Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Studi - Dipartimento affari esteri
Titolo: Incontro con il Primo Vice Primo Ministro e Ministro degli Affari esteri della Repubblica di Moldova, Iurie Leanca (24 novembre 2009)
Serie: Documentazione e ricerche    Numero: 98
Data: 23/11/2009
Descrittori:
MOLDAVIA   RELAZIONI INTERNAZIONALI
Organi della Camera: III-Affari esteri e comunitari
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Camera dei deputati

XVI LEGISLATURA

 

 

 

Documentazione e ricerche

Incontro con il Primo Vice Primo Ministro e Ministro degli Affari esteri della Repubblica di Moldova,
Iurie Leanca

(24 novembre 2009)

 

 

 

 

 

 

 

n. 98

 

 

 

23 novembre 2009

 


Servizio responsabile:

Servizio Studi – Dipartimento Affari esteri

( 066760-4939 / 066760-4172 – * st_affari_esteri@camera.it

 

 

 

 

 

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File: es0339.doc

 


INDICE

 

Recenti sviluppi del quadro politico moldavo

Scheda politico istituzionale (a cura del Servizio Rapporti Internazionali)

Rapporti bilaterali Italia-Moldova

Relazioni parlamentari con la Moldova (a cura del Servizio Rapporti Internazionali)

Rapporti tra l’Unione europea e la Moldova (a cura dell’Ufficio Rapporti con l’Unione europea)

Il Partenariato orientale (a cura dell’Ufficio Rapporti con l’Unione europea)

Profilo biografico di Iurie Leanca

Pubblicistica

§      Cambio ai vertici, dal sito internet: www.osservatoriobalcani.org, 10 settembre 2009  79

§      Cambio della guardia, dal sito internet: www.osservatoriobalcani.org, 29 settembre 2009  79

§      Verso l’Europa, dal sito internet: www.osservatoriobalcani.org, 6 ottobre 2009  79

§      A tutta velocità, dal sito internet: www.osservatoriobalcani.org, 9 novembre 2009  79

§      Sindrome Italia, dal sito internet: www.osservatoriobalcani.org, 20 novembre 2009  79

§      P. Sartori, Moldova e Transnistria. Le ragioni profonde di una crisi permanente, in: Limes, n. 3/2009  79

§      L’UE et la question de l’Etat de droit en Moldavie. Les enjeux d’une crise, in: Question d’Europe n. 133, 14 aprile 2009  79

§      T. Freyburg, S. Lavenex, F. Schimmelfennig, Tatiana Skripka and A. Wetzel, EU promotion of democratic governance in the neighbourhood, in: Journal of European Public Policy, settembre 2009  79

§      N. Popescu, Re-setting the Eastern Partnership in Moldava, in: PolicY Brief (CESP), 4 novembre 2009  79

§      N. Popescu, Supporting Moldova’s democratic transition, European Council on Forign Relation, Policy Memo, ottobre 2009  79

 

 


Recenti sviluppi del quadro politico moldavo

 


Recenti sviluppi del quadro politico moldavo

 

Dalle elezioni legislative del 29 luglio 2009, celebrate a poco più di tre mesi dalla precedente tornata elettorale del 5 aprile, è scaturito il primo governo della Repubblica di Moldova non a conduzione comunista dal 2001.

 

Le elezioni legislative del 5 aprile 2009 avevano visto la netta affermazione del Partito Comunista che aveva conquistato 60 seggi con circa il 50% dei consensi. La soglia di sbarramento allora fissata al 6%, era stata superata solo da altri tre partiti: il Partito liberale (15 seggi, 13,1% dei consensi), il Partito liberal-democratico (15 seggi, 12,4%) e Nostra Moldova (11 seggi, 9,8%). Superiore alla soglia richiesta del 50% la partecipazione al voto, risultata del 59,5%.

 

Tra i primi compiti del Parlamento uscito dalle elezioni del 5 aprile vi era l’elezione del nuovo Capo dello Stato, dopo l’esaurimento del secondo, non rinnovabile mandato quadriennale del leader comunista e presidente della Repubblica Vladimir Voronin; la candidata, la premier uscente Zinaida Greceanii, ha fallito per un solo voto l’obiettivo dell’elezione,  avendo raccolto tutti i 60 voti dei parlamentari comunisti ma non quelli dei deputati dell’opposizione, e non ha pertanto raggiunto il quorum di 61 voti (su 101 seggi che compongono il Parlamento monocamerale della Moldova) né nel primo turno (20 maggio) né nel secondo (3 giugno). Poiché la Costituzione moldava prevede che se per due volte non viene raggiunto il quorum il Presidente uscente scioglie l’Assemblea e indice nuove elezioni, Vladimir Voronin aveva sciolto il Parlamento e indetto nuove elezioni, per il 29 luglio, richiamando nuovamente alle urne i 2,5 milioni di cittadini moldavi aventi diritto al voto.

 

All’indomani delle elezioni del 5 aprile, quando erano ancora in corso le verifiche post-elettorali che davano una netta vittoria dei comunisti, una manifestazione indetta dal Partito liberal-democratico nella capitale Chisinau per contestare i risultati ufficiali delle elezioni era degenerata in atti di violenza. La contestazione, animata da slogan filo europeisti, si era incentrata in particolare sulla regolarità della redazione delle liste elettorali, oggetto di dubbio anche da parte dell’OSCE. Le violenze esplose durante la manifestazione erano state anche all’origine di una crisi diplomatica tra Bucarest e Chisinau; il Governo moldavo aveva accusato la Romania di aver sostenuto la protesta e dichiarato persona non grata l'ambasciatore romeno a Chisinau; era stato inoltre reintrodotto il regime dei visti d’ingresso per i cittadini romeni in entrata in Moldova.Ad aggravare ulteriormente un quadro già critico era intervenuta anche una dichiarazione del Presidente romeno Traian Basescu, che aveva annunciato la disponibilità delle autorità del suo paese a conferire la cittadinanza romena (con i connessi benefici inerenti alla cittadinanza europea) a quei moldavi in grado di vantare almeno un nonno di nazionalità romena all’epoca in cui il Paese era parte della Romania ante 1940. Secondo una stima sommaria, godrebbero di tale status tra ottocentomila ed un milione di moldavi (su una popolazione totale di circa 4,3 milioni). 

 

I risultati definitivi delle elezioni legislative del 29 luglio 2009 hanno visto salire a cinque i partiti che superano la soglia di sbarramento, peraltro ridotta al 5 per cento, e dunque ottengono seggi in Parlamento: il Partito comunista che, pur ridimensionatodi 12 seggi rispetto alle consultazioni di aprile,ha mantenuto la prima posizione, conquistando la maggioranza relativa dei voti (45,10%), pari a 48 seggi;  il Partito liberaldemocratico, che ha registrato un aumento di voti e seggi, aggiudicandosi il 16,4% dei suffragi e 17 seggi (contro i 15 di aprile); il Partito liberale, cheha mantenuto i 15 seggi conquistati in aprile, con il 14,4% dei voti, e il Partito democratico - che nelle elezioni di aprile aveva appena il 3 per cento dei voti, restando escluso dal Parlamento - ha ottenuto il 12,6% dei voti e 13 seggi; infine, l’Alleanza Nostra Moldova, che ha accusato un calo di voti (dal 9,77 al 7,40%) e di seggi (da 11 a  8 seggi).

 

I quattro partiti (partito liberale, partito liberaldemocratico, partito democratico e Alleanza Nostra Moldova) sono confluiti nell’Alleanza per l’integrazione europea cui hanno apportato la somma dei rispettivi seggi, per un totale di 53, che costituisce la maggioranza parlamentare filo europeista che sostiene l’esecutivo guidato dal giurista liberaldemocratico Vladimir Filat, in carica dal 25 settembre 2009.

I comunisti guidati dall’ex presidente Vladimir Voronin con 48 dei 101 seggi che compongono il Parlamento monocamerale della Repubblica di Moldova sono all’opposizione.

Tale rapporto di forze sta determinando l’andamento dell’elezione, da parte del Parlamento, del Presidente della Repubblica, dal momento che Vladimir Voronin, giunto alla fine del secondo mandato quadriennale e non è più rieleggibile; dopo le sue dimissioni, l’11 settembre 2009, è il presidente dell’Assemblea parlamentare, Mihai Ghimpu a svolgere le funzioni di Capo dello Stato.

Il nodo dell’elezione del Presidente della Repubblica permane irrisolto.

La presenza di un unico candidato, Marian Lupu, leader del partito democratico e rappresentante di spicco della coalizione filo-europeista di maggioranza, ha reso necessaria la modifica parlamentare della norma che non consentiva la celebrazione di elezioni presidenziali con un solo candidato; ciò ha comportato lo slittamento dell’evento elettorale dalla data inizialmente stabilita, il 23 ottobre, al 10 novembre.

Come previsto, tuttavia, il tentativo parlamentare di eleggere il presidente della repubblica il 10 novembre è fallito in quanto i 48 deputati del partito comunista all’opposizione hanno deciso di non partecipare alla votazione e hanno abbandonato l’aula. Per eleggere il presidente delle Repubblica di Moldova, infatti, sono necessari almeno altri otto suffragi oltre i 53 a disposizione della coalizione di governo. L’ex presidente e leader dei comunisti Vladimir Voronin, che aveva preannunciato il boicottaggio del suo partito, ha affermato - come riportato da fonti di agenzia - che la decisione di non partecipare al voto rappresenta una protesta contro la “politica antipopolare” del nuovo esecutivo; i comunisti - ha aggiunto Voronin - non intendono appoggiare non solo Lupu ma nessun altro eventuale candidato della coalizione di governo in quanto il loro obiettivo è il ritorno alle urne per prendersi la rivincita sulla sconfitta subita nella tornata elettorale del 29 luglio scorso.

Se i comunisti dovessero boicottare anche la tornata elettorale che dovrebbe tenersi a distanza di 30 giorni dal tentativo del 10 novembre dovrà essere sciolto il parlamento[1]; le nuove elezioni legislative - ai sensi delle recenti modifiche della legge elettorale - potranno tenersi non prima dell'autunno 2010.

 

La figura del Capo dello Stato in Moldova è di importanza centrale. Costituzionalmente, lo Stato è organizzato come repubblica democratica parlamentare. Eletto dal parlamento e dotato di limitati poteri esecutivi, il Presidente della Repubblica è però tradizionalmente la figura politica più importante del paese. La forma di governo de iure è dunque parlamentare, ma de facto è più simile al modello presidenziale. I tratti presidenzialistici del regime di Chisinau si sono consolidati dal 2001, grazie alla maggioranza in parlamento, con il leader del PCRM e Presidente ad interim, Vladimir Voronin, che è stato per otto anni il vero detentore del potere esecutivo.

 

Il precario equilibrio politico che discende dalla mancata elezione del Presidente della Repubblica e dal rischio di un ulteriore ritorno alle urne non ha impedito al nuovo governo moldavo di intraprendere un’importante serie di iniziative in politica estera e per contrastare la crisi economica. In linea con quanto promesso nel corso della campagna elettorale, le prime iniziative intraprese dal nuovo governo guidato da Vlad Filat riguardano la normalizzazione delle relazioni tra Moldavia e Romania, surriscaldatesi nell'ultimo anno; in particolare, è stato revocato l’obbligo del visto per i cittadini romeni in ingresso in Moldavia, imposto dal governo a guida comunista in aprile; il presidente ad interim Mihai Ghimpu ha presentato scuse ufficiali a tutti i romeni per questa “vergognosa decisione”. Ulteriori attività diplomatiche, inoltre, hanno consentito la rimozione di ostacoli a lungo considerati insormontabili nella cooperazione tra i due paesi vicini. 

Sotto il profilo della lotta alla crisi economica alla fine di ottobre il governo ha comunicato di aver raggiunto un accordo con il Fondo monetario internazionale per un prestito di 590 milioni di dollari; l’accordo è di vitale importanza per il paese dove la gestione dei fondi pubblici dell’ex amministrazione aveva generato un debito pubblico pari al 9,5% del PIL. Va segnalato che durante l’estate l’FMI aveva rifiutato un prestito all’allora governo a guida comunista, a motivo dell’instabilità della situazione politica. I comunisti in quell'occasione avevano accusato il Fondo Monetario Internazionale di usare due pesi e due misure nell’erogazione dei fondi.

Ulteriori iniziative hanno riguardato la destituzione di personalità legate direttamente a gruppi politici da incarichi direttivi di istituzioni preposte alla tutela dell’ordine pubblico e al rispetto della legalità; sono state, inoltre avviate riforme riguardanti il sistema giudiziario, dei trasporti, dell’amministrazione locale e dei mass media statali. 

 

Quanto alla questione della Transnistria, il primo ministro Vladimir Filatgià il 30settembre ha chiesto all’Unione Europea, come riportato dal quotidiano russo Nezavisimaia Gazeta, che ha riferito di una sua visita a Bruxelles, di appoggiare il ritiro del contingente russo posto al confine tra Moldova e Transnistria per sostituirlo con osservatori civili internazionali. Chisinau ha rilevato che, in base agli accordi di Istanbul del 1999, la Russia avrebbe dovuto ritirare il proprio contingente dalla regione dieci anni fa. Lo status neutrale della repubblica, infatti, esclude la presenza di truppe militari straniere sul suo territorio. Per parte sua le autorità russe hanno replicato, attraverso il portavoce del Ministero degli Esteri russo Valeri Nestierushkin - ripreso da fonti di agenzia - di non negare “la possibilità di sostituire i militari russi con osservatori internazionali, ma in base agli accordi di marzo tra il presidente russo, Dmitri Medvedev, l’ex presidente moldavo Vladimir Voronin e il presidente della Transniestria, Igor Smirnoff, il ritiro deve essere preceduto da un accordo tra le parti”.La richiesta di ritirare le truppe russe dalle rive del fiume Dniestr, che divide la Moldova dalla Transnistria, è stata in passato stata avanzata da tutti i leaders moldavi.

 

Come è noto, da anni la Moldova cerca di risolvere la delicata questione delle Transnistria, la regione autonoma a est del paese che conta più di 500.000 abitanti, compresa tra il fiume Dniestr (Nistro) e l’Ucraina, che ufficialmenteè parte della Moldova, ma de facto è uno stato a sé stante. Nella Transnistria, che ha un’alta concentrazione di russofoni ed ucrainofoni (mentre nel resto del paese domina la lingua rumena) sono di stanza truppe dell’esercito russo. Nel 1992, dopo un referendum e un conflitto che ha causato alcune centinaia di vittime, la regione ha dichiarato la sua indipendenza, che però non ha ricevuto nessun riconoscimento dalla Comunità internazionale (nemmeno dalla Russia). Nel marzo del 1995 l’81% degli abitanti della regione hanno votato a favore della Costituzione della Transnistria e nello stesso giorno il 93,3% della popolazione (che include il 40% di moldavi) ha votato a favore del mantenimento delle truppe russe. La regione separatista ha dunque una costituzione, un Presidente (attualmente Igor Smirnoff) un governo, un parlamento, un esercito e la sua moneta (il rublo della Transnistria). Nel 2006 il 97,7% della popolazione, sempre via referendum, ha riaffermato la sua volontà di indipendenza.

 

 


Scheda politico istituzionale
(a cura del Servizio Rapporti Internazionali)

 


REPUBBLICA DI MOLDOVA[2]

 

Country Map

 

CENNI STORICI

La Moldova occupa la maggior parte della regione conosciuta come Bessarabia. Questa posizione geografica ha reso la Moldova un punto di passaggio e di frequenti guerre tra l’Asia e l’Europa meridionale. I Greci, i Romani, gli Unni ed i Bulgari invasero la regione che nel XIII secolo entrò a far parte dell’Impero mongolo. Nel XIV secolo si posero le basi per la creazione di uno stato moldovo indipendente ma questo già nel XVI cadde secolo sotto il giogo turco-ottomano.

Dopo la guerra turco-russa, 1806-1812, la regione orientale della Moldova tra i fiumi Prut e Dnestr fu ceduta alla Russia, mentre la Moldova rumena (ad ovest del Prut) rimase sotto il controllo turco. La Bessarabia (compresa tra il fiume Prut e il Dnestr, in romeno Nistru) appartenne dal 1812 al 1856 alla Russia; dopo la Guerra di Crimea (nel 1856) passò alla Romania e dal 1878 al 1917 nuovamente alla Russia. La popolazione di lingua romena della Bessarabia, circa i due terzi, chiese l’annessione alla Romania, che avvenne nel 1919 sulla base di un trattato franco-nippo-italo-romeno-britannico, mai riconosciuto dalla Russia sovietica.

Nel 1924, Stalin creò in seno all’Ucraina una Regione Autonoma Moldava, poi elevata a Repubblica Socialista Sovietica Autonoma Moldava, su una piccola striscia di territorio sulla riva sinistra del Dnestr, senza però comprendere in tale territorio la parte montagnosa (a Nord) e la costa del Mar Nero (a Sud). Il territorio su cui si estendeva questa Repubblica Autonoma apparteneva, senza essere mai stato ceduto, all’Impero Russo dal 1812. Sulla base del Patto Ribbentrop-Molotov nel 1940, l’URSS occupò la Bessarabia e costituì la Repubblica Socialista Sovietica Moldava, che comprendeva le terre tra il Prut ed il Dnestr, esclusa tutta la regione costiera, ma compresa la riva sinistra del Dnestr (cioè il territorio dell’ex RASS Moldava, ma senza la capitale Balta); in pratica la RSSM aveva gli stessi confini dell'attuale Moldova. Era la più piccola e la più densamente abitata delle Repubbliche dell’URSS, nonché l’unica di lingua latina (seppur scritta con i caratteri cirillici).

Dal 17 agosto 1991 la Moldova è indipendente. Ma la XIV Armata Russa è rimasta sulla riva sinistra del Dnestr, dove la popolazione in gran parte slava, aveva proclamato nel 1990 una repubblica secessionista (Pridnestrovskaja Moldavskaja Respublika, letteralmente “Repubblica Moldava Cisnistriana”, comunemente indicata col nome di Transnistria).

 

DATI GENERALI

Superficie

33.843 KMQ (circa un decimo del territorio italiano)

Capitale

CHISINAU (755.140 abitanti nel 2007)

Abitanti

4.320.748

Tasso di crescita della popolazione

-0,079%

Aspettativa di vita

70,8 anni

Composizione etnica

Moldavi(78,2%), Ucraini (8,4%), Russi (5,8%), Gagauzi[3] (4,4%), Bulgari (1,9%), Altri (1,3%)

Religioni praticate

ortodossa (98%) ebraica (1,5%)

Lingue

moldavo[4] (ufficiale);  russo, ucraino

 

CARICHE DELLO STATO

Presidente della Repubblica

 

Mihai GHIMPU (ad interim) (Partito Liberale) dall’11 settembre 2009[5]

 

Presidente del Parlamento

Mihai GHIMPU (Partito Liberale) dal 28 agosto 2009

 

Primo Ministro

 

Vladimir FILAT (Partito Liberale Democratico)dal settembre 2009

Vice Primo Ministro e Ministro degli Affari Esteri

Iurie LEANCA (Partito Liberale Democratico)dal settembre 2009

 

 

SCADENZE ELETTORALI

Elezioni politiche

2013

Elezioni presidenziali

entro 30 giorni a partire dal 10 novembre 2009

Il 10 novembre 2009 è andato a vuoto in Parlamento il nuovo tentativo, il terzo, di eleggere il Presidente della Repubblica. L'unico candidato era il leader del Partito Democratico ed ex Presidente del Parlamento Marian Lupu. I 48 deputati del Partito Comunista, all'opposizione, hanno deciso di non partecipare alla votazione e hanno abbandonato l'aula. Per eleggere il presidente servono almeno 61 voti (sul totale di 101 deputati del parlamento), ma le forze di governo - l'Alleanza per l'integrazione europea - dispongono di soli 53 deputati.

Il leader del Partito dei Comunisti, Vladimir Voronin, del quale e' scaduto il secondo mandato come Presidente, ha detto che la decisione di non partecipare al voto e' stata presa per protesta contro la ''politica antipopolare'' del nuovo governo. I comunisti, ha aggiunto, non intendono appoggiare non solo Lupu ma nessun altro eventuale candidato della coalizione di governo. Obiettivo dei comunisti, ha sottolineato Voronin, e' quello di andare a nuove elezioni per prendersi la rivincita sulla sconfitta subita nel voto del 29 luglio scorso. Se i comunisti boicotteranno la nuova tornata elettorale in programma fra trenta giorni, dovra' essere sciolto il Parlamento, ma nuove elezioni - stando alle modifiche della legge elettorale approvate di recente - potranno tenersi non prima dell'autunno 2010.

I leader dell'Alleanza per l'integrazione europea, la maggioranza politica che ha vinto le ultime politiche in Moldova, sostengono che è necessaria una modifica alla Costituzione per sbloccare lo stallo politico che impedisce di eleggere un presidente della repubblica. In una intervista all'agenzia di stampa Interfax del 16 novembre 2009 Marian Lupu, leader del Partito democratico ha dichiarato: “Gli emendamenti costituzionali sono inevitabili, dal momento che non abbiamo nessuna garanzia di evitare una situazione come quella attuale dopo elezioni anticipate il prossimo anno. Inoltre, abbiamo abbastanza tempo per elaborare le modifiche costituzionali e tenere un referendum. Io penso che debba essere il popolo a decidere".

 

QUADRO POLITICO

 

 

Governo in carica

Il 25 settembre 2009 il leader del Partito Liberal Democratico Vladimir Filat, ha ottenuto la fiducia dal Parlamento ed è quindi il nuovo Primo ministro. A suo favore 53 deputati su 101. L'assemblea ha anche approvato anche la composizione del nuovo governo, formato dai quattro Partiti della nuova maggioranza liberale ''Alleanza per l'integrazione europea'' ovvero Partito Liberale Democratico, Partito Liberale, Partito Democratico e Partito Alleanza "Moldavia Nostra”. Nel suo discorso Filat ha enumerato le priorità del suo governo, tra cui l'integrazione nell'Ue, la soluzione della questione della Transnistria, la creazione dello stato di diritto e la lotta alla crisi. Sulla questione della regione separatista della Transnistria, Filat ha sottolineato la necessità del ritiro delle truppe russe e dell'ingresso di una missione internazionale di osservatori civili.

 

A seguito delle elezioni del 29 luglio 2009 la composizione del Parlamento è la seguente:

 

 

Seggi
luglio  2009

Seggi
aprile 2009

Partito Comunista della Repubblica di Moldova

48

60

Partito Liberale

15

15

Partito Liberal Democratico

18

15

Alleanza Moldova Nostra

7

11

Partito Democratico

13

0[6]

TOTALE

101

101

Fonte: sito internet del Parlamento moldavo.

 

 

 

 

QUADRO ISTITUZIONALE

 

Sistema politico

In base alla Costituzione del 1994 (emendata nel 2000), la Moldova è una Repubblica parlamentare.

 

Presidente della Repubblica

Il Presidente della Repubblica dura in carica quattro anni ed è eletto dal Parlamento (fino al luglio 2000 era eletto a suffragio universale con un sistema a doppio turno, successivamente il Parlamento ha abrogato tale norma costituzionale). Il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio previa consultazione del Parlamento. Il Primo Ministro e il suo governo devono ottenere la fiducia del Parlamento. La fiducia viene espressa anche sul programma. Il Presidente della Repubblica può sciogliere le Camere e può esseresottoposto, a sua volta, a procedura di impeachment (con voto di almeno due terzi dei membri del Parlamento).

Il Presidente della Repubblica è inoltre comandante in capo delle forze armate; promulga le leggi e può chiederne, se in contrasto con la legislazione, il riesame da parte del Parlamento. Può, inoltre, in materia di tratti internazionali, prendere parte ai negoziati e concludere trattati per poi sottoporli alla ratifica del Parlamento.

 

Parlamento

Il Parlamento, unicamerale (Parlamentul), è composto da 101 membri che durano in carica 4 anni. I membri del Parlamento sono eletti sulla base di liste presentate dai Partiti o “blocchi elettorali”. I candidati indipendenti devono essere sostenuti da 2000 firme. Le elezioni avvengono con metodo proporzionale e sbarramento al 5% in base ad una recente modifica della legge elettorale (giugno 2009).

L’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa con un comunicato del 17 giugno 2009 ha espresso apprezzamento sugli emendamenti alla legge elettorale ed in particolare per 'abbassamento dello sbarramento dal 6% al 5% e della percentuale minima di votanti per convalidare il risultati delle elezioni dal 50% più uno al 33% più uno degli iscritti. Tuttavia, ha evidenziato che i problemi relativi alla revisione dei registri elettorali (che non sono aggiorntai) e al voto dei 500mila moldavi residenti all'estero non sono stati affrontati.

Tra Parlamento e governo esiste un rapporto fiduciario. Il Parlamento può presentare una mozione di sfiducia al Governo; la mozione deve essere sostenuta da almeno un quarto dei membri e votata dalla maggioranza.

La Corte Costituzionale, che si compone di 6 giudici in carica per 6 anni, effettua, tra l’altro, il contro di legittimità costituzionale delle leggi e degli atti del Governo.

Si ricorda che nel 2006, la Repubblica di Moldova ha abolito la pena di morte

 

Amministrazione del territorio

32 distretti, 3 municipalità, 1 unità territoriale autonoma (Gaugazia) e 1 unità territoriale (Stinga Nistrului ).

 

 

POLITICA INTERNA

 

Le elezioni per il rinnovo del Parlamento del 5 aprile 2009 hanno riconfermato il Partito Comunista quale prima forza politica del Paese con il 49,48% dei suffragi e 60 seggi parlamentari su 101. Il Partito Liberale ha conquistato il 13,14% dei voti, il partito Liberal-Democratico guidato da Vladimir Filat il 12,43% e l’Alleanza “Moldova Noastra” il 9,77%. Nessuno dei restanti partiti in lizza ha superato la soglia di sbarramento fissata al 6%.  

I moti di protesta del 7 aprile da parte di alcune migliaia di dimostranti, muniti di bandiere romene ed europee, che hanno assaltato le sedi del Parlamento e della Presidenza della Repubblica – bruciando documenti e mobili – ha innescato una profonda crisi politica interna tra Partito comunista e le forze d’opposizione e una dura repressione delle forze dell’ordine, con arresti indiscriminati, nei confronti dei giovani che avevano partecipato ai disordini.

Il riconteggio dei voti, ottenuto dai partiti dell’opposizione, ha confermato i risultati del voto del 5 aprile. Tale risultato è stato convalidato il 22 aprile dalla Corte Costituzionale moldava. Non è stata invece effettuata la verifica delle liste elettorali, richiesta dagli stessi partiti dell’opposizione.

Per quanto concerne la repressione nei confronti dei dimostranti, si sono levate da più parti proteste per gli arresti indiscriminati e per il  trattamento dei detenuti (tra le 129 e le 600 unità). L’Ufficio ONU in Moldova ha constatato numerosi casi di maltrattamenti, di assoluto isolamento, la presenza di condizioni igieniche e detentive particolarmente dure (tre prigionieri sarebbero deceduti), l’assenza di un’adeguata assistenza legale. Il Presidente Voronin ha proposto un’amnistia per le persone coinvolte, ad eccezione di coloro che risultano collegati alla criminalità organizzata.

I disordini del 7 aprile hanno riacceso la tensione con la Romania, la cui bandiera era stata esposta da gruppi di manifestanti inneggianti allo slogan dell’unificazione, dopo la decisione di Voronin di dichiarare persona non grata l’Ambasciatore romeno e di introdurre l’obbligo di visto d’ingresso per i cittadini romeni. Da parte sua, Bucarest ha adottato la decisione di semplificare, accelerandole, le procedure per la concessione della cittadinanza romena ai richiedenti moldavi, che secondo fonti stampa sarebbero tra 650.000 e 1 milione di persone.

Mentre all’indomani delle elezioni l’Unione Europea aveva preso nota delle conclusioni preliminari degli osservatori internazionali che registravano un contesto “sostanzialmente pluralistico” e lo stesso RSUE Mizsei ne aveva dato atto nel suo primo rapporto, dopo i disordini del 7 aprile la Presidenza ceca ha rivolto un appello di moderazione a tutte le forze politiche, sollecitando il rispetto dei valori e dei principi europei. Il 22 aprile il Primo Ministro ceco ha effettuato una visita a Chisinau, sottolineando la necessità di un celere sviluppo del dialogo politico tra le parti, che favorisca il pieno rispetto dei diritti umani e civili. Una visita di Solana ha avuto luogo il 24 aprile, durante la quale è stato confermato l’impegno ad affrontare con spirito positivo il negoziato per un nuovo accordo rafforzato di partenariato e di cooperazione. Da parte moldava è stata convenuta di l'istituzione di una piattaforma per rilanciare il dialogo con i partiti dell'opposizione, così come l'ampliamento dell'assetto della commissione investigativa costituita per indagare sugli eventi del 7 aprile con l'inclusione di organismi internazionali e esponenti dell'opposizione.

Il 12 maggio 2009 l’ex Presidente della Repubblica Voronin, che non può candidarsi ad un terzo mandato presidenziale, è stato eletto con 60 voti (tutto il suo partito) su 101 Presidente del Parlamento. Per l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica il quorum richiesto è di 61 voti. Alle votazioni del 20 maggio e del 3 giugno il quorum non è stato raggiunto. Il candidato comunista, l’uscente Primo ministro Zinaidia Greceanii, ha ottenuto tutti i 60 voti del PC ma l’opposizione, che deteneva i restanti 41 seggi, è rimasta compatta.  Come previsto dalla Costituzione sono quindi state indette nuove elezioni per il 29 luglio. Nel frattempo il Parlamento ha votato la fiducia ad un governo provvisorio guidato dalla Greceanii, che aveva ricevuto l’incarico dal Presidente della Repubblica ad interim Voronin.

La campagna elettorale non ha fatto registrare incidenti. Il principale avvenimento è stata l’uscita dal Partito Comunista dell’ex speaker del Parlamento e leader dell’ala riformista del partito, Marian Lupu, poi candidatosi nelle liste del Partito Democratico Moldavo (che non aveva raggiunto il quorum il 5 aprile), a seguito di contrasti con la corrente “ortodossa” all’interno del PC.

Tale passaggio di campo si è rivelato decisivo per quanto riguarda l’esito delle nuove elezioni: infatti il Partito Comunista ha totalizzato il 44,69% dei consensi, perdendo quasi il 5% rispetto ad aprile, mentre il PD di Lupu ha conseguito una grande vittoria, passando dal 2,97% al 12,54%. In aumento di consensi anche il Partito Liberal-Democratico (16,57%) e il Partito Liberale (14,68%),  mentre l’Alleanza “Moldova Nostra” ha fatto registrare un regresso (7,35%).

Alla luce di tali dati, il PC si è aggiudicato 48 dei 101 seggi in Parlamento (-12 rispetto al 5 aprile); il PLD 17 (+2); il PL 15 (=), il PD di Lupu 13 (+13) e “Moldova Nostra” 8 (-3). Nessun altro partito ha raggiunto il quorum, pur diminuito al 5% rispetto ad aprile. Le elezioni sono state giudicate sufficientemente “free and fair” dalle missioni di osservazione internazionale, anche se sono state rilevate varie carenze organizzative e di approccio alla materia elettorale.

I partiti non comunisti hanno da subito escluso la possibilità di allearsi con i comunisti e, benché eterogenei, si sono riuniti nella coalizione “Alleanza per l’Integrazione Europea” (AIE). Essi hanno come pressoché unico collante la comune posizione anticomunista: è arduo quindi valutarne la stabilità nel lungo periodo. AIE ha tra l’altro una maggioranza parlamentare piuttosto ridotta (53 deputati contro 48), non quindi sufficiente per eleggere il Presidente della Repubblica (il quorum è di 61). L’elezione del Presidente richiede dunque un, al momento poco probabile, accordo con il Partito Comunista. Mosca sta però premendo sui suoi alleati comunisti perché accettino un accordo. Nuove elezioni potrebbero infatti portare ad un Parlamento ancora meno gradito ai russi.

Un primo tentativo di eleggere il Presidente (10 novembre 2009) è fallito. Nel caso anche il secondo voto desse esito negativo il paese tornerà alle urne nell’estate 2010 (il Parlamento, con i voti contrari dei comunisti, ha deliberato che, in caso di mancata elezione del Presidente, il paese può tornare al voto solo ad almeno un anno di distanza dalle elezioni precedenti).

Il nuovo Parlamento è ad ogni modo riuscito ad eleggere come suo Presidente il liberale Mihai Ghimpu, che – come Capo dello Stato ad interim - ha successivamente incaricato il leader liberaldemocratico Vladimir Filat di formare un nuovo esecutivo, formato dalle quattro forze politiche che aderiscono all’AIE.

Da rilevare le reazioni positive della Romania all’esito delle elezioni di luglio: il Ministro degli esteri romeno Diaconescu ha infatti dichiarato che esse sono state “un passo enorme per il futuro europeo” del Paese, che Bucarest sostiene con forza. Da parte sua Chisinau il 19 settembre ha rimosso l’obbligo di visto per i cittadini romeni.

 

POLITICA ESTERA

 

La posizione geografica al confine tra i mondi slavo e latino, la composizione etno-linguistica, i 50 anni di appartenenza all’URSS e la complessa questione della Transnistria inducono la Moldova a seguire una politica di equilibrio fra l’aspirazione europea ed il mantenimento di forti legami con lo spazio politico ed economico ex-sovietico.

La Russia, da cui la Moldova dipende interamente per le forniture energetiche,  rappresenta il primo mercato di sbocco delle esportazioni agro-alimentari moldove. Prioritario per il Governo moldavo in questi ultimi mesi è stato il superamento – parzialmente in corso – delle restrizioni imposte dal 2006 da parte russa alle importazioni di vino moldavo, anche in connessione con il perdurare del contrasto tra Mosca e Chisinau sulla questione transnistriana.

La Russia sta spingendo il Partito Comunista moldavo, da sempre legato a Mosca, a collaborare con l’attuale coalizione di governo per giungere ad un accordo sulla nomina del nuovo Presidente della Repubblica. Mosca teme infatti che l’eventuale nuovo ricorso al voto, nel caso non si riuscisse ad eleggere il Presidente, potrebbe portare ad uno scenario politico ancora più sfavorevole per i propri interessi. Mosca nel contempo attribuisce ad esigenze di politica interna alcune dichiarazioni antirusse e filoeuropee di membri dell’attuale governo. I russi ritengono infatti che Chisinau sia chiaramente consapevole del ruolo politico ed economico  di Mosca nella regione e per lo stesso Paese, che dipende totalmente dalla Russia dal punto di vista energetico.

La regione della Transnistria si è dichiarata indipendente nel 1990, con il nome di “Repubblica Moldova del Dnestr”, senza che la sua sovranità sia mai stata riconosciuta a livello internazionale. Le tensioni crebbero, fino a sfociare nel 1992 in un conflitto aperto, conclusosi con l'interposizione delle truppe della XIV armata sovietica. Sono tuttora presenti 500 militari russi in missione di peacekeeping per conto della Comunità degli Stati Indipendenti, oltre ad altri 800 militari appartenenti alla ex XIV Armata a custodia d’importanti depositi di materiale d’armamento (prevalentemente munizioni). Il 17 settembre 2006, si è svolto un referendum sullo status dell’area, il cui risultato favorevole non ha peraltro ricevuto alcun riconoscimento dalla comunità internazionale. Analoga reazione internazionale hanno suscitato le elezioni del 10 dicembre, vinte dal “Presidente” Smirnov con l’80% dei suffragi.

Il futuro status della Transnistria, le garanzie relative alla neutralità del Paese, il ritiro delle truppe russe, così come la tutela delle minoranze russe (circa il 30% della popolazione transnistriana) e i diritti di proprietà acquisiti da parte russa sono oggetto di un negoziato che dal 2005 si svolge in formato 5 + 2 (Chisinau, Tiraspol, OSCE, Ucraina e Russia + UE ed USA in veste di osservatori). Nel 2007 sono stati riattivati contatti diretti tra Chisinau e Mosca e sono riprese – seppure parzialmente – le esportazione di vino moldavo verso la CSI.

I numerosi contatti bilaterali avuti negli ultimi mesi dalla dirigenza moldava con Mosca non hanno tuttavia fatto registrare progressi sostanziali. In tale contesto, il Presidente Voronin ha proposto alle Autorità di Tiraspol di avviare alcune confidence building measures in specifici settori. Tali proposte sono state al centro dell’incontro avuto l’11 aprile 2008 tra Voronin ed il leader transnistriano Smirnov, che ha consentito di ristabilire un dialogo diretto interrotto dal 2001. Dopo una breve interruzione dei contatti da parte di Tiraspol in connessione con la crisi georgiana sono ripresi gli incontri a livello tecnico per la messa in opera di gruppi di lavoro nel settore del commercio, dell’assistenza umanitaria, delle infrastrutture, della salute e dell’agricoltura. Alla vigilia delle elezioni, si è svolto a Mosca, il 18 marzo 2008, un nuovo incontro tra Voronin ed il leader transnistriano Smirnov alla presenza del Presidente Medvedev. Al termine del colloquio è stata firmata dalle parti una dichiarazione congiunta che prevede: impegno delle parti a continuare i colloqui diretti ed a facilitare i gruppi di lavoro sulle misure di reciproca fiducia, conferma dell’importanza del formato 5+2 come forum permanente di discussione ed impegno a riprendere i colloqui nella prima parte del 2009, riconoscimento delle funzioni di stabilizzazione dell’attuale contingente di pace e ipotesi che in futuro l’operazione si svolga sotto l’egida dell’OSCE, ringraziamento alla Russia per il suo ruolo di mediatore.

Il negoziato sulla Transnistria nel formato 5 + 2 è attualmente fermo nonostante le ricorrenti voci di una possibile intesa tra le parti con l’intermediazione della Russia. Può leggersi in filigrana una potenziale soluzione per cui la Moldova garantisce a Mosca uno status di neutralità - non adesione alla NATO - in cambio di assetti che assicurino l’integrità territoriale del Paese nonché la possibilità di un percorso verso l’Unione Europea. Il nuovo Governo moldavo ha dichiarato di mantenere l’impegno sulla neutralità del Paese sancito dalla Costituzione, ma chiede in tale ambito la demilitarizzazione della Transnistria.

Il CAGRE del 16 giugno 2009 ha confermato l’impegno dell’UE a contribuire nell’ambito del negoziato 5+2 alla soluzione della questione della Transnistria, anche tramite l’incentivazione delle attività di confidence building in alcuni settori strategici di comune interesse moldavo e transnistriano.

La tematica transnistriana non appare comunque al momento oggetto di scontro fra le parti politiche moldave.

La questione transnistriana ha importanti riflessi anche per quanto riguarda i rapporti con l’Ucraina. Il 30 dicembre 2005 i Primi Ministri ucraino e moldavo hanno convenuto una collaborazione nel settore doganale in base alla quale possono essere esportate dalla Transnistria solo le merci delle imprese che si registreranno regolarmente in Moldova. Tale intesa è entrata in vigore, dopo vari rinvii, il 3 marzo 2006. Ad oggi la situazione si è normalizzata avendo le Autorità della Transnistria deciso di non frapporre ostacoli alle imprese che, in numero crescente e nonostante il periodico riaccendersi di dispute procedurali - si sono registrate in Moldova.

I rapporti con la vicina Romania, caratterizzati da periodiche incomprensioni[7], avevano registrato negli ultimi mesi un sostanziale miglioramento che si traduce in particolare in un rinnovato impegno di Bucarest a sostegno del processo di avvicinamento della Moldova all’Unione Europea. Tali progressi sono apparsi temporaneamente vanificati dalle reciproche accuse a seguito dei disordini del 7 aprile, peraltro superate con il nuovo Governo moldavo (cfr. Politica interna).

Iniziativa Centro Europea (InCE). Alla riunione dei Ministri degli Esteri di Bucarest (12 novembre 2009), il Ministro moldavo Leanca ha ribadito il ruolo di ponte che il suo Paese assegna all’InCE nel favorire l’avvicinamento della Moldova all’Unione Europea. Tra le aspirazioni della Moldova, Leanca ha fatto particolare riferimento ad un rafforzamento della cooperazione su specifici progetti in sede InCE e alle aspettative di liberalizzazione dei visti. Tali priorità sono state riprese nel documento finale approvato dai capi di Governo InCE il 13 novembre 2009.

Le relazioni della Moldova con la NATO si fondano sulla partecipazione al programma Partnership for Peace, avvenuto nel marzo 1994 (periodo in cui vi sono entrati tutti gli Stati ex-sovietici). Questo ha tra l’altro aperto la strada a diverse cooperazioni settoriali, quale per esempio il NATO/PfP Trust Fund Mechanism, per la distruzione di mine anti-uomo e munizioni ed in generale le riforme del settore della difesa. Dal 1997, anno della sua fondazione, siede nell’Euro-Atlantic Partnership Council (EAPC).

Riforma del Consiglio di Sicurezza ONU. La Moldova - paese tradizionalmente sensibile alle pressioni di Berlino - si è espressa in passato a favore dell’assegnazione di nuovi seggi permanenti alla Germania e al Giappone. Chisinau inoltre – in linea con la posizione degli altri Paesi del Gruppo EUREST – appoggia l’attribuzione di un seggio non permanente aggiuntivo per l’Europa dell’Est.

L’Ambasciatore moldavo ha partecipato alla riunione ministeriale sul processo di riforma del Consiglio di sicurezza ONU, che si è svolta a Roma, su iniziativa italiana, il 5 febbraio 2009.

Nel corso del Dibattito Generale tenutosi in occasione della 64ma sessione dell’Assemblea Generale ONU, il Rappresentante Permanente moldavo ha ribadito il sostegno del proprio Paese ad un aumento dei membri permanenti.

Per quanto riguarda la candidatura italiana al Consiglio di Sicurezza ONU, si osserva che ad oggi non sono state ancora raccolte indicazioni in merito all’orientamento moldavo nei confronti della candidatura italiana.

Per quanto riguarda la candidatura italiana al Consiglio Diritti Umani presentata dall’Italia il 12 maggio 2009 (le elezioni avranno luogo nel maggio del 2011 per un mandato 2011-2014), si evidenzia che l’attuale mandato dell’Italia verrà a scadere nel giugno 2010 e che il nostro paese non cerca una immediata rielezione, bensì aspira a tornare a far parte del Consiglio dopo un anno di intervallo. La Moldova ha sostenuto la nostra candidatura al Consiglio Diritti Umani nel 2007, mentre non ha ancora reso noto se sosterrà la nostra nuova candidatura.

 

 

RELAZIONI CON L’UNIONE EUROPEA

 

I rapporti fra la Moldova e l’Unione Europea sono attualmente regolati dall’Accordo di Partenariato e Cooperazione (APC), firmato nel novembre 1994 ed entrato in vigore nel luglio 1998.

Nel maggio 2004 la Moldova è divenuta uno dei destinatari dell’iniziativa in ambito UE, Wider Europe - Neighbourhood: A New Framework for Relations with our Eastern and Southern Neighbours (“ENPI”)[8], nel cui quadro è stato adottato un Piano d’Azione Repubblica di Moldova-UE.

Nell’ottobre 2008, il CAGRE ha confermato il sostegno al rafforzamento delle relazioniUE-Moldova nell’ambito della Politica europea di Vicinato (PEV). La Commissione ha presentato le direttive negoziali per un nuovo Accordo rafforzato UE/ Moldova. E’ stata inoltre confermata la disponibilità della UE a contribuire alla soluzione del conflitto trasnistriano, tramite un suo maggiore coinvolgimento nel negoziato in formato “5+2” ed un concreto sostegno alle attività volte a costruire la fiducia. La Moldova è inoltre tra i destinatari dell’iniziativa del Partenariato Orientale, rispetto al quale le reazioni da parte moldava è stata sinora improntata a grande prudenza per timore di possibili ricadute negative dell’iniziativa sui rapporti con la Russia, e in quanto intende il PO come tappa intermedia verso la progressiva integrazione nella UE, e non come un’alternativa all’adesione.

Il 1 gennaio 2008 sono entrati in vigore un accordo UE/Moldova sul regime di facilitazione dei visti e un accordo di riammissione, così come un nuovo regime commerciale preferenziale (ATP). Il 5 giugno 2008, l’Unione Europea e la Repubblica di Moldova hanno firmato una Dichiarazione sulla Mobility Partnership che, pur non costituendo un impegno giuridicamente vincolante, costituisce un primo concreto strumento per una migliore gestione della politica migratoria comunitaria.

La troika speciale del 16 ottobre 2009 ha formalmente lanciato i negoziati per il nuovo Accordo UE/Moldova, previsto dal volet bilaterale del Partenariato Orientale. Il nuovo governo di Chisinau, dichiaratamente europeista, auspica un rapido avvio dei negoziati, già in gennaio, in vista di un Accordo che preveda la creazione di un'area rafforzata di libero scambio (DCFTA), che contenga un riferimento esplicito alla prospettiva europea della Moldova, sul modello di quello negoziato dalla UE con l’Ucraina, e preveda un linguaggio avanzato in materia di liberalizzazione dei visti.

Da ultimo, l’ormai prossimo varo del programma di finanziamento triennale da parte del FMI, precondizione per la concessione di assistenza macro-finanziaria anche da parte della Commissione, sembra confermare l’avvio di una fase particolarmente promettente per rafforzare le relazioni tra UE e Moldova.

Nell’ambito della cooperazione transfrontaliera, nel giugno 2005 Moldova e Ucraina hanno chiesto l’assistenza dell’UE per l’attivazione di una missione di confine tra i due Paesi, con l’obiettivo di aumentare la cooperazione di confine in materia doganale e di sicurezza delle frontiere. La missione EUBAM (European Union Border Assistance Mission to Moldova and Ukraine) è iniziata il 30 novembre 2005 e ha sino ad oggi assicurato buoni risultati sia a livello doganale sia a livello politico. Il Governo moldavo ha chiesto nel novembre scorso il prolungamento per altri due anni.

 


 

QUADRO ECONOMICO

 

 

 

PRINCIPALI INDICATORI ECONOMICI 2008

 

PIL a parità di potere di acquisto

6,2 miliardi di dollari USA

PIL pro capite

2.879 dollari USA

Tasso di crescita PIL

7,2%

Inflazione

12,8%

Disoccupazione

1,5% (circa il 25% della forza lavoro moldava è impiegata all’estero)

Debito estero

4,1 miliardi di dollari USA

Fonti: Economist intellingence Unit, Country report, May 2009

 

La Moldova è il paese più povero d'Europa. Il 48,5% della popolazione è "cronicamente povera" e il 25% vive sotto il livello di sussistenza di USD 35 al mese. Particolarmente difficile è la situazione nelle campagne dove vive la maggioranza della popolazione.

L’economia moldava, in larga parte legata alla produzione agricola e alle attività di trasformazione ad essa collegate, è stata severamente colpita dal crollo del sistema centralizzato sovietico. Nel 2000 è iniziato un nuovo ciclo di crescitache ha determinato per un certo numero di anni un incremento annuo costante del PIL (+7,4% nel 2004 e +7,1% nel 2005).

A seguito del blocco russo sulle importazioni agricole dalla Moldova, misura presa in connessione alla questione transnistriana, e a seguito della grave siccità che ha colpito il Paese nell’estate 2007, si è registrato un rallentamento della crescita (+4,8% nel 2006 e +3% nel 2007). Nel 2008 il PIL ha ricominciato a crescere a ritmi sostenuti, attestandosi al +7,2%.[9]

La crescita del PIL è stata in gran parte sostenuta dalle rimesse degli emigranti moldovi che costituiscono circa un terzo del PIL.

Per quanto riguarda il salario medio reale nei primi dieci mesi del 2008 esso si è attestato sui 2.475 lei mensili (233 USD) con un incremento del 9% rispetto allo stesso periodo del 2007[10].

E’ tuttavia gravissimo l’impatto sull’economia moldava della crisi economica internazionale. Anche se in una prima fase le turbolenze finanziarie sui mercati internazionali hannoavuto un effetto alquanto limitato sulla Moldova, data la scarsa integrazione del sistema bancario e finanziario locale nei mercati internazionali, successivamente la progressiva propagazione della crisi dal settore finanziario all’economia reale, ha inciso notevolmente sul sistema economico locale per via della riduzione delle esportazioni a causa del calo dei consumi nei Paesi oggetto dell’export moldavo, della contrazione degli aiuti internazionali e dei flussi d’investimento. Forte preoccupazione suscita inoltre la contrazione delle rimesse degli emigrati (-27% nei primi due mesi del 2009). Le previsioni di crescita per l’intero 2009 prevedono un -3% con un gap fra il 2008 ed il 2009 superiore a 10 punti percentuali di PIL .

La difficile congiuntura economica si innesta inoltre su alcune criticità preesistenti di tipo sia economico che politico. Sotto il profilo economico appare di particolare gravità la crisi del settore agricolo ed in particolare di quello vinicolo fortemente pregiudicato dalle limitazioni alle importazioni di vino  (il principale prodotto agricolo del Paese) disposte da Mosca dalla fine 2006 in connessione con la questione transnistriana e ancora parzialmente in vigore (quasi il 50% dell’export moldavo destinato quasi esclusivamente ai Paesi della CSI). Ulteriori fattori critici sono la totale dipendenza da forniture energetiche che transitano dall’Ucraina e la concentrazione delle principali industrie nella zona “secessionista” della Transnistria. Inoltre l’incertezza della situazione politica e la debolezza dell’esecutivo non agevolano la rapida adozione da parte del Governo di una strategia anti-crisi atta a far fronte ai problemi incontrati dalle imprese e dalle famiglie con il risultato di un deterioramento generalizzato della situazione.

La situazione economica rischia inoltre di ostacolare le riforme strutturali avviate dal Governo, d’intesa con il FMI. In proposito lo scorso autunno la Banca Nazionale moldava ha abbandonato la politica monetaria restrittiva adottata sino al settembre 2008 per assumere misure mirate alla svalutazione della valuta nazionale, il Leu, per favorire le esportazioni ed aumentare il valore delle rimesse dall’estero. Il Governo, al termine delle elezioni, ha tuttavia annunciato come all’esito del processo di stabilizzazione politica post-elettorale sia probabile il ricorso all’assistenza finanziaria del FMI (con il quale è stato recentemente firmato un preaccordo), accompagnata da misure di politica fiscale restrittiva.

 

Commercio internazionale e investimenti esteri diretti

Nel 2007 la bilancia commerciale ha registrato un deficit pari a 2.316 milioni di dollari (oltre il 50% in più rispetto allo stesso periodo del 2006), con esportazioni pari a 1.361 milioni di dollari (ca.+28%, di cui metà verso i Paesi UE) e importazioni pari a 3.677 milioni di dollari (ca. +37%, di cui il 45% da Paesi UE). La situazione è drasticamente peggiorata nel 2008 a seguito della crisi economica internazionale: a fronte di 1.646 di dollari di esportazioni e 4.870 mln di dollari di importazioni il deficit commerciale ha raggiunto circa 3.223,4 mln di dollari.   Per il biennio 2009-2010 si prevede che la riduzione delle rimesse degli emigranti dovrebbe determinare una riduzione della domanda interna e quindi delle importazioni cui seguirà una diminuzione del deficit delle partite correnti che dovrebbe attestarsi intorno al 10,3%. Tali stime trovano conferma nei dati relativi ai primi due mesi del 2009 che hanno visto un crollo del commercio di beni pari al -19,1% per le esportazioni ed al -27% per le importazioni.

 

Fra i primi 10 acquirenti (di cui 5 fanno parte dell’UE) della Moldova è possibile individuare la Romania con una quota del 21% del totale, la Russia (20,3%), l’Italia (11,2%), Ucraina (8,6%), Bielorussia (6,2%), Germania (5,1%), Polonia (3,2%), Kazachistan (2,8%), Gran Bretagna (2,5%) e, infine la Turchia (2,1%). Verso i suddetti 10 paesi è diretto l’83% dell’export moldavo. D’altro canto fra i primi 10 paesi fornitori che rappresentano il 77% delle imprese moldave si trovano l’Ucraina con una quota del 16,7% rispetto al totale, la Russia (13,1%), la Romania (12,8%), la Germania (7,5%), l’Italia (6,6%), la Cina (5,9%), la Turchia (4,9%), la Bielorussia (4,7%), la Polonia (2,4%) e la Francia (2,4%). (dati ICE)

In termini di IDE fra i primi 10 investitori a fine 2008 considerando il capitale investito troviamo l’Olanda con una quota pari al 20,7% rispetto al totale, l’Italia (11,5%), Cipro (11,4%), la Russia (9,1%), la Spagna (6,3%), la Germania (5,5%), la Gran Bretagna (4,2%) , la Francia (4,1%), la Romania (3,9%) e gli USA (3,7%) (ICE, Moldova- Congiuntura Economica giugno 2008, settembre 2008).

L’Italia è dunque fra i principali investitori grazie al sensibile aumento della propria presenza nel triennio 2005-2007. L’Italia inoltre si colloca al  2° posto per numero di aziende operative (oltre 700, comprese quelle a capitale misto).

L'incremento degli IDE in Moldova  è avvenuto a seguito del programma di privatizzazione elaborato dal Governo moldavo che ha messo in vendita 83 società di proprietà dello Stato. Il flusso di IDE in ingresso nel Paese, ed il processo di privatizzazione dovrebbero però subire un considerevole rallentamento, attesa la difficoltà per gli investitori stranieri di reperire i fondi necessari in questa particolare congiuntura crisi.

 

Politica economica

La Moldova sta da tempo compiendo sforzi per favorire l’adeguamento agli standard europei. Al riguardo va menzionata l’approvazione nel 2006 della “Strategia di attrazione degli investimenti e di promozione delle esportazioni per il periodo 2006-2015”, che prevede, tra i vari obiettivi, la creazione di regioni economiche speciali. Inoltre e’ prevista, conformemente alla Legge N° 111 – XVI del 27.04.07 sulle “modifiche ed integrazioni ad alcuni atti legislativi”, la riduzione allo “0”% dell’aliquota di imposta sul reddito per le persone giuridiche a decorrere dal 1° gennaio 2008.

Nel corso del 2008, la Moldova ha poi adottato una nuova legge sui mutui e le garanzie ipotecarie, elaborata e redatta con l’ausilio della Banca per la Ricostruzione e lo Sviluppo in Europa, che semplifica e consolida la previgente legislazione moldava nella materia. La legge individua i requisiti e le migliori pratiche cui devono attenersi i fornitori di garanzie sul mercato primario e stabilisce i tipi di proprietà che possono essere oggetto di ipoteca. La legge fissa anche i principi fondamentali in materia di finanziamento e cartolarizzazione delle ipoteche sul mercato secondario, anche se la Moldova è ben lontana dal presentare un mercato maturo dal punto di vista finanziario.

Il nuovo Governo dovrà, a causa della crisi, affrontare il problema della revisione del bilancio programmato per il 2009. Infatti, è molto probabile che i ricavi assicurati dall’IVA, la fonte principale di entrata per lo Stato moldavo, declinino seriamente ben al disotto dei target preventivati. Una priorità del Governo è  quella di negoziare, non senza alcune criticità, un nuovo accordo (per il quale è stata raggiunta in ottobre 2009 un’intesa preliminare) con il FMI per un programma di finanziamento triennale del valore complessivo di 590 milioni di dollari USA. Il Primo Ministro moldavo Vladimir Filat ha precisato che 295 milioni di dollari saranno utilizzati per colmare l’attuale deficit di bilancio mentre una somma di pari importo sarà versata alla Banca Nazionale al fine di stabilizzare il livello delle riserve.

La Banca Nazionale moldava ha tradizionalmente svolto un ruolo importante nella lotta all’inflazione, che nel 2007 e nel 2008 si è attestata rispettivamente al 12,3 ed al 12,8%. Con la rapida caduta del tasso, determinata dalla crisi economica (7,3% al dicembre del 2008 con previsione in calo sino all’1% nel 2009), la BN, al fine di sostenere l’economia locale, le esportazioni e la moneta, ha tagliato il tasso d’interesse per ben cinque volte fra il settembre 2008 ed il febbraio 2009, dal 12,5% all’11% e ha ridotto sensibilmente i requisiti patrimoniali per le banche.

 

RAPPORTI CON LE ISTITUZIONI FINANZIARIE INTERNAZIONALI

 

Fondo Monetario Internazionale

Membro dall’agosto 1992

Quota nel FMI: SDR 123,20 milioni[11], pari allo 0,06% sul totale del Fondo; Rappresentato nel Consiglio Esecutivo dall’Olanda; Accordo con il FMI: accordo di PRGF per un ammontare di SDR 110,88 (ca. USD 163 milioni).

Debito in essere al 30.09.2008: SDR 109,88 milioni

 

Un accordo di 'Poverty Reduction and Growth Facility' (PRGF) è stato firmato il 5 maggio 2006 (sarà in vigore fino a maggio 2009) ed è dotato di un pacchetto di assistenza finanziaria pari a SDR 110,88 milioni. Il 10 luglio 2008, il FMI ha approvato, tramite procedura semplificata (ovvero senza discussione formale) la 4a revisione dell’accordo di PRGF. A seguito dell’approvazione di tale revisione, le risorse messe, complessivamente, a disposizione delle Autorità moldave ammontano a SDR 88 milioni (ca. USD 143 milioni).

Dopo la periodica analisi della politica macro-economica della Moldova, ex art. IV dell'Accordo di adesione, del marzo 2008, nell’ottobre 2008 ha avuto luogo la review prevista dal PRGF, ma la situazione economica, nel frattempo, è fortemente cambiata. All’epoca della riunione l’alto tasso di inflazione era la principale sfida da affrontare, ma successivamente l’inflazione è diminuita notevolmente. Il FMI aveva inoltre ritenuto che il miglioramento dei raccolti per il 2008 avrebbe determinato una accelerazione ed un estremo miglioramento della crescita. Tuttavia, il successivo crollo delle rimesse degli emigrati moldovi ha determinato una forte caduta della domanda interna e del PIL moldavo.

 Il nuovo Governo, a seguito della caduta delle entrate fiscali nel 2009 a causa della crisi economica, intende chiedere al FMI la negoziazione e la firma di un nuovo accordo (in proposito è stata raggiunta in ottobre 2009 un’intesa preliminare), al fine di ottenere la disponibilità di liquidità necessaria a far fronte alle spese correnti ed agli investimenti necessari senza provocare tensioni sociali. Il FMI è stato in passato molto critico riguardo ai forti stanziamenti di budget realizzati dal Governo per sostenere il sistema scolastico in piccolo centri poco popolati, ma è stato generalmente favorevole alla politica fiscale adottata dall’esecutivo; la posizione del FMI dipenderà molto dalle politiche che il Governo adotterà a seguito della stabilizzazione della situazione politica dopo le elezioni dell’aprile 2009.

 

Banca Mondiale

La Moldova ha aderito alla Banca Mondiale (BM) nel 1992 ed all’“International Development Association” (IDA)[12] nel 1994.

Nel dicembre del 2004, la BM ha adottato la “Country Strategy Assistance” (CAS)[13] per il periodo 2005-2008, la quale prevede un’assistenza finanziaria verso il Paese oscillante fra 90 e 137 milioni di USD. La CAS ha fatto proprie le priorità indicate nell’“Economic Growth and Poverty Reduction Strategy Paper” redatto dalle Autorità del paese. Il principale obiettivo della CAS consiste nell’assistere la Moldova a ridurre il tasso di povertà (il più elevato in Europa) attraverso l’adozione di misure adeguate a promuovere la stabilità economica, la crescita e la creazione di nuovo impiego, la promozione dell’accesso ai servizi sociali, il miglioramento della gestione del settore pubblico e la lotta alla corruzione.

Il 20 marzo 2008 il Consiglio Esecutivo della BM ha approvato il nuovo 'Economic Growth and Poverty Reduction Strategy Paper' della Moldova. Le principali priorità identificate nel documento sono la crescita economica, il consolidamento istituzionale, lo sviluppo umano e sociale. Particolare considerazione e' rivolta all'adozione di riforme mirate a consolidare la 'governance' pubblica (con riferimento soprattutto alla pubblica amministrazione e al settore della giustizia), migliorare la competitività ed il clima economico (per favorire l'attrazione di investimenti esteri), ridurre il peso dello Stato in economia ed ammodernare il comparto infrastrutturale.

 

SACE

L’atteggiamento assicurativo si configura come segue: il Paese è posto in 7^ categoria di rischio (su sette), chiusura per il rischio sovrano, in ragione dei limiti all’indebitamento previsti dal FMI, ed in condizione di apertura per i rischi bancario e corporate.Per il rischio privato è previsto l’esame caso per caso.I principali rischi sono legati ai rapporti economici e politici sempre più difficili con la Russia e alla soluzione della questione della Transnistria, che appare lontana da essere risolta.

Sace non ha al momento garanzie deliberate verso la Moldova. Al 30 maggio 2008 l’esposizione SACE ammontava a 244.511 Euro, esclusivamente per indennizzi erogati da recuperare  (rischio politico, ristrutturati).

 

BANCA EUROPEA PER LA RICOSTRUZIONE E LO SVILUPPO

La Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo, nell’ambito del Moldovan Microlending Programme (MMP), fornirà assistenza tecnica a banche private locali selezionate, al fine di sviluppare e rafforzare le capacità di fornire piccoli prestiti. Il MMP si concentrerà sulla formazione dei funzionari addetti al credito, sullo sviluppo e l’introduzione di prodotti creditizi specializzati per le piccole imprese, sull’implementazione di strumenti e procedure di monitoraggio, incluso l’auditing interno. Gli esperti coinvolti nel programma affiancheranno le banche locali nella creazione di sportelli dedicati al credito alle piccole imprese, selezionando e formando i funzionari e supervisionando le attività di credito. Il MMP intende coprire più regioni possibili della Moldova ed opererà, come minimo, in almeno cinque regioni (inclusa Chisinau) entro il termine dei due anni di impegno previsto.

Al primo gennaio 2007 risultano approvati dalla BERS 45 progetti per un ammontare complessivo di 190 milioni di euro. Ciò ha permesso di generare un flusso addizionale per il finanziamento dei progetti di 112 milioni di euro da altre fonti. Il 67% degli investimenti è indirizzato al settore privato.

 

 

ALTRE AGENZIE DI CREDITO

Club di Parigi

La Moldova ha fatto ricorso una sola volta al Club di Parigi. Con l’Intesa multilaterale, conclusa il 12 maggio 2006, è stato concesso un trattamento (ai c.d. “termini Houston”) del debito di circa USD 151 milioni.

L’Italia vantava solo crediti c.d. “de minimis”, per i quali – secondo le regole del Club di Parigi – è previsto il pagamento immediato. Tuttavia, in base ad un’apposita clausola contenuta nell’Intesa multilaterale, l’Italia ha accettato la richiesta moldava di dilazionare il rimborso su quattro anni.

Con l’Accordo bilaterale, firmato il 30 ottobre 2006, è stato quindi ristrutturato il debito moldavo pari a Euro 749.296,63 (circa USD 953.929,54), interamente derivante da crediti commerciali.

 

DEBITO ESTERO E DEBITO CON L’ITALIA

A fine 2007, secondo i dati del FMI, il debito estero pubblico complessivo era stimato intorno a USD 920 milioni, di cui USD 279 milioni circa nei confronti dei creditori membri del Club di Parigi.

Il debito verso l’Italia ammonta, come sopra indicato, a circa USD 245.000, interamente ristrutturato con l’Accordo bilaterale del 30.10.2006, il cui rimborso terminerà a novembre 2009.

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Rapporti bilaterali Italia-Moldova

 


RAPPORTI BILATERALI[14]

 

Il Governo scaturito dalle elezioni del 29 luglio scorso, il primo non a conduzione comunista dal 2001, intende perseguire una decisa politica di avvicinamento all’Europa con il progressivo adeguamento a tutti i livelli degli standard locali a quelli dell’Unione, e guarda all’Italia quale partner di primario rilievo politico ed economico.

Alcune misure riformatrici in direzione di una maggiore liberalizzazione dell’economia sono già state assunte, soprattutto con l’eliminazione della necessità di varie autorizzazioni governative; è però necessario che il nuovo Governo prosegua senza incertezze su questa strada, mostrando al tempo stesso con i fatti di non voler cedere a qualsiasi tentazione di “vendetta politica” nei confronti dei predecessori.

Il Primo Ministro Filat, in concomitanza con la conclusione in ottobre di uno staff agreement con il FMI, ha chiesto ai principali Paesi UE, compresa l’Italia, un aiuto finanziario bilaterale ai fini del superamento della grave crisi di bilancio. Al di là di tale circostanza, peraltro, la visita di Leanca rappresenta l’occasione per ribadire il sostegno politico italiano al percorso intrapreso dalla Moldova, anche ai fini del negoziato per un nuovo accordo quadro con l’Unione Europea. In tale prospettiva, l’Italia appoggia la nuova strategia europea del Partenariato Orientale, che – anche in ragione della crescente presenza della nostra imprenditoria nel Paese e degli importanti rapporti in campo migratorio – si intende arricchire di contenuti bilaterali.

 

Relazioni Politiche

Le relazioni tra Italia e Moldova sono caratterizzate da una comunanza di interessi strategici, ruotanti intorno alla stabilizzazione del quadrante sud-orientale del continente europeo. Da parte moldava si nutrono vive aspettative per il ruolo che l’Italia può svolgere nel sostenere il processo di avvicinamento del Paese all’UE.

L’apertura dell’Ambasciata d’Italia a Chisinau – inaugurata dal Ministro Frattini il 24 novembre 2008 - è stata quindi accolta con grande soddisfazione dalle Autorità moldove. Essa rappresenta la conferma della crescente attenzione che da parte italiana si riserva allo sviluppo di stretti rapporti politici ed economici con la Moldova, anche in considerazione dell’ampia comunità di cittadini moldovi residenti in Italia (stimata in oltre 150.000 persone).

Nell’ultimo periodo numerose sono state le occasioni d’incontro ad alto livello: il 7 dicembre 2006 il Vice Primo Ministro e Ministro degli Esteri Stratan ha compiuto una visita a Roma (la prima dopo circa quattro anni) durante la quale sono stati firmati alcuni accordi di collaborazione nel settore della difesa, del riconoscimento delle sentenze civili e del turismo. Dopo la visita il 15-17 dicembre 2006 dell’allora Vice Ministro dell'Interno, Minniti, si è svolta il 17-19 aprile 2007 una missione del Sottosegretario al Commercio Internazionale, Budin. Il 25-26 luglio, il Sottosegretario per lo Sviluppo Economico Stradiotto ha guidato una missione organizzata in collaborazione con le Camere di Commercio di Padova e di Rieti. Il 20 settembre 2007, il Vice Ministro degli Esteri e per l’Integrazione Europea, Ostalep, ha incontrato l’allora Sottosegretario agli Affari Esteri Crucianelli. La visita effettuata dall’allora Ministro D’Alema a Chisinau il 9 gennaio 2008 –  la prima di un Ministro degli Esteri italiano – e la Dichiarazione Congiunta firmata nell’occasione hanno confermato il sostegno dell’Italia al processo di riforme intrapreso dal Governo moldavo, che si intende realizzare anche tramite concrete iniziative di assistenza tecnica e formazione. Il Vice Ministro degli Esteri Ostalep ha incontrato il 30 settembre 2008 a Chisinau il Sottosegretario Mantica.

Il 19 maggio 2009 il Vice Ministro per il commercio Estero Urso ha guidato una visita di imprenditori e nell’occasione ha incontrato Il Primo Vice Primo Ministro e Ministro dell’Economia Igor Dodon ed il Ministro dell’Agricoltura Anatolie Gorodenco.

Il 23 e 24 novembre 2009 il nuovo Ministro degli Esteri, Iurie Leanca, si recherà in visita a Roma.

 

Relazioni economiche, finanziarie e commerciali

L’Italia è il IV partner commerciale della Moldova. I dati relativi al 2008 indicano che le esportazioni moldove verso l’Italia hanno raggiunto i 149,2 mln di Euro (+6,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente), mentre le esportazioni italiane verso la Moldova hanno raggiunto i 197,3 mln di Euro (+13,0%), con un saldo favorevole al nostro Paese di circa 48 mln di  Euro. ( dati ICE).

Le imprese con partecipazione di capitale italiano attualmente in attività nel paese sono circa sono circa 300, circa il 25% del totale delle attività a partecipazione straniera (in questa specifica graduatoria siamo il secondo paese, dopo la Romania), ma arrivano a 712 se si considerano le società a capitale misto italo-romeno. La loro presenza è concentrata soprattutto nella capitale Chisinau ed in misura minore in alcune zone del Nord (Balti e alcuni distretti circostanti), del Centro (Ungheni) e del Sud (Cahul). Con quasi 70 milioni di euro, l’Italia è al 3° posto della classifica degli investitori stranieri in Moldova (dopo Olanda e Russia e prima di Cipro), con un incremento significativo registrato nel triennio 2005-2007. Gli investimenti italiani in Moldova riguardano prevalentemente il settore immobiliare, edile e le attività labour intensive dei settori dell’abbigliamento, tessile, maglieria e calzature, con tipologie di lavorazione per conto terzi di materie prime o semilavorati provenienti dall'Italia. Crescono tuttavia le joint ventures e collaborazioni nei settori del software, della meccanica, dei materiali ed attrezzature per l'edilizia civile ed industriale: ne costituisce riprova la circostanza che, oltre alle PMI italiane, sono oramai presenti in Moldova rilevanti realtà imprenditoriali quali ad esempio, il gruppo CEDACRI, il più importante polo italiano di servizi informatici per il settore bancario e finanziario, Veneto Banca, che ha acquisito il 100% della banca commerciale moldava Eximbank, la PGWM, società operante nel settore della produzione vetraria, e l’ANAS, che nell’agosto 2007 ha stipulato con l’ente gestore delle strade moldavo un accordo di cooperazione inteso a realizzare progetti di ammodernamento del sistema dei trasporti stradali ed autostradali.

In prospettiva, di grande interesse per le aziende italiane appaiono il settore agro-alimentare, quello delle costruzioni e quello dei trasporti e della logistica, considerando che la Moldova dispone di una collocazione strategica per la penetrazione dei mercati vicini (Paesi CSI). In tale quadro, è stato sottoscritto, il 22 gennaio 2008, un’intesa tra la Camera di Commercio Italo-Moldova e due consorzi italiani (Rieti e Padova) per la progettazione, realizzazione e gestione di parchi tecnologici, industriali e logistici. Analogamente è in corso di realizzazione, in collaborazione con la Regione Emilia Romagna, un parco industriale e tecnologico a Chisinau.

 

Relazioni culturali

Accordo di Collaborazione Culturale, Scientifica e Tecnologica: firmato il 19.09.1997 a Roma, in vigore dal 27 gennaio 2000. Il negoziato del relativo Programma Esecutivo Culturale non è stato però concluso per mancato interesse della controparte.

Per l’a.a. 2007-2008 risultano 635 moldovi iscritti presso le Università italiane, mentre per l’a.a. 2008/2009 l’Italia ha offerto 54 borse dell’importo di 619,75 Euro a studenti moldovi.

Da un’indagine CONICS (Consorzio Interuniversitario Cooperazione allo Sviluppo) del 2005 risultano in atto sei accordi tra le Università moldove e le Università italiane di Genova (Scienze politiche e sociali), Padova (Scienze matematiche e informatiche), Politecnico di Torino (accordo quadro), Trento (Tecnologie dell’informazione e della comunicazione), Verona (due accordi nel settore delle Scienze mediche).

La Moldova fa parte della Rete INCE (Iniziativa Centro Europea), nell’ambito della quale è attivo un University Networkcoordinato dall’Università di Trieste, che sviluppa attività di cooperazione nel settore della mobilità di studenti, docenti e ricercatori.

La Moldova mostra vivo interesse nei confronti dell’Italia ed in varie occasioni le istituzioni politiche hanno ricordato le origini latine che accomunano i due Paesi e che il nuovo Stato indipendente intende valorizzare.

Nel 2009 è stato rinnovato un contributo del MAE per la formazione dei docenti dell’Università di Chisinau, ove opera dal 2000 un lettore di lingua italiana. A loro volta, gli atenei di Bari, della Calabria, della Basilicata e di Teramo hanno concluso sette accordi con università moldave nei settori dell’ingegneria, dell’agraria e dell’economia. Dopo l’apertura, lo scorso anno, dell’Ambasciata d’Italia, una strategia di rafforzamento della cooperazione interuniversitaria potrebbe senz’altro essere valutata.

Per l’A.A. 2009/2010 il Ministero degli esteri offrirà ai cittadini moldavi 30 mensilità dell’importo di euro 619,75 (per corsi brevi di lingua italiana e per borse di studio di diversa tipologia della durata di 3, 6, 9 o 12 mesi).[15]

La popolazione moldava segue, grazie a un sistema via cavo dai costi contenuti, le reti RAI e Mediaset, con un alto indice di gradimento.

 

Comunità moldava in Italia

Secondo i dati più recenti del Ministero dell’Interno, i cittadini moldavi legalmente soggiornanti in Italia sono circa 55.000, mentre i detenuti moldavi nelle carceri italiane erano 169. La loro maggiore concentrazione si ha nelle città di Roma e Padova, seguite da Venezia, Torino, Brescia, Milano, Bologna, Parma, Verona.

La presenza irregolare di cittadini moldavi in Italia si traduce in via primaria in forte presenza di overstayers che, com’è noto, è originata da un ingresso regolare nel nostro Paese cui fa seguito una permanenza senza titolo (secondo le stime delle stesse autorità di Chisinau, la comunità moldava in Italia avrebbe infatti raggiunto le 150.000 persone).

Il Governo moldavo ha sottoscritto accordi bilaterali in materia di riammissione (2002), lotta alla criminalità organizzata (2002), mobilità dei lavoratori (2003), e – in ambito multilaterale – di cooperazione di polizia. Nel Decreto Flussi 2007, la quota per lavoratori non stagionali è stata aumentata di altre 1.500 unità rispetto al 2006 per un totale di 6.500 ingressi.

La crisi finanziaria internazionale potrebbe avere delle ripercussioni sul livello di occupazione in Italia e quindi sul quadro delle presenze moldove nel nostro Paese. Le tecniche di rilevazione statistica non sono in grado di fornire nel breve periodo un quadro sufficientemente attendibile delle dinamiche in atto. Tuttavia, è prevedibile che il rallentamento dell’economia italiana determini probabili flussi di ritorno verso la Moldova (che secondo alcuni osservatori sarebbero già in atto).

Nell’ambito della menzionata Dichiarazione sulla Mobility Partnership, promossa tra l’Unione Europea e la Repubblica di Moldova e firmata per l’Italia dal Ministro Maroni lo scorso 5 giugno 2008, l’Italia è presente con iniziative nei settori della migrazione della manodopera e di ritorno e nelle politiche di integrazione (punto 3), dell’accesso al mercato del lavoro e rimesse finanziarie (punto 4), della protezione sociale dei  migranti e delle loro famiglie (punto 7).

 

Cooperazione allo sviluppo

Ai sensi della Delibera CIPE 77 del 2000, la Moldova poteva beneficiare di finanziamenti a valere sulle risorse dellaDirezione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo del MAE solo per interventi di cooperazione consistenti in interventi di emergenza umanitaria e progetti promossi da ONG. Tuttavia, alla luce dei positivi risultati ottenuti dalle ONG nel Paese e in considerazione delle relazioni instauratesi tra l’Italia e diversi Paesi dell’area ex sovietica, la nuova Delibera del CIPE approvata nel dicembre 2005 ammettela Moldova a beneficiare dei fondi di cui alla legge 49/87 per il finanziamento di attività di cooperazione ordinaria, in qualunque settore d’intervento.

Per quanto riguarda i progetti promossi da ONG, sono in corso diverse iniziative rivolte ai minori: un progetto co-finanziato dalla DGCS per un importo di circa 324 mila Euro, affidato all’Associazione Amici dei Bambini (AIBI), volto all’istituzione di centri di servizi per la tutela dei diritti dei minori (prevenzione dell’abbandono e de-istituzionalizzazione) e un programma di tutela dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza attraverso la formazione di operatori sociali, co-finanziato dalla DGCS per un importo di circa 672 mila Euro, affidato al Progetto domani cultura e solidarietà (PRODOCS). È stato inoltre recentemente approvato un contributo per la realizzazione di un nuovo progetto promosso dall’ONG PRODOCS per la creazione di una rete integrata di centri per l’infanzia, l’adolescenza e la famiglia, per un importo di 513 mila Euro

Nel corso dell’esercizio 2008, a valere sul capitolo 4071.1 della Legge 180/92, la DGEU ha approvato il progetto “Fornitura di mobili e materiali d’ufficio per la neo istituita Direzione assistenza Sociale responsabile per la tutela dei minori” (30.000 euro) e “Fornitura di attrezzature informatiche per i centri dei bambini di Chisinau” (30.000 euro).

Nell’ambito della seconda fase del programma regionale SDISEE (the Social Development Initiative for the Southern Eastern Europe), al quale la DGCS contribuisce attraverso un finanziamento di 1.900.826,00 di Euro al Trust Fund della Banca Mondiale, è stato creato nel settembre 2007 un fondo destinato ai giovani della Moldova del valore di 244.945 Euro con la finalità di sviluppare la capacità delle istituzioni nazionali preposte alle politiche giovanili e sostenere la predisposizione di strumenti per una maggiore partecipazione giovanile al processo di crescita del Paese.

Nell’ambito dell’emergenza è stata approvata poi nel 2005 un’iniziativa dell’OIM per un importo di 1,5 milioni di euro per la realizzazione, inMoldova e Romania, di un programma finalizzato alla lotta all’emigrazione clandestina e alla tratta di minori non accompagnati, attraverso il sostegno ai giovani a rischio e il rafforzamento delle istituzioni preposte all’assistenza e protezione dei minori. Il programma si è concluso nel 2007. Sono state previste da un lato misure volte a ridurre l’esposizione del gruppo target ai fenomeni della tratta e dello smuggling e, dall’altro, iniziative di formazione destinate agli operatori del settore sociale e sanitario nonché a pubblici funzionari (polizia e magistratura).

Nell’agosto 2007 è stato approvato un contributo di 200 mila euro per l’emergenza siccità: la fornitura di sementi di grano e orzo e di foraggio per gli allevamenti è in stata realizzata tramite la FAO. Nell’agosto 2008 è invece stato approvato un contributo di 100 mila euro per l’emergenza alluvioni: la fornitura di generi alimentari e di prima necessità, filtri per l’acqua, articoli per l’igiene e la riparazione di alloggi danneggiati è in corso di realizzazione tramite la FICROSS (Federazione Internazionale delle Croci Rosse e delle Mezze Lune Rosse).

Nell’ottobre 2007 è stato erogato un contributo volontario di 198 mila Euro per concorrere alla realizzazione di un progetto volto a valorizzare le rimesse dei lavoratori moldavi emigrati all’estero (“Utilizzo delle rimesse degli emigranti per una crescita economica in Moldova”), co-finanziato dalla Commissione Europea attraverso il programma AENEAS ed implementato da OIM e ILO. E’ inoltre in fase di erogazione un Contributo volontario in favore dell’OIM dell’ammontare di 400.000 Euro per il sostegno al programma “Technical Cooperation and Capacity Building for the Governments of Ucraine and Moldova for the Implementation of Readmission Agreements with the European Union” (GUMIRA), anche in questo caso con il co-finanziamento della Commissione Europea.

Nell’ambito del programma regionale “Cultural heritage: a bridge towards a shared future”, realizzato tramite il Trust Fund Unesco, già finanziato dall’Italia con 1.600.000 Euro, sono in corso consultazioni con il Ministero della Cultura per concordare iniziative per un tetto di spesa non superiore a 100.000 Euro.

Infine, nell’ambito dei settori di collaborazione individuati nella Dichiarazione Congiunta firmata il 9 gennaio 2008 a Chisinau, sono allo studio una serie di progetti nel settore della sanità e delle scienze mediche, della formazione delle Pubbliche Amministrazioni, nonché nei settori agro-industriale e fitosanitario.

 

 

 

 

VISITE E INCONTRI

 

7 Dicembre 2006

ROMA

Visita del Vice Primo Ministro e Ministro degli Esteri Stratan.

15 Dicembre 2006

CHISINAU

Visita del Vice Ministro dell’Interno Minniti

20 Settembre 2007

 

Incontro tra il Vice Ministro degli Esteri per l’integrazione europea Ostalep e il Sottosegretario agli Affari Esteri Crucianelli

9 Gennaio 2008

CHISINAU

Visita del Ministro D’Alema

30 Settembre 2008

CHISINAU

Incontro tra il Ministro degli Esteri Ostalep e il Sottosegretario Mantica

24 Novembre 2008

CHISINAU

Visita del Ministro degli Affari Esteri Frattini a Chisinau in occasione dell’inaugurazione dell’Ambasciata d’Italia

27 Novembre 2008

CHISINAU

Incontro tra il Ministro degli Esteri Ostalep e il Sottosegretario Mantica (in ambito INCE)

19 Maggio 2009

CHISINAU

Incontro tra il Vice Ministro per il Commercio Estero Urso e il Ministro dell’Economia Dodon e il Ministro dell’Agricoltura Anatolie Gorodenco.


DATI STATISTICI BILATERALI

 

 


 

2. Principali esportazioni e importazioni italiane

(2007)

Esportazioni

Importazioni

1. prodotti tessili (21%)

1. abbigliamento (45%)

2. abbigliamento (20%)

2. prodotti tessili (23%)

3. meccanica (16%)

3. calzature (18%)

4. calzature (10%)

4.  metallurgia (3,4%)

5. metallurgia (7%)

5. prodotti agricoli (3,3%)

 

 

 

 


INCIDENZA INTERSCAMBIO SUL COMMERCIO ESTERO ITALIANO (2007)

Esportazioni verso la Moldova sul totale delle esportazioni italiane

n.d.  

Importazioni dalla Moldova sul totale delle importazioni italiane

n.d. 

 

 

 

QUOTE DI MERCATO (2007)

PRINCIPALI  FORNITORI

                    2007

% sul totale

PRINCIPALI  ACQUIRENTI

2007

% sul totale

 

1. Ucraina

18,6%

1. Russia

17,3%

2. Russia

13,5%

2. Romania

15,7%

3. Romania

12,2%

3. Ucraina

12,5%

4. Germania

8,7%

4. Italia

10,4%

5. Italia

7,3%

5. Germania

6,4%

Fonte: Economist Intelligence Unit, Country Report, May 2008

 

 

3. SACE

(31 dicembre 2007)

Categoria di rischio

7^ (su 7)

Impegni in essere (a)

n.d.

Indennizzi erogati da recuperare (b)

n.d.

Esposizione complessiva (a+b)

n.d.

 


Relazioni parlamentari con la Moldova
(a cura del Servizio Rapporti Internazionali)

 


RELAZIONI PARLAMENTARI CON LA MOLDOVA

 

Rappresentanze diplomatiche

Ambasciatore d’Italia a Chisinau

Ambasciatore della Repubblica di Moldova a Roma

 

 

Stefano DE LEO

Gheorghe RUSNAC

 

XVI LEGISLATURA

 

COMMISSIONI

Il 29 aprile 2009 il Presidente della Commissione Affari Esteri, Stefano Stefani, ha incontrato l’Ambasciatore della Repubblica della Moldova in Italia, Gheorghe Rusnac.

Al centro del colloquio il tema delle elezioni del 5 aprile 2009, in riferimento al quale l’Ambasciatore ha fatto presente che i disordini verificatisi nei giorni 6-8 aprile sono stati tenuti sotto controllo dalla polizia moldava nel rispetto dei diritti umani; ha quindi riferito che i palazzi del Presidente della Repubblica e del Parlamento sono stati devastati e violati i simboli della Repubblica; in particolare, è stata issata la bandiera rumena al posto di quella moldava. A seguito dei disordini alcuni manifestanti sono stati arrestati. Il 15 aprile il Presidente moldavo ha avviato le procedure per la concessione dell’amnistia per i partecipanti ai disordini del 6-8 aprile, che si trovavano in stato di fermo, fatta eccezione per i recidivi ed i criminali.

In merito ai risultati elettorali, l’Ambasciatore ha informato il Presidente Stefani che la Corte costituzionale ha chiesto alla Commissione elettorale centrale di effettuare un riconteggio dei voti. Il 15 aprile la Commissione elettorale ha completato tale conteggio, che ha in parte modificato i precedenti risultati elettorali, attribuendo 60 seggi al Partito comunista, anziché 61 ovvero la maggioranza dei 3/5 necessaria per eleggere il Presidente della Repubblica. Rispetto alla Romania, Rusnac ha evidenziato che la Romania contesta la posizione delle attuali autorità moldave, che la ritengono responsabile delle recenti manifestazioni violente. In particolare, il Presidente della Repubblica di Moldova ha dichiarato l'Ambasciatore di Romania persona non grata ed ha introdotto il regime dei visti per entrare nel paese[16]. Rusnac ha fatto poi riferimento alle future elezioni del Presidente della Repubblica, che è eletto appunto dal Parlamento, evidenziando che con difficoltà verrà raggiunto il quorum dei tre quinti necessario e che le forze politiche stanno cercando una mediazione, anche perché dopo tre tentativi falliti si dovrà andare alle elezioni anticipate.

 

COOPERAZIONE MULTILATERALE

La Moldova è membro delle Assemblee parlamentari dell’OSCE, dell’INCE e del Consiglio d’Europa. E’ membro associato dell’Assemblea parlamentare della NATO.

Si segnala che dal 17 al 19 novembre 2008 il Parlamento moldavo ha ospitato, a Chisinau, l’incontro annuale dell’Assemblea parlamentare dell’Iniziativa Centro Europea (INCE). Alla riunione hanno partecipato la Presidente della delegazione italiana presso l’Assemblea Parlamentare dell’INCE, Laura  Ravetto (PdL) e i deputati Aldo Di Biagio (PdL), Maurizio Fugatti (LNP), Alessandro Maran (PD), e i senatori Tamara Blazina (PD) e Oskar Peterlini (UDC – SVP – Aut). La riunione è stata dedicata a “Il ruolo dei Parlamenti nazionali nel processo di adesione all’Unione Europea: il contesto regionale INCE”. A conclusione dell’incontro è stato adottato un documento finale.

Si segnala, inoltre, che la Presidente Ravetto ha incontrato a Chisinau il Presidente del Parlamento moldovo, Marian Lupu. I due interlocutori hanno sottolineato l’ottimo stato delle relazioni bilaterali e riconosciuto l’importante contributo dato dalla presenza in Moldova di una numerosa comunità di imprenditori italiani. Il Presidente Lupu ha, peraltro, espresso il proprio apprezzamento per il supporto che l’Italia assicura al suo paese nel percorso di avvicinamento agli standards europei; ha, inoltre, ricordato che all’interno del Parlamento è stato costituito un gruppo di amicizia Moldova-Italia composto da 38 parlamentari (101 sono i componenti del Parlamento).

A conclusione dell’incontro da entrambe le parti è stata riconosciuta l’opportunità di rafforzare la cooperazione parlamentare: il Presidente Lupu ha anticipato di voler invitare il Presidente della Camera Gianfranco Fini a effettuare una visita ufficiale in Moldova.

Si segnala inoltre che il Presidente della Delegazione italiana presso l'Assemblea parlamentare dell'OSCE, Riccardo Migliori (PdL), ha incontrato l'Ambasciatore della Repubblica di Moldova a Roma, S.E. Gheorghe Rusnac, il 31 marzo 2009. Il Presidente Migliori ha nuovamente incontrato l’Ambasciatore Rusnac il 22 aprile 2009. Al centro del colloquio il tema delle elezioni del 5 aprile 2009 e le successive reazioni di piazza.

Successivamente, il 23 luglio 2009 il Presidente Riccardo Migliori e Matteo Mecacci, componente della delegazione parlamentare OSCE, hanno incontrato l’Ambasciatore della Repubblica di Moldova, Gheorghe Rusnac.

Si ricorda infine che Pierluigi Mantini (PD), componente della delegazione OSCE ha compiuto una missione ufficiale nella Repubblica di Moldova dal 9-12 febbraio 2009 in quanto componente della delegazione guidata dal Presidente dell’Assemblea OSCE.

 

MONITORAGGIO ELETTORALE

L’Assemblea parlamentare dell’OSCE ha organizzato una missione di osservazione delle elezioni parlamentari del 5 aprile 2009. Nell’ambito della delegazione OSCE hanno partecipato i deputati Riccardo Migliori (PdL) e Claudio D’Amico (LNP) ed i sen. Nino Randazzo (PD) e Luigi Compagna (PdL); per la delegazione del Consiglio d’Europa era presente il sen. Giuseppe Galati (PdL).

L’Assemblea parlamentare dell’OSCE ha organizzato una nuova missione di osservazione delle elezioni parlamentari del 29 luglio 2009. Nell’ambito della delegazione OSCE hanno partecipato i deputati Riccardo Migliori (PdL), Claudio D'Amico (LNP), Matteo Mecacci (PD), e il sen. Nino Randazzo (PD). Per la delegazione del Consiglio d’Europa era presente Renato Farina (PdL).

 

Attività parlamentare

AS 1830 Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica Italiana ed il Governo della Repubblica di Moldova sulla collaborazione nel settore del turismo, fatto a Roma il 7 dicembre 2006; presentato al Senato il 16 ottobre 2009; assegnato alla 3ª Commissione permanente (Affari esteri, emigrazione) in sede referente, non ancora iniziato l’esame.

AC.2696 / A S.1825  Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica di Moldova per l'assistenza giudiziaria e per il riconoscimento e l'esecuzione delle sentenze in materia civile, fatto a Roma il 7 dicembre 2006; approvato dalla Camera il 14 ottobre 2009; approvato definitivamente al Senato il 21 ottobre 2009, non ancora pubblicato

AS.1756 / AC.2765  Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Moldova sulla cooperazione nel campo della difesa, fatto a Roma il 6 dicembre 2006. Approvato al Senato il  30 settembre 2009[17]; approvato definitivamente alla Camera il 28 ottobre 2009, non ancora pubblicato

 

Si segnala la Legge 24 febbraio 2009, n. 12 "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 dicembre 2008, n. 209, recante proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali" che prevede all’art. 3, comma 22: “E' autorizzata, a decorrere dal 1° gennaio 2009 e fino al 30 gennaio 2009, la spesa di euro 4.550 per la proroga della partecipazione di personale della Polizia di Stato alla missione dell'Unione europea di assistenza per la gestione delle frontiere e i controlli doganali in Moldova e Ucraina, di cui all'articolo 3, comma 17, del decreto-legge n. 8 del 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 45 del 2008.

Legge 3 agosto 2009, n. 108 "Proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali"; all’art 2 comma 18 autorizza, a decorrere dal 1º luglio 2009 e fino al 31 ottobre 2009, la spesa di euro 13.770 per la proroga della partecipazione di personale della Polizia di Stato alla missione dell'Unione europea di assistenza per la gestione delle frontiere e i controlli doganali in Moldova e Ucraina.

Legge 3 agosto 2009, n. 102. "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 1º luglio 2009, n. 78, recante provvedimenti anticrisi, nonchè proroga di termini e della partecipazione italiana a missioni internazionali", all’art. 24. Disposizioni in materia di forze armate, forze di polizia, proroga di missioni di pace e segreto di Stato, comma 76, si prevede che ai fini della proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali e' autorizzata, a decorrere dal 1o luglio 2009 e fino al 31 ottobre 2009, la spesa di 510 milioni di euro.

 

 

 

ATTI DI CONTROLLO E DI INDIRIZZO

Si segnalano:

L’interrogazione a risposta orale 3-00495 presentata dall’on. Riccardo Migliori il  27 aprile 2009, nella quale si chiede quali siano le informazioni a disposizione e quali iniziative urgenti intenda assumere il Governo per scongiurare ripercussioni a livello di flussi migratori in Unione Europea e conseguentemente in Italia, di fronte alla decisione del Governo della Romania, in seguito alle vicende interne della Repubblica di Moldova, di concedere la cittadinanza romena ai cittadini moldavi circa 600 mila che ne faranno richiesta, il cui iter è in corso;

L’interrogazione a risposta scritta 4-01716 presentata dall’on. Riccardo Migliori il 25 novembre 2008, nella quale si chiede quali siano in concreto le misure inserite nel pacchetto dell'Ue per la Moldova-Transnistria e come l'Italia intenda parteciparvi alla quale il governo ha risposto il 27 marzo 2009 (vedi allegato);

L’interrogazione a risposta scritta 4-03678 presentata dall’on. Marco Reguzzoni il 22 luglio 2009, sulla ridefinizione degli accordi bilaterali in tema di collegamenti aerei con la Moldova ed in particolare su Milano. Nella risposta del governo del 17 novembre 2009 viene precisato tra l’altro che:

-           nell’incontro con i rappresentanti delle autorità aeronautiche moldove alla richiesta italiana di inserimento nella revisione dell'accordo di: designazione multipla dei vettori, aumento di scali e capacità, la delegazione moldova ha risposto negativamente;

-           a fronte della concessione da parte italiana dello scalo di Milano e di un adeguato numero di frequenze, non ha accettato neanche la proposta di doppia designazione richiesta da parte italiana.

-           Non essendosi create le premesse necessarie alla conclusione di un accordo bilanciato, il negoziato si è concluso con esito negativo e si è a tutt'oggi ancora in attesa di notizie da parte delle autorità aeronautiche moldove, anche alla luce dell'invio della nota verbale di carattere generale.

 

L’interrogazione a risposta in Commissione 5-01160 presentata dall’on Amalia Schirru il 19 marzo 2009, sul servizio di call center dell'Ambasciata di Chisinau e sulle difficoltà di ottenimento del visto per l’Italia da parte di cittadini moldavi.

Nella risposta fornita dal governo il 6 maggio 2009 si evidenzia che nel caso dell'Ambasciata a Chisinau il call center, realizzato da una società locale, è uno strumento a sostegno dell'attività dell'Ufficio consolare. Sottolineando che il ricorso al call center non è obbligatorio, si fa presente che esiste la possibilità di chiamare direttamente l'Ambasciata ad un apposito numero telefonico, o di scrivere ad un indirizzo di posta elettronica dedicato. È inoltre operativo, presso l'Ufficio Visti, un servizio per le relazioni con il pubblico al quale gli utenti accedono direttamente e senza appuntamento. Va tenuto presente, infine, che è previsto il rilascio del visto in poche ore e senza necessità di contattare il call center a favore di imprenditori locali, di delegazioni e di gruppi di varia natura, di familiari di cittadini italiani e di coloro i quali debbano sottoporsi a cure mediche in Italia, nonché in tutti i casi di comprovata urgenza[18].

Si segnala inoltre che la  Commissione, Affari esteri, emigrazione, del Senato ha approvato il 22 luglio 2009, a seguito dell’esame della Comunicazione della Commissione al parlamento europeo e al Consiglio "Partenariato orientale", la risoluzione in Commissione 7-00028 presentata dal sen. Antonello Cabras: Nel testo si fa riferimento, tra l’altro, alla:

-           delicatezza delle relazioni tra Unione europea e Paesi quali l'Armenia, l'Azerbaigian, la Bielorussia, la Georgia, la Repubblica di Moldova e l'Ucraina; all’importanza strategica di tali Paesi che rivestono sotto molteplici punti di vista e, in particolare, per quanto attiene ai temi dell'approvvigionamento energetico; al fatto che la politica di partenariato orientale, pur senza prefigurare un percorso di adesione, potrà avere un positivo effetto in termini di progressivo riavvicinamento all'ambito geopolitico in una condizione, come quella attuale, di sospensione di ulteriori ingressi nella NATO;

-           si auspica un'attenta valutazione dell'opportunità che una corretta politica di vicinato con i partner orientali non si traduca in una serie di mere relazioni bilaterali, che potrebbero in qualche modo compromettere i rapporti con la Federazione russa, rispetto alla quale è necessario permanga un'attitudine di inclusione e coinvogimento;

-           si sottolinea la necessità di un impegno affinchè il partenariato orientale non conduca ad una minore attenzione e a un ridotto impegno verso i paesi della sponda Sud del Mediterraneo;

-           si richiama l'attenzione sull'opportunità che qualunque forma di cooperazione parlamentare strutturata con i sei Paesi del partenariato orientale sia aperta alla partecipazione di rappresentanti dei Parlamenti nazionali, oltre che del Parlamento europeo, e sia contraddistinta dalla massima agilità ed efficacia, collocandosi, per quanto possibile, nell'alveo dei più tradizionali strumenti del dialogo tra Parlamenti.

 

UIP

Nell'ambito dell'Unione interparlamentare, opera la sezione di amicizia bilaterale Italia-Europa Centro-orientale e Paesi della CSI (Comunità degli Stati Indipendenti), la cui presidenza è stata assegnata all’on. Federico Testa (PD). 

 

 

 

 

 

 


Rapporti tra l’Unione europea e la Moldova
(a cura dell’Ufficio
Rapporti con l’Unione europea)

 


Rapporti tra l’Unione europea e la Repubblica di Moldova

Accordo di partenariato e cooperazione

Le relazioni tra UE e Repubblica di Moldova sono regolate dall’Accordo di partenariato e cooperazione (APC), firmato il 28 novembre 1994 ed entrato in vigore il 1° luglio 1998 per un periodo iniziale di dieci anni, dopo il quale l’accordo è rinnovato automaticamente per consenso dalle parti.

L'Accordo, teso a consolidare le istituzioni democratiche della Repubblica di Moldova e a promuovere la partecipazione del paese all'economia mondiale, copre le seguenti aree:

·         dialogo politico regolare (che si svolge a livello ministeriale e di funzionari, oltre che a livello parlamentare) sui temi nazionali, regionali e internazionali di comune interesse, tra i quali il rispetto dei principi democratici e dei diritti umani e la stabilità della regione (con particolare riguardo al conflitto con la Transnistria);

·         cooperazione economica e commerciale (liberalizzazione dei mercati basata sul trattamento di nazione più favorita; eliminazione delle restrizioni quantitative; armonizzazione legislativa);

·         cooperazione nel settore giustizia e affari interni. L’accordo prevede specifiche aree di cooperazione, tra le quali il riciclaggio di denaro e la lotta alla droga;

·        

 

 
cooperazione in diversi settori (scienza e tecnologia, energia, ambiente, trasporti, servizi postali e telecomunicazioni, istruzione e cultura).

Nel contesto del rafforzamento delle relazioni reciproche e in linea con le previsioni del Partenariato orientale, il 3 dicembre 2008 la Commissione europea ha presentato una proposta negoziale per un nuovo accordo globale, che il Consiglio ha approvato il 15 giugno 2009. Nella stessa occasione, il Consiglio ha invitato la Repubblica moldova a garantire parità di trattamento per tutti i cittadini dell'UE nell'ambito della sua politica in materia di visti. Nel contempo, il Consiglio ha espresso grave preoccupazione per le violazioni dei diritti umani registrate nella Repubblica moldova dopo le elezioni politiche del 5 aprile 2009.

Sull’argomento si è espresso anche il Parlamento europeo nella risoluzione del 7 maggio 2009, in cui condanna fermamente la massiccia campagna vessatoria nei confronti di giornalisti e partiti di opposizione, le gravi violazioni dei diritti umani e tutte le altre azioni illegali commesse dal governo moldavo successivamente alle elezioni parlamentari di aprile. Nel ribadire il proprio impegno a proseguire un dialogo significativo e mirato con la Repubblica moldova, il PE sottolinea che l'ulteriore consolidamento delle relazioni, anche attraverso la conclusione di un nuovo accordo rafforzato, dovrebbe avere come condizione il reale e manifesto impegno delle autorità moldave in favore della democrazia e della tutela dei diritti umani. Secondo il PE, da un lato, l'Unione europea deve fare tutto ciò che è in suo potere per offrire alla popolazione della Repubblica moldova un vero futuro europeo; dall’altro, le forze politiche moldave e i partner della Repubblica moldova sono invitate a non approfittare della situazione di instabilità per distogliere il paese dal suo percorso europeo.

Il 16 ottobre 2009, nel corso di una visita ufficiale della troika dell’UE a Chisinau, il ministro svedese degli affari esteri, Carl Bindt, ha annunciato che l’UE è pronta ad avviare i negoziati, in considerazione del miglioramento del clima politico nel paese, determinatosi con le nuove elezioni legislative del 29 luglio scorso, nonché per la decisione della Moldova di abolire le modifiche apportate nell'aprile scorso alla sua politica in materia di visti.

Transnistria

La Transnistria è una regione separatista lungo il confine orientale della Moldova. Ha dichiarato la propria indipendenza dalla Repubblica di Moldova, dopo un breve conflitto concluso nel luglio 1992 con un cessato il fuoco con la mediazione della Russia. Truppe russe stazionano tuttora nella regione. Dal 1992 è stato avviato un processo di mediazione per trovare una composizione al problema. Il 26 ottobre 2006 il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione in cui denuncia con fermezza il tentativo perpetrato nella regione della Transnistria volto a ottenerne l'indipendenza in modo unilaterale, organizzando un presunto referendum.

Per sostenere gli sforzi della Moldova verso una soluzione della questione della Transnistria, l’UE ha preso una serie di iniziative tra cui:

·         la nomina di un rappresentante speciale dell’UE per la Moldova[19], con l’obiettivo di potenziare il contributo dell'UE alla risoluzione del conflitto inTransnistria conformemente agli obiettivi politici convenuti in ambito UE e in stretto coordinamento con l'OSCE;

·         l’introduzione nel 2004[20] di restrizioni all’accesso per i leader della Transnistria, costantemente rinnovate da ultimo (posizione comune 2009/139/PESC del Consiglio, del 16 febbraio 2009) fino al 27 febbraio 2010[21];

·         la partecipazione, come osservatore insieme agli Stati Uniti d’America, al processo di mediazione inaugurato nell’ottobre 2005 tra Moldova, Ucraina, Russia, OSCE e Transnistria.

Inoltre, per aiutare la Moldova ad assicurare il pieno controllo sui suoi confini e territori, sulla base di una richiesta congiunta di Ucraina e Moldava, l’Unione europea ha istituito nel novembre 2005 con un mandato iniziale di due anni e prorogata fino al 31 dicembre 2009 una missione di controllo della frontiera tra Moldavia e Ucraina (in particolare nella regione della Transnistria)[22].

Si segnala infine che il 21 novembre 2006 Moldova ed Ucraina hanno firmato alla presenza della Commissione europea, un accordo per migliorare lo scambio, reciproco di informazioni sui movimenti di beni e persone attraverso le frontiere comuni. L’accordo rappresenta il risultato dei dialoghi trilaterali avviati su impulso dell’UE e della cooperazione tra i due paesi nell’ambito della citata missione.

Piano d’azione

La Moldova è uno dei partner dell’Unione europea nel contesto della Politica europea di vicinato, di recente rafforzata con l’iniziativa del Partenariato orientale. In tale ambito il 22 febbraio 2005 il Consiglio di cooperazione ha approvato il piano d’azione congiunto UE-Moldova.

I piani di azione, che l’UE concorda con ciascun paese partner, definiscono il percorso da seguire nel medio termine (3-5 anni). In linea generale, tali strumenti offrono assistenza per allineare la legislazione nazionale a quella comunitaria con l’obiettivo di migliorare l’accesso al mercato interno; consentono la partecipazione a numerosi programmi comunitari, fra cui quelli in materia di istruzione, ricerca, ambiente e audiovisivi; accrescono la cooperazione in materia di gestione delle frontiere, di migrazione, di tratta di esseri umani, di crimine organizzato, di riciclaggio di denaro e di crimini finanziari ed economici; migliorano i collegamenti con l’UE in materia di energia, trasporti e tecnologie dell’informazione; estendono il dialogo e la cooperazione ai temi della lotta al terrorismo, della non proliferazione delle armi di distruzione di massa e della gestione dei conflitti regionali.

Per quanto riguarda la Moldova il piano d’azione – adottato per un periodo di tre anni, poi rinnovato – identifica le seguenti priorità: rafforzamento della capacità amministrativa e giudiziaria; rispetto della libertà di espressione; cooperazione sui temi economici e regolamentari con l’obiettivo di migliorare il clima per gli affari e rafforzare la sostenibilità di lungo termine della apolitica economica; risoluzione del conflitto in Transnistria.

Il 23 aprile 2009 la Commissione ha presentato la relazione annuale sui progressi compiuti dalla Moldova nell’attuazione del piano d’azione nel corso del 2008. La Commissione rileva che il paese ha compiuto progressi in diversi ambiti, tra i quali: la prosecuzione della riforma del sistema giudiziario; l’adozione di misure anti corruzione; l’approvazione di leggi per la separazione delle funzioni nella pubblica amministrazione e per la trasparenza del processo decisionale; la pubblicazione delle relazioni del comitato europeo per la prevenzione della tortura; la cooperazione positiva con la missione UE di assistenza alle frontiere (EUBAM). La relazione ricorda che dal 1° gennaio 2008 sono in vigore gli accordi di riammissione delle persone illegalmente residenti e di agevolazione delle procedure dei visti; la Moldova è stata inoltre scelta quale sede del primo centro comune UE per la presentazione delle domande di visto, nonché quale paese pilota con cui avviare – a partire dal giugno 2008 - un “partenariato per la mobilità” al fine di agevolare la migrazione legale e combattere nel contempo quella illegale. L’avvio, nel novembre 2008, dei negoziati relativi all’adesione del paese al trattato che istituisce la Comunità dell’energia rispecchia, a parere della Commissione, i notevoli progressi compiuti nella riforma del settore energetico.

D’altra parte, la relazione rileva progressi scarsi o inesistenti per quanto riguarda alcuni obiettivi prioritari, tra i quali il rispetto dei diritti umani e della libertà di espressione. Lo stesso vale per le questioni di mercato e gli aspetti normativi, la lotta al traffico di droga e alla tratta di esseri umani, nonché in settori come i trasporti.

La Commissione segnala che la perfomance economica del paese è significativamente migliorata rispetto all’anno precedente, con un aumento del prodotto nazionale lordo del 7,2 percento. Anche il commercio bilaterale con l’UE continua a crescere, raggiungendo il valore di 2,3 miliardi di euro - pari alla metà del valore degli scambi totali della repubblica di Moldova – e facendo dell’UE di gran lunga il primo partner commerciale del paese.

Cooperazione economica e finanziaria

L’assistenza totale fornita dall’Unione europea alla Moldova tra il 1991 e il 2006 ammonta a 320 milioni di euro, di cui quasi 190 milioni nell’ambito del programma Tacis[23], concentrati nelle seguenti aree:

-   riforma istituzionale e amministrativa (consolidamento stato di diritto; cooperazione transfrontaliera, lotta al crimine; sviluppo della società civile, temi ambientali;

-   sviluppo del settore privato (con particolare riguardo alle piccole imprese nelle aree urbane e rurali);

-   alleviamento delle conseguenze sociali della transizione (riduzione della povertà, assistenza sociale attraverso le organizzazioni non governative; servizi sanitari e cura dei bambini).

La Moldova ha beneficiato di 35 milioni di euro nell’ambito del programma sulla sicurezza alimentare e di 87 milioni di euro in forma di assistenza macrofinanziaria.

A partire dal 1° gennaio 2007, nel quadro delle nuove prospettive finanziarie, l’assistenza alla Moldova, come agli altri paesi della politica di vicinato, viene fornita attraverso uno nuovo strumento, denominato strumento europeo di vicinato e partenariato (anche detto ENPI) destinato alla frontiera esterna dell’UE allargata[24]. Nell’ambito di tale strumento - che sostituisce i programmi geografici e tematici esistenti, compreso il programma Tacis - oltre all’assistenza tecnica verranno finanziati anche un’ampia gamma di meccanismi e di progetti, tra i quali TAIEX[25] e twinning[26].

Il documento strategico per gli anni 2007-2010 per la Moldova prevede una somma indicativa di 209.7 milioni di euro, concentrati in tre aree prioritarie: sostegno allo sviluppo democratico; costruzione della capacità amministrativa; riduzione della povertà e sviluppo economico.

 

 

 

 

 


Il Partenariato orientale
(a cura dell’Ufficio
Rapporti con l’Unione europea)

 


Il Partenariato orientale

Con il partenariato orientale - rivolto ad Armenia, Azerbaigian, Bielorussia Georgia, Moldavia e Ucraina – l’Unione europea si prefigge di rafforzare la dimensione orientale della politica europea di vicinato (PEV), in modo complementare rispetto alla recente iniziativa dell’Unione per il Mediterraneo, che coinvolge i partner del vicinato meridionale.

Il vertice inaugurale si è tenuto a Praga il 7 maggio scorso, alla presenza dei rappresentanti degli Stati membri dell’UE e dei sei paesi partner che, a conclusione dell’incontro, hanno approvato una dichiarazione congiunta in cui è espressa la comune volontà di attuare un partenariato più ambizioso fondato su interessi e impegni reciproci e su responsabilità condivise, nella quale sono richiamati gli aspetti qualificanti dell’iniziativa (vedi infra).

In particolare si segnala che nella dichiarazione congiunta i partecipanti al vertice invitano i parlamentari dell’UE e dei paesi partner ad attuare la proposta del Parlamento europeo di istituire un’Assemblea parlamentare del vicinato orientale (EURO.NEST PA).

A tale proposito si ricorda che il 15 gennaio 2009 la Conferenza dei Presidenti dei gruppi del PE ha deciso diistituire l'Assemblea parlamentare Euronest per associare il Parlamento europeo ai parlamenti di Ucraina, Moldova, Bielorussia, Armenia, Azerbaigian e Georgia.La delegazione all'Assemblea parlamentare Euronest figura nella risoluzione del PE del 6 maggio 2009 che fissa il numero delle delegazioni e i loro raggruppamenti regionali.

A Euronest il Parlamento europeo fa riferimento anche nella risoluzione approvata il 19 febbraio 2009 sugli aspetti principali e le scelte di base della politica estera e di sicurezza comune (PESC).A proposito del Partenariato orientale, il Parlamento europeo ritiene che esso debba avere una forte componente politica, di cuiEURONEST, “l'Assemblea parlamentare congiunta proposta che riunisce deputati del Parlamento europeo e dei parlamenti dei paesi orientali limitrofi”, dovrebbe essere parte integrante.

Sulla questione si è espressa anche la Commissione Affari esteri della Camera dei deputati che, nel parere favorevole approvato il 14 luglio 2009 sulla proposta di istituzione del Partenariato orientale, ha impegnato il Governo italiano a “favorire il coinvolgimento dei Parlamenti nazionali degli Stati membri dell'Unione europea nell'Assemblea parlamentare del Partenariato orientale, contrastando ogni suo eventuale riconoscimento di natura istituzionale ove tale condizione non sia assicurata”. Nel citato parere la Commissione affari esteri impegna inoltre il Governo “a sostenere convintamente l'evoluzione del Partenariato orientale, ferma restando l'esigenza che esso proceda in parallelo con il Partenariato strategico con la Russia e non alteri, con riferimento alla determinazione delle risorse finanziarie, il rapporto attualmente esistente con il Partenariato euro-mediterraneo di un terzo e due terzi”.

La politica europea di vicinato

Inaugurata dalla Commissione con la comunicazione “Europa ampliata - Prossimità: Un nuovo contesto per le relazioni con i nostri vicini orientali e meridionali”, presentata l’11 marzo 2003 e a più riprese rafforzata, la politica europea di vicinato è destinata a Bielorussia, Moldova, Ucraina, ai paesi del Mediterraneo meridionale(Algeria, Autorità palestinese, Egitto, Giordania, Israele, Libano, Libia, Marocco, Siria, Tunisia) e, a seguito della decisione del Consiglio del 14 giugno 2004, anche agli Stati del Caucaso (Armenia, Azerbaigian, Georgia), con l’obiettivo di creare una zona di prosperità condivisa e buon vicinato. La politica europea di vicinato, nettamente distinta dalla questione della potenziale adesione all’UE, propone un nuovo approccio nei confronti dei paesi interessati: in cambio dei progressi concreti compiuti in termini di riconoscimento dei valori comuni e di attuazione effettiva di riforme politiche, economiche e istituzionali, si riconosce loro una partecipazione al mercato interno dell’UE, nonché un’ulteriore integrazione e liberalizzazione per favorire la libera circolazione di persone, merci, servizi e capitali.

Le motivazioni dell’iniziativa

In tale contesto, la proposta di istituire il partenariato orientale è stata avanzata in occasione del Consiglio Affari generali e relazioni esterne del 26 maggio 2008 e approvata dal Consiglio europeo del 19 e 20 giugno 2008.

Negli ultimi 15 anni infatti il fronte europeo orientale è stato teatro di profondi cambiamenti: dalla conclusione degli accordi di partenariato e cooperazione tra l'Unione europea e i partner orientali, i successivi allargamenti hanno ridotto le distanze geografiche mentre, in virtù delle riforme sostenute dalla PEV, sono andate riducendosi le differenze politiche ed economiche tra questi paesi e l'Unione.

Il rafforzamento dei rapporti dell’UE con i paesi vicini dell’Europa orientale figura tra le priorità del programma legislativo e di lavoro per il 2009 che la Commissione ha presentato il 5 novembre 2008, nonché del programma delle attività per il periodo 1° luglio 2008 - 31 dicembre 2009, presentato dalle Presidenze francese, ceca e svedese e definito dal Consiglio il 30 giugno 2008.

La comunicazione della Commissione

Allo scopo di realizzare tali obiettivi, e facendo seguito all’invito del Consiglio europeo, il 3 dicembre 2008 la Commissione ha presentato la comunicazione “Partenariato orientale” in cui, anche sulla base di consultazioni con i paesi interessati, propone l'approfondimento delle relazioni bilaterali e la realizzazione di un nuovo quadro multilaterale di cooperazione.

Come indicato nella comunicazione, il partenariato orientale è inteso come un ulteriore passo avanti rispetto alla PEV e ai risultati da essa conseguiti nell'intensificare le relazioni tra l'UE e i paesi confinanti. Lo strumento attraverso il quale si propone l’avanzamento e il rafforzamento delle relazioni è costituito dagli accordi di associazione – che subentrerebbero a quelli di partenariato – intensificando i legami con l’UE. Nella valutazione della Commissione gli accordi sarebbero comunque flessibili e modulari in relazione alle caratteristiche e alle esigenze di ciascun partner.

Improntato all'idea di offrire quanto più possibile, nel rispetto della realtà politica e economica del paese partner interessato e del relativo stato delle riforme, il partenariato dovrebbe apportare massimi benefici ai cittadini di ciascun paese. Esso sarà incentrato sull'impegno dell'UE ad assecondare maggiormente lo sforzo riformatore dei singoli partner. Secondo la Commissione, è fondamentale che il partenariato si avvalga del pieno impegno politico degli Stati membri dell'UE, nonché dei contatti e degli scambi attivi a livello parlamentare.

Le relazioni bilaterali

Sul versante dell’approfondimento delle relazioni bilaterali, le principali novità dell'iniziativa si possono così riassumere:

rapporti contrattuali più stretti.

La proposta della Commissione si prefigge di instaurare un partenariato più ambizioso, attraverso accordi di associazione - comprendenti accordi di libero scambio globali e approfonditi. Secondo l'articolo 310 del Trattato della Comunità europea, gli accordi di associazione sono accordi che istituiscono "un'associazione caratterizzata da diritti ed obblighi reciproci, da azioni in comune e da procedure particolari." La caratteristica di questo tipo di intese risiede nel grado piuttosto elevato di collaborazione che si pone in essere tra le parti. Secondo quanto indicato dalla Commissione nella proposta, perché i negoziati possano prendere avvio, sarà necessario un livello sufficiente di progresso in termini di democrazia, stato di diritto e tutela dei diritti umani e, più in particolare, occorrerà provare la conformità del quadro legislativo e delle prassi elettorali alle norme internazionali; il paese dovrà inoltre cooperare pienamente con il Consiglio d'Europa, l'OSCE e le agenzie delle Nazioni Unite che si occupano di diritti umani.

Attualmente le relazioni tra l’UE e i paesi interessati dal Partenariato orientale sono disciplinate da accordi di partenariato e cooperazione, con l’eccezione della Bielorussia, il cui accordo – firmato nel 1995 – non è mai entrato in vigore. In più occasioni l’UE ha manifestato alla Bielorussia la propria disponibilità a integrarla completamente nella politica di vicinato a condizione che migliorasse la situazione del paese per quanto riguarda democratizzazione, Stato di diritto e rispetto dei diritti umani. Si ricorda inoltre che - a partire dal 5 marzo 2007 - sono già in corso i negoziati per un accordo rafforzato con l’Ucraina; la Commissione sta predisponendo inoltre studi di fattibilità in merito ad eventuali accordi di libero scambio con la Georgia e l’Armenia;

graduale integrazione nell'economia dell'UE

Tale integrazione – ritenuta essenziale per lo sviluppo dei paesi partner -  avverrà con ritmo diseguale, per tenere opportunamente conto del diverso livello di sviluppo economico dei singoli paesi partner, segnatamente mediante impegni giuridicamente vincolanti sul ravvicinamento delle normative. L’obiettivo finale è la creazione di una zona di libero scambio globale e approfondita con ogni paese partner alla quale si darà vita solo dopo l'adesione del paese interessato all'OMC. A tale proposito si ricorda che Armenia, Georgia, Moldova e Ucraina sono membri dell’OMC e che attualmente sono in corso i negoziati di adesione per Azerbaigian e Bielorussia. Gli accordi interesseranno sostanzialmente tutti gli scambi, compresi quelli energetici, e mireranno al massimo grado di liberalizzazione.

Alla luce di tale obiettivo, e in considerazione delle diseguaglianze sul piano sociale ed economico presenti all’interno dei paesi partner, la proposta della Commissione prevede l’attuazione di programmi di sostegno allo sviluppo socioeconomico, volti a consentire a tali paesi di ispirarsi ai meccanismi delle politiche socioeconomiche dell’UE;

misure in materia di mobilità e sicurezza.

La proposta della Commissione prevede la conclusione di "patti in materia di mobilità e sicurezza" volti ad intensificare le iniziative di lotta alla corruzione, alla criminalità organizzata e alla migrazione illegale, in linea con l’approccio definito dall’UE con il Patto europeo sull’immigrazione e l’asilo adottato dal Consiglio europeo di ottobre 2008.

Tale Patto è fondato su cinque impegni politici principali: organizzare l’immigrazione legale; combattere l’immigrazione clandestina, in particolare assicurando il ritorno nel loro paese o in un paese di transito degli stranieri in posizione irregolare; rafforzare l’efficacia dei controlli alle frontiere; costruire una Europa dell’asilo, attraverso l’introduzione di una procedura unica in materia di asilo che preveda garanzie comuni, l’adozione di status uniformi per i rifugiati e i beneficiari di protezione sussidiaria e l’intensificazione della cooperazione pratica tra Stati membri; creare un partenariato globale con i paesi di origine e di transito favorendo le sinergie tra migrazione e sviluppo.

I patti in materia di mobilità e sicurezza proposti dalla Commissione dovrebbero prevedere l'adeguamento alle normative comunitarie dei sistemi di asilo e l'istituzione di strutture di gestione integrata delle frontiere, con l'obiettivo ultimo di creare un regime di esenzione dall'obbligo del visto con tutti i partner che intendono aderirvi. La politica di facilitazione dei visti – che si prefigge l’obiettivo finale della completa liberalizzazione – verrà attuata in maniera graduale. Nell’ambito di tale processo la Commissione procederà ad una valutazione dei costi e benefici di una possibile mobilità della forza lavoro ai fini di una maggiore apertura del mercato del lavoro UE. La proposta della Commissione prevede inoltre l’elaborazione di un piano coordinato per potenziare la copertura consolare degli Stati membri nella regione.

Si ricorda che dal 1° gennaio 2008 sono in vigore con Ucraina e Moldova accordi di riammissione delle persone illegalmente residenti e di agevolazione delle procedure dei visti. La Moldova è stata scelta quale sede del primo centro comune UE per la presentazione delle domande di visto, nonché quale paese pilota con cui elaborare un “partenariato per la mobilità”, che rappresenta lo strumento principale di attuazione della politica dell’UE di approccio globale alla migrazione;

sicurezza energetica

Uno degli obiettivi del Partenariato orientale è quello di garantire un livello rafforzato di sicurezza energetica per l'Unione e per i paesi partner orientali, da raggiungersi attraverso una serie di iniziative (prevedere negli accordi di associazione disposizioni in materia di “interdipendenza energetica”; se del caso, concludere memorandum dintesa su questioni energetiche con Moldova, Georgia e Armenia quali strumenti flessibili supplementari per sostenere e controllare la sicurezza della fornitura e del transito di energia; sottoscrivere un maggior impegno politico con l’Azerbaigian, in quanto unico partner orientale che esporta idrocarburi nell’UE). La proposta della Commissione prevede inoltre di concludere celermente i negoziati in corso per la partecipazione dell’Ucraina e della Moldova alla Comunità dellenergia – che,istituita nell’ottobre 2005, instaura un mercato integrato dell'energia elettricità e del gas tra l'Unione europea e gli Stati balcanici - e, ove possibile, prendere in considerazione la possibilità di estendere lo status di osservatore ad altri partner. Un altro obiettivo della proposta della Commissione consiste nel fornire maggior sostegno alla piena integrazione del mercato energetico dell’Ucraina nel mercato UE, riconoscendo l’importanza di una valutazione soddisfacente del livello di sicurezza nucleare di tutte le centrali nucleari ucraine in funzione. E’ inoltre prioritario secondo la Commissione ripristinare la rete ucraina di gasdotti e oleodotti, anche tramite un controllo più scrupoloso dell’afflusso di gas e petrolio provenienti dalla Russia.

L’importanza della sicurezza energetica è stata ulteriormente dimostrata – successivamente alla presentazione della proposta - dalla recente controversia tra Russia e Ucraina, che ha rivelato quanto siano dipendenti alcuni Stati membri dell’UE da un singolo paese di transito e quanto sia determinante avere relazioni con partner che possano garantire rispetto dei contratti e trasparenza nella gestione dei settori chiave.

L’ambito multilaterale

Come anticipato, il partenariato orientale sarà caratterizzato anche da un nuovo ambito multilaterale di cooperazione tra l’UE e i suoi partner, che la Commissione propone di articolare dal punto di vista organizzativo su quattro livelli:

·       riunioni biennali dei Capi di Stato e di governo del partenariato orientale;

·       riunioni annuali di primavera tra i ministri degli esteri dell’UE e dei partner orientali, con l’eventuale partecipazione della Bielorussia,

·       al terzo livello dovranno essere istituite quattro piattaforme tematiche nei principali ambiti di cooperazione: democrazia, governance e stabilità; integrazione economica e convergenza con le politiche comunitarie; sicurezza energetica; e, infine, contatti con la società civile per consolidare il sostegno alle iniziative puntuali di riforma dei partner;

·       il lavoro delle piattaforme tematiche nei settori specifici sarà sostenuto al quarto livello da una serie di panel il cui formato e la cui composizione varieranno a seconda delle esigenze.

Sul versante della cooperazione multilaterale, le proposte della Commissione prevedono inoltre:

·       l’incoraggiamento dei paesi partner a costituire tra loro una rete di libero scambio che potrebbe trasformarsi, a lungo termine, in una comunità economica di vicinato;

·       l’avvio di cinque iniziative “faro”: programma di gestione integrata delle frontiere; strumento per le piccole e medie imprese; sviluppo dei mercati regionali dell'energia elettrica e promozione dell'efficienza energetica e delle fonti energetiche rinnovabili; realizzazione del corridoio energetico meridionale; cooperazione in materia di prevenzione, preparazione e risposta alle calamità naturali e alle catastrofi causate dall'azione dell'uomo;

·       maggiori contatti con la società civile e un più ampio coinvolgimento di quest'ultima e di altre parti interessate. La Commissione propone di sostenere l’ulteriore sviluppo delle organizzazioni della società civile istituendo un forum della società civile nell’ambito del partenariato orientale al fine di promuovere i contatti tra le diverse organizzazioni implicate e facilitare il dialogo tra queste e i pubblici poteri[27]. La Commissione è aperta a qualsiasi iniziativa del Parlamento europeo affinché la cooperazione parlamentare proposta con “EuroNest” (assemblea parlamentare UE-Vicinato orientale) diventi parte integrante del partenariato. La Commissione invita inoltre il Comitato delle regioni a dar vita ad un’assemblea locale e regionale per l’Europa orientale e il Caucaso meridionale.

L’impegno economico

Per manifestare nel modo più chiaro possibile il proprio impegno concreto nei confronti dei partner, l’Unione intende garantire un livello di finanziamento adeguato al grado di ambizione del partenariato. Come indicato dalla Commissione, il perseguimento degli obiettivi illustrati nella comunicazione richiede infatti un sostanzioso aumento delle risorse finanziarie; pertanto la Commissione propone di fornire – nell’ambito dello strumento di vicinato e partenariato (ENPI) – un’assistenza finanziaria supplementare ai paesi del vicinato orientale per un totale di 600 milioni di euro (tra nuovi fondi e riprogrammazione dei vecchi)per il periodo 2010-2013.

 

 

 

 

 


Profilo biografico di Iurie Leanca


Iurie LEANCA[28]

 

Primo Vice Primo Ministro e Ministro degli Affari Esteri e dell’Integrazione Europea della Repubblica  Moldova

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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 Nato il 20 ottobre 1963 a Chisinau.

 

 

1981-1986:                  Master of Arts in Storia delle Relazioni Internazionali presso il MGIMO di Mosca. Successivamente, Dottorato in Storia delle Relazioni Internazionali

 

1992                             Corso di preparazione alla carriera diplomatica, Università di Leeds, 1992

 

1986-1989                   Terzo, poi Secondo Segretario presso il Ministero degli Affari Esteri della RSS Moldova

1989                             Secondo Segretario all'Ambasciata dell'URSS a Bucarest

1989-1990                   Primo Segretario presso il Dipartimento Affari Politici del Ministero degli Affari Esteri della RSS Moldova

1990-1992                   Consigliere per gli affari europei del Ministro degli Affari Esteri della RSS Moldova (dal 1991 Moldova)

1992                             Direttore del Dipartimento Analisi e Pianificazione del Ministero degli Affari Esteri di Moldova

1992-1993                   Direttore del Dipartimento OSCE ed Organizzazioni Europee

1993-1997                   Ministro Consigliere e Vice Capo Missione presso l'Ambasciata della Moldova a Washington

1997                             Direttore del Dipartimento per l'Europa e il Nord America

1998                             Promosso al grado di Ambasciatore

giugno 1998                Vice Ministro degli Affari Esteri

marzo 1999 - 2001     Primo Vice Ministro degli Affari Esteri

2001 – 2005                Vice Presidente della società moldava ASCOM (la più grande società industriale  - petrolio e gas - e finanziaria in Moldova)

2005 – 2007                Consigliere Superiore presso l’Alto Commissariato OSCE per le Minoranze Nazionali        

dal settembre 2009  Primo Vice Primo Ministro e Ministro degli Affari Esteri e dell’Integrazione Europea

 

Lingue parlate: inglese, russo.

 

Sposato, due figli

 

 

 

 

 




[1] In virtù della già ricordata norma costituzionale in base alla quale se per due volte non è raggiunto il quorum di 61 voti favorevoli, il Presidente uscente scioglie l’Assemblea e indice nuove elezioni.

 

[2] Fonti: The CIA World fact book 2008, Unione Interparlamentare, Ministero degli Affari Esteri, fonti di stampa, siti internet istituzionali.

[3] Minoranza turcofona della Moldova.

[4] La Moldova è l’unica repubblica dell’ex Unione Sovietica la cui lingua di Stato (il moldavo) fa parte del gruppo latino; si tratta in effetti della lingua romena, anche se alcuni storici moldovi e gli ambienti nazionalisti sostengono l’esistenza di una lingua “moldava” distinta.

[5] A seguito delle dimissioni presentate dal Presidente Vladimir Voronin del Partito dei Comunisti della Repubblica di Moldavia (PCRM). Il mandato di Voronin era già scaduto il 7 aprile 2009, ma il capo dello stato è rimasto in carica perché il Parlamento non è riuscito a eleggere un nuovo presidente. Dopo le elezioni parlamentari anticipate del  29 luglio che hanno visto prevalere una composita coalizione, la quale ha messo in minoranza i comunisti in Parlamento, Voronin ha annunciato le sue dimissioni affermando che la sua posizione di Presidente ad interim era divenuta "ambigua”.

 

[6] Alle elezioni di aprile il Partito Democratico non è riuscito a superare lo sbarramento del 6% poi portato al 5% nelle elezioni di luglio.

[7]  Tra i motivi di contrasto la legge approvata a Bucarest  sul riconoscimento della cittadinanza romena a favore di cittadini moldavi di origine “romena” (sarebbero 900.000 le domande pervenute; oltre il 65% della popolazione pari a 3,3 milioni di persone – esclusa la Transnistria – è di lingua “latina”).

 

[8] Nel corso del Comitato ENPI del 25/9/2008, è stato presentato il Programma d’azione annuale 2008 che prevede per la Moldova fondi per 62,3 mln di euro, di cui 46,6 saranno destinati al potenziamento delle infrastrutture e dei servizi sanitari, mentre i restanti 15,7 saranno impiegati per migliorare il controllo dei flussi migratori e delle frontiere, e per potenziare le capacità amministrative, mediante programmi di assistenza tecnica e gemellaggi.

 

[9] Alla ripresa del 2008 ha fortemente contribuito il settore agricolo che occupa a tutt’oggi il 34% della forza lavoro e ha fatto registrare nel 2008 un tasso di crescita del 17% così come i settori delle costruzioni (+8,7%), dei servizi (+5,4%[9]), della produzione mineraria nonché deltessile (grazie agli investimenti esteri, anche italiani).

[10] Nel 2007, il tasso medio di disoccupazionesi è attestato all’ 1,4%, con valori superiori nei centri urbani rispetto alle aree rurali mentre per il 2008 si è attestato all’1,5% (per il 2010, anche come conseguenza del rallentamento globale, le proiezioni indicano un dato pari al 2,6%).

 

 

[11] I Diritti Speciali di Prelievo (Special Drawing Rights, SDR) sono la valuta di riserva internazionale emessa dal FMI, determinata secondo un paniere ponderato di quattro valute: USD, EUR, JPY, GBP. GLI SDR costituiscono un mezzo di regolamento internazionale utilizzabile solo tra le banche di emissione e fra queste e il Fondo. Al 10 novembre 2008 il tasso di cambio con il dollaro era di 1 SDR = USD 1,47638.

[12]L’IDA è l’Agenzia della Banca Mondiale creata per concedere prestiti, a condizioni altamente concessionali, ai paesi in via di sviluppo più poveri. Elargisce prestiti a quei paesi che hanno un reddito medio pro-capite annuo inferiore a USD 965, che non hanno la capacità finanziaria di contrarre prestiti a termini di mercato e che attuano una politica di riduzione della povertà e promozione dello sviluppo.

[13] La CAS e' il documento attraverso cui la BM pianifica i propri programmi di assistenza verso un determinato Paese.

 

[14] Finte: Ministero Affari Esteri.

[15] Gli importi si intendono al netto del costo per l’assicurazione malattia ed infortuni che sarà sostenuto direttamente dal Ministro degli Esteri.

[16] Rusnac ha precisato altresì che, in base ad accordi stretti in ambito comunitario, i cittadini dell'Unione Europea non necessitano di visto per entrare nella Repubblica di Moldova, ma che, viceversa, i cittadini moldavi devono ottenerlo per circolare nei paesi comunitari, compresa la Romania.

[17] Rispetto al provvedimento sono stati presentati in Assemblea alcuni ordini del giorno tra cui si segnala l’OdG n. 9/2765/2 presentato dall’on Fabio Evangelisti il 28 ottobre 2009, accolto dal governo nel testo modificato in cui si impegna il governo ad adoperarsi affinché nelle opportune sedi internazionali, soprattutto in ambito OSCE, venga affrontata la questione del conflitto tra Repubblica di Moldova e Transnistria al fine della ripresa di un negoziato stabile; e che nell'attuazione dell'Accordo, ad adottare tutte le iniziative volte a impedire che materiali di armamento possano illegittimamente transitare ed essere utilizzati in tale regione; e l’OdG n. 9/02765/001 presentato dall’on. Matteo Mecacci accolto dal governo nel testo modificato nel quale si impegna il Governo a rafforzare le attività delle organizzazioni internazionali, a partire dall'OSCE, dal Consiglio d'Europa e dall'UE, che mirano a trovare una soluzione politica alla situazione della Transnistria, in linea con il rispetto del diritto internazionale, in collaborazione con il nuovo Governo moldavo; a contribuire a sostenere la missione di controllo doganale del confine orientale della Moldova al fine di impedire le attività illegali di cui in premessa, visto anche l'avvio di un importante accordo di cooperazione in materia di difesa.

 

[18] Si precisa inoltre che il Codice europeo sui visti, in via di definitiva approvazione, stabilisce che il costo dei servizi esternalizzati, come i call center, a carico dell'utente, non debbano eccedere la metà del costo del visto, che per la Repubblica Moldova è ridotto, in base all'accordo di facilitazione del rilascio dei visti in vigore con l'Unione europea, a 35 euro, rispetto ai 60 euro ordinari.

[19] Dal 15 febbraio 2007 l’incarico è ricoperto da Kálmán Mizsei. Il suo mandato scadrà il 28 febbraio 2010 (Azione comune 2009/132/PESC).

[20] Posizione comune 2004/179/PESC.

[21] Posizione comune 2006/95/PESC del 15 febbraio 2006.

[22] Azione comune 2005/776/PESC.

[23] Il programma Tacis è stato istituito nel 1991 con lo scopo di sostenere il processo di transizione all’economia di mercato e alla società democratica in 13 paesi dell’Europa orientale e dell’Asia centrale (Armenia, Azerbaigian, Bielorussia, Georgia, Kazakistan, Kirghizistan, Moldova, Mongolia, Russia, Tagikistan, Turkmenistan, Ucraina e Uzbekistan). Il contributo globale stabilito per il periodo 2000-2006 ammontava a più di 3.000 milioni di euro.

[24]      Regolamento CE 1638/2006 del 24 ottobre 2006. Il nuovo strumento dispone di una dotazione finanziaria di 11 miliardi di euro per l’intero periodo.

[25]      TAIEX (Technical Assistance and Information Exchange) è l’Ufficio per lo scambio di informazioni in materia di assistenza tecnica della direzione generale allargamento della Commissione europea. Dal 1996 fornisce assistenza tecnica a breve termine, gestita centralmente, per l’adeguamento, l’applicazione e il rafforzamento della legislazione. I suoi servizi sono rivolti a tre gruppi di paesi beneficiari: agli Stati che hanno aderito all’UE il 1° maggio 2004 e il 1° gennaio 2007 e che continuano a utilizzare il servizio per i primi anni dopo l’adesione; ai paesi candidati; ai paesi dei Balcani occidentali.

[26] I progetti twinning, ovvero progetti di gemellaggio amministrativo, istituiti nel 1998, costituiscono un importante strumento di assistenza in materia di institution building a favore dei paesi candidati e potenziali candidati. I gemellaggi amministrativi si articolano in progetti che prevedono il trasferimento e la missione, per brevi periodi, di pubblici funzionari ed esperti degli Stati membri presso le pubbliche Amministrazioni dei paesi beneficiari.

[27] La prima riunione del forum della società civile si è tenuta a Bruxelles, il 16 e 17 novembre 2009. Il forum ha avanzato proposte di raccomandazioni rivolte alla prima riunione ministeriale del Partenariato orientale, che si terrà l’8 dicembre prossimo.

[28] Finte: Ministero Affari Esteri.