Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Ufficio Rapporti con l'Unione Europea
Titolo: Piano europeo di ripresa economica
Serie: Bollettino Politiche dell'Unione Europea    Numero: 21
Data: 02/12/2008
Descrittori:
ECONOMIA   POLITICA ECONOMICA

                                                    Politiche dell’Unione europea

Piano europeo di ripresa economica

 

Il 26 novembre 2008 la Commissione europea ha presentato la comunicazione “Un piano europeo di ripresa economica”, che contiene una serie di proposte per fronteggiare l’attuale congiuntura economica mediante un’azione coordinata tra gli Stati membri e l'UE. In particolare, il Piano prevede:

Ø       un incentivo finanziario di 200 miliardi di euro (1,5% del PIL dell'UE), costituito da risorse aggiuntive pari a 170 miliardi di euro (circa 1,2% del PIL dell'UE), che gli Stati membri dovrebbero stanziare nei bilanci nazionali per il 2009, e da un finanziamento del bilancio dell’UE a favore di azioni immediate pari a 30 miliardi di euro (circa 0,3 % del PIL dell'UE);

Ø       dieci azioni prioritarie basate sulla strategia di Lisbona per adeguare le economie europee alle sfide a lungo termine pur continuando ad attuare le riforme strutturali volte ad aumentare la crescita potenziale.

Gli interventi previsti dal Piano combinano gli aspetti monetari e creditizi, la politica di bilancio e gli obiettivi della strategia di Lisbona.

 

La comunicazione è indirizzata al Consiglio europeo dell’11 e 12 dicembre 2008 al quale la Commissione rivolge l’invito a:

Ø       adottare il piano europeo di ripresa economica e, in particolare, le 10 azioni prioritarie, chiedendo a Consiglio e Parlamento di accelerare qualsiasi attività legislativa necessaria per darvi attuazione;

Ø       chiedere che la Commissione e il Consiglio collaborino per far sì che le misure combinate a livello nazionale e UE raggiungano almeno l'1,5% del PIL;

Ø       garantire che i programmi di stabilità e convergenza aggiornati degli Stati membri, che comprendono le misure di incentivazione nazionali, siano valutati conformemente alle procedure stabilite nel patto di stabilità e di crescita e beneficino della flessibilità da questo offerta;

Ø        “accettare di individuare” ogni ulteriore misura necessaria a livello dell'UE e dei singoli Stati membri per stimolare la ripresa, sulla base di un contributo che la Commissione fornirà prima del Consiglio europeo di primavera del 2009 e nel quale verranno valutati i progressi compiuti nell'attuazione del piano;

Ø       continuare a collaborare con i partner internazionali per rafforzare la governance economica globale.

Condizioni monetarie e creditizie

La Commissione sottolinea, in primo luogo, il contributo che per finalità antirecessive può essere assicurato da una politica monetaria ispirata all’obiettivo di ridurre i tassi di interesse, ricordando che la Banca centrale europea (BCE) è già intervenuta in tal senso ed ha indicato che vi è spazio per ulteriori riduzioni.

In secondo luogo, al fine di stabilizzare il sistema bancario, il Piano:

Ø       invita gli Stati membri ad utilizzare il sostegno finanziario da essi fornito al settore bancario per favorire il ritorno alle normali attività di prestito e garantire che i mutuatari beneficino delle diminuzioni dei tassi d'interesse centrali; la Commissione continuerà a monitorare l'impatto sull'economia e sulla concorrenza delle misure adottate a favore delle banche.

Si ricorda che Il 13 ottobre 2008 la Commissione ha adottato una comunicazione volta a precisare i criteri per all’applicazione della normativa sugli aiuti di Stato alle misure prese dagli Stati membri a favore di istituzioni finanziarie nel contesto dell’attuale crisi finanziaria globale;

Ø       sottolinea che la Banca europea per gli investimenti (BEI) aumenterà i suoi interventi annuali nell'UE di circa 15 miliardi di euro nel 2009-2010, mediante prestiti, equity (vale a dire, mediante la partecipazione al capitale delle imprese) garanzie e finanziamenti con ripartizione dei rischi, producendo, ad avviso della Commissione, un effetto leva positivo sotto forma di investimenti supplementari provenienti da fonti private. Per consentire alla BEI di aumentare le sue attività di finanziamento, gli Stati membri dovrebbero decidere entro la fine del 2008  di includere nella base patrimoniale della BEI riserve pari ai 60 miliardi di euro.

Il 23 settembre 2008, facendo seguito ad una richiesta del Consiglio Ecofin, la BEI ha deciso di destinare, nel periodo 2008-2009, una somma di 15 miliardi di euro a prestiti per le piccole e medie imprese europee, da erogare tramite banche commerciali, nell’ambito di uno stanziamento complessivo di 30 miliardi di euro da accordare entro il 2011. Nella stessa data la BEI ha inoltre deciso di proporre, entro la fine del 2008, alle banche intermediarie prodotti con ripartizione dei rischi (con i quali la BEI garantisce una parte del rischio totale assunto dalla banca intermediaria: tali strumenti, tipicamente destinati al finanziamento di programmi di ricerca e sviluppo, costituiscono la più innovativa esperienza in materia) per facilitare l’accesso in ulteriori segmenti di mercato, quale quello delle PMI per le quali il rischio è ritenuto troppo elevato o le garanzie sono considerate insufficienti.

Si ricorda che attualmente l’Italia, al pari di Francia, Germania e Regno Unito, detiene una quota del 16,17  % del capitale BEI (pari a 164,8 miliardi euro) a fronte del 9,7% della Spagna e del 4,48  di Belgio e Olanda;

Ø       prevede che anche la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS) aggiunga 500 milioni di euro all'anno al livello attuale dei suoi finanziamenti nei nuovi Stati membri.

      La BERS, istituita nel 1991 per favorire la transizione dei Paesi dell’Europa centrale e orientale e dell’ex Unione sovietica verso un’economia di mercato, eroga direttamente finanziamenti a medio-lungo termine e concede ìinee di credito e cofinanziamenti iattraverso intermediari finanziari,. L’Italia partecipa al capitale della Banca con una quota dell’8,52% (pari a quella di Francia, Germania, Regno Unito e Giappone; gli Stati Uniti detengono il 10%, Spagna, Russia e Canada il 4%, l’UE e la BEI il 3%).

Politica di bilancio

La Commissione, nel proporre che gli Stati membri prevedano, nei bilanci nazionali per il 2009, incentivi finanziari pari complessivamente a 170 miliardi di euro, richiede che essi:

Ø       siano tempestivi (per poter sostenere rapidamente l'attività economica durante la fase di rallentamento della domanda), temporanei (per scongiurare un deterioramento permanente delle posizioni di bilancio), mirati ad aumento della disoccupazione, sostegno ad imprese e famiglie vittime di restrizioni creditizie, conseguenze delle riforme strutturali, coordinati (così da moltiplicare l'impatto positivo e garantire la sostenibilità di bilancio a lungo termine);

Ø       combinino strumenti di reddito e di spesa, mediante i seguenti possibili interventi:

•    spesa pubblica con impatto sulla domanda a breve termine;

•    garanzie e prestiti agevolati per compensare il livello insolitamente elevato del premio di rischio,

•    incentivi fiscali opportunamente strutturati;

•    riduzione delle imposte e dei contributi sociali versati dai datori di lavoro al fine di contribuire al        mantenimento e alla creazione dei posti di lavoro,

•    riduzioni temporanee dell'aliquota IVA standard, per incentivare i consumi;

Ø       siano attuati nell'ambito del patto di stabilità e di crescita, come rivisto nel 2005.

Ad avviso della Commissione, alla luce del patto riveduto, la concomitanza eccezionale di una crisi finanziaria e di una recessione giustifica un'espansione di bilancio coordinata nell'UE, che potrebbe causare in alcuni Stati membri un superamento del valore di riferimento del disavanzo (3% del PIL).

Si ricorda che il regolamento n. 1467/97 relativo all’accelerazione e al chiarimento delle modalità di attuazione della procedura per i disavanzi eccessivi, come modificato dal regolamento 1055/2005 stabilisce che:

•    il superamento della soglia del 3% nel rapporto deficit/PIL può essere considerato eccezionale e temporaneoe può quindi (se resta vicino a detto valore) essere giustificato se risulta da una grave recessione economica dovuta a un tasso di crescita negativo o alla diminuzione cumulata della produzione durante un periodo prolungato di crescita molto bassa in relazione alla crescita potenziale;

•    il termine per la correzione dei disavanzi eccessivi, pari di norma ad un anno dalla sua constatazione, in caso di eventi economici sfavorevoli imprevisti può essere aumentato di 1 anno (quindi 2 anni dopo la sua constatazione da parte del Consiglio su raccomandazione della Commissione). I termini fissati per la correzione possono essere ulteriormente riveduti e prorogati qualora durante una procedura per i disavanzi eccessivi si verifichino eventi economici sfavorevoli imprevisti con importanti conseguenze negative sul bilancio;

Il Piano ricorda che gli Stati membri che adottano misure anticicliche devono presentare un programma aggiornato di stabilità o di convergenza entro la fine di dicembre 2008, specificando le misure che saranno adottate per ovviare al deterioramento di bilancio e garantire la sostenibilità a lungo termine. La Commissione valuterà poi le misure volte a sostenere il bilancio e i programmi di stabilità e convergenza in funzione dei seguenti obiettivi:

•    garantire la reversibilità delle misure che comportano a breve termine un aggravamento dei disavanzi;

•    migliorare la definizione delle politiche di bilancio a medio termine rafforzando le norme e i quadri di           bilancio nazionali;

•    garantire la sostenibilità a lungo termine delle finanze pubbliche, in particolare attraverso riforme volte a    ridurre la spesa correlata all'invecchiamento;

Ø       siano affiancati da riforme strutturali che sostengano la domanda e migliorino la capacità di adeguamento mediante, tra le altre, le misure seguenti:

·       sostenere il potere d'acquisto dei consumatori migliorando il funzionamento del mercato;

·       rafforzare negli Stati membri con problemi di inflazione e di competitività il collegamento fra il meccanismo di fissazione delle retribuzioni e l'andamento della produttività;

·       sostenere l'occupazione e agevolare le transizioni nel mercato del lavoro;

·       ridurre gli oneri normativi e amministrativi a carico delle imprese.

Le azioni nei quattro settori prioritari della strategia di Lisbona

Il Piano di ripresa propone che l'incentivo finanziario europeo e nazionale sia destinato a 10 azioni relative ai quattro settori prioritari della Stretegia di Lisbona (persone, imprese, infrastrutture e energia, ricerca e innovazione). A tal fine, il 16 dicembre 2008, la Commissione presenterà, nell'ambito del suo pacchetto annuale di Lisbona, relazioni individuali sui singoli Stati membri che comprenderanno proposte di raccomandazioni.

In base al ciclo di governance triennale della strategia di Lisbona, definito nell’ambito della riforma del 2005, gli Stati membri definiscono, in coerenza con le linee direttrici integrate per la crescita e l’occupazione, programmi di riforma nazionali di durata triennale(L’Italia ha presentato lo scorso 11 novembre il programma per il periodo 2008-2010).In corrispondenza con i  programmi nazionali, la Commissione presenta un programma comunitario di Lisbona, anch’esso di durata triennale,comprendente l’insieme delle azioni da intraprendere a livello comunitario (il primo programmaè stato presentatonel gennaio 2006 per il periodo 2006-2008).

Persone

1. Varare un’importante iniziativa europea di sostegno all’occupazione

Nell’ambito di questa azione la Commissione prospetta:

Ø       la semplificazione dei criteri per l’erogazione dei finanziamenti del Fondo sociale europeo (FSE) e l’incremento dei pagamenti degli anticipi a partire dall'inizio del 2009, in modo che gli Stati membri abbiano rapidamente accesso ad un importo massimo di 1,8 miliardi di euro al fine di:

·     nell’ambito delle politiche di flessicurezza, intensificare rapidamente i programmi di attivazione, in particolare per le persone scarsamente qualificate;

·     reimpostare i programmi per concentrare il sostegno sulle categorie più vulnerabili e, ove necessario, optare per un finanziamento comunitario integrale dei progetti durante questo periodo;

·     migliorare il monitoraggio dello sviluppo delle competenze e la sua rispondenza al fabbisogno, in stretta cooperazione con le parti sociali, i servizi pubblici per l’impiego e le università.

Si ricorda che l’Italia beneficia, per il periodo 2007-2013, di stanziamenti per 6,6 miliardi di euro a carico del FSE. Il cofinanziamento erogato dal FSE può variare fra il 50% e l'85% del costo totale degli interventi, di cui 3,6 miliardi per l’obiettivo “convergenza” e 3 per l’obiettivo competitività;

Ø       il riesame delle norme del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione in modo da cofinanziare la formazione e il collocamento di lavoratori in esubero o il mantenimento nel mondo del lavoro i lavoratori qualificati

Il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione, istituito nel 2007, con una dotazione finanziaria massima annua pari a 550 milioni di euro è inteso a fornire un sostegno ai lavoratori in esubero in conseguenza di trasformazioni rilevanti della struttura del commercio mondiale dovute alla globalizzazione, nei casi in cui tali esuberi abbiano un notevole impatto negativo sull'economia regionale o locale.

2. Creare domanda di manodopera

Ø       La Commissione invita gli Stati membri a ridurre gli oneri sociali a carico dei datori di lavoro per i redditi più bassi per promuovere l’occupabilità dei lavoratori meno qualificati;

Ø       il Piano auspica che entro il Consiglio europeo di primavera 2009, il Consiglio dovrebbe adottare la proposta di direttiva che rende permanenti le aliquote IVA agevolate per servizi ad alta intensità di lavoro.

Imprese

3. Favorire l’accesso ai finanziamenti per le imprese

Ø       La Commissione ricorda che la BEI ha approntato un pacchetto di 30 miliardi di euro per prestiti alle PMI, con un incremento di 10 miliardi di euro rispetto ai suoi normali prestiti in questo settore;

Ø       la BEI rafforzerà inoltre di un miliardo di euro all'anno i suoi prestiti a favore delle medie imprese;

Ø       la Commissione introdurrà un pacchetto di semplificazione, per accelerare il suo processo decisionale in materia di aiuti di Stato orizzontali, per la ricerca, l’innovazione, la formazione, la tutela ambientale e, in particolare, le tecnologie e i trasporti puliti e l’efficienza energetica.

 

4. Ridurre gli oneri amministrativi e promuovere l’imprenditorialità

Sulla base dell’atto per le piccole imprese, e al fine di ridurre significativamente gli oneri amministrativi a carico delle imprese e di migliorare il loro flusso di cassa, nonché di incoraggiare più persone a diventare imprenditori, l’UE e gli Stati membri devono:

Ø       assicurare che l’avvio di un’attività d’impresa richieda un massimo di 3 giorni e nessun costo;

Ø       eliminare l’obbligo per le microimprese di redigere i conti annuali e limitare ad 1 euro il requisito patrimoniale per le imprese private europee;

Ø       accelerare l’adozione della proposta di Statuto della società privata europea;

Ø       assicurare che le autorità pubbliche paghino le fatture per le forniture e i servizi entro un mese; tutti gli arretrati dovuti da enti pubblici dovranno essere ugualmente liquidati;

Ø       ridurre di una percentuale che potrà raggiungere il 75% i costi delle domande di brevetto e di rinnovo di brevetto e ridurre del 50% i costi per un marchio UE.

Infrastrutture ed energia

5. Aumentare gli investimenti per modernizzare l’infrastruttura europea

Ø       La Commissione intende proporre al Consiglio e al Parlamento di rivedere il quadro finanziario, al fine di mobilitare per il 2009 e il 2010 ulteriori 5 miliardi di euro a favore delle interconnessioni energetiche transeuropee e dei progetti di infrastruttura a banda larga.

Le risorse finanziarie per le infrastrutture sono incluse nella più ampia rubrica 1a del quadro finanziario 2007-2013 “Competitività per la crescita e l'occupazione che prevede stanziamenti complessivi per 9,7 mld di euro nel 2009 e 10,4 nel 2010. In base all’accordo interistituzionale sul quadro finanziario 2007-2013, il Consiglio e il Parlamento possano, su proposta della Commissione, di rivedere il quadro finanziario, per far fronte a situazioni non previste in origine, nel rispetto del massimale delle risorse proprie.

Il massimale delle spese previsto dal quadro finanziario in stanziamenti di impegno è pari all’0,97 nel 2009 e all’1% del RNL nel 2010, a fronte di un tetto massimo delle risorse proprie pari all’1,24% del RNL (sempre in stanziamenti di pagamento); pertanto il margine massimo disponibile per un eventuale revisione del quadro finanziario è pari allo 0,27% nel 2009 e allo 0,24% nel 2010;

Ø       la Commissione intende accelerare l’attuazione dei fondi strutturali (che hanno una dotazione finanziaria di oltre 347 miliardi di euro per il periodo 2007-2013), proponendo di incrementare il suo prefinanziamento di programmi, così che all'inizio del 2009 sia reso disponibile un importo fino a 4,5 miliardi di euro.

In base al regolamento (ce) n. 1083/2006,  una volta adottata la decisione che approva un contributo dei Fondi strutturali ad un programma operativo, la Commissione versa all'organismo designato dallo Stato membro un importo unicoa titolo di prefinanziamento per il periodo 2007-2013, pari di norma, al 2 % del contributo dei fondi al programma nel 2007 e al 3 % nel 2008;

Ø       entro la fine di marzo 2009, la Commissione pubblicherà un invito a presentare proposte, di importo totale di 500 milioni di euro, per progetti di trasporto transeuropeo (TEN-T) da avviare entro la fine del 2009;

Ø       la BEI aumenterà fino a 6 miliardi di euro all’anno il suo finanziamento per la lotta al cambiamento climatico, la sicurezza energetica e gli investimenti in infrastrutture;

6. Migliorare l’efficienza energetica degli edifici

Ø       la Commissione ricorda di aver presentato il 13 novembre proposte per il miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici ed esorta il Consiglio e il Parlamento a dare priorità alla loro adozione;

Ø       gli Stati membri dovrebbero riesaminare i propri programmi operativi dei fondi strutturali in modo da destinarne una quota maggiore agli investimenti per l’efficienza energetica;

Ø      la Commissione lavorerà con la BEI e con varie banche di sviluppo nazionali per lanciare un fondo 2020 per l’energia, il cambiamento climatico e le infrastrutture che finanzi progetti azionari equasi-azionari;.

7. Promuovere la rapida introduzione di “prodotti verdi”

La Commissione proporrà, tra le altre cose, aliquote IVA ridotte per prodotti e servizi verdi, volti a migliorare in particolar modo l'efficienza energetica degli edifici.

Ricerca e innovazione

8. Aumentare gli investimenti in R&S, innovazione e istruzione

Il Piano invita gli Stati membri e il settore privato ad incrementare gli investimenti in materia di istruzione e di R&S (in linea con i loro obiettivi nazionali di R&S), al fine di stimolare la crescita e la produttività. Gli Stati membri dovrebbero inoltre mantenere gli investimenti volti a migliorare la qualità dell'istruzione.

9. Sviluppare tecnologie pulite per le auto e l'edilizia

La Commissione propone di lanciare 3 grandi partenariati tra i settori pubblico e privato:

Ø       nel settore automobilistico, un'iniziativa europea per le "auto verdi;

Ø       nel settore della costruzione, un'iniziativa europea per "edifici efficienti sul piano energetico;

Ø       per incentivare l'uso della tecnologia nei processi produttivi, un'iniziativa per le "fabbriche del futuro":

10. Internet ad alta velocità per tutti

Il Piano auspica che la Commissione e gli Stati membri lavino di concerto con i soggetti interessati per sviluppare una strategia per la banda larga, sostenuta da fondi pubblici con l'obiettivo di assicurare una copertura per l'Internet ad alta velocità una copertura del 100% entro il 2010.

soluzioni globali alla Crisi

Il Piano auspica che l’UE mantenga l’impegno per un'apertura dei mercati a livello mondiale, adoperandosi per:

Ø       raggiungere al più presto un accordo commerciale globale nei negoziati di Doha dell'OMC.

Ø       sostenere il consolidamento economico e sociale dei paesi candidati e dei Balcani occidentali e creare una rete di accordi di libero scambio globali e approfonditi con i paesi vicini

Ø       intensificare gli sforzi per garantire nuovi accordi di libero scambio con altri partner commerciali;

Ø       stabilire strette relazioni di lavoro con l'amministrazione USA, anche attraverso il Consiglio economico transatlantico,  ed altri importanti paesi industrializzati, quali il Canada e il Giappone;

Ø       proseguire il dialogo con i principali partner bilaterali, quali la Cina, l'India, il Brasile e la Russia;

Ø       garantire un ambizioso accordo internazionale sul cambiamento climatico alla conferenza dell'UNFCCC che si svolgerà a Copenaghen alla fine del 2009;

Ø       mantenere i propri impegni per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo del millennio (OSM) e porre in atto nuovi strumenti, flessibili e innovativi, che possano aiutare i paesi in via di sviluppo a far fronte alle rapide conseguenze della crisi.

 

 

 

 

 

 

XVI legislatura – Bollettino Politiche dell'Unione europea  n. 21, 2  dicembre 2008