Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Ufficio Rapporti con l'Unione Europea
Titolo: Programma quadro di ricerca e innovazione - Orizzonte 2020 - (COM(2011)808-812, 817, 822)
Serie: Documentazione per le Commissioni - Esame di atti e documenti dell'UE    Numero: 127
Data: 11/06/2012
Descrittori:
INNOVAZIONE TECNOLOGICA   PROGRAMMI E PIANI
RICERCA SCIENTIFICA E TECNOLOGICA   UNIONE EUROPEA
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Camera dei deputati

XVI LEGISLATURA

 

 

 

 

 

 

 

Documentazione per le Commissioni

esame di atti e documenti dell’unione europea

 

 

 

 

 

Programma quadro di ricerca e innovazione

Orizzonte 2020

(COM(2011)808)

(COM(2011)809)

(COM(2011)810)

(COM(2011)811)

(COM(2011)812)

(COM(2011)817)

(COM(2011)822)

 

 

 

 

n. 127

 

11 giugno 2012


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il dossier è stato curato dall’Ufficio rapporti con l’Unione europea
(' 066760.2145 - * cdrue@camera.it)

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I N D I C E

 

 

 

Scheda di lettura   1

Programma quadro di ricerca e innovazione Orizzonte 2020  3

·   Dati identificativi3

·   Finalità  5

·   Contenuti9

·   Base giuridica  28

·   Sussidiarietà e proporzionalità  28

·   Valutazione d’impatto  29

·   Esame presso le Istituzioni dell’UE   31

·   Esame presso altri Parlamenti nazionali (dati riportati nel sito IPEX)32

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

Scheda di lettura



ProgrammaquadrodiricercaeinnovazioneOrizzonte 2020

COM(2011) 808, COM(2011) 809, COM(2011) 810,

COM(2011) 811, COM(2011) 812, COM(2011) 817 

eCOM(2011) 822

Dati identificativi

Tipi di atto

-          Comunicazione della Commissione - Programma quadro di ricerca e innovazione Orizzonte 2020 (COM(2011)808)

-          Proposta di regolamento che istituisce il programma quadro di ricerca e innovazione (2014-2020) - Orizzonte 2020 (COM(2011)809)

-          Proposta di regolamento che stabilisce le regole di partecipazione e di diffusione nell’ambito del programma quadro di ricerca e di innovazione Orizzonte 2020 (2014-2020) (COM(2011)810)

-          Proposta di decisione del Consiglio che stabilisce il programma specifico recante attuazione del programma quadro di ricerca e innovazione (2014-2020) – Orizzonte 2020 (COM(2011)811)

-          Proposta di regolamento del Consiglio sul programma di ricerca e formazione della Comunità europea dell’energia atomica (2014-2018) che integra il programma quadro di ricerca e innovazione Orizzonte 2020 (COM(2011)812)

-          Proposta di regolamento che modifica il regolamento (CE) n. 294/2008 che istituisce l'Istituto europeo di innovazione e tecnologia (COM(2011)817)

-          Proposta di decisione relativa all'agenda strategica per l'innovazione dell'Istituto europeo di innovazione e tecnologia (EIT) (COM(2011)822)

Data di adozione

30 novembre 2011

Base giuridica

articoli 173, 182, 183 e 188 del TFUE

articolo 7 del trattato Euratom

 

Settori di intervento

Ricerca e innovazione

 

Esame presso le Istituzioni dell’UE

-          6 dicembre 2011, 20 febbraio e 31 maggio 2012 discussioni al Consiglio

-          23 gennaio 2012: avviato esame presso la commissione industria ricerca ed energia del Parlamento europeo

-          9 ottobre 2012: previsto esame finale in commissione

 

Assegnazione

Commissioni riunite VII (Cultura) e X (Attività produttive)

-          5 dicembre 2011 (COM(2011)808, 810, 811 e 812)

-          14 dicembre 2011 (COM(2011)817 e 822)

-          23 gennaio 2012 (COM(2011)809)

(sostituisce il documento già assegnato in data 5 dicembre 2011)

 

Termine per il controllo di sussidiarietà

 

Scaduto il

-          30 gennaio 2012 (COM(2011)808, 810, 811 e 812)

-          3 febbraio 2012 (COM(2011)817 e 822)

-          15 marzo 2012 (COM(2011)809)

 

Eventuale segnalazione da parte del Governo

-          Segnalate: (COM(2011)808, 809, 810, 812, 817)


Finalità

Il 30 novembre 2011 la Commissione europea ha presentato un pacchetto di proposte relative all’istituzione di un nuovo strumento di finanziamento per la ricerca e l'innovazione nell’UE (programma Orizzonte 2020) destinato a sostenere la ricerca e l'innovazione unificando i finanziamenti attualmente erogati dall’UE in ambiti diversi.

“Orizzonte 2020” intende riunire e rafforzare le attività attualmente finanziate nell'ambito del quadro finanziario 2007-2013 attraverso:

-        il settimo Programma Quadro per la Ricerca e lo Sviluppo Tecnologico (7° PQR) (50,5 miliardi di euro);

-        il programma per la Competitività e l'Innovazione (CIP) (3,6 miliardi di euro)[1];

-        i finanziamenti per l'Istituto Europeo di Innovazione e Tecnologia (IET) (309 milioni erogati dal 2008 a oggi).

Elaborato sulla base di un’ampia consultazione delle parti interessate[2], “Orizzonte 2020”  intende in particolare:

·      affrontare le principali sfide per la società identificate dall'iniziativa Europa 2020 e dalle relative iniziative faro;

·      contribuire a creare una leadership industriale in Europa;

·      aumentare i vantaggi per la base scientifica.

Il pacchetto di misure proposte, illustrate in una comunicazione[3] della Commissione, comprende:

·      una proposta di regolamento[4] relativa all’istituzione di un nuovo strumento di finanziamento per la ricerca e l'innovazione Orizzonte 2020;

·      una proposta di regolamento[5] che ne stabilisce le regole di partecipazione;

·      una proposta di decisione[6] che stabilisce il programma specifico d’esecuzione del programma quadro Orizzonte 2020 determinandone gli obiettivi specifici e le regole per la loro attuazione, la durata e i mezzi ritenuti necessari.

Il pacchetto comprende anche:

·      una proposta di regolamento[7] relativa alla ricerca nel settore nucleare per le parti di "Orizzonte 2020" corrispondenti al trattato Euratom.

Nel contesto di “Orizzonte 2020”, la Commissione propone inoltre misure intese a potenziare le attività dell'Istituto Europeo di Innovazione e Tecnologia (IET):

·      una proposta di regolamento[8] che prevede un contributo finanziario all’IET;

·      una proposta di decisione[9] sull’agenda strategica per l'innovazione dell'IET.

Ai sensi dell’articolo 6, COM(2011)809, la dotazione finanziaria per l’attuazione di “Orizzonte 2020” ammonta a circa 87 miliardi di euro per il periodo 2014-2020[10].

Al riguardo, si può evidenziare che tale importo include i costi di natura amministrativa ed è espresso a prezzi correnti (facendo supporre che lo stesso incorpori pure l’inflazione stimata nel periodo 2014-2020). Sarebbe opportuno acquisire dal Governo ulteriori e puntuali elementi di inofrmazione in ordine all’ammontare effettivo a prezzi costanti delle risorse stanziate nonché all’adeguatezza di tale dotazione alla luce degli obiettivi proposti, con particolare riferimento alla situazione dell’Italia.

Elementi di contesto

“Orizzonte 2020” nel contesto della strategia Europa 2020

L’insieme di proposte della Commissione persegue gli obiettivi stabiliti dalla strategia per la crescita e l’occupazione “Europa 2020”[11], che attribuisce alla ricerca e all'innovazione un ruolo fondamentale nel conseguimento degli obiettivi di crescita intelligente, sostenibile e inclusiva (per cui il pacchetto di proposte relative al quadro finanziario pluriennale dell’UE e al sistema delle risorse proprie per il 2014-2020 prevede stanziamenti per 490,9 miliardi di euro, con un incremento dell’11% rispetto al precedente, a fronte di un aumento degli stanziamenti del 2%). Tra gli obiettivi principali della strategia figura l’incremento della spesa per ricerca e sviluppo (R&S) al 3% del PIL entro il 2020. 

“Orizzonte 2020”  è stato elaborato in piena conformità con la comunicazione "Un Budget per Europa 2020"[12] contenuta nel medesimo pacchetto, con la quale la Commissione europea già proponeva di affrontare con un unico quadro strategico comune il finanziamento di tutti i settori concernenti la ricerca e l'innovazione.

Una delle sette iniziative faro di Europa 2020 "L'Unione dell'innovazione"[13] prevede specificatamente un insieme completo di azioni volte a potenziare le prestazioni in materia di ricerca e innovazione.

La proposta risulta centrale anche ai fini della realizzazione e del pieno funzionamento dello Spazio europeo della ricerca (SER).

Le performance innovative degli Stati membri e la posizione dell’Italia

Il 7 febbraio 2012 la Commissione europea ha presentato il Quadro valutativo dell'Unione dell'innovazione relativo al 2011 inteso a misurare le prestazioni degli Stati membri in materia di innovazione. Pur rilevando un generale miglioramento di dette prestazioni, la Commissione non lo considera sufficiente a ridurre il divario con i paesi leader a livello globale (Stati Uniti, Giappone e Corea del Sud), che risulta particolarmente marcato soprattutto nel settore privato. Tuttavia, l'UE risulta ancora in vantaggio rispetto alle economie emergenti (Cina, Brasile, India, Russia e Sud Africa). All'interno dell'UE, la Svezia conferma la sua posizione in cima alla classifica generale, seguita da vicino da Danimarca, Germania e Finlandia.

Figura 1: Spesa interna lorda (% del PIL) in R&S, 2000-2010
- Fonte: Eurostat
(t2020_20), OECD.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Figura 2 : Risultati dell'innovazione degli Stati membri dell'UE

Fonte: Commissione europea, DG Impresa e DG Ricerca e Innovazione, Innovation Union Scoreboard 2011 N.B.: La media delle prestazioni è misurata impiegando un indicatore composito basato sui dati di 24 indicatori che va dalle prestazioni minime possibili pari a 0 alle prestazioni massime possibili pari a 1. La media delle prestazioni del 2011 riflette quella del 2009/2010 a causa del ritardo nella disponibilità dei dati.

L'Italia sale al 15° posto - scavalcando il Portogallo - pur rimanendo nel gruppo degli “innovatori moderati” con una prestazione al di sotto della media UE. L’analisi considera un punto di forza le risorse umane e l’attività intellettuale svolta nel nostro paese, al quale tuttavia si affiancano fattori di relativa debolezza, quali una certa inerzia nel modernizzare il sistema della ricerca pubblica e la difficoltà di realizzare crescita e innovazione nel sistema industriale, in particolare nei settori a più elevato contenuto di tecnologia.

In particolare, la Commissione ritiene che nel corso dell'ultimo decennio, l'economia italiana si sia orientata verso attività a bassa intensità di ricerca con una conseguente riduzione dell’intensità della spesa per ricerca e sviluppo (R&S) che è comunque aumentata moderatamente, raggiungendo l’1,26% del PIL nel 2009, con contributi provenienti in pari misura dal settore pubblico e privato.

Nonostante l'aumento dell’intensità della R&S nei settori esistenti, la Commissione ritiene che complessivamente i livelli di investimento in ricerca e sviluppo nel nostro paese restino al di sotto di quelli dei principali concorrenti industriali, indicando una tendenza verso la specializzazione in prodotti a più basso contenuto di tecnologia. Secondo le valutazioni della Commissione, il livello relativamente basso di investimenti del settore privato nella R&S e dell'innovazione è in gran parte dovuto alla struttura dell'economia italiana, caratterizzata da un numero elevato di PMI  e micro imprese (in particolare nei settori tradizionali), così come da significative differenze a livello regionale.

La Commissione ritiene che l’Italia possa trarre vantaggio da un migliore coordinamento delle attività R&S a livello nazionale e da un migliore collegamento con le parti interessate, nonché attraverso misure che possano favorire la ricerca industriale. Infine, la Commissione sostiene che le performance innovative dell’Italia potrebbero aumentare migliorando le prestazioni del sistema di istruzione superiore, e fornendo migliori risposte alla richiesta di competenze da parte dell'economia.

Nel 2009 la spesa per Ricerca e Sviluppo in Italia è stata complessivamente di 19,2 miliardi di euro, pari al 1,26% del PIL a fronte di un obiettivo per il 2020 dell’1,53%,indicato dal Governo nell’aprile del 2012 nel Programma Nazionale di Riforma. Tuttavia lo stesso PNR 2012 fa riferimento alla possibilità per l’Italia di “rivedere tale ultimo obiettivo in occasione della revisione di medio termine della strategia Europa 2020, qualora le riforme producano i risultati auspicati sulla propensione a investire delle imprese e, dunque, sulle spese di ricerca e sviluppo del settore privato.

Sarebbe opportuno conoscere dal Governo quali forme di monitoraggio saranno attivate e quali indicatori saranno o potranno essere considerati in ordine alla possibilità di una revisione dell’obiettivo per il 2020.

Contenuti

Priorità di “Orizzonte 2020”

La proposta di regolamento che istituisce il programma quadro di ricerca e innovazione Orizzonte 2020 (COM(2011)809) stabilisce il quadro giuridico che disciplina il sostegno finanziario dell’UE per la ricerca, lo sviluppo e l'innovazione nell’ambito delle prospettive finanziarie dell’Unione europea per il periodo 2014–2020, definendo come obiettivo generale la promozione dell’innovazione attraverso un approccio ampio, dunque non limitato a nuovi prodotti, ma che copra anche processi, sistemi e altri approcci. Il programma pertanto intende sostenere l’innovazione dalla ricerca all'adozione commerciale (anche da parte del settore pubblico), facendo maggiore attenzione ad attività ad essa connesse, quali progetti di dimostrazione della fattibilità, pilotaggio, fissazione di norme tecniche, appalti precommerciali, sostegno allo svolgimento di gare d'appalto e rafforzamento dei finanziamenti con capitale di prestito o di rischio, e promuovendo un uso migliore del potenziale delle infrastrutture di ricerca.

In tale contesto, la proposta (COM(2011)809) fissa l’articolazione del programma Orizzonte 2020 sulla base di tre priorità reciprocamente interconnesse (art. 5), suggerendo la seguente ripartizione del bilancio (prezzi correnti come da Allegato II):

 

 

 

Eccellenza scientifica: generare una scienza di alto livello finalizzata a rafforzare l'eccellenza scientifica dell'UE a livello internazionale

27,8 miliardi di euro

Leadership industriale: sostenere l'attività economica, comprese le PMI

20,3 miliardi di euro

Sfide per la società: innovare per affrontare le sfide sociali, rispondendo direttamente alle priorità identificate nella strategia Europa 2020, per mezzo di attività ausiliari che coprono l'intero spettro delle iniziative, dalla ricerca al mercato

35,9 miliardi di euro

Parte dei finanziamenti è in particolare destinata (art. 6) a due organismi già costituiti nell’ambito del 7° Programma quadro e che contribuiranno all’obiettivo generale e alle priorità di “Orizzonte 2020”:

 

Istituto europeo di innovazione e tecnologia (IET)

1,5 miliardi di euro (+ 1,6 miliardi[14])

Azioni dirette non nucleari del Centro comune di ricerca (CCR)

2,2 miliardi di euro

La proposta di regolamento istitutiva del programma quadro definisce anche gliobiettivi specifici[15]per ciascuna priorità, e la relativa dotazione finanziaria[16]. Essa prevede altresì un adeguato coordinamento tra tutti gli obiettivi specifici del programma; in particolare, saranno promosse azioni trasversali tra la priorità "Eccellenza scientifica", le sfide della società e le tecnologie industriali e abilitanti per lo sviluppo congiunto di conoscenze nuove, tecnologie eccezionali emergenti e future, infrastrutture di ricerca e competenze chiave.

Priorità 1: Eccellenza scientifica

Le proposte contenute in tale sezione sono intese a rafforzare e ampliare l'eccellenza della base di conoscenze scientifiche dell'Unione, e a consolidare lo Spazio europeo della ricerca al fine di consentire al sistema unionale di ricerca e innovazione di essere più competitivo su scala mondiale, ad esempio, rendendo possibile attrarre, formare e trattenere i ricercatori talentuosi e assicurando l’accesso dei ricercatori alle migliori infrastrutture. Essa si articola in quattro obiettivi specifici:

 

Consiglio europeo della ricerca (CER)

finanziare la ricerca di frontiera in base al solo criteri dell’eccellenza. Il CER sostiene in ogni settori i ricercatori più talentuosi e le migliori équipe transnazionali in concorrenza a livello unionale

15 miliardi di euro (+77%)

Tecnologie future ed emergenti (TEF)

sostenere la ricerca scientifica collaborativa e interdisciplinare sulla base di idee radicalmente nuove, ad alto rischio, accelerando lo sviluppo dei settori scientifici e tecnologici emergenti più promettenti, nonché la strutturazione su scala unionale delle corrispondenti comunità scientifiche, per ampliare la capacità europea di produrre innovazioni d'avanguardia e rivoluzionarie

3,5 miliardi di euro

"Azioni Marie Curie" (formazione, mobilità e sviluppo di capacità: oltre 50.000 ricercatori sostenuti dal 1996)

fornire un'eccellente e innovativa formazione nella ricerca, nonché una carriera interessante e opportunità di scambio di conoscenze grazie alla mobilità transfrontaliera e intersettoriale dei ricercatori

6,5miliardi di euro (+21%)

 

 

Infrastrutture di ricerca (comprese le infrastrutture elettroniche in rete)

sviluppare le infrastrutture europee di ricerca per il 2020 e oltre, integrando in tal modo la corrispondente politica unionale e la cooperazione internazionale

2,8 miliardi di euro

Ai sensi dell’art.6 (COM(2011)811), la Commissione istituisce il Consiglio europeo della ricerca (CER), che succede a quello istituito nell’ambito del programma specifico “Idee” del Settimo programma quadro di ricerca[17], garantendo continuità alle azioni precedentemente intraprese dallo stesso[18]. Il CER opera in conformità ai principi di eccellenza scientifica, autonomia, efficienza, efficacia, trasparenza e responsabilità.

Il CER si compone di un consiglio scientifico indipendente (art.7) di chiara fama, dotato delle competenze necessarie ad assicurare la diversità delle aree di ricerca, e di una struttura esecutiva specifica, con sede a Bruxelles, responsabile della gestione amministrativa e dell'esecuzione del programma (art.8). Il presidente del CER è selezionato da un apposito comitato di ricerca tra i ricercatori più esperti e riconosciuti a livello internazionale, e nominato dalla Commissione previa approvazione del consiglio scientifico.

Tanto le attività concepite dal basso verso l'alto - quali il CER, le tecnologie emergenti e future, le azioni Marie Curie e lo strumento specifico per le PMI (vedi infra) – quanto le stesse descrizioni tematiche degli inviti a presentare proposte, daranno ampio spazio ai candidati per proporre soluzioni innovative di loro scelta.

Priorità 2: Leadership industriale

In tale sezione la proposta della Commissione è intesa ad accelerare lo sviluppo delle tecnologie e delle innovazioni a sostegno delle imprese rafforzando l’innovazione attraverso investimenti strategici nelle tecnologie chiave sia nei settori maturi sia in quelli emergenti. Inoltre, la proposta mira ad attrarre maggiori investimenti privati in ricerca e innovazione al fine di aiutare le PMI europee innovative a diventare competitive sul piano internazionale. La proposta è articolata intorno a tre obiettivi specifici.

 

Leadership nelle tecnologie abilitanti e industriali: ricerca, sviluppo, dimostrazione e innovazione nei settori tecnologici

sostegno a:

-        tecnologie dell'informazione e della comunicazione (TIC);

-        nanotecnologie;

-        materiali avanzati;

-        biotecnologie;

-        fabbricazione e trasformazione avanzate;

-        tecnologia spaziale

Saranno sostenute attività volte a combinare e far convergere diverse tecnologie abilitanti, in particolare progetti dimostrativi e pilota su vasta scala

15,6 miliardi di euro

(di cui 0,5 per l’IET)

 

Accesso al capitale di rischio

facilitazione dello sfruttamento degli strumenti finanziari del settore privato atti a potenziare il settore ricerca e sviluppo (R&S), e sostenere  le imprese e i progetti innovativi in tutte le fasi di sviluppo

4 miliardi di euro. Sviluppo di un capitale di rischio di livello unionale

Innovazione nelle PMI

promozione di ogni forma di innovazione delle PMI; specificatamente di quelle vocate all’internazionalizzazione

700 milioni di euro

La proposta di decisione relativa al programma specifico di attuazione (COM(2011)811) precisa che "Orizzonte 2020" intende facilitare alle imprese e ad altri tipi di organizzazioni l’accesso a prestiti, garanzie e capitali propri mediante due strumenti finanziari, fondamentali per l'obiettivo specifico "accesso al capitale di rischio", ma utilizzabili - se del caso - anche in tutti gli altri obiettivi del programma:

·      il dispositivo di concessione dei debiti (Debt facility), inteso a fornire: prestiti a singoli beneficiari per investimenti nel campo della ricerca e dell'innovazione; garanzie a intermediari finanziari che effettuano prestiti a beneficiari; combinazioni di prestiti e garanzie, e garanzie o controgaranzie per meccanismi nazionali e regionali di finanziamento del debito.

·      il dispositivo di concessione di equity (Equity facility) che fornirà capitale di rischio e/o capitale mezzanino a singole imprese in fase di avviamento. 

Priorità 3: Sfide per la società

La presente sezione è funzionale ad affrontare direttamente le priorità politiche e le sfide sociali identificate nella strategia Europa 2020. L’intento della proposta è quello di creare una massa critica di risorse e di conoscenze intersettoriali necessari a conseguire gli obiettivi politici dell'Unione.

Pur essendo la ricerca nel campo delle scienze sociali e umane considerata un elemento fondamentale per affrontare le “sfide per la società”, essa tuttavia sarà pienamente integrata in tutti gli obiettivi generali di “Orizzonte 2020”, offrendo in questo modo numerose opportunità per sostenere questo tipo di ricerca attraverso il CER, le azioni "Marie Curie" o l'obiettivo specifico "Infrastrutture di ricerca".

Il finanziamento è incentrato sui seguenti obiettivi specifici:

 

Salute, cambiamento demografico, benessere

migliorare la salute e il benessere lungo l'intero arco della vita di tutti

9 miliardi di euro (di cui 0,3 per l’IET)

Sicurezza alimentare, agricoltura sostenibile, ricerca marina e marittima nonché bioeconomia

garantire l’approvvigionamento di prodotti alimentari sicuri e di elevata qualità e altri bioprodotti, sviluppando sistemi di produzione primaria produttivi ed efficienti sul piano delle risorse, promuovendo i servizi ecosistemici correlati, congiuntamente a catene di approvvigionamento competitive e a basse emissioni di carbonio. Preparare la transizione verso una bioeconomia europea sostenibile

4,7 miliardi di euro (di cui 0,15 per l’IET)

Energia sicura, pulita ed efficiente

realizzare la transizione verso un sistema energetico affidabile, sostenibile e competitivo, rispondendo alla crescente penuria di risorse, all’incremento del fabbisogno energetico nonché ai cambiamenti climatici.

6,5 miliardi di euro (di cui 0,2 per l’IET) + 1,8 miliardi di dotazione finanziaria per attuare il trattato Euratom 201418 (vedi infra)

Trasporti intelligenti, verdi e integrati

realizzare un sistema di trasporto europeo efficiente sotto il profilo delle risorse, rispettoso dell'ambiente, sicuro e regolare a vantaggio dei cittadini, dell'economia e della società.

7,7 miliardi di euro (di cui 0,25 per l’IET)

Azione per il clima, efficienza delle risorse e materie prime

garantire un'economia efficiente sotto il profilo delle risorse, in grado di reagire ai cambiamenti climatici e un approvvigionamento sostenibile di materie prime, rispondendo alle esigenze di crescita demografica mondiale entro i limiti sostenibili delle risorse naturali del pianeta (contenere il riscaldamento globale medio entro i 2°C, consentendo l’adattamento al cambiamento climatico)

3,5 miliardi di euro (0,1 per l’IET). I finanziamenti specifici dell'azione per il clima e l'efficienza nella gestione delle risorse saranno integrati dagli altri obiettivi specifici, affinché almeno il 60% della dotazione totale del programma si leghi allo sviluppo sostenibile, obiettivo generale di “Orizzonte 2020”. Il 35% circa dovrà essere costituito da spese connesse al clima

Società inclusive, innovative e sicure

promuovere società europee inclusive, innovative e sicure in un contesto di trasformazioni senza precedenti e di interdipendenze mondiali crescenti. Questo ambito comprende anche misure specifiche per sbloccare l'eccellenza nelle regioni meno sviluppate dell'Unione

4,3 miliardi di euro (0,1 per l’IET). Viene qui computato il sostegno trasversale alla cooperazione internazionale, parte integrante di ciascuna attività inerente sfide di natura globale. L'obiettivo specifico sostiene inoltre la ricerca nel settore delle scienze sociali e umane su questioni di natura orizzontale (crescita intelligente e sostenibile, innovazione nel settore pubblico e ruolo mondiale dell'Europa innovazione e trasformazioni sociali)

Centro comune di ricerca

Il Centro comune di ricerca (CCR) è una direzione generale della Commissione Europea, con sede a Bruxelles: esso si articola attraverso sette istituti di ricerca collocati in cinque Stati membri, tra cui l’Italia (Ispra). I principali settori di competenza del CCR sono: l'energia, i trasporti, l'ambiente e i cambiamenti climatici, l'agricoltura e la sicurezza alimentare, la salute e la tutela dei consumatori, le tecnologie dell'informazione e della comunicazione, i materiali di riferimento e la sicurezza (compresa quella nucleare nell’ambito del programma Euratom).

La proposta istitutiva del programma quadro ribadisce il ruolo del CCR come referente tecnico-scientifico per le priorità strategiche e politiche dell'Unione (art.5), precisandone il contributo all'obiettivo generale e alle priorità di “Orizzonte 2020” (parte IV dell'allegato I). La Commissione sostiene quindi la necessità di rafforzarne notevolmente i settori di competenza nonché le capacità di:

-     anticipazione e previsione: intelligence strategica proattiva sulle tendenze e gli eventi che si verificano nella scienza, nella tecnologia e nella società e sulle loro possibili implicazioni per le politiche pubbliche;

-     economiche: per un servizio integrato comprendente sia aspetti tecnico-scientifici sia macroeconomici;

-     di modellizzazione: incentrate sulla sostenibilità e l'economia, rendono la Commissione meno dipendente dai fornitori esterni per le analisi di scenario fondamentali;

-     analisi politica: consentire l'esplorazione intersettoriale delle opzioni politiche;

-     valutazione d'impatto: produzione di prove scientifiche a sostengo delle opzioni politiche.

A tal fine, il CCR rafforzerà la collaborazione con partner europei e internazionali, tra l'altro mediante la partecipazione alle azioni indirette. Esso effettuerà inoltre, su base selettiva, ricerca esplorativa e sviluppo di competenze nei settori emergenti e di rilievo per i processi politici.

Istituto europeo di innovazione e tecnologia (IET) e Comunità della conoscenza e dell’innovazione (CCI)

Istituito nel 2008[19] con l’obiettivo di integrare il “triangolo della conoscenza” composto da istruzione, ricerca e innovazione, l'Istituto europeo di innovazione e tecnologia contribuisce all'obiettivo generale di “Orizzonte 2020” nonché alle sue priorità suesposte, costituendone pertanto parte integrante. La proposta di regolamento istitutivo del programma quadro definisce l’entità dei finanziamenti da destinare all’IET, deferendo ad un’apposita proposta di regolamento (COM(2011)817) le modifiche regolamentari necessarie ad adattarne il funzionamento alle esigenze del nuovo programma. In particolare, esso avrà un ruolo di rilievo nell’avvicinare tra loro istituti di eccellenza nell’istruzione superiore, centri di ricerca e imprese per creare gli imprenditori di domani e assicurare che il triangolo della conoscenza europeo sia concorrenziale su scala mondiale.

La Commissione ha deciso di aumentare sensibilmente il sostegno all’IET con una proposta di bilancio pari a 3,2 miliardi di euro nel periodo 2014-2020[20]. La proposta di regolamento istitutiva del programma quadro Orizzonte 2020 destinainfatti all'IET un primo stanziamento di 1 542 milioni di euro per gli sviluppi delle attuali comunità della conoscenza e dell'innovazione (CCI) e il capitale di avviamento per il varo della seconda fase relativa a tre nuove CCI. Un secondo stanziamento supplementare, pari a non oltre 1 652 milioni di euro, sarebbe reso disponibile per gli sviluppi in corso delle CCI già varate e per l’avviamento della terza fase relativa a tre nuove CCI, subordinatamente al completamento di un riesame dell'IET entro il 2017 da parte della Commissione, assistita da esperti indipendenti (articolo 26, paragrafo 1). L’erogazione di tale secondo importo rispetterebbe le proporzioni già indicate per l'obiettivo specifico "Leadership nelle tecnologie abilitanti e industriali” e per le “Sfide per la società” (come stabilito all'allegato II, COM(2011) 809).

Al fine di garantire un quadro coerente nell'ambito del programma quadro di ricerca e innovazione Orizzonte 2020, la proposta di regolamento COM(2011) 817 stabilisce che all’EIT saranno applicate le medesime regole per la partecipazione e per la diffusione fissate dal regolamento oggetto della proposta COM(2011) 810.

Si ricorda che l’IET si basa sul concetto pionieristico dei centri di partenariato transfrontalieri privati-pubblici, noti come Comunità della conoscenza e dell’innovazione(CCI): il 93% circa del bilancio totale dell’EIT sarà di erogazione alle CCI, per un ammontare pari a 3 milardi di euro. L’IET attua altresì misure di diffusione e condivisione delle esperienze al di fuori delle CCI, promuovendo in tal modo una più rapida diffusione dei modelli innovativi nell'Unione.

Una specifica proposta contenuta nel pacchetto di Orizzonte 2020 delinea l’agenda strategica per l'innovazione dell'EIT (COM(2011)822), giustificando il sensibile incremento della dotazione di bilancio dell’EIT (rispetto ai 309 milioni erogati dal 2008) alla luce della scelta di creare sei nuove Comunità della conoscenza[21] che andranno ad aggiungersi alle tre già esistenti: CCI InnoEnergy (energia sostenibile); CCI Clima (cambiamenti climatici); EIT/ICT Labs (società dell’informazione e della comunicazione). Il finanziamento dell'EIT alle CCI riguarderà le attività a valore aggiunto, laddove le CCI o i loro partner potranno pure ricorrere ad altri meccanismi previsti da “Orizzonte 2020” o da programmi unionali, su un piano di parità rispetto ad altre domande. La proposta di modifica al regolamento istitutivo dell’IET (COM(2011)817) prevede che Il contributo dell'IET possa coprire fino al 100% dei costi ammissibili totali delle attività a valore aggiunto delle CCI (art. 7ter).

A tale proposito, risulterebbe opportuno acquisire dal Governo indicazioni circa l’individuazione delle modalità adeguate affinché l’Italia - ad oggi sostanzialmente marginale dal panorama delle CCI -  trovi un giusto riconoscimento dei propri livelli di eccellenza nella costituzione delle stesse.

Principi generali

Principi etici e parità di genere

L’articolo 16 COM(2011)809) prescrive che tutte le attività di ricerca e di innovazione condotte nell'ambito di “Orizzonte 2020” rispettino i principi etici e la pertinente legislazione nazionale, unionale e internazionale. Non saranno quindi finanziate attività di ricerca finalizzate alla clonazione umana a fini riproduttivi, attività di ricerca volte a modificare il patrimonio genetico degli esseri umani suscettibili di rendere ereditabili tali modifiche, attività di ricerca volte a creare embrioni umani soltanto a fini di ricerca o per l'approvvigionamento di cellule staminali. La Commissione europea non richiede esplicitamente l'uso di cellule staminali embrionali umane, adulte o embrionali, e qualsiasi ricerca su di esse può essere finanziata, in funzione sia dei contenuti della proposta scientifica, sia del contesto giuridico esistente negli Stati membri interessati[22].

“Orizzonte 2020” garantisce l'efficace promozione della parità di genere e l’integrazione di una dimensione di genere nella programmazione e nei contenuti della ricerca e dell'innovazione (art. 15 COM(2011)809). L'uguaglianza di genere sarà promossa in modo trasversale nei settori R&S, puntando in particolare a risolvere le cause dello squilibrio fra i generi.

Settori d’intervento specifici

Piccole e medie imprese

Le proposte della Commissione intendono garantire un’intensa partecipazione delle PMI (anche microimprese) a “Orizzonte 2020”, riconoscendo il loro potenziale innovativo e di immissione nel mercato di scoperte tecnologiche rivoluzionarie e innovazioni nei servizi[23]. Tanto la semplificazione delle regole di partecipazione al programma quanto l'allestimento di uno sportello unico dedicato, mirano a favorire piccole e medie imprese, che spesso non dispongono delle risorse per far fronte a elevati oneri amministrativi.

Le azioni dedicate alle PMI nell'ambito della priorità "Sfide per la società" e dell'obiettivo "Leadership nelle tecnologie abilitanti e industriali fondamentali" ammontano a circa il 15% del loro stanziamento: tali azioni, da un lato intendono consolidare un sostegno prima disperso fra diversi programmi in un insieme coeso di strumenti specificamente mirato a tutte le PMI dall’elevato potenziale innovativo, dall’altro saranno attuate in modo coerente nonché adeguato alle esigenze delle PMI quali delineate nell'obiettivo specifico "Innovazione nelle PMI"[24]. La Commissione intende quindi destinare alle PMI circa 8,6 miliardi di euro in forza del loro ruolo cruciale nell’innovazione.

Azioni specifiche per le PMI:

- l’obiettivo specifico "Innovazione nelle PMI" delinea la creazione di un nuovo strumento ispirato al modello statunitense dello SBIR[25], che consentirà alle PMI di presentare le loro idee - siano esse innovazioni di alta tecnologia o di ordine sociale nel campo dei servizi - senza la necessità di portare con sé altri partner. Il sostegno finanziario sarà fornito in fasi diverse: una fase di fattibilità, una sovvenzione principale atta a intraprendere il progetto, mantenendo la proprietà dei DPI e affidando compiti a soggetti esterni ove necessario, un sostegno successivo indiretto mediante servizi quali aiuti per l’accesso ai capitali di rischio, sostegno all'innovazione o in materia di appalti pubblici.

- "Innovazione nelle PMI" comprende un'attività specifica per le PMI ad alta intensità di ricerca, che sosterrà la prossima fase del programma Eurostars[26]. Tale attività sarà accompagnata da misure quali il collegamento in rete e l'intermediazione, per consentire l’introduzione di novità tecnologiche nelle attività delle PMI attraverso contatti con ricercatori e innovatori in tutta Europa.

- l’indirizzo a favore delle PMI nell’"Accesso ai finanziamenti con capitale di rischio" sarà rafforzato attraverso intermediari finanziari a livello nazionale e regionale deputati alla Debt Facility (dispositivo per la concessione di crediti). Tanto questa componente quanto La Equity Facility saranno attuati in sinergia con la Debt Facility e la Equity Facility nell'ambito del Programma per la competitività delle imprese e le PMI.

Valutazione

Le valutazioni sono programmate in maniera sufficientemente tempestiva per partecipare al processo decisionale: entro la fine del 2017 e tenuto conto della valutazione ex post del Settimo programma quadro da completarsi entro la fine del 2015, la Commissione esegue - con l'assistenza di esperti indipendenti - una valutazione intermedia di “Orizzonte 2020”, del suo programma specifico, compresi il CER e le attività dell'IET, in merito agli esiti degli obiettivi di “Orizzonte 2020” e la continua pertinenza di tutte le misure, il loro contributo alle priorità dell'Unione, l'efficienza nell'uso delle risorse, il margine per un'ulteriore semplificazione nonché il valore aggiunto unionale. Tale valutazione prende in oltre in considerazione gli aspetti connessi con i partecipanti di tutte le regioni, le PMI e l'equilibrio di genere. Entro la fine del 2023 la Commissione esegue una valutazione ex post di “Orizzonte 2020” (Art. 26 del COM(2011)809).

Gli indicatori di efficienza per gli obiettivi generali[27], per l'IET nonché per gli obiettivi specifici sono stabiliti nell'allegato I della proposta di regolamento COM(2011)809. Gli indicatori di prestazione sono riportati nell’allegato II, COM(2011)811.

Attuazione

La proposta di decisione (COM(2011)811) definisce il programma specifico di attuazione del programma quadro, determinandone la durata, gli obiettivi e i mezzi necessari; tale programma specifico fissa inoltre le regole di attuazione e le grandi linee delle attività specifiche delle quattro parti in cui si articola (le tre priorità, cui si aggiungono le azioni dirette non nucleari del CCR; cfr. art.2).

La proposta presenta (allegato I) le grandi linee dei singoli obiettivi specifici e delle attività. Per ciò che riguarda le “sfide della società” e le tecnologie abilitanti e industriali, le proposte prestano particolare attenzione alle attività di sostegno vicine agli utilizzatori finali e al mercato, come le attività di dimostrazione, sperimentazione o di verifica teorica (proof-of-concept). Ciò comprenderà anche, se del caso, attività a sostegno dell'innovazione sociale e delle strategie sul fronte della domanda, come la prestandardizzazione o gli appalti precommerciali, gli appalti per soluzioni innovative, la normalizzazione e altre misure incentrate sugli utilizzatori per contribuire ad accelerare l'introduzione e la diffusione di prodotti e servizi innovativi sul mercato. Inoltre, per ciascuna delle sfide e delle tecnologie, sarà lasciato un margine sufficiente agli approcci "dal basso verso l'alto" e a meccanismi aperti, semplici e rapidi per offrire ai ricercatori, agli imprenditori e alle imprese migliori in Europa la possibilità di proporre soluzioni rivoluzionarie di loro scelta.

Le implicazioni in termini di bilancio e di risorse umane e amministrative sono precisate nella scheda finanziaria legislativa allegata alla proposta relativa al programma di esecuzione (COM(2011)811): alle spese amministrative della Commissione è destinato un massimo di 6% degli importi sopra indicati (art. 4). La Commissione può inoltre ricorrere alle agenzie esecutive esistenti per l'attuazione di "Orizzonte 2020". La dotazione finanziaria di “Orizzonte 2020” può coprire spese relative ad attività di preparazione, monitoraggio, controllo, verifica e valutazione necessarie per la gestione del programma e il conseguimento dei suoi obiettivi.

Regole di partecipazione e di diffusione

La Proposta di regolamento (COM(2011)810) stabilisce le regole di partecipazione e di diffusione nell’ambito di “Orizzonte 2020”. In tale contesto (art. 14), le proposte pervenute saranno valutate e selezionate sulla base dei criteri di (i) eccellenza, (ii) impatto sul perseguimento della strategia Europa 2020 e (iii) qualità ed efficienza dell’attuazione[28].Qualora si sostenga un'azione indiretta di ampio rilievo per diverse priorità od obiettivi specifici, lo stanziamento per tale azione è composto dagli importi rispettivamente assegnati a ciascuna priorità o specifico obiettivo in questione.

A un’azione di “Orizzonte 2020” devono partecipare almeno tre soggetti giuridici indipendenti l’uno dall’altro, ciascuno dei quali deve essere stabilito in uno distinto Stato membro o un paese associato[29].

“Orizzonte 2020” può trovare attuazione sia per mezzo di partenariati pubblico-privato (a norma dell’articolo 19 (COM(2011)809), nei quali tutti i partner interessati si impegnano a sostenere lo sviluppo e l'attuazione di attività di ricerca e innovazione di importanza strategica per la competitività dell'Unione e la leadership industriale o per affrontare specifiche sfide sociali), sia di partenariati pubblico-pubblico (a norma dell’articolo 20 (COM(2011)809), qualora nell'Unione siano attuate congiuntamente azioni a livello regionale, nazionale o internazionale).

Particolare attenzione è attribuita alle iniziative di programmazione congiunta fra Stati membri.

Sono definiti criteri precisi per la costituzione di suddetti strumenti: i partenariati pubblico-privato possono basarsi su un accordo contrattuale tra operatori pubblici e privati e possono essere, in alcuni casi, partenariati pubblico-privato istituzionalizzati (come le iniziative tecnologiche congiunte e altre imprese comuni).

I partenariati pubblico-pubblico e pubblico-privato esistenti possono beneficiare dei finanziamenti di “Orizzonte 2020”, purché mirino ad obiettivi previsti da tale programma, ne soddisfino i criteri e abbiano dimostrato di compiere progressi significativi nell'ambito del Settimo programma quadro di ricerca, sviluppo tecnologico e dimostrazione (7° PQ)[30].

Come ricordato, nell'ambito di “Orizzonte 2020” si potranno varare partenariati pubblico-pubblico e pubblico-privato, a condizione che soddisfino i criteri stabiliti; ad esempio, si potrà trattare di partenariati in materia di TIC, nei settori della fotonica e della robotica, di industrie di trasformazione sostenibili, di bioindustrie, di tecnologie della sicurezza per la sorveglianza delle frontiere marittime. È possibile infine continuare ad avvalersi dei partenariati pubblico-privato sotto forma di iniziative tecnologiche congiunte[31].

Le attività di comunicazione e diffusione costituiscono parte integrante di tutte le azioni sostenute da “Orizzonte 2020”[32]: un importante valore aggiunto della ricerca e dell'innovazione finanziate a livello unionale è infatti la possibilità di diffondere e comunicare i risultati su scala continentale per aumentarne l'incidenza.

Le regole in materia di proprietà intellettuale, di valorizzazione e di diffusione sono state modellate sulle disposizioni ampiamente riconosciute del Settimo programma quadro con ulteriori miglioramenti e chiarimenti. “Orizzonte 2020” prevede pertanto, nell'ambito di tutti i suoi obiettivi specifici, un apposito aiuto alle azioni di diffusione, di comunicazione e di dialogo, con un forte accento sulla comunicazione dei risultati agli utilizzatori finali, i cittadini, le organizzazioni della società civile, l'industria e i responsabili politici[33]. Particolare enfasi è stata posta sul libero accesso alle pubblicazioni di ricerca; si offre anche la possibilità, in via sperimentale, di accedere liberamente ad altri risultati. Sono stati previsti diritti di accesso per l’Unione europea e, nel settore della ricerca in materia di sicurezza, anche per gli Stati membri.

Facendo propri gli auspici della comunicazione sulla semplificazione[34], le raccomandazioni del Parlamento europeo riassunte nella “Relazione sulla semplificazione dell’attuazione dei programmi quadro di ricerca[35] e dando continuità alle misure di semplificazione già attuate nell’ambito della decisione del Parlamento europeo e del Consiglio concernente il Settimo programma quadro[36], nel complesso le regole proposte mirano a:

1) una semplificazione strutturale, che origini uno strumento più coerente per la ricerca e l’innovazione, e ne rafforzi l’impatto economico e scientifico rendendo più agevole la partecipazione ai programmi[37] attraverso la semplificazione delle condizioni e delle procedure, evitando nel contempo duplicazioni e frammentazioni. Questa passerà per:

·         un'architettura di programma incentrata su tre obiettivi strategici, che delinea chiaramente le opportunità di finanziamento;

·         un quadro normativo unico, completo e trasparente, fatto di regole di partecipazione da applicare a tutti i componenti, con la sola possibilità di deroghe specifiche[38];

·         un'unica piattaforma informatica facile da usare, che offra ai partecipanti uno sportello unico (e-Orizzonte 2020).

2) una semplificazione delle norme di finanziamento, improntata a una maggiore flessibilità nonché dall’attenzione alla preferenza delle parti interessate per un rimborso dei costi effettivi, risultante altresì in una riduzione del tasso di errore finanziario. Questa sarà attuata attraverso:

·      il rimborso semplificato dei costi diretti, con un'accettazione più ampia delle consuetudini dei beneficiari in materia di contabilità;

·      la possibilità di avvalersi di costi unitari del personale (costi medi di personale), anche per i proprietari di PMI che non percepiscono uno stipendio;

·      la semplificazione della registrazione delle ore di lavoro prestate;

·      la copertura dei costi indiretti mediante un singolo importo forfettario;

·      un tasso unico di rimborso per tutti i partecipanti e le attività di uno stesso progetto;

·      somme forfettarie, premi e finanziamenti basati sui prodotti di settori specifici in cui tali approcci si sono rivelati adeguati.

Attraverso questi elementi, la Commissione ritiene possibile ridurre di 100 giorni, rispetto alla situazione attuale[39], il tempo medio necessario per l'ottenimento di una sovvenzione nell'ambito di “Orizzonte 2020”.

3) un sistema di controllo[40] riveduto, che ai sensi dell’articolo 23, COM(2011)809, assicuri l’adeguata gestione dei rischi, la legalità e la regolarità delle transazioni, garantendo al contempo l’opportuno equilibrio fra fiducia e controllo, alla luce dei costi di quest’ultimo. Ciò dovrebbe tradursi in:

·               verifiche ex ante della capacità finanziaria obbligatorie per i soli coordinatori;

·               una strategia di audit finanziario di un campione rappresentativo di spese concernenti azioni indirette, integrato da una selezione basata sulla valutazione dei rischi connessi, tenendo fermo l’obiettivo di minimizzare gli oneri di audit gravanti sui partecipanti (massimo del 7% dei beneficiari soggetti a verifiche);

·               un unico certificato sulle schede finanziarie per ogni beneficiario alla fine del progetto;

·               una riduzione del periodo limite per i controlli ex post da cinque a quattro anni (art. 24 COM (2011) 809) e un concetto di verifica unica.

Data la comprovata efficacia del fondo di garanzia istituito nell’ambito del 7° PQ[41] quale meccanismo di salvaguardia dai rischi associati agli importi dovuti e non rimborsati da partecipanti inadempienti, viene istituito un fondo di garanzia che lo sostituisce e gli succede (art. 32, COM(2011)810) per l’intera durata di “Orizzonte 2020”, con regole più chiare nonché la possibilità di ampliarlo a copertura dei rischi associati al mancato recupero di importi legati ad azioni intraprese nell’ambito di Euratom. Il fondo è gestito dall’Unione rappresentata dalla Commissione in qualità di agente esecutivo a nome dei partecipanti. Quest’ultima può gestire il fondo direttamente o affidarne la gestione finanziaria alla Banca europea per gli investimenti o a un istituto finanziario appropriato che lo gestisce secondo le istruzioni della Commissione (art.33).

Al fine di razionalizzare e velocizzare le procedure e i processi connessi al programma e all'attuazione dei progetti, la Commissione adotterà un approccio rinnovato alla procedura di comitato, basato sulla partecipazione dei comitati di programma alle discussioni sulla pianificazione strategica nonché sulla garanzia di collegamenti con attività finanziate a livello nazionale. La Commissione mira a proseguire nell'esternalizzazione dei finanziamenti per la ricerca e l'innovazione. A tale riguardo, la Commissione intende ottimizzare l'impiego delle agenzie esecutive esistenti.

Conformemente agli obiettivi di cooperazione internazionale (art. 180 e 186 del TFUE), la Commissione sottolinea la necessarietà che “Orizzonte 2020” promuova la cooperazione con i paesi terzi e le organizzazioni internazionali, per affrontare efficacemente numerosi obiettivi specifici definiti nel programma, in particolare nelle sfide sociali, per loro natura di portata globale. La cooperazione internazionale è inoltre considerata essenziale per la ricerca di base e di frontiera al fine di cogliere i vantaggi derivanti dai nuovi orizzonti scientifici e tecnologici.

Il programma Euratom

Il programma quadro di ricerca e innovazione Orizzonte 2020 è integrato da una proposta di regolamento istitutivo del programma Euratom di ricerca e formazione della Comunità europea dell’energia atomica (CECA) per il periodo dal 1° gennaio 2014 al 31 dicembre 2018[42]. La proposta COM(2011)812 consiste in un regolamento unico[43] che copre tutti gli aspetti pertinenti lo svolgimento di attività di ricerca nei settori dell’energia nucleare (fusione e fissione) e della radioprotezione[44], stabilendone gli obiettivi (art. 3), la dotazione finanziaria (art. 4), gli strumenti a sostegno (art. 11) nonché le regole per la partecipazione (artt. 1 e 7). Al fine del raggiungimento dei propri obiettivi generali, il programma Euratom prevede appropriati collegamenti e interfacce con “Orizzonte 2020” (art. 8), e sostiene attività trasversali e complementari che garantiscono sinergie volte alla risoluzione di sfide comuni. Tale programma intende rafforzare il quadro di ricerca e di innovazione nel settore nucleare, e coordinerà le attività di ricerca degli Stati membri, evitando i doppioni e mantenendo un livello di massa critica in settori essenziali.

L’obiettivo generale del programma Euratom è migliorare la sicurezza nucleare e la radioprotezione e contribuire alla decarbonizzazione a lungo termine del sistema dell’energia (art. 3). L’allegato I specifica le modalità di attuazione del programma mediante azioni indirette (forme di sostegno finanziario come sovvenzioni, premi, appalti, strumenti e contributi finanziari) nonché azioni dirette di ricerca e innovazione svolte dal Centro comune di ricerca (art.6).

La dotazione finanziaria[45] del programma Euratom è di 1789 milioni di euro (articolo 4), così ripartiti:

(a) azioni indirette per il programma di ricerca e sviluppo della fusione: 709 milioni di euro;

(b) azioni indirette per la fissione nucleare, la sicurezza e la radioprotezione: 355 milioni di euro;

(c) azioni dirette, 724 milioni di euro[46].

In linea con gli obiettivi specifici “sfide della società”, “eccellenza scientifica” e “leadership industriale” del programma quadro Orizzonte 2020, le azioni indirette del programma Euratom mirano a:

(a) sostenere il funzionamento sicuro dei sistemi nucleari: attività congiunte di ricerca sulla sicurezza di esercizio delle filiere di reattori in uso o futuri(compresi gli impianti del ciclo del combustibile).

(b) contribuire allosviluppo di soluzioni per la gestione dei rifiuti nucleari finali: attività di ricerca congiunte e/o coordinate sui rimanenti aspetti del deposito geologico del combustibile esaurito e dei rifiuti radioattivi a lunga vita (con eventuali dimostrazioni di tecnologie e sicurezza), nonché sulla gestione di altri flussi di rifiuti radioattivi per i quali ancora non esistono processi industrialmente maturi.

(c) sostenere le competenze nucleari a livello unionale ovvero laformazione e la mobilità fra centri di ricerca e industrie, fra diversi Stati membri e paesi associati.

(d) promuovere la radioprotezione, e in particolare la ricerca sui rischi derivanti da basse dosi di esposizione industriale, medica o ambientale e sulla gestione delle emergenze da radiazioni.

(e) avanzare verso la dimostrazione di fattibilità della fusione quale fonte di energia, sfruttando impianti esistenti e futuri, ovvvero sostenere attività comuni di ricerca svolte da membri dell’accordo europeo per lo sviluppo della fusione, per garantire il rapido ed efficace avvio di ITER, compreso l’uso degli impianti pertinenti (fra cui JET, il toroide europeo comune), della modellazione integrata e di attività di formazione.

(f) porre le basi per future centrali elettriche a fusione sviluppando i materiali, le tecnologie e la progettazione attraverso attività congiunte di ricerca per sviluppare e qualificare materiali per una centrale elettrica di fusione di dimostrazione completa, per affrontare questioni relative al funzionamento dei reattori e sviluppare e dimostrare tutte le tecnologie pertinenti.

(g) promuovere l’innovazione e la competitività dell’industria, attuando o sostenendo il trasferimento delle tecnologie dalla ricerca cofinanziata dal programma alle industrie.

(h) garantire la disponibilità e l’uso delle infrastrutture di ricerca di rilevanza paneuropea, sostenendone la costruzione, la ristrutturazione nonché garantendo l’accesso alle medesime e la cooperazione fra loro.

i) cofinanziare le attività dell’accordo europeo per lo sviluppo della fusione, sovvenzionando il soggetto giuridico (istituito o designato dai sottoscrittori) che ne attua e coordina le attività.

Il contributo finanziario può essere una combinazione dei contributi finanziari per azioni indirette a norma del presente regolamento e del regolamento istitutivo di “Orizzonte 2020”, e attuarsi mediante un singolo regime di finanziamento (articolo 8).

Le azioni dirette nucleari del CCR mirano a sostenere l’attuazione delle direttive del Consiglio 2009/71/Euratom[47] e 2009/70/Euratom[48], nonché le conclusioni di quest’ultimo che privilegiano gli standard più rigorosi per la sicurezza nucleare. Esso, in particolare, mobiliterà le capacità e le competenze necessarie per contribuire alla valutazione e al miglioramento della sicurezza degli impianti nucleari e all’uso pacifico dell’energia nucleare e di altre applicazioni non di fissione, per fornire una base scientifica alla pertinente normativa UE e, ove necessario, rispondere entro i limiti della sua missione e competenza a guasti e incidenti nucleari. Si cercheranno sinergie con la piattaforma tecnologica per l’energia nucleare sostenibile (SNETP) ed altre iniziative trasversali.

(a) migliorare la sicurezza (safety) nucleare, che comprende la sicurezza di combustibili e reattori, la gestione dei rifiuti e lo smantellamento degli impian ti e la capacità di gestione delle emergenze.

(b) migliorare la sicurezza (security) nucleare, che comprende i controlli di sicurezza nucleare, la non proliferazione, la lotta contro il traffico illecito, nonché la scienza forense in campo nucleare

(c) sviluppare ulteriormente l’eccellenza della base scientifica nucleare per la standardizzazione, nonché le applicazioni mediche

(d) promuovere la gestione delle conoscenze, l’istruzione e la formazione

(e) sostenere la politica dell’Unione in materia di sicurezza nucleare e la relativa normativa unionale in evoluzione

Il CCR chiede una nuova linea di bilancio per gli investimenti infrastrutturali: la maggior parte dei suoi impianti infatti non è più all’avanguardia, rendendo quindi necessario disporre di nuove strutture e aggiornare quelle esistenti. Il CCR ha stilato al proposito un “Piano di sviluppo infrastrutturale 2014-2020”.

La Commissione controlla con periodicità annuale l’esecuzione del programma Euratom, compresi i progressi e le realizzazioni (articolo 20). Entro il 31 maggio 2017, e tenendo conto della valutazione ex post del 7° programma quadro Euratom[49], la Commissione, assistita da esperti indipendenti, esegue una valutazione intermedia del programma. Entro il 31 dicembre 2022 la Commissione esegue una valutazione ex post, per alimentare una decisione sull’eventuale rinnovo, modifica o sospensione di una misura successiva (articolo 21). Le azioni dirette e indirette del programma Euratom formano oggetto di valutazioni separate. Una serie limitata di indicatori di prestazioni pertinenti nel valutare i risultati e l’incidenza di ciascun obiettivo specifico del programma Euratom sono definiti nell’allegato II.

Base giuridica

Le proposte in esame integrano attività di ricerca ed innovazione senza soluzione di continuità al fine di raggiungere gli obiettivi politici.

“Orizzonte 2020” si basa sui titoli "Industria" e "Ricerca e sviluppo tecnologico e spazio" del TFUE (articoli 173 e 182). Le relative regole di partecipazione e diffusione si baseranno sugli stessi titoli del TFUE (articoli 173, 183 e 188). La base "Industria", in entrambi i casi, si riferisce soprattutto all'Istituto europeo di innovazione e tecnologia (IET), che sarà finanziato attraverso un contributo di “Orizzonte 2020”.

Si ricorda che le attività d'innovazione sono state esplicitamente inserite in diversi programmi quadro sulla base del titolo "Ricerca" del trattato sul funzionamento dell'Unione europea, e che il programma quadro vigente comprende anche una serie di attività di innovazione. Di conseguenza, il programma specifico che attua "Orizzonte 2020 " si baserà sul titolo del TFUE "Ricerca e sviluppo tecnologico e spazio" (articolo 182) in quanto le attività ivi previste rientrano in quelle disciplinate dal titolo in questione.

La proposta per il programma Euratom di ricerca e formazione che contribuisce a “Orizzonte 2020” si basa sull'articolo 7 del trattato Euratom.

Sussidiarietà e proporzionalità

Il programma specifico intende integrare le attività svolte negli Stati membri in modo coordinato e sinergico con altri programmi unionali in settori quali l'educazione, lo spazio, l'ambiente, la competitività e le PMI, la sicurezza interna, la cultura, i media e in collaborazione con i fondi della politica di coesione e della politica di sviluppo rurale (vedi art. 17 COM(2011)809). Le proposte sono dunque state elaborate per massimizzare il valore aggiunto e l'impatto unionali, mantenendo il centro d'interesse sugli obiettivi e le attività che non possono essere conseguiti dall'azione dei soli Stati membri.

Secondo la Commissione, l'intervento a livello unionale è in grado di coordinare le attività di ricerca degli Stati membri, mentre si garantisce la certezza di avere una massa critica nei settori chiave e di utilizzare al meglio il finanziamento pubblico. L'intervento a livello unionale consente una concorrenza a livello europeo per innalzare il livello di eccellenza e fornire visibilità alla ricerca e all'innovazione d'avanguardia. Inoltre, un programma a tale livello sostiene al meglio la dovuta mobilità transnazionale. Tale programma è maggiormente in grado di assumere attività di R&S ad alto rischio e di lungo termine, poiché il rischio è condiviso mentre si creano una portata ed economie di scala altrimenti non conseguibili. Solo programmi a livello unionale possono infine sostenere le decisioni strategiche nonché gli obiettivi fissati da un insieme di politiche.

Lo Spazio europeo di ricerca ridistribuisce equamente gli investimenti pubblici e privati in ricerca e innovazione, facendo circolare liberamente conoscenze, ricercatori e tecnologie, così accelerando la commercializzazione e la diffusione di innovazione nel mercato unico. La proposta di regolamento COM(2011) 809 allega tutte le specifiche valutazioni d'impatto.

Valutazione d’impatto

Valutazione della Commissione europea

La valutazione d’impatto della Commissione[50], che tiene conto anche della consultazione sul libro verde sul futuro del programma quadro per la ricerca e dell’analisi dei precedenti programmi quadro per la ricerca, conclude sull’opportunità di definire un intervento a livello UE che elimini l'attuale separazione tra attività di ricerca e di innovazione.

Tale soluzione appare infatti la più adeguata:

·      ad affrontare alcuni fallimenti del mercato, che determinano in particolare sottoinvestimenti nella ricerca da parte del settore privato. Tra questi la Commissione segnala il rischio di rapida obsolescenza dei prodotti e della conseguente mancata remunerazione di investimenti significativi, nonché l’incertezza circa la possibilità di appropriarsi dei benefici derivanti da un’attività di ricerca da parte dei ricercatori e delle imprese;

·      il finanziamento pubblico per la ricerca si è dimostrato in grado di produrre ricerca di alta qualità e di attrarre gli investimenti privati nel settore, aumentando l'importo complessivo delle spese di ricerca;

·      un intervento a livello UE si è dimostrato in grado di organizzare in modo più efficiente azioni di ricerca e mobilità transfrontaliera, rivelatesi di importanza sistemica e strategica.

Le valutazioni hanno infatti evidenziato che la strutturazione di un unico programma quadro a livello europeo (opzione Orizzonte 2020) - che integri pienamente in un singolo quadro unitario il 7° PQ, la parte del PCI relativa all’innovazione e l’IET - è maggiormente in grado di definire gli obiettivi, di conseguire al meglio la necessaria massa critica di sforzi a livello di programma e di progetto, e di creare il maggior impatto sugli obiettivi politici e sulle conseguenze economiche, sociali e in termini di vantaggi per la società,

In tale scenario, le tre priorità sono direttamente collegate al raggiungimento degli obiettivi strategici e la selezione delle azioni e degli strumenti è determinata da obiettivi politici anziché dagli strumenti. “Orizzonte 2020” comprende inoltre una semplificazione radicale e la standardizzazione dei meccanismi di finanziamento e delle modalità di attuazione in tutti i settori.

Per ciò che riguarda le regole di partecipazione[51], la Commissione conclude sull’opportunità di introdurre un insieme unico di regole coerenti, al fine di una maggiore semplificazione e di una riduzione degli oneri amministrativi e dei costi di apprendimento[52].

Tale approccio armonizzato potrebbe inoltre essere dotato dei necessari elementi di flessibilità, sia attraverso la definizione di regole più generiche, sia prevedendo la possibilità di deroghe specifiche, in particolare per l’Istituto europeo di innovazione e tecnologia, considerando che il carattere specifico delle sue azioni e la tipologia dei suoi beneficiari richiedono un livello adeguato di flessibilità.

Inoltre, al fine di ridurre al minimo il rischio di errori evitando di introdurre meccanismi di controllo rigidi ed eccessivi, la Commissione conclude sulla necessità di apportare diverse modifiche al quadro delle attuali regole di partecipazione ai Programma quadro.

Tali modifiche consisterebbero in particolare in: disposizioni attuative per gli appalti pubblici precommerciali e gli appalti pubblici di soluzioni innovative nonché per i premi; adeguamento del modello attuale di cooperazione internazionale; modifica delle regole di sfruttamento e diffusione; ampliamento del fondo di garanzia. Il finanziamento principale rimarrà basato sui costi, semplificando i criteri di ammissibilità delle spese e  istituendo, come regola generale, un unico tasso fisso per i costi indiretti calcolati sulla base dei costi diretti.

Anche per ciò che riguarda il programma di ricerca nel settore nucleare[53] la Commissione conclude sull’opportunità di unintervento a livello UE al fine di: mantenere la massa critica in un settore chiave; sostenere i rischi a lungo termine connessi a questo tipo di ricerca ed economie di scala non raggiungibili altrimenti; garantire un utilizzo ottimale dei finanziamenti pubblici; mobilitare competenze d'eccellenza e multi-disciplinari più rapidamente di quanto possa essere fatto a livello nazionale.

Inoltre, la Commissione ritiene che un’azione a livello europeo (Euratom) può contribuire a dare credibilità alle politiche dell'Unione europea sull'energia e aumentare la disponibilità degli investitori verso progetti con particolare importanza per la sicurezza nucleare o con tempi lunghi e significativo rischio tecnologico e di mercato.

 

 


Dal punto di vista economico, la Commissione stima che entro il 2030 Orizzonte 2020 dovrebbe generare una variazione di 0,92% del PIL, 1,37% delle esportazioni, -0,15% delle importazioni, e 0,40% dell'occupazione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Impatto sul PIL delle diverse opzioni valutate dalla Commissione (Fonte: Commissione europea, valutazione d’impatto (SEC(2011)1427) allegato 5).

Esame presso le Istituzioni dell’UE

Il Consiglio del 20 febbraio 2012 ha svolto un dibattito su “Orizzonte 2020” che, sulla base di una relazione presentata dalla Presidenza danese, ha affrontato due temi politici principali:

·      questioni trasversali all'interno del programma, come l'inserimento delle scienze sociali e umane nei progetti di ricerca, consideratane l’utilità in termini di potenziamento della capacità di risolvere i problemi, al fine di  affrontare con più efficacia le sfide sociali. Alcune delegazioni hanno pure invitato l’UE e i suoi Stati membri a un più vantaggioso approccio proattivo verso la cooperazione internazionale in materia di ricerca e di sviluppo.

·      la partecipazione delle PMI a “Orizzonte 2020”: tutte le delegazioni hanno espresso un forte sostegno a favore di misure atte a facilitare la partecipazione delle PMI al processo di innovazione con azioni che dovranno essere portate avanti a livello sia nazionale che unionale, come la semplificazione, la promozione di raggruppamenti, un più agevole accesso al capitale di rischio, partenariati, migliori prospettive in materia di appalti pubblici, collaborazione con le università.

Il Consiglio Competitività riunitosi a Bruxelles il 30 e 31 maggio, ha adottato un orientamento generale parziale concernente la proposta di regolamento che istituisce il programma quadro di ricerca e innovazione (2014-2020) – Orizzonte 2020, intendendo così favorirne una tempestiva approvazione in sede di Consiglio e di Parlamento europeo.

I ministri hanno anzitutto manifestato il loro accordo di massima intorno agli elementi essenziali della proposta, quali la semplificazione delle procedure, l’ampliamento della partecipazione ai progetti di ricerca, il maggior coinvolgimento delle PMI lungo l’intera catena dell’innovazione dalla progettazione alla diffusione sul mercato, il ruolo dei partenariati pubblico/privato, l’integrazione del programma con le politiche nazionali e gli ulteriori strumenti finanziari dell’UE.

Il testo elaborato dalla presidenza danese recepiva inoltre alcune richieste precedentemente emerse, come quella di garantire un ruolo di maggior rilievo alle scienze umanistiche e aumentare dal 15 al 20% la quota dei finanziamenti destinati alle PMI.

Cionondimeno, Malta, Lituania e Austria hanno espresso riserve in merito al finanziamento di progetti di ricerca sulle cellule staminali, benché la formulazione della Presidenza ricalcasse fedelmente quella già concordata all’interno dell’attuale programma quadro, e il commissario Maire Geoghegan-Quinn abbia difeso l’appropriatezza dell’attuale “triple-lock system”: (i) rispetto delle legislazioni nazionali, (ii) rigoroso esame etico e scientifico delle proposte e (iii) divieto di distruggere embrioni.

La commissione per l'industria, la ricerca e l'energia (ITRE) del Parlamento europeo ha nominato relatrice la sig.ra Riera Madurell (S&D) e dovrebbe votare un progetto di relazione nel novembre 2012. La votazione in plenaria è prevista nel dicembre 2012.

Esame presso altri Parlamenti nazionali (dati riportati nel sito IPEX)

L’esame della proposta di regolamento COM(2011)809, nonché di alcune delle altre proposte contenute nel pacchetto in esame, risulta concluso dalle seguenti Assemblee parlamentari: Austria (Nationalrat), Irlanda (Dàil E’ireann), Lituania (Parlamento), Polonia (Sejm), Portogallo (Assembleia da Repùblica), Slovenia (Assemblea nazionale); l’esame risulta avviato da parte di: Belgio (Sénat), Repubblica ceca (Senato), Finlandia (Parlamento), Germania (Bundestag e Bundesrat) , Polonia  (Senat), Romania (Senato)  Slovacchia (Consiglio nazionale), Svezia (Parlamento), Regno Unito (House of Lords).

Esame presso il Parlamento italiano

Il 28 marzo 2012 le Commissioni riunite V Bilancio e XIV Politiche dell’Unione europea della Camera dei deputati hanno approvato un documento finale sulle proposte relative alle future prospettive finanziarie dell'UE per il periodo 2014-2020[54]. Le Commissioni hanno rilevato che il forte incremento in termini percentuali delle risorse destinate alle azioni per la ricerca, l'innovazione, l'istruzione e la cultura, per quanto coerente con la strategia Europa 2020, non risulterebbe tuttavia sufficiente rispetto agli obiettivi dichiarati, con particolare riferimento alla mancanza tra gli obiettivi prioritari di riferimenti al patrimonio culturale, all'uso della tecnologia a fini di innovazione sociale, agli incentivi alla registrazione di brevetti ad alto valore aggiunto e ai temi della salute e dell'alimentazione.

Anche la 7ª Commissione Istruzione del Senato nella sua risoluzione del 13 marzo 2012 sul pacchetto delle proposte relative a “Orizzonte 2020” ha sottolineato la mancanza di un esplicito riconoscimento alla valenza delle ricerche svolte a livello nazionale, che nel caso italiano annoverano settori di eccellenza quali, ad esempio, le ricerche sismica e vulcanica, sulla conservazione e valorizzazione dello straordinario patrimonio culturale, nonché di carattere storico, umanistico, letterario o filosofico, carenza che rischierebbe di esprimere implicitamente una valutazione negativa.

A tale proposito si ritiene opportuno acquisire dal Governo informazioni sui passi che intende muovere in sede negoziale al fine di colmare la carenza evidenziata in ordine a interventi mirati alla salvaguardia e valorizzazione del patrimonio culturale.

 



[1]   L’eredità del CIP sarà però parzialemnte raccolta anche dal Programma per la competitività delle imprese e le piccole e medie imprese (2014-2020) (COSME) (vedi COM(2011)834), la cui dotazione finanziaria dovrebbe ammontare a circa 2,5 miliardi di euro (art.4).

[2]   La consultazione pubblica basata sul Libro verde "Trasformare le sfide in opportunità: verso un quadro strategico comune per il finanziamento della ricerca e dell'innovazione nell'Unione europea", COM(2011) 48 svolta dalla Commissione nel 2011 ha indicato tra le priorità per il futuro programma quadro per la ricerca: integrare in un unico strumento i sostegni al ciclo della ricerca e dell'innovazione al fine di rendere più efficace l’impatto dei finanziamenti dell’UE; semplificare le procedure di partecipazione; affrontare le principali sfide per la società (cambiamenti climatici, sicurezza ed efficienza energetica, invecchiamento demografico, efficienza delle risorse); mantenere una continuità con le attività in corso di maggior successo, in particolare, il Consiglio europeo della ricerca e le azioni Marie Curie; maggiore accessibilità per i consorzi di ricerca e le realtà più piccole; sostenere con gli strumenti appropriati tutte le fasi della catena dell'innovazione; aumentare le possibilità di partecipazione per le PMI; far convivere sia le attività basate su una approccio bottom-up sia quelle basate su un approccio fortemente programmato.

[3]   COM(2011) 808 del 30 novembre 2011.

[4]   COM(2011) 809 del 30 novembre 2011.

[5] COM(2011) 810 del 30 novembre 2011.

[6] COM(2011) 811 del 30 novembre 2011.

[7] COM(2011) 812 del 30 novembre 2011.

[8] COM(2011) 817 del 30 novembre 2011.

[9] COM(2011) 822 del 30 novembre 2011.

[10] Un massimale di 86198 milioni di euro è destinato alle attività del titolo XIX “Ricerca e sviluppo tecnologico e spazio” del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE); 1542 milioni di euro ad attività di cui al titolo XVII “Industria” (tramite l'IET: vedi infra).  

[11] COM(2010) 2020 del 3 marzo 2010.

[12] COM(2011) 500 del 29 giugno 2011

[13] COM(2010) 546 del 6 ottobre 2010

[14] Erogati in proporzione dall'importo per l'obiettivo specifico "Leadership nelle tecnologie abilitanti e industriali" (vedi infra) e dall'importo per la priorità sulle Sfide per la società.

[15] Sezioni da I a III dell'allegato I del COM(2011) 809.                        

[16] Allegato II della proposta (COM(2011)809).

[17] Ai sensi della decisione CE 134/2007, pubblicata in GUUE L 57 del 24.2.2007, pag. 14.

[18] Vedi decisione CE 972/2006. Cfr. la valutazione intermedia del settimo programma quadro: “Despite being a new, and thus untried, instrument, the European Research Council (ERC) has manifestly succeeded in attracting and funding world-class research and is playing an important role in anchoring research talent”. Cfr. anche la comunicazione COM(2008) 526 relativa alla metodologia e al mandato da utilizzare per l'esame del CER.

[19] Regolamento (CE) n. 294/2008: pubblicato in GUUE L 97 del 9.4.2008, pag. 1. Ai sensi della decisione (CE) 634/2008 l’EIT ha sede a Budapest.

[20] I pertinenti indicatori di efficienza dell'Istituto europeo di innovazione e tecnologia sono stabiliti nell'introduzione dell'allegato I e le grandi linee di tale specifico obiettivo nonché le attività sono stabilite alla parte V dell'allegato I. Inoltre l'EIT riceverà un contributo pari al 2,5% circa del suo bilancio totale da Norvegia, Islanda e Liechtenstein, che sono Stati partecipanti in virtù di una decisione dello Spazio economico europeo.

[21] Vedi Schede allegate alla proposta di decisione relativa all'agenda strategica per l'innovazione dell'EIT COM(2011) 822. Si segnala in particolare la CCI “Industria manifatturiera a valore aggiunto”, particolarmente di interesse per l’Italia.

[22] Considerando (25) della proposta di regolamento COM(2011)809.

[23] Cfr. art. 18, COM 2011(809).

[24] Vedi allegato I, parte II, punto 3, comma 3, lettera a del COM(2011) 809. Cfr. anche allegato I, parte II, punto 1 e parte III, punti 1-6.

[25] Il programma Small Business Innovation Research, creato dallo Small Business Innovation Development Act del 1982, ha l’obiettivo di incoraggiare le piccole imprese a esplorare il loro potenziale tecnologico e di stimolare la commercializzazione dei relativi prodotti. Il programma, a cui è riservato il 2.5% dei fondi federali per R&S per le piccole imprese, opera su base competitiva definendo ogni anno le aree di interesse su cui le piccole imprese possono formulare proposte, valutate sulla base del grado di innovazione, merito tecnologico e future potenzialità di mercato.

[26] http://www.eurostars-eureka.eu/

[27] Gli indicatori di efficienza per valutare i progressi relativamente a l’obiettivo generale sono:

- l'obiettivo della strategia Europa 2020 per R&S, ossia investire il 3% del PIL;

- l'indicatore principale dell'innovazione della strategia Europa 2020.

 

[28] Con l’eccezione delle proposte di ricerca di frontiera nell’ambito del CER, ove si applica esclusivamente il criterio dell’eccellenza.

[29] Art. 8, COM(2011) 810, par. 1. In deroga al paragrafo 1, nel caso delle azioni di ricerca di frontiera del Consiglio europeo della ricerca (CER), dello strumento per le PMI, delle azioni di cofinanziamento del programma e in casi giustificati previsti dal programma di lavoro o dal piano di lavoro, la condizione minima è la partecipazione di un soggetto giuridico stabilito in uno Stato membro o in un paese associato.

[30]Le imprese comuni istituite nell'ambito del 7° PQ che possono beneficiare di un ulteriore sostegno alle suddette condizioni sono: l'Iniziativa sui medicinali innovativi (IMI), Clean Sky, ricerca sulla gestione del traffico aereo europeo nell'ambito del Cielo unico (Single European Sky ATM Research - SESAR), Celle a combustibile e idrogeno (FCH), Sistemi informatici incorporati (ARTEMIS) e nanoelettronica (ENIAC). Altri partenariati pubblico-privato del 7° PQ passibili di sostegno ulteriore sono: Fabbriche del futuro, Edifici efficienti sul piano energetico, Iniziativa europea per le auto "verdi", Internet del futuro. Un sostegno ulteriore può essere concesso anche a tutte le iniziative industriali europee (IIE), istituite nell'ambito del piano SET.

[31] Varate nell'ambito della decisione n. 1982/2006/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 18 dicembre 2006, concernente il 7° PQ.

[32] Art. 22, COM(2011) 809.

[33] Cfr. art. 12 del COM2011(810).

[34] COM(2010) 187.

[35] P7 TA(2011)0401.

[36] 1982/2006/CE, del 18 dicembre 2006.

[37] Compresi quelli dell’IET, le imprese comuni e qualsiasi altra struttura o programma ai sensi degli artt. 185 e 187 del TFUE ne rafforzi l’impatto economico e scientifico.

[38] L'uniformità delle regole fluidificherà inoltre lo scambio di idee e di prospettive, consentendo ai partecipanti di passare velocemente da una parte all'altra del programma. Disposizioni specifiche di Orizzonte 2020 sosterranno azioni trasversali atte a mettere in contatto progetti e risultati di parti diverse, compresa la possibilità di combinare i bilanci preventivi in modo efficiente.

[39] La valutazione intermedia stima in 350 giorni il tempo medio – 335 giorni il tempo mediano – necessario per l'ottenimento di una sovvenzione (Time to grant) nell'ambito del precedente Settimo Programma Quadro per la Ricerca e lo Sviluppo Tecnologico; un tempo che viene definito “high” ma “not grossly out of line with national practice”. Maggior preoccupazione viene piuttosto espressa in relazione alla “diversity in time to grant (TTG) across different components of FP7”.

[40] Ai sensi dell’articolo 24, COM(2011)809, la Commissione, i suoi rappresentanti e la Corte dei conti possono sottoporre ad audit – sulla base di documenti e con verifiche e controlli in loco – tutti i beneficiari di sovvenzioni, i contraenti e i subcontraenti nonché altri terzi che abbiano ottenuto fondi unionali nell'ambito di Orizzonte 2020. Anche l'Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF) può effettuare controlli e verifiche sul posto presso operatori economici interessati da finanziamenti di questo tipo (secondo quanto stabilito dal Regolamento (Euratom,CE) 2185/96). In caso di accertamento di casi di frode, corruzione o altre attività illecite lesive degli interessi finanziari dell'UE, la Commissione persegue il recupero delle somme indebitamente corrisposte nonché l'eventuale applicazione di sanzioni.

[41] Regolamento (CE) n. 1906/2006 del 18 dicembre 2006, che stabilisce le regole per la partecipazione di imprese, centri di ricerca e università alle azioni nell’ambito del Settimo programma quadro e per la diffusione dei risultati della ricerca (2007-2013). Cfr. anche decisione (CE) n. 1982/2006.

[42] Il trattato Euratom (articolo 7) limita a cinque anni la durata dei programmi di ricerca nel settore nucleare.

[43] I contenuti del presente regolamento andavano precedentemente rintracciati in quattro atti legislativi distinti. La semplificazione del programma Euratom si inserisce nel più ampio processo di semplificazione proposto all’interno di Orizzonte 2020, le cui regole di partecipazione e diffusione – vedi proposta di regolamento (COM(2011)810) – si applicheranno anche a Euratom (art. 7; fatte salve le deroghe e le eccezioni previste ai paragrafi 2 e 3 dello stesso).

[44] Le attività di ricerca e innovazione nell’ambito del programma Euratom si incentrano esclusivamente sulle applicazioni civili (articolo 10:Principi etici).

[45] Il bilancio previsionale della proposta è presentato a prezzi attuali. La “scheda finanziaria dell’atto normativo” allegata alla proposta stabilisce le implicazioni in materia di bilancio, di risorse umane e amministrative.

 

 

 

 

 

 

 

[46] in sintonia con quanto proposto dalla Commissione nella comunicazione “Un bilancio per la strategia Europa 2020”, il finanziamento del progetto ITER (così come di GMES: sistema di monitoraggio globale per l’ambiente e la sicurezza) esulerà dal quadro finanziario pluriennale dopo il 2013, in quanto i costi e/o i possibili superamenti dei costi previsti, le sfide tecnologiche in questione e il coinvolgimento di attori estranei all’UE, costituiscono elementi di incertezza per il bilancio unionale. Il contributo della Comunità sarà quindi gestito attraverso la “Impresa comune europea per ITER e lo sviluppo dell’energia da fusione” (Fusion for Energy), le cui attività saranno disciplinate da un atto legislativo distinto (cfr. la Proposta di decisione del consiglio sull’adozione di un programma di ricerca supplementare per il progetto ITER (2014-2018),COM(2011)931).

[47] GU L 172 del 2.7.2009, pag. 18.

[48] GU L 199 del 19.7.2011, pag. 1.

[49] Decisione 2006/970/Euratom.

[50] SEC(2011)1427.

[51] SEC(2011)1428.

[52] Si è stimato che i soggetti che assumono il ruolo di coordinatore per la prima volta in un’azione di qualsiasi tipo sopportano un costo amministrativo relativo alla loro partecipazione maggiore dell’11,4% rispetto a quello sopportato dai coordinatori che si sono già familiarizzati con le regole.

[53] SEC(2011)1427.

[54]  Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni - Un bilancio per la strategia Europa 2020 (COM(2011)500); proposta di regolamento del Consiglio che stabilisce il quadro finanziario pluriennale per il periodo 2014-2020 (COM(2011)398); progetto di accordo interistituzionale tra il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione sulla cooperazione in materia di bilancio e la sana gestione finanziaria (COM(2011)403).