Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Studi - Dipartimento affari esteri
Altri Autori: Servizio Biblioteca - Ufficio Legislazione straniera , Ufficio Rapporti con l'Unione Europea
Titolo: Mappa dei conflitti e delle crisi internazionali
Serie: Documentazione e ricerche    Numero: 175
Data: 25/11/2010
Descrittori:
DIFESA E SICUREZZA INTERNAZIONALE   RELAZIONI INTERNAZIONALI
ZONE DI GUERRA E DI OPERAZIONI MILITARI     
Organi della Camera: III-Affari esteri e comunitari
IV-Difesa

Casella di testo: Documentazione
e ricerche
                                                                     n. 175/0 gennaio / novembre 2010

La presente nota fornisce un’informazione sintetica sui principali conflitti attualmente in corso. In particolare oggetto di attenzione sono i conflitti internazionali ed i conflitti interni armati in corso, nonché quelli per i quali siano stati raggiunti accordi di cessate il fuoco o di pace che prevedano l’impiego di missioni internazionali militari di peacekeeping o di peace-enforcing (molte delle quali vedono l’impiego di truppe italiane)1. Oltre ad una breve sintesi della situazione, ciascuna voce-paese contiene l’indicazione dell’attività parlamentare italiana, del Parlamento europeo, dei parlamenti dei principali paesi dell’Unione europea (Francia, Germania, Spagna, Gran Bretagna) e del Congresso USA in merito al medesimo conflitto, nonché l’indicazione della documentazione prodotta in materia dagli Uffici della Camera e del Senato ed una selezione dei prodotti dei principali istituti di ricerca italiani e internazionali. Sul sito della Camera2 è disponibile una versione online della nota con i link a tutti i documenti citati. La nota è aggiornata con cadenza bimestrale.


LA SITUAZIONE

Le situazioni di conflitto maggiormente all’attenzione dell’opinione pubblica internazionale e sulle quali ci si sofferma nella presente nota sono quelle in Afghanistan Pakistan (p. 8); tra le due Coree (p. 7); nel Kashmir (p. 9); tra Israele e ANP (p. 5); in Libano (p. 6); in Sudan (p. 4); in Congo (p. 2) e in Somalia (p. 3).

Nella presente nota si dà conto anche dei seguenti conflitti: Repubblica centrafricana (p. 2), Ciad (p. 2), Uganda (p. 4), Costa d’Avorio (p. 5), Iraq (p. 6), Yemen (p. 7), Marocco (Sahara occidentale) (p. 7), Nepal (p. 9), Filippine (p. 10), Timor-Est (p. 10), Bosnia (p. 10), Kosovo (p. 11), Russia (Cecenia) (p. 12), Georgia (p. 12), Cipro (p. 12) e Colombia (p. 13).

Al riguardo, l’attività parlamentare italiana, dei principali Stati europei, del Parlamento europeo e del Congresso USA, è stata concentrata sulla situazione in Afghanistan e Pakistan. Da segnalare però anche due significativi interventi

 

 

 

legislativi negli USA: l’approvazione, a marzo 2010, del Lord’s Resistence Army Disarmement and Northern Uganda Recovery Act ed il dibattito, nel corso dell’esame del Department of Defence Authorization Act 2011,sul finanziamento all’esercito libanese. Per l’Italia a fianco dell’attività parlamentare di seguito ricordata, si deve ovviamente segnalare l’esame dei decreti legge n. 1 (A.S. 2002, AC. 3097) e n. 102  (A.C. 3610, A.S. 2291) del 2010, recanti proroga del finanziamento delle missioni internazionali. Per la documentazione si rinvia anche, sulla partecipazione italiana alle missioni internazionali, al Quaderno Nuovi profili della partecipazione italiana alle missioni militari internazionali.

 

 

 

La presente nota è stata chiusa il 23 novembre 2010. Le informazioni relative alle attività parlamentari straniere e del Parlamento europeo sono aggiornate al 15 ottobre 2010.

 



AFRICA

 


AFRICA CENTRALE

 

 


Central African Republic

Repubblica centrafricana

Cessate il fuoco, (missione interna-zionale ONU: Minurcat; UE: Eufor-Ciad-Re-pubblica Centra-fricana).

 

Dopo un periodo di incertezza il Presidente Bozizé (al potere dal 2003 con un colpo di stato) ha fissato, con un decreto dello scorso 30 luglio, le elezioni presidenziali e parlamentari per il 23 gennaio 2011; la convocazione delle elezioni rappresenta un elemento fondamentale della strategia di conciliazione nazionale che il paese sta tentando e che vede coinvolti anche parte dei sostenitori dell’ex-presidente Patassé, deposto da Bozizé. Tuttavia, le operazioni di registrazione degli elettori, che inizialmente dovevano concludersi entro il 21 ottobre, sono state prorogate dal presidente senza il consenso dell’opposizione. Negli ultimi mesi sono proseguiti gli scontri in varie zone del paese tra forze governative e forze del principale movimento di opposizione armato la Convention of Patriots for Justice and Peace (CPJP), guidato, fino alla sua uccisione in gennaio, da Charles Massì, già primo ministro di Patassé. Nel Nord-Est del Paese la situazione si conferma instabile per l’afflusso di esponenti del Lord Resistence Army (LRA) dall’Uganda (nel corso del 2009 la repubblica Centrafricana ha sostenuto l’azione ugandese contro LRA) e per le resistenze di elementi tribali all’attività di stabilizzazione affidata da Bozizé al movimento armato di Zacharia Damane Union des forces démocratiques pour le rassemblement (UFDR). Il 6 ottobre in scontri tra LRA e UFDR sono decedute 5 persone. Il Consiglio di Sicurezza ONU il 25 maggio 2010 ha prorogato il mandato di MINURCAT fino al 31 dicembre 2010.

 

Attività parlamentare:

negli USA - Camera, Commissione esteri, audizioni su “The Great Lakes Region: Current Conditions and U.S. Policy”, 25 maggio 2010.

 

Documentazione:

International Crisis Group, Keeping the dialogue alive, 12 gennaio 2010.

 

 

 

 

 

 

Chad

Ciad

Conflitto armato interno.

(Missione internazionale ONU MINURCAT; UE: Eufor-Ciad-Repubblica Centrafricana).

 

Prosegue il processo di riconciliazione tra Ciad e Sudan, mirante a superare anni di tensioni ed accuse reciproche di sostegno alle rispettive forze antigovernative. Questo processo sta agevolando la normalizzazione del paese, dove il presidente Idriss Debry al potere dal 1990, ha pienamente ripreso il rigido controllo dello spazio politico, che era apparso compromesso dall’attacco delle forze dell’Union des forces de la résistance (UFR) nel maggio 2009. In particolare, a seguito dell’accordo tra Ciad e Sudan del gennaio 2010, a fine agosto sono stati rimpatriati in Ciad dal Sudan appartenenti alle forze antigovernative. A fine settembre, le elezioni parlamentari, inizialmente previste per novembre, sono state riprogrammate per il 20 febbraio 2011, mentre quelle presidenziali, convocate per gennaio, sono state spostate a maggio. Il 25 maggio il Consiglio di Sicurezza dell’ONU ha prorogato il mandato di MINURCAT fino al 31 dicembre 2010.

 

Attività parlamentare:

in Francia – audizione presso la Commissione Affari esteri dell’Assembléé Nationale, nella seduta del 23 marzo 2010, dell’Ambasciatore di Francia in Ciad, B. Foucher e dell’Ambasciatore per i Diritti dell’uomo, F. Zimeray, sulla situazione interna e le condizioni dei diritti umani in Ciad; risoluzione n. 2291 del deputato G. Gorce (Gruppo parlamentare: “Socialiste, radical, citoyen et divers gauche”) ed altri, sulla situazione di Ibni Oumar Mahmat Saleh, cittadino del Ciad residente all’estero, scomparso a N’Djamena, capitale del Ciad, approvata dall’Assembléé Nationale all’unanimità nella seduta del 25 marzo 2010.

 

Congo, Republic of the

Repubblica Democratica del Congo

Conflitto armato interno.

(missione internazionale ONU:  MONUSCO).

 

Negli ultimi mesi la situazione della sicurezza è andata deteriorandosi in diverse province; dopo gli accordi di Nairobi e di Goma che, tra fine 2007 e inizio 2008, hanno visto, superando le precedenti divisioni, l’impegno comune di Congo, Ruanda, Repubblica centrafricana ed Uganda contro i movimenti di insorgenza nella zona orientale del paese, consentendo in particolare l’uccisione di Nkunda, leader ribelle tutsi del CNDP in precedenza appoggiato dal Ruanda, l’esercito congolese è ancora impegnato contro le forze ribelli hutu dell’FLDR. Nella regione di Kivu proseguono poi gli attacchi di forze del Lord Resistence Army provenienti dall’Uganda. Le autorità francesi l’11 ottobre scorso hanno arrestato il leader in esilio del FLDR Calliste Mbarushimana, accusato dalla Corte penale internazionale per crimini commessi nell’Est del paese nel 2009, mentre è ancora alla guida delle operazioni dell’esercito congolese nelle medesime zone Bosco Ntaganda, in precedenza uno dei leader del CNDP e anch’egli messo in stato d’accusa dalla Corte penale internazionale. E’ nel frattempo avvenuta la trasformazione, iniziata a giugno con la risoluzione 1925(2010), della missione ONU MONUC in missione di stabilizzazione (MONUSCO; termine attualmente previsto: 30 giugno 2011): la risoluzione precisa che la trasformazione fa seguito ai progressi compiuti dalla repubblica del Congo nel processo di consolidamento interno; tuttavia non erano mancate tensioni nella prima metà dell’anno tra ONU e governo congolese sulla conduzione delle operazioni militari. Nel mese di agosto l’Alto commissariato ONU per i diritti umani ha pubblicato un importante rapporto sulle violazioni del diritto umanitario internazionale in Congo dal 1993 al 2003.

 

Attività parlamentare:

in Italia – Mozioni C. 1-00056 Casini, C. 1-00327 Orlando, C. 1-00328 Touadi, C. 1-00329 Boniver per richiedere un rafforzamento della presenza internazionale nella regione dei Grandi Laghi, svoltesi nelle sedute del 16 febbraio 2010;

Interrogazione a risposta immediata in III Commissione, 5/02352 L. Orlando sulla situazione circa due milioni di sfollati nel Nord Kivu, 20 gennaio 2010;

negli USA - Camera, Commissione esteri, audizioni su “The Great Lakes Region: Current Conditions and U.S. Policy”, 25 maggio 2010.

Camera dei Deputati, Servizio Studi - Dipartimento Affari esteri - La crisi umanitaria nel Nord e Sud Kivu, Note di politica internazionale n. 36, 10 febbraio 2010.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

CORNO D’AFRICA

 

Somalia

Somalia

Conflitto armato interno. Missione internazionale (Unione Africana: Amisom).

 

A metà novembre il nuovo primo ministro del Governo federale di transizione (GFT), Mohamed Abdullahi Mohamed ha sciolto la riserva sulla composizione del nuovo governo, che ora deve ottenere il voto di fiducia del parlamento. Negli ultimi mesi sono proseguiti, nella capitale Mogadiscio e nel centro e nel sud del Paese (coinvolgendo anche la zona semi-autonoma del Puntland, in precedenza tranquilla), gli scontri tra il governo federale provvisorio del presidente Sheick Ahmed ed il movimento islamista radicale degli Al-Shabaab. L’instabilità della regione è andata aumentando a seguito del ritiro delle truppe etiopi agli inizi del 2009 (l’Etiopia era intervenuta nel 2006 a sostegno del governo federale provvisorio contro il movimento delle Corti islamiche) e la situazione non è migliorata neanche a seguito dell’accordo che ha visto la scelta come presidente dell’islamista Sheick Ahmed, già esponente delle Corti islamiche, il quale ha imposto l’adozione della Sharia nel Paese; contro il governo di Sheick continua infatti l’insorgenza degli islamisti radicali Al-Shabaab. A metà ottobre intensi combattimenti intorno alla città di Bula Hawo hanno provocato un flusso, secondo l’Alto commissariato ONU per i rifugiati, di 60.000 profughi nel vicino Kenya. Migliore è la situazione nella zona secessionista del Somaliland, nel Nord del Paese, dove lo scorso 26 giugno si sono regolarmermente svolte elezioni presidenziali.

 

Attività parlamentare:

In Italia - Mozione C. 1-00140 Maran che impegna il Governo a sostenere il processo di riconciliazione nazionale somala abbinata alle seguenti mozioni C. 1-00209 Pianetta, C. 1-00210 Vietti, C. 1-00215 Evangelisti, che impegna il Governo, tra le altre cose, a promuovere una conferenza di pace nella regione, discusse nella seduta del 13 luglio 2009 e approvate nella seduta del 14 luglio 2009;

negli USA - Senato, Commissione esteri, “Al Qaeda in Yemen and Somalia (Committee Report)”, 25 maggio 2010.

 

Documentazione:

International Crisis Group, Congo: A Stalled Democratic Agenda, 8 aprile 2010;

International Crisis Group, Somalia’s divided Islamist, 18 maggio 2010;

Osservatorio di politica internazionale - Corno d’Africa (a cura del CeSI), Approfondimenti n. 22, ottobre 2010;

Osservatorio di politica internazionale - Le conseguenze della pirateria nel Corno d’Africa (a cura dell’ISPI), Note n. 11, maggio 2010;

Ce.S.I., La nuova campagna contro Al Shabab e la possibile stabilità della Somalia. 9 novembre 2010.

 

Sudan

Sudan

 

Accordo di pace. Missione internazionale ONU: UMIS ed UNAMID in Darfur (Italia: 3 in UNAMID).

 

Il presidente della Commissione esteri del Senato USA John Kerry, in missione in Sudan su incarico del Presidente Obama, ha dichiarato la disponibilità degli USA alla cancellazione del Sudan dalla lista degli Stati sponsor del terrorismo se il governo sudanese assumerà precisi impegni in ordine all’ordinato svolgimento del referendum sull’indipendenza del Sud del Sudan previsto per il 9 gennaio 2011 (insieme gli USA hanno comunque prorogato di un anno le sanzioni contro il paese). In realtà, a seguito dei colloqui avuti in Sudan alla metà di ottobre, rappresentanti ONU hanno espresso preoccupazione sulla mancanza di progressi nella preparazione del referendum: a frenare i progressi i perduranti contrasti tra governo sudanese e il Sudan People Liberation Movement (SPLM). Il presidente Bashir, ha dichiarato che non accetterà un risultato del referendum falsato da influenze esterne. Si succedono peraltro arresti di oppositori del presidente, da ultimo il giornalista Jaafar Alsabki Ibrahim. Invece, il portavoce del movimento insorgente del Darfur del Justice and Equality Movement (JEM) ha dichiarato la disponibilità del gruppo a riprendere i colloqui di pace sospesi dall’inizio di maggio, partecipando ai negoziati in corso a Doha. Negli ultimi mesi si sono verificati numerosi episodi di violenza contro i profughi del Darfur rifugiati in diversi campi nelle regioni occidentali del Sudan. Il 12 luglio il presidente sudanese Al Bashir è stato colpito da un secondo mandato di arresto della corte penale internazionale con l’accusa di genocidio nel Darfur.

 

Attività parlamentare:

in Italia – CameraAC N. 2252 - Accordo con il Governo della Repubblica del Sudan sulla promozione e reciproca protezione degli investimenti,discusso nella seduta del 5 luglio 2010 e rinvio in Commissione del disegno di legge nella seduta del 7 luglio 2010

in Francia - esame del Rapporto d’informazione sulla situazione in Sudan e la questione del Darfur predisposto dai deputati S. Jaquin (Gruppo parlamentare: “Socialiste, radical, citoyen et divers gauche”) e P. Labaune (UMP) nella seduta della Commissione Affari esteri dell’Assemblea Nazionale del 3 febbraio 2010;

in Germania: - discussione e approvazione al Bundestag, nelle sedute del 10 giugno e 17 giugno 2010, delle Mozioni governative 17/1901 e 17/1902 relative alla prosecuzione della partecipazione tedesca rispettivamente alle missioni UNAMID (Darfur) e UNMIS.

Negli USA: - Senato, Commissione esteri, audizioni su “Assessing Challenges and Opportunities for Peace in Sudan”, 26 maggio 2010;

 

Documentazione:

Camera dei Deputati, Servizio Studi - Dipartimento Affari esteri – Il conflitto nel Darfur, Note di politica internazionale n. 40, 5 marzo 2010.

Brookings Institution, The Sudan Referendum: Dangers and Possibilities, 13 ottobre 2010;

International Crisis Group, Negotiating Sudan’s North-South Future, 23 novembre 2010.

 

Uganda

Uganda

 

Conflitto armato interno.

 

Mentre prosegue il tentativo del presidente ugandese Musuveni, anche attraverso il coinvolgimento della Repubblica Centrafricana e del Sud Sudan, di sconfiggere le forze del Lord Resistence Army (LRA) (si ricorda in proposito l’operazione militare Lightening Tunder avviata alla fine del 2008), fonti di Intelligence indicano che il leader del movimento Kony, ricercato dalla Corte penale internazionale, si sarebbe rifugiato prima in Sudan, cercando la protezione del governo di Khartoum, in passato suo sponsor, poi nella Repubblica Centrafricana, dove sono concentrate il grosso delle sue forze. Negli ultimi mesi gli attacchi del Lord Resistence Army sono proseguiti in diverse zone del paese. Il movimento islamista somalo Al-Shabaab ha rivendicato l’attentato dello scorso 11 luglio a Kampala (85 morti, almeno 60 feriti) come ritorsione per la partecipazione ugandese alle forze internazionali di pace presenti in Somalia. Il 25 ottobre la commissione elettorale ha giudicato regolari otto candidature alle elezioni presidenziali del prossimo 18 febbraio; i preparativi continuano però ad essere caratterizzati da reciproche accuse di irregolarità.

 

Attività parlamentare:

in Italia – Mozioni C. 1-00056 Casini, C. 1-00327 Orlando, C. 1-00328 Touadi, C. 1-00329 Boniver per richiedere un rafforzamento della presenza internazionale nella regione dei Grandi Laghi, svolte nelle sedute del 16 febbraio 2010;

negli USA - SenatoApprovazione del Lord’s Resistence Army Disarmament and Northern Uganda Recovery Act, seduta del 10 marzo 2010;

Camera, Commissione esteri, audizioni su “The Great Lakes Region: Current Conditions and U.S. Policy”, 25 maggio 2010;

Documentazione:

Brookings Institution, Terror in Uganda: The World Must Do More in Somalia , 23 luglio 2010.

 

AFRICA OCCIDENTALE

 

Cote d'Ivoire

Costa d’Avorio

Accordo di pace Missione internazionale (ONU: UNOCI, Francia: Licorne).

 

Per il 28 novembre è previsto il secondo turno di ballottaggio delle elezioni presidenziali (in precedenza più volte rinviate) tra il presidente uscente Laurent Gbagbo e l’ex-primo ministro Alassane Quattara, i due candidati che hanno raccolto più volti nel primo turno del 31 ottobre. Lo svolgimento delle elezioni si colloca nel quadro della difficoltosa attuazione degli accordi di pace di Ouagadougou del 2007 (gli accordi di pace ponevano fine alla guerra civile scoppiata in seguito al fallimento del colpo di stato del 2002, quando i militari golpisti guidati da Guillaime Soro occuparono il Nord del Paese, costituendo le Forces Nouvelles e contrapponendosi al governo del presidente Luarent Gbagbo).

 

Documentazione:

Brookings Institution, Costa d’Avorio Electoral process, 1 ottobre 2010-10-13;

ISPI, Elezioni presidenziali in Costa d’Avorio, 4 novembre 2010;

Ce.S.I., Elezioni in Costa D\'avorio: il test più difficile deve ancora essere superato, 24 novembre 2010.

 


MEDIO ORIENTE/
NORD AFRICA



 


MEDITERRANEO ORIENTALE

 

 

Israel

 

Israele 

Cessate il fuoco (Missioni internazionali ONU: UNTSO per il monitoraggio dell’armistizio del 1949; UNDOF al confine con la Siria,; MFO al confine con l’Egitto; UE: EUBAM-Rafah) (Italia:  8 in UNTSO, 78 in MFO; 3 in EUBAM-Rafah).

File:Flag of Palestine.svg

  Autorità nazionale palestinese

 

Per superare lo stallo nei negoziati diretti israelo-palestinesi, ripresi agli inizi di settembre e subito sospesi alla fine del mese a causa della scadenza del precedente blocco annuale nelle costruzioni negli insediamenti, il primo ministro Netanyahu ha sottoposto alla valutazione del suo governo la proposta USA di un nuovo parziale congelamento degli insediamenti di 90 giorni in cambio di impegni per la garanzia della sicurezza israeliana da parte degli USA (secondo alcune fonti[1], tra questi impegni vi sarebbe la cessione di 20 aerei F-35 a Israele, l’impegno a porre il veto al consiglio di sicurezza ONU su risoluzioni che appoggiassero una dichiarazione di indipendenza dello Stato palestinese unilaterale nel prossimo anno, l’impegno ad un accordo di lungo periodo Israele-USA sulla sicurezza da negoziare parallelamente all’accordo israelo-palestinese). Nella proposta USA il congelamento non riguarderebbe Gerusalemme Est, dove il governo israeliano ha agli inizi di novembre autorizzato la costruzione di 1300 nuove unità abitative. Inoltre, il 17 novembre Israele ha annunciato il ritiro dal settore settentrionale del villaggio di Ghajar, alla frontiera fra il Libano e le alture occupate del Golan, che passa sotto il controllo UNIFIL. Il 23 novembre la Knesset ha approvato un progetto di legge che richiede una maggioranza di 2/3 (o in alternativa un referendum) per l’approvazione di ritiri dalle alture del Golan e da Gerusalemme est, territori che a differenza della Cisgiordania, sono considerati da Israele sotto la sua sovranità. Infine il 19 novembre si sono verificati dalla Striscia di Gaza colpi di mortaio contro Israele, alcuni dei quali, secondo fonti militari israeliane, caricati con fosforo, che hanno provocato una reazione aerea israeliana.

 

Attività parlamentare:

in Italia –Interrogazione a risposta  immediata in III Commissione C. 5-02695 Tempestini sugli scontri in Cisgiordania, svolta nella seduta del 30 marzo 2010.

Audizione del Commissario Generale dell’United Nations Relief and Works Agency for Palestine Refugees in the Near East (UNRWA), Filippo Grandi nella seduta del 13 aprile 2010 del Comitato permanente sui diritti umani;

Informativa urgente all’Assemblea del Sottosegretario agli Esteri Scotti sui fatti del 31 maggio, seduta del 3 giugno 2010;

Interrogazione a risposta in III Commissione C. De Angelis 5/03124 sulle iniziative italiane volte a riavvicinare Israele e Turchia dopo l’attacco alla nave turca, svolta nella seduta del 29 luglio 2010.

Interrogazione a risposta in III Commissione C. Nirenstein 5/03258 sull’attacco israeliano alla nave turca Mavi Marmara, svolta nella seduta del 29 luglio 2010.

Parlamento europeo;

risoluzione del 17 giugno 2010 sull'operazione militare israeliana contro la flottiglia umanitaria e sul blocco di Gaza;

in Francia - audizione presso la Commissione Affari esteri dell’Assemblea nazionale, nella seduta del 14 settembre 2010, del Ministro degli Affari esteri B. Kouchner sull’attualità internazionale (Vicino Oriente- Afghanistan, Iran).

in Germania - discussione al Bundestag, nella seduta del 10 giugno 2010, sull’attacco di militari israeliani alla c.d. “Freedom Flotilla” diretta a Gaza;

discussione al Bundestag, nella seduta del 1° luglio 2010, delle Mozioni 17/2259 (die Linke) e 17/2328 (CDU/CSU, SPD, FDP, Bündnis 90/die Grünen) relative alla situazione umanitaria a Gaza ed all’attacco israeliano alla c.d. “Freedom Flotilla”.

in Spagna - discussione alla Commissione Affari esteri del Congresso dei deputati, nella seduta del 22 giugno 2010, della Mozione 161/001764 relativa all’attacco israeliano alla c.d. “Freedom Flotilla”.

discussione alla Commissione internazionale per lo sviluppo del Congresso dei deputati, nella seduta del 29 giugno 2010, di alcune mozioni relative alla protezione delle ONG in Israele e nei territori occupati

negli USA – Senato, Commissione esteri, audizioni su “Middle East Peace: Ground Truths, Challenges Ahead”, 4 marzo 2010;

 

Documentazione:

Osservatorio di politica internazionale – Mediterraneo e Medio Oriente (a cura del CeSI), Focus n. 3-4, luglio/settembre 2010.

 

Flag of Lebanon

Libano

Cessate il fuoco (Missione internazionale ONU: UNIFIL,) (Italia:1780).

 

Il 13 e 14 ottobre il presidente iraniano Ahmadinejad ha effettuato la sua prima visita ufficiale in Libano, recandosi anche nelle zone al confine con Israele. Continuano inoltre le tensioni politiche intorno alle indagini del Tribunale speciale istituito dall’ONU per l’omicidio dell’ex-primo ministro libanese Rafiq Hariri (padre dell’attuale primo ministro Saad Hariri). Il leader di Hezbollah Nasrallah ha invitato il 28 ottobre al boicottaggio delle attività del Tribunale, mentre l’ex generale Sayyed, arrestato nel corso delle indagini nel 2005 e liberato nel 2009, ha accusato il primo ministro Hariri, il sistema giudiziario e le forze di sicurezza libanesi di supportare false testimonianze per pilotare le indagini del Tribunale speciale. Le tensioni stanno compromettendo il processo di riconciliazione nazionale intrapreso dal primo ministro Hariri e favorito anche dal riavvicinamento degli ultimi mesi siriano-saudita (l’Arabia Saudita sostiene il governo Hariri, come testimoniato anche dalla visita di re Abdallah a Beirut agli inizi di agosto).

 

Attività parlamentare:

in Italia – Informativa urgente del Governo del 4 agosto 2010;

In Germania: -- discussione e approvazione al Bundestag, nelle sedute del 10 giugno e 17 giugno 2010, della Mozione governativa 17/1905 relativa alla prosecuzione della partecipazione tedesca alla missione UNIFIL;

negli USA: – Camera Dichiarazione (12 novembre 2010) del Presidente della Commisione esteri Berman sul finanziamento all’esercito libanese contenuto nel Defence Appropriation Bill 2011 (si annuncia lo “sblocco” del finanziamento, bloccato dalla Commissione ad inizio agosto per i timori sulla evoluzione in senso filosiriano e filoiraniano della politica libanese).

 

Documentazione:

Osservatorio di politica internazionale – Mediterraneo e Medio Oriente (a cura del CeSI), Focus n. 3-4, luglio/settembre 2010.

 

GOLFO PERSICO

 

Iraq

Iraq

Conflitto armato interno (Missione internazionale ONU: UNAMI,) (intervento militare straniero: USA e GB).[2]

 

Dopo mesi di stallo, il 7 novembre sono state avviate trattative tra i principali partiti iracheni per la costituzione di un governo di ampia unità nazionale. L’11 novembre il parlamento ha confermato presidente della Repubblica Jalal Talabani che ha incaricato il premier uscente Al Maliki della formazione del governo.

Tra il 9 e il 10 novembre si sono verificati 14 attacchi armati contro appartenenti alla minoranza cristiana di Baghdad che hanno provocato 6 morti e 33 feriti. Il 31 ottobre almeno 52 persone sono rimaste uccise durante il blitz delle forze di sicurezza irachene per la liberazione dei fedeli tenuti in ostaggio a seguito dell’attacco di esponenti di Al-Qaeda in una chiesa siro cristiana di Baghdad.

Il 31 agosto il presidente Obama ha annunciato la conclusione delle operazioni militari USA in Iraq.

 

Attività parlamentare:

In Italia - Interpellanza C. 2-00630 Castagnetti sulla situazione dei cristiani nella città irachena di Mosul, discussa nella seduta del 4 maggio 2010;

Interrogazione a risposta orale S. 3/00119. Pisanu sulle elezioni in Iraq del 7 marzo 2010, svolta nella seduta del 27 gennaio 2010;

negli USA - Camera, Commissione esteri, audizioni su “Oversight: Hard Lessons Learned in Iraq and Benchmarks for Future Reconstruction Efforts”, 24 febbraio 2010.

 

Documentazione:

Osservatorio di politica internazionale – Mediterraneo e Medio Oriente (a cura del CeSI), Focus n. 3-4, luglio/settembre 2010.

Brookings Insitution – Foreign Policy – Iraq index–31 ottobre 2010.

 

Flag of Yemen

Yemen

Conflitto armato interno.

 

Nell’ambito del nuovo conflitto civile scoppiato nel 2004 tra il governo centrale ed il movimento Huthi radicato nel Nord del Paese ed accusato di legami con Iran, Hezbollah ed Al Qa’ida, nel mese di ottobre le forze armate yemenite ed esponenti tribali hanno avviato un’offensiva nella provincia meridionale di Shabwa. A metà ottobre i militari hanno condotto operazioni anche nella città di Mudiyah, nella provincia di Abyan, in reazione all’uccisione da parte degli insorti del capo delle forze di sicurezza della città.

 

 

 

 

Attività parlamentare:

Parlamento europeo: risoluzione del 10 febbraio 2010sulla situazione nello Yemen;

negli USA – Senato, Commissione esteri, audizioni su “Yemen: Confronting Al-Qaeda, Preventing State Failure”, 20 gennaio 2010;

Camera, Commissione esteri, audizioni su “Yemen on the Brink: Implications for U.S. Policy”, 3 febbraio 2010.

 

Documentazione:

Osservatorio di politica internazionale – Mediterraneo e Medio Oriente (a cura del CeSI), Focus n. 3-4, luglio/settembre 2010.

Carnegie Endowment, A Nation on the Brink, marzo/aprile 2010.

 

NORD AFRICA

 

Flag of Morocco

Marocco

(Sahara
occidentale)

Cessate il fuoco Missione internazionale (ONU: MINURSO)

 

E’ attesa nel mese di novembre la ripresa dei colloqui di pace tra il Fronte polisario e il Marocco. Il 29 aprile il Consiglio di sicurezza dell’ONU ha prorogato il mandato della missione MINURSO fino all’aprile 2011.

 

Attività parlamentare:

in Italia - Interrogazione a risposta in III Commissione C. 5-02235 – sull’arresto dell’attivista saharawi dei diritti umani Aminetou Haidar da parte delle autorità marocchine, svolta nella seduta del 3 febbraio 2010.

Interrogazione a risposta in III Commissione C. 5-02807 Evangelisti sull’arresto di sette attivisti  dei diritti umani saharawi da parte delle autorità marocchine svolta nella seduta del 28 aprile 2010;

Risoluzione in Commissione  7-00338 Tempestini sul le gravi violazioni dei diritti umani perpetrate dal regno del Marocco nel Sahara Occidentale, svolta nella seduta della III Commissione del 21 luglio 2010;

in Spagna – informativa sulla posizione spagnola in merito al Sahara occidentale del ministro degli esteri Moratinos alla Commissione Affari esteri del Congresso dei Deputati (seduta del 9 marzo 2010).


ASIA


ASIA NORD ORIENTALE

 

Korea, North

Corea del Nord

Cessate il fuoco Missione internazionale (Neutral Nations Supervisory Commission).

 

Il 23 novembre 2010, nell’isola sudcoreana di Yeonpyeong, si è verificato il più consistente scontro armato tra esercito nordcoreano ed esercito sudcoreano negli ultimi decenni: due soldati sudcoreani sono rimasti uccisi, 15 soldati e tre civili sudocoreani feriti, settanta edifici danneggiati. Secondo quanto riportato da fonti sudcoreane, nei confronti dell’isola si è verificato un attacco di artiglieria nordcoreana. La Corea del Nord ha invece dichiarato di aver risposto al fuoco sudcoreano. Gli scontri avvengono dopo che, nel fine settimana precedente, il prof. Hecker dell’Università di Stanford, già direttore del laboratorio USA di Los Alamos, ha rivelato, di ritorno da una missione in Corea del Nord, l’esistenza di un nuovo impianto nordcoreano per l’arricchimento dell’uranio, localizzato a Yongbyon. Alla fine di ottobre erano inoltre falliti i colloqui tra ONU e Corea del Nord per l’accertamento delle responsabilità degli eventi dello scorso 27 marzo (in quella data una nave della marina militare sudcoreana è stata affondata, causando la morte di 46 membri dell’equipaggio; in base agli esiti di un’inchiesta internazionale responsabile dell’affondamento risulterebbe un siluro nordcoreano).

 

Attività parlamentare:

Parlamento europeo: - risoluzione del 17 giugno 2010 sulla situazione nella penisola coreana.

in Francia - audizione di Jack Lang, inviato speciale del Presidente della Repubblica per la Corea del Nord presso la Commissione della difesa nazionale dell’Assemblea Nazionale, nella seduta del 30 marzo 2010 (La Francia è, attualmente, insieme all’Estonia, l’unico paese dell’UE, a non aver riconosciuto lo Stato della Corea del Nord);

risoluzione del 17 giugno 2010 sulla situazione nella penisola coreana.

 

Documentazione:

Brookings Institution, The Challenge of a Nuclear North Korea: Dark Clouds, Only One Silver Lining, 13 settembre 2010

 

ASIA MERIDIONALE

 

Afghanistan

 

Afghanistan

Conflitto armato interno;

Missione internazionale (inAfghanistan: ONU: UNAMA; NATO: ISAF UE: EUPOL Afghanistan) (Italia: 3941 in ISAF ed EUPOL); intervento militare straniero (USA). [3]

Pakistan

Pakistan

 

La Dichiarazione sulla missione ISAF del vertice NATO di Lisbona afferma che il passaggio del controllo della sicurezza al governo afghano, da avviare nel luglio 2011, dovrà concludersi entro il 2014.

La Commissione elettorale indipendente il 20 ottobre ha ritenuto irregolari 1,3 dei 4,2 milioni di voti alle elezioni parlamentari di settembre. E’ stata inoltre confermata la nomina dell’ex-presidente afgano Rabbani alla guida dell’alto consiglio per la pace incaricato di avviare negoziati con i talebani.

L’alto consiglio ha confermato la disponibilità ad offrire assistenza per i combattenti talebani che accettino la smobilitazione, chiedendo al riguardo la mediazione dell’Arabia Saudita. Nelle scorse settimane il Pakistan ha rilasciato il mullah Baradar, esponente talebano ritenuto disponibile ai colloqui con il governo Karzai, arrestato all’inizio dell’anno: il rilascio potrebbe lasciar presagire un maggiore coinvolgimento del Pakistan nelle trattative. Il 15 settembre ha preso avvio l’offensiva, a lungo rinviata, delle forze USA nella provincia di Kandahar. Il 5 novembre, infine, nella provincia di Khost, confinante con il Pakistan, in uno scontro con le forze ISAF, è risultato ucciso Faiz Mohammad, uno dei leader dell’Haqqani Network. Il 10 ottobre il Pakistan ha riaperto il confine con l’Afghanistan, consentendo l’afflusso nello Stato vicino dei convogli della NATO bloccati alla frontiera. Ciò è avvenuto a seguito delle scuse presentate da USA e NATO per il raid di fine settembre in cui sono rimasti uccisi due soldati pakistani. Prima della riapertura del confine i convogli bloccati in Pakistan erano stati oggetto di attacchi da parte di insorti. L’esercito pakistano continua poi a rifiutare la richiesta USA di condurre operazioni militari nel Nord Waziristan. Il 17 ottobre la Corte suprema pakistana ha chiesto al Parlamento di riconsiderare la modifica costituzionale che consente al primo ministro di nominare giudici di alto grado, approvando invece le altre modifiche. Estrema preoccupazione poi continuano a suscitare le conseguenze delle devastanti alluvioni dell’estate (1600 morti; 17 milioni di sfollati): forte il timore che le forze fondamentaliste islamiche riescano a sfruttare l’accaduto per aumentare la loro influenza sulle popolazioni, anche a causa dei ritardi nell’arrivo degli aiuti internazionali.

 

Attività parlamentare:

in Italia – Camera -  Mozioni C. 1-00239 Di Pietro, C. 1-00313 Fassino, C. 1-00314 Cicu, C. 1-00315 Bosi sulla partecipazione italiana alla missione in Afghanistan e sulla Conferenza di Londra del 28 gennaio 2010, svolte nella seduta del 18 gennaio 2010 e del 20 gennaio 2010;

Informative urgenti del Governo su attentati in Afghanistan con vittime italiane, sedute del 18 maggio 2010; del 29 luglio 2010; del 13 ottobre 2010;

in Francia: - audizione presso la Commissione Affari esteri  del Senato, nella seduta del 9 giugno 2010, dell’ Ambasciatore di Francia a Islamabad, D. Jouanneau, sulla situazione in Pakistan.

audizione presso la Commissione Affari esteri dell’Assemblea nazionale, nella seduta del 14 settembre 2010, del Ministro degli Affari esteri B. Kouchner sull’attualità internazionale (Vicino Oriente- Afghanistan, Iran);

in Germania -  comunicazioni del Cancelliere Merkel del 27 gennaio 2010 sulla Conferenza internazionale sull’Afghanistan del 28 gennaio 2010;

interrogazioni a risposta orale sull’operato della Taskforce 47 in Afghanistan, seduta del 3 marzo 2010 (al riguardo cfr. anche i lavori della Commissione difesa del Bundestag costituita in commissione d’inchiesta sull’uccisione di civili avvenuta a Kunduz il 4 settembre 2009);

discussione al Bundestag, nella seduta dell’11 giugno 2010, delle Mozioni 17/1964 (Bündis 90/die Grünen) e 17/1965 (SPD) relative all’operato della Germania nell’ambito della missione ISAF, alla collaborazione con le ONG ed all’aiuto umanitario in Afghanistan;

comunicazioni del governo, rese al Bundestag nella seduta del 9 luglio 2010, sulla Conferenza di Kabul del 20 luglio 2010.

nel Regno Unito - avvio di una seconda inchiesta sulla situazione in Afghanistan (successiva a quella avviata il 28 luglio 2010 sulle operazioni militari del contingente britannico), annunciata presso la Commissione Difesa della Camera dei Comuni nella seduta dell’8 settembre 2010

in Spagna – informativa sulla partecipazione alla Conferenza internazionale di Londra sull’Afghanistan del ministro degli esteri Moratinos alla Commissione Affari esteri del Congresso dei Deputati (seduta del 9 marzo 2010);

negli USA – Senato, Commissione esteri, audizioni su “Civilian Strategy for Afghanistan: a Status Report in Advance of the London Conference”, 21 gennaio 2010;

audizioni su “The Meaning of Marjah”, 6 maggio 2010;

Senato, Commissione Forze armate, audizione per la conferma del Generale Petraeus;

Camera, Commissione esteri, audizioni su “Bad Company: Lashkar e-Tayyiba and the Growing Ambition of Islamist Militancy in Pakistan”, 11 marzo 2010;

 

Documentazione:

Camera dei deputati - Servizio Studi – Dipartimento Affari esteri, La missione italiana in Afghanistan, 16 novembre 2010;

Osservatorio di politica internazionale - Dinamiche etniche, tribali e politiche in Afghanistan (a cura del CeSI), Approfondimenti n. 6, gennaio 2010;

Osservatorio di politica internazionale - Afghanistan: le sfide dello sviluppo e le alternative all’economia illegale dell’oppio (a cura del CESPI), Approfondimenti n. 10, marzo 2010;

Osservatorio di politica internazionale – Mediterraneo e Medio Oriente (a cura del CeSI), Focus nn. 3-4, lug/set 2010;

Osservatorio di politica internazionale – La formazione delle forze di sicurezza afgane, (a cura del CeSI), Approfondimento n. 15, maggio 2010;

Stiftung Wissenschaft und Politik, Beyond Afghanistan, aprile 2010;

Stiftung Wissenschaft und Politik, The Bundeswehr in Afghanistan: A New Focus on Training, maggio 2010;

Brookings Institution – Afghanistan index, 11 novembre 2010;

Brookings Institution – Pakistan index, , 22 novembre 2010;

Carnegie Endowment, Terrorism Out of Pakistan, 27 maggio 2010;

C. Ghiozzi (Ce.S.I), L’ambiguità di Islamabad e le ambizioni pakistane in Afghanistan, 15 novembre 2010.

 

India

 

India

Cessate il fuoco.

Missione internazionale (ONU: UNMOGIP) (Italia: 8).

Pakistan

Pakistan 
(Kashmir)

 

Per tutta l’estate sono proseguiti gli scontri nel Kashmir a seguito delle proteste e delle manifestazioni indipendentiste che hanno preso avvio l’11 giugno. Esponenti del governo indiano hanno accusato il movimento talebano pakistano Lashkar-e-Taiba di essere coinvolto nelle proteste. Lo stesso governo indiano, comunque, nel mese di settembre ha avviato un dialogo con i partiti del Kashmir alla ricerca di una soluzione pacifica delle proteste; da ultimo nel mese di ottobre non si sono registrati, a differenza dei mesi precedenti, scontri mortali tra polizia e manifestanti.

 

Attività parlamentare:

negli USA – Camera, Commissione esteri, audizioni su “Bad Company: Lashkar e-Tayyiba and the Growing Ambition of Islamist Militancy in Pakistan”, 11 marzo 2010.

 

Documentazione:

Brookings Institution, Conflict between India and Pakistan: Worse than Afghanistan? 26 settembre 2010.

 

Nepal - Bandiera

Nepal

Accordo di pace (missione internazionale ONU, UNMIN).

 

I contrasti tra i diversi partiti continuano a impedire la formazione di un governo di unità nazionale; al centro dei contrasti la richiesta del partito maoista di avere per un suo esponente la carica di primo ministro (al termine della guerra civile tra forze governative e maoisti nel 2005, i maoisti hanno governato in Nepal dalle elezioni del 2008 al maggio del 2009). Oggetto di contrasto è anche l’integrazione degli ex guerriglieri maoisti dell’esercito nazionale.

 

Attività parlamentare:

Parlamento europeo: - risoluzione del 17 giugno 2010 sul Nepal.

 

Documentazione:

International  Crisis Group,Nepal’s Political Rites of Passage, 29 settembre 2010.

 

ASIA SUD ORIENTALE

Philippines

Filippine

Conflitto armato interno.

 

Nell’ambito del conflitto che oppone il governo filippino (da maggio è presidente Benigno Aquino, figlio dell’ex-presidente Corazon Equino) sia ai militanti islamisti radicali di Abu Sayyaf, sia al meno radicale fronte islamico di liberazione moro, proseguono gli scontri in particolari con i militanti di Abu Sayyaf; sono invece in corso trattative tra il Governo e il fronte islamico di liberazione Moro. Nell’estate si sono registrati anche scontri tra l’esercito e i militanti maoisti del New People’s Army. L’8 settembre è iniziato il processo per il massacro di Maguindanao dello scorso novembre (provincia della regione di Mindanao a maggioranza musulmana nel centro del Paese, autonoma a seguito degli accordi del 1996 con un’altra organizzazione islamica, il Fronte nazionale di liberazione moro); sul banco degli accusati l’ex governatore Andal Apatuan, e suo figlio Andal Apatuan Jr. (Il 23 novembre 2009 a Maguindanao un commando di circa 100 uomini armati attaccò un convoglio dove viaggiavano 57 persone. Questi erano membri del clan di Ishmael “Toto” Mangudadatu, vice-sindaco di Buluan e principale avversario di Ampatuan alla carica di governatore della provincia per le elezioni del maggio 2010. Nelle successive elezioni provinciali Ishmael “Toto” Mangudadatu è stato eletto governatore delle provincia di Maguindanao).

 

Attività parlamentare:

Parlamento europeo: risoluzione del 21 gennaio 2010 sulle Filippine, con particolare riguardo al massacro di Maguindanao del 23 novembre 2009.

 

Documentazione:

International  Crisis Group, Philippines: Is Aquino prepared to take on private armies? 18 maggio 2010.

 

Timor-Leste

Timor-Est

Accordo di pace (Missione internazionale ONU UNMIT; Australia: operazione Astute).

 

La missione ONU il 5 ottobre ha segnalato significativi progressi nella tutela dei diritti umani, anche se un altro rappresentante ONU ha criticato la polizia locale per l’eccessivo uso della forza. Nel mese di settembre l’ONU ha restituito al controllo della polizia locale il decimo distretto e la responsabilità per l’immigrazione e il controllo delle frontiere.

 

Documentazione:

International Crisis Group, Managing Land Conflict in Timor-Leste, 9 settembre 2010.

 


                                          EUROPA

 


BALCANI

 

Bosnia and Herzegovina

Bosnia

Accordo di pace

Missione internazionale (UE: EUFOR-Althea)  (Italia: 172).

 

L’8 novembre il Consiglio giustizia e Affari interni dell’Unione europea ha dato il via libera all’abolizione dei visti per l’ingresso dei cittadini della Bosnia-Erzegovina nell’area Shengen. Le elezioni presidenziali e parlamentari del 3 ottobre hanno visto il multietnico partito socialdemocratico conquistare la maggioranza dei seggi nella federazione croato-musulmana, mentre il leader moderato dell’SDA Bakir Izetbegovic è stato eletto componente della presidenza per la componente musulmana. Nella repubblica serbo-bosniaca è stato invece confermato come componente della presidenza il leader nazionalista Milorad Dodik. Nel mese di agosto è stato prorogato di un anno il mandato dell’alto rappresentante della comunità internazionale Valentin Inzko. Nel mese di settembre il parlamento della Repubblica serbo-bosniaca ha approvato il passaggio alle autorità locali delle ex-proprietà di Stato jugoslave, contravvenendo ad un divieto in tal senso dell’Alto rappresentante. Nel mese di luglio infine il leader serbo-bosniaco Dodik ha negato il carattere di genocidio ai fatti di Srebrenica del 1995 ed ha indicato nella sentenza della Corte internazionale di giustizia che ha riconosciuto l’indipendenza del Kosovo un modello da seguire anche per la repubblica serbo-bosniaca.

 

Attività parlamentare:

in Italia – Senato - Disegno di legge S. 2110 di Ratifica ed esecuzione dell’Accordo multilaterale tra la Comunità europea e i suoi Stati membri, la Repubblica di Albania, la Bosnia-Erzegovina, la Repubblica di Bulgaria, la Repubblica di Croazia, l’ex Repubblica iugoslava di Macedonia, la Repubblica d’Islanda, la Missione delle Nazioni Unite per l’amministrazione ad interim nel Kosovo, la Repubblica di Montenegro, il Regno di Norvegia, la Romania e la Repubblica di Serbia, relativo all’istituzione di uno Spazio aereo comune europeo, approvato definitivamente dal Senato il 5 maggio 2010 (legge n. 91/2010).

Camera - Disegno di legge C. 3446 di ratifica ed esecuzione dell'Accordo di stabilizzazione e di associazione tra le Comunità europee e i loro Stati membri, da una parte, e la Bosnia-Erzegovina, dall'altra, approvato definitivamente dalla Camera il 19 maggio 2010 (legge n. 97/2010).

Senato - Risoluzione in Commissione 7-00058 Micheloni sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio dell'Unione europea che modifica il regolamento (CE) n. 539/2001 che adotta l'elenco dei paesi terzi i cui cittadini devono essere in possesso del visto all'atto dell'attraversamento delle frontiere esterne e l'elenco dei paesi terzi i cui cittadini sono esenti da tale obbligo nel dialogo sulla liberalizzazione dei visti da parte dell'Albania e della Bosnia-Erzegovina, approvata nella seduta della III Commissione del 6 luglio 2010;

Parlamento europeo: risoluzione del 17 giugno 2010 sulla situazione in Bosnia-Erzegovina.

in Spagna - discussione alla Commissione Affari esteri del Congresso dei deputati, nella seduta del 22 giugno 2010, della Mozione 161/001791 relativa alla stabilizzazione e all’integrazione europea dei Balcani.

negli USA – Senato, Commissione esteri, audizioni su “Unfinished Business in Southeast Europe: Opportunities and Challenges in the Western Balkans”, 14 aprile 2010.

 

Documentazione:

Camera dei deputati – Servizio Studi – Dipartimento Affari esteri – Dossier n. 315/0 - Accordo multilaterale tra la Comunità europea e i suoi Stati membri, la Repubblica di Albania, la Bosnia-Erzegovina, la Repubblica di Bulgaria, la Repubblica di Croazia, l'ex Repubblica iugoslava di Macedonia, la Repubblica d'Islanda, la Missione delle Nazioni Unite per l'amministrazione ad interim nel Kosovo, la Repubblica di Montenegro, il Regno di Norvegia, la Romania e la Repubblica di Serbia, relativo all'istituzione di uno Spazio aereo comune europeo, 29 marzo 2010.

Camera dei deputati – Servizio Studi – Dipartimento Affari esteri - Recenti sviluppi politici nei Balcani occidentali , 25 maggio 2010.

Camera dei deputati – Servizio Studi – Dipartimento Affari esteri – Dossier n. 363 - Accordo di stabilizzazione ed associazione tra la CE e gli Stati membri dell’Unione europea, e la Serbia, 16 luglio 2010.

Camera dei deputati – Servizio Studi – Dipartimento Affari esteri, Nota di politica internazionale n. 79, Le elezioni presidenziali e parlamentari in Bosnia-Erzegovina, 11 ottobre 2010.

Osservatorio di politica internazionale - I Balcani tra orizzonte europeo e tensioni interetniche. I casi di Bosnia-Erzegovina e Macedonia (a cura dello IAI), Approfondimenti n. 9, marzo 2010;

 

Kosovo

Kosovo

Cessate il fuoco

Missione internazionale (NATO: KFOR; UE: EULEX) (Italia: 1172 nei Balcani occidentali, fatta eccezione per EUFOR Althea).

 

Il 3 novembre il governo guidato da Hashim Thaci (già leader dell’UCK ed ora leader del partito democratico del Kosovo) è stato sfiduciato dal parlamento e le elezioni politiche anticipate sono state fissate per il 12 dicembre. La crisi è stata originata dall’abbandono della coalizione di governo da parte della Lega democratica del Kosovo guidata dal presidente della Repubblica Fatmir Sejdiu, dimissionario dalla carica a seguito della decisione della Corte costituzionale kosovara che ha stabilito l’incompatibilità tra la carica di Presidente della Repubblica e quella di leader di partito. Tra i due partiti della coalizione erano peraltro emersi anche contrasti programmatici, come quello sulla privatizzazione della compagnia telefonica, sostenuta dal primo ministro Thaci ma contestata dalla lega democratica del Kosovo. La crisi rischia di rallentare i negoziati con la Serbia mediati dall’Unione europea, ripresi dopo la risoluzione dell’Assemblea generale ONU del 9 settembre (A/RES/64/298) proposta dalla Serbia e sponsorizzata dagli Stati UE a sostegno del negoziato (la risoluzione interveniva dopo che, lo scorso 22 luglio, la sentenza della Corte internazionale di giustizia aveva stabilito che nel diritto internazionale non esiste un divieto di operare dichiarazioni di indipendenza come quella del Kosovo).

 

Attività parlamentare:

in Italia – Senato - Disegno di legge S. 2110 di Ratifica ed esecuzione dell’Accordo multilaterale tra la Comunità europea e i suoi Stati membri, la Repubblica di Albania, la Bosnia-Erzegovina, la Repubblica di Bulgaria, la Repubblica di Croazia, l’ex Repubblica iugoslava di Macedonia, la Repubblica d’Islanda, la Missione delle Nazioni Unite per l’amministrazione ad interim nel Kosovo, la Repubblica di Montenegro, il Regno di Norvegia, la Romania e la Repubblica di Serbia, relativo all’istituzione di uno Spazio aereo comune europeo, approvato definitivamente dal Senato il 5 maggio 2010 (legge n. 91/2010).

Parlamento europeo: risoluzione dell'8 luglio 2010 sul processo d'integrazione europea del Kosovo.

in Spagna - discussione alla Commissione Affari esteri del Congresso dei deputati, nella seduta del 22 giugno 2010, della Mozione 161/001791 relativa alla stabilizzazione e all’integrazione europea dei Balcani.

negli USASenato, Commissione esteri, audizioni su “Unfinished Business in Southeast Europe: Opportunities and Challenges in the Western Balkans”, 14 aprile 2010;

 

Documentazione:

Camera dei deputati, Servizio Studi – Dipartimento Affari esteri, Dossier n. 315/0 - Accordo multilaterale tra la Comunità europea e i suoi Stati membri, la Repubblica di Albania, la Bosnia-Erzegovina, la Repubblica di Bulgaria, la Repubblica di Croazia, l'ex Repubblica iugoslava di Macedonia, la Repubblica d'Islanda, la Missione delle Nazioni Unite per l'amministrazione ad interim nel Kosovo, la Repubblica di Montenegro, il Regno di Norvegia, la Romania e la Repubblica di Serbia, relativo all'istituzione di uno Spazio aereo comune europeo;

Camera dei deputati – Servizio Studi – Dipartimento Affari esteri - Recenti sviluppi politici nei Balcani occidentali , 25 maggio 2010;

Brookings InstitutionThe Road Ahead for Kosovo’s Independence , 23 luglio 2010.

 

CAUCAS0

Georgia

Georgia

Cessate il fuoco. Missione internazionale (UE: EUMM Georgia) (Italia: 15); intervento militare straniero: Russia.

 

Nel mese di ottobre la Russia, in attuazione di un accordo raggiunto al tredicesimo round dei colloqui internazionali di Ginevra, ha ritirato le sue truppe dal villaggio georgiano di Potevi, la sola area esterna all’Ossezia del Sud e all’Abkhazia ancora sotto controllo russo. Insieme, l’inasprimento dei requisiti per il rilascio dei visti per i residenti nel Nord Caucaso per brevi visite in Georgia, deciso dal governo georgiano l’11 ottobre, è stato interpretato come una provocazione dal governo russo. Il 15 ottobre il Parlamento ha approvato con una forte maggioranza una riforma costituzionale mirante a rafforzare i poteri del primo ministro a scapito del presidente. La riforma, parzialmente criticata, in particolare con riferimento al ruolo ancora troppo debole del Parlamento, dal Consiglio d’Europa, dovrebbe entrare in vigore al termine del secondo e ultimo mandato del presidente Saakashvili, nel 2013, ed appare secondo i critici volta a garantire a Saakashvili il mantenimento del controllo effettivo della situazione andando a ricoprire la carica di primo ministro.

Attività parlamentare:

in Italia – Senato -  Mozione S. 1-00237 Pedica e S. 1-00217 Filippi per sostenere l’impegno internazionale alla stabilizzazione della regione del Caucaso meridionale, approvate nella seduta del 16 febbraio 2010;

Parlamento europeo: risoluzione del 20 maggio 2010 volta ad incoraggiare lo sviluppo dell'Armenia, dell'Azerbaigian e della Georgia in paesi aperti, pacifici, stabili e democratici.

 

Russia
(Cecenia)

Conflitto armato interno.

 

Nel mese di agosto si è verificata una spaccatura nell’insorgenza contro il governo regionale sostenuto da Mosca e guidato da Ramzan Kadyrov. In particolare alcuni comandanti dell’insorgenza (Vadalov, Gakayev e Gaziyev) contestano la leadership di Doku Umarov. Parallelamente alla spaccatura si è registrata una recrudescenza negli attacchi: in particolare a fine agosto si è registrato un attacco, successivamente rivendicato dai comandanti dissidenti dell’insorgenza, nel villaggio natale del presidente Kadyrov, Tsenteroy, che ha provocato 5 morti tra gli esponenti delle forze di sicurezza e 12 tra gli insorgenti. Nel mese di ottobre si è verificato, nella capitale Grozny, un attacco suicida al parlamento ceceno che ha provocato 3 morti ed almeno 17 feriti.

 

MEDITERRANEO

 

Cyprus

Cipro

Cessate il fuoco Missione internazionale (ONU: UNFICYP) (Italia: 4).

 

Lo scorso 18 aprile le elezioni presidenziali nella repubblica turca di Nord Cipro hanno visto la vittoria del candidato nazionalista Dervis Eroglu, giudicato maggiormente ostile alla riunificazione dell’isola. Eroglu sta comunque proseguendo i colloqui per la riunificazione dell’isola.

Documentazione:

Osservatorio di politica internazionale - Cipro (a cura del CeSI), Note n. 12, giugno 2010;

 



AMERICA


AMERICA LATINA/CARAIBI

 


 

Colombia

Colombia

Conflitto armato interno.

 

Alla fine di settembre le forze armate colombiane hanno ucciso il comandante supremo delle FARC “Mono Jojoy” insieme ad altri 20 componenti dell’organizzazione. Il presidente Santos, eletto nello scorso mese di giugno come successore del suo compagno di partito Uribe, ha dato avvio, nel mese di ottobre, ad un piano di redistribuzione delle terre alle vittime del conflitto civile. Il comitato d’accusa parlamentare il 12 ottobre ha avviato le indagini sulle accuse rivolte all’ex-presidente Uribe di intercettazioni illegali di giornalisti e componenti dell’opposizione ad opera dell’agenzia di intelligence governativa DAS.


Fonti: International Crisis Group, International Institute for Strategic Studies

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

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File: es0533_0.doc



[1] L. Rozen, Benjamin Netanyahu takes U.S. offer to his Cabinet, in: www.politico.com (14 novembre 2010).

[2] La risoluzione 1483 (2003) del 22 maggio 2003 del Consiglio di sicurezza ONU riconosceva l’autorità, le responsabilità e le obbligazioni secondo il diritto internazionale di USA e Gran Bretagna come potenze occupanti sotto un comando unificato dell’Iraq e dava avvio al processo di costituzione di un governo provvisorio nazionale iracheno.

[3] Nelle risoluzioni 1368 (2001) del 12 settembre 2001 e 1373 (2001) del 28 settembre 2001 il Consiglio di sicurezza dell’ONU ha riconosciuto il diritto all’autodifesa individuale o collettiva secondo quanto previsto dalla Carta delle Nazioni Unite a seguito degli eventi dell’11 settembre 2001. Tale richiamo non è contenuto nella successiva risoluzione 1386 (2001) del 20 dicembre 2001 con la quale, a seguito dell’azione militare USA contro il regime talebano, si prendeva atto dell’avvenuta costituzione del governo provvisorio afghano (vengono comunque richiamate le precedenti risoluzioni 1368 (2001) e 1373 (2001) ).