Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Studi - Dipartimento affari comunitari
Titolo: Rendiconto generale dello Stato per l'esercizio finanziario 2007 - A.C. 1416 Assestamento del bilancio dello Stato per l'anno 2008 - A.C. 1417 I dati di spesa del Dipartimento per le politiche comunitarie (Commissione Politiche dell'Unione europea)
Riferimenti:
AC N. 1416/XVI   AC N. 1417/XVI
Serie: Progetti di legge    Numero: 23
Data: 22/07/2008
Descrittori:
RENDICONTO GENERALE DELLO STATO     
Organi della Camera: XIV - Politiche dell'Unione europea

Casella di testo: Progetti di legge22 luglio 2008                                                                                                                                       n. 23/0/14

Rendiconto generale dello Stato per l'esercizio finanziario 2007 - A.C. 1416

Assestamento del bilancio dello Stato per l’anno 2008 – A.C. 1417

I dati di spesa del Dipartimento per le politiche comunitarie
(Commissione Politiche dell’Unione europea)

 


1.  Rendiconto generale dello Stato 2007 (AC 1416)

1.1.    Flussi finanziari Italia-UE

Per quanto attiene i profili di interesse della XIV Commissione, si rileva che nel Conto consuntivo del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno 2007 viene evidenziata l’esposizione contabile dei flussi finanziari intercorsi nell'anno 2007 tra l'Italia e l'Unione europea (prevista dall’articolo 5, comma 2 del dl n. 547 del 1994), nonché la situazione delle corrispondenti erogazioni effettuate dalle Amministrazioni nazionali: ciò consente di rendere noti al Parlamento i dati consolidati sull’entità delle risorse movimentate nel settore degli interventi di politica comunitaria, nonché l’attuazione degli interventi cofinanziati dall’UE, attraverso le erogazioni del Fondo di rotazione.

Il sistema di finanziamento dell’Unione, previsto dall’articolo 269 del Trattato CE, stabilisce che il bilancio generale dell’Unione Europea sia integralmente finanziato dalle cosiddette “risorse proprie”, ossia dai mezzi finanziari conferiti da ciascuno Stato membro per garantire il funzionamento dell’amministrazione comunitaria e la realizzazione delle relative politiche. Tali risorse sono costituite da:

•    risorse proprie tradizionali (R.P.T.): derivano dall’esistenza di uno spazio doganale unificato e sono riscosse dai Paesi membri e poi versate alla Comunità, al netto delle spese di riscossione; esse sono costituite dai dazi doganali riscossi dai Paesi membri negli scambi con Paesi terzi, dai prelievi sulle importazioni di prodotti agricoli, derivanti da scambi con paesi terzi, nonché da contributi provenienti dall’imposizione di diritti alla produzione dello zucchero;

•    risorsa I.V.A., è costituita da un contributo a carico di ciascuno Stato membro calcolato applicando un’aliquota uniforme all’imponibile nazionale dell’IVA;

•    risorsa R.N.L. (Reddito Nazionale Lordo, già P.N.L.), che consiste in un contributo degli Stati membri commisurato alle quote parte dei RNL nazionali sul RNL comunitario, e destinata a finanziare le spese di bilancio non coperte dalle altre due suddette risorse (c.d. “risorsa complementare”).

La risorsa I.V.A. e la risorsa R.N.L. rappresentano attualmente la maggior parte delle risorse del bilancio UE.

Il sistema di finanziamento dell’Unione europea è attualmente disciplinato dalla decisione 2007/436/CE, Euratom, adottata dal Consiglio il 7 giugno 2007, che ha sostituito, per il periodo 2007-2013, la precedente decisione del 2000/597/CE, Euratom, sul sistema delle risorse proprie. Alla decisione è stata data attuazione nell’ordinamento italiano con il comma 66 dell’articolo 2 della legge n. 244/2007 (legge finanziaria per il 2008).

Dall’esposizione dei flussi finanziari con l’UE indicata nel conto consuntivo del Ministero dell’economia e delle finanze risulta che nel 2007 la quota di contribuzione italiana all’UE relativa alle risorse proprie ammontava, nelle previsioni iniziali, a 17.400 milioni di euro; nelle previsioni definitive l’importo risulta essere pari a 16.080 milioni di euro (con una diminuzione di 1,320 milioni di euro).

I versamenti realmente effettuati dal Ministero dell’economia e delle finanze risultano inferiori alle previsioni definitive (14.409,8 milioni di euro contro 16.080 milioni di euro) in ragione principalmente del gettito effettivo delle R.P.T., dei conguagli e rimborsi relativi agli anni precedenti su I.V.A., ed all’addizione di bilanci rettificativi che hanno modificato la quota di Risorsa R.N.L. da corrispondere all’UE.

Si ricorda che in base al meccanismo di “Correzione britannica” (rebate) il Governo inglese beneficia dal 1984 di un ristorno finanziario di circa 4,6 miliardi di euro annui a titolo di compensazione ex post per lo squilibrio fra versamenti alle casse di Bruxelles e ritorni diretti (agricoltura ed aiuti regionali). Tale correzione consente al Regno Unito di ridurre il proprio saldo netto negativo di circa due terzi, il cui onere viene ripartito sui restanti Paesi membri secondo la chiave RNL.

I versamenti effettivi al bilancio UE del 2007 (pari a 14.409,8 milioni di euro), a raffronto con quelli del 2006, che erano stati pari a 13.950,208 milioni di euro, evidenziano un decremento pari a 0,450 milioni di euro.

Per quanto riguarda la contribuzione dell’Unione europea in favore dell’Italia, essa consegue alle politiche comuni di sviluppo poste in essere dall’Unione in vari settori e si realizza concretamente con gli Strumenti finanziari costituiti dai Fondi strutturali.

A seguito della definizione del nuovo quadro finanziario dell’UE per il periodo 2007-2013, l’11 luglio 2006 sono stati definitivamente adottati i seguenti provvedimenti relativi alla politica di coesione dell’UE per il medesimo periodo:

-    il regolamento (CE) 1083/2006 recante norme e princìpi comuni applicabili al Fondo europeo di sviluppo regionale, al Fondo sociale e al Fondo di coesione (c.d. regolamento generale);

-    il regolamento (CE) 1080/2006 sul Fondo europeo di sviluppo regionale (FEDER);

-    il regolamento (CE) 1081/2006 sul Fondo sociale europeo (FSE);

-    il regolamento (CE) 1083/2006 sul Fondo di coesione.

In sintesi, il Regolamento (CE) 1083/2006 del Consiglio ha abrogato il precedente regolamento 1260/1999 ed ha riformato la disciplina comunitaria dei Fondi strutturali a decorrere dal 2007, disponendo la riduzione di tali fondi dai cinque del precedente periodo di programmazione a tre: Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, Fondo Sociale Europeo, Fondo di Coesione.

I nuovi Regolamenti prevedono il finanziamento dei seguenti 3 obiettivi prioritari di sviluppo:

a) l'obiettivo "Convergenza", volto ad accelerare la convergenza degli Stati membri e regioni in ritardo di sviluppo migliorando le condizioni per la crescita e l'occupazione tramite l'aumento e il miglioramento della qualità degli investimenti in capitale fisico e umano, lo sviluppo dell'innovazione e della società della conoscenza, dell'adattabilità ai cambiamenti economici e sociali, la tutela e il miglioramento della qualità dell'ambiente e l'efficienza amministrativa;

b) l'obiettivo "Competitività regionale e occupazione", che punta, al di fuori delle regioni in ritardo di sviluppo, a rafforzare la competitività e le attrattive delle regioni e l'occupazione anticipando i cambiamenti economici e sociali, inclusi quelli connessi all'apertura degli scambi, mediante l'incremento e il miglioramento della qualità degli investimenti nel capitale umano, l'innovazione e la promozione della società della conoscenza, l'imprenditorialità, la tutela e il miglioramento dell'ambiente e il miglioramento dell'accessibilità, dell'adattabilità dei lavoratori e delle imprese e lo sviluppo di mercati del lavoro inclusivi;

c) l'obiettivo "Cooperazione territoriale europea", che è inteso a rafforzare la cooperazione transfrontaliera mediante iniziative congiunte locali e regionali, a rafforzare la cooperazione transnazionale mediante azioni volte allo sviluppo territoriale integrato connesse alle priorità comunitarie e a rafforzare la cooperazione interregionale e lo scambio di esperienze al livello territoriale adeguato.

Inoltre con il regolamento (CE) 1082/2006 è stato istituito un nuovo strumento giuridico denominato Gruppo europeo di cooperazione transfrontaliera (GECT).

Per quanto riguarda invece il finanziamento della politica agricola, sono stati di recente adottati i seguenti provvedimenti:

-        Regolamento (CE) n. 1290/2005 del Consiglio, del 21 giugno 2005, relativo al finanziamento della politica agricola comune, che istituisce il FEAGA (per il 1° pilastro) e il FEASR (per il 2° pilastro): in particolare il FEAGA diviene lo strumento per realizzare la politica di sostegno dei mercati agricoli e dei redditi, denominata 1° pilastro della Politica Agricola Comunitaria (PAC), mentre il FEASR finanzia i programmi di sviluppo rurale, ossia il 2° pilastro della PAC;

-        Regolamento (CE) n. 1698/2005 del Consiglio, del 20 settembre 2005, sul sostegno allo sviluppo rurale da parte del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR), che definisce gli obiettivi finanziati dal fondo;

-        Regolamento (CE) n. 1198/2006 del Consiglio, del 27 luglio 2006, relativo al Fondo europeo per la pesca.

Dal Bollettino statistico n. 4/2007 della RGS sulla situazione trimestrale dei flussi finanziari Italia-UE risulta che nel corso dell’esercizio 2007 sono stati accreditati all’Italia contributi per 10.126,98 milioni di euro, con un aumento dello 0,79% rispetto al precedente anno 2006, (+ 79,4 milioni di euro).

La parte più importante (4.641,06 milioni di euro) attiene alle azioni cofinanziate dal FEAGA (interventi per la politica agricola comune) anche se, rispetto allo scorso anno, la contribuzione risulta peraltro essere lievemente diminuita (da 5.460,957 a 4.641,06 milioni di euro).

Per quanto riguarda i fondi strutturali, risulta che nel 2007 l’Unione europea ha accreditato all’Italia complessivamente 5.427,60 milioni di euro.

I fondi accreditati hanno riguardato interventi variamente localizzati sul territorio nazionale in relazione ai diversi periodi di programmazione (alcuni programmi sono stati realizzati nell’ambito del periodo di programmazione 2000-2006, altri nell’ambito del periodo 2007-2013).

1.2.    L’attuazione degli interventi cofinanziati dall’Unione europea

Nell’ambito del Conto consuntivo del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno finanziario 2007 sono riportate le erogazioni effettuate dal Fondo di rotazione per le politiche comunitarie, istituito dall’articolo 5 della legge n. 183/1987. Si tratta di un Fondo che dà un quadro complessivo degli interventi cofinanziati dall’UE: ad esso infatti affluiscono disponibilità provenienti sia dal bilancio comunitario che quelle provenienti dal bilancio nazionale; il Fondo è dotato di amministrazione autonoma e di gestione fuori bilancio e si avvale di due conti correnti infruttiferi presso la Tesoreria centrale dello Stato:

-    l’uno che registra i movimenti di entrata e uscita che fanno capo ai versamenti comunitari, denominato: Fondo di rotazione per l’attuazione delle politiche comunitarie: finanziamenti UE (conto corrente n. 23211);

-    l’altro che registra le analoghe operazioni a carico dei finanziamenti nazionali, denominato: Fondo di rotazione per l’attuazione delle politiche comunitarie: finanziamenti nazionali (conto corrente n. 23209).

Il Fondo di rotazione presenta annualmente il proprio rendiconto alla Corte dei Conti.

Le somme affluite nell’anno 2007 al Fondo di rotazione sono state pari a 4.665 milioni di euro; a fronte di queste risorse sono state effettuate nel corso dell’anno erogazioni da parte del Fondo di rotazione per finanziare interventi relativi alle finalità individuate in sede comunitaria, nonché specifici progetti, sempre definiti in sede comunitaria, pari a 4.254 milioni di euro.

2.  Ddl di assestamento 2008 (AC 1417-Tabella 2)

Nel ddl di assestamento 2008 i dati riguardanti le politiche comunitarie sono esposti nello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze (Tabella 2 allegata al ddl) e più precisamente nella Missione 4 – L’Italia nell’Europa e nel mondo, che comprende sia il Programma 4.10 – Partecipazione italiana alle politiche di bilancio in ambito UE (che fa capo al Centro di responsabilità 4 – Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato), sia il Programma 4.11 – Politica economica e finanziaria in ambito internazionale (che fa capo al Centro di responsabilità 3 - Dipartimento del tesoro).

Nel bilancio di previsione 2008 alla Missione 4 sono stati complessivamente attribuiti 24.871,5 milioni di euro: con il ddl di assestamento a tale Missione vengono assegnati 25.017,6 milioni di euro (con una variazione in aumento di 146 milioni di euro): l’incremento è riferito al Programma 4.11 (ed in particolare agli “aiuti economici erogati attraverso organismi internazionali”), mentre il Programma 4.10 registra una diminuzione di risorse pari a circa 0,8 milioni di euro.

Altro elemento di interesse collegato ai rapporti con l’Unione europea e contenuto nel ddl di assestamento 2008 è costituito dal dato relativo all’ammontare dei finanziamenti al bilancio dell’Unione europea. Riguardo a tali profili, non si registra alcuna variazione rispetto alle previsioni iniziali: pertanto le previsioni assestate recano sempre una spesa di parte corrente per il finanziamento del bilancio dell’Unione pari a 15.800 milioni di euro, di cui 13.300 milioni (cap. 2751) a titolo di risorse complementari e 2.500 milioni (cap. 2752) a titolo di risorse proprie.

Nel ddl di assestamento 2008 è altresì riportato lo stanziamento previsto per il Fondo di rotazione per l’attuazione delle politiche comunitarie (cap. 7493): rispetto alle previsioni iniziali il capitolo non registra alcuna variazione; pertanto lo stanziamento iscritto resta confermato di 8.557 milioni di euro.

3.  La struttura del bilancio della Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Dipartimento per le politiche comunitarie

In seguito all’approvazione del d.lgs. 30 luglio 1999, n. 303, è stata attribuita un’ampia autonomia finanziaria ed organizzativa alla Presidenza del Consiglio. La struttura dei bilanci e la disciplina della gestione delle spese, in coerenza con i principi generali della contabilità pubblica e tenendo conto delle specifiche esigenze della Presidenza, sono demandati all’emanazione di appositi decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri. La disciplina dell’autonomia finanziaria e contabile della Presidenza del Consiglio dei Ministri è stata definita con il DPCM 9 dicembre 2002.

La Presidenza del Consiglio presenta pertanto annualmente un autonomo bilancio che viene approvato con apposito DPCM. Il bilancio di previsione è ripartito in unità previsionali di base, determinate per aree omogenee di attività, affidate a ciascun centro di responsabilità. I centri di responsabilità corrispondono al Segretariato generale ed alle strutture affidate a Ministri e Sottosegretari: il Dipartimento per le politiche comunitarie costituisce uno dei centri di responsabilità di spesa (CdR n. 4) della Presidenza del Consiglio.

Si rileva che l’organizzazione interna del Dipartimento per il coordinamento delle politiche comunitarie è stata definita inizialmente con il DM 19 settembre 2000 e successivamente con il decreto del Ministro delle politiche comunitarie del 10 febbraio 2004, visto anche il DPCM 23 luglio 2002, recante “Ordinamento delle strutture generali della Presidenza del Consiglio dei Ministri”, il cui art. 10 aveva provveduto ad individuare gli uffici ed i servizi del Dipartimento per le politiche comunitarie.

L'attuale organizzazione interna del Dipartimento è stabilita dal decreto del Ministro per le politiche comunitarie del 9 ottobre 2006, che ha completato l’organizzazione della struttura alla luce delle nuove competenze e finalità previste dalla legge 4 febbraio 2005, n. 11, ed ha ridefinito le modalità di esercizio delle competenze attribuite al Dipartimento in relazione ai più ampi contenuti della delega di funzioni assegnate al Ministro dal DPCM 15 giugno 2006.

Con il DPR 17 maggio 2007, n. 91, si è provveduto infine a riordinare gli organismi operanti nel Dipartimento; in particolare:

•    alla Commissione per l’attuazione delle normativa comunitaria è stato attribuito il compito di svolgere funzioni di proposta e consulenza per il coordinamento delle iniziative governative volte alla sollecita attuazione della normativa comunitaria nell’ordinamento nazionale;

•    al Comitato per la lotta contro le frodi comunitarie sono state assegnate funzioni consultive e di indirizzo per il coordinamento delle attività di contrasto delle frodi e delle irregolarità attinenti in particolare al settore fiscale, a quello della politica agricola comune e dei fondi strutturali, anche attraverso il Nucleo della Guardia di finanza per la repressione delle frodi comunitarie ;

•    al Comitato tecnico permanente è stato attribuito il compito di supporto all’attività del CIACE.

Inoltre con DPCM 28 luglio 2006 è stata istituita, presso il Dipartimento per le politiche comunitarie, una Struttura di missione con i compiti di prevenzione dell’insorgenza del contenzioso comunitario e rafforzamento del coordinamento delle attività volte alla risoluzione delle procedure d’infrazione.

Oltre agli organismi sopra illustrati, presso il Dipartimento per le politiche comunitarie opera anche il Comitato interministeriale per gli affari comunitari europei (CIACE), con il compito di concordare le linee politiche del Governo nel processo di formazione della posizione italiana nella fase di predisposizione degli atti comunitari.

Tale organismo procede all'esame ed al coordinamento degli orientamenti delle amministrazioni e degli altri soggetti interessati, anche sulla base delle osservazioni e degli atti adottati dal Parlamento e dagli organi parlamentari, nonché delle osservazioni trasmesse dalle Regioni e dalle Province autonome e dagli enti locali.

Il funzionamento del CIACE è disciplinato dal DPCM 9 gennaio 2006.

4.  I dati di spesa del Dipartimento per le politiche comunitarie nel 2007

Il Conto finanziario della Presidenza del Consiglio dei Ministri per l’anno 2007 è stato approvato con il DPCM 24 aprile 2008.

 

Le previsioni iniziali di spesa relative all’anno 2007 relativamente al Dipartimento per le politiche comunitarie ammontavano a 3.448 milioni di euro; nel corso dell’anno finanziario si è registrato un incremento di 0,773 milioni di euro e pertanto le previsioni finali 2007 risultano essere pari a 4,221 milioni di euro, di cui 4,917 milioni riguardano le spese correnti.

I pagamenti effettuati nel corso del medesimo anno sono stati pari a 1,886 milioni di euro e sono state impegnate somme, rimaste da pagare, per altri 0,96 milioni di euro, per un totale di somme impegnate per il 2007 di 2,846 milioni di euro. Risultano quindi in economia, rispetto alle previsioni di spesa, 1,375 milioni di euro, come si evince dalla seguente tabella:

 

Previsioni iniziali 2007

Previsioni finali 2007

Totale somme impegnate

Economie di spesa

3,448

4,221

2,846

1,375

(importi espressi in milioni di euro)

 

Dalla Relazione illustrativa al conto finanziario 2007 risulta che i complessivi 2,846 milioni di euro relativi ad impegni assunti nel medesimo anno dal Dipartimento per le politiche comunitarie sono comprensivi di:

   0,645 milioni di euro per il funzionamento della Struttura di missione istituita per ridurre le procedure d’infrazione avviate contro l’Italia e prevenire l’insorgere del contenzioso comunitario;

   0,204 milioni di euro per la comunicazione ed informazione istituzionale su temi europei, con particolare riguardo per il 50° anniversario dei Trattati di Roma;

   0,294 milioni di euro per progetti cofinanziati dall'Unione Europea.

Nella medesima Relazione viene evidenziato come il Dipartimento abbia curato in particolare, nel corso dell’esercizio, il coordinamento con i Ministeri competenti per l’istruttoria dei provvedimenti volti al recepimento della normativa comunitaria, la predisposizione del disegno di legge comunitaria, la partecipazione ai comitati della Commissione europea ed ai gruppi di lavoro del Consiglio dell’Unione europea su problematiche di settore, l’organizzazione e la partecipazione a convegni ed incontri di studio. Il Dipartimento ha poi curato la predisposizione del Primo rapporto sull’attuazione della strategia europea per lo sviluppo sostenibile ed il Secondo rapporto sullo stato di attuazione del programma nazionale di riforma per il raggiungimento degli obiettivi della Strategia di Lisbona.

 

 

Per quanto riguarda l’anno 2008, il bilancio di previsione della Presidenza del Consiglio è stato approvato con DPCM 10 dicembre 2007.

La nota preliminare al bilancio di previsione 2008 evidenzia che al Centro di responsabilità del Dipartimento per le politiche comunitarie (CdR 4) sono destinati fondi per 3,266 milioni di euro.

Rispetto alle previsioni riferite all’anno finanziario 2007, si evidenzia come il Dipartimento abbia provveduto a prefigurare un significativo contenimento delle spese relative ai singoli progetti che compongono il programma:

 

Previsioni 2007

Previsioni 2008

Variazione

4,221

3,266

- 955

 

Pertanto la riduzione della spesa di competenza per beni e servizi risulta essere di circa il 6% rispetto alle previsioni finali 2007.

Le voci di spesa che hanno subito maggiori riduzioni sono quelle relative a missioni in Italia ed all’estero, al funzionamento di consigli, comitati e commissioni, nonché le spese per studi, indagini e rilevazioni, mentre il capitolo riferito alle spese per progetti cofinanziati dall’Unione europea viene iscritto solo per memoria.

La Nota allegata al bilancio di previsione evidenzia peraltro come l’attività del Dipartimento per le politiche comunitarie continui ad essere finalizzata al rafforzamento del ruolo dell’Italia nell’Unione europea. L’attività del Dipartimento si svilupperà pertanto sulle seguenti linee programmatiche:

a)   sviluppo e potenziamento dell’attività delle Amministrazioni statali nel processo di formazione della posizione italiana nella fase ascendente della normativa europea, mediante il rafforzamento dell’azione del CIACE e del Comitato tecnico permanente;

b)   l’attività della Struttura di missione;

c)   la preparazione di iniziative e manifestazioni per il rilancio del progetto europeo;

d)   il perseguimento di una politica dell’informazione incentrata sui grandi temi di interesse comunitario.