Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Rapporti Internazionali
Titolo: SLOVACCHIA - Incontro del Presidente della Camera con l'Ambasciatore della Repubblica Slovacca, S.E. Stasnislav Vallo - ROMA, 9 giugno 2008
Serie: Schede Paese    Numero: 15
Data: 09/06/2008
Descrittori:
POLITICA ESTERA   SLOVACCHIA

 

SLOVACCHIA

DOSSIER SCHEDE - PAESE

 

XVI legislatura

n. 15

9 giugno 2008

CAMERA DEI DEPUTATI

Servizio Rapporti internazionali

 

 

 

 

Repubblica Slovacca

 

 

 

 

 

 


 

 

 

 

DATI GENERALI[1]

Superficie

48,845 kmq

Capitale

Bratislava (450.000 abitanti)

Abitanti

5.455.407 (2008)

Tasso di crescita della popolazione

0,143%

Aspettativa di vita alla nascita

75,17

Composizione etnica

Slovacchi (85,8%), ungheresi (9,7%), rom (1,7%), ruteni ed ucraini (1%), altri (1,8 %)

Lingue

Slovacco (ufficiale, 83,9%), ungherese (10,7%),lingua rom (1,8), ucraino (1%), altri (2,6%).

Religioni praticate

Cattolica (68.9%), protestante (10,8%), ortodossa 4,1%), nessuna (13%), altre (3,2%).

 

 

 

 

 

PRINCIPALI CARICHE DELLO STATO

 

Presidente della Repubblica

Ivan GASPAROVIC (HDZ, Movimento per la Democrazia[2]) eletto il 17 aprile2004 ed in carica dal successivo 15 giugno

Presidente del Consiglio Nazionale

PavolPASKA (SMER – Direzione Democrazia sociale) dal 4 luglio 2006

Primo ministro

Robert FICO (SMER – Direzione Democrazia sociale), dal 4 agosto 2006

Ministro degli Affari esteri

Jan KUBIS (Diplomatico, SMER))

Ministro delle finanze

Ján POČIATEK (SMER)

Ministro degli interni

Robert KALIŇÁK (SMER)

 

 

SCADENZE ELETTORALI

 

Presidenziali

2009

Politiche

2010 (le ultime elezioni si sono tenute il 17 giugno 2006)

 

 

 

 

 

 

QUADRO POLITICO

 

 

 

 

 

Governo in carica

 

Con 80 voti dei 135 deputati presenti, il nuovo governo del premier slovacco, Robert Fico, di area socialdemocratica, ha ottenuto il 4 agosto 2006 la fiducia del Parlamento unicamerale.

 

 

Il gabinetto di Fico formato, dopo le elezioni anticipate del 17 giugno 2006, dallo SMER e dai nazionalisti del Partito nazionale slovacco (Sns) di Jan Slota, e il Movimento per la Slovacchia democratica (Hzds) del controverso ex premier Vladimir Mečiar, possiede la maggioranza con 85 seggi nel Consiglio Nazionale (il Parlamento unicamerale slovacco) sui 150 complessivi. L’intesa raggiunta dallo SMER con partiti di stampo nazionalista ha suscitato molte polemiche all’interno del movimento socialista europeo e in settembre lo SMER è stato sospeso dall’Internazionale Socialista.

 

La votazione è stata preceduta da un lungo dibattito (due giorni), durante il quale l’opposizione ha mosso aspre critiche soprattutto al programma economico del governo. L’ex premier conservatore e promotore delle riforme slovacche, Dzurinda, sconfitto alle ultime elezioni, nel suo intervento in aula ha, infatti, fortemente criticato il programma definendolo populista e ha messo in dubbio l’impegno di Fico a portare la Slovacchia nell’euro nel 2009.

 

 

A seguito delle elezioni politiche del 17 giugno 2006 il Consiglio Nazionale slovacco risulta alquanto frammentato ed è così composto:

 

 

 

PARTITO

[3]

SEGGI

Direzione Democrazia sociale (SMER)

50

Unione Slovacca democratica e Cristiana (SDKU)

31

Partito Nazionale Slovacco (SNS)

20

Partito della Coalizione Ungherese (SMK-MKP)

20

Partito del Popolo-Movimento per una Slovacchia democratica (LS-HZDS)

15

Movimento Cristiano Democratico (KDH)

14

TOTALE

150

 

Le donne al Parlamento slovacco sono 24.

 

 

 

 

 

QUADRO ISTITUZIONALE

 

 

 

Forma di governo

 

La Slovacchia è Repubblica parlamentare. La Costituzione della Repubblica slovacca, ratificata il 1 settembre 1992, è in vigore dal 1° gennaio 1993 (data dell’indipendenza del Paese). Nel settembre 1998 è stata modificata per permettere l’elezione diretta del Capo dello Stato.

 

 

Presidente della Repubblica

 

Il Capo dello Stato è il Presidente della Repubblica, eletto a suffragio universale con sistema a doppio turno. La durata del suo mandato è di cinque anni e non può essere eletto per più di due volte consecutive. Nonostante l’elezione diretta del Capo dello Stato comporti un rafforzamento del mandato presidenziale, il potere esecutivo è esercitato dal Governo e le funzioni del Presidente della Repubblica sono assai limitate. Il Capo dello Stato rappresenta la Repubblica slovacca nell’ambito delle relazioni internazionali ed è il Comandante delle Forze Armate. Controfirma i disegni di legge approvati dal Consiglio Nazionale, potendo chiederne un riesame. Ha il potere di sciogliere il Consiglio Nazionale. Il Presidente della Repubblica è responsabile della designazione del Primo Ministro, il quale propone al Presidente della Repubblica i restanti Membri del Consiglio dei Ministri da nominare. Il Governo deve quindi ottenere la fiducia del Parlamento, che esercita il potere di indirizzo politico.

 

 

 

 

Parlamento

 

Il Consiglio Nazionale (“Narodna Rada”), ovvero il Parlamento slovacco, è a struttura unicamerale; è composto da 150 membri, eletti ogni quattro anni con sistema proporzionale e sbarramento al 5%. Il Consiglio Nazionale adotta le proprie deliberazioni a maggioranza dei presenti. Con la maggioranza dei 2/3 dei membri sono approvate le modifiche costituzionali.

 

Governo

 

Il Governo è composto dal Primo Ministro e dai Ministri. Il Presidente della Repubblica nomina il Primo Ministro e, su sua proposta, i Ministri. Il Governo si presenta dinanzi al Consiglio Nazionale per ricevere, a maggioranza assoluta dei membri, il voto di fiducia.

 

 

Corte costituzionale

 

La Corte Costituzionale è stata istituita dalla legge costituzionale n.460 del 1992 come organo giuridico indipendente. Si compone di tredici giudici, scelti dal Presidente della Repubblica tra una lista di candidati indicati dal Parlamento, i quali restano in carica per un periodo di dodici anni.

 

 

Magistratura

 

Il sistema giudiziario prevede una Corte Suprema, Tribunali regionali, Tribunali federali di prima istanza ed un Tribunale militare. La maggior parte dei magistrati sono eletti dal Parlamento o designati dal Ministro della Giustizia. Tutti i giudici, il Presidente e il Vice Presidente della Corte Suprema sono nominati dal Parlamento.

 

 

 

Amministrazione dello Stato

 

La Repubblica Slovacca è suddivisa in 8 regioni (kraj) ognuna delle quali prende il nome dalla rispettiva maggiore città. Ogni regione, a sua volta, è poi suddivisa in province (okres) e, a livello ulteriore, in 79 distretti (obvod). La rappresentanza in Parlamento tiene parzialmente conto di tali demarcazioni territoriali, che vengono prevalentemente utilizzate a fini di decentramento amministrativo. Le regioni sono direttamente subordinate al governo ed i funzionari regionali vengono nominati dal Parlamento.

 

 

 

 

 

ATTUALITÁ POLITICA

(in collaborazione con il mae)

 

 

 

La sospensione dello SMER dal PSE

 

Il 12 ottobre 2006 il partito socialista europeo (Pse) ha annunciato la sospensione temporanea della formazione socialdemocratica Smer del Premier Robert Fico, che in occasione delle elezioni politiche di giugno ha stretto un'alleanza di governo con partiti dell'estrema destra (l’esecutivo di Fico comprende anche il Partito ultranazionalista di Jan Slota noto per l'ostilità contro la minoranza ungherese e i rom).

In quell’occasione, delle 33 delegazioni dei 28 paesi rappresentati nel PSE, nella votazione del 12 ottobre 2006, solo i responsabili della Slovacchia e della Repubblica Ceca si sono espressi contro la sospensione dello Smer.

Il Premier Fico ha duramente criticato la decisione asserendo che sono stati puniti per aver praticato una politica a favore del popolo, per aver combattuto contro i monopoli e per il fatto di non aver portato gli ungheresi al governo (cioe' il partito della minoranza magiara, Coalizione ungherese - Smk).

 

 

La Presidenza del Partito Socialista Europeo ha prorogato, nella riunione del 4 ottobre 2007, la sospensione dello SMER nel PSE alla luce delle recenti dichiarazioni del leader del Partito nazionale slovacco, Jan Slota, che è tornato ad attaccare il leader del SMK, il partito della minoranza magiara in Slovacchia. Nel corso della riunione al segretario dei Ds Piero Fassino è stato attribuito un incarico internazionale, che lo vede quale “uomo di contatto” per riportare i socialisti slovacchi dello SMER all’interno del Pse.

 

Il 14 febbraio scorso il Partito socialista europeo ha reintegrato il partito slovacco Smer del primo ministro Robert Fico, sospeso ad ottobre 2006, dopo che il gruppo socialdemocratico ha preso degli "impegni" sulla tutela dei diritti delle minoranze, ha annunciato il presidente del Pse, Poul Nyrup Rasmussen.

Nonostante la sua reintegrazione, il partito del premier Fico resterà "sotto sorveglianza", perché il Partito socialista europeo ritiene che sono necessari ancora "molti" progressi sui diritti delle minoranze in Slovacchia.

 

 

La popolarità del Premier Fico

 

Il Premier Fico e lo SMER (il suo partito) sembrano godere di grande popolarità, stando ad un sondaggio effettuato ai primi di febbraio 2007. Secondo gli esperti, il successo si spiega con la brillante strategia comunicativa del Premier e la sua politica populista che beneficia delle riforme economiche avviate dal precedente Premier conservatore Mikulas Dzurinda. I giornali 'Pravda' e 'Novy cas' coniano addirittura per la  Slovacchia il termine ''Ficoland''. Anche il Partito nazionalista slovacco (Sns) dell' estremista Jan Slota, ha accresciuto la sua popolarità, dal  2,5% a circa il 14%; sarebbero invece scesi i consensi a favore dell'ex Premier Vladimir Meciar e del suo partito l’Hzds.

Molto diversa la situazione dei partiti che erano al governo sino allo scorso giugno, la cui popolarità rimane a livelli molto bassi. Secondo alcuni analisti, Fico in questi sei mesi si è mostrato costantemente intento a correggere gli aspetti più impopolari delle riforme imposte dal precedente governo, senza compiere però alcuna delle rivoluzioni paventate dagli sconfitti al nascere del suo governo. Nel suo 'primo semestre' non solo non ha rovesciato la riforma delle pensioni, né quella del sistema sanitario, ma addirittura non ha ancora significativamente toccato la tanto detestata flat tax. Nel contempo, davanti alla opinione pubblica interna, a differenza dell’ex Premier Dzurinda, Fico fa di tutto per manifestare poca disponibilità verso gli interessi delle grandi società straniere, e parallelamente non ha perso occasione per mostrare la propria comprensione verso gli interessi dei lavoratori dipendenti, dei pensionati come pure degli imprenditori e delle aziende slovacche.

Vanno ricordati due episodi relativi alla composizione del governo attuale: il primo risale al novembre del 2007, quando l’allora Ministro dell’agricoltura, Miroslav Murena era stato rimosso dal Premier per uno scandalo di cessione e vendite di terreni poco chiare. Il 25 gennaio 2008 si è dimesso il Ministro della difesa Frantisek Kasicky (dello Smer), per un appalto non trasparente per lavori di pulizia e manutenzione delle caserme.

 

 

Le tensioni con la minoranza ungherese

 

Sul problema della minoranza magiara in Ungheria, il 10 ottobre 2007 il premier slovacco Fico ha annunciato di voler invitare il collega ungherese Ferenc Gyurcsany a Bratislava. La data non è stata ancora fissata. Le tensioni diplomatiche tra Slovacchia e Ungheria si sono inasprite a fine settembre dopo la risoluzione del Parlamento slovacco sulla insindacabilità dei cosiddetti “decreti di Benes”: firmati dopo la fine della seconda guerra mondiale dall’allora presidente cecoslovacco Benes, i decreti sancirono la deportazione dalla Cecoslovacchia dei tedeschi dei sudati e degli ungheresi, nonché l’esproprio dei loro beni. La proposta di risoluzione, avanzata da quattro deputati del Partito nazionalista slovacco Slota ma votata e approvata in Parlamento da tutti i partiti tranne la Coalizione ungherese (SMK), ha scatenato, insieme alle dichiarazioni provocatorie formulate da Slota all’indirizzo dei magiari e del loro leader, le proteste sia dei politici in Ungheria sia del gruppo socialista europeo.

 

Il 18 ottobre 2006 la Procura di Nitra, in Slovacchia nordorientale, ha archiviato l'inchiesta sulla presunta aggressione da parte di un gruppo di estremisti alla giovane slovacca d'etnia ungherese avvenuta alla fine di agosto, proprio allorquando la tensione tra Ungheria e Slovacchia montava a causa di una serie di dichiarazioni del leader nazionalista Slota, e che aveva portato ad una vera e propria crisi diplomatica tra Budapest e Bratislava. La polizia slovacca ha condotto un'inchiesta sulla vicenda e ha affermato che la giovane avrebbe inventato tutto. Le relazioni tra i due vicini restano, comunque, tese. Il Primo Ministro ungherese Gyurcsany ha chiesto al Premier Fico di distanziare il suo governo dai settori ultra-nazionalisti e, in un vertice tenuto il 10 ottobre 2006 tra i quattro paesi del Club di Visegrad (Polonia, Ungheria, Repubblica ceca, Slovacchia), ha rifiutato un incontro bilaterale.

Si ricorda che la minoranza ungherese in Slovacchia è di circa 500 mila persone. Nel paese le violenze a sfondo razziale, soprattutto nei loro confronti, sono aumentate negli ultimi mesi.

Il 7 settembre 2006 il Presidente della Commissione europea, Barroso, dopo aver esortato il Primo Ministro Fico, da lui incontrato, ad “attenuare le tensioni che si sono accese nei confronti delle minoranze presenti nel Paese”, ha dichiarato di aver ricevuto dal Premier slovacco tutte le garanzie per un pieno “rispetto dei diritti fondamentali” dell’uomo in Slovacchia.

Gli episodi di xenofobia erano stati stigmatizzati anche dal Presidente del Consiglio d’Europa Renè van der Linden il 31 agosto 2006 che aveva ricordato  l’obbligo per i membri del Consiglio d’Europa di rispettare diritti delle minoranze.

 

 

 

L’adozione dell’euro

 

Il 12 febbraio 2007 il Premier Robert Fico ha confermato l’impegno al fine di introdurre a la moneta unica europea da gennaio del 2009.

Durante la recente visita a Bratislava, il 18 luglio 2007, il Presidente del Consiglio, Romano Prodi, ha dichiarato che l’Italia sostiene la Slovacchia nel suo processo di avvicinamento all’euro.

Il 29 maggio scorso la Banca centrale europea, su richiesta delle autorità slovacche, ha rivalutato del 15% il tasso di cambio della corona slovacca con l’euro nel meccanismo di pre-adesione alla moneta unica europea (Erm II). Il cambio attuale corrisponde a un euro per 30,1260 corone slovacche. Tale rivalutazione è giustificata dai miglioramenti in corso dei fondamenti economici sottostanti.

Il 29 aprile scorso la Commissione europea ha annunciato che darà il via libera all’ingresso, già nel gennaio 2009, della Slovacchia nella zona dell’euro.

Il 3 giugno 2008 i ministri delle Finanze dell'Unione europea hanno dato il via libera all'adozione dell'euro da parte della Slovacchia a partire dal primo gennaio 2009 e hanno inviato una raccomandazione al Consiglio europeo, che si riunirà il prossimo 19 e 20 giugno, affinché faccia lo stesso. Il passo successivo sarà infine a luglio, quando l'Ecofin stabilirà anche il tasso definitivo di cambio tra la corona slovacca e l'euro.

 

 

 

 

POLITICA ESTERA

 

(a cura del Ministero degli Affari esteri)

 

 

 

Manifesto del Governo slovacco.[4]

La politica estera

 

Nel documento presentato al Parlamento, il Governo Fico ribadisce, tra l’altro, l’intenzione di rafforzare la pace e la stabilità in Europa e nel mondo: in tal senso il governo si impegna ad intensificare la partnership e la cooperazione con la NATO e l’Unione Europea e rinnova l’impegno a partecipare alla lotta al terrorismo. Si dichiara altresì la volontà di svolgere un ruolo chiave all’interno delle organizzazioni di cui la Slovacchia fa parte ed in particolare Unione europea, NATO, ONU, OCSE, OSCE e Consiglio d’Europa anche per sostenere il rispetto dei diritti umani e le libertà fondamentali, compresi i diritti delle minoranze etniche. Il governo si dichiara pronto a sostenere l’ulteriore sviluppo del processo di integrazione europea. Si annuncia quindi la partecipazione alla preparazione e attuazione della Politica europea di sicurezza e difesa comune, prevedendo lo speciale coinvolgimento della Slovacchia a favore del rafforzamento della sicurezza e stabilità nei Balcani e dell’Europa orientale. Si rinnova il sostegno al processo di ratifica del Trattato sulla Costituzione europea. Obiettivo dell’esecutivo è anche l’eventuale decentralizzazione e localizzazione delle istituzioni europee nell’Europa centrale ed orientale, compresa la Slovacchia. Ai fini di incrementare la competitività dell’UE e di realizzare un mercato interno, il governo slovacco è pronto a promuovere la graduale rimozione delle barriere del mercato del lavoro europeo, nonché nel settore dei servizi e dell’energia. Il Governo sostiene il futuro allargamento dell’Unione europea. E’ pronto inoltre a fare ogni sforzo per condurre a termine la futura entrata nel sistema Schengen della Slovacchia. Particolare importanza è poi attribuita allo sviluppo delle relazioni con i paesi vicini ed in particolare la Repubblica Ceca; altrettanto interesse è attribuito alla cooperazione regionale ed in primo luogo a quella realizzata nell’ambito del Gruppo di Visegrad. Il governo considera, altresì,  prioritario lo sviluppo delle cooperazione multilaterale con i paesi membri dell’UE e della NATO ed è pronto a dare ulteriore impulso alle relazioni con la Federazione Russa, ritenuta un importante fattore per la sicurezza e la prosperità dell’UE. Si dichiara altresì l’interesse a contribuire ulteriormente al rafforzamento della stabilità e della democrazia in Iraq, Afghanistan e Medio Oriente e la disponibilità a promuovere un efficiente multilateralismo. Il governo sosterrà quindi il ruolo dell’ONU quale insostituibile organismo responsabile per la pace e la sicurezza nel mondo.

 

 

La Repubblica Slovacca ha centrato i suoi due principali obiettivi di politica estera nel 2004 con il definitivo ingresso nell’Alleanza Atlantica (2 aprile) e nell’Unione Europea (1° maggio). Il Paese punta adesso da un lato a ricercare un sempre più saldo ancoraggio all’area europea ed occidentale, dall’altro a mantenere saldi legami di collaborazione con i Paesi dell’Europa Centrale ed Orientale, verso cui vorrebbe si rivolgessero gli sforzi per creare un’area di democrazia, sicurezza, stabilità e prosperità.

 

Fattore chiave nell’azione esterna del Paese sono la cooperazione ed il partenariato strategico con gli Stati Uniti. Analogamente, l’appartenenza alla NATO, valutata positivamente dalla metà dell’opinione pubblica, è vista non solo come un contributo importante alla sicurezza nazionale, ma anche come un fattore positivo per le relazioni con i Paesi vicini, in primis con la Russia. Proprio Bratislava ha ospitato, nel febbraio 2005, il primo summit bilaterale russo-americano dopo l’allargamento dell’Alleanza ai Paesi dell’Europa centrale.

 

In merito alla crisi irachena, il Governo ha offerto il proprio sostegno agli Stati Uniti, concedendo il transito aereo e terrestre alle truppe USA e inviando in Kuwait circa cento specialisti sminatori del genio militare (sotto comando polacco). Nella fase di ricostruzione, per la quale è stata sostenuta la necessità di un ruolo di punta delle Nazioni Unite, é stato deciso di privilegiare l’impiego dell’unità (ridotta nel frattempo a sessanta uomini) ad operazioni a fini umanitari.

 

La seconda delle linee guida di politica estera del Paese riguarda la cooperazione con gli altri Paesi dell’Europa Centro Orientale. Fondamentali sono in particolare le relazioni con la Repubblica Ceca. Il mantenimento di solidi legami economici con la regione Boemo-Morava rimane, dopo la dissoluzione della Cecoslovacchia, indispensabile per il futuro della Repubblica Slovacca. Dopo un raffreddamento dei rapporti con Praga, all’indomani dell’indipendenza, le relazioni tra i due Paesi sono ora estremamente intense e proficue (la Repubblica Ceca è il secondo partner commerciale della Slovacchia, dopo la Germania).

Più complessi appaiono i rapporti con la confinante Ungheria, a causa della forte minoranza di etnia ungherese presente in Slovacchia. Nel corso del 2001 l’approvazione da parte del Parlamento ungherese della “Legge sullo status delle minoranze magiare” ha creato alcune tensioni, riaccese dall’improvvisa approvazione da parte del Parlamento magiaro nel giugno del 2003 di una versione emendata della Legge – in una forma non preventivamente concordata con la Slovacchia – che ha riacceso le polemiche sugli “effetti extraterritoriali” della normativa ungherese. Nel luglio 2003 è stata adottata una Dichiarazione congiunta che riconduce la controversia nell’alveo del Trattato di base sottoscritto dai due Paesi nel 1995.

Con Praga e con le altre capitali della regione si cercano proficue forme di cooperazione. Centrale nella politica estera del Paese é la cooperazione in seno al Gruppo di Visegrad (Polonia, Repubblica Ceca, Repubblica Slovacca, Ungheria). Dopo l’allargamento dell’UE si vorrebbe trasformare questo foro di consultazione e collaborazione in uno strumento di cooperazione regionale sul modello del Benelux.Finora esso ha consentito ai suoi membri di assumere posizioni comuni all’interno dell’Unione (come nel caso di negoziati lunghi e complessi, quali quelli sulle prospettive finanziarie) e di veicolare agli altri partner nuove iniziative (ad esempio una cooperazione in campo energetico). Lo si vorrebbe indirizzare anche al sostegno di specifici progetti nei settori della cultura e dell’educazione.

Si ricorda che il 25 ottobre del 2007 i ministri degli esteri dei quattro paesi del Gruppo di Visegrad hanno chiesto all’Unione europea di formulare un nuovo quadro di cooperazione con la Moldavia per ricompensare la sua politica di riforme. Attualmente le relazioni tra l’Unione europea e la Moldavia sono regolate da un piano d’azione che risale all’inizio del 2005, che però è in scadenza.

 

 

In questa strategia regionale rientra anche la partecipazione slovacca all’Iniziativa Centro Europea, i cui Capi di Governo si sono ritrovati proprio in Slovacchia, a Piestany, nel novembre 2005. La Presidenza slovacca si è in quell’occasione adoperata per la istituzionalizzazione della collaborazione tra l’INCE e le istituzioni-UE a Bruxelles, nella convinzione che ciò possa offrire un contributo determinante alla Politica europea di Vicinato.

Continuato é l´impegno per i Balcani, dove la maggioranza della popolazione slovacca opta per posizioni che non indeboliscano gli storici alleati serbi. Verso questo Paese (dove è presente una collettività slovacca di circa 60.000 persone) si indirizzano alcuni progetti slovacchi di cooperazione allo sviluppo. Nel marzo 2007 il Parlamento slovacco ha votato a grande maggioranza (123 voti su 142) una risoluzione, promossa dall’opposizione di centro-destra, in cui si auspica una soluzione allo status del Kosovo che tenga conto degli interessi di tutte le parti e si ribadisce che la piena indipendenza del Kosovo non è nell’interesse della generale stabilità della regione. Di recente, dopo l’autoproclamazione dell’indipendenza del Kosovo, il Premier Fico ha dichiarato che la Slovacchia probabilmente non riconoscerà mai Pristina, ciò in parte anche per le possibili ripercussioni di tale indipendenza sulla minoranza ungherese del Paese, che rappresenta il 10% della popolazione.

La Slovacchia partecipa alla missione KFOR in Kosovo (135 militari) ed EUFOR-Althea in Bosnia-Erzegovina (8 unità).

 

Membro ONU dal 1993, Bratislava è su posizioni lontane da quelle italiane in tema di riforma del CdS, appoggiando un aumento sia dei membri permanenti che di quelli non permanenti e sostenendo le aspirazioni di Germania e Giappone.

 

 

Relazioni con l’Unione europea

 

La Slovacchia è membro dell’Unione Europea dal 1° maggio 2004.

 

Nel giugno dello stesso anno gli Slovacchi hanno partecipato per la prima volta all’elezione del nuovo Parlamento Europeo (alla Slovacchia spettano 14 seggi), facendo registrare il più alto tasso di astensione dell’Unione. Si sono infatti recati alle urne soltanto il 16,9% dei 4,2 milioni di aventi diritto. Tra le cause di tale record, si sono elencati la difficile comprensione del meccanismo delle istituzioni comunitarie, l’affollamento di campagne elettorali e referendarie in quel lasso di tempo, nonché una campagna elettorale poco vivace, indice dell’assenza di un reale dibattito nel Paese sulla collocazione europea della Slovacchia.

L’11 maggio 2005 il Parlamento slovacco ha approvato l’atto di ratifica del Trattato Costituzionale con 116 voti a favore, 27 contrari e 4 astensioni. La procedura non si è tuttavia ancora formalmente conclusa in quanto la firma del Presidente della Repubblica non ha ancora avuto luogo in pendenza di un ricorso davanti alla Corte costituzionale. A sostegno del trattato si è espresso un ampio schieramento di forze politiche, che ha associato non solo quasi tutti i partiti della coalizione di governo (con la prevista eccezione dei cristiano-conservatori del KDH), ma anche i maggiori partiti di opposizione (con l’esclusione dei comunisti) e la quasi totalità degli indipendenti. Nell’ambito del negoziato appena concluso, il Governo slovacco, si è in via generale allineato alle posizioni dei Paesi impegnati a difendere i contenuti del predetto Trattato.

 

L’ 8 novembre 2007 il Consiglio dei Ministri interni e giustizia dell’Unione europea ha approvato l’estensione dell’area Schengen dalla mezzanotte fra il 21 e il 22 dicembre ad altri nove paesi, tra cui la Slovacchia.

 

Il 10 aprile 2008 il Parlamento slovacco ha ratificato il trattato di Lisbona, anche grazie ai voti dell’opposizione, vista la maggioranza richiesta dei tre quarti dei parlamentari (103 voti). Va ricordato che la ratifica del Trattato è stata bloccata dall’opposizione, in segno di protesta contro la controversa legge sui media presentata dal Premier Fico. La legge in questione obbligherebbe i giornali a pubblicare la replica di ogni cittadino del quale abbiano parlato di un articolo della stampa (diritto di replica). Tale provvedimento è stato duramente osteggiato dai mezzi di informazione, dall’Osce e dal Partito popolare europeo.

 

 

La capacità di assorbimento dei fondi europei ottenuti dalla Slovacchia nell'ambito del programma di transizione 2004-2006, pari a 63 miliardi di Corone, risulterebbe in continuo aumento. L'impiego dei fondi avrebbe raggiunto al 20 giugno scorso il 47%. Sarebbero stati inoltre approvati l'88% dei progetti presentati che beneficeranno del finanziamento congiunto a valere sul bilancio statale e fondi europei. Il Piano Nazionale Strategico di riferimento per il periodo 2007-2013 e' stato gia' presentato alla Commissione Europea lo scorso 29 giugno per la successiva approvazione. Sulla base del suddetto documento la Slovacchia disporra' di 400 miliardi di Corone (circa 11,5 mld. di Euro) per il finanziamento di progetti nell'ambito di 11 programmi operativi.

 

 

 

Principali indicatori economici*

 

2007

2008

2009

Crescita PIL (%)

8.7

7

6.2

Inflazione (indice dei prezzi al consumo %)

1.7

2.5

3

Saldo bilancio P.A./PIL (%)

-3

-2.7

-2.6

Debito/PIL (%)

30,8

30.7

30.6

Tasso di disoccupazione

11.2

9.7

9

PIL (in miliardi di dollari USA)**

107,6

PIL pro capite (in dollari USA)**

19.800

Fonti

*Commissione europea: Previsioni economiche, primavera  2008

**Central Intelligence Agency, The World Factbook 2008

 

 

 

 

 

 

 

 



[1]Fonte: CIA Worldfactbook 2008.

[2]Gasparovic (leader del piccolo partito di opposizione HZD, nato da una scissione con l‘HZDS), è risultato a sorpresa vincitore sul carismatico Vladimir Mečiar, il cui Governo populista e dai forti toni nazionalistici fu all’origine dell’isolamento del giovane Stato slovacco fino al 1998.

[3] In neretto i partiti che fanno parte della coalizione di governo. I dati provengono dal sito del Parlamento slovacco.

[4]A cura del Servizio Rapporti internazionali. Fonte: sito internet del Governo slovacco.