Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Studi - Dipartimento affari esteri
Titolo: Risultati elettorali delle elezioni in Lettonia
Serie: Note elezioni nel mondo    Numero: 108
Data: 20/09/2011
Descrittori:
ELEZIONI POLITICHE   LETTONIA
Organi della Camera: III-Affari esteri e comunitari

Casella di testo: Elezioni nel mondon. 108 – 20 settembre  2011

 


Risultati delle elezioni politiche in Lettonia                        

(17 settembre 2011)

Latvijas Republikas karogs

 

Il 17 settembre 2011 si sono svolte le elezioni anticipate del Parlamento unicamerale lettone (Saeima). Le elezioni hanno visto l’affermazione come partito di maggioranza relativa, per la prima volta nella storia della Lettonia indipendente, del partito di sinistra e russofono Centro dell’armonia, guidato dal Nils Usakovs, che ha ottenuto il 28,37 per cento dei voti e 31 seggi. Si sono altresì affermati il nuovo Partito della riforma fondato dall’ex-presidente della Repubblica Valdis Zatlers, con il 20,82 per cento dei voti e 22 seggi e Unità, partito del primo ministro uscente Valdis Dombrovskis, con il 18,83 dei voti e 20 seggi. Una buona affermazione è stata ottenuta anche da Alleanza nazionale - Tutti per la Lettonia, movimento di destra nato dalla fusione tra l’Unione per la patria e la libertà e il partito di estrema destra Tutti per la Lettonia, con il 13,88 per cento dei voti e 14 seggi. Non è pertanto scontata la partecipazione   del “Centro dell’armonia” al nuovo governo, poiché vi potrebbero essere i numeri anche per una coalizione di governo di centro-destra. L’affluenza alle urne è stata del 60,55 per cento, con un calo dell’1,45 per cento rispetto alle precedenti elezioni del 2010.

 

Si ricorda che la Lettonia è una repubblica parlamentare. Il Parlamento unicamerale (Saeima) è composto da 100 membri eletti per quattro anni con sistema proporzionale con metodo Sainte-Lagüe e soglia di sbarramento al 5 per cento. Il Presidente della Repubblica è eletto per quattro anni dal Parlamento e nomina il primo ministro che deve essere confermato dal Parlamento.

Le elezioni politiche anticipate fanno seguito alla vittoria dei sì al referendum dello scorso 28 luglio, referendum chiamato a confermare la decisione del presidente della Repubblica uscente Valdis Zatlers, il 28 maggio, di sciogliere (per la prima volta nella storia della Lettonia post-sovietica) anticipatamente il Parlamento (il 2 giugno il Parlamento ha eletto il nuovo Presidente della Repubblica, Andris Berzins); la decisione era motivata dal diniego del Parlamento dell’autorizzazione a procedere nei confronti del deputato Ainars Leesers.   

 

Il partito “Centro per l’armonia” aderisce al Parlamento europeo al gruppo dell’Alleanza progressista dei socialisti e dei democratici); il partito “Unità” nasce dalla fusione tra Unione civica (al Parlamento europeo nel gruppo del Partito popolare europeo); “Nuova era” (al Parlamento europeo nel gruppo del Partito popolare europeo) e Società per un’altra politica (i tre movimenti già alle elezioni del 2010 si erano presentati con un unico simbolo); l’Unione per la patria e la libertà, che ha costituito insieme a “Tutti per la Lettonia”, “Alleanza nazionale – Tutti per la Lettonia” siede al Parlamento europeo nel gruppo dei conservatori e riformisti europei.

 

Nella tabella sottostante sono riportati i risultati elettorali dei principali movimenti, confrontati con quelli delle precedenti elezioni del 2010:

 

Partiti

Percentuale di voto 2011

Seggi 2011

Percentuale voti 2010

Seggi 2010

Centro dell’armonia

28,37 %

31

26,4 %

29

Partito della riforma

20,82 %

22

-

-

Unità

18,83 %

20

31,2 %

33

Alleanza nazionale - Tutti per la Lettonia[1]

13,88 %

14

7,67 %

8

Unione dei verdi e dei contadini

12,22 %

13

19,68 %

22

 

L’analisi dei risultati elettorali mostra come nell’ambito del centro-destra il nuovo partito della riforma dell’ex-presidente Zatlers, fondato sull’onda della scelta presidenziale, condivisa dall’opinione pubblica, di sciogliere anticipatamente il Parlamento, abbia probabilmente sottratto voti al partito di governo di centro-destra.

 

La costituzione di una coalizione di governo di centro-destra appare allo stato quella più probabile: il candidato alla carica di primo ministro del partito della riforma, Edmunds Sprudzs, ha dichiarato che, nella ricerca di alleanze per la formazione del governo, verranno privilegiate Unità e Alleanza nazionale - Tutti per la Lettonia, anche il primo ministro uscente Dombrovskis, di Unità, ha dichiarato di privilegiare i contatti con il partito della riforma.

 

Al centro della campagna elettorale è risultata la situazione economica: il paese è stato pesantemente colpito dalla crisi economica internazionale, subendo una riduzione del PIL di quasi il 18 per cento nel 2009. Per evitare il fallimento, la Lettonia ha ricevuto un prestito di oltre sette miliardi di euro del Fondo monetario internazionale e dell’Unione europea ed ha adottato, con il governo Dombrovskis, una politica economica rigorosa, caratterizzata dal riduzione del 10 per cento delle pensioni e del 35 per cento degli stipendi pubblici nonché da un aumento delle imposte dirette e indirette (di tre punti percentuali per l’IVA). Nel programma elettorale del partito “Centro dell’armonia” è presente una richiesta di rinegoziazione dei termini di rimborso del prestito internazionale (il termine ultimo è attualmente fissato al 2014) e l’obiettivo di deficit è fissato al 5-6 per cento anziché al 3 per cento, obiettivo invece condiviso da Unità e Partito della riforma, che potrebbe consentire l’ingresso nell’euro nel 2014.

 

Pesa inoltre sul partito “Centro dell’armonia” la sua caratterizzazione come partito della pur consistente minoranza russofona. Il partito della riforma e Unità ritengono infatti pregiudiziale all’avvio di ogni eventuale contatto per la formazione del governo il riconoscimento da parte del “Centro dell’armonia” del carattere di occupazione della presenza sovietica nel Paese, tra la seconda guerra mondiale e il 1991. Al riguardo, il leader del partito Usakovs ha recentemente parlato, per la prima volta, di “50 anni di occupazione”. Inoltre Unità e partito della riforma pongono come ulteriore precondizione il riconoscimento del Lettone come sola lingua ufficiale del paese.

 

 

Indicatori internazionali sul paese[2]:

Libertà politiche e civili: Stato “libero” (Freedom House);  “democrazia difettosa” (48 su 167 Economist)

Libertà di stampa: 30 su 178

Libertà di Internet: -

Libertà religiosa: assenza di eventi significativi (ACS); generale rispetto nella pratica (USA)

Libertà economica: Stato “moderatamente libero” (56 su 179)

Corruzione percepita: 59 su 178

Variazione PIL 2009: - 17,9 per cento; 2010: - 0,3 per cento

 

 

 

 

 

 

 

 



 



[1] Per le elezioni 2010 si riporta il risultato della sola Alleanza nazionale.

[2]    Gli indicatori internazionali sul paese, ripresi da autorevoli centri di ricerca, descrivono in particolare: la condizione delle libertà politiche e civili secondo le classificazioni di Freedom House e dell’Economist Intelligence Unit; la posizione del paese secondo l’indice della corruzione percepita predisposto da Transparency International (la posizione più alta nell’indice rappresenta una situazione di minore corruzione percepita) e secondo l’indice della libertà di stampa predisposto da Reporters sans Frontières (la posizione più alta nell’indice rappresenta una situazione di maggiore libertà di stampa); la condizione della libertà religiosa secondo i due rapporti annuali di “Aiuto alla Chiesa che soffre” (indicato con ACS) e del Dipartimento di Stato USA (indicato con USA); la condizione della libertà di Internet secondo Open Net Iniziative; la condizione della libertà economica secondo l’Heritage Foundation il tasso di crescita del PIL come riportato dal Fondo Monetario internazionale; la presenza di situazioni di conflitto armato secondo l’International Institute for Strategic Studies (IISS). Per ulterioriinformazioni sulle fonti e i criteri adottati si rinvia alla nota esplicativa presente in Le elezioni programmate nel periodo febbraio-aprile 2011 (documentazione e ricerche n. 85, 9 febbraio 2011).

 

 

 

 

Servizio Studi – Analisi dei temi di politica estera nell’ambito dell’Osservatorio di Politica internazionale

( 06 6760-4939 – *st_affari_esteri@camera.it

I dossier dei servizi e degli uffici della Camera sono destinati alle esigenze di documentazione interna per l'attività degli organi parlamentari e dei parlamentari. La Camera dei deputati declina ogni responsabilità per la loro eventuale utilizzazione o riproduzione per fini non consentiti dalla legge.

File: es0899ele.doc