Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Studi - Dipartimento affari esteri
Titolo: Partecipazione italiana al sesto aumento di capitale della Banca di sviluppo del Consiglio d'Europa - A.C. 5044 - Elementi per l'istruttoria legislativa
Serie: Progetti di legge    Numero: 618
Data: 27/03/2012
Descrittori:
BANCA DI SVILUPPO DEL CONSIGLIO D'EUROPA     
Organi della Camera: III-Affari esteri e comunitari

 

27 marzo 2012

 

n. 618/0

Partecipazione italiana al sesto aumento di capitale della Banca di sviluppo del Consiglio d'Europa

A.C. 5044

Elementi per l’istruttoria legislativa

 

Numero del disegno di legge

A.C. 5044

Titolo

Partecipazione italiana al sesto aumento di capitale della Banca di sviluppo del Consiglio d'Europa

Iniziativa

Governativa

Iter al Senato

No

Numero di articoli

1

Date:

 

Presentazione alla Camera

12 marzo 2012

Assegnazione

22 marzo 2012

Commissione competente

III Affari esteri

Sede

Referente

Pareri previsti

I Affari Costituzionali e V Bilancio

Oneri finanziari

 


Contenuto del disegno di legge

Il disegno di legge in esame consta di un unico articolo.

Il comma 1 dispone la partecipazione italiana al sesto aumento della Banca di Sviluppo del Consiglio d’Europa[1] che porta la quota italiana da 549.691.654 a 915.770.000 euro in conformità con quanto deciso dal Consiglio di direzione della Banca con la risoluzione n. 386 del 4 febbraio 2011.

 

Il comma 2 specifica le modalità di attuazione di tale partecipazione: l’importo di 325.114.000 euro verrà coperto mediante la sottoscrizione, senza obbligo di versamento immediato, di nuovi titoli di partecipazione, mentre la parte rimanente (40.964.000 euro) è destinata a titoli di partecipazione per l’incorporazione di riserve  nel capitale liberato.

 

In base al comma 3, la parte corrispondente ai nuovi titoli di partecipazione sarà versata, su richiesta della banca, avanzata in maniera uguale a tutti gli Stati partecipanti, solo se necessaria per far fronte ad obbligazioni di restituzione di prestiti contratti dalla stessa in conformità agli articoli V e VI del suo statuto.

Come fanno presente la relazione illustrativa e la relazione tecnica allegata, la sottoscrizione di tale quota, sostanzialmente una garanzia prestata dai sottoscrittori per accrescere la credibilità e solidità della Banca, non determina, in genere, esborsi effettivi, trattandosi di un aumento di capitale cosiddetto “a chiamata”. Per questa ragione non è stato quantificato il relativo onere finanziario.

 

Il comma 4 dispone tuttavia che agli eventuali oneri cui l’Italia dovesse far fronte per l’attuazione del provvedimento si provvederà ai sensi dell’articolo 31  della legge n. 196 del 2009 (Legge di contabilità e finanza pubblica), ossia mediante prelevamento dal fondo di riserva per le spese aventi carattere obbligatorio.

Il ddl in esame è corredato, oltre che della relazione tecnica, di una analisi tecnico-normativa e di un’analisi di impatto della regolamentazione.

L’ATN ricorda che l’Italia ha partecipato alle cinque precedenti ricapitalizzazioni, deliberate tra il 1978 e il 2001 e che la necessità del recepimento con legge del provvedimento in esame è da far risalire all’art. 80 della Costituzione che prevede l’autorizzazione delle Camera per la ratifica degli accordi internazionali.

L’AIR ricorda che la sesta ricapitalizzazione della Banca è finalizzata a sostenere i principali campi di intervento decisi nel 2006 dal Consiglio di amministrazione che riguardano il rafforzamento dell’integrazione sociale, la gestione dell’ambiente, il sostegno delle infrastrutture a vocazione sociale in alcuni settori chiave come la salute, l’istruzione e la formazione professionale.

 

La Banca di sviluppo del Consiglio d’Europa (CEB) è nata nel 1956 con finalità sociali. Inizialmente creata per contribuire alla soluzione dei problemi sociali legati alla presenza di rifugiati, dispersi o immigrati, ha esteso in seguito il suo ambito di azione avendo al centro dei propri interventi il rafforzamento della coesione sociale in Europa.

La CEB (che ha assunto la sua denominazione  attuale solo nel 1999) assiste i 40 Stati che ne fanno parte[2] nella direzione di realizzare una crescita equa e sostenibile, sostenendo progetti di investimento sociale in tre ambiti principali di intervento settoriale come più sopra ricordato: il rafforzamento dell'integrazione sociale, la gestione ambientale e il sostegno alle infrastrutture pubbliche con finalità sociali.

La Banca è dotata di un capitale sottoscritto di 3,3 miliardi di euro che, a seguito della sesta ricapitalizzazione passerà a 5,5 miliardi di euro, con un incremento del 67%. Questo aumento comporterà una incorporazione delle riserve di 246 milioni di euro nel capitale liberato, senza alcun versamento da parte degli Stati membri. La quota di capitale liberato sarà mantenuta inalterata all’11,19% del capitale sottoscritto.

I fondi propri della CEB saranno così portati da 4,9 a 6,8 miliardi di euro (con un aumento pari al 40%) alla fine del periodo di sottoscrizione che intercorre tra il 31 dicembre 2011 e il 30 giugno 2012.

L’Italia aveva, alla data del 31 dicembre 2010, una quota del 16,64% del capitale sottoscritto ed è, con Francia, Germania, uno dei maggiori azionisti della Banca. Il capitale sottoscritto dal nostro Paese ammonterebbe, a seguito di questo incremento, a 915.770.000 euro, esattamente equivalente, in proporzione, a quello attualmente detenuto.

La decisione di procedere ad un incremento del capitale della banca (il sesto) è stata adottata con una risoluzione (la n. 386 del 2011) del Consiglio di direzione della banca stessa. Il Consiglio di direzione (Governing Board) è l’organo decisionale della Banca, composto da un Presidente (attualmente il francese Raphaël Alomar) e da un rappresentante per ciascuno stato membro.

Alle sedute del Consiglio, che si riunisce di norma una volta l’anno, può partecipare direttamente il Segretario generale del Consiglio d’Europa oppure esservi rappresentato da un suo delegato. L’articolo IX dello Statuto della Banca elenca, alla Sezione 3, i compiti e le funzioni che spettano al Consiglio: esso è infatti l’organo competente a decidere in merito all’aumento o alla riduzione del capitale globale della Banca e, conseguentemente, a stabilire le quote di partecipazione dei singoli Stati membri.

Oltre ad approvare il bilancio annuale, il Consiglio di direzione ha facoltà di sospendere uno Stato membro, di emendare il testo dell’accordo istitutivo della Banca (fatta eccezione per gli obiettivi enunciati nell’articolato), di decidere in materia di controversie relative all’interpretazione e/o applicazione dell’accordo stesso, di autorizzare la stipula di intese generali di cooperazione con altri organismi internazionali. Il quorum richiesto per la validità delle deliberazioni del Consiglio direzionale è di due terzi dei membri.

Ogni Stato detiene un numero di voti proporzionale alla propria quota di partecipazione. A parte alcuni casi specifici, l’adozione di decisioni è di regola subordinata al raggiungimento di una maggioranza da parte degli Stati membri che detengono i due terzi dei voti complessivi, senza computare gli astenuti.

La Banca svolge la sua missione nel quadro di un “Piano di Sviluppo” formale, nel quale sono rintracciabili le logiche sottostanti la sua azione e che stabilisce delle linee guida per le attività nel medio termine in relazione al contesto operativo all’interno del quale essa opera. L’attuale Piano di Sviluppo copre il periodo 2010-2014.

 


 

 

 

 

 

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File: es1090_0.doc



1 La Banca trae origine dal “Fondo di ristabilimento del Consiglio d’Europa” (successivamente denominato “Fondo di sviluppo sociale del Consiglio d’Europa”, istituito il 16 aprile 1956 con risoluzione del Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa.

[2] 39 dei quali membri del Consiglio d’Europa, oltre alla Santa Sede.