Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Studi - Dipartimento affari esteri
Titolo: Incontro con una delegazione del Comitato centrale del Partito comunista vietnamita (6 settembre 2012)
Serie: Documentazione e ricerche    Numero: 371
Data: 05/09/2012
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Camera dei deputati

XVI LEGISLATURA

 

 

 

Documentazione e ricerche

Incontro con una delegazione del Comitato centrale del Partito
comunista vietnamita

 

(6 settembre 2012)

 

 

 

 

 

 

 

 

n. 371

 

 

 

5 settembre 2012

 


Servizi responsabilI:

Servizio Studi – Dipartimento Affari esteri

( 066760-4939 / 066760-4172 – * st_affari_esteri@camera.it

 

Hanno collaborato:

Servizio Rapporti internazionali

( 066760-3948 / 066760-9515 – * cdrin1i@camera.it

Segreteria Generale - Ufficio Rapporti con l’Unione europea

( 066760-2145 / 066760-2146 – * cdrue@camera.it

 

 

 

 

 

 

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File: es1197.doc

 


INDICE

 

 

Composizione della delegazione

Scheda-paese Vietnam   5

§      Il quadro istituzionale  5

§      La situazione politica  7

Relazioni parlamentari con il Vietnam (a cura del Servizio Rapporti Internazionali)9

I rapporti tra l’Unione europea ed il Vietnam (a cura dell’Ufficio Rapporti con l’Unione europea)21

§      Cooperazione allo sviluppo  22

§      Diritti umani24

Profili biografici (a cura del Servizio Rapporti Internazionali)

NGUYEN Huu Tu, Capo della Delegazione  27

Pubblicistica

§      Marco Marilli, ‘Vietnam: fattori economici attuali e prospettive future’, in: Equilibri, dal sito www.equilibri.net/nuovo, 27 maggio 2011  31

 

 

 


Composizione della delegazione

 


Delegazione del Comitato centrale
del Partito comunista vietnamita

 

 

1.       Sig. NGUYEN Huu Tu, nato nel 1964, Vice Capo Ufficio del Comitato Centrale del Partito Comunista del Vietnam (CCPCV)

2.       Sig. PHAM Quang Luc, nato nel 1953, Direttore del Dipartimento degli Affari Economici dell’Ufficio del CCPCV.

3.       Sig. NGO Quy Minh, nato nel 1952, Direttore del Dipartimento degli Affari Sociali dell’Ufficio del CCPCV

4.       Sig. PHAM Ngoc Thang, nato nel 1959, Vice Direttore del Dipartimento degli Affari Economici dell’Ufficio del CCPCV

5.       Sig.ra HOANG Thi Tu, nata nel 1963, Vice Direttore del Dipartimento degli Affari Economici dell’Ufficio del CCPCV

6.       Sig.ra TRAN Kim Anh, nata nel 1978, esperto del Dipartimento degli Affari Economici dell’Ufficio del CCPCV

 

 

 

 


Scheda-paese
Vietnam

Il quadro istituzionale

Il Vietnam è una repubblica socialista. In base alla costituzione del 1992, il partito comunista risulta il solo partito legale. Il potere legislativo è esercitato dall’Assemblea nazionale (Quoc-Hoi), il parlamento monocamerale composto da 500 deputati eletti per cinque anni. L’Assemblea si riunisce tre volte all’anno. Essa elegge il Presidente della Repubblica e il primo ministro e gli altri membri del governo, che esercita il potere esecutivo.

Possono presentare candidature per le elezioni dell’Assemblea nazionale unicamente il partito comunista ovvero il fronte patriottico, che raccoglie diverse organizzazioni sociali; sono anche ammesse però candidature individuali indipendenti. A seguito delle ultime elezioni tenutesi il 22 maggio 2011, 454 deputati risultano membri del partito comunista, 42 del fronte patriottico, e risultano eletti quattro candidati indipendenti.

Per Freedom House, il Vietnam è uno “Stato non libero” mentre il Democracy Index 2011 dell’Economist Intelligence Unit lo conferma come “regime autoritario” (cfr. infra “Indicatori internazionali sul paese”). Se gli ultimi anni hanno registrato aperture per quel che concerne la libertà di iniziativa economica (cfr. infra la situazione politica), la libertà di associazione e di riunione appare, secondo fonti internazionali, sottoposta a significative restrizioni: la costituzione di associazioni è subordinata ad un’autorizzazione governativa; esistono associazioni indipendenti nel campo della conservazione dell’ambiente, dell’emancipazione femminile e della salute pubblica, ma non nel settore della tutela dei diritti umani e civili; l’unico centro di ricerca indipendente, l’Istituto per gli studi dello sviluppo è stato chiuso nel 2009, a seguito della decisione del governo di limitare i compiti di ricerca nel settore delle politiche pubbliche alle organizzazioni del partito comunista.

Anche la libertà di manifestazione del pensiero e di stampa appare in concreto debolmente tutelata: tutti gli organi di stampa e tutti i mezzi di comunicazione di massa risultano sotto il controllo diretto o indiretto del partito comunista; una legge del 1999 impone ai giornalisti il pagamento di danni nei confronti di gruppi o individui che risultino danneggiati dalla pubblicazione di notizie, anche quando queste risultino vere o comunque fondate, mentre nel 2006 è stata imposta una multa ai giornalisti che neghino i “risultati rivoluzionari”, diffondano informazioni dannose ovvero esibiscano “un’ideologia reazionaria” (l’entità delle multe è stata aumentata nel gennaio 2011).

Sono state poi denunciate significative restrizioni all’uso di Internet: la legge proibisce l’inoltro e la ricezione di messaggi di posta elettronica dal contenuto antigovernativo, blocca l’accesso ai siti internet giudicati reazionari e i proprietari di siti privati devono sottoporre tutti i contenuti all’approvazione delle autorità statali. Gli Internet café devono registrare le informazioni personali e i siti visitati da tutti gli utenti, mentre nel 2008 sono stati definiti per legge i contenuti ammessi nei blog. Inoltre, nel 2010, sarebbero stati registrati attacchi cibernetici provenienti da server vietnamiti contro siti riconducibili a dissidenti.

La libertà religiosa appare sottoposta, in base agli osservatori internazionali, a restrizioni, anche se sia Freedom House sia  l’International Religious Freedom Report 2010 del Dipartimento di Stato americano hanno registrato nel 2009 alcuni miglioramenti. Infatti, tutti i gruppi religiosi devono ottenere un’autorizzazione allo svolgimento delle proprie attività da parte di un’autorità di vigilanza controllata dal partito.

La Chiesa cattolica può ora nominare in proprio i propri vescovi ma la nomina necessita di una conferma governativa. Sono state invece eliminate restrizioni presenti in passato allo svolgimento delle attività caritatevoli, mentre il clero appare godere di una maggiore libertà di movimento. Ciononostante, il Dipartimento di Stato USA continua ad includere il Vietnam tra gli Stati di maggiore preoccupazione. Procede, inoltre, tra reciproche diffidenze il processo di normalizzazione dei rapporti tra Vietnam e Vaticano, interpretato dalla autorità di Hanoi come funzionale al miglioramento delle relazioni con il resto del mondo occidentale, stante la notevole consistenza (circa 6 milioni di individui) della comunità cattolica nel paese[1].

Con riferimento in generale al quadro di tutela dei diritti umani, secondo Human Rights Watch (rapporto presentato nel gennaio 2012) il 2011 è stato caratterizzato da un’intensificazione della repressione del dissenso sostanziatasi in un flusso costante di processi politici ed arresti riferibili anche al timore, da parte del governo, che le istanze sottese alla c.d. primavera araba potessero emergere e contagiare anche la società civile vietnamita. Nel paese, in particolare, la legge autorizza detenzioni “amministrative” senza processo e i tribunali – si legge nel report - sono sotto il controllo del governo e del partito comunista.

 

Permangono comunque alcuni nuclei di proteste su scala ridotta da parte di vari gruppi sociali ed etnici, che si incentrano in via principale su controversie in ordine all’utilizzazione dei terreni, ma anche su questioni di allargamento degli spazi di agibilità politica e di miglioramento della dimensione giudiziaria. Tafferugli vi sono stati ad esempio il 24 aprile 2012 nei pressi di Hanoi, quando la locale popolazione ha manifestato contro il progetto di utilizzare 72 ettari per la costruzione di una nuova città: in Vietnam la terra è di proprietà statale, e purtuttavia il governo intende in linea di principio indennizzare chi perda la terra che coltiva, salvo poi insabbiare i risarcimenti nella lunga e corrotta catena burocratica. Un mese dopo, il 24 maggio, quattro studenti cattolici arrestati nel 2011 per aver criticato il sistema politico del paese sono stati condannati a pene variabili tra diciotto mesi e tre anni e mezzo di carcere. All’inizio di agosto è stato rinviato il processo a tre blogger vietnamiti, arrestati nel 2011 e accusati di denigrazione del partito e dello Stato per aver denunciato ripetutamente la corruzione del regime a partito unico vietnamita: tra questi, la quarantatreenne Ta Phong Tan, cattolica ed ex appartenente alla polizia, la cui madre era morta pochi giorni prima dopo essersi data fuoco. Le autorità di Hanoi hanno aperto un’inchiesta sul suicidio della donna.

Abbastanza clamorosamente in controtendenza appaiono le prospettive aperte nel paese in riferimento alle questioni dell’omosessualità: il 4 e 5 agosto, infatti, si è festeggiato per la prima volta, rispettivamente a Città Ho Chi Minh e a Hanoi, il gay pride, dopo che a fine luglio il ministro vietnamita della giustizia aveva aperto a una profonda revisione normativa, nella prospettiva del riconoscimento di numerosi diritti alle coppie omosessuali, incluso quello al matrimonio.

 

La situazione politica

Capo dello Stato vietnamita è Truong Tan SANG, eletto il 25 luglio 2011 dall’Assemblea nazionale con il 97% dei voti, dopo essere stato designato dall’undicesimo congresso del partito comunista, svoltosi a gennaio 2011. La durata del mandato è di cinque anni.

Primo ministroè Nguyen Tan Dung (n. 1949), al suo secondo mandato quinquennale.

Nella definizione della nuova leadership nazionale per il quinquennio appena iniziato, formalmente avvenuta con il voto parlamentare del luglio 2011, un ruolo assai rilevante è stato ricoperto, come da costituzione materiale del paese, dal Partito comunista, che ne ha delineato il quadro nel congresso del gennaio 2011; in quell’occasione, alla preminente posizione di segretario del partito comunista è stato eletto Nguyen Phu Trong (n. 1944), già presidente dell’Assemblea nazionale.

Secondo taluni osservatori internazionali (CSIS) tale assetto della leadership è indice di continuità nelle politiche economica, sociale ed estera del paese. Il Vietnam, infatti, sta proseguendo nella politica di liberalizzazione economica avviata dalla metà degli anni Ottanta che ha introdotto alcune libertà economiche e che ha consentito, nell’ultimo decennio una consistente crescita economica (la povertà è stata ridotta da oltre il 50 per cento della metà degli anni Novanta al 16 per cento del 2006). All’interno di questo processo, si può ricordare la normalizzazione dei rapporti con gli USA (nel 1994 è stato soppresso l’embargo USA nei confronti del Vietnam, mentre nel 1995 sono state riallacciate le relazioni diplomatiche – da ultimo, il 4 giugno 2012, il Segretario USA alla Difesa Leon Panetta si è recato a Hanoi per colloqui sulla cooperazione militare tra i due paesi); l’ingresso, nel 1995, nell’ASEAN; l’accordo commerciale USA-Vietnam del 2001, l’ingresso del Vietnam nel WTO nel 2007.

L’obiettivo del Vietnam è quello di raggiungere lo status di economia sviluppata entro il 2020. Gli osservatori prefigurano una politica estera e di sicurezza nazionale proattiva nonché l’intensificazione dei legami con i paesi ASEAN e con attori strategici come Stati Uniti, India, Giappone, Corea ed Unione europea. Particolarmente intensi i legami con gli Stati Uniti, con riguardo alle relazioni militari e alla condivisione di intelligence. Quanto alle relazioni sino-vietnamite, si protrae la disputa tra Vietnam e Cina per il controllo delle isole Paracel nel Mar della Cina meridionale, occupate dalla Cina nel 1974 e rivendicate dal Vietnam. Il controllo delle isole rimane fondamentale per la Cina nell’ambito di una più ampia politica volta ad accentuare il controllo del Mar cinese meridionale, divenuto essenziale per il transito delle merci nazionali. Nel quadro di tale contenzioso, e in funzione quindi anticinese, può essere anche interpretato il Memorandum of Understanding di cooperazione nucleare civile tra USA e Vietnam del marzo 2010. Il 21 giugno 2012 la Cina ha protestato ufficialmente con il Vietnam a seguito della dichiarazione del Parlamento vietnamita sul carattere nazionale delle isole dell’arcipelago Spratly, anch’esse oggetto di contesa regionale, e ha provveduto a rafforzare il rango amministrativo di alcune di esse, inviandovi all’inizio di luglio quattro pattugliatori della marina militare – l’invio è stato giustificato con ragioni di addestramento degli equipaggi.


Relazioni parlamentari con il Vietnam
(a cura del Servizio Rapporti Internazionali)

 

 

Presidenza del Parlamento

Assemblea Nazionale (Quoc Hoi)

Nguyen Sinh Hung (eletto il 23 luglio 2011)

Rappresentanze diplomatiche

Ambasciatore d’Italia ad Hanoi

Lorenzo Angeloni (dal 18 novembre 2010)

Ambasciatore del Vietnam in Italia

Nguyen Hoang Long

 

XVI LEGISLATURA

 

Incontri bilaterali

Il 22 settembre 2011 una delegazione del Parlamento vietnamita, guidata dal Vicepresidente Uong Chu Luu, ha incontrato il Vicepresidente Rocco Buttiglione. L’on. Buttiglione ha in particolare sottolineato l’esigenza di rafforzare le relazioni bilaterali parlamentari, ma anche quelle economiche e favorire ulteriormente gli scambi cultuali e di studenti. L’on. Luu, ha voluto, in particolare, sottolineare che il parlamento vietnamita a varare una serie di riforme per adeguare il paese alle richieste del WTO; ha altresì evidenziato la maggiore trasparenza dei lavori parlamentari e maggiore controllo che il parlamento svolge sul governo. A conclusione dell’incontro l’On. Buttiglione è stato inviatao a compiere una visita in Vietnam.

Il 10 dicembre 2009 il Presidente della Camera, on. Gianfranco Fini,ha  incontrato il Presidente della Repubblica socialista del Vietnam, Nguyen Minh Triet. I due interlocutori si sono soffermati sui rapporti bilaterali, politici ed economici, rispetto ai quali è stato auspicato l’ulteriore rafforzamento; inoltre, da parte vietnamita è stato caldeggiato un incremento degli investimenti italiani in Vietnam. Il Presidente Triet si è soffermato sul passato del suo paese evidenziando come oramai il Vietnam stia superando i rancori nei confronti degli USA e dei vietnamiti fuggiti all’estero; ha quindi sottolineato gli sforzi del Vietnam dopo il suo ingresso nel WTO per allinearsi agli standards internazionali. Il Presidente Triet ha infine fatto riferimento al contenzioso tra la Vietnam Airlines ed un cittadino italiano, chiedendo al Presidente Fini di spendersi al fine di addivenire ad una giusta sentenza. Il Presidente Fini è stato invitato a compiere una visita nel Paese. Si segnala che della delegazione facevano inoltre parte tra gli altri Pham Gia Khiem, Vice Primo Ministro e Ministro degli Affari Esteri e Le Doan Hop, Ministro dell’Informazione e della Comunicazione. 

Il 30 maggio 2008, il Presidente della Camera, on. Gianfranco Fini,ha  ricevuto l’Ambasciatore della Repubblica socialista del Vietnam, Nguyen Van Nam. Nel corso del colloquio l'Ambasciatore Van Nam, dopo aver ricordato la contemporanea presenza di Italia e Vietnam nel Consiglio di Sicurezza dell’ONU, ha sostenuto l’opportunità di un maggiore coinvolgimento delle imprese italiane nel suo Paese e ha auspicato il consolidamento dei contatti tra il Parlamento vietnamita e la Camera dei deputati, invitando il Presidente Fini a compiere una visita ufficiale a ad Hanoi. 

Si segnala, inoltre, che il Presidente della Camera on. Gianfranco Fini ha ricevuto il 7 maggio 2008 la lettera del suo omologo vietnamita, Nguyen Phu Trong, nella quale quest’ultimo si congratulava della elezione alla Presidenza della Camera dei deputati e auspicava l’ulteriore  rafforzamento dei contatti tra i due Parlamenti.

 

 

Commissioni parlamentari

Il 28 giugno 2012 una delegazione del Comitato per le aspirazioni popolari dell'Assemblea Nazionale del Vietnam, guidata dal Presidente Nguyen Duc Hiem, ha incontrato la Commissione Affari costituzionali della Camera. La visita era finalizzata ad approfondire la conoscenza dell’iter legislativo.

Il 17 aprile 2012, la Commissione Bilancio ha incontrato una delegazione dell'Assemblea Nazionale del Vietnam.

Il 22 settembre 2011 una delegazione del Parlamento vietnamita, guidata dal Vice Presidente Uong Chu Luu, ha incontrato la Commissione Affari Esteri e la Commissione Affari costituzionali. Scopo della visita era l’approfondimento della conoscenza del procedimento legislativo e del controllo parlamentare.

Nel corso dell’incontro con la Commissione esteri (erano presenti il Presidente Stefani, e gli onn. Tempestini, Dozzo e Nirenstein) il Vicepresidente Luu ha voluto sottolineare il recente rinnovo del Parlamento vietnamita. Ha quindi fatto riferimento alle misure di politica economica adottate che hanno permesso una riduzione della soglia dei povertà che è oggi al 10%. Ha inoltre sottolineato l’approccio di apertura economica adottato dal governo; in questo quadro ha ringraziato il governo italiano per l’appoggio all’ingresso nel WTO. Ha quindi evidenziato la necessità, da parte del Vietnam, di perfezionare l’economia di mercato e la necessità di creare un ambiente favorevole agli investimenti. Da parte italiana, è stato sollevato il problema del dumping, le difficoltà incontrate dagli operatori italiani in Vietnam, e la questione della libertà religiosa. 

La delegazione è stata inoltre ricevuta dal Presidente dell’Associazione di amicizia Italia-Vietnam, on. Matteo Colaninno.

Il 10 marzo 2011 una delegazione della Commissione Difesa e Sicurezza dell'Assemblea Nazionale del Vietnam guidata dal suo Presidente Le Quang Binh, ha svolto un incontro con alcuni componenti della Commissione Difesa. La delegazione ha poi incontrato il Vice Segretario Generale della Camera, dott. Francesco Posteraro. Tra i temi che sono stati affrontai: l’organizzazione e l’attività del Parlamento; il ruolo del Parlamento e della Commissioni Difesa; il rapporto Parlamento Governo nelle rispettive assemblee.

Il 20 novembre 2008 la I Commissione Affari costituzionali ha incontrato una delegazione della Commissione giuridica dell'Assemblea nazionale del Vietnam in missione di studio in Europa per conoscere l’organizzazione, le procedure e la struttura amministrativa dei Parlamenti e delle Corti costituzionali italiane e spagnole. Nel corso dell’incontro i parlamentari vietnamiti hanno chiesto ai loro colleghi della Camera di dare loro un quadro dell’assetto costituzionale italiano e di approfondire il meccanismo di controllo parlamentare sull’esecutivo ed il ruolo della Corte costituzionale.

Il 24 luglio 2008, una delegazione dalla Commissione Scienza, tecnologia e Ambiente dell’Assemblea Nazionale vietnamita, guidata dal Vicepresidente Nguyen Dang Vang, 2008, ha incontrato la Commissione Ambiente della Camera, guidata dal Presidente Alessandri, con la quale ha dibattuto i temi dello sviluppo sostenibile e della biodiversità. Nella stessa giornata la delegazione vietnamita ha incontrato il Presidente della Commissione Affari esteri, onorevole Stefano Stefani.

Una delegazione della Commissione cultura dell’Assemblea nazionale vietnamita ha incontrato, il 17 giugno 2008, la Commissione cultura della Camera, presieduta dall’on. Valentina Aprea. L’incontro si è incentrato sul funzionamento dei processi legislativi. La delegazione, guidata dal Presidente della Commissione, Dao Trong Thi, ha inoltre chiesto di approfondire i temi della legislazione italiana sui beni culturali. Al termine del colloquio, i componenti della Commissione sono stati invitati dall’on. Dao Trong Thi a svolgere una missione in Vietnam.

La delegazione vietnamita ha inoltre incontrato, sempre il 17 giugno 2008, il Presidente della Commissione Affari esteri della Camera, onorevole Stefano Stefani.

Si segnala inoltre che nell’ambito dell’indagine conoscitiva sui diritti umani nel mondo promossa dalla Commissione Affari esteri, il “Comitato permanente sui diritti umani” il 19 novembre 2009 ha audito il sig. Kok Ksor, Presidente della Montagnard Foundation[2]. Nel corso dell’audizione Kok Ksor ha denunciato il persistere della persecuzione delle comunità cristiane clandestine da parte del governo vietnamita. Ha quindi affermato che il Vietnam le terre ancestrali di tali popolazioni sono state illegalmente confiscate, condannando la gente a una vita di povertà e di stenti. Secondo l’interlocutore il Vietnam ha fatto ben pochi progressi verso i diritti umani e il Paese rimane oggi uno Stato a partito unico, con ben poca tolleranza anche per la critica pacifica. Ha poi concluso asserendo che il Vietnam sta portando avanti una politica di pulizia etnica che mira a distruggere la razza e la cultura di queste popolazioni.

 

Cooperazione amministrativa

Il 5 novembre 2009, una delegazione parlamentare vietnamita, guidata da Nguyen Dinh Phach, membro del Comitato Centrale del Partito Comunista del Vietnam, ha incontrato il Consigliere Capo del Servizio Assemblea, Dr. Giacomo Lasorella. Al centro dell’incontro le funzioni ispettive del Parlamento italiano.

Il 7 dicembre 2007, una delegazione dell'Assemblea nazionale del Vietnam, composta da parlamentari e da funzionari, ha svolto una giornata di formazione sui processi di informatizzazione e di modernizzazione dell'attività parlamentare presso la Camera dei Deputati, nel corso della quale ha incontrato il Vice Segretario Generale della Camera, dott. Alessandro Palanza.

Il 3 maggio 2007 il Vice Segretario Generale della Camera, dott. Alessandro Palanza, ha incontrato una delegazione vietnamita composta da Tran Dinh Hoan, ex membro dell'ufficio politico del Partito, Nguyen Khanh, ex Vice Primo Ministro, e dal prof. Do Hoai Nam, Presidente della Accademia delle Scienze Sociali del Viet Nam nonché deputato dell'Assemblea Nazionale.

 

Sedi multilaterali

Il Dialogo Eurasiatico(ASEP – ASEF)

Sempre sul piano multilaterale, i contatti tra le due Assemblee parlamentari hanno una sede privilegiata nell’ambito delle riunioni dell’ASEP e dell’ASEF: in tali fora, infatti, i deputati italiani hanno modo oltre che di avere uno scambio di opinioni sui temi inerenti le due macro aree regionali, di interloquire direttamente con i deputati asiatici.

Il Vietnam, infatti, assieme ad altri  Paesi asiatici partecipa al dialogo euro-asiatico dell’ASEM (Asia Europe Meeting)[3] e, quindi, agli incontri dell’Asia-Europe Parliamentary Partnership (ASEP) e a quelli dell’Asia-Europe Foundation (ASEF) che definiscono la parte parlamentare della cooperazione.

ASEP (Asia-Europe Parliamentary Partnership)

L’ASEP rappresenta il versante parlamentare dell’ASEM[4]  le cui riunioni hanno cadenza biennale.

Il Parlamento del Belgio ha ospitato la sesta riunione, ASEP VI, che si è svolta a Bruxelles dal 26 al 28 settembre 2010. La Camera dei deputati è stata rappresentata dagli onorevoli Lino Duilio (PD) e Alberto Torazzi (Lega Nord Padania). L’incontro si è articolato in due sessioni tematiche: 1) strutture efficaci economico-finanziarie di governance mondiale; 2) sviluppo sostenibile. Al termine della riunione è stata approvata una dichiarazione finale, che è stata sottoposta al Vertice ASEM, tenutosi a Bruxelles dal 4 al 5 ottobre 2010.

Le precedenti riunioni ASEP si sono tenute:

la quinta (ASEP V) a Pechino dal 18 al 20 giugno 2008 (la Camera non ha partecipato)

la quarta (ASEP IV) a Helsinki (Finlandia) dal 4 al 6 maggio 2006 in occasione della quale è stato approvato il regolamento dell’ASEP;

la terza (ASEP III) ad Hue City, in Vietnam, dal 25 al 27 marzo 2004;

la seconda (ASEP II) a Manila, nelle Filippine, dal 26 al 28 agosto 2002;

la prima (ASEP I) a Strasburgo, presso il Parlamento europeo, nel 1996. In questo caso si trattava di un incontro propedeutico e nell’incontro, peraltro, erano stati coinvolti solo i Parlamenti dei 10 Paesi asiatici e il Parlamento europeo.

 

ASEF[5]

L’Asia-Europe Foundation (ASEF), è stata istituita nel 1997 con lo scopo di favorire l’interscambio culturale e intellettuale fra Europa ed Asia e di promuovere una maggiore comprensione tra i popoli dei due continenti. La Fondazione, con sede a Singapore, gestisce una serie di attività articolate in specifici programmi. In particolare, l’iniziativa dei giovani parlamentari eurasiatici, Asia Europe Young Parlamentarians Meeting (AEYPM), che ha assunto una cadenza biennale, qualifica, assieme al Seminario dei Giovani Leaders dell’Asia e dell’Europa (AEYLS), la sezione politica di tali attività.

L’ultimo incontro, il sesto, dei giovani parlamentari eurasiatici (AEYPM6), si è svolto a L’Aja dal 28 febbraio al 3 marzo 2007. La Camera è stata rappresentata dall’On. Sandro Gozi (Ulivo). Il precedente incontro dei Young Parliamentarians Meeting dell’ASEF, il quinto, si è svolto a Guilin (Cina) dal 23 al 26 ottobre 2003.Nell’ottobre 2002 la riunione dei giovani parlamentari è stata invece ospitata dalla Camera dei deputati a Venezia.In precedenza i giovani parlamentari eurasiatici si sono incontrati, nel novembre 1998, a Cebu nelle Filippine, nell’aprile 2000 a Cascais in Portogallo e, nel novembre 2001 a Bali in Indonesia.

 

Unione interparlamentare

In ambito UIP opera la Sezione di amicizia Italia-Asia sud-orientale, Oceania, Pacifico, Antartide, (di cui fa parte anche il Vietnam), la cui presidenza è stata affidata all’on. Roberto ANTONIONE (Liberali per l'Italia-PLI); ne fanno altresì parte gli onorevoli Sesa Amici (PD), Osvaldo Napoli (PdL) e Antonio Razzi (PT) e i senatori Barbara Contini (FLI), Alberto Filippi (CN:GS-SI-PID-IB) e Gianpiero D’Alia (UDC-SVP-Aut).

Si segnala che nella XV legislatura la Sezione italiana ha effettuato una missione in Vietnam (4-13 gennaio 2008).


 

Disegni di legge di ratifica di trattati con il Vietnam

Non vi sono allo stato attuale ddl di ratifica all’esame delle due Camere.

 

Atti di indirizzo e controllo

Si segnalano in particolare:

l’interrogazione a risposta in Commissione 5-05876 e l’interrogazione a risposta in Commissione 5-05745 presentate dall’on. Renato Farina rispettivamente il 10 gennaio 2012 e il 29 novembre 2011, sulla libertà religiosa in Vietnam. A d esse il governo ha risposto il 21 febbraio 2012 (in allegato testo integrale della risposta) evidenziando , tra l’altro che:

è opinione condivisa da tutte le rappresentanze UE ad Hanoi, che sia nel caso della parrocchia di Thai Ha sia nel caso della campagna di arresti di giovani cattolici nel nord Vietnam, non si sia di fronte a casi di vera e propria persecuzione religiosa in quanto tale, ma piuttosto a casi di repressione della libertà di espressione.

La libertà religiosa in Vietnam, pur non essendo di un livello equiparabile a quello di un Paese liberale occidentale, non corre - almeno al momento - un serio pericolo.

Tale considerazione è stata condivisa da Monsignor Girelli - Rappresentante non residente della Santa Sede per il Vietnam - in occasione di una visita pastorale svoltasi fra il 25 novembre ed il 6 dicembre 2011, che ha definito la situazione sul terreno, per quanto concerne la libertà religiosa, «soddisfacente», garantita ad un livello significativo e migliore di quello sperimentato in altri Paesi asiatici, pur non essendo ancora comparabile agli standard occidentali.

È ad ogni modo innegabile che accanto a questo problema stia sorgendo quello relativo alla libertà di espressione. La questione è stata sollevata anche nell'ultima sessione del Dialogo UE-Vietnam sui Diritti Umani, tenutasi ad Hanoi il 12 gennaio 2012.

Nel corso di tale sessione è stata sollevata anche la questione della promozione del rispetto dei diritti umani. Il Governo di Hanoi è stato richiamato inoltre ad assicurare l'applicazione di quanto già sancito nella stessa normativa nazionale vietnamita. Il Governo continuerà a seguire la questione della libertà di espressione in Vietnam con la massima attenzione e assicurerà anche massima vigilanza affinché a fare le spese delle tensioni scaturite da un conflitto locale, come nel caso della Parrocchia di Thai Ha, non sia la comunità cattolica globalmente intesa. Lo stesso Ministro Terzi discuterà della questione nel contesto della sua imminente missione in Vietnam, nella quale è previsto che incontri, tra gli altri, anche il Rappresentante Pontificio non residente, Mons. Leopoldo Girelli.

L’interrogazione a risposta in Commissione 5-06547 presentata dall’on. Farina  il  4 aprile 2012; nel testo si fa riferimento al rapporto annuale 2012 pubblicato dalla Commissione USA sulla libertà religiosa internazionale (USCIFR) o, con raccomandazioni al Segretario di Stato, riguardo a quali paesi debbano essere inclusi nella lista dei «Paesi a rischio» in termini di libertà religiosa, tra di essi  Myanmar, Egitto, Eritrea, Iraq, Iran, Nigeria, Corea del Nord, Sudan, Tagikistan, Turkmenistan, Uzbekistan e Vietnam. In essa si chiede se ciò corrisponda al vero; quali progressi, se esistono,siano stati fatti a proposito delle iniziative del Governo italiano presso le organizzazioni internazionali; nei rapporti bilaterali quale sia lo stato dell'arte sul tema della libertà religiosa, con particolare riferimento al Medio Oriente, e nei Paesi citati. L’iter è in corso.

l’interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-00834 presentata dall’On. Michele Vietti il 12 gennaio 2010, sulle iniziative del Governo presso le istituzioni europee ed internazionali per tutelare la libertà di culto ed i diritti dei cristiani nel mondo (dall'Iraq al Pakistan, dall'India alla Nigeria, dal Vietnam alle Filippine) alla luce dei sempre più numerosi casi di violenze contro i cristiani; ad essa il governo ha risposto il 13 gennaio 2010 sottolineando, tra l’altro, che a livello bilaterale, nel 2008 e nel 2009 sono stati compiuti passi sistematici nei confronti dei Governi dei Paesi in cui si sono verificate violenze contro i cristiani;

l’interrogazione a risposta scritta 4/01841 presentata dall’on. Riccardo Migliori il 23 ottobre 2008 sul rispetto dei diritti umani, civili e politici per i cattolici in Vietnam, a cui il governo ha risposto il 19 gennaio 2009, e l’interrogazione a risposta scritta 4/01423 presentata dall’on. Riccardo Migliori il 10 dicembre 2008 sulla espropriazione di un terreno appartenente alla Chiesa cattolica vietnamita e sul rispetto dei diritti umani, civili e politici per i cattolici in Vietnam, a cui il governo ha risposto il 26 febbraio 2009;

l’interrogazione a risposta scritta 4-00996 presentata dal sen. Marco Perduca il 14 gennaio 2009, sul blocco ad una missione in Vietnam di una delegazione del Partito Radicale deciso dalle autorità vietnamite e sulla questione del rispetto dei diritti umani. Nel testo della risposta del governo del 16 aprile 2009, si evidenzia, tra l’altro, che:

·         la vicenda va collocata in un contesto di diffidenza da parte delle autorità di Hanoi verso il Partito radicale transnazionale, organismo considerato ostile al Paese per le dure posizioni assunte nel recente passato in materia di tutela dei diritti umani in Vietnam ed in particolare per la situazione delle minoranze Montagnards degli Altipiani centrali[6].

·         La tutela dei diritti umani costituisce uno degli elementi più critici del rapporto tra il Vietnam ed i partner occidentali. La situazione nel Paese - che resta preoccupante soprattutto sotto determinati profili, come la libertà di espressione e di stampa e la situazione delle minoranze degli Altipiani nord-occidentali e, ora in misura minore, degli Altipiani centrali - ha tuttavia seguito una traiettoria positiva. (anche in materia di libertà di religione, ambito nel quale, pur permanendo severe limitazioni dovute alla natura stessa del sistema vietnamita, si sono obiettivamente registrati progressi sul piano legislativo e graduali miglioramenti sul terreno).

·         Dal 2004 il Vietnam si è infatti dotato di una nuova legislazione in materia di religione, che, pur ammorbidendo il controllo dello Stato, continua a prevedere un sistema di autorizzazioni e limitazioni. Nel novembre 2006, alla vigilia della visita del Presidente statunitense Bush in occasione del vertice APEC, il Vietnam è stato rimosso dalla lista dei Paesi of particular concern, tenuta dal Dipartimento di Stato, dove era stato inserito nel 2004 per le violazioni ai danni delle comunità protestanti non riconosciute.

·         Dal 2003 l'Unione europea, sotto l'allora Presidenza italiana, ha istituzionalizzato una formula di dialogo sui diritti umani. Tali tematiche sono anche oggetto di discussione nel quadro della Commissione mista UE-Vietnam, prevista dall'Accordo del 1995.

·         Il rispetto dei diritti umani costituisce un aspetto qualificante dei negoziati per la conclusione del nuovo Accordo di cooperazione e partenariato che proseguono con difficoltà. L'Unione europea ha proposto che nell'Accordo sia presente la cosiddetta "clausola standard", che impegna le parti a collaborare per la promozione e l'effettiva protezione dei diritti umani, anche attraverso la ratifica e l'applicazione delle pertinenti convenzioni internazionali e che prevede la possibilità di prestare assistenza tecnica, ove necessaria.

·         I round negoziali tenutisi hanno fatto emergere profonde divergenze di approccio fra le due parti. Hanoi dimostra infatti scarso interesse ad assumere impegni in settori come la good governance ed i diritti umani, ove non desidera ingerenze esterne, e attribuisce importanza prioritaria alle parti dell'accordo relative all'aiuto allo sviluppo socio-economico.

·         L'Italia, insieme ai partner comunitari, promuove il rispetto dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali anche attraverso lo strumento finanziario europeo per la democrazia e i diritti umani (EIDHR). In tale ambito nel 2008 sono stati finanziati programmi per un ammontare di 300.000 euro che hanno riguardato, tra gli altri, il sostegno ai diritti delle donne e dei minori, l'attività di sensibilizzazione per l'abolizione della pena di morte e il rafforzamento della partecipazione e della rappresentanza politica. Per il 2009 è previsto il finanziamento di ulteriori progetti ancora in corso di definizione.

l’interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-01588 presentata dall’On. Reguzzoni il 12 aprile 2011 in cui si chiede al governo quali iniziative, in particolare in ambito comunitario, intenda assumere per rendere operative misure antidumping relative all'importazione di calzature originarie della Repubblica popolare cinese e del Vietnam; ad essa il governo ha risposto il 13 aprile 2011 evidenziando, tra l’altro,  che:

·         l’Italia nel 2009 è riuscita ad ottenere il mantenimento di dazi antidumping su calzature provenienti da Cina e da Vietnam, ma il Governo si dovette impegnare a non richiedere, alla scadenza, ulteriori misure in tal senso.

·         Le preoccupazioni sia dell'industria sia del Governo sono comunque sempre state evidenziate e reiterate alla Commissione europea ed in particolare è stato chiesto alla Commissione la rapida approvazione del regolamento sull'etichettatura obbligatoria «made in», anche nell'ottica di tutelare i consumatori. E’ stato tuttavia sottolineato che, nonostante l'adozione in prima lettura di un progetto di testo da parte del Parlamento europeo, ed oggi al Consiglio UE, non ha ancora trovato l'idonea maggioranza utile per approvare il regolamento, data la contrarietà dell'attuale maggioranza degli Stati membri.

 

XV LEGISLATURA (sintesi)

I rapporti instauratisi tra il Parlamento vietnamita e la Camera dei deputati nel corso della XV legislatura evidenziano, in particolare, l’interesse dell’Assemblea Nazionale vietnamita a stabilire un contatto continuativo con la Camera. Sei sono state, infatti, le visite compiute da delegazioni parlamentari vietnamite alla Camera tra il 2006 e il 2007, con incontri che hanno riguardato, tra gli altri, l’allora Vice Presidente della Camera on. Carlo Leoni, il Questore on. Gabriele Albonetti (nella fattispecie si segnala l’incontro con una delegazione vietnamita guidata dal Vice Presidente dell’Assemblea Nazionale on. Truong Quang Duoc), nonché l’allora Presidente della Commissione esteri, on. Umberto Ranieri (con il Vice Ministro degli Esteri, Nguyen Van Tho) e la Commissione Giustizia (con una delegazione della Commissione affari sociali vietnamita). Le missioni hanno avuto un carattere formativo: le delegazioni infatti hanno preso contatto con la struttura amministrativa, approfondendo, tra l’altro, i processi di informatizzazione e di modernizzazione dell’attività parlamentare in atto alla Camera.

In ambito multilaterale, l’ASEP e l’ASEF sono state, e lo sono ancora, le sedi privilegiate di incontro tra i due Parlamenti i quali hanno costantemente inviato proprie delegazioni a tali riunioni.

Giova segnalare, altresì, che nella XV legislatura non vi sono stati disegni di legge di ratifica all’esame delle Camere.

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Da ultimo, si ricorda che nel corso della XIV legislatura, nel gennaio 2005 l’allora Presidente Casini aveva effettuato una visita ufficiale in Vietnam.


I rapporti tra l’Unione europea ed il Vietnam
(a cura dell’Ufficio Rapporti con l’Unione europea)

Nelle sue relazioni verso il Vietnam, l’UE si prefigge di:

·      promuovere lo sviluppo economico sostenibile del paese e migliorare le condizioni di vita dei più poveri;

·      incoraggiare l’integrazione del paese nell’economia mondiale e sostenere il processo di riforme economiche e sociali;

·      sostenere la transizione verso una società aperta, basata su solida governance, stato di diritto e rispetto dei diritti umani;

·      elevare il profilo dell’UE nel paese.

In particolare nel corso degli ultimi anni l’Unione europea si è impegnata ad approfondire e diversificare tali obiettivi, andando oltre la cooperazione allo sviluppo e gli scambi commerciali e puntando ad incrementare la cooperazione politica su temi di interesse globale.

In tale contesto, il 27 giugno 2012 UE e Vietnam hanno firmato un accordo di partenariato e cooperazione, che entrerà in vigore una volta sottoposto al Parlamento europeo e completato il processo di ratifica da parte degli Stati membri.

Nel frattempo le relazioni reciproche continueranno ad essere regolate dall’Accordo quadro di cooperazione, in vigore dal 1996, con l’obiettivo di incrementare gli scambi bilaterali: l’accordo, che contiene una clausola sul rispetto dei diritti umani e dei principi democratici e concede al paese il trattamento della nazione più favorita, ha istituito una Commissione congiunta, quale forum di alto livello per le discussioni su questioni politiche ed economiche.

Il nuovo accordo di partenariato e cooperazione (APC) dimostra l’impegno dell’UE a stabilire un partenariato moderno, ad ampio raggio e reciprocamente vantaggioso, che dovrebbe intensificare la cooperazione nei settori della scienza e tecnologia, dell’energia e della protezione ambientale, della cultura e del turismo. L’accordo prevede inoltre di favorire la cooperazione su temi di interesse globale, quali migrazione, cambiamenti climatici,  lotta al terrorismo e al crimine internazionale, proliferazione delle armi di distruzione di massa.

L’accordo fornirà all’UE e ai suoi Stati membri l’opportunità di incrementare coerenza e sinergie tra le diverse politiche dell’UE nonché tra le politiche dell’UE e quelle individuali dei singoli Stati membri. Governo vietnamita e UE hanno già identificato alcune priorità per azioni immediate da intraprendere sulla base delle disposizioni previste dall’accordo.

Per quanto riguarda gli ulteriori sviluppi futuri, l’UE punta a completare le disposizioni dell’APC in materia di scambi e investimenti con un’area di libero scambio. A tal fine, il 26 giugno 2012 il Commissario europeo per il commercio, Karel De Gucht, e il ministro vietnamita per l’industria e il commercio, Vu Huy Hoang, hanno lanciato ufficialmente i negoziati per un accordo sull’area di libero scambio. I negoziati copriranno un’ampia gamma di questioni, incluse l’eliminazione delle tariffe alle importazioni, scambio di servizi, barriere non tariffarie agli scambi, diritti di proprietà intellettuale e concorrenza.

Il Vietnam dovrebbe essere dunque il terzo paese della regione ASEAN[7] ad avviare negoziati per un accordo di libero scambio, dopo Singapore (marzo 2010) e Malesia (ottobre 2010).

Nel 2011 lo scambio di beni tra UE e Vietnam ha raggiunto il valore totale di 18 miliardi di euro, con 13 miliardi di euro di esportazioni dal Vietnam all’UE (vale a dire 7,6 miliardi di surplus a vantaggio del Vietnam). Il Vietnam è un esportatore importante di calzature, prodotti tessili, abbigliamento e pelletteria; l’UE esporta prevalentemente prodotti ad alto livello tecnologico, inclusi veicoli, aeromobili, prodotti farmaceutici, acciaio e dispositivi elettrici. L’UE è uno dei più grandi investitori nel paese (con quasi 1,767 miliardi di dollari che rappresentano circa il 12 percento degli investimenti stranieri nel paese).

Cooperazione allo sviluppo

A partire dagli anni ‘90 – quando la cooperazione allo sviluppo dell’UE si è concentrata sul sostegno al rientro dei rifugiati - l’UE sostiene la riduzione della povertà nel paese e la sua integrazione nell’economia mondiale. A partire da quel momento e fino al 2006, la Commissione europea ha fornito quasi 300 milioni di euro per programmi specifici nei settori dell’istruzione, salute, sviluppo rurale, governance e cooperazione economica.

Oggi il Vietnam è il maggior beneficiario asiatico per capita della Banca europea per gli investimenti, con più di 500 milioni di euro di finanziamenti negli ultimi 10 anni.

Per il periodo 2007-2013 l’assistenza bilaterale da parte della Commissione europea ammonta a 304 milioni di euro, concentrati nel settore sanitario e nel sostegno al piano nazionale di sviluppo economico e sociale:

Salute

La mortalità materna in Vietnam è stimata in 68 per 100.000 nascite. La mortalità infantile sotto I cinque anni è di 25 per 1.000 nati vivi; la malnutrizione dei bambini sotto i cinque anni è del 18 percento. Tutti questi dati indicano che il Vietnam sta facendo progressi, ma presenta ancora significative disparità nella maggior parte degli indicatori sanitari tra le regioni più povere del nord est e del centro rispetto al resto del paese. In tale settore il sostegno della Commissione europea include due progetti (uno che finanzia un fondo per le cure sanitarie ai poveri  e uno di sostegno al servizio sanitario in generale)  per un totale 70 milioni di euro. In aggiunta, nell’ambito del fondo globale per tubercoli, aids e malaria, di cui l’UE è il maggior donatore, sono stati attuati nove progetti, per un totale di 95 milioni di euro.

 

Lavoro

Dal 1975 al 2010 il Vietnam ha visto un aumento dell’età della popolazione lavoratrice (oltre i quindici anni), che si è incrementata del 136.9 percento (da 26.1 a 61.8 milioni di persone). Il tasso di occupati era del 75.2 per cento nel 2010. Per la prossima decade, si prevede che una media di 730.000 nuovi occupati entreranno nel mondo del lavoro ogni anno. Tra il 2003 e il 2011 l’UE ha contribuito con 10 milioni di euro al progetto Mercato del lavoro, attuato attraverso l’Organizzazione internazionale del lavoro e il ministro vietnamita del lavoro, degli invalidi e degli affari sociali  per sostenere lo sviluppo delle risorse umane.

 

Assistenza legata agli scambi commerciali

L’espansione del commercio è stato uno dei settori trainanti della crescita economica del paese. Negli ultimi anni, le esportazioni sono cresciute del 20 percento ogni anno e del 33 per cento nel 2011 e oggi rappresentano all’incirca i tre quarti del prodotto interno lordo. Il paese ha tuttavia ancora ampie lacune nel settore della regolamentazione, che non ha tenuto il passo con la rapida integrazione del paese nell’economia mondiale. L’UE ha sostenuto il progetto di assistenza multilaterale per il commercio, con un totale di 50 milioni di euro. Nella fase attuale il progetto sta aiutando il paese a corrispondere agli obblighi in ambito Organizzazione mondiale del commercio nonché a condurre negoziati a livello multilaterali e regionali.

 

Turismo

Il numero di turisti stranieri che visitano il paese è aumentato da 92,500 nel 1988 a oltre 6 milioni nel 2011. Attualmente l’industria turistica corrisponde al 5% del PIL ed impiega circa il 10 percento della forza lavoro totale del settore dei servizi. In tale settore l’UE prosegue nel finanziare il progetto per lo sviluppo delle risorse umane nel settore turistico.

Diritti umani

Della situazione dei diritti umani in Vietnam si è occupata la relazione annuale sull’azione dell’UE in materia di diritti umani e democrazia nel mondo per il 2011, presentata dall’Alto Rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza il 6 giugno 2012.

Come riportato nella relazione, nel 2011 l'UE ha continuato a incoraggiare il Vietnam, attraverso un dialogo regolare in materia di diritti umani, dichiarazioni pubbliche, operazioni diplomatiche e assistenza tecnica, a procedere verso una società più aperta basata sullo stato di diritto e sul rispetto dei diritti umani. In particolare, l'UE ha esortato il governo del Vietnam a eliminare le restrizioni alla libertà di espressione e ai media, come garantito dall'articolo 19 del Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici, del quale è firmatario.

L'UE ha inoltre utilizzato l'assistenza tecnica fornita nel quadro del programma Partenariato per la giustizia (co-finanziato da UE, Danimarca e Svezia con oltre 18 milioni di euro) al fine di modernizzare e rendere più professionale il sistema giudiziario. L'UE ha proseguito l'attuazione di progetti per la promozione e la protezione dei diritti umani, compresi i diritti dei bambini, dei lavoratori e dei disabili e la non discriminazione.

L'UE e il Vietnam hanno convenuto di riesaminare le modalità del loro dialogo regolare in materia di diritti umani, passando da un dialogo locale guidato dai capimissione UE a Hanoi a un dialogo potenziato basato nelle capitali e guidato da esperti in materia di diritti umani[8].

 

 


Profili biografici
(a cura del Servizio Rapporti Internazionali)

 


NGUYEN Huu Tu, Capo della Delegazione

 

NOME:

NGUYEN  HUU  TU

 

 

DATA DI NASCITA:

3 maggio 1964

 

 

NAZIONALITÀ

Vietnamita

 

 

INDIRIZZO

Group 11/2  Phu Thuong, Tay Ho  – Hanoi - Vietnam

TEL. NO.:

(84) 912346578

 

 

ISTRUZIONE

PhD in Economia

 

 

LINGUE

Inglese

 

 

ATTIVITÀ

-                 1985 – 1996 Capo della Divisione Prezzi e salari, Dipartimento politiche finanziarie, Ministero delle Finanze

-                 1996 – 1997 Capo della Divisione Politica macroeconomica, Dipartimento politiche finanziarie, Ministero delle Finanze

-                 1997 – 1998 Vice Direttore Generale, Dipartimento politiche finanziarie, Ministero delle Finanze

-                 1999 – 2007, Direttore del Dipartimento Generale, Ufficio del Comitato Centrale del Partito Comunista del Vietnam

-                 2007 – 2009, Direttore del Dipartimento Economico, Ufficio del Comitato Centrale del Partito Comunista del Vietnam

-                 2009 – …,  Vice Capo dell’Ufficio del Comitato Centrale del Partito Comunista del Vietnam

 

 

PROGETTI E STUDI

-                 “Le tempeste finanziarie nell’economia in transizione del Vietnam: il periodo 1991-2008” - Centre Emile Berhei, Research institute in management Sciences, 2008

-                 “Handbook delle politiche e delle pratiche di management delle risorse umane” Asia Pacific economies - OECD volume 2, 2003

-                 “Coprire il costo delle Aree Protette in Vietnam” - IUCN Report, May 2004

-                 “Supporto alle future missione danesi e australiane di aiuto alla fornitura di acqua e fognature in Vietnam”, 2006

-                 Project manager – Tema - "Orientamento e compiti principali nella ristrutturazione dell’economia vietnamita per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo socio-economico per il periodo 2011-2020", Code: KHBD (2012) - 15, 2012 -2013

 

 

 

 

 


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[1]    Sul tema della libertà religiosa in Vietnam la Commissione affari esteri della Camera ha svolto, da ultimo (seduta del 21 febbraio 2012), due interrogazioni,  5-05745 e 5-05876, entrambe d’iniziativa dell’on. Renato Farina.

[2]    I montagnards sono minoranze indigene di fede cattolica che vivono negli altopiani centrali vietnamiti.

[3]   Il processo intergovernativo ASEM (Asia Europe Meeting), è stato avviato nel 1996 tra i 15 Paesi membri dell'Unione europea e 10 Paesi dell'area asiatica (Brunei, Cina, Corea del Sud, Filippine, Giappone, Indonesia, Malesia, Singapore, Thailandia e Vietnam). In occasione del Vertice di Hanoi dell’ottobre 2004 sono entrati a far parte dell’organismo di cooperazione eurasiatico altri 13 paesi:Cambogia, Cipro, Repubblica ceca, Estonia, Laos, Lettonia, Lituania, Malta, Myanmar/Birmania, Polonia, Slovacchia, Slovenia e Ungheria. Al vertice ASEM di Helsinki del 2006 era stato deciso di allargare la cooperazione a: Bulgaria, Romania, India, Pakistan, Mongolia e al Segretariato ASEAN (Association of South East Asian Nations). Tale allargamento è stato formalizzato in occasione del vertice ASEM di Pechino del 24 e 25 ottobre 2008 a cui tali paesi hanno partecipato per la prima volta. Nel corso del Vertice ASEM del 2010 Australia, Nuova Zelanda e Federazione Russa, hanno partecipato per la prima volta all’esercizio e ne sono divenuti pertanto membri. Si segnala che alla riunione dell’ASEP del 2010 parlamentari del Parlamento australiano e della Camera dei rappresentanti neozelandese, nonché del Parlamento russo, sono stati invitati a partecipare come osservatori.

[4]    Si segnala, tuttavia, che il Parlamento del Myanmar/Birmania non fa parte dell’ASEP per la ferma opposizione dei rappresentanti dei Parlamenti UE manifestata in occasione della riunione di Helsinki del maggio 2006.

[5]    L'ASEF, assieme ad altre iniziative di tipo economico e politico, è parte integrante del processo intergovernativo ASEM.

[6]    Dopo le rivolte scoppiate in queste province, nel 2001 e nel 2004, il Partito radicale transnazionale ha condotto una dura campagna che aveva spinto le autorità vietnamite a chiedere, in ambito ONU, la revoca dello status consultivo all'ECOSOC del Partito, che annoverava tra i suoi membri esponenti delle minoranze Montagnards accusati da Hanoi di portare avanti un'agenda politica separatista. Al riguardo, l'Italia si era a suo tempo mobilitata in sede ONU per contrastare l'azione vietnamita ed aveva al contempo continuato un'azione di dialogo con le autorità locali, lanciando un'iniziativa di sviluppo a favore delle minoranze degli Altipiani centrali ed organizzando, d'intesa con le istituzioni locali, una articolata missione dell'allora Sottosegretario di Stato per gli affari esteri Boniver nell'area.

[7]    L’ASEAN o Association of South-East Asian Nations (in italiano: Associazione delle Nazioni dell'Asia Sud-Orientale) è un'organizzazione politica, economica e culturale di nazioni situate nel Sud-est asiatico (Birmania, Brunei, Cambogia, Filippine, Indonesia, Laos, Malesia, Singapore, Tailandia e Vietnam). È stata fondata nel 1967 con lo scopo principale di promuovere la cooperazione e l'assistenza reciproca fra gli stati membri per accelerare il progresso economico e aumentare la stabilità della regione. Il Vietnam è un partner chiave nell’ambito dell’ASEAN.

 

[8]    La prima tornata di questo nuovo dialogo potenziato in materia di diritti umani ha avuto luogo a Hanoi il 12 gennaio 2012