Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Studi - Dipartimento affari sociali
Titolo: Indagine conoscitiva relativa agli aspetti sociali e sanitari della dipendenza dal gioco d'azzardo - Materiali di consultazione
Serie: Documentazione e ricerche    Numero: 325
Data: 28/02/2012
Organi della Camera: XII-Affari sociali
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Camera dei deputati

XVI LEGISLATURA

 

 

 

Documentazione e ricerche

Indagine conoscitiva relativa agli aspetti sociali e sanitari della dipendenza dal gioco d’azzardo

Materiali di consultazione

 

 

 

 

 

 

n. 325

 

 

 

28 febbraio 2012

 


Servizio responsabile:

Servizio Studi – Dipartimento Affari Sociali

( 066760-3266– * st_affarisociali@camera.it

 

 

.

 

 

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File: AS0377.doc

 


INDICE

Premessa                                                                                                            1

Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento politiche antidroga3

§      Relazione al Parlamento sui dati relativi allo stato delle Tossicodipendenze in Italia: anno 2010,  Doc. XXX n. , 4,                                                                                                        4

Ministero della salute – CCM                                                                           7

§      Ministero della salute - Centro nazionale per la prevenzione ed il controllo delle malattie (CCM), Progetto: Dipendenze Comportamentali/Gioco d’azzardo patologico: progetto sperimentale nazionale di sorveglianza e coordinamento/monitoraggio degli interventi - I stato di avanzamento, Bollettino sulle dipendenze XXXIV - n. 1/2011                                                                 9

Ministero dell’economia e delle finanze - Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato (AAMS) - Ministero della salute                                                                    105

§      Bozza di intesa sullo schema di decreto interdirigenziale concernente linee d’azione per la prevenzione, il contrasto e il recupero di fenomeni di ludopatia conseguente a gioco compulsivo106

Eurispes                                                                                                          115

§      Eurispes, L'Italia in gioco, Percorsi e numeri dell'industria della fortuna, 2009         117

Nomisma                                                                                                          155

§      Rapporto Nomisma 2009 Gioco & Giovani                                                 157

§      Il gioco in Italia: un mercato ad alto impatto sociale, Quaderni per l’economia 4/2009         176

Gruppo Abele – A.L.E.A.                                                                                203

§      Report di sintesi sui dati relativi alla risposta di aiuto e accoglienza rivolta ai giocatori e alle loro famiglie in Italia, 2009                                                                                  204

CNEL                                                                                                               227

§      La filiera del gioco in Italia: prospettive di tutela e promozione della legalità,  2011  229

CODACONS                                                                                                    253

§      Il gioco d’azzardo: le ludopatie. Analisi del fenomeno, valutazione degli obiettivi, determinazione degli interventi, 2011                                                                                            255

Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie                                325

§      Azzardopoli, il paese del gioco d'azzardo, dove, quando il gioco si fa duro, le mafie iniziano a giocare, 2012                                                                                                             327

Centro Sociale Papa Giovanni XXIII -  CONAGGA                                    339

§      Ricerca nazionale sulle abitudini di gioco degli italiani                                340

 

 


SIWEB

 

Premessa

Il presente dossier offre una raccolta parziale, senza alcuna pretesa di esaustività, della documentazione in materia di dipendenza da gioco d’azzardo patologico (GAP). Il materiale è stato selezionato con l’intento di offrire spunti di riflessione e dati utili per l’avvio dell’Indagine conoscitiva in materia. Nella maggior parte dei casi sono stati prescelti materiali e contributi predisposti dai soggetti dei quali è prevista l’audizione nel corso dell’Indagine conoscitiva.

Ogni documento è preceduto da una breve nota che ne illustra il contenuto.

In molti casi, vengono indicati i link ai siti di riferimento e ai documenti, dei quali si consiglia anche la consultazione on line.

 


 

Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento politiche antidroga

Relazione al Parlamento sui dati relativi allo stato delle Tossicodipendenze in Italia: anno 2010,  Doc. XXX n. , 4,

 

Il Dipartimento Politiche antidroga, nella Relazione al Parlamento, dedica un paragrafo al gioco d’azzardo patologico, riassumendo i dati frammentari, presenti in varie fonti nazionali, al fine di dare un quadro dell’estensione del fenomeno.

Il testo integrale della Relazione è consultabile sul sito della Camera al seguente indirizzo:

http://xvi.intra.camera.it/_dati/leg16/lavori/documentiparlamentari/indiceetesti/030/004/pdfel.htm

 

 


Ministero della salute – CCM

Ministero della salute - Centro nazionale per la prevenzione ed il controllo delle malattie (CCM), Progetto: Dipendenze Comportamentali/Gioco d’azzardo patologico: progetto sperimentale nazionale di sorveglianza e coordinamento/monitoraggio degli interventi - I stato di avanzamento, Bollettino sulle dipendenze XXXIV - n. 1/2011

 

 

Il gioco d’azzardo patologico (GAP) è stato riconosciuto come disturbo psichiatrico dall’American Psychiatric Association nel 1980. Nel 1994, il GAP è stato classificato nel DSM-IV (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) come “disturbo del controllo degli impulsi non classificati altrove”. La configurazione attuale dell’erogazione di attività di accoglimento e trattamento dei soggetti vittime di comportamenti ripetuti, compulsivi e, in definitiva, problematici, ai quali sono riconducibili i giocatori d’azzardo patologici, è estremamente disomogenea e frammentaria, per lo più lasciata alla iniziativa di singoli Servizi/Dipartimenti, prevalentemente nell’area della “patologia delle dipendenze.

In questa sezione è presentato un documento del Ministero della salute e del Centro nazionale per la prevenzione ed il controllo delle malattie (CCM) che  riporta una sintesi degli studi sul gioco d’azzardo e sul gioco d’azzardo patologico condotti a livello nazionale, regionale e locale. In particolare, sono fra l’altro presentati  i dati emersi dal questionario, predisposto dall’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze (OEDT) di Lisbona, sull’attivazione di progetti di prevenzione. I questionari sono stati somministrato dal CNR agli uffici regionali e delle PA nell’anno 2007. Il documento contiene anche  L’italia che gioca: uno studio su chi gioca per gioco e chi viene “giocato” dal gioco, curato dall’ Istituto di fisiologia clinica - CNR - Sezione di epidemiologia e ricerca sui servizi sanitari nel 2010. Una parte del Bollettino è inoltre dedicata alla  rete dei Servizi Privati riguardanti il trattamento delle problematiche connesse al GAP da parte di Associazioni, Cooperative e Comunità private.


Ministero dell’economia e delle finanze - Amministrazioneautonoma dei monopoli di Stato (AAMS)- Ministero della salute

Bozza di intesa sullo schema di decreto interdirigenziale concernente linee d’azione per la prevenzione, il contrasto e il recupero di fenomeni di ludopatia conseguente a gioco compulsivo

 

 

Nell’ottica di tutelare il giocatore e di contrastare la ludodipendenza, l’articolo 1, comma 70, della L.  220/2010 (Legge di stabilità per l’anno 2011) prevede l’emanazione di un decreto interdirigenziale del Ministero dell’economia e delle finanze, dell’Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato e del Ministero della salute, d’intesa con la Conferenza unificata, per l’adozione di una serie di interventi volti a prevenire e contrastare fenomeni di ludopatia conseguenti al gioco compulsivo. Il decreto non è stato emanato, ma viene di seguito presentata la bozza di Intesa, non ancora esaminata in sede di Conferenza unificata.  

In materia di contrasto al gioco e allo sviluppo delle ludopatie, si segnala altresì l’articolo 24, commi 19-23, del D.L. 98/ 2011 (Disposizioni urgenti per la stabilizzazione finanziaria). Le disposizioni stabiliscono norme per il divieto di partecipazione dei minori di anni diciotto ai giochi pubblici che prevedano vincite in denaro. Si prevede l’obbligo per il titolare dell’esercizio commerciale, del locale o, comunque, del punto di offerta del gioco, all’interno dei predetti esercizi, di identificare i giocatori mediante richiesta di esibizione di un idoneo documento di riconoscimento. Si prevede, infine, l'avvio in via sperimentale, da parte del Ministero dell'economia e delle finanze e dell'Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato, di procedure di analisi e verifica dei comportamenti di gioco finalizzati alla introduzione di misure di prevenzione dei fenomeni ludopatici.

 

 


 

Eurispes

Eurispes, L'Italia in gioco, Percorsi e numeri dell'industria della fortuna, 2009

 

 

L’Eurispes ha concentrato le proprie indagini sulle dimensioni economiche del mercato del gioco, sull’evoluzione della legislazione in materia, sul gioco illegale, sul boom di giochi come il SuperEnalotto, le scommesse sportive e le lotterie istantanee ed il successo di nuovi giochi come le New Slot, senza dimenticare i problemi legati alle ludopatie.

 

 


 

Nomisma

Nomisma ha affiancato, alla decennale attività di ricerca sul gioco, un Osservatorio dedicato all’approccio al gioco dei giovani, alle dimensioni e alle prospettive delle variabili economiche connesse, all'impatto normativo e alla regolamentazione dell’azione pubblica in materia di promozione del gioco e tutela dei giovani. I dati sono stati raccolti in un Rapporto presentato nel 2009.

Sempre nel 2009, Nomisma ha dedicato il quarto Quaderno per l’economia al gioco. Il quaderno analizza le principali dimensioni del settore, i comportamenti di gioco degli italiani e i risultati di un innovativo sistema di valutazione della responsabilità sociale espressa dai principali operatori di gioco on line.

Il sito di Nomisma ha una sezione dedicata all’Osservatorio Gioco & Giovani

http://www.nomisma.it/index.php?id=204&L=0


 

Rapporto Nomisma 2009 Gioco & Giovani

 


 

Il gioco in Italia: un mercato ad alto impatto sociale, Quaderni per l’economia 4/2009

 


 

 

Gruppo Abele – A.L.E.A.

Report di sintesi sui dati relativi alla risposta di aiuto e accoglienza rivolta ai giocatori e alle loro famiglie in Italia, 2009

Il Gruppo Abele - Centro Studi Documentazione e Ricerche ed A.L.E.A. (Associazione per lo studio del gioco d’azzardo e dei comportamenti a rischio) hanno dato avvio al Progetto per la raccolta dati sul gioco d'azzardo.

Le  due organizzazioni conducono azioni negli ambiti della documentazione, della ricerca e della formazione e si caratterizzano per una profonda attenzione ai processi presenti nei loro territori relativamente ai fenomeni sociali legati alle nuove forme di dipendenza.

Tra gli obiettivi del progetto, accanto alla riflessione sui lavori di ricerca in atto sul fenomeno, si è dato avvio ad un'indagine sui servizi socio-sanitari che in Italia si occupano del fenomeno. Il lavoro di ricognizione ha consentito anche la costruzione di un indirizzario di servizi dei settori pubblico e privato sociale che, in ciascuna regione d’Italia, accolgono richieste d’aiuto sul gioco d’azzardo

Di seguito viene riprodotto un report in cui vengono presentati in modo descrittivo i risultati della ricerca condotta sulla risposta di aiuto e accoglienza relativa ai giocatori d’azzardo patologici e alle loro famiglie in Italia.

Si rinvia altresì al sito del Progetto per la raccolta dati sul Gioco d'azzardo:

http://centrostudi.gruppoabele.org/gambling/?q=node/140

 

 

 


 

 CNEL

La filiera del gioco in Italia: prospettive di tutela e promozione della legalità,  2011

 

 

Il lavoro tiene in considerazione quanto emerso nel corso delle audizioni intercorse con i principali soggetti della filiera e si concentra prevalentemente sulla presenza criminale nella filiera del gioco. L’Osservatorio socio-economico del CNEL rileva infine i punti critici fornendo le indicazioni circa i possibili correttivi normativi e le buone pratiche che possono essere adottate da tutti gli operatori della filiera. Fra le proposte: l’inasprimento delle sanzioni per irregolarità, l’operatività dell’albo dei gestori, la previsione del conflitto di interessi tra concessione e attività politico-amministrativa dei soci nonché l’obbligatorietà della sede legale in Italia per le società concessionarie e la razionalizzazione del prelievo fiscale.

 


 

CODACONS

Il gioco d’azzardo: le ludopatie. Analisi del fenomeno, valutazione degli obiettivi, determinazione degli interventi, 2011

 

Il documento, di cui viene proposto un estratto,  è la prima parte di un progetto di ricerca più ampio, coordinato dal Codacons per AAMS - Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato, con la partecipazione di Sisal, volto a comprendere il fenomeno gioco in Italia e le correlazione con la ludopatia. La prima parte della ricerca è arricchita dal lavoro del CENSIS “Storie e percorsi di criticità nel mondo dei giochi”.

Per la consultazione del documento integrale:

http://www.codacons.it/userfiles/file/ludopatie_OK.pdf

 

 


 

Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie

Azzardopoli, il paese del gioco d'azzardo, dove, quando il gioco si fa duro, le mafie iniziano a giocare, 2012

Il dossier Azzardopoli, fotografa con storie e numeri, la calamità economica, sociale e criminale legata al gioco d’azzardo, focalizzando l’attenzione soprattutto sul gioco d’azzardo illegale e sulle mafie dei giochi . Di seguito viene presentato un estratto dal Dossier dedicato a I malati del gioco.

Per la consultazione integrale del Dossier:

http://www.libera.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/5741

 

 

 


 

Centro Sociale Papa Giovanni XXIII -  CONAGGA

Ricerca nazionale sulle abitudini di gioco degli italiani

 

Il Centro Sociale Papa Giovanni XXIII e il Coordinamento Nazionale Gruppi per Giocatori d’Azzardo (CONAGGA), in collaborazione con il CNCA (Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza) hanno predisposto un’indagine sulle  abitudini al gioco d’azzardo. La ricerca si è svolta tramite questionari autosomministrati dai cittadini in luoghi pubblici (strade, piazze, uffici, luoghi di ritrovo, stazioni, ecc) e restituiti in completo anonimato. I questionari restituiti e validi per la ricerca sono stati 1836.  Le città nelle quali si è svolta la ricerca sono state: Reggio Emilia, Vicenza, Modena, Roma, Varese, Bologna, Salerno, Cosenza, Verona, Parma, Prato.

Ulteriori informazioni sul sito del Centro:

http://www.libera-mente.org/index.php

 

 


 

Ricerca nazionale sulle abitudini di gioco degli italiani: anno 2011

 

curata dall’Associazione “ Centro Sociale Papa Giovanni XXIII”, e coordinata dal CONAGGA ( Coordinamento Nazionale Gruppi per Giocatori d’Azzardo), in collaborazione con il CNCA (Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza)

 

 I numeri della Ricerca

 La ricerca, resa possibile grazie ad un finanziamento della Fondazione Pietro Manodori della Cassa di Risparmio di Reggio Emilia, è volta ad indagare le abitudini al gioco d’azzardo della popolazione italiana. Come dice espressamente il Codice Penale, sono giochi d’azzardo, tutti quelli nei quali la vincita dipende in parte o in toto dalla fortuna e dove è necessario giocare soldi nella speranza di vincere altri soldi.

 La ricerca si è svolta tramite questionari autosomministrati dai cittadini in luoghi pubblici (strade, piazze, uffici, luoghi di ritrovo, stazioni, ecc) e restituiti in completo anonimato. I questionari restituiti e validi per la ricerca sono stati 1836.

 Le città nelle quali si è svolta la ricerca sono state: Reggio Emilia, Vicenza, Modena, Roma, Varese, Bologna, Salerno, Cosenza, Verona, Parma, Prato.

 RISULTATI PRINCIPALI

 Il sesso del campione che ha partecipato alla ricerca è diviso in modo pressoché uguale: il 51% sono femmine e il 49% sono maschi; ma come vedremo in seguito fra i risultati di genere ci sono delle differenze rilevanti.

 La parte più numerosa dei partecipanti alla ricerca ha il titolo di scuola superiore (43%), a questi seguivano coloro che hanno la licenza media inferiore (25%), poi i laureati (22,5%), infine coloro che hanno la licenza elementare (7,9%) o nessun titolo scolastico (1,4%).

 

 Se poco più del 29% delle persone dichiara di non avere giocato neppure una volta nell’ultimo anno, il 71% ha giocato in modo variabile. Il gioco d’azzardo è più maschile che femminile: i maschi che giocano sono il 76,4%, mentre le femmine che giocano sono il 67,6%.

 Rispetto ad una prima analisi fra le principali differenza fra chi gioca e chi non gioca, appare evidente che il gioco d'azzardo aumenta con la diminuzione della scolarizzazione. La maggior parte di chi ha una scolarizzazione medio-bassa gioca d'azzardo (il 75,7% di chi ha la licenza elementare e l'80,3% di chi ha la licenza media), poi con la licenza scolastica superiore la percentuale scende al 70,4% e cala ulteriormente fino al 61,3% dei laureati che dichiarano di giocare d'azzardo.

 Anche da un punto di vista della situazione lavorativa si notano differenze importanti rispetto all’approccio con il gioco d’azzardo.

 Se il 70,8% di chi ha un lavoro a tempo indeterminato dichiara di giocare d’azzardo, la percentuale dei giocatori sale al 73% nel caso dei disoccupati, poi aumenta ulteriormente con l’80,2% dei lavoratori saltuari o precari che dichiarano di giocare e infine tocca l’apice con l’86,7% dei cassintegrati che dichiarano di giocare d’azzardo.

 Anche gli studenti dichiarano di giocare assiduamente d’azzardo (gioca il 73,7% degli studenti), mentre giocano meno della media sia i pensionati (con il 63,5%), che le casalinghe (con il 65,4%).

 Rispetto agli studenti seguirà successivamente un’analisi specifica sui minorenni, che rappresentano una parte del campione; quelli che seguono sono i dati sui soli giocatori maggiorenni.

 La maggior parte dei giocatori ha fatto più di un gioco nell’ultimo anno, alcuni ne hanno fatto persino oltre una dozzina diversi. Ma analizzando i giochi che sono praticati maggiormente vediamo che al primo posto c’è il Gratta e Vinci giocato dal 22% delle persone, segue il superenalotto con il 16,5%, poi il lotto con l’11,4%, le lotterie con l’8,3%, il win for life al 7,2%, i giochi di carte con denaro al 5,7%, le slot machine (per molti ancora denominati “videopoker”) al 5,3%, poi il gioco on line al 4,7%, le scommesse sportive al 4,5% e a seguire gli altri giochi minori.  

 Facendo un’analisi più approfondita a seconda del sesso dei partecipanti alla ricerca si ha conferma di una cosa che non sorprende: che le donne giocano più degli uomini al superenalotto, al lotto, ai gratta e vinci, ai giochi telefonici, al win for life, alle lotterie, ma anche ai giochi on line; mentre gli uomini giocano di più a totocalcio, slot machine, scommesse nelle agenzie, videolottery, casinò e giochi di carte.

 Quantità di giochi

 Una caratteristica generalmente utilizzata per individuare coloro che hanno un gioco adeguato e coloro che non lo hanno, è individuare la quantità dei giochi effettuati.

 La ricerca ci dice che se il 45,6% dei giocatori ha fatto fino a tre giochi nell’anno, oltre uno su quattro (il 26,3%) ha giocato ad almeno 4 giochi diversi, un ulteriore 16,1% ad almeno 5 giochi d’azzardo e un restante 10,5% ha giocato ad 6 giochi o più.

 Frequenza di gioco

 Alla domanda finalizzata a indagare la frequenza di gioco vediamo che il 64,1% dei giocatori gioca meno di una volta alla settimana; il 24,7% dei giocatori gioca da uno a tre volte alla settimana, e oltre un giocatore su dieci (l’11,2%) gioca d’azzardo più di tre volte ogni settimana. Anche in questo caso c’è una rilevante differenza di genere: gli uomini che giocano più di tre volte alla settimana sono il 14,9%, mentre le donne che lo fanno sono il 7,6%. 

 Secondo i manuali diagnostici che delimitano il gioco adeguato dal gioco patologico, quello della frequenza è un dato importante, e se questa supera le tre volte la settimana è un segnale di forte rischio; se poi all’alta frequenza si abbina anche l’alto numero di ore passate a giocare la cosa è ancora più seria…

  Tempo per il gioco

 Rispetto al tempo impiegato a giocare vediamo che se il 76,3% dei giocatori dedica poco  tempo al gioco (meno di un’ora alla settimana), c’è un 13,9% che invece gioca da una a tre ore ogni settimana, e di nuovo quasi un giocatore su dieci (il 9,8%) che dichiara di giocare per più di tre ore ogni settimana.

 Come visto in precedenza anche in questo caso gli uomini hanno un segnale di rischio di patologia molto più alto di quello delle donne: se queste indicano di giocare per più di tre ore alla settimana nel 5,5% dei casi, gli uomini lo fanno il 14,3% delle volte.

 Soldi spesi

 Alla domanda finalizzata a capire quanto denaro hanno mediamente speso per il gioco, vediamo che il 73,7% ha speso meno di 10 euro la settimana, il 17,4% ha speso una cifra compresa tra i 10 e i 50 euro ogni settimana, un’ulteriore 4,8% ne ha spesi da 50 a 150 euro tutte le settimane, e c’è persino un 2,5% di giocatori che dichiara di spendere una cifra che oscilla tra i 150 e i 300 euro settimanali e infine l’1,7% che ogni mese spende sicuramente più di 1.200 euro per il gioco d’azzardo (oltre 300 euro alla settimana).

 Se nella forbice di spesa dai 150 ai 300 euro alla settimana non ci sono grandi differenze di genere, rispetto alle cifre più alte gli uomini spendono molto più delle donne: sono il 2,9% degli uomini a spendere più di 300 euro ogni settimana, contro lo 0,6% delle donne.

 Del resto quello del denaro è il tema principalmente collegato al gioco d’azzardo. Lo si nota chiaramente quando si vanno ad indagare le motivazioni di gioco…

 

 Motivazioni di gioco

 Nella parte del questionario finalizzata ad indagare quali siano le motivazioni che spingono la persona a giocare d’azzardo, vediamo che la prima motivazione indiscussa è “Vincere denaro” (52,3%) indicato da oltre la metà dei giocatori. E su questo tema sono le donne a superare, seppure di poco, gli uomini: la motivazione della ricerca del denaro spinge il 54% delle donne, mentre per gli uomini la percentuale si ferma al 50,8%. 

 Solo un giocatore su cinque segnala anche che gioca per “sfidare la sorte” (21%) e un altro giocatore su cinque (19,1%) lo fa per “passare il tempo”; solo una minima parte dei giocatori (7,6%) gioca d’azzardo per “misurare le proprie capacità”.

 Fra le motivazioni di gioco era previsto uno spazio libero in cui aggiungere eventuali note: fra le altre segnalo quella di un giovane che dichiara di giocare perché “mi piacerebbe essere miliardario”, di un quarantenne che gioca “per cambiare vita”, di un cinquantenne che lo fa “perché lo fanno tutti”, di una cinquantacinquenne che gioca per “vincere denaro e aiutare i famigliari in difficoltà”, e di un’altra signora della stessa età che gioca perché è sola e andare al bingo le “permette di stare in compagnia”.

 La vincita è “a portata di mano”?

 Se le persone giocano d’azzardo perché vogliono vincere denaro “facile”, è interessante notare che ci sono messaggi che li inducono a credere che la vincita sia realmente “a portata di mano”. Solo una piccola parte dei giocatori (il 23,5% degli uomini e il 27,9% delle donne) dichiara che ritiene la vincita qualcosa di molto lontano da sé; la maggior parte dei giocatori “la sente” raggiungibile. Il motivo principale per cui questo accade è perché i giocatori nel 28.6% dei casi dichiarano di avere “quasi vinto” più volte (questo vale per il 32% degli uomini e per il 20% delle donne). Questa “quasi vincita” gli induce a credere di essere in qualche modo vicini alla vittoria e evidentemente non si interrogano su eventuali “trucchi” del banco che possono indurre nella falsa credenza di essere vicini alla vincita anche se questa in realtà è molto distante (come dimostra con chiarezza la ricerca “Pensieri Magici” pubblicata sul libro “Ma a che gioco giochiamo?”).

 Dopo l’aver “quasi vinto”, la seconda motivazione più indicata che motiva il sentire la vincita a “portata di mano”, è data dalle notizie di vincite che sono pubblicate o vengono trasmesse dai mass media; per il 19,8% dei giocatori, sentire di qualcuno che ha vinto da qualche parte, è un rinforzo e una motivazione a proseguire il gioco d’azzardo. La motivazione successiva è basata sui “racconti di conoscenti” che riguardavano delle vincite al gioco, che spinge il 17,7% dei giocatori; seguono i sogni, i maghi e l’astrologia (per il 13,2% dei giocatori), in questo caso sono le donne ad essere notevolmente più influenzabili degli uomini (16,5% delle donne, contro il 6,4% degli uomini). Infine solo l’8,4% ritiene che la vincita sia a portata di mano perché “l’ha detto la pubblicità”.

  La fortuna è influenzabile?

 Due terzi dei giocatori ritengono di si e pensano che ci siano alcune cose che in qualche modo possono influire sulla fortuna. Per questo motivo nel 52,6% dei casi i giocatori scelgono numeri specifici da giocare in quanto ritenuti vincenti (le donne lo fanno nel 58% dei casi, contro il 45% degli uomini), un altro 17,8% sceglie luoghi specifici in cui giocare in quanto ritenuti più fortunati (in questo caso sono gli uomini ad avere la percentuale maggiore con il 21,7%, contro il 13,8% delle donne), un restante 16,8% sceglie dei momenti specifici in cui si sentono più fortunati, e infine un ulteriore 12,8% accompagna al gioco dei rituali specifici che gli portano fortuna (uomini al 14,5% e donne al 10,6%).

 La fortuna è determinante per il giocatore e molti di loro, che in determinate circostanze avevano sfiorato la vincita, hanno ammesso di avere cercato di ripetere o ricreare la stessa situazione per arrivare alla vincita. Nonostante le leggi della statistica, e aggiungo della logica, ben il 36,4% dei giocatori ha cercato di ricreare le situazioni che portavano fortuna per avere qualche speranza in più.

 Le donne credono a questa circostanza in misura inferiore agli uomini (il 30,7% contro il 41,6%).

  Ma il gioco d’azzardo è pericoloso?

 Una domanda era rivolta alla percezione di pericolosità del gioco d’azzardo. Su questo tema sorprende vedere che a differenza di alcuni anni fa, la percezione di pericolosità è piuttosto alta: la maggioranza dei giocatori ritiene che il gioco d’azzardo sia molto pericoloso (il 37.7%), un giocatore su quattro lo ritiene abbastanza pericoloso (25,4%), un ulteriore 16,3% dei giocatori lo ritiene poco pericoloso, e solo uno su cinque (20.6%) ritiene che il gioco d’azzardo non sia affatto pericoloso.

 I giocatori a rischio e i giocatori patologici

 Incrociando fra loro le risposte dei giocatori è possibile stimare quanti siano coloro che sono a rischio di dipendenza e quanti siano già in dipendenza patologica. Se dai dati presentati prima abbiamo visto che circa il 10% dei giocatori gioca molto frequentemente e passa parecchie ore alla settimana al gioco; incrociando anche il dato economico (di un’alta spesa settimanale) la presunta gravità cala a poco più del 7% dei giocatori.

 Il 92,8% dei giocatori non sembra avere difficoltà o eccessiva attrazione per il gioco, mentre il restante 7,2% della popolazione di giocatori desta parecchie preoccupazioni.

 

 Di questo 7,2% una buona parte (5,1%) dichiara di giocare diverse volte a settimana e di spendere oltre 200 euro al mese, mentre il restante 2,1% dei giocatori ha tutte le caratteristiche di una vera e propria patologia. Interessante notare che questa percentuale varia notevolmente in base al sesso: se le donne patologiche sono lo 0,9%, gli uomini sono il 3,2% dei giocatori.

 I giocatori patologici dichiarano di giocare oltre tre volte alla settimana, per più di tre ore alla settimana e di spendere ogni mese dai 600 euro in su, con i due terzi di costoro che addirittura spendono oltre 1.200 euro al mese.  Ulteriore segnale di rischio patologico è dato dalla risposta alla domanda sulla loro capacità di gioco; alla domanda “giocare più frequentemente aiuta la sua abilità nel conseguire una vincita?” il 92% di questi giocatori rispondono di si (soprattutto se giocano alle slot machine), e la gran parte di loro ritiene che alcuni rituali specifici o luoghi, o numeri fortunati, possano aumentare le possibilità di vincita: per i giocatori patologici uomini questo è ritenuto vero nel 94,7% dei casi, mentre per le donne nell’80%. 

 Anche rispetto alla domanda sul gioco nel quale i patologici spendono di più c’è una differenza di genere: nelle donne non emerge un gioco particolare (si va dalle slot, al bingo, ai gratta e vinci, al lotto, ad altri); mentre per gli uomini quasi in un caso su due il gioco nel quale si spende di più sono le slot machine (nel 45% dei casi), seguono le scommesse in agenzia (20%) e poi dietro gli altri giochi.

 La cosa interessante è che alla domanda sulla pericolosità del gioco d’azzardo, i giocatori patologici abbiano risposto in modo inverso rispetto al campione dei giocatori non problematici. Per il 47% dei giocatori patologici il gioco non rappresenta nessun pericolo, per il 29,4% rappresenta poco pericolo, uno su dieci (l’11,8%) riconosce che ci sia “abbastanza” pericolo, e solo un giocatore patologico su dieci (11,8%) vede nel gioco d’azzardo qualcosa di molto pericoloso.

 I minorenni

 Il 6,6% del campione era costituito da minorenni e questo ci ha permesso di analizzare anche la loro attitudine al gioco.

 Purtroppo, nonostante in Italia sia vietato il gioco d’azzardo a chi non ha compiuto 18 anni, ben il 75,2% dei minorenni dichiara di avere giocato nell’ultimo anno.

 Il gioco più diffuso tra i giovanissimi è il gratta e vinci (con il 30% di scelte), con il 16,9% seguono i giochi on line, poi i giochi di carte con denaro in palio (15,5%), il  superenalotto (10,6%), le slot machine e il lotto entrambi al 6,8%, infine con il 5,8% i giochi telefonici e successivamente gli altri giochi.

 

 Rispetto alla quantità di giochi d’azzardo fatti il 42,6% dei minorenni ha giocato al massimo a tre giochi nell’ultimo anno; un ulteriore 17% ha giocato ad almeno 4 giochi d’azzardo e il restante 40,4% ha giocato con almeno 5 giochi.

 Col cambiare dell’età non cambia però la motivazione al gioco: anche per i ragazzini la motivazione principale per l’azzardo è  vincere denaro (34,1%), seguono coloro che giocano per passare il tempo (30,9%), poi chi vuole sfidare la sorte (22,8%),  e infine chi gioca per misurare le proprie capacità (12,2%).

 Anche per i giovanissimi l’aver “quasi vinto” diverse volte è la cosa che, con il 37% delle scelte, più convince a considerare la vincita come “a portata di mano”; seguono come motivazioni: le notizie sulle vincite date dai mass media (17,4%), e le altre motivazioni. Solo il 16,3% vede la vincita come una possibilità molto lontana.

 Come gli adulti, anche più della metà dei ragazzini considera il gioco d’azzardo come qualcosa di pericoloso: il 35,9% abbastanza pericoloso e il 21,8% molto pericoloso; i restanti 28,2% lo considerano poco pericoloso ed è ritenuto per nulla pericoloso dal 14,1% dei minorenni. 

 Analizzando i dati di maggior rischio dei minorenni si vede che il 15,4% dei minorenni gioca d’azzardo più di tre volte alla settimana, il 25% più di tre ore alla settimana, e se incrociamo i dati dei minorenni che dichiarano di giocare a più di tre giochi, per più di tre ore, per più di tre volte alla settimana, vediamo che sono l’11% dei giovani giocatori quelli ad essere stimabili in patologici.

 Rispetto ai risultati emersi da questa ricerca è possibile fare un’ipotesi sul numero della popolazione patologica in Italia.

 In considerazione del fatto che ci sono 47.5 milioni di italiani maggiorenni e che il 71% di questi si stima avere giocato e che fra i giocatori ve ne siano il 5,1% a rischio e il 2.1% patologico… è possibile stimare che in Italia vi siano 1 milione e 720 mila giocatori a rischio e ben 708.225 giocatori adulti patologici, ai quali occorre sommare l’11% dei giocatori patologici minorenni e quelli a rischio. Il che significa che vi sono più di 800 mila dipendenti da gioco d’azzardo e quasi due milioni di giocatori a rischio.