Fondo è davvero qualcosa di scandaloso.
Così si vuole aiutare l'agricoltura? Questo è il modo che state per intraprendere per danneggiare ancora di più questa agricoltura in ginocchio? Date un colpo d'ala positivo con questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro e di deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Baretta. Ne ha facoltà.

PIER PAOLO BARETTA. Signor Presidente, intervengo per annunciare che il nostro gruppo si asterrà sugli emendamenti Ruvolo Tab. C.60, Vietti Tab. C.62 e Ruvolo Tab. C.61, non perché non condividiamo gli obiettivi, ma perché non condividiamo le coperture.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ruvolo Tab. C.60, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 462
Votanti 312
Astenuti 150
Maggioranza 157
Hanno votato
60
Hanno votato
no 252).

Prendo atto che i deputati Bachelet e Marantelli hanno segnalato che avrebbero voluto astenersi e che il deputato Cambursano ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che la deputata Mura ha segnalato che non è riusita a votare.Pag. 151
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vietti Tab. C.62, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 458
Votanti 296
Astenuti 162
Maggioranza 149
Hanno votato
42
Hanno votato
no 254).

Prendo atto che il deputato Berardi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ruvolo Tab. C.61, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 467
Votanti 300
Astenuti 167
Maggioranza 151
Hanno votato
44
Hanno votato
no 256).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Tab. C.201 della Commissione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Biasi. Ne ha facoltà.

EMILIA GRAZIA DE BIASI. Signor Presidente, noi ci asterremo su questo emendamento, perché non è assolutamente chiaro come si possa passare con disinvoltura da un rifiuto totale di ripristino dei fondi per il Fondo unico dello spettacolo, dalla penalizzazione di tutto ciò che ha che fare con la cultura e poi improvvisamente concedere un'elemosina, che per di più viene data al Fondo unico per lo spettacolo (lo deduco da un emendamento assolutamente incomprensibile). Si tratta di soldi che vengono tolti da un capitolo della tabella E, portandoli nella tabella C, si danno 20 milioni non si capisce a quale titolo, togliendoli dalle fondazioni lirico sinfoniche.
Mi sembra che sia un atto di immagine, perché le fondazioni lirico sinfoniche richiedono viceversa un serio disegno di riforma che allo stato attuale non c'è, esattamente come non c'è la collocazione in un contesto di sistema della nuova legge sullo spettacolo dal vivo. Tagliate il FUS come mai è successo nella storia riportandolo al 1985 e vi permettete di dare 20 milioni di elemosina togliendoli alla lirica italiana (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Tab. C.201 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 462
Votanti 309
Astenuti 153
Maggioranza 155
Hanno votato
295
Hanno votato
no 14).

Prendo atto che la deputata Codurelli ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Mario Pepe (PD) Tab. D.3.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mario Pepe (PD). Ne ha facoltà.

MARIO PEPE (PD). Signor Presidente, mi affido alla volontà e alla generosità dell'Aula. Non intervengo e chiedo l'approvazionePag. 152del mio emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Con l'affidamento dell'onorevole Pepe, indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mario Pepe (PD) Tab. D.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 469
Votanti 458
Astenuti 11
Maggioranza 230
Hanno votato
205
Hanno votato
no 253).

Prendo atto che il deputato Giacomoni ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contraro.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi Tab. D.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 461
Votanti 452
Astenuti 9
Maggioranza 227
Hanno votato
202
Hanno votato
no 250).

Prendo atto che i deputati Sisto e Gibiino hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e che i deputati Granata, Murgia e Polidori non sono riusciti a votare. Prendo altresì atto che il deputato Bachelet ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Peluffo Tab. F.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Peluffo. Ne ha facoltà.

VINICIO GIUSEPPE GUIDO PELUFFO. Signor Presidente, l'emendamento riguarda L'Expo del 2015 a Milano. Consegno l'intervento alla Presidenza e sottopongo all'Aula un'unica riflessione che riguarda le risorse previste. Infatti, tra queste vi sono degli impegni presi a livello internazionale con il Bureau internazionale delle esposizioni che riguardano 1 miliardo e 486 milioni di euro. Di questi impegni dovrà riferire il sindaco di Milano, commissario straordinario, il 2 dicembre.
Voglio mettere in evidenza che la calendarizzazione di questi fondi in base al DPEF prevede 134 milioni di euro dal 2009 al 2011 e 1 miliardo e 352 milioni di euro dal 2012 al 2015. Abbiamo già segnalato questa distonia con emendamenti ed ordini del giorno in sede di discussione del DPEF. Faccio notare che con questa distribuzione i cantieri non partiranno in tempo e non finiranno in tempo: 7 anni sono pochi. A ricordarcelo è la vicenda del Polo esterno di Fiera Milano dove i soldi non sono bastati.

PRESIDENTE. Deve concludere.

VINICIO GIUSEPPE GUIDO PELUFFO. Per questo motivo l'emendamento raddoppia lo stanziamento per i prossimi tre anni per poi diminuirlo nei quattro anni successivi e crediamo, quindi, che possa dare qualche elemento di certezza. Noi continuiamo ad essere convinti che L'Expo si debba fare e che sia un'opportunità.
Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Onorevole Peluffo, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Passiamo ai voti.Pag. 153
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Peluffo Tab. F.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 471
Votanti 463
Astenuti 8
Maggioranza 232
Hanno votato
200
Hanno votato
no 263).

Prendo atto che i deputati Nunzio Francesco Testa e De Poli hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che il deputato Berardi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Meta Tab. F.2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boffa. Ne ha facoltà.

COSTANTINO BOFFA. Signor Presidente, consegnerò il testo integrale del mio intervento, tuttavia mi voglio limitare ad illustrare in qualche secondo il senso dell'emendamento che affronta il tema del settore della mobilità ferroviaria e della limitazione fortissima di fondi a questo settore.
Nel settore dei trasporti il disegno di legge finanziaria prevede, rispetto agli stanziamenti del 2008 (che già sono stati ridotti), una forte contrazione di investimenti nelle infrastrutture: meno 5 miliardi e mezzo di euro nel 2009, un'ulteriore riduzione negli anni successivi fino ai meno 15 miliardi di euro nel 2011.
È del tutto evidente che queste fortissime contrazioni spingeranno le Ferrovie dello Stato ad operare una drastica riduzione dei servizi sia sulla lunga percorrenza, sia per il servizio del trasporto ai pendolari. Quindi, da questo punto di vista noi sosteniamo la necessità del miglioramento dei servizi di trasporto e una vera e propria cura del ferro.
Certo, l'emendamento non è risolutivo di tutti i problemi aperti, ma è una boccata d'ossigeno che può essere utile almeno per non far precipitare la situazione. Quindi, vi chiedo di votare a favore di questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Onorevole Boffa, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Meta Tab. F.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 472
Votanti 462
Astenuti 10
Maggioranza 232
Hanno votato
199
Hanno votato
no 263).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Mariani Tab. F.3.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Braga. Ne ha facoltà.

CHIARA BRAGA. Signor Presidente, intervengo per l'illustrazione di quest'ultimo emendamento e dal mio gruppo mi dicono che abbiamo ancora a disposizione 12 minuti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Onorevole, il suo gruppo ha a disposizione 30 minuti complessivi. Prego, onorevole.

CHIARA BRAGA. Tuttavia, il mio intervento sarà molto breve. Questo emendamentoPag. 154è riferito alla tabella F del disegno di legge finanziaria, per la quale sappiamo è possibile solo una rimodulazione delle quote annuali di stanziamento e, quindi, non la modifica complessiva delle risorse stanziate.
Chiediamo di rivedere, per questo caso specifico, il criterio seguito dal Governo nella stesura della tabella, incrementando l'importo previsto per il 2009 al primo esercizio finanziario utile, perché crediamo che sia fondamentale anticipare già dal prossimo anno la disponibilità di risorse destinate agli investimenti infrastrutturali. In particolare, chiediamo un'attenzione a questa voce di investimento che riguarda le opere strategiche ricomprese nella legge-obiettivo, per le quali, a fronte della richiesta di 14 miliardi di euro in tre anni formulata al Ministro Matteoli in sede di presentazione del DPEF, non è stata stanziata in questa manovra finanziaria alcuna risorsa significativa e nemmeno le ipotesi di soluzioni alternative per far fronte a questa mancata previsione ci paiono convincenti. Ci preoccupa soprattutto questa mancanza di certezza sugli investimenti a disposizione del fondo per le opere strategiche e chiediamo che il Governo riveda le sue priorità e definisca un impegno chiaro e concreto nel settore delle infrastrutture (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo della mia dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Onorevole Braga, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mariani Tab. F.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 462
Votanti 448
Astenuti 14
Maggioranza 225
Hanno votato
196
Hanno votato
no 252).

Prendo atto che i deputati Mura e Sanga hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'articolo 3.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Baretta. Ne ha facoltà.

PIER PAOLO BARETTA. Signor Presidente, le motivazioni che ci portano ad esprimere un parere contrario sull'articolo in esame sono state bene illustrate nel corso della discussione da tutti i colleghi, quindi mi limiterò ad evidenziare un solo punto, rinunciando a circa 28 dei 30 minuti che ho ancora disposizione, per dire che mi interessa sottolineare solo questo aspetto (e vorrei che il Governo ascoltasse): di tutti gli emendamenti presentati all'articolo in esame, eccettuati due, che sono stati il risultato di una discussione della Commissione, tutti gli altri sono stati rifiutati.
Allora, è evidente che vi è un atteggiamento di troppo nella gestione: è una gestione - mi permetto di dire - sbagliata nel merito dei rapporti che riguardano gli argomenti che sono stati presi in considerazione.
Poiché questa legislatura, purtroppo, sarà lunga, voglio sottolineare questo aspetto, perché questo è il primo appuntamento di una lunga serie di incontri che in quest'Aula faremo tra Governo e opposizione. Credo sia arrivato il momento che il Governo rifletta, perché si può essere molto più produttivi per il Paese di quanto si è dimostrato in questi giorni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cambursano. Ne ha facoltà.

RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, non so se i colleghi si siano resiPag. 155conto dell'inutilità del lavoro che abbiamo fin qui svolto, soprattutto relativamente all'articolo 3 e questo è il risultato. Lo ricordava poc'anzi l'amico Baretta: abbiamo presentato centinaia di emendamenti e il risultato finale è che nessuno è stato accolto, salvo quelli discussi in Commissione, due per l'appunto. Quindi, credo che valga la pena cominciare a ragionare sul futuro dello strumento della legge finanziaria, anticipata o posticipata, non certamente così come abbiamo fatto finora.
Attendevamo risposte concrete su due pilastri importanti che il Paese sta attendendo da noi, e cioè quello per le famiglie e quello per le imprese. Constatiamo che nessuno dei due ha avuto risposte. Ci auguriamo che arrivino finalmente queste risposte, visto che la prossima settimana analizzeremo e discuteremo approfonditamente i due decreti-legge che dovrebbero dare risposte concrete - speriamo, se non lo faranno solo teoricamente - alla crisi finanziaria, che si ripercuote certamente sulle banche, ma soprattutto sulle famiglie e sulle imprese.
Non le aspettiamo dai media, le aspettiamo dal Governo in quest'Aula. Questo è il Parlamento, non è una messinscena che deve essere fatta da Bruno Vespa o in qualche altro talk show (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

GASPARE GIUDICE, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GASPARE GIUDICE, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, intervengo velocemente per dire che finalmente, dopo tanti anni, il Parlamento discute e vota un disegno di legge finanziaria senza la posizione della questione di fiducia (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).

IVANO STRIZZOLO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

IVANO STRIZZOLO. Signor Presidente, intervengo solo per ricordare che sul decreto-legge n. 112 del 2008 la posizione della questione di fiducia c'è stata (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

ANTONIO BORGHESI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, considero l'intervento del collega Giudice una battuta, perché credo che tutto ciò che abbiamo visto in questi giorni, e ancor prima in Commissione, sia la dimostrazione che quest'Aula ha discusso molto, ma semplicemente per parlare e non per decidere, perché praticamente nulla di tutti i suggerimenti dati è stato accolto. Pertanto, di fatto questa non è la legge finanziaria di questa maggioranza, ma di quel Governo.

ANGELO COMPAGNON. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, abbiamo cercato in tutti i modi di essere equilibrati e rispettosi in quest'Aula. Sapevamo benissimo come sarebbe andata a finire. Credo che, a fronte di tutto questo, il relatore per la maggioranza poteva risparmiarsi l'ultimo intervento. Non vado avanti, dico solo che un po' di rispetto è necessario, soprattutto alla fine di un percorso, perché tutti sapevamo che questa finanziaria usciva come l'ha voluta il Governo. Noi ci abbiamo messo del nostro, rispettando la maggioranza. Quindi, mi rivolgo espressamente al relatore per la maggioranza, d'ora in poi cerchi di rispettarci anche lui (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro, Partito Democratico e Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Pag. 156
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3, con le annesse tabelle nel testo emendato.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 466
Votanti 457
Astenuti 9
Maggioranza 229
Hanno votato
258
Hanno votato
no 199).

Prendo altresì atto che i deputati Laura Molteni, Scelli, D'Amico e Consiglio hanno segnalato di aver espresso voto contrario mentre avrebbero voluto esprimere voto favorevole e che i deputati Bordo e De Micheli hanno segnalato di aver espresso voto favorevole mentre avrebbero voluto esprimere voto contrario.
Prendo infine atto che il deputato Borghesi ha segnalato di non essere riuscito a votare.
Il seguito del dibattito è rinviato alla seduta di domani.

Sull'ordine dei lavori (ore 21,15).

PRESIDENTE. Comunico che, a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, è stato stabilito che nella seduta di domani, giovedì 13 novembre, alle ore 15, si svolgeranno le dichiarazioni di voto finale sul disegno di legge n. 1713 - Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2009), con ripresa televisiva diretta degli interventi dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.
La seduta inizierà domani alle ore 9,30, con votazioni a partire dalle ore 10 circa, e proseguirà nel pomeriggio ed eventualmente in notturna. Ricordo che, in base all'organizzazione dei nostri lavori, questi ultimi potranno proseguire anche nella giornata di venerdì 14 novembre, con votazioni.
Comunico inoltre che, in aggiunta agli argomenti già previsti, sarà iscritto domani all'ordine del giorno l'esame delle questioni pregiudiziali presentate al disegno di legge n. 1875 - Conversione in legge del decreto-legge 6 novembre 2008, n. 172, recante misure straordinarie per fronteggiare l'emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania, nonché misure urgenti di tutela ambientale (da inviare al Senato - scadenza: 5 gennaio 2009).
Venerdì 14 novembre, al termine delle eventuali votazioni, avrà luogo lo svolgimento di interpellanze urgenti.

In morte dell'onorevole Nino Colucci.

PRESIDENTE. Comunico che è deceduto l'onorevole Nino Colucci, già membro della Camera dei deputati nella X, XI, XII e XIII legislatura.
La Presidenza della Camera ha già fatto pervenire ai familiari le espressioni della più sentita partecipazione al loro dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome dell'Assemblea.

Trasmissione dal Senato di un disegno di legge di conversione e sua assegnazione a Commissione in sede referente.

PRESIDENTE. Il Presidente del Senato ha trasmesso alla Presidenza il seguente disegno di legge, che è assegnato, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 1, del Regolamento, in sede referente, alla V Commissione (Bilancio):
S. 1083 «Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 7 ottobre 2008, n. 154, recante disposizioni urgenti per il contenimento della spesa sanitaria e in materia di regolazioni contabili con le autonomie locali» (Approvato dal Senato) (1891) - Parere delle Commissioni I, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria)Pag. 157VII, X, XI, XII (ex articolo 73, comma 1-bis del Regolamento), XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Il suddetto disegno di legge, ai fini dell'espressione del parere previsto dall'articolo 96-bis, comma 1, del Regolamento, è altresì assegnato al Comitato per la legislazione.

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

Giovedì 13 novembre 2008, alle 9,30:

1. - Seguito della discussione del disegno di legge:
Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2009) (1713).
- Relatori: Giudice, per la maggioranza; Baretta, di minoranza.

2. - Seguito della discussione del disegno di legge:
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2009 e bilancio pluriennale per il triennio 2009-2011 (1714).

Nota di variazioni al bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2009 e bilancio pluriennale per il triennio 2009-2011.
- Relatori: Moroni, per la maggioranza; Baretta, di minoranza.

3. - Discussione del disegno di legge (per l'esame e la votazione delle questioni pregiudiziali presentate):
Conversione in legge del decreto-legge 6 novembre 2008, n. 172, recante misure straordinarie per fronteggiare l'emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania, nonché misure urgenti di tutela ambientale (1875).

4. - Seguito della discussione del disegno di legge:
S. 1038 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 22 settembre 2008, n. 147, recante disposizioni urgenti per assicurare la partecipazione italiana alla missione di vigilanza dell'Unione europea in Georgia (Approvato dal Senato) (1802).
- Relatori: Stefani, per la III Commissione e Cicu, per la IV Commissione.

5. - Seguito della discussione del disegno di legge:
Conversione in legge del decreto-legge 20 ottobre 2008, n. 158, recante misure urgenti per contenere il disagio abitativo di particolari categorie sociali (1813-A).
- Relatore: Gibiino.

La seduta termina alle 21,25.

TESTO INTEGRALE DELLA DICHIARAZIONE DI VOTO DEL DEPUTATO MANUELA GHIZZONI SUL SUO EMENDAMENTO TAB.C.26 RIFERITO AL DISEGNO DI LEGGE N. 1713

MANUELA GHIZZONI. L'emendamento ha la finalità di incrementare le risorse in dotazione al fondo ordinario per gli enti e le istituzioni di ricerca, che raccoglie gli stanziamenti a favore di enti quali il CNR, l'Agenzia spaziale italiana, l'Istituto nazionale di fisica nucleare, l'Istituto nazionale di astrofisica e molti altri enti di minori dimensioni ma non meno importanti per la ricerca e l'innovazione.
La finanziaria in discussione prevede una disponibilità di 1744,5 milioni di euroPag. 158per il 2009, pertanto dobbiamo registrare un decremento delle risorse di ben 69,5 milioni rispetto al bilancio 2008.
Insomma, signor Presidente, mentre gli altri Paesi Europei investono con forza nei settori della ricerca, della conoscenza e dell'innovazione anche al fine di contrastare la difficile congiuntura economica e la recessione che si profila all'orizzonte - ne sono un esempio concreto i 15 miliardi destinati dal Governo Sarkozy all'istruzione terziaria e alla ricerca francesi - l'Italia che fa? Si limita a tagliare. Siamo di fronte ad una politica miope, che penalizzerà economicamente e socialmente il nostro Paese, che già oggi è agli ultimi posti nel rapporto delle risorse destinate alla ricerca rispetto al Pil. Siamo all'1,1 per cento del PIL contro il 2,5 per cento della media Ocse.
E se le risorse sono esigue, non meglio va la procedura per la loro attribuzione: colgo l'occasione per ricordare ai colleghi che lo schema di decreto per il riparto del fondo per l'anno in corso, ad oggi - cioè metà novembre - non è ancora stato trasmesso alle Commissioni parlamentari competenti per l'espressione del previsto parere. E come è facile intuire, un tale ritardo nuoce gravemente al funzionamento degli enti e allo svolgimento dell'attività scientifica già programmata, che in molti casi riguarda sia impegni internazionali sia la realizzazione di infrastrutture.
Rammento poi al Governo e ai colleghi, in particolare quelli di maggioranza, che con la legge n. 165 del 2007 è stata attribuita una delega al Governo per il riordino degli enti di ricerca. Una legge dal contenuto condiviso, come dimostrarono l'allora astensione dei gruppi dell'UDC e di Alleanza Nazionale. La legge riconosce agli enti l'autonomia statutaria e affida all'istituenda - almeno fino a quando non sarà soppressa resterà istituenda - Agenzia nazionale di valutazione dell'Università e della ricerca (ANVUR) la valutazione dei risultati dell'attività di ricerca, a cui è connessa l'erogazione dei finanziamenti statali.
Il Governo, purtroppo, non pare interessato ad esercitare tale delega, anzi ha proposto di procrastinare di un anno il termine entro il quale emanare i decreti attuativi. Spiace constatare un tale disinteresse, perché si ritarda il riconoscimento agli enti dell'autonomia statutaria, garantita dalla Costituzione, e si impedisce che l'attribuzione delle risorse sia vincolata alla valutazione dei risultati conseguiti, con un approccio che premia realmente il merito e l'eccellenza. E guardi, signor Presidente, mi riesce un po' difficile comprendere l'atteggiamento del Governo, a meno che la tanto sbandierata valorizzazione del merito - a cui molti ministri fanno costantemente riferimento - non sia solo un'operazione di propaganda mediatica, che non trova corrispondenza nelle concrete azioni dell'Esecutivo.
E così, tra risorse decurtate pesantemente e riordino procrastinato, tra mancata stabilizzazione dei ricercatori precari e riduzione delle piante organiche - anche se su questo punto registro positivamente una vigorosa marcia indietro dovuta alla mobilitazione dei lavoratori della ricerca e alla nostra iniziativa parlamentare - il Governo palesa la propria strategia, cioè negare finanziamenti per l'attività degli enti di ricerca e, conseguentemente per l'innovazione e la crescita del Paese e drenare risorse dall'intero sistema dell'istruzione e della formazione.
«Niente Nobel al Paese che umilia la ricerca»: così titolava un noto settimanale economico a proposito della mancata attribuzione del premio Nobel a studiosi italiani. E il parere negativo espresso sull'emendamento aderisce perfettamente a questa lettura e conferma il disinteresse colpevole del Governo per la ricerca di base e l'economia della conoscenza.

TESTO INTEGRALE DELLA DICHIARAZIONE DI VOTO DEL DEPUTATO VINICIO GIUSEPPE GUIDO PELUFFO SUL SUO EMENDAMENTO TAB.F.1 RIFERITO AL DISEGNO DI LEGGE N. 1713

VINICIO GIUSEPPE GUIDO PELUFFO. Presidente, rappresentanti del Governo, colleghi deputati, l'emendamento in oggetto è presentato dal sottoscritto e daiPag. 159colleghi Fiano e Misiani con uno spirito che possiamo definire di servizio.
L'emendamento riguarda l'Expo del 2015 assegnato a Milano, il cui percorso in questi mesi sta diventando sempre più accidentato. Innanzitutto non è ancora terminata la lunga attesa del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri sulla governance: annunciato a più riprese, oggi viene indicato come firmato dal Presidente del Consiglio, ma non risulta ancora pubblicato in Gazzetta Ufficiale.
Il risultato è che questa complessa macchina è ancora ferma, manca la testa rappresentata dalla scelta di governance; materia peraltro delicata perché è necessario da subito prendere decisioni, servono elementi di certezza sugli assetti societari per garantire innanzitutto la trasparenza.
Anche per evitare rischi di infiltrazione nei futuri appalti da parte della criminalità organizzata, come riportato nelle scorse settimane da diversi organi di stampa. Segnalo al Governo che su questo argomento l'interrogazione che ho firmato con il collega Minniti non ha ancora ricevuto risposta-sarebbe il caso di rispondere!
Per quanto riguarda le risorse ricordo che il calcolo complessivo viene fatto sulla cifra di circa 15 miliardi di euro (3,286 miliardi di euro per la realizzazione del sito e 11,3 miliardi di euro per le opere connesse) di queste risorse ne mancano un po': lo ha detto da ultimo il sottosegretario Castelli facendo riferimento ad una cifra tra 1,9 e 3 miliardi di euro.
Ricordo, in aggiunta, che tra i finanziamenti previsti una parte è oggetto di impegni internazionali contratti con il bureau international des expositions; tra gli impegni c'è anche la possibilità di istituire nuove lotterie per raccogliere risorse aggiuntive, ma l'emendamento in tal senso della Lega Nord giudicato inammissibile rende impossibile questa strada per il momento.
Questi impegni internazionali ammontano a 1,486 miliardi di euro e dell'iter di tale cifra il sindaco di Milano e commissario straordinario dovrà riferire al BIE già agli inizi di dicembre. Metto qui in evidenza che la calendarizzazione di questi fondi prevista dall'articolo 14 del decreto-legge n. 112 stanzia 134 milioni di euro dal 2009 al 2011 e 1,352 miliardi di euro dal 2012 al 2015; abbiamo già segnalato questa distonia in quella sede di discussione con emendamenti e ordini del giorno.
Faccio notare che con questa distribuzione i cantieri non partiranno in tempo né saranno conclusi in tempo: sette anni sono pochi.
È lì a ricordarcelo la realizzazione del polo esterno di Fiera Milano (nelle cui prossimità sorgerà l'Expo) partita con accordo di programma del 2000, inaugurata nel 2005 e che vede cantieri ancora aperti a fine 2008.
Per questo l'emendamento raddoppia gli stanziamenti previsti nei prossimi tre anni, da 134 milioni di euro a 268, diminuendoli poi nei quattro anni successivi; questo crediamo possa dare qualche elemento di certezza. Lo dico anche in riferimento all'articolo comparso oggi sulla cronaca milanese del Corriere della Sera che esprime dubbi sulla concreta volontà del Governo di proseguire sulla strada dell'Expo.
Noi continuiamo ad essere convinti che l'Expo si debba fare, che rappresenti un'opportunità ma siamo altresì convinti che il Governo si debba dare una mossa.
Con questo spirito di servizio chiediamo alla maggioranza di votare questo emendamento.

TESTO INTEGRALE DELLA DICHIARAZIONE DI VOTO DEL DEPUTATO COSTANTINO BOFFA SULL'EMENDAMENTO META TAB.F.2 RIFERITO AL DISEGNO DI LEGGE N. 1713

COSTANTINO BOFFA. L'emendamento propone un intervento, limitatamente all'anno 2009, che dia respiro al settore della mobilità ferroviaria.
Nel settore dei trasporti la Finanziaria prevede, rispetto agli stanziamenti 2008 che sono già stati ridotti dai decreti-legge precedenti, una forte contrazione degli investimenti nelle infrastrutture: - meno 5,5 miliardi di euro nel 2009; ulterioriPag. 160riduzioni negli anni successivi fino ai meno 15 miliardi di euro nel 2011!
Tutti i settori vengono colpiti: i collegamenti di cabotaggio marittimo con le isole minori; i collegamenti svolti da Tirrenia alla quale viene ridotto il contributo del 50 per cento; sono stati azzerati i contributi - stanziati dal precedente Governo per la cantieristica navale; ridotti i fondi per la sicurezza stradale; ridotti drasticamente i fondi per l'infrastruttura portuale e intermodale.
Come abbiamo già detto in altri interventi, i tagli riguardano anche l'erogazione dei servizi ferroviari, in particolare quelli di trasporto regionale, e gli investimenti sulle linee della rete tradizionale FS.
Nel Documento di programmazione economica e finanziaria del giugno 2008, il Governo ha dedicato il capitolo «6.5 La crisi del trasporto ferroviario in assenza di risorse.»
Il Documento riporta tre simulazioni fornite, in merito, dal gruppo FS. Lo scenario A è il seguente: passeggeri media e lunga percorrenza; riduzione di sei milioni di treni/km, per il trasporto regionale; riduzione di cinque milioni di treni/km, per trasporto merci in servizio universale; riduzione della produzione di Trenitalia per servizio universale di 14 milioni di treni/km e perdite economiche di 70 milioni per Trenitalia e per 25 milioni per Rete Ferrovie italiane.
Lo scenario B è il seguente: ipotesi di mantenimento dei volumi di produzione come per il 2008, necessita la erogazione corretta, da parte dello Stato, come da Piano e l'incremento dei corrispettivi rispettivamente di 24 milioni di euro per il servizio passeggeri; 59 milioni di euro per il trasporto regionale; 43 milioni di euro per il trasporto merci universale e comunque Trenitalia avrebbe un conto economico in meno di 30 milioni di euro e RFI, con meno ricavi di almeno 10 milioni di euro.
Lo scenario C è il seguente: chiusura delle linee per minori stanziamenti per infrastruttura.
In assenza di interventi che, nella migliore delle ipotesi dimezzano i danni a carico di Trenitalia e di RFI, sono ipotizzabili riduzioni dei volumi di traffico e degrado di prestazioni di rete con: traffico; contenimento dei costi per circa 70 milioni di euro e comunque mancate entrate per 80 milioni di euro e una perdita per RFI di 351 milioni di euro.
Spingete le Ferrovie italiane, visto che nella finanziaria non c'è traccia di interventi sia di servizi a lunga percorrenza sia per il trasporto pendolari.
E questo proprio in un periodo nel quale molti pendolari stanno orientandosi verso l'uso del mezzo pubblico, con punte del 18 per cento nelle grandi città, e mentre l'inquinamento derivante, in gran parte, dall'uso dei mezzi veicolari individuali, sta asfissiando le città.
Noi sosteniamo la necessità del miglioramento dei servizi di trasporto pubblico locale, e una vera cura del ferro.
Certo, l'emendamento non è risolutivo di tutti i problemi aperti, ma è una boccata d'ossigeno, che può essere utile per non far precipitare la situazione.

TESTO INTEGRALE DELLA DICHIARAZIONE DI VOTO DEL DEPUTATO CHIARA BRAGA SULL'EMENDAMENTO MARIANI TAB.F.3 RIFERITO AL DISEGNO DI LEGGE N. 1713

CHIARA BRAGA. Intervengo ad illustrazione dell'emendamento Tab. F.3 e in particolare alla missione «Infrastrutture pubbliche e logistiche. Programma Opere strategiche. Rubrica Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. Voce Legge n. 266 del 2005 - Rifinanziamento legge 166 del 2002 - Legge obiettivo - interventi infrastrutture».
È un intervento sulla tabella F della legge finanziaria per la quale, sappiamo, è possibile proporre solo una rimodulazione delle quote annuali di stanziamento e non la modifica complessiva delle risorse stanziate; chiediamo di rivedere per questo caso specifico il criterio seguito dal Governo nella stesura di questa tabella, incrementando l'importo previsto per il 2009 al primo esercizio finanziario utile, perché crediamo che sia fondamentale anticiparePag. 161già dal prossimo anno la disponibilità di risorse destinate agli investimenti infrastrutturali, come fattore di rilancio e di crescita del sistema economico del paese che, come ben sappiamo, mostra evidenti segnali di difficoltà.
In particolare chiediamo un'attenzione a questa voce di investimento che riguarda le opere strategiche ricomprese nella Legge Obiettivo, per la quale il Governo, nonostante gli annunci fatti in occasione della presentazione dell'allegato al DPEF relativo alle opere pubbliche, non ha garantito un adeguato trasferimento di risorse. Il programma della Legge obiettivo prevedeva un significativo investimento di capitali privati, oltre 30 miliardi di euro, una previsione importante che noi condividiamo in termini di principio, ma che si sta rilevando eccessivamente ottimistica, per una serie di ragioni legate all'andamento dei mercati finanziari, alla difficoltà ampiamente dimostrata dal sistema creditizio in questi anni ad assumere il rischio di progetto. La stessa rappresentanza del mondo delle imprese nel settore edile, l'ANCE, evidenzia nel suo rapporto annuale la necessità di un adeguato apporto anche di risorse pubbliche per la prosecuzione degli interventi strategici, perché giustamente l'impegno dei privati non può essere inteso come disimpegno dello Stato in un settore prioritario come quello del finanziamento delle infrastrutture. A fronte della richiesta formulata dal Ministro Matteoli di 14 miliardi di euro di risorse statali in tre anni, tradotti in 4 miliardi nel 2009 e 5 nei due anni successivi, nella legge finanziaria non c'è di fatto nessun stanziamento significativamente aggiuntivo per il Fondo delle opere strategiche, specie rispetto alle previsioni della precedente legge finanziaria. E nemmeno le ipotesi di soluzioni alternative per far fronte a questa mancata previsione, evocate dal Governo in queste settimane, appaiono convincenti: dall'intesa con la Banca europea degli Investimenti per una più tempestiva valutazione dei progetti - a cui però deve corrispondere un pari impegno nazionale in termini di cofinanziamento - alla riprogrammazione delle risorse del Fondo aree sottoutilizzate, disposto dalla manovra d'estate, con tutte le criticità che questo comporta per molti ambiti di intervento non solo infrastrutturali, ma anche di rilancio del sistema economico, fino alla disponibilità di finanziamenti da ricercare nel Fondo rotativo per le infrastrutture istituito presso la Cassa depositi e prestiti. Si tratta di soluzioni di ripiego, ancora tutte da verificare, che unite al pesante taglio imposto dalla legge finanziaria all'intero settore delle infrastrutture (-38 per cento) e non solo per quelle opere comprese nella legge obiettivo, ci preoccupa molto, perché si traduce prima di tutto in una netta inversione di tendenza rispetto al processo di recupero del livello di stanziamento attuato con le ultime due manovre di bilancio. E ancora ci preoccupa scoprire che anche per la copertura finanziaria del decreto legge 180 sull'università e ricerca, si prevede di pescare, ancora una volta, proprio nel settore delle infrastrutture, con tagli lineari in capitoli già pesantemente ridotti da questa manovra finanziaria, quasi fosse una fonte inesauribile da cui attingere risorse.
Con questo emendamento chiediamo che il Governo riveda le sue priorità, definisca un impegno chiaro e concreto nel settore delle infrastrutture di cui il paese ha assoluta necessità per ripartire, e sia coerente con gli annunci e le promesse fatte in questi mesi, sostenendo con le necessarie risorse finanziarie la realizzazione di quelle infrastrutture moderne ed efficienti che possano sostenere la competitività del Paese e nel contempo innalzare la qualità della vita per chi quotidianamente vive ed opera sul territorio.

VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 10 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl 1713 - em. 2.107 457 450 7 226 213 237 58 Resp.
2 Nom. em. 2.111 480 477 3 239 226 251 57 Resp.
3 Nom. em. 2.113 482 480 2 241 225 255 57 Resp.
4 Nom. em. 2.115 484 474 10 238 230 244 56 Resp.
5 Nom. em. 2.117 499 494 5 248 237 257 56 Resp.
6 Nom. em. 2.118 500 407 93 204 147 260 55 Resp.
7 Nom. em. 2.119 498 489 9 245 230 259 53 Resp.
8 Nom. em. 2.120 507 501 6 251 240 261 50 Resp.
9 Nom. em. 2.122 506 500 6 251 238 262 51 Resp.
10 Nom. em. 2.123 506 498 8 250 239 259 51 Resp.
11 Nom. em. 2.125 517 509 8 255 241 268 47 Resp.
12 Nom. em. 2.127 513 504 9 253 233 271 46 Resp.
13 Nom. em. 2.128 483 475 8 238 218 257 47 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M= Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 10 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. em. 2.130 503 494 9 248 230 264 47 Resp.
15 Nom. em. 2.131 501 486 15 244 225 261 47 Resp.
16 Nom. em. 2.133 514 503 11 252 233 270 47 Resp.
17 Nom. em. 2.134 480 466 14 234 205 261 46 Resp.
18 Nom. em. 2.135 512 505 7 253 236 269 46 Resp.
19 Nom. em. 2.139 507 496 11 249 232 264 45 Resp.
20 Nom. em. 2.141 504 494 10 248 231 263 44 Resp.
21 Nom. em. 2.142 500 491 9 246 229 262 44 Resp.
22 Nom. em. 2.145 506 498 8 250 230 268 44 Resp.
23 Nom. em. 2.146 504 495 9 248 228 267 44 Resp.
24 Nom. subem. 0.2.201.12 509 500 9 251 231 269 44 Resp.
25 Nom. subem. 0.2.201.202 rif. 501 495 6 248 492 3 44 Appr.
26 Nom. subem. 0.2.201.14 510 500 10 251 233 267 44 Resp.
INDICE ELENCO N. 3 DI 10 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. subem. 0.2.201.15 500 492 8 247 227 265 44 Resp.
28 Nom. subem. 0.2.201.10 507 499 8 250 231 268 44 Resp.
29 Nom. subem. 0.2.201.200 510 508 2 255 495 13 44 Appr.
30 Nom. em. 2.201 rif. 510 509 1 255 507 2 44 Appr.
31 Nom. subem. 0.2.203.1 487 324 163 163 307 17 44 Appr.
32 Nom. subem. 0.2.203.3 493 419 74 210 146 273 44 Resp.
33 Nom. em. 2.203 n.f. 489 320 169 161 313 7 44 Appr.
34 Nom. articolo 2 505 502 3 252 281 221 44 Appr.
35 Nom. articolo agg. 2.02 466 460 6 231 210 250 44 Resp.
36 Nom. articolo agg. 2.08 478 471 7 236 215 256 43 Resp.
37 Nom. articolo agg. 2.011 466 458 8 230 197 261 43 Resp.
38 Nom. articolo agg. 2.017 450 447 3 224 193 254 43 Resp.
39 Nom. articolo agg. 2.018 488 457 31 229 25 432 56 Resp.
INDICE ELENCO N. 4 DI 10 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. articolo agg. 2.020 501 488 13 245 49 439 52 Resp.
41 Nom. articolo agg. 2.022 504 446 58 224 29 417 53 Resp.
42 Nom. articolo agg. 2.023 510 504 6 253 235 269 53 Resp.
43 Nom. articolo agg. 2.024 504 495 9 248 231 264 53 Resp.
44 Nom. articolo agg. 2.025 506 497 9 249 234 263 53 Resp.
45 Nom. Tab. A.1 518 511 7 256 242 269 51 Resp.
46 Nom. Tab. A.2 513 504 9 253 237 267 51 Resp.
47 Nom. Tab. A.3 509 502 7 252 234 268 51 Resp.
48 Nom. Tab. A.4 508 501 7 251 233 268 52 Resp.
49 Nom. Tab. A.5 505 498 7 250 233 265 52 Resp.
50 Nom. Tab. A.6 503 493 10 247 230 263 52 Resp.
51 Nom. Tab. A.7 500 494 6 248 234 260 50 Resp.
52 Nom. Tab. A.8 509 501 8 251 236 265 49 Resp.
INDICE ELENCO N. 5 DI 10 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nom. Tab. A.9 481 475 6 238 220 255 50 Resp.
54 Nom. Tab. A.11 500 494 6 248 238 256 50 Resp.
55 Nom. Tab. A.12 506 498 8 250 235 263 50 Resp.
56 Nom. Tab. A.13 496 489 7 245 233 256 49 Resp.
57 Nom. Tab. A.14 503 495 8 248 228 267 50 Resp.
58 Nom. Tab. A.15 514 507 7 254 241 266 49 Resp.
59 Nom. Tab. A.200 514 510 4 256 504 6 48 Appr.
60 Nom. Tab. A.16, A.201 507 500 7 251 469 31 48 Appr.
61 Nom. subem. 0.Tab.A.202.1 517 511 6 256 240 271 48 Resp.
62 Nom. Tab. A.202 512 424 88 213 418 6 48 Appr.
63 Nom. Tab. A.17 501 493 8 247 237 256 48 Resp.
64 Nom. Tab. A.18 500 493 7 247 226 267 49 Resp.
65 Nom. Tab. A.19 492 483 9 242 219 264 49 Resp.
INDICE ELENCO N. 6 DI 10 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 78)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nom. Tab. A.20 497 353 144 177 89 264 48 Resp.
67 Nom. Tab. A.21 484 477 7 239 222 255 48 Resp.
68 Nom. Tab. A.22 491 485 6 243 222 263 48 Resp.
69 Nom. Tab. A.23 483 476 7 239 215 261 48 Resp.
70 Nom. Tab. A.25 482 475 7 238 217 258 48 Resp.
71 Nom. Tab. A.26, A.27 489 482 7 242 217 265 48 Resp.
72 Nom. Tab. A.28 493 486 7 244 224 262 48 Resp.
73 Nom. Tab. A.29 487 480 7 241 218 262 48 Resp.
74 Nom. Tab. A.30 501 494 7 248 232 262 48 Resp.
75 Nom. Tab. B.1 500 499 1 250 242 257 48 Resp.
76 Nom. Tab. B.2 498 490 8 246 229 261 48 Resp.
77 Nom. Tab. B.3 499 492 7 247 226 266 48 Resp.
78 Nom. Tab. B.4 489 479 10 240 223 256 48 Resp.
INDICE ELENCO N. 7 DI 10 (VOTAZIONI DAL N. 79 AL N. 91)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
79 Nom. Tab. B.5 489 483 6 242 224 259 48 Resp.
80 Nom. Tab. B.6 504 495 9 248 225 270 48 Resp.
81 Nom. Tab. B.7 497 486 11 244 224 262 48 Resp.
82 Nom. Tab. B.8 501 500 1 251 229 271 48 Resp.
83 Nom. Tab. B.9 502 498 4 250 225 273 48 Resp.
84 Nom. Tab. C.1 497 491 6 246 228 263 48 Resp.
85 Nom. Tab. C.3 497 491 6 246 231 260 47 Resp.
86 Nom. Tab. C.6 493 484 9 243 224 260 47 Resp.
87 Nom. Tab. C.7 482 463 19 232 208 255 48 Resp.
88 Nom. Tab. C.8 496 488 8 245 226 262 46 Resp.
89 Nom. Tab. C.13 488 481 7 241 217 264 45 Resp.
90 Nom. Tab. C.14 487 479 8 240 217 262 45 Resp.
91 Nom. Tab. C.15 460 455 5 228 205 250 45 Resp.
INDICE ELENCO N. 8 DI 10 (VOTAZIONI DAL N. 92 AL N. 104)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
92 Nom. Tab. C.16 487 477 10 239 219 258 45 Resp.
93 Nom. Tab. C.18 481 470 11 236 221 249 45 Resp.
94 Nom. Tab. C.19 476 466 10 234 214 252 45 Resp.
95 Nom. Tab. C.20 478 473 5 237 218 255 45 Resp.
96 Nom. Tab. C.22 482 474 8 238 219 255 45 Resp.
97 Nom. Tab. C.23 486 477 9 239 218 259 45 Resp.
98 Nom. Tab. C.24 480 460 20 231 211 249 45 Resp.
99 Nom. Tab. C.26 485 479 6 240 219 260 45 Resp.
100 Nom. Tab. C.30 481 473 8 237 214 259 45 Resp.
101 Nom. Tab. C.31 491 483 8 242 219 264 45 Resp.
102 Nom. Tab. C.32 490 481 9 241 218 263 45 Resp.
103 Nom. Tab. C.33 478 468 10 235 210 258 45 Resp.
104 Nom. Tab. C.38 484 474 10 238 211 263 44 Resp.
INDICE ELENCO N. 9 DI 10 (VOTAZIONI DAL N. 105 AL N. 117)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
105 Nom. Tab. C.40, C.41 487 479 8 240 216 263 44 Resp.
106 Nom. Tab. C.43 488 481 7 241 216 265 44 Resp.
107 Nom. Tab. C.44 478 468 10 235 210 258 44 Resp.
108 Nom. Tab. C.45 483 473 10 237 207 266 44 Resp.
109 Nom. Tab. C.47 483 473 10 237 207 266 44 Resp.
110 Nom. Tab. C.48 481 469 12 235 208 261 44 Resp.
111 Nom. Tab. C.200 483 475 8 238 466 9 44 Appr.
112 Nom. Tab. C.49 480 470 10 236 208 262 44 Resp.
113 Nom. Tab. C.53 451 445 6 223 200 245 45 Resp.
114 Nom. Tab. C.60 462 312 150 157 60 252 45 Resp.
115 Nom. Tab. C.62 458 296 162 149 42 254 45 Resp.
116 Nom. Tab. C.61 467 300 167 151 44 256 45 Resp.
117 Nom. Tab. C.201 462 309 153 155 295 14 45 Appr.
INDICE ELENCO N. 10 DI 10 (VOTAZIONI DAL N. 118 AL N. 123)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
118 Nom. Tab. D.3 469 458 11 230 205 253 45 Resp.
119 Nom. Tab. D.4 461 452 9 227 202 250 45 Resp.
120 Nom. Tab. F.1 471 463 8 232 200 263 45 Resp.
121 Nom. Tab. F.2 472 462 10 232 199 263 45 Resp.
122 Nom. Tab. F.3 462 448 14 225 196 252 45 Resp.
123 Nom. articolo 3 466 457 9 229 258 199 45 Appr.