Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Studi - Dipartimento finanze
Titolo: Temi del federalismo fiscale - Spesa statale regionalizzata
Serie: Documentazione e ricerche    Numero: 20    Progressivo: 3
Data: 16/10/2008
Descrittori:
FEDERALISMO   ORGANIZZAZIONE FISCALE
SPESA PUBBLICA     
Organi della Camera: VI-Finanze


1.  Il calcolo della spesa regionalizzata

La spesa statale regionalizzata offre una rappresentazione della distribuzione geografica delle risorse erogate dal bilancio dello Stato, da enti pubblici e da fondi alimentati con risorse nazionali e comunitarie.

La Ragioneria generale dello Stato pubblica annualmente le tabelle relative alla spesa regionalizzata riferita alle spese correnti e in conto capitale - con esclusione quindi del rimborso prestiti – che corrisponde a circa il 78,6% del totale della spesa erogata dallo Stato, da enti pubblici e fondi.

Per quanto riguarda gli enti pubblici, oltre a quelli previdenziali, sono presi in considerazione altri enti che operano sull’intero territorio nazionale, tra cui l’Anas, i Monopoli di Stato, il CNR, l’ENEA, l’istituto Nazionale di Fisica Nucleare, la Croce Rossa Italiana, l’ICE, l’Istituto di patronato ed assistenza sociale, l’ISPEL, il Fondo Edifici di culto, nonché la Presidenza del Consiglio dei Ministri e la Corte dei conti.

Gli ultimi dati, pubblicati nel novembre 2007, sono relativi all’anno 2005 (v. “La spesa statale regionalizzata. Anno 2005”, MEF, Dipartimento RGS, novembre 2007).

La regionalizzazione della spesa statale prende in considerazione i pagamenti in conto competenza e in conto residui, quali risultano dal Rendiconto generale dello Stato. Tali dati vengono elaborati dalla RGS e ripartiti territorialmente sulla base della localizzazione dei pagamenti presso le Tesorerie dello Stato. In particolare, il criterio di allocazione territoriale è basato sulla localizzazione fisica dei fattori produttivi impiegati per l’offerta di servizi e per gli investimenti e non considera invece i beneficiari dell’attività amministrativa. Per tale ragione, ad esempio, la spesa per il funzionamento dei ministeri rimane attribuita in misura largamente maggioritaria al Lazio.

Con specifico riferimento ai pagamenti effettuati presso le tesorerie di Roma (a livello centrale e provinciale), sono invece individuate e ridistribuite le quote della spesa destinata ad aree geografiche diverse (ad esempio, per i trasferimenti ad enti di previdenza, o - relativamente ai redditi da lavoro dipendente – per le competenze del Corpo della Guardia di finanza). Nei casi in cui non sia possibile ridistribuire la spesa o reperire informazioni supplementari da altre fonti, la quota di spesa viene definita come “non regionalizzabile”. Tra i pagamenti non regionalizzabili vi sono quelli destinati ad organismi di carattere internazionale (trasferimenti correnti all’estero e risorse proprie CEE).

2.  La spesa complessiva regionalizzata pro-capite

La seguente mappa evidenzia, per l’anno 2005, due ordini di dati: da un lato, la concentrazione della spesa statale regionalizzata pro-capite che include le erogazioni del bilancio dello Stato, di enti e fondi (con classi di spesa e numero di regioni che vi rientrano riportate nella legenda, in verde) e, dall’altro, la quota-parte della spesa pro-capite erogata dal solo bilancio dello Stato (con valori riportati all’interno di ciascuna regione, in rosso).

 

 

 

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

In termini di valori pro-capite, nel 2005, il livello più alto della spesa regionalizzata, oltre al Lazio – al quale, come si è visto, sono riferite le spese dei ministeri - è registrato da alcune regioni a statuto speciale (Valle d’Aosta, Trentino A. Adige Friuli V. Giulia), per quanto riguarda sia la quota erogata dal bilancio dello Stato sia la spesa regionalizzata complessiva. Va a riguardo considerato che nelle somme erogate dal bilancio statale alle regioni a statuto speciale (ad eccezione della Sicilia che incassa direttamente i tributi erariali) sono comprese le quote di compartecipazione ai tributi erariali (tra i quali IRPEF, IRPEG, IVA e altre imposte sul patrimonio e sui consumi) previste dai rispettivi statuti e dalle norme di attuazione degli stessi, che contabilmente lo Stato incassa e riversa in quote-parti variabili alle predette regioni. Le quote di compartecipazione ai tributi erariali spettanti a ciascuna regione a statuto speciale sono volte a finanziare alcune funzioni “devolute”, vale a dire le cui competenze sono direttamente esercitate dalle regioni in base al proprio statuto (ad es. l’istruzione pubblica, le funzioni prefettizie del presidente della regione, l’erogazione di pensioni agli invalidi civili con risorse degli enti previdenziali, i servizi del corpo forestale, etc.).

 

Tab. 1. Spesa complessiva regionalizzata pro-capite, anno 2005

Fonte: RGS. Il calcolo pro-capite si basa su dati ISTAT della popolazione al 2005.

*     Al netto della quota del Bilancio statale erogata a enti e fondi.

 

Come si evince dalla precedente Tab. 1, tra le regioni a statuto ordinario, la spesa pro-capite complessiva regionalizzata oscilla tra il livello massimo del Lazio (10.278 euro) e quello più basso registrato in Veneto (6.514 euro).

3.  La spesa regionalizzata in valore assoluto

I dati riferiti alle spesa regionalizzata pro-capite sono ricavati dalla spesa statale complessiva in valore assoluto, ripartita dalla RGS su base regionale secondo i criteri analizzati al paragrafo 1. In particolare, con riferimento al bilancio dello Stato, rispetto ad una spesa di 452,6 miliardi circa, non è risultato possibile regionalizzare pagamenti per complessivi 125,9 miliardi, riconducibili principal­mente a voci relative all’Estero (comprese le risorse proprie UE), agli interessi passivi (pari al 60% di tale voce), alle poste correttive e compensative delle entrate e agli ammortamenti, come riportato nella Tab. 2. Inoltre, per evitare duplicazioni, il totale della spesa del bilancio dello Stato è riportato al netto di oltre 112 miliardi di euro per quote di spesa che transitano attraverso gli enti e i fondi e che risultano regionalizzate nell’ambito della spesa che fa capo a questi ultimi.

 

Tab. 2. Spesa complessiva regionalizzata
in valore assoluto, anno 2005

R. = regionalizzata; N. R. = non regionalizzabile.

*  Al netto della quota di 112 miliardi del Bilancio statale erogata a enti e fondi.

 

Tra le regioni a statuto ordinario è la Lombardiaad assorbire la quota più consistente della spesa complessivamente erogata (oltre 73,6 miliardi, pari a circa il 15,8% della spesa regionalizzata), seguita dal Lazio (54,5 miliardi, pari al 12%) e dalla Campania (38 miliardi circa, pari all’8,15%).

La graduatoria si inverte se si guarda all’incidenza di tali erogazioni rispetto al PIL regionalizzato. La spesa complessiva regionalizzata incide per oltre il 42% del prodotto interno lordo in Campania e per il 35% nel Lazio, per scendere al 25% circa in Lombardia.

4.  La spesa regionalizzata del bilancio dello Stato per categorie economiche

Con riferimento al bilancio dello Stato, la RGS elabora altresì una ripartizione della spesa regionalizzata per categorie.

La Tab. 3 evidenzia le percentuali di spesa regionalizzata, divisa per categorie economiche, erogata complessivamente dallo Stato. La quota è identica con riferimento alle spese correnti e a quelle in conto capitale (47,4%), mentre la restante parte transita attraverso il bilancio di enti e fondi ovvero risulta essere non regionalizzabile (pagamenti all’estero di parte corrente e in conto capitale, poste correttive e compensative delle entrate, ammortamenti e, per il 60%, la spesa per interessi).

 

 

Tab. 3 – Spesa regionalizzata del bilancio dello Stato per categorie - Anno 2005

 

Si osserva come le quote più consistenti di regionalizzazione della spesa statale rispetto al complessivo della spesa corrente sono relative alle voci “Trasferimenti correnti alle PA” (circa il 49%) e “Redditi da lavoro dipendente” (circa il 26%). Dal lato delle spese in conto capitale, la quota maggiore di regionalizzazione della spesa del bilancio della Stato è data dai “Contributi agli investimenti” riferiti alle amministrazioni centrali, locali e agli enti di previdenza, pari a circa il 46%.

Con riferimento alla sola spesa corrente, in particolare, la tabella espone il confronto dei livelli di spesa pro-capite del Bilancio dello Stato per regione e per categorie economica, con particolare riferimento alla spesa per redditi di lavoro dipendente, consumi intermedi e trasferimenti alle pubbliche amministrazioni. In quest’ultima categoria sono evidenziati separatamente i valori relativi ai trasferimenti alle regioni e agli enti locali. Nelle voce “Altre categorie” sono sommati i valori pro-capite della spesa regionalizzata del bilancio dello Stato con riferimento alle imposte sulla produzione, ai trasferimenti a famiglie e ISP, ai trasferimenti alle imprese, agli interessi passivi e alle altre uscite correnti.

 

 

Tab. 4 – Spesa regionalizzata pro-capite
(parte corrente) per categorie e regioni - Anno 2005

Fonte:   RGS. Il calcolo pro-capite si basa su dati ISTAT della popolazione al 2005.

*     Il totale “Italia” comprende la spesa non regionalizzata e la quota erogata a enti e fondi.

 

 

Per le ragioni già esposte nel paragrafo 2 con riferimento all’imputazione contabile e storno delle quote di compartecipazione ai tributi erariali da parte del bilancio dello Stato, risulta più elevata la spesa diretta alle regioni a statuto speciale: Valle d’Aosta (9.547 euro per abitante), seguita dalla provincia autonoma di Trento (7.952 euro), di Bolzano (7.101 euro), dal Friuli Venezia Giulia (5.054 euro). Sempre al di sopra del livello medio, si collocano la Sicilia (4.144 euro) e la Sardegna (4.121 euro).

Tra le regioni a statuto ordinario, la spesa statale pro-capite più elevata si registra nel Lazio con riferimento alle voci che rappresentano prevalente­mente la spesa per il funzionamento delle amministrazioni centrali, vale a dire i “Consumi intermedi” e i “Redditi di lavoro dipendente”, rispettivamente 305 e 1.422 euro. Rispetto alla voce “Trasferimenti alle P.A.”, si osserva che valori elevati in termini pro-capite sono registrati dal Molise (1.802 euro), la Basilicata (1.787 euro), il Lazio (1.762 euro) e la Calabria (1.696 euro). I livelli più bassi dei dati pro-capite per la stessa voce di spesa sono invece registrati da Lombardia (973 euro), Veneto (1.041 euro), Piemonte (1.220 euro) e Marche (1.229).

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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La presente scheda, realizzata dai Servizi studi e bilancio della Camera, fa parte di una serie di prodotti in materia di federalismo fiscale frutto della collaborazione tra i Servizi studi e bilancio dello Stato dei due rami del Parlamento.