Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione
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Autore: | Servizio Studi - Dipartimento affari esteri | ||||
Titolo: | L'attività di banche e fondi di sviluppo a carattere multilaterale e sulla partecipazione italiana alle risorse di detti organismi nel 2010 (Doc. LV, n- 5-bis) | ||||
Riferimenti: |
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Serie: | Note di politica internazionale Numero: 94 | ||||
Data: | 28/02/2012 | ||||
Descrittori: |
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Organi della Camera: | III-Affari esteri e comunitari |
SIWEB
n. 94 – 28 febbraio 2012
L’attività di banche e fondi di sviluppo a carattere multilaterale e sulla partecipazione italiana alle risorse di detti organismi nel 2010 (Doc. LV, n 5-bis)
La relazione sull’attività di banche e fondi di sviluppo a carattere multilaterale e sulla partecipazione finanziaria italiana alle risorse di detti organismi, relativa all’anno 2010 (Doc. LV, n. 5-bis), è stata trasmessa dal Ministero degli Affari esteri con lettera del 28 gennaio 2012. Il documento è all’attenzione del Comitato permanente sugli Obiettivi di sviluppo del Millennio costituito in seno alla Commissione Affari esteri, che ne ha in programma l’esame istruttorio.
La relazione per il 2010
La Relazione all’esame del Comitato permanente riporta i dati relativi all'anno 2010,riguardanti i principali istituti finanziari internazionali di sviluppo che fanno capo al gruppo della Banca mondiale e alle Banche regionali.
Il Gruppo della Banca mondiale
La Banca mondiale è stata istituita nel 1944 e rappresenta uno dei maggiori organismi internazionali preposti all’assistenza allo sviluppo. Il Gruppo comprende un nucleo centrale:
Ø la Banca internazionale per la ricostruzione e lo sviluppo (IBDR);
Ø l’Associazione internazionale per lo sviluppo (IDA);
coadiuvato da tre Agenzie affiliate, ovvero:
§ La Società finanziaria internazionale (IFC)
§ L’Agenzia multilaterale per la garanzia degli investimenti (MIGA)
§ Il Centro internazionale per la risoluzione delle controversie in materia di investimenti (ICSID).
La Relazione in esame informa che nel 2010 la Banca internazionale per la ricostruzione e lo sviluppo (il cui obiettivo è la riduzione della povertà in paesi a reddito medio o in quei paesi poveri che però hanno accesso ai mercati di capitali) ha finanziato 164 nuove operazioni in 42 paesi, concedendo prestiti per un totale di 44,2 miliardi di dollari – con il che si è superato il precedente record di 32,9 miliardi erogati nel 2009. Oltre a questi finanziamenti, la IBRD fornisce aiuti attraverso i Trust Fund (tra i quali il Fondo Globale per l’ambiente e il Fondo Globale per la lotta contro AIDS, TBC e Malaria).
Il capitale IBRD sottoscritto dall’Italia, su un totale di 189,94 miliardi di dollari, è di 5,4 miliardi di dollari, pari al 2,85% dell’ammontare delle sottoscrizioni e al 2,78% del potere di voto. In seguito al processo di riforma volto ad accrescere la partecipazione (“Voice”) dei PVS nel Gruppo della Banca Mondiale, conclusosi nell’aprile 2010 con un aumento selettivo di capitale a loro favore che ne ha portato il peso in IBRD al 47,19 per cento, l’Italia vedrà una modesta diminuzione della propria quota, dal 2,85 al 2,64 per cento.
L’IDA (International Development Association), che assiste i PVS più poveri, ossia quelli che non hanno sufficiente solidità finanziaria per accedere ai prestiti della IBRD, ha raggiunto nel 2010 un volume di risorse impegnate pari a 14,5 miliardi di dollari, di cui 2,7 miliardi a dono, ripartiti su 190 operazioni. La maggior parte delle risorse, pari al 49%, è andata all'Africa, e subito dopo al sud-est asiatico.
Oltre che con prestiti e doni, l’IDA interviene nei paesi più poveri attraverso due iniziative: l’HIPC (Heavily Indebted Poor Countries) che prevede la riduzione del debito nei paesi più poveri e indebitati fino ad un livello sostenibile e la MDRI (Multilateral Debt Relief Initiative) che cancella totalmente il debito contratto con l’IDA e altri Fondi al raggiungimento del c.d. “completion point”.
La Società finanziaria internazionale (IFC), che ha il fine di promuovere lo sviluppo del settore privato nei PVS, ha un capitale sottoscritto (al 30 giugno 2010) di 2,37 miliardi di dollari. La quota sottoscritta dall’Italia rappresenta, con 81,34 milioni, il 3,43% del totale e il potere di voto del nostro paese è pari al 3,38%.
L’IFC ha finanziato 528 progetti in 103 paesi, per un ammontare complessivo di circa 12,7 miliardi di dollari impegnati e 5,3 mobilizzati.
L’Agenzia multilaterale per la garanzia degli investimenti (MIGA) che, come l'IFC, si occupa esclusivamente di promuovere lo sviluppo del settore privato e di incoraggiare l'investimento privato estero verso i PVS, ha un capitale sottoscritto di 1,912 miliardi di dollari. L’Italia ha sottoscritto una quota pari al 2,81% del totale – 53,78 milioni di dollari - e il potere di voto è pari al 2,38%.
Il Fondo globale per l’ambiente (GEF)
Il Fondo Globale per l’ambiente, amministrato dalla Banca mondiale, è il più grande finanziatore di progetti per la tutela dell’ambiente. Il Fondo ha il compito di assistere i PVS attraverso contributi a progetti per uno sviluppo sostenibile.
Nel 2010la GEF ha finanziato 202 progetti per un ammontare di 552,4 milioni di dollari, che hanno generato cofinanziamenti per ulteriori 2,5 miliardi di dollari.
La Relazione ricorda che l’Italia è stata fra i più forti sostenitori del GEF fin dalla sua adesione (nel 1994) e che la quota di contribuzione si è mantenuta stabile negli anni intorno al 4,39% del capitale sottoscritto. Sono terminati nel maggio 2010 i negoziati per la V ricostituzione del Fondo (2010-2014): con 3,5 miliardi di nuovi contributi, l’ammontare totale di risorse per il GEF è salito a 4,25 miliardi di dollari. L’Italia ha annunciato un contributo di 92 milioni di dollari che, seppure lievemente superiore al precedente, fà scendere la sua quota di partecipazione al 3,64%.
Il Gruppo della Banca interamericana di sviluppo
Il Gruppo della Banca Interamericana di Sviluppo, fondata nel 1959, è la più grande fonte di finanziamento allo sviluppo della regione latino americana e caraibica. Il Gruppo comprende:
§ -La Banca interamericana di sviluppo (IDB)
§ -La Società interamericana d'investimento (IIC)
§ -Il Fondo multilaterale d'investimento (MIF).
La Relazione precisa che l’Italia detiene quote pari all’1,8% della Banca Interamericana di Sviluppo, al 3% dell’IIC ed al 2% del MIF.
Nel marzo 2010 i Governatori della IDB hanno deliberato un aumento di capitale, il nono, di 70 miliardi di dollari; l’Italia ha annunciato un contributo di 43 milioni di dollari.
La Banca asiatica di Sviluppo
La Banca asiatica di sviluppo (AsDB), con sede a Manila, è un’istituzione finanziaria che ha la missione di assistere i paesi membri in via di sviluppo dell’Asia e del Pacifico.
Nel 1974 è stato creato il Fondo asiatico di sviluppo (AsDF), che interviene nei paesi più poveri della regione, con risorse a dono e prestiti a condizioni agevolate.
Vi sono inoltre altri sei fondi speciali e un organo ausiliario; il principale è il Fondo è Speciale per l’Assistenza Tecnica, gli altri sono: il Fondo speciale per il Giappone, il Fondo per la risposta ai disastri nel Pacifico asiatico (il Fondo tsunami), il Fondo per il terremoto in Pakistan, il Fondo per la cooperazione e l'integrazione regionale ed il Fondo per il cambiamento climatico. L’organo ausiliario è l’Istituto per la Banca asiatica di sviluppo, con sede a Tokio, con compiti ausiliari nella messa a punto di strategie soprattutto rivolte al settore sociale ed alla formazione.
L’ADB è finanziata da 67 membri, dei quali solo 48 appartengono alla regione asiatica. Oltre ai governi, i principali partner della Banca sono le organizzazioni non governative e il settore privato.
Al 31 dicembre 2010 il capitale della Banca asiatica di sviluppo era pari a 143,95 miliardi di dollari (più del doppio rispetto ai 60,75 miliardi di dollari del 2009). L’Italia ha sottoscritto una quota di 2.954 milioni di dollari (contro i 998,9 del 2009), che corrisponde al 2,14% del totale, mentre il potere di voto è dell’1,94%. (erano rispettivamente l’1,64 e l’1,61% l’anno precedente).
Il Gruppo della Banca africana di Sviluppo
Il Gruppo della Banca africana di sviluppo è stato creato allo scopo di ridurre la povertà, migliorare le condizioni di vita nei paesi poveri dell’Africa e mobilitare risorse per lo sviluppo economico e sociale di quel continente. Fanno parte del Gruppo 53 paesi africani (membri regionali) e 24 paesi non africani, tra i quali figura l’Italia. Il Gruppo comprende:
§ La Banca africana di sviluppo (AfDB)
§ Il Fondo africano di sviluppo (AfDF)
§ Il Fondo speciale della Nigeria (NTF)
La Banca africana di Sviluppo (ampliare con i riferimenti alla p. 41 della relazione)
La Banca Africana (AfDB), nata nel 1964, opera attraverso prestiti a valere sul capitale ordinario a condizioni quasi di mercato. Alla fine di dicembre 2010 il capitale ordinario della Banca assommava a 23,92 miliardi di UC (Unità di Conto); la quota azionaria italiana corrisponde al 2,2% del capitale ed il potere di voto al 2,36%. Per il 2010, va senz'altro segnalato la consistente riduzione delle operazioni del Gruppo della Banca africana di sviluppo, pari a 4,1 miliardi di unità di conto, rispetto al picco di 8,1 miliardi del 2009.
Il Fondo africano di sviluppo (AfDF) è stato creato nel 1972 al fine di ridurre la povertà nella regione africana tramite il miglioramento della produttività, la crescita economica e lo sviluppo del capitale umano. Analogamente a quanto avviene per l’IDA, l’AfDF è lo sportello della Banca africana che finanzia a condizioni agevolate progetti a favore dei Paesi più poveri (quasi tutti nell’Africa sub-sahariana) che non hanno la possibilità di accedere ai prestiti ordinari della Banca.
Oltre ai prestiti, il Fondo concede poi risorse a dono, che finanziano operazioni di assistenza tecnica, interventi nel settore sociale e nei Paesi che escono da conflitti armati. Le risorse dell’AfDF provengono dai contributi dei Paesi donatori, appartenenti per la maggior parte all’OCSE.
Nel 2010 il Fondo ha approvato operazioni per 1,46 miliardi di unità di conto, in diminuzione rispetto ai 2,43 miliardi del 2009.
La Banca di sviluppo dei Caraibi (CDB)
La Banca di sviluppo dei Caraibi (CDB) è un’istituzione finanziaria regionale operativa del 1970, con sede nell’isola di Barbados. Scopo della Banca è di contribuire alla crescita economica e allo sviluppo sostenibile dei paesi membri della regione caraibica e di promuovere la cooperazione economica e l’integrazione regionale, con particolare attenzione agli stati meno sviluppati.
La Banca conta 26 paesi membri e l’Italia è uno dei cinque membri non regionali.
Il capitale sottoscritto dalla Banca al 31 dicembre 2010 era di 937,2 milioni di dollari, dei quali 206,8 versati. La quota italiana ammonta al 4,3% del totale (pari a 37,6 milioni di dollari).
Il 18 maggio 2010 il Consiglio dei Governatori ha approvato un aumento di capitale per portarlo da 0,7 a 1,64 miliardi di dollari, il più grande aumento nella storia della Banca. I nuovi fondi dovrebbero permettere alla Banca di aumentare l’assistenza finanziaria ai paesi beneficiari, in considerazione dell’impatto della crisi economica e finanziaria, così come di portare a termine i programmi a medio termine per la riduzione della povertà e lo sviluppo economico e sociale. L’Italia si è impegnata ad un contributo ulteriore di 12,4 milioni di euro.
La Banca fornisce assistenza altamente agevolata ai paesi più poveri tra i suoi membri tramite il Fondo Speciale di Sviluppo. I Paesi membri della Banca contribuiscono al Fondo in maniera proporzionata alla loro partecipazione alla Banca stessa; del Fondo fanno parte anche paesi non membri della Banca. I maggiori contributori del Fondo sono i membri non regionali (Italia, Francia, Germania, Canada e Cina).
La Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS)
La BERS è stata fondata nell’aprile 1991, nel clima del progressivo collasso dei regimi di democrazia popolare e poco prima che anche l’URSS andasse incontro alla dissoluzione. L’obiettivo principale della BERS è stato quello di facilitare il passaggio di sette Paesi dall’economia pianificata a un’economia di mercato, impegnando una quota maggioritaria dei propri crediti a favore di iniziative di privatizzazione.
Oggi la BERS opera in 29 paesi che vanno dall’Europa centrale e balcanica fino all’Asia centrale; la Turchia è il paese che per ultimo si è aggiunto alla lista dei destinatari dei finanziamenti.
La BERS finanzia progetti, prevalentemente nel settore privato, a sostegno dei processi di trasformazione delle economie, che richiedono un gran numero di cambiamenti strutturali: riforma dei sistemi bancari, liberalizzazione dei prezzi, privatizzazioni, e la creazione di adeguate normative a tutela dei diritti di proprietà. La BERS ha un mandato fortemente caratterizzato da aspetti politici, in quanto l’assistenza è diretta unicamente ai paesi che rispettano i principi della democrazia multipartitica e del pluralismo (come recita l’art. 1 dell’Accordo che istituisce la Banca).
La politica della BERS promuove inoltre la protezione dell’ambiente e lo sviluppo sostenibile, ritenuti alla base delle buone pratiche, vagliando tutti i progetti di investimento alla luce della Bank’s Environmental and Social Policy.
Al 31 dicembre 2010 il capitale della BERS era pari a circa 20,79 miliardi di euro.
L’Italia è uno dei membri fondatori con una partecipazione azionaria di 1,79 miliardi di euro, pari all’8,62% e ha un rappresentante nel Consiglio dei governatori. I fondi italiani sono principalmente destinati ai Balcani occidentali.
La BERS ha finanziato, nel corso del 2010, 386 progetti per 9 miliardi di euro.
Fondo Internazionale per lo sviluppo agricolo (IFAD)
L'Italia partecipa inoltre ad organismi che operano in settori specifici, come il Fondo Internazionale per lo sviluppo agricolo (IFAD) che, insieme alla FAO ed al PAM (Programma alimentare mondiale) costituisce il “polo romano” delle Nazioni Unite.
L’IFAD è un'Istituzione finanziaria al servizio della "povertà rurale", con finalità di credito nei progetti di sviluppo agricolo a condizioni altamente agevolate e si basa su risorse fornite da donatori bilaterali e multilaterali, ma anche in parte dagli stessi paesi beneficiari. Attualmente sono membri dell’IFAD 166 paesi, suddivisi in tre “liste” a seconda che siano membri dell’OCSE, dell’OPEC o paesi in via di sviluppo.
Nel corso del 2010 l’IFAD ha approvato nuovi prestiti e doni per 854,8 milioni di dollari, rispetto al 712,2 del 2009.
Nel gennaio 2010 è iniziato il triennio di riferimento dell’VIII ricostituzione , che ha portato un incremento del capitale di 1.076,8 milioni di dollari, con una partecipazione italiana pari a 80 milioni di dollari (il 7,9% della ricostituzione ed il 7,8% del contributo complessivo), seconda soltanto alla quota USA.
Attività parlamentare
Nelle sedute del 7 e del 15 giugno 2011, il medesimo Comitato permanente ha esaminato l’analogo documento relativo al 2009, con una relazione dell’on. Tempestini che ha sottolineato come la Relazione avrebbe dovuto corrispondere maggiormente alle indicazioni emerse durante l’esame della relazioni precedenti e, in particolare, a quanto emerso durante l'audizione del Direttore generale del Tesoro Grilli, svolta il 27 luglio 2010 nell'ambito dell'esame della Relazione riferita all'anno 2008.
Il relatore lamentava la scarsa chiarezza e trasparenza della relazione in termini di indicazione chiara e trasparente dell'entità e della natura dei singoli versanti di impegno italiano a favore di banche e fondi di sviluppo a carattere multilaterale, nonché nella predisposizione di una parte programmatoria e valutativa sul ruolo dell'Italia all'interno di queste organizzazioni multilaterali.
Mancando nella relazione 2009 un quadro esaustivo degli impegni finanziari, egli proponeva – e la Commissione consentiva – che l’esame del Comitato dovesse condurre alla predisposizione di un atto di indirizzo, da approvarsi in sede plenaria, che facesse emergere le criticità rilevate, indicando la strategia per il futuro.
La Commissione Affari esteri della Camera dei deputati ha successivamente approvato, il 29 giugno 2011, il testo riformulato (8-00129) della risoluzione 7-00607 (onn. Tempestini, Pianetta, Barbi e Di Stanislaoi), sulla partecipazione italiana a banche e fondi di sviluppo a carattere multilaterale.
Il testo approvato, riprendendo i riferimenti alle carenze ed alla mancata chiarezza e trasparenza della relazione già emerse in sede di comitato, impegna il Governo:
Ø a presentare entro l'anno in corso, e prima della presentazione della legge di stabilità, la relazione annuale sull'attività di banche e fondi di sviluppo a carattere multilaterale per il 2010;
§ a corredare tale relazione di tabelle relative ai singoli impegni finanziari assunti dall'Italia, sia per il 2010 che per il 2009, per ogni organismo e relativi stati di avanzamento nei versamenti, nonché di un approfondimento di natura strategica e programmatica sulla partecipazione dell'Italia alle banche e ai fondi di sviluppo a carattere multilaterale per il triennio 2011-2013, inclusi i futuri orientamenti contributivi per quelli in fase di reintegrazione come IFAD e Asian Development Bank, anche con riferimento alla presenza italiana ai livelli di management presso tali organismi.
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