Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione
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Autore: | Servizio Studi - Dipartimento affari esteri | ||
Titolo: | La Conferenza di Tokyo sull'Afghanistan (8 luglio 2012) | ||
Serie: | Note di politica internazionale Numero: 110 | ||
Data: | 13/07/2012 | ||
Descrittori: |
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n. 110 – 13 luglio 2012
L’Afghanistan e
Dopo
il Vertice NATO di Chicago del 21
maggio scorso[1] incentrato sui profili di sicurezza del rapporto di
medio e lungo termine della Comunità internazionale con l'Afghanistan,
Nel loro insieme Chicago
e Tokyo costituiscono i rinnovati e più robusti pilastri fondativi della partnership internazionale con Kabul,
finalizzata a supportare lo sviluppo e la crescita sostenibile dell’Afghanistan
lungo quella che viene definita
Gli impegni assunti dai partecipanti in entrambi gli eventi sono stati costruiti sui risultati della Conferenza di Bonn (5 dicembre 2011)[2], nella quale il governo afgano e la comunità internazionale avevano rinnovato l’impegno reciproco di lungo termine in materia di governance, sicurezza, processo di pace, sviluppo sociale ed economico e cooperazione regionale.
Come si legge nella Dichiarazione di Tokyo, documento conclusivo della Conferenza (The Tokyo Declaration Partnership for Self-Reliance in Afghanistan from Transition to Transformation)[3] i partecipanti, che hanno riconosciuto il ruolo crescente di nuovi partner nonché dei paesi vicini e della regione per lo sviluppo sostenibile dell'Afghanistan, hanno introdotto in termini netti la verifica dei progressi compiuti da Kabul in tutti i settori della partnership quale precondizione per l’erogazione degli aiuti successivi.
In particolare,
§ i progressi e lo sviluppo ottenuti in svariati campi dall’Afghanistan, tra i quali educazione, salute, viabilità, elettricità, grazie al forte e costante supporto, finanziario e di altra natura, della comunità internazionale a far data dalla Conferenza di Tokyo del gennaio 2002.
§ Il paese, inoltre, ha stabilito le fondamenta di un sistema di governo democratico ed ha adottato una Costituzione che sancisce l’impegno al pluralismo ed al rispetto dei diritti umani, in particolare i diritti delle donne; resta tuttavia molto da fare in termini di sicurezza, tutela dei diritti umani, delle donne e dei minori, promozione dell'istruzione e della cultura, miglioramento della governance, riduzione della corruzione, riduzione della dipendenza dagli aiuti internazionali e promozione degli investimenti privati;
§ i reciproci impegni assunti a Bonn vengono trasformati in un framework solido e credibile incentrato sulle priorità del governo afgano indicate nel suo documento strategico Towards Self-Reliance. L'Afghanistan e la comunità internazionale istituiscono pertanto il Tokyo Mutual Accountability Framework alla base della partnership per il decennio di trasformazione (Transformation Decade);
§ la necessità di liberare il paese dai due elementi fondamentali di destabilizzazione ed insicurezza, la minaccia terroristica e la produzione e traffico di stupefacenti, che ostacolano la crescita economica e la sicurezza dell’Afghanistan non meno della stabilità internazionale;
§ i progressi compiuti nel processo di transizione, che vede dal maggio 2012 il 75% della popolazione sotto la responsabilità dell’Afghan National Security Forces (ANSF) con proiezione di completamento per la metà del 2013, dal che deriva la possibilità di procedere al ritiro di Isaf dal paese entro la fine del 2014;
§ riconosciuto che uno sviluppo forte e sostenibile non può aversi senza un buon governo a livello nazionale e sub-nazionale, il governo afghano e la comunità internazionale, attraverso il Tokyo Framework, hanno riaffermato la loro partnership per la crescita economica e lo sviluppo dell'Afghanistan in un processo di responsabilità reciproca, e trasformato il loro rapporto da “recipient and donors” in “owner and partners”.
§ Le parti hanno condiviso l'opinione che la capacità della comunità internazionale di supportare l’Afghanistan dipende dall’atteggiamento dei governo di Kabul a fronte degli impegni presi come parte della rinnovata collaborazione; oltre ad impegnarsi al rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali dei suoi cittadini, in particolare l'uguaglianza di uomini e donne, garantiti anche dalla Costituzione, il governo afgano si impegna a svolgere libere, eque, trasparenti, e inclusive elezioni nel 2014 (presidenziali) e il 2015 (parlamentari);
§
§ Il governo afgano è favorevole a proseguire l’implementazione degli NPPs nel corso del decennio di trasformazione in maniera corretta e opportuna, acconsentendo a controlli a intervalli appropriati; la comunità internazionale, per parte sua, ha ribadito l’impegno ad allineare l’80% degli aiuti con gli NPPs e a canalizzare almeno il 50% dell’assistenza allo sviluppo attraverso il bilancio nazionale del governo afghano;
§ sostenuta la necessità del rafforzamento della cooperazione economica regionale attraverso gli organismi presenti nell’area, nella Dichiarazione viene salutata con favore la decisione di concedere all’Afghanistan lo status di osservatore in ambito SCO (Shanghai Cooperation Organization)[4];
§
nella
consapevolezza che lo sviluppo di un
vivace settore privato sia
essenziale per una crescita sostenibile di lungo termine, viene evidenziata la
necessità che il governo di Kabul intraprenda ogni misura necessaria a
garantire la costituzione di un adeguato business
environment, comprensivo di adeguati quadri normativi e della necessaria dotazione
infrastrutturale.
§ viene concordata l’istituzione di un meccanismo di follow-up che consenta di rivedere gli impegni di lungo termine reciprocamente presi dall’Afghanistan e dalla comunità internazionale contenuti nella Dichiarazione di Tokyo e nel Tokyo Mutual Accountability Framework (Tokyo Framework) annesso integrante della Dichiarazione (i contenuti del quale sono di seguito richiamati). Il meccanismo, finalizzato a garantire continuità e progresso all’azione, è destinato alla verifica del rispetto degli impegni assunti dalle parti ebasati sulla nozione di responsabilità reciproca. Gli incontri di follow-up si svolgeranno a livello ministeriale ogni due anni, negli anni intermedi a livello di alti funzionari, e ad intervalli più regolari nell’ambito del meccanismo JCMB (Afghan-UN Led Joint Coordination and Monitoring Board).
The Tokyo Framework
Dopo aver richiamato, in premessa, la decisione
assunta dalla comunità internazionale alla Conferenza di Bonn (dicembre 2011),
di destinare all’assistenza all’Afghanistan from
Transition through Transformation risorse più cospicue rispetto a quelle
accordate ad altri paesi in condizioni simili, The Tokyo Framework, allegato
che integra
Il monitoraggio ha per oggetto le prestazioni in cinque grandi aree di sviluppo e di governo. Esso avrà luogo secondo un calendario di rilevazione degli indicatori elaborato dal governo afgano entro un termine prestabilito.
Vengono quindi elencati, per ciascuna area, gli obiettivi perseguiti, corredati degli indicatori iniziali destinati all’implementazione.
Le cinque grandi aree sottoposte ad osservazione, ed i relativi obiettivi, sono le seguenti:
1. elezioni e democrazia rappresentativa: conduzione di credibili, inclusive e trasparenti elezioni presidenziali (2014) e parlamentari (2015);
2. governance, Stato di diritto, diritti umani: miglioramento dell’accesso alla giustizia per tutti, in particolare per le donne, applicazione della Costituzione e delle altre leggi fondamentali, pieno accesso delle donne ai loro diritti di natura personale, economica e sociale, lotta alla corruzione e al traffico di stupefacenti, miglioramento delle capacità delle istituzioni statali;
3. integrità della finanza pubblica e del settore bancario: l’obiettivo del generale miglioramento del management in tali settori viene perseguito attraverso l’implementazione di indicatori che prevedono, tra il resto, l’attuazione nei tempi previsti del programma di governo sostenuto dal FMI, il rafforzamento della vigilanza bancaria, l’indicazione di responsabilità per la crisi della Kabul Bank;
4. entrate pubbliche, gestione del bilancio e governance a livello sub nazionale: l’obiettivo di migliorare la riscossione delle entrate del governo afgano e la capacità dei ministeri competenti di sviluppare e gestire bilanci responsabili e inclusivi di esigenze e preferenze locali viene perseguito implementando indicatori iniziali che prevedono, tra il resto, l’incremento, attraverso un miglioramento degli standard del sistema doganale ed una gestione trasparente del sistema di tassazione, del contributo delle entrate al PIL dall’11% al 15% entro il 2016 per arrivare al 19% entro il 2025;
5. crescita inclusiva e sostenuta e sviluppo: incremento della sicurezza alimentare, degli investimenti privati, delle possibilità di impiego, miglioramento del ranking dell’Afghanistan nell’indice di sviluppo umano[5].
All'inizio del “decennio di trasformazione” 2015-2024
La partecipazione italiana alla Conferenza
E’ opportuno
segnalare preliminarmente che, proprio in vista della Conferenza di Tokio, il 5
luglio scorso
A Tokio, il rappresentante italiano, il sottosegretario agli
Affari esteri Staffan de Mistura, ha
sottolineato nel proprio intervento la rilevanza del superamento del vecchio
concetto di mutuo impegno, risalente alla Conferenza di Bonn del
De Mistura ha evidenziato che in tale contesto le risorse finanziarie messe a disposizione dei progetti di sviluppo diverranno concretamente disponibili solo a fronte di concreti miglioramenti in termini di tutela dei diritti umani, con particolare riguardo ai diritti delle donne.
L’Italia – ha affermato il Sottosegretario - ha intenzione di fare la sua parte in termini di sforzi per aiutare l’Afghanistan, come dimostra l’annuncio, in occasione del Summit Nato di Chicago, di risorse molto significative a sostegno delle forze di sicurezza afgane (120 milioni di euro annui per il triennio 2015-2017)[7]; quanto al contributo alla ricostruzione e allo sviluppo economico e sociale del paese asiatico “sarà almeno allo stesso livello se non di più di quello attuale”. Tuttavia – ha dichiarato de Mistura – “tali contributi saranno messi in dubbio dai nostri Parlamenti qualora vedessimo sviluppi negativi oppure nessun miglioramento nella protezione dei diritti umani e specialmente nei diritti delle donne”[8].
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[1]
[2] Le Conference Conclusions (in lingua inglese) sono rinvenibili all’indirizzo web http://www.auswaertiges-amt.de/cae/servlet/contentblob/603686/publicationFile/162627/Konferenzschlussfolgerung_engl.pdf
[4] Attualmente in ambito SCO, di cui sono Stati membri Kazakhstan, Cina, Kyrgyzstan, Russia, Tajikistan e Uzbekistan, lo status di Paesi osservatori è riconosciuto a quattro Stati: India, Iran, Mongolia e Pakistan.
[5] I dati aggiornati al 2011 dell’Human development index posizionano l’Afghanistan al 172° posto su 187 paesi e territori considerati (http://hdrstats.undp.org/en/countries/profiles/AFG.html)
[6] Comunicato stampa del Ministero degli affari esteri del 9 luglio 2012, rinvenibile all’indirizzo web http://www.esteri.it/MAE/IT/Sala_Stampa/ArchivioNotizie/Approfondimenti/2012/07/20120709_AfghanistanConferenzaTokyo.htm
[7] Ansa, 21 maggio 2012.
[8] Le critiche circostanziate e “dal tono alquanto severo del Rappresentante italiano sul tema della condizione femminile” in Afghanistan sono state riportate anche in un articolo sull’importante quotidiano nipponico Mainichi Shimbun (9 luglio 2012).