Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione
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Autore: | Servizio Studi - Dipartimento finanze | ||||
Titolo: | Temi del federalismo fiscale - Spesa statale regionalizzata | ||||
Serie: | Documentazione e ricerche Numero: 20 Progressivo: 3 | ||||
Data: | 16/10/2008 | ||||
Descrittori: |
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Organi della Camera: | VI-Finanze |
1. Il calcolo della spesa regionalizzata
La spesa statale regionalizzata offre una rappresentazione della distribuzione geografica delle risorse erogate dal bilancio dello Stato, da enti pubblici e da fondi alimentati con risorse nazionali e comunitarie.
Per
quanto riguarda gli enti pubblici, oltre a quelli previdenziali, sono presi in
considerazione altri enti che operano sull’intero territorio nazionale, tra cui
l’Anas, i Monopoli di Stato, il CNR, l’ENEA, l’istituto Nazionale di Fisica
Nucleare,
Gli
ultimi dati, pubblicati nel novembre 2007, sono relativi all’anno 2005 (v. “La spesa statale
regionalizzata. Anno
La regionalizzazione della spesa statale prende in considerazione i pagamenti in conto competenza e in conto residui, quali risultano dal Rendiconto generale dello Stato. Tali dati vengono elaborati dalla RGS e ripartiti territorialmente sulla base della localizzazione dei pagamenti presso le Tesorerie dello Stato. In particolare, il criterio di allocazione territoriale è basato sulla localizzazione fisica dei fattori produttivi impiegati per l’offerta di servizi e per gli investimenti e non considera invece i beneficiari dell’attività amministrativa. Per tale ragione, ad esempio, la spesa per il funzionamento dei ministeri rimane attribuita in misura largamente maggioritaria al Lazio.
Con specifico riferimento ai pagamenti effettuati presso le tesorerie di Roma (a livello centrale e provinciale), sono invece individuate e ridistribuite le quote della spesa destinata ad aree geografiche diverse (ad esempio, per i trasferimenti ad enti di previdenza, o - relativamente ai redditi da lavoro dipendente – per le competenze del Corpo della Guardia di finanza). Nei casi in cui non sia possibile ridistribuire la spesa o reperire informazioni supplementari da altre fonti, la quota di spesa viene definita come “non regionalizzabile”. Tra i pagamenti non regionalizzabili vi sono quelli destinati ad organismi di carattere internazionale (trasferimenti correnti all’estero e risorse proprie CEE).
2. La spesa complessiva regionalizzata pro-capite
La seguente mappa evidenzia, per l’anno 2005, due ordini di dati: da un lato, la concentrazione della spesa statale regionalizzata pro-capite che include le erogazioni del bilancio dello Stato, di enti e fondi (con classi di spesa e numero di regioni che vi rientrano riportate nella legenda, in verde) e, dall’altro, la quota-parte della spesa pro-capite erogata dal solo bilancio dello Stato (con valori riportati all’interno di ciascuna regione, in rosso).
In termini di valori pro-capite, nel 2005, il livello più alto della spesa regionalizzata, oltre al Lazio – al quale, come si è visto, sono riferite le spese dei ministeri - è registrato da alcune regioni a statuto speciale (Valle d’Aosta, Trentino A. Adige Friuli V. Giulia), per quanto riguarda sia la quota erogata dal bilancio dello Stato sia la spesa regionalizzata complessiva. Va a riguardo considerato che nelle somme erogate dal bilancio statale alle regioni a statuto speciale (ad eccezione della Sicilia che incassa direttamente i tributi erariali) sono comprese le quote di compartecipazione ai tributi erariali (tra i quali IRPEF, IRPEG, IVA e altre imposte sul patrimonio e sui consumi) previste dai rispettivi statuti e dalle norme di attuazione degli stessi, che contabilmente lo Stato incassa e riversa in quote-parti variabili alle predette regioni. Le quote di compartecipazione ai tributi erariali spettanti a ciascuna regione a statuto speciale sono volte a finanziare alcune funzioni “devolute”, vale a dire le cui competenze sono direttamente esercitate dalle regioni in base al proprio statuto (ad es. l’istruzione pubblica, le funzioni prefettizie del presidente della regione, l’erogazione di pensioni agli invalidi civili con risorse degli enti previdenziali, i servizi del corpo forestale, etc.).
Tab. 1. Spesa complessiva regionalizzata pro-capite, anno 2005
Fonte: RGS. Il calcolo pro-capite si basa su dati ISTAT della popolazione al 2005.
* Al netto della quota del Bilancio statale erogata a enti e fondi.
Come si evince dalla precedente Tab. 1, tra le regioni a statuto ordinario, la spesa pro-capite complessiva regionalizzata oscilla tra il livello massimo del Lazio (10.278 euro) e quello più basso registrato in Veneto (6.514 euro).
3. La spesa regionalizzata in valore assoluto
I dati riferiti alle spesa regionalizzata pro-capite
sono ricavati dalla spesa statale complessiva in valore assoluto, ripartita
dalla RGS su base regionale secondo i criteri analizzati al paragrafo
Tab. 2. Spesa complessiva regionalizzata
in valore assoluto, anno 2005
R. = regionalizzata; N. R. = non regionalizzabile.
* Al netto della quota di 112 miliardi del Bilancio statale erogata a enti e fondi.
Tra le regioni a statuto ordinario è
La graduatoria si inverte se si guarda all’incidenza di tali erogazioni rispetto al PIL regionalizzato. La spesa complessiva regionalizzata incide per oltre il 42% del prodotto interno lordo in Campania e per il 35% nel Lazio, per scendere al 25% circa in Lombardia.
4. La spesa regionalizzata del bilancio dello Stato per categorie economiche
Con riferimento al bilancio dello Stato,
Tab. 3 – Spesa regionalizzata del bilancio dello Stato per categorie - Anno 2005
Si osserva come le quote più consistenti di regionalizzazione della spesa statale rispetto al complessivo della spesa corrente sono relative alle voci “Trasferimenti correnti alle PA” (circa il 49%) e “Redditi da lavoro dipendente” (circa il 26%). Dal lato delle spese in conto capitale, la quota maggiore di regionalizzazione della spesa del bilancio della Stato è data dai “Contributi agli investimenti” riferiti alle amministrazioni centrali, locali e agli enti di previdenza, pari a circa il 46%.
Con riferimento alla sola spesa corrente, in particolare, la tabella espone il confronto dei livelli di spesa pro-capite del Bilancio dello Stato per regione e per categorie economica, con particolare riferimento alla spesa per redditi di lavoro dipendente, consumi intermedi e trasferimenti alle pubbliche amministrazioni. In quest’ultima categoria sono evidenziati separatamente i valori relativi ai trasferimenti alle regioni e agli enti locali. Nelle voce “Altre categorie” sono sommati i valori pro-capite della spesa regionalizzata del bilancio dello Stato con riferimento alle imposte sulla produzione, ai trasferimenti a famiglie e ISP, ai trasferimenti alle imprese, agli interessi passivi e alle altre uscite correnti.
Tab. 4 –
Spesa regionalizzata pro-capite
(parte corrente) per categorie e regioni - Anno
2005
Fonte: RGS. Il calcolo pro-capite si basa su dati ISTAT della popolazione al 2005.
* Il totale “Italia” comprende la spesa non regionalizzata e la quota erogata a enti e fondi.
Per le ragioni già esposte nel paragrafo 2 con riferimento
all’imputazione contabile e storno delle
quote di compartecipazione ai tributi erariali da parte del bilancio dello
Stato, risulta più elevata la spesa diretta alle regioni a statuto speciale: Valle d’Aosta (9.547 euro per
abitante), seguita dalla provincia autonoma di Trento (7.952 euro), di Bolzano
(7.101 euro), dal Friuli Venezia Giulia (5.054 euro). Sempre al di sopra del
livello medio, si collocano
Tra
le regioni a statuto ordinario, la
spesa statale pro-capite più elevata si registra nel Lazio con riferimento alle voci che rappresentano prevalentemente
la spesa per il funzionamento delle
amministrazioni centrali, vale a dire i “Consumi intermedi” e i “Redditi di
lavoro dipendente”, rispettivamente 305 e 1.422 euro. Rispetto alla voce “Trasferimenti alle P.A.”, si osserva
che valori elevati in termini pro-capite sono registrati dal Molise (1.802
euro),
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La presente scheda, realizzata dai Servizi studi e bilancio della Camera, fa parte di una serie di prodotti in materia di federalismo fiscale frutto della collaborazione tra i Servizi studi e bilancio dello Stato dei due rami del Parlamento.