Camera dei deputati - XVI Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Studi - Dipartimento affari esteri
Titolo: Protocollo di adesione al Trattato del Nord Atlantico della Croazia e dell'Albania A.C. 1908
Riferimenti:
AC N. 1908/XVI     
Serie: Progetti di legge    Numero: 93
Data: 03/12/2008
Descrittori:
ALBANIA   CROAZIA
ORGANIZZAZIONE DEL TRATTATO DELL' ATLANTICO DEL NORD ( NATO )   ORGANIZZAZIONI INTERNAZIONALI MILITARI
RATIFICA DEI TRATTATI     
Organi della Camera: III-Affari esteri e comunitari


Camera dei deputati

XVI LEGISLATURA

 

 

 

 

SERVIZIO STUDI

Progetti di legge

 

 

 

 

 

Protocollo di adesione al Trattato del Nord Atlantico della Croazia e dell’Albania

 

A.C. 1908

 

 

 

 

 

 

 

n. 93

 

 

3 dicembre 2008


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dipartimento affari esteri

 

SIWEB

 

 

I dossier dei servizi e degli uffici della Camera sono destinati alle esigenze di documentazione interna per l'attività degli organi parlamentari e dei parlamentari. La Camera dei deputati declina ogni responsabilità per la loro eventuale utilizzazione o riproduzione per fini non consentiti dalla legge.

 

 

File:es0105.doc


INDICE

Scheda di sintesi

Dati identificativi del disegno di legge di ratifica  3

Contenuto dell’accordo  4

§      La recente evoluzione dell’Alleanza Atlantica  4

§      Le procedure di adesione alla NATO   9

§      Il contenuto dei protocolli di adesione dell’Albania e della Croazia  10

Contenuto del disegno di legge di ratifica  11

§      A tutta NATO, dal sito Internet www.osservatoriobalcani.org, 8 aprile 2008  15

§      Sguardo ad Ovest, dal sito Internet www.osservatoriobalcani.org, 10 aprile 2008  15

§      Bucharest Summit Declaration, 3 aprile 2008  15

§      A. Carati, La NATO dopo il summit di Bucarest: ancora alla ricerca di un ruolo?, in: ISPI Policy Brief, n. 81/ aprile 2008  15

Recente pubblicistica

§      J. Smith, M. Williams, Le quattro sfide esistenziali della NATO, dal sito Internet www.affarinternazionali.it, 30 giugno 2008  19

§      The trouble with NATO, dal sito internet www.isn.ethz.ch, 9 settembre 2008  19

§      D. Korski, NATO’S troubled renaissance, da: The European Council on Foreign Relations, 22 settembre 2008  19

§      Ukraine’s NATO hopes dashed, dal sito internet www.isn.ethz.ch, 20 ottobre 2008  19

§      Ukraine, Georgia and MAP – Time for Plan B, dal sito Internet www.brookings.edu, 29 ottobre 2008  19

§      N. Witney, The death of NATO, da: The European Council on Foreign Relations, 20 novembre 2008  19

Vertice dei Ministri degli Esteri della NATO

§      Final communiqué - Meeting of The North Atlantic Council at The Level of Foreign Ministers Held at Nato Headquarters, Brussels, 2-3 dicembre 2008  23

 


Scheda di sintesi


Dati identificativi del disegno di legge
di ratifica

Numero del progetto di legge

1908

Titolo dell’Accordo

Protocollo di adesione al Trattato del Nord Atlantico della Repubblica di Croazia, e  Protocollo di adesione al Trattato del Nord Atlantico della Repubblica di Albania.

Iniziativa

Governativa

Settore d’intervento

Trattati e accordi internazionali

Firma dell’Accordo

Bruxelles, 9 luglio 2008

Iter al Senato

No

Numero di articoli del ddl di ratifica

3

Date del ddl di ratifica

 

§    Presentazione alla Camera

13 novembre 2008

§    Assegnazione

3 dicembre 2008

Commissione competente

III (Affari esteri)

Sede

Referente

Pareri previsti

Commissioni I, IV, V

Oneri finanziari

No

 


Contenuto dell’accordo

La recente evoluzione dell’Alleanza Atlantica

Il processo di trasformazione della NATO ha avuto sostanzialmente inizio nel Vertice di Londra del luglio 1990, quando iniziarono a stabilirsi rapporti diplomatici e di cooperazione con i Paesi dell’ex Patto di Varsavia.

Nel novembre 1991, il Vertice dei Capi di Stato e di governo riuniti a Roma, ha adottato un Concetto Strategico che enunciava un insieme coerente di aspetti politici e militari della dottrina della NATO, allo scopo di unire un più ampio approccio alla sicurezza, basato sul dialogo e sulla cooperazione, con il mantenimento della capacità di difesa collettiva della NATO, avviando, allo stesso tempo il dialogo con i Paesi dell'Europa centro-orientale e dell'ex Unione sovietica.

Nell'ambito del citato Concetto Strategico, nel dicembre 1991, fu stato istituito il NACC (Consiglio di cooperazione dell'Atlantico del Nord), un foro multilaterale che aveva lo scopo di fornire, alla fine della guerra fredda, una sede istituzionale di dialogo con i Paesi dell'Europa orientale.

Tre anni più tardi, al Vertice svoltosi nel gennaio 1994 a Bruxelles, è stato lanciato il programma Partnership for Peace (PfP), finalizzato ad espandere e intensificare la cooperazione politica e militare in Europa, a far crescere la stabilità, a ridurre le minacce alla pace e a costruire forti relazioni attraverso la cooperazione tra la NATO e i singoli partner.

La base del programma è costituita da un documento individuale che ciascun Paese partner sottoscrive con la NATO. Tale Documento quadro stabilisce, tra l’altro, gli specifici impegni assunti dalla nazione, per la salvaguardia delle società democratiche, per il rispetto delle leggi internazionali e dei principi della carta dell’ONU, per la trasparenza del bilancio della difesa e per il controllo democratico sulle forze armate. I singoli Stati si impegnano altresì a sviluppare capacità di azione comune con la NATO in missioni di peace-keeping e umanitarie. A sua volta la NATO si impegna a intraprendere consultazioni con la nazione partner che percepisca una minaccia alla propria sicurezza o indipendenza.

Il PfP ha giocato un ruolo importante nel processo di ampliamento della NATO a nuovi membri, dal momento che dei 30 Paesi che hanno finora aderito al Programma, 10 sono divenuti membri effettivi dell’Alleanza.

Nel 1995, la NATO ha assunto un’iniziativa per stabilire contatti con alcuni paesi nella più vasta regione mediterranea, istituendo un Dialogo mediterraneo con sei paesi (Egitto, Israele, Giordania, Mauritania, Marocco e Tunisia). Il programma, cui nel febbraio 2000 ha aderito anche l'Algeria, ha come obiettivo la creazione di buone relazioni e il miglioramento della comprensione reciproca con i paesi dell’area mediterranea, nonché quello di promuovere la sicurezza e la stabilità nella regione.

Durante la riunione dei Ministri degli esteri, svoltasi a Sintra, in Portogallo, nel maggio del 1997, il NACC fu sostituito dall’EAPC (Consiglio di partenariato euro-atlantico), i cui principi vennero sviluppati in stretta cooperazione tra l’Alleanza e i Paesi partner, con lo scopo di avviare una nuova fase della cooperazione.

Il 12 marzo 1999 la Repubblica Ceca, l’Ungheria e la Polonia sono entrate a far parte dell’Alleanza Atlantica, dopo l’invito loro rivolto durante il Consiglio atlantico di Madrid del luglio 1997.

Il Vertice di Washington del 23-25 aprile 1999 ha definito le linee di sviluppo dell’Alleanza atlantica per il XXI secolo, con l’approvazione di un Nuovo concetto strategico (che ha sostituito quello del 1991), che rifletteva il mutato scenario della sicurezza euro-atlantica, con l’intento di regolare la politica della sicurezza e della difesa dell’Alleanza, i suoi concetti operativi, l’assetto delle sue forze convenzionali e nucleari e le disposizioni sulla sua difesa collettiva.

Il nuovo concetto strategico ha definito lo scopo e la natura della NATO e i suoi fondamentali compiti di sicurezza, ha individuato le caratteristiche principali del nuovo contesto di sicurezza ed ha fornito le direttive per i successivi adeguamenti delle sue forze militari. Esso ha sancito, tra l’altro, che la NATO deve far fronte ad una serie di minacce e rischi nuovi per la sicurezza, tra i quali: la diffusione globale di una tecnologia che può essere impiegata nella costruzione di nuove armi; la circostanza che avversari, siano o meno Stati, possano sfruttare l’utilizzazione di strumenti informatici; il terrorismo internazionale; il sabotaggio e la criminalità organizzata. Conseguentemente il nuovo concetto strategico ha stabilito che qualsiasi attacco armato ai territori dei paesi alleati, di qualsiasi provenienza, sarà considerato riconducibile a quanto previsto dagli articoli 5 e 6 del Trattato di Washington, che la sicurezza dell’Alleanza deve tener conto anche del contesto globale e dei rischi di carattere più generale, quali gli atti di terrorismo.

Il vertice ha, poi, approvato la DCI (Defence Capabilities Initiative) al fine di sviluppare le capacità delle forze militari della NATO.

In occasione del Vertice di Washington, nel ribadire la politica della open door, è stato inoltre lanciato il MAP (Membership Action Plan) per favorire successive adesioni all’Alleanza. Il MAP consiste in un programma di riforme che i Paesi candidati possono realizzare, su base volontaria, per conseguire una serie di obiettivi che garantiscano la loro idoneità a divenire membri effettivi dell’Alleanza.

In seguito alle decisioni di Washington del 1999 la NATO ha proceduto ad una notevole innovazione nella sua struttura di comando, che già si avviava al superamento dello schieramento rispondente alla logica della Guerra Fredda, e ad una riorganizzazione volta a far fronte all'espandersi della gamma di missioni dell'Alleanza, tra cui, in particolare, il mantenimento della pace; lo sviluppo del concetto di Gruppi operativi interforze multinazionali (CJTF); il consolidamento dei rapporti con i partner strategici e lo sviluppo dell’Identità di sicurezza e di difesa europea. La struttura di comando derivata dalle decisioni di Washington era basata, come tutte quelle che l’avevano preceduta, innanzitutto su una divisione geografica delle responsabilità. La Struttura di comando della NATO del 1999 comprendeva 20 quartier generali, il che già rappresentava una forte riduzione e un notevole progresso rispetto ai precedenti 65.

Il Vertice di Praga, svoltosi il 21-22 novembre 2002 ha ulteriormente accelerato il processo di trasformazione della NATO, approvando una serie di misure, volte a fornire all’Alleanza nuove capacità per svolgere le proprie missioni e rispondere collettivamente alle nuove sfide, compresa la minaccia del terrorismo e la proliferazione delle armi di distruzione di massa.

Tra le iniziative da realizzarsi nell’ambito della trasformazione della NATO, si segnalano: la creazione di una Forza di Reazione rapida (NATO Response Force) e la riforma della struttura del Comando militare; l’Impegno sulle Capacità.

La NATO Response Force (NRF) è una forza multinazionale dotata di capacità ed assetti tecnologicamente avanzati, in grado di assicurare il dispiegamento di elementi-chiave entro cinque giorni, di proiettarsi a grande distanza e di sostenersi autonomamente per almeno trenta giorni.

A seguito della riforma della struttura del Comando militare decisa dal Vertice di Praga, nell’ambito della nuova struttura NATO operano due Comandi strategici:

Ø    ACO (Allied Command Operations), che ha sede a Mons (Belgio), presso SHAPE (Supreme Headquarters Allied Powers Europe). ACO, che opera sotto il comando del SACEUR (Supreme Allied Commander Europe), ha la responsabilità operativa di tutte le attività militari della NATO a livello mondiale;

Ø        ACT (Allied Command Transformation), con sede a Norfolk, in Virginia, che è responsabile per la formazione e l'addestramento delle forze NATO e che segue i processi di trasformazione militare dell’Alleanza.

Il Vertice di Pragaha anche approvato un nuovo concetto militare che stabilisce un approccio globale per la difesa contro il terrorismo e consente alle forze dell’Alleanza di intervenire ovunque i suoi interessi lo richiedano (quindi anche fuori dall’area dei Paesi membri).

Anche a seguito di tali determinazioni, il 16 aprile 2003 il Consiglio Nord Atlantico (NAC) ha deciso l'assunzione, da parte della NATO, del comando, del coordinamento e della pianificazione dell’operazione ISAF, senza modificarne nome, bandiera e compiti. La decisione è stata resa operativa l'11 agosto 2003, con l'assunzione della guida della prima missione militare extraeuropea dell'Alleanza Atlantica.

Il vertice di Praga ha inoltre proceduto alla formalizzazione dell’invito all’adesione a sette Paesi dell’Europa orientale (Bulgaria, Estonia, Lettonia, Lituania, Romania, Slovacchia e Slovenia), che sono diventati membri della NATO il 2 aprile 2004.

Il Vertice di Istanbul del giugno 2004 ha disposto il rafforzamento e l’estensione della missione ISAF in Afghanistan, ha offerto al Governo provvisorio iracheno di provvedere all’addestramento delle forze di sicurezza in Iraq, ed ha deciso la conclusione dell’impegno NATO in Bosnia (SFOR) a seguito del trasferimento delle responsabilità della missione Althea all’UE.

Durante il Vertice è stata lanciata l’Istanbul Cooperation Iniziative (ICI), per la cooperazione con i paesi del Golfo, cui hanno aderito Bahrein, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Qatar. L’iniziativa offre ai Paesi del Medio oriente allargato l’opportunità di una cooperazione bilaterale con la NATO in materia di sicurezza.

Il Vertice NATO di Riga del 28 e 29 novembre 2006, ha mantenuto una posizione interlocutoria rispetto al processo di allargamento, rimandando ogni decisione al 2008. Gli Alleati hanno riconfermato l’impegno in Afghanistan, anche se non si è proceduto al sensibile incremento di uomini e mezzi richiesto in particolare dagli USA.

E’ stata infine dichiarata la piena capacità operativa (full operability) della Forza di reazione rapida costituita nel Vertice di Praga.

L’ultimo vertice dell’Alleanza, che si è tenuto a Bucarest dal 2 al 4 aprile 2008, ha formalizzato l’invito a divenire membri effettivi della NATO all’Albania e alla Croazia, mentre l’invito alla Macedonia è stato rinviato a dopo la soluzione del “conflitto” con la Grecia sull’uso del nome.

Il Vertice ha inoltre approvato un documento che, ricordando che la proliferazione dei missili balistici è una minaccia crescente ai paesi NATO, considera un contributo sostanziale alla protezione dei paesi alleati il sistema anti-missile prodotto dagli Stati Uniti e dà il via libera a uno studio di fattibilità che consenta di sviluppare un raccordo fra il sistema di difesa anti-missile USA e un sistema NATO per assicurare la protezione a tutti i paesi europei.

Il vertice ha infine approvato un piano strategico (ISAF’s Strategic Vision) che ribadisce l'impegno di lungo periodo in Afghanistan attraverso il rafforzamento degli elementi di coordinamento, flessibilità e condivisione della missione. Contestualmente è stato annunciato un aumento dei militari (1.800 unità in più) e dei mezzi impiegati nel teatro afghano.

Nell’agosto 2008 la NATO è stata coinvolta dagli effetti della grave crisi georgiana: in particolare, la Russia è arrivata a sospendere la collaborazione all’interno del Consiglio NATO-Russia creato nel 2002, mentre il deterioramento del clima tra la Federazione russa e l’Occidente ha contribuito a un momento di notevole smarrimento strategico dell’Alleanza atlantica, che tuttavia è stato progressivamente riassorbito con l’attenuarsi della crisi. Ciò non significa che sulle attuali caratteristiche e soprattutto sulle prospettive future della NATO non vi siano notevoli divergenze tra i protagonisti politici e gli osservatori, ma esse - a meno di non voler accreditare l’idea dell’inizio con i fatti georgiani di una nuova guerra fredda - non riguardano se non parzialmente i rapporti con la Federazione russa, mentre appaiono assai più pesantemente condizionate, ad esempio, dal ruolo dell’Alleanza atlantica in Afghanistan (e più in generale dalle sue possibilità di proiezione al di fuori dei territori dei paesi membri).

Nella riunione dei ministri degli esteri della NATO del 2-3 dicembre 2008 è emerso con chiarezza l’orientamento di una progressiva ripresa dei rapporti con la Federazione russa, in un primo momento mediante il riavvio informale delle consultazioni tra gli ambasciatori in seno al Consiglio-NATO Russia. La decisione dei ministri degli esteri della NATO fa seguito alla già avvenuta ripresa dei colloqui con la Russia in seno all’Organizzazione sulla sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE), nonché alla decisione dell’Unione europea di riprendere il negoziato per un nuovo accordo di partenariato con la Russia. Del tutto correlato alle determinazioni per una lenta ripresa di rapporto con Mosca appare il difficile compromesso che è stato raggiunto in merito alla prosecuzione del percorso di adesione alla NATO della Georgia e dell’Ucraina, rispetto alle quali è stato provvisoriamente congelato lo strumento formale che conduce in un secondo momento all’adesione alla NATO, ovvero il Piano d’azione per l’adesione (MAP), decidendo di proseguire la collaborazione nell’ambito delle commissioni NATO-Georgia e NATO-Ucraina - è infatti ben nota l’avversione russa all’ipotesi dell’ingresso a pieno titolo dei due paesi nell’Alleanza atlantica.

Il vertice del 2-3 dicembre, con riferimento all’Albania e alla Croazia, ha espresso l’auspicio di un rapido completamento delle procedure per l’adesione di questi due Stati alla NATO. Al tempo stesso, riconoscendo le importanti riforme già attuate dai due Paesi e il loro significativo contributo alla sicurezza, i Ministri degli esteri hanno incoraggiato Albania e Croazia a proseguire nei loro sforzi di riforma prima del completamento dei rispettivi MAP.

Le procedure di adesione alla NATO

L’adesione di nuovi membri è contemplata dall’articolo 10 del Trattato di Washington, in base al quale gli Stati membri, previo accordo unanime, possono invitare a far parte dell’Alleanza atlantica ogni altro Stato europeo in grado di contribuire alla sicurezza della regione e di favorire lo sviluppo dei principi sanciti nel Trattato istitutivo. Nello stesso articolo 10 è delineata sinteticamente la procedura di ammissione che è stata seguita anche per i precedenti quattro allargamenti[1].

La prima delle cinque fasi necessarie per giungere alla definitiva ammissione di nuovi Paesi nell’Alleanza consiste nello svolgimento di negoziati con ciascun Paese che sia stato formalmente invitato ad aderire. I colloqui (accession talks) tra esperti della NATO e rappresentanti dei Paesi invitati, che si svolgono nella sede generale di Bruxelles, riguardano in primo luogo gli obblighi formali derivanti dallo status  di membro dell’Alleanza. Vengono inoltre discussi temi specifici e, in particolare, le riforme che dovranno essere attuate dai singoli Paesi sia prima che dopo la loro ammissione sulla base di un calendario predisposto al termine del ciclo di incontri. Nella seconda fase i Ministri degli esteri dei Paesi invitati trasmettono alla NATO una lettera di intenti in cui confermano l’interesse, la volontà e la capacità di rispettare gli obblighi e gli impegni politici, giuridici e militari che comporta l’adesione alla NATO. Nella terza fase si procede alla firma dei Protocolli di accesso che, tecnicamente, rappresentano degli emendamenti al Trattato istitutivo del 1949. Essi dovranno poi essere ratificati da tutti gli Stati membri dell’Alleanza in conformità a quanto prescritto dalle rispettive procedure interne. Completata la fase delle ratifiche (quarta fase), il Segretario Generale della NATO rivolge ai Paesi invitato l’invito formale a divenire parte del Trattato Nord Atlantico e membri dell’Organizzazione. La procedura di adesione si conclude con la fase in cui ciascun nuovo membro dell’Alleanza deposita il proprio strumento di accesso presso il Governo degli Stati Uniti d’America.

 

Il contenuto dei protocolli di adesione dell’Albania e della Croazia

I Protocolli relativi all’accesso dell’Albania e della Croazia sono stati entrambi firmati a Bruxelles il 9 luglio 2008. Si limitano a regolare le modalità e i tempi di estensione dell'invito rivolto ai loro Governi dal Segretario generale della NATO, nonché la data della loro entrata in vigore.

Il testo dei Protocolli, che è identico per i due Paesi, consta di soli tre articoli.

L'articolo 1 prevede che, dopo l'entrata in vigore dei Protocolli, il Segretario generale della NATO, a nome di tutti i Paesi membri, inviti i Governi dei due Stati ad accedere al Trattato dell'Atlantico del Nord. Successivamente, come precisato ai sensi dell'articolo 10 del Trattato istitutivo, ciascuno dei due Paesi diverrà parte della NATO una volta depositato lo strumento di adesione al Trattato stesso presso il Governo degli Stati Uniti d'America.

L'articolo 2 concerne l'entrata in vigore dei Protocolli, subordinandola al momento in cui tutti i paesi membri avranno notificato la loro approvazione al Governo degli Stati Uniti d'America. Il Governo USA, quale depositario, è inoltre tenuto ad informare tutti i Paesi NATO della data di ricevimento di ciascuna notifica e dell'entrata in vigore dei Protocolli.

L'articolo 3 stabilisce che i Protocolli, redatti in lingua francese e in lingua inglese, saranno depositati presso gli archivi del Governo degli Stati Uniti d'America, che ne trasmetterà copie debitamente certificate a tutti gli Stati membri della NATO.

 

I Protocolli di adesione sono già stati ratificati da Bulgaria, Ungheria, Lettonia, Lituania e Stati Uniti. Il processo dovrebbe essere completato entro maggio 2004.

 


Contenuto del disegno di legge di ratifica

 

Il disegno di legge in esame si compone di tre articoli. I primi due recano, rispettivamente, l’autorizzazione alla ratifica e il relativo ordine di esecuzione dei due Protocolli. L’articolo 3, infine, dispone l’entrata in vigore della legge di ratifica per il giorno successivo a quello della sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.

 

 

 




[1] Il primo allargamento avvenne nel 1952 con l’ingresso di Grecia e Turchia; Germania e Spagna hanno aderito all’Alleanza rispettivamente nel 1955 e nel 1982; nel 1999, infine, sono diventati membri della NATO tre Paesi dell’ex blocco sovietico (Polonia, Repubblica ceca e Ungheria), che avevano già aderito al Programma di Partenariato per la pace.