Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione
(Versione per stampa)
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Autore: | Servizio Studi - Dipartimento affari esteri | ||
Altri Autori: | Servizio Rapporti Internazionali , Ufficio Rapporti con l'Unione Europea | ||
Titolo: | Missione in Croazia (Zagabria 20 - 22 marzo 2012) | ||
Serie: | Documentazione e ricerche Numero: 331 | ||
Data: | 19/03/2012 | ||
Descrittori: |
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Camera dei deputati |
XVI LEGISLATURA |
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Documentazione e ricerche |
Missione in Croazia |
(Zagabria 20
- 22 marzo 2012) |
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n. 331 |
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19 marzo 2012 |
Servizio responsabile: |
Servizio Studi – Dipartimento Affari esteri ( 066760-4939 / 066760-4172 – * st_affari_esteri@camera.it |
Hanno partecipato alla redazione del dossier i seguenti Servizi ed Uffici: |
Servizio Rapporti Internazionali ( 066760-3948 – *
1 Ufficio Rapporti con l’Unione europea ( 066760-2145 – * cdrue@camera.it |
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File: Es1075.doc |
INDICE
Programma della
missione
§
Scheda politico-istituzionale
Scheda Paese (a cura del Ministero degli Affari esteri)
La collettività di origine italiana in Croazia (a cura del
Ministero degli Affari esteri)
Contenzioso sulla restituzione dei beni immobili degli esuli
in Croazia (a
cura del Ministero degli Affari esteri)
Le reti transeuropee (a cura del Ministero degli Affari esteri)
Rapporti parlamentari
con la Croazia (a cura del Servizio
Rapporti internazionali)
L’adesione della Croazia
all’Unione europea (a cura dell’Ufficio
Rapporti con l’Unione europea)
Profili biografici
Zoran Milanovic, Primo Ministro (a cura del Ministero degli Affari
esteri)
Daniel Mondekar, Presidente della Commissione per
l’integrazione europea del Parlamento croato (a cura del Ministero degli Affari
esteri)
Josko Klisovic, Viceministro degli Affari esteri ed europei (a cura del
Ministero degli Affari esteri)
Jadrabka Kosor, Vicepresidente del Parlamento Croato e Leader del Partito Cristiano democratico-HDZ
(a cura
del Servizio Rapporti Internazionali)
Milorad Pupovac, Presidente
della Commissione per gli Affari Esteri (a cura del Servizio Rapporti Internazionali)
Vesna Pusic, Ministro
degli Affari Esteri ed Europei (a cura del Ministero degli
Affari esteri)
Furio Radin, Deputato per
la minoranza italiana- Presidente della Commissione parlamentare diritti
dell’uomo e delle minoranze nazionali e del Gruppo di amicizia Croazia-Italia (a cura del
Servizio Rapporti Internazionali)
Boris Šprem, Presidente
del Parlamento croato (a cura del Servizio Rapporti Internazionali)
Pubblicistica
§
G.Casa ‘Il
freddo abbraccio della Croazia all’Ue’, in: AffarInternazionali, 31 gennaio 2012
§
L. Zanoni ‘La
Croazia vota sì all’UE’, in: Osservatorio
Balcani e Caucaso, 23 gennaio 2012
§
A. Remiddi ‘La
Croazia svolta a sinistra ed entra in Europa’, in: Limes, 14 dicembre 2011
§
R. Pennisi ‘Croazia
e Slovenia dopo la prova elettorale’, in: Aspenia, 12 dicembre 2011
§
D. Hedl ‘Elezioni
Croazia: Kukuriku sposta il Paese a sinistra’, 5 dicembre 2011
Allegati
§
Componenti della Commissione Integrazione
europea del Parlamento croato
§
Componenti della Commissione Affari esteri del
Parlamento Croato
Il quadro istituzionale
Dal punto di vista della
forma di governo, la Croazia, resasi indipendente dalla Jugoslavia nel giugno
1991, appare unire alcuni tratti del sistema semipresidenziale e alcuni tratti
del sistema parlamentare.
Infatti, il Presidente
della Repubblica è eletto a suffragio universale diretto con un sistema a
doppio turno per un mandato di cinque anni rinnovabile. Il Presidente nomina il
primo ministro (per consuetudine il leader del partito di maggioranza in
Parlamento) che deve ricevere la fiducia del Parlamento. Il primo ministro
nomina a sua volta i ministri. Il Parlamento è, a seguito della riforma del
2001 che ha abolito la Camera delle province, monocamerale: il Sabor è composto
da 153 deputati, eletti per quattro
anni, dei quali 140 sono eletti con un sistema proporzionale a liste chiuse,
otto sono eletti con sistema maggioritario in rappresentanza delle minoranze
nazionali e cinque con sistema proporzionale dai cittadini croati residenti
all’estero.
Per Freedom House, la
Croazia è uno “Stato libero”, in possesso dello status di “democrazia
elettorale” mentre secondo il Democracy
Index 2011 dell’Economist Intelligence Unit la Croazia è una “democrazia
difettosa” (cfr. infra “Indicatori
internazionali sul paese”).
Per quel che concerne la
condizione di effettivo rispetto delle libertà politiche e civili, in base alle
valutazioni di osservatori internazionali, le libertà di espressione e di
stampa, così come quelle di associazione e di manifestazione appaiono tutelate
e garantite in concreto, per quanto si siano registrati negli ultimi anni casi
di omicidi di giornalisti che stavano investigando su casi di corruzione. Anche
la libertà religiosa è effettivamente garantita, sia pure in presenza di alcuni
episodi di vandalismo nei confronti della Chiesa serba-ortodossa e nonostante
sia ancora in atto un contenzioso per il recupero da parte delle confessioni
religiose non cattoliche dei beni confiscati durante il regime comunista
jugoslavo. Anche il rispetto per i diritti delle minoranze è significativamente
migliorato negli ultimi anni, anche se la minoranza serba risulta ancora
sottorappresentata nella politica e nell’amministrazione croata e i rom vivono
situazioni di disagio economico e sociale.
Infine, risultano
caratterizzati ancora da una certa lentezza i procedimenti giudiziari per
crimini di guerra commessi nel corso della guerra civile degli anni 1991-1995.
La situazione politica e socio-economica
Presidente della
Repubblica croata è, dal 18 febbraio 2010, Ivo
Josipovic (n. 1957), del partito socialdemocratico SDP mentre primo
ministro è, a seguito delle elezioni del dicembre 2011, Zoran Milanovic (n. 1966), del partito socialdemocratico.
Le elezioni parlamentari
del 4 dicembre 2011 hanno infatti visto l’affermazione della coalizione di
centro sinistra “Alleanza per il cambiamento”.
L’adesione all’Unione europea e la situazione economica
Il 22 gennaio 2012 i
croati hanno approvato a grande maggioranza l’ingresso del loro paese
nell’Unione Europea. I tre quarti degli elettori, vale a dire il 66,67 per
cento, ha votato a favore dell’adesione, mentre il 33,33 per cento ha votato
no. Se anche gli Stati membri dell’Unione ratificheranno il Trattato dal 1°
luglio 2013 la Croazia diventerà il ventottesimo Stato membro dell’Unione.
La partecipazione è stata
tuttavia scarsa, fermandosi al 43,54 per cento. La quasi totalità dei partiti
politici croati si sono espressi favorevolmente all’adesione. Tuttavia il
sostegno dell’opinione pubblica croata all’ingresso nell’Unione europea, che,
in base ai sondaggi, alla presentazione della domanda di adesione nel 2003
raggiungeva l’80 per cento si è andato progressivamente riducendo, arrivando a
scendere sotto il 50 per cento nell’aprile 2011, qualche giorno dopo la
condanna per crimini di guerra da parte del Tribunale internazionale per i
crimini nella ex-Jugoslavia dell’ex-generale croato Ante Gotovina (Gotovina
arrestato in Spagna nel 2005 è stato condannato il 15 aprile 2011 a 24 anni di
carcere per i crimini commessi durante la riconquista croata della Krajina a
maggioranza serba nel 1995). Proprio l’esigenza di realizzare una piena
collaborazione da parte croata con il Tribunale internazionale ha contribuito a
rallentare i negoziati di adesione, creando altresì disagio in parte
significativa dell’opinione pubblica croata, che ha accusato l’Unione europea
di volere considerare la guerra di indipendenza nazionale tra il 1991 e il 1995
e in particolare la riconquista della Krajina nell’estate del 1995 alla stregua
di un’impresa criminale. A rallentare i negoziati è stata poi la disputa di
confine con la Slovenia sulla baia di Pirano, disputa superata solo con
l’accordo di Stoccolma del 2009, che ha rimesso la soluzione della disputa ad
un tribunale arbitrale internazionale (l’accordo è stato ratificato dai
Parlamenti dei due paesi ed in Slovenia approvato anche con referendum nel
giugno 2010). La campagna referendaria è stata poi influenzata dalla crisi economica
dell’Eurozona. Parte dell’opinione pubblica croata teme che le attuali
difficoltà finanziarie dell’Unione europea si tradurranno in un minore afflusso
di fondi strutturali per l’economia croata, con un impatto ridotto rispetto
alle aspettativa (ed anche rispetto a quanto avvenuto per altri nuovi Stati
membri, come la Polonia) sulle prospettive di crescita dell’economia nazionale.
Si prevede comunque che tra il 2103 e il 2015 la Croazia riceverà circa 3,5
miliardi di euro di fondi strutturali.
Al centro dell’attualità
politica croata è anche, più in generale, la situazione economica, che si
caratterizza per un debito pubblico superiore al 100 per cento del PIL, una
crescita economica stimata per il 2011 allo 0,5 per cento ed una disoccupazione
del 17,4 per cento. Nel programma elettorale della coalizione vincitrice delle
elezioni rientra la lotta alla corruzione, il sostegno alla crescita economica
attraverso la defiscalizzazione degli utili reinvestiti e la riduzione degli
oneri contributivi per le nuove assunzioni.
La Croazia dopo l’indipendenza
La vicenda politica croata
successiva alla fine della guerra civile jugoslava nel 1995, ha conosciuto un
momento di cesura con la morte del presidente e leader dell’indipendenza croata
Franjo Tudjiman, fondatore del partito di destra HDZ, nel 1999, il cui stile di
governo si era caratterizzato per tendenze autoritarie e centralizzatrici, con
una riduzione della libertà di stampa e delle autonomie locali. Le successive elezioni
sia parlamentari sia presidenziali del 2000 videro per la prima volta
dall’indipendenza la sconfitta della destra nazionalista e la vittoria dei gruppi
dell’opposizione coalizzati attorno ai partiti riformisti di centrosinistra.
Ivica Račan, presidente del partito socialdemocratico, diventò primo
ministro con un programma orientato in senso decisamente europeista, di
riconciliazione nazionale, di lotta alla corruzione e di riforma democratica
delle istituzioni; nelle successive elezioni presidenziali, sempre nel 2000,
risultò vincitore Stipe Mesić, che promosse immediatamente una stretta
collaborazione con il Tribunale internazionale dell’Aia per i crimini di guerra
nella ex Iugoslavia, segno della volontà della nuova Croazia di porre fine a un
decennio di guerre e di nazionalismi. L’orientamento europeista fu anche alla
base del profondo rinnovamento delle forze di centrodestra avviato all’indomani
della morte di Tudjiman e portato avanti da Ivo Sanader, che nelle elezioni del
2003 guidò l’HDZ alla riconquista della maggioranza parlamentare e subentrò a
Račan nella carica di primo ministro. La coalizione di centrodestra fu
confermata nelle elezioni del 2007. Dimessosi Sanader nel luglio 2009, gli
subentrò nella carica di primo ministro la collega di partito Jadranka Kosor,
che ha ricoperto tale incarico fino alle elezioni del dicembre 2011. Le
presidenziali del 2010, invece, hanno visto il successo del candidato del
centrosinistra Ivo Josipović.
Nel 2008 la Croazia è
entrata nella NATO.
Indicatori internazionali sul paese[1]:
Libertà politiche e civili:
“Stato libero” (Freedom House); “democrazia difettosa” (2011: 53 su 167; 2010:
53 su 167 Economist)
Libertà di stampa: 62 su 178
Libertà di Internet -
Libertà religiosa: assenza
di eventi significativi (ACS); generale rispetto nella pratica (USA)
Libertà economica: Stato
“parzialmente libero” (82 su 179)
Corruzione percepita: 2011:
66 su 183; 2010: 62 su 178
Variazione PIL 2009: - 5,8
per cento 2010: - 1,3 per cento (stima);
Fonti: The Statesman’s
Yearbook 2011, IFES, Freedom House, CIA World Factbook,
Enciclopedia Treccani.
RAPPRESENTANZE DIPLOMATICHE
Ambasciatore d’Italia a Zagabria, Ambasciatore di Croazia in Italia |
Emanuela D'ALESSANDRO (dal 25 ottobre 2011) Tomislav VIDOŜEVIC (dal
gennaio 2006) |
Presidente del
Parlamento croato (Sabor) |
Boris ŠPREM, eletto il 22
dicembre 2011 (Partito Social Democratico) |
XVI
Legislatura
Deputati eletti all’estero |
Nella XVI legislatura, il deputato Aldo Di Biagio (FLI), residente a
Zagabria, è stato eletto per la Circoscrizione Estero-Europa.
Nel
febbraio 2009, Aldo Di Biagio ha scritto al Presidente Fini per informarlo
della costituzione dell’Associazione di amicizia parlamentare Italia-Croazia,
la cui riunione costitutiva si è tenuta il 12 febbraio 2009. Si tratta di
un’associazione spontanea ed informale che conta deputati e senatori
appartenenti alle varie forze politiche.
Incontri bilaterali |
Il
29 febbraio 2012 il Presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha ricevuto il
Presidente del Parlamento croato (Sabor) Boris Šprem[4]. Della delegazione croata facevano inoltre parte l’On.
Milorad Pupovać, Presidente della Commissione per gli Affari Esteri,
l’On. Furio Radin, Presidente della Commissione per i diritti umani e
per i diritti delle minoranze nazionali, l’On. Gordan Jandroković,
Vice Presidente della Commissione per l'Integrazione Europea (ed ex Ministro
degli esteri), l’On. Tanja Vrbat, Deputato al Parlamento Croato.
All’incontro era presente anche l’on. Aldo Di Biagio.
Il
Presidente Fini ha, in particolare, rilevato che l’Unione europea sta
attraversando una fase di difficoltà dovuta anche alla diffidenza dimostrata
dai popoli europei nei confronti dell’Europa stessa. Ha quindi richiamato
l’opportunità di migliorare le strutture europee. Il Presidente Sprem, dopo
aver ringraziato l’Italia per la pronta ratifica dell’Accordo, ha osservato che
l’ulteriore allargamento dell’UE può essere la via giusta per affrontare le
difficoltà attuali. Ha altresì osservato che un equo coordinamento e la fiducia
reciproca sono elementi importanti. Il Presidente Fini ha, a sua volta,
rilevato come la UE aiuti a garantire il rispetto del rigore da parte degli
stati europei anche se ciò comporta notevoli sacrifici da parte dei cittadini
europei. Il Presidente Fini ha inoltre osservato che una costruzione a 28
soggetti richiede un forte coordinamento e che, tuttavia, l’idea di un
direttorio europeo contrasta con quella di Unione europea. Rispetto alla
concessione dello status di candidato
alla Serbia, il Presidente della Commissione esteri Pupovać ha ribadito
che il suo paese è favorevole a tale candidatura. Il Presidente Sprem ha infine
richiamato la necessità di dedicare una maggiore attenzione ai problemi della
Bosnia-Erzegovina e ha, infine, ricordato l’impegno del governo croato a favore
della minoranza italiana.
Il
21 settembre 2010 il Presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha compiuto una
visita ufficiale in Croazia[5]. Della delegazione italiana
faceva parte l’On. Aldo Di Biagio (FLI). Nel corso della visita il Presidente
Fini ha avuto colloqui con l’allora Presidente del Parlamento della Croazia, Luka Bebić, con l’allora Capo del
Governo, Jadranka Kosor, con l’allora
Vice Presidente del Sabor e Presidente della Commissione Affari Europei, Neven Mimica e con l’allora Presidente
della Commissione Affari Esteri, Frano
Matušić. Il Presidente Fini si è recato altresì nella città di Pola,
dove ha incontrato i vertici dell’Unione Italiana e la Comunità italiana.
Nel corso dell’incontro con
il Presidente del Sabor croato Bebić,
il Presidente Fini, dopo aver ricordato una sua precedente visita nel paese nel
2003 come componente della Convenzione europea, ha in particolare sottolineato
il pieno sostegno dell’Italia
all’integrazione UE della Croazia nella convinzione anche che alcune
questioni non possano essere considerate solo nazionali. Il Presidente Fini ha
ribadito, quindi, che l’obiettivo
dell’ingresso della Croazia nell’UE nel primo semestre 2011 è fermamente
sostenuto dall’Italia. Nondimeno, si è soffermato sul fatto che per i futuri
candidati gli esami sono molto più rigorosi rispetto agli allargamenti
precedenti, circostanza questa ritenuta criticabile e non opportuna. Il
Presidente Fini ha poi fatto riferimento alle innovazioni introdotte dal
Trattato di Lisbona che attribuisce un ruolo maggiore ai Parlamenti nazionali
ed ha comunicato la disponibilità della Camera dei deputati a promuovere forme
di collaborazione e di consultazione preventiva tra le due amministrazioni
(progetto questo che è stato sottoposto all’attenzione del Presidente del
Parlamento sloveno Gantar e, se opportuno, ha ipotizzato la stipula di un
Protocollo). Il Presidente Bebić, da parte sua, ha ricordato la visita
in Molise (dove risiede una minoranza linguistica croata) da lui compiuta
nel 2009 ed ha auspicato il sostegno finanziario anche per la minoranza croata
che risiede in alcuni comuni dell’Italia settentrionale[6]. Ha quindi ricordato gli ottimi rapporti economici bilaterali citando
gli investimenti italiani nell’industria
dell’acciaio e in quella dei fertilizzanti (VuKovar), ed ha prospettato
possibili sviluppi futuri nei settori dell’energia e dei trasporti. Bebić
ha poi sottolineato che il Parlamento croato ha approvato 250 leggi per
adeguarsi agli standard europei (altre 11 sono in via di approvazione, di
queste 5 sono di modifica
costituzionale) ed ha altresì evidenziato che il maggior problema è
costituito dalla giustizia (lotta alla corruzione e criminalità organizzata).
Ha quindi ricordato l’approvazione della
legge che attribuisce il doppio voto
alle minoranze e riconfermato il supporto alla strategia della macro
regione adriatico-ionica avanzata dall’Italia. (Si ricorda che all’incontro
erano presenti l’Ambasciatore croato in Italia Vidosevic, l’On. Furio Radin e
l’On. Željka Antunović Vice Presidente).
Con il Vicepresidente
del Sabor e Presidente della Commissione Affari Europei, Neven Mimica, con il Presidente della Commissione Affari Esteri, Frano Matušić, e il Vicepresidente
Sicula, il Presidente Fini ha sottolineato il suo impegno a sì che il
Parlamento italiano sia tra i primi a ratificare il Trattato di adesione della
Croazia all’UE. Ha quindi sottolineato i rispettivi vantaggi conseguenti
all’adesione alla luce anche dei comuni interessi e alla opportunità futura di
fare fronte comune su questioni importanti per entrambi paesi come il corridoio
V e la tutela dell’Adriatico e la strategia per una macro regione
adriatico-ionica. Ha quindi ribadito l’interesse italiano e dell’UE per la
stabilizzazione dei Balcani. Il Vicepresidente Mimica oltre a ricordare gli
sforzi compiuti dal parlamento croato ai fini dell’adeguamento (impegno
sottolineato anche dall’On. Matušić), ha raccomandato la rapida ratifica
del Trattato da parte del Parlamento italiano (che è stato tra i primi a
ratificare quello di adesione alla NATO). Il Presidente Fini ha espresso anche
apprezzamento per la legge sul “doppio
voto” attribuito alle minoranze etniche in Croazia ed evidenziato i valori
europei, i progetti europei e dei nuovi mezzi di comunicazione per avvicinare i
popoli, superare le barriere statali e
abbattere i nazionalismi.
Nel corso del colloquio con
la Premier Kosor, quest’ultima ha
rilevato che obiettivo della Croazia è di firmare il Trattato di adesione entro
il turno di presidenza ungherese, anche se dovranno essere affrontate prima del
traguardo questioni difficili come la privatizzazione dei cantieri navali (che
stanno affrontando una grave crisi), la riforma della giustizia, la lotta alla
corruzione. Ha quindi ricordato gli ottimi rapporti bilaterali e i continui
contatti che il governo croato ha con la minoranza italiana in Croazia e citato
la legge sul “doppio voto”. Il Presidente Fini ha rinnovato il sostegno
italiano all’adesione e si è detto compiaciuto per la determinazione con cui
tale obiettivo viene perseguito dalla Croazia ritenendo che sia importante da
parte dei partners europei mantenere gli impegni presi con Zagabria. Ha infine
manifestato apprezzamento per gli impegni presi a favore della minoranza
italiana e ricordato al contempo la sentenza della Corte suprema croata
sull’indennizzo dei beni espropriati.
A Pola il Presidente Fini, accompagnato
anche dall’On. Furio Radin, ha incontrato il Presidente della Giunta Esecutiva
dell'Unione Italiana, Maurizio Tremul, il Sindaco di Pola, Miletić Boris
ed i rappresentanti della comunità italiana. Nel corso dei colloqui è stato
espresso apprezzamento all’Italia per aver ripristinato il finanziamento alla
minoranza italiana nel il 2010 e sono stati presentati i vari progetti a favore
della minoranza (centro anziani e centro per i giovani); è stata evidenziata
altresì la necessità di una norma per il finanziamento permanente della
minoranza italiana (di cui il Presidente Fini da parte sua ha riconosciuto
l’opportunità) e di creare un coordinamento comune tra Comunità italiana e
Federazione degli esuli.
Il
29 aprile 2010 a Bari, il Presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha
incontrato l’allora Presidente del
Parlamento della Croazia, Luka Bebić, a latere della VIII riunione dei Presidenti dei Parlamenti
dell’Iniziativa Adriatico-Ionica.
I rapporti bilaterali e la
crisi greca (rispetto alla quale il Presidente Bebić ha ribadito la
necessità di regole a livello UE) sono stati tra i temi del colloquio.
Bebić ha quindi sottolineato che il suo paese ha donato la traduzione
dell’acquis comunitario europeo ai
paesi vicini in occasione della Conferenza di Brdo ed evidenziato che Zagabria
sta portando avanti negoziati con la UE da sette anni. Ha quindi richiamato
l’importanza della IAI e la necessità di un ulteriore impulso che deve venire
dall’Italia (a cui non verrà meno l’impegno della Croazia a favore di una
macroregione adriatica), oltre a sottolineare l’appartenenza della Croazia
all’area danubiana. Nel corso dell’incontro il Presidente Bebić ha,
inoltre, ricordato la missione in Molise compiuta dalle delegazioni italiana e
croata dell’OSCE in aprile e ricordato che il 2010 è l’anniversario dell’arrivo
in Molise dei croati nel ‘500 in fuga dalle invasioni turche (ha ricordato che
tale evento verrà ricordato con una “Maratona delle lađe”,
tradizionali barche croate, da
Ploče a Termoli ed ha invitato il Presidente Fini).
Il 15
aprile 2010 il Presidente della
Camera Fini ha ricevuto l’Ambasciatore della Croazia in Italia Tomislav Vidošević.
Nel corso del colloquio il
Presidente Fini ha anticipato all’Ambasciatore che si recherà in Croazia il
prossimo 21 settembre. L’Ambasciatore croato dopo aver ricordato che il 30
giugno prossimo è prevista la visita del Ministro Frattini a Zagabria, ha sottolineato
che l’Italia è il primo partner commerciale della Croazia (forte presenza
imprenditoriale ma scarsi investimenti). Ha quindi evidenziato che gli
imprenditori privilegiano i rapporti con la Serbia in quanto possono sfruttare
l’accordo commerciale serbo-russo che apre loro le porte del mercato russo.
Vidošević dopo aver fatto riferimento al fatto che la
Croazia sostiene l’avvicinamento della Bosnia-Erzegovina e della Serbia all’UE,
ha richiamato il recente accordo con la Slovenia sui confini. Ha espresso
altresì apprezzamento per la visita alla minoranza croata in Molise delle
delegazioni croata e italiana dell’Assemblea parlamentare dell’OSCE guidate
rispettivamente dal Presidente Picula e Migliori (e ha auspicato una futura vista alla minoranza italiana in Croazia).
E’ stato quindi sollevato il problema delle vie di collegamento ed in
particolare a quello ferroviario tra Trieste e Fiume oltre alla questione della
collaborazione energetica. L’Ambasciatore ha infine sollecitato la ratifica
dell’Accordo culturale bloccato per problemi di copertura.
Il 19
ottobre 2009 il Presidente della
Camera Fini ha incontrato l’allora Presidente
del Parlamento croato Luka Bebić in visita ufficiale in Italia[7]. Della
delegazione facevano parte anche Željka Antunović, Vice Presidente del
Parlamento croato, Furio Radin, deputato al Parlamento Croato per la minoranza
italiana e Vesna Buterin, Deputato al Parlamento Croato (HDZ Unione Democratica
Croata).
Nel corso del colloquio il
Presidente Bebić ha sottolineato l’importante appoggio italiano per
l’adesione della Croazia alla NATO e il supporto continuo per l’adesione
all’UE. Ha quindi evidenziato l’impegno del Parlamento croato, in vista del
futuro ingresso nella UE, che ha approvato negli ultimi mesi, ai fini dell’adeguamento
normativo, 180 leggi; ha altresì osservato come la Croazia sostenga parimenti
l’ingresso nella UE di tutti i paesi dei Balcani. Ha quindi fatto riferimento
al ruolo delle minoranze nel paese. Radin, da parte sua, ha richiamato la
necessità di attribuire risorse aggiuntive per le minoranze italiane
all’estero. Il Presidente Fini ha fatto poi cenno alla questione della
restituzione dei beni agli esuli e degli indennizzi, in merito alla quale il
Presidente Bebić ha annunciato la presentazione di una legge in conformità
alla normativa europea per equiparare i diritti dei cittadini i cui beni sono
stati espropriati. Anche il ruolo del mar Adriatico e la comunità croata in
Molise sono stati trattati nel colloquio.
Incontri delle Commissioni |
Il 9 novembre 2010
l’Ambasciatore Vladimir Drobnjak, Capo negoziatore della Repubblica di
Croazia per l’Unione europea, ha incontrato il Presidente della Commissione
affari esteri, On. Stefano Stefani e
il Presidente della Commissione Politiche dell'Unione europea, On. Mario Pescante. La fase negoziale
della Croazia e il percorso di avvicinamento all’UE sono stati i temi dei
colloqui.
Il 17 febbraio 2010 si è
svolta presso la Commissione esteri
l’audizione dell’allora Sottosegretario
di Stato agli affari esteri, Alfredo Mantica, sulla situazione nei Balcani occidentali.
Rispetto alla Croazia, il Sottosegretari ha evidenziato che esiste un rapporto di
“diplomazia rafforzata” con la Croazia che prevede incontri tra Ministri (così
come per la Slovenia). Per quanto riguarda il processo di adesione all’Europa
ha evidenziato che la Croazia è «sul filo di lana» per raggiungere l'obiettivo
e affermato che la speranza è che entro la fine del 2010 si possa pensare a una
Croazia che aderisce all'Unione europea.
Si segnala che il 4 giugno 2008
presso la Commissione esteri sono stati resi noti i risultati della missione a
Bruxelles (26-27 maggio 2008) in occasione della Riunione interparlamentare sui Balcani occidentali a cui hanno
partecipato, in rappresentanza della Camera, Fiamma Nirenstein (PdL) e Mario
Barbi (PD); al centro dei lavori della Riunione si è collocato il nodo
kosovaro.
Si segnala che nella precedente
legislatura una delegazione della Commissione
Affari esteri, guidata dal Presidente Umberto Ranieri aveva effettuato una missione in Croazia (25 - 27 marzo 2007); della delegazione
facevano parte i deputati Raffaello De Brasi (Ulivo) e Marco Zacchera
(AN). La visita si era incentrata sul processo di integrazione euro-atlantica
della Croazia, sin dall'incontro con la Commissione Esteri, ove era stata
innanzitutto evidenziata l'unanimità delle forze politiche croate per il
conseguimento nei tempi più brevi di tale obiettivo. Dopo essere stata ricevuta
dall’allora Vice Presidente del
Parlamento Bebic, la delegazione aveva incontrato anche la Commissione per i diritti umani e le
minoranze, presieduta dal deputato che rappresenta la minoranza italiana, Furio
Radin. La delegazione italiana ha concluso gli incontri parlamentari con gli
esponenti del principale partito di opposizione, quello socialdemocratico
onorevoli Zelika Antunovic e Tonino Sicula. La delegazione italiana era stata
poi ricevuta, dal Presidente della Repubblica, Stipe Mesic, dal Ministro degli Esteri, Grabar Kitarovic e dal Primo
Ministro Sanader. In particolare il
Ministro Grabar-Kitarovic aveva confermato
l'impegno per la denazionalizzazione dei beni, nonché per il versamento
dell'indennizzo stabilito nel Trattato di Roma del 1983. Nel corso della
visita, la delegazione italiana ha altresì incontrato i vertici dell'Unione Italiana.
Sedi
multilaterali |
L’allora Presidente del Parlamento Luka Bebić ha preso parte alla Conferenza dei Presidenti dei Parlamenti
dell’Unione europea che si è svolta a Bruxelles dal 3 al 5 aprile 2011 e a cui ha partecipato il Presidente della
Camera Fini.
La Croazia invia delegazioni alle Assemblee parlamentari del Consiglio d'Europa, della NATO (il 1° aprile 2009 la Croazia è
entrata ufficialmente a far parte dell'Alleanza atlantica), dell'OSCE e dell'INCE.
·
Il 5 e 6
maggio 2011 si è svolta la visita in Croazia (nelle province
Primorsko_Goranska e Istria) della delegazione parlamentare OSCE composta dagli
onn. Migliori, Mecacci, Guglielmo Picchi e dal Sen. Mauro Del Vecchio. La
delegazione italiana è stata accompagnata nei vari incontri da quella croata,
composta dagli onn. Picula, Mario Zubović, Romana Jerković e Furio
Radin. Hanno altresì partecipato alla visita il Rappresentante speciale
dell’Assemblea OSCE per l’Europa sud-orientale, Roberto Battelli, l’ambasciatore
italiano in Croazia, Alessandro Pignatti Morano Di Custoza, nonché l’ambasciatore
croato in Italia, Tomislav Vidošević. La visita, che ha fatto seguito ad
una precedente missione svolta in Italia (vedi
infra), aveva l’obiettivo di rafforzare la cooperazione nelle questioni
inerenti le minoranze nazionali.
·
Il 19 aprile
2011, in preparazione della missione in Croazia, il Presidente della
Delegazione italiana presso l’Assemblea parlamentare dell’OSCE, on. Riccardo Migliori, ha incontrato l'Ambasciatore
della Repubblica di Croazia, S.E. Tomislav Vidosevic.
·
Dal 9 all’11 aprile 2010 le delegazioni italiana e croata presso l’Assemblea
Parlamentare dell’OSCE hanno
visitato alcuni comuni del Molise
con minoranze linguistiche croate. La delegazione italiana era rappresentata
dall’on. Riccardo Migliori (PdL)[8], Presidente della delegazione italiana e dal
senatore Nino Randazzo (PD). Della delegazione croata facevano parte l’on.
Tonino Picula (SDP, Partito social democratico di Croazia), Presidente della
delegazione croata e dall’on. Frano Matusic (HDZ, Unione democratica croata),
Presidente della Commissione Affari esteri del Parlamento croato. La
delegazione croata era accompagnata anche dall’Ambasciatore della Croazia in
Italia Tomislav Vidošević.
·
Il 14
ottobre 2008 e il 28 aprile 2009
il Presidente della Delegazione italiana presso l’Assemblea parlamentare dell’OSCE, on. Riccardo Migliori, ha incontrato l'Ambasciatore della Repubblica di
Croazia, S.E. Tomislav Vidosevic.
·
Il 7 aprile
2011 si è riunita a Roma, presso la Camera dei deputati, la Commissione Generale Politica della
Dimensione parlamentare dell’InCE.
Ha partecipato ai lavori l’on. Milorad Pupovać, accompagnato
dall’Ambasciatore Vidosević.
·
Si segnala che dal 20 al 22 settembre 2009 si è riunita a Zagabria presso il
Parlamento croato la Commissione Generale Affari economici dell’INCE a cui ha partecipato l’on. Maurizio Fugatti (LNP), componente
della delegazione parlamentare italiana presso l’Assemblea Parlamentare
dell’INCE.
Si segnala che il sen. Pietro
Marcenaro (PD) componente della delegazione italiana presso l’Assemblea Parlamentare del Consiglio
d’Europa è stato nominato relatore per
la medesima Assemblea ed ha presentato una relazione
nei primi mesi del 2011 su “Riconciliazione
e dialogo politico nei paesi della ex Jugoslavia” che ha portato
l’Assemblea del CdE all’adozione della risoluzione n. 1786 e della
raccomandazione n.1954.
Nel memorandum presentato in
occasione della sua partecipazione a Belgrado il 6 settembre 2010 alla
conferenza su “Peace-building nei paesi
della ex Jugoslavia”, risulta che, secondo le stime fatte, i conflitti
interetnici tra il 1991 e il 1995 nei Balcani sono costati la vita a 140.000
individui. Si evidenzia inoltre che tra le questione ancora pendenti che
condizionano la riconciliazione e il
dialogo politico vi sono: la questione degli oltre 14.000 dispersi (il problema riguarda in particolare la Bosnia dove
11.426 sarebbero i dispersi); i 340.808
individui sfollati (la maggioranza in Serbia) e oltre 120.000
i rifugiati; 26.000 individui sono stati cancellati dai pubblici registri
in Slovenia nel 1992 in quanto non avevano presentato domanda per avere una
residenza permanente all’indomani della dichiarazione di indipendenza; a ciò si
aggiungono le dispute territoriali
come quelle tra la Bosnia e la Croazia, tra la Croazia e la Serbia, e tra la
Bosnia e la Serbia. Nel testo si afferma che ai fini della riconciliazione è
necessario individuare le responsabilità
individuali e quindi procedere alle indagini e ai processi dei crimini di
guerra collaborando con il Tribunale Internazionale per la ex Jugoslavia;
altrettanto importante è la costituzione
di una “Commissione per la verità e la riconciliazione”. In generale il
memorandum rileva che la prospettiva europea per questi paesi potrebbe essere
l’incentivo più importante per il successo del processo di riconciliazione
nella ex Jugoslavia. In conclusione si afferma che obiettivo della relazione è
di offrire un contributo costruttivo ai fini della riconciliazione della
regione; il rapporto sottolinea, infine, l’importanza
di un rafforzamento del ruolo dei parlamenti nazionali dei paesi della ex
Yugoslavia in ogni azione destinata alla realizzazione della piena
riconciliazione nella regione.
IAI Il Parlamento croato
aderisce alla dimensione parlamentare dell’Iniziativa
Adriatico-Ionica (Italia, Albania, Bosnia-Erzegovina, Croazia, Grecia,
Montenegro, Serbia, Slovenia), nata con la I°
Riunione dei Presidenti delle
Assemblee parlamentari dei Paesi membri, riunitasi a Zara nell’aprile 2001, su invito del Presidente del Parlamento croato[9], allo scopo di promuovere
l’armonizzazione delle legislazioni nazionali nelle materie di cooperazione,
nonchè l'adeguamento delle medesime legislazioni
all'acquis comunitario, favorendo il Processo di Stabilizzazione e Associazione.
L’Iniziativa prevede una riunione[10]
annuale dei Presidenti dei Parlamenti coinvolti, presso il paese che detiene la
presidenza di turno. Ad oggi si sono svolte 9 riunioni.
L’ultima riunione dei Presidenti dei
Parlamenti dei paesi aderenti all’Iniziativa Adriatico-Ionica, la IX, si è
svolta a Budva (Montenegro) dall’11 al
13 Aprile 2011. La riunione è stata dedicata a “La regione del Mediterraneo, culla del multiculturalismo“ la cui
relazione è stata affidata al Presidente della Camera Fini e a “Sviluppo sostenibile del settore energetico
nella regione adriatico-ionica”. Alla riunione ha preso parte il presidente
del Sabor croato Bebić. La prossima riunione dovrebbe aver luogo in
Serbia il 26 aprile 2012.
Nel corso della
presidenza italiana di turno dell’Iniziativa Adriatico – Ionica, dal 1° giugno
2009 fino al maggio 2010, il Parlamento
italiano ha organizzato il 29 aprile 2010 a Bari la VIII Conferenza dei Presidenti dei Parlamenti della
Iniziativa Adriatico-Ionica. Il Presidente Bebić è intervenuto alla
Conferenza quale relatore della Prima Sessione, relativa al ruolo della
cooperazione parlamentare in ambito IAI nella prospettiva dell’integrazione
europea dei Balcani Occidentali.
AP-UpM Il Governo croato ha altresì aderito al
progetto dell'Unione per il Mediterraneo
e pertanto il Parlamento croato partecipa dal marzo 2010 all’Assemblea
Parlamentare dell’Unione per il Mediterraneo (AP-UpM).
All’ultima Sessione Plenaria, che si è svolta
a Roma, il 3-4 marzo 2011, durante
la Presidenza italiana, ha partecipato l’on.
Neven Mimica, Presidente della Commissione integrazione europea e
Vicepresidente del Parlamento croato. La prossima sessione plenaria si svolgerà a
Rabat il 24-25 marzo 2012.
Il Parlamento croato invia inoltre una propria delegazione alla PAM Parliamentary
Assembly of the Mediterranean, costituita in ambito UIP. La
prossima sessione plenaria, la VII, si terrà a Malta dall’11 al 13 ottobre
2012.
COSAP Il
Parlamento croato prende parte alla “Conferenza
delle Commissioni parlamentari per l’integrazione europea degli Stati che partecipano al Processo di
Stabilizzazione e Associazione – COSAP[11]” la
cui ultima riunione, la V, ha avuto luogo a
Belgrado il 23 e 24 novembre 2009. La Camera è stata rappresentata dall’on.
Alessandro Maran. Al termine della riunione è stata approvata una dichiarazione congiunta.
LA CONFERENZA DI TIRANA Si
segnala che dal 7 all’8 dicembre 2009
ha avuto luogo a Tirana una conferenza sul
tema “Rafforzare la cooperazione in
materia di sicurezza per un piu’ rapido ingresso in Unione Europea dell’Europa
Sud Orientale”, organizzata dal
Parlamento albanese. La Camera dei deputati è stata rappresentata dall’On.
Renato Farina (PdL). Al termine della riunione è stata approvata una dichiarazione finale.
Alla Conferenza sono stati
invitati parlamentari di Albania, Bosnia ed Erzegovina, Bulgaria, Croazia,
Kosovo, Macedonia, Moldavia, Montenegro, Romania e Serbia, nonché
rappresentanti di Austria, Grecia, Italia, Turchia, Unione Europea e Stati
Uniti[12]. L’evento intendeva creare l’occasione per promuovere programmi
regionali comuni, studiare ulteriori misure legislative ed incentivare i
Governi ad intensificare la collaborazione in materia di sicurezza dei confini,
lotta al crimine organizzato, terrorismo, traffico internazionale ed altre
forme di criminalità transnazionale. La parte albanese proponeva altresì
l’istituzione di una nuova Assemblea
parlamentare dell’Europa Sudorientale, composta da delegazioni dei
Parlamenti dei Paesi dell’area (a tale proposta non è stato dato ulteriore
sviluppo a seguito della mancanza del quorum di delegazioni necessario per
l’approvazione).
Unione Interparlamentare
- UIP |
La Sezione
di amicizia Italia-Europa Sud Orientale
(Albania, Bosnia-Erzegovina, Ex Repubblica Jugoslava di Macedonia, Serbia, Montenegro,
Croazia e Slovenia, Bielorussia e
Cipro) è presieduta dall’on. Claudio
D’AMICO (LNP); ne fanno altresì parte i senatori Andrea MARCUCCI (PD) e
Valter ZANETTA (PDL) e gli onorevoli Emerenzio BARBIERI (PDL), Antonio RAZZI (PT),
Pierluigi MANTINI (UDC per il Terzo Polo), Guglielmo PICCHI (PDL), Carlo MONAI
(IdV), Massimo VANNUCCI (PD).
Cooperazione
amministrativa |
Il 14 aprile 2010
si è svolta la visita di studio di una delegazione del Ministero delle Finanze
della Repubblica di Croazia. La delegazione ha incontrato alcuni funzionari del
Servizio Bilancio dello Stato per approfondire le tematiche connesse alla
sessione parlamentare di bilancio.
Il 7-8 maggio
2001 cinque funzionari del Sabor presero parte ad uno stage presso la Camera dei deputati con l’obiettivo di approfondire
temi connessi al settore dell’istruttoria legislativa, della documentazione
parlamentare e dell’informatizzazione.
Attività
legislativa |
Legge n. 17/12 del
29 febbraio 2012 Ratifica ed esecuzione del Trattato tra il Regno del Belgio, la Repubblica di
Bulgaria, la Repubblica ceca, il Regno di Danimarca, la Repubblica federale di
Germania, la Repubblica di Estonia, l'Irlanda, la Repubblica ellenica, il Regno
di Spagna, la Repubblica francese, la Repubblica italiana, la Repubblica di
Cipro, la Repubblica di Lettonia, la Repubblica di Lituania, il Granducato di
Lussemburgo, la Repubblica di Ungheria, la Repubblica di Malta, il Regno dei
Paesi Bassi, la Repubblica d'Austria, la Repubblica di Polonia, la Repubblica
portoghese, la Romania, la Repubblica di Slovenia, la Repubblica slovacca, la
Repubblica di Finlandia, il Regno di Svezia, il Regno unito di Gran Bretagna e
Irlanda del nord (Stati membri dell'Unione europea) e la Repubblica di Croazia,
relativo all'adesione della Repubblica
di Croazia all'Unione europea, e dell'Atto relativo alle condizioni di
adesione, con allegati, protocollo, Atto finale, dichiarazioni e scambio di
lettere, fatto a Bruxelles il 9 dicembre 2011.
Approvato dalla
Camera il 15 febbraio 2012. Approvato da Senato il 28 febbraio 2012.
AC 3744 Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della
Repubblica di Croazia e il Governo della Repubblica italiana in materia di cooperazione
culturale e d'istruzione, fatto a Zagabria il 16 ottobre 2008. Di
iniziativa parlamentare (Ettore Rosato – PD), Presentato in data 6 ottobre 2010,
Assegnato alla 3ª Commissione permanente (Affari esteri e
comunitari) in sede referente il 26 ottobre 2010; in
corso di esame in Commissione[13] (esame iniziato il 13
luglio 2011).
Nel comunicato stampa del Consiglio dei ministri del 14 febbraio 2012
si annuncia l’adozione del DDL concernente la Ratifica ed esecuzione
dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della
Repubblica di Croazia in materia di cooperazione culturale e d'istruzione,
fatto a Zagabria il 16 ottobre 2008. Si ricorda che il precedente Accordo
culturale tra i due Paesi è del 1960
ed è oramai superato. Lo scopo è rafforzare i rapporti di buon vicinato,
migliorare la conoscenza e la comprensione fra i popoli italiano e croato e
garantire la più ampia fruibilità dei beni artistici, culturali e ambientali.
Per ottenere questi risultati, il nuovo Accordo individua quattro assi
portanti: Primo, contribuire ai rapporti di buon vicinato tramite lo
sviluppo delle relazioni culturali. Secondo: garantire migliore protezione e
assistenza reciproca in materia di diritti d’autore e proprietà intellettuale.
Terzo: creare nuovi incentivi alla collaborazione culturale; le tante iniziative
prevedono la conservazione dell’identità linguistica, la collaborazione
scientifica e universitaria (ad esempio con la concessione di borse di studio
per studenti universitari o dottorandi di ricerca) e il sostegno reciproco
nell’organizzazione di manifestazioni culturali e artistiche. Quarto: sostenere
la cooperazione nella conservazione, tutela e valorizzazione del patrimonio
artistico, culturale e demo-etno-antropologico. Ne è esempio la collaborazione
per il contrasto al traffico illecito di beni culturali e per le missioni
archeologiche. Il nuovo Accordo prevede anche la creazione di una Commissione
Mista che avrà tre compiti principali: (1) coordinare tutte le attività di
scambio e collaborazione tra i due Paesi; (2) elaborare programmi esecutivi pluriennali;
(3) regolare le divergenze sull’interpretazione e applicazione dell’Accordo.
AC 685 “Disposizione per la concessione all'Associazione "Libero Comune di Zara in esilio"
della medaglia d'oro al valor militare alla memoria dei suoi cittadini che in
guerra e in pace hanno servito la Patria”, primo firmatario On. Roberto
Menia (FLI); presentato il 30 aprile 2008; Assegnato alla 4ª Commissione permanente (Difesa) in sede referente il 14 luglio 2008. La
Commissione ha adottato nella seduta del 10 febbraio 2010 il testo unificato (la proposta di legge è stata abbinata con AC.
684 e AC. 1903): Concessione della
medaglia d'oro al valore alle Associazioni «Libero Comune di Fiume in esilio»,
«Libero Comune di Zara in esilio» e «Libero Comune di Pola in esilio».
Testo unificato C. 684 Menia, C. 685 Menia e C. 1903 Raisi. All’esame
della Commissione: in stato di
relazione.
La
Commissione ha esaminato il testo da ultimo il 30 novembre 2011. Il Presidente
Cirielli, relatore,
ha informato che è pervenuto il parere della Commissione Bilancio, che reca una
condizione volta a garantire il rispetto dell'articolo 81, quarto comma, della
Costituzione. Viene quindi approvata la proposta emendativa che aggiorna la
precedente norma di copertura degli oneri - pari a 3.000 euro - mediante la
riduzione del fondo istituito nello stato di previsione del Ministero
dell'economia e delle finanze, destinato al reintegro delle dotazioni
finanziarie dei programmi di spesa. La Commissione delibera di conferire il mandato al
relatore di riferire in senso favorevole all'Assemblea sul provvedimento in
esame. Delibera altresì di chiedere l'autorizzazione a riferire oralmente.
Legge n. 91/10 del
4 giugno 2010, Ratifica ed
esecuzione dell'Accordo multilaterale
tra la Comunità europea e i suoi
Stati membri, la Repubblica di Albania, la Bosnia-Erzegovina, la Repubblica di
Bulgaria, la Repubblica di Croazia,
l'ex Repubblica iugoslava di Macedonia, la Repubblica d'Islanda, la Missione
delle Nazioni Unite per l'amministrazione ad interim nel Kosovo, la Repubblica
di Montenegro, il Regno di Norvegia, la Romania e la Repubblica di Serbia,
relativo all'istituzione di uno Spazio
aereo comune europeo, con Allegati, fatto a Lussemburgo il 9 giugno 2006.
Legge 29 maggio
2009, n. 75, "Ratifica ed
esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Croazia per
evitare le doppie imposizioni in
materia di imposte sul reddito e per prevenire le evasioni fiscali, con
Protocollo aggiuntivo, fatto a Roma il 29 ottobre 1999 e Scambio di Note
correttivo effettuato a Zagabria il 28 febbraio 2003, il 7 marzo 2003 ed il 10
marzo 2003".
Legge 30 dicembre
2008, n. 220,
"Ratifica ed esecuzione del Protocollo di adesione al Trattato del Nord Atlantico della Repubblica di Croazia, e del
Protocollo di adesione al Trattato del Nord Atlantico della Repubblica di
Albania, firmati a Bruxelles il 9 luglio 2008".
Legge n.
98/09 del 10 luglio 2009, Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sulla Forza multinazionale di pace
per l'Europa Sud-orientale, con cinque annessi, firmato a Skopje il 26
settembre 1998, del Protocollo aggiuntivo firmato ad Atene il 12 gennaio 1999,
del secondo Protocollo aggiuntivo, con annessi, firmato a Bucarest il 30
novembre 1999, del terzo Protocollo aggiuntivo firmato ad Atene il 21 giugno
2000, del quarto Protocollo aggiuntivo, con allegati, firmato a Roma l'11
dicembre 2002.
Tale Accordo si colloca
nell'ambito della politica governativa in materia di cooperazione con le
strutture della difesa di altri Paesi. Esso si applica, con i relativi
successivi quattro Protocolli aggiuntivi, ai Paesi firmatari (Albania,
Bulgaria, ex Repubblica jugoslava di Macedonia, Grecia, Italia, Romania e
Turchia; Croazia, Slovenia, Stati
Uniti d'America, Ucraina e dall’ottobre 2009 la Bosnia-Erzegovina ne fanno
parte con lo status di osservatore);
e impegna le citate Nazioni a contribuire, con la Forza multinazionale, alla
sicurezza e alla stabilità della regione dell'Europa Sud-orientale nel contesto
del Southern Europe Defence Ministerial (SEDM), del Consiglio del partenariato
euro-atlantico e nello spirito del Partenariato per la pace (PfP).
ATTI DI INDIRIZZO E CONTROLLO
ADESIONE CROAZIA
ALL’UE
Il 7 settembre 2011 la Camera, nel corso
dell’esame della Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia
all'Unione europea per il 2011, ha approvato la risoluzione in Assemblea
6-00091 presentata dall’on. Pescante nella quale si invita il governo, tra
l’altro, a promuovere un rilancio del processo di allargamento, cogliendo il
momento positivo dell'ingresso della
Croazia nell'Unione europea.
Il 13 luglio 2010 la Camera ha approvato la risoluzione in Assemblea 6-00043 presentata
dall’On. Mario Pescante, e collegata alla relazione della XIV Commissione sul
Programma di lavoro della Commissione europea per il 2010 e sul programma di 18
mesi del Consiglio dell'Unione europea presentata dalle Presidenza spagnola,
belga e ungherese. La risoluzione impegna, tra l’altro il governo italiano a sostenere la conclusione rapida del
processo di adesione della Croazia, la ratifica dell'Accordo di
stabilizzazione ed associazione con la Serbia al fine di consentire la
presentazione della domanda di adesione da parte di Belgrado e l'avvio entro
l'inizio del prossimo anno dei negoziati per l'adesione dell'Albania, dell'ex
Repubblica jugoslava di Macedonia e del Montenegro;
Il 25 maggio 2010 la Commissione affari
esteri della Camera ha approvato all’unanimità la risoluzione 7-00339 presentata dall’On. Stefani nella quale si
impegna il governo, tra l’altro, a.
·
proporre alla Conferenza dell'Unione europea sui
Balcani occidentali, che si terrà il 2 giugno 2010 a Sarajevo, la definizione
di una road map per l'integrazione europea dei Balcani, con indicazione di tappe e tempi certi e verificabili;
·
invitare il Consiglio europeo a concludere entro il 2010 i negoziati di
adesione della Croazia all'Unione europea;
ESULI
L’8 luglio 2009 è stata presentata al
Senato la mozione 1-00151, primo firmatario il sen. Maurizio Gasparri
(Pdl), nella quale si impegna il governo, tra l’altro, a salvaguardare i
diritti degli italiani che hanno abbandonato i territori assegnati alla ex
Jugoslavia, a tutelare la comunità
nazionale italiana residente nella Repubblica di Croazia, a verificare
tutte le possibilità di restituzione dei beni espropriati agli esuli italiani dai territori della Croazia; la mozione è stata discussa
e approvata dal Senato il 14 luglio 2009.
Nel suo intervento il sottosegretario di Stato alla
Presidenza del Consiglio dei ministri Carlo Giovanardi ha ricordato che
nell’ambito del negoziato di adesione della Croazia all’UE, l'Italia sostiene
pienamente i diritti delle minoranze (fra i quali quelli della comunità
nazionale italiana), contemplati al capitolo 23 (Diritti fondamentali e
giuridici). Ribadendo il sostegno
dell'Italia al cammino d'integrazione europea di Zagabria ha osservato che il
governo italiano segue con attenzione le problematiche e le attese sia della
minoranza italiana in Croazia e Slovenia, sia degli esuli della ex Jugoslavia
ricordando che si è riunito nuovamente il tavolo Governo-esuli (con due sedute,
una il 5 febbraio e una l'11 giugno 2009 sotto la presidenza del
sottosegretario Letta), che sta affrontando tutte le questioni di rilievo
riguardanti gli esuli. Ha ricordato quindi che si sono tenute nel 2009 due
riunioni del tavolo tecnico sulle tematiche di competenza del Ministero degli
affari esteri, inclusa quella, ancora aperta, della restituzione dei beni
appartenenti a cittadini italiani a suo tempo nazionalizzati dalla ex
Repubblica Socialista Federativa di Jugoslavia. Ha tra l’altro segnalato che è
stato avviato l'iter procedurale per l'ulteriore proroga e rifinanziamento -
per il triennio 2010-2012 - della legge n. 296 del 2006 (legge finanziaria
2007) a favore della minoranza italiana in Slovenia e Croazia e degli esuli
dalla ex Jugoslavia, che scade il 31 dicembre.
Inoltre, ha ricordato che, in occasione della prima
riunione del Comitato di coordinamento dei ministri Italia-Croazia del 1°
luglio 2009, il ministro degli esteri Frattini ha sottolineato il ruolo della
minoranza italiana autoctona in Croazia, come quella speculare croata in
Molise. In tale contesto, egli ha manifestato l'attesa che la piena tutela
della nostra minoranza sia sempre garantita, in coerenza con l'accordo italo-croato
del 1996 sulla protezione delle minoranze, e che, in particolare, l'attuazione
del bilinguismo, prevista dagli accordi bilaterali, sia progressivamente
estesa. Il Ministro degli esteri ha, fra le altre cose, richiamato al collega
croato la questione dei beni degli esuli,
evidenziando l'opportunità, prima dell'entrata della Croazia in Europa, di trovare soluzioni che vadano incontro alle
attese degli esuli in un genuino spirito europeo e nel contesto delle
eccellenti relazioni tra i due Paesi. In questo quadro rimangono aperte
questioni particolarmente impegnative, come il cosiddetto doppio voto per la
minoranza italiana, l'estensione nei comuni bilingue dell'uso
dell'italiano anche nei tribunali e nelle altre istituzioni pubbliche, l'aumento
dei finanziamenti alle istituzioni della minoranza italiana (con
particolare riferimento all'EDIT), la piena applicazione della legge
sull'istruzione nella lingua delle minoranze, la continuazione dell'esenzione
doganale e dell'IVA.
Sul
medesimo tema l’interrogazione a
risposta scritta 4-02020 presentata alla Camera da Ettore Rosato il 15 gennaio 2009, nella quale si propone
tra l’altro di promuovere l'istituzione
di una commissione di studio sulla
restituzione dei beni agli esuli, cui il governo ha risposto il 21
luglio 2009.
Nel testo della risposta il sottosegretario Mantica
evidenzia che nell’ambito del Tavolo Governo-esuli sono stati esaminati tutti
gli aspetti di rilievo: indennizzi, anagrafe e cittadinanza, case popolari,
previdenza sociale, tutela del patrimonio culturale, nonché restituzione degli
immobili e preservazione delle sepolture italiane al fine di individuare
soluzioni che possano tener conto delle richieste degli esuli.
L’interrogazione a risposta scritta 4-03951 presentata dal sen. Giulio Camber il 27 ottobre 2010 nella quale
si fa riferimento ad un recente incontro fra una delegazione del Ministero
degli affari esteri italiano guidata dal Sottosegretario Alfredo Mantica ed una croata guidata dal Segretario di Stato croato,
Davor Bozinovic; le due delegazioni, secondo l’interrogante, hanno
affrontato anche il tema del contenzioso sugli indennizzi agli esuli
italiani e del versamento della quota croata di 35 milioni di dollari; le
due delegazioni hanno concordato di definire
"un'agenda" per la soluzione dei problemi del risarcimento e
della restituzione, oramai pluridecennali, e si chiede di sapere: quali
iniziative sul piano diplomatico siano state avviate, o si ritenga di avviare,
per giungere alla definizione della suddetta agenda; con particolare
riferimento a coloro che hanno presentato domanda di restituzione dei propri
beni, quale sarà la tempistica di soluzione del problema "esuli";
parallelamente, quale sia il supporto tecnico-giuridico che possa essere
fornito ai nostri connazionali nelle loro azioni legali volte ad ottenere la
restituzione dei beni confiscati dall'ex regime jugoslavo. Ad essa il Governo ha risposto il 30 novembre 2010 evidenziando
che:
§
Nell'agosto 2010 la Corte Suprema
croata si è pronunciata, con un'apposita sentenza, in favore dell'estensione ai
cittadini stranieri dei benefici (restituzione/indennizzo) della legge
croata del 1996 sulle denazionalizzazioni. Non sono infatti compresi nel campo
di applicazione della sentenza i casi regolati dai trattati internazionali (per
quanto riguarda l'Italia il Trattato di pace del 1947 e gli Accordi di Osimo
del 1975 e di Roma del 1983).
§
La
questione è stata trattata nella
riunione del Comitato ministeriale di coordinamento italo-croato del 15
settembre 2010 a Zagabria. Nell'esprimere il suo compiacimento e pur
rilevandone i limiti di applicazione, il ministro Frattini ha detto al Ministro
degli esteri Gordan Jandrokovic che l'Italia si attende che da parte croata si
dia corso rapidamente ed interamente alla sentenza della Corte Suprema,
esaminando in primo luogo le domande "che sarebbero oltre mille" a
suo tempo presentate da cittadini italiani ed alle quali non fu dato seguito
perché mancava il requisito della cittadinanza croata da parte dei richiedenti.
Il ministro Gordan Jandrokovic ha dato assicurazioni che la Croazia intende
attuare la decisione della Corte Suprema ed ha specificato che il Ministero
della giustizia croato è all'opera per definire le modalità di applicazione.
§
L'impegno del Governo croato a dare
piena attuazione alla sentenza della Corte Suprema è stato ribadito dal
Segretario di Stato agli affari esteri, Andrej
Plenkovic, nell'incontro che il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri
Mantica ha avuto con lui il 6 ottobre 2010 a Zagabria, ove ha indicato che sembrano
esservi le condizioni per avviare una riflessione circa un possibile percorso
per chiudere le rimanenti questioni del passato.
§
La
Farnesina continua a monitorare affinché
il Ministero della giustizia croato fissi al più presto criteri di
attuazione della sentenza per valutarne l'ambito di applicazione e rimane in
contatto con le autorità croate per i seguiti attraverso gli opportuni canali,
nel contesto delle eccellenti relazioni bilaterali, confermate in occasione
della recente riunione del Comitato ministeriale di coordinamento, e nel quadro
di un sincero e condiviso spirito europeo.
Sempre sul tema l’interrogazione
a risposta scritta 4-10780 presentata dall’on. Rocco Girlanda il 9
febbraio 2011, in cui si chiede
quale sia lo stato attuale delle iniziative
sul piano diplomatico e giuridico con i Governi delle Repubbliche di
Slovenia e Croazia in relazione alla
restituzione dei beni espropriati a seguito delle leggi di
nazionalizzazione jugoslave nel dopoguerra. Ad essa il governo ha risposto
il 31 maggio 2011 nella quale si evidenzia che:
§
il
Ministero degli affari esteri sta
seguendo con attenzione l'applicazione della sentenza della Corte suprema della
Repubblica di Croazia che, nel mese di agosto 2010, si è pronunciata in
favore dell'estensione ai cittadini stranieri - e quindi anche ai cittadini
italiani - dei benefici previsti dalla legge croata del 1996 sulle
denazionalizzazioni, riconoscendo quindi una parità di trattamento, pur se con
i limiti già descritti nella suddetta risposta. Secondo i dati conosciuti,
sarebbero ancora oggi oltre mille le richieste di restituzione/indennizzo
giacenti, formulate nel corso degli anni da cittadini italiani. In questi
ultimi mesi, il Ministero degli affari esteri ha continuato a monitorare con
attenzione la concreta attuazione di tale sentenza in tutti i suoi aspetti
procedurali e di sostanza, anche grazie all'ausilio ed all'assistenza
prestati agli interessati da parte delle nostre sedi diplomatico-consolari,
sollecitando, il rapido esame delle domande pendenti. Nel quadro delle ottime
relazioni bilaterali tra Italia e Croazia, caratterizzate sempre più da una
prospettiva europea; tale assistenza ed ogni opportuno intervento verranno
naturalmente messi in essere ed esercitati anche nel prossimo futuro.
L’on. Girlanda ha presentato una nuova interrogazione
a risposta scritta (4-14452) il 12
gennaio 2012 sulla restituzione dei beni
espropriati ai cittadini italiani a seguito delle leggi di
nazionalizzazione jugoslave nel dopoguerra, nel testo dopo aver richiamato gli
atti n. 4-08569 e n. 4-10780, chiede se vi siano state evoluzioni nelle
iniziative volte a tutelare le legittime rivendicazioni dei nostri connazionali
a livello giuridico e diplomatico con le autorità
slovene e croate, e come il Ministro intenda agire su questo fronte. L’iter
è in corso.
L’interrogazione
a risposta scritta 4-14276 presentata dall’on. Rosato il 20 dicembre 2011,
sulla chiusura degli uffici consolari di
Capodistria e Spalato. Iter in corso.
MINORANZA
Si segnala l’interrogazione a risposta scritta 4-09084
presentata dall’On. Ettore Rosato il 19 ottobre 2010, nella quale si
chiede al governo se non si reputi la casa
editrice Edit di Fiume - rappresentativa delle comunità autoctone italiane
di Croazia e Slovenia - in diritto di percepire quanto concesso ad altre
testate italiane all'estero.
L’iter è in corso. Sullo stesso
tema l’interrogazione a risposta scritta 4-03916 presentata dal sen.
Camber il 21 ottobre 2010 (iter in corso) e l’interrogazione a risposta orale 3-01642
presentata dalla sen. Blazina il 13 ottobre 2010 circa la riduzione dei finanziamenti ai giornali italiani all'estero tra cui
l'unico quotidiano ed organo di stampa ufficiale della minoranza italiana in
Slovenia e Croazia "La Voce del
Popolo" e "L'Arena di Pola"; in essa si chiede di sapere se
il Governo sia a conoscenza delle difficoltà in cui versano le attività
editoriali della minoranza italiana in Slovenia e Croazia e
dell'associazionismo dell'esodo; quali provvedimenti intende adottare al fine
di salvaguardare tali attività che rappresentano un supporto insostituibile per
la minoranza italiana in Slovenia e Croazia nonché per le associazioni degli
esuli. Iter in corso
Il 2 luglio 2008 è stata presentata alla
Camera un’interrogazione a risposta scritta (4-00526), a firma dei deputati
Rosato (PD), Maran (PD), relativa al progetto di asilo italiano a Zara e agli ostacoli posti in essere dal Governo
croato. Il Sottosegretario per gli Affari esteri, Alfredo Mantica, ha fornito
la risposta del Governo nella seduta n. 81 del 7 novembre 2008, secondo la
quale nonostante i ripetuti interventi istituzionali e informali da parte
della nostra Ambasciata e l'interessamento assiduo del deputato della minoranza
Fulvio Radin presso le Autorità croate, la questione rimane irrisolta.
Si segnalano
infine l’Ordine del Giorno
9/2936-A/34[14] (approvato dal governo nel testo riformulato) inerente la legge
Finanziaria 2010, presentato dall’On. Aldo Di Biagio il 16 dicembre 2009, in
merito al sostegno degli interventi a
favore della minoranza italiana in Slovenia e in Croazia, in cui si impegna
il Governo a valutare l'opportunità di adottare ulteriori iniziative
normative volte a riconoscere in favore della minoranza italiana in
Slovenia e in Croazia benefici analoghi a quelli previsti per la
comunità degli esuli italiani dall'Istria, da Fiume e dalla Dalmazia.
Sullo stesso tema
l’ordine del Giorno 9/2936-A/33
presentato dall’On. Isidoro Gottardo
(approvato dal governo nel testo riformulato) che facendo riferimento al
fatto che nel maxi-emendamento del relatore approvato dalla V Commissione
permanente, Bilancio, della Camera dei deputati, per un errore materiale è
stato omesso dall'imputazione del rifinanziamento per il triennio 2010-2012 il
capitolo di spesa riferito alla legge 21 marzo 2001, n. 73, recante «Interventi
a favore della minoranza italiana in Slovenia e Croazia» e che pertanto
l'imputazione è riferita alla sola legge 16 marzo 2001, n. 72, recante
interventi a tutela del patrimonio storico e culturale delle comunità degli esuli
italiani dall'Istria, da Fiume e dalla Dalmazia; al fine di continuare ad
assicurare, congiuntamente al sostegno delle comunità degli esuli, anche lo
sviluppo e la promozione della presenza e dell'identità culturale, linguistica,
sociale ed economica della minoranza italiana in Slovenia e Croazia, impegna il
Governo a valutare l'opportunità di adottare ulteriori iniziative normative
volte a rifinanziare le disposizioni della legge 21 marzo 2001, n. 73, recante
interventi a favore della minoranza italiana in Slovenia e Croazia, per il
triennio 2010-2012, nell'ambito delle risorse già stanziate a bilancio.
ROAMING
L’interrogazione a risposta scritta 4-09041 presentata dall’on. Fulvio Follegot
il 18 ottobre 2010, nella quale si fa riferimento al fatto che gli
abitanti del Friuli-Venezia Giulia lamentano da anni un problema di roaming internazionale
con la Repubblica della Slovenia e la Repubblica della Croazia nelle zone di
confine marittimo e terrestre, che ha ripercussioni anche sui turisti che
soggiornano in aree costiere e frontaliere; si chiede quindi se il governo sia
a conoscenza di quanto esposto e se non ritenga
opportuno promuovere incontri bilaterali con la Slovenia e la Croazia per
trovare una soluzione equa che eviti i danni economici agli utenti in
territorio italiano. Sullo stesso tema anche l’interrogazione a risposta
scritta 4-03918 presentata dal sen. Camber
il 21 ottobre 2010. L’iter è in corso.
Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-01191 presentata
dall’on. De Poli il 20 luglio 2010 in merito alle iniziative a favore dell'emittenza
televisiva locale nell'ambito del piano nazionale di assegnazione delle
frequenze; nel testo, in particolare, si fa riferimento al fatto che nel nord-est l'assegnazione delle 25 frequenze alle TV nazionali ha
danneggiato quelle locali, che di fatto non hanno la possibilità di trasmettere
nel digitale terrestre, anche perché le frequenze
sono state date in parte alla Slovenia e alla Croazia.
Nella risposta
del Governo del 21 luglio 2012, si
sottolinea che in merito al
coordinamento internazionale, il Ministro dello sviluppo economico in
collaborazione con l'Autorità ha in corso una serie di incontri bilaterali con
tutte le amministrazioni radioelettricamente confinanti, tra cui anche la
Croazia e la Slovenia, con l'obiettivo di ampliare, sulla base dell'accesso
equo alla risorsa, la possibilità di uso delle risorse spettrali in aggiunta a
quelle assegnate dal piano di Ginevra 2006.
Sullo stesso tema l’interrogazione a risposta scritta
4-10967 presentata dall’on. Gianni
Farina il 22 febbraio 2011, nella quale
si evidenzia che dopo il passaggio al digitale terrestre si sono creati tra
Italia e Croazia incomprensioni in seguito a sconfinamenti «radioelettrici»
dagli ambiti territoriali delle diffusioni radiotelevisive nelle aree di
confine e correlati all’assegnazione delle frequenze per il servizio di
radiotelevisione terrestre digitale nell'ambito della fascia adriatica (in base
alle decisioni assunte nella Convenzione di Ginevra del 2006): si chiede se siano
in corso incontri bilaterali con la Croazia e la Slovenia come preannunciato
dal Governo per stipulare accordi reciproci e come intendano adoperarsi per
correggere una situazione che reca seri problemi sia all'emittenza locale
italiana che alla Slovenia e Croazia (Iter
in corso)
Sullo stesso tema
l’interrogazione a risposta in Commissione 5-03650 presentata dall’on. Michele
Meta il 21 ottobre 2010 (iter in corso);
l’interrogazione a risposta in Commissione 5-03241 presentata dall’On. Manuela
Dal lago il 14 luglio 2010 (iter in corso);
l’interrogazione a risposta scritta 4-09041 presentata dall’On. Follegot il 18 ottobre 2010. Iter in corso; l’interrogazione a risposta scritta 4-08651
presentata dall’On. Enzo Raisi il 20 settembre 2010 (iter in corso).
Interrogazione a
risposta scritta 4-00639 presentata dalla sen. Donatella Poretti l’8 ottobre
2008, nella quale si chiede, tra l’altro,
se il Governo italiano intenda sostenere il Governo croato nella sua richiesta
al Governo russo di estradizione del signor Veljko Kadijeivic, che deve
rispondere in Croazia di circostanziate accuse di crimini di guerra, per loro
natura non prescrittibili; Ad essa il Governo ha risposto evidenziando,
tra l’altro che, Kadijevic sarebbe attualmente in Russia, dove da ultimo gli
sarebbe stato concesso, in data 13 agosto 2008, lo status di rifugiato
politico. Si segnala, a tale proposito, che la Costituzione russa proibisce
l'estradizione di propri cittadini.
ALTRI TEMI
Si segnala l’interrogazione a risposta scritta 4-02438
presentata presso la Camera da Carlo Monai il 9 marzo 2009, sul futuro del
Segretariato permanente del Corridoio V, la cui attività fa capo al
Segretariato dell'InCE di Trieste, alla luce del mancato rifinanziamento. Ad
esso il governo ha risposto l’11 giugno
2009 attestando la mancanza di fondi.
L’interrogazione a risposta orale 3-01027 presentata il 10
novembre 2009 dal Sen. Marco Stradiotto sulla regolarizzazione fiscale dei
beni immobili detenuti in Croazia, cui il governo ha risposto il 25 novembre
2009.
L’interrogazione a risposta scritta 4-05843 presentata dal sen. Lannutti il 13 settembre 2011, sulle consulenze
prestate dall’ex Premier croato Ivo Sander
a Unicredit; iter in corso.
L’interrogazione a risposta orale 3-01888 presentata dall’on. Ciccioli il 13 ottobre 2011 e relativa al caso del
cittadino croato Durdevic Miljenko, residente a Cupra Marittima (Ascoli
Piceno), che è attualmente detenuto in stato di custodia cautelare nel carcere
di Ascoli Piceno, in seguito ad un mandato di cattura spiccato dalla procura di
Ascoli su una vicenda accaduta in Croazia nel 1998 conseguente alla sua
attività di avvocato in quel Paese; nel testo si chiede se, il Ministero della
giustizia, nel richiedere il mantenimento della custodia cautelare in carcere
per il signor Durdevic, abbia preso adeguatamente in considerazione la matrice
politica della vicenda processuale che ha portato alla condanna dello stesso
Durdevic. Ad essa il Governo ha risposto il 21 febbraio 2012.
Interrogazione a risposta scritta 4-06075 presentata dal sen. Gasparri il
12 ottobre 2011 in cui chiede al governo, tra l’altro, se siano state recepite
le nuove valutazioni maturate tra gli storici delle Repubbliche di Croazia,
Slovenia, Serbia e Montenegro con l'assunzione
di responsabilità per le stragi compiute dalle rispettive componenti politiche
che si sono scontrate nella guerra civile del 1943-1945 e se il Governo non
ritenga opportuno assumere iniziative volte ad includere il nostro Paese nel
processo di reale pacificazione in atto tra Slovenia, Croazia, Serbia e
Montenegro. Iter in corso.
MACRO-REGIONE ADRIATICO IONICA
Si segnala,
infine, che nella seduta dell’11 gennaio
2012, al Senato, sono state
discusse e approvate le mozioni nn.
168, 486, 487, 490, 502, 515[15] e 517 sulla istituzione della macroregione Adriatico-Ionica. Nella
fattispecie, in alcune di esse, vi è una
richiesta al Governo di promuovere il riconoscimento ufficiale della dimensione
parlamentare dell’Iniziativa Adriatico–Ionica (IAI), attualmente
rappresentata dalla Conferenza dei Presidenti dei Parlamenti, e di favorire
l'ulteriore sviluppo della cooperazione parlamentare. A tal fine viene fatto un
esplicito riferimento alla necessità che
la Conferenza dei Presidenti dei Parlamenti della IAI adotti una decisione in
tal senso. La mozione n. 515, il cui testo riprende il contenuto della
precedente mozione n. 1-00720 presentata alla Camera dall’On. Antonione il 5
ottobre 2011, propone la costituzione presso i Parlamenti membri della IAI di delegazioni parlamentari ad hoc. Tali delegazioni potrebbero coincidere con le delegazioni
parlamentari nazionali attualmente operative presso l’Assemblea
parlamentare dell’InCE: degli 8 paesi IAI, la sola Grecia non fa parte
dell’InCE.
La Croazia, dichiarata paese candidato dal Consiglio europeo del 17 e 18 giugno 2004, ha avviato formalmente i negoziati per l’adesione il 3 ottobre 2005. I negoziati sono stati dichiarati conclusi il 30 giugno 2011 nel corso della tredicesima Conferenza di adesione UE-Croazia a livello ministeriale. Gli Stati membri hanno concordato che la Commissione continuerà a verificare il rispetto da parte della Croazia degli impegni assunti nel corso dei negoziati e la sua preparazione in vista dell’adesione.
Nella stessa occasione è stato approvato il quadro finanziario post-adesione: per la seconda metà del 2013 i fondi totali UE in favore della Croazia ammonteranno a 687,5 milioni di euro, di cui 449.4 dai fondi strutturali e dal fondo di coesione; inoltre la Croazia disporrà di 40 milioni di euro nell’ambito della cosiddetta Schengen facility, intesa a finanziare l’attuazione dell’acquis di Schengen; di 29 milioni di euro nell’ambito dello strumento di transizione, destinato al rafforzamento della capacità amministrativa e giudiziaria e di 75 milioni di euro dello strumento temporaneo per i flussi di tesoreria per aiutare la Croazia a migliorare i flussi di tesoreria del bilancio nazionale.
Come previsto dall’articolo 49 del Trattato sull’Unione europea, su richiesta del Consiglio, il 1° dicembre 2011 il Parlamento europeo ha dato la sua approvazione all'adesione all'Unione europea della Repubblica di Croazia. Nella stessa occasione, pur riconoscendo i notevoli progressi realizzati, il Parlamento europeo ha invitato il paese:
- a proseguire l'attuazione delle riforme del settore giudiziario in accordo con le raccomandazioni della Commissione, e ad affrontare le restanti sfide in questo ambito, soprattutto in relazione al miglioramento dell'efficienza giudiziaria e all'attuazione delle disposizioni in materia di indipendenza, imparzialità e responsabilità del sistema giudiziario nonché di criteri obiettivi e basati sul merito per la nomina e la promozione dei giudici;
- a contrastare la corruzione, in particolare ad alto livello – nel sistema giudiziario, negli organi di polizia, nella pubblica amministrazione e nelle aziende di proprietà statale – mediante l'applicazione rigorosa del diritto penale; il rafforzamento ulteriore della trasparenza e dell'integrità della pubblica amministrazione e della polizia; l'attuazione efficace della legislazione in materia di appalti pubblici;
- a intensificare gli sforzi intesi a perseguire i crimini di guerra e ad affrontare i casi di impunità in cui le vittime erano di etnia serba o i presunti responsabili appartenevano alle forze di sicurezza croate;
- a proseguire la collaborazione attiva con il Tribunale penale internazionale per l'ex Jugoslavia e a rispettare tutte le restanti raccomandazioni avanzate dall'ufficio del procuratore capo del Tribunale penale internazionale per l'ex Jugoslavia; invita la Croazia e la Serbia a cooperare pienamente nel settore della giustizia, in particolare in merito al perseguimento dei crimini di guerra;
- a continuare a promuovere, e ad agevolare efficacemente, il rientro dei rifugiati e dei profughi, prestando particolare attenzione alla situazione dei rimpatriati di etnia serba, migliorando le loro condizioni di vita e di lavoro;
- a proseguire gli sforzi volti a risolvere le questioni bilaterali in sospeso con alcuni paesi vicini, soprattutto la Serbia, in particolare per quanto concerne la demarcazione dei confini, le persone scomparse, la restituzione delle proprietà e i rifugiati.
Infine, il Parlamento europeo ha invitato la Croazia a continuare a realizzare le riforme strutturali per la sua economia, stimolare l'occupazione facendo rivivere il mercato del lavoro e perseguire il risanamento di bilancio, al fine di potenziare la competitività.
La firma del Trattato di adesione è avvenuta il 9 dicembre 2011, in occasione del Consiglio europeo. Purché siano state concluse le procedure di ratifica del Trattato da parte di tutti gli Stati membri e della Croazia, l’adesione del paese all’UE dovrebbe avvenire il 1° luglio 2013. La ratifica del Trattato di adesione della Croazia è stata finora approvata, oltre che dall’Italia, con la legge n. 17 del 29 febbraio 2012, da Slovacchia (5 febbraio 2012), Ungheria (14 febbraio) e Bulgaria (17 febbraio).
Dopo la firma del trattato di adesione, la Croazia è diventata “Stato aderente” e può beneficiare di una serie di diritti provvisori prima di diventare Stato membro dell’UE. Può esprimere osservazioni su progetti di proposte, comunicazioni, raccomandazioni o iniziative dell’UE e acquisisce lo status di “osservatore attivo” in seno agli organi e alle agenzie dell’Unione, con diritto di espressione ma non di voto. È al termine del processo di ratifica, con l’entrata in vigore del trattato di adesione alla data prevista, che lo Stato aderente diventa a tutti gli effetti Stato membro dell’UE.
Il 23 gennaio 2011 si è svolto in Croazia il referendum popolare sull’adesione del paese all’Unione europea: il 66,27% dei votanti si è espressa favorevolmente. Tale esito è stato salutato con soddisfazione in una dichiarazione congiunta dal Presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso, e dal Presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy, che hanno sottolineato come l’adesione all’UE della Croazia rappresenti un segnale positivo per gli altri paesi della regione.
Nel lungo periodo, la prospettiva dei paesi dei Balcani occidentali è infatti quella della
progressiva integrazione nell’Unione europea, sulla base delle previsioni
del Trattato sull’Unione europea e dei criteri di Copenaghen. Tale approccio è
stato ribadito in più occasioni dal Consiglio europeo, a partire da quello
tenutosi a Feira il 19 e 20 giugno 2000 che ha definito i paesi della regione “candidati potenziali all’adesione
all’Unione europea”.
[1]
Gli
indicatori internazionali sul paese, ripresi da autorevoli centri di ricerca,
descrivono in particolare: la condizione delle libertà politiche e civili
secondo le classificazioni di Freedom House e dell’Economist Intelligence Unit;
la posizione del paese secondo l’indice della corruzione percepita predisposto
da Transparency International (la posizione più alta nell’indice rappresenta una
situazione di minore corruzione percepita) e secondo l’indice della libertà di
stampa predisposto da Reporters sans Frontières (la posizione più alta
nell’indice rappresenta una situazione di maggiore libertà di stampa); la
condizione della libertà religiosa secondo i due rapporti annuali di “Aiuto
alla Chiesa che soffre” (indicato con ACS) e del Dipartimento di Stato USA
(indicato con USA); la condizione della libertà di Internet secondo Open Net
Iniziative; la condizione della libertà economica secondo l’Heritage Foundation
il tasso di crescita del PIL come riportato dal Fondo Monetario internazionale;
la presenza di situazioni di conflitto armato secondo l’International Institute
for Strategic Studies (IISS). Per ulteriori informazioni sulle fonti e i
criteri adottati si rinvia alla nota esplicativa presente in Le elezioni
programmate nel periodo febbraio-aprile 2011 (documentazione e ricerche n. 85,
9 febbraio 2011).
[2] finché l’Accordo è entrato in vigore veniva applicato
l’Interim agreement - Accordo Interinale
[3] La dichiarazione di Josipovic, secondo il Primo Ministro Kosor, avrebbe inoltre violato la “Patriotic War Declaration”, adottata nel 2000 dal Parlamento croato, in base alla quale tutti i funzionari statali sono tenuti a tutelare i valori e la dignità della guerra patriottica.
[4] Il Presidente Sprem era a Roma su invito del Presidente del Senato, Renato Schifani, in occasione del voto finale sul disegno di legge di Ratifica ed esecuzione del Trattato di adesione della Repubblica di Croazia all'Unione europea da parte del Senato (28 febbraio 2012). La Camera dei deputati ha approvato il disegno di legge di Ratifica del Trattato il 15 febbraio 2012. L’Italia è stato il quarto paese a ratificare il Trattato di adesione dopo la Slovacchia (1 febbraio 2012), l’Ungheria (13 febbraio 2012), la Bulgaria (17 febbraio 2012).
[5] Si segnala che l’allora Presidente della Camera Luciano Violante aveva effettuato una visita ufficiale in Croazia il 10 e 11 luglio 2000.
[6] Secondo i dati riportati dal sito
dell’Ambasciata di Croazia in Italia, più di 60 000 croati abitano da
generazioni nelle regioni Venezia-Friuli-Giulia, Lombardia e Marche, ma a loro
non viene riconosciuto lo status della minoranza linguistica, né quello della
minoranza storica.
[7] Il Presidente Bebić il 18 ottobre 2009
ha visitato la comunita' di minoranza linguistica croata nella regione Molise,
che vive nelle cittadine di Montemitro, Acquaviva Collecroce e San Felice.
[8] Si
segnala che l’onorevole Picula, con lettera del novembre 2010 ha invitato il Presidente Migliori a compiere una visita
in Croazia nella prima metà del 2011.
[9] Occorre segnalare che è da un’iniziativa
congiunta dell’allora Presidente della Camera Violante e dell’allora Presidente
del parlamento croato Tomcic che ha
preso avvio la dimensione parlamentare dell'Iniziativa Adriatico-Ionica. A Zara
si è tenuta, infatti, il 27 aprile 2001 la prima Conferenza dei Presidenti dei
Parlamenti dei Paesi membri dell'Iniziativa Adriatico-Ionica. La Camera era
stata rappresentata dal Vicepresidente Pierluigi Petrini.
[10] Nel corso della seconda riunione (Atene,
2002) era stata avanzata la proposta, da parte croata, relativa alle Rules of Procedures della Dimensione
parlamentare dell’Iniziativa con la creazione, tra l’altro, di organi
aggiuntivi; tale proposta, non è stata tuttavia accolta.
[11] Le
Commissioni parlamentari per l’integrazione europea degli Stati che partecipano
al Processo di Stabilizzazione e Associazione (PSA) con l’Unione europea (Albania, Bosnia
Erzegovina, Croazia, Macedonia, Montenegro e Serbia) si sono riunite a Sarajevo
il 16-18 giugno 2005 ed hanno convenuto di riunirsi periodicamente, dando vita
ad una Conferenza (la COSAP appunto), organizzata su modello della COSAC
(Conferenza degli Organismi Specializzati per gli Affari Comunitari), con lo
scopo di promuovere le riforme interne necessarie per favorire l’adesione
all’Unione europea.
[12] Erano
presenti parlamentari di Albania,
Croazia, Kosovo, Montenegro, Bosnia Herzegovina, Macedonia-FYROM, Italia, Austria,
Grecia, Turchia.
[13] Il testo è stato esaminato da ultimo il 2 novembre 2011. In tale
occasione il Presidente Stefani ha ricordato che nelle precedenti sedute il
rappresentante del Governo ha fornito rassicurazioni circa la presentazione di
un disegno di legge o di un emendamento per la copertura finanziaria del provvedimento in esame. Il
sottosegretario Mantica ribadisce che la proposta di legge in titolo non reca la copertura finanziaria
necessaria per l'attuazione dell'Accordo, quantificata in circa 350 mila euro.
Segnala, quindi, che tali risorse si renderanno disponibili non prima del
prossimo anno. L’on. Stefani ha sollecitato il reperimento delle risorse
finanziarie necessarie per la ratifica
dell'Accordo in titolo. Il sottosegretario ha rinnovato il convinto impegno che
il Ministero degli affari esteri ha assunto in sede bilaterale per il
completamento dell'iter di ratifica dell'Accordo. L’esame del testo è stato
poi rinviato.
[14] Tale ordine del giorno è stato poi recepito
con un emendamento al c.d. Decreto milleproroghe "Conversione in legge,
con modificazioni, del decreto-legge 30 dicembre 2009, n. 194, recante proroga
di termini previsti da disposizioni legislative" approvato definitivamente
al Senato il 25 febbraio 2010. E’ stato quindi disposto il rifinanziamento
della legge 73 del 2001 a favore della minoranza italiana in Croazia e in
Slovenia.
[15] La
mozione n. 515 è stata presentata dalla Sen. Tamara Blazina componente della
delegazione parlamentare dell’InCE.
[16] In collaborazione con il MAE.