Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Studi - Dipartimento affari esteri
Titolo: Incontro con una delegazione del Parlamento ungherese (5 dicembre 2012)
Serie: Documentazione e ricerche    Numero: 396
Data: 05/12/2012
Organi della Camera: III-Affari esteri e comunitari
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Camera dei deputati

XVI LEGISLATURA

 

 

 

Documentazione e ricerche

Incontro con una delegazione del Parlamento ungherese

(5 dicembre 2012)

 

 

 

 

 

 

 

 

n. 396

 

 

 

5 dicembre 2012

 


Servizi responsabilI:

Servizio Studi – Dipartimento Affari esteri

( 066760-4939 / 066760-4172 – * st_affari_esteri@camera.it

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Hanno collaborato:

Servizio Rapporti internazionali

( 066760-3948 / 066760-9515 – * cdrin1i@camera.it

 

Ufficio Rapporti con l’Unione europea

( 066760-2145 / 066760-2146 – * cdrue@camera.it

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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File: es1287.doc

 


INDICE

 

Composizione della delegazione

Schede di lettura

Scheda paese politico-istituzionale sull’Ungheria

Il quadro istituzionale  17

La situazione politica  18

Relazioni parlamentari con l’Ungheria (a cura del Servizio Rapporti Internazionali)

Rapporti tra UE e Ungheria (a cura dell’Ufficio Rapporti con l’Unione Europea)

Recenti iniziative UE relative all’Ungheria  35

L’attivitŕ del Parlamento europeo  38

Scheda-paese Ungheria (a cura del Ministero degli Affari esteri)

Documentazione

§     G. Pallone ‘L’Ungheria: calendario di una crisi politico-economica, in: Aspenia online www.aspeninstitute.it/aspenia-online 31/1/2012  97

§     V.Orbán ‘Fenomenologia di un politico europeo’, in: Limes Online, 15/2/2012  97

§     ‘Pressure and tact are the right resopnse to Victor Orban, in: CER- CENTRE FOR European Reform 23/2/2012  97

§     G.M. Tamás ‘Ungheria, laboratorio di una nuova destra’, in: Le Monde diplomatique, 2/2012  97

§     G. Toth ‘La svolta ungherese spiegata ai marziani’, in: Limes, n. 2/2012  97

§     A. Attolico ‘Resa dei conti tra Ungheria e UE’, in: AffarInternazionali.ti, 28/3/2012  97

§     J. Vargovčiková ‘Le Groupe de Visegrad, 20 ans aprčs’, in: Politique étrangčre, 1/2012  97

§     G. Rajcsányi ‘Democracy in Hungary: the defence of Fidesz,’, in: OpenDemocracy free thinking for the wold, 5/5/2012  97

§     T.D. Czigler e I. Takacs ‘Myths of history, Euro-scepticism and fundamental rights’, in: OpenDemocracy free thinking for the world, 15/5/2012  97

§     ‘EU Pushes a Hard Line on Hungary’, in: www.stratfor.com, 5/6/2012  97

§     D. Kalan ‘Central European Policy of Hungary’, in: PISM The Polish Institute of International Affairs, Bulletin n. 59, 12/6/2012  97

§     G. Rajcsányi ‘Democracy in Hungary: the defence of Fidesz,’, in: OpenDemocracy free thinking for the wold, 5/5/2012  97

§     A. Sobják ‘The Implications of Hungary’s National Policy for Relations with Neighbouring States’, in: PISM The Polish Institute of International Affairs, n. 32, 6/2012  97

§     G. Rajcsányi ‘Democracy in Hungary: the defence of Fidesz,’, in: OpenDemocracy free thinking for the wold, 5/5/2012  97

§     L.F. Vismara ‘Ungheria: il premier Vitkor Orban sfida l’Unione Europea’, in: www.equilibri.net/nuovo, 17/8/2012  97

§     D. Kalan ‘The Crisis in Hungarian-Armenian Relations’, in PISM The Polish Institute of International Affairs, 18/9/2012  97

§     ‘EU: Views From Outside the Eurozone, Part 3’, in: www.stratfor.com, 4/10/2012  97

§     J. Jensen ‘Hungary: the vanguard of Europe’s rearguard?’, OpenDemocracy free thinking for the world, 10/10/2012  97

Composizione della delegazione

 


COMPOSIZIONE DELLA DELEGAZIONE

 

 

 

 

On. Mihály BALLA, Presidente della Commissione Esteri

On. László KOVÁCS, membro dell’Assemblea Nazionale

On. Gábor Tamás NAGY, membro dell’Assemblea Nazionale

Dott.ssa Noémi KORÁNYI, Consigliere dell’ufficio Esteri dell’Assemblea Nazionale

S.E. János BALLA Ambasciatore di Ungheria

Signor Tamás TÖRÖK, Primo Consigliere d’Ambasciata

Dott.ssa Anna TÓTH interprete


Schede di lettura

 


L'attuale quadro politico ungherese deriva dalle elezioni parlamentari dell'aprile 2010 per il rinnovo dell'Assemblea nazionale - la forma parlamentare del paese č infatti monocamerale: queste elezioni hanno segnato il ritorno al potere del partito conservatore Fidesz – Alleanza dei giovani democratici - di Viktor Orban, dopo un lungo periodo di opposizione durato circa otto anni, che aveva fatto immaginare anche un prematuro declino politico di Orban e della sua creatura politica. Al contrario, le elezioni del 2010 hanno visto un vero e proprio trionfo del partito Fidesz, che al termine dei ballottaggi si č aggiudicato ben 262 seggi su 386, superando di poco la quota dei due terzi dei componenti l'Assemblea nazionale necessaria per ogni modifica alla Costituzione vigente, con la piů ampia maggioranza parlamentare mai registrata nella storia dell’Ungheria postcomunista.

All'affermazione della Fidesz ha fatto da pendant il netto arretramento del Partito socialista ungherese, che ha ottenuto 1.350.000 voti in meno rispetto alle elezioni del 2006, conquistando complessivamente 59 seggi nell'Assemblea nazionale.

Due nuove formazioni politiche hanno fatto ingresso in Parlamento in occasione delle elezioni dell'aprile 2010: si tratta del Movimento per un'Ungheria migliore (Jobbik), giŕ affermatosi nelle elezioni europee del 2009, che ha conquistato 47 seggi complessivamente, a fronte dei 16 ottenuti dalla formazione intitolata “La politica puň essere diversa”, di orientamento liberale ed ecologista. Certamente tale da suscitare preoccupazione č stata l'affermazione di Jobbik, una formazione di estrema destra con evidenti matrici di razzismo, antisemitismo e nazionalpopulismo. Il 14 maggio, non a caso, Jobbik ha dato vita, in occasione dell’inaugurazione del nuovo Parlamento ungherese, a una messinscena senza precedenti, una vera e propria provocazione nei confronti del sentimento democratico ungherese: il leader di Jobbik e capogruppo parlamentare Gabor Vona si č infatti presentato vestito con il giubbotto della Guardia ungherese, milizia paramilitare del partito giŕ messa al bando dalla giustizia, fregiandosi del simbolo dei nazisti magiari del 1944. Di fronte alla proposta socialista di una mozione di condanna della provocazione di Jobbik, Fidesz ha dichiarato la propria contrarietŕ all’iniziativa.

Piů in generale, l’atteggiamento di Fidesz verso le iniziative di Jobbik č sembrato piů volte troppo indulgente, come emerge dal rilancio di numerose figure della storia ungherese compromesse con il fascismo e il nazismo, e in primis dell’Ammiraglio Miklos Horthy, reggente dell’Ungheria dal 1920 al 1944 e capo del regime fascista di Budapest. Con tale motivazione il Premio Nobel per la Pace Elie Wiesel, ebreo di origine ungherese, ha deciso nel giugno 2012 la restituzione di un’alta onorificenza ungherese concessagli nel 2004.

Il 20 novembre 2012 il presidente del Congresso ebraico mondiale Ronald Lauder ha invitato il premier ungherese Orban ad una chiara presa di distanza dagli estremisti xenofobi e antisemiti che con evidenza sembrano proliferare sempre piů nel paese.  Per tutta risposta pochi giorni dopo, sfruttando le tensioni determinate dai nuovi scontri tra Israele e la Striscia di Gaza, esponenti di Jobbik si sono spinti a ipotizzare la redazione di liste di ebrei per un inventario di tutte le imprese ungheresi di loro proprietŕ, nonché per evidenziare le persone con doppia cittadinanza ungherese e israeliana, che rappresenterebbero un rischio per la sicurezza nazionale. Conseguentemente lo Stato di Israele, nella persona dello speaker della Knesset Rivlin, ha chiesto ufficialmente all’Ungheria la messa al bando del partito Jobbik, mentre le associazioni ebraiche ungheresi hanno convocato una grande manifestazione antinazista per il 2 dicembre.

 

In ogni modo, grazie alla soverchiante maggioranza parlamentare, la Fidesz ha potuto dar vita ad un governo monocolore: a capo del governo figura naturalmente il leader di Fidesz, Viktor Orban, che ha potuto anche ottenere nell’agosto 2010 l’elezione a Capo dello Stato dell’esponente di Fidesz Pal Schmitt, con un importante curriculum di campione olimpico di scherma e vicepresidente del CIO.

Una successiva iniziativa legislativa ungherese, la nuova legge sui media del dicembre 2010, č stata ritenuta dall’OSCE non compatibile con i principi dell’Organizzazione e ha provocato una richiesta di modifiche da parte della Commissione europea. In particolare, oggetto di contestazione sono stati gli ampi e discrezionali poteri attribuiti dalla legge al Consiglio dei media, di nomina governativa. Tale Consiglio ha infatti facoltŕ di imporre sanzioni pesanti ai media, sia della carta stampata, sia televisivi e online, in caso di “informazione non bilanciata” o di “offese alla dignitŕ umana”. A seguito della richiesta di modifiche da parte della Commissione europea, il 7 marzo 2011 il Parlamento ungherese ha approvato alcune modifiche alla legge, in particolare volte ad escludere i blog dall’ambito di applicazione di essa. Inoltre, le fattispecie perseguibili in base alla legge sono state meglio definite con riferimento all’incitamento all’odio e alla discriminazione, ma permane la previsione di sanzioni in caso di offese alla dignitŕ umana o alla pubblica moralitŕ. L’entitŕ delle sanzioni č stata comunque ridotta. La questione della legge sui media ha reso piů difficile l’insediamento della Presidenza ungherese di turno dell’Unione europea, iniziata il 1° gennaio 2011.

Ancor piů importante č stata, nell’aprile 2011, l’approvazione della nuova Costituzione ungherese, entrata poi in vigore il 1° gennaio 2012: il nuovo testo costituzionale č passato con il solo voto favorevole di Fidesz, mentre i socialisti non hanno preso parte al voto e Jobbik ha votato contro. La nuova Costituzione č generalmente apparsa ispirata con forza all’ideologia della destra cristiana, sě da preoccupare i non credenti o diversamente credenti, ma anche alcune categorie sociali - come gli omosessuali - non rientranti nei canoni preferenziali del nuovo testo costituzionale.  Anche i profili autoritari e nazionalisti del nuovo testo sono stati  sottoposti a forti critiche, soprattutto per l’identificazione di nazione politica e nazione etnica, che potenzialmente porta alla discriminazione delle minoranze non magiare residenti in Ungheria e, corrispettivamente, a un forte richiamo alle numerose minoranze ungheresi esistenti soprattutto nella Repubblica slovacca e in Romania, alle quali la nuova Costituzione ungherese ha riconosciuto in via di principio anche il diritto di voto.

Questi ed altri spunti critici sono stati al centro della risoluzione del Parlamento europeo del 5 luglio 2011, la quale ha posto la nuova Costituzione ungherese al centro dell’osservazione delle istituzioni comunitarie, per verificare anche la compatibilitŕ con il quadro giuridico della UE delle future leggi organiche che la stessa Costituzione ha previsto. La reazione di Orban, proprio mentre si apprestava a chiudere il semestre di Presidenza ungherese della UE, si č ispirata alle libertŕ costituzionali di ciascuno Stato membro, rifiutando ingerenze di Bruxelles nei principi nazionali fondamentali.

 

Il nuovo testo della Costituzione sostituisce integralmente il testo della precedente Costituzione del 1949. L’Ungheria era infatti il solo paese a non aver adottato un nuovo testo costituzionale dopo il crollo del comunismo, mantenendo la Costituzione del 1949 emendata in molte sue parti, a partire dal preambolo che, nella versione emendata nel 1989, specificava che la Costituzione sarebbe rimasta in vigore come “provvisoria fino all’adozione di una nuova Costituzione”.

Al riguardo si segnala che l’assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa decideva il 26 marzo 2011 di richiedere un parere sulla nuova Costituzione ungherese alla Commissione di Venezia per l’assistenza costituzionale del Consiglio d’Europa. Nel suo parere del 18 giugno 2011, la Commissione di Venezia, in linea generale, pur apprezzando la decisione dell’Ungheria di adottare una nuova Costituzione, nell’ottica di consolidare l’Ungheria come Stato democratico basato sui principi della separazione dei poteri, della protezione dei diritti fondamentali e dello Stato di diritto, lamentava che l’elaborazione e l’approvazione della nuova Costituzione siano state caratterizzate da “mancanza di trasparenza, scarso dialogo tra maggioranza e opposizione, opportunitŕ insufficienti per un adeguato dibattito pubblico e tempi di approvazione estremamente ristretti”.

Tra le principali innovazioni inserite nel testo costituzionale si segnalano:

l’introduzione di un preambolo che, tra le altre cose, richiama le radici cristiane dello Stato ungherese (“siamo orgogliosi che il nostro re Santo Stefano abbia edificato il nostro Stato su fondamenta solide mille anni fa e abbia reso il nostro paese parte dell’Europa cristiana”).

Art. D delle Disposizioni fondamentali: viene introdotto il riferimento all’ideale dell’unitŕ della nazione ungherese, anche per quanto concerne il “senso di responsabilitŕ dell’Ungheria per il destino degli ungheresi che vivono fuori dai confini dell’Ungheria”.

Art. L delle Disposizioni fondamentali: viene introdotto il riferimento alla protezione del matrimonio tra uomo e donna e alla famiglia come base per la sopravvivenza della nazione.

Art. II: viene inserita la previsione che “la vita del feto sarŕ protetta dal concepimento”.

Art. IX: si afferma che l’Ungheria riconoscerŕ e difenderŕ la libertŕ e la diversitŕ della stampa.

Art. 24: l’articolo aumenta il numero dei componenti della Corte costituzionale da 11 a 15, ne aumenta il mandato da nove a dodici anni e prevede l’elezione del presidente della Corte da parte del Parlamento con una maggioranza dei due terzi anziché da parte della Corte medesima.

Art. 37: viene introdotto un livello massimo del debito pubblico, pari al 50 per cento del PIL e il divieto di modificare la legge di bilancio in modo da aumentare il debito dello Stato. In particolare si prevede che, fino a quando il rapporto tra debito e PIL superi il 50 per cento del PIL, la Corte nel valutare la costituzionalitŕ delle leggi in materia economica e sociale possa assumere a parametro di giudizio unicamente le disposizioni costituzionali in materia di diritto alla libertŕ personale, alle libertŕ di coscienza, di pensiero, di religione, agli altri diritti connessi alla cittadinanza e non piů quindi quelle relative ai diritti sociali.

Art. 39-40: viene prevista la necessitŕ di una legge organica (“cardinale”) approvata a maggioranza qualificata dei due terzi per le leggi concernenti le proprietŕ statali, il debito pubblico e le pensioni; leggi organiche sono previste nel testo anche per altre materie, come la politica giudiziaria (art. 25); il Consiglio del bilancio (art. 44); le forze armate (art. 45); le forze di polizia (art. 46); i diritti delle nazionalitŕ (art. XXIX); la legislazione familiare (art. L).

Art. 41: il mandato del governatore della Banca centrale, nominato dal Presidente della Repubblica, č elevato da sei a nove anni.

Art. 43: č costituito un Consiglio del bilancio, composto dal governatore della banca centrale, dal presidente della Corte dei conti e da un Presidente nominato per sei anni dal Presidente della Repubblica, che, tra le altre cose, ha un potere di veto sulle modifiche parlamentari alla legge di bilancio, al fine di verificare il rispetto del divieto di aumentare con la legge di bilancio il debito pubblico.

 

Il 17 gennaio 2012 la Commissione europea ha avviato tre procedure di infrazione nei confronti dell’Ungheria, con riferimento a tre leggi approvate dal Parlamento ungherese, ovvero le leggi relative al nuovo ordinamento giudiziario, alla Banca centrale e alla protezione dei dati personali.

 

In particolare:

-      la nuova legge sull’ordinamento giudiziario prevede l’abbassamento dell’etŕ per il pensionamento obbligatorio dei magistrati da 70 a 62 anni. Al riguardo, la Commissione europea ha rilevato che la discriminazione sul luogo di lavoro basata sull’etŕ appare contrastare con la direttiva 2000/78/CE. In particolare, in base alla direttiva e al diritto dell’Unione, un cambiamento nell’etŕ per il pensionamento obbligatorio deve essere sorretta da una forte giustificazione, che non appare, allo stato, ravvisabile nel contesto ungherese, dove, peraltro, per gli altri dipendenti pubblici l’etŕ per il pensionamento č stata elevato a 65 anni;

-      la nuova legge organica in materia di organizzazione della Banca centrale, tra le altre cose, prevede l’ampliamento del numero dei membri del Consiglio monetario con la possibilitŕ di nominare ulteriori vicegovernatori della Banca e la possibilitŕ di fondere la Banca centrale con l’Autoritŕ di vigilanza finanziaria, creando una nuova Autoritŕ nella quale il Governatore della Banca centrale ungherese assumerebbe l’incarico di vicepresidente. Si prevede inoltre che un ministro possa partecipare alle riunioni della nuova Autoritŕ e che l’ordine del giorno delle riunioni di vertice della Banca centrale debba essere trasmesso al governo. La Banca centrale europea in un parere emesso il 22 dicembre 2011 ha ritenuto tali modifiche non compatibili con i requisiti di indipendenza previsti dai Trattati dell’Unione europea per le Banche centrali nazionali e i loro Governatori; tali preoccupazioni appaiono condivise dalla Commissione europea che ha sollevato dubbi anche sulla compatibilitŕ con i requisiti di indipendenza della Banca centrale delle disposizioni in materia di remunerazione e rapporto di impiego del personale della Banca (e in particolare la previsione di un tetto alle retribuzioni dei dipendenti della Banca);

-      la legge sull’istituzione di una nuova Agenzia nazionale sulla protezione dei dati personali, entrata in vigore il 1° gennaio 2012, ha comportato la cessazione dalla carica anticipata del precedente Commissario per la protezione dei dati, nominato nel 2008 con un incarico di sei anni. Inoltre la nuova legge appare contemplare la possibilitŕ che il presidente della nuova Agenzia venga dimissionato dal Primo ministro o dal Presidente della Repubblica. La Commissione europea ha espresso la preoccupazione che tali previsioni risultino incompatibili con i requisiti di indipendenza degli organismi preposti alla protezione dei dati personali previsti dal Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, dalla Carta fondamentale dei diritti dell’Unione europea e dalla direttiva 95/46/CE sulla protezione dei dati personali.

Inoltre, il 19 gennaio 2012 il Commissario europeo per la societŕ della comunicazione Neelie Kroes ha inviato una lettera al governo ungherese sulla situazione dei media ungheresi, dopo che giŕ nel gennaio del 2011 la Commissione europea aveva aperto una procedura di infrazione sulla nuova legge ungherese sui media, poi chiusasi, come sopra ricordato, a seguito dell’approvazione di alcune modifiche alla legge. Il Commissario europeo, in particolare, ha citato come preoccupante la perdita della licenza per alcune frequenze da parte di una radio di opposizione, Klubradio, e ha inoltre ricordato che nel dicembre 2011 la stessa Corte costituzionale ungherese aveva indicato la nuova legge sui media come causa di una restrizione della libertŕ di stampa. Va al proposito richiamato che nel successivo mese di febbraio 2012 la Corte d’appello di Budapest aveva accolto le istanze Klubradio, annullando il concorso con il quale il Consiglio dei media aveva assegnato la licenza sulla frequenza di Klubradio ad altri soggetti, imponendo contestualmente al Consiglio dei media di rifare il concorso. Tuttavia le autoritŕ ungheresi non si erano adeguate, consentendo a Klubradio solo di trasmettere con una licenza transitoria, fino a quando il 18 maggio 2012 un emendamento della maggioranza parlamentare alla legge sui media ha esentato il Consiglio dei media dall’obbligo di assegnare le licenze per una frequenza al vincitore di un concorso, tagliando fuori in tal modo il verdetto di febbraio della Corte d’appello.

Il 7 marzo frattanto la Commissione europea, nel mentre č sembrata dare credito agli impegni di Budapest per il cambiamento della legge sulla Banca centrale, ha accelerato la procedura di infrazione in ordine alle due leggi in materia di dati personali e di ordinamento giudiziario. Va poi precisato che l’apertura di credito in ordine alla legge sulla Banca centrale ungherese č stata accompagnata dall’esortazione a una sollecita approvazione di una nuova normativa in materia, anche per sbloccare i negoziati per un nuovo prestito all’Ungheria che la Banca centrale europea e il Fondo monetario internazionale avevano congelato in dicembre proprio in riferimento alla nuova legge sull’ordinamento della Banca centrale ungherese. Alla fine di aprile la Commissione europea ha confermato i propri orientamenti, riconoscendo l’adeguatezza degli impegni di Budapest per la modifica della legge sulla Banca centrale - e conseguentemente dicendosi pronta a discutere finalmente il piano di assistenza finanziaria da 15-20 miliardi di euro che l’Ungheria aveva richiesto nel novembre 2011 -, mentre per quanto concerne le normative sul garante per la protezione dei dati personali e sull’ordinamento giudiziario la Commissione UE ha senz’altro deciso il deferimento di Budapest alla Corte di giustizia europea. Va rilevato perň che il 30 novembre 2012 lo stesso Orban ha dichiarato di fatto il fallimento dei negoziati per il prestito, paventando le richieste di modifica della politica economica ungherese che potrebbero derivarne.

Un altro incidente di percorso aveva colpito la maggioranza che governa l’Ungheria il 2 aprile 2012, quando il Presidente della Repubblica Pal Schmitt, in seguito allo scandalo sollevato dalla sua tesi di dottorato del 1992 – a quanto pare quasi interamente copiata dall’opera di un ricercatore bulgaro -, decideva infine di dimettersi, pur seguitando a contestare il provvedimento dell’Universitŕ Semmelweis di Budapest. Il 2 maggio il Parlamento ungherese ha eletto il nuovo Capo dello Stato, nella persona di Janos Ader, 53enne, cofondatore di Fidesz e fidato alleato di Orban nel partito.

L’apparente predominio incontrastato di Fidesz sul panorama politico ungherese ha conosciuto alla fine di ottobre 2012 un nuovo potenziale ostacolo quando tre organizzazioni civiche hanno firmato un accordo di alleanza elettorale denominato “Insieme 2014”, con l’obiettivo proprio di porre fine al governo conservatore di Orban nelle prossime elezioni politiche. L’alleanza sarŕ guidata dall’ex premier ungherese Bajnai, e mira soprattutto alla mobilitazione politica della maggioranza degli ungheresi che tuttora non manifestano preferenze partitiche. Il nuovo progetto politico sembra derivare direttamente dalle manifestazioni di massa del 23 ottobre 2012, che hanno visto contrapporsi cortei di migliaia di persone pro e contro il governo in carica.

Alla fine di novembre 2012 si č poi perfezionata la modifica della normativa elettorale posta in atto a piů riprese dalla maggioranza conservatrice di Fidesz: prima delle elezioni del 2014 gli elettori ungheresi dovranno iscriversi in un’apposita lista, mentre anche la durata della campagna elettorale e l’utilizzazione degli spot televisivi sono state ridotte. Le opposizioni hanno duramente criticato questa misura, che mirerebbe a escludere coloro che oggi appaiono disinteressati dalle vicende politiche, e che per le opposizioni costituiscono un target di estremo interesse - si tratterebbe di circa 1/8 dell’elettorato ungherese. Va ricordato che in precedenza le riforme elettorali avevano ridotto il numero dei deputati da 386 a 200, ridisegnato le circoscrizioni elettorali (apparentemente a favore della maggioranza al governo), accordato il diritto di voto agli ungheresi che vivono nei paesi vicini e soppresso il turno di ballottaggio – con grave pregiudizio della possibilitŕ di dar vita a coalizioni elettorali.

 

 

Sul piano economico, l’Ungheria č stata profondamente colpita, giŕ nel 2008, dalle conseguenze della crisi economica internazionale, ed č stato il primo Stato membro dell’Unione europea a dover ricorrere nel 2009 all’aiuto del Fondo monetario internazionale, che ha varato un piano di intervento.  Il sostegno del Fondo monetario internazionale č stato perň rifiutato da parte del nuovo governo Orban appena insediatosi nel 2010. La situazione economica del paese si č significativamente deteriorata nel corso del 2011: i fondi pensione privati sono stati rinazionalizzati; le banche sono state costrette ad accettare il piano di sostegno a tassi agevolati elaborato dal governo per i sottoscrittori di mutui immobiliari in valuta estera. Nella seconda parte del 2011 il fiorino ungherese ha perso il 20 per cento del suo valore contro l’euro, mentre i tassi di interesse sui titoli del debito pubblico a dieci anni hanno raggiunto l’11 per cento. Nel mese di dicembre il governo Orban ha accettato l’assistenza del Fondo monetario internazionale, ma i colloqui sono stati sospesi a seguito dell’approvazione della legge sull’organizzazione della Banca centrale ungherese (cfr. supra).

Il 6 gennaio 2012 l’agenzia di rating Fitch ha degradato il rating del debito pubblico ungherese al livello Junk (spazzatura). Nel 2012 l’Ungheria č ufficialmente entrata in recessione, con un calo del PIL nei primi sei mesi dell’1,3 per cento.

Alla metŕ di ottobre del 2012 č stato presentato in Parlamento un disegno di legge del ministro dell’agricoltura per il quale, anche dopo l’aprile 2013 - quando finirŕ la deroga accordata dall’Unione europea nel 2004 - gli stranieri continueranno a non poter possedere terreni agricoli in Ungheria. La nuova legislazione prevede l’acquisto di poderi agricoli soltanto da parte dei coltivatori diretti del luogo, mentre le societŕ e le grandi aziende potranno solamente affittare i terreni. Č inoltre previsto un limite massimo ai possedimenti agricoli di ciascuna persona e di ciascuna famiglia, per tutelare le aziende medie familiari contro le manovre di speculatori e grandi capitalisti. La nuova legislazione prevede infine anche il riesame dei contratti giŕ stipulati, sě da recuperare le terre pervenute nelle mani di stranieri con contratti falsati.

Il 17 ottobre il governo ungherese ha annunciato un nuovo piano di austeritŕ, per far fronte alle obiezioni della Commissione europea rispetto all’insufficienza delle fonti di entrata previste nel precedente piano: le nuove misure dovranno comportare un risparmio di 1,3 miliardi di euro, da conseguire mediante l’innalzamento dello 0,1% dell’imposta sulle transazioni finanziarie, nonché l’introduzione di una nuova imposta sui condotti sotterranei di acqua, gas, elettricitŕ e fognature, che in larga parte sono in possesso di societŕ multinazionali. L’obiettivo della nuova manovra č il mantenimento del deficit annuale al di sotto della soglia del 3% del PIL, inducendo la Commissione europea a chiudere la procedura per deficit eccessivo che pende sull’Ungheria sin dall’entrata del paese nell’Unione europea.

Il 1° novembre 2012 č stato firmato tra Gazprom e Ungheria l’accordo per la costruzione del tratto ungherese di 229 km. del gasdotto Southstream, che dovrebbe essere operativo nel 2016.

Il deterioramento delle prospettive economiche ungheresi nel medio termine ha costituito la base di giustificazione per un ulteriore taglio del rating dell’Ungheria da BB+ a BB, operato dall’agenzia Standard and Poor’s il 23 novembre 2012.

 


Scheda paese politico-istituzionale sull’Ungheria


Il quadro istituzionale

Dal punto di vista della forma di governo, l’Ungheria č una repubblica parlamentare. L’Assemblea nazionale, ha una composizione monocamerale ed č composta da 386 membri eletti per quattro anni con un sistema elettorale misto: 176 membri sono eletti con un sistema maggioritario uninominale a doppio turno (per essere eletti al primo turno č necessaria la maggioranza assoluta dei voti, che a loro volta devono corrispondere ad almeno la metŕ degli aventi diritto; se nessun candidato risulta eletto al primo turno accedono al secondo turno tutti i candidati che abbiano ottenuto almeno il 15% dei voti); 152 membri sono eletti in venti circoscrizioni plurinominali con sistema proporzionale e soglia di sbarramento del 5% a livello nazionale; infine 58 membri sono eletti sulla base di liste nazionali a titolo compensativo, tenendo conto della somma dei “resti”, cioč dei voti non utili per l’elezione di candidati, a livello circoscrizionale e a livello di collegi uninominali).

Il Presidente della Repubblica č eletto dall’Assemblea nazionale con un mandato di cinque anni (per risultare eletto deve ottenere i due terzi dei voti nei primi due scrutini o la maggioranza semplice a partire dal terzo). L’Assemblea nazionale elegge anche, su proposta del Presidente della Repubblica, il primo ministro.

La nuova Costituzione č stata promulgata dal Presidente della Repubblica il 25 aprile 2011 ed č entrata in vigore il 1° gennaio 2012. Per i contenuti del nuovo testo costituzionale, si rinvia al box sottostante.

Per quel che concerne nello specifico la libertŕ di stampa, la nuova legge ungherese sui media approvata il 21 dicembre 2010 č stata ritenuta dall’OSCE non compatibile con i principi da quella Organizzazione intternazionale ed ha provocato una richiesta di modifiche da parte della Commissione europea. In particolare, oggetto di contestazione sono stati i poteri attribuiti dalla legge al Consiglio dei Mezzi di comunicazione, di nomina governativa. Tale Consiglio ha infatti il potere di imporre sanzioni pesanti ai media, sia della carta stampata, sia televisivi, sia on line in caso di “informazione non bilanciata” o di “offese alla dignitŕ umana”. A seguito della richiesta da parte della Commissione europea, il 7 marzo 2011 il Parlamento ungherese ha adottato alcune modifiche alla legge in particolare volte ad escludere i blog dall’ambito di applicazione della stessa. Inoltre le fattispecie perseguibili in base alla legge sono state meglio definite con riferimento all’incitamento all’odio ed alla discriminazione, ma permane la previsione di sanzioni in caso di offese alla dignitŕ umana o alla pubblica moralitŕ. L’entitŕ delle sanzioni č stata in ogni caso diminuita.

 

La situazione politica

Presidente della Repubblica č, dal maggio 2012, János Áder (n. 1959), esponente del partito di maggioranza FIDEZS (l’Alleanza dei Giovani Democratici) dal 1988. Primo ministro, a seguito dei risultati elettorali delle elezioni dell’aprile 2010, č il leader della stessa FIDEZS, Viktor Orban (n. 1963).

Nelle elezioni dell’aprile 2010 la FIDEZS ha ottenuto 5 in seggi in piů rispetto ai due terzi dell’Assemblea nazionale ungherese, quorum necessario per l’approvazione delle riforme costituzionali (questo ha consentito al governo di procedere alla revisione costituzionale sopra richiamata); l’ampia vittoria elettorale ha quindi determinato la formazione di un governo monocolore. La FIDEZS fa parte, al Parlamento europeo, del gruppo del Partito popolare europeo.

Significativa č risultata anche l’affermazione alle elezioni  del Movimento per un’Ungheria migliore, JOBBIK, di destra, con 47 seggi (leader Gabor Vona; legata al partito č anche la Guardia magiara, ufficialmente “organizzazione culturale per preparare la gioventů fisicamente e spiritualmente a situazioni in cui potrebbe essere necessaria la mobilitazione delle persone”; l’organizzazione, i cui membri indossano un’uniforme nera, č stata sciolta dalla magistratura nel 2008 per violazione dei diritti delle minoranze ed č stata quindi ricostituita come associazione di servizio civile.

In questo contesto politico, la nuova Costituzione ungherese č stata approvata con i voti favorevoli della FIDESZ e contrari dello Jobbik, mentre l’opposizione socialista non ha partecipato al voto.

L’elezione di Áder a Presidente della Repubblica č stata anticipata di tre anni rispetto alla scadenza naturale del mandato ed č stata determinata dalle dimissioni rassegnate dal predecessore Pál Schmitt, eletto nel 2010.

Schmitt č infatti stato travolto, nel gennaio 2012, da accuse di plagio legate alla sua tesi di dottorato discussa nel 1992 che lo hanno indotto a rassegnare le dimissioni da Presidente della Repubblica nell’aprile 2012.

Áder č stato scelto come candidato alla Presidenza dal Primo Ministro Orban, leader di FIDEZS, e il Parlamento ha confermato la nomina con 262 voti favorevoli e 40 contrari.

L’Ungheria č stata profondamente colpita, nel 2008, dalle conseguenze della crisi economica internazionale ed č stato il primo Stato membro dell’Unione europea a ricorrere nel 2009 all’aiuto del Fondo monetario internazionale, che ha varato un piano di intervento.

La situazione economica del Paese č significativamente deteriorata nel corso del 2011: i fondi pensione privati sono stati rinazionalizzati; le banche sono state costrette ad accettare il piano di sostegno a tassi agevolati elaborato dal governo per i sottoscrittori di mutui immobiliari in valuta estera. Il 6 gennaio 2012 l’agenzia di rating Fitch ha degradato il rating del debito pubblico ungherese al livello “Junk” (spazzatura). Il 9 gennaio 2012 sono ripresi i colloqui tra i rappresentanti del Fondo monetario internazionale e il governo ungherese.

Il 17 gennaio 2012 la Commissione europea ha aperto tre procedure di infrazione contro l’Ungheria a causa di nuove misure che minacciavano l’indipendenza della Banca centrale, ledevano le prerogative dell’autoritŕ garante della protezione dei dati personali, e modificavano le norme sull’etŕ di pensionamento dei giudici. La procedura di infrazione riguardo l’indipendenza della Banca Centrale č stata formalmente chiusa il 19 luglio 2012, dopo che il Parlamento ungherese aveva rimosso, in data 6 luglio, le norme incompatibili con i requisiti di indipendenza delle banche centrali contenuti nei Trattati.

Nel febbraio 2012 Bruxelles aveva avuto un nuovo scontro con Budapest accusandola di aver violato la norma secondo cui i Paesi della zona euro devono tenere il rapporto tra deficit e Pil al di sotto del 3% e minacciando cosě la sospensione di 656 milioni di dollari di sussidi.

 

 

Risultati elezioni Assemblea nazionale ungherese 11-25 aprile 2010

 

Partito

Seggi

Alleanza dei giovani democratici (FIDESZ)

263

Partito socialista (MSZP)

59

Movimento per un’Ungheria migliore (Jobbik)

47

Fare una politica diversa

16

Indipendenti

1

 

La nuova Costituzione ungherese

Il nuovo testo della Costituzione sostituisce integralmente il testo della precedente Costituzione del 1949. L’Ungheria era infatti il solo paese a non aver adottato un nuovo testo costituzionale dopo il crollo del regime comunista, mantenendo la Costituzione del 1949 emendata in molte sue parti, a partire dal preambolo che, nella versione emendata nel 1989, specificava che la Costituzione sarebbe rimasta in vigore come “provvisoria fino all’adozione di una nuova Costituzione”.

Al riguardo si segnala che l’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa ha deciso il 26 marzo 2011 di richiedere un parere sulla nuova Costituzione ungherese alla Commissione di Venezia[1].

Nel suo parere del 18 giugno 2011, la Commissione di Venezia, in linea generale, pur apprezzando la decisione dell’Ungheria di adottare una nuova Costituzione, nell’ottica di consolidare l’Ungheria come Stato democratico basato sui principi della separazione dei poteri, della protezione dei diritti fondamentali e dello Stato di diritto, ha lamentato che l’elaborazione e l’approvazione della nuova Costituzione siano state caratterizzate da “mancanza di trasparenza, scarso dialogo tra maggioranza e opposizione, opportunitŕ insufficienti per un adeguato dibattito pubblico e tempi di approvazione estremamente ristretti”.

Tra le principali innovazioni inserite nel testo costituzionale si segnalano:

l’introduzione di un preambolo che, tra le altre cose, richiama le radici cristiane dello Stato magiaro (“siamo orgogliosi che il nostro re santo Stefano abbia edificato il nostro Stato su fondamenta solide mille anni fa e abbia reso il nostro paese parte dell’Europa cristiana”).

Art. D delle Disposizioni fondamentali: viene introdotto il riferimento all’ideale dell’unitŕ della nazione ungherese, anche per quanto concerne il “senso di responsabilitŕ dell’Ungheria per il destino degli ungheresi che vivono fuori dai confini dell’Ungheria”.

Al riguardo, si segnala che il Mnistro degli esteri della Slovacchia, paese con una significativa minoranza ungherese, ha espresso il 12 aprile l’auspicio che l’Ungheria voglia rispettare gli impegni internazionali che, tra le altre cose, affidano la responsabilitŕ per la tutela dei diritti dei componenti delle minoranze etniche agli Stati di residenza. Anche il parere della Commissione di Venezia evidenzia che un’interpretazione estensiva della disposizione potrebbe “danneggiare le relazioni interstatali e creare tensioni interetniche”.

Art. L delle Disposizioni fondamentali: viene introdotto il riferimento alla tutela del matrimonio tra uomo e donna e alla famiglia come base per la sopravvivenza della nazione.

Al riguardo, il parere della Commissione di Venezia sottolinea che la definizione del matrimonio rientra nell’esclusiva competenza dello Stato ungherese e pertanto la disposizione non appare pregiudicare comunque un riconoscimento giuridico delle unioni tra appartenenti allo stesso sesso (riconoscimento peraltro presente, a determinate condizioni,  nella legislazione ungherese fin dal 2009).

Art. II: viene inserita la previsione che “la vita del feto sarŕ protetta dal concepimento”.

Al riguardo, il parere della Commissione di Venezia richiama le preoccupazioni sollevate in ordine al fatto che tale disposizione potrebbe essere usata per l’adozione di una legislazione restrittiva in materia di aborto, ricordando in proposito i principi della giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo in materia quali l’esigenza di un “corretto bilanciamento tra il rispetto per la vita privata degli interessati e i diritti di tutela del nascituro” (sentenza del 16 dicembre 2010, caso A, B, & C vs. Irlanda)

Art. IX: si afferma che l’Ungheria riconoscerŕ e difenderŕ la libertŕ e la diversitŕ della stampa.

Al riguardo, il parere della Commissione di Venezia ritiene problematica la formulazione della libertŕ di stampa non come diritto individuale ma come obbligazione dello Stato.

Art. 24: l’articolo aumenta il numero dei componenti della Corte costituzionale da 11 a 15, ne aumenta il mandato da nove a dodici anni e prevede l’elezione del presidente della Corte da parte del Parlamento con una maggioranza dei due terzi anziché da parte della Corte medesima.

Al riguardo il parere della Commissione di Venezia ricorda che l’elezione del presidente della Corte costituzionale da parte di un organo politico č prevista da molte carte costituzionali; tuttavia l’elezione da parte della Corte medesima appare come una salvaguardia piů forte dell’indipendenza della Corte. Con riferimento alla durata del mandato, il parere ritiene che sarebbe stato meglio specificare, a tutela dell’indipendenza della Corte, la non rieleggibilitŕ dei giudici.

Art. 37: viene introdotto un livello massimo del debito pubblico, pari al 50% del PIL e il divieto di modificare la legge di bilancio in modo da aumentare il debito dello Stato. L’articolo recepisce anche emendamenti alla Costituzione giŕ approvati nel novembre 2010 e riguardanti le competenze della Corte costituzionale: in particolare si prevede che, fino a quando il rapporto tra debito e PIL superi il 50% del PIL, la Corte nel valutare la costituzionalitŕ delle leggi in materia economica e sociale possa assumere a parametro di giudizio unicamente le disposizioni costituzionali in materia di diritto alla libertŕ personale, alle libertŕ di coscienza, di pensiero, di religione, agli altri diritti connessi alla cittadinanza e non piů quindi quelle relative ai diritti sociali

Al riguardo, il parere della Commissione di Venezia, riprendendo anche un precedente parere del marzo 2011, esprime il suo rincrescimento per le serie limitazioni delle competenze della Corte costituzionale, che creano l’impressione che l’obiettivo del rispetto del rapporto tra debito e PIL al 50%o possa essere considerato cosě importante da essere raggiunto anche con leggi incostituzionali.

Art. 39-40: viene prevista la necessitŕ di una legge organica (“cardinale”) approvata a maggioranza qualificata dei due terzi per le leggi concernenti le proprietŕ statali, il debito pubblico e le pensioni; leggi organiche sono previste nel testo anche per altre materie, come la politica giudiziaria (art. 25); il Consiglio del bilancio (art. 44); le forze armate (art. 45); le forze di polizia (art. 46); i diritti delle nazionalitŕ (art. XXIX); la legislazione familiare (art. L).

Al riguardo, il parere della Commissione di Venezia raccomanda la limitazione dei settori nei quali prevedere leggi organiche a quelli per i quali risulti effettivamente opportuna una maggioranza dei due terzi. In particolare, il parere sottolinea che in alcuni casi, come quello della disciplina del potere giudiziario, sarebbe risultato opportuno una piů precisa disciplina costituzionale; in altri casi, invece, come la legislazione familiare o quella pensionistica dovrebbe essere lasciate alla legislazione ordinaria ed al normale confronto tra maggioranza e opposizione. Il trasferimento di numerose competenze a leggi da approvare con la maggioranza dei due terzi rischierebbe di consentire all’attuale maggioranza politica ungherese (che raggiunge tale soglia cfr. infra¸paragrafo “La situazione politica interna”) di consolidare le proprie preferenze politiche nell’ordinamento costituzionale del paese, facendo perdere significato alle future elezioni, nel caso queste non determinassero nuove maggioranze parlamentari cosě ampie.

Art. 41: il mandato del governatore della Banca centrale, nominato dal Presidente della Repubblica, č elevato da sei a nove anni.

E’ stato successivamente approvato, il 30 dicembre 2011, dal Parlamento ungherese un disegno di  legge organica in materia di organizzazione della Banca centrale che, tra le altre cose, prevede l’ampliamento del numero dei membri del consiglio monetario con la possibilitŕ di nominare ulteriori vicegovernatori della banca e la possibilitŕ di fondere la banca centrale con l’autoritŕ di vigilanza finanziaria, creando una nuova autoritŕ nella quale il governatore della banca centrale ungherese assumerebbe l’incarico di vicepresidente. La Banca centrale europea in un parere emesso il 22 dicembre 2011 ha ritenuto tali modifiche non compatibili con i requisiti di indipendenza previsti dai Trattati dell’Unione europea per le banche centrali nazionali e i loro governatori

Art. 43: č costituito un Consiglio del bilancio, composto dal governatore della banca centrale, dal presidente della Corte dei conti e da un Presidente nominato per sei anni dal Presidente della Repubblica, che, tra le altre cose, ha un potere di veto sulle modifiche parlamentari alla legge di bilancio, al fine di verificare il rispetto del divieto di aumentare con la legge di bilancio il debito pubblico.

Al riguardo, il parere della Corte costituzionale rileva che il ruolo preminente attribuito al Consiglio di bilancio nell’approvazione del bilancio solleva preoccupazioni alle luce del suo potenziale impatto sul funzionamento della democrazia.

Sul testo della nuova Costituzione si sono registrate anche le seguenti prese di posizione: 

- il Parlamento europeo ha approvato il 5 luglio 2011 una risoluzione (al riguardo cfr. dossier Ufficio rapporti con l’Unione europea);

 - il portavoce della Commissione europea ha rilevato il 3 gennaio 2012 che la Commissione sta esaminando le leggi organiche fin qui approvate nell’ambito del processo di riforma costituzionale; la nuova legge sulla banca centrale e, nuovamente, la legge sui media (cfr. infra).

 

Il Comitato permanente sui diritti umani della Commissione esteri della Camera dei Deputati ha dedicato le sedute dell’11 gennaio, 14 febbraio e 8 maggio 2012 all’esame istruttorio della Risoluzione del Parlamento europeo del 5 luglio 2011 (Doc. XII, 809) sulla Costituzione ungherese rivista. Il 18 settembre 2012, il presidente della Commissione di Venezia del Consiglio d’Europa,  Gianni Buquicchio, audito nell’ambito dell’indagine conoscitiva su diritti umani e democrazia, č intervenuto anche sulle tematiche relative alla Costituzione ungherese.

 

Indicatori internazionali sul paese

Libertŕ politiche e civili: Stato “libero” (Freedom House 2012); “democrazia difettosa” (49 su 167; Economist Intelligence Unit 2011).

 

 


Relazioni parlamentari con l’Ungheria
(a cura del Servizio Rapporti Internazionali)

 


RAPPORTI PARLAMENTARI

ITALIA-REPUBBLICA DI UNGHERIA

 

 

 

Presidente dell’Assemblea Nazionale ungherese (Országgyülés)

László KÖVÉR (dal 6 agosto 2010)[2]

 

 

Rappresentanze diplomatiche

Ambasciatore d’Italia a Budapest

S.E. Maria Assunta ACCILI (dal 30 maggio 2012)

Ambasciatore di Ungheria a Roma

S.E. János BALLA, (ha presentato le lettere credenziali l’8 febbraio 2011)

 

 

XVI LEGISLATURA

 

Incontri bilaterali

 

Il Vice Presidente della Camera, Antonio Leone, il 26 marzo 2009 ha incontrato a Roma l’allora Vice Presidente del Parlamento ungherese, Peter Harrac.

 

Cooperazione multilaterale

 

L’Ungheria prende parte alla cooperazione parlamentare nell'ambito dell'Unione Europea epartecipa alla cooperazione parlamentare nell'ambito del Partenariato Euromediterraneo, in particolare all’Assemblea Parlamentare dell’Unione per il Mediterraneo (AP-UpM), di cui il Parlamento italiano ha detenuto la Presidenza da marzo 2010 a marzo 2011[3].

 

La 7^ Sessione Plenaria dell’AP-UpM ha avuto luogo a Roma, presso la Camera dei deputati, il 3 e 4 marzo 2011. L’8^ Sessione – l’ultima – si č svolta a Rabat il 24 e 25 marzo 2012 e per il Parlamento ungherese ha preso parte ai lavori l’on. Tamas Vargha.

L’Ungheria invia inoltre delegazioni alle Assemblee parlamentari del Consiglio d'Europa, della NATO (di cui č membro dal marzo 1999), dell’OSCE e dell’InCE.

Il 3 ottobre 2012 il Presidente dell’Assemblea Parlamentare OSCE, Riccardo Migliori, ha incontrato il Vice Segretario di Stato di Ungheria, Gergely Prohle.

Il 16 marzo 2011, l'on. Riccardo Migliori, Presidente della delegazione italiana presso l'Assemblea parlamentare dell'OSCE e Vicepresidente della medesima Assemblea, ha incontrato l'Ambasciatore di Ungheria in Italia, S.E. Janos Balla.

Il 22 e 23 febbraio 2011, l’on. Riccardo Migliori, Presidente della Delegazione italiana all’Assemblea parlamentare dell’OSCE e Vicepresidente della medesima Assemblea e l’on. Matteo Mecacci, componente della Delegazione italiana e Relatore per la Commissione Democrazia e diritti umani dell’Assemblea OSCE, hanno incontrato a Budapest l’on. Árpád Pótápi, Presidente della Commissione per l’Unitŕ nazionale del Parlamento ungherese, l’on. Andor Nagy, componente della Delegazione ungherese all’Assemblea OSCE e Bálint Ódor, Vicesegretario di Stato per gli Affari europei.

 

Il 6 marzo 2009 si č svolto aBudapest il Bureau del Global Centre for Information and Communication Technologies, cui ha partecipato ilVice Presidente della Camera, on. Maurizio Lupi.

 

Alla Conferenza su “Il ruolo dei parlamenti nella promozione di politiche per lo sviluppo della societŕ dell’informazione”, ospitata dalla Camera dei deputati il 3 e 4 marzo 2007, organizzata congiuntamente all’Unione Interparlamentare e all’UNDESA - in quanto inserita nel quadro dell’iniziativa Gobal Centre for ICT in Parliaments -, il Parlamento ungherese č stato rappresentato dall’on. Etele Baráth.

 

 

Cooperazione amministrativa

 

Il 29 giugno 2011 alcuni funzionari del Servizio Rapporti Internazionali e dell’Ufficio Rapporti con l’Unione Europea della Camera dei deputati italiana hanno incontrato il Capo del Servizio Rapporti Internazionali del Parlamento ungherese Peter Sardi.

L'Amministrazione della Camera dei deputati italiana, unitamente a quella dell'Assemblea nazionale ungherese, nel marzo 2007 si č aggiudicata la titolaritŕ di un impegnativo ed articolato progetto comunitario di twinning (gemellaggio), bandito dalla Commissione europea, in favore della Grande Assemblea Nazionale Turca.

Il progetto consisteva in un programma di circa 15 mesi di affiancamento, corsi, seminari e visite rivolto a parlamentari e funzionari della Grande Assemblea Nazionale Turca e aveva prioritariamente l'obiettivo di istituire e consolidare, all'interno del Parlamento turco, una nuova unitŕ amministrativa specializzata negli affari comunitari, di fornire di una formazione generale sui temi dell'integrazione comunitaria e dell'acquis communautaire e di rafforzare il ruolo della Commissione per le politiche dell'Unione europea operante in seno a quell'Assemblea. L'iniziativa si č conclusa nel novembre 2008, con una cerimonia di chiusura presso il Parlamento turco, nel corso della quale č intervenuto il Presidente della Camera dei Deputati, Gianfranco Fini.

 

Disegni di legge di ratifica di trattati internazionali all’esame del Parlamento

 

Attualmente non vi sono disegni di legge di ratifica di trattati internazionali riguardanti la Repubblica di Ungheria all’esame delle Camere.

Nella XVI legislatura sono stati approvati i seguenti disegni di legge di ratifica di trattati internazionali riguardanti la Repubblica di Ungheria:

Ratifica ed esecuzione della Convenzione relativa all'adesione della Repubblica ceca, della Repubblica di Estonia, della Repubblica di Cipro, della Repubblica di Lettonia, della Repubblica di Lituania, della Repubblica di Ungheria, della Repubblica di Malta, della Repubblica di Polonia, della Repubblica di Slovenia e della Repubblica slovacca alla Convenzione firmata a Bruxelles il 23 luglio 1990, relativa all'eliminazione delle doppie imposizioni in caso di rettifica degli utili di imprese associate, fatta a Bruxelles l'8 dicembre 2004, e norme di adeguamento dell'ordinamento interno - Legge n. 71/09 del 29 maggio 2009.

 

Sindacato ispettivo

 

L’interrogazione a risposta scritta 4-17246 presentata dall’on. Evangelisti  il 1 agosto 2012, sulla situazione politica in Ungheria. Ad essa il governo ha risposto il 23 ottobre 2012, evidenziando tra l’altro, che:

importanti iniziative legislative assunte dall’attuale governo ungherese (prima fra tutte la stesura di una nuova Costituzione, e delle relative leggi-quadro) hanno sollevato diverse perplessitŕ e critiche sia in Ungheria sia all'estero,

la stessa Commissione europea ha avviato il 17 gennaio 2012 tre procedure d'infrazione ex articolo 258 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, riguardanti l'indipendenza della banca centrale e del garante per la privacy, nonché il meccanismo di pensionamento anticipato dei giudici.

Per quanto concerne la prima, essa era stata attivata a seguito delle nuove disposizioni legislative sulla banca centrale d'Ungheria, che ne avrebbero leso le garanzie d'indipendenza. Gli emendamenti presentati dal Governo in Parlamento e approvati lo scorso 6 luglio, con il parere favorevole della BCE, hanno consentito la definitiva chiusura della procedura d'infrazione a carico del Paese.

Č stata invece sottoposta al giudizio della Corte di giustizia UE la procedura d'infrazione nei confronti dell'Ungheria per violazione della normativa europea in tema di protezione della libertŕ individuale, con specifico riferimento alla protezione dei dati personali. La nuova legislazione ungherese ha cambiato la denominazione e le procedure di elezione dell'autoritŕ responsabile per la protezione dei dati personali e la libertŕ d'informazione, determinando la decadenza dall'ufficio del garante precedentemente in carica. La Commissione ha eccepito come la sua dismissione prima della scadenza del relativo mandato, prevista nel 2014, violi l'indipendenza di tale organo.

Pende presso la Corte di giustizia dell'Unione europea anche il procedimento d'infrazione, sottoposto a procedura d'urgenza, per violazione della direttiva del Consiglio n. 2000/78/CE del 27 novembre 2000 in tema di paritŕ di trattamento sul luogo di lavoro. La Commissione europea ha contestato all'Ungheria che la cosiddetta norma sul pre-pensionamento dei giudici non si fonda su un criterio legittimamente giustificabile (quello anagrafico) e non č commisurata all'obiettivo prefissato di favorire un maggiore turn-over. Come noto, l'azione della Commissione UE č affiancata dal Parlamento europeo, che il 16 febbraio 2012 ha approvato una nuova mozione con cui s'invita il Governo di Budapest a conformarsi alle raccomandazioni della Commissione europea, oltreché a quelle del Consiglio d'Europa e della commissione di Venezia, anch'essi espressisi a piů riprese sulle recenti iniziative legislative ungheresi. La risoluzione chiedeva anche di verificare se esistessero le condizioni per avviare una procedura ai sensi dell'articolo 7 del trattato sull'Unione europea (TUE).

Nel riconoscersi pienamente nelle decisioni e iniziative promosse dalle istituzioni comunitarie nei confronti dell'Ungheria, l’Italia ribadisce l'auspicio che le iniziative della commissione e della presidenza possano condurre a soluzioni condivise, assicurando cosě che la legislazione ungherese e la sua attuazione avvengano secondo modalitŕ in linea con i princěpi democratici e dello stato di diritto propri dell'Unione. Il Ministro Terzi, nell'esprimere apprezzamento per l'intenzione, ripetutamente manifestata dal governo ungherese, di ricercare il consenso delle istituzioni europee nell'attuazione delle nuove disposizioni costituzionali, modificando quindi le norme in contrasto con la normativa europea, non ha mancato di ribadire al suo omologo ungherese Martonyi l'aspettativa italiana di un approccio europeo costruttivo come strada maestra per superare le questioni aperte.

Sullo stesso tema, l’on. Evangelisti, il 14 dicembre 2011, ha presentato l’interrogazione a risposta scritta n. 4-14229, e il 12 gennaio 2012 la n. n. 4-14468, a cui il governo ha risposto il 26 aprile 2012 ricordando, tra l’altro, che:

l'approvazione di una nuova legge fondamentale costituiva uno dei punti qualificanti del programma elettorale della coalizione di centrodestra Fidesz-KNDP, che alle elezioni dell'aprile del 2010 ha ottenuto un vasto mandato popolare, conquistando i 2/3 dei seggi dell'assemblea nazionale. La nuova legge fondamentale, entrata in vigore il 1o gennaio 2012, ha sostituito la Costituzione precedente che, sia pure con emendamenti introdotti dopo il 1989, era ancora quella approvata nel 1949, all'inizio del protettorato sovietico e del regime comunista.

Il processo di stesura del testo ha suscitato aspre polemiche con gran parte dell'opposizione che si č ritirata dalla commissione preparatoria. Il processo costituzionale si compone anche di una serie di «leggi cardinali» (leggi-quadro) volte a regolamentare i settori di maggior importanza.

Nella fase di preparazione del nuovo testo costituzionale, il governo magiaro ha mantenuto il dialogo con il Consiglio d'Europa e, segnatamente, con la commissione di Venezia, che ha svolto varie missioni nel Paese e che ha emesso un parere il 20 giugno 2011. Accanto a valutazioni positive, sono state espresse perplessitŕ in termini tanto di metodologia costituzionale, quanto di sostanza giuridica. Piů specificamente, la Commissione ha riconosciuto l'esigenza che l'Ungheria si dotasse di una nuova costituzione, traendo ispirazione dalla Convenzione europea dei diritti dell'uomo e dalla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea. Tuttavia, sono state confermate le preoccupazioni relative alle modalitŕ di adozione del testo e all'elevato numero di materie da regolarsi tramite leggi-quadro (che richiedono un maggioranza di due terzi), tra cui risultano comprese sia questioni di cardinale importanza, sulle quali la Costituzione stessa dovrebbe contenere norme piů specifiche, sia - al contrario - questioni generalmente decise a maggioranza semplice. A questo secondo proposito, la commissione sottolinea che l'uso estensivo della maggioranza «costituzionale» corre il rischio di pregiudicare la funzionalitŕ di un corretto sistema democratico, impedendo (o limitando fortemente) alle future maggioranze la possibilitŕ di regolare diversamente un cospicuo numero di questioni. La commissione di Venezia ha inoltre riscontrato determinati elementi che hanno destato preoccupazione e sui quali ha formulato osservazioni mirate. Tra questi, l'incertezza sulla natura (politica o anche giuridica) del preambolo, l'inclusione in esso di riferimenti storici e valori non unanimemente condivisi, la possibile limitazione di poteri della Corte Costituzionale su questioni tributarie e di bilancio, la formulazione incompleta della definizione del divieto di discriminazione (che non menziona l'orientamento sessuale), l'assenza di un'esplicita menzione dell'abolizione della pena di morte, nonché la previsione dell'ergastolo senza attenuanti.

Anche su impulso del Parlamento europeo, la Commissione europea ha svolto un attento monitoraggio del processo costituzionale e legislativo ungherese, avendo con il governo di Budapest una serie di scambi comprendenti lettere del presidente Barroso e dei vice presidenti Reding (commissario alla giustizia, diritti fondamentali e cittadinanza) e Rehn (commissario agli affari economici e finanziari e all'euro).

Sulla base di questa analisi, il 17 gennaio 2012 la Commissione dell'Unione europea ha avviato tre procedure d'infrazione riguardanti specifiche disposizioni contenute nelle leggi-quadro che hanno accompagnato l'entrata in vigore della Costituzione. Le lettere di messa in mora riguardano: l'indipendenza della banca centrale; l'etŕ pensionabile dei magistrati; l'indipendenza dell'autoritŕ garante dei dati personali.

Il primo Ministro Orban, il 18 gennaio 2012, ha inviato una lettera di apertura al Presidente della commissione Barroso ed effettuato un intervento al Parlamento europeo in cui ha ribadito la volontŕ di voler collaborare per una soluzione. Il 24 gennaio il presidente Barroso ha incontrato il primo Ministro ungherese a Bruxelles. Il 17 febbraio, la commissione ha ricevuto risposta alle tre procedure d'infrazione avviate ed ha indicato l'intenzione di condurre un'analisi giuridica per valutare se il Governo ungherese abbia preso misure appropriate e concrete per assicurare la compatibilitŕ della legge ungherese con i Trattati europei.

Circa la condizione delle opposizioni, si tiene a specificare che l'esecutivo guidato da Viktor Orban ha pubblicamente rifiutato i programmi del partito di estrema destra Jobbik, caratterizzato da slogan di aperta avversione contro le minoranze etniche e religiose. Č stata approvata una nuova legge contro i reati di associazione paramilitare e incitamento all'odio. La comunitŕ ebraica non č soggetta a discriminazioni. Quale presidente di turno dell'Unione europea (primo semestre del 2011), l'Ungheria, giŕ allora retta dall'attuale esecutivo, č stata promotrice della strategia dell'Unione europea d'integrazione dei rom.

 

L’interrogazione a risposta scritta 4-09570, presentata alla Camera dagli onn. Zacchera (Pdl) e Carlucci (Pdl) il 19 novembre 2010, in cui si chiede al Ministro dell'istruzione, dell'universitŕ e della ricerca se non ritenga di dover favorire l'insegnamento della lingua polacca, ungherese, ceca, romena e bulgara nei programmi scolastici delle scuole di secondo grado italiane, soprattutto lŕ ove siano presenti comunitŕ provenienti da queste nazioni, a cui il governo ha risposto il 23 maggio 2011, ricordando tra l’altro che:

 

considerando che l’apprendimento di diverse lingue costituisce una chiara opportunitŕ culturale ed economica, volta a favorire la comprensione e la tolleranza, nei licei non č precluso lo studio di alcuna lingua straniera;

 

per quanto riguarda il numero delle scuole di secondo grado che abbiano inserito nei programmi di studio l'insegnamento delle lingue polacche, ungherese, ceca, romena e bulgara, si fa presente che non essendo le lingue in questione, materie di maturitŕ, non si conosce ad oggi il numero degli istituti che in autonomia ne hanno avviato lo studio. Tuttavia, sarŕ cura dell'ufficio di riferimento del Ministero dell'istruzione, dell'universitŕ e della ricerca di avviare, appena possibile, un’attenta verifica in merito su tutto il territorio nazionale;

 

vale, infine, il principio per cui le istituzioni scolastiche, nella loro autonomia, tenuto conto delle richieste degli studenti e delle loro famiglie, individuano le lingue straniere di cui attivare l'insegnamento. Č comunque possibile attivare l'insegnamento di lingue straniere per le quali non sono state ancora istituite le relative classi di concorso.

 

 

 

 

 

Unione interparlamentare

 

Nell’ambito dell’Unione interparlamentare, per la XVI legislatura opera la sezione bilaterale di amicizia Italia – Repubblica Ceca e Ungheria, presieduta dall’on. Giuseppe Moles (Pdl).

 


Rapporti tra UE e Ungheria
(a cura dell’Ufficio Rapporti con l’Unione Europea)


Recenti iniziative UE relative all’Ungheria

 

Nel corso del 2011 e del 2012 alcuni aspetti della legislazione ungherese sono stati sottoposti ad una approfondita valutazione da parte delle istituzioni UE con riguardo alla loro compatibilitŕ con l’ordinamento dell’Unione, anche in riferimento al rispetto dei principi della Carta dei diritti fondamentali.

In particolare, il 17 gennaio 2012 la Commissione europea ha  avviato tre procedure di infrazione in merito a disposizioni legislative di attuazione della nuova Costituzione ungherese (entrata in vigore il 1° gennaio 2012). Le disposizioni in questione hanno previsto: 

  1. la riduzione  dell’etŕ di pensionamento dei giudici (l’applicazione di tale norma,  che secondo la Commissione europea violerebbe la normativa UE sul divieto di discriminazione nel mondo del lavoro, avrebbe implicato il repentino obbligo di pensionamento per piů di 200 giudici in funzione, configurando una possibile violazione dell’indipendenza della magistratura) (la disposizione č stata annullata dalla Corte costituzionale ungherese nel luglio 2012);
  2. l’attribuzione al Governo di poteri sull'autoritŕ di protezione dei dati personali (laddove l’articolo 16 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea e l’articolo 8, paragrafo 3, della Carta dei diritti fondamentali dispongono l'indipendenza delle autoritŕ nazionali di protezione dei dati);
  3. l’attribuzione  al Governo di poteri sulla  Banca centrale nazionale (la cui indipendenza č invece sancita dagli articoli 130 e 127 del TFUE e dall’ articolo 14 dello statuto del Sistema europeo di banche centrali e della Banca centrale europea (la procedura č stata archiviata nel luglio 2012).

Per quanto riguarda la riduzione dell’etŕ di pensionamento dei giudici (procedura di infrazione n. 2012/2012), la Corte di giustizia dell’Unione europea ha accolto il ricorso della Commissione europea e con sentenza del 6 novembre 2012  (Causa C-286/12) ha stabilito l’incompatibilitŕ della riduzione dell‘etŕ pensionabile obbligatoria da 70 a 62 anni con la direttiva 2000/78/CE relativa alla paritŕ di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro. Come giŕ ricordato, la disposizione in questione era stata peraltro giŕ annullata dalla Corte costituzionale ungherese il 16 luglio 2012.

In una lettera amministrativa inviata il 7 marzo 2012, la Commissione europea ha inoltre chiesto all'Ungheria ulteriori informazioni relative alla nuova legge sull'organizzazione dei tribunali. In particolare,  in base a tale legge, il presidente della nuova Corte di giustizia accentrerebbe i poteri relativi alla gestione operativa dei tribunali, alle risorse umane, al bilancio e all'assegnazione delle cause. Per la gestione operativa dei tribunali non sarebbe pertanto piů previsto il processo decisionale collegiale. La Commissione ha inoltre rilevato che alla fine del 2011 č stato posto termine anzitempo al mandato del presidente della Corte suprema, eletto nel giugno 2009 per un periodo di sei anni. Altri giudici della Corte suprema avrebbero invece proseguito il loro mandato come giudici della nuova Corte di giustizia che ha sostituito la Corte suprema.

Le autoritŕ ungheresi si sarebbero impegnate a modificare le disposizioni controverse.

Il 16 ottobre 2012, la Commissione di Venezia, organo del Consiglio d’Europa competente in materia costituzionale, avrebbe giudicato positivo il processo di modifica della legge attualmente in corso, esprimendo tuttavia ancora qualche riserva in merito alla complessitŕ della procedura per il reintegro dei giudici che erano stati obbligati al pensionamento in applicazione della legge annullata dalla Corte costituzionale nel luglio 2012.  La Commissione di Venezia ha inoltre rilevato la mancanza di chiare regole per il trasferimento delle cause dal tribunale di Budapest, particolarmente oberato, ad altri tribunali.

 

Il 19 luglio 2012 la Commissione ha archiviato la procedura di infrazione (procedura n. 2012/2088) sull’indipendenza della Banca centrale ungherese, in seguito all’approvazione da parte del Parlamento ungherese di modifiche alla normativa, conformemente ai rilievi formulati nella procedura. In particolare, sarebbero state eliminate le disposizione che prevedevano  l’obbligo per la Banca centrale ungherese di presentare al Governo l’ordine del giorno delle sedute del Consiglio monetario, il diritto del rappresentante del Governo ad essere presente alle riunioni del Consiglio monetario e la dissoluzione del Consiglio stesso quando l’Ungheria adotterŕ l’euro.

 

Risulta  tuttora in corso la procedura di infrazione relativa alle norme che la Commissione europea ha ritenuto  lesive dell’indipendenza dell’autoritŕ nazionale per la protezione dei dati personali (procedura di infrazione n. 2012/2011).

 Un parere motivato č stato inviato dalla Commissione europea  il 7 marzo scorso.

L'infrazione si riferisce alla recente decisione dell'Ungheria di creare dal 1° gennaio 2012 una nuova agenzia nazionale per la protezione dei dati, interrompendo anzitempo, e senza prevedere misure ad interim, il mandato del garante precedentemente in carica. La Commissione europea ha inoltre rilevato che le nuove regole darebbero la possibilitŕ al primo ministro e al presidente di licenziare arbitrariamente il nuovo responsabile.  A tale proposito la Commissione sottolinea che l'indipendenza dei responsabili della protezione dei dati č garantita dall'articolo 16 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea e dall'articolo 8 della Carta dei diritti fondamentali. Inoltre, le norme UE sulla protezione dei dati (direttiva 95/46/CE) impongono agli Stati membri di istituire un'autoritŕ di controllo incaricata di controllare l'applicazione della direttiva in completa autonomia. Ciň č stato confermato dalla Corte di giustizia. In una sentenza relativa alla Germania (C-518/07 del 9 marzo 2010), la Corte ha sottolineato che le autoritŕ responsabili del controllo della protezione dei dati devono restare libere da influenze esterne, compresa l'influenza diretta o indiretta dello Stato. Secondo la sentenza della Corte, la presenza di un rischio di influenza politica esercitata attraverso la vigilanza dello Stato č sufficiente ad ostacolare l'esercizio indipendente dei compiti delle autoritŕ di vigilanza.

L’Ungheria ha in parte risposto alle preoccupazioni della Commissione modificando la sua legislazione il 3 aprile 2012. E’ attualmente in corso una valutazione della nuova normativa da parte della Commissione stessa e del Consiglio d’Europa.

Si ricorda inoltre che nel marzo 2011, a seguito di rilievi mossi dalla Commissione europea e dal Parlamento europeo, il governo ungherese aveva accettato di modificare la normativa nazionale sui media, al fine di renderla conforme al diritto sostanziale dell'Unione. Nel gennaio 2012 il Commissario europeo per l’agenda digitale, Neelie Kroes, ha formalmente chiesto alle autoritŕ ungheresi di sottoporre la normativa modificata alla valutazione del Consiglio d’Europa, al fine di garantire la sua compatibilitŕ con il principio del pluralismo dell’informazione e della libertŕ di informazione. In un giudizio espresso il 21 marzo 2012, gli esperti del Consiglio d’Europa avrebbero tuttavia  manifestato perplessitŕ riguardo alle norme che prevedono un ruolo del Governo nella nomina dei membri del Consiglio dei media nonché relativamente all’entitŕ, giudica ta eccessiva, della sanzioni in caso di violazione della legge in questione.  Sulla base delle indicazioni del Consiglio d’Europa, il vice-primo ministro Tibor Navracsics avrebbe garantito l’impegno del Governo ungherese a modificare ulteriormente la disciplina nazionale.

 


L’attivitŕ del Parlamento europeo

Come ricordato nella relazione sull’attuazione della Carta dei diritti fondamentali, presentata dalla Commissione europea il 16 aprile 2012 (COM(2012)169), Il Parlamento europeo ha svolto un ruolo fondamentale nella promozione dei diritti e delle libertŕ sanciti nella Carta. Particolare attenzione č stata rivolta alla situazione della libertŕ e del pluralismo dei media in Ungheria con l’adozione di una  risoluzione in materia il 10 marzo 2011 e ai possibili problemi connessi alla nuova Costituzione ungherese e alla sua attuazione, attraverso l’ approvazione di una risoluzione il 5 luglio 2011.

In particolare, nella risoluzione sul pluralismo dei media, il Parlamento europeo ha invitato le autoritŕ ungheresi a ripristinare l'indipendenza della governance dei media e a porre fine alle interferenze dello Stato che recano pregiudizio alla libertŕ di espressione; il Parlamento europeo ha inoltre  chiesto alla Commissione di  continuare l'attenta sorveglianza e valutazione della conformitŕ della legge ungherese sui media quale modificata conformemente alla legislazione europea, in particolare alla Carta dei diritti fondamentali.

Nella Risoluzione sulla Costituzione ungherese rivista, il Parlamento europeo ha invitato le autoritŕ ungherese ad affrontare le questioni e le preoccupazioni sollevate dalla Commissione di Venezia e ad attuarne le raccomandazioni, emendando la nuova Costituzione o attraverso future leggi cardinali e ordinarie, in particolare al fine di :

-      assicurare che ogni cittadino abbia diritto a una pari protezione dei propri diritti, a prescindere dal gruppo religioso, sessuale, etnico o societario a cui appartiene, nel rispetto dell'articolo 21 della Carta dei diritti fondamentali, nella Costituzione e nel suo preambolo;

-      garantire esplicitamente, nella Costituzione, compreso nel preambolo, che l'Ungheria rispetterŕ l'integritŕ territoriale degli altri paesi quando chieda il sostegno delle persone di etnia ungherese che vivono all'estero;

-    ribadire l'indipendenza della magistratura ripristinando il diritto della Corte costituzionale a rivedere la normativa in materia di bilancio senza eccezione, come richiesto dal diritto basato sulla CEDU, rivedendo la disposizione sull'abbassamento dell'etŕ pensionabile obbligatoria dei giudici e garantendo esplicitamente la gestione indipendente del sistema giudiziario;

-    tutelare esplicitamente, nella nuova Costituzione, tutti i diritti civili e sociali fondamentali, nel rispetto degli obblighi internazionali dell'Ungheria, vietare la pena di morte, l'ergastolo senza possibilitŕ di libertŕ condizionale e la discriminazione fondata sull'orientamento sessuale, fornire sufficienti garanzie per quanto riguarda la protezione dei diritti fondamentali e chiarire che i diritti fondamentali sono acquisiti alla nascita e non sono soggetti a condizioni;

 

Il 16 febbraio 2012, il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione sugli sviluppi politici in Ungheria, in cui  ha espressograve preoccupazione per quanto concerne l'esercizio della democrazia, lo Stato di diritto, il rispetto e la protezione dei diritti umani e sociali, il sistema di controlli e contrappesi, l'uguaglianza e la non discriminazione e ha  invitato il governo ungherese, nell'interesse comune dei cittadini ungheresi e dell'Unione europea, a rispettare le raccomandazioni, le obiezioni e le richieste della Commissione europea, del Consiglio d'Europa e della commissione di Venezia in relazione all’indipendenza dell’ ordinamento giudiziario, della banca centrale e del garante per la protezione dei dati personali e a modificare di conseguenza le leggi interessate, nel rispetto dei valori fondamentali e delle norme dell'Unione europea;

Il Parlamento europeo ha chiestoalla Commissione di monitorare attentamente le possibili modifiche e l'attuazione delle controverse leggi ungheresi e preparare uno studio per verificare:

-    la totale indipendenza della magistratura, in particolare garantendo l'assenza di interferenze politiche e che il mandato dei giudici non possa essere abbreviato in maniera arbitraria;

-    la compatibilitŕ del regolamento sulla banca nazionale ungherese con la legislazione europea;

-    il ripristino dell'indipendenza istituzionale della protezione dei dati e della libertŕ d'informazione;

-    che il diritto della Corte costituzionale di riesaminare ogni atto legislativo sia pienamente ristabilito;

-    che libertŕ e pluralismo dei media siano garantiti dalla lettera, in particolare per la partecipazione dei rappresentanti della societŕ civile e dell'opposizione in seno al consiglio dei mezzi d'informazione;

-    che la nuova legge elettorale sia conforme alle norme democratiche europee e rispetti il principio dell'alternanza politica;

-    che il diritto di esercitare l'opposizione politica in maniera democratica sia garantito tanto all'interno quanto all'esterno delle istituzioni;

-    che la legge sulle chiese e sulle confessioni religiose rispetti il principio fondamentale della libertŕ di coscienza ed eviti di subordinare la registrazione delle chiese all'approvazione della maggioranza di due terzi nel Parlamento ungherese.

Si segnala infine che la Commissione libertŕ civili, giustizia e affari interni del Parlamento europeo ha svolto una  missione a Budapest dal 24 al 26 settembre 2012, nel quadro dei lavori per la preparazione di una relazione sulla situazione dei diritti fondamentali.


Scheda-paese Ungheria
(a cura del Ministero degli Affari esteri)

 


STRUTTURA ISTITUZIONALE E POPOLAZIONE

 

Struttura Istituzionale e dati di base

Superficie:

93.030 kmq

Capitale:

Budapest, 1.712.000 ab. (censimento ott. 2011)

Principali cittŕ (per numero di abitanti):

Debrecen (206.000 ab.); Miskolc (170.000 ab.); Szeged (169.000 ab.); Pécs (157.000 ab.); Győr (130.000)

Nome Ufficiale:

Repubblica di Ungheria (in ungherese: Magyar Köztársaság)

Forma di Governo:

Repubblica parlamentare

Capo dello Stato:

Janos ADER (dal 2 maggio 2012)

Capo del Governo:

Viktor Orbán (dal 29 maggio 2010)

Ministro degli Esteri:

János Martonyi (dal 29 maggio 2010)

Potere esecutivo:

Il Capo dello Stato rappresenta l’unitŕ della Nazione, č garante della democraticitŕ dello Stato ed č Comandante delle Forze Armate. Viene eletto dal Parlamento per un mandato di 5 anni.

Il Primo Ministro é nominato dal Capo dello Stato e confermato dal Parlamento; propone al Capo dello Stato la designazione o la rimozione dei singoli Ministri.

Il mandato del Governo termina alla formazione di un Parlamento appena eletto; in caso di dimissioni, morte o impeachment del Primo Ministro; oppure qualora la maggioranza dei membri dell'Assemblea Nazionale approvi una mozione di sfiducia, che deve essere costruttiva (contenere cioč il nome dell'eventuale successore).

Potere legislativo:

L’Assemblea Nazionale (Országgyűlés) č unicamerale; i suoi 386 membri sono eletti con un mandato quadriennale (176 in collegi uninominali a doppio turno e i restanti 210 con sistema proporzionale e sbarramento del 5%).

Potere giudiziario:

La Corte Costituzionale si compone di 11 membri eletti dall’Assemblea nazionale con i due terzi dei voti per 9 anni. Alla Corte Costituzionale spetta il potere di legittimare le decisioni del Parlamento e di porre il veto ai decreti legislativi che violino la Costituzione.

Scadenze elettorali:

Prossime elezioni presidenziali: 2015

- durata del mandato: 5 anni

- ultime elezioni: 2010

Prossime elezioni legislative: 2014

- durata del mandato: 4 anni

- ultime elezioni: 11-25 aprile 2010

 

Partecipazione a Organizzazioni Internazionali:

 

 

ABEDA, Australia Group, BIS, CCC, CE, CEI, CERN, EAPC, EBRD, ECE, Unione Europea (dal 1° maggio 2004), FAO, G-9, IAEA, IBRD, ICAO, ICC, ICFTU, ICRM, IDA, IEA, IFC, IFRCS, ILO, IMF, IMO, Interpol, IOC, IOM, ISO, ITU, MINURSO, NAM (ospite), NATO, NEA, NSG, OAS (osservatore), OECD, OPCW, OSCE, PCA, PFP, UN, UNCTAD, UNESCO, UNFICYP, UNHCR, UNIDO, UNIKOM, UNMIBH, UNMIK, UNOMIG, UNU, UPU, WCL, WFTU, WHO, WIPO, WMO, WTourism, World Trade Org. (OMC), ZC

Popolazione e indicatori sociali

Popolazione:

9.982.000 ab. (censimento ott.2011)

Tasso di aumento naturale:

negativa – circa 14.000 abitanti in meno all’anno (stime 2008)

Aspettativa di vita alla nascita:

Donne 77,38 (stime 2007)

Uomini 69,2

Gruppi etnici:

Ungheresi 89.9%, Rom 4%, Tedeschi 2.6%, Serbi 2%, Slovacchi 0.8%, Romeni 0.7%

Religioni:

Cattolici 67.5%, Calvinisti 20%, Luterani 5%, altro 7.5%

Lingue:

Ungherese 98.2%, altre 1.8%

Partiti politici principali:

Partito, Presidente, seggi, percentuale dei voti

- Federazione dei Giovani Democratici – Alleanza

Civile Ungherese (Fidesz)

presidente: Viktor ORBÁN

seggi: 263, di cui 36 KDNP (perc.: 68,14%)

voti: 52,73% (in lista comune con il KNDP)

- Partito Popolare Democratico Cristiano (KNDP)

presidente: Zsolt SEMJÉN

- Partito Socialista Ungherese (MSZP)

presidente: Attila MESTERHÁZY

seggi: 59 (perc.: 15,28%) – voti: 19,30%

- Movimento per un’Ungheria migliore (Jobbik)

presidente: Gábor VONA

seggi: 47 (perc.: 12,18%) – voti: 16,67%

- La Politica Puň Essere Diversa (LMP)

capolista: András SCHIFFER

seggi: 16 (perc.: 4,15%) – voti: 7,48%

Pil pro capite (PPP):

19.580 $ (stime EIU 2011)

Moneta:

Fiorino; Tasso di cambio EUR/HUF=279,80 (dic. 2011)

 


 

CENNI STORICI

 

L’Ungheria ha una storia antica e per molti aspetti tragica, la cui conoscenza appare importante per comprendere alcuni tratti caratteristici della mentalitŕ attuale dei suoi abitanti.

I Magiari, etnia di ceppo ugro-finnico proveniente dall’Asia centrale, si insediarono in Europa alla fine del IX secolo d.c. sotto la guida di Árpád. La fondazione del Regno d’Ungheria risale all’anno 1000 con l’incoronazione di Stefano, il quale, grazie anche alla cristianizzazione, riuscě ad unire i magiari in un’unica la nazione; la sua corona inviatagli dal Papa č simbolo nazionale, attualmente custodita in Parlamento. Alla dinastia degli Arpadi nel 1301 successe la Casa d’Angiň.

L’Ungheria crebbe d’importanza grazie all'abile politica di alcuni monarchi; in particolare, il regno di Mattia – condottiero di origine transilvana celebre per la lotta contro i Turchi - viene ricordato come il periodo di massimo splendore del Rinascimento ungherese. Dopo la sua morte ebbe inizio la decadenza dello Stato, che nel 1526 subě una devastante sconfitta da parte dei Turchi a Mohács cadendo sotto il dominio ottomano per oltre un secolo.

Nel 1686 gli Asburgo sconfissero gli ottomani annettendo l’Ungheria, il cui spiccato sentimento nazionale mal tollerň la dipendenza da Vienna.

Il 15 marzo 1848 scoppiň un’insurrezione antiasburgica che portň alla formazione di un governo indipendente che, sotto la guida di Lajos Kossuth, dichiarň l’autonomia del paese e la deposizione degli Asburgo. Nel 1849 l’insurrezione venne sconfitta e l’imperatore Francesco Giuseppe represse duramente gli oppositori. Kossuth fu costretto all’esilio e morě a Torino. Al termine di un lungo periodo di conflitti, il compromesso del 1867 sancě la nascita della duplice monarchia formata dall'Impero austriaco e dal Regno ungherese che coincise con il periodo di maggior sviluppo economico, culturale ed intellettuale del Paese.

L’Impero austro-ungarico entrň nella I Guerra Mondiale come alleato della Germania, con risultati catastrofici. Al termine del conflitto i comunisti ungheresi guidati da Béla Kun presero il potere per poi subire, cinque mesi dopo, l’invasione delle truppe romene. Il “terrore rosso” venne seguito da quello “bianco” con eccidi nella popolazione. Nel 1920, gli Alleati modificarono i confini dell’Ungheria con il trattato del Trianon, riducendone drasticamente le dimensioni. Budapest, durante il ventennio di guida del Paese da parte dell’Ammiraglio Horthy, cercň l'aiuto dei governi fascisti tedesco ed italiano per riottenere i propri territori, ma ancora una volta si trovň dalla parte degli sconfitti nella II Guerra Mondiale.

Nel 1947 l’Ungheria entrň nella sfera d’influenza sovietica. La nazione fu ulteriormente dilaniata dalla rivolta antisovietica del 1956, che provocň migliaia di morti. Dopo le rappresaglie, di cui il Primo Ministro Nagy fu la vittima piů illustre, e il consolidamento del regime, il Segretario del Partito Comunista János Kádár diede inizio ad un programma di comunismo orientato ai consumatori. Le riforme economiche funzionarono ed intorno alla metŕ degli anni '70 l'Ungheria ottenne lusinghieri risultati. Tuttavia, il continuo spettro della disoccupazione, l'inflazione galoppante e l'aumento del debito pubblico portarono alla deposizione di Kádár nel 1988.

Dopo aver accelerato la caduta del comunismo smantellando le recinzioni lungo il confine con l'Austria, il Paese č divenuto nel 1989 Repubblica d'Ungheria, indicendo libere elezioni, le prime dopo oltre 40 anni.


 

POLITICA INTERNA

 

 

Composizione del Governo

Primo Ministro della Repubblica d’Ungheria

Viktor ORBÁN

Vicepresidenti del Consiglio

1. Tibor NAVRACSICS

(anche Ministro della Giustizia e della Pubblica Amministrazione)

2. Zsolt SEMJÉN

(anche Ministro senza Portafoglio per la Politica Nazionale)

Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio

Mihály VARGA

Portavoce del Presidente del Consiglio

Péter SZIJJÁRTÓ

Portavoce del governo

Anna NAGY

 

CONSIGLIO DEI MINISTRI

 

N.

NOME

COGNOME

INCARICO

PARTITO

1

Tibor

Navracsics

Vicepresidente del Consiglio e Ministro della Giustizia e della Pubblica Amministrazione

Fidesz

2

Lŕszlňnč

Nčmeth

Ministro dello Sviluppo Nazionale

n.a

3

János

Martonyi

Ministro degli Esteri

n.a

4

Sándor

Fazekas

Ministro per lo Sviluppo delle Aree Rurali

Fidesz

5

György

Matolcsy

Ministro dell’Economia nazionale

Fidesz

6

Zoltan

Balog

Ministro per le Risorse Nazionali

Fidesz

7

Sándor

Pintér

Ministro dell’Interno

n.a

8

Csaba

Hende

Ministro della Difesa

Fidesz

n.a - non affiliato ad un partito politico

 

POLITICA INTERNA

Le elezioni parlamentari dell’aprile 2010 hanno segnato una netta vittoria del partito dei Giovani Democratici e di Alleanza Civile (Fidesz), guidato da Viktor Orbán, giŕ Primo Ministro nella legislatura 1998-2002. La coalizione di FIDESZ e KDNP ha conquistato il 68,14% dei seggi, assicurandosi cosě la maggioranza dei 2/3 in Parlamento, con la possibilitŕ di effettuare riforme di ampio respiro, comprese modifiche alla legge costituzionale.

Il Partito Socialista Ungherese (MSZP) ha subito un tracollo elettorale, passando dalla maggioranza relativa (49%) dei seggi elettorali ottenuta nelle precedenti elezioni del 2006, al 15,28% dei seggi nell’attuale Parlamento. La sconfitta, oltre al malcontento diffuso a causa della crisi economica, č stata motivata anche da gravi episodi di corruzione venuti alla luce nei mesi precedenti le elezioni.

Gli scandali hanno polverizzato anche l’Alleanza dei Liberi Democratici (SDSZ), che non č riuscita a presentare liste proprie, ma solo ad inserire alcuni suoi candidati nelle liste del Forum Democratico Ungherese (MDF), anch’esso escluso dal Parlamento in virtů del 2% dei consensi raccolti.

Hanno fatto ingresso nel nuovo Parlamento due nuove formazioni politiche: la prima č il “Movimento per un’Ungheria migliore” (Jobbik), collocato su posizioni di estrema; la seconda (“La politica puň essere diversa”, LMP) č un partito di nuova formazione, di ispirazione ambientalista, che ha raccolto l’insoddisfazione dell’elettorato nei confronti dell’assetto politico tradizionale. Entrambi i partiti hanno raccolto molti consensi tra i giovani, con una differenza marcata, tuttavia, tra l’elettorato Jobbik, prevalentemente concentrato nelle zone di provincia e rurali, dove si sono fatte maggiormente sentire le conseguenze della crisi economica e della disgregazione sociale, e l’elettorato LMP, concentrato in modo pressoché esclusivo a Budapest, dove ha raccolto anche i consensi di buona parte dei liberali delusi.

Il 29 maggio 2010 si č costituito il Governo Fidesz-KDNP con l’appoggio di 2/3 del Parlamento. L’ampia maggioranza parlamentare ha consentito all’esecutivo di far approvare rapidamente una serie di provvedimenti, indirizzati in primo luogo al sostegno dell’economia (misure di agevolazione fiscale e creditizia per le piccole imprese, semplificazione delle norme burocratiche per il lavoro stagionale e occasionale, contenimento della spesa pubblica con tagli anche alle retribuzioni dei dirigenti statali, ai trattamenti di fine rapporto e alle consulenze, introduzione di un’imposta straordinaria sui profitti degli istituti di credito e di assicurazione); sono state inoltre effettuate ampie sostituzioni di personale ai vertici e in alcuni casi anche ai livelli intermedi delle istituzioni statali e delle societŕ di proprietŕ statale.

Le elezioni amministrative del 3 ottobre 2010 hanno confermato la popolaritŕ di Fidesz, che ha conquistato la maggioranza dei consigli regionali, l’amministrazione di Budapest (dopo 20 anni di gestione liberal-socialista) e delle altre maggiori cittŕ del Paese.

 

Molte delle iniziative legislative del Governo Orban hanno perň sollevato polemiche e reazioni critiche sia in Ungheria che in ambito UE e internazionale, a partire dal provvedimento di limitazione dei poteri della Corte Costituzionale del novembre 2010 alla controversa legge sulla regolamentazione dei mass media del successivo mese di dicembre, fino al processo costituente che ha portato all’entrata in vigore della nuova Legge Fondamentale il I gennaio 2012, preceduta dal varo di leggi-quadro alle quali i costituenti hanno demandato la regolamentazione di un ampio spettro di materie.

Il 21 dicembre 2010 il Parlamento ha approvato una legge quadro sui mass media, nominando un’Autoritŕ di supervisione (Presidente e 4 membri) espressione della sola coalizione di maggioranza, il “Consiglio per i Mass Media”. Punti fondamentali della legge: registrazione degli organi di informazione, anche on-line, obbligo di informazione bilanciata, tetto massimo per la cronaca nera, tutela dei minori, possibilitŕ per l’Autoritŕ di vigilanza di infliggere multe e sospensioni dei programmi, nonché di verificare l’identitŕ delle fonti di informazione. Anche a causa della visibilitŕ del Paese legata alla Presidenza dell’UE (gennaio – giugno 2011), la nuova normativa ha sollevato un’ondata di forti polemiche a livello europeo (soprattutto da parte di Germania e Francia) ed internazionale (USA). Critiche sono state espresse dall’Osce, mentre la Commissione Europea ha chiesto e infine ottenuto dal Governo ungherese una modifica della legge, che č stata votata dal Parlamento nei primi giorni del marzo 2011. Gli emendamenti riguardano l’obbligo di informazione bilanciata, l’obbligo di registrazione e la normativa sulle sanzioni imponibili nei confronti di enti fornitori di servizi di informazione di altri Stati membri.

A fine dicembre 2011 č stato inoltre approvato il nuovo codice sul lavoro, con i voti della sola maggioranza e con l'accordo di 3 sui 6 sindacati di riferimento. Il nuovo testo comprime diritti dei lavoratori e prerogative sindacali, alla luce di un’esigenza di flessibilitŕ dichiarata necessaria dall'Esecutivo per sostenere l'occupazione ma che ha immediatamente generato critiche e movimenti di protesta.

Ad inizio aprile 2012, colpito dall’accusa di aver copiato la propria tesi di dottorato, il Presidente della Repubblica Pal Schmitt ha dovuto rassegnare il proprio mandato in Parlamento. Il 2 maggio 2012 l’europarlamentare Janos Ader č stato eletto in sua sostituzione con 262 voti a favore e 40 i contrari. L’estrema destra Jobbik ha votato contro, mentre Socialisti e Coalizione Democratica non hanno partecipato al voto.  Il nuovo Presidente ha assunto le proprie funzioni il successivo 10 maggio.

A maggio 2012 ha avuto luogo un rimpasto della compagine governativa, a seguito delle dimissioni del Ministro di Stato Tamas Fellegi, incaricato di condurre i negoziati con UE e Fondo Monetario in vista del perfezionamento del finanziamento precauzionale richiesto alle IFI lo scorso novembre. A sostituire Fellegi nel ruolo cruciale di Capo Negoziatore del prestito precauzionale con l'FMI e con le istanze comunitarie č subentrato l’economista Mihaly Varga, giŕ a capo degli Uffici del Primo Ministro, alla cui direzione č stato chiamato il Capogruppo in Parlamento del Partito Fidesz, Jaˇnos Lazar.

A novembre 2012 accese discussioni ha generato la proposta di legge sulla registrazione degli elettori.Esso prevede che chi abbia intenzione di esercitare il suo diritto di voto per le prossime consultazioni politiche, europee ed amministrative, tutte nel 2014, debba iscrivere il suo nome presso pubblici registri entro e non oltre i quindici giorni precedenti le consultazioni

Le ragioni con cui č stata proposta la legge risiedono sostanzialmente nell'introduzione del voto degli Ungheresi all'estero - con particolare riferimento ai quasi cinquecentomila nuovi cittadini che hanno ottenuto "ope legis" la cittadinanza ungherese nei territori confinanti - e nella presunta necessitŕ di sopperire alle deficienze dell’attuale registro elettorale. I detrattori della legge denunciano invece il tentativo di sfruttare questo mezzo per assicurare la maggioranza all'attuale partito di governo anche nelle prossime consultazioni elettorali, escludendo una parte di elettorato non controllabile che potrebbe spostare l'esito del voto nelle ultime ore di campagna elettorale.

A fronte della complessa congiuntura economica e del contrastato processo di riforme in atto, i sondaggi indicano, contrariamente alle aspettative, una  sostanziale tenuta dei consensi per il Governo in carica, pur oggetto di contestazioni. Si registra al contempo una sensibile crescita dell’estrema destra di Jobbik (nell’occhio del ciclone per le dichiarazioni antisemite rese in Parlamento a fine novembre  dal deputato Marton Gyongyosi), fattore che potrebbe spingere il Governo verso posizioni meno moderate per togliere terreno proprio allo Jobbik, che nell'attuale fase di crisi del Paese facilmente usa la leva del nazionalismo e del razzismo, nonchč di un acceso anti-europeismo.

In tale tumulto di riforme e reazioni, una cooperazione tra tutte le opposizioni attuali in senso anti-Fidesz appare tuttavia estremamente complessa, stante l’assenza di punti programmatici coincidenti e della possibilitŕ di un dialogo sulla base di premesse 'culturali' comuni tra il centro-sinistra, molto frammentato, e l’estrema destra di Jobbik.

 

 

Nuova Costituzione Ungherese

La nuova Legge Fondamentale ungherese č entrata in vigore il 1° gennaio 2012 dopo un rapido processo di gestazione reso possibile dalla maggioranza di 2/3 di cui il Governo Orbán dispone in Parlamento. Essa ha sostituito la precedente Costituzione, che, sebbene emendata dopo il 1989, rimaneva quella del 1949. Sia in Ungheria che all’estero la nuova Legge Fondamentale ha suscitato numerose reazioni critiche. Alla stesura del testo ha scelto di non partecipare la gran parte delle opposizioni, ad eccezione del partito di estrema destra Jobbik, che perň ha poi votato contro. Poco prima dell’entrata in vigore della Costituzione, sono state varate in gran fretta numerose leggi-quadro (da approvare a maggioranza di 2/3) alle quali la stessa Legge Fondamentale rimandava la regolamentazione di importanti materie (riassetto degli organi costituzionali e di controllo, sistema giudiziario, ordinamento della Banca Centrale, ecc.).

Giŕ nel suo parere del 20 giugno 2011, la Commissione di Venezia del Consiglio d’Europa, accanto a una serie di valutazioni positive (come la volontŕ di trarre ispirazione dalla Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo edalla Carta dei Diritti Fondamentali della UE), aveva espresso perplessitŕ di metodologia costituzionale (es.: l’eccessivo ricorso a leggi-quadro richiedenti una maggioranza dei 2/3, che potrebbe limitare la possibilitŕ per le future maggioranze di regolare diversamente un cospicuo numero di materie) e di sostanza giuridica (es.: l’inclusione di riferimenti storici e valori non unanimemente condivisi). Sul piano bilaterale, valutazioni critiche sono state espresse dal Segretario di Stato USA Clinton (con una lettera a Orban del 23 dicembre 2011) e, con toni piů sfumati, dal Ministro degli Esteri francese Juppé e dal Cancelliere tedesco Merkel.

 

Valutazioni e procedure d’infrazione UE

Il Parlamento Europeo, che giŕ il 5 luglio 2011 aveva approvato una prima risoluzione chiedendo la revisione del testo, ne ha votata una seconda il 16 febbraio scorso, con la quale, nell’esprimere grave timore per lo stato della democrazia e il rispetto dei diritti umani e sociali in Ungheria, ha chiesto di verificare se esistano le condizioni per avviare una procedura ai sensi dell’art. 7, par. 1 del TUE[4]. La Commissione Europea ha avviato il 17 gennaio tre procedure d’infrazione ex art. 258 TFUE[5], inviando altrettante lettere di messa in mora riguardanti l’indipendenza della Banca Centrale e del Garante per la Privacy, nonché il meccanismo di pensionamento anticipato dei giudici. La Commissione ha inoltre subordinato alla revisione della normativa sulla Banca Centrale la ripresa dei negoziati formali con UE/FMI sull’assistenza finanziaria precauzionale richiesta da Budapest (che auspica un ammontare fra i 10 e i 20 miliardi di euro, preferibilmente piů vicino al minimo di tale forbice). Il 18 gennaio, di fronte al PE, il Presidente della Commissione Barroso ha specificato che la questione non č solo giuridica, ma anche politica, dal momento che “il dibattito verte sulla qualitŕ della democrazia in Ungheria, sulla sua cultura politica e sulle relazioni tra Governo ed opposizione e tra Stato e societŕ civile”. Nell’occasione, la Presidenza danese ha ribadito il proprio sostegno all’azione dell’Esecutivo UE. Della questione č stato investito anche il Consiglio, quando, su richiesta del Belgio nella sua veste di Presidente del Benelux, il CAG del 27 gennaio č stato aggiornato dalla Commissione sulle iniziative da essa intraprese a seguito dell’avvio delle procedure d’infrazione.

A fronte delle critiche e dei rilievi interni e internazionali e dell’aggravamento della situazione economico-finanziaria, il Governo ungherese s’č mostrato disponibile a rivedere le norme piů controverse. Apertura e volontŕ di dialogo sono state manifestate da Orbán (sia con Barroso che con il Parlamento Europeo) e dal Ministro degli Esteri Martonyi (in una lettera inviata ai suoi colleghi UE il 9 gennaio). Questa disponibilitŕ a recepire se non altro parzialmente le indicazioni della Commissione ha fatto sě che – all’indomani dell’incontro fra il Premier ungherese e il Presidente della Commissione del 24 aprile – l’Esecutivo UE ha reso noto di ritenere soddisfacenti le proposte ungheresi in tema d’indipendenza della Banca Centrale e s’č detto pronto a chiudere la relativa procedura d’infrazione una volta che esse diverranno norme di legge. Contestualmente, la Commissione ha dato via libera al negoziato con UE e FMI sul pacchetto di assistenza finanziaria precauzionale richiesto da Budapest. Ad inizio luglio, dopo due disegni di legge di emendamento della contestata norma quadro sulla Banca Centrale, considerati insufficienti dalla BCE, l'Esecutivo magiaro ha introdotto in Parlamento la terza versione dell'emendamento alla legge quadro sullo Statuto della Banca Centrale, a seguito della quale la BCE ha annunciato il 19 luglio di aver formalmente chiuso la prima procedura d’infrazione.

L'elemento centrale che ha consentito di avallare il testo di riforma corretto č rappresentato dalla definizione chiara ed univoca delle prerogative tanto del Governatore e Vice Governatori che del Consiglio Monetario chiamati nel loro complesso a definire e realizzare le linee di politica monetaria ungherese. Il nuovo testo limita infatti le prerogative del Consiglio Monetario alle funzioni di indirizzo generale di politica monetaria (ivi inclusa la definizione del tasso unitario di sconto), lasciando di fatto tutte le competenze esecutive alla piena discrezionalitŕ dei membri interni alla Banca.

L’approvazione della BCE comporta la luce verde all'avvio dei negoziati con il Fondo Monetario Internazionale per la linea di prestito precauzione richiesta lo scorso novembre. L'aspettativa del Governo resta quella di poter assicurare all'Ungheria per ottobre prossimo una linea di credito precauzionale equivalente a 15 Mld. di Euro, anche se resta da definire la portata delle condizionalitŕ che il Fondo potrebbe decidere di associare alla liquiditŕ aggiuntiva garantita al sistema finanziario ungherese.

 

Quanto al Garante per la Privacy, l’Esecutivo UE, pur accogliendo favorevolmente gli emendamenti alla relativa legge nel frattempo apportati, ha deciso comunque di deferire l’Ungheria alla Corte di Giustizia per l’interruzione anticipata del mandato dell’attuale Garante, ritenendola una violazione della legislazione comunitaria in materia d’indipendenza dell’Authority. Lo stesso dicasi per ciň che concerne il meccanismo di pensionamento anticipato dei giudici, che la Commissione ha ribadito di ritenere ingiustificato, stabilendo pertanto di sottoporlo al vaglio della Corte di Giustizia. L’Esecutivo UE ha poi espresso perplessitŕ in tema d’indipendenza della magistratura. Tuttavia, poiché un dialogo in materia č in corso con il Consiglio d’Europa e la Commissione di Venezia, mentre nello stesso Parlamento ungherese sono in discussione possibili emendamenti alla relativa legge, l’Esecutivo UE s’č limitato a riservarsi il diritto di avviare una procedura d’infrazione qualora in Ungheria non dovesse essere assicurata da Corti autenticamente indipendenti una corretta applicazione della legislazione comunitaria.

Per quanto concerne il pensionamento degli operatori giudiziari, il 16 luglio la Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionale, nulla e mai avvenuta, la norma sul pre-pensionamento dei giudici, dei procuratori e dei notai in vigore dal primo gennaio 2012. La Corte ha tuttavia riconosciuto la competenza del Parlamento a legiferare in materia, pur evidenziando l'opportunitŕ della gradualitŕ dell'introduzione di eventuali emendamenti, allo scopo di limitare l'immediatezza dell'impatto delle nuove misure sugli operatori giudiziari interessati.

Da parte italiana, si č espresso apprezzamento per la disponibilitŕ dimostrata da Budapest a cooperare, anche apportando alcuni correttivi alle disposizioni giŕ adottate, e si č auspicato che una rapida intesa potesse essere raggiunta con le Istituzioni europee. In questo senso si č in particolare espresso il Ministro Terzi in occasione dell’incontro con il suo omologo Martonyi del 16 febbraio scorso.

 

 

POLITICA ESTERA

 

LINEE GENERALI

Membro della NATO dal marzo 1999 e dell'Unione Europea dal 1° maggio 2004, l'Ungheria porta avanti una politica estera caratterizzata da una spiccata sensibilitŕ per i temi della cooperazione regionale e da una particolare attenzione alle minoranze etniche. Sulla base di un atlantismo capace di armonizzarsi con la prioritaria appartenenza all'Unione Europea, l'Ungheria attualmente impiega 1036 unitŕ in operazioni di pace, di cui:

- 88 unitŕ in missioni sotto egida ONU (UNIFIL,UNFICYP, MINURSO);

- 197 unitŕ in missioni sotto egida UE e UA (EUFOR, EU CONGO, EU SOMALIA, MFO SINAI, EU GEORGIA, EU NAVFOR ATALANTA);

- 751 unitŕ in missioni NATO (KFOR, ISAF, NTM-I, HQ SARAJEVO, MLO BEOGRAD).

In particolare, in Iraq č presente con alcuni istruttori, mentre in Afghanistan, un contingente di 500 militari č impegnato principalmente in progetti di carattere civile e di formazione di personale delle Forze Armate locali. L'Ungheria guida il PRT di Pol e Krumiri, mentre dall'ottobre 2008 partecipa anche alla difesa e gestione dell'aeroporto di Kabul (KAIA) con 72 unitŕ.

Dall'agosto 2011 partecipano con L'Italia (Lead Nation) all'addestramento di piloti di MI17 delle FF.AA. Afgane nella localitá di Shindand. Il Governo ungherese ha annunciato, ad agosto 2012, che ridimensionerŕ, a partire dalla primavera del prossimo anno, la partecipazione del proprio contingente militare in Afghanistan.

 

Negli ultimi anni, l'Ungheria ha dato nuovo slancio alle relazioni bilaterali con la Federazione Russa, con la quale intrattiene intense relazioni economiche, soprattutto nel settore energetico. Centrale al riguardo, e molto dibattuta nell’arena politica magiara, č stata la firma dell’accordo per il passaggio sotto il territorio ungherese del gasdotto South Stream. Il rapporto con la Russia, secondo Budapest, dovrebbe essere, anche a livello UE, impostato al pragmatismo, in vista di una collaborazione piů efficace e flessibile, orientata a risultati concreti. Importante in tal senso anche il collegamento con il Partenariato Orientale, pur nella separazione di strutture e strumenti.

Nell’ambito della crisi russo–georgiana Budapest ha sostenuto con convinzione la Presidenza di turno dell’Unione Europea. In tale contesto e nel piů ampio quadro del disegno di rafforzamento della presenza ungherese nel Caucaso, l’allora Ministro degli Esteri ungherese Göncz, nell’ottobre 2008, si č recata a Tbilisi con il Vice Ministro degli Esteri bulgaro Keremedchiev per l’apertura di una Rappresentanza congiunta di Ungheria e Bulgaria. L’Ungheria partecipa attivamente alla missione di monitoraggio promossa dall’Unione Europea (European Union Monitoring Mission) in Georgia con l’invio di 3 osservatori dislocati presso l’area di Poti.

In ambito Consiglio di Sicurezza, e segnatamente con riguardo alle proposte di riforma dello stesso, l’Ungheria ha manifestato in passato il proprio sostegno all’ipotesi di aumento dei membri permanenti e non permanenti, nonché alle aspirazioni di Germania, Giappone ed India. Negli ultimi tempi, tuttavia, Budapest ha preferito mantenere un basso profilo sulla questione, evitando di prendere posizione pubblicamente a favore di un preciso modello di riforma, anche in considerazione della prioritŕ attribuita alla questione dei metodi di lavoro ed agli altri aspetti della riforma complessiva dell’ONU.

Non eccellenti i rapporti di Budapest con gli Stati Uniti. La mancanza di sintonia tra i due Paesi si č continuamente accentuata dopo l'ascesa al potere di Orban, la cui linea č considerata fondamentalmente liberticida negli USA. Gli americani non hanno risparmiato critiche aperte al Governo ungherese per gli emendamenti alla costituzione, per le misure adottate nei confronti della Magistratura, dei media, della banca centrale e per il progetto di revisione della legge elettorale. La rielezione di Obama alla Casa Bianca non favorirŕ di certo la ripresa di relazioni piů amichevoli con Washington dopo che nel corso della campagna elettorale americana autorevoli esponenti del Governo ungherese avevano manifestato una decisa preferenza per Mitt Romney. Un nuovo motivo di dissapore č costituito dal sostegno che l'Ambasciata statunitense č accusata di offrire a Gordon Bajnaj, l'ex Primo Ministro indipendente, al potere nel 2009/2010, che si č di recente riaffacciato sulla scena politica locale in funzione anti-Orban.

I rapporti con la Serbia, buoni malgrado il riconoscimento ungherese del Kosovo nel marzo 2008, sono stati recentemente incrinati dall’approvazione da parte del parlamento di Belgrado di una legge sul risarcimento delle espropriazioni del secondo dopoguerra. Il testo esclude dalla possibilitŕ di indennizzo patrimoniale la comunitŕ ungherese di Voivodina (composta da circa 350.000 persone), in base al principio di "colpa collettiva" per adesione al fascismo.

Vivace ed immediata reazione di Budapest che, tradizionalmente sostenitrice del percorso europeo di Belgrado, č giunta a mettere in discussione il proprio appoggio alla Serbia per l'adesione alla UE. A giudizio di Budapest la discriminazione e il principio della colpevolezza collettiva contenuti nel testo sono contrari ai diritti umani universali e ai valori fondamentali dell'Unione Europea. Una posizione, questa, pubblica e molto netta da parte dell'Ungheria, che segna un momento di aspra tensione nelle relazioni bilaterali. Il Vice Ministro degli Esteri Nemeth ha peraltro aggiunto che il Governo ungherese č pronto ad aprire consultazioni bilaterali con la Serbia, al fine di raggiungere una soluzione soddisfacente, auspicabilmente prima del Consiglio Europeo di dicembre che dovrebbe pronunciarsi circa lo status del Paese a membro candidato dell'Unione. Il testo adottato da Belgrado indica peraltro che chi, pur essendo appartenuto alle forze di occupazione, non abbia commesso crimini di guerra, ha titolo alla "riabilitazione", e conseguentemente ad accedere al procedimento per la restituzione di beni confiscati. La Visita di Stato che il Presidente serbo Nikolic ha effettuato a novembre in Ungheria pare aver rasserenato i rapporti tra i due Paesi.

 Non meno complessi i rapporti con la Romania, Paese che ospita una vasta minoranza magiara e con cui č in vigore da dieci anni un accordo di partenariato strategico. Una prospettata riforma regionale prospettata dall’allora Primo Ministro romeno Boc ha suscitato la veemente reazione di Budapest. Il vicepremier Zslot Semjen ha definito il piano romeno come "inaccettabile" da parte del suo paese, in quanto modificherebbe la "mappa etnica" della Romania. Semjen ha sottolineato invece la necessitŕ della creazione della controversa "Regione dei Secui" risultante dalla fusione fra i tre distretti abitati a maggioranza da etnici magiari, ovvero Covasna, Harghita e Mures. Va rimarcato come, nel corso della recente crisi istituzionale in Romania, il Premier Orban abbia invitato gli ungheresi di Transilvania a boicottare il referendum sulla procedura di impeachment contro il Presidente Basescu, contribuendo cosě al mancato raggiungimento del quorum.  A rinfocolare gli animi hanno contribuito le dichiarazioni di un deputato di Fidesz, secondo il quale sarŕ inevitabilmente necessario rivedere i confini definiti col Trattato del Trianon, nonché il tentativo, guidato dal Presidente del Parlamento ungherese, di riportare in Transilvania i resti del discusso scrittore filo-nazista e antisemita di lingua ungherese Nyiro Jozsef, sepolto in Spagna.

Ad inizio novembre 2012 ha avuto luogo una visita a Budapest del Ministro degli Esteri romeno Corlatean. Nell’occasione, questi ha espressamente pregato il Governo ungherese di non interferire nelle elezioni del 9 dicembre e di non dare ossigeno ai movimenti populisti che generano tensioni con la loro retorica nazionalista, evitando di alimentare rivendicazioni, di non consentire propaganda anti-romena e di non utilizzare lo strumento della cittadinanza per alterare il quadro politico interno (320.000 romeni hanno avuto la cittadinanza ungherese)  o per favorire particolari partiti. Corlatean si č detto pronto ad appoggiare iniziative suscettibili di rasserenare gli animi ed a discutere modalitŕ concrete di tutela della minoranza magiara presente nel proprio territorio.

Una nuova direttrice dell’azione regionale ungherese č l’Ucraina. Budapest ha mostrato un grande interesse a rafforzare le relazioni bilaterali con Kiev ed a ritagliarsi un ruolo di rilievo nel dialogo in cui č impegnata l’Unione Europea. Al riguardo l’Iniziativa di Nyíregyháza costituisce il tentativo concreto da parte dell’Ungheria di sviluppare politiche regionali in grado di facilitare le aspirazioni europee di Paesi confinanti, o comunque vicini, la loro stabilitŕ rappresentando per sé un interesse vitale. Obiettivo generale dell’Iniziativa č promuovere le riforme democratiche ed economiche, rafforzare la sicurezza a livello delle autoritŕ locali e regionali; migliorare il border management, accrescere la cross-border cooperation ed infine trasmettere informazioni ed expertise sulle politiche e le attivitŕ dell’UE. La questione dei diritti della minoranza magiara in Ucraina, segnatamente riguardo all'insegnamento in lingua ungherese potrebbe essere foriera di tensioni nei rapporti bilaterali.

Particolarmente stretti sono i legami con la Germania, da cui l'economia ungherese č estremamente dipendente. Nel 2011 l’interscambio ha superato i 38 miliardi di euro (un quarto del totale delle relazioni commerciali magiare). Lo stock di IDE tedeschi ammonta a 16 miliardi di euro, che contribuiscono a dare lavoro a 250.000 persone e dal cui indotto dipendono, a vario titolo, circa 1,2 milioni di posti di lavoro. Circa 100.000 sono poi gli ungheresi di etnia tedesca, ben integrati nel Paese.

Il principale foro di cooperazione regionale č il Gruppo di Visegrád, che comprende anche Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia. Fondato nel febbraio 1991 per coordinare le azioni volte alla membership UE, dopo il maggio 2004 č alla ricerca di una nuova definizione. Budapest pone particolare attenzione al coordinamento in materia energetica.

Il 31 agosto, la decisione del Governo ungherese (assunta, pare, direttamente dal Primo Ministro nonostante i pareri difformi di alcuni Ministri) di estradare in Azerbaijan l’ufficiale azero Ramil Safarov (il quale scontava una lunga pena detentiva in Ungheria per l’omicidio, avvenuto nel 2004, di un ufficiale armeno, all’epoca in cui entrambi erano impegnati in un’esercitazione NATO), e l’immediata Grazia concessagli all’arrivo a Baku da parte del Presidente Alijev, ha causato l’interruzione immediata delle relazioni diplomatiche tra Armenia e Ungheria. Tra le reazioni registratesi a livello internazionale, va menzionata quella del Presidente USA Obama, il quale ha annunciato di essere "deeply concerned" al riguardo.

L’estradizione e la successiva liberazione del detenuto hanno avuto luogo a dispetto delle generali condizioni previste dalle norme internazionali in vigore in materia (Convenzione di Strasburgo del 1983), in base alle quali egli avrebbe potuto scontare la pena in patria senza usufruire di condizionali prima del 2034, nonché della stessa legislazione azera in materia di condanne all'ergastolo. Il Governo ungherese ha formalmente protestato con l'Azerbaijian ricordando l'impegno assunto dalle Autoritŕ di Baku di mantenere il condannato in carcere fino al completamento della pena. I partiti d'opposizione e diverse ONG ungheresi hanno condannato la decisione del proprio Governo, attribuendone la motivazione effettiva ad un accordo economico in base al quale l'Azerbaijian acquisirebbe quote del debito estero ungherese. Quasi a conferma di ciň, ad inizio novembre il Ministro dello Sviluppo Economico dell'Azerbaijian, Shahin Mustafayev ha incontrato il Primo Ministro Orban in occasione della terza sessione della Commissione Mista azero-ungherese, nel corso della quale sono state discusse le prospettive di rafforzamento della cooperazione economica bilaterale in aree strategiche per i due Paesi.

 

 


RAPPORTI CON L’UNIONE EUROPEA

L’Ungheria č membro dell'Unione Europea dal 1° maggio 2004. L'elettorato ungherese si č pronunciato a favore dell'adesione all'UE in occasione del referendum del 12 aprile 2003 con l’83% dei voti, seppur con un tasso di partecipazione del 46%. Minore č stata l’affluenza alle elezioni europee del giugno 2009, nelle quali si č recato alle urne solo il 36,3% dell’elettorato. Grazie al recente semestre di Presidenza ungherese, alcuni sondaggi vedono la popolazione molto piů europeista ed informata sull’agenda comunitaria.

Secondo Paese (dopo la Lituania) a ratificare il Trattato che istituisce una Costituzione per l’Europa, l’Ungheria č stato il primo membro a ratificare il Trattato di Lisbona. La prima Presidenza ungherese dell’Unione si č svolta nel primo semestre 2011.  Il programma del semestre, che ha avuto come motto “un’Europa forte”, si č concentrato sul rafforzamento delle Istituzioni comunitarie, politiche comuni piů decise, superamento delle tensioni interistituzionali, in un’ottica di attenzione ai cittadini e credibilitŕ dell’Unione. Temi principali l’implementazione del Semestre Europeo, la governance economica, le politiche di coesione, agricola e dell’energia, l’allargamento, la Strategia 2020 per il rilancio dell’occupazione, e quelle macroregionali (con particolare riferimento a quella del Danubio che rappresenta, per evidenti ragioni storico-geografiche, un particolare valore per il Paese) e di inclusione sociale, segnatamente dei Rom.

L’Ungheria, dopo iniziali riserve, legate al timore di erosione della sovranitŕ e alla sostenibilitŕ interna del maggior rigore fiscale, ha aderito all’accordo sul “Fiscal Compact”.

La prosecuzione del processo di allargamento trova ampi consensi nel Paese. Con particolare favore č stato accolto l’accordo per l’adesione della Croazia, mentre la prioritŕ č ora rappresentata dalla prospettiva europea dei Paesi balcanici, tra cui in primis la Serbia (essendosi risolta la questione della legge sulla restituzione dei beni nazionalizzati dal regime jugoslavo, modificata da parte serba in linea con gli auspici ungheresi), ritenendola essenziale per garantire la stabilitŕ della regione. Rilevante appare inoltre l’apertura ungherese ad un eventuale ingresso della Turchia, tematica sulla quale Budapest aveva sempre mantenuto una posizione piuttosto ambigua. L’Ungheria aderisce inoltre al Gruppo di Tallin, gruppo informale di Paesi Membri favorevoli all’allargamento dell’Unione.

Circa il Partenariato Orientale, l’Ungheria riconosce l’importanza attribuitagli dalla Presidenza Ceca, calibrando le necessitŕ sulle peculiaritŕ dei singoli Paesi.

Come Commissario europeo Budapest ha designato l’economista Laszlo Andor - membro del Direttivo della Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo, al quale č stato assegnato il portafoglio Occupazione, Affari Sociali ed Inclusione.

L’Ungheria, in occasione del Consiglio Europeo di marzo 2011, non ha aderito al Patto per l’Euro plus insieme ad altri Stati non membri dell’area euro (Svezia, Repubblica Ceca, Regno Unito).

 

 

MINORANZE ETNICHE

I temi del nazionalismo magiaro, tradizionalmente cari all'estrema destra, sono in parte stati fatti propri dalla coalizione di Governo che sin dalla vittoria elettorale del 2010 ha sottolineato l'esigenza di eliminare argomenti dal paniere degli estremisti. A tal fine, l'Esecutivo ha piů volte concentrato l'attenzione sulle questioni dell'identitŕ nazionale, delle minoranze (con la legge sulla cittadinanza e quella sul voto), dando al Paese una nuova costituzione con un assetto valoriale ben definito ed un impianto conservatore.

 

Sotto il profilo interno, i Rom costituiscono il maggiore gruppo etnico di minoranza nel Paese, con una popolazione stimata tra le 400.000 e 600.000 persone.  La maggiore concentrazione si riscontra nelle regioni settentrionali del paese e nella piana dell’Alföld.

Nonostante il numero di Rom residenti in cittŕ sia notevolmente aumentato rispetto agli anni ’70, la maggior parte (60%) vive ancora in piccoli paesi e zone rurali.

É il gruppo etnico piú svantaggiato dal punto di vista socio-economico anche a seguito dell'indebolimento dello stato sociale seguito alla transizione democratica. Sempre piů frequenti sono le manifestazioni di aperta intolleranza contro i rom da parte dell’estrema destra ungherese. Durante il semestre di Presidenza dell'UE, l'Ungheria ha favorito l’elaborazione di  una Strategia comunitaria di inclusione dei Rom.

Importante e vivace é la Comunitá ebraica. Essa conta circa 80-100.000 persone, considerando quelle che sono rimasti attivamente legate alla religione ed alla lingua; almeno il doppio se invece si considera la provenienza etnica di quelli che si sono assimilati. Con l'affermarsi del partito di estrema destra Jobbik vi sono state nel recente passato preoccupazioni soprattuto sul tema dell' "hate speech" ed incitamento alla violenza. Le persecuzioni subite durante la Seconda Guerra Mondiale sono ricordate con molti musei/monumenti/eventi, cosě come il ricordo di chi, come l’italiano Perlasca, si é impegnato per salvare i perseguitati.

Sul piano delle relazioni esterne, la principale questione che tradizionalmente anima i rapporti con i Paesi limitrofi riguarda le minoranze magiare in Romania (circa 1,430 milioni di persone), Slovacchia (circa 520 mila), Serbia (293 mila) e - in misura minore - Ucraina (156 mila), Croazia (25 mila) e Slovenia (circa 10 mila), rimaste oltre confine dopo la sconfitta dell'Impero austro-ungarico nella I Guerra Mondiale.

Nella coscienza collettiva ungherese č ancora vivo il ricordo dello smembramento territoriale subito nel 1920, fattore spesso usato dagli esponenti politici di entrambi gli schieramenti e motivo di tensione, quando non di vera e propria crisi, nei rapporti con i Paesi confinanti.

A tale proposito, il Governo Orbán ha voluto dare un segnale politico forte facendo approvare dal Parlamento, in coincidenza con il 90° anniversario della firma del Trattato di Trianon (4 giugno 1920), una legge che riconosce la cittadinanza ungherese ai cittadini di altri Paesi che possano dimostrare di discendere in linea diretta da un ungherese e di conoscere la lingua magiara. Al momento, il maggior numero di richieste di acquisto individuale di cittadinanza ungherese, con l’entrata in vigore della nuova legge in merito, si é registrato (oltre che in Romania) in Serbia, per evidenti ragioni legate alla cittadinanza europea.

La legge ha sollevato avversione soprattutto in Slovacchia, acuendo le tensioni peraltro giŕ presenti negli ultimi anni, soprattutto dopo l’approvazione da parte del Parlamento slovacco di un emendamento alla legge sulla lingua di stato, che introduceva limitazioni all’uso della lingua delle minoranze; tali tensioni erano culminate, da una parte, nel ricorso ungherese al Consiglio d’Europa ed all’UE per violazione dei diritti civili delle minoranze, e, dall’altra, nel diniego slovacco alla visita del Presidente ungherese Sólyom a Komarno dell’agosto 2009. In risposta alla legge ungherese sulla doppia cittadinanza, il Governo slovacco guidato da Robert Fico ha fatto approvare, negli ultimi giorni del suo incarico prima delle elezioni, una legge che impediva l’acquisizione della doppia cittadinanza per gli slovacchi, vanificando cosě di fatto gli effetti della legge ungherese nei confronti della minoranza magiara in Slovacchia. In seguito alla formazione di un governo conservatore anche in Slovacchia nel mese di luglio 2010, i rapporti bilaterali hanno registrato un sensibile miglioramento, fino alla visita del Presidente Schmitt e del Premier Orban agli omologhi slovacchi (gennaio 2011) che ha temporaneamente stemperato la tensione, senza peraltro contribuire a raggiungere un’intesa soddisfacente per le questioni nevralgiche della lingua e della cittadinanza.

L’approvazione della nuova Costituzione ungherese ha difatti rinfocolato i dissapori tra i due Paesi. Il Ministro degli Esteri Martonyi ha quindi effettuato una visita in Slovacchia il 12 maggio, incontrando l’omologo Dzurinda ed il Primo Ministro Radicova. Martonyi ha voluto tranquillizzare la controparte slovacca, evidenziando come il suo Paese sia pienamente rispettoso dei diritti delle minoranze.

A novembre 2011 ha avuto luogo la sessione inaugurale di un “Consiglio della Diaspora Ungherese”, istituito dall'Esecutivo Orban per tenere piů efficacemente i contatti con le organizzazioni dell'emigrazione ungherese.

        

 

 

SITUAZIONE ECONOMICA

 

Lineamenti strutturali E politica economica

L’affermazione del partito conservatore Fidesz nelle elezioni dell'aprile 2010 e l’insediamento del Governo Orbán, anche in virtů di un oggettivo miglioramento dei fondamentali di crescita del Paese (uscito dalla recessione con un semestre di anticipo rispetto alle previsioni del FMI), coincise con la formulazione di una nuova politica economica, orientata alla riduzione della pressione fiscale e all’introduzione di una serie di misure di stimolo a beneficio delle realtŕ produttive e delle famiglie. Per far fronte agli impegni elettorali ed al contempo rispettare gli accordi a suo tempo conclusi con FMI e UE in materia di deficit 2010 (+3.8%), il Governo si č perň trovato a dover varare una serie di misure fiscali a carico del settore finanziario (banche ed assicurazioni), introducendo una pesante tassazione straordinaria. A tali provvedimenti ha fatto seguito l’introduzione di ulteriori forme di imposizione straordinaria a danno di settori strategici dell’economia ungherese (dove č significativa o prevalente la presenza di operatori stranieri): telecomunicazioni, energia e GDO, prevedendo al contempo (nella finanziaria 2011) una consistente riduzione della pressione fiscale per i privati con l’introduzione dell’aliquota unica al 16% e per le PMI per le quali č prevista una forma di tassazione agevolata degli utili al 10%.

Fondo Monetario e Unione Europea hanno in un primo momento criticato il piano di azione economico ungherese per la mancanza di misure strutturali credibili in grado di consentire la riduzione del deficit entro il 2011 al di sotto del 3%, e per la natura potenzialmente distorsiva delle misure di fiscalitŕ straordinaria a carico del comparto finanziario e previdenziale e piů in generale dei servizi. Data l’indisponibilitŕ del FMI ad assecondare margini di manovra ad una politica di incentivi ai settori produttivi ed ai consumi, attuata mediante una ristrutturazione robusta dei carichi fiscali, l’esecutivo ha quindi deciso di non rinnovare la collaborazione con il Fondo, tornando al mercato per il finanziamento del proprio fabbisogno pubblico.

Ad aprile 2011 il Governo ungherese ha varato il Piano di Convergenza ed il Programma Nazionale di Riforme. Le misure prevedono interventi sul meccanismo di sussidi al mercato del lavoro, una revisione approfondita del sistema previdenziale (rivisitazione dei meccanismi di assegnazione delle generose pensioni per invaliditŕ, incentivando risparmi di spesa ed eliminazione delle inefficienze), la razionalizzazione del settore dei trasporti pubblici, sensibili riduzioni delle agevolazioni all'accesso all'istruzione superiore, oltre al contenimento della spesa pubblica delle amministrazioni decentrate. La riforma avrebbe dovuto consentire allo Stato di procedere alla progressiva eliminazione delle misure non strutturali di fiscalitŕ straordinaria introdotte nel corso dei mesi precedenti per tamponare il fabbisogno pubblico. Con l'aggravarsi della crisi debitoria internazionale si sono tuttavia aggravate le preoccupazioni per il debito pubblico ungherese. L'apprezzamento costante del tasso di cambio del Franco Svizzero, valuta nella quale sono stati contratti molti dei debiti delle amministrazioni locali ungheresi potrebbe far ipotizzare l'eventualitŕ di una moratoria di un anno nei pagamenti dei debiti pregressi.

In risposta ai crescenti timori per una crescita al di sotto delle previsioni, Orban si č visto costretto a presentare a settembre un ulteriore pacchetto di misure economiche definite "programma di difesa nazionale". Tra le misure previste: la lotta all'usura, con la previsione di un tetto massimo (30% annuo) agli interessi; introduzione di un meccanismo di determinazione a livello centrale delle tariffe applicate dalle utilities per l'erogazione e la potabilizzazione dell'acqua e per la gestione dei rifiuti urbani; patto di solidarietŕ per contenere il fabbisogno pubblico generato dalla spesa previdenziale, assistenziale e decentrata, mediante la predisposizione di una serie di norme di rango costituzionale che rafforzino la "regola d'oro" sul debito pubblico; riforma del meccanismo dei sussidi di disoccupazione nel senso di rendere obbligatoria, pena la perdita degli stessi, l'accettazione dei lavori di pubblica utilitŕ; accelerazione della riduzione del livello di indebitamento pubblico mediante il ripianamento dei debiti contratti con il FMI e con l'UE; misure di stabilizzazione del mercato dei mutui immobiliari.

La legge finanziaria 2012 introduce misure di austeritŕ aggiuntive (per circa 2.5 Mld di Euro) volte a tentare di porre il bilancio dello Stato al riparo dalle crescenti pressioni speculative sulla valuta locale.

A novembre 2011, di fronte al progressivo deteriorarsi degli indicatori macroeconomici del Paese, Orban, notoriamente critico verso l’operato del Fondo Monetario Internazionale, ha annunciato con un’inattesa inversione di rotta l'intenzione del Governo di riprendere i negoziati con il FMI al fine di accedere ad una sorta di precautionary Arrangement, che garantisca liquiditŕ aggiuntiva al Paese, sufficiente a sostenere la crescita anche nel caso di un aggravarsi della congiuntura economica internazionale. A seguito della presentazione della legge di riforma della Banca Centrale ungherese il Fondo ha perň temporaneamente interrotto le trattative informali con Budapest, (cui prende parte, per l’Ungheria, l’ex Ministro dello Sviluppo Economico Tamas Fellegi), decidendo di rinviare l'avvio dei negoziati per l'eventuale Stand-by Arrangement alla soluzione delle divergenze con la Commissione Europea.

A dicembre 2011 č giunto anche il downgrading da parte di Standard & Poor's del debito sovrano ungherese al di sotto del c.d. investment grade, alcune settimane dopo l’analoga decisione adottata da Moody's. Ad originare il cambiamento di rotta delle due agenzie di rating avrebbero concorso in buona misura l'interruzione delle trattative informali tra l'Esecutivo magiaro ed il FMI, nonché le crescenti preoccupazioni sulla prevedibilitŕ dell'orizzonte economico legate alla prospettata riforma della Banca Centrale. A gennaio 2012, le inquietudini dei mercati sulla precaria situazione finanziaria hanno condotto, con una progressione impressionante, ad un forte arretramento del fiorino, trascinando con se al ribasso tutti i principali indicatori del debito pubblico magiaro.

Il Commissario UE Rehn, in relazione alle scelte di politica economico-finanziaria adottate dal Governo, ha criticato la prassi adottata di ricorrere ampiamente a misure estemporanee e non strutturali, invece di adottare una politica di austeritŕ nei conti pubblici, e ha messo in seria discussione la possibilitŕ che l'Ungheria possa, nel medio periodo, contenere l'aumento del debito. Rehn ha dichiarato di ritenere l'Ungheria ancora soggetta alla procedura per deficit eccessivo, con conseguente adozione di sanzioni verso Budapest. La richiesta del Commissario Rehn ha in seguito trovato riscontro nella decisione dell’Ecofin (24 gennaio 2012) di approvare la procedura per deficit eccessivo a carico dell’Ungheria. La successiva Raccomandazione che invita l’Ungheria a porre termine alla situazione di deficit eccessivo č stata quindi emanata dal Consiglio Ecofin del 13 marzo 2012. Contestualmente, sulla base della proposta presentata dall’Esecutivo comunitario il 22 febbraio, il Consiglio ha adottato la decisione di sospendere parte degli impegni del Fondo di Coesione a favore dell’Ungheria a partire dal 1° gennaio 2013. Si tratta di 495 milioni di euro, pari allo 0,5% del PIL del Paese e al 29% delle allocazioni del Fondo di Coesione destinate a Budapest per il 2013. Il pacchetto di riforme strutturali annunciate il 23 aprile e il documento di programmazione finanziaria presentato dal Governo ungherese nell'ambito del Semestre Europeo sono state giudicate positivamente dalle Autoritŕ di Bruxelles che hanno deciso di riattivare i progetti sospesi e gli impegni futuri per l'utilizzazione dei fondi di coesione nel 2013, pur mantenendo l'Ungheria sotto procedura di monitoraggio per deficit eccessivo fino alla fine del 2012.  La revisione e l’annullamento della Decisione del 13 marzo č avvenuta durante il Consiglio Ecofin del 22 giugno.

Il 23 aprile, l'Esecutivo magiaro ha dato avvio, con la pubblicazione del secondo Piano Ka'lma'n Sze'll (un pacchetto di misure che include il Programma Nazionale di Riforme ed il Piano di Convergenza), alla seconda fase di riassetto della politica economica e fiscale ungherese, in coincidenza con il giro di boa della legislatura. Il riassetto della fiscalitŕ generale viene completato con un deciso spostamento della pressione fiscale dal reddito ai consumi. La trasformazione del sistema di tassazione ha consentito di superare la piů significativa delle critiche avanzate dalla Commissione Europea alle misure di bilancio fin qui adottate. La sostituzione dei provvedimenti c.d. one off, ed in particolare le misure di tassazione anticrisi, dovrebbe costituire una risposta sufficiente alle critiche avanzate dal Commissario Rehn circa la natura non strutturale degli interventi volti al contenimento del deficit, aprendo la via ad una possibile "riabilitazione" dell'Ungheria che per prima ha dovuto subire le sanzioni introdotte nell'ambito delle procedure per deficit eccessivi.

Dal 17 luglio al 25 luglio ha avuto luogo una seconda tornata dei negoziati tra il Governo ed una delegazione di FMI e Commissione Europea, giunta a Budapest per discutere della concessione all'Ungheria di una linea di credito di 15 mld di Euro. I negoziati hanno avuto un esito complessivamente negativo, ed č stato rimarcato come il Governo ungherese si sia dimostrato poco propenso ad accettare le osservazioni e le proposte degli esperti internazionali. A giudizio dei negoziatori europei ed internazionali, allo stato attuale il quadro macroeconomico e politico ungherese non offrirebbe quindi le dovute garanzie per l'emissione di un prestito. Dal punto di vista macroeconomico, le principali criticitŕ riguardano le non convincenti misure adottate dal Governo ungherese in termini di crescita e consolidamento fiscale. I negoziatori europei ed internazionali intravedono un percorso di recessione per l'Ungheria nell'anno in corso, temperato da una modesta crescita nel 2013 (1% rispetto all'1,6% precedentemente previsto). Sempre nel 2013, il deficit di bilancio dovrebbe essere superiore rispetto ai dati forniti in precedenza dal FMI, attestandosi al 3%, a fronte del 2.2% stimato dal Governo ungherese. Peserebbe inoltre sull'economia ungherese l'incertezza dovuta ad un quadro giuridico e normativo in costante cambiamento per l'introduzione di misure spesso estemporanee in materia di transazioni finanziarie, di mercato del lavoro e di prelievo fiscale. Č stata peraltro fatta circolare una falsa lettera del FMI contenente condizioni draconiane al prestito cui Orban ha fatto sapere di essersi fieramente opposto, a tutela della "sovranitŕ" ungherese. L'operazione propagandistica, tesa ad ingannare la capacitŕ critica dell'opinione pubblica, esasperandone il sentimento identitario e l'ostilitŕ contro il nemico esterno, ha fruttato al Premier un forte recupero di consensi.

A fine agosto, in occasione dell’annuale Conferenza degli Ambasciatori, Orban ha illustrato il nuovo fronte delle iniziative politiche del suo Gabinetto, ossia la riforma del sistema di gestione delle utilities pubbliche, suscitando un’immediata coda di polemiche, sulla stampa nazionale ed internazionale. Il Governo intende promuovere una trasformazione del sistema di pubblica utilitŕ (acqua, gas, elettricitŕ, raccolta e smaltimento dei rifiuti) improntata a criteri no profit a beneficio degli utenti non commerciali. In particolare, Orban ha sottolineato l'urgenza di una riforma della distribuzione del gas, per correggere le distorsioni provocate dalla presenza preponderante di EON nella gestione degli stoccaggi e della distribuzione all'ingrosso dei flussi di gas provenienti dalla Russia, con l'intento di procedere ad una nazionalizzazione delle attivitŕ ungheresi della Compagnia tedesca, creando pertanto il timore diuna progressiva e massiccia rinazionalizzazione dei servizi pubblici principali.

A fine ottobre il Primo Ministro Orban ha annunciato una manovra da 367 miliardi di Fiorini (pari a circa 1,4 miliardi di Euro), cui č seguita un’ulteriore manovra il 13 novembre, pari a 764 miliardi di fiorini (circa 2,7 miliardi di euro. L’obiettivo č di contenere il deficit sotto il 3% del PIL, evitando cosě che il superamento del tetto del deficit blocchi l'accesso ai Fondi di Coesione.

L'onere del risanamento sarŕ addossato principalmente alle banche ed alle societŕ che operano nel settore dell'energia, essenzialmente straniere. In sostanza, il Governo non intende ridurre del 50% la "crisis tax" imposta agli istituti di credito nel 2010 (tutto lascia ormai presagire una trasformazione dell'imposta da straordinaria a ordinaria), come invece concordato con l'Associazione Bancaria nei mesi scorsi, mentre passerŕ dallo 0,1% allo 0,2% la tassa sulle transazioni finanziarie incluse quelle del Tesoro ungherese, mentre sui prelievi di denaro contante l’imposta salirŕ al 3 per mille. Restano escluse, per ora le transazioni della Banca Centrale. Tra le altre misure annunciate, si prevedono un incremento del gettito fiscale attraverso il rafforzamento della lotta all'evasione dell'IVA, un appesantimento dell'imposta sugli oneri sociali a carico dei datori di lavoro dal 10% al 27% ed una modifica del metodo di tassazione delle imprese a livello locale.

Ha suscitato perplessitŕ il progetto di legge sulle agevolazioni agli acquirenti stranieri di bond ungheresi. La proposta, che pare scaturisca nata dalle pressioni di un gruppo di imprenditori cinesi in difficoltŕ per l'ottenimento dei visti d'ingresso e dei permessi di soggiorno, prevede l'apertura di una corsia preferenziale per i cittadini extra-comunitari che acquistano titoli di Stato di valore pari ad almeno Euro 250.000,00. La norma, attualmente all'esame del Parlamento, č stata aspramente criticata dai media e dalle opposizioni come una "vendita di cittadinanza”.

 

Andamento congiunturale

Nel corso del 2009 la recessione globale e le difficoltŕ dei principali partner economici dell’Ungheria (Germania, Austria, Russia ed in misura minore Italia), assieme alla riduzione consistente dei consumi interni e degli investimenti, aveva provocato una contrazione del PIL del 6,3% (secondo peggior risultato dall’avvio della fase di transizione democratica). Se il 2010 ha segnato l’uscita dalla recessione dell’Ungheria, con una crescita media del PIL dell’1.2%, alimentata dalla ripresa sostenuta delle esportazioni verso i mercati di sbocco tradizionali (in primis Germania ed Italia), il 2011 ha fornito indicazioni positive solo per il primo trimestre (con un aumento del PIL dello +0.7% su base trimestrale e +2.3% su base annua che lasciava ipotizzare un consolidamento della crescita). La dinamica di crescita del PIL ha tuttavia subito un vistoso rallentamento nel resto dell’anno, complice il rallentamento delle esportazioni verso i Paesi di sbocco, Germania in primis, e la performance al di sotto delle aspettative di tutti i settori produttivi. Sulla base dei primi rilevamenti statistici, l’incremento del PIL nel 2011 non ha superato l’1.6%. Le previsioni per il 2012 sono state gradualmente ritoccate al ribasso, fino a prefigurare per l'economia ungherese lo spettro di una nuova recessione. A ciň ha contribuito, oltre alla problematica situazione interna, anche il netto cambiamento delle prospettive economiche nell'Eurozona (che rappresenta oltre il 60% dell'interscambio complessivo per il Paese). A giugno 2012 il PIL č risultato in diminuzione dell’1,2% rispetto all’anno precedente.

A tutt’oggi, il valore complessivo dell'economia ungherese risulta pertanto ancora inferiore di oltre il 5% rispetto ai livelli ante crisi.

La produzione industriale, cresciuta nel 2010 di un significativo + 13.4% (rispetto ad un declino relativo nel 2009 del 15%), ha continuato ad aumentare nel 2011 (+5,7%). Tuttavia, a partire dal secondo semestre, tanto la produzione che le esportazioni hanno registrato volumi di crescita progressivamente in calo.

Non si sono verificati vistosi effetti positivi sull’occupazione, anzi l’aumento della produzione nel comparto industriale č avvenuto proprio in virtů di un ridimensionamento stabile della base occupazionale. Il tasso di disoccupazione a fine 2010 si č attesto al 11,2% (si tratta del livello piů alto registrato dal 1994) per poi diminuire al 10,9 % al termine del 2011, valore confermato anche al termine del primo semestre del 2012.  Il dato č particolarmente rilevante per le fasce di popolazione piů giovani (27% nella fascia tra i 18-25 anni), e nelle zone depresse del nord-est del Paese, dove il tasso medio di disoccupazione supera il 15%.  Il tasso di occupazione nella fascia di popolazione attiva (16-64 anni) č attualmente al 56%.

L'obiettivo di medio termine del Consiglio di Politica Monetaria (Banca Centrale di Ungheria) di portare il tasso d'inflazione al di sotto del 3% in conformitŕ ai parametri di Maastricht giŕ nel 2011, non si č dimostrato possibile per effetto degli aumenti globali dei pressi dei carburanti e delle materie prime agroalimentari, tuttavia a partire dal mese di maggio (in corrispondenza con i primi segnali di rallentamento dell'economia nell'Eurozona) si č verificata una netta inversione di tendenza con i prezzi stabilmente in discesa, che hanno portando l'inflazione media del 2011 al 3,9% (contro una media del 4,9% dello stesso periodo del 2010). Secondo le stime dell'EIU l'obiettivo di una riduzione stabile dell'inflazione al di sotto del 3%, malgrado il rallentamento dell'economia, non sarŕ conseguibile entro 2012, anche a causa dell'effetto sui prezzi al consumo di nuovi aumenti di Iva e Accise, che potrebbero portare il tasso di inflazione a superare nuovamente il 5%.

Il deficit prodotto dal settore pubblico (che il Governo si č impegnato con la Commissione europea a mantenere per il 2011 entro il 2,95% e per il 2012 entro il 2,5%) č risultato a fine 2011 in un avanzo primario del 4,2%, grazie perň a misure estemporanee e non strutturali (soprattutto trasferimenti allo Stato di risorse dai fondi pensionistici privati nella misura di circa il 10% del PIL). Con un tasso di crescita in declino, esso si espanderŕ nuovamente oltre il 3%. La nuova manovra finanziaria presentata ad ottobre dal Governo dovrebbe forse consentire di contenere il deficit entro il 2,7% del PIL nel 2012 e nel 2013.

 Il debito pubblico, sulla base dei rilievi effettuati dall'Istituto di Emissione in relazione al 2011, č risultato pari all’80,8% del PIL, molto al di sopra delle previsioni del Ministero delle Finanze che ipotizzava un indebitamento complessivo dello Stato a fine anno oscillante tra il 75 ed il 77% del PIL.

Per quanto riguarda la politica monetaria la Banca Centrale ungherese, ha interrotto il processo di allentamento della leva monetaria, procedendo a partire dal novembre 2010 con apprezzamenti graduali del costo del denaro fino a portarlo in gennaio ai livelli attuali del 6%.

L’acuirsi delle difficoltŕ legate all’eurozona e le conseguenti perdite di valore del fiorino rispetto alle principali valute estere hanno indotto secondo semestre 2011 la banca centrale ad un nuovo aumento dei tassi di interesse che a dicembre hanno raggiunto il 7%. Non č escluso tuttavia che la situazione di perdurante incertezza sui mercati finanziari europei e le difficoltŕ del Fiorino rispetto alle valute rifugio (ivi incluso l’Euro), possano condurre la Banca Centrale a incrementare ulteriormente il costo del denaro.

Il mutamento del sentimento dei mercati nei confronti della valuta ungherese a partire dalla seconda metŕ del 2011 č stato ampiamente incorporato nelle oscillazioni del premio di rischio associato ai titoli a breve del debito pubblico magiaro (il cui spread č tornato a partire da agosto stabilmente al di sopra della soglia del 500 punti base con un picco a fine dicembre di 700 bps). Nonostante i timori dell’esecutivo che hanno indotto a chiedere formalmente il sostegno in via cautelare dell’FMI, il mercato dei titoli di pubblici, , č tuttavia rimasto tutto considerato stabile (con emissioni sia di titoli del debito denominati in valuta locale sia di titoli denominati in valuta estera soddisfacenti in termini di raccolta), nonostante sporadici episodi di assegnazioni in asta al di sotto delle aspettative. Dopo un consistente declino, nel primo semestre dell’anno, l’aumento dei rendimenti a lungo termine e dei CDS riflette il “nuovo” premio di rischio  associato all’economia ungherese a seguito di fattori sia esogeni di turbamento dei mercati dei titoli (crisi  Eurozona) che endogeni (nuove misure applicate al settore bancario in favore dei mutuatari in sofferenza).

Anche in considerazione delle incertezze crescenti relative alla crescita, della riluttanza dell’economia a reagire positivamente agli stimoli del Governo e delle difficoltŕ di dialogo tanto con la Commissione Europea che con il FMI le principali agenzie di (Standard & Poor e Moody’s e Fitch) hanno abbassato il rating del debito sovrano al di sotto del c.d. investment grade con un outlook negativo. Con l’acuirsi della crisi dei debiti sovrani dell’Eurozona si č assistito ad un pesante arretramento del valore del Fiorino rispetto all’Euro, tornato a quotare ad inizio 2012 attorno ai minimi storici raggiunti nel 2009 (317 HUF/1 Euro).

 

anno

Fitch

Moody's

Standard & Poor’s

2007

BBB+ (outlook stabile)

A2 (outlook stabile)

BBB+ (outlook negativo)

2008

BBB (outlook stabile )

A3 (outlook negativo)

BBB (outlook negativo)

2009

BBB (outlook negativo)

Baa1 (outlook negativo)

BBB- (outlook stabile)

2010

BBB- (outlook negativo) (23/12/2010)

Baa3 (outlook negativo) (6/12/2010)

BBB- (outlook negativo) (23/07/2010)

2011

BB+ (outlook negativo) (11/11/2011)

Ba1 (outlook negativo) (24/11/2011)

BB+ (outlook negativo)

(21.12.2011)

 

 

 

   PRINCIPALI INDICATORI MACROECONOMICI

      

2009          

  2010

2011

2012 (stime)

PIL (mln €) (*)

91.415 

96.585 

99.818 

97.771 

Entitŕ nominale del PIL

(in miliardi di HUF)

25.623

26.748

28.080

27.950

Variazione reale del PIL (*)

 

-6,8

1,3

1,6

-1,2

Composizione del PIL

(variazione reale %)

 Servizi:

- 3,5%

Servizi:

 -1,1%

Servizi:

  -0,7%

Servizi:

  -2,4%

Agricoltura:

- 14,9%

Agricoltura:

  -16,3%

Agricoltura:

   +27,2%

Agricoltura:

   -0,5%

Industria:

- 14,9%

Industria:

  +13,4%

Industria:

   +5,7%

Industria:

   +1,1%

PIL pro capite (€)(*)

 

15.200

15.700

16.400

N.D.

Deficit di bilancio (%sul PIL)

 

-4,5

-4,3

+4,2

-2,9

Debito pubblico (% sul PIL)

 

79,8

81,4

80,8

81,3

Disoccupazione

 

10,0

11,2

10,9

11,1

Tasso di Cambio HUF/€ (media)

 

281,92

275,90

279,80

290,29

Inflazione

 

4,2

4,9

3,9

5,7

Bilancia commerciale(§)

(in milioni di €)

3.738

5.515

7.061

-

Esportazioni di beni (§)

(in milioni €)

59.139

71.449

79.978

-

Importazioni di beni (§)

(in milioni €)

-55.401

-65.934

-72.917

-

 

Dati EIU eccetto: (*) Dati EUROSTAT; (§) KSH - Ufficio Centrale di Statistica.

 

 

 

Relazioni economiche e commerciali

 

La bilancia commerciale ha generato nel 2011 un consistente attivo supplementare (ca. 6,9 miliardi di euro contro 5,5 miliardi dello stesso periodo dell’anno precedente). Il valore delle esportazioni del 2011 espresso in euro č stato pari a 79,9 miliardi di euro (+11,8), quello delle importazioni 73 miliardi di euro (+11,4%).Tuttavia vale la pena sottolineare che gli indici mensili relativi ai volumi dell’interscambio commerciale evidenziano un calo progressivo a partire dal secondo trimestre dell’anno sia in termini di esportazioni, sia in termini di importazioni a dimostrazione che la ripresa risulta fortemente condizionata dalle prospettive economiche nei principali mercati di sbocco (Germania, Austria ed Italia), che hanno fino ad oggi alimentato la crescita degli ordinativi dall’estero.

Il paniere delle importazioni ungheresi risulta composto per il 46,9% da macchinari, autoveicoli e relativa componentistica, per il 33,7% da prodotti manifatturieri, per il 12% da carburanti ed energia elettrica, per il 5% da alimentari, bevande e tabacchi e per il 2,4% da materie prime. In tutti gruppi principali di prodotti si č registrata una crescita rispetto all’anno precedente. 

Il paniere dell'export magiaro é invece costituito per il 57,7% da macchinari, autoveicoli e relativa componentistica, per il 29,3% da prodotti manifatturieri, per il 7% da alimentari, bevande e tabacchi, per il 3,5% da carburanti ed energia elettrica e per il 2,6% da materie prime.

L’Unione Europea si conferma il principale partner commerciale dell’Ungheria. Nel 2011 la quota di esportazioni ungheresi rivolta agli Stati dell’UE ha rappresentato il 76,1% dell’ammontare complessivo delle esportazioni del Paese, mentre la quota delle importazioni dall’UE č arrivata al 69,5%. Nel periodo osservato il volume complessivo delle esportazioni dirette verso i Paesi UE č cresciuto del 10% e del 13,4% quello delle importazioni provenienti dallo stesso gruppo di Paesi. Nell’interscambio globale per il medesimo periodo di tempo, la graduatoria dei Paesi partner commerciali dell’Ungheria vede al primo posto la Germania, seguita da Russia, Austria, Slovacchia, Italia. Il volume dell’interscambio totale di questi ultimi quattro Paesi č grosso modo della stessa dimensione, con una significativa crescita della posizione commerciale della Slovacchia che ha scalzato la Francia dal novero dei cinque principali partner commerciali del Paese.

Nella graduatoria dei principali Paesi esportatori in Ungheria, se la Germania si conferma in testa alla graduatoria, la Russia rappresenta il secondo esportatore verso l'Ungheria (va peraltro segnalato come la posizione di rilievo della Russia sia legata prevalentemente alla consistente dipendenza ungherese dai prodotti energetici russi), seguita da Austria, Cina, Polonia, Slovacchia e Italia. Sul fronte delle esportazioni ungheresi, invece, la Germania si mantiene saldamente in testa alla graduatoria (il saldo commerciale č tra l'altro favorevole all'Ungheria per 2.153 milioni di euro), seguita da Romania, Austria, Slovacchia, Italia, Francia e Regno Unito.

 

 

 

 

Interscambio commerciale ungherese per Paese

(a prezzi correnti, milioni di Euro)

 

Paesi

2011

Cambiamento % annuo

(anno precedente = 100)

 

Totale interscambio

Importazioni ungheresi

Esportazioni ungheresi

Import.

Export.

1.

Germania

38.127,8

17.987,3

20.140,6

13,6%

12,2%

2.

Russia

8.973,0

6.395,9

2.577,1

24,3%

1,2%

3.

Austria

8.877,0

4.534,2

4.342,9

11,0%

24,1%

4.

Slovacchia

7.857,9

3.566,9

4.291,0

30,3%

12,3%

5.

Italia

7.194,7

3.161,2

4.033,5

12,0%

2,0%

6.

Romania

6.914,3

2.338,9

4.575,4

36,0%

18,9%

7.

Polonia

6.596,6

3.474,3

3.122,3

0,1%

18,6%

8.

Francia

6.555,6

2.722,1

3.833,4

11,5%

7,2%

9.

Cina

5.612,5

4.395,9

1.216,6

-5,5%

5,2%

10.

Repubblica Ceca

5.319,4

2.350,0

2.969,3

10,1%

20,0%

Fonte: KSH - Ufficio Centrale di Statistica

Interscambio commerciale ungherese

2011

(a prezzi correnti, milioni di Euro)

Importazioni

Esportazioni

Saldo

UE 27

50.714,9

60.879,7

10.164,8

UE 15

37.858,5

43.756,9

5.898,4

UE 12

12.856,4

17.062,8

4.206,4

Europa extra-UE

9.201,3

9.359,8

158,5

Asia

10.603,3

6.024

-4.579,3

America

2.366,1

2.364,4

-1,70

Totale

73.022,7

79.908,6

6.885,9

 

Interscambio commerciale ungherese per Paese

(a prezzi correnti, milioni di Euro)

 

Paesi

Gennaio -agosto 2012

Cambiamento % annuo

(anno precedente = 100)

 

Totale

interscambio

Importazioni ungheresi

Esportazioni ungheresi

Import.

Export.

1.

Germania

25.556,4

11.960,1 (24,2%)

13.596,3 (25,6%)

3,8%

4,1%

2.

Austria

6.519,8

3.447,2 (7,0%)

3.072,6 (5,7%)

9,7%

2,2%

3.

Russia

5.726,0

4.074,7 (8,3%)

1.651,3 (3,1%)

-1,7%

1,3%

4.

Slovacchia

5.661,4

2.661,4 (5,4%)

3000,0 (5,6%)

7,1%

-0,3%

5.

Italia

4.684,9

2.208,3 (4,5%)

2.476,6 (4,6%)

0,4%

-7,8%

6.

Romania

4.624,0

1.446,0 (2,9%)

3.178,0 (6,0%)

-6,7%

2,3%

7.

Polonia

4.280,0

2.275,8 (4,6%)

2.004,2 (3,7%)

3,7%

-3,9%

8.

Francia

4.255,2

1.801,8 (3,7%)

2.453,4 (4,6%)

-0,4%

-0,8%

9.

R. Ceca

3.691,2

1.668,8 (3,4%)

2.022,4 (3,8%)

2,3%

5,6%

10.

Cina

3.550,4

2.660,3 (5,4%)

890,1 (1,6%)

-4,8%

9,3%

11.

Paesi Bassi

3.433,8

2.010,3 (4,1%)

1.423,5 (2,6%)

-0,2%

8,9%

12.

Regno Unito

3.174,3

971,5 (2,0%)

2.202,8 (4,1%)

-1,3%

-8,1%

 

TOTALE

 

48.847,6

53.127,5

1,4%

1,1%

 

Per quanto concerne gli Investimenti Diretti Esteri, secondo i dati relativi al periodo 2000-2010 il valore medio dell'afflusso di IDE č stato pari a 3,5 MLD di euro. Nel 2011 il saldo dell’afflusso č stato pari a 2,999 miliardi di euro, superiore di 1.271 milioni di euro rispetto all’anno precedente.

Nel 2011 il volume (netto) piů consistente di IDE in titoli azionari e altre forme di investimenti č stato realizzato dall’Olanda (978 milioni di euro). Il secondo maggiore invesitore č stata la Germania (726 milioni di euro), seguita dall’Austria (595 milioni di euro).

 

La somma complessiva degli IDE affluiti in Ungheria dall’inizio degli anni ’90 e fino alla fine del 2011 risulterebbe quindi pari a 65,2 miliardi di euro. Di questi, 58,4 miliardi di euro sono stati effettuati sotto forma di investimenti in titoli azionari e re-investimenti, mentre 6,8 miliardi costituiscono altre forme d’investimento. Il notevole calo (calcolato in euro) dello stock complessivo rispetto alla fine del 2010 č giustificato dall’indebolimento del 12% del fiorino ungherese. Lo stock degli IDE in rapporto al PIL č il piů alto (64,7%) tra i Paesi dell’Europa Centrale.

Quanto alla distribuzione degli IDE per Paesi di provenienza e per settori di attrazione, i dati disponibili a questo riguardo si fermano all’anno 2010. La maggior parte degli IDE effettuati in Ungheria proviene dalla Germania (15,8 miliardi di euro, 23,2%). Ricoprono un ruolo significativo l’Olanda (11,6 miliardi di euro, 17,1%), l’Austria (8,7 miliardi di euro, 12,8%), Lussemburgo (5,5 miliardi di euro, 8,1%), la Francia (3,4 miliardi di euro, 5%) e gli Stati Uniti (3,2 miliardi di euro, 4,7%). Č da notare tuttavia che l’ammontare relativamente alto degli IDE diretti in Ungheria da Olanda Austria e Lussemburgo č influenzato anche al fatto che molte aziende multinazionali, per motivi di fiscalitŕ di vantaggio, realizzano i propri investimenti tramite filiali con sede nei Paesi citati.

I settori economici predominanti e ancora considerati in espansione, compatibilmente con la previsione di un possibile ritorno alla crescita, risultano i seguenti. 

Automotive: Il settore č una delle industrie chiave e contribuisce per il 20% del totale delle esportazioni, nel 2007 il valore delle vendite di veicoli e di motori ha superato i 13 mld di euro, oltre 600 compagnie impiegano 100.000 addetti, 240 di esse operano secondo standard di qualitŕ ISO e/o TS 16949. Il 94% della produzione di veicoli costruiti in Ungheria viene esportato e l’88% č costituito da motori e componentistica.

Biotecnologie: l’Ungheria ha uno dei piů sviluppati settori farmaceutici e delle biotecnologie nell’Europa centro-orientale e gode di una posizione geografica vantaggiosa che le permetterŕ una maggiore espansione verso la regione dei Balcani e verso i mercati dell’Europa orientale e dell’Asia. Tale situazione positiva é sostenuta da servizi di ricerca e sviluppo avanzati offerti da un gran numero di societŕ farmaceutiche, un numero crescente di piccole e medie imprese di biotecnologie e da istituzioni di ricerca in rapido sviluppo. Previsioni di lungo termine prevedono per il solo mercato farmaceutico una crescita del 4%, ed un incremento delle esportazioni del 30%. I dati del 2007 relativi alle biotecnologie indicano 50 imprese nel settore con 1350 addetti, 22 mln di euro di profitti e 21 mln di euro spesi per R&S. I settori interessati vanno dalla chimica, biologia molecolare, ricerca sul cancro ed altre malattie genetiche ed altri campi alle attrezzature per laboratori e per la diagnostica.

Elettronica e Telecomunicazioni: multinazionali come General Electric, Ericsson e Nokia hanno stabilito una stretta cooperazione con le numerose ed avanzate facoltŕ tecnico-scientifiche ungheresi ed hanno creato in Ungheria centri di ricerca e sviluppo per sistemi di telecomunicazioni e apparecchiature elettroniche mediche.

Inoltre il settore ungherese IT ha mostrato fino al 2007 una forte espansione con una crescita media del 6,5%.

Logistica e distribuzione: Data la sua posizione geografica strategica, l’Ungheria rappresenta uno dei piů importanti centri di trasporto intermodale e di smistamento nella regione dell’Europa centro-orientale, pertanto essa pone un’attenzione sempre maggiore ai servizi logistici offerti al trasporto internazionale delle merci. Nel 2008 una classifica di 25 paesi europei valutati in base alla capacitŕ di fattori logistici quali noleggi, costo del lavoro, apparecchiature di movimentazione di veicoli e merci e avanzate infrastrutture, ha assegnato all’Ungheria il terzo posto, dopo Belgio e Paesi Bassi. La sua posizione centrale, con quattro dei maggiori corridoi europei che la attraversano fanno della logistica ungherese un fattore di vantaggio competitivo sul mercato dei trasporti. Nella strategia di sviluppo regionale e dei trasporti del Paese il centro logistico di Zahony, la cui costruzione é iniziata nel 2008 e per il quale sono in corso grossi investimenti esteri, rappresenterŕ quanto di piů avanzato il settore possa offrire e diventerŕ il piů grande centro dell’intera Regione.

 

POLITICA ENERGETICA

 

Per quanto concerne il settore energetico, considerato strategico e prioritario dal Governo, gli obiettivi sono essenzialmente tre: incrementare la sicurezza degli approvvigionamenti di gas naturale (risorsa energetica principale del Paese), sviluppare il settore e incrementare le fonti di energia rinnovabili, secondo quanto stabilito in sede UE.

Il primo degli obiettivi enunciati sottintende la ferma volontá del Governo di Budapest di ridurre l’eccessiva dipendenza energetica del Paese dall’estero, principalmente dalla Russia. Se la produzione domestica di energia copre infatti il 37% del fabbisogno nazionale (derivante in prevalenza dalla centrale nucleare di Paks), il resto deriva dall’importazione. Il 40% circa dell'energia consumata in Ungheria ha come fonte il gas naturale, di cui il 70% viene importato dalla Russia, direttamente o tramite l’Austria. La strategia adottata dal Governo ungherese procede in due direzioni: da un lato, diversificando i corridoi attraverso i quali l’Ungheria si approvvigiona di gas; dall’altro, incrementando le capacitá di immagazzinaggio del gas sul territorio magiaro, mediante la costruzione di nuovi stabilimenti di stoccaggio.

L’Ungheria ha siglato un accordo con Mosca relativo alla costruzione del tratto magiaro (circa 300 km) del “South Stream”. Č stata costituita una societŕ mista che dovrŕ realizzare l'infrastruttura, ivi compreso un sito di stoccaggio in Ungheria. L'investimento si aggira intorno a 1,2 miliardi di euro e i lavori dovrebbero iniziare nella prima metŕ del 2012.

Il Governo ha inizialmente confermato il proprio impegno anche nei confronti del progetto Nabucco, ma ad aprile 2012 il Governo ha improvvisamente comunicato che la compagnia petrolifera ungherese Mol č intenzionata ad abbandonare il progetto del gasdotto, alla luce della lievitazione dei costi di implementazione d dell’l'incertezza data dalla concreta disponibilitŕ di congrue risorse finanziarie.

Con la Turchia č in preparazione la riunione della commissione mista “energia” ed un accordo di collaborazione in tale settore.

Nel quadro della piů generale razionalizzazione delle reti di distribuzione, l’Ungheria, attraverso l’ente idrocarburi nazionale MOL (il cui pacchetto di controllo č stato recentemente nuovamente rilevato da parte del Governo ungherese), sta promuovendo a livello europeo il progetto NETs per incentivare la realizzazione di reti di interconnessione tra i Paesi dell’allargamento e di valorizzare le consistenti capacitŕ di stoccaggio di idrocarburi ungheresi in favore dei paesi limitrofi, nel caso di interruzioni dei flussi.

Tra MOL e Gazprom č inoltre in discussione un progetto per la costruzione di un deposito di gas naturale per lo stoccaggio di gas proveniente dai Balcani (in particolare dalla Serbia) e diretto a tutta l'Europa. Tra i siti candidati ad ospitare il centro di stoccaggio vi č anche Hajduszoboszlo, in cui ha sede la societŕ di distribuzione del gas nell'est del Paese di proprietŕ di ENI-Italgas (che copre il 25% del mercato ungherese).

Nel quadro della strategia di diversificazione degli approvvigionamenti energetici, l’Ungheria sta sviluppando una stretta collaborazione con la Croazia. Entro breve i due Paesi prevedono di connettere le rispettive reti di distribuzione del gas. Tale progetto prevede la realizzazione di un gasdotto tra Ungheria e Croazia che consentirŕ alla prima di approvvigionarsi dal terminal croato di gas naturale liquefatto (GNL). E’ altresě in progetto il completamento dell’interconnessione elettrica ad alto voltaggio tra Pecs e Osijek.

Con riferimento proprio al tema dei rigassificatori nell'Adriatico, l'Ungheria ha piů volte espresso il proprio interesse anche per i rigassificatori italiani. La stessa strategia d'investimenti della MOL nel nord Italia (con l’acquisto dell'italiana IEF di Mantova) potrebbe andare in tale direzione.

Sotto il profilo dell’incremento delle capacitá di immagazzinaggio del gas, il Governo conta di portare la quantitá di gas di riserva dagli attuali 4 miliardi di metri cubi ai 5,2 miliardi di metri cubi, mediante la realizzazione di nuovi impianti di stoccaggio con investimenti congiunti russo-ungheresi.

Dopo l’ingresso dell’Ungheria nell’UE, ha avuto inizio nel paese l’utilizzo di energia rinnovabile, mentre prima del 2004 la produzione di energia verde ammontava a solo lo 0,5% del totale della produzione di elettricitŕ, nel 2009 la produzione di energie rinnovabili ha raggiunto il 5,1% delle risorse primarie di energia. Al momento le biomasse rappresentano il 90% e l’energia geotermica l’8,2%. Il Paese é ricco di fonti di energia rinnovabile, pellets e altre biomasse solide sono risorse largamente in uso. Il Governo ha approvato il programma strategico per il periodo 2007-2020 e l’obiettivo é quello di arrivare ad una produzione del 15% di energie rinnovabili entro il 2020, incentiverŕ, tra l’altro, la produzione decentrata, la cogenerazione di riscaldamento e corrente elettrica, la formazione di una rete di piccoli distributori locali di fonti rinnovabili. Nuovi sostanziali investimenti sono previsti entro il 2020 nel campo delle biomasse, dell’energia solare e geotermica e in quello dell’energia eolica.

 

 

RAPPORTI BILATERALI

 

 Rapporti politici bilaterali

I rapporti politici sono ottimi. A partire dall’autunno 2006, una serie di visite bilaterali ha permesso di riallacciare i contatti al massimo livello politico, dopo che l’ingresso dell’Ungheria nell’Unione Europea, moltiplicando le occasioni di incontro a Bruxelles, aveva fatto diradare le consultazioni piů specifiche. L’allora Ministro D’Alema partecipň nell’ottobre 2006 alle celebrazioni per il Cinquantesimo anniversario della Rivoluzione del 1956. Il Primo Ministro Gyurcsany incontrň a Roma il 24 aprile 2007 l’allora Presidente del Consiglio Prodi, mentre il 23 giugno 2008 il Ministro Frattini ha ricevuto il Ministro degli Esteri Sig.ra Goncz.

In tale occasione č stato convenuto di procedere alla definizione di una Dichiarazione di Partenariato Strategico che individui i contenuti di una collaborazione rafforzata nei vari settori d’interesse: dialogo politico, collaborazione economica ed industriale, energia, collaborazione culturale e scientifica, dialogo a livello di societŕ civile. La Dichiarazione č poi stata firmata nel corso della visita a Budapest del Ministro degli Esteri Frattini (16 giugno 2010). L’On. Presidente del Consiglio ha incontrato due volte il premier Orban nel corso del 2010 (il 10 settembre ed il 17 dicembre), mentre a livello di Capi di Stato, il Signor Presidente della Repubblica ha incontrato due volte nel 2011 l’omologo ungherese Schmitt (il 22 febbraio a Roma e l’8-9 Aprile a Budapest in occasione della riunione del “Gruppo di Arraiolos”).

Il 24 e 25 novembre 2011 si č svolta una visita del Sen. Dini e di una delegazione della Commissione Esteri del Senato a Budapest.

Il 27 ottobre 2011 ha avuto luogo a Roma l’incontro tra l’ex Ministro Frattini ha incontrato l’omologo Martonyi. L’occasione, oltre che utile per fare il punto sulle principali questioni bilaterali, č stata propizia per il lancio, da parte italiana, dell’idea realizzare nel 2012 o 2013 un “Anno della cultura italiana in Ungheria e della cultura ungherese in Italia”.

       Il 16 febbraio 2012, sempre a Roma, ha avuto luogo un incontro tra il Ministro Terzi e l’omologo Martonyi.

 

Rapporti Economici Bilaterali

In base ai dati relativi al 2011 l'Italia scende in quinta posizione nella classifica dei partner commerciali dell'Ungheria, preceduta da Germania, Russia, Austria e dalla Slovacchia, e seguita da Polonia, Romania e Francia.

Nel 2011 l'interscambio tra l'Italia e l'Ungheria č stato di 7.194,7 miliardi di Euro, con un aumento del 10% rispetto allo stesso periodo del 2010.

Le esportazioni italiane in Ungheria hanno registrato un aumento del 12%, raggiungendo l'importo di 3,161 miliardi di euro. Le esportazioni ungheresi verso l'Italia hanno invece segnato una crescita del 2,0%, ammontando a 4,033 miliardi di euro.

Nei primi otto mesi del 2012 l’interscambio č stato pari a 4.684,9 milioni di €. Le importazioni ungheresi dall’Italia si sono mantenute sostanzialmente invariate rispetto allo stesso periodo del 2011 (2.208,3 mln €, +0,4%), mentre sono in netto calo le esportazioni ungheresi verso il nostro Paese (2.476,6 mln €, -7,8%), fattore che ha sensibilmente ridotto il deficit della nostra bilancia commerciale con l’Ungheria, pari a 268 mln nei primi otto mesi del corrente anno.

 Gli investimenti italiani hanno sinora registrato uno sviluppo limitato: nella classifica dei maggiori investitori esteri della Banca Nazionale Ungherese (MNB), aggiornata a tutto il 2010, l'Italia si posiziona al 16° posto, con uno stock di investimenti pari a 671,5 milioni di Euro, registrando un aumento del 5,6% rispetto all'anno precedente. Nel 2009 l'Italia era al 18° posto, con uno stock di investimenti pari a 634 milioni di Euro. Secondo gli ultimi dati disponibili forniti ufficiosamente dal Ministero dell'Economia, nel 2011, per la sola parte relativa ai titoli azionari l'Italia si č posizionata al 13.mo posto con 25 milioni di Euro.

La quantitŕ relativamente bassa di IDE (rispetto all’interscambio), č in parte dovuta alla struttura del nostro sistema imprenditoriale, costituito prevalentemente da PMI, laddove le opportunitŕ d’investimento in Ungheria sono per lo piů adatte a societŕ di grandi dimensioni.

Secondo i dati della Banca Nazionale Ungherese, gli IDE ungheresi verso l’Italia sono stati, nel 2010, di 15,6 milioni di euro, nettamente superiori quindi agli IDE del 2009 che erano stati di 6 milioni di euro. Gli investimenti ungheresi complessivi in Italia ammontano a 286 milioni di Euro. Il maggiore investitore č il gruppo petrolifero MOL, che ha di recente acquisito la societŕ IES di Mantova con la relativa raffineria.

A sostegno della penetrazione italiana nel Paese, dopo la costituzione nel 2005 di uno “Sportello Europa” presso la Camera di Commercio italiana in Ungheria, é stato di recente attivato, presso il locale Ufficio ICE, un “desk Fondi strutturali”, destinato ad informare le imprese italiane circa le opportunitŕ di business nel Paese a valere sui fondi comunitari. Nel complesso, i finanziamenti a valere sul fondo strutturale e di coesione, che Bruxelles ha destinato all’Ungheria per il periodo finanziario 2007-2013, ammontano a circa 22,4 mld di euro. Sommando i fondi comunitari e quelli che andranno a valere sul budget nazionale, complessivamente i fondi disponibili raggiungeranno la soglia dei 29-30 mld di euro.

Alcuni elementi non secondari minano tuttavia la presenza di operatori italiani nel Paese. In primis, il quadro politico e sociale ungherese nonché la difficile congiuntura economica. In secondo luogo, fenomeni di diffusa corruzione (assai scarsa č la trasparenza nella gestione delle gare di appalto) ed una sorta di crescente avversione nei confronti degli investitori stranieri accusati di aver “approfittato” dell'Ungheria pregiudicando al contempo lo sviluppo di capacitŕ produttive endogene. Gli interventi di regolazione del mercato in senso smaccatamente favorevole alle societŕ locali - ove non apertamente ostile alle aziende straniere – non puň che incidere negativamente sulle nostre imprese, che vedono ridurre i margini di guadagno e percepiscono gravi rischi per i propri interessi.

 

INDUSTRIA

Le imprese italiane registrate in Ungheria sono circa 2.300 (sebbene solo la metŕ sarebbero in realtŕ operative), in maggior parte PMI, cui si aggiungono alcuni grandi investitori. La prima ondata di investimenti italiani cospicui si ebbe all’inizio degli anni ’90, quando giunsero in Ungheria il Gruppo ENI con AGIP, Tigaz nella distribuzione del gas e con la societŕ chimica Dunastyr-Polimerieuropa; Benetton; Radici Film; Ferrero; Gruppo Prioglio ed Alitalia. A questi si sono aggiunti, prevalentemente a fini di commercializzazione, alcuni altri grandi marchi (Merloni, Telespazio, ICOS-Colussi, Pirelli, IVECO, oltre a gruppi di retail di alto livello).

Risale al 2007, invece, l’ampliamento degli investimenti in Ungheria da parte dello stesso Gruppo ENI: l’AGIP ha, infatti, acquisito nell’aprile di quell’anno le stazioni di rifornimento ungheresi della Exxon Mobil, raggiungendo un totale di 121 stazioni, e facendo della societŕ italiana il quarto operatore in Ungheria nel settore. Da ultimo, č imminente l’apertura di uno stabilimento della Serioplast, che dovrebbe portare un fatturato annuo di circa 10 milioni di euro.

 

SETTORE IMMOBILIARE

Nell’edilizia, il Gruppo Boscolo, ha acquistato e ristrutturato un antico palazzo nel centro storico di Budapest per insediarvi un albergo di lusso. Negli ultimi due anni il mercato immobiliare ungherese ha attratto sempre maggior interesse da parte di piccoli e grandi investitori italiani. Uno degli ultimi investimenti italiani č il MJUS Fun & Wellness Thermal Resort, aperto il 29 giugno a Kormend, che a regime (nel 2012) si estenderŕ per 80,000 metri quadri e garantirŕ 250 posti di lavoro.

 

FINANZA

Nel settore finanziario e assicurativo, la presenza italiana č altrettanto qualificata: tra i maggiori gruppi bancari vi é Intesa-SanPaolo: la banca CIB, nata dalla fusione tra le due banche di proprietŕ del Gruppo bancario italiano in Ungheria, CIB e InterEuropa Bank, č diventata la seconda banca del Paese, dopo OTP, con una quota di mercato di circa il 10%.

 Con l’acquisizione di HVB, anche UNICREDIT č entrata nel novero delle principali banche ungheresi. Si segnalano poi la recente acquisizione di IC Bank (giŕ di proprietŕ malese) da parte del Banco Popolare Italiano, che sta espandendo la propria rete in Ungheria ed č attualmente presente a Budapest e dintorni con 10 filiali, nonché una partecipazione italiana nella Volksbank. Infine, nel ramo assicurativo, tradizionalmente presente e molto forte č il Gruppo Generali.

La presenza dominante dei grandi Gruppi bancari italiani sul mercato ungherese rappresenta un indubbio vantaggio competitivo ed un elemento potenzialmente trainante per ulteriori investimenti italiani.  Tuttavia, per far fronte agli accordi conclusi con FMI e UE in materia di deficit, il Governo ungherese ha varato nel giugno 2010, e confermato per il 2011, una serie di misure fiscali a carico del settore finanziario. Esso prevedeva, fra l’altro, un forte aumento del prelievo fiscale a carico delle istituzioni bancarie (fra cui le controllate ungheresi di Unicredit, Intesa San Paolo e BPI) e delle principali multinazionali (fra cui Eni, Agip, Edison). Le principali realtŕ imprenditoriali italiane in Ungheria hanno richiesto garanzie riguardo all’effettiva temporaneitŕ (sempre dichiarata dal Governo) di tali provvedimenti, che – qualora permanenti – potrebbero indurle a porre fine ai propri investimenti nel Paese. Nel luglio 2010, tanto la UE che l’FMI, nel corso della (fallita) settima revisione dello stand by agreement, criticarono fortemente la misura. L’ex Ministro Frattini, nell’incontro con l’omologo ungherese Orban del 27 ottobre 2011 ha invitato le Autoritŕ ungheresi a rassicurare gli istituti finanziari – la cui presenza č fondamentale per l’attivitŕ delle aziende italiane attive in Ungheria – sulla certezza e trasparenza del contesto giuridico di medio e lungo termine in cui si troveranno ad operare, in particolare sull’effettiva transitorietŕ del prelievo straordinario.

Inoltre, un altro provvedimento del settembre 2011 prevedeva la facoltŕ per i sottoscrittori di mutui ipotecari accesi in valuta straniera di estinguere il montante residuo del debito pagando l’equivalente in fiorini, stabilendo un tasso di ragguaglio preferenziale che, di fatto, costituiva una nuova forma di prelievo a carico delle banche. Entrambe le questioni sembravano aver trovato una soluzione soddisfacente con un accordo sottoscritto il 15 dicembre dal Governo con le banche commerciali (incluse quelle italiane). Il compromesso raggiunto prevedeva un impegno del Governo a un phasing out progressivo dell’imposta straordinaria, rassicurando circa il carattere temporaneo del tributo. Quanto al controverso provvedimento sui mutui ipotecari, il capitolo sembrava potersi sostanzialmente chiudere con l’impegno dell’Esecutivo ad astenersi dall’adozione di analoghi provvedimenti in futuro e con la decisione di ripartire piů equamente gli oneri sostenuti dalle banche. In una recente nota pervenuta da Intesa SanPaolo, perň, si continua a lamentare un perdurante atteggiamento vessatorio nei confronti del settore bancario (in gran parte controllato da istituti stranieri). L’introduzione di una FTT (Financial Transaction Tax) potrebbe tradursi in un’ulteriore erosione del capitale, configurandosi come una creeping expropriation dei diritti degli azionisti, in gran parte stranieri.

Le nuova manovra finanziaria presentata a novembre 2012 dal Governo non prevede la riduzione del 50% della "crisis tax" imposta agli istituti di credito nel 2010, come invece concordato con l'Associazione Bancaria nei mesi scorsi, mentre passerŕ dallo 0,1% allo 0,2% la tassa sulle transazioni finanziarie incluse quelle del Tesoro ungherese. L'adozione della manovra avrŕ ulteriori effetti gravosi sugli interessi italiani in Ungheria. Il Primo Ministro ha peraltro esplicitamente annunciato la propria intenzione di "far pagare gli stranieri che hanno ampiamente beneficiato delle condizioni vantaggiose offerte dal mercato ungherese negli anni passati".

 

ENERGIA

Nel settore energetico č al momento in fase di definizione un accordo quadro di collaborazione tra i rispettivi Ministeri dello Sviluppo Economico.

Il settore č foriero di potenziali sviluppi: sulla scia dell’iniziativa avviata nel marzo 2011 dal Sottosegretario allo Sviluppo Economico, On. Saglia, per riattivare la collaborazione bilaterale nel settore energetico (e segnatamente per la ricerca nucleare) ha avuto luogo a settembre una missione esplorativa di Ansaldo Nucleare. I colloqui sono risultati utili in prospettiva, anche in vista della potenziale collaborazione del Gruppo per l’implementazione dei nuovi blocchi della Centrale di Paks. Nell’occasione, Ansaldo si č proposta, per quanto riguarda la costruzione dei nuovi blocchi, quale societŕ di engineering in grado di fornire assistenza tecnica con tutti gli standard applicabili alla III generazione plus. Per quanto concerne il waste managment, apprezzata č stata la tecnologia sviluppata da Ansaldo per lo stoccaggio e la bonifica delle resine esauste.

Criticitŕ sono emerse in merito alla posizione di Tiga'z, azienda del Gruppo Eni che rappresenta il secondo attore, dopo Eon, nella distribuzione di energia in Ungheria ed č titolare della piů ampia concessione per l'erogazione di gas alle utenze private. Il bilancio del gruppo ha sofferto molto negli ultimi anni sia per la tassa anticrisi che per la moratoria sulle tariffe imposte al segmento di distribuzione regolamentata (c.d. servizio universale). La Tiga'z č costretta ad acquistare il gas dalle due societŕ assegnatarie della capacitŕ fornita all'Ungheria attraverso il gasdotto proveniente dall'Austria: MET (del gruppo ungherese MOL) ed Eon che, con procedura di dubbia legittimitŕ, hanno acquisito di fatto una posizione di duopolio ed impongono ai distributori tariffe fuori mercato. In tali condizioni Tiga'z, con un bacino di utenze prossimo al milione e mezzo di persone, dovrŕ iscrivere a bilancio una perdita prossima ai 110 mln. di Euro per l'anno termico 2012-2013.

 

DIFESA

Nel campo della difesa, il Gruppo Finmeccanica, giŕ presente in Ungheria con Selex Elsag e Telespazio, č interessato fra l’altro con AgustaWestland alla fornitura di venti elicotteri AW139. L’offerta, oltre che con la concorrenza della franco-tedesca Eurocopter e della statunitense Sikorsky, si confronta con la disponibilitŕ del Governo di Washington a cedere gratuitamente alla Difesa ungherese 30 elicotteri UH-1N risalenti agli Anni ’70. Su questa opzione, tuttavia, Budapest nutre qualche perplessitŕ, considerati gli elevati costi che dovrebbero essere sostenuti per modernizzare i velivoli in questione, i quali, in ogni caso, rimarrebbero apparecchi sostanzialmente obsoleti. Anche la malcelata avversione del Premier Orban per gli americani potrebbe giocare un ruolo nel secondario.

Lo sviluppo della collaborazione fra le industrie della difesa dei due Paesi, soprattutto per quanto concerne le prospettive nel settore elicotteristico, č stata oggetto del colloquio che il Segretario Nazionale della Difesa / Direttore Generale degli Armamenti, Gen. Debertolis, ha avuto con il suo omologo ungherese in occasione della missione a Budapest del 22-24 maggio u.s.

 

AGRICOLTURA

Difficoltŕ sono emerse nel settore agricolo. A partire dagli anni 90, beneficiando degli incentivi pubblici agli investimenti esteri, numerosi imprenditori italiani hanno impiantato coltivazioni ed allevamenti in Ungheria acquistando vecchie aziende ed ottenendo in locazione i terreni di pertinenza, quasi tutti di proprietŕ dello Stato. Una moratoria europea valida fino al 2014 impedisce ora l'acquisto dei terreni da parte di soggetti non ungheresi, mentre una modifica normativa del 2011 ha introdotto nuovi criteri di assegnazione dei terreni del demanio rurale (al fine di favorire la suddivisione in piccoli lotti da distribuire ai coltivatori diretti locali che rappresentano un significativo bacino elettorale), annullando il diritto di prelazione dei titolari delle attivitŕ produttive al momento del rinnovo dei contratti di affitto. Tale circostanza ha giŕ portato alla chiusura di una decina di aziende agricole di proprietŕ italiana.

La manovra impostata potrebbe provocare un decremento significativo della produzione agricola, dovuto alla carenza di capitali, tecnologie e di know how tra le categorie potenzialmente beneficiarie, con la ricostituzione di latifondi improduttivi che potranno garantire ai proprietari la vantaggiosa esenzione fiscale generale di cui la categoria gode in Ungheria.

L’annunciata proposta di legge per la riforma del settore agricolo č stata presentata in Parlamento ad ottobre 2012, con l'obiettivo di "restituire agli ungheresi la terra d'Ungheria".

Le nuove norme configurano un sistema di ridistribuzione dei terreni coltivabili che mira a favorire il rafforzamento della categoria dei piccoli e medi coltivatori diretti. In base al nuovo testo, gli stranieri non potranno piů concorrere per l'assegnazione dei terreni, ed asl momento non č chiaro se tale corollario si estenda anche a coloro che sono giŕ titolari di attivitŕ.

 

Gare cui hanno partecipato aziende italiane

TERNA ha recentemente annunciato il proprio interesse a partecipare all’annunciata privatizzazione del gestore della rete elettrica ungherese MAVIR, per la quale dovrebbe essere bandita una gara (la volontŕ effettiva del governo di procedere all’unbundling č tuttavia ancora sub judice).

ANSALDO BREDA si č aggiudicata una gara per la fornitura di 31 veicoli tramviari (modello Sirio) per la Municipalitŕ di Miskolc. La gara ha avuto un iter travagliato: indetta ed annullata in ben quattro occasioni negli ultimi tre anni, essa ha sempre visto prevalere il gruppo italiano, ed in tutte le precedenti circostanze era stata annullata dall'organo arbitrale a seguito di ricorsi che avevano evidenziato vizi formali. Nell’ottobre 2010 ha vinto un’analoga gara per 18 veicoli tramviari per la Municipalitŕ di Debrecen (per 40 milioni di Euro), ma tale risultato č stato impugnato dalla concorrente spagnola CAF e successivamente annullato anch’esso dalla Corte arbitrale per vizi formali legati alla stesura del bando. In entrambe le ipotesi si č trattato del quinto tentativo consecutivo di giungere all’individuazione di un fornitore. Peraltro, il termine per l'impiego dei Fondi strutturali europei destinati alla realizzazione delle infrastrutture per la mobilitŕ cittadina scadrebbe a fine 2011, ed appare improbabile che la procedura possa concludersi con successo.

 

Permane, poi, l’interesse per il mercato ungherese da parte del Gruppo FERROVIE DELLO STATO (in particolare, Italferr, Grandi Stazioni e Trenitalia), soprattutto in relazione al programma di investimenti annunciato dal Governo per la costruzione a partire dal 2010 di oltre 400 km di ferrovie. Interessato al mercato ungherese č anche il Gruppo FINMECCANICA (Ansaldo T.S.F., Alenia - sia nel ramo difesa che in quello civile -, OTE e Telespazio), soprattutto in relazione alla possibilitŕ di stipulare contratti per la fornitura del velivolo addestratore M-346 di Aermacchi, dell’aereo per il  trasporto tattico militare C-27J Spartan  ed i sistemi elettronici per la difesa di Selex. Recentemente, č stato inaugurato l’Ufficio regionale di Ansaldo Sistemi Industriali, la cui sede ospita anche una presenza di Ansaldo Segnalamento Ferroviario.

Selex Communications, societŕ del gruppo Finmeccanica, si č aggiudicata insieme a Synergon Zrt, importante system integrator ungherese, la gara europea per la realizzazione di una rete di radiocomunicazioni per tutti i trasporti pubblici di superficie di Budapest e provincia. Il valore totale del programma, denominato Futár, č di circa 25 milioni di euro. Selex realizzerŕ l'infrastruttura di comunicazioni per conto del cliente Bkv, l' azienda municipalizzata che gestisce il servizio di trasporto pubblico della cittŕ. 

 

      

Rapporti culturali bilaterali

I rapporti culturali tra Italia ed Ungheria hanno una solida tradizione di eccellenza, che si riscontra anche nel settore linguistico (lo studio dell’italiano nelle scuole ungheresi risale al 1922). Il quadro normativo per le relazioni bilaterali in campo culturale tra l'Italia e l'Ungheria č dato dall’Accordo di Collaborazione Culturale del 1965; č in corso il negoziato per un nuovo Accordo. E’ poi in vigore dal 15 settembre 2006 il nuovo Accordo di Collaborazione Scientifica e Tecnologica; il relativo Protocollo esecutivo si riferisce al triennio 2008-2010.

 In Ungheria una vasta rete museale offre grandi possibilitŕ di collaborazione con le Istituzioni e vanta uno stretto raccordo con le controparti italiane. Ad esempio, il Museo di Belle Arti di Budapest ha dedicato all’Italia esposizioni come “Lo splendore dei Medici” e “Da Botticelli a Tiziano, due secoli di capolavori dell’arte italiana”.

In occasione dell’ultimo incontro tra l’ex Ministro Frattini e l’omologo Martonyi che ha avuto luogo a Roma il 27 ottobre 2011, č stata lanciata da parte italiana ’idea realizzare nel 2013 un “Anno della cultura italiana in Ungheria e della cultura ungherese in Italia”, promuovendo una serie di eventi e opportunitŕ culturali per 12 mesi che rafforzerebbero ulteriormente i rapporti bilaterali nel settore.  Da parte ungherese si č colta l’occasione per chiedere il sostegno del Ministero degli Esteri al fine di mantenere lo studio della lingua e cultura magiara in alcuni Atenei italiani, dove tali cattedre sarebbero a rischio per sopraggiunti limiti di etŕ degli attuali titolari.

L’iniziativa, accolta con entusiasmo da parte ungherese, č stata nuovamente discussa durante il colloquio fra i Ministri Terzi e Martonyi del 16 febbraio scorso, in occasione del quale si č convenuto di avviare a gennaio 2013 l’“Anno della cultura italiana in Ungheria”, mentre quello della cultura ungherese in Italia si svolgerŕ indicativamente l’anno successivo, ciň che garantirŕ piů tempo per la preparazione dell’iniziativa, evitando altresě possibili critiche e strumentalizzazioni in un momento in cui Budapest č al centro di aspre polemiche dovute al controverso processo costituzionale. L'inaugurazione dell'Anno dell'Italia in Ungheria č fissato per il 6 gennaio 2013 con un concerto di musica sacra che si terrŕ presso l'Istituto Italiano di Cultura.

 

Il teatro in Ungheria ha una tradizione molto forte ed č seguito con grande interesse dalle giovani generazioni. Le collaborazioni piů recenti con il nostro Paese hanno riguardato il Teatro Stabile Friuli Venezia Giulia con “ Lei dunque capirŕ” di Claudio Magris ed il Piccolo Teatro di Milano con la “Trilogia della villeggiatura” di Carlo Goldoni.

Grande passione del popolo ungherese, la musica attrae nel Paese appassionati di tutti i generi e le etŕ. Costante la presenza di artisti italiani, grandemente apprezzati. Nel corso del 2009 sono stati organizzati concerti che hanno avuto per protagonisti Uto Ughi (in giugno) e (in ottobre) i Solisti Veneti. Nel corso del 2010 sono previsti concerti di altri famosi artisti italiani quali il pianista Bruno Canino e il ”Quartetto d’Archi” di Roma.

In Ungheria il cinema italiano molto richiesto e seguito. Presso l’Istituto Italiano di Cultura di Budapest ed il Centro Italiano di Cultura di Szeged č attivo un CineVideoClub settimanale che attira universitari, connazionali ed ungheresi appassionati di cinema italiano.  Un Accordo di co-produzione cinematografica - risalente al 2005 - non č peraltro ancora stato ratificato dal Parlamento italiano.

Gli autori italiani antichi e moderni sono ben noti alla cultura ungherese e discretamente tradotti: nel periodo recente di massima apertura ungherese nei confronti della letteratura italiana, dal 2003 al 2005, sono state pubblicate 64 traduzioni (Eco č stata tradotto quasi completamente). L’IIC pubblica la rivista semestrale Nuova Corvina (giunta al numero 20). Ha inoltre pubblicato negli ultimi anni 3 libri e 4 cataloghi.

Esistono circa 35 accordi per scambi di studenti e insegnanti tra 80 Universitŕ italiane e 17 ungheresi.  Negli ultimi anni, molto attive sono state alcune Universitŕ private, come la Central European University, fondata nel 1991 da George Soros, che ha istituito un corso di laurea in Business in collaborazione con la Bocconi di Milano. Molto consistenti e proficui i rapporti con il mondo accademico.

I dati del Ministero della Cultura ungherese riferiscono che lo studio della lingua italiana riguarda nel Paese quasi 20.000 studenti, coinvolgendo una vasta rete di scuole ed Universitŕ. Sono presenti 4 Lettori inviati dal MAE presso l’Universitŕ di Budapest (2), Pécs e Szeged.

A Budapest operano un Centro Interuniversitario Italiano, fondato nel 2003 grazie alla collaborazione tra l'Universitŕ Cattolica Pázmány Péter (PPKE) e l'Universitŕ Cattolica del Sacro Cuore di Milano (UCSC), ed un Comitato della Societŕ Dante Alighieri (che non organizza corsi di lingua al momento). A Szeged vi é un Centro culturale italiano finanziato, a seguito di una Convenzione, dall’IIC di Budapest. L’Istituto di Cultura organizza corsi di italiano, raggiungendo 730 iscritti nel 2011.

Nelle Scuole dell’obbligo locali esistono sezioni bilingue presso la Ujlaki Altanos Iskola (elementare e media) a Budapest ed in Istituti secondari statali quali il Liceo St. Lazslo di Budapest, il Liceo Kodaly Zoltan di Pecs, il Liceo Csokonai Vitez di Debrecen.

Per l’AA 2010/2011 da parte del governo italiano sono state messe a disposizione 140 mensilitŕ di borse di studio.

Per quanto riguarda i contributi per iniziative di carattere scientifico (ex L. 401/90):, per il 2009 č stato accordato un contributo di € 31.000 per l’iniziativa “Cooperation Mechanism and Robust Production Planning in Complex Distribuited Manufacturing Environments” promossa dal Politecnico di Milano - Dipartimento di Meccanica in collaborazione con MTA SZTAKI Computer and Automation Research Institute, Hungarian Academy of Sciences, Budapest.

 

Rapporti consolari

 

Comunitŕ ungherese in Italia

A livello nazionale la presenza dei cittadini ungheresi č assai contenuta. Secondo i dati ISTAT, al 31 dicembre 2007 la comunitŕ ungherese regolarmente soggiornante in Italia ammonta a oltre 5.467 unitŕ, di cui 4066 donne. I detenuti ungheresi nelle carceri italiane sono 36, di cui 4 donne.

L’Ungheria costituisce un Paese di transito per l’immigrazione clandestina, essendo diventata una delle nuove porte d’ingresso dell’Unione Europea.  Non č escluso che, con il miglioramento della situazione socio-economica ungherese, i flussi migratori illegali potranno in futuro dirigersi verso l’Ungheria come Paese di destinazione. Al fine di contrastare il fenomeno dell’immigrazione clandestina in transito, l'Ungheria ha introdotto l’obbligo di visto per i cittadini della Repubblica di Bielorussia, Bosnia-Erzegovina, Moldavia, Macedonia e della Federazione Russa.

Il 27 luglio 2006 č stata notificata alla Commissione Europea la decisione del Governo Italiano di rinunciare ad avvalersi del regime transitorio in materia di libera circolazione dei lavoratori ungheresi nel territorio dello Stato, regime che era stato stabilito nel momento dell’ingresso dell’Ungheria nell’Unione Europea il 1° maggio 2004. Non vi č piů quindi adesso nessuna limitazione nei confronti della libera circolazione dei cittadini ungheresi secondo quanto previsto dalle norme dell’Unione Europea.

 

Comunitŕ italiana in Ungheria

In base alle rilevazioni effettuate in occasione delle ultime elezioni per il Parlamento Europeo del 2009, risulta che i cittadini italiani residenti in Ungheria ed iscritti all’A.I.R.E. sono 2.193. Ad essi, si aggiungono circa altrettanti ’’pendolari’’ che svolgono attivitŕ sia in Ungheria, sia in Italia, ma che non sono ufficialmente registrati in anagrafe consolare in quanto non stabilmente residenti.

       Sul territorio ungherese, la collettivitŕ italiana piů numerosa vive a Budapest, mentre vi sono altri gruppi meno consistenti nelle maggiori cittŕ quali Pecs, Szeged, Debrecen, Vezsprem, Szekesfehervar, Eger, Miskolc, Kecskemet, Kaposvar.

La comunitŕ italiana č in prevalenza relativamente giovane, di recente insediamento, ed č  composta soprattutto da rappresentanti di Gruppi ed Enti italiani (Merloni, Benetton, Agip, Italgas, Ferrero, Iveco, Pirelli, Latte Sole ed altri), di piccole e medie imprese, di commercianti ed addetti al settore ristorazione.


PRINCIPALI VISITE E INCONTRI RECENTI

 

Visite di personalitŕ ungheresi in Italia

 

13 settembre 2005

Visita del Ministro degli Esteri Somogyi e colloqui con l’On. Ministro Fini

7 marzo 2006

Visita del Presidente della Repubblica Solyom in occasione del concerto al Quirinale in onore del compositore ungherese Bela Bartok

7 novembre 2006

Visita del Presidente della Repubblica Solyom

24 aprile2007

Visita del Primo Ministro Gyurcsany

23 giugno 2008

Visita del Ministro degli Esteri Goncz

 10 settembre 2010

Visita privata a Roma del Presidente della Repubblica Schmitt

27 ottobre 2011

Visita del Ministro degli Esteri Martonyi

16 febbraio 2012

Visita del Ministro degli Esteri Martonyi

 

 

Visite di personalitŕ italiane in Ungheria

 

19 febbraio 2004

Incontro tra il Ministro degli Affari Esteri, On. Frattini, ed il Ministro degli Esteri Kovacs

25-27 marzo 2004

Visita del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi

26 settembre 2006

Visita del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano

22-23 ottobre 2006

Partecipazione dell’On. Ministro alle celebrazioni per il Cinquantesimo anniversario della Rivoluzione del 1956

15-16 giugno 2010

Visita dell’On. Ministro

 

 

 

 

 

 

 

 

Altre visite

 

6 ottobre 2008       

Budapest

Sottosegretario Sen. Mantica incontra omologo Gabor Ivan

10 ottobre 2008

Budapest

Partecipazione del Ministro della Difesa La Russa al Vertice NATO

6 marzo 2009  

Budapest

Visita On. Lupi Vice Pres. Camera Riunione ICTP

16 giugno 2009

Budapest

Visita del Presidente della Regione Lombardia Formigoni nell’ambito del Festival Italiano

8-11 luglio 2009

Budapest

Visita Presidente CNEL Antonio Marzano Assemblea Generale AICESIS

30 settembre-3 ottobre 2009

Budapest

Visita prof. Sabino Cassese, Corte Costituzionale al Forum dei Giuristi Europei

 

23 e 24 novembre 2009

Budapest

Visita del Presidente della Corte Costituzionale italiana Francesco Amirante, in occasione delle celebrazioni del 20esimo anniversario della Corte Costituzionale ungherese

9 novembre 2010

Roma

Visita del Sottosegretario ungherese agli Affari Europei, Sig.ra Gyori

7 dicembre 2010

Roma

Incontro fra il Ministro delle Politiche Agricole Galan e il Ministro dello Sviluppo Rurale ungherese Fazekas

29 marzo 2011

Budapest

Incontro tra il Sottosegretario Mantica ed il Ministro di Stato per gli Affari Europei Gyori

 

 


PRINCIPALI ACCORDI BILATERALI

 

Denominazione

Data firma

Entrata in vigore

DICHIARAZIONE DI PARTENARIATO STRATEGICO

16/06/2010

 

ACCORDO TRA ITALIA E UNGHERIA SUL MANTENIMENTO RECIPROCO DELLE SCORTE OBBLIGATORIE DI PRODOTTI PETROLIFERI

22/10/2009

 

01.03.2010

ACCORDO QUADRO NEL CAMPO DELLA RICERCA SCIENTIFICA E DELLO SVILUPPO TECNOLOGICO

21/05/2003

15.09.2006

ACCORDO DI COPRODOUZIONE CINEMATOGRAFICA

08/06/2007

N. V.

ACCORDO PER LA COMMEMORAZIONE DEI CADUTI MILITARI E CIVILI DELLE GUERRE MONDIALI E SULLO STATO GIURIDICO DEI LORO SEPOLCRI

09/09/2003

01.03.2004

ACCORDO DI SICUREZZA PER LA RECIPROCA TUTELA DELLE INFORMAZIONI CLASSIFICATE

20/03/2003

08.07.2004

ACCORDO DI COOPERAZIONE TRA I RISPETTIVI MINISTERI DELLA GIUSTIZIA

26/03/2001

26.03.2001

DICHIARAZIONE DI INTENTI SULLA COLLABORAZIONE AGRICOLA

06/09/2000

06.09.2000

INTESA SULLA COOPERAZIONE IN MATERIA DELLA QUALITA' DELLA FUNZIONE PUBBLICA

21/07/2000.

21.07.2000

SCAMBIO DI LETTERE, COSTITUENTI UN ACCORDO, CHE MODIFICA L'ACCORDO DEL 06.02.1995 IN MATERIA DI VISTI

31/03/1999

15.04.1999

ACCORDO SULLA RIAMMISSIONE DELLE PERSONE ALLA FRONTIERA DI STATO

20/05/1997

10.04.1999

SCAMBIO DI LETTERE, COSTITUENTE UN ACCORDO, RELATIVO AL RIMBORSO DELL'IMPOSTA SUL VALORE AGGIUNTO AI RISPETTIVI OPERATORI ECONOMICI

18/07/1996

19.12.1996

ACCORDO SUL RICONOSCIMENTO RECIPROCO DELLE PATENTI DI GUIDA, CON ALLEGATA TABELLA DI EQUIPOLLENZA

17/07/1996

28.08.1996

ACCORDO DI COOPERAZIONE NELLA LOTTA CONTRO IL TERRORISMO, LA CRIMINALITA' ORGANIZZATA E IL TRAFFICO DI STUPEFACENTI E SOSTANZE PSICOTROPE

13/05/1997.

17.04.1998

SCAMBIO DI LETTERE PER LA COSTITUZIONE DI UNA SEZIONE PER LA TUTELA DEGLI INTERESSI ITALIANI IN IRAK PRESSO L'AMBASCIATA DELLA REPUBBLICA D'UNGHERIA A BAGHDAD

18/04/1996

03.07.1996

SCAMBIO DI LETTERE CONCERNENTE LA MODIFICA DELL'ANNESSO ALL'ACCORDO DEL 25.05.1974 SUI TRAPORTI AEREI CIVILI, CON ALLEGATO

08/03/1995

08.03.1995

SCAMBIO DI LETTERE, COSTITUENTE UN ACCORDO, PER LA MODIFICA DELL'ACCORDO DEL 25.05.1974 SUI TRASPORTI AEREI CIVILI

08/03/1995

08.03.1995

ACCORDO IN MATERIA DI VISTI

06/02/1995

26.08.1995

PROTOCOLLO SULLE CONSULTAZIONI

05/12/1991

05.12.1991

TRATTATO DI AMICIZIA E COLLABORAZIONE

06/07/1991

14.02.1996

ACCORDO DI COOPERAZIONE ECONOMICA, INDUSTRIALE E TECNICA

14/09/1990

14.09.1990

ACCORDO, EFFETTUATO MEDIANTE SCAMBIO DI NOTE, PER LA CONCESSIONE DI UNA LINEA DI CREDITO DI 200 MILIARDI DI LIRE ITALIANE

02/03/1990

17.05.1990

MEMORANDUM SULLA FORMAZIONE PROFESSIONALE

17/01/1990

17.01.1990

DICHIARAZIONE CONGIUNTA SULLA COOPERAZIONE ECONOMICA

17/01/1990

17.01.1990

MEMORANDUM SULLA COSTITUZIONE DI UN CENTRO DI AFFARI E SERVIZI ITALIANO IN UNGHERIA

17/01/1990

17.01.1990

PROTOCOLLO SULLA ISTITUZIONE DI CONSULTAZIONI POLITICHE REGOLARI

17/01/1990

17.01.1990

PROTOCOLLO SULLA UTILIZZAZIONE DEL PORTO DI TRIESTE

19/04/1988

23.02.1990

SCAMBIO DI NOTE CONCERNENTE LA MODIFICA ED IL RINNOVO DELL'ACCORDO SULLO SVILUPPO DELLA COOPERAZIONE ECONOMICA, INDUSTRIALE E TECNICA DEL 25.05.1974

17/02/1987

17.02.1987

ACCORDO SULLA PROMOZIONE E PROTEZIONE DEGLI INVESTIMENTI, CON PROTOCOLLO ADDIZIONALE

17/02/1987

01.10.1988 (DENUNCIATO: IN BASE A CONT. CLAUSE ARTT. 1-12 IN VIGORE SINO AL 01.10.2013)

ACCORDO DI COOPERAZIONE NEL CAMPO DELLE POSTE

20/03/1985

20.03.1985

PROTOCOLLO ARCHIVISTICO

08/02/1985

08.02.1985

ACCORDO DI COPRODUZIONE CINEMATOGRAFICA

21/01/1982

02.11.1984

ACCORDO DI COLLABORAZIONE NEL SETTORE TURISTICO

17/06/1980

08.05.1981

ACCORDO PER LA COOPERAZIONE NEL SETTORE SANITARIO

30/10/1979

10.03.1980

CONVENZIONE SULL'ASSISTENZA GIUDIZIARIA IN MATERIA CIVILE

26/05/1977

13.03.1981

CONVENZIONE DI ESTRADIZIONE E DI ASSISTENZA GIUDIZIARIA IN MATERIA PENALE

26/05/1977

13.03.1981

CONVENZIONE INTESA A EVITARE LE DOPPIE IMPOSIZIONI IN MATERIA DI IMPOSTE SUL REDDITO E SUL PATRIMONIO E PREVENIRE LE EVASIONI FISCALI, CON PROTOCOLLO

16/05/1977

01.12.1980

DICHIARAZIONE CONGIUNTA PER SVILUPPARE E APPROFONDIRE LA COOPERAZIONE NEL CAMPO POLITICO, ECONOMICO, SCIENTIFICO, TECNICO E CULTURALE

12/11/1975

12.11.1975

ACCORDO SULLO SVILUPPO DELLA COOPERAZIONE ECONOMICA, INDUSTRIALE E TECNICA, CON SCAMBIO DI NOTE

25/05/1974

25.05.1974

ACCORDO SUI TRASPORTI AEREI CIVILI, CON ANNESSA TABELLA DELLE ROTTE E SCAMBIO DI NOTE

25/05/1974

21.04.1977

ACCORDO CONCERNENTE IL REGOLAMENTO DELLE QUESTIONI FINANZIARIE E PATRIMONIALI IN SOSPESO, CON SCAMBIO DI NOTE

26/04/1973

30.08.1983

CONVENZIONE CONSOLARE

16/10/1969

21.12.1974

ACCORDO IN MATERIA DI TRASPORTI INTERNAZIONALI DI PERSONE E MERCI SU STRADA, CON PROTOCOLLO DI FIRMA

01/03/1968

16.08.1968

ACCORDO DI COOPERAZIONE TECNICA E SCIENTIFICA

21/09/1965

17.05.1966

ACCORDO CULTURALE

21/09/1965

31.10.1969

ACCORDO DI PAGAMENTO, CON LETTERE ANNESSE E SCAMBI DI NOTE

17/12/1957

01.01.1958

ACCORDO PER IL COMMERCIO DEI MEDICINALI

26/08/1939

25.09.1939

CONVENZIONE PER IL REGOLAMENTO DELLE RENDITE DI INFORTUNI LIQUIDATE DALLA CASSA NAZIONALE DI ASSICURAZIONE OPERAIA IN UNGHERIA

12/11/1932

13.06.1933

SCAMBIO DI NOTE PER IL RECIPROCO RICONOSCIMENTO DEI PUNZONI DI PROVA DELLE ARMI DA FUOCO APPOSTI DAI RISPETTIVI BANCHI DI PROVA

24/10/1928

24.10.1928

CONVENZIONE VETERINARIA, CON PROTOCOLLO FINALE

04/07/1928

01.06.1929

TRATTATO DI AMICIZIA, CONCILIAZIONE E ARBITRATO, CON PROTOCOLLO ANNESSO

05/04/1927

08.08.1927

SCAMBIO DI NOTE TRA ITALIA E AUSTRIA-UNGHERIA PER IL RIMPATRIO DEGLI INDIGENTI

18/12/1896

01.02.1897

CONVENZIONE TRA ITALIA E AUSTRIA-UNGHERIA PER L'ASSISTENZA GRATUITA RECIPROCA AI MALATI INDIGENTI CON PROTOCOLLO

25/06/1896

13.07.1899

 

Accordi in corso di negoziato

Accordo culturale


Documentazione

 


 

 

 



[1]    La Commissione europea per la democrazia attraverso la legge del Consiglio d’Europa, meglio nota come “Commissione di Venezia”, č un’istituzione consultiva del Consiglio in materia costituzionale, composta da esperti designati per quattro anni dagli Stati membri, nata con lo scopo di fornire assistenza costituzionale agli Stati che lo richiedano. Dal 2002 la partecipazione alla Commissione č aperta anche a Stati non membri del Consiglio d’Europa (tra questi si segnalano Cile, Perů, Brasile, Marocco, Tunisia, Algeria, Israele, Corea del Sud).

[2]    Il 22 luglio 2010 il Parlamento ungherese ha eletto László Kövér quale suo nuovo Presidente in sostituzione di Pál Schmitt, designato alla Presidenza della Repubblica.

[3]    Si segnala, in questo ambito, che l’on.Richard Horcsik ha partecipato ai lavori della Commissione Cultura dell’AP-UpM che si sono tenuti alla Camera dei deputati il 26 febbraio 2007.

[4]Questa procedura – che, istituita dopo il “caso Haider” del 1999 in Austria, non ha allo stato mai trovato attuazione nella UE – ha una natura marcatamente politica in relazione all’oggetto della violazione, ai soggetti istituzionali coinvolti e alle conseguenze. Per quanto riguarda l’oggetto della violazione, esso č circoscritto ai valori democratici fondamentali dell’Unione richiamati all’art. 2 del TUE. Per quanto riguarda i soggetti coinvolti, spicca l’assenza della Corte di Giustizia per l’accertamento della violazione (che spetta invece, a seconda dei casi, al Consiglio a maggioranza di 4/5 dei membri o al Consiglio Europeo all’unanimitŕ) e per l’iniziativa della procedura, che non č rimessa esclusivamente alla Commissione, ma puň essere anche esercitata da 1/3 degli SM o dal Parlamento Europeo. Le conseguenze possono arrivare fino alla sospensione di alcuni diritti di membership spettanti allo Stato membro, compreso il diritto di voto in Consiglio.

[5]Questa procedura consiste nella sorveglianza da parte della Commissione dell’osservanza da parte degli SM del diritto dell’Unione in generale. Sulla base di tale procedura, la Commissione ha deciso di avviare le tre procedure di infrazione ex art. 258 TFUE nei confronti dell’Ungheria, che possono concludersi con il deferimento alla Corte di Giustizia dell’UE e con la condanna dell’Ungheria al pagamento di sanzioni pecuniarie ex art. 260 TFUE.